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LA POESIA UN'ARMA CARICATA A FUTURO Quando ormai non ci si aspetta personalmente pi nulla di esaltante, ma si palpita e si continua al di qua della

a coscienza, ad esistere con fierezza, ad affermare ciecamente, come un battito che colpisce le tenebre, quando si guardano in faccia i vertiginosi occhi chiari della morte, si dice la verit: la tremenda, terribile, amorosa crudelt. Si dicono quelle poesie che gonfiano i polmoni di quanti, asfissiati, chiedono di essere, chiedono ritmo, chiedono legge per ci che sentono eccessivo. Con la velocit dell'istinto, con il bagliore del prodigio, come magica evidenza, il reale ci trasforma nell'identico a s. Poesia per il povero, poesia necessaria come il pane di ogni giorno, come l'aria che esigiamo tre volte al minuto, per essere intanto che siamo il dire un s glorioso. Perch viviamo a tratti, perch a malapena ci lasciano dire che siamo chi siamo, i nostri canti non possono essere un ornamento senza peccato. Stiamo toccando il fondo. Maledico la poesia concepita come un lusso culturale per i neutrali che, lavandosene le mani, si disinteressano ed evadono. Maledico la poesia di chi non prende partito fino al punto di sporcarsi. Faccio mie le mancanze. Sento in me quanti soffrono e canto respirando. Canto e canto, e cantando al di l delle mie pene personali, mi espando. Vorrei darvi vita, provocare nuove azioni, e considero per ci con la mia tecnica, di poter riuscire. Mi sento un ingegnere del verso e un operaio che lavora insieme agli altri in Spagna ai suoi acciai. Tale la mia poesia: poesia-ferramenta e insieme pulsazione dell'unanime e cieco. Tale , arma caricata a futuro espansivo con la quale ti miro il petto. Non una poesia pensata goccia a goccia. Non un bel prodotto. Non un frutto perfetto. come l'aria che tutti respiriamo ed canto che amplia quanto portiamo dentro. Sono parole che tutti ripetiamo sentendole nostre, e che volano. Sono pi di quanto detto. Sono ci che pi necessario: ci che non ha nome. Sono grida al cielo, e sulla terra, sono azioni. Gabriel Celaya Traduzione di Laura Branchini, ottobre 2010, provvisoria!

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