p
t
Per un particolare ramo assicurativo B con riferimento allanno A, i
premi di tariffa complessivi P
t
che limpresa dovr conseguire tramite
lassunzione di n rischi dovranno essere di importo sufciente a copri-
re i costi dei sinistri, i costi di acquisizione, i costi di gestione e ad
assicurare un congruo margine di risultato economico m.
La condizione di equilibrio economico-nanziario futuro del ramo B
dellimpresa di assicurazione si pu cos esprimere:
P
t
= p
t
n = S +p
a
+c
g
+m (B.1)
Da cui segue:
p
t
=
S
n
+
p
a
n
+
c
g
n
+
m
n
=
n
s
c
sm
n
+
p
a
n
+
c
g
n
+
m
n
(B.2)
che, con qualche semplice sostituzione conduce a:
p
t
= f
s
c
sm
+
p
a
n
+
c
g
n
+
m
n
(B.3)
Il primo termine costituisce il premio puro, p
p
, la cui relazione con
la frequenza dei sinistri risulta essere:
p
p
= f
s
c
sm
= f
s
i
m
V (B.4)
Da cui segue che laccuratezza della stima della frequenza dei sinistri
f
s
indispensabile per la valida determinazione del premio puro.
Il calcolo della stima reso ulteriormente complesso anche dai seguen-
ti fattori:
1. alcune unit esposte al rischio possono subire pi sinistri nel
corso dello stesso anno. Si tiene conto di questo fenomeno con il
coefciente di ripetibilit.
2. Alcuni sinistri vericatisi possono, per diverse ragioni (responsa-
bilit di terzi, esclusione dalla copertura ecc.), non comportare
costi per limpresa di assicurazione.
3. Per specici rischi il vericarsi di un sinistro pu comportare la
propagazione dei danni anche ad altri rischi (e.g. incendio che
colpisce fabbricati contigui). Si tiene conto di questo fenomeno
attraverso il coefciente di propagazione
C DETTAGL I SUL L E RI SERVE TEC-
NI CHE
Come abbiamo gi avuto modo di sottolineare nel capitolo sul fun-
zionamento delle imprese di assicurazioni le riserve tecniche sono va-
lori che ne caratterizzano il bilancio ed esprimono le obbligazioni di
queste ultime verso gli assicurati.
Nonostante la loro denominazione, questi valori non esprimono ri-
serve in senso proprio in quanto:
non derivano da destinazioni del risultato economico delleserci-
zio (riserve di utili)
non derivano da variazioni del capitale netto (riserve di capitale).
Lattributo tecniche sottolinea che la loro origine da legare alla
logica che supporta i processi tecnicoassicurativi e il loro formarsi
costituisce parte integrante della gestione caratteristica dellimpresa di
assicurazione.
Nel bilancio dellimpresa di assicurazione si presentano sempre co-
me elementi passivi del suo capitale di funzionamento e come compo-
nenti negativi del suo risultato economico.
Le riserve tecniche riguardano sia le assicurazioni vita sia le assicu-
razioni danni. Alcune di tali riserve sono presenti in entrambi i tipi di
assicurazione, altre riguardano solo quelle vita o solo quelle danni.
La caratteristica comune a tutte le riserve tecniche lindetermina-
tezza, in quanto calcolate per far fronte ad eventi non certi. Linde-
terminatezza pi alta nelle riserve tecniche delle assicurazioni danni
ed originata dalla variabilit sia della frequenza dei rischi sia dellin-
tensit dei danni che questi possono produrre al loro vericarsi, sia
dallalto numero delle unit assicurate e/o del numero di sinistri.
Le tipiche riserve tecniche presenti nel bilancio dellimpresa di assicu-
razione sono le seguenti:
la riserva premi;
la riserva matematica;
la riserva per spese di gestione;
la riserva sinistri;
la riserva per somme da pagare;
la riserva di perequazione;
la riserva di senescenza;
la riserva di equilibrio.
85
86 nrtt/cti stttr ni srnvr trcNi cur
c.+ t/ ni srnv/ rnrvi
La riserva premi il valore che esprime gli impegni futuri dellim-
presa di assicurazione relativi ai sinistri che si potranno vericare sui
rischi in corso alla chiusura dellesercizio, ossia in sede di formazione
del bilancio.
La riserva premi composta dalla somma di due componenti:
1. Riserva per frazioni di premio: lo sfasamento temporale tra le
date decorrenza e/o scadenza delle coperture assicurative e lini-
zio/ne dellanno contabile: di fatto alla data del bilancio quasi
tutte le coperture assicurative sono in corso
2. Riserva per rischi in corso: riguarda le eventuali integrazioni del-
la prima componente della riserva necessarie per tenere conto
dei maggiori costi dei sinistri previsti sui rischi in corso, ossia
delle eccedenze di detti costi rispetto a quelli assunti a base dei
premi che si rinviano allesercizio o agli esercizi futuri.
Figura 7: Semplice esempio di sfasamento temporale tra anno desercizio e
copertura assicurativa
La natura della componente 1 della riserva premi la assimila ad un
risconto passivo: in sostanza si tratterebbe di retticare i premi assi-
curativi conseguiti nellesercizio in funzione del rapporto tra residuo
della copertura e la durata complessiva.
La componente 2 ha natura invece molto diversa, trattandosi di una
integrazione legata alla diversit tra la stima della frequenza dei rischi
e/o i costi sostenuti dallassicurazione rispetto a quanto effettivamente
rilevato. Per questo motivo
1
la riserva premi viene vista come una
rimanenza passiva.
c.z t/ ni srnv/ v/trv/ti c/
La riserva matematica una riserva tecnica riguardante le assicura-
zioni vita e ha lo scopo di esprimere il valore delle obbligazioni poten-
ziali dellimpresa di assicurazione verso gli assicurati per i contratti in
corso alla ne dellesercizio, pari alla differenza tra il valore attuariale
degli impegni dellimpresa e quello degli impegni degli assicurati.
1 In realt per la natura economica della riserva, che una posta che rappresenta le obbli-
gazioni dellassicurazione nei confronti degli assicurati ed legata alla natura probabili-
stica degli eventi, il considerarla un risconto passivo concettualmente sbagliato anche
se il calcolo da effettuarsi ha lo stesso principio.
c.z t/ ni srnv/ v/trv/ti c/ 87
Per chiarire la necessit e limportanza della riserva matematica nel
bilancio delle imprese di assicurazione che esercitano le assicurazioni
sulla vita opportuno muovere dalle differenze che esistono tra queste
ultime e le assicurazioni danni. Nelle imprese che esercitano le assi-
curazioni danni il rischio praticamente costante durante il tempo sul
quale si estende la copertura (di norma annuale), se si esclude lim-
patto di rilevanti e repentine variazioni nelle condizioni economiche
dambiente. Il premio commerciale corrisponde al premio di rischio
aumentato dei caricamenti per i costi di acquisizione, i costi di ge-
stione, il margine di sicurezza e il margine di utile. Se indichiamo
con:
P il premio commerciale
p il premio puro
c i caricamenti:
avremo la seguente relazione tra premio e caricamento:
P = p +c (C.1)
Nelle imprese che esercitano le assicurazioni sulla vita il rischio va-
riabile nel tempo. Ne consegue che lassicurato che stipula unassicu-
razione ramo vita, , che ha quasi sempre durata poliennale, dovrebbe:
per coperture in caso di morte pagare un premio naturale an-
nuo crescente, dato che la sua probabilit di morte aumenta col
progredire dellet.
Per coperture in caso di sopravvivenza pagare un premio na-
turale annuo decrescente dato che la probabilit di sua sopravvi-
venza diminuisce col progredire dellet.
Per ovvi motivi trattasi di condizioni non convenienti per gli assicu-
rati
2
che ridurrebbero lappetibilit dellofferta.
In generale le imprese di assicurazione richiedono agli assicurati del
ramo vita premi periodici costanti per lintera durata del rapporto assi-
curativo. Nelle assicurazioni caso morte, come prassi le assicurazioni
richiedono allassicurato, nei primi anni di durata della polizza, in ag-
giunta al premio di rischio un premio di risparmio. Se indichiamo
con:
p il premio di rischio
r il premio di risparmio
c il caricamento
2 in caso di morte lassicurato si vedrebbe costretto a corrispondere premi pi alti al
raggiungimento dellet avanzata, quando di norma i suoi redditi si riducono per la
cessazione dellattivit lavorativa e il passaggio al pensionamento. In caso di coper-
ture legate alla sopravvivenza lassicurato si vedrebbe costretto a corrispondere premi
particolarmente alti nel primo periodo di durata della polizza.
88 nrtt/cti stttr ni srnvr trcNi cur
il premio commerciale P richiesto allassicurato risulta composto nel
modo seguente:
P = (p +r) +c (C.2)
Nellespressione riportata (p +r) un valore costante
3
.
Alla luce delle considerazioni fatte in precedenza, per unassicura-
zione temporanea in caso morte il premio costante fatto pagare allassi-
curato per lintera durata del contratto sar maggiore del premio di ri-
schio nei primi anni di questultima e conterr un premio di risparmio
positivo via via
decrescente. Leccedenza cosi formatasi dovr essere portata a riser-
va matematica per far fronte negli ultimi anni di durata del contratto
alla carenza che si affermer tra premi di rischio e premi incassati, che,
pertanto, far emergere un premio di risparmio negativo crescente.
Nel caso delle assicurazioni miste, la riserva matematica sar alimen-
tata, da un lato, dal premio di risparmio che servir a realizzare, du-
rante lintera copertura, lequilibrio tra premi periodici versati e premi
rapportati al livello di rischio, come nelle assicurazioni in caso di mor-
te, e, dallaltro, dagli accantonamenti necessari alla costituzione del
capitale che limpresa di assicurazione si impegnata a corrispondere
allassicurato in caso di sopravvivenza alla scadenza convenuta.
Esistono diversi metodi per il calcolo della riserva matematica:
1. il metodo prospettivo;
2. il metodo retrospettivo;
3. il metodo ricorrente.
La valutazione deve essere effettuata sulla base dei premi puri, ossia
non tenendo conto dei caricamenti.
Solo con lobiettivo di dare lidea delle modalit di calcolo ci focaliz-
ziamo sul metodo ricorrente perch pi intuitivo.
Siano:
n+1 lanno per il quale si vuole calcolare la riserva matematica
R
n
il valore della riserva matematica allanno n
P
n
il valore dei premi che gli assicurati pagano nellanno n
S
n
la somma da pagare in caso di morte dellassicurato
q la probabilit di morte dellassicurato
p la probabilit che lassicurato resti in vita
Abbiamo la seguente serie temporale che denisce la Riserva mate-
matica:
R
n+1
= R
n
+P
n+1
= k(S
n+1
q +R
n+1
p) (C.3)
Naturalmente V
0
sempre nullo e S
t
noto in fase di sottoscrizione
della polizza (nel caso morte coincide con la somma convenuta con-
trattualmente); p e q sono invece noti attraverso le tabelle di mortalit.
3 la grandezza e il segno delle due componenti nei differenti anni di durata della polizza
variano secondo il tipo di prodotto assicurativo considerato.
c. t/ ni srnv/ si Ni stni 89
c. t/ ni srnv/ si Ni stni
La riserva sinistri riguarda gli accantonamenti che limpresa di as-
sicurazione autorizzata allesercizio dei rami danni deve effettuare a
ne esercizio in previsione dei costi che essa dovr sostenere in futuro
in relazione ai sinistri avvenuti nellesercizio al quale si riferisce il bi-
lancio, o in esercizi precedenti, e in corso di liquidazione alla data di
chiusura dello stesso.
La riserva sinistri, sotto il prolo contabile, un valore presunto
passivo di ne esercizio da accogliere nella classe dei fondi rischi, dato
che sorge in previsione delle uscite monetarie che limpresa di assi-
curazione dovr effettuare in futuro quando, conclusosi il processo
di liquidazione, dovr pagare i sinistri. Questo valore, per, viene
contabilizzato a ne esercizio, in sede di composizione delle scritture
contabili integrative, per rilevare i costi dei sinistri avvenuti durante
lesercizio, e quindi economicamente gi formatisi, la contabilizzazio-
ne dei quali non ha potuto aver luogo nel corso di questultimo perch
non c stata ancora n luscita monetaria n il sorgere di un debito
verso lassicurato o il terzo beneciario.
Se a ne esercizio non si procedesse alla costituzione della riserva
sinistri, non si rispetterebbero due principi contabili fondamentali:
1. il principio della competenza, che prevede che nel bilancio i costi
di esercizio siano correlati correttamente ai ricavi di pertinenza
dellesercizio stesso, non sarebbe rispettato perch non si terreb-
be conto dei costi dei sinistri avvenuti, ossia di componenti nega-
tivi economicamente formatisi nellesercizio e che, in quanto tali,
debbono incidere sulla determinazione del risultato economico
dellesercizio cui si riferiscono.
2. il principio della completezza perch il risultato economico del-
lesercizio risulterebbe falsato in quanto sarebbero indicati solo
una parte dei costi che debbono concorrere alla sua determina-
zione.
Il valore della riserva sinistri determinato a ne esercizio presen-
te sia nello Stato Patrimoniale sia nel Conto Economico del bilancio
dellimpresa di assicurazione. Pi precisamente:
Conto economico: la riserva sinistri di ne esercizio appostata
tra i costi dei sinistri del Conto Economico, perch esprime un
componente negativo del risultato desercizio
Stato Patrimoniale: appostata nella sezione del Passivo dello
Stato Patrimoniale perch esprime un debito in corso di deni-
zione dellimpresa di assicurazione verso gli assicurati o i terzi
beneciari.
Poich a inizio esercizio c la riserva sinistri, riguardante i sinistri
avvenuti in esercizi precedenti e in corso di liquidazione, e a ne eser-
cizio ci sono ancora sinistri di esercizi precedenti in corso di liquida-
zione, sul risultato dellesercizio incide solo la variazione della riserva
sinistri tra linizio e la ne dellesercizio.
90 nrtt/cti stttr ni srnvr trcNi cur
In base allart. 33 del d.lgs. 173/97 le imprese devono costituire alla
ne di ogni esercizio la riserva sinistri, inscrivendo nel bilancio lam-
montare complessivo delle somme che, da una prudente valutazione
effettuata in base a elementi obiettivi, risultino necessarie per fare fron-
te al pagamento dei sinistri avvenuti nellesercizio stesso o in quelli
precedenti, e non ancora pagati, e alle relative spese di liquidazione.
Per quanto attiene i criteri di valutazione il legislatore si limitato a
descrivere la logica che deve presiedere alla valutazione della riserva
sinistri e a indicare i principi nel rispetto dei quali la stessa deve essere
effettuata.
La logica prevista quella di basare la valutazione della riserva sul-
lesame dei singoli sinistri avvenuti nellesercizio o in quelli precedenti
e di riettere nella stessa tutti gli elementi obiettivi rilevanti, ossia tut-
te le circostanze accertate e rilevanti ai ni della stima dei costi che
limpresa dovr sostenere in futuro a titolo di risarcimento dei danni
originati dai sinistri.
Gli elementi obiettivi da considerare in sede di valutazione della riser-
va sinistri sono:
le richieste di risarcimento,
le perizie tecniche,
le fatture dei costi sostenuti dallassicurato o dal danneggiato,
gli accertamenti dei consulenti tecnici sia dellimpresa di assicu-
razione sia delle parti interessate al risarcimento,
le cartelle cliniche,
le perizie mediche dufcio,
gli accertamenti effettuati nel luogo del sinistro,
le deposizioni dei testi,
i costi medi sostenuti di recente per sinistri simili,
i costi medi dei sinistri simili rilevati a livello di settore,
le informazioni assunte presso le autorit inquirenti,
le sentenze penali e civili.
I principi previsti dal legislatore e nel rispetto dei quali le impre-
se sono tenute a effettuare la valutazione della riserva sinistri sono i
seguenti:
1. il principio dellanaliticit;
Impone allimpresa di assicurazione di procedere alla valutazio-
ne degli accantonamenti a riserva distintamente per i singoli sini-
stri avvenuti nellesercizio al quale si riferisce il bilancio o negli
esercizi precedenti. Il legislatore, in deroga a detto principio, am-
mette la possibilit di procedere alla valutazione sulla base del co-
sto medio, a condizione di riferirsi a gruppi di sinistri omogenei
e sufcientemente numerosi.
c. t/ ni srnv/ si Ni stni 91
2. il principio dellobiettivit;
impone allimpresa di assicurazione di procedere alla valutazio-
ne di ciascun sinistro da portare a riserva tenendo conto di tutte
le circostanze, di tutti i fatti e di tutte le informazioni disponibili
e rilevanti per la stima del costo futuro da sostenere a titolo di
risarcimento del danno, nonch delle connesse spese di liquida-
zione. Nel rispetto del principio in oggetto, oltre agli elementi
informativi obiettivi sopra riportati, nella valutazione della riser-
va sinistri si deve tenere conto delle somme che potranno essere
recuperate. Cosi, ad esempio, se sono previste delle franchigie,
ossia delle quote di danni a carico degli assicurati, detti valori do-
vranno essere portati in diminuzione dei valori da accantonare a
riserva.
3. il principio della prudenza;
Il principio della prudenza impone allimpresa di assicurazione,
nel caso in cui esistano notevoli incertezze circa i livelli che po-
tranno raggiungere i costi futuri dei sinistri, di orientare le valu-
tazioni verso i valori pi alti del range di variabilit anticipato.
Questo, nellintento di garantire, alla luce delle informazioni di-
sponibili, la capacit dellimpresa di far fronte ai costi futuri dei
sinistri
4. il principio della competenza
Il principio della competenza impone allimpresa di assicurazio-
ne innanzitutto di portare a riserva sinistri lintero costo futuro
previsto, ossia inclusivo anche del suo aumento conseguente al
previsto aumento dei prezzi. In secondo luogo, detto principio
impone alle imprese di costituire la riserva sinistri anche per i si-
nistri avvenuti ma non ancora denunciati alla chiusura delleser-
cizio, i cosiddetti sinistri tardivi o IBNR (Incurred But Not Re-
gistered). Per il calcolo di questa riserva devono essere osservate
le disposizioni impartite dallISVAP
Nella valutazione della riserva sinistri necessario stimare le spese
di liquidazione dei sinistri ai sensi dellart. 33 comma 5 del d.lgs.
173/97 che sono composte da:
1. Costi di diretta imputazione, perch riguardano in modo speci-
co i particolari sinistri
2. costi indiretti di ramo
3. costi comuni a tutti i rami.
I costi comuni dovrebbero essere imputati in quote ai vari rami
assicurativi.
Le spese di liquidazione costituiscono lomonima riserva (Riserva
per spese di liquidazione)
Con il d.lgs 175/95 si sancito lobbligo di quanticare la riser-
va sinistri per i sinistri tardivi cio i sinistri avvenuti ma non ancora
registrati. I criteri per la sua valutazione sono deniti dallISVAP.
92 nrtt/cti stttr ni srnvr trcNi cur
c.a t/ ni srnv/ ni srNrscrNz/
La riserva di senescenza riguarda le assicurazioni malattia ed stata
introdotta in Italia dal d.lgs. 49 del 15 gennaio 1992. Successivamente,
lart. 25 del d.lgs. 175/95 lha recepita includendola tra le altre riserve.
Il decreto in oggetto al comma 1 dellart. 25 recita: Per i contratti di as-
sicurazione contro le malattie facenti parte del portafoglio italiano che
abbiano durata poliennale o che, pur avendo durata annuale preve-
dono lobbligo dellassicurazione di rinnovarli alla scadenza, le impre-
se, qualora i premi siano determinati per lintera durata del rapporto,
con riferimento allet degli assicurati al momento della stipulazione
del contratto, debbono costituire una riserva di senescenza destinata
a compensare laggravarsi del rischio dovuto al crescere dellet degli
assicurati.
Lart. 25 del d.lgs. 175/95 prevede che la valutazione della riserva
di senescenza possa essere effettuata in base al
1. metodo analitico
in questo caso previsto che: La riserva di senescenza [..] deves-
sere calcolata in relazione alla prevedibile durata dei contratti,
allet degli assicurati ed alle basi tecniche adottate dallimpresa
2. in base al metodo forfettario.
In questo caso il suo valore non pu essere calcolato in misura in-
feriore al dieci per cento dei premi lordi dellesercizio relativi ai
contratti aventi le caratteristiche indicate al comma 1. Lo stesso
decreto prevede, per, che lISVAP possa ssare, anche per singo-
le imprese, unaliquota pi elevata per il calcolo in via forfettaria
della riserva di senescenza.
c.= t/ ni srnv/ ni rrnrct/zi cNr
Lart, 37 del d.lgs. 173/97 disciplina le riserve di perequazione pre-
vedendo che la loro funzione quella di alimentare accantonamenti
conformemente alle disposizioni legislative allo scopo di perequare le
uttuazioni del tasso dei sinistri negli anni futuri o di coprire rischi
particolari.
Lo stesso articolo precisa che rientra in queste riserve la riserva di
compensazione del ramo credito di cui allart. 24 del d.lgs. 175/95: i
dettagli per la quanticazione sono descritti nellarticolo 25 e nellart.
80 del successivo d.lgs. 173/97.
c.b t/ ni srnv/ ni rcti ti sni c
La riserva di equilibrio un particolare tipo di riserva tecnica a
disposizione dellimpresa di assicurazione per gestire i rischi con:
c.b t/ ni srnv/ ni rcti ti sni c 93
1. bassa probabilit di vericarsi, legata agli intervalli temporali
pi o meno lunghi che di norma intercorrono tra il vericarsi
di eventi successivi
2. rilevantissime dimensioni dei danni che possono produrre al loro
vericarsi
Tipici in questo ambito sono i rischi catastrofali (di origine naturale
o prodotti dalluomo) e i rischi ambientali.
Per i rischi dei quali abbiamo detto sopra il risultato tecnico del
singolo esercizio non ha grande fondamento, dato che leccezionalit
degli eventi richiede il riferimento a periodi poliennali, pi o meno
estesi, per determinare un risultato medio signicativo.
In particolare, per i rischi catastrofali estremamente difcile stima-
re sia la frequenza di accadimento (probabilit) per il basso numero di
eventi, sia il danno medio, a causa dellestrema variabilit.
Questo signica che, anche utilizzando le tecniche di Co-assicurazione
e Riassicurazione, i risultati tecnici della gestione di questi rischi mo-
strano rilevantissime uttuazioni nel tempo.
Da qui lesigenza di ricorrere alla costituzione e alladeguamento,
nei successivi esercizi, della riserva di equilibrio, procedendo allac-
cantonamento di quote dei risultati tecnici prodotti dalla gestione di
detti rischi negli esercizi in cui si chiusa in utile, e allutilizzo della
stessa, in tutto o in parte secondo i casi, negli esercizi in cui la ge-
stione dei rischi in oggetto si chiusa con perdite rilevantissime. In
questo modo, quindi, tramite la costituzione e lutilizzo della riserva
di equilibrio possibile perequare nel tempo i risultati tecnici ottenuti
dallimpresa nella gestione di detti rischi.
In questo modo i risultati desercizio esprimono il reale andamen-
to economico della gestione che li determina, in quanto la riserva di
equilibrio, funge da regolatore delle uttuazioni dei rischi in oggetto
distribuendo le punte massime dei sinistri tra pi esercizi, ed eviden-
zia il fatto che queste ultime sono legate da un nesso causale ai rischi
coperti in una serie di anni successivi e non esclusivamente ai rischi
coperti nellanno in cui si verica il sinistro catastrofale.
La riserva di equilibrio non prevista esplicitamente dal d.lgs. 173
/ 97 anche se lo sono le riserve di perequazione, che hanno la stessa
nalit.
D CENNI SUL L A REGOL AMEN-
TAZI ONE DEL SETTORE
Limpresa di assicurazione a motivo della sua rilevanza socio-economica
soggetta a una particolare regolamentazione
1
, che attiene a tutte le
fasi che contraddistinguono il suo ciclo di vita, e pi precisamente:
1. alla sua entrata nel mercato assicurativo;
2. alla sua gestione;
3. al suo sistema di informazioni e di comunicazioni;
4. al suo controllo;
5. alla sua liquidazione.
Lentrata nel mercato assicurativo dellimpresa di assicurazione su-
bordinata allottenimento dallIsvap (Istituto per la Vigilanza sulle As-
sicurazioni private e di interesse collettivo) dellautorizzazione alleser-
cizio dellattivit assicurativa. Detto obbligo previsto sia per le im-
prese che intendono esercitare lattivit assicurativa vita (art. 7 d.lgs.
174/95) sia per le imprese che intendono esercitare lattivit assicurati-
va danni (art. 9 d.lgs. 175/95). Per ottenere lautorizzazione esse deb-
bono dimostrare di essere state costituite in una delle seguenti forme
giuridiche (art. 5 d.lgs. 174/95; art. 7 d.lgs. 175/95)
2
:
1. societ per azioni,
2. societ cooperativa a responsabilit limitata,
3. societ di mutua assicurazione.
Il rilascio dellautorizzazione subordinato alla prova di possedere:
1. il capitale sociale minimo per le imprese costituite nella forma di
societ per azioni o di societ cooperativa;
2. il fondo di garanzia minimo per le societ di mutua assicurazio-
ne.
1 LISVAP lAutorit che esercita la regolamentazione del settore. Dal sito www.isvap.it
si rileva che LISVAP, istituito nel 1982, una autorit indipendente dotata di autono-
mia patrimoniale, contabile, organizzativa e gestionale. LIstituto opera per garantire la
stabilit del mercato e delle imprese di assicurazione, nonch la trasparenza dei prodotti,
nellinteresse degli assicurati e degli utenti in generale
2 Lart. 2546 del Codice civile prevede che nella societ di mutua assicurazione le obbliga-
zioni sociali sono garantite dal patrimonio sociale, Lo stesso articolo prevede che i soci
sono tenuti al pagamento di contributi ssi o variabili, entro il limite massimo determi-
nato dallatto costitutivo. Inoltre, previsto che in esse non si pu acquistare la qualit
di socio se non assicurandosi presso la societ, e che si perde la qualit di socio con
lestnguersi dellassicurazione
95
96 crNNi sttt/ nrcct/vrNt/zi cNr nrt srttcnr
Per le imprese che intendono esercitare le assicurazioni sulla vita il
capitale sociale (nelle societ per azioni) o fondo di garanzia (nelle
societ di mutua assicurazione) non pu essere inferiore a e5.164.569,
mentre per le societ cooperative a responsabilit limitata il capitale
sociale non pu essere inferiore a e2.582.284 (art. 10 dlgs.174/95).
Per le imprese che intendono esercitare le assicurazioni contro i danni,
il capitale sociale o il fondo di garanzia, rispettivamente per le societ
per azioni o le societ mutue, in base allart. 12 del d.lgs. 175/95, non
pu essere inferiore a:
1. e5.164.569 se le assicurazioni riguardano i rami responsabilit
civile;
2. e2.582.284 se le assicurazioni riguardano i rami infortuni; ma-
lattia; corpi veicoli terrestri; corpi veicoli ferroviari; corpi veicoli
aerei; corpi veicoli marittimi, lacustri e uviali; merci trasportate;
incendio; perdite pecuniarie; assistenza;
3. e1.549.371 se le assicurazioni riguardano i rami altri danni ai
beni e tutela giudiziaria.
Per le imprese costituite nella forma di societ cooperativa a respon-
sabilit limitata il capitale sociale non pu essere inferiore alla met
dei valori indicati sopra.
Le imprese di assicurazione, inoltre, per ottenere lautorizzazione
debbono disporre del fondo di organizzazione, la cui entit determi-
nata dallIsvap, ma che in ogni caso non pu essere maggiore della
met dei valori minimi del capitale sociale o del fondo di garanzia per
le imprese di assicurazione vita (art. 10 d.lgs. 174/95) e per le imprese
di assicurazione danni (art. 12 d.lgs. 175/95).
Lottenimento dellautorizzazione altres subordinato alla dimo-
strazione dellesistenza di una serie di condizioni precisate nellart. 9
del d.lgs. 174/95 per le imprese di assicurazione vita e nellart. II del
dlgs. 175/95 per le imprese di assicurazione danni.
Nel rispetto del principio dellHome Country Control, introdotto
con i decreti legislativi 174/95 e 175/95, lautorizzazione rilasciata dal-
lIsvap permette alle imprese di assicurazione italiane di operare in
qualsiasi Stato dellUnione Europea e altrettanto dicasi per le imprese
autorizzate dalle autorit degli altri Stati dellUnione.
Norme particolari sono previste per le imprese di assicurazione vita
che intendono istituire una sede secondaria in altro Stato membro del-
lUnione (art. 42 d.lgs. 174/95) o in uno Stato terzo (art. 48) e per le
imprese danni (artt. S2 e 59 d.lgs. 175/95).
Norme particolari sono altres previste per le imprese vita e le impre-
se danni che intendono esercitare lattivit di assicurazione in libert
di prestazione di servizi in altro Stato dellUnione Europea (artt. 44 e
45 d.lgs. 174/95 e artt. 54 e 55 d.lgs. 175/95) o in uno Stato terzo (art.
48 d.lgs. 174/95 G art S9 d.lgs. 175/95)
La regolamentazione riguarda anche la gestione delle imprese di as-
sicurazione. Cos, per le imprese di assicurazione vita il dlgs. 174/95
prevede lobbligo della gestione distinta per le imprese autorizzate al-
lesercizio anche delle assicurazioni danni (art. 21), norme particolari
per le operazioni di capitalizzazione (art. 40), per la determinazione
crNNi sttt/ nrcct/vrNt/zi cNr nrt srttcnr 97
dei premi (art. 22), la gestione dei rapporti con gli assicurati (artt. 64,
109, 110, 111), per le ( riserve tecniche (artt. 24, 25), per la copertu-
ra delle riserve tecniche (artt. ( 26, 27, 28, 29, 30), per il margine di
solvibilit (artt. 33, 34, 35).
Analogamente per le imprese di assicurazione danni il d.lgs. 175/95
prevede lobbligo della gestione distinta per le imprese autorizzate an-
che allesercizio delle assicurazioni vita (art. 21), nonch norme per le
comunicazioni delle tariffe e delle condizioni di polizza (art. 41), per
la gestione dei rapporti con gli assicurati (artt. 75, 123), di integrazione
e di modica della normativa sulla RCA (art. 126), per la gestione dei
sinistri (art. 46), per il ramo assistenza (artt. 50 e 51), per le riserve tec-
niche (artt. 23, 24, 25, 26), per gli investimenti a copertura delle riserve
tecniche (artt. 27, 28, 29, 30), per il margine di solvibilit (artt. 33, 34,
35, 36, 37, 38).
Norme particolari sul controllo, sulla contabilit e sul bilancio sono
previste dal d.lgs. 174/95 per le imprese di assicurazione vita. Pi
precisamente, norme sul sistema di controllo interno (art. 20), sul re-
gistro delle attivit a copertura delle riserve tecniche e sulla situazio-
ne trimestrale (art. 31), sul bilancio e i libri contabili (art. 61), sulla
certicazione del bilancio (art. 62).
Per le imprese di assicurazione danni il d.lgs. 175/95 prevede norme
sul controllo interno (art. 21), sul registro delle attivit a copertura
delle riserve tecniche e sulla situazione semestrale (art. 31), sul bilancio
e i libri contabili (art. 72), sulla certicazione del bilancio (art. 75).
La materia del bilancio desercizio delle imprese di assicurazione e
del bilancio consolidato dei gruppi assicurativi stata profondamen-
te modicata dal d.lgs. 173/ 97, che ha recepito la quarta direttiva
comunitaria specica per i bilanci delle imprese di assicurazione.
La vigilanza sulle imprese di assicurazione vita e disciplinata dal-
lart. 20 del d.lgs. 174/95.
La vigilanza sulle imprese di assicurazione danni disciplinata dal-
lart. 21 del d.lgs. 175/95.
Norme particolari sono previste dal d.lgs. 174/95 per le imprese
di assicurazione vita in ordine alla decadenza dellautorizzazione (art.
54), alla revoca dellautorizzazione (artt. 55, 56, 57), alla liquidazione
coatta amministrativa (art. 58).
Norme particolari per le imprese assicuratrici danni sono previste
dal d.lgs. 175/95 in ordine alla decadenza dellautorizzazione (art.
65), alla revoca dellautorizzazione (artt. 66, 67, 68), alla liquidazione
coatta amministrativa (art. 69).
E CL ASSI FI CAZI ONE PER RAMO
NEL SETTORE VI TA
Nei rami vita la classicazione per ramo la seguente:
1. le assicurazioni sulla durata della vita umana;
2. le assicurazioni di nuzialit e di natalit;
3. le assicurazioni, di cui ai rami I e II, le cui prestazioni principali
sono direttamente collegate al valore di quote di organismi di
investimento collettivo del risparmio o di fondi interni ovvero a
indici o ad altri valori di riferimento;
4. lassicurazione malattia e lassicurazione contro il rischio di non
autosufcienza che siano garantite mediante contratti di lunga
durata, non rescindibili, per il rischio di invalidit grave dovuta
a malattia o a infortunio o a longevit;
5. le operazioni di capitalizzazione;
6. le operazioni di gestione di fondi collettivi costituiti per leroga-
zione di prestazioni in caso di morte, in caso di vita o in caso di
cessazione o riduzione dellattivit lavorativa.
Limpresa che ha ottenuto lautorizzazione allesercizio delle assicu-
razioni di cui ai rami I, II o III ovvero quella di cui al ramo V se
stata autorizzata ad esercitare anche un altro ramo vita con assunzio-
ne di un rischio demograco, con i relativi contratti pu garantire in
via complementare i rischi di danni alla persona, comprese lincapacit
al lavoro professionale, la morte in seguito ad infortunio, linvalidit a
seguito di infortunio o di malattia. Limpresa che ha ottenuto lauto-
rizzazione allesercizio delle operazioni di cui al ramo VI del comma 1,
in via complementare ai relativi contratti, pu garantire prestazioni di
invalidit e di premorienza secondo quanto previsto nella normativa
sulle forme pensionistiche complementari.
99
F CL ASSI FI CAZI ONE DEI RI SCHI
NEL RAMO DANNI
Nei rami danni la classicazione dei rischi la seguente:
1. Infortuni (compresi gli infortuni sul lavoro e le malattie professio-
nali); prestazioni forfettarie; indennit temporanee; forme miste;
persone trasportate;
2. Malattia: prestazioni forfettarie; indennit temporanee; forme
miste;
3. Corpi di veicoli terrestri (esclusi quelli ferroviari): ogni danno
subito da: veicoli terrestri automotori; veicoli terrestri non auto-
motori;
4. Corpi di veicoli ferroviari: ogni danno subito da veicoli ferrovia-
ri;
5. Corpi di veicoli aerei: ogni danno subito da veicoli aerei;
6. Corpi di veicoli marittimi, lacustri e uviali: ogni danno subito
da: veicoli uviali; veicoli lacustri; veicoli marittimi;
7. Merci trasportate (compresi merci, bagagli e ogni altro bene):
ogni danno subito dalle merci trasportate o dai bagagli, indipen-
dentemente dalla natura del mezzo di trasporto;
8. Incendio ed elementi naturali: ogni danno subito dai beni (diver-
si dai beni compresi nei rami 3, 4, 5, 6 e 7) causato da: incendio;
esplosione; tempesta; elementi naturali diversi dalla tempesta;
energia nucleare; cedimento del terreno;
9. Altri danni ai beni: ogni danno subito dai beni (diversi dai beni
compresi nei rami 3, 4, 5, 6 e 7) causato dalla grandine o dal gelo,
nonch da qualsiasi altro evento, quale il furto, diverso da quelli
compresi al n. 8;
10. Responsabilit civile autoveicoli terrestri: ogni responsabilit ri-
sultante dalluso di autoveicoli terrestri (compresa la responsabi-
lit del vettore);
11. Responsabilit civile aeromobili: ogni responsabilit risultante
dalluso di veicoli aerei (compresa la responsabilit del vettore);
12. Responsabilit civile veicoli marittimi, lacustri e uviali: ogni
responsabilit risultante dalluso di veicoli uviali, lacustri e ma-
rittimi (compresa la responsabilit del vettore);
13. Responsabilit civile generale: ogni responsabilit diversa da
quelle menzionate ai numeri 10, 11 e 12;
101
102 ct/ssi ri c/zi cNr nri ni scui Nrt n/vc n/NNi
14. Credito: perdite patrimoniali derivanti da insolvenze; credito al-
lesportazione; vendita a rate; credito ipotecario; credito agricolo;
15. Cauzione: cauzione diretta; cauzione indiretta;
16. Perdite pecuniarie di vario genere: rischi relativi alloccupazio-
ne; insufcienza di entrate (generale); intemperie; perdite di uti-
li; persistenza di spese generali; spese commerciali impreviste;
perdita di valore venale; perdita di tti o di redditi; perdite com-
merciali indirette diverse da quelle menzionate precedentemente;
perdite pecuniarie non commerciali; altre perdite pecuniarie;
17. Tutela legale: tutela legale;
18. Assistenza: assistenza alle persone in situazione di difcolt.
Nei rami danni lautorizzazione rilasciata cumulativamente per pi
rami cos denominata:
per i rami di cui ai numeri 1 e 2, "Infortuni e malattia ";
per i rami di cui ai numeri 1, persone trasportate, 3, 7 e 10,
"Assicurazioni auto";
per i rami di cui ai numeri 1, persone trasportate, 4, 6, 7 e 12,
"Assicurazioni marittime e trasporti";
per i rami di cui al numero 1, rischio persone trasportate, 5, 7 e
11, "Assicurazioni aeronautiche ";
per i rami di cui ai numeri 8 e 9, "Incendio ed altri danni ai beni";
per i rami di cui ai numeri 10, 11, 12 e 13, "Responsabilit civile";
per i rami di cui ai numeri 14 e 15, "Credito e cauzione";
per tutti i rami, "Tutti i rami danni".
G UN FOCUS SUL LASSI CURA-
ZI ONE RC AUTO
Lassicurazione contro la responsabilit civile relativa ai veicoli a mo-
tore meglio nota come RC auto occupa una posizione particolare
allinterno del variegato portafoglio prodotti offerto dalle imprese di
assicurazione; questa tipologia di polizze rappresenta infatti una quo-
ta molto ampia del mercato assicurativo italiano ed estero in termini
di raccolta premi e ci dipende soprattutto dal fatto che obbligatoria
per tutti i possessori di veicoli.
La ragione per cui, con una norma del 1969, stato introdotto in
Italia lobbligo per tutti i proprietari di autoveicoli di stipulare un simi-
le contratto da ricercare nella volont di evitare che le conseguenze
degli incidenti automobilistici dessero luogo a contenziosi diffusi e la-
sciassero gravare su ampie fasce della popolazione i danni causati da
terzi. Tale obbligo assicurativo grava sul proprietario dellautoveicolo
e, pi in generale, su chiunque pone in circolazione un autoveicolo,
avendone la disponibilit, ad esempio in qualit di usufruttuario.
Un obbligo analogo riguarda le imprese di assicurazione autorizzate
a operare nel ramo Rc auto, che non possono esimersi dallaccettare le
richieste di garanzia avanzate dai possessori di autoveicoli, a meno che
tali richieste non siano conformi a quanto prescritto dalla legge.
La copertura Rc auto garantisce lassicurato contro i danni involon-
tariamente causati a terzi dalla circolazione del proprio autoveicolo,
sia che si tratti di danni materiali, sia di danni alla persona. Sono con-
siderati terzi i soggetti diversi dal conducente dellautoveicolo, i cui
danni non vengono pertanto risarciti. Il risarcimento effettuato dal-
limpresa di assicurazione a favore dei terzi danneggiati solitamente
contrattualmente limitato a un importo massimo (un massimale, per
lappunto) che per legge attualmente non pu essere inferiore a un va-
lore soglia denito in ambito comunitario in concerto con le autorit
di regolamentazione.
Spesso, se il danno provocato dallincidente solo materiale, non
coinvolge pi di due autoveicoli e, soprattutto, riconosciuto anche
da chi lha determinato, il danneggiato pu chiederne la liquidazione
e il risarcimento direttamente alla propria impresa di assicurazione
anzich rivolgersi a quella di colui che ha causato lincidente anche se
sar questultima, in ultima istanza, a dovere sostenere il relativo onere.
Ci possibile grazie alla Convenzione di indennizzo diretto (Cid),
ossia una convenzione tra le imprese di assicurazione, in base alla
quale limpresa che effettua la liquidazione del sinistro a favore del suo
assicurato ha diritto a richiedere il rimborso a quella del danneggiante.
Nel caso, invece, in cui lincidente sia provocato da un autoveicolo
non identicato o privo di assicurazione o la cui impresa di assicura-
zione soggetta a procedure di liquidazione coatta, e abbia provocato
gravi danni alla persona, il risarcimento dei danni avviene a carico del
103
104 tN rccts sttt /ssi ctn/zi cNr nc /ttc
Fondo vittime della strada, organismo nanziato da tutte le imprese
di assicurazione che esercitano la Rc auto in Italia.
Un aspetto cruciale delle coperture Rc auto riguarda la determina-
zione del premio. A questo proposito va ricordato che, a seguito del
recepimento di una direttiva CE, dal 1994 la ssazione dei premi nel
ramo Rc auto stata completamente liberalizzata e sono state intro-
dotte norme volte a incrementare la trasparenza delle tariffe praticate
dalle imprese di assicurazione. Diversamente da quanto accadeva in
passato, quando il costo delle coperture assicurative erano determinate
dal Comitato interministeriale prezzi, oggi ciascuna impresa di assicu-
razione pertanto libera di adottare il proprio sistema di tariffazione,
eventualmente segmentando la clientela al ne di individuare i prezzi
pi congrui per ciascun assicurato.
Gli elementi che determinano il costo delle coperture Rc auto sono
essenzialmente:
1. il numero dei sinistri causati dallassicurato
2. il loro costo medio
3. le spese legali e amministrative relative alla gestione dello stesso
sinistro.
Il calcolo viene effettuato sulla base dei risarcimenti attesi, la cui
previsione fondata sullesperienza passata e sulle stime di aumento
dei costi stessi. quindi possibile ripartire gli assicurati in classi di
rischio omogenee in funzione di alcune loro caratteristiche correlate
al numero degli incidenti e ai relativi costi medi, come ad esempio il
sesso, let, la provincia di circolazione ecc. Si tiene inoltre conto della
sinistrosit pregressa, in base alla quale ciascun veicolo assicurato
assegnato ad una determinata classe di rischio: il passaggio da una
classe meno rischiosa a una pi rischiosa a causa del vericarsi di
un incidente comporta, secondo lapplicazione del meccanismo del
cosiddetto bonus/malus, un aumento del premio. Se viceversa lassi-
curato non causa di alcun incidente si ha, con il passare del tempo, il
passaggio ad una classe migliore e una corrispondente riduzione del
premio.
In generale, nel caso i costi sostenuti dalle imprese di assicurazione
per i risarcimenti aumentino, essi vanno ripartiti tra tutti gli assicurati
in base al principio di mutualit in misura ovviamente differente tra
coloro che hanno causato incidenti e chi no.
Pertanto, anche chi passato a una classe di rischio migliore de-
ve partecipare alla copertura del maggior fabbisogno a cui si trova
esposto lassicuratore.
Negli ultimi anni si sono registrati aumenti signicativi nel costo
delle assicurazioni Rc auto e il fenomeno in Italia ha avuto risonanza
informativa a livello nazionale proprio recentemente (Dicembre 2010).
Ci sono due interpretazioni assai differenti del fenomeno:
1. Taluni addebitano la responsabilit di tali aumenti alla struttura
oligopolistica del mercato che, unitamente allobbligo a contrarre
unassicurazione posto a carico sia degli assicurati che delle im-
prese di assicurazione, genera rigidit sul lato della domanda e
tN rccts sttt /ssi ctn/zi cNr nc /ttc 105
dellofferta e consente comportamenti collusivi tra le imprese di
assicurazione, riducendo gli incentivi a praticare prezzi a livelli
vicini ai costi di produzione. Nel passato si sono avute condanne
di diverse imprese italiane di assicurazione da parte dellAntitru-
st italiana che ha censurato uno scambio dinformazioni sulle
tariffe Rc auto tra le stesse imprese, ritenuto illegittimo anche in
base alla normativa comunitaria. La conoscenza continuata e re-
ciproca delle tariffe praticate potrebbe infatti consentire atteggia-
menti collusivi nella formazione dei prezzi assicurativi. Le stes-
se organizzazioni dei consumatori hanno denunciato gli aumenti
dei prezzi registratisi negli scorsi anni, senza tuttavia riuscire a
dimostrare la formazione di protti eccessivi da parte delle im-
prese stesse. comunque un fatto che il premio medio assicura-
tivo in Italia anche il doppio del corrispondente premio pagato
da Nazioni con proli nazionali simili, quali Francia e Germania.
2. In base a una seconda ipotesi gli incrementi dei premi sono da
imputare alla crescita dei costi dei sinistri, favorita peraltro da
atteggiamenti condiscendenti da parte delle imprese di assicura-
zione nei confronti del processo risarcitorio e di coloro che vi
sono coinvolti. Tale ipotesi sostenuta da quanto emerge dai
dati riguardanti landamento dei conti tecnici delle imprese di
assicurazione relativi al comparto Rc auto da cui emerge che,
negli anni recenti, la crescita dei costi dei risarcimenti stata su-
periore a quella dei premi pagati dagli assicurati. Come stato
da pi parti sostenuto, non si pu tuttavia tralasciare il fatto che
lobbligatoriet ad assicurarsi- che non pone quindi problemi di
elasticit della domanda delle coperture allaumentare del prez-
zo non costituisce di certo un incentivo per le assicurazioni
a contrastare la crescita dei costi dei risarcimenti. Se da un lato
certamente vero che la parte preponderante dei costi (i risarci-
menti) esogena al controllo diretto delle imprese (si pensi alla
progressiva lievitazione dei risarcimenti medi per le lesioni di
lieve entit stabiliti da parte della magistratura ordinaria), dal-
laltro si deve rilevare come non si sia sviluppata, nelle forme
dovute o con lintensit necessaria, lazione di contrasto verso
atteggiamenti opportunistici da parte di tutti i soggetti che trag-
gono direttamente o indirettamente vantaggio dallindustria dei
risarcimenti relativi ai sinistri Rc auto. Il benchmark costituito
dai premi decisamente inferiori pagati in contesti europei simili,
fa ritenere che il problema sia stato nora affrontato semplice-
mente aumentando i premi richiesti, sfruttando lobbligatoriet
del contratto previsto dalla legge, piuttosto che nel fronteggiare
il fenomeno: questa almeno la posizione espressa dallISVAP.
A questo riguardo dalle statistiche relative agli ultimi anni emerge che
solo due terzi dei sinistri Rc auto avvenuti in un determinato anno
sono liquidati nel corso dei due anni successivi e che la liquidazione
completa di tutti i sinistri Rc auto richiede un periodo di sette-otto
anni a partire da quello in cui sono stati denunciati.
Inne, si segnala la progressiva divaricazione dei prezzi delle coper-
ture tra i diversi assicurati. prodottasi a seguito della liberalizzazione
106 tN rccts sttt /ssi ctn/zi cNr nc /ttc
delle tariffe e che ha costituito una fonte di critica per i livelli raggiunti
in alcune aree del paese e per determinate categorie di assicurati.
H GLOSSARI O
tssicuntto soggetto su cui grava il rischio
tssicuntzioNc (coNtnttto oi} loperazione economica che per-
mette di fronteggiare i rischi puri tramite il loro trasferimento
a terze economie, sufcientemente solide per garantire la coper-
tura dei danni o delle perdite che potranno originarsi al loro
vericarsi
tttivitk stNctnic ocriNitc ott tcsto uNico stNctnio -raccolta di
depositi o di altri fonti con obbligo di restituzione -operazioni di
prestito -leasing nanziario -servizi di pagamento -emissione e
gestione di mezzi di pagamento -rilascio di garanzie e di impe-
gni di rma -operazioni per proprio conto o per conto della clien-
tela in: strumenti di mercato monetario, cambi, valori mobiliari,
strumenti nanziari e azioni -partecipazioni alle emissioni di ti-
toli e prestazioni di servizi connessi -consulenza alle imprese in
materia di struttura nanziaria, di strategia industriale -servizi
di intermediazione nanziaria del tipo money broking -gestione
e consulenza nella gestione di patrimoni -custodia e amministra-
zione di valori mobiiari -informazioni commerciali -cassette di
sicurezza -altre attivit secondarie
stNctssicuntzioNc Fenomeno di concentrazione di mercato e inte-
grazione produttiva per cui molte realt bancarie hanno prima
acquisito e poi integrato il canale distributivo per fornire servizi
assicurativi standard o di moderata personalizzazione. Vedasi
anche Banca Universale
stNct uNivcnsttc Si ha quando la Banca decide di svolgere diret-
tamente molte delle attivit consentite dal nuovo Testo Unico
Bancario
scNcricitnio colui a favore del quale limpresa di assicurazione
tenuta a erogare la prestazione in caso di sinistro; ancora si noti
che contraente e beneciario possono essere distinti
coNtntcNtc il sottoscrittore di una polizza assicurativa che non ne-
cessariamente coincide con lassicurato
coNvcNzioNc oi iNocNNizzo oinctto Convenzione di indennizzo
diretto (Cid), ossia una convenzione tra le imprese di assicura-
zione, in base alla quale limpresa che effettua la liquidazione
del sinistro a favore del suo assicurato ha diritto a richiedere il
rimborso a quella del danneggiante
107
108 ctcss/ni c
otNNo il sinistro genera un danno, che pu essere sia materiale sia
sico, sia diretto sia indiretto e cio un danno non direttamen-
te riferibile alloggetto del sinistro, come nel caso della perdita di
quote di mercato causate da una sospensione della produzione
per incendio
ruNzioNc oi iNtcnvcoitzioNc riNtNzitnit Limpresa di assicura-
zione si congura come un intermediario nanziario, in quanto
le sue strutturali disponibilit di mezzi nanziari (cfr. inversione
del ciclo produttivo) fanno emergere la sua capacit di convo-
gliare sistematicamente, tramite gli investimenti, i propri mez-
zi disponibili verso il nanziamento delle aziende caratterizzate
da permanente decit nanziario sia del settore privato sia del
settore pubblico
iNocNNizzo o nistncivcNto lemergere del danno determina il di-
ritto dellassicurato alla prestazione prevista nel contratto, rap-
presentata da un indennizzo o risarcimento per il danno su-
bito, ovvero dallerogazione di una o pi somme di denaro cosi
come previsto nel contratto
iNvcnsioNc oct cicto rnoouttivo il fenomeno per cui nelle im-
prese di assicurazioni si formano prima i ricavi (i premi anticipati
dagli assicurati) dei costi correlati
irotcsi ocvocntrict Indica linsieme di valutazioni circa la proba-
bilit che levento temuto (morte o sopravvivenza dellassicurato)
si verichi nel periodo di vigenza del contratto e d luogo alla
componente demograca o attuariale del premio. Si utilizzano a
tal ne le tabelle demograche
irotcsi riNtNzitnit Indica linsieme di considerazioni e valutazioni
concernenti la distanza temporale tra il momento di versamento
del/i premi e quello di erogazione del capitale o della rendita
e la conseguente necessit di attualizzare i capitali assicurati in
base ad una stima dei rendimenti attesi sulle somme versate (il
cosiddetto tasso tecnico)
isvtr il fenomeno per cui nelle imprese di assicurazioni si forma-
no prima i ricavi (i premi anticipati dagli assicurati) dei costi
correlati
tcccc tvtto ctnti Legge n. 218 del 30 luglio 1990 famosa per aver
introdotto la societarizzazione delle banche e la essibilit nella
concessione da parte loro ai Clienti di crediti a breve/medio/lun-
go periodo
vtnciNc oi sotvisititk costituito fondamentalmente dal patrimo-
nio netto, denito come eccedenza dei mezzi patrimoniali a di-
sposizione dellimpresa rispetto agli obblighi assunti. Lentit
del margine di solvibilit deve essere calcolata secondo i dettami
dellISVAP lente di sorveglianza del settore Assicurativo
vututtitk (rniNcirio oi} Lassicurazione si basa sulla mutualit, cio
sul raggruppamento di pi persone o aziende che mettono in co-
mune i rischi dei quali temono le conseguenze e decidono di
ctcss/ni c 109
contribuire al regolamento dei danni che colpiranno solo alcune
di loro.
La mutualit, pertanto, rendendo possibile il ricorso allassicura-
zione, permette di eliminare il rischio e di creare sicurezza.
onicNttvcNto stnttccico tttc ncttzioNi Approccio strategico di
vendita nel quale la Banca denisce un unico punto di riferimen-
to per il Cliente Corporate Banker per la clientela delle im-
prese e consulente nanziario per la private con lo scopo di
massimizzare il patrimonio informativo sullimpresa, riducendo
cos il rischio e/o massimizzando lopportunit di cross selling
(specialmente sul private)
rncvio Quando il principio di mutualit applicabile, imprese/pri-
vati hanno lopportunit di risolvere il problema del rischio ce-
dendolo alle imprese di assicurazione. Questo avviene attraverso
il pagamento anticipato di una quantit di denaro, tipicamente
assai inferiore al valore economico stimato causato dal vericarsi
del potenziale danno, normalmente denominato premio
ronttroctio oct ttvono oinctto itttitNo Per portafoglio del la-
voro diretto italiano si intende il portafoglio di tutti i contratti di
assicurazione stipulati dalle compagnie assicuratrici italiane e la
documentazione ad essi connessa
ronttroctio oct ttvono iNoinctto itttitNo Per portafoglio del
lavoro indiretto italiano si intendono i contratti stipulati da im-
prese italiane o da stabilimenti in Italia di imprese aventi la sede
legale in altro Stato, se limpresa cedente essa stessa impresa
italiana o stabilimento in Italia di imprese aventi la sede legale in
altro Stato.
ronttroctio oct ttvono iNoinctto cstcno Si considerano porta-
foglio estero i contratti stipulati nel caso in cui limpresa cedente
sia unimpresa avente la sede legale in altro Stato. I contratti sti-
pulati da imprese italiane attraverso uno stabilimento costituito
in altro Stato si considerano portafoglio estero
rniNcirio oct vutuo nicoNoscivcNto c tutonizztzioNc uNict
Direttiva CEE del giugno 1985 che impone lestensione alle altre
nazioni della CEE del riconoscimento gi in essere in una singola
Nazione CEE dellattivit Bancaria di un intermediario. Le rela-
tive autorizzazioni non devono essere nuovamente richieste nei
nuovi paesi al d fuori del paese di origine dove linterme-
diario andr eventualmente ad operare
ntvo otNNi la tradizionale macro classicazione utilizzata in am-
bito assicurativo per indicare imprese di assicurazioni (o una di-
visione di unimpresa di assicurazione) che tratta prodotti ricon-
ducibili a tutte le altre circostanze che possono riguardare un
soggetto e si usa parlarne come di polizze riguardanti danni a
cose e persone
110 ctcss/ni c
ntvo vitt la tradizionale macro classicazione utilizzata in ambito
assicurativo per indicare imprese di assicurazioni (o una divisio-
ne di unimpresa di assicurazione) che tratta prodotti riconduci-
bili alla durata della vita umana
nitssicuntzioNc (ivrncsc oi} le imprese di riassicurazione sono
dedite allaccettazione in via sistematica delle parti di rischi cedu-
te dalle imprese di assicurazione successivamente alla loro assun-
zione. La funzione resa necessaria dal fatto che alcuni eventi
non soddisfano i criteri statistici per la validit del principio di
mutualit
niscuio espressione con la quale si identica il possibile vericarsi di
un certo evento dal quale pu generarsi una perdita per un certo
soggetto
niscnvc tccNicuc Sono poste che caratterizzano il bilancio delle im-
prese di assicurazione ed esprimono le obbligazioni di queste nei
confronti degli assicurati. La metodologia e i vincoli per il loro
calcolo sono ssati dallISVAP. Il termine non deve generare con-
fusione: non sono accantonamenti di Utile di esercizio ma vere
e proprie stime di costi a cui lassicurazione dovr far fronte per
la propria gestione caratteristica (cfr. inversione del ciclo produt-
tivo): per questo motivo devono essere intese come debiti verso
gli assicurati
siNistno il vericarsi dellevento temuto che comporta pertanto
la realizzazione del rischio che sino a quel momento era solo
eventuale.
tcsto uNico oi iNtcnvcoitzioNc riNtNzitnit Legge approvata de-
nitivamente nel febbraio 1998 che deniva attori e attivit nel
campo dellintemediazione
tcsto uNico stNctnio D.lgs. n. 385 del 1 settembre 1993 che siste-
matizza e armonizza i cambiamenti progressivamente apportati
alla legge del 1936 dalla legge Amato-Carli del 1990 e dal rece-
pimento delle direttive comunitarie avvenute nel 1992. I prin-
cipali cambiamenti consistono nella societarizzazione delle ban-
che (e conseguente abbandono della funzione pubblica) e nel-
la despecializzazione delle Banche sulla base della tipologia di
crediti gestiti quale conseguenza dellabbattimento dei relativi
vincoli (le banche da questo momento possono erogare crediti a
breve/medio/lungo periodo)
I L I STA ACRONI MI
srv Business Process Management
sro Business Process Outsourcing
srn Business Process Reengineering
cio Convenzione di Indennizzo Diretto
cio Chief Information Ofcer
cnv Customer Relationship Management
cno Chief Risk Ofcer
cso Chief Security Ofcer
cvv European Mastercard Visa
crc European Payments Council
uui Herndahl-Hirschman Index
isvtr IStituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di interes-
se collettivo
vtts Mobile as a Service
vBt Merger ans Acquisition
vrs Mobile Financial Services
vrs Mobile Financial Services
virio Markets in Financial Instruments Directive
Nrc Near Field Communication
rtc Piano di accumulazione pluriennale
rvo Project Management Ofce
ros Point of Sale
rso Payment Services Directive
nrio Radio Frequency Identication
nit Rapporti Interbancari Accentrati
nist Ricevuta Bancaria
nio Rapporti Interbancari Diretti
stts Software as a service
111
112 ti st/ /cncNi vi
scrt Single Euro Payments Area
sictv Societ dInvestimento a Capitale Variabile
stt Service Level Agreement
siv Subscriber Identity Module
tco Total Cost of Ownership
tus Testo Unico Bancario
tur Testo Unico in Materia di Intermediazione Finanziaria
BI BL I OGRAFI A
[1] AA. VV (2011), Relazione Annuale, ISVAP, Roma.
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