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Vacanze di Natale 2007-8 Italiano Parte I

L'ispettore Ilaria S. siedeva pensierosa davanti al monitor nella centrale della polizia, immensa
costruzione di grigio cemento che aveva riunito tutti gli uffici della polizia sparsi per la città.
Con grande agitazione, sbuffando in ogni momento digitava su vari siti governativi e non, il nome
“Romeo Pinna” che gli era apparso mentre analizzava la scena del crimine durante il mattino.
Non trovò molti dati su di lui, ma questi erano davvero spaventosi: era stato accusato di una decina
di omicidi nella stesso paese natale di Ilaria Soro, ma era stato successivamente scagionato per
mancanza di prove.
L'ispettore Ilaria Soro rabbrividì. Tutte le vittime erano state uccise con un coltello, e poi private
degli organi interni che venivano gettati inspiegabilmente a qualche metro di distanza.
Non conosceva Romeo Pinna ma la sua faccia gli ricordò immediatamente la zampa di uno struzzo
femmina maculato.
Aveva finito il turno da un ora circa, era infatti già arrivata la sua acida collega Marta, sempre
pronta a commentare con qualche frase indesiderata .
L'ansia cresceva e decise quindi di andare a rilassarsi un pò a Platamona, per pescare e sopratutto
per dimenticare quelle orribili sensazioni che gli ricordavano terribilmente la visione del film
Apocalypto di Mel Gibson.
Anche i suoi sensi di ragno gli raccomandavano caldamente di prendere la sua macchina e la canna
da pesca e dirigersi con tutta tranquillità in quella discarica sabbiosa che è Platamona Beach.
L'anno prima, Ilaria era andata a parlare con un terapeuta. Era stata sull'orlo di un esaurimento
nervoso, schiacciata dalla fatica di coinciliare il ruolo di poliziotta impegnata, moglie di un pittore
stravagante e madre responsabile.
Il dottore gli aveva consigliato di fare qualcosa per sè, qualcosa di esclusivamente suo, per esempio
dedicarsi ad un hobby o a uno sport.
All'inizio lei aveva considerato frivola quell'idea, ma lo specialista le aveva detto che lo stato di
ansia incessante in cui viveva l'avrebbe uccisa nel giro di qualche anno se non avesse fatto qualcosa
per rilassarsi.
Dopo aver riflettuto a lungo, Ilaria aveva deciso di dedicarsi alla pesca perchè l'avrebe portata
lontano dalla città e dalla confusione.

Ilaria lasciò la superstrada, e la sua Panda con quattro ruote motrici imboccò la breve strada
asfaltata che conduceva alla Rotonda, un ampio e frequentato parcheggio, dove oltre che a cani
randagi avrebbe potuto trovare anche una spiaggia dove poter pescare.
Sentì un'ansia familiare riempirgli lo stomaco. Tensione e stress: le maledizioni della sua vita.
Trasse qualche profondo respiro costringendo se stessa a concentrarsi su pensieri confortanti come
suo marito e sua figlia.
Non faceva freddo, ma la minaccia della pioggia, pensò, aveva tenuto lontano la maggior parte dei
pescatori.
L'unico veicolo che aveva incontrato fino a quel momento era stata una macchina di qualche
poveraccio di provincia, dalla strana forma del mezzo deduceva fosse una Ferrari o una
Lamborghini, una economica utilitaria comunque.
Il profumo fresco dell'acqua l'avvolse mentre avanzava, la cassetta dell'attrezzatura e la canna da
pesca in una mano, il gatto e il thermos nell'altra.
Ilaria ebbe l'impressione che la stessero fissando mentre attraversava quelle scheletriche costruzioni
abbandonate.
Giunta sulla riva del mare guardò l'acqua, invece di rilassarsi però si sentì attraversare da ua sorta di
violenta scossa elettrica e si voltò di scatto, certa di essere osservata.
Qualcuno avrebbe potuto facilmente spiarla da chissà quanti nascodigli diversi, grazie all'intricata
rete di labirinti creata dalle montagne di immondizia accumulate sulla sabbia.
Un pò indecisa si spostò lungo la spiaggia verso destra.
A un certo punto per poco non cadde su un gigantesco bisognino di cane sulla sabbia mentre
osservava il riflesso della luce solare sull'acqua.
Dal momento che stava tenendo gli occhi bassi, non vide neanche l'uomo finchè non fu a tre o
quattro metri da lui. Ilaria si fermò. Doveva trattarsi di quel “gaggio” che aveva parcheggiato quello
schifo di macchina da quattro soldi in mezzo alla strada, pensò da vera sassarese.
Era accovacciato sul bagnoasciuga. Doveva avere circa vent'anni e indossava un paio di jeans e una
camicia pesante, inoltre la sua faccia aveva un non so che di familiare.
<<Come va?>> chiese Ilaria.
L'uomo gli rivolse un cenno del capo
<<Ha avuto fortuna?>>insistette Ilaria
<<Abbastanza.>> Lo sconosciuto la squadrò di nuovo.
<<Io, non ho preso niente>>
L'uomo non aprì la bocca per un lungo istante, poi disse.
<<Me lo aspettavo da una donna...>>
Ilaria arrossì subito, ma alla fine fece finta di non averlo sentito.
<<Le dispiace se faccio uno spuntino qui?>>chiese affamata la detective
<<Faccia pure>>
Ilaria si sedette, tirò fuori da i pantaloni una merendina schiacciata e la innaffiò con un pò di caffè
americano preso dal thermos.
A un certo punto l'uomo si alzò e prese dal secchio una marmora. Tagliò velocemente la testa del
pesce con un lungo coltello affilato quindi gli aprì il ventre e gli tolse le interiora con le dita. Gettò
la testa e le interiora a qualche metro di distanza dove dei teneri gabbiani erano in attesa.
Gli uccelli cominciarono a litigare rumorosamente per la carne bagnata e appiccicosa. L'uomo
lasciò cadere di nuovo il pesce pulito nel secchio.
Ilaria si guardò attorno e si accorse che erano completamente soli.
Senza accorgersene si incantò mentre guardava l'orizzonte ed ebbe una particolare intuizione:
l'uomo era Romeo Pinna! Probabilmente non l'aveva riconosciuto subito per la normalità del suo
volto.
Ilaria sentì una scossa lungo la schiena, all'improvviso. Sollevò lo sguardo sul pescatore. Era
scomparso.
Ma la sua attrezzatura c'era ancora: aveva lasciato tutto lì ed era svanito nel nulla. Quasi tutto, in
realtà.
Ilaria notò che aveva portato con sè il coltello.
Si guardò attorno, il frastuono dell'ansia gli invadeva la testa.
Si incamminò attraverso la spiaggia verso l'entroterra. Fece solo pochi metri
Scivolò su una medusa morta e, colmo della sfortuna, cadde in un fosso fatto probabilmente da
qualche bambino durante l'estate. Atterrò in piedi ma sbattè su qualcosa di duro e si contorse
tenendosi una gamba. Lanciò un grido, naturalmente dopo aver imprecato contro quel simpatico
bamino che aveva lasciato, in mezzo ad una spiaggia una fossa profonda due metri e larga cinque.
Gemendo, si dondolò avanti e indietro. <<Oh che male...Oh Dio...>>
Un rumore di passi. Il pescatore dal volto di zampa di struzzo maschio maculato, alias Romeo Pinna
la stava guardando dal normale livello della spiaggia.
<<Il mio ginocchio>> ansimò Ilaria.
<<Vengo ad aiutarla>> disse lentamente l'uomo.<<Non si muova>>
<<E chi si muove?>> rispose un pò ironica l'ispettrice.
Ma invece di scendere da dove lei era caduta, scomparve dietro una montagnetta di immondizia.
Un attimo dopo i passi di Romeo Pinna tornarono ad avvicinarsi, da dietro.
L' aveva aggirata e ora si stava dirigento verso lei velocemente.
Tendendosi ancora la gamba con le mani, Ilaria sentì il cuore battergli nel petto, pieno di terribile
ansia. Girò su se stessa in modo da guardare in faccia lo sconosciuto.
I passi si fecero ancora più vicini.
<<Ehi?>> Lo chiamò Ilaria Soro con il fiato corto.
Nessuna risposta.
Un attimo dopo Romeo Pinna apparve, nella mano sinistra teneva una piccola scatola.
Si fermò proprio sopra Ilaria Soro e la studiò. Poi disse<<Sono andato a prendere una cosa nella
macchina, non si preoccupi però, ho fatto un corso di pronto soccorso una volta>>
<<Adesso si che sono molto più tranquilla>>
<<E scusi se prima la guardavo come se fosse un alieno; sa, da quando nel mio paese ci sono stati
degli omicidi, osservo tutti con molta attenzione>>.
Osservata la gamba disse:<<Niente di grave comunque, tornerà a posto tra qualche giorno>>
Immediatamente Ilaria balzò in piedi impugnando il coltello. Si spostò alle spalle dell'uomo
sbalordito e gli strinse un braccio intorno al collo.
Aveva i capelli e i vestiti sporchi e puzzava di interiora di pesce. Gli conficcò il coltello nel ventre.
Romeo Pinna emise un grido lancinante.
Mentre faceva salire la lama fino allo sterno, Ilaria fu felice si scoprire che come tutte le altre
vittime, l'ansia che la tormentava spariva immediatamente nel momento in cui morivano.
Notò anche che fingersi ferita era un modo molto efficace per mettere le vittime a proprio agio.
Lasciò andare l'uomo a terra, ancora scosso dai tremiti.
Ilaria guardò verso il parcheggio che era fortunatamente deserto.
Pulì con maniacale accuratezza il coltello e nascose le traccie del suo arrivo da buon ispettore di
polizia mentre pensava divertita di essersi liberata per sempre dell'uomo che l'avrebbe potuta
incastrare per i suoi omicidi, compreso quello dell'uomo grasso che stava “investigando” proprio
quella mattina.
Sicuramente tutti avrebbero pensato che Romeo Pinna fosse stato ucciso per un regolamento di
conti da quache famiglia delle vittime trucidate, che pensavano che Romeo fosse l'assassino liberato
ingiustamente.
Ma questo non importava perchè sicuramente avrebbero affidato il caso a lei...

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