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La Reale Presenza di Cristo nellEucarestia non cambia la struttura molecolare del pane e del vino ; il pane rimane fisicamente

pane, e il vino rimane fisicamente vino. La transustanziazione un evento trascendente e non un processo fisico. Cos la consacrazione non renderebbe innocue le sostanze tossiche eventualmente aggiunte al pane. Penso che la fede non pu scaturire dalla logica,perch avere fede in Dio significa credere e amare Dio. Penso tuttavia che la logica e le scienze dimostrino lesistenza della nostra anima e lesistenza di Dio e che ci sono molti argomenti razionali a forte sostegno della fede cristiana. Infatti le scienze e la logica possono provare che la nostra vita fisica intrinsecamente trascendente rispetto alla realt materiale, ci che implica lesistenza dellanima ( o spirito) come componente soprannaturale delluomo. Il modo pi diretto per trovare la certezza dellesistenza di Dio cercare di capire la nostra vita psichica, che la capacit di sentire emozioni,sensazioni, pensieri,autocoscienza,etc. Sappiamo che il nostro cervello composto solamente di particelle come elettroni e protoni,interagenti attraverso i campi elettromagnetici; ogni processo biologico dovuto solo a reazioni chimiche, e a sua volta ogni reazione chimica dovuta solo allinterazione elettromagnetica tra gli elettroni di valenza. Ogni tentativo materialistico di spiegare la nostra vita psichica implica che pensieri,amori,sofferenze,desideri etc. in noi sono oggetti come elettroni o campi elettromagnetici. Il punto che gli oggetti non possono assolutamente sentire nulla; gli oggetti non possono sentire felicit,tristezza,amore,odio,autoconsapevolezza,etc.. Le Scienze hanno mostrato che le equazioni del campo elettromagnetico Sono universali; esse descrivono cos bene il campo elettromagnetico nel nostro cervello allo stesso modo che in un filo di rame o in un atomo. Non c traccia di coscienza,sensazioni,emozioni,etc. nelle equazioni della fisica. Queste equazioni non spiegano lesistenza di coscienza e la nostra capacit di sentire. Se si ipotizza che i campi elettromagnetici siano responsabili delle nostre sensazioni,emozioni, e pensieri,la sola conclusione logica sarebbe che anche la nostra televisione,la nostra lavatrice etc..talvolta sarebbero felici o depresse. Infatti da un punto di vista scientifico non c differenza tra i campi elettromagnetici presenti nel nostro cervello e quelli presenti in questi oggetti. Laffermazione che gli impulsi elettrici nel nostro cervello sono o generano sensazioni e pensieri, in contrasto con le leggi della fisica che considerano equivalenti tutti gli impulsi elettrici, dentro o fuori del nostro cervello. Infati un impulso elettrico formato solo da alcuni elettroni che si muovono in una certa direzione; secondo le leggi della fisica, gli elettroni sono tutti eguali e indistinguibili, e si muovono sempre in ogni materiale o Circuito elettrico.
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Attribuire agli elettroni nel nostro cervello la propriet di generare coscienza, e non attribuire la stessa propriet agli elettroni che si muovono in una lampadina, in contraddizione con uno dei principi fondamentali della Fisica, il Principio di esclusione di Pauli, che stabilisce che tutti gli elettroni sono uguali e indistinguibili,cosicch essi hanno esattamente le stesse propriet. Inoltre,le leggi della Fisica stabiliscono che gli impulsi elettrici generano solo campi elettromagnetici; cos lipotesi materialistica che gli impulsi elettrici nel cervello generano sensazioni,emozioni e pensieri in netta contraddizione con le leggi della Fisica. Le onde elettromagnetiche generate dagli impulsi elettrici nel nostro cervello sono assolutamente equivalenti a quelle generate da qualsiasi altro impulso elettrico;tali onde escono dal nostro cervello e viaggiano nello spazio esterno alla velocit della luce,come ogni onda elettromagnetica. Dal un punto di vista fisico il nostro cervello solo un oggetto, e perci non pu avere alcuna vita psichica;la nostra vita psichica rappresenta una violazione delle leggi della fisica. Ogni fenomeno che rappresenta una violazione delle leggi della Fisica considerato un fenomeno soprannaturale; perci la nostra vita psichica un fenomeno soprannaturale. I materialisti pensano che il campo elettromagnetico lorigine della nostra coscienza,sentimenti,emozioni,etc., ma essi non sanno spiegare come mai gli stessi campi non fanno s che i nostri stessi oggetti elettrici abbiano simile coscienza,sentimenti,etc.; la loro posizione in netto contrasto con le conoscenze scientifiche che provano che non c differenza tra i campi elettrici nel nostro cervello e quelli al di fuori di esso. Se supponiamo che gli impulsi elettrici nel nostro cervello siano lorigine della coscienza e delle emozioni,la sola possibile conseguenza logica sarebbe che ogni oggetto elettrico ha una vita psichica e che SENTE emozioni,sentimenti,tec.. Le propriet di ogni molecola (incluse le molecole del DNA) e ogni processo biologico si possono ottenere direttamente dalle leggi della Fisica. Al contrario la coscienza,le emozioni,i sentimenti,etc. non si possono ottenere dalle leggi della Fisica; questa unulteriore prova della natura trascendente della coscienza rispetto alla realt materiale. La nostra vita psichica intrinsecamente trascendente rispetto alla realt materiale,perch non pu essere originata da oggetti ( come elettroni o campi eletromagnetici); si deduce che la nostra vita psichica allora intrinsecamente soprannaturale. Poich la nostra vita psichica non pu essere originata da oggetti come elettroni e campi elettromagnetici,ci significa che la nostra psiche (anima o spirito o qualsiasi cosa di simile si voglia dire) e il nostro cervello sono due diverse entit interagenti e non la stessa entit. La psiche la componente non-fisica delluomo.
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Dove ebbe origine la nostra psiche? Come inizi la nostra vita psichica? Le Scienze mostrano che la nostra psiche non pu avere una origine fisica, per cui l'unica risposta DIO. Infatti io so che esisto e che non sono sempre esistito e che da solo non sono approdato alla vita; queste certezze sono molto evidenti di per s e non occorre provarle. Posso allora definire Dio come creatore della mia anima;COLUI che mi ha creato esiste come essere soprannaturale,EGLI COLUI che ha dato origine alla mia vita spirituale ( o psichica) In altre parole il mio ragionamento si pu schematizzare come segue: IO SENTO la mia esistenza,perci esisto come un essere psichico ( cio spirituale) Io esisto perci Dio esiste ed EGLI il creatore della mia stessa vita. La certezza dellesistenza di DIO evidente come la certezza che Io esisto. Penso che lesistenza di Dio sia molto evidente di per s; la ragione per cui gli atei non credono nellesistenza di Dio che essi sono molto terrorizzati dallidea dell Inferno a cui essi negano ogni evidenza. Non Dio che si nasconde alluomo ma luomo che spesso si nasconde a DIO; questo spiegato anche nella Bibbia infatti ,dopo aver commesso il peccato Adamo ed Eva cercano di nascondersi a Dio. La verit di per s vera ed pi forte di ogni dubbio. Lesistenza di Dio evidente di per s e pi forte di ogni dubbio. Avere fede significa che esiste una certezza in noi e che questa certezza non si pu dedurre da qualsiasi altra,perch evidente di per s ed intrinsecamente pi forte di ogni dubbio. La Fede allora lassoluta certezza in contrapposizione alle certezze relative che si possono ottenere attraverso unordinaria dimostrazione logica. Infatti ogni dimostrazione logica richiede almeno unipotesi e perci le nostre conclusioni dipendono dalla nostra ipotesi. Non possiamo provare la nostra ipotesi senza unaltra ipotesi e cos via. Segue che la logica non pu essere usata per trovare una verit assoluta, ma pu darci solo certezze relative (relative rispetto alla nostra ipotesi). Se cerchiamo una verit assoluta non possiamo fare assegnamento sulla logica. Il fatto che oggetti come elettroni,campi elettromagnetici,computers,etc.. non possono avere una vita psichica, cio non possono sentire felicit,tristezza,amore,collera ,etc.. una verit assoluta; questo fatto non ha bisogno di essere dimostrato perch intrinsecamente ovvio ed evidente di per s. La sola possibile spiegazione materialista della coscienza e delle emozioni implica che oggetti come gli elettroni e i campi elettromagnetici abbiano emozioni,sentimenti,consapevolezza,etc.,Ci in stridente contraddizione
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con la logica (gli oggetti non possono sentire nulla) e con le nostre conoscenze scientifiche,che dimostrano che non c differenza tra i campi elettromagnetici allinterno e allesterno del nostro cervello. Il materialismo solo un moderno genere di idolatria: infatti lidolatra pensa che loggetto (idolo) sotto certe circostanze ha una vita spirituale, senza tener conto del fatto che fatto di ordinaria materia ; questo esattamente ci che pensa,perch crede che loggetto (il cervello) ha una vita psichica sotto certe circostanze,senza tener conto del fatto che composto di materia ordinaria (elettroni, campi elettromagnetici , etc.). Il fatto che la droga pu alterare la coscienza e le capacit mentali prova semplicemente che esiste uninterazione tra il cervello e la psiche. Ma questa non pu essere affatto considerata una prova che il cervello lorigine della coscienza e delle emozioni. Se si hanno problemi agli occhi,le capacit visive sarebbero alterate,ma ci non prova che locchio ad avere la sensazione visiva; questo prova semplicemente che locchio coinvolto nel processo di generazione della sensazione visiva. Nello stesso modo gli studi sugli effetti della droga provano solo che esiste uninterazione tra psiche e cervello. Lesistenza di questa interazione ovvia; infatti,senza questa interazione, la nostra psiche sarebbe completamente isolata dalla realt esterna. Le reazioni chimiche e gli impulsi elettrici che avvengono nel nostro cervello non sono le emozioni,i sentimenti, la coscienza etc.; la nostra psiche che trasforma questi ordinari processi fisici in emozioni,sentimenti,etc Poich la nostra psiche unentit soprannaturale, anche linterazione cervello-psiche ha una origine soprannaturale e non pu essere spiegata dalla scienza. Le stesse alterazioni mentali prodotte dalla droga si possono ottenere con lipnosi; nel processo di ipnosi non c alcuna interazione fisica tra lipnotizzatore e il cervello dellipnotizzato, il che prova che il processo di ipnosi non ha unorigine fisica, ma psichica. Il fatto che le stesse alterazioni di coscienza si possono ottenere con lipnosi unulteriore prova che cervello e psiche non sono la stessa entit,ma due diverse entit interagenti. Deve essere evidenziato il fatto che lo stimolo fisico e la sensazione che si sente sono due fenomeni completamente diversi. Per esempio le vibrazioni delle molecole dellaria non costituiscono la sensazione suono che noi sentiamo; le molecole dellaria non sentono nulla, e sarebbe assurdo dire che le molecole dellaria costituiscono una sensazione acustica. La sensazione suono esiste solo nella realt psichica e non in quella fisica; la sensazione acustica generata solo dalla psiche ed la elaborazione psichica di uno stimolo fisico. Nello stesso modo le reazioni chimiche e gli impulsi elettrici che avvengono nel nostro cervello non sono le emozioni,i sentimenti, la coscienza; essi sono solo degli stimoli fisici.
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E la nostra psiche ad elaborare e trasformare questi ordinari processi fisici in emozioni,sentimenti,etc.. Facciamo alcune considerazioni sulla affidabilit delle nostre conoscenze Scientifiche. Prima di tutto cerchiamo di chiarire la differenza tra una teoria fenomenologica e una teoria fondamentale astratta. Una teoria fenomenologica solo una versione approssimata e semplificata di una teoria fondamentale astratta.che rappresenta lesatta spiegazione di fenomeni naturali. Biologia e neurologia sono esempi di teorie fenomenologiche,mentre la Fisica lunica teoria fondamentale astratta da cui derivano tutte le altre Scienze naturali. Naturalmente poich i calcoli di leggi fondamentali sono molto lunghi e ardui, occorre semplificare le teorie per trattare pi facilmente sistemi formati da molti atomi. Le leggi della fisica hanno una validit generale, ma nelle loro applicazioni a sistemi specifici possibile usare regole pi semplici,specifiche per quel genere di sistema; queste regole non sono n estranee n indipendenti dalle leggi della fisica, ma sono una diretta conseguenza delle leggi della fisica. Un risultato di queste teorie fenomenologiche non pu essere accettato Se risulta in contraddizione con le leggi della fisica, che sono il solo vero principio che sta alla base della teoria fenomenologica. Solo le leggi della fisica rappresentano la spiegazione teorica fondamentale della realt materiale,sia della materia inorganica che di quella organica. Ovviamente,una teoria approssimata (come la biologia e la neurologia) non pu essere usata per negare la teoria esatta da cui deriva la teoria approssimata. Tutte le scienze naturali sono subordinate alla fisica. Evidenziamo che tutte le scienze naturali (biologia,neurologia,etc..) usano nei loro studi e Nelle loro analisi microscopiche solo apparecchi che sono stati progettati Unicamente sulla base di leggi fisiche. I dati studiati e analizzati da queste Scienze naturali hanno senso solo perch le leggi della fisica assicurano il corretto funzionamento dei loro apparecchi, Se le leggi della fisica fossero messe in discussione,tutte le altre scienze naturali andrebbero a pezzi,perch i dati microscopici usati da queste scienze a supporto delle loro teorie,perderebbero ogni significato. Perci tutte le scienze naturali elaborano teorie in accordo con le leggi della Fisica,altrimenti tutti i dati,su cui le teorie fenomenologiche sono state costruite, perderebbero di significato; le leggi della fisica sono i pilastri di tutte le scienze naturali. Le leggi che generano tutti i processi chimici,biologici,neurologici sono Ora perfettamente conosciute. Mai prima nella storia,le scienze sono state capaci di spiegare il principio da cui tutti I processi biologici sono originati.Ci rappresenta una svolta
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nella storia.Tutto ci che la fisica scoprir in futuro non avr nulla da fare con i processi biologici nel nostro organismo o in qualsiasi altro organismo. Anche se ci sono ancora delle cose non perfettamente conosciute in astrofisica,questi processi astrofisici non riguardano i processi biologici nel nostro organismo,che sono dovuti unicamente alle leggi dellelettrodinamica quantistica. Non occorre mettere in discussione la validit delle leggi della fisica per spiegare processi biologici e neurologici. Oggi possiamo fare calcoli su teorie fondamentali per sistemi molecolari Formati da molti atomi; ci significa che possiamo calcolare le soluzioni delle equazioni della fisica quantistica anche per sistemi macroscopici. The point is that we already know what KIND of information we can get from a first-principle calculation for every possible molecular system. In fact from the solution of the Schroedinger equation for a molecular system we know that we can obtain informations such as charge distributions or energy spectra. By no means we can obtain consciousness, emotions, feelings, etc. These are not possible outputs of a first-principle calculation. Even if we had a supercomputer with the capacity to find the wave function for our brain, we could find from the wave function only properties such as charge density or energy spectra. We could not find consciousness from the wave function calculated with the super computer. In fact we already know what KIND of properties can be obtained from every possible wave function. We are already able to do first-principle calculations for many different molecular systems, but the kind of properties we can find from their wave functions does not depend on which molecular system we have studied, because they are general outputs of every first-principle calculation, and it is independent from the kind of atoms or the number of atoms of the system. If the psyche did not exist as a non-physical component of man, according to our scientific knowledges we should be only a sort of biological robots, without any consciousness and without feeling anything, which actions and reactions were due only to chemical reactions . All the neurological studies prove only the existence of an interaction between psyche and brain, but they reveal nothing about the nature of the psyche. The tracendent nature of consciousness can be considered an ultimate result also from a scientific point of view. In fact there are in fact many strong arguments against the possibility of a future scientific explanation of consciousness and the psychical life. In order to give a scientific explanation of consciousness, a new set of laws of physics would be necessary. However the laws of physics consist of a system of mathematical equations. Their mathematical structure exclude the possibility that these equations can be modified; in fact, even a slight change in a mathematical equation would generates radical changes in all its solutions. We have already found billions and billions of correct solutions from the laws of physics; if we changed them, we would suddenly cast away all these correct solutions. On the other hand, every day we find a systematic experimental confirmation of the laws of physics on ever new systems. To hypothesize that the laws of physics are wrong would be equivalent to say that all
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these billions and billions of systematic and quantitative experimental confirmations are only a lucky coincidence. In these last decades, we have done many more experiments than in all history, but the laws of quantum electrodynamics, discovered in the beginning of last century, have never been changed. On the basis of the number of experimental tests, we can say that quantum electrodynamics is the oldest scientific theory in history. Since the laws of physics are the foundations of all modern science, I think that the hypothesis of a new set of laws of physics represents a jump out of science into the field of phylosophical speculations; the fact itself that those who want to deny the existence of the soul are forced to hypothesize a new set of laws of physics proves the incompatibility between science and materialism. Advances in science has never dethroned and can never dethrone well established facts, supported by billions and billions of systematic and quantitative experimental data. It would be equivalent to hypothesize that one day science will discover that the earth does not orbit around the sun, but it is motionless at the center of the universe. The statement "maybe one day science will discover that..." is no longer a rational statement, because of the wide and systematic experimantal confirmation obtained by the laws of physics. The laws of physics establish some firm points, which must always be considered when we make a rational and scientific hypothesis. Today we have billions of billions of data confirming that cerebral, biological, chemical and molecular processes are determined uniquely by Quantum Electrodynamics. Since no Quantum Electrodynamic processes generate consciousness, this is equivalent to say that we have billions and billions of data conferming that no cerebral processes generate consciousness. Advances in physics allow us to discover new processes at higher and higher energies; this is the only possible advances in physics, but this kind of advances lead us farther and farther from consciousness, because no high energy processes occur in our brain. Consider that in modern particle accelerators, it is possible to reach energies a billion of times superior to the energies of chemical and biological processes. Nevertheless, in the hope to discover some new processes, scientists have to design new accelerators, able to reach even much greater energies. There is another fundamemtal point; history shows that scientific progress has been possible only when scientists began to compare theoritical results with experimenal data. Since all our measurement instruments work and are designed on the basis of the laws of physics, and since consciousness transcends such laws, it is not possible to design any instruments able to measure consciousness. Without such measurement instruments, it will never be possible to reach any scientific progresses in the explanation of the existence of consciousness. It is useful to observe that, in spite of the great scientific progresses reached in the fields of the natural sciences, no steps have ever been done in history in such direction, as it is proved by the fact that science is not able to explain, neither in principle, the existence of consciousness, neither the existence of the most banal sensation

At this point, it is important to observe that it is possible to simulate with a computer every feature of the behavior of animals, including their capacity to learn and their apparent capacity to recognize their image in a mirror. An adequate software can allow the computer to record input data, analyze them and give specific outputs; all these operations occur automatically, with no consciousness. For example a computer, connected to a camera, can analyse the external images; this occur automatically through some mathematical algorithms, and the computer has no visual sensations. This proves that the fact that a can can distinguish a bone from a stick, does not imply that the dog has a visual sensation. Therefore it is not possible to exclude from a scientific and rational point of view, that the life of animals is only a purely biological/chemical process without any kind of consciousness (neither sensations or emotions). In other words, science cannot exclude the possibility that the animal is only a biological robot, feeling nothing at all, which actions and reactions are uniquely determined by a chemical software implanted in its brain. It is also possible to explain those behaviors of animals, that are usually considered as an indication of emotions. For example, the dogs that because of genetic mutations presented some affectionate behaviors, had a greater probability to be adopted by man, and consequently, to survive. It was sufficient that the animal presented those behaviors also towards only a member of the family (even not the one who gave it food) to be accepted by the family. It would be only a case of natural selection, even if unawares induced by man, that has programmed the behavior and the reactions of the dog. Since we have no way to observe directly the existence of any kind of consciousness in animals, and the hypothesis of existence of consciousness in animals is not necessary to explain the observable phenomena in animals, we can conclude that there is no experimental or scientific evidence of the existence of any kind of consciousness in animals, neither sensations or emotions. The idea that animals have sensations and emotions is then only an arbitrary hypothesis, without any scientific or rational foundations.. Let me then briefly discuss the theory of evolution. The theory of evolution is based on the recovery of fossils, therefore this theory can at the most conclude that our biological organism is the result of the evolution of a previous biological organism. The point is that what really distinguishes us from animals is our psychical life, which has no biological origin, but a supernatural origin ; our biological organism is certainly not much different from the one of other animals. Since it is not possible to find fossils of psyche, the theory of evolution can say nothing about the way we have become conscious and intelligent persons. Even if our organism derived from a previous animal organism, only the divine intervention could have given this organism the human mind. So God could have created the whole universe through the laws of physics and our organism could be the result of an evolutional process ; however our organism would
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have been only another animal organism if God would have not given us our psyche, changing a pure animal organism into a human person. In conclusion, today we know the laws which generate all chemical, biological and neurological processes; in fact, the laws of quantum electrodynamics are confirmed by such a huge number of experimental results that it would be absurd to question their validity in the description of molecular systems, and in particular of biological systems. Science proves that electrons are all identical and indistinguishable. The laws of quantum mechanics are universal and determine every chemical reaction and every molecular process, both in organic and inorganic systems. The electromagnetic fields are determined by the same universal equations , both in our brain and in any other inorganic system. The laws of physics allow to explain, a least in principle, all physical, chemical, biological, neurological and cerebral processes. However, in the laws of physics there is no explanations and no justifications of the existence of consciousness, neither of the most common sensation. Consciousness transcends the laws of physics, which proves that consciousness is due to a supernatural component, the psyche or soul, that is a non-physical entity, transcendent to the laws of physics and to the material reality. The psyche cannot then be identified with the brain, which is only a physical object, formed by electrons, protons and neutrons, which processes are determined uniquely by the laws of quantum electrodynamics. Therefore, consciousness and our psychical life cannot have a biological origin. There are then two distinct realities; the physical reality, that is the universe, which has an intrinsic mathematical structure (the laws of physics) determining every physical, chemical, biological and neurological process; the psychical reality, which transcends the laws of physics. At this point we must consider the question: where does our psyche come from? The phenomenon of consciousness proves that, at a certain time, our psyche certainly begins to exist in us. The laws of physics prove that the psyche cannot be the product of physical, chemical or biological processes. Therefore, the origin of our psyche is transcendent to the material reality. We can then identify with God the necessary Cause of the existence of the psyche, being such Cause transcendent to the physical reality. This represents a scientific confirmation of the existence of a transcendent God, the Creator of our soul. My reasoning I exists, therefore God exists simply proves that atheism as well agnosticism are false, illogical and in striking contraddiction with our scientific knowledges. Once you reach the certainty that God exists, you must try to understand Who God is and why God made us exist. The fact that God is the Creator of our mind, implies a very close relation
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between God and us and it is a further evidence of how much God deeply knows us and loves us. The fact that God is the Creator of our mind allows us to understand through logics some attributes of God. God is infinitely superior to us and more powerful than us because He has the power to create us, while we do not have the power to create anything and we need be created by Him in order to exist. This proves that an immense abyss of superiority separates God from us. Since God is the Creator of our intelligence, our consciousness, our capacity to love, to have a will, to rejoice, to have a psychical life, He must be infinitely more intelligent than us and He must have a will and a capacity to love and to have a psychical life infinitely superior to ours. Since God is the Creator of our (psychical) person, He must be a personal God. Since He is the Creator of us , He must have existed before us, and He must exist independently from us. Since God is the Creator of our mind, He has the power to create counscious existence, therefore God owns in Himself conscious existence ; so God is He who exists consciously in Himself. The biblical name of God is YHWH, which means I am who I am. ; the meaning of I am is conscious existence, because only a person who exists and is conscious of his own existence can say I am. I have then explained how our own existence as conscious persons is sufficient to prove the existence of a personal God. An other independent argument to prove directly the existence of God is the following. Science has proved that the state of the universe is determined by some specific mathematical equations, the laws of physics; the universe cannot exist independently from such equations, which determine the events and the properties of such events (including the probability for the event to occur, according to the predictions of quantum mechanics). However we know that a mathematical equation cannot exist by itself, but it exists only as a thought in a conscious and intelligent mind. In fact, a mathematical equation is only an abstract concept, which existence presupposes the existence of a person conceiving such a concept. Therefore, the existence of this mathematically structured universe does imply the existence of a personal God; this universe cannot exist by itself, but it can exist only if there is a conscious and intelligent God conceiving it according to some specific mathematical equations . Someone claims that the present laws of physics cannot be considered exact because we do not have a unique theory unifying general relativity with electroweak and strong interactions. First of all, it must be stressed that it is not necessary at all that such theory must exist; God could have conceived the universe both according to a unified theory and according to some disjoined theories. Anyway, a well-known property of mathematical equations is the possibility to find approximate equations able to reproduce with great accuracy the results of the exact equation in a given
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range of values. This is the reason why classical mechanics (which represents the approximation) can replace quantum mechanics (which represents the exact theory) in the study of many macroscopic processes. So, independently from the fact that we choose to consider the present laws of physics as exact or approximate, the systematic accuracy of their predictions proves that the state of the universe is determined by specific mathematical equations. In fact, if natural processes were not determined by any mathematical equations, there would be no reason to expect to be able to predict the natural processes (neither a limited number of them), through some mathematical equations. Some people object that the mathematical equations are not the principles ruling the universe, but they are only a representation imagined by man. Someone else claims that math is only the language used to describe the universe. This objections however do not stand since the laws of physics are intrinsecally abstract mathematical concepts, and when we ask them to describe which concrete entities should really rule the universe and be represented by the equations of physics (for example the Schroedinger or the Dirac equations), they remain speachless. Their incapacity to describe concretely the laws of physics is a direct consequence of the intrinsic abstract and conceptual nature of the laws of physics. Someone claims that the equations of physics are not the cause of the natural processes, but they are only the result of our analysis of experimental data; in other words, they are only the way we have ordered and summarized, in a mathematical language, the observed processes. In this case, however, every new experimental data would require a new analysis and a revision of our equations. Such objection is then clearly denied by the predictive capability of the equations of physics: if the state of the universe was not really determined by any mathematical equations, one couldn't account for our capability to predict systematically all mechanical, electrical, magnetic, chemical and biological phenomena only by the same system of mathematical equations. Consider that the equations of quantum mechanics have been discovered last century, through the analysis of some simple atoms; these equations have then correctly predicted the behavior of billions of other molecules and systems, and we have never needed to change them. Since last century, we have observed a systematic confirmation of the laws of physics, in our numberless studies on newer and newer systems and materials. It is not possible to account for the extraordinary agreement between the experimental data and the laws of physics and the predictive power of such laws, without admitting that the state of the universe must necessarily be determined by some specific mathematical equations. The existence of these mathematical equations implies the existence of a personal, conscious and intelligent Creator. Atheism is incompatible with the view of the universe, presented by modern science, since the intrinsic abstract and conceptual nature of the laws ruling the universe, implies the existence of a personal God. The christian faith is a unique religion from many angles. In the times when peoples used to worship many gods, represented with anthropomorphic idols, usually associated with natural elements, there were only one
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monotheistic people who worshipped one God of Spirit and rigorously prohibited any representations of God. This monotheistic concept of God has appeared in history through the jews and every monotheistic religion cannot but acknowledge its roots in the Bible. There is another importatnt objective element to be considered. Through christianity, an absolutely new concept of divine love has come into history: the concept of a God who loves us so much that He makes Himself man and accepts an atrocious suffering and death in order to save us from our sinful and unhappy existence and lead us to the true and eternal happiness. Such a great concept of love cannot but come from God Himself. The greatness of this concept of divine love is to me the most convincing argument proving the divine nature of Christ. There are also rational arguments from history which supports the christian faith. Jesus did several powerful miracles to prove that He was the Son of God. He gave also the power to the apostoles to do powerful miracles. Even if we cannot see these miracles I think that it is possible to prove through logics that these miracles really happened. First of all, Jesus was killed by the pharisees because many jews believed that He was the Messiah. The Jews believed in powerfull miracles, and they expected that the Messiah would have been greater than Moses and all the prophets, who did very powerful miracles. If Jesus had not given powerful miracolous signs, nobody would have believed in Him, and the pharisees would not need kill Him. The hypotesis that Jesus could have been a phylosopher is in strong contradiction with the jewish culture; jews believed that wisdom can come only from God. No jew would have become a follower of a phylosopher; no phylosopher has ever existed among the jews, but only prophets; in particular, the jews were waiting for the Messiah. Christianity spread very rapidly among many different peoples, languages, cultures and religions, in spite of terrible persecutions against christians. This fact is unique in the history. In 64 dC (that is about thirty years after Jesus' death) the roman imperator Nero ordered the first great persecution of christians because he saw in Christianity a menace for the roman empire. Many other great persecutions of christians were ordered by the roman imperators until 311 dC. All these persecutions are very well proved by non-christian sources. In 112 dC, Plinium (a non-christian roman) in a letter to the imperator Traianus frm Bithinia wrote that all temples have been abandoned and are desert, and the
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christians are the only responsible of this situation. In the same letter he wrote that he tortured some cristians. I would add that the new christians were asked to leave their pagan and libertine behavior, to observe very rigid moral and sexual behavior and to be ready to give their life for Christ; if the apostoles never did miracles, nobody would have accepted this new religion. In the christian religion, the promise of the eternal life is bound to very rigid moral requests. In the first century, there were many religions who promised the life after death, without such rigid requests; certainly the promise of eternal life is not sufficient to explain the success of the christian religion. More recently, some supernatural facts occured at Fatima. On the 13-10-1917 more than 70000 people saw the sun dance in the sky, change color, and then fall down and coming up to its normal place; these facts lasted for about ten minutes and were saw not only from the 70000 people at Fatima, but also from people living in the villages around Fatima. Among those people there were also many atheist journalists from some anticlerical journals, who were there in order to discredit the religious superstitions of catholicism, since the child Lucia said that on that day God would have given a great sign for everybody. In fact, since 1910, the portuguese government had started a very hard battle against the Catholic Church: many religious orders were expelled and their property confiscated, new legislation banned the teaching of religion in schools and universities and annulled many religious holidays. Persecution of Catholics in the early years of the republic attracted international attention and brought the new political system into conflict with foreign diplomats, humanitarian organizations, and journalists. Those journalists have written very detailed accounts of the facts occurred at Fatima , which were reported on all newspapers in the world, including the New York Times. Among the journalists present at Fatima on October 17, there was the (atheist) director Avelino de Almeida of the government (and very antireligious) newspaper "O Seculo. The article, published with the title "Terrifying Event! How The Sun Danced In The Sky Of Fatima" can be found on the site www.ewtn.com/fatima/apparitions/October.htm In his article, the journalist describes a crowd of biblical dimensions, spread in the fields of Fatima. At a certain point, this immense crowd begins to cry "Miracle! Miracle!" looking at the sun. The journalists describes then an amazed crowd, who
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cry and pray. I have tried to analyse these data to see whether it was possible to find a plausible explanation, excluding a divine intervention, but I have found none. No scientifically acceptable explanations exist for such a phenomenon. I do not think it is reasonable to hypothesize a conspiracy of 70000 people, simulating a collective vision. On the other hand, it would not have been possible to hypnotize such a crowd, spread on an area of some square kilometers. Besides it is scientifically impossible, even with the present technology (you can imagine with the technology available in 1917!), to realize an optical illusion like that. Some atheists try to explain this miracle as a banal optical effect; when we look at the sun for a while, we see coloured pulsating spots, or when the clouds move in the sky, they can create the illusion that the sun is moving. Obviously, we all know this, we all have looked at the sun and we all know the effects, we all have seen the clouds moving in the sky. Those who were at Fatima certainly knew this as well. So, unless we hypothesize that at Fatima there were only 70000 idiots, such explanation is not plausible at all. Some then speak about hysterism or suggestion. However, if catholics were all subject to hysteric crisis or they were so easily suggestionable, one couldn't explain why in 2000 years of catholicism there are no other cases of crowds witnessing to having seen such extraordinary phenomena. Actually, there was only the word of three children, and if this was sufficient to suggestionize so much catholics, then whoever claims to have some visions of Our Lady, could easily make a crowd of 70000 catholics to see the sun dancing in the sky. The miracle of Fatima is the most extraordinary and well recorded miracle in all history. This miracle has occurred in the Catholic Church, since the three children were catholics (Lucia, the only one of the three children still alive is a catholic nun). The fact that so many people saw these phenomena cannot be explained without the hypotesis of a supernatural being, because neither science nor logic would allow something like that to happen. Besides these facts occured exactly in the day and the place indicated several monthes before by the child Lucia. Neither science nor logics can explain the capacity to foresee the future. A brief and incomplete description of the supernatural facts occurred at Fatima can be found also in some contemporary encyclopedias, for example the Britannica (also available on internet at www.britannica.com) gives at the voice Fatima : village and sanctuary, Vila Nova de Ourm municipality, Santarm district, central Portugal; it is located on the tableland of Cova da Iria, 18 miles (29 km) southeast of Leiria. Ftima was named for a 12th-century Moorish princess and since 1917 has been one of the greatest Marian shrines in the world, visited by thousands of pilgrims
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annually. On May 13, 1917, and in each subsequent month until October of that year, three young peasant children, Lucia dos Santos and her cousins Francisco and Jacinta Marto, reportedly saw a lady who identified herself as the Lady of the Rosary. On October 13, a crowd (generally estimated at about 70,000) gathered at Ftima witnessed a miraculous solar phenomenon immediately after the lady had appeared to the children. The fundamental role of miracles in the history of Christianity cannot be doubted. The miracles done by Jesus proved that He was the Messiah, and the miracles done by the apostoles proved that they were really sent by Christ. Miracles still happen within the catholic church. In the following site the 66 official miracles occured at Lourdes are described. The miracolous nature of these healings have been scientifically proved http://www.catholic-forum.com/catholicteacher/lourdescontents.html Other interesting sites http://www.fatima.org/miracle1.html http://www.therealpresence.org/eucharst/mir/lanciano.html http://www.sancta.org/eyes.html I have given above several rational arguments which explain why the certainty of the existence of God is for me as strong as the certainty that I exist. I give you here some consideration about the church. Who has the authority to interpret correctly the Bible and to teach correctly Jesus' teachings? Only a person who knows and understands what Jesus taught can teach what Jesus taught. So, who are the persons who really know Jesus' teachings? Many think they are teaching what Jesus taught, but they teach different doctrines, therefore it is evident that they are teaching only their opinions, because Jesus cannot contradicts Himself. Jesus gave the commandment to teach the Gospel ONLY to His disciples and He NEVER gave this commandment to the crowds; this clearly proves that not all can
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teach the Gospel, but only those who have been taught and sent (directly or indirectly) by Jesus. How did the Church's mission pass to each generation? The Bible explains this to us. Acts 6:2 Then the twelve called the multitude of the disciples to them, and said, It is not right that we should neglect the word of God to serve tables. 6:3 Therefore, brethren, select from among you seven men of good reputation, full of the Holy Spirit and wisdom, whom we may appoint over this business. 6:4 But we will give ourselves continually to prayer, and to the ministry of the word. 6:5 And the saying pleased the whole multitude: and they chose Stephen, a man full of faith and of the Holy Spirit, and Philip, and Prochorus, and Nicanor, and Timon, and Parmenas, and Nicolas, a proselyte from Antioch. 6:6 These they set before the apostles: and when they had prayed, they laid their hands on them. The apostolic mission is passed to other people directly from the apostoles. Acts 14:19 And certain Jews came from Antioch and Iconium, who, having persuaded the people, stoned Paul, and dragged him out of the city, supposing he was dead. 14:20 Yet, as the disciples stood around him, he rose up, and came into the city: and the next day he departed with Barnabas to Derbe. 14:21 And when they had preached the gospel to that city, and had made disciples of many, they returned again to Lystra, and to Iconium, and Antioch, 14:22 Strengthening the souls of the disciples, and exhorting them to continue in the faith, and saying that through much tribulation we must enter the kingdom of God. 14:23 And when they had appointed elders in every church, and had prayed with fasting, they committed them to the Lord, in whom they believed. Again it is Paul (who in his turn received the apostolic mission with the laying of hands, see Acts 9:15-19) who appoints the elders. 1 Timothy 4:14 Do not neglect the gift you have, which was conferred on you through the prophetic word with the imposition of hands of the presbyterate. 2 Timothy 1:6 For this reason, I remind you to stir into flame the gift of God that you have through the imposition of my hands. Paul writes clearly that the presbyterate is received with the imposition of hands. The prespityters in their turn, appointed other people: 2 Timothy 2:2 And what you heard from me through many witnesses entrust to
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faithful people who will have the ability to teach others as well. Christ founded His Church 2000 years ago; He ordered the apostoles to teach His Word, and they appointed other people, who in their turn appointed other people, etc. so that the apostolic mission has lasted until our days. This is the catholic Church, which receives its apostolic mission form Christ and teach the true teachings of Christ, as they were given to the apostoles. There is an historical connection between the present catholic church and the church founded by Christ 2000 years ago, while there is no historical connection between the many protestant denominations and the church of Christ. In fact Christ never appeared to Luther or Calvin, etc.; Christ never authorized Luther to found a new church and to teach his opinions as if they were inspired by the Holy Spirit. All the apostoles did many powerful miracles which proved that they were really sent by Christ, but Luther did no miracle in order to prove that his interpretations were really inspired by the Holy Spirit. The protestant churches teaches many sinful doctrines, for example that divorce and remarriage are permissible, that abortion is permissible (some denominations), etc. Mt 16:18 And I say also to you, That you are Peter, and upon this rock I will build my church; and the gates of Hades shall not prevail against it. 16:19 And I will give to you the keys of the kingdom of heaven: and whatever you shall bind on earth shall be bound in heaven: and whatever you shall loose on earth shall be loosed in heaven. The Church is "the pillar and ground of the truth" (1Tm 3:15) These two verses are sufficient to prove that the Church of Christ teaches infallibly the truth. Christ founded His church 2000 years ago and He assured us that the gates of Hell shall not prevail against His Church. The Bible assures us that the Church is the pillar and ground of the truth. If the protestant churches were the church of Christ (which one among thousends of different denominations?), it would mean that Jesus lied when He said that the gates of Hell would have not prevail against His church and that the Bible is wrong when it says that the Church is the pillar of the truth. In fact, before 1500 dC there were only the catholic church and the eastern orthodox church. Since both the catholic church and the orthodox church teach doctrines such as prayer for the dead, prayers to saints, etc. if protestants were right, this would imply that the church founded by Jesus 2000 years ago had been defeated by Satan for about 1500 years. Christ spent more than three years with His disciples and taught them; How is it
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possible that Jesus' teachings were forgotten and replaced with sinful teachings for about 1500 years? All the people who lived during those centuries would have been induced to sin by the church founded by Christ; it is absurd that a loving Father would have allowed this to happen, and this would have certainly meant that the gates of Hell had prevaled against the church of Christ, in contradiction with His own words. Christ cannot contradict Himself; if Christ has taught through His Church certain doctrines for 1500 years, these doctrines cannot be considered sinful. Besides, only to Peter Jesus gave the keys of the kingdom of heaven; this proves that Jesus gave Peter a special role in the Church ; this is sufficent to prove Peter's supremacy. Consider that the very first act done by Jesus after founding His Church, is to give Peter the keys of the kingdom of heaven ; there is then a fundamental relation between these keys and the Church. After Peter's death in Rome, who has received the keys of the kingdom of heaven? I think that the most logical answer is: Peter's successor in Rome, the Pope. The special role of Peter still exist in the Church of Christ, and it is the role of Peter's successor, the Pope. This special role allow christians to identify with certainty the only true Church of Christ. There is in fact an historical continuity between Peter and the present Pope, the apostolic succession. Protestants usually think that their interpretations are inspired by the Holy Spirit ; but they are divided in thousends of different denominations and they have different interpretations. Since the Holy Spirit cannot contradicts Himself, it is evident that their interpretations are only fallible human opinions. In fact, when Jesus promised to send the Holy Spirit, He was speaking directly to the apostoles only, and NOT to the crowds. John 16 :12-13"I have yet many things to say to you, but you cannot bear them now. When the Spirit of truth comes, he will guide you into all the truth; for he will not speak on his own authority, but whatever he hears he will speak, and he will declare to you the things that are to come. Jesus NEVER made this promise to the crowds, but ONLY to the Apostoles when they were TOGETHER WITH PETER. Therefore you cannot generalize this promise to every christian; this verse can be applied ONLY to the bishops (the apostoles' successors) when they are together with the Pope (Peter's successor). I believe that God loves us; it follows that God has not abandoned us to our fallible human interpretations and opinions. Through the prophets, God prepared the Jews (even if only some of them) to receive Christ; Christ remained with His disciples for about three years and half and taught them all the necessary moral and spirital knowledges for our salvation, so that in their turn they could teach others, who in their turn could teach others, etc. In this way the teachings of Christ has spread throughout the world and the centuries through His Church, the catholic Church.
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A loving Father would never abandon His children to their human and fallible opinions. A loving Father would certainly give His children a guide so that they could receive His holy and good teachings. This guide is the Catholic Church, the Church founded by Christ 2000 years ago. Usually protestants say that the catholic church has been corrupted : If this were true, it would mean that Jesus was a lier, because He said that the gates of Hell would have not prevailed agaisnt His church. The truth is that corrupted men have been present within the church since the very beginning (Judas was one of the apostoles), but the church was never corrupted because its teachings were always good. Judas was sent by Jesus to teach the Gospel, to heal the sick, to cast demons (see Mt 10 :1-8) The fact that there were men within the church who commited grave sins, does not mean that the church is corrupted. Every man is responsible of his own sins, but the church is a divine institution and is above its human members and its doctrine is divine. The fact that Judas was corrupted does not mean that church of Christ was corrupted. Usually protestants believe in the Sola Scriptura principle, but there is in this case no verse in the Bible which establishes this principle. This is then a striking contradiction of protestantism. The Bible did not come down from the sky one day. The biblical canon was established by a Concilium of catholic bishops three centuries after Christ, and so the christian communities lived for three centuries without the New Testament. Jesus never wrote anything, which clearly proves that the christian faith cannot be founded on a book. Jesus founded a Church , and NOT a book. Jesus chose to found a living Church, a living and visible guide for all christians, to help them to understand the Truth. Jesus is still the head of the Church and He still leads His Church. Jesus still teaches and guides us through His living Church, the Catholic Church. The Bible says that The Church is the pillar and bulwark of the truth (1Timothy 3 :15). Jesus gave the Church the authority of binding and loosing (Mt. 18 :17-18). Jesus never wrote anything ; the New Testament has been produced by the Church, and the Church still produces writings to teach us the spirital and moral Truth. The same Holy Spirit Who inspired the authors of the Bible, still leads the Magisterium of the Church in its apostolic mission. The Cathechism contains the official teachings of the Church, and it is to be considered inspired by the Holy Spirit.
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You can find the Cathechism on line at

Dopo che le geometrie non-euclidee avevano messo in discussione l'autoevidenza degli assiomi della geometria di Euclide, i teoremi di Gdel palesavano come in un qualsiasi sistema ben formalizzato non fosse sempre provata l'identificazione della verit con la coerenza logica; fatto questo che faceva definitivamente tramontare l'ipotesi dell'esistenza di una verit logica o formale di cui potersi dire assolutamente certi. I risultati dei teoremi di incompletezza e indecidibilit parrebbero in tal modo scoraggiare anche qualsiasi programma volto a dimostrare l'esistenza di Dio tramite un mero procedimento logico-formale; invece Gdel non si dimostr di questa opinione, anzi si propose di riprendere la prova ontologica leibniziana con l'intenzione di corroborarla avvalendosi dei moderni strumenti della logica modale. Per capire questa sua decisione, che non dipende certo esclusivamente dal suo temperamento spontaneamente religioso, occorre tenere presente soprattutto due importanti componenti della sua impostazione culturale: il platonismo matematico e la grande ammirazione per Leibniz. [] La prova ontologica gdeliana fino a qualche hanno fa era poco nota, poich essa risultava conosciuta esclusivamente da pochi amici dell'autore e rimase dopo la sua morte tra le carte inedite: soltanto nel 1987 stata infatti pubblicata negli Stati Uniti all'interno di un volume che raccoglie diversi scritti del grande matematico. Tra i motivi per cui il logico moravo non pubblic in vita la sua Ontologisches Beweis alcuni studiosi sostengono esservi stato il timore di venire frainteso, ovvero di vedere la sua dimostrazione non apprezzata per il suo valore logico-formale, ma interpretata come una deviazione verso il misticismo. difficile stabilire come siano andate realmente le cose; quello che certo e che se da un lato Gdel concepiva la sua prova come un teorema del tutto analogo ad altri teoremi logico-matematici, dall'altro lato essa rispondeva all'istanza di fondo che angustiava il suo animo fin da giovane e che egli riassumeva nella seguente domanda filosofica fondamentale: possibile ricondurre il mondo ad unit razionale?. Dopo aver tentato nel 1949 di prospettare una soluzione originale delle equazioni della teoria generale della relativit di Albert Einstein sulla base dell'ipotesi di un Universo in rotazione su se stesso, con un tempo ciclico di settanta miliardi di anni e una linea temporale deformata (tutte ipotesi oggi scartate dal modello cosmologico standard), dopo aver cio proposto una descrizione logica del cosmo, Gdel percep che pure cos al suo sistema continuava a mancare qualcosa di essenziale: la ragione dell'esistenza del mondo secondo un ordine logico-matematico. La soluzione di
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questo problema poteva venire secondo lui soltanto dalla dimostrazione razionale dell'esistenza di Dio, ossia dalla necessit logica della presenza di un Ente che assommi in s tutte le qualit positive. dunque da presupposti sia logici sia esistenziali che scaturita nella sua mente l'esigenza di concepire una nuova prova ontologica modale. Chi legge l' Ontologisches Beweis di Gdel difficilmente riesce a non provare nello stesso istante ammirazione e sconcerto: ammirazione per il rigore logico della dimostrazione; sconcerto per l'arditezza della prova. Si tratta, infatti, di un teorema logico costituito da ventotto passaggi e strutturato con formule ben formate di logica simbolica (accompagnate da alcune annotazioni piuttosto scarne dell'autore), la cui conclusione equivale alla seguente perentoria affermazione: Dio esiste necessariamente, come volevasi dimostrare. [] Premesso che con la lettera G si deve intendere ente di natura divina (G sta infatti per Gott, Dio in tedesco), abbiamo: Definizioni: 1) Un ente di natura divina [ God-like ] se e soltanto se ha quali propriet essenziali tutte le propriet positive e soltanto propriet positive. 2) A un'essenza di x se e soltanto se per ogni propriet B , x include B necessariamente esclusivamente se A implica B. 3) x esiste necessariamente se e soltanto se ogni suo elemento essenziale risulta necessariamente esistente. Assiomi: 1) Se una propriet positiva, allora la sua negazione non positiva. 2) Ogni propriet che include una propriet positiva a sua volta positiva. 3) Essere un ente di natura divina una propriet positiva. 4) Se una propriet positiva, allora necessariamente positiva. 5) L'esistenza necessaria una propriet positiva. Teoremi: 1) Una propriet positiva logicamente consistente [quindi possibile che esista]. 2) Se una cosa un ente di natura divina, allora la propriet dell'esistenza un'essenza di questa cosa [ossia gli appartiene per essenza]. 3) Necessariamente esiste qualcosa che un ente dalla natura divina, ovvero esiste almeno una x tale che x G. Dimostrazioni: Prima dimostrazione:
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a. Se G un ente di natura divina, allora [in base alla definizione 3-2] possiede tutte le propriet positive e soltanto propriet positive. b. Ma G un ente di natura divina. c. Dunque, G possiede tutte le propriet positive e soltanto propriet positive. Seconda dimostrazione: a. Se G un ente di natura divina, allora [stando all'assioma 3] una propriet positiva. b. Ma G un ente di natura divina. c. Dunque, G una propriet positiva. Terza dimostrazione: a. Se G una propriet positiva, allora [in base dell'assioma 4] necessariamente una propriet positiva. b. Ma G una propriet positiva [conclusione della seconda dimostrazione]. c. Dunque, G necessariamente una propriet positiva. Quarta dimostrazione: a. Se G possiede tutte le propriet positive, allora [stando all'assioma 5] possiede anche l'esistenza necessaria in quanto una propriet positiva. b. G possiede tutte le propriet positive [conclusione della prima dimostrazione]. c. Dunque, G possiede anche l'esistenza necessaria. Quinta dimostrazione: a. Se G un ente di natura divina, allora [in base al teorema 2] la propriet dell'esistenza gli appartiene per essenza. b. Ma G un ente di natura divina. c. Dunque, a G appartiene per essenza la propriet dell'esistenza. Sesta dimostrazione: a. Se G una propriet positiva, allora [secondo il teorema 1] logicamente consistente. b. Ma G una propriet positiva [conclusione della seconda dimostrazione]. c. Dunque, G logicamente consistente [ossia possibile]. Settima dimostrazione: a. Se G consistente, allora esiste necessariamente [in base alla conclusione della quinta dimostrazione, la propriet positiva dell'esistenza gli appartiene infatti per essenza]. b. Ma G consistente [conclusione della sesta dimostrazione].
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c. Dunque, G esiste necessariamente. Come si pu facilmente notare, la premessa maggiore della settima dimostrazione gdeliana del tutto simile a quella leibniziana: Se Dio possibile [consistente], allora esiste necessariamente. Di fatto, l'esistenza di G (Dio) risulta o necessaria o impossibile, poich in base al Teorema 2 e alla Quinta dimostrazione si tratta di un essere unico nel suo genere a cui l'esistenza appartiene per essenza. Anche in base alla Definizione 3, del resto, un ente divino esiste necessariamente se ogni suo elemento essenziale risulta necessariamente esistente: e questo appunto il caso di Dio. Per il logico-matematico moravo la natura divina rappresenta un'essenza e poich a ogni essenza corrisponde un solo ente, l'essere la cui essenza implica l'esistenza deve risultare esclusivamente uno soltanto: Dio. Secondo Gdel non dunque logicamente plausibile ammettere la possibilit di un unico essere dotato di tutte le propriet positive, inclusa ovviamente l'esistenza, e poi non riconoscergli una realt effettiva, perch ci rappresenterebbe una evidente contraddizione. Facciamo infine notare come il concetto di propriet positive ricordi la definizione leibniziana di perfezione intesa come ogni qualit semplice che sia positiva e assoluta [G.W. leibniz, L'Essere perfettissimo esiste, in Scritti filosofici, Utet, Torino 1967, vol. I, p. 261]. [] Nonostante l'indiscutibile genialit della prova gdeliana e la sua migliore strutturazione formale, anche ad essa sono dunque applicabili le critiche mosse all'argomento modale leibniziano, soprattutto per quanto concerne l'identificazione del possibile con il necessario e il passaggio diretto dal contesto di un'esistenza ipotetica o meramente logica al contesto dell'esistenza reale od ontologica. Non sussiste infatti alcuna dimostrazione in grado di provare la corrispondenza dei mondi possibili della logica modale con un mondo reale: questo perch non si pu escludere a priori che non tutti i mondi logicamente ammissibili coincidano con un mondo realmente esistente. In breve, non vi alcuna argomentazione capace di garantire l'assoluta identit tra esistenza possibile ed esistenza necessaria. Concludiamo l'esposizione dell' Ontologisches Beweis gdeliana rammentando come l'ente di natura divina dotato di tutte le propriet positive e necessariamente esistente non venne da Gdel relegato nel ruolo del Dio della ragione di fronte al quale - come ha scritto il filosofo tedesco Martin Heidegger - l'uomo non pu pregare, non gli pu sacrificare e [] non pu per timore cadere in ginocchio [M. Heidegger, Identit e differenza , Aut Aut, 187-188 (1982), pp. 2-37]. A differenza della concezione un po' intellettualistica del divino quale mente superiore professata dall'amico Albert Einstein, il logico moravo considerava infatti Dio non solo un'entit razionale logicamente dimostrabile, ma anche un essere degno di venerazione. LESISTENZA DI DIO
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(I: PROVA METAFISICA) Prove metafisiche sono quelle che poggiano sui primi ed universali principi della ragione, che hanno quindi un valore assoluto e causano nella mente un'adesione perfetta che si dice appunto certezza metafisica. Gli argomenti metafisici, se ben compresi, costituiscono sempre la dimostrazione pi bella e pi solida dell'esistenza di Dio: perci cominciamo da questi. Essi, solitamente, vengono proposti in varie forme; celebri sono le cinque vie di S. Tommaso (Summa theol., I, q. 2, a. 3) con le quali si prova l'esistenza di Dio, come primo motore immobile, prima causa incausata, essere necessario, essere perfettissimo, sapientissimo ordinatore. Non potendo svilupparle tutte, in questa lezione fisseremo il nostro sguardo sulla terza via, la pi facile ed evidente, che brevemente si pu riassumere nel seguente argomento. 1. Largomento. L'universo un complesso di esseri contingenti. Ma l'essere contingente esige l'Essere necessario come sua prima causa. Dunque oltre l'universo esiste un Essere necessario, creatore dell'universo, che appunto Dio. Esaminiamo le singole proposizioni della nostra argomentazione: 1) L'universo un complesso di esseri contingenti. Noi scorgiamo nell'universo un'infinita quantit di cose: noi stessi, gli altri uomini, animali, piante, minerali di tante specie, composti di molecole, atomi, ecc., che costituiscono la terra, il sole, gli astri, e cos via. Tutti questi esseri non sono esseri necessari, perch essere necessario quello che necessariamente (quindi non pu non essere) e che necessariamente quello che (quindi non pu mutarsi). Invece tutte le cose che compongono l'universo sono mutabili e di fatto continuamente mutano. I viventi nascono, crescono e muoiono; e durante la loro vita si evolvono e si modificano sempre. Le sostanze inorganiche anch'esse sono soggette a continue trasformazioni. Inoltre a nessuna delle cose che costituiscono il mondo compete l'essere in modo che le ripugni intrinsecamente il non essere. Dunque tutti gli esseri che costituiscono l'universo sono contingenti, cio possono essere e non essere e, quando sono, possono modificare accidentalmente il loro modo di essere. 2) Ma l'essere contingente esige l'Essere necessario come sua prima causa. Infatti essere contingente, come abbiamo detto, significa che pu essere e non essere, essere in un modo ovvero in un altro; il che vuol dire che quella cosa non di natura sua determinata ad essere, ma di natura sua indifferente all'essere e al non essere. Per esempio alla natura dell'uomo appartiene la razionalit (per cui un uomo senza razionalit assurdo) ma non appartiene alla natura dell'uomo la bont, per cui pu essere buono e cattivo, e molto meno appartiene alla natura dell'uomo l'esistenza, per cui ogni uomo , ma non era e non sar; vive, ma nato e morir. Se per sua natura l'essere contingente indifferente ad essere e a non essere, vuol dire
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che non ha in s la ragione sufficiente della propria esistenza, cio non ha in s quello che necessario e sufficiente per poter esistere; ed allora chiaro che questa sua esistenza deve averla ricevuta da un altro, cio ci deve essere un altro ente che sia la ragione sufficiente della sua esistenza, la causa che l'abbia determinato ad essere. Questa causa che l'ha determinato ad essere o un essere contingente o un essere necessario. Se contingente, neppure esso ha in s la ragione sufficiente della propria esistenza, che perci deve essere causata da un altro essere; e riguardo a questo si riproduce la medesima questione. Orbene non si pu procedere all'infinito nella serie delle cause essenzialmente subordinate, altrimenti si avrebbe una serie infinita di anelli che stanno sospesi senza un fulcro di attacco, si avrebbe, cio, una serie infinita di specchi che riflettono la luce senza un corpo per s lucente, una somma di zeri che, per quanto prolungata, non pu dare l'unit. 3) Dunque ci deve essere un essere necessario, che abbia in s la ragione sufficiente del proprio essere e che sia ragione sufficiente di tutti gli altri, causa prima dell'universo. Ed allora evidente la conclusione: oltre l'universo esiste un Essere necessario, creatore dell'universo, che appunto DIO. 2. Il principio di causalit. L'argomento, come si vede, fondato sopra il principio di causalit, che si pu e si suole esprimere in vari modi; il pi esatto : ogni ente contingente causato. Questo principio, salvo rare eccezioni, era comunemente ammesso sia nella filosofia antica (Platone, Aristotele), sia nel Medio Evo (S. Tommaso) come principio di per s evidente, che non esigeva lunghe dimostrazioni per essere giustificato. Nella filosofia moderna, quando cominciarono a sorgere i pregiudizi critici sul valore delle nostre cognizioni, si cominci a negare valore oggettivo anche al principio di causalit; lo si disse frutto dell'abitudine di associare i fenomeni successivi (Hume), ovvero lo si consider come giudizio sintetico a priori (Kant), e quindi legge della mente che non pu pensare in altro modo, ma il cui valore non oltrepassa il campo fenomenico. Noi invece sosteniamo che il principio di causalit, nonostante tutte le critiche che se ne sono fatte, conserva il suo pieno e assoluto valore. Infatti, come gi dicemmo, ogni ente contingente, appunto perch contingente, non ha in s la ragione sufficiente della propria esistenza; dunque se esiste ci deve essere un altro ente che sia la ragione sufficiente del suo esistere, in quanto ripugna che possa esistere qualcosa senza che si dia ci che necessario e sufficiente perch possa esistere. Questo, il nostro intelletto lo afferma non per cieca necessit soggettiva e a priori, ma perch vede che cos esige la natura delle cose stesse. Il mio intelletto vede bene: allora il principio di causalit vero ed ha valore oggettivo; oppure vede male: allora non posso fidarmi del mio intelletto, non avranno pi valore i miei ragionamenti, ma neppure quelli dei miei avversari che argomentano contro di me, utilizzando quello stesso intelletto. Il risultato, quindi, sarebbe lo scetticismo universale e la negazione di ogni scienza, che si fonda sul principio di causalit. N difficile rispondere alle suindicate obiezioni mosse sia dagli empiristi con
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Hume, sia dai criticisti e dagli idealisti con Kant. a) Hume cos argomenta: oggettiva soltanto quella cognizione che attinta dai sensi; ma i sensi percepiscono soltanto la successione dei fenomeni, non il nesso causale; per esempio coi sensi io percepisco che dopo aver messo l'acqua sul fuoco l'acqua calda, ma l'influsso del fuoco nell'acqua non lo percepisco: quindi il concetto di causa non ha un valore oggettivo, ma qualcosa di soggettivo dovuto all'abitudine di associare i fenomeni successivi. Vedo che l'acqua, dopo essere stata messa sul fuoco, sempre calda, perci dico che il fuoco ha scaldato l'acqua. Rispondo: falso che la nostra conoscenza oggettiva sia limitata solo a quello che percepiamo direttamente coi sensi, perch oltre ai sensi abbiamo l'intelletto, col quale legittimamente possiamo valicare i confini del mondo fenomenico, come abbiamo dimostrato nella lezione III. Inoltre falso che l'esperienza ci dia soltanto la successione dei fenomeni, perch per esempio l'esperienza interna ci dice qualcosa di pi: quando alzo un peso, non percepisco soltanto il mio toccare il peso e poi l'alzarsi del peso, ma anche lo sforzo che faccio per alzare il peso, la mia attivit, la mia causalit. Infine osservo che se la legge causale fosse dovuta all'abitudine di associare i fenomeni successivi, dovremmo sempre affermare un nesso causale ogni volta che vediamo una costante successione di fenomeni e dire, per es., che la notte causa del giorno perch costantemente lo precede, mentre tutti riconosciamo che si tratta di un sofisma: post hoc, ergo propter hoc. b) Kant, nelle sue argomentazioni, cos procede: il principio di causalit un principio universale e necessario (ogni ente che cominci ad esistere deve essere causato). Ma tutta la nostra conoscenza sensitiva conoscenza di enti singolari e contingenti, i quali possono darci materia per giudizi a loro volta particolari e contingenti, e non per principi universali e necessari. Il principio di causalit, quindi, una legge stabilita dalla mente, e non attinta dalla realt: ha quindi un valore soggettivo, non oggettivo. Rispondo: vero che tutte le cose che conosciamo con i sensi sono singolari e contingenti ma, come abbiamo gi osservato, oltre ai sensi abbiamo l'intelletto, col quale possiamo penetrare l'intima natura delle cose e scoprire le leggi universali e necessarie che regolano la realt. Gli uomini che conosco sono singolari e contingenti, ma penetrando la loro natura vedo, per es., che la razionalit appartiene alla loro essenza, mentre non appartiene alla loro essenza la bont e allora, mentre non posso dire che tutti gli uomini sono necessariamente buoni, posso bens dire che tutti gli uomini sono necessariamente ragionevoli, anche se di fatto non sempre ragionano, e la mia affermazione universale e necessaria ha pieno valore oggettivo, perch non stabilita dalla mia mente, ma attinta dalla natura della realt; in questo caso dalla natura dell'uomo. Lo stesso pu dirsi del principio di causalit, affermato dalla mente non aprioristicamente, ma dopo aver veduto che l'esigenza di una causa qualcosa che appartiene all'essenza dell'ente contingente e che perci ogni ente contingente ha necessariamente una causa; il principio di causalit ha dunque pieno valore oggettivo. 3. Il principio di causalit e la fisica moderna.
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Anche fisici moderni hanno impugnato il principio di causalit e hanno affermato: Il principio di causalit, che ritenevasi stesse a base inamovibile della nostra scienza, crolla nella fisica atomica; la natura, nei suoi processi elementari, non si lascerebbe pi seguire coi consueti concetti di determinismo presi dalla meccanica macroscopica, e l'uomo non vi trova pi che la legge del caso. Cos il Castelfranchi nella prima edizione della sua Fisica moderna (1) e insieme a lui i sostenitori pi spinti dellindeterminismo, bench nelle successive edizioni dell'opera abbia sentito il bisogno di attenuare le espressioni e di ammettere la possibilit che dietro le leggi statistiche vi siano leggi nascoste alle quali obbediscano i singoli corpuscoli, esista dunque una nascosta causalit (2). Ma il contrasto apparente, non reale, e dovuto pi che altro ad una confusione di termini. Ci pare infatti di poter riassumere l'argomentazione dei fisici moderni contro il principio di causalit nei termini seguenti: il principio di causalit si identifica col principio di determinazione della fisica classica. Ma tale principio stato superato dal principio di indeterminazione della fisica moderna. Dunque anche il principio di causalit superato e non ha pi valore. Rispondiamo che il principio di causalit si distingue nettamente sia dal principio di determinazione della fisica classica, sia dal principio di indeterminazione della fisica moderna, e non in contrasto n con l'uno n con l'altro. Infatti: a) Principio di causalit e principio di determinazione si distinguono perch il principio di causalit afferma solamente che ogni effetto (ogni nuovo fenomeno) deve avere necessariamente una causa, ma non dice quale sia la causa n se la causa abbia necessariamente prodotto quell'effetto. Invece il principio di determinazione afferma che conoscendo l'effetto io posso conoscere la causa che l'ha prodotto, e conoscendo la causa io posso conoscere gli effetti che produrr. Come si vede, il principio di determinazione dice molto pi del principio di causalit; da esso quindi si distingue, per lo suppone e ad esso non si oppone. b) Principio di causalit e principio di indeterminazione si distinguono in quanto il principio di indeterminazione della fisica moderna afferma che, essendo imperfetta la nostra conoscenza delle particelle subatomiche (elettroni, ecc.), non abbiamo modo di determinare con precisione, per es., la posizione e lo stato di movimento dei singoli corpuscoli, non possiamo conoscere e quindi neppure prevedere con certezza i fenomeni che seguiranno, ma solo con una maggiore o minore probabilit; in altre parole, non potendo noi nel mondo subatomico conoscere perfettamente la causa, non possiamo prevederne con certezza gli effetti. Orbene, se questa affermazione pu contrastare col principio di determinazione (nel senso che tale principio non pu essere da noi applicato al mondo subatomico), in nessun modo esso contrasta col principio di causalit, secondo il quale i fenomeni, anche nel mondo subatomico, devono avere una qualche causa, sia che la conosciamo sia che non la conosciamo; e che tali fenomeni abbiano una causa, nessun fisico l'ha mai negato n mai lo negher. Negarlo, infatti, sarebbe negare non solo il principio di causalit, ma rinnegare la scienza medesima, la quale, come dice la sua stessa definizione, la conoscenza dei fenomeni mediante le cause che li hanno determinati (3).
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4. Alcune obiezioni. 1) La materia eterna, dunque non causata. Rispondiamo in tal modo: che la materia sia eterna affermazione gratuita, la scienza non lo dimostra, anzi la scienza sembra provare il contrario, se vera la legge di entropia (trasformazione progressiva di tutta l'energia in calore, pur restando quantitativamente costante). Ma anche dato e non concesso che la materia sia eterna (il che per la Rivelazione sappiamo non essere vero), il nostro argomento conserva tutto il suo valore. Noi non diciamo infatti: il mondo ha avuto inizio, dunque stato causato, ma: il mondo contingente, dunque creato. Se esiste ab aeterno, ab aeterno deve essere creato. 2) Ma forse la materia stessa l'ente necessario ragione sufficiente di tutte le cose che costituiscono l'universo. Cos rispondiamo: assurdo che la materia sia l'ente necessario, poich essa: a) imperfetta, incapace di essere la causa adeguata delle perfezioni che si trovano nell'universo (moto, vita, intelligenza, ecc.), perch nessuno pu dare quel che non ha; b) mutabile, mentre l'essere necessario assolutamente immutabile in quanto determinato dalla sua essenza ad essere quello che : mutabilit comporta contingenza; c) composta; le singole parti della materia sono contingenti (non ripugna infatti che questa o quella parte non esista), ma una somma di contingenti non d il necessario, come una somma di zeri non d l'unit. 3) Infinito e finito, Dio e mondo non possono coesistere. Dio, per essere lui, rende impossibile il mondo e non pu far essere o lasciar essere questo senza rinunziare a s medesimo (4). A questa obiezione gi abbiamo risposto nella lezione IV. L'essere Dio infinito non impedisce che ci siano creature finite che partecipino della sua perfezione, come, per es., l'avere un sovrano assoluto tutto il potere, non impedisce che ci siano altri nel regno che partecipino del suo potere. L'ESISTENZA DI DIO (II: PROVA FISICA)

Uno dei fenomeni che pi colpisce chi si pone a contemplare lo spettacolo della natura l'ordine che vi riluce, ordine meraviglioso e costante. Di qui la mente
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arguta della gente semplice trae uno degli argomenti pi profondi per risalire a Dio, argomento che lo scienziato analizza e perfeziona dandogli forma di rigorosa dimostrazione scientifica. Cos provarono l'esistenza di Dio Platone, Aristotele, Cicerone fra i pagani; cos nei tempi cristiani usarono questo argomento i primi apologeti, i Padri lo ampliarono eloquentemente e S. Tommaso lo espose in forma nitida e rigorosa nella sua Summa, cos come tutta la sua scuola lo espose e lo difese. Anche i razionalisti ne sentirono la forza. Voltaire diceva: L'universo mi imbarazza e io non posso sognare che questo orologio esista e non abbia orologiaio. L'argomento si pu brevemente compendiare nel seguente modo: nella natura esiste un mirabile ordine teleologico. Dunque necessariamente esiste una suprema intelligenza ordinatrice. Ma questa intelligenza ordinatrice deve essere anche creatrice dell'universo. Dunque esiste un Dio creatore e ordinatore dell'universo. Esaminiamo ora le singole affermazioni. 1. Lordine cosmico. Esso ci appare chiaramente considerando la scala degli esseri dai pi semplici ai pi complessi. 1) Regno vegetale. Un piccolo seme: uno dei tanti di quei minuscoli granellini sparsi nella natura: quale mirabile ordine nella sua struttura, nel suo progressivo sviluppo, nella formazione della pianta! Per es., la disposizione delle foglie lungo il picciolo secondo un ciclo determinato in modo da ricoprirsi il meno possibile e che tutte possano ricevere la maggior quantit di luce. Se voi mi volete salvare da una miserabile morte scriveva Darwin ad un botanico ditemi perch l'angolo fogliare sempre di 1/2, 1/3, 2/5, 3/8 (...) e non mai diverso. Basterebbe questo solo fatto per fare impazzire l'uomo pi tranquillo. Disposizioni non meno complesse e sapienti si trovano nei fiori per favorire l'impollinazione di piante diverse e impedire l'autofecondazione, che sarebbe nociva alla specie per il manifestarsi di caratteri difettosi; disposizioni ancor pi mirabili per assicurare, ottenuta la fecondazione e la formazione dei semi, la disseminazione in modo che
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non cadano tutti in un terreno sterile e ombroso, ma siano trasportati in terreno adatto e sia assicurata la sopravvivenza della specie. 2) Regno animale, dai pi minuscoli viventi ai pi complessi ed evoluti. La struttura dell'organismo, i vari organi della nutrizione, della riproduzione, del movimento, della sensazione; la loro adattabilit secondo l'ambiente e le circostanze o nei casi di malattia; tutto ci presenta un evidente finalismo. I mirabili istinti in virt dei quali gli animali agiscono e operano con tanta sicurezza, precisione e perfezione di mezzi, risolvendo con la massima semplicit i problemi pi difficili: le formiche (organizzazione del lavoro), le api (la struttura dell'alveare), i ragni (l'ingegnosa costruzione della tela), gli uccelli (il nido, la cura della prole), e cos via. 3) Luomo. Il corpo e le sue parti: sono milioni di cellule differenziate fra loro, riunite in tessuti diversi che formano i vari organi, ciascuno dei quali sapientemente costituito per la sua funzione che esercita spontaneamente, naturalmente, senza che ce ne accorgiamo. La mirabile struttura dei singoli organi; l'orecchio, l'occhio (Newton diceva che chi ha fatto l'occhio dell'uomo doveva conoscere bene le leggi dell'ottica), ecc. Il grande anatomista americano Alexis Carrell, in un libro che ebbe grande successo, L'uomo, questo sconosciuto, cita molti esempi di tali meraviglie nel corpo umano e conclude: L'esistenza di una finalit nell'organismo innegabile: tutto avviene come se ogni organo conoscesse i bisogni presenti e futuri dell'insieme e si modificasse secondo questi. 4) La terra. La sua posizione rispetto al sole (per una temperatura conveniente alla vita); il duplice moto di rotazione e di traslazione (per l'avvicendarsi dei giorni e delle notti, per l'alternarsi delle stagioni a vantaggio dei viventi); le terre glaciali e la zona torrida (per i dislivelli di temperatura necessari per le correnti benefiche dell'aria e degli oceani), ecc. 5) Luniverso. Gli astri: il loro numero, la loro grandezza, la loro distanza, i movimenti che compiono, ecc.

I vari regni della natura sono l'uno all'altro subordinati armonicamente per il bene universale. Ordine e subordinazione hanno sempre colpito i pi geniali osservatori. Gi Aristotele scriveva: Tutto nell'universo sottoposto a un determinato ordine (...) Le cose non vi sono disposte in modo che una non abbia alcun rapporto con l'altra, che anzi tutte sono in relazione fra loro, concorrono con perfetta regolarit ad un unico risultato. Si verifica nell'universo quello che vediamo in una casa ben governata. 2. Largomento. Nell'universo, considerato nelle singole sue parti come nel suo complesso, vi un'evidentissima ordinazione dei mezzi ai fini prossimi, e dei fini particolari ai fini superiori e di questi al fine generale che il bene del tutto. a) Ordinare i mezzi al fine proprio del solo intelletto. Infatti, per adattare qualche cosa al fine necessario conoscere il fine, la natura del mezzo che si impiega e la relazione che passa tra il mezzo e il fine. Ma conoscere tutto questo solo degli esseri intelligenti. Quindi la finalit non pu spiegarsi se non si ammette una mente ordinatrice; perci l'universo, cos mirabilmente ordinato, esige una mente ordinatrice (la mente o nous di Anassagora). L'argomento semplicissimo; come dinanzi a un orologio, a una statua, ad una macchina, l'intelletto non pu rifiutarsi dall'affermare l'esistenza di un'intelligenza che la causa di quell'ordine, quanto pi dinanzi all'universo cos complesso e tuttavia ordinato. b) Ma questa intelligenza ordinatrice non nell'universo. Infatti, non pu essere nella materia inorganica, n nelle piante, n negli animali, in quanto tutti esseri materiali, mentre l'intelligenza, come vedemmo nella lezione XII, prerogativa dell'essere spirituale. Neppure pu trattarsi dellintelligenza dell'uomo, perch l'ordine del mondo esisteva prima che esistesse l'uomo, e l'uomo tanto lontano dall'essere ordinatore del mondo che si considera genio chi ha scoperto (non creato) qualche nuova meraviglia gi esistente nell'universo. Dunque, l'intelligenza ordinatrice del mondo l'intelligenza di un Essere spirituale distinto dall'universo.
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c) Ma dobbiamo ancora osservare che l'ordine dell'universo non puramente un ordine estrinseco e accidentale, bens intrinseco ed essenziale, che risulta dalla natura stessa delle cose; per cui, chi ha ordinato il mondo deve averlo anche creato, deve avere costituito in quel determinato modo e per quel determinato fine tutti gli esseri che lo compongono e le loro parti. Dobbiamo dunque concludere che il supremo ordinatore del mondo anche il creatore dell'universo, Dio. Esiste dunque un Dio creatore e ordinatore dell'universo. Cos, questa la conclusione di tutti i grandi scienziati che non chiudono gli occhi dinanzi alle bellezze dell'universo e che sanno, spogliandosi dei pregiudizi, guardare in faccia la verit. Il grande naturalista Linneo diceva: Il Dio eterno, il Dio immenso, sapientissimo e onnipotente passato dinanzi a me. Io non l'ho veduto in volto, ma il riverbero della sua luce ha ricolmato di stupore l'anima mia. Io ho studiato qua e l le tracce dei suo passaggio nelle creature e in tutte le sue opere, anche le pi piccole, le pi impercettibili: quale forza, quale sapienza, quale immensa perfezione; Newton: L'astronomia trova ad ogni passo la traccia dell'azione di Dio; e finalmente ecco come Keplero terminava la sua opera: Ti ringrazio, o mio Creatore e Signore, di tutte le gioie che mi hai fatto gustare nell'estasi in cui mi ha rapito la contemplazione delle opere della Tua mano. La grandezza di queste io mi sono studiato di proclamare dinanzi agli uomini, e ho posto cura di far conoscere quanta sia la Tua sapienza, la Tua potenza, la Tua bont. 3. Obiezioni. 1) Al giorno doggi, per gli spiriti che hanno familiarit con la vera filosofia, i cieli non cantano se non la gloria di Ipparco, di Keplero e di Newton. Cos Comte e i positivisti. Risposta: gli astronomi si limitano a scoprire le leggi della natura, ma non le costituiscono. Forse che colui il quale ha compreso sufficientemente il meccanismo di un orologio nega lorologiaio per spiegarne lorigine? 2) Le cose agiscono in tal modo e con tale ordine per intima necessit di natura.
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Risposta: questa una semplice constatazione di fatto, ma non la spiegazione del perch. Anche la macchina artificiale esegue necessariamente i suoi movimenti, ma il disporre la macchina in tale modo dovuto alla sapienza e al volere dell'artefice che l'ha congegnata. 3) I materialisti ricorrono al caso. Il fortuito cozzare degli atomi per tempo infinito ha potuto produrre quest'ordine di cose. Risposta: il pi elementare buon senso si rifiuta di accettare una simile spiegazione. Chi per esempio potrebbe ammettere che la Divina Commedia di Dante o l'Iliade di Omero sono sorte per un casuale incontrarsi di lettere dell'alfabeto? Ma, oltre al buon senso, sono le stesse leggi del caso che depongono in favore della finalit e dellintelligenza ordinatrice. Il calcolo delle probabilit dimostra che una combinazione casuale ha tanto maggiore probabilit di riuscita quanto pi semplice, e tanto minore quanto pi complessa; in tal caso, accanto alla combinazione fortunata, quale cumulo di tentativi che falliscono! Ebbene, ogni organo nella natura un insieme enormemente complesso di elementi: secondo le leggi dei caso quanto rare dovrebbero essere le combinazioni fortunate di organi adatti alle funzioni accanto al numero grandissimo di combinazioni mal riuscite, di tentativi falliti, di organi senza funzione! Nella natura, invece, avviene esattamente il contrario: tutti gli animali, per esempio, dai pi semplici al capolavoro della natura, cio l'uomo, hanno organi complessi e diversi, ma tutti adatti allo scopo e alla funzione che compiono. Insomma, l'ordine che esiste nell'universo essenzialmente opposto al risultato del caso: le cose che succedono bene per caso sono poche e rare, mentre l'ordine che esiste nell'universo universale e costante. Paolo Enriques, nella sua opera Il problema della vita termina il capitolo sul finalismo con queste parole: Il finalismo evidente; negarlo significherebbe negare l'esistenza stessa della vita degli animali e delle piante. E se questo carattere finalistico della vita dovuto ai capricci del caso, che ha fatto le cose cos, ricorder la frase del vecchio maestro che diceva: il caso, ragazzi miei, qualche cosa che l'uomo non riuscito a spiegare.
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4) Nel mondo ci sono cose inutili, nocive e disordinate. Dunque ... Risposta: luniverso racchiude ancora troppe incognite perch possiamo giudicare della finalit di tutti gli esseri. Tante cose nella natura e nello stesso organismo umano sembravano un tempo inutili, dannose e disordinate mentre oggi, col progredire della scienza, appaiono avere la loro finalit ed occupare degnamente il loro posto nella natura. Del resto, qualche male o disordine potr provare che il mondo potrebbe essere migliore, ma non distruggere l'ordine mirabile che in esso e che incessantemente canta la gloria di Colui che tutto move (Dante). L'ESISTENZA DI DIO (III: PROVA MORALE)

Alla voce della ragione, che proclama l'esistenza di Dio, al concerto armonico della natura, che canta la gloria del suo Creatore, si unisce la testimonianza del genere umano, che con plebiscito solenne d testimonianza a favore della divinit. Analizziamo il fatto, poi ne vedremo il valore probante. 1. Il fatto. Tutti i popoli della terra hanno sempre ammesso l'esistenza di Dio. 1) I popoli antichi. a) Lo attestano le esplicite affermazioni degli antichi scrittori. Cicerone: Nessuna nazione cos grossolana e cos selvaggia che non creda all'esistenza degli Dei, anche quando si inganni sulla loro natura. E Plutarco: Percorrendo la terra voi potrete trovare citt prive di mura, di palazzi, di scuole, di teatri, di leggi, di arti e di monete (...) ma una citt priva di templi, una nazione senza Dei, un popolo che non preghi (...) nessuno l'ha veduto mai. b) Cos attestano anche i numerosi monumenti religiosi che sono giunti fino a noi. Le antiche e gloriose civilt degli Assiro-Babilonesi, degli Egiziani e dei Greci sono sparite per sempre, travolte nel vortice del tempo, ma ancora rimangono i segni eloquenti della loro religiosit: edifici religiosi, statue, inni alle divinit. c) E' vero che l'idea razionale dell'ente supremo spesso alterata per i miti che
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l'immaginazione vi ha aggiunto, ma sotto questa veste talora stravagante del sentimento e della fantasia, vi un substrato costante, razionale, universale, che testimonia a favore della divinit, anzi di una Divinit suprema e unica. Questa si chiama Ammon-Ra nell'Egitto, Brahma in India, Assur a Ninive, Mardouk in Babilonia, Baal in Francia, Ormuzd in Persia, Zeus in Grecia, Jupiter a Roma, ecc. d) Il fatto si estende anche agli uomini preistorici. Alcuni moderni scienziati (G. de Mortillet e figlio, ecc.) hanno affermato che l'uomo del periodo paleolitico (periodo umano remotissimo, della selce solo scheggiata, che precede il periodo neolitico o della pietra levigata) era completamente areligioso. Ma le recenti scoperte di scheletri di uomini del periodo paleolitico, sepolti con riti religiosi, attesta con certezza storica che anche l'uomo di quellepoca era religioso, bench i dati non siano sufficienti per dire quale fosse la sua religione, se monoteista o no. Tali dati ci sono forniti dallo studio dei popoli primitivi tuttora esistenti dei quali tra poco parleremo. 2) I popoli moderni. Noi conosciamo ora tutti i popoli della terra, sappiamo con certezza che dappertutto si adora, si prega, si invoca l'Altissimo. Il Quatrefages, nell'opera La specie umana, scrive: Obbligato dal mio insegnamento a passare in rassegna tutte le razze umane, io cercai l'ateismo presso i popoli pi rozzi come presso i popoli pi colti. Io non lo trovai in nessun luogo se non in qualche individuo come dice altrove allo stato erratico. Dovunque sempre la massa delle popolazioni sfuggita all'ateismo, anche l dove con la violenza si tent di imporlo. La propaganda atea, accompagnata dall'incentivo dell'immoralit e dalla proibizione di ogni manifestazione religiosa, possono in una nazione aumentare il numero degli atei, dare anche l'impressione esterna di un popolo ateo; ma appena la violenza cessa, le rifiorenti manifestazioni religiose dimostrano come la massa sia sfuggita all'ateismo. Non meno viva e profonda la credenza in Dio presso i popoli primitivi, cio quei popoli che sono rimasti al livello culturale di quelli antichissimi, che hanno
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conservato il modo di lavorare, gli utensili, il genere di vita, ecc., simile a quello dei primi uomini: non hanno n agricoltura, n allevamento di bestiame, ma vivono della raccolta di ci che d la natura. Popoli primitivi sono, per es., i Pigmei e i Boscimani dell'Africa, gli Andamanesi dell'Asia e i Negritos delle Filippine, alcune trib della Terra del Fuoco di America e alcune trib sud-orientali dell'Australia. Orbene, lo studio oggettivo della religione di questi popoli primitivi ha portato alle seguenti conclusioni: In tutti i gruppi etnici della cultura primitiva esiste la credenza in un Essere supremo, se non dappertutto nella stessa forma e potenza, certo dappertutto con forza sufficiente da escludere ogni dubbio intorno alla sua nozione predominante [SCHMIDT, Manuale di Storia comparata delle religioni, Brescia, Morcelliana, p. 421]. La credenza in un Essere supremo chiarissima presso tutte le trib di Pigmei dell'Africa e dell'Asia: anzi notevole il fatto che l'idea di questo Essere supremo sia tanto pi pura e meno offuscata da idee di altre divinit minori, quanto pi la trib presenta caratteri primitivi. I nomi con cui l'Essere viene chiamato esprimono o la paternit (Padre) o l'opera creatrice (Fattore, Creatore della terra, Costruttore dei mondi) o la sua dimora in cielo o qualche suo attributo (Colui che abita in cielo, l'Onnipotente, l'Eterno, ecc.). Il concetto elevato di Dio e della morale dei popoli primitivi dimostra che primitivo non sinonimo di barbaro e che la loro inferiore cultura materiale e semplicit di vita non effetto di degenerazione o decadenza; essi sono la vivente confutazione della teoria evoluzionistica nei riguardi dell'uomo. 3) I grandi uomini. Il fatto cresce di importanza se si considera il consenso degli uomini pi grandi e delle menti pi elevate di tutti i tempi. Essi formano la parte eletta della societ ed hanno il diritto di rappresentare l'umanit stessa. Ricordiamo alcuni nomi. Nell'antichit, per es., Socrate, Platone, Aristotele e Cicerone, che hanno scritto pagine immortali sopra la divinit. Nell'epoca cristiana, oltre tutti i Padri, tutti i
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Dottori, tutti i Filosofi e Teologi cristiani, geni sublimi dalla vita intemerata e dagli studi profondi, bisognerebbe ricordare i nomi di quasi tutti gli scienziati dal XVI al XIX secolo, che credettero in Dio: Copernico, Galileo, Bacone, Keplero, Newton, Leibnitz, Raumur, Buffon, Linneo, Jussieu, Eulero, Herschel, Cauchy, Faye, Laplace, Ampre, Oerstedt, Fresnel, Faraday, Liebig, Biot, Becquerel, GayLussac, Secchi, Hermite, Cuvier, Agassiz, Pasteur, Marconi, ecc. Si veda lopera del Farges Lidea di Dio, e specialmente quella, bellissima, del Kneller: Il cristianesimo e i naturalisti moderni. 2. Largomento. Abbiamo esaminato il fatto: ora consideriamone alcune circostanze. Tutti i popoli di tutti i tempi e di tutte le civilt credono nell'esistenza di Dio. Questa credenza non qualcosa di puramente speculativo: al contrario, essa pervade intimamente tutte le manifestazioni della vita umana. Infatti la religione, specialmente presso i popoli antichi, il centro della vita domestica e sociale: le guerre e le alleanze, i matrimoni e i funerali, i giuochi e le feste sono resi sacri dall'invocazione della divinit, i cui disprezzatori sono severamente puniti. Infine, questa idea di Dio come garante della morale e che punisce le colpe, in contrasto con le inclinazioni dell'uomo, con le sue passioni, per le quali sarebbe molto pi comodo che Dio non esistesse. Invece si contano a centinaia di migliaia coloro che in ogni tempo hanno affrontato per Dio i pi gravi pericoli e combattuto le pi belle battaglie, respingendo le lusinghe del piacere e dell'interesse, vincendo la violenza delle passioni, e immolando sull'altare del sacrificio ogni bene: bellezza, giovent, ricchezze, onori, perfino la vita stessa. Orbene, questo fatto cos universale e costante non ha sufficiente e adeguata spiegazione se non nella facilit e quasi spontaneit che ha l'uomo di risalire a Dio partendo dalla considerazione dell'universo, e nella forza persuasiva degli argomenti che provano l'esistenza di Dio. In questo senso i SS. Padri dicevano talora innata l'idea di Dio, come spiega S. Tommaso: Si dice che l'idea di Dio sia innata perch mediante i princpi (facolt)
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a noi innati, facilmente possiamo percepire l'esistenza di Dio; e altrove: La conoscenza di Dio innata, in quanto tutti hanno innato qualche cosa con cui possono pervenire all'idea di Dio [S. Tommaso, In Boet. de Trinit., q. I, a. 3, ad 6; De Verit., q. 10, a. 12, ad 1]. E' la natura stessa che ci conduce a Dio. Omnes natura duce eo vehimur, Deos esse, ha detto Cicerone, il quale prosegue dicendo che ci a cui la natura spinge tutti gli uomini non pu non essere vero, altrimenti dovremmo dire che la nostra natura ci conduce inesorabilmente all'errore, e non potremmo pi fidarci della nostra ragione: lesito ultimo sarebbe lo scetticismo universale. 3. Obiezioni. 1) Vi sono molti atei: non quindi universale il consenso degli uomini circa l'esistenza di Dio. Risposta: quando si parla di consenso universale, il termine universale deve intendersi in senso morale, non matematico. Non necessario, cio, che tutti gli uomini affermino lesistenza di Dio, ma basta che siano tutti moralmente (cio la stragrande maggioranza). Orbene, una statistica del 1934 (vedi Guida delle missioni cattoliche, Roma, Prop. Fide, p. V.) mostra come il 95% degli uomini professino almeno una religione; solo il 5% sono areligiosi (e questi ultimi sono quasi tutti in Europa e in America). Dunque il consenso universale nel senso spiegato sussiste tuttora, tanto pi se si considera che non tutti gli uomini areligiosi sono atei, ma solamente non professano una determinata religione, sono aconfessionali, e non necessariamente atei. Inoltre, anche fra gli atei bisogna distinguere gli atei pratici e gli atei speculativi (negativi e positivi). Atei pratici sono coloro che direttamente non negano Dio, ma vogliono prescindere da Lui, vivendo come se Dio non esistesse solo perch pi comodo. La maggior parte degli atei sono atei pratici, i quali non fanno difficolt al nostro argomento. Atei speculativi possono essere negativi, cio coloro che assolutamente ignorano Dio: si discute se ce ne possano essere, ma non sembra impossibile che un uomo, almeno per un certo tempo della sua vita o a causa
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dell'educazione, dell'ambiente, ecc., ignori Dio; ma il loro numero, se ce ne sono, certamente cos limitato da non compromettere il nostro argomento. Neppure esso compromesso dagli atei speculativi positivi, cio da coloro che sostengono, argomentando esplicitamente, che Dio non esiste. Anche prescindendo dalla sincerit della loro affermazione (perch troppo spesso la negazione di Dio proviene non da motivi intellettuali, ma morali: passioni, ecc.), il loro numero quanto mai ristretto; il motivo sempre lo stesso: che l'uomo ha la ragione e la ragione lo fa naturalmente risalire dalla cognizione delle cose create alla cognizione di Dio Creatore e Signore dell'universo. 2) L'uomo, nei riguardi della religione, ha subto un processo evolutivo: dallo stadio areligioso (l'uomo primitivo era troppo vicino al bruto per assurgere al concetto di vita ultraterrena) passato allo stadio dell'animismo (dando anima a tutte le cose e moltiplicando gli spiriti), quindi al politeismo, poi al monoteismo, per ritornare con l'uomo moderno all'ateismo. Cos gli evoluzionisti. Risposta: letnologia ci attesta proprio il contrario. I primitivi, come abbiamo visto, hanno una religione e la loro religione il monoteismo, che solo pi tardi degener nel politeismo. 3) La credenza in Dio deriva dalla paura: Primus in orbe Deos timor fecit. (Lucrezio) Rispondiamo che il timore non basta a spiegare un fatto cos universale e costante, e inoltre contrasta con i sentimenti religiosi dell'anima che non solo teme Dio, ma ama, ringrazia e benedice. Anzi, nella religione dei primitivi l'attributo di Dio messo pi in risalto quello della bont. L'Essere supremo esclusivamente ed essenzialmente buono; da Lui non pu venire che il bene e la felicit. Per questo alcuni popoli, per spiegare il male fisico e morale del mondo, ricorrono ad un altro principio, operatore del male. 4) L'ignoranza delle forze della natura ha dato origine alla credenza in Dio. Rispondiamo che, al contrario, i pi grandi conoscitori della natura hanno creduto in Dio, perch meglio hanno potuto ammirare la sapienza delle Sue opere.
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5) L'infinita variet delle religioni nel mondo, opposte fra loro, toglie ogni valore all'argomento del consenso universale. Risposta: il disaccordo riguarda la natura di Dio, non la sua esistenza. N questo deve meravigliare, perch se facile affermare l'esistenza di Dio, non altrettanto facile spiegarne la natura (essendo Essere infinito) se non Egli stesso a rivelarcela. A noi, per ora, basta avere dimostrato il fatto dell'universale affermazione di Dio, cosa inspiegabile se Dio non esistesse. Concludiamo ancora una volta con le parole di un pagano, Cicerone: Se quello che la ragione dimostra lo confermano i fatti, lo proclamano i popoli civili e barbari, antichi e moderni, lo hanno creduto i filosofi e i poeti e gli uomini pi sapienti che hanno governato stati e che hanno fondato citt, aspettiamo forse che gli animali parlino e ci dicano che esiste Dio, non contenti del consenso universale degli uomini? ESISTENZA E NATURA DI DIO 1. La voce della coscienza. Oltre agli argomenti che abbiamo svolto finora, molti ancora solitamente se ne portano, a conferma della verit dimostrata; ne accenneremo due che, sulle menti moderne, in varia misura imbevute di soggettivismo, fanno maggiore impressione, bench invece abbiano bisogno di un accurato svolgimento per non essere fraintesi e non divenire puri sofismi o petizioni di principio. 1) Argomento eudemonologico (dal termine greco che significa felicit). L'uomo sente un desiderio naturale di felicit che i beni finiti non possono saziare: il desiderio di un bene sommo, senza limiti, puro, senza mescolanza di mali e capace di soddisfare tutti i nostri bisogni. E' un fatto di esperienza che facile constatare. Ma questo desiderio non pu essere vano, perch se al contrario di tutte le altre tendenze naturali, che possono raggiungere il loro fine questo desiderio dell'uomo fosse frustrato, l'uomo, re del creato, sarebbe l'essere pi infelice della terra. Dunque esiste questo bene puro, infinito, capace di saziare il desiderio
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naturale dell'uomo: esiste Dio.Fecisti nos ad Te, Domine, et inquietum est cor nostrum donec requiescat in Te. (S. Agostino, Confessiones). 2) Argomento deontologico (dal termine greco che significa dovere), secondo il quale dall'esistenza della legge morale, in due modi possiamo risalire fino a Dio. a) C' una legge morale che si impone alla nostra condotta, indipendentemente da ogni nostra soddisfazione e vantaggio, da ogni pericolo esterno, anche della vita, in modo assoluto, universale, in tutti i tempi in tutte le et e presso tutti i popoli. Ora, una tale legge domanda un legislatore supremo e universale, cio Dio. Infatti, quella legge non fondata nella ragione, che la scopre ma non la crea; non nell'istinto, che spesso si oppone alla legge; e neppure negli altri uomini, che da quella stessa legge sono dominati. Essa non pu che fondarsi, dunque, su un essere superiore a tutti: Dio. b) L'argomento rafforzato dalla necessit della sanzione. Il bene e il male meritano premio e castigo; ma non sono sufficienti le sanzioni di questa vita; dunque necessaria una sanzione ordinata da un giudice ultramondano. Senza Dio il reo potr vantarsi di aver violato l'ordine impunemente, il giusto avr vanamente sofferto e il suo grido contro lo scandalo dell'empiet trionfante si sar perduto nel deserto. Ancora una volta la coscienza proclama l'esistenza di Dio. 2. Natura di Dio. Abbiamo risposto alla prima domanda: an sit Deus, dimostrando l'esistenza di Dio; ci resta da rispondere ad una seconda domanda: quid sit Deus, cio quale ne sia la natura. 1) Possiamo conoscere la natura di Dio? Direttamente no, ma indirettamente possiamo conoscere qualcosa attraverso quelle stesse creature che ce ne hanno rivelata l'esistenza. Contemplando un'opera d'arte, leggendo la Divina Commedia, esaminando una complicata e ingegnosa macchina, non solo io comprendo che ci deve essere stato qualcuno che le ha fatte, ma anche che questo qualcuno deve essere un grande artista, un grande poeta, un grande scienziato, conosco insomma l'esistenza della causa e insieme quel tanto
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della sua natura che mi si manifesta attraverso la sua opera. Cos l'universo mi attesta non solo l'esistenza di Dio, ma mi rivela anche le perfezioni della sua natura, almeno per quel tanto che queste si riflettono e risplendono nel mondo. In tal modo noi possiamo avere non un concetto proprio e perfetto della natura di Dio, ma un concetto imperfetto ed analogo, risalendo dalle creature al Creatore per le tre vie che ci addita S. Tommaso: a) per la via della causalit: conosciamo che in Dio, causa prima, ci devono essere tutte le perfezioni delle creature (l'essere, la vita, l'intelligenza, la bont, l'amore, la libert, ecc.) perch da Lui le hanno ricevute e nessuno pu dare ci che non ha. b) per la via della rimozione: sappiamo che quelle perfezioni (che, essendo nelle creature, devono trovarsi anche in Dio) sono per in Lui senza le imperfezioni che si trovano nelle creature; bisogna purificare queste perfezioni, rimuovendone le imperfezioni e attribuendole a Dio nella loro assoluta purezza; e con ci anche dissipata ogni accusa di antropomorfismo. c) per la via della eminenza: conosciamo che in Dio, essere infinito, le perfezioni delle creature devono trovarsi non solo senza imperfezioni, ma anche senza limiti, in modo quindi infinitamente o eminentemente superiore. In Dio, dunque, c' l'essere, la vita, la bont, ecc., ma in grado infinito e senza alcuna imperfezione. 2) Qual dunque la natura di Dio? Dio , innanzi tutto, l'Essere sussistente. Tutte le cose sono, l'essere la loro prima perfezione, bench in esse limitata. Dio pure , ma l'Essere infinito e perfettissimo; questo l'intimo costitutivo della Sua natura, per il quale Egli si distingue infinitamente da tutte le cose create. Dio stesso, a Mos, che gli domandava il Suo nome, rispondeva dal roveto ardente: Io sono Colui che (Ex. 3, 14). Da questa radice hanno, per cos dire, origine tutte le altre Sue perfezioni che noi conosciamo: l'infinit, la semplicit, l'immutabilit, l'immensit, leternit, ecc. 3) La vita di Dio.
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Dio, come ha la perfezione dell'essere, cos ha la perfezione del vivere, e come lo stesso Essere sussistente, cos la stessa pienezza della vita. La vita di Dio, purissimo spirito, quella propria di un essere spirituale e la vita dell'essere spirituale intendere e volere, conoscere ed amare. Dio conosce e ama se stesso, perfettamente si conosce e perfettamente si ama, e in questa infinita cognizione della sua infinita verit, in questo infinito amore della Sua infinita bont, sta la Sua felicit, il Suo paradiso. Conoscendo e amando se stesso, nella Sua stessa essenza, Dio conosce ed ama tutte le cose possibili ed esistenti, presenti, passate e future, la cui essenza unimperfetta partecipazione e imitazione dell'essenza divina. Anzi, la vita divina cos perfetta che Dio, conoscendo se stesso, genera un'Idea o Verbo sussistente nella stessa natura divina, e amando se stesso spira un Amore pure sussistente nella stessa divina natura; questo l'insegnamento della Fede nella Rivelazione del profondissimo Mistero della SS. Trinit, nella quale il Padre genera il Figlio (il Verbo) e il Padre e il Figlio spirano lo Spirito Santo (l'Amore), mistero che supera la capacit della nostra mente, ma che ad essa non ripugna, anzi sublima il nostro concetto della vita intima di Dio senza contraddire le nostre conclusioni filosofiche. 4) L'opera di Dio. Essa il frutto della conoscenza e dell'amore di Dio. Dio vede la possibilit di creature che partecipino del Suo essere e della Sua perfezione e, amandole, desidera dare loro questa partecipazione, creandole con un atto libero. La creazione appunto l'atto con cui Dio, dal nulla, fa essere l'universo e le cose che lo compongono e che in vario grado partecipano della Sua perfezione: i viventi pi dei minerali, gli animali pi delle piante e l'uomo pi di tutti gli esseri materiali, perch dotato di un'anima spirituale con cui naturalmente partecipa in qualche modo alla vita di Dio, essendo capace di conoscerLo e di amarLo; molto pi perfettamente luomo vi partecipa per la Grazia (partecipazione alla natura divina), misericordiosamente datagli da Dio, e per la quale diviene capace di conoscerLo per visione intuitiva e di amarLo con amore beatifico. In questo
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consiste il paradiso: nella visione di Dio verit infinita e nell'amore di Dio bont infinita. L'uomo e tutto l'universo opera di Dio, che non solo l'ha creato ma incessantemente continua la Sua azione creatrice conservando alle creature l'essere e le perfezioni che loro ha dato; senza il Suo influsso ogni cosa ricadrebbe nel nulla, come un oggetto sollevato e tenuto sospeso ricadrebbe a terra se non pi sorretto. Ma oltre alla creazione e alla conservazione, Dio assiste le Sue creature aiutandole in tutte le loro azioni, poich senza il concorso divino sarebbe impossibile ogni loro attivit, e guidandole paternamente con la Sua Provvidenza affinch si compiano i disegni di amore per cui esse sono state create. 3. Dio e il problema del male. Una delle pi comuni difficolt contro l'esistenza di Dio, e in particolare contro la Sua Provvidenza, l'esistenza del male nel mondo. Come si concilia l'esistenza di Dio con l'esistenza del male? Ecco il problema. Vi chi lo risolve negando semplicemente l'esistenza di Dio: ma erroneamente, perch l'esistenza di Dio evidentemente provata, e la difficolt di conciliarla con l'esistenza del male non d il diritto di metterla in dubbio. Vi anche chi ha supposto che, accanto a Dio, principio del Bene, esista un essere maligno principio del male, indipendente da Lui e a Lui contrario; la terra sarebbe il teatro della lotta fra questi due primi princpi. Ma anche questa soluzione (di non pochi antichi: Manichei, ecc.) allo stesso modo erronea, perch non si pu dare un essere che non dipende da Dio, il quale necessariamente unico principio e creatore di tutto. Altri, allora, pur ammettendo l'esistenza di Dio, ne hanno negato la Provvidenza, affermando che Dio non si interessa del mondo, avendo abbandonata a se stessa l'opera delle sue mani. Soluzione erronea anche questa, perch contraria agli attributi divini, specie al Suo amore per le creature, amore che l'unica ragione della creazione. Per altra via si deve dunque trovare la conciliazione tra l'esistenza di Dio e il fatto
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del male nel mondo. Per facilitare la soluzione del problema giova distinguere il male fisico e il male morale. Il male fisico dovuto all'essenza finita delle cose di cui si compone l'universo ed al corso normale e ordinario delle leggi della natura. Non ripugna quindi a Dio, come non ripugna il dolore che al male fisico suole accompagnarsi; il rendere l'uomo, e in generale l'animale, sensibile agli agenti nocivi spesso mezzo provvidenziale per la conservazione della vita nella natura; la morte stessa degli individui necessaria per dare posto alle nuove generazioni. La colpa, poi, cio il male morale, effetto della manchevole volont dell'uomo: essa non voluta da Dio, ma solo permessa, perch Dio vuole che liberamente lo rispettiamo e lo amiamo e non vuole fare violenza alla nostra volont. Ma si osserva Dio non potrebbe, con la Sua Provvidenza, impedire il male? E se lo pu, perch non lo impedisce? S, parlando in termini assoluti, lo potrebbe impedire e se, nonostante questo, lo permette, vuol dire che nella Sua infinita sapienza vede che meglio permetterlo. Senza volere penetrare pi in l di quel che alle nostre deboli forze concesso (S. Paolo esclamava: O altezza della scienza di Dio: Come sono imperscrutabili i Tuoi giudizi!: Ep. ad Rom., 11, 33), abbiamo dalla ragione, e pi ancora dalla fede, gli elementi per rispondere alla domanda. L'immortalit dell'anima che abbiamo gi dimostrato ci ha dato la certezza naturale (confermata dalla fede) di una vita futura ed eterna, alla quale la vita presente ordinata e nella quale i desideri del nostro cuore saranno soddisfatti, a meno che la giustizia non esiga la pena del male da noi compiuto. Alla luce di questa verit, per cui la vita dell'uomo si inizia nel tempo ma si continua nell'eternit, deve essere risolto il problema del dolore, che acquista, nella Provvidenza divina, una mirabile finalit. Il dolore, innanzi tutto, distacca l'uomo dalle cose terrene e lo avvicina a quelle eterne; se, nonostante le frequenti infelicit della terra, cos pochi pensano all'eternit, quanti sarebbero quelli che si ricorderebbero del loro ultimo fine, se nella vita non vi fossero che gioie? Inoltre,
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il dolore fa s che luomo possa espiare: chi, nella vita, non ha mai trasgredito la legge del Signore? L'infinita misericordia di Dio sempre disposta a perdonare, ma la Sua giustizia esige una riparazione, un compenso per l'ordine morale rovesciato, e il dolore ristabilisce quest'ordine purificando l'anima che si ribellata a Dio. Infine il dolore santifica, perch attraverso la prova del dolore l'uomo si merita quella felicit eterna che Dio vuol donarci quale premio da conquistare col sacrificio e con la lotta, sostenuti dalla pace della coscienza e dalla gioia del cuore con cui Dio conforta il giusto nelle pene della vita. Cos la ragione, ed assai meglio la fede, mostrano nel dolore la paterna Provvidenza di Dio che non turba mai la gioia dei Suoi figli se non per prepararne loro una pi certa e pi grande (Manzoni). Bibliografia. Si veda la bibl. della lez. XVI. Anche Gaetani, La Provvidenza divina, Roma, Univ. Gregoriana, 1944; Zacchi, Il problema del dolore dinanzi all'intelligenza e al cuore, Roma, Ferrari, 1930. 4. Conclusione. Riandando con la mente al cammino fin qui percorso, possiamo fissare il nostro sguardo su alcuni punti fondamentali per trarne qualche conclusione. Risolto il problema della conoscenza, affermata e mostrata la nostra capacit di conoscere la verit, cio la realt come veramente , abbiamo studiato l'universo materiale nel quale viviamo, i viventi nelle varie loro specie, in particolare l'uomo, e siamo poi saliti fino a Dio, dimostrandone l'esistenza e indagandone un poco la natura. L'uomo, composto di anima spirituale e di corpo materiale, ci apparso l'anello di congiunzione fra il mondo della materia e il mondo dello spirito, re del creato ma insieme creatura di Dio. Per sua stessa natura l'uomo ha quindi delle relazioni col mondo materiale e con Dio, con se stesso e con gli altri uomini; lo studio di queste relazioni l'oggetto dell'altra parte della filosofia, la filosofia morale. Fra queste relazioni, hanno una particolare importanza le relazioni con Dio, sua
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causa prima e fine ultimo, che ha creato tutto l'universo per l'uomo e l'uomo affinch egli, attraverso il creato, a Lui ritorni. Il complesso di queste relazioni che stringono l'uomo a Dio costituisce la religione. L'uomo deve perci riconoscere la sua dipendenza da Dio, piegare il ginocchio per adorarlo, rendendoGli l'omaggio della sua mente e del suo cuore. Ma in quale modo? Nel modo che la retta ragione gli insegna, sebbene Dio abbia voluto stabilirlo Egli stesso nella pratica di una religione da Lui rivelata: religione soprannaturale o rivelata. Esiste questa religione rivelata? Un uomo di nome Ges Cristo, di cui la storia ci attesta l'esistenza e l'opera, propria non di un semplice uomo ma di un Dio, Ges Cristo, Uomo-Dio, ha rivelato agli uomini la vera religione: la Religione cristiana. Questa religione insegnata dal Cristo non si trova nella sua integrit e purezza nelle sette protestanti o scismatiche che si dicono cristiane, ma solo nella Chiesa cattolica, apostolica, romana, per cui l'unica vera religione la Religione cattolica. In questo modo appare alla retta ragione non solo legittimo, ma anzi doveroso l'atto della nostra fede cattolica. Dimostrare la ragionevolezza e obbligatoriet della nostra fede compito non pi del corso di filosofia ma del corso di Teologia fondamentale o, come suole chiamarsi, di Apologetica.

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