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Ricercatori per una Universit Pubblica, Libera, Aperta

DocumentodeiRicercatoridelleUniversititaliane
aseguitodell'AssembleaNazionalediMilanodel29Aprile2010
PerunaUniversitpubblica,liberaeaperta,sedediricercaedialtaformazione

1.Quadrogenerale1
Nell'ultimo decennio si assistito ad un accentuato deterioramento delle condizioni delle universit italiane, ormai prossime al collasso finanziario ed organizzativo. Le cause di tale declino sono molteplici e vanno ricercate da un lato nella gestione locale delle risorse da parte dei singoli Atenei, non sempre e non dappertutto oculata, dall'altro nel quadro nazionale di forte incertezza creato dalle continue modifiche della legislazione in materia universitaria e dalla progressiva riduzionedelle risorse statali, con una conseguente estesa riduzione e precarizzazione del personale. Nei prossimi due anni il finanziamento delle UniversitedellaRicercasubirulterioripesantitagli,portandoilsistema,gipesantemente sottofinanziato (vedi legge 133/08 [1] e legge 1/09 [2]), al di sotto della soglia di sostenibilit. A questo proposito sufficiente sottolineare il fatto che nel 2012 il totale di risorse previsto per il finanziamento delle universit italiana sar in assoluto inferiore al fondo ad esse destinato nel 2002. Questo aspetto di particolare criticit stato anche sottolineato dalla 7 Commissione permanente "Istruzione pubblica, Beni culturali" del Senato della Repubblica che ha dichiarato che con le prospettive economiche attuali le universitnel2011nonsarannopiingradodifunzionare[3]. Nell'analisi governativa, in varie forme ripresa dai media, il sistema universitario nazionale soffrirebbedifortideficitinterminidiprestazionisecomparatoalquadrointernazionale.In realt,laricercaspecialisticaemetodologicamentepiaccurata[4]smentiscel'esistenzadi un gap cos profondo fra l'Italia e gli altri paesi paragonabili (come Regno Unito, Francia, Germania e Spagna), anzi, una ricerca riportata su una delle pi prestigiose riviste internazionali ha mostrato che la produttivit scientifica dei singoli ricercatori italiani a livelli di eccellenza [5]. Le uniche vere grandi anomalie italiane, come mostrano studi specifici,riguardanoilpesantesottofinanziamentodelsistemauniversitarioediricercaela questione dei giovani ricercatori [5, 6, 7]. I due aspetti sono evidentemente collegati: in Italia, il costo reale di un sistema sottofinanziato, ma pur sempre funzionante, stato scaricatosullecomponentipidebolidellavorouniversitarioesitradotto,inparticolare,

1Alcunigraficietabelleasupportodiquantodettoneltestosipossonotrovareinappendice,altrereferenze sonocitateallafinedeldocumento.
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in uno sfruttamento esacerbato dei ricercatori, precari e strutturati. Questo al fine di sostenere l'offerta didattica, cio il 'prodotto' pi immediatamente visibile e facilmente misurabiledelsistemauniversitariol'unicoconsideratodalGoverno. A fondamento della riforma dunque sono poste interpretazioni arbitrarie e surrettizie dei dati, formulate in assenza di parametri di riferimento scientifici e internazionalmente considerati validi che permettano di valorizzare la specificit del caso italiano rispetto ai sistemi universitari di altri paesi, e di operare, con una comparazione fondata, una critica costruttivaefruttuosa.Cossiproponediattuare,attraversoildisegnodilegge1905S(DdL 'Gelmini') [8], un progetto di riforma delle Universit malamente ricalcato sui modelli adottati da societ profondamente diverse dalla nostra. Il DdL sembra quindi non considerare che per riformare il sistema universitario si devono imperativamente considerare anche le interazioni fra universit e societ, siano esse istituzionali (scuola, welfare), o relative alla costruzione di un patrimonio economico e sociale (sviluppo di qualit,specificitdellastrutturaeconomicaedellerisorsedelpaese,definizionedeipartner esterni,etc.). 1.1 Unasvalutazionesistematicadellerisorsescientificheeumane In questo scenario il Governo considera l'Universit, in blocco, inadeguata a contribuire attivamentealprocessodiriforma,progettatoquindisenzanessunaconsultazione:tuttele componenti universitarie vengono in uguale misura ritenute colpevoli di sprechi di denaro pubblico. Analogamente, nel legiferare, non individua mai le responsabilit delle attuali difficolt delluniversit italiana (la cattiva attuazione del 3+2, il dissesto finanziario o londata di progressioni al posto dei reclutamenti e la selezione al ribasso), come se tali responsabilitnonfosseropreciseelegateaiverticidelsistema.Cosfascontareancorauna volta alle componenti pi deboli il costo di un processo di 'ristrutturazione' che ha tutti i crismidiunaveraepropriadismissioneesvendita'aziendale'. L'Universit pubblica e statale, infatti, non viene mai considerata come un bene pubblico strategico, cruciale per il paese in termini di sviluppo sociale, culturale ed economico, ma solocomeuncentrodispesa("spreco")alqualenecessarioridurreifondi.NelDdL1905s, l'obiettivo politico di smantellamento dellistituzione universitaria pubblica esplicito e si evidenziainparticolarenelnonprevedereadeguatecopertureperleattivituniversitariee nella continua insistenza sul 'costo zero' del presunto intervento riformatore del DdL. La retorica di modernizzazione, persino di moralizzazione dell'Universit surreale quando adottatadalcetopoliticoeimprenditorialedelnostropaesesiaccompagnaadappelliagli studenti e ai giovani che, nelle parole del legislatore, risulterebbero premiati da questa riforma in cui, invece, il diritto allo studio ridotto all'osso [vedi p.es. le tabelle in appendice]. La riforma che demolisce l'istituzione universitaria viene inoltre sbandierata come "riforma contro i baroni" pur concentrando nelle loro mani di fatto il potere decisionale. Si trascura poi di evidenziare che l'universit italiana pu resistere nella comparazioneinternazionalegrazieallavorodi25.000ricercatori,chebaroninonsono,edi almeno altrettanti ricercatori non strutturati che ormai da anni svolgono le stesse funzioni deicolleghiinruolo.Solocosstatagarantitafinoralacostanteformazione,diimportanza strategicaperilfuturodelpaese,deidottoridiricercaedeiricercatori'nonstrutturati'pi giovani, nonch degli studenti intenzionati a iniziare una carriera di ricerca. Alla luce di questa "riforma", essi sono avviati ad un percorso che a questo punto non neppure pi incerto:hannodavantiunbinariomortool'emigrazione.

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Un aspetto significativo nel DdL 1905 il fatto che non venga garantita e sottolineata la funzione fondante delle Universit stesse, vale a dire il binomio inscindibile di ricerca e didattica, indispensabile per realizzare una formazione di alta qualit. Il nesso ricerca formazione, gi indebolito dal sottofinanziamento e dall'attuazione del 3+2, snaturato nellamisuraincuinonsiriconoscenellacostruzionediunacarrieraaccademicalacentralit della ricerca soprattutto nella fase iniziale, mentre il lavoro accademico viene identificato semprepiunivocamenteconilcaricodidatticofrontale. 1.2 Politichemiopienecessitdirilanciareleuniversitperilsistemapaese Negliultimianni,lescelteoperateinmateriadipoliticauniversitariadaivarigovernihanno sologuardatoarisolverepiccoliscoglicontingentiinmanieraparzialeealeatoriasenzamai davverooperareriformedigranderespiro,discusseecondiviseconchinell'universitlavora edingradodicogliereaspirazioniedifettidiunsistema.Unesempioditaliscelteprivedi visione generale costituito dalle continue variazioni delle norme che regolano il funzionamentodell'offertadidatticauniversitariadellultimodecennio.Innovazioniprofonde delsistemadiformazione,comeilpassaggiodaicorsidilaureaaciclounicoaicorsidilaurea triennaliebiennali(specialistiche/magistrali)coscomeprevisteeintrodottenelquadrodel Processo di Bologna [9], non dovrebbero essere ulteriormente modificate prima che sia trascorso almeno un quinquennio dalla loro entrata in vigore, per permettere che l'intero nuovo ciclo di studi sia sperimentato nella sua completezza e le conseguenze sul percorso formativo osservate sul campo. Tempi pi brevi e improvvisazioni sperimentali portano inevitabilmente alla destabilizzazione del sistema. Inducono inoltre confusione e demotivazione dei docenti, impegnati sempre pi a districarsi negli aspetti formali imposti dai crescenti vincoli della normativa, ma anche ovviamente degli studenti, sottoposti a percorsidistudioicuicontinuicambiamentiincorsodisvolgimentononpermettonomaidi assumereunafisionomiamatura. E' evidente che le riforme profonde del sistema universitario non possono e non devono esserepreseacuorleggero,mavannopensateeprogettateconcuravalutandonealmeglio leconseguenzeimmediateefuture.Perquestoleriforme,tantopisonoambiziose,tanto pidevonoesserecondiviseconchicoinvoltonellaloroattuazioneesostenute,nellafase attuativa,conrisorseadeguate.Leattivitpropriedelleuniversitinoltre,laformazioneela ricerca,fannoscheiprogettidiriformachelariguardanononpossonoessererealizzatiin modo analogo a interventi di tipo aziendale: il fallimento dei progetti di riforma dell'Universithaconseguenzecheunpaesecivilenonpupermettersi. Va notato invece che, bench tutte le riforme attuali siano state precedute da grandi proclami sulla volont e necessit di riforme radicali, i provvedimenti presi si sono concentrati unicamente su aspetti marginali, come la composizione delle commissioni di concorso, senza mai inserire un vero meccanismo di responsabilit altri preferiscono parlare di "meritocrazia" nelle scelte. Gli atenei continuano a non essere formalmente responsabilidellasceltadellepersonecheassumono:commissaridialtresedileselezionano per loro ai concorsi e alle sedi che hanno bandito non resta che chiamare chi risultato idoneo. Non la composizione delle commissioni il nocciolo del problema, ma lindividuazione della responsabilit delle scelte con valutazioni expost delle scelte fatte mediantecommissioniampiedeldipartimento/strutturadidestinazione.

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1.3 Criticitdelruolodeiricercatorinelsistemaattuale La filosofia sostanzialmente antiscientifica della visione di Universit adottata dai governi nell'ultimodecenniorisultaparticolarmenteevidentenellamarginalizzazionedellafunzione di ricerca dei ricercatori e nel mancato riconoscimento della rilevanza del loro contributo attualealsistemauniversitarionazionale.Infattiladisponibilitalladidatticadeiricercatori strutturati (il cui impegno didattico valutabile in crediti formativi non previsto dalla normativavigenteDPR382/80[10]emodifichesuccessive)enonstrutturatihacostituito unarisorsafondamentaleperleUniversit,mahaanchecomportatoperiricercatorieperil sistema stesso un costo in termini di tempo inevitabilmente sottratto al versante della ricerca. Risorse scarse e un legame forzato fra carriere e offerta didattica hanno inoltre prodotto effetti perversi sull'intero sistema, le cui conseguenze hanno pesato in netta prevalenzasuiricercatoriesullegenerazionireclutatesottodiverseformecontrattualinegli anni'90. La negazione delle funzioni svolte dai ricercatori il sintomo di un problema pi profondo dellinteroDdL.Lostatogiuridicodeiricercatoriuniversitari,atrent'annidall'istituzionedel ruolo(1980),nonstatomaidefinito,econlaleggeMoratti230/2005[11]stataprevista peril2013lamessaadesaurimentodiquestafigura(ilDDL1905l'anticiperebbeal2011).La definizionedelruologiuridicodegliattualiedeifuturiricercatorinonpuquindipiessere evitatasesivoglionoaffrontareinmodoorganicoiproblemichelepropostecontenutenel DdL Gelmini e i gi citati tagli invece aggravano. Si tratta di una questione cruciale per la qualitdituttoilsistemauniversitario. Un'evidente stortura del sistema, conseguenza di questa mancata definizione dello stato giuridico, il riconoscimento dei ricercatori come "docenti" sancito dal titolo puramente formaledi"professoreaggregato"quandoquestofunzionalealsistema(nelconteggioper esempio del rapporto studenti/docenti e corsi insegnati/docenti), ma la negazione di ogni diritto relativo a tale funzione. Il trattamento discriminatorio si tradotto inoltre nel prepensionamentoobbligatoaquarant'annidicontributiimpostoaricercatoriepersonale tecnicoamministrativo,manonaiProfessoridiprimaesecondafascia.Ancoraunavoltala logica di riforma poggia unicamente sul taglio acritico dei costi, reso pi agevole da una strategia di denigrazione ripetuta e costante dei lavoratori del settore a discapito di una realeattribuzionediresponsabilit. In un contesto dominato sia dalla scarsit delle risorse sia dall'incertezza circa le regole di utilizzo e le finalit delle stesse, diventa indispensabile operare scelte oculate che portino senzaincertezzeaunrilancioeaunrinnovamentodelsistemauniversitariocomesededella Ricerca e dell'Alta Formazione. Si deve adottare una logica di sostegno al miglioramento e allavalorizzazionedellecompetenzeenonprovvedimentifrettolosichediventano,nellaloro attuazione, indiscriminatamente e ingiustificatamente punitivi per tutti i lavoratori del settore (incluso il personale tecnicoamministrativo, su cui invece sarebbe necessario investire). 1.4 "Meritocrazia"evalutazione Prima di entrare nel merito di alcuni aspetti della riforma e delle richieste dei Ricercatori universitari, occorre soffermarsi sulla nuova parola chiave di questi ultimi anni: la meritocrazia, un termine dalla forte valenza ideologica e privo di significato se avulso dal dibattito scientifico internazionale sulla difficile definizione del merito scientifico. E' indiscutibile che un sistema che d spazio a chi 'meritevole' bravo nella ricerca, bravo

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nella didattica, bravo nella divulgazione un sistema virtuoso. Tuttavia, limitarsi ad auspicarela"meritocrazia"senzametterelepersoneelestrutturedavalutareinterminidi meritonellecondizionidisvolgereefficacementelalorofunzionesemplicementeprivodi senso.L'attuazionediunastrategiadivalutazionecheprevedapremialitedisincentivideve quindi necessariamente prevedere un periodo di normalizzazione del funzionamento del sistemauniversitarioedellaricerca.Sidevonopoterstabilireobiettivieprogettarefuturo.E' vitalepercichelerisorsedisponibilisianoprogrammatesubasepluriennale,consistemidi finanziamentocertievincolati,conimporti,tempieobiettividinvestimentotalidariportare l'Italia in linea con i parametri di spesa internazionali che lItalia stessa ha accettato sottoscrivendo la strategia di Lisbona [12]. Inoltre, per raggiungere ogni tipo di obiettivo scientifico scoperte, brevetti, formazione, investigazioni originali, comprensione e previsione di eventi, nuove interpretazioni etc. indispensabile che nello sforzo di valutazionenonvadapersoilprincipiofondamentaledellapromozionedellacollaborazione fra ricercatori, ora sacrificato a uno sterile, se interpretato alla lettera, principio di 'competizione'. Una scienza fertile una scienza che amplia le conoscenze, il confronto metodologico,elasinergiadellecompetenze. Iricercatorichelavoranonelleuniversititalianesonoconvintisostenitoridellanecessitdi unariformaradicaledelsistema.Proprioperquestoritengonocheinunprogettodisviluppo economico,culturaleesocialedelPaeseilriordinodellestruttureedelfunzionamentodelle Universitnonpossaessereperseguitoconl'unicaprioritdeltaglioallaspesa.Considerare la spesa sulle Universit come un mero costo e non un investimento un grave errore strategico, segno dell'impoverimento della politica governativa dellultimo periodo. Non va poi dimenticato che ormai i tagli sul finanziamento delle Universit non sono pi fatti unicamente sulle spese di funzionamento degli atenei ma spesso sulla copertura degli stipendi del personale: in tal modo vengono vincolate a voci fisse non modificabili sempre pirisorseprimadestinatedagliateneiaricercaedidattica.Delresto,lacrisidelleuniversit di impronta neoliberale (corporate university) sta animando un dibattito internazionale sull'opportunitdiagireinbaseacriteridivalutazionetotalmentecentratisulmercatoesu logicheaziendalidibreveveduta,proprioperideficitcausatidatalestrategianonsulsolo versanteculturaleesociale,maanchesulversanteeconomicoetecnologico.

2.FinanziamentodellUniversitedellaRicercaPubblica

2.1Rilanciareilsistemauniversitariopermetterel'Italiaalpassoconilmondo L'investimento nella formazione delle nuove generazioni un parametro vitale per qualunquePaesevogliaprogettareinpositivoilpropriofuturo.Inoltre,anchedaunpuntodi vista prettamente economico stato pi volte dimostrato (basta guardare per esempio il rapporto OCSE 2009 [13] o il rapporto di R. Boarini, e H. Strauss del 2007 [14]) che i finanziamenti destinati alla formazione e alla ricerca sono quelli che hanno un tasso di rendimentomaggioreamedioelungotermine,datochepermettonodiprepararelegiovani generazioniarafforzarelacompetitivitdelproprioPaese.L'universithaancheilcompito dicontribuireallapromozioneculturaleesocialedituttalapopolazionemigliorandocosla qualitdellesueclassidirigentiintuttigliambiti(politico,economico,amministrativo).Altri paesi europei, come, di recente, la Germania e la Francia, hanno ben chiaro il ruolo fondamentaleedicrescenterilevanzacheleuniversitsvolgonopericittadinieproteggono formazioneericercaancheesoprattuttoneimomentidicrisiediprevedibilecambiamento economicocome quello attuale. Insistere invece su una linea d'intervento che ha come prima conseguenza catastrofica lo spreco delle risorse pubbliche gi investite per la

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formazione di giovani attualmente giunti al pieno della loro capacit scientifica ma ancora precariocostrettiall'espatrio,equindil'azzeramentodell'humusattoaformareiricercatori di domani, denota una totale mancanza di visione prospettica e risulta, dunque, un comportamentoaltamenteautolesionistico. Il benessere e le potenzialit di sviluppo di un Paese non sono riconducibili unicamente a fattorieconomiciefinanziarimasonostrettamentelegateall'evoluzionedelleconoscenzee delle tecnologie, cio alla capacit di sviluppare idee nuove e produrre e diffondere conoscenza. Le potenzialit di un Paese si misurano pertanto sulla base della qualit dei giovaniformatinellesuestrutturediricercaedialtaformazione,luoghiparadigmaticiperlo sviluppo delle nuove idee. Per questo gli Stati che mirano a migliorare i propri livelli di sviluppoculturale,socialeedeconomicoinvestonopercentualisempremaggioridelproprio prodotto interno lordo (PIL) per la formazione e per la ricerca, con lobiettivo condiviso di portaretaliinvestimentifinoadalmenoil3%delPILentroil2010.LItalia,daquestopunto divistagiarretratarispettoaglialtriPaesi,(p.es.rapportoUNESCOFactsheet2009[15]e OCSEEducationataGlance2009[13])nonhamantenutogliimpegnisottoscritticonlagi citata strategia di Lisbona [12], e ha invece ridotto significativamente il finanziamento pubblico a Universit e Ricerca per il quale stanzia ora intorno allo 0,8% del PIL oltre 0,5 puntipercentualisottolamediaeuropea.Nelleprevisioniattualiperil2011l'investimento pubblicoitaliano,oltrechescenderecomevaloreassoluto,scenderdicircail14%rispetto al PIL, passando dallo 0.5% allo 0,43%. Con unulteriore contrazione degli investimenti (evidenziataanchedallarecentemanovrafinanziaria)sidelineaquindiluscitadellItaliadal gruppodeipaesiadeconomiaavanzata. Lunica strategia possibile per evitare il declino dellUniversit italiana pubblica, basata sullo stretto rapporto tra didattica e ricerca e aperta nell'accesso deve partire dall'allocazionedifinanziamentiadeguatiedall'attuazionecorrettadiunavalutazioneseria per quanto riguarda l'operato delle strutture. Questo obiettivo potrebbe essere raggiunto, come la recente cronaca ha evidenziato, semplicemente con il recupero all'erario delle somme evase da pochi evasori totali, con le quali si potrebbe addirittura triplicare il finanziamentoannualedellaricercadelleuniversitstatali(attualmentedell'ordineannuodi menodi100milionidiEuro). 2.2RipristinodiunFFOadeguatoerealistico Sullabasediquantoappenadetto,apparequindidicrucialeimportanzachelItaliariordinial piprestolepropriestrategiedispesapubblicaperpuntaremaggiormentesullaformazione e la ricerca, assi fondanti della nuova economia della conoscenza. E quindi urgente ripristinare un Fondo di Funzionamento Ordinario erogato dallo Stato compatibile con un funzionamento corretto degli Atenei e, contemporaneamente, stimolare in maniera decisa leuniversitainteragiremaggiormenteepiproficuamenteconglientiregionalielocaliper la progettazione di unofferta formativa attenta alle esigenze dei giovani, pur ribadendo limportanzascientificaeformativadelledisciplinedibase. Il diritto allo Studio deve poi essere davvero garantito dallo Stato, e non demandato alle universitperchsenefaccianocarico.Attualmente,loStatovienemenosistematicamente questo suo dovere costituzionale, obbligando le Universit ad accettare a costo zero tutti quegli studenti che, per ragioni economiche, non hanno modo di pagare le rette universitarie. Tutti questi studenti cos costituiscono per gli Atenei un costo vivo non compensato da alcun introito. Inoltre non emergono nel dibattito politicoistituzionale in

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corso elementi di sensibilit al problema dei forti squilibri territoriali che incidono sulle condizionidiaccessoedifunzionamentodelsistemauniversitario. Un'altra questione centrale riguarda il quadro retributivo di chi fa ricerca e didattica, soprattuttosegiovaneeall'iniziodellacarriera.Occorreequiparareleretribuzioniaquelle delle omologhe figure internazionali sia per una questione di dignit del singolo ma soprattutto per garantire un funzionamento corretto del sistema a livello locale e a livello internazionaleduelatidellastessamedaglia.Partecipandoaibandieuropeidiricerca,per esempio,iricercatoriitalianisitrovanofiancoafiancoconcolleghipagatidue,tre,persino quattrovoltetanto,pursvolgendolestesseattivit.Renderesenonaltromenoinadeguate leretribuzionifrenerebbel'emorragiadiforzeintellettualichescelgonodiandareall'estero, anzi, costituirebbe finalmente un richiamo per ottimi studiosi stranieri che, oggi, sono fortementescoraggiatiavenireinItaliadalquadroretributivoparticolarmentepenalizzante. Contemporaneamente va anche garantita agli atenei la disponibilit di fondi sufficienti per portare avanti un'attivit di ricerca di qualit, che deve restare l'attivit principale dei ricercatori. Appare infine indispensabile che il finanziamento statale delle Universit assicuri quantomeno la copertura dei costi fissi e garantisca anche un livello minimo di fondi di ricerca, permettendo cos alle Universit di programmare efficacemente la gestione dei fondiperilpotenziamentodellaricercaedelladidattica,alriparodaltimoredidovervariare la destinazione delle risorse senza preavviso. Un problema, questo, che mina la capacit dinvestimentoediprogettazionestrategicanelmediolungoperiodo. 2.3Ruoloindispensabiledellaricercadibase Il finanziamento della ricerca deve essere slegato da immediate dinamiche economiche ed occupazionalieinnessuncasopuesserefinalizzatoallasolaricercaapplicata.Storicamente leUniversitsonostatelasedeprimariadellaricercadibase.Lavalorizzazionedellaricerca di base indispensabile alla nascita di nuove idee, radice e fondamento dellinnovazione. Essafondamentalepergarantirequelbagagliodiconoscenzenecessarioalraggiungimento di un elevato livello culturale e stimolareanche la crescita di imprese innovative. Solo studentipreparatiaconfrontarsiconlaricercadibasesutematichedifrontieraacquisiscono la preparazione necessaria a svolgere attivit di ricerca applicata nelle aziende che li assumeranno. La ricerca di base e la ricerca applicata non sono in contrapposizione, ma la seconda ha necessariamentebisognodellaprimacomebacinosemprenuovodiideeediconoscenzee devonoesserequindientrambecorrettamentefinanziate.

3.Valutazionedell'UniversitedellaRicercaPubblica

Ai ricercatori appare con sempre maggior forza la necessit di attivare un sistema di valutazioneserioeconcretodelleUniversitedellorooperato.Ladefinizionediunquadro di contesto che permetta di rendere la logica della valutazione operativa e credibile costituisce una premessa indispensabile allattivazione di procedure che valorizzino la qualit scientifica. Non infatti sensato che mentre si impone un'ulteriore riduzione dei finanziamenti agli atenei, ormai giunti al collasso, si aspiri ad attivare meccanismi di valutazioneastratti,ignaridelcontestoimpoveritoeinstabilenelqualegliateneioperano.Il sistematico sottofinanziamento del sistema non prefigura questo quadro, ma piuttosto un

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clima da 'guerra fra poveri', in cui non affatto detto che sopravvivano i pi 'virtuosi' ma sologlistrateghimigliori. Alcontrario,allinternodiunquadrodifunzionamentocorrettoeregolaredelsistemaStato Universit, la valutazione di tutti i momenti delle Universit (didattica, ricerca, amministrazione) pu e deve diventare il punto di snodo delle politiche nei confronti del sistema,inbasealqualeattribuirepremiestimoliallepotenzialitdelpersonaleinruoloea contratto nonch, ove fosse necessario, penalizzare le persone e/o strutture continuativamentealdisottodeilivelliminimidiproduttivit. Ilprocessovalutativononpupoiessereintrodottoallimprovvisoeinmanieraacritica,ma deve essere progettato tenendo presente le profonde differenze esistenti fra atenei e discipline all'interno del sistema italiano, e la complessit e specificit delle sedi universitarie. Bisogna prevedere una fase di transizione per mettere tutte le strutture in condizioni di partire alla pari in un'eventuale competizione. Vanno individuati criteri di valutazionispecificidell'universitneisuoidiversiaspettiformativo,innovativo,diricerca, divulgativo.Troppospessocriteridivalutazionepresiinprestitorigidamentedaaltrisettori produttivi (un esempio per tutti: gli studenti laureati in corso) hanno generato effetti perversi gravissimi sulla qualit del sistema. L'uso della valutazione delle strutture (p.es. Dipartimenti) deve diventare il metodo prevalente nella distribuzione delle risorse alle stesse,coneventualepremialitdiquoteaggiuntive,afrontedifinanziamenticerti,congrui rispettoagliobiettivieconpossibilitdiprogrammazionealmenotriennale.Idiversicriteri valutativi, propri di ciascuna disciplina/area di ricerca e accuratamente ponderati, devono divenirepatrimoniocollettivocondivisoepuntodiriferimentodellattivitdituttiglistudiosi italiani.

4.RicercatorieProfessoriUniversitaricompitiedefinizionedicarriera
Il problema dei giovani ricercatori deve essere affrontato con investimenti consistenti sia relativiallafasepreruolo(investimentineidottoratieneicontrattipostdottorato)sianel reclutamento,conlosbloccodelturnover,conunreclutamentostraordinariochepermetta dicolmareilvuotodeipensionamenticonsistentineiprossimiannieconlapromozione(non l'obbligo) della mobilit fra sedi. La carriera tipica dovrebbe prevedere una fase di formazione(dottorato),unpostdoceuncontrattocometenuretrackconprogrammazione dipostiestanziamentitrasparenteepubblica,l'ingressoalprimolivellodelruolounicodei professori universitari a tempo indeterminato in cui rientrano tutte le attuali figure strutturate. 4.1Percorsipreruolo Premessaindispensabileevitaleallamessainoperadelruolounicopropostodairicercatori larazionalizzazionedeipercorsipreruolo.Perl'assenzadirisorse,ilbloccodeiconcorsie del turn over, l'esperienza degli assegni di ricerca si rivelata fallimentare oltre che umiliante prolungamento di una condizione lavorativa incerta. In caso di assunzione, l'assegnodiricercanone'neppurericonosciutodatuttigliateneiitalianiinmodouniforme comeperiododiserviziopressol'universititalianaaifinidellaricostruzionedicarriera.Per evitareladispersionedeigiovaniricercatorieattrarrenuoverisorse,siauspicalistituzione di ununica figura preruolo esplicitamente legata a percorsi certi (tenure track), con lallocazionedellerisorsespecificheperlaprogressionedicarrieraallattodellassunzione.

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Un'analisicomparatadeisistemiinvigoreinaltripaesiedelpercorsodell'universititaliana suggerisce: 1. lacreazionediunprimolivellodipostdocequivalenteauncontrattodaricercatore a tempo determinato (RTD) per una durata non superiore ai tre anni, con valutazionefinalesullattivitdiricerca; 2. la creazione di un secondo livello di postdoc equivalente a un contratto da RTD (sempre di durata non superiore ai tre anni) legato alla tenure track, che preveda cio il contemporaneo accantonamento, da parte dellAteneo, di punti organico e risorsefinanziarieaifinidellaperturadiunbandoperaccedereallivellodientrata della figura di Professore contemplata nel ruolo unico, nello stesso settore scientificodisciplinare(SSD); 3. lasostituzioneconcontrattidaRTDdellattualeselvadicontrattiatipici(assegnidi ricerca, borse di studio, co.co.co, co.co.pro. ecc.); il contratto RTD sarebbe cos l'unicocontrattodiricercapostdoc; 4. l'utilizzazione di borse di studio solo allinterno di cicli di formazione riconosciuti (lauree3+2,dottorati,master,summerschool,ecc.). 5. la possibilit che la posizione di RTD possa prevedere lo svolgimento di attivit didattica sulla base di un contratto nazionale. La didattica non pu comunque costituireunostacoloallattivitdiricercaedeveesserevincolataadunlimiteorario annuale; 6. la possibilit che i titolari di RTD possano costituire unit locali dei PRIN, compatibilmenteconladuratadellaloropermanenzainservizio.Listituzionediun fondo di ricerca nazionale a cui possono accedere gli RTD, che consenta anche di richiederesommelimitateeconcadenzaannuale. 4.2Unaprofessionefondatasulbinomioricercaedidattica:ilnuovoruolounico Nel quadro di una riorganizzazione del sistema della docenza appare in questo momento prioritariaunariorganizzazionedegliattualidueruoli(ricercatoreuniversitarioeprofessore universitario) in un ruolo unico della docenza, articolato su differenti livelli retributivi, con adeguata rivalutazione stipendiale per gli eventuali oneri aggiuntivi rispetto alla situazione vigenteinfunzionedinuovee/odiversemansionispettantiaivarilivelli.Perrendereilruolo unicooperativoefruttuoso,apparenecessario: 1. distribuireicompitididatticiediricercainmododaconsentireilmassimoimpegno nellaricercaailivelliinizialidellacarriera,conunprogressivoaumentodegliimpegni didocenza.Devepoiesseregarantitoilcollegamentofraricercaedidattica,conun caricodistudenticommisuratoallostadiodellacarriera. 2. ribadire una netta separazione nell'allocazione delle risorse tra reclutamento e progressione di carriera. Nella fase attuale, per rendere credibile e sostenibile lo sforzodiriqualificazioneerinnovamentodell'Universit,necessariofinanziarenel prossimoquinquenniounreclutamentostraordinariofinalizzatoallacompensazione deinumerosipensionamentiealraggiungimentodellamediaeuropeanelrapporto studenti/docenti e numero di ricercatori (in senso lato) rispetto alla popolazione, parametriperiqualilItalianelleultimeposizioninelleclassificheOCSE. 3. prevedere un numero adeguato di "progressioni di carriera" (tramite valutazione individuale) all'interno del nuovo ruolo unico in modo da poter sostenere l'offerta didatticasenzaaffossarel'attivitscientifica,nonchpermettereaidocentidelruolo unicomeritevolilavanzamentodicarriera.

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4. Suopzione,agliattualiRTIvienericonosciutoilnuovoruolodocente,conimpegno didatticocommisurato(ipotizzabile,peresempio,inmetdiquantoprevistopergli attuali professori) e con la previsione del relativo incremento salariale, fatti salvi i diritti gi maturati in materia di retribuzione. Ci deve permettere di attuare l'inquadramento dei ricercatori meritevoli, valutati secondo i criteri delle comunit scientificadiriferimentomediantepeerreviewenondell'opportuniteconomica,in un livello retributivo corrispondente all'esperienza didattica e scientifica gi acquisita. Resta salva la facolt per il docente di accettare incarichi didattici aggiuntivioggettodispecificicontratti.Analogheproceduredevonoesserestabilite per lingresso degli attuali professori di prima e seconda fascia nel nuovo ruolo unico,nonchdialtrefigurenonattualmenteinquadrateneiruoliuniversitari. 5. incaricare della valutazione del nuovo docente unico una commissione sorteggiata all'interno dell'intera comunit scientifica, che prender atto della relazione sull'attivitdelsingolodocenteeffettuatadalsuodipartimentodiafferenza. 6. mantenere al CUN la funzione disciplinare, che non pu essere espletata serenamenteall'internodeisingoliatenei. Perlavalutazionediingressoinruolo(reclutamento)siproponeunmetodoinduefasi: 1. idoneit nazionale a periodicit nota (biennale), aperta, basata su valutazioni del curriculum su parametri standard definiti per area, e discussione dei titoli e delle pubblicazioniconcommissioniestratteasorteemeccanismodirotazione; 2. scelta della sede sulla base di un meccanismo adeguato a garantire il miglior inserimento dell'idoneo nella struttura di destinazione sulla base delle specifiche competenzeeinteressidiricerca.Ilmeccanismopotrebbeprevedereunseminario pubblicodegliidoneiaspirantiallaposizionevacanteelavalutazionediunprogetto di ricerca del candidato da sviluppare nella sede di destinazione. Analoghi meccanismi possono essere previsti per trasferimenti di personale non legate all'ingressoinruolooaprogressionidicarriera. Il numero dei posti messi a bando annualmente a livello nazionale deve essere legato alla programmazione ufficiale delle diverse sedi universitarie. Si pu prevedere anche una percentuale di posti liberi che permetterebbe l'ingresso in ruolo di competenze non contemplate nei bandi richiesti dagli atenei. Le candidature per questa tipologia di posti sono da valutare con le stesse modalit indicate sopra ovvero con modalit di chiamata direttaperstudiosidichiarafama. I criteri di valutazione per l'ingresso nel ruolo unico sulle linee indicate pi sopra permetterebbero di garantire da un lato il livello dei candidati mediante valutazione indipendente della loro qualit e dall'altro una pi efficace integrazione dei nuovi assunti nellestrutturedidestinazionegrazieall'approvazionecondivisadiunprogettodiricercache quindiimpegnaentrambi. Levalutazionisuccessiveinternealruolounico(progressioni)dovrebberoessereanch'essea periodicitnota(biennaleotriennale),adomandadell'interessato,sutitoliepubblicazionie, eventualmente, un seminario scientifico. Le commissioni per la valutazioni nazionali (idoneiteavanzamenti)devonoesserestabilitepersorteggioearotazionetraidocentidel settoreattivinellaricerca. Conseguenza dell'introduzione del ruolo unico della docenza l'equiparazione, al suo interno, degli attuali professori e ricercatori in materia di prepensionamento, con la

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prospettiva di adeguare let pensionabile dei docenti in analogia alle strategie internazionali. InsintesiiricercatoridellaRete29Aprilepropongono,anzichlamessaadesaurimentodei ricercatori universitari a tempo indeterminato, il rilancio di questa figura professionale, come figura a tempo indeterminato che integra le funzioni prioritarie di ricerca e di didattica. In questo senso si intende superare sia il vuoto di definizione del ruolo di ricercatore, sia la precarizzazione della fase decisiva della costruzione della carriera scientificoaccademica. Ulteriore conseguenza dellistituzione del ruolo unico l'eliminazione delle distinzioni gerarchiche esistenti oggi tra professori e ricercatori. Il nuovo Docente sieder, se eletto, nellecommissionidiconcorsoenegliorganidigovernodellUniversit. Fonticitate [1]Legge133/08:http://www.normattiva.it/urires/N2Ls?urn:nir:stato:legge:2008;133 [2]Legge1/09:http://www.normattiva.it/urires/N2Ls?urn:nir:stato:legge:2009;1 [3]Rendiconto222asedutaVIIcomm.delSenato: http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=SommComm&leg=16&id=4888 06 [4]Malataedenigrata.L'universititalianaaconfrontoconl'Europa,MarinoRegini,Donzelli editore,2009,ISBN13:9788860363503 [5]Thescientificimpactofnations,DavidA.King,Nature430,311(2004) [6]Iricercatorinoncresconosuglialberi,FrancescoSylosLabinieStefanoZapperi,Laterza editore,2009,ISBN13:9788842091936 [7]http://www.cnvsu.it [8]DdL1905S:http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Ddliter/34595.htm [9]ProcessodiBologna:http://www.bolognaprocess.it/ [10]DecretodelPresidentedellaRepubblica382/80: http://www.edscuola.it/archivio/norme/decreti/dpr382_80.html [11]Legge230/05:http://www.normattiva.it/urires/N2Ls?urn:nir:stato:legge:2005;230 [12]http://europa.eu/lisbon_treaty/index_en.htm [13]OECDEducationataglance2009: http://www.oecd.org/document/62/0,3343,en_2649_39263238_43586328_1_1_1_1,00.ht ml [14]ThePrivateInternalRatesofReturntoTertiaryEducation:NewEstimatesfor21OECD Countries,OECDEconomicsDepartment,WorkingPapers,No.591,OECDPublishing, http://www.olis.oecd.org/olis/2007doc.nsf/linkto/ecowkp(2007)51 [15]UnescoFactsheet2009: http://www.uis.unesco.org/template/pdf/S&T/Factsheet_No2_ST_2009_EN.pdf

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Appendice
A1Evoluzionedelcorpodocente(daldecimorapportoCNVSU)

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A2EvoluzionedelfinanziamentodelleUniversit(dalleleggiattualmenteinvigore)

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A3Dirittoallostudio(dalleleggivigenti)

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Ricercatori per una Universit Pubblica, Libera, Aperta

Riduzione per Attivit Assistenziale k Riduzione per incrementi stipendiali annuali k 2.211 2.006 684 303 1.056 10.743 564 2.620 835 437 7.375 1.437 8.887 57 1.414 36 13.610 1.915 2.333 3.582 11.835 2.019 8.298 3.921 9.320 12.810 1.903 5.213 2.905 573 1.146 5.405 656 2.333 2.617 8.894 1.293 6.473 Rapporto AF/FFO per applicazione normativa

Ateneo

FFO 2009 k

Spese per assegni fissi k

Rapporto AF/FFO "puro"

Entrate per convenzioni k

Politecnica delle MARCHE Universit degli Studi di BARI Politecnico di BARI Universit degli Studi della BASILICATA Universit degli Studi di BERGAMO Universit degli Studi di BOLOGNA Universit degli Studi di BRESCIA Universit degli Studi di CAGLIARI Universit della CALABRIA Universit degli Studi di CAMERINO Universit degli Studi di CASSINO Universit degli Studi di CATANIA Universit degli Studi "Magna Grecia" di CATANZARO Universit degli Studi "G. d'Annunzio" CHIETI-PESCARA Universit degli Studi di FERRARA Universit degli Studi di FIRENZE Universit degli Studi di FOGGIA Universit degli Studi di GENOVA

75.791 214.563 44.533 35.248 37.359 406.134 69.666 137.737 104.777 36.531 34.689 201.217 35.215 87.699 80.252 260.961 38.384 199.314

63.640 213.652 39.505 33.367 29.248 358.635 57.148 135.273 88.277 32.622 34.785 185.792 19.924 68.955 73.413 249.259 36.400 185.379

83,97% 99,58% 88,71% 94,66% 78,29% 88,30% 82,03% 98,21% 84,25% 89,30% 100,28% 92,33% 56,58% 78,63% 91,48% 95,52% 94,83% 93,01% -

383 44 2.399 291 -

3.631 11.344

75,88% 93,33% 87,18% 87,83% 74,88% 82,51% 73,08% 86,02% 81,48% 85,77% 95,67% 79,95% 49,28% 73,31% 82,28% 84,69% 86,08% 84,99%

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Universit degli Studi INSUBRIA Varese-Como Universit degli Studi de L'AQUILA Universit degli Studi del SALENTO Universit degli Studi di MACERATA Universit degli Studi di MESSINA Universit degli Studi di MILANO Universit degli Studi di MILANO-BICOCCA Politecnico di MILANO Universit degli Studi di MODENA e REGGIO EMILIA Universit degli Studi del MOLISE Universit degli Studi di NAPOLI "Federico II" (*) Seconda Universit degli Studi di NAPOLI Universit degli Studi di NAPOLI "Parthenope" Universit degli Studi di NAPOLI "L'Orientale" Universit degli Studi di PADOVA Universit degli Studi di PALERMO Universit degli Studi di PARMA Universit degli Studi di PAVIA Universit degli Studi di PERUGIA Universit per Stranieri di PERUGIA Universit degli Studi del PIEMONTE ORIENTALE "Amedeo Avogadro"-Vercelli Universit degli Studi di PISA Scuola Normale Superiore di PISA S. Anna di PISA Universit degli Studi "Mediterranea" di REGGIO CALABRIA ROMA "Foro Italico "

40.682 69.764 90.221 36.928 178.335 288.946 115.546 212.011 96.194 30.429 386.890 135.018 37.105 35.054 301.809 244.753 133.664 131.255 155.796 13.126 46.963 219.291 33.621 25.894 30.995 12.342

38.128 70.871 75.163 33.900 169.919 262.465 89.323 146.575 94.146 30.405 391.889 142.418 31.474 33.061 270.661 238.658 124.210 127.046 146.547 10.423 41.015 207.522 17.232 10.884 29.559 7.592

93,72% 101,59% 83,31% 91,80% 95,28% 90,84% 77,30% 69,14% 97,87% 99,92% 99,51% 105,48% 84,82% 94,31% 89,68% 97,51% 92,93% 96,79% 94,06% 79,40% 87,34% 94,63% 51,25% 42,03% 95,37% 61,51% -

58 957 294 1.055 1.768 636 1.383 529 2.263 9.589 3.059 106 79 6.055 4.779 1.037 509 655 1.284 37 -

2.187 3.208

1.353 2.351 717 1.192

84,90% 92,35% 82,25% 86,11% 80,00% 83,83% 73,10% 66,46% 89,37% 89,96% 85,92% 79,84% 83,71% 90,90% 81,11% 84,50% 85,22% 89,10% 86,42% 76,62% 80,93% 86,94% 49,58% 40,67% 91,80% 59,43%

21.662 9.983 1.804

5.592 8.778 2.590 4.763

4.507

3.195 994

38.379 27.517

12.835 4.664 324 1.126

12.655 19.935 5.898 4.648 6.659

8.291 7.872 4.397 4.525 4.810 365

1.101 8.298

1.376 7.455 562 338 1.107 257

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Universit degli Studi di ROMA "La Sapienza" Universit degli Studi di ROMA "Tor Vergata" Universit degli Studi ROMA TRE Universit degli Studi di SALERNO Universit degli Studi del SANNIO di BENEVENTO Universit degli Studi di SASSARI Universit degli Studi di SIENA Universit per Stranieri di SIENA Universit degli Studi di TERAMO Universit degli Studi di TORINO Politecnico di TORINO Universit degli Studi di TRENTO (**) Universit degli Studi di TRIESTE SISSA di TRIESTE Universit degli Studi della TUSCIA Universit degli Studi di UDINE Universit "Ca' Foscari" di VENEZIA Universit IUAV di VENEZIA Universit degli Studi di VERONA Universit degli Studi di URBINO "Carlo BO" Istituto Scienze Umane di FIRENZE Scuola IMT di LUCCA IUSS di PAVIA

575.011 154.221 127.861 119.802 21.484 81.378 119.323 8.231 27.973 266.761 122.457 80.160 107.545 18.033 40.115 78.648 72.056 32.884 96.927 45.756 3.462 3.534 3.645

563.663 152.903 102.141 103.287 17.951 79.036 125.287 6.378 25.502 246.139 100.583 65.288 100.852 8.800 36.722 76.512 65.727 26.828 85.473 48.727 1.742 188 1.386

98,03% 99,15% 79,88% 86,21% 83,56% 97,12% 105,00% 77,49% 91,17% 92,27% 82,14% 81,45% 93,78% 48,80% 91,54% 97,28% 91,22% 81,59% 88,18% 106,49% 50,34% 5,31% 38,02%

2.762 1.562 300 138 7.486 697 377 1.821 2.333 614 35 538 3.384 2.812 -

63.169 8.523

16.470 5.435 3.617 3.414 512

83,77% 89,19% 77,06% 83,37% 80,05% 88,09% 91,72% 75,82% 86,03% 84,25% 78,26% 76,35% 89,82% 47,02% 87,12% 87,57% 84,84% 78,57% 78,68% 102,72% 48,51% 5,16% 36,72%

4.468 7.693

2.758 1.286 138 837

12.397

8.690 3.323 2.301

2.265

1.439 305 1.305

1.932

2.746 2.212 990

6.351

2.858 1.729 63 6 47

(*) Il rapporto "puro" tiene conto delle convenzioni con l'Azienda Ospedaliera per gli "ex gettonati" (**) L'assegnazione comprensiva del contributo previsto dalla Legge 590/82, art. 44, comma 2.

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