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Beppe Dellepiane nasce il 12 luglio 1937 a Bolzaneto.

Lambiente in cui trascorre i primi anni quello della Genova industriale fra le due guerre. Il padre Emilio operaio alla Fonderia San Giorgio, uno dei numerosi stabilimenti del quartiere, la madre Lisa Moreno casalinga. La famiglia vive in un grande condominio popolare, abitato da immigrati, venuti a trovare lavoro nella citt industriale e dalle loro famiglie. La fabbrica gli appare da subito come un luogo di fatica e di sofferenza ma anche il luogo della cultura operaia e della grande epopea degli scioperi. E' invece affascinato dalla campagna. Nella casa dei nonni, sulla collina di San Biagio (dove la famiglia si rifugia durante la guerra, che segna la sua esistenza con un profondo trauma emotivo) vive l'esperienza di un contatto con la natura solitario e, insieme, inquietante e misterioso. Negli anni 50, terminati gli studi secondari, sceglie di non seguire il mestiere del padre e simpiega presso il negozio di tappeti e stoffe di Piero Cabib. Entra cos in un mondo di decori e arredi che sente come congeniale e nel quale sar poi attivo in proprio nei decenni successivi. In questo periodo Dellepiane conosce il critico Germano Beringheli cui sottopone il suo lavoro, dando inizio a una lunga consuetudine di confronto. Si collocano in questi anni (19571962) le prime mostre collettive e personali. Nel 1963 Beppe Dellepiane si sposa con Nelly Riva (che da allora , accanto a lui, presenza insostituibile una presenza) e apre con la moglie un negozio di arredamento. La seconda met degli anni Sessanta segnata da vicende drammatiche: nel '65 e nel '67 nascono per morire pochi giorni dopo i figli Mario e Alessandro, nel luglio del '70 nasce Francesca, gravemente ammalata. L'artista non ha comunque interrotto la sua ricerca che dalle prime prove tra Informale e Poesia Visiva si orienta poi in direzione oggettuale con piccoli assemblaggi su tavola (Ex voto) in seguito distrutti. Nel 1971 la presentazione a Genova dell'installazione Bici-ambivalente alla galleria Unimedia di Caterina Gualco e a Savona, al Brandale di Stelio Rescio, della Madonna della seggiola segnano l'inizio del periodo di maggior fortuna critica dell'artista, che espone a Napoli e a Torino (1973), a Roma, Spoleto e Graz (1974), a Milano (1976). Tra la fine degli anni '70 e i primi anni '80 prosegue un'intensa attivit espositiva in spazi privati e pubblici, in un contesto per prevalentemente genovese. In questo periodo seguono il suo lavoro con particolare attenzione Viana Conti che nel 1981 ne presenta la personale tenuta presso la Galleria Gomma Gutta, e Attilio Sartori, allepoca Assessore alla Cultura, che ne introduce nel 1982 la mostra A Guido Gozzano, allestita nelle sale didattiche del Museo di Palazzo Bianco. Nel corso del 1984 la morte della figlia Francesca provoca nell'artista una profonda crisi esistenziale che lo distoglie dalla scena artistica, nella quale rientra nel 1997 con la retrospettiva (Metafore, metonimie, trasmutazioni) allestita a cura di Sandra Solimano presso il Museo darte contemporanea di Villa Croce, al quale in precedenza lartista aveva donato le grandi opere realizzate tra il 1980 e il 1984 e un nucleo di disegni del 1993. Successivamente, nel 2004, lartista effettuer una seconda consistente donazione alla Galleria dArte Moderna di Genova. Nel 1999 pubblica presso leditore De Ferrari il volume di poesie Lamor te sensica. Diario di Monsignor Scazonte (1980-1985). Negli anni pi recenti tiene diverse esposizioni in Italia e allestero: a Zurigo (Materiale Spirituale, Istituto Italiano di Cultura, 2004, con Piergiorgio Colombara e Carlo Merello), Torino (Fusion Art Gallery, 2004), Genova (Pan perd, Andrea Ciani Arte e 1

Joyce & Co., 2009) e Albissola Marina (Centro dArte Balestrini, 2011).

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