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Com’è noto, la crescente esternalizzazione dei servizi pubblici da parte degli enti locali,

collegata a significative innovazioni normative da cui ha tratto origine, hanno modificato il ruolo
degli enti locali da gestori ad organizzatori, regolatori e controllori dei servizi medesimi.
Ciò richiede una sostanziale modifica dell’organizzazione dell’amministrazione e, nell’ambito
della stessa, una nuova programmazione delle funzioni di controllo, in grado di favorire una
rapida verifica della gestione in outsourcing sia sotto l’aspetto dei livelli dei servizi resi (e dei
costi) che del corretto utilizzo delle risorse pubbliche.
Dall’indagine svolta dalla Sezione è risultato peraltro che gli affidamenti dei servizi
all’esterno sono stati realizzati non solo all’infuori di un sistema di programmazione, analisi e
controllo ma anche prescindendo del tutto da significativi adeguamenti della propria struttura
interna alle nuove forme gestionali.
In ordine al servizio rifiuti, i dati rilevano una percentuale di copertura dei costi
eccessivamente modesta, mentre il livello dei costi unitari del servizio appare eccessivamente
elevato. Particolarmente esosi appaiono anche i servizi di assistenza domiciliare agli
anziani.
Allarmante appare, infine, la flessione dei proventi del servizio idrico, i cui costi, tuttavia,
risultano in linea con la media del settore.
Da quanto innanzi evidenziato emerge la necessità di un’accurata valutazione
della economicità del servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti e di
assistenza domiciliare agli anziani così come gestiti attualmente, in rapporto anche al
grado di soddisfazione dell’utenza. Necessiterebbe anche approfondire i motivi della flessione
dei proventi del servizio idrico.
Desta poi apprensione la scarsa propensione dell’Ente a dotarsi di adeguati strumenti di
controllo e di conoscenza della gestione al fine di comprendere gli aspetti critici e di attivare
meccanismi di correzione. Infatti, quelli in essere costituiscono controlli minimali, talora di
contenuto più formale che sostanziale o esclusivamente computistico, che non consentono di
verificare nella maniera dovuta le effettive dinamiche operative e gli effetti dei risultati
conseguiti.
Non sembra comunque che, al di là dell’operatività di una struttura formalmente istituita,
l’ente verifichi concretamente e con adeguati strumenti che le prestazioni rese dai gestori
corrispondano agli obblighi assunti e alle esigenze della comunità che dei servizi fruisce.
Nel corso dell’indagine è stato ancora rilevato che solo in qualche caso i rapporti tra Comune
e gestore sono regolati da un contratto di servizio, mentre solitamente tali rapporti risultano
regolamentati da convenzioni, concessioni non meglio definite, o da contratti di appalto (anche
perché in genere si tratta di servizi affidati prima della riforma).
Al riguardo la Sezione ritiene che la principale criticità della gestione dei servizi comunali è
data dalla sostanziale assenza di controlli, la quale causa enormi sprechi, perdite e deficienze
ed agevola le illegalità. Occorre pertanto rivedere i criteri, i metodi del controllo e la
composizione degli organismi preposti a tale funzione, che deve riguardare tutti i gestori, ivi
comprese le società di capitali che gestiscono servizi comunali.
Un aspetto particolarmente critico del servizio di raccolta dei rifiuti esaminato dalla Sezione
è costituito dal livello della raccolta differenziata, che a tutt’oggi risulta ancora molto lontano
dagli obiettivi del D.lgs. n.22/1997 (decreto Ronchi), e dalle relative modalità di smaltimento.
Relativamente al primo aspetto basti considerare che il Comune non ha realizzato neppure la
percentuale del 15% fissata dal legislatore per l’anno 1999. Tale stato di fatto aggrava
certamente il fenomeno dell’emergenza rifiuti - che colpisce non i medesimi Comuni ma la
stessa area regionale – il quale si collega, almeno in parte, al mancato impiego di sistemi di
smaltimento ecologici, atti a ridurre la massa da conferire in discarica.

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