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C'era una volta un bambino che voleva costruire un grande castello di sabbia in riva al mare, "un saldo e bel

castello questo sar" si diceva fra se e se mentre l o costruiva. Una volta finito ne ammirava la grandezza; questo, cos strabiliante, faceva ombra persino sui castelli vicini, e per quanto rigiarda la bellezza beh , lo stesso bambino, come gli altri pi vicini, era estasiato al solo guardarlo e ci lo faceva rimanere attratto e attratto ancora. Alla prima onda il castello ini zi a cedere ed il bambino cap che quella meraviglia poteva restare, unica e forte, in piedi soltanto se avesse prestato cura ogni giorno alla sua saldezza. Il bambino si accorse presto che serviva tempo e fatica per tenere quel castello sempre gagliardo e splendente ma era quel castello che lo rendeva un bambino sp eciale, speciale perch era il suo castello e non venerano di altri uguali, era fru tto del suo lavoro e dei suoi desideri, era parte di s, la parte che pi gli piacev a poich laveva portata a tutti i costi fuori con fatica. In un giorno di maltempo il castello fu quasi completamente distrutto e allora i l bambino riflett sul da farsi: lasciar perdere o ricostruirlo in parte ancora pi s aldo? A questa domanda il bambino decise di lasciar perdere; servivano tempo e fa tica e non pensava ne sarebbe valsa pi la pena di tenerlo in piedi. Da quel giorno in poi smise di costruire castelli saldi e belli e si dedic a farn e di pi piccoli e instabili, facili da manutensire ma anche tanto privi di anima poich la coscienza che potevano scomparire dalloggi al domani li rendeva gi morti. Ecco che il bambino, deluso, in fondo, prima verso se stesso, perse ogni gioia d ellanimo e la sua sofferenza era la coscienza del tempo che erode; ormai il suo v ecchio e grande castello non cera pi, lunica sua vera e grande speranza era proprio in quel castello, che aveva deciso di abbandonareperch faticoso, e non si era ac corto che con lui aveva abbandonato la parte che lo vivificava di pi. Ma quanta era piccola la fatica di tener in piedi quel maestoso e splendente cas tello rispetto alla consapevolezza di tenerli di piccoli e cos instabili, gi prema turamente morti.

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