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BOSTON PUBLIC LIBRARY.
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IN VEN.E1IA..
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ADAWSI7S.W
f-
non
modo
di con
tinuare
al
Mondo
infigne di cos
quell'Opera traile
altri
fatiche.,
fudori di molti
impieghi
e in pi Legationi pellegrina
i
perJeCorfi^ e
maneggi, fe/toplien-
Ja quiete a
me ftcflo,
final-
nonhaueffi trauagliato^perprefentarla
piedi di Voftra Serenit
,
.
Ella dee
giuftitia gradirla
perche Th comanda-
potendo le fue
colpe
fetti
j
riufcire innocenti.;,
la tranquillit
chedchiedeualoftudio, mie
Opere
come
anima deirMifloria., e come debito ^ftjpulato da ogniScrittoreconOio, e Gongliiiuomini. Certamente non mie mancato cuore
per dirla , n mezzi perxJifcernerla perche^ot
;
da tanti
hanno aratepofta
la
menzogna
delle
, il
negotiar co'
Miniftri o
cofe pi
-il
difcorrere
infigni:,il
no informato
dell'
ocasrrenzeftr-aniere
/S co-
me
delle
noniTol per
le' pifegreti
3U(i>na
i
priuilegio
^ella venerabile
cia di
Antichit , che
all'
vna
fac-
l'altra di
Fauola
ho
So ,
ch'
vna cofa
comporre l'Hiftorie^da non trattarfi che coiranimo pum , e con le mani intatte y e che perci f nec:onfegnauano :le memorie ne' Tempi) fottola cuilodia fedele de' Pontefici, e de'
Sacerdoti
come
depofito de
gli
e quafi
con
humana,
l'inten-
fopra
alla
Fama
,
i
mifura
il
merito , penetra
tioni
fuela
to fopra
corfi j e
R .,&
pie3ei
ftiga
za ragione
gonarfi a
pu la penna
'Jtterafola al
CMSAK
A'iT che in lngua antica f\^niricaua
qualific per
Dio.
Suetjn Vi
lode^ che
pa;,
e cosi feuerariefce
Mondo
famia
faprei altro
augurarmi^ f
non;,
che ognuno
ho
fcritta^ a
mia
cos
mi fia
almeno
il
merito d'
delle
gloriofo^
lla
Ira.
ProEcttione,
comafarilluftratabeo
p/refto daj^lif|3lendo^^
delle
riconofciute
dalla;nofcra.Et
tempo
auuenire,
come efmplari
in Riepublica libera di
.
gmn
i
Non ar.
lamente:imploro vn benigno
autoreuole approuatione ,
fico di
t
>
j
riflefso
delk fua
prefiedendo con
Guerra la gloria^
e quie-
Di -Yoftra SereDiti
H I S
DI
T O RIA DELLA
M
Republica
di Venetia
j
REPVBLIGA VENETA
BATTISTA NANI
CAVALIERE,
A
gine^
per pi iecoli 5 ne' quali con incorrotti coftuini nella ficurezia del fito deludeua la fierezza de' BarbarijC Fambitione de' Princifue prime Anni fi portarono aufiliarie alla Piet ,&: alla fie prime Giuftitia : poi Tadopr contra quelli, che inuidi della fiia Liber- ^4rmi ir. mmo delta tjtentarono furbare la fiiaquiete Cosi nelle fauci Canali, ReiigtGne
pi.
.
<.
Le
& de
Porti reprefli iFrancefi, e gli Hunni , pi rifpettata pot con la concordia de' Cittadini, e con l'autorit delle Leggi affodare il Couerno, auanzarfi a compleffione pi robufta . Comincio per tanto,dopodifefa la Libert, a contender dell'Imperio . Gh efercitij di quell et furono contra i Dalmati, e griftri. Gli Anconitani , altri fu 1 Mare reftarono vinti ronde, acquiflato per Patrimonio il Dominio dell'Adriatico a prezzo di fangue,s'accrebbed'opulenza,e di forza,afegno cherefift nonfolo,ma vinfe pi volte gli Vngheri , i Saracini, i Greci, i Normanni,! Pifani,& i Genouefi,arricchendofi di Stati,e di Ipoglie . Poderofe fi videro le fpeditioni di Terra Santa. Vnita a'Francefi aU^at t l'Imperio de' Grcci,e fola intraprefe la difefa d'Aleffan-
Impnfe
pi fegKalate
&
&
"^
dro"""
DELUHISTORIA VENETa
Idro
accade , perfettionoffi anche nell'interno^e fi ridufTe a quel temperamento, che fi vede hoggid vgualmpnte durabile 5 e mara-
Cimenti..
Nel Mare non haueua pi chi potefie refiftere^enel Secolo Quintodecimo dell' Humana Redentione s'aggrand anche in Terra con importanti incrementi. Acquift il Friuli, Padoua 5 Verona , Vicenza , con ampie Prouincie ; e paflato il
uighofo..
il P per Mincio 5 riquadrando il fuo Imperio , trou l'Adda, Haueua la Romagna in Protettione,&laPughaper Confini. Hippoteca. Ma con la di lei grandezza s'accrefi:eua l'altrui Emulatione ; onde dopo l'Anno mille cinquecento s'vnirono tutti i Principi di Chriftianit , alcuni contro al dettame del loro proprio interefle,per abbatter lafiia crefcente potenza. Fu quefta vna terribile fcofia, il deftino di lei fola lottando contrala Fortuna d'Europa La prudenza del Gouerno, la coftanza degli Animi, la fede de' Sudditi, la reconciliatione co'
.
&
comhatSutadattit
ti
j
iPrinct-
pi di
Chri
flianit
Francefi, la fuilupparono , rcftando in fine la Libert inuiolata, e quafi tutto redintegrato l'Imperio. Mail fuo Stato , che ferrefifle^e
ferue
di
Prouincia ; onde , f i in calma, il refto foggiacque in gran parte alla feruitudcgli Stranieri. Si trou alThora in Mare, e in Terra cinta da due il grandi Potenze , ripartiti i Cardini del Mondo ; TOiiente, Ottomana ; l'Occafo, il Settentrione Mezzo giorno alla Cafa allAuftriaca. Stabil per tanto i Tuoi penfieri nell'arti della... conferuatione , e della Pace , vegliando per s , e per gli Amici al decoro, alla Libert propria, e comune . Le diedero i Turchi due grandi attacchi per Mare, del Mille cinquecento trcntadaTur tafette 5 e del mille cinquecento fettanta , riportandone ricchif" ^hio fime fpoglie.,L'Infigne;Vittoria;de'Carzolari figill tuttauia per lungo tempo la Pace nella quale accrefcendo difefe all' Imperioj&ornamenti alla Citt, inuigor le forze, forn gli Arfenali, ammafs i Tefori .. In Italia cultiulunghiffma quiete , e bench la turbaflero per pi anni l'Armi di Francia , e di lUHiYAlt ir UCo- Spagna, ofleru coftante neutralit. Acquietata poi la Prouincia. in feliciffima calma, cuftditagelofamente da gliftranierimedefimi , anche i Venetiani cofifpirauano nella confer-
&
&
&
uatione.
LIBRO PRIMO.
uatione della preferite tranquillit , bora nel bel principio dilc-l guandofi il turbine , bora a qualche inforgenz,a opponendofi con dichiarationi , offitij Nel cominciare del corrente fecolo Ja guerra tra la Francia , e la Spagna non penetr nell'ItaAlcune emotioni , cagionate per grintereffi della Rhetia, lia il ibpirono . Le differenze , inforte con Paolo Quinto Pontefice, fi terminarono con grand'incre mento di ftimajC decoro per la Republica.'&iliiilmine di Guerra, che da Enrico Quarto fi minacciauajcon la di lui morte fu fpento Cooperando dunquetutti gli accidenti alla quiete d'Italia, non per tralafciauano piuprudenti di temere, che, aggroppandofi nel cuore molti difgufti, e varij difegni nella mente de Principi, al primo apparire di qualche occafione, p re te ilo fo (fero per prorompere. Neil penfiero and a lungo fallace: perche nel pi bel
&
fereno della Pace cadde il colpo miprouifo con tali ftragi,e con tanti danni, che contaminando l'Italia, ha confufo l'Europa. Sar quefto il foggetto , e la prima Parte di quelle noftre fati- Seghetto che y impercioche come gl'Intereili della Repubhca riguarda- !/''i'^'*'{^^^^ no principalmente quelle due grandi Potenze de gli Auftriaci,'^''^.^^^^^^^ e de' Turchi, con le quali confina j cos far ripartita la narra- Hifioria quella i pi celebri cafi, c'habbiano tione, defcnuendofi agitato l'Italia , doue co i Configli 5 con l'Armi, e con l'oro Koncorfa ; all'altra Parte faranno riferuate le memorie di lunga , e generofi difefa contra l'Imperio Ottomano . Ma perche l'Italia, effendo il cuore d'Europa, non pu patire fcoffa che non s'alteri , fi rifenta il reftante , vi fi leggeranno con**
.
&
&
nefl[igh Affari, e Tattioni de' Principi maggiori del Mondo, la condotta , e le maffime de' principali Miniflri , con le riuolutioni degli Stati , tanti altri accidenti , che rendono il Seco-
&
lo,
che infigne,& altrettanto importante il racconto feguenti A notitia ddle cofe--ri conuiene farfi vn Per oprali "^^ ^^^ \ IT-T-i-'^-> poco pi addietro. Sono i Principi, le bene mortali, iGenij di FerUtdel Mondo Gli effetti de' loro Configli durano pi che la loro ^^^^ '^ vita, e fono come gliAllri, de' quali continua lungo tern p i^^'/^J^^^^ l'inluffo, bench fia fparito l'afpetto. Quando cherArago-|/c^^if na in Ferdinando il Cattolico diede i R alla Cartiglia, e che ^'j^^ sVnirono infieme quafi tutti i Regni nel recinto delle Spa gne, |^^"/^ ma.
infelice,
. .
|
non meno
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com-
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Carlo T\
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congiura;!,e
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I
I
Corona
deU'I'/npe.
no a quelIn di
S^'ii-
gittarono i fondamenti d'vnagrandiffim.i Monarchia. La fortuna, per fecondare il difegno conimmenfe ricchezze, fcopr vn niiouo Mondo S aggregarono pofcia le Prouincie di Fiandra, mutandofi hnca di fangaie , ma non alterandofi il filo delle mailime, e de gTintereffi. In Carlo Quinto s'accoppiarono con grande potenza le Corone dell'Imperio, e di Spagna. Egli non manc di prudenza di fortuna, per iftabilire hereditaria iVniuerfale Monarchia : ma f per ordinario i fecoli fono fterilidi riguardeuoli Principi, il fuo parue altrettanto fecondo, tro u ndofi a petto Francefco R della Francia, e Solimano Signore de' Turchi ; il primo di coraggio pari 3 l'altro vguale5fe non fuperiore di forze , Conuenne per tanto Carlo lafciare a' pofteri le fperanze,&: anco i mezzi Fu fempre Fltalia, per jGto,per nobilt , per forza , per opulenza, per certa fatalit, che la deftina al comando, il primo oggetto de* grandi conquiftatori ; n Carlo manc d'ampliami il dominio , aggre
,
&
'
accrefceil
Dominio
tbell'ItMia
gando il Milanefe alla Spagna,e ponendo il piede inTofcana. Maconofceua, che ogni palmo di terra vna battaglia coftaua^ che i Principi erano impatienti del giogo, e gh ftranieri pronti alfoccorfo Pertanto parendo pi cauto configlio cingerla per
.
da f llefapoi inlnfibilmente cadeffe , tent di l' Alemagna, e di lafciar'al Figliuolo T Imperio . Non riufci togli! colpo, e per iftimolo di piet, per fatict di fortuna, per domeftici interefl^ ridotto a vita priuata, & al pentimento d'effere afct .^^/iftato si Grande, lafci a Filippo Secondo i Regni hereditarij delj^ le Spagne ^ Spaguc con le loro vafte appendici La pace d' Italia paiTaua a Filippo come per mifterio,e per traditione dal Padre al Figlio, che non II, meno prudente , che grande, applic alla radice di chi poteua che s'ado turbar' il difegno della fua Monarchia Impieg per tanto ogni
di fuorijaccioche
domar
^^'^
/^"J^J sforzo contra l'Inghilterra, e la Francia ^ ma indarno confu/v^^7/r|mati gli Eferciti, e i Tefori, diftratto dalle folleuationi d'OlanraMAFrh\2i^ bcnchc aggrcgafl con incremento di fmifurata Potenza il ^'^i/cc^ Pp^togallo alla Caftiglia, fi trou nondimeno nel fine deghan-
PortogMion afai infiacchito di credito, di danari, e di forze. Tent j4^c^/?i-p,^^jg^j j^^g^^l^ dando vn Principe proprio alle Prouincie
'
\
con
fi ri
unifferoTakre. Lafci
la
obFrancia^
al fuo
, ,
LIBRO PRIMO.
riiiolte 5 e l'Italia fopita nelle delitie nell'opinione della fua prefente felicit . Succedetdella Pacete Vilippol// tegli Filippo Terzo , Principe Gioiiane di fingolare piet , ma ffiofuccef" altrettanto difapplicato dal Gouerno, e che contento della [ore lafcia Real dignit, ne lafci il potere a Configli, a' fauoriti, a Mini- il contado (C MiniUri Giudicarono qiiefti neceflario continuare nelle maffime ftri* ilefle di quiete, impercioche trouandofi in Francia Enrico Quarto R formidabile, e vigilante, che pafTato gloriofamente che per ti more d' tra le fauci dell'auuerfa fortuna , dalla profpera non lafciaua in- Nerico IP" gannarfi, fapeuano, che a qualunque difegno fi farebbe fatto in- Cfiltiuano contro per ifturbarlo, e impedirlo. Conchiufe dunque con le la pace. Prouincie vnite de' Paefi baffi le tregue, e per diuertire dall'Italia vna piena dell'Armi Francefi , indotto il Duca diSauoia ad accordarfi con ifuantaggiofi partiti,ftimarono loro grande conquifta l'hauer ferrato oltre l'Alpi i Francefi . Attenti per a quei vantaggi , che l'occafione , e'I tempo fuol prefentare a' potenti fordamente dilatandofi a poco a poco,procurauano d'eftender'i Confini, e d'vnire i Regni 5 fopratutto a titolo d'honore,e di patrocinio, dipendenti tenendo , e quafi foggetti alcuni Principi Italiani,che inferiori di forze, e credutifi abbandonati da' Francefi, piegarono allVtile, pi torto alla neceffit . Cosi oltre le piazze nel monte Argentaro in Tofcana, e Porto Longone neF Elba,fabricato il Forte Fuentes alla Porta di ValtelIinajC introdotti nel Finale , in Monaco , in Piombino , in Correggio , in altri piccioli feudi dell'Imperio iprefidij, fi tendeua la rete, il difegno fi dilataua. Taliprogreffi,vno alla volta, col negotio,e col tempo, f bene in alcuni fuegliauano gelofi penfieri pareuano ad ogni modo non degni, che s'alterafle la quiete,fotto la quale alcuni, non s'accorgendo, che f vn'anello non catena , la catena fi forma per di pi anella , fi credeuano ficuri
al
fuoDeftino dell'interne
&
&
altri felici
poi per ta
mar vna lunga minorit, ftimarono iMiniftri Spagnuoli, che te ,,,^^ inclinafoffe opportuna la Congiuntura di raccogliere i vantaggi col' noaF^r Configlio, e con l'Armi. In Italia veramente pareua, cheToc- mt. prificipal cafione arrideffe; perche efclufi,come s' detto, i Francefi, ^_,^.^ mente in &hora caduti fotto il Gommando di Fanciullo, e di Donna, con //^//. Miniftri diuifi tra' loro priuati intereffi fi credeua gu efta,^
cia in
di lui
Pro-
VENETA
f in
ogni
fima laude, horai fuoi Popoli, e i Principi ftefl riponefero lafalute,e la maggior gloria nell'obbedienza . Alcuno per intntereffi y per terefle. di danaro ilaua dipendente da Spagna, altri perfangue, dipedc Utnaggtor altri pei* pretenfioni . I Pontefici nella cura delle cofe Sacre ocparte da cupati , da' riguardi della propria Cafa diftratti, rifpettauano Scagna. il pi potente 3 onde a' foli Venetiani reftaua la tutela d'Italia commefTa. Veniua tuttauia giudicato, ch'efli ancora prcferifYeftmdo coi" foli Ve- fero ad ogni cofala Pace j per Tefperienza de rifchi , e degli netianptr efiti delle pafTate Guerre ^ perche, elTendo le Monarchie fogdifenjort. gette a varie vicende , e accidenti , credeflero,che'l tempo portafle di quei fucceffi , da' quali la loro Republica , pi ftabilMDCXm mente fondata,1iimauano efente Ma nella quiete generale d' Europa mancando pi i pretefti, che gli Animi per turbare l'Ifi ttirba talia, abbondantemente li fornla morte di Francefco Gonzaper Umor ga , Duca di Mantoua , nel fiore degli anni fuoi, feguita negli vlte di Frati' timi giorni del Mille feicento dodici . Lafci egli per pofterit ce/co Con zaga. alla Cafa Ilaria., ancora lattante j allo Stato due fratelli, Rerdinando Cardinale, e Vincenzo ; all'Italia vna ferie lugubre di calamit, e di trauagli. Nel di lui Matrimonio con Margherita, figliuola di Carlo Emanuele^Duca di Sauoia, fu vniuerfalmente creduto che fi ftabiliffe la quiete d'Italia, accordando le pretenfioni di quelle dueCafe fopra il Monferrato . Teneuano antica origine , fino dalla radice della fucce/Tone a quello Stato de' Paleologhi, e de'Gonzaghi, effcndo corfi lunghi litig^:^ Carlo Quinto Imperatore , come fourano del Feudo, le foment pi torto , che l'eilingueiTe, con certa fentenza , con la quale fu aggiudicato il polTelfo a Mantoua ma lafciate viue le ragioni a Sauoia di alcune donationi di Terre, e della Dote di Bianca, moglie di Carlo primo. Duca di Sauoia ^ che f bene ottanta mila feudi non eccedeua , ad ogni modo con grinterufurij nella
.
&
lunghezza del tempo, quafi per vn milione ficalculaua. Nel Matrimonio predetto f^ftudiato di bilanciare gl'intereffi , oltre la Dote di danaro, e di gioie, cedendo il Padre a fauore della Piglia, e della fua pofterit le ragioni del Monferrato,e tirandofi vna linea, che diftingueffe i Confini, molto confufi col Piemonte
1
pili
R O
PRIMO,
tejfopi-a alcune Terre 5 del quale tenendo anche iGonz,aghi' MDCXIII certi diritti, gli rinuntiauano, e fi permutauano reciprocamente
luoghi a comodo, e vantaggio comune. Ma gli affetti de' Principi non legandofi con quei vincoli, che paflano tr'priuati per facrofanti, tettarono viui i difegni,, n furono eftinte le pre-
trou mai il punto di principiarla, ti Duca di intercifa quella della vita del Duca Francefco, fi ricadde nel- Sauoiaper la difcordia, e confufione de'primi interefiS Margherita, chia- le [ne prt' tenfionifmata rinfanta allVfo di Spagna , in riguardo della Madre,(gli- pra tlAfouola del R Cattolico, Filippo Secondo, che in et giouanile^ fc nato^ Vedoua reftaua nella Cafa di Mantoua , teneua viuiffimiverfo Impreifa per tanto dal Padre delle mallla paterna gli affetti me, e de' fenfi fuoi, rapprefent quel Perfoaaggio,che pi a' Sauoiardi compiacque .. Haueua la Sauoia per Duca, Carlo Ema- conditionuele, che con molte virt, pu dirfi habbia decorato, e con ol-^V^ ^^^'. trettanta ambitione confufo due Secoli Nell'anno feffantefi-j 5^^"/^/' mo primo del paffato egli nacque, e feco ad vn Parto la generofit , il coraggio , la cupidit del Dominio, Nel decimo nono non con-\ deiret heredit dal Padre lo Stato, per la fituatione importan- tento dell(A te, opulente per la fertilit , e per f ampiezza confiderabile , ma Stato luA fciatogii diluguale al fuo Animo. Cinto d due maggiori Potenze,come daiPadre. fono la Francia 5 e la Spagna, poteua comprendere, quanto foffero arduigli^acquifti 5 e come, impoflbile ritenerli Ad ogni modo le diuifioni della Francia hauendogli aperto la itrada alla forprcfa delMarchefato di S^aluzzo 5 ad altri gran tentatiui J P^^^f^^^ fpos con la figliuola di Filippo Secondo anche I'partialit,ei^^^'^**"'^'^ le madme di quellaCorona Ma raffiilenza del Suocero , che a Confini del Milancfe non voleua aggrandirlo, noneffendo ftata quale fuggeriuano la fperanza,& ildefiderio, anzi con Enrico Quarto hauendo in fineconuenuto capitolare pi a vantaggio degli Spagnuoli medefimi j che di f fteffo ; adheri alla tfoYZ.'AtO Francia, e con Enrico entr a parte dixjuei difegni, checontra a CaptO" Ure con la Monarchia Auflriaca haueua quel gran R con validi fonda- Merico I^ menti difpofli . La morte di lui proditoria, improuifa gh dopo la fciolfe, lanciando Cari nel duolo delle fuefperanze,e nel timo- iu morte
tenfioni
.
ftifciiadd
fi
&
&
"
&
dellvendttediSpagna . Placatala tuttauia con varij mez- s'intitfori. zi, e coUoitaggio cf alcuno de' Fi gli , f non haueua potuto pr- f^^^'^i"^"
re
fttare
8
MDCXIII
DELUHISTORIA VENETA
faune co' maggiori , meditaua d'inquietar' i vicini di pi moderara Potenza. La morte del Genero ne gli apri roccarione5& egli al primo auuifo efpedi, per Ambafciatori aMantoua, il Conte Francefco Martinengo, poi il Marchefe diLuferna a confolar la Figlia,^ infieme ad inftruirla ella dunque fi public
:
grauida, per tenere qualche tempo fofpefa la fuccelTone di FerDtichefsa incerto. Mai- dinando Cardinale 5 e lafciar'ilgouerno fluttuante, eli (OHaftpti- PocoapprefTo il Principe Vittorio Amadeo, fuo Fratello magblica gragiore , iopragiunfe , e nel tempo fteiTocon viaggi frequenti il cida Conte Guido di San Giorgio , fuddito pernafcita del Monfer-
Suoliglia
&
rato ^ ma per difgufti col fuo Principe 5 refo confidentiflSmo a Carlo, fi trouaua con occulti trattati in Milano . La mina fcoppi finalmente , perche Vittorio ricerc la Sorella di voler con
la picciola Figlia reftituirfi alla
Cafa paterna, almeno ritifarebbe Milano, e f pure per rifcome rarfi petto della prole da nafcere non s' approuaffe F vfcita da gli Stati , infmuaua efferui il Monferrato, doue con pi decenza
a luogo neutro,
perfuafa\
trattener
chi del
fi
potrebbe
Non
conuenire
dclfraiel
lo
a pafya
memorie lugubri
re nel
ferrato.
Cardinale Cognato , altrettanto giouane d'anni, quanto della Con la Aladre douerft trapportare la Figlia : -per Juccefjione gclofo gli affetti della natura , e per educarla con quella tenenon j eparare
.
rezs^
s'
adombraua pi occulto mifterio ^ impercioche , come il Feudo di Mantoua non ammette alla fuccelTione, che i Mafchi , cch In Masi da quello del Monferrato non fono le Femine efclufe quelfimria dunque fi confideraua, per cos dire , Toftaggio di
.
portantiilmo Stato , e perci Carlo defideraua d'hauerla in potere jftanteche f bene la pratica , e la ragione hi efclufo I^-^ Donne, quando s' trouato alcuno diftirpe virile , quantunque pi rimoto di grado , nondimeno f alle proprie haueffe ipotutoinneftare le ragioni della Principeffa, non v'ha dubbio, c'haurebbe molto conualidata la caufa . Ferdinando , che comIprendeua quajito rileuafle l'inftanza, fi fchermiua con varie vi difsen conuenienze , e fcufe Non poter/i la Duchejfa legare da Mante il Cartoua mentre neW ^tero teneua il pegno della felicita dello Stato dinal fuo Cognatoo_ Non ejferfolito , che n afcano i Principi Coniughi fitto altro Cielo,
I
che
L
che doue
.
RO
O.
comandano L>a Nipote molto meno douer alle uarjt fuori MDCXm doue forf la de(lina la forte all' her edita , e alla di quella Cafa Se t oggetto del Palazzo di Afantoua riefce alla CoPadronanza' gnata fune fio non mancarne altri ct* in particolare quello di Coi,
. , ,
to
eH decoro
Ma
GoLiernatore di Milano, eh* era Giouanni Aiendozza 5 Marchefe dell' Inoiofa , confideraua trattarfi in quefto negotio dell'autorit della Spagna, La "Bambina , Nipote del ma emulo del 2{ douerjt dunque educare da chi t 2^io Paterno comando doue poterft meglio riporre quefto tenero pegno della Fortuna d'Italia y che (otto la "B^ale cura di chi l^ Arbitro d'effai tener in s la Fanciulla le ragioni del Monferrato , al Milanef coSe le portajfe in Dote a. Principe impors 'vicino e importante mancando la prole 'virile come dalla comtuno e molcHo ; e f
Carlo
Cario
V*
il
':
induce
^oiiernat re di Mi-
'
Uno,
la linea di Niucrs, pieffionc de" Principi fi pronoflicaua , fuccedeffe horamai naturalizzata Frane e , che farebbe delle cofc d'Italia , e f
dell'
autorit
il
al prefente
'Z'i
gode
Qu-
ragioni, che, per quanto fparle la Fama, furono acuite che[pedi , induflero il Gouernatore a fpedire a^ fcexAdJMantoua il Principe d' Afcoli, con gran feguito di Gcnt^-? tOHA il iarmata a ricercar con imperio la Fanciulla, e la; Madre. Re- Principe d^ ft attonito Ferdinando tra lo fdegno , el pericolo ; pare- Afcoli a\ chiedereia u gran cofa , che V vnica prole di quella Cafa douefle da' giouanc^ tetti paterni rapirli . All' incontro alle forze , pi torto a Principef. fi. cenni di cosi gran Monarchia non poteua refiilere Tuttauia 5 cauando dal timore appunto le ragioni , e dallo, flato delle cofe prefenti i pretefti, rifpofe , Della propria Nipote Ferdinand do rigetta] Nipote pur anche di Cefare e della 2{egina di Francia , non do- le di Ini ri
fte
uerjt
da
,
tutela
Vertire contefh con la Cognata per quefta rimettere a chi Sourano de gli Stati Par.
.
chiefle
Principe di Piemonte, rifpettando il Nome di tanti Principi, pi tofto, perche colti all' improuifo dalla renitenza di Ferdinando, non folfero ancora i concerti, e le cofe , aggiuftare a profeguire piol* tre. Partecip fubito Ferdinando alla Corte Cefarea., alla Francefe cos gelofo emergente, nel quale pareiia, che
tirono con CI r Afcoli,
ir
&
dandotre
parte
&
alt
Imperado-^
re ye alla
la
Reggente
di -rcia''
che
IO
violenza non hauendoui che la ragione il diritto ceder doueflej l\\ mezzo, niente pi al Mondo refterebbe di fcuro^e d'intatto Reggeu'd l'Imperio dAlemagha MatthiasAufl:riaco5& i dilui Confipoco incli- gli fi direggeuano da Melchior Cardinal Glefelio in concetto, nalo ver cosl Principe, come il Miniftro d efTere poco a gliSpagnuoli fogli Sp A. jpropenfi j Perci abborrendo per natura tutto ci, che piaceua r!.S43l. a gli Spagniioli , e tenendo per maffima , che l'ombra in Italia dell'autorit loroferuifTe ad opprimere la Cefarea , pi che ad lammantarla , l'Imperatore, decret , che a Ferdinando la tutela f;f,J^^^7^ ideila Nipote afpettaffe , aflbiuendolo da qualche difetto dell'
Potenza, e
la
fc all'arbitrio, airinterefle
Leggi comuni richiefta. Ne diuerfi fiirono i fenti-, ^^^^^ della Reggente di Francia 5 perche concitata contra le tela delia procedure de' Sauoiardi , fi dichiar di manutenere il Decreto Nipote, lafciandofi intendere, che non hauerebbe permefib , che la Nipote fofle leuata dalla Cafa , e dallo Stato Paterno, non fenza qualche minaccia, a Carlo di rifentirfene , quando volefle impiegami l'arte, la forza : con cificredeuano per all'hora ^^''^^iiipprefii i difegni di Sauoia,e reprefl i penfieri di Spagna. ajjiUoKO Tutto feguiua col Configlio de'Venetiani , i quali hauendo , loro con fegUFer dopo la morte di Francefco , fatto paffare a Mantoua , a Titodittando lo di priuati Intereff, Ferrante de' Rofifi, loro Generale deli'
FtrdmaJex.^ dalle
co.
e
Gonzaghi, l'haueuano
la
incari.
Con
Republica communica-
tione fincera di tutto , &clla ilconfortaua a non ceder'al pefo &a'trauagli del nuouo GouernoifoftenererinterelTe, e'I decoro, e neltempo medefimo a valerfi della defterit con Principi
Grandi, e a procacciarfi a.tutto potere gli vffitijje l'affiftenze de' fuoi Congiunti , che valeflero a far contrapefo alla Spagna . Portaua.in oltre il Senato feriofe premure a Paolo Qu,into Pontefice, all'Imperatore
ie
r/ie ti
Uh gliare i necefllirij riflefi ftta- e turbolenze, che con giuditio maturo preuedeua imminenmiu la ti Ma horamai la fuppofta grauidanza.di Margherita effen^ratiidAt?:, do fchernita dal tempo , Ferdinando fopra la Porpora afa dtlU Cannata funfc il Titolo e l'infegne di Duca , e nello fleiTo tempo ,
CMto
j
a #.
7,
com-
LIBRO PRIMO.
comparile a Coito
Sorella
d'
,
II
il
Principe di Piemonte
per leuare
Ia__,
MDCXin
infieme con la Nipote , hora che ceflaua il pretefto attender il Parto Vi 11 trono anche Ifabella , Duchcfsa_^
di
Modona
Qui da
gli artintij
txcconfen
e dalle lacrime fu Ferdinando efpugnato a contentarfi , che te la di tei ritirandofi a Modona la Cognata , vi trafportafse la Figlia ,' fartenz,at e della A con folenni promeffe , che farebbe quella rinuiata a Man- fote. toua , ogni volta 5 che Margherita voeffe reftituirfi nel Piemonte . Ma non si torto il concerto fi diuulg , che afcriuendofi particolarmente da'Francefi l'alfenfo del Duca all'inefperienz.a d lui. Se alla corruttione de'Miniftri, gli fu rimoftrato a quanti rifchi efponeua quellVnica prole , a quanti intere (Ti
tra
abbandonaua
arti di Carlo
,
la
/'
Cafa. Che
potere
il
Duca
di
l'
\fuccefftone
,
arricchire di poferitk , reflerebh^ro tra f Dio i fuoi figli diuife le fperanze , le pretenftoni iri a i difegni , Ferdinando , conofcendo tutto per vero , f ne crucciaua
Ma.
Vrmceji
.1
colto in parola 3
i
idi
fapeua difdirfi , quando Cefare, Duca Modcjia, penfando quanto fofse pefantc il depofito, che
,
ma non
grintereffi delle Corone.^ dunque parti folamenla Sorella, e con efl vfcivn'acutillma ipina dal cuore, jrecon e da gli occhi d Ferdinando. giunti appena Milano , il Couernatore fpedi a Mantoua Corriero , a richiedere la_^ Principefla , per confegnarla alla Madre, e non riportando,
fciolfe
il
&
nodo, col
ricufarlo. Vittorio
Ma
niega Nipote
U
.
che
dia
le
il
, Diego Leiua , & a Modona Camillo della Torre , acciochcda ambidue sammoniflero i Duchi , vno a confegnare la Fanciulla , e Taltro a riceuerla. Quello di Mantoua, negando d poter difubbidire al Decreto Ccfareo , inui il VeTcoiio di Dioccfarea a Milano a farne fcufa , con ordin^^^
lanche di pafsar'a Vercelli , per confolare Margherita , che lini fi tratteneua , e per infinuare progetto di matrimonio , Icaduto per lo paffato pi volte in difcorfo , come vnico jmeizo di rauuiuare nel fangue di Margherita la pofterit , [fopire le pretenfioni del Monferrato , e riunire gM affetti
.
j
eco A-far
gherita
pafja a if gotian di
Ma come
Ferdinando
'
tempo non
Adairi mo
'
11
MDCXIII
Carlo f ne dimoJlra ninno
DELL'HISTORIA VENETA
f n'era
moftrato alieno , cosi Carlo haueua Tempre protratto 5 hora allegando difgiifti , hora chiedendo fodisfattioni , dichiarando in fine di non cedere pi , a fauore delle feconde Nozze 5 le ragioni del Monferrato Egli haueua pi torto penfiero di fpofar' il proprio intereffe con la fortuna.,
non
dell'Armi , perci accumulando nuoue pretenfioni alle vecchie, richiedeua , che fi reftituifTe la Dote di Margherita con le gioie,
confiiha
in Vercelli
diprender
non folo dalla fpofli portate^ma le donatele in honore del m.atrimoniojche dal Cardinal Duca veniuano coftantemente negate. Tra quefte negotiationi Carlo fi trafportaua a pi alti penfieri. Chiamati in Vercelh a Configlio i Figliuoli, e iMiniftri, prpofe i difgufti col Duca di Mantoua , le ragioni di rifentirfi, l'opportunit infieme d' aggrandirfi , con l'apparenze , che il lufingauano a credere, di felicemente riufcire col negotio,c con FArmi. Il Martinengo, il Voghera , e il Luferna , fuo principali Configlieri , difcernendo eifere i difegni maggiori di quello poteuano rifultare i fucceffi , difsentirono apertilTiil primo con tal libert difsuafe , che incontr il mamente , difgufto, e la diffidenza. Ma il Verrua, e1 San Giorgio , de' quali l'vno 5 pofTedendo Beni nel Monferrato , defideraua ridurli fotto il Dominio del proprio Signore , l'altro refo odiofo al fuo Principe naturale , affettaua cambiarlo , fecondarono il genio del Duca. EgH per lo pi foleuaconfultaretrfe fteffo , e rifoluere fecondo il dettame della propria prudenza, la quale Configger infalfibile de'Principi pi prouetti , in lui era contaminata bene fpeiTo dalle fuggeftioni delfambitione , fempre azzardofe , di raro felici , Di qualche militia munito , parte refiduo dellVnione con Francia , parte Prefidio contra la gelofia della Spagna , fi vedeua auanti gli occhi vno Stato efpofto , inerme , che non poteua effere dal Duca di Mantoua, che con querele , e dogfianze difefo, Credeua, chei Principi Italiani , inftupiditi , fopiti in altiflma Pace , haurebbono fatica a fuegliarfi : che i Venetiani , pi confiderati de gli altri, oltre il nutrir con efli fcambieuole confidenza , foffero foliti di tollerare le cofe fatte pi tofto , che approbarne i difegni . Di Cefare non reftaua in Itaha , che il nomc , ne te me u le due Corone, IVna co'l R minore , l'altra con
tarmi
Cotfadittioni
ne'
[mi Confi'
\
gl'eri.
&
&
la
Reg-
LIBRO PRIMO.
la
13
Miancfe difarmato, efprouifto,veniua di- MDCXIII retto dal Mendozza , confidentiflmo fuo , e poco habile in vn' intricato negotio a foftenerc il decoro, la forza. In Spagna
Reggia lontana.
11
veramente
,
il
fauorito
il
Duca
di
Lama gli
fi
mollraua alieno;
ma
egli
timore, ch'egli tiraffe in Italia TArrni Francefi, riietteua renderebbe in difguftarlo pi graue il pel naturale di quei Configli. In fmma deliber di far'vn colpo improuifo; impercioche, impofTcffato che foffe di qualche parte del Monferrato, prima che de' lontani fi commoueffero gli Animi, che de* vicini le
che
vi Jl
.
I
rifolue
forze s'vnifiero, e che i Principi nella caligine delle comuni gcloie difcernefiero i propri/ interelli , correrebbe tempo , dentro il quale fperaua di trouar ficurezze , e vantaggi, tanto viuace, e fcaltro conofcendofi nel negotio, quanto valorofo, e prode fi ftimaua nell'Armi. E' il Monferrato vn' am.pio Paefe, arricchito di Citt, di Terre, di Popoli, fertile
Defcrittie^
ne del
MZ
\
vgualmente,doue
ferrare,
s'alza
con
P,
&
il
Tanaro
particolare, ciiuidendoIo,f, che la parte verfo e fuperiore Taltra, che di qua pi fi chiami,
ampiamente
s'al-
larga
dire
,
a fronte di lei ft , fi pu La metropoli Cafale , Ma dalla pdrte del vna linea di Piazze del Milane/
.
&
Piemonte pi ampiamente s' eftende , quafi per lacerar quello impercioche in qualche luogo fin' ali' Alpi s'interna altroue s'affaccia a Turino ^ interrompe la Nauigatione del P , fmembra il commercio j e f in vna parte diuide i In* Territori)' d' Afli , e Vercelli , in altra quafi gli cinge
Stato
: .
;'
fiderar d'
comodo pigliar fi doueflero le ragioni Duca di Sauoia teneua gran motiui per deoccuparlo In Cafale haueua il Duca Vincenzo
il
.
piantato vna fortiflima Cittadella con pretefto d'afficurarlo da' Sauoiardi; ma con intentione, niente minore , di prefcruarlo da Spagna ; che pofta col Milanefe di mezzo, tra il Mantouano , ofcura molto di quel lu^ il Monferrato , Uro, che da Stati, per altro si riguardeuoli , rifulterebbe al-
&
la
v'erano altre Fortezze, la Fede di Popoh, inclinatifimi al prefente Dominio, feruendo di ballante Prefidio^ e molto pi quella gelofia, che reciproca-.
tra
Cafa Gonzaga.
Non
14
MDCXin tra
il
DELUHISTORI A VENETA
Milanefe^Sc il Piemonte , non permetteua, che IVno all'altro ne confentiffe Tacquifto. Ma Carlo co'difegni antedetti , fortito da Vercelli nel filentio della notte , hauendo comandato , che nel tempo medefimo dal Gouernatore di Chiinuafaia Carla mar rafcho Alba fi forprendeffe , e dal Conte di Verrua s'attaceia di notcafle Moncaluo 5 tir verfo Trino. Quiui applicato il Pettartempo te nimore fiiegliato lofcarfoPrefidio^e pollo con alcualla tota do 5 dal di Trino. ni habitanti in difefa , reft il Pettardiere con dodici altri a* primi colpi eftinto Suanita la forprefa , Carlo fotto alto a GabbianOjper impedire ifoccorfi, attefe militic^e cannoni , all' arrLio de' quali/ugati prima ducento Fantijche per incognite ftrade Carlo de i Rofli, Gouernatore di Cafale, inuLaua al che efpufoccorfo, efpugn la Piazza in due giorni, non lenza voce^ gnaTrino ^ altri che il Conte di San Giorgio v'haueffe per auanti coll'oro^e colf Forti* arti aperta la breccia Laforprela d'Alba era feguita [ti\LZ contrafto 5 anco il Caftello per mancanza de' mezzi eflendofi refo, A Moncaluo la Terra cede fiibito al facco 5 la Rocca, da qualche foccorfo inuigorita, dur per quindici giorni , e iiell'attacco al Verrua fu dal Duca foftituito il San Giorgio . Con quelli tre Polli, caualcando con vnalineailTanaro,e il P,, fi trou Carlo alpolleflb d'vna gran parte del Monferrato , nel quale tra le contributioni , e le prede , fperaua far fufllleimpadro Non credibile quanto apparifnendefi di re comodamente l'Armata buona par fero a tal'emergente commoll i Principi Italiani ,& i Popoli te del Moftefli fofpefi j perche nellarlunghi-fifima Pace non rellando,che ferrato, in in pochi le memorie delJ'infolenza delle Militie,e delle liramette [gran comgi dell'Armi, gli lludij della guerra erano cambiati in luffi , \motione e delitie. Hora dalla fama accrefciuti i liicceffi , e dall' opiItalia nione aggranditi, s'vdiuano tante imprefe in vn tempo, tanti acquilli quafi in vna notte fola , Toccupatione dVno Stato '\w
.
.
l'
vedeua in Campagna vn Efercito di circa_, I Princiventimila huomini, prima che fi fapeffe raccolto pi mifurando tal tentatiuo , lo fcorgcuano poco durabile ^ efortato ima ad ogni modo apprendeuano, che ne rifukaffero inquieda' yenettani a ri- tezze a vicini 5 & a tutti dillurbi Per quello i Venetiani muomrft con grane maniera efortauano Carlo alla moderatione dedall' tmraniepili quieti Configli ; Pel [no fuo Cufode contra gli ^yrtfa. ft
momenti
5
fi
rt
dei-
, ,
ri
_
R O
PRIMO.
,
i_5_
,
non doner lui internamente turbarla. Effer MDCXm qualche irjjotile acqui fio , da non preferir/t alla quiete comune . Penalla Gloria. "B^fuegliarfi le maggiori Potenza falfe all' Intereffe e arbitre e "parti della Pace e della Guerra egualche *u(frranno farft
ri,
della
Pace
d' Italia,
mente
per genio
prende
le
Armi
tali accidenti douer fopragiungere , che non potr frenare f Bejfo n prima deporle che non "veda in ^vn incendio comune d' Italia
inceneriti alla
prima
alla perfona, in/igne per tanti gfli difelice alla Cafa , [limata non meno per I ampiezza degli Stati , che decorata dalla eirtk d tanti Principia Di gratia non lafciajfe a Figliuoli, a gli Amici
anzi aW Europa 'vnheredita s lugubre di (angue i ma dando prontamente luogo a ripieghi, e al. negotio , confermale, che ne' Principi Sauij fi tiene per mano la prudenza in placarfe ,ela gmerofttainrifentirft. Tali concetti non veniuano molto graditi dal Duca 5 il quale, confidando nella fortuna, e nell'arte, efpedi a Milano il fuo ConfefTore, per ifgannarci Aliralt Italia
,
il
Vefcouo
gione j voce fparfa , per eflere ftate le quanto chiu/e, a fine di coprire il fecreto delle forprefe infienie per informarlo de'pretefi difgufti , delle ragioni , delle fue conuenienze . Tutto ci paffaua in publico , ma in fecre- fi giuflifica con to con iicufe fommeffe giuftificaua di non hauer'attefofopra Spagfa ci il Regio confenfo, e portaua diuerfi progetti alla Corona di grande vantaggio 5 ma che , hora parendo difficili , hora fpeciofi illaqueauano il Mendozza, che, come appunto Carlo haueuafuppofto, alla Pace, alla Guerra non fi fapeuarifoluere. Ferdmando, che fotto il Patrocinio di Spagna da' e u s'era creduto ficuro, anzi a confideratione de' Configli del Patroctmj truoHaJi Gouernatorc di Milano, ancorch da altri ammonito a guar- Ferdinatir, darfi, trouauafi difarmato, reft nell'Animo niente meno, do abbanche nel Monferrato forprefo. Lontani confideraua l'Impera- donalo^ tore, e i Francefi, e f quegli non poteua, che affifter col nome , quefti , diuifi ne' loro fini , e configli , Fhaurebbero pi con le parole , che con l'Armi protetto . La Spagna amica_, gli riufciua gelofa j infefta , formidabile gli fi rendeua IlPntefice fi fapeua non eflerfolito ad impiegare, che oftitij .|
,
&
Volto-
l6
{
DELL^HISTORI VENETA
,
a quali niuna cofa poteu^ nuicr pi molcfta, cheralteracione d'Italia , apr loro con ce. eerre ^lU \RepHblicei filial confidenza l'occorrenze 5 e i bifogni. Verfauail Senato trapelanti confulte. Alcuni 5 raffigurandofi la nouit della_, Guerra, i difpcndij dell'Armi , le cure de' grani negotij, in^Confttlta\tortt delU chinauano ad efler pi tofto fpettatori , che parte. Diceuamtde/ims. no quelli 3 Che rifihi -poter apprendere la l^puhlica da^nagugrra , che non a fuoi Confini t Ada che guerra e^er quefta , che fo~
perci
ri-
&
l'acquifio d'alcune Terre ^ furto di notte, che refterehht ejfer Pel repreffo , fuhito che giunge ([e alla notitia de' Prncipi grandi mancare mediatori^ della guerra i 'vicini potenti effer mgotio non per impedire i progrefsi La "E^publica nella Pace , che /' arricchTee, e decora, hauer ripofto la alate , e la Gloria. Dalla maggior
lo
con
U "voce
quafi [murate,
e col
nome fpaucnta
aperte,
^n
-\ e Dilwe'rdttonii
^tlparteper fu rifoluto di foftenere la caufa pi opprefla; ac^7?/?W' jcioche, e Mantoua non haueiTe necefsit di precipitarli n^ mano di pi interelTiti foccori, e Sauoia, fcorgendo quel Ducaa{iib't0 5e difperando maggiori progred , adherifle alla quiete . Efpedi dunque a rilieder' in Mantoua Antonio Maria Vincenti, fuo Secretario, con danaro per affoldare, e trattenere tremila Fanti, che al Prefidio di Cafale feruiffero.. Defider pofcia d'indurre il Pontefice a gli ftefl Configli 5 Ma egli f nefcus col dubbio, che Fefempio delle dichiarationi fue fcco tiralTe quelle di Francia, e Spagna, per ap^Youa.]V\n?x parte, per l'altra. Contentofli folo d'approuare piej
^^'^'^^"'"'namente
tefce
s'
Senato,e di gittarei fondamenMafofferifce ti della mediatione di Pace , efpedendo Innocentio de' per Me- fimi, Milaa Mantoua, Vefcouo di Bertinoro, a Turino, diatore di no, accioche intorno ad eifa poteflero le Corone, trattepace. Cafale fi nendo l'Armi, efercitare, e pafcere quell'autorit, che ammunifce piuano d'oftentare in Itaha Ferdinando munito prontamenT>Hca di\Z. Niutrsen. te Cafale , eflendouifi anche gittato dentro Carlo Gonzaga, tra mila Duca di Niuers , che per altro viaggio cafualmente tocc le
yche
il
&
\Haz.z.a
& anco
Vrincipe
il
fpiaggie di Genoua y v'inui il Principe Vincenzo fratello fuo, il quale, per Milano paffando , rimoftralGouernatore,
f^tncenio
di Pianto
f "vno
foffe
Stato ^vicino ,
e protetto
LIBRO PRIMO.
che afpiraua a
cof
1:7
-^refer/te
mas[gwri,e che
ardiun al
in facca\^^^^^^^\
coli'
ombra
Clienti y impojjejfarft del 2\4onferrato ^ guari non tarderebbe- a rifuegliar pari?nente [opra il Aiilanefe i noti difegni Fluttuaua il Mcndozza tra i riguardi publici , e gli afietti prillati , e Car.
Emanuele, per trattenerlo nelle perpIelTit facendogli, per cos dire, vna Guerra d'ingegno, hora con inuiare il Principe Vittorio, bora con efpedire Miniftri,hora con mntare>_^ Peribnc, tutti con var]j,e valli progetti, con inftanie,con ifcufe, con fommiffioni lo confondcuajC lo ritardaua. Verlo
fauano
teffe
i
i preghiere , che gli permetTuoi vfl-tij , pi vini , progrefi] j poi eshibiua di rendere ; ma riceuendo le ricompenfe, e le fodisfattioni douute a' Tuoi diritti. Taluol-
ta dichiar ne' luoghi occupati d'alzare le bandiere di S^^J Cario e voleua con propri) prefidij guardarli.. gna; taceira"''^''.'^^''^
ma
Non
di rimetter' air arbitrio del Cattolico Te fue pretenfioni^ ^TiaSt^^J fopra tutto allettaua,con eshibire la conquifta di Cafale a-tiaico-^ la Spagna, contentandofi dell'aperto Paefe, quando il Raf-'^^']?f.''";^
i
Non
'^'""^
era
il
Gouer-'
'
natore in iftaro d'adherirea tali partiti, quantunque fpecioi: perche, oltre Tartifitio del Duca, che prima d maturarne^;
!vno, n aggiungeua, per confonder l'Animo, vn altro piti acerbo, conofceua, che trouandofi difarmatOjfe acconfentiffe a penfien del Duca , non folo gli lafciaua in preda il Monferrato, ma il Milanefe medefimo cfpofto, e che Carlo, per conferuare gli acquift , per auanzarfi a maggiori progrcffi,
fcitati gl'Italiani, a
Francefi, fuopportunitvi di {cacciare gli Spagnuoli da quello Stato. Per ci moftrandoglifi in apparenza feuero, gl'intimo, che reftituiffe ogni cofa , credendo che chegl'Klima la re l'autorit di quella Monarchia fofle Arme affai v\ilida, anche 'y?/m/oV fenza le forze, pompa della medefima confortaua i Prin-'^^^'^^^"^^ cipi a non temere turbationi in Italia; in particolare Alfonfo
i
hauerebbe con
la fteffa facilit
,0 chiamati
godere
dell'
&
della
QtieuajMarchefe
i
di
Venetiani,.gli Queuapr& be rifarcito l'vno dei Duchi, e l'altro corretto. Nella manuten^^ tefta lii^ tione della juiete d'Italia confpirare con le loro intmtioni del 2{ , n\^^^^l^ m
apprefib
-~
'^''''
o/^^-
i8
MDCXIII
DELUHISTORIA VNETA
chi temere
,
mentre la -potenza di la fua hontk , che non haueeffendo rebhe permeffo nouitkj) turbationia quella Pace , che felicemente fotto Ferdinan' l' omhra della di lui autorit ft godeua Col Duca di Mantoua,.
^'
ejfere d
,
o di che agitarji,
,
Filippo
^gnalmente grande
..
dey
con/i
fale.
vienperftiafmcoItrartOc.
pjtralb'oe
e4rfifeco/i
eoftdfice
a
:
XAi'tlano
iw<
pena
di (of petti
\fe
ne riior-
\Ducdt di
iSauotacO'
^dtnte del
che frequentaua rinftanze degli aiuti, con varie arti il Gouernatore fi fchermiua, configliandolo a portarfi in Cafale per dar calore con la prefenza a queir Armi 5 che aufiliarie glipreparauajC per feco abboccarfi in pafTando. Era da al> tri Ferdinando incontrario efortato 5 perche , elTendoui il Principe fratello nel Monferrato, non pareua decente , che. a coUocarfi in mano de'Miambidue andaflero ad efporfi , niftri Spagnuoli y lafciando in Mantoua la Nipote y fcoperta a qualche, infidia, e forprefa.. Volle per, per moitrarc all' Inoiofa rifpetto 5 ch'era quell'appunto,- eh egli pi pretendeua 5 e rendergli quel culto, che anco da Sauoia frequentemente con inuiare il Principe di Pie monte, fi praticaua,andar'a Milano^ ma non riport da' difcorfi, che enigmi, e ritorn a Mantoua con fieriffima gelofia, che il Gouernatore foffe gi vmto dagrinterefli, o da g,li aifetti della Cafa nemica.. Haueua l'Inoiola in altri tempi militato fotto l'Infegne di Carlo j e riportatone in premio il MarchefatO' di San Germano, gli fi profeflaua cosi ftrettamente obiigato , che nel venir' a Milano, prima d'entrare al Gouerno, volle ieco abboccarfi, riportandone doni,efauori. Quefta tal confidenza fi nudriua anco al prefente dal Duca,hora con publici vfficij, hora con mezzifecretijOndeyfe bene nel Configlio di Stato i^difcorfi di Negotio, i motiui dell'Armi procedeuano contra di lui con qiralche acerbit, fapeuafi per efierui pi fecreta confulta di tre foli foggetti fiioi confidenti , che reggeuano l'Animo del Marchei'e ,.e radolciuano tutto. Ci rendeua. il Duca cos baldanz'ofo, che f bene qualche m li tia, lentamente raccolta, fi fofie fpinta a^ confini del Piemonte , fcorreua ad ogni modo il Monferrato, lo deuaftaua col ferro , e col fuoco, edeuoraua conle Tperanzeloccupationedel refl:o. Rendendoglifi perci infofferibile tutto quello, che contendefie le fue pretenfioni, s'opponefie a* fuoi vafl:i difegni, difcreditaife la moffa dell'Armi non pot eua patire, h e i Ve-
&
LIBRO PRIMO.
19
d* MDCXiri netiani preftaffero aiuti a GonLaghi^ concitato per tanto dtfgujiacerbiiTniio fdegno, chiam VinceTiz.oGuffoiii,che per laRe- fo de'Fene fiani per publica rificdeua appreflbdi lui Ambafciadorc , e fece dolen- gli aiuti dofene^l'efort a ritirarfi dagli Stati fuoi, quafi che offendo jmtnini-
Popolo mal' impreflb di tali afliftcnze , non foffe pi per trouarc nella Corte fualaficurezza,che al carattere concede la ragion delle genti Il Senato , da ci comprendendo , che
il
.
firati
al
Duca
di
Manto/a,
duolfene
iaprefeniadelfuoMiniftroferiTiua
fofpetto^gli comand di partirfi . Italia, pur che reftaflerole rcliquie^e le ceneri a fuo profitto^richiama.
jle
euaporandol'ambitioncje lo fdegno/e vedeua l'Armi Spagnuo-|^ ''^j'^ a fronte, minacciaua di tirarfile Francefi nel f no , Se il Pon- 2tnaccZ tefice l'arnmoniua alla quiete, proteftaua d'inondare la prou in- spagna, ciad'Heretic5fei Venetiani foccorreuano Ferdinando , bra- rti Penisice^ uaua di commuouer'i Turchine di fpinger nell'Adriatico Corfari i reneftranieri. Gli Spagnuoli propoftifi di fare vna Guerra d'au- tiani torit, con foli vfficij regolando gi'Intereff de' Principi , con l'Armi moftrando predominio , tnal volontieri vedcuano altri ingerirfi. Ma l'Imperatore credendo, che tanto difcaptaffe l'autorit fua, quanto la Spagnuolas'augumentafTe, depujtFrancefco, Principe di Caftiglione,accioche per fuo nome
interuenille a trattati,
il
5
Bando Imperiale f, depofte l'Armi, e reftituito ognicofa^ non fi cont^nefle tra pi moderati confini. Vide finalmente il Mendozza, provocato dalle voci di tutti, la necefTt d'armarfi;
Onde
diftribuite
Italia, Ale-[
magna, & Heluetia, fi trou pronto vn floridi (lmo Efercito. N Carlo mancaua a f fteffo, ma alle prouifioni dell'Armi non ceffaua di traporre negotio , eshibendo di depofitare in
ragioni , e le Piazze , purch a di tederta Milano fofe condotta la Prencipeffa Maria per tratteneruifi Spagna It ragiocon la Madr^. Ci -miraua a feminare gelofie tra Ferdinando, fnmentre nij e gli Spagnuoli ; perche , quanto il Gouernatorc conofcendo la Nipote il vantaggio, e1 decoro della Corona, v'adheriua per inte- fi conduca A Milano^ refle , e per genio , altrettanto conueniua per propria faluczza il Duca abborrirlo. N il Caftiglione vi diifentiua, che oltre certa auerfionc contratta , come confinante , e minore
del
di
mano
jfiitjferifce
Spagna
le
co'
20
MDCXIII
DELL'HISTORIA VENETA
Mantoua, ancorch
fuoi congiunti, preferiua
prilliti
CO
ree
_nori di Sigi
per liluoi
fiche gii
le fodisfiittioni di
,
eperhnie
ga di fono
fcrifserfi il
Duca
di
Aiiitoua
Ccnditiofiipropcfe
d-al
Fefco-
m di Beramaro
r,oaggra
dite dalle
partii
ne
7neM0 dal
Qouerna'
tordiJkfiliVtO.
nella quale a Carlo fi prometteua , che la Fanciulla fcrittura inrebbe condotta in<juella Citt 5 donde non poteffe leuarfi, che coirafenfo dell' Imperatore Matthias, e confentiniento del Zio Ferdinando . N altrimenti fegu di quello haueuano diuifato 1 Sauoiardi : impercioche inuiata la fcrittura medesima con precifo comando al Duca di Mantoua, accioche la icgnafe 5 e fenza ritardo l'efeguiife ; egli da' fuoi Amici foftenuto con promeffe 5 e Configli , neg coftantemente di farlo, altamente dolendofi,che dal Gouernatore con fouerchia autorit fi difponefse lenza iaputa fua dell'arbitrio di'lui^edcl Sangue della Cafa Gonzaga : Donde inafpi^ndofi gli animi tentaua il Vefccuo di Berti noto di raddolcirli con pi miti propofl:e5nfimia^do5 che il depofito de' luoghi occupati in mano del Pontefice , di Cefkre, e d'amendue le Corone feguiffe5e intanto nel termine di quattro mefi foflero le pretenfioni decife da' predetti Principi, oda altri, che le parti vole (fero eleggere Ma non gradina ci a' Duchi medefimi , e mxno di tutti al Gouernatore di Milano, che abborriua dar Compagni Rjfolfe nel maneggio del negotio , dell'iVrmi , Abbracciaua egli tuttauia ogni partito, che portafle tempo, apparenza, fomentando con le tepidezze quelFArmi, che nel principio hauerebbe con la fola rifolutione potuto reprimere j onde hauendogli Carlo fatto fapere d'inuiare il Principe maggiore in Spagna, accioche il Figliuolo pi viuamentQ_> portaffe al R le ragioni del Padre , il fucceffore degli Stati fcruiffe di pegno dell' oflequio di tutta la Cafa, ancor che publicamente negafse di fofpendere per qtiefto le dichiarationi, alle quah contra il Duca vcniua follecitato, ad ogni modo volentieri lafciaua fccrrerc il tempo. Da tah procedure comprendeuano i Veiietiani , che non ballerebbe per ifciogliere quefto nodo il ncgotic , ma che prefto
.
'
&
&
doueua
\f^ih elioni
farfi ricorfo alla fpada 5 onde conforme .airinftitu^^ ^^^^5 s'armauano, afscldando cinquemila fanti ftranieri, mg rofg^fdo i Prefidii_con militie cki' ordinanze , e defti-
nati
LIBRO PRIMO.
21
MDCXIII
nati nelle Piazze primarie diuerfiRapprefentaiitijinuiarono nella Terra Ferma per Proueditorc Generale Antonio Priuli
Caualicre Procnrator di San Marco. Ma non verfauano difiratti qiiefto folo penfiero j perche anche dalla parte del Mare il De- da altrea^ ftino d'Italia fpargeiia malignamente velenofi femi delle ven- plfcatiom di Mare intelligenza delle cofe da dirfi^conuiene piture calamit. gliare il racconto da pi alto principio . Pare, che molti Stati, forf per contrapofto al fafto naturai degl'Imperij , fiano efercitati da qualche molefto inimico , che potendoli fugare pi toftojche vincere^proiioca di continuo j&infefta. Tali alla Ffcocehi
tuttoch
Republica
di
Venetia doueuano
dirfi gli
infejli al-
potendoli eftirpare co' fupplitij , n domar con la forza, combattuti pi volte 5 e frequentemente con la mannaia , e col laccio puniti 5 riforgeuano fempre pi temerarij , e importuni Doue riftria col fuo chiude anco il confine d'Italia , truouafi lui per la freil Golfo Flanatico, hoggidi detto il Quarnaro quenza d'ifole, e fcogli , quafi fpezzandofi il continente , ha in quel feno il Mare pi Bocche , e Canali con tanta incertezza dinauigationCjediventi, e con tali anfratti, che f la natura l'ha nfcruato comefepolcro a' Naufragi), l'haueuano fcelto i Ladri per nido alle prede. Sino alla Dalmatia corre vn afpriHmia colla di rupi, e di balze, tramezzata per da varie Populationi , come Fiume , Buccari , Segna , altri luoghi, appendici dell' Vngheria , che ftauano fotto'l Dominio, pi
.
la
RepU'
,
tlica
ro defcrit'
j
'0,
&
tolto fotto'l gouerno di Ferdinando , Arciduca d'Auftria, Cuigino dell'Imperatore Matthias. L'IfoIe dirimpetto obbedifcoIno alla Republica. Quiui , habitando in Terra , infeftauano il
,;
da
l'
cui
Vfcocchi , gente , f fi riguarda l'origine , non igno-, traggono origine. ibilej perche di trarla vantauano da certi valorofi huomini,! che, occupate da^ Turchi le vicine Prouincie, impatienti d 'quel Barbaro giogo, fi riduifero a viuer ficuri, e liberi tra ile montagne; ma elfendo difficile nella pouert di fortuna conferuare la Nobilt originaria del fangue, andarono degenerando, e trafportati in pi luoghi, furono in fine da_^ Ferdinando Imperatore in Segna raccolti, accioche difendefiero quella Frontiera da' Turchi , picciola elfendo la Piazza , ma per lo fito fortiffima * Quiui ritirandofi molti trifti,
Mare
gli
con
2Z
MDCXIII
Dominio de'Ve-
netiani, prefto diuenne vn ricetto di maluiuenti, che conuertirono in latrocini) ladifciplina dell'Armi ,& in ve ce di combatter co' Turchi 5 efindo feguita la Pace , prouocauanli con
prede 5 &: infulti. Efclamauano alla Porta Ottomana le queoppreffi ; onde altamente minacmolti fpogliati , per la co rele di //oro info- ciauano i Turchi di venire con le proprie forze, e conTArlenTLa mate maritime a fcac ciarli , e fpiantarli Inftauano alla Re/nflaHx.e publica 5 alla quale il dominio , e la cuftodia del Mare s*afpetta, del Turco di frenarli 5 e punirli, e colfolito fililo de' Barbari pretendeitila jRepuuano efigere da tutta la Chriftianit le vendette delle colpe blica Niente meno fi rifentiuano i Venetiani, di pochiffimi trifti coftoro vdendo violati i Confini , hora hora dal tranfito di i Territorij predati, fempre turbata la fentendo Tlfole, che duoi Legni fpoghati . Per quefto fi doleuano con ene ma Tiauigatione , f^ /; gli Auftriaci, ricercando rimedio, e rimoftrando a gli altri \femafrut to con gli Principi ancora, quanto coiterebbero care lefpoglic di queu^njrtaci Ma non falli Ladri , f TArmi Ottomane foflero prouocate xile fi trouaua il riparo, le ragioni appreffo gli Auftriaci venendo fpuntate da' priuati intere/li, pe* quali protrahendofi il negotio era fempre promefb , non mai praticato il rimedio. Si dichiarauano perci i Venetiani di non voler foiferire vlcera cosi infame in quel feno Onde impiegauano V ricorre a Armi a frenarli, e a punirli; ma con poco profitto, impcrraffrenarcioche in quel labernto di Terra , e di Mare i Legni magla con r giori non feruiuano , &: i minori non poteuano fempre refifteArmi, re airinfidie , Valeuano per le Galee per alle borafche guardare le bocche ; i forti , e le Torri ferrauano i paflfi ; le Barche armate infeguiuano, a quanti poteuano cader nelle mani-, il Carnefice con infame fupplicio leuaua la vita_. S'auuerarono in fine le predittioni perche i Turchi, da tante t'n^skera moleftie fuegliati, ruppero nelFVngheria con gh Auftriaci la in a f^ dal guerra, e per lunghi anni la trauagliarono con grand' vfura di Turco ftragi ,edi fangue. Ci nonbaftaua per occupare altrouegli Vfcocchi,che verfo i Venetiani paffarono dall' ingiurie all' ^^"^J^^|'joiFefe,formandofi caufa di guerra da ci, che fin' hora quafi. materia di folo e fercitio pareua . Frenati dalla parte del Mare,! "Il
alla Porta
&
&
&
&
&
'i
pr-
^S per curro neia- MDCXIII perto Paefe fieriffimi fcgnidi crudelt, tentarono ariete le.^ onde affai Terre murate. Refpinti diAlbona, entrarono inPianona, e tana L' A[ flria porto a facco ogni cofa 5 inalzarono gli Stendardi Imperiali ,6 vollero efigere da gli habitanti giuramento di fedelt. L* abbandonarono pofcia, temendo d eflerui colti I Veneti per ri- profitcafarcirfi fecero qualche incurfione nel Dominio degli Ault ria- ["^^^ ci 5 ma non progredirono pi oltre rifpettando per all'horagl' ^^oZ]tt' Interefl della Chriftianit , in Vngheria Soccombenti - Cefare, guardo i^ da' clamori degli fteil fuoi Popoli grauemente commoflb5or-^*^^^j din all'Arciduca il rimedio ,& egli inui a Segna Giufeppe,] Baron di Rabbata , che col fupphtio d^alcunijconrefilio d'al-l tri 5 e con laconfegna a' Veneti de'fuggitiui hauerebbe preftamente fuelte le radici del male, f trucidato dagh Vfcocchi, incapaci difoftrire difciphna leuera , non li foffe co! ritorno! degli fcacciati, e con rimpunit di s atroce delitto preftatoj
LIBR
P^RTiro:
,
e lafciando
'^^''^^^'
'
male medchmo. Dunque tornarono gUVfcocchii/^^ f^^' alle prede, violando, per paflar contra i Turchi, in Terra, C'rTblrte,n in Mare,, il Dominio della Republica , e contra i Veneti ftefli aUwfnip rubando indiltintamente ogni forte di Barche. Rime/Te le^ Guardie allalfedio, Cefare inui a Segna il Generale di Croatia,che perii fd mefi,che vi fi ferm, tenne a freno ildifordine 3 ma iciolto con la di lui partenza , pafTarono per lo Territorio di Sebenico , a ficcheggiare Scardona^ Terra de [Turchi, darmepiquali cosi altamente fi riputarono offefi, che non potendo fa- '^'"'* " "^"' tiarfi d'efagerare i danni, e le gelofie , che ifudditi ftefii della Republica vi tenefiero parte, inuiato Chiaus a Venetia per chieder' il rifarcimento , appena poterono con molte ragioni chefpedi Ifce a f^eplacarfi Non riufc a gli Vfcocchi medefimi per la fcorta,che netia.. loros'oppof,forprender la Galea di Mercantia, che con ricchi (limi Capitali deirOriente da Spalato nauigaua a Venetia ma appreflb Rouigno occuparono vna fregata condifpacci, e danari della Republica. AlFhora fftretto maggiormente pi ^" per Mare TafTedio a Fiume , Buccarr ,. e Segna Onde il r- volte Generale di Croatia ritorn in quelle parti , facendo reftituiV^^^^^^^^^ qualche preda , e punendo alcuni, da che indotto il Sn3,'\Jaiir7to , e dair interpofitione ancora di pi Principi , fece fcio-'M^'^^.
fomento
al
..
gliere
tali rimedij porgendo tempo al male pi immediate fi ritorn a primi danni, e fcorrendo gli Vfcocchi per mare , Ri rimefo TafTedio, del che graiicmentccontra gli Vfcocchi medefimi dolendofi i fudditi di Ferdinando 5 che molto patinano, egU inui dueCommifcon prcianj, ma con J30CO profitto j perche appunto alcuni \gi milito degli dell'Arci, lca<:ciati non iolo infeftauano Tacque, ma entrati per certa ciuca. apertura dk muraglie in Fola, laccheggiarono alcune Caie, raccogliendofi in Segna irei con la preda. Qualche parte fu refa^ma poi per le tregue conchiufenelFVnghena, re prefT centtnna- da' Miniftri Auiriaci eoa molto iudio contra i Turchi gli no eli e IfVfcocchi, sboccarono pi fieramente dalla parte de* Veneccfit^e dan mft vgual tianijfaccheggiando nel Porto di Veglia pi Barche, e premente a dando in mare ogni genere di Nauilij l Pontefice fteffo efclarenetiitni' maua pel danno, che il commercio d'Ancona patiua^ onde 'al Pon- dall'Arciduca furono altri Commiifarij inuiati,che condannaefice rono le Barche al Fuoco ^ ma gli Vfcocchi le leuarono sforzetiolmente, fi pu dir , dalle Fiamme predando alcune delle Ifo, le,epure nell'Iftria faccheggiando il Territorio di Barbana. Penetrarono anche nelPaefe del Turco, ma ritornando al Tmco con groilo bottino, fu loro leuatoda alcune Galee de'Venetiani con morte di molti, e con prigionia d'altri , che immediate reltarono appefi all'Antenne. Ogni gaftigo feruiua per ad infurgono pi arroga irritarh5 e f bene veniuano frequenti Commiflari) , dall' Arti centra ciduca elpediti, appanua tuttauia confpicuamente la connig^flighi. uenza de fuoi Miniftri, per tutto ricettando i ladri, e cufto/pallegdendo le prede. Alcunode'Capitrouandofi prigione giati da' in mano Mini Uri de Venetiani, vollero gli
M oc XIII glierelafledio.
_24
JDELvmsrroBj^^
Ma
fi
di Perdin:tndo.
altri
tentarne
il
rifcatto conl'arre-
fanno pri
Itone Gi-
rolamo
Marcello.
r il afiato per ordine
dtU'.4rci
ihto^vCjiaueua_6]^
Rapprefentante, Se a Rouigno fallito il colpo, perche il Podefta fipofe in faluo , faccheggiata folo qualche arciia nel Porto , trouarono pofcia a Befca Girolamo Marcello, che reggeua l'Ifola di Veglia, e loconduifero appreffo Segna in alcune grotte prigione. Non poteua diffimularfi l'ecceiio,equereIandofene la Republica con grande alteratione, mrciduca fece rimetterlo in libert, inuiando a Venetia il ^apitano di Fiume ad eshibire fodisfattioni,e riparo . Ma il Sepunirfi alle volte qualche colpeuole.
ito di qualche
ma
LIBRO PRIMO.
ma non
gaftigaiTi la colpa,
,
.
25
non voleua pi vdirejpropolle, n MDCXUI rallentare rafsedio che grandemente incomodaiia gli Auftriacijfe gli Vfcocchi non folfero da Segna, e da quel tratto di mare midati Per tanto l'Imperatore Matthias, chiamato 1' Conuentio Arciduca Ferdmando alla Corte, per placare T acerbit. Se ni trkUm peradore-t accordare il negotio, tanto oper, che tra Girolamo Soran- e Venei
Caualiere, Ambafciatore della Republica , e il Vice Cancel- tiani , liere Cefireo fu ftabilito, che a Matthias dall'Arciduca fi prometteua d'impedire il corfo alle barche , e lafciar libero il Mar da' Pirati, di icacciare gli Vfcocchi inquieti da Segna, e punir* i colpeuoli, prohibendo ogni ricetto loro, e de' banditi della Republica i cambiar' inoltre il Capitano di Segna, eguernire la Piazza con Prefidio di gente Alemanna, chevalefTe in auuenire a frenarli. Di tutto ci daua l'Imperatore a'Venetiani la fede , &c efli all'mcontro doueuano prima leuare l'afTedio, e liberare tre principali prigioni . In gratifcatione di Cefare ftefTo , abbracciate dal Senato le conditioni, quefti furono nlafciati , e rimofse le guardie . Ma lubrica eiendo la fede, non venche nafce dal folo interefle, poco tard a ricaderfi ne' mali gono lor^ attenute di prima, perche il Prefidio in Segna inttodotto, mancandogli immediate le paghe, dileguoffi in momenti j alcuni pochi fcacciati furono ammeUi , e lafeiate in loro arbitrio le barche, ritornarono al corfo . Accadde , che dallo fualigio di Trebigne , Villa Turchefca fopra Caftel Nouo , ritornando gli Vfcocchi con dodici Barche quafi in trionfo, Felie Dobrouich Capitano de' Venetiani con altrettante gli attacc, e coni'} acquifto di tre, fugate l'altre , rell al pofleffo'di molto botti-* niente da queno, e con numero riguardeuole di prigioni . llo reprcfli, pe'l Territorio diSebenico entrando nel Dominio Ottomano, afportarono molti Animali, per la ftrada medefima riconducendoli in faluo,con grani querele de' Turchi contra la Republica fteifa. Ella in Corte Cefarea le riferiua, inlano a interpellando l'Imperatore all' oiTeruanz-a delle cofe promef- CefarCaffinche e 'fe, anche col mez-z.o d'Agoftino Nani , e Francefco Con- ofserut tarini Caualieri , efpcditi per Ambafciatori eftraordinarij vera congratularfi feco per TAffuntione all'Imperio . fandofi da* Veneti in tali doglianze , V ardire degli Vfcocchi
7.0
.
Ma
Ma
trafcefe
_2^___DELLVHI^fORrA"VENETA
proprmCzfa,amz
MDCxra traicefe ogm padenza,erimediorConfei BaT^ he entrarono |d, notte in Mandre Porto dell'Ifola di Pago , doi.e con qualtrafcaratezza diguard.e tra il fonno,eIa Tem^.J'^"
ruh,m.
la
^ %:!:^' '""'l' ''^.^^^^^'F^ ^^S^ftatifibforprefero, trucidando vguatl r/cut,.. mente chi dormuia,ech.tent di refiftere.
vccifi con 'nhu Cadaueri fu la Galea afoor tata sbarcati a Segna i Cannoni ripartita , , la preda, il fatto! acclamato da quella barbara radunanza. Contra iJ Verner Eiaffo, di preferuato a ftratij maggiori, sfogarono pofcia J'odio crudelt con ogni ludibrio . Ad vn coniato egli fu fata, e 9 trucidato, foffrendo con ti Chs^ grande coftanza vna morte, che con tutte le regole di barJ eforo Ve bane ftudiarono di rendere a lui fpauentofa, a tutti
de- Marche!, di Pietra Pelofa,eniolti altri, alla volta dalla Galea alle barche, recarono
LucretiocS
toSde"vno^
I
mana
fierezza
Gittati al
Mare
&
'
'L
terribile
dclitia ilfuo cuore irfangue forbito neJle tazze,euftai to col pane intinto,; la tefta,poftaneI fito pi r guardeuok!,
per
Vcnetiai non firaccontaua,che interroctamente con iftupore, e con lagrime. Alcuni delfS-fronto hemendo, tutti arroffiuano del fucceflb, icong un i efclamauanoalle vendette, &i Popoli tutti follcitauafio r
Oratie.
"""'"
,cr.ui,r\b'Amo
//r/rf
^'Seit^'n-ft-ttofi api pefat. or in tale fentenza " ^l'f ranno , Ladn della nojha tardanza? certo data 'z.'n documento mfigne d, prudenza, e tatieftza Padri
^^
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PfcJchTJ
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S itJtidT'^V.
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con leggi d,
Cudm fu;
'^1"-'PP o^r'
U-^^"
LIBRO PRIMO.
.
,
27
MDcxm fangue de Cittadini i fudditi fatti pajfar [otto il Giogo,efemil" mente 'vcciji. Dunque i Figli di quella Patria fono nati perfemir a ludibrio, o confcruano nelle 'vene il fangue per fatiarne la crudelt de^li yfcQcchi r doue fono gli fpiriti grandi de* noflri genero fi maggiori ft rifcntono da i fepolcr quei Cadaueri venerabili eh ^ue per Scredita leg^it-tima ci hanno la fiato il dominio del A4are e' hanno acqui fiato l'Adriatico colfangue, ci rimprouerano ilfoffcrire, che fa tinto d'infamia offefa fatta a Prncipe, e perci con,
.
.
U
.
uiene rifentirf
da Principe
.
Hanno
.
le querele, gli 'Z'fjicij I Principi fono giudici a f medeftmi,e non appellano che a Dio altiffimo Attenderemo forf a fuegliarci , dopo che gli yfcocchi , corfi fin bora faflofe fotto i noflri occhi nella Dalmatia , nel Ramare , e ncW Iftria, faranno entrati ne' penetrali inuiolabili di quell'Acquei hora e' hanno gujato il fangue Patritio,
,
chi dubita
Barbarie?
nido
,
Armi
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vogliono
.
medeftme Chi mai l'hauera prefe pikgiuje o chi pu efcrcitarle piv^ genero f Di gi ci confuma vn lento magra^ u difpcndio ; l'Armata numerofa , e pronta Dall'Albania , e Dalmatia le militic fi forniranno Non mane a, che difporre gli animi, vnire le forze ^nchiufi per tutto , inuafi da molte parti , fa^ ranno ajirctti purvna volta a dare la pena di tanti misfatti. Se Ferdinando delle loro colpe innocente , gli abbandoner allaGiufiitia i f confapeuole , non pu il nojlro decoro pi lungamentefoff'eA4a fupponiamolo interejfato , e rifiuto a fojiener la difefa. rirle Preualeremo in Terra, in Afare di forze. Afatthias , Principe o^iujo, ha con noi impegnata la parola, e la fede. Afa a cautele
nelle tane
,
.
.
fouerchie
vna Afachina
nacciano
alla
,
Che
che
ci
/
,
gli franieri
^ueflo Patria ,fe non ft cancella l' ignominia , hifognera augurarft di dire cosi fcordarfi il fatto , e cercar di nafconderlo a pofleri alterato altri pi fedatamente rifpofe. Anche le paffioni hann\Mirapr i loro periodi effendo le adultere , non le fpofe dell'animo , con-^^f^^'^'^'
.
vn Decreto fatale
A gli
nonr
ha
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28
MDCxiir
/^;^
DELUHISTORIA VENETA
A
,
commoffo t animo di gmftiffimo fentimsnto II furto delU G^\ leayU ftm^e del Capo, il [angue di tanti, ha ragionemlmente i\ noftri affetti incitato. l^^ft^nz^ con lagrime habSiamo come p alle Ceneri di benemerito Cittadino. nati , fodisfatto quyco^^ me 'vn compendio della '^public a , ftam') ^niti per deliberare da Principi Di gratia la maturit entri pik che la ^vendetta a ConLo fdegno ^narme debole di chi manca di pn^den^a figlio di forza Chi arderebbe la Cafa per e[piarla da qualche infdto di Ladri Cader anno in fine , come hanno fatto pik ^olte e aderanno gli Ffcocchi pik [celerati [otto il Carnefice 2{efringeremo
Ma
e con generofa prudenza, e collante [ino che fmlta non [la radice cosi veleno/a, non cederemo pik a promeffe , a trattati E[erciteremo le rendette degne di Principe [e dagli Aufiriaci non far applicato pik falubre rimedio, lo procureremo da noi mede[tmi,ma con mano
,
.
,
le loro corf,
forte,
a tempo proprio Comincieremo dunque per auuentura prima d'armarci, a muouere l' Armi o pure corremo al prefente diuertire /' occhio e f applicatione dalle co[e d'Italia, per implicarci con gli Ffcocchi per mare Li coglieremo a [uo tempo di qua, [e il Duca di Mantoua [occombe , [e /' ingiuftitia trionfa [e la potenza preuale che far de' noflri, e de' comuni intere[fi facile guerreggiar ne' difcorfi, e nel faro } ma in Terra, e in Mare quanto \fangue fi [parge quant'oro profufo doue troueremo gliJ^focchi, {per dare 'zma giupa battaglia, [e con lo [campo [ono [oliti ^in.
Ma
\cere
I
doue pianteremo ^n' aff dio , [e la fortezza nella loro fuga confifle h abbi amo a fare con [piaggia import uofa , con monti impenetrabili Sono protetti dal [no, ^e da' Principi, Non darrof
.
habbiamo ^n Nemico , [e merita tal nome 'vn mifcuglto di firfi Ladri che punge , prouoca infulta e pure con armi decorofe non fappiamo doue trouarlo e colpirlo Non [pu altro, che diffimular qualche cofa, e come ne' tur'bim paffar' a chiufi occhi tra fi fuole quelta polue molefla Coi negotio coli' armi, col tempo linceremo gli
i
, ,
,
j
Ffcocchi i
ceUf^ri
ta?ua gloria , d'effer fatti autori Guerra, che principiata con gli Vf occhi , progredir a per necefftta con gli Auftriaci , e [orfe terminer co Turchi IlVeniero me defimo, martire della Patria, infpira dal Cielo pm moderati configli, e prega Pace, e tranquillit alla 2{epublica
Pre-
LIBRO
ni del
29
MDCXin
vienfreferita
quiete
delle cofe dltalia, Preualfero negli animi de'Senatori i riguardi ben publico^e le opuiioa'quali attenti^tenendofi in mezzo tra 1
volgo deliberarono,che per hora Filippo Palqualigo,OeSegna per nerale di Dalmatia, infeguiffegli Vfcocchi^ftrmgeffe mille tanti, Delihera^ Mare,accrefcefle le forze con venti bar che armate, .^^ ^^^ Albanefi^e cinquecento Croati . Con Matthias, e con Ferdinan-I.^j.^^^,,. do fecero paffare le piviue doglianze^ chiedendo ilcaftigo de porta-' rei,e la reftitutione della Galea^de'Cannoni^e del prefo,e rono in Spagna viuc rimoftranze fopra tali luccefli E veramengran te nelle Corti apparirono a si fiero racconto gli Animi in maniera commoili ^ ad ogni modo non fu refo il Cannone , ne il Legno, quello trafportato nelle Fortezze, quefto dal Mare diffijpato alla fpiaggia. Solamente da Matthias tre Commifsarij furo!no nominati, accioche con altrettanti della Republica s'abbocicafsero in Fiume j Mail Senato^ che conofceua cercarfi dilationi tcon s lenti rimedij, in vn fatto, e haueua il mondo per teftimo'niojricusd'ammetter'altronegotio, fuor che Tefecutione delF accordato in Vienna. Per quefta non tenendo facolt i Commif- 'vml che |sarii,preftofiritiraronodaFiume5ondecontinuoffi rafredio,& fiano ef^^^^^^ ferudte le hebbero luogo quegli accident5che maggiormente commouen-j^^^^^y^;," 'do gli animi 5 prefto turbarono la Pace . Per hora la maggior*atItcntiones'affifaua nel Monferrato , doue reftando Carlo alpoffefso dell'occupato, mentre fi credeua, che almeno attendefse T arriuo del Principe in Spagna,d'improuifo fi mofse, e prouocan.
^^
do
fortuna,e accelerandofi la difgratia , marchi con FEfercito,lafciando in dubbio,fe verfo Pontefl:ura, Nizza della Paglia tendeffe . In quelLijCome pi vicina a Cafale,follecitamente fula
<
ronofpintiquattrocentofoldati,eper conciliarle maggiore rifpetto , innalzati gli Stendardi di Spagna 5 onde il Duca profeguendo il camino , fi port fopra Faltra , precorrendo il Conte di San Giorgio ad inueftirla Debole la Piazza , e quafi sfafciata di mura fi tro uaua con poc'altra difefa , cheidella fede , e valore di Manfrino Caftiglione , Gentilhuomo Milanefe , che con qualche prefidiolacommandaua. Da tre parti Sbatterono i
Sauoiardi
gli
Carlo E.
manuele
imfrouifa
mente in
'^^'*^*^^'
Gouernatore all'incontro con frequenti fortitc-* trauaghaua , & efemplarmente punita la vilt d'alcuni , che alla refa inchinauano , diede tempo al foccorfo Carlo perim.
Il
pedire
30
DELL'HISTORI A VENETA
5,
Yfptttan
che per via del mare dal Gran Duca di Tofcana giungere potefle , occup l'Altare , luogo pofto a' da altri Confini de'Genouefi. Ma il -Gouernatore di Milano aHefcJaa gli aclei, co quali lo prouerbijamationide'Mantouani 5 uano le fatire 5 non potendo refiftere , efpedi Antonio di Leug, Principe d'Afcoli 5 con cinquemila foldati ad vnirfi al Principe lenti pa(E s*inVincenzo, cheTattendeua con altri tremila uiarono, quafiche l'Afcoli defse tempo alla refa , afcoltando dal CommifTario delllmperatore propofte di fofpendere per quindici giorni le Armi, ma ricufate d'Mantouani , s'accoll infineTEfercitoaNizia , che pi del credibile da Manfrino fi difendeua, AirhoraCarlodopoTfatetuttelearti publiche , e occulte 5 per rimuouere l'Inoiofa dall'inuiare il foccorlo , vedu-
&
dorarmi tolo
Cattoliche
f ne rith-
r,
j^kttipreflati
alDu
comparire in faccia fua , moftrando rifpetto airjnfegn^-j> Spagnuole fi ritir Entrouui fiibito Prefidio del R , &:il Gouernatore di Milano, guadagnatoli punto d'autorit , trafcur di ricuperar'jl reftante^che con la facilit ftefla poteua efequirfi. Il Principe d^Afcoli, ritirato l'Efercito, fi ridufse a Milano, e reflarono a fronte co* Sauoiardi i Mantouani non fenza qualche fcaramuccia , ^ fattione ideile quali fu di maggiore momento Toccupatione di Canelio, vanamente da quelli tentata, con perdita i pi di cento foldati , Progredendo in tal maniera le hoftilit, Ferdinando femprpi bifogneuole di fouuegni , inui, com' folito , a Venetia Federico Gonzaga acomplire per lafucceflionefua5& infieme aringratiare de' foccorfijchegli furono con riguardeuole fomma di denari
.
ampliati , affine di munitionare Cafale. Anche Cofimo^Gran Duca di Tofcana,haueua deliberato d'adftergli conduemila| chiefto a'Genouefi il pafso,perj fantine trecento caualli^ ifpingerli nel Monferrato, dapoi al Pontefice, almpno per
ma
efpedirH
che iTMo-
aMantoua,
uafcrrato
il fa/)
oda
mano
infieme,
ei
fer tutto.
loro interelTi fuegliarfi. Anzihaueuario procurato diucrtirlo con varie ragioni j 'ma Co fimo , tanto pi inferuora-j tOjper farficonofcere Principe libero, abborrendo l'efem_pio,chenon fofse lecito portar' a gli Amici focc orfo, emoltQ
fopra
&
R O PRIMO.
51
1^^^^"^ mTle confeguerize,. che tutto douefse da vn foo Potentato dipendere 5 inft dal Duca di Modona il tranfiro. Da quefto ami da Milano venuto fu pure per opera dell'Inoiofa negato, in Tofcana il Conte Baldafar Eia, tentaua di rimuouere Co-
Gente, gi fimo dal ricercarlo. Ma il Gran Duca, fpinta deftinata al foccorfo , fotto il comando del Principe Francefco 5 Fratello fuo , vi vni diecimila huomini' delle bande con f V afre k Cannoni 5 fmV Confini del Modonefe , doue trouatichiufi fu'l Mod9 con bancate i paflTi de* Monti ,& alle amicheuoli inftanzedel nefe. tranfitov rifpofto dalle genti del Duca Cefare a" colpi dell' armr,i Fiorentini , abbaffate le piche, diedero dentro,, e fugati i difenfori, folfe per forza',, per occulta: conniucnz,a
di Celare fteffo, oltre paflarono.. Net Mantouano fitrattenero quelle Genti, ma con gli alloggi, e per liviueri feruendo di aggrauio, Ferdinando le rimand alla prima, fperanza di F<fr^/*jPace.. Apr ben egli con tale occafione l'orecchie a qu^I-he|^^J^^^^^^^"^~ progetto di Matrimonio convna Principefla di Cafade'Me-//
conofcendofi da: ci, che andana accadendo , quanto p'>5^ ^^ 'conferirebbe,, che i Principi Italiani con pi. ftretti vincoli/^^f^'^"; 'drcorrirpondenza,e d'affetto {i ftringeifero infieme , per mi-'' Medici 'norare quell'arbitrio, che s'arrogauano gH Stranieri,, al qual fine anche il Gran Duca, f ben cautamente,, motiuauad'Vmoni, e di Leghe ^ ma tutto cadde fenz,' effetto , perche per le noz^e il Duca non fitrouaua cosi fciolto dalla dipendenza di Spagna, che per all'hora potefferifoluere, ne voleua tron- ma oftano leDtpcare i ripieghi, che con nuouo Parentado con la Cafa diSa- denz^e d** noia veniuano fuggeriti j, e per ralleanza pochi Principi ar- Sfagna diuano vdirne il difcorfo , non che dami il nome j; anzi i Venetiani medefimi in tal congiuntura la giudicarono pi conferente , e defiderabile , che poffibile ,,& opportuna .. Giungeuano- horamai in Italia fopra gl'Intereffi correnti anche degli L^'^'J*!^^
jdici,
I
Maria , Reina Reggentedi FranJ'4 A S!i Configli molto commofTa a' pericoli, e danni di Cafa i^^^'*''^ ^' cia,moftrandofi
Stranieri'
i
fenfi
..
Gonzaga, fi dichiaraua di. voler foftenerlacol negotio , e coir Armi. Tuttauia da' Principali Miniftri, alcuni inchinati aSauoia , & altrrmale affetti a' Gonzaghi , le fi poneua in confidc^f^yj^^
ratione.
''^*^^^^^''
Non
compiere alla di
lei
arman-
DELL'HISTORIA VENETA
por/i in neceffitk di confidare gli Eferciti a*
della Sauoia non pter d'altri ^alerjt, che del Gouernatore del Delfinato , // quale per autorit > e pr Dghisres credito ejfendo riputata Capo degli ugonotti , tanto di 'vigore a quel partito s*attribuirebbe, quanto a lui s^accrefcejfe diHima.e di forze,
,
Aggiugneuano
concorrejfero
Effe/im^poffibiley che in
le
^najfare Heffo
d'Italia
amicabilmente amendue
,
mere Sauoia
chauea frefcamente
conchiufi.
la_^
Reina ad impiegare
l'autorit, pi
, Se al comando pacifico , pi che a' trauagli applicata 5 hauea nelle noz?:e del R fuo Figliuolo con l'Infanta, e di lua Figlia Elifabetta con Filippo Principe di Spagna, ripofto il prefidio della fua autorit, non oftante,
che
alla
fama
di quel trattato
s*
ingelofiffero tutti
Principi
fitij
fred-
damente
con
Amici, & il genio medeflmo della natione Francefe fi rifentiffe . Dunque a faiK)re del Parente fuo Ferdinando non applicaua,che vfhcijjC preghiere alla Corte di Spagna, con le
quali, pi tofto che foftener'
il
S^A-
Duca,pareua
ch*ella ancora
.
rimettefle a quel
in
Veramente
chefiisdi
ft e Fargas
tonfue
Co
miffom
genio , haueuano, e lunghi rifleffi > i Miniftri fopra tali emergenti fetto graui , e in fine , non tanto- per le fodisfattioni della Francia , e per le inftanze de' Principi Italiani, quanto per l'antica auerfione del fauorito a Carlo, fu efpedito a Milano il Secretano Vargas con ordine breue, ma fuftantiofo, che Carlo reftituifse,.. e non efeguendlo prontamente ^ vi fofse aftretto coll'Armi. A Vittorio , che in Catalogna sbarcaua y fu comandato di non auanzarfi,fe prima non giugnefsero auuifi dell'obbidientia del Padre. Tali la famapublic effere le commilTloni ad efaltate per la Vargas , attefe , come vn deftino dell'Itaha , Giuftitia, e rettitudioe dell' intentioni Reali. Alcuni per dalla ^condotta de' Miniftri Spagnuoli,e dalle cofej^ che fuccederono , vollero argomentare 5 che vi fflero ordini pi fcreti di profittare della congiuntura degli affari 5 tuttauia di tali arcani i Principi foli hauendo notitia del vero, refta al
pefato della natione
Madrid , conforme
&
Pop-
Popolo
la
LIBRO PRIM q^
Carlo per diuertire l'effetto di conTmiiT}oni cosi feuerc , tenta-j u d'allettare il Couernatore, cshibendo, pur che gli yc\2:&' 'ff^^^'^^^^ Tacquifto , f fteffb ^ gli Stati, e le forze alla fortuna del R con- prorara^ [tra qualunque il folle , In fine offeriuadi rtflituire ogni co- fimarfi jfa, vn luogo folo tenendo per pegno delle fuc ragioni, fino' U caufa decifa^ms. Tlnoiofa grinuioFraiTcercoPadiglia5Ge" jnerale deirArtiglieria , huomo di graue fuRiego , che con jbreui parole 5 e fopracigiio feuero gl'intimo la reftitutione di tutto, prefentando lettere del R al Duca fteilb dirette 5 con ile quali pure con periodi concili g'ordinauad'efeguirequanjto folle dal Gouernatore di Milano prefcritto. Freiiieua Carlo di fpinti elati 5 tocco nel cuore della fua dignit, ma, derelitto da tutti, non poteua, che cedere al pi potente. Senza dare precifa rifpofta al Padiglia , efpedi il Conte Luigi Cri- ZtUU velli con alcuni Capitoli al Gouernatore , che pareuano por-!^^/"''''^^'^^ tare lunghezza Ripudiati per tanto,di nuouo gli fu intimato y^chegUriche tutto reftituilfe , altrimenti il Principe d'Afcoli con 1 Efer- getta, citofotto Trino s'hauerebbe portato, in cafodi refiftenza, il Gouernatore medefimo , con rifolutione di fare v'anderebbe impiccare chiunque ardiffe di foftener la difefa Dunque Carlo eshibi la confegna i ma per riceuerla inforfe tr'l Prencipe di ^def{lTa Caftiglione, e'I Gouernatore puntiglio^ ognVno volendo , che di SamU il nome folo del fuo Signore v'interueniffcj ma f vnononifff.I^/^' , ^ tenendo , che l'autorit , e l'altro hauendo la forza , s'accord tHmm che concorreffero entrambi Trino perci al Caftiglione fu dato j all' Afcoli Alba,e aGiouanniBrauo,Maftro di Campo Spagnuolo Moncaluo, che furono iubko confegnati a' Deputati di Ferdinando , rimoffi in oltre da Ponteftura , e de Nizza i Prefi\] con grande applaufo alia Corona di Spagna , le qui fermar! ??n/^i '''^^ li potelfe il fucceifo , ci periodo delle calamit dell'Italia So-i'^'''' pra quefta reftitutione s'haueua trai Prencipe, e'I Marchele''^''"''''^'"* i a Spaformata vna tumultuaria fcrittura , affiftendoui per Sauoi:^' zila, il Criuc 111, Annibale Chieppio perMantoua; nella quale, parlatofi folamente della confegna , non era caduta mentione delle reciproche pretenfioni , n del rifarcimento de'danni , richieftodaMantoua, del perdono de' Monferrini , da Carlo
i
&
&
"
Tkfi:^
54
MDCXIII
DELL'HISTORIA VENETA
Anche,
,
defiderato.
di
Cannoni ,
fi
proteft che farebbe acerrimamente vendicato da Carlo tutto ci, che di moleftia s'inferilFc al San Giorgio; perche fapeuafi, che contra di lui ardeua implacabile lo fdegno di
rua
Ferdinando, onde profcritto con altri come ribelle, glifi era mn infuY" fpianata la cafii. Tnli radici, non ifijeke a tempo, pullula^ononuoiii\jf^^(^
prcfto gelofic
fi
f^^'^fo^l^tal
aihfao1/.
ne dell'Ita
che
Pace il Gouernatore
^
vedeuajio
tutti in Italia
impe-
'
VenetUni
Afsolana.-
'
Gente
\
OppreJJJo.
\T)tcieiMo'
'jcrraco.
non il ftaccafle finceramenCarlo, anz,i quafi che colludeflero infiemead occulti, e incogniti oggetti, ilDuca nel tempo, che rendeua le Piazze, fi rinforraua, e il Gouernatore s'armaua.Ferdinando, pollo in mezzo dall' arti dell' vno, e dalle forze deir altro , grandemente temeua ; Onde i Venetiani gii continuarono a pagare i tremilafoldati, e munendo fc ftelli con altri due mila fanti , procurauano nell'Heluetia pafli , e leuate, fermando a quefto effetto in Zurich qualche tempo Gregorio Barbarigo, che andana Ambafciatore al R d'Inghilterra., . Fu il primo intoppo alla quiete la redintegratione de' danni e'I perdono a' ribelli ; perche diiTcntiua Ferdinando dallVno amaua di tener viua l'altra, per contraporla a qualche pretenfione di Carlo. Da queftoalF incontro fi publicaua in voce, e alle fl:ampe,che il Gonernatore gli hauele promeffodi rimetter gli efuli nel poifedb della grat!a,e de'beni, abolita ogni mentione de' danni; anzi,, che folle d'accordo di far condurre a Milano laPrincipella fanciulla. In effetto il Gouernatore con Ferdinando vliua minaccie, eprotefti, feadherir non voleife alla fua volont, con tal vehemenza , che horamai tutti i Principi accortifi, che fotto l'habito di lunga pace la feruit s' era intrufa , vdiuano con moleftia le voci , xhe proferiua d'obbedienza, e d'imperio Il Monferrato principalmente gemeua, e per frequenti incurfioni di Carlo, e per alloggi, che a titolo d Prefidio vi teneuano gli Spaglinoli; Onde fi credeua vniuerfalmente , che il Gouernatore di Milano haueffe ridotto le cofe allo ftato c he fen za
g^o
te dalle
Confidente
,-
&
Pace
LIBRO PRIMO.
i
3S
MDCXIII Pace, e fenza Guerra forf pi ripiitaua complirle quella Corona. Da gli altri Principi fi ftringeua il negotio per fopire in particolare per nome Cefareo i difgufti; e'I Caftiglione ammoniuail Marchefe a procedere verfo Principi con pia; ceuo]ez.za^ Onde dalle minaccie riuolto alle preghiere, e a gli Eshibitio^ vfficij, ne fegui, che Ferdinando, anche da' Configli della_. ni di Per" Republica indotto, eshibife di rimettere le ragioni fue nel dwattdc Pontefice, nell' Imperatore, e nel R j Ma Tlnoiofa, non, approuando di dare al Rio R nella preminenz^a, e nel negotio compagni, in vece della rilpoila, che s'attendeua, inui a f]on vi' Mantoua Alcflandro Pimentelli, Generale de' Caualli leggie- te da Spa L'ordine veniua di Spa- gna. ri, a ricercare di niiouo la Principeifa che vm-^ gna, e'I Gouernatore, che fuggerito l'haueua, l'efeguiua., le a tutti i con tale infiften/.a , che pareua voleife anche per forza rapir- modi la Pimentelli feriofiimente dimcftraua a Ferdinando , Princpef^ la 11 fa. Che 7 2{e fi -prendeua giufia cura delt cduc attorie della Ni-pote : a-p- prJa/tS'
\
1
non folo per [angue , ma per Autorit interejfe Parentela e dell' affetto ^eale potere , come nella Decorata della Sauoia non folo non 'voler Cafa propria , alleuarft in Adilano
partenerglifi
>
,
tiidel Pi-i
mentelli
Ferdinan-
in
mano
Di
che te-
mer Ferdinando f i fuoi Stati fono [otto t ombra 2{eale cosfelicemente raccolti y diffidare per auuentura , che la Nipote comune 'vi ftia con ficurezja , e decoro temer forf che con tali arti gli la Fanciulla rapita, da chi lo redintegra dello Stato rifarcifce fia le perdite protegge la Cafa? ^cordargli che i fentimenti, ^^ le forze de' Principi grandi non pojfono che con /' ^hbidienia
,
raddolcirfiy e placarfi.
tali difcorfi
il
Duca
fi
contorceua
thefi i fende con
ifiufe.
perfuafioni del Pimentelli, accompagnate-^ dall'autorit, e dalla forza, e le fiie rifpofte non aliftite, che da ragioni , e preghiere . Difendeua per le fue negatiue con allegare il rifpetto , che a Cefare profeffaua , Se alla Reina Reggente, da* quali feriofamente gli s'era impofto di non alienar la Nipote , e per giuftificarfi chiedeua tempo d' efpedire alcun fuo Miniflro a Madrid . Ma_,
le
conoficendo
C~2
il
Pi-""
3<5
DELUHISTORIA VENETA
al
MDCxiii/ilPimenteliiVa niente acquiet*indoii,ncgaua partire lnza \\ Prin cipefla ^quand'clla caduta inferma, e fattaglifi vedere in iftato di
^''^^'"J";
non azzardarla
\Ti!ifirfl
t'ifopprr.z-
camino, fcru di giiillo pretello di licenciarlo ^ Subito il Duca efpcd in Spagna Scipione Pafquali ReferendariOy
le IchLio 1
\diprrt
^^"'*'
'^ in Francia altro Miniilro^ per rapprefen tare le (rufefbe allVna nell'alt! a rafflknzejC ,qli vffitij, Haueua if, U Nipoti Corte, e folkcitare quando a Mantoua inui il Pimentelli, per non Gouernatore^ Luna, Caifellan di Mila,./_! inoltrare partialit , efpedito Sanchio
lignificare al
le
^miando
pr4tefli.
^Auffu ai
^
CHiis delle
MiUtis
accorgendofi, che le difcordiefue con Ferdinando, portauangli ambidue a cadere fottol predominio di Spagna y non volendo' in parapertamente negarlo , ( fcbermiua con varij pretefli , ticolare , chs a fuoi confini vdendo qualche ammallamento <^ Francei , conueniua ftar vigilante; Onde defideraua , che gli fof a pegno magf permeiTo trattenere qualche railitia ftraniera, giore di fua fede al R, e di fua difpofitione alla quiete , chiedeu alcuni Tsrzi Spagnuo'i , per alloggiare nel" Piemonte, accioche accorrere poteffero , doue pt)rtaffe il bifogno. S'auuidero i Miniibi 5 ch'egli rniraua, ad attrahere, e fuzzicare appuntoa logorare tra catriui quartieri , e di/gi il fiore deli Franceii , le forze del Milanefe. Rigettata per tanto l'inftanza. Io ftringeandando il Secretario Vargas in Spagna j iiano a diiarmarfi, pafs per Turino a intendere le precife intentioni di Carlo figli fece in prefenza Qh apparire qualche sbando di gente; ma^ era pitofto riforma, perche rimandando !e Militi e- del Paef,
&
&
&
=-
che poteuaio
IHere
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.
fi
Ne
il
Onde non
dt'^'^
gh auuenimenti
potendoli penetrare ne' preinti Conligi h n futuri , reftauano gli Animi de' Principi
,
difcer-
varij
Intereffi inuolti
anche
in
non minorr
/o/petti.
Al
\rentnam\^Q CattoHco ilmoftrauano i Venedani , applicatiffimi a queft" X^r' tl'^^^e^^j ^^ g'^ria della moderatrone , e la ficurr della Padecora ce . Alla Francia rammemorauano V interene , e kfciaffc totalmente iiTonteA^^^^^ narione pregiudicato, le a gli altri sHce.ei'im'^^ arbitrio dcIie cofe d'Italia Dai Pontefice la cura del vili' jicYMou, tio fuo Paftorale, e da Matthias F autorit del nome Cefareo per ifhbilire la quiete, cfigcuano ^ Ma gli SpagnuoH itf
i
1
vece
'ia.i-ii
I
iiii liiMi
vece d'apportare alla Pace facilit 5 neuano leggi, che riufciuano a tutti Armij impercioche in Madrid efpreffero finalmente , l'intentioni delRciTere, Che al Poyitefice, a Cefare, C5^ a lui mededanni ; che la Princifimo fi pe ffia fi conducete a Milano ; la Co^^nata fi fpofajfe da Ferdinand do, e difarmaffero i due Duchi, lefhrie del ji{ ejfendo l? acanti per
rimettejjcro
i
&
O.
punti de
"Rihelli
de
mente'
\
del R,
co dogli a^
j
efeguire ci
rifentiua, che nel tempo medefimo la_ Nipote gli fi e/torquefTe d Cafa, e gli Ct sforzafle la volonmoftrando tuttauia dilTentirui , interpot nelle nozxe neua per ifcufa , che conueniffero infieme col Matrimonio con
fi
.
bifogno portaffe , riparare gli opprefsi , e repri- ze di Carlote di Fer Fremendone Carlo, Ferdinando dtnmdo. rendcffe proteruo
che
il
Non
ciliari! le
diffidenze,e aggiuftarfi le ragioni de gli Stati . In que(lo te rmme de gli affari af] ai fluttuante anche l'anno mille feicento tredici termin , nel quale , per quello che nel Mare a'
Venetianis'afpetta (oltre a ci, chehabbiamo riferito degli Vfcocchi) giunte al Safcno per rubare quattro Galee di Barberia
,
dell'
Armata^
punite con la prefadVna, e con la fuga dell'altre, reftand dalle mani di quei Pirati rifcoffi due Legni Chriftiani con molti fchiaui . Ci ad efempio pi torto , che a confequenza feruiua. Pi grane pericolo pareua, che rifultafle dal tentatiuo d'Ottauio a Aragona , che con otto Galee d Sicilia inoltratofi TuYchi mal trat a Scio, n'haueua dodici delle Turchefche forprefo, occupan-j tati a Scio-done fette con ricchiffima preda, e con numero grande di minacciafchiaui Dalla Porta ftimandofi l'oltraggio non minore del no la Chrts danno , sVdiuano minaccie di vendicarfi indiftintamente fo- fliamta. pra tutti i Chriftiani, e difpingere a Primauera poderofa nel La Kepf Mar bianco rArmata I Venetiani pi vicini , e pi efpofti al- blica appresa in leftirono qualche armamento y &: ordinarono, che in Candia Candia folfero Te Galee accrefciute. Giacomo, R d'Inghilterra, a Armamh quefti rumori d'apparati ^ e minaccie, ancorch in tali intereil ti, 7 ice u e Sa fi poteffe dire con ragione feparato dal Mondo, eshib alla Rehibitioni R^ public a con parole magnifiche le forze fue, quando folfe inuafa dal Inghtl, da'Turchi.Ella diuulgate le offefte,acciocheferuilfero di terrterra^ re a'Turchi,& a' Chriftiani d'efempio, rifpofe con gratie, ap. ,
.
fl"
&
plaufi
J8_.__
MDCXn
Duca
NiHcrs
ftgnx
di
di
d'-
DELL'HISrORIA VE NETA
chiede
le
Galee
al
.
Vontefce
j4rmi
s
de'
Vtnettanir,
de gli al-
ni Princ
Carlo, Duca di Niuers^ nodritia in quelli tempi contra i Turchi generofi penficri, e molto maggiori di quello^che la conditione di priuato Principe comportaffe, e fotto nome di Militia Chriftiana haueua bligato in piProuincie, doue s'era a quello fine portato 5 diuerfi (oggetti a feguirlo.. Ne' Porti di Francia teneua alcuni pochi X^afcelli allertiti, e tramaua intelligenze nella Morea Sciolto dal bifogno , che l'haueua trattenuto nel Monferrato porto ffi a Roma a comunicare i Tuoi difegni al Pontefice , chiedere la Squadra di fue Galee , e 1' autorit de gli offici] per cornmuouere i Principi di Chrillianit , accioche non con leghe di lungo , e gelofo trattato , ma con l'Armi ognVno dalla parte fua aggredire quel valliffimo Imperio . A'Venetiani , come a'pi potenti per Marc , furono da Paolo portati llimolicon grande premura, ma efi, mifurando con piet, e con prudenza il negotio, confiderarono al. Pontefice, quanto di male infurger poteua , dallo lluzzicare , fenza fperanza di domarlo , cosi forte Nemico . Eshibiplaufi
.
.
rono tuttauia, tenendo fopraogn altro llimoli giulli d'intereff 5 e vendetta di concorrerui con gli sforzi maggiori, quando gli altri Principi di Chrillianit vi fi voleffero da douero rifoluere, e rimuoueflero quelle gelofie, che maFopportune
dillrahcuano al prefente l'Italia . All'altre Corti commendato il zelo del Pontefice, tutti offerendo , e nefluno adempiendo cadde prellamente il progetto in filentio ,
A:NNO
Matrimor
M DC XlV^
lo Stato d'Italia,
m)
tra le
due Corone
tendono al
l'opprefsio
ne d'Italia
^fdamattoni
Ciirlo,.
dt
perche le due Corone, ne'Matrimonij conchiufi hauendo riporto l'arcano della loro vnione, e Potenza ad oppre (Itone de gli altri, fottopreterto d'allontanare da c^uertaProuincia la Guerraj.v'introduceuanolaferuit. Perci i Duchi di Sauoia, e di Mantoua fi doleuano con vniformi concetti quegli che gli Ji rapifTero l'Armi , e la Figlia .vquerti che gh s'inuolafle la volont, e la Nipote.. Carlo efageraua con maggior vehemenza , dicendo a'Minirtri de'Principi , che gli rifieduaJio apprefTo Che altro chiedermi l\ Armi e// efigere daW Italia
:
tri-
LI
tributo della
R O
PRIMO.
39
ph 'vil
^
,
autorit del
femith Io , rifpett anelo la grandezs3' ^ e l\ ^^dcxiv mio Cognato , h ceduto a fmi cenni le conquifle,
e le feffe f^eranze . Hora l'ingratitudine , ^^ il difprezjo la mia ricompnfa. Si fe-pelifcono le me ragioni, mi s'impongono Afatrij
monti
mi
fi
comanda
il
difarmo
Che
-piU
di "vile
di miferabi-
puh hauere la fcruith dunque dar io per oHaggi i prefidij della mia Jicuyezja, CT" i miei Stati, i fudditi , la Cafa, e la \mia fteffa perfora, re[ter a difarmata , efpofla aW altrui cualla Spagna non ho dato io di partialifIpidigia^ che tcfiimontj fimo affetto ? P'^no de' miei Figliuoli , f bene in Carica grande , per Jt pu dire , captino, e fchiauo tra le Guardie Spagnuole L'altro, fuccefiore degli Stati, hinuiatoin mano al per pegno
\le
\
impone , eh* io difarmi. Chi da t'n micino potente a [fi curer le mie Piazzi credono forf gli Spagnuoli di [oprafare le gelofte del mio cuore , come fi fanno lecito di[porre di mia Figliai non fi difarma il Gouernatore di Milano, protetto dal nome , e daW ombra difefo di s gran Adonarf bene chiai e d' ogni Prefidio fi fpogliera ti Piemonte f al pik debole tocdi fede
.
s'
ca di cautelarfi dal pi- potente; e f nella propria difefa , e nella protettione de' fudditi , la legge, e l' obligo del Principato fa tutti
eguali, perche ha da predominare la fola fortuna i f la Spao'na' meco pu guadagnar quefio punto, faremo noi Principi Italiani a di lei piedi in auuenire , temendo ilcaftigo, implorando il perdono fen^ialtra gloria che di non effierad arbitrio defuoi Aliniflri,o
,
a tal fegno i ^na pik 'vile obbedienza ci degrader dal comando. Tali erano le doglianze di Carlo , che col Gouernatore minacciante, con la Francia fofpetta 5 con lo Stato apertOjC con due Figli in poter degli Spagnuoli , animofamente per fi proteftaua d morire armato , non meno , che di viuer da_. Principe. Subintraua in molti il compatimento, infinuato anche dal proprio timore, e interefle allo fdegno primiero , contra le
che fi fot.
i
concepito La Reggente di Fran- trahe da cia, per far' apparire vn'ombra della fua autorit, efpedi fi- Courfpe, dito dalla nalmente il Marchefe diCour, Ambafciatorea'Principilta- Rema di lianij ma Carlo , fapendo che non portaua, che vffitij,e premu- arancia a principi Ire, accioches'accomphfsc il Matrimonio, e il difarmo, quand'italfa
di lui
.
I
immature molTe
do
Piemonte, fi port a Nizza, prefo pretefto da alcune emotioni per grauezze, tra quei Popoli inforte; onde l'altro , attefolo per pi giorni, e fcoperto il fnotiuo, vedcndofi prima dekifo, che accolto, fi fpinfe a Milano. I Miniftri Spagnuoli abborriuano, non ottante le confidenze apparenti tra quelle Corone,d'hauer*in Italia per Compagno, perScontrovnFrancefe, attenti oltre modo, che^ ma il Nome di quella Monarchia, non fi rifA fion non folo l'autorit , ammejfo fueglialle in quefta Prouincia j onde dichiarogli il Gouernatodal Gouer re 5 per ripiego di non ammetterlo , e infieme di non difguftarnator d: c'hauendo il Duca di Mantoua coH'efpedire in Spagna., lo sltlano. Miniftro trasferito a Madrid la fede di tal negotiato iui , e non altroue haueua da maneggiarfi . Dunque l'Ambafciato'vogeftad re, portatofi a Ferdinando, per non moftrarfi inutile affatto infinuare generali vffitij, e conforti Tefort, che trattane la cona ferdi^ oltre a gli altri punti adheftando il fegm della Nipote, al Matrimonio, siatritnoriffe . Concordauano in quefto ancora i Configli del Caftiglioni. ne, e del Refidente de' Venetiani 5 perche fcopertofi, che 1'
arriii in
,
40 MDCXIV do il Marchefe
&
promettere, e che gli ftranieri confpirauano a' fuoi pregiuditij , pareua bene, che l'imminente tempefta in qualunque modo fi diuertille; onde follecitauano il Duca al confenfo^ affinch percaufe lieuinongli fi addoffaife la colpa di turbare l'Italia , fana fempre per la Nipote , creduta prezzo degno anche del pericolo di venir'a rottura, & all'Armi. Ci, ch'era di tutti defiderio, e preghiera, chti CO. Itnanduto- venne replicatamente di Spagna, come precifo comando , & in g/i da Spa particolare, che il Matrimonio fi confumaffe co' patti, al Duca Francefco accordati, eccettuata la linea , e laceflione delle ragioni, perche con nuouo vincolo vniti gli Animi, opda l'efj portunamente farebbe dal R proueduto a ci , che l'autorieJsoconJ-\ muUttoMe t fua ricercalfe, e la quiete comune. Ferdinando con fermo McettAto, fuppofto, che Carlo vi ripugnafle, fimul permoflrareoile-j quio alla Spagna^ di cedere alla di lei volont, anzi follecitaua che il Matrimonio s'efFettuafle, fotto parola del R , di proponen Cefare , e della Francia , che da' Sauoiardi non farebbe pi indo cond quietato con l'Armi, e chelaNipotenonglifileuafsediCafa.' tion Nel refto , Jeguendo il Matrimonio , afsentiua di perdonare
Italia
ftefla
'
\ ' ; '
poco fi poteua di f
a'Ri-
'
L
a'Ribelli, e di
b'R
ri M
O.
41
non tener
viiia la
valerfenc a contrapofto d'alcuna delle pretenfioni de* Saiioiardi, ilchetuttoaggiungeuadirapprefentare, perii publico ritornato di Spabene , non per reftringer* i Regi) voleri . dopointefli la reftitutione gna il Principe Vittorio, il quale 5 de' luoghi 5 occupati nel Monferrato 5 ammeflb alla Corte, era flato dall'alterezza de'grandi,e dalle geIorie,&: auerfionedel fauorito, accolto^ f ben Nipote del R, con freddezza, e difprezzo, rifcriua alPadrela riibluta volont de' Configli, Duc^ E che ehhcdifje ccdeffc altrimenti fninac ci arglifi ^ene e caftigh manti eie
Ma
condtfegno di calpcflare quella clatione naturale dell'animo fuorch minO'CcitH. dalla to si di lui dal Ducal^^,. otta, lo rendcua a gli Spagnuoli gelofo , De g' Inter ef ^vantandofi che f Cattolica. di Lcrma parlarfi con odio , e con i/degno gi fraflornato kaueua il Adatrimonio col l{ d'^vna Figliuola di
, ,
Seruiuano
tali
concetti per tanti ftimoli al Duca, appunto per ifcuotere il 'giogo; perci, inuehendo contra le pretenfioni della Corte
Spagna, negaua d'affentire al Matrimonio di Margherita 'con Ferdinando, f non s'accordalTero prima le differenze e jchele di lui pretenfioni trouaffero quel vantaggio, che fupponeua donato. Ma preuedendo , che all'imperio de gli Spagouoli farebbe prefto fubintrata la forza , gagliardamente s'arjdi
,
maua , inuitaua alcuni Signori Francefi alTuo foldo, raccoglie-;^, juaValefiani, e Bcrnefi, inuocaua il feuore de' lontani, e vi-' in particolare douc fcorgeua , che per interelfe , per cini , emulatione riufcille la potenza degli Spagnuoli fofpetta , s'infinuaua con ogni arte. Con grotta penfione obi ig a feruirlo il Conte Giouanni di Naffau, e concili col Principe Mauri-:/^r^^ lo tio d'Oranges particolar confidenza . Il Gouernatore di Mila-j^^^,^ '^ Qouernano, che fi vedeua contra il voler fuo impegnato in vna guerra di tor di Mriputatione,e puntiglio, non trafcuraua alcun mezzo per accre- Uno, fcere le forze Piena dunque d'Armi l'Italia, i Principi ftaua-
attende ^^'^'^*
&
nofemprepiingelofiti,econfufi. IlMonferato, da' Quartieri degli Spagnuoli, quafinon meno occupato, che oppreffojdiede anfa all'Inoiofa d'infinuare fottomano a Ferdinando, che quel Paefe tra le gelofie, e l'Armi languendo, gli riufcirebbe pi conferente con altro meno torbido, e meno elpoilo cambiar-
'
42
MDC
XIV j
DELUHISTORIA VENETA
Ma
il
biado.
Duca
cofe preferiti,
ta
calma conpiyehementidifgufti. Reftauano veramente foli neir arbitrio gli Spagnuoli, perche la Reggente haueua, richiajniato in Francia il Marchefe diCour, contenta d'hauer po,fta per hora vna pietra di fondamento alla fuaauttorit, per jrileuarla , quando lo permetteffero congiunture migliori; sfoigando airhora appunto in quel Regno vna delle folite temjpcfte del clima. Jmpercioche fotte la condotta, e gli AuCondepro fpicij del Coud . primo Principe del Sangue Reale, vnitifi molti grandi , pretendeuano con plaufibile pretefto fturbare, t!'!5fvf ^7y il [fedire Aiaritag, i Matrimoni] con Spagna, come le le maflime, e gl'interefgio con fi di quella Corona fi voleffero mtrudere anco nel gouenio di Francia. Tuttauia il pi occulto motiuo nafceua dall'intereffe d'alcuni di approfittarfi in quella crifi, che effendo il R vicino advfcire della minorit , daua fperanza d'eftorqucre_-> priuati vantaggi , e s'aggiungeua l'odio , e Tinuidia di tutti contra Concino Concini, detto il Marefcial d'Ancre, che dalaiutdoh gli odi)i la Reggente condotto d'Italia, era da baffi Natali falito con; ^Unacon- gran fauore al primo pofto del Minifterio Carlo , che dalla tra il Ala l'[Francia pi fofpetti attendeua, di quello fperaffe foccorfi , refcial d non mal volentieri vedeua quel torbido, e l'animo della Regu4ncre. gente diftratto. Anz,inodriua confidenze, co'mal contenti; Signor d' &, effi efpedito il Signor d'Vrf a Turino, con varie propofrfe (pedi fte infinuauano, che le differenze tra le due Cafe di Sauoia, e to a Turtdi Mantoua, rimofso l'arbitrio delle Corone , fi rimetteffero r.o. al Duca di Niuers, comune Parente. Ma il negotio, dalla Francia trafcurato , non cos facilmente cauare fi poteua di mano alla Spagna, che con tanti vincoli lo teneuad'autorit, e di potenza In Francia per il rumore fuani prejftamente , perche in Soifsons tenutali conferenza, reft fedatocon pro-| miffione, per quello appariua 5 della Reggente di protrahere , eccita Venetiam finche gli Stati del Regno fi conuocafero, l'effettuatione de' ^ proci*' Matrimonij Perci i Principi vniti vantauano merito grande rame di partecipando col mezzo dello fteffo Signore d'Vrf a'Venetiafcittglimcn ni l'accordo, con inni tarli a cooperare,chela pratica totalmente!
I
11 riguardo d'Italia , che folita nella maggior fluttuare tra gelofie, fariall nello ftato prefente agita-
&
ti
'
fidi-
LIBRO PRIMO.
fi
43
formidabile a tutti. Non- MDCXIV. dimeno i patti pi occulti confifteuano ne'priuati profitti, perche al Cond il Caftello d'Amboife fu conceduto, al Niuers Santa Menehoud,& a tutti in generale grandi ricompenfe, frutti foliti in Francia di raccorfidaci, che akroue dal Carnefice fi punifce. In Milano fparito il fofpetto d.lla media- S; trattar tione de'Franccfijriafsunto il negotio ftaua vnito il congref- in Milano pernahili fo de'Sauoiardi.ede'Mantouani alla prefenza del Gouerna- re Li quietore per conciliare la quiete in Italia Il Cartiglione s afifliti- te d Italia caua con molti ripieghi, e perche Carlo per prezzo delle ragioni fue proponeua, che qualche parte del Monferrato, e nominatamente il Canauefe gli fi ccdeffe, infiniraua il Matrimonio di Margherita con Ferdinando , e della di lui Sorella Eleonora con Vittorio, dandofia'Sauoiardi alcune Terre, vicine a Turino, pe'l valore di cinque mila feudi d'entrata. Ma tutto fi
dilcioglicffe,
molefta
alla Natione^e
fconuolgeua per l'infiftenza del Gouernatore, che Carlo difarmaffe, intimandogli, che con pronta obbedienza fefeguiffe in fei
mavtene
diTlurha.-
giorni. All'incontro
il
Duca
lo
denegaua intrepida-
Spagntioli
ti
mente, e conofccndofi
faua l'occhio a' pre per l'adietro da lu cultiuata con ogni forte
riufcita
di
armo
di Carlo.
era
riguardeuole, e decorofa all'Italia. Ma rimaneua al dtmega prefente interrotta dalfuo trafporto di fdegno per gh aiuti della Repubhca a Ferdinando, per i quali s'era hcentiatoTAmbafciatoreGuffoni, e benchecolmezzo d'Hippolito,, Cardinale Aldobrandino , haueffe procurato di riattaccarla, ad ogni modo nel Senato , femprc foftenuto nel punto della fua dignit, haueua trouato l'orecchie preclufe a qualunque progetto. Hora dall'vrgenza ftimolato a pi rifoluti ripieghi, efpedi a Venetia Giouanni Giacomo Pifcina, Senatore di molto fpifpedi^le rito, e di pronta eloquenza, accolto daDutleioCarletonio, Qioftan Ambafciatore d'Inghilterra. Si dimoftraua quel R oltre mo- Oiuomo do partiale del Duca per coltiuare con tale amicitia quel reft Ptfcirja f^enetia d'autorit > che.voleua affumerfi ne gli affari d'Italia ^ perci Y che meAmbafciatore.grandemente s'affatic, accioche folle introdot- diante g' to, rimoflrando al Senato, come a' Teftimonij dell'amico ri- vjfici del Carletomo fpetto aggiungeuail Duca al prefente il pi.confpicuo , ch^
"
defidcr
44
DELtHlSTORlA VENETA
MDCXI\ defderar fi potefle, inuiando vnxfpreffo Amba fciatore, che dall'ordinario farebbe ftibito feguitato,'a*porfi in braccio della Republita, ad aprirle il Tuo cuore, ad intendere ifenfi , ad abbracciarne i Configli . Interponeiia le preghiere del R , e paffando a pi ferij concetti delle congiunture correnti, confideraua gli afftti de' Principi ^ trattine quelli della Religione, e della Giuftitia, all' intereiTe , al tempo aggiuftarfi. Certi puntigli, e formalic, conuenienti pi tofto a priuati , non diuertire i Principi daireffenza de' pi graui negotij. Eccitaua a rifletter, che difi.miti gl'Italiani, foc-
&
comberebbero
1
tutti,
ma
vniti fprezzerebbero
impunemen-
congiunture, e'I biibgno v;tne introdotto in de' tempii cade in fine, dopo qualche difficult , fiiammcffo Collegio. il Pifcina nel Colleggio, a rapprefentare tutto ci che paffaua tra '1 Duca, e gli Spagnuoli. Efaggeraua le violenze , che 'prefimieuano quefti inferirgli. Deploraua la conditione de'Principi Italiani. Additaua le confequenze dell'Efempio, noumeno, che i motiui dell'Intere fle comune. Difperauaper r elatione del Gouernatore di Milano , fendo fianco il Caftiglione di proporre partiti , e da Ferdinando venendo richiamati a Mantoua i fuoi Deputati , il buon' efito di qualunque trattato, Eccitaua per tanto il Senato a'riftelfi, e a'rimedij per foftenere la dignit dell' Itvilia , che f lo veneraua per Nume della fua libert, niente meno Carlo, come primogenito della Republica, defideraua d^hauerlo per direttore5 e per Padre . I Venetiani confolarono il Duca , X afficurarono d'^affetto, e d'offitij, efortandolo all'accordo con Ferdinando , e alla quiete , non tralafciarono qualche impulfo di rendere quel rifpetto alla Spagna, che nella difuguaglianza La Repfi. blu A e in- delle forze foflfe compatibile con la dignit di Principe libero. tenta alla Nel tempo medefimo a tutte le Corti portauano con ardore Vace fenfi, e dcfiderij di Pace, alcuni eccitando ad interporfi^ altri Itdta. pregando di facilitarci ripieghi, in Spagna particolarmente, .e a Milano non tacendo i pericoh della Guerra, eie calami-
&
rf'
t fopraftanti
Vcnetia
le
l'Inoiofa dell' efpeditione del Pifcina a moftraua irritato, pi che contento, onde fopra di lui gelofie la Repubhca inneftando le. proprie , conti. {\
Ma
niiaua
R O
O.
45
nuaua maggiormente a turbarfi rafpctto delle cofe , & ella inJMDCxiv conleguenza ad armarfi , fubrogato Antonio Land , Pro- commim curatore d San Marco, nel Generalato al Friuli, e commef- in far nm uc IsHdte, ia lena di due mla fanti al Prencipe Luigi d'Efte, di recente condotto a ftipendij. Tra gli Suizzeri procuraua , come s' detto 5 palli) e Icuate^ma lenza lega non potendofi con/eguire, applic l'AmbafciatoreBarbarigo ai maneggio ^fer* mandoii anche qualche tempo nc'*Grironi , Popoli rozzi di genio non meno 5 che aipeftri di Sito; ma tra loro non trou diipofitione di rinuouare quella , che gi ftipulata con la^ Republica , era vltimamente Ipirata 5 perche oltre la venaliinfurfe^roppofitione del Paf^ dairaceumunarfi ad altri ipaffi quali) miniftroFrancefe) che della Rhetia^ credeua;, che al pretefo arbitrio della Corona l derogaffe. Dunque fi riconduffea Zurich^ dcue^^ a, Berna rifiedendo la migHor pohtia, e la maggior potenza deli' trattav- Heluetia^non fi rendeua difficile contrattar alleanza. Anzi nineconJ^ _^^^^ Bada ridotta , fi il progetto dalli due F'/fXr nella Dieta , a tal fine Cantoni approbatO) f bene infurfero cos violenti leoppo- tta fartementi fitioni del Gouernatore di Milano, chefofferir non poteu_, te imped"] aperti a' Principi d' Italia i modi d'armarfi , che f non valfero te daltlncf afcomponereaffatto, poterono tuctauia per all'hora prolun- iofa. gar' il trattato Nell'imbarazzo d tanti affari pungendo anco la Spina de gli Vfcocchi, Vffcin , Chiaus della porta Ottoma- Vfjcin^ Chiaus ti. na, giunfe a Venetia con vn cumulo di doglianze per li danrato a Veni, da quei ladri inferiti; ma fu rimandato con rimpreffionejche neticidalA niente minori {i fofferiuano dalla RepubHca fteffa,la quale con- U te/?? eri' t degli tinuaua Taffedio per reprimere il corfo , e vendicare l'offefe.^. VJcQuln ; Ad ogni modo s'vdiuano frequenti le mokf!:ie , e gl'infulti. Quattrocento di loro,radendo iILita, e sfuggendo le guardie che n'^defi portarono a San Michele, Scoglio dirimpetto a Zara,doue fijono da fcendendo,& alcuni reftando a guardia per coprire la ritirata, Cmfoienzg gh altri per lo Stato de' Venetiani paffarono al faccheggio d'Is^ lan , Terra de Turchi , ritornando con molti fchiaui e con riechiflima Preda fenza leuar'ilprefrdio dallo Scoglio,fe non quan^ do vidderoi Venetiani muoerfi a fcacciarli per forza Felit de' loro affetti,
intereffi
&
'
,,
ce
4^
DELL' HISTORIA
VEN^Ya
&
MDCXIV Legni, che fu condannato alic fiamme, egli Huomini alacdo" Dopo il Pafqualjgo tenciia \\ Generalato di Dalmatia, Albania Lorenzo Verner, e ih-ingeua Tempre pi Segna, raddoppiando le guardie, inuigilando per tutto. Onde agli Vrcccchi preclufoil Mare,nonrefaua, che volgerfi alJe pred'e d Terra^ Le Genti cosi Venete, come Auflriache, habitanti nel! Iftria af-
&
le
pendici del
Monte Maggiore,
i
fta-
Pafcoh. Appunto all'hora nel feruor dell' Ellate , quelle de' Sudditi Veneti erano nel Territorio deirArciduca,afTcurare dal Luogotenente i Pifino conPublica fede, che da qualunque fi fofTe, e nominatamente da gli Vfcocchi, non haurebbero patito raoleftia. Ma ducento di quelti, fcorrendo il Paefe, ne rapirono confiderabile quantit, non rit
quelle de gli Auftriaci, a' quali per furono reben prefto con tanto maggiore ftupore, 6c indignatione de Veneti, quanto pi volte ricercarono vanamente le proprie Parue al Veniero di non potere pi a lungo diffimulare il danpettate
flituitc
.
n meno
r.eceffrt-
[tiani
j
no , e l'affronto ^ onde sbarcate le genti, ordin riprefaglia di buon numero d'Animali fopra le Terre di Ferdinando. All'intuader le ^erre deli' contro gli Vfcocchi , oltre nuoua incurfione neiriftria, faccheg.. ^Arciduca giarono fopra ITfola d'OlTero le due Ville di Lufino, Mandre in quella di Pago, e Io fcoglio di Prouecchio. I Veneti sbarcadv iFene-
ad
rono anch' effi fopra il Paef di Ferdinando, ma lo trouarono da militie pagate munito ^ onde,auanzandofi grimpegni,& appertam.ente fpiegandol Ffnfegne, e TArmi , furono dalla Dalmatia a Polainuiate alcune Compagnie di Caualli, e dal Senato eletto Marco Loredano, per fopraintendere all'i ftria. L'Imperatore efpedi a Segna il Conte d'Echemberg, General di Croa tia, per impedire, che non progredifiero l'amarezze, e le oifef. la piaga, che ricercaua il ferro, e il fuoco, fi fomentaua^j
Ma
con
re
fi lafciaua dalla dilatione del rimedio corrompePel Conte di Cefana procur l'Echemberg intendere dal Veniero ci, che la Republica richiedeffe & hauuto in rifpolenitiui,
,
de i rei, la reftitutione delle cof yvlbate,c fopra tutto l'efecutione dell'accordo in Vienna, in(l.iua, ches'allargaflerafedio^ ma per l'eiperienze paflate negandolo
d'altri misfatti, lafciati
^i^nctia,_egH_ca^
impuI
LIBRO PRIMO.
&
,
47
appropriata a f l' viti- MDCXIV ihipuni gli oecupatori della Galea, ma preda, riportata dall' Ifole part da quel tratto. I Ladri vedendo y che l'elea de' loro furti piaceua anco al gufto de' alcuni pochi, che Grandi, prefero maggior confidenza , fimulato timore, s'erano allontanati ^ ritornarono a Segna come prima, graditi . Dunque accorgendofi. i Venetiani, che loro s' afpettaua applicami rimedio, e che conueniuaeffcr tale , che foUecitafe infieme gli Auftriaci, Antonio Giurano , loro Capitano del Golfo, sbarc trLaurana e Velofca mili-con tncetie, fcorrendo il Paefe , con incendio d' alcune Terre e preda dio d'alai di molti Animah. Cosi non ifcoppiaua per anco il fulmine ne di efse
&
.
j
della
Guerra, bene lampeggiaua in pi parti, in particolare nel Piemonte , doue non pi de g' interefl di due Cafe trattauafi, ma dell' autorit di Spagna, e della libert di SaCarlo dal\ uoia. Efigeua, come s' detto, il Gouernatore da Carlo il Gonernadifarmo, infieme voleua, che in ifcrittura promettere di t or e di Ali Uno mal.i non offendere gli Stati di Ferdinando, e quanto allo sbando trattato., del proprio Efercito, fi dichiaraua non douer' il fuo R prender leggi, che dalla fuamoderatione^ ns'eftendeua, che ad eshibire al Pontefice, e a Cefare parola d non offendere il Piemonte. Ma il Duca nell'vno confideraua l'et cadente, nell'altro l'autorit poteuafi dire caduca j onde perla fua inf
&
&
demnit da' Venetiani anco defiderauapromeffa,e fopratut to, che dal Gouernatore fi leuaffero le gelofie di tante armi praticandofi akernatiuamente losba^jdo, al quale in fegno di riuerenza offeriua dal canto fuo di dar principio. Mal'Inoiofa ricufaua tutto ci , che poteffe hauer' ombra di patto , non che forma di parit, e f beneperfuainclinatione alieniffimo da rotture, conueniua tuttauia, affretto da inculcate commiilioni di Spagna, deuenir' a protefte, facendo intimarle al Duca da Luigi Gaetano, Ambafciatore della Corona in Turino, & egli nel tempo medefimo s'inuicon l'Elrcito a' Confini del Piemonte, Ma il Duca intrepido fenz'arrenderfi alle minaccie (licentiatofi il Gaetano) ghconfegn, per riportamelo al R^ (fciojjs verdine del Tofone, negando di ritenere vincoli n pure d' d.<lrifbet.\ honore da chi gli minacciaua catene, & immediate ipintofi! to di ip4?,na. in Arti, raccoglieua T Efercito. Quello del Gouernatore ve-|
j
ramen-
48
MDC XIV ramcnte in to giunti di
1
nnforz,i d'alcune migliaia difoldati, s'offcru^ che furono condotte , e sbarcate a Genoua dal Principe Filiberto, figliuolo di Carlo, Generale del mare, quafi
ad oftentatione, che foffe il Figlio Miniftro dt caftighi del Padre; Ma Tlnoiofa, palTata la Sefia, alloggi a Carefana \Iito/tennel Vercellefe, perfualo, che all'Armi Reali di Foriere ieruendola riputatione, e la fama, il Duca alla prima ccmparfa s'hnmiliaffe , e cedefTe. Ma Carlo in s neceifaria difefa , fapendo d'effere compatito da molti non meno , che commendato da tutti, lafciato al Gcuernatore il biafimo delle prime con molti mofie, pafs in altra parte la Sefia, entrando nel Nouarcfe', danni nel doue forprefe Paleftre , abbruci alcuni Villaggi, ritornando JNouarefe, con preda, con prigioni, e con fafto. La Caualleria degli Spagnuoli per reprimere vna partita, lungo la Sefiafcorrendo, attacc braua zuffa j ma conia peggio riufcita farebbe,
(fr
afsa-
Principe d'Afcoli con groifo Corpo di fanteria non l'haopportunamente foccorfa, a fegno , che i Sauoiardi rirepTffso ieuarono colpo, e'I Marchefe di Calufo, Gouernatore di Verznmli celli, reft in potere degli Spagnuoli. Gli Alemanni dell'EferIcito Regio abbruciarono Carefana, e la Mota,& i Sauoiarfi nanza di in vendetta incendiarono alcune Terre del Milanefe, non a refiflenie maggio riufcendo loro d'ardere alla Villatta il Ponte fopra la Seiia_^ , ri. dagli Spagnuoli conftrutto; il che tent il Duca per feparare jil loro Campo dal Milanefe. Appreffo gli Spagnuoli tal reficonduce fenza fi qualificaua per grane delitto, e l'Inoiofa f ne mo C h ci a ftraua cosi alterato, che ad Agoftino Dolce, Refidente de* aWvlttma indignano Venetiani , che lo perluadeua a pi tranquilli ripieghi, acrene. mente rifpofe. Che/e dalla grandezja del "F^ s ahhorriua occuf
il
ueffe
"vgualmente alla -potenza di lui conueniua mortinon ficare la contumacia del Duca^le cui offe f , tant oltre trafcorf, gli lafciauano in mano altro -potere e casiighi. Per il che di pene
,
perdono doucrfi ricorrere alla Clemenza, del "B^ nella fua^g;giamedefima quefti detti confeguito vna dichiaraticne alle frain.
pe
che deuolueua
dal
al
che rileuaua-
no
Mikinere;& il Caftighone nel tempo medefimo, ^Suggeftione deg li Spagnuoli , dalle frontiere fulmi n il Bando Cefareo
L
fareo
,
RO
PRIMO.
il
49_
I^-
MDCXIV
Armi 5 Feudo
e non rifpettaffe il Monferrato , Se ogni altro delr Imperio . Tuttauia da Cefare haurebbero defiderato pi gli Spagnuoli raedefimi, e particolarmente^^ che il Piemonte foffe dato in preda a gli occupanti, e.^ clie il Gouernatore di Milano foffc Y efecutore del Bando . Facilmente da qucfti due colpi di penna Carlo con.^
ribatte
medefima fi fchermi y impercioche ^con vn Manifefto neg 5 che la fua Cafa riconofceffe da Duchi di Milano
la
alcuna portione de gli Stati , &c appreffo Cefare accus di fofpetto il Principe di Caftiglione , inuiando vn Ambafciata in Germania , per meglio informarlo , In Veneti-:i5 dopo il Pifcina^ giunto anche Carlo Scaglia, Figliuolo del Conte di Verrua , per Ambafciator' ordinario , ambidue per confeguir' aiuti ftringeuano il Senato , il quale
me il B'
\
do Cejare
co
'
vn
Ma
nifeflo
vie della Pace, elefle Reftraordinario , accioche fi e pofcia a Turino per paifare gli vfportaffe a Milano opportuni alla quiete . Magli animi, vgualment^- fitij, accefi , pi inchinauano a defidcrare la RepubUca compagna deir Armi , che mezzana d Pace . 11 Gouernatore , a fine di render* a Carlo i Venetiani fofpetti , pre-
impetra
'vffiti)dat^
la
Repfi'
,
blica
che '1 Duca di Mantoua gh concedeffe due mila^ fanti, che ftauano dentro Cafale, refiduo appunto di quelMa ella intefa Y inftanli che pagauagli la Republica za , lo viet , f ben nel refto ftaua il Monferrato per il tranfito, per i viueri, per gli alloggi a difpofitione degli Spagnuoli . In Madrid , fentita la fcorreria di Carlo nel Milanefe , s' erano quei Miniftri tanto pi facilmente accefi di fdegno , quanto meno in Italia foleuano prouar refiftenza. Giurauano per tanto la ruma del Duca, efecran-
meua
do
di
fuo nome, e T ardire di violare T Armi , gli StendarConfini Reali , e riprendendo Y Inoiofa di tepidez, za , r eccitauano a rifentimenti pi rigorofi . Ma con Diametro , oppofto air ordinario reggimento del Mondo, pot u dirfi , che Y influenza feuera della pi alta regione , ch'era in Spagna il mal talen to, dal Duca di Lcrma
il
i
Atar/te-
ie
miuc-
ciato
da
Adiniflri
Spagnuoli
centra
50
DELL'HISTORI A VENET A
,
7
'
foffe dairinferiore
e pi vicina
eh'
era in Milano il Marchefe 'Gouernatore mitigata , e corretta; perche quefti dicendo di fcorgere il Milanefe inuafo , e d'ogni parte fcoperto, abbandonati di repente i Pofti del Piemonte 5 fi ritir dentro i proprij Confini con si gran fafto del Du-
ca, che riput 5 e public d'hauer vinto. S'accamp ilGouernatore , poco da Vercelli difcofto 5 per afficurare il lauoro d'vn gran Forte , che di circuito di vn miglio piant dentro Regi) Confini in fito molto opportuno , perche non tanto valeua a frenare^ Vercelli , che a coprire il Milanele > e ferrare^, vna Porta 5 aflai patente a gli ftranieri , per Tinuafioni di quello Stato 5 antico penfiero de* Miniftri Spagnuoli ma per non ingelofire in tempo di quiete i Principi con nouit, differito ad efFettuarfi nelle congiunture prefenti Sandoual fu nominato in honore del Duca di Lerma, e Tlnoiofa all'intorno. vi fi trattene , fenza operare d'auantaggio , pi fettimajie con grandi rimproueri di chi hauerebbe amato , che fi portafle pi tofto nelle vifcere del Piemonte a caftigare il Duca ^ e defolare il Paefe . Veramente pafs in qiiefto mentre la ftagione , pi ^^Ppo^^u^^ P^^ l'Armi, e diede tempo, che a nome del R di KtforFrancia 5 il quale 5 f bene vfcito di minorit, lafciaua per la mo^ dal i^ediFra{ojjiYx\a del gouemo alla madre , giungeffe per Ambafciatore in
i
-,
'
et
a di
porri /c-*
Mrmi,
Italia Carlo, Marchefe di Rambogiiet , a portare al Duca di Sauoia per Io difarmo efortationi , e premure . Ben appariua, che i Configli di quella Corona tendeuano a conciliar la Pace fpefe del decoro del Duca, e tanto pi chiaro fi conofceua, quanto che mentre il Rambogiiet paflanaTAlpi, il Signor di Sillerij andana da Parigi in Spagna , per concertar* il Cambio delle due Spofe a' Confini . Sfogauafi Carlo con acerbe doglianze, che amendnc le Corone confpiraffero contrala di lui dignit , ficurez-za . Ma il Rambogiiet , trafcurati del decoro i riguardi, giudicaua cautela baftantela parola, che la Francia eshibiua con ordine alDighieres di calar'immediate in fuo aiuto, f da Milano gli proueniffe alcuna molcfiia; altrimente,ftando renitente a deponere l'Armi, gh minacciaua d'intimare a tutti iFrancefi, ne' quali il neruo maggiore dell'Armata fua con-
Ififteua,
che abbandonaffero le
di lui infcgne,
e'I
feruitio
Il
Duca
i Tb R
foflTcro perritifcirei
PRIMO.
perdite
,
51
inutili
foccorfi5.ponderaua il prefidiopi certo de' Principi confiftere nelle proprie forze ; Taltrui parola ^la^ fede 5 gli ordini non mancare di fcanfi , e pretefti Dalla Frandirupi ; dalMilane-precipittj diceua mi diuido?io monti cia
non fi
dando/i di
flare ef^9fio alle of-
fe f.
Spama
.
fi
muouono
il
Doue
^
querele
,
e chi
(ara
uerfa
ui
la
poco di-
da'vna
incontro paffa
giudifsimo
llDucaconfigliauafe fteiro^anoncedere5& hauendoGiii- rgetmh lio Sauelli^Nuntio del Ponteftce, propofto, che confegnaffe f^.^J^^ all'Ambafciatore Francefe TEfercito 5 affinch con vgual i-^tto y^po-^ gnit trattare ( poteffe del pan difarmo^lo ricus per non M'o. foggettarfi all'arbitrio di due5mentre contendeaa col predominio dVna delie Corone. Tutti i Miniftri Spagnuoii in Italia vedendo difficile piegargli Duca alnfpetto^da ioropretefoj follecitauano Tlnoiofa , da che haueua minacciato con tant'ardore^anon adoperare cos fiaccamente la forza 5 e loro pareua 5 che TArmi della Monarchia haueffero degradato da quel concetto d'inuincibili, nel quale haueuano ftudiato riporle. spagna fi Ma per la tepidezza del Qouernatore apparendo le terrefri folpte di fpuntate^ dehberarono d'impiegare le marittime, per affligge- natiagha re il VteArmata , fatta vna corfa rmntesotire il Piemonte da tutte le parti . in Sicilia 5 per coprirla da' tentatiui , che minacciauano i Tur- che ftf
Con
chi in rifarcimentode'fucceffi dell anno palato, s'era portata firfa vifta di Nauarino, doue la Turchefca fi tratteneua, ma fenz' arrifchiare combatto, perdute daquefta due Galee, che
amendue fi ritirarono Parte delma gh ftuola Spagnuola con Fihberto veleggi in Spagna h d'Italia con lenaercenariede'Genouefi5cheferiiono al R, formando buon Corpo , tentarono Tlmprefa d'Oneglia In_.
,
...
due
52-
DELUHISTORIA VENETA
jxViDCXfV
Satoiardo
I
',
'due parti al
otte
bapi.
Mediterraneo s'affacciaiio gli Stati del Duca, Tvna doue verfo Ponente la riuiera di Genoua finifce , tra que5
io
'dinrra-
e la Francia interponendofi la Contea di Nizza , coil^ fortiflme piazze, e con ficuriffinio Seno L'altra in mezzo della ftefi'a riuiera tra monti alpeftriaprendofifpiaggia, do.
u Oneglia rifiede , Terra mediocre 5 ma che pi addentro tiene foggette alcune Vallr con molti Vilaggi Non trouandofi forze gli Spagnuoli per tentare Nizza, n con quella imprefa volendo ingelofire la Francia , piegarono a queft'altra i difegni , che cinta da' Genouefi e per rafprezze dell'Appennino dal Piemonte diuifa^era fuori d'ogni foccorfo. Aluaro Ballano , Marchefe di Santa Croce , accoftatofi con ventiquattro Galee , sbarc nel Dominio de' Genoiiefi , e dentro i loro Confini ( tanto s'accoftano a quella Terra ) per batterla piant i Cannoni Il A<Iarchefe Dogliani per cinque giorni difefe quel deboli/lmo luogo , hauendo intorno ad vn Monafterio fatto qualche riparo . In fine ad honareuoli patO negli ^lj vna parte della guarniggione col Caualiere Brosarrende. ti s'arrefe > glia entr nel Marro 5 Caftello fopra certi dirupi , che domina quelle Valli Con l'arriuo delle Galee di Sicilia , accrefciute le forze a gli Spagnuoli, fino a cinquemila huomini, GioEt anco uanni Girolamo Doria tent d'efpugnarlo , e gli riufci pi // Mano prefto di quello haueua potuto fupponere, perche il Comandante in certa fittione fu vccifo. Negato da' Genouefi il PafCirio fi [zendica^ fo a foccorfi, che fotto il San Giorgio ilDuca fpingeua , egh [coKtra i fi vendic, con occupar Zuccarello , feudo dell'Imperio , proQeno'Aefi. tetto da' Genouefi in fito d loro grande premura. Contra 1 medefimi ancora in rifentiraentomcditaua maggiori difegni con la forprefa della fteffa Citt capitale , che doueua da alcuni Vafcelli Inglefi efeguirfi ma fcoperta fece folamente conofcere , che anco tra l'anguftie di pericolofiffima guerra dilataua l'Animo a grandi canquifte . Egli in Afti haiieua per oftentarc Tamicitia, riconciliata conlaRepublica, accolsloga ,7:o il Zeno, con honori efquifiti, &: intefa l'inclinatione, e i fio animo Configli del Senato riuoti alla quiete , vn giorno , tutto fuoco \co l'ym e coraggio gli parl in tale fentenza , Io non nego che- nella Pail'A^ciador
, ,
&
'
l'aerici V.
ce-
non
fi ino
il bene
dell'Italia
felici-
L
felicita
i
.
R O
^
M
,
O.
del
jMondo
guardiamo bene f la faf-piamodifinguere dalla 'vildall' i?i fa mia. Io non ^eggo che 'vnmifto im-perferuiii: obbedienza fetto con/li tuito da quefti due foli elementi , imperio \L!'vno anch'io lo tengo dal Ciclo yComune col 2{e t altra nonficono\fce dalla miaCafa ^ I^a liberta gemella della dignit; hanno in co\mune la forte , il defino gli accidenti i non l'^vna offefa che l'ai\tra non ft rifenta Deh rifoluiamoci "vna ^olta a tentare cofe gran^ Trouercmo quella potenza che in pro\di (^ a sfidare la fortuna e fuanir come l'omci pare terribile , impicciolir da fpettiua f flcffa
e
, ,
,
Aia quaN qucBa Pace che ojferiCce e nella mano la Guerra d gratia
53 <vnlni^ mdcxiv
raffigu-
bre
fc
ardiremo accoflarci
.
Colleghiamoc^ infteme
'
con la noflra
anione mendichiamo lo fprezsQ ^^^ Stranieri Che caufa pih giufla per
dell'Italia difcorde ft
fa dagli
ifcuoter
il
giogo
foffribile dalla nofra tclleranza doue pu la2{epublica impiegare hefori j che a follieuo meglio le forze , la grandezza ^^^^ Animo , i d'^vn Principe opprejfo e opprejfo non per altra cagione che per <V0'ler 'viuere,e morire da Principe. Ha ella lunghi Confini con la Co-
faranno le Frontiere della S^epublica S'ella attaccher 5 noi di qua tratterremo la piena delle forze nemiche ; f far inuafa , le diuer^ tiremo a rifchio delle noftre "vite , e del angue , le ofefc. Dio alla 2{epublica (^ a me ha donato due Stati floridi , che fono ali* Italia bilancie , al Alilancfe Tanaglie , "Bifogna reflringerf fenza ritardo , <vnirft ; perche f a gli Spagnucli ricfce fpuntar'vna
.
parte
Ambiduc famo
confumarfi tra
cjfer
che di non
minti
^ la
.
me nonman^
,
da gynte menale mendicare i pafsi s'hab^ cane le militie Che e^io tengo le chiaui de' Adonti : Faremo a biarrio aperto il Alare diluuij fcendere le nationi flraniere in Italia, doue a gli Spagnuoli non che con tarde nauigationi e lunghi fstme marchie poffono giungere Se la Francia non morra effcr con noi non ci far contra facendoft guerra , non potr ejferc , che i Franceft almeno prinatamente non corrano alle noflre bandiere A duplicata migorofa
, ,
,
.
mua-
54
\KDCxiYUmiaJo'/?e
,
Milanef
in
lunga face,
aihm;1
hra d'i
imhelii
pericoli
s'ella
^lelli
a Principi Italiani precorrer conhfempo, nonfar&mo foli, che pih ft ricouerano [otto l'ali di quella Monarchia , fa,
ranno
pri?ni
a fpcnnarlc
Non
Fiandra
quel che
douemo remere
.
nm
perche nel Aidanefe // rcgflro di tutta la AionarcWia conferuandofi , coin nel centro fconcertato quejlo , giacer lacero., e remoto il rejante , n pik temeremo gli Spagntioli Ne*nici quando non gli hauremo 'vicini Tapi del nofro feruitio
, ,
.
Spezziamoli in [me
Le^H
^lica,
generofi concetti sVdiuanolenz-'approbc'^tione dalScniito, fin tanto che qualche fpcrania appariua di Pace 5 e credendo, che Carlo amaffevna gran guerra, e vngran fuoco, per efendere anche tra le mine, egl'incendij la grandezza d <t_< gli Stati , e lo Splendore del nome , riciifliua di riporre la quiete propria, e la comune in groppa del ilio ardentilTmo genio Il Duca non mancaua con altri, portando gh fteffi ftimoli al R d'Inghilterra, a gli Stati d'Olanda, a' Principi vniti dell'Imperio , con forte vguale ^ perche il primo , quanto era pronto ad interponete vffici) , altrettanto diifentiua
li
.
&
Gli Olandefi profeffauano di feguitare del R rteffo l'efcmpio, e l'Alemagna non ancora riconofceua la fua^ autorit, e le ino: forze. Il Gouernatore di Milano, per fecondare l'Armi marittime, cedendo a' rimproueri, e all'accu-j f degli emuli, pi che fecondando il fuo genio, moife nell'Autunno rEfcrcito , f bene afflitto da varie infermit , e nella marchia incomodato da pioggie eccedenti , che inon^"^^,0 il Paefe. Paffato il Tanaro in faccia del Duca, QoKcrMa i^^^--'^^^ ^fr4 lor ..diMV^^^, procur d'impedirlo, fi trou imbarazzato,* perche l'afi^r^o paffa fcAhv A9l{ yihW-i ibgione , e dalle forze del Duca, che v'afUT^mro fifteua in perfcna, non era permeffo. Alloggiar con larghi quartieri feruiua di giuoco all'Inimico, che vigilante, e ardito h hauercbbe di continuo infidiati. Per tanto deliber preftamcnte ritirarfi nell'Alcifandrino contra il fenfodiGiouandalle
,
Armi
^^i-^liHlii_:^^Bl^9ji^'5_Spag^^
jn
Gcncua
Mantice^-;
fiero
T
fiero
R O
PRIMO.
&
55
MDCXIV diquefta Guerra, e d'altri principali Miniftri, che ballerebbero voluto pi torto difporre gli alloggi iieirAftigiano, mentre le Truppe del Santa Croce lihauellero prefi intorno opprimere il Piemonte. Ccua, e Mondou, per lacerare, gli god nelle Langhe in diaerfifeuCarlo all'incontro comodi di deirimperio, con grande fbllieuo de'iuoiPaefi. Nel Verno fi rinforz.arono l'Armi , e le prouigioni gagliardamente, ma il Duca con nuouo colpo di negotio, follecitto da' me- Carlo fi diatori 5 fegn va foglio di Pace , nel quale afTentiua al di- fottoftriuc farmo ritenendo foiamente iPrefidij foliti,e neceirarij. Gli al dilait,
prometteua , che quindici , venti giorni dopo ai4C0 dal Gouernatore l sbanderebbe rEfercito, dando parola al Ponfi
ino.
tefice,
&
al
di Francia di
i
non offenderlo,
detti
&
in cafo di
mancamento farebbero
Fede
dell'
Inoiofa , renderfi reciprocagioni 5 i luoghi occupati doueuano mente , e da Ferdinando a Carlo la Dote ^ e le gioie a Margherita , per deciderli poi dentro ki mefi le altre controuerfie , tra quefte due Cafe vertenti ; ouero giudiciariamente_-^
&
terminarle , f qualche difficult s'incontralfe . La Dote di a' Ribeli fi perBianca fi rendelfe parimenti in due anni, donale . Fu veramente dubbio , f a quefto progetto che poche cofe afficuraua , e ne lafciaua molte indecife , Carlo iiTentiife per defiderio di quiete, e per apprenfione delle forinterreffire nella_. ze nemiche, per confeguir'applaufi, caufa fua i Mediatori. Se quefta fu rintentione^non gli riufc fallace il difegno , perche portato dal Nuntio, e daRambogliet airinoioiai il Trattato con fperanza certa ^ che Fap-prouafle, mentre anche in Parigi rAmbafciatore di Spagna n'haueua data intentione alla Corte ^ trouarono , che per cornmiffioni recenti gli fi era da Madrid nuocato ogni arbitrio di Pace. Non fi pu credere quanto fen'accendelferoj ma non potendo confeguir a auantaggio , richiefero almeno per quaranta giorni vna folpenfione dell'armi Neg il
&
&
l Mediitori proc'4
Gouernatore anche quefta, accennando per^chelaftagione da f la faceua. Ma il Principe Tomafo, Figliuolo minore [di Carlo, con venti Compagnie d'huominia piedi, e fette-
rana cfp
ftone dell'
armi *
cento
5^
DELUHSTORIA VENETA
.
DCxIV
cento Catialli, fortendo da Vercelli, forprefe Candia^ Temi grolla del Milanefe, e datala a fuoco, e a facco, neriporta molta preda Di che dolendofi il Gouernatore , vgualmeiv te i mediatori, il Duca procur di fcufar' il feguito con la^ lontananza del Figlio, chenonfapeuade'tratta^i^ magliSpa-
&
gnuoli vollero rifarcirfi, con occupare Monbaldone^e Denice, Terre tra le Montagne del Piemonte *
ANNO M DC XK.
volendo Filippo indurfi a trattare del pari con Car daWaccor,' lo, fu ogni diligenza vana, accioche in Madrid s' approuaffe' ^ y ^ i datodtVaiX trattato, ancorch il Pontefice di mano propria ne fcriuefco dijfente
^ x
Non
^^*
f al
fi,
efficacemente,
il
perche
Nmenoloapplaudeuano
derlo, che applicato ammezzi di ben'efeguirlo, haueua trafcurati gl'interefT di Ferdinando. Diuerfi Principi d'Italia, a" pompa deljoro ofieqnio, haueuano eshibito al Gouernatore di Milano le Armi^& egli appunto, accettando le offerte, per leuare a Carlo le fperanze degli aiuti, per oftentare la prepotenza, intim a tutti, per obigo di Capitulationi, in teftimonio di partialit d'adempierle. Perla inueftitura i Siena quattro) mila huomini dal Gran Duca efigeua^ da Modona, Parma, e raccogUe Vrbinovn terzo di fanti per ciafcheduno, e da Genoua pariMtinieda mente, e da Lucca qualche numero di Militie. Cofimoinui' hall a. diit mila foldati a piedi, a conditione che non fortiffero da Confini del Milanefe, sborfandoilfoldo poi per quattrocento a Cauallo Da' Duchi d Parma, e d' Vrbino s' efpedi A loro terzo j ammeffa folo a quello di Modona la fcufci, a dell'impotrattoTe il Modo- tenza, della parentela, hauendo per Nuora vna Figlia di Carnefe lo, I Lucchefi aprirono alle leue de gli Spagnuoli lo Stato, e e l Q(Jio- Genouefi s'efimerono dal porger' aiuti perla neceflit d'inui-' UjAtO gilare alla loro cuftodia nella vicinanza, auerfione de' Sauolardi .Tuttauia molti priuati opulentiflimi, hauendo da'Publi-.
&
ci
varij, partiti
loro priuati intereflidifginnti 5= fomminiftrarono al Re cori' alcuni milioni* Cosi r Italia ftudiaua di vincerfi da;
I
te fteffac
Venetianiy che
nell a
coro
LIBRO PRIMO
5/
^^ coro, e prefidio clcirvna, e dell'altra fortuna , raccolti gran-j^^^^ di thefori, fi ritrcuauano con dodici mila fanti Italiani, ripartiti in quattro Corpi, Capi de quali erano, Camillo CaurioI05 Giouanni Battifa Martinengo, Giacomo Giufti, e Antonio Sauorgniano. Effenclo in decrepita et defonto Giouanni Battiila, Marchefc del Monte, Generale della fanteria, accettarono a' loro ftipendij Pompeo Giuftiniano Genouefe , Fenet iani refo celebre nelle guerre di Fiandra. Per riuedere le Pia^^e,!^^^^'^'?*' e particolarmente Pefchiera, accioche le FortiFicationi fi ri-|^^y^7 duceffero allVfo della moderna difefa, inuiarono tre Senatori, Giouanni Garzoni , Nicol Contarini, Benedetto Tagliapietra
,
che
vniti al
Land Generale
i
afsolda -
ue/Tero ci, che fofle giudicato opportuno. Ammafiarono poi altri tremila fanti, e defiderando militie ftraniere da che l'Italia j degenerando nell'Orio, ha con la libert perduta la virt militare j ordinarono all' Ambafciatore Barbarigo, che co' due Cantoni di Zurich, e di Berna conchiudeffe la Lega , la quale confift in promeffe j della Republica d'affiftcr loro con qualche danaro, f foflero inuafij e de' Cantoni, di lafciar leuare quattro mila fanti della loro natione in ogni occorenza 5 al qual fine fu alle due Citt accordata penfione annua di quattromila Ducati per ciafcheduna , conforme al coftu-
no Alilitie
forefiiere
oro col valore, e col ferro . perche per afficurarfi i paffi neceffarij ne' Grifoni, conuenne il Barbarigo andare nella Rhetia con gli Ambafciatori dell^-^ due Citt Collegate Quei Popoli , che anco del loro gouerno fanno vn'artedi venalit, e di guadagno, immemori de'benefitij della Republica, della Libert propria, e dell' obligo d'aprire il tranfito a' Cantoni, s'erano lafciatida'Miniftri di Francia,e di Spagna (durre a negarlo, Confpirauano inquefto amenduele-^ Corone con iftupore di molti j impercioche fe a gliSpagnuoli,per foggettare Tltaha , compliua ferrare ogni ftrada a' foccorfi , altret.
impedtte
dalle Coro-
ne a colle -\
garfi
cm
tanto difconueniua alla Francia 3 la qualeperefcluderel'vnione della Republica co' Grifoni , haucndoui introdotti gli (ledi Spagnuoli,
nel-
iaforra^
^8
A^
i
[i
MDCXV
hauercbbero preftamente efclufi forza, e nell'oro Frncelf mcdefimi. Non riufc al Barbarigo fupcrare roppoiitione; onde, pafTando a Londra alla fua Legatione, lafci in lunch Chrila
queft'anno
di
trouaua
il
quello mancaua il valore del Capo, in quefto il Coraggio del Duca fuppliua. li Principe di Caftiglione per ordine di Matthias, che fi doleua efTere fiato omf in
ma
il
appell con molte proquale ben prefto' ad intercedio deiBanda^^ dc' Duchid SalTona , da' quali la Caia di Sauoia vanta l'ori Cefareo. ginc, lafci cadcrc in filentio, e in' oblioione ogni cofa. Il Duoca medefimo col mezzo de' Venetiani rileuaua il progetto, gi fatto dal Calb'gione, de' Matrimoni] reciprochi di Margherita, e d'Eleonora con Ferdinando, e Vittorio con doti pari, e con qualche Terra del Monferrato, che riquadraffe i Confini j ma ^
altre Scritture lo pofe in
''''^[j''"")
Carkfc^con
(amano^
, il
tette d'oilequio
a Cefare
ftelFo
troppo dalla volont degli Spagniioli conuenendo Ferdinan do dipendere ci nonrferui, cn a dar campo a Carlo di maggiormente giuftificarfi 5 e d' inuehire con la voce , con gli vMtij , e con le ftampe contra il gouerno di Spagna Seruirono a queffo mirabilmente alcuni Diipacci da Madrid all' Inoiola directi che, caduti in mano di^ Carlo 3 gli diedero modo di publicare gli ordini y che conteneuano d' inuadere il Piemonte lenza ritardo, prima che gif Amici di lui, ^ gli emuli della Corona pofeifero efier pronti al foccorfo Con tal" auufi Carlo foliecitaua i lontani, concitaua vicim Ma credendo moltiy che il freno- pi, che lo ftimofo foffe neceffario a' hhofu^o^ 'J^-^queir Amino ardente, in vece d' aiuti ,:lo configliauano d piegare itai alla Pace. Giacomo R dlnghilterra, col gran manto deirautoy rit coprendo rinterne debolezze del Regno ^ 5^ honorando il fuo
5,
.
otio col
nome
di fludij
a!
non con
,
raccomandandolo
Venetiani
&
a qualche ap;
paren-
LIBRO PRIMO.
parenza Qcc paffare
-
19
ri
il
fede-
mdcxv
Gli Olandefi prohibirono al Nalfau la_, re nel Piemonte in Francia pagarono alcuni leuata, che Carlo chiedeiia, hauer trafgrediti gli ordini del R con col fupplitio la pena d' incaminarfi a leruirlo. Carlo, per giiiftificarfi di ci, che gli s' imputaua di foiierchiamente defiderare la guerra , conuocati vn giorno i Miniftri de' Principi , che gli erano appreffo, ricerc a quali ripieghi lo configliaffero di condefcendere, proccftandofi, che filua la dignit, pupilla del Principato, a tutto era pronto. Gli Ambafciatori , Veneto, e Inglefe,
&
.<j
proprie di-
liberattom
femimenti , li portarono al Gouernatorej ma egli, fenza poteri ancora trouandoi, conueniua attendere le rifolutioni di Spagna, doue il Senato, conlettelodati
con encomi
luoi
re graui al
alla
di feriofamente efortare
ne di tanti Principi donar il 2{ tutto ci , ri dt Spa dal Duca p'etendere 3 ma richiederft dalla -^uhlica quiete ti difarmo gna. le loro mtsntionu non meno che /' aggina amento delle differenze con Ferdinando
f ,
.
U intendere
E
Sileri;,
fi
di-
convenienti Freji-
Giudice delle Pretenfto armi e /' ojfefe ft refi3 fofpefe tuiffero co prigioni i luoghi occupati j dipoi prometteuano, in tal modo difporre dell'armi loro, che alcun Principe d'Italia non foffe per refare con fofpctto Ci peruenuto a Turino il Duca Tempre temendo, che gli Spagnuoli difarmar lo voleffero , per meglio ferirlo 3 aggropando a difficolt dilationi, negauad'af-| ^^iieq^ fentire,cheifuoifeguaci, fiidditidi Ferdinando, dal perdono l^^f^cl reftaTero efclufi, e che le fue ragionidel Monferrato folfero fefdiilnor' pellite per femprc nelle lunghezze folite della Corte Cefarea_,. Con quefto port il tempo siauanti, che la Primauera apri il Campo al maneggio dell'Armi. Glieuenti della Guerra non
nt del J/Ionferrato
sh andaff
t fere ito,
C efare foffe
,
trattanto
haueuano
.
hora corrifpofto alle forze, n alla dignu de' Principi, verfatofi folamente in fcorrcrie, in prede, incendi] Ambiuano per tanto i Capi Spagnuoli pi deco-.^ ^^^^^^^. rofe conquifte di fegnalarfi. La prima occafione nacque da-'/i^X/f^i gli habitanti di Rocc a urano , che fatij d'alloggiare alcuni i^''^^^^'.
fin
&
Fran-
'
6o
VENETA
MDCXV
chiamarono gli SpagnuoMarchefe di Morcara, Gouernatore d'AIefTandria, ch'era appunto vno d quelli, che pi d'ogn altro ftuzzicaua le fiamme , rapidamente con cinque in feTmila foldati fi molle 5 fperando, introdotto che folfe per l'apertura di cer-
in aiuto.
te
muraglie in quel luogo, d'occupare ancora Cortemiglia e cingere in tal modo il Piemonte da quella parte, che gli riua'
fcife inferirgli
, fpinfe in Corteniigha il San Giorgio , egli , auuiatofi da Turino con fette^ mila foldati , incontr il Mortara in Biftagno , Terra del Monferrato in fito alto . dommante ad vna ftrada , che dal Mare porta nel Milancfe. lui l'inuefti, e mancando il Cannone, reftato addietro per la celerit della marchia, cred
mo
Ma
il
Duca
vigilantiil-
&
.Ime
'
del
Duchi,
Zappe far breccia j Ma gliSpagnuoli con le mofchettate, e con frequenti fortite amma2Lz:arono alcuni de' pi arditi all'affalto. L' Inoiofa, fcoffo dall' ardire del Duca, e^
con
le
gente
che era
il
Spagnuola,v occorfe con groffo corpo. N il Duca fimoffe prima di vederlo accampato , e poi non infeguito fi ritir in faccia fua con fingulare ordinanza Fu fama, che^ Defcrimogli Spagnuoli non feguitando il Duca , inferiore di forze , perdeffero vn'infigne vittoria. Ma s'auuiarono ad Afti Citaftf^' t, che ft a fronte dell' Alelfandrino , cinta da varie pezze del Monferrato, con vna Campagna all'intorno, tramezzata da molte Colline d'vguale fertilit, e vaghezza. Alla radice
.
di queftela Citt in
piano s'eftende pofcia piaceuolmente fi erge,efinifce,doue foprafiedevn vecchio Caftello, incapace di tortificatione , e difefa . Il Tanaro, poco difcofto, fcorre dalla parte dimezzo giorno, e dall'altra la Vcrfa,picciolo Fiume. La Citt eflendo d'ampio giro, e d'antiche muraglie, il Duca, che VI era precorfo, ripofe la fperanza della dikfci nd tener lontano il Nemico, trincierandofi fopra le Colline, e in Campagna. Il Gouernatore, per molefare il Piemonte in tutte le parti, lafciati intorno ilSandoual fei mila fanti, e cinquecento Caualli,econ aflenfo di Ferdinando introdotti prcfidij in San Damiano, e Vulpiano , Terre ad Monferrato, la prima alle
,
i|..-i-
LIBRO
rat
11 I
MO
6i
fpalled'Afti, Taltra in faccia a Turino, fi troua fronte del Duca con ventiquattro mila foldati . L'altro non pi di quindici mila fanti ,. e mille cinquecento Caualli teneua trincie-
M DGXV
lungo
5.
la
Verf
Se al
primo comparire de
gli
Spa-
hauendo fpinto loro incontro vn groffo di Canal- Combatgnuoli leria , attacc fcaramuccia fi calda, che tutta quella del timeli fra
Gouernatore vi fi conuenne impegnare, al numero della.., quale cedendo in fine la Sauoiarda , pot l'Inoiofa accamPofcia deliber, falendo le Colline, cogliere il Duaftringcrlo ad abbandonare la Pianura^ 3. ca alle fpallc, anz,i fopraftnre alla fte/Ia Citt j perche fcbenc haueua, Carlo fopra le mcdefime fortificato qualche pollo, ad ogni
parfi
. f
due fer
citi
&
iXodo il tempo riflretto non gli haueua permefio di perfettionarlo. Dunque il Principe d'Afcoli, occupata la Terra di Caftfglione, apri la ftrada, accioche tutta l'Armata^
Sauoiardi, abbandonata la Campagna, e i pafii de' Fiumi , fi riduflero alia loro difeia , fceiri principalmente due Polli, r vno raccomandato a' Francefi , Y altro a gli Suizzeri con alcuni Cannoni , conftando quelle nationi tra amendue di dieci mila foldati . Centra il primo andarono gli Spagnuoli con bea intefa ordinanza, ^^ che guidaua la vanguardia , Y attacc Pietro Sarmiento con grandiffimo ardore . La Gaualleria di Satioia, che pi abbaflb in vna Pianura fiancheggiaua i Polli , a fpron battuto tent d' arreilarlo ^ ma da altre Truppe, che fopragiunfero fu rifofpinta . Gli Spagnuoli brauamente s auanzarono fenza perdere Y ordinanza , f non quanto la richiedeua alle volte Y anguftia di ^juel fcntiero , la fchiariua la grandine delle mofchettate. Ma a primi morti, e__^ feriti fubintrando le feconde fila , guadagnarono la fonimit , doue poterono riordinarfi non folo, ma piantare due^ pezzi, da'quah atterriti i Fanti Francefi, voltarono le fpalle. Qualche Truppa a Cauallo , che procur d nnxtterdi foftenere Y Inimico , effendo il luogo erto, e rifi , e ftretto caus maggior confufione y e imbarazzo . Giouanni 5rauo , che guidaua il fecondo battaglione de gli Spagnuoli y vedendo il primo Padrone del Campo , Y oltr^-^
vi
fi
fpingefie
&
,.
paff4
6z
DELL'HISTORIA VENETA
fianco., Quiui non fu maggior' la refiftenzaj perche de gli Smzztx, alcuni gitdoHeCar tando l'Armi, altri fcordati d'hauerle, con lafuganondielo d vn 1^^^^ ^"^^^ ^ battaglia. Solo il Duca, con arti vguali , hor imr.ptdo tefiLmo^i Principe, hor di foldato, direggendo la pugna, e condi (?ftf-j fondendoli nella mifchia, fermandofi al maggiore a^2:arr^ss'O' do^ volando, doue chiamaua il bifogno, diede pruoue di gran valore, con animare i deboli, con rimetterei vili, con riprendere i fuggitiui.. Ma gli conuenne in fine cedere alla^ codardia de'fuoi, al numero de' Nemici , Per non perdere totalmente il Cannone, due pezzi fece precipitare dall'alto, e ricuperarli la notte Altri tre furono condotti da gli Spagnuoli dentro Alexandria in trionfo Reft prigione de' Sauoiardi Francefco di Silua, fratello del Duca di Paftrana, e
I
&
mori poco dopo in Turino Fu all'hora comune concetto , che a profeguire la Vittoria , Sz a far tremare T Italia, non vi volefle, che Carlo in tcfta dell'Armata di Spagna, l'Armata di Spagna fotto l'Infegne di
dalle ferite riportate
o.
Carlo.
facendogli Spagnuoli alto, diedero tempo al Nee molto confufo s*era ritirato nella Citt, di rimettere il cuore, e le forze, atalfegno, che Tvna par-
Ma
non vinfe, n l'altra perdette. Il Gouernatore s'applic ad vn gran recinto di fortificatione , abbracciando Colline,;
raddoppiando Trincere, e ridotti per munirfi, quafi pi debole, e foccombente. Il Duca, tenendofi pi niretto, fi fpinfe per con alcune trinciere in fuori , come per attaccare gli alloggiamenti nemici , in fine piant vn Forte tl^ faccia loro non oftante molte fcaramuccie, e fattioni. Gli Spagnuoli , per lo pi prouocati , e infultati , fi copriuano con terreno, e con grandi lauori fi fpinfero contra il Forte 5 Ma occupato , e munito da' Sauoiardi altro pofto di certe Cafe^ nel mezzo , piegarono altroue Con cinque batterie , ma lontane, infeftauano la Citt, e1 Campo delDuca, il quale da.^ mille ottocento Soldati fece affalire il Quartiere del Gambaloita, abbruciandogl' i Gabbioni,. le bene furono infinerefpinti. Il Gouernatore con la tepidezza faceua la guerra a f fteffo ; e maggior la prouaua dal fito , e d gli Elementi > Sopra le
&
Colli-
L
Colline patiuafi
gli
R O d'acqua, &
I
huomini, e
il
gli
P R I M^ O ammorbando le
,
65
immaturi corrompeuano mortalila falute. Il Campo non (diftingueua da vno Spedale, oda 's^IgnTvn cimiterio, s grande era il numero degl' Infermi, e i\io per eacoperto,
caldo,
cibi,
frutti
elione ^. ^ morti . Onde , f ben rinforzato dalle Truppe lafciate al San- ffmmenii* doual, e da altre fopragiunte per mare , non fi trouaua per con la met di quell'Armata, con la quale s'era fottoArti condotto. Carlo haueua per i Quartieri maggior comodo, ma per altro non minori necefltj perche lo Stato fuo, non potendo fupplire a difpendij, prouaua nelle mili-
cosi frequenti folleuationi per mancamento di foldo, che nonfapcua alle volte diftinguere , f pi gli foffcro di pelo, d'aiuto. In flato i cofe tali il Rambogliet giunfe in Afti, e'I Cannone degli Spagnuoli, honorando la il Duca, anco, ne' !fua mediatione, fofpefe le batterie.
tie
fllenatio
ftraniere
ni nel Sa-
dm ito
Ma
praticando l'arti dell' mgegno, fempre con ricercar dignit, e ficurei^a, traponeua ditficolt Gli Ambafciatori di Francia , e di Spagna inuehiuano appreflb i Venetiani, efortandogli a cooperare per ridurlo alla Pace. Non mancauano il Zeno, e l'Ambafciator d'Jnghtl egli conterra , d ftringerui il Duca con molte ragioni , di riconofcere la felicit fua nella Pace j ma foggiunfeflaua geua 5 che come la fortuna obligaua di cedere al pi potente, COSI l'efporfi a' pericoh, l'obbedir', e l'humiliarfi non_^ gli era configliato dalla prudenza, dal fuodeftino permeffo. Chiedeua il difarmo del Gouernatore, che la Republica gli foffe caution della Pace, in iti conofcendo la /labilit del Gouerno, e della fede, non foggetta, come nel Pontefice, e in Francia, alle vicende dell'et, alle mutationi de' Principi, alla corruttione de'Miniftri. Il Senato feriofamente porideraua , quanto ci rileualfe , perche i Princ-ipi grandi non potendofi, che con la fede medefima, con la_^ quale promettono, aftringere airofTe/uanza, fc voleffero gli Spagnuoli profanarla con l'Interefle, la Republica fi conftituiua in grande imbarazzo. Tuttauia, preualendo il defideprecipiti) della fortuna
&
Carlo
(ir etto
co-
alU
Pace,
ne richiede princi-
palmente
le
cautioni
dalla Republica ,
per
derio
der
del
rio di
Pace , comand
coueder.
le.
al
Zeno di
fottoicriiiere, e di
promettere
64
Ivi
DELUHISTORIA VENETA
al
,
Duca afSftenze anco quando ( gli altri mancando ) Francia vi' concorrere. Giunfe ben'opportuno talorla fola line in Piemonte, perche poco prima il Rambogliet, ftretto indarno il Duca con minaccicj e protette d'acconfentire anco fen2:a tal cautione alla Pace^ ^aua in procinto dipartire, comandando a quelli della natione Tua di feguirlo. Se appena haueua voluto concedere breue dilatione alla Tua moffa per rinftanz.e de gli Ambafciatori d'Inghilterra, e Venetia . Ma data la parola dal Zeno, il Duca, che a tale fcopo haueua appunto indiriizati i configli, minacciato da vna part^_^5 fotto- afiicurato dall'altra, pregato da tutti fottofcriffe il trattato fi , al fcr'tue che fi chiam d'Afti. Dal Carletonio, e dal Zeno refo al Trattato Ramboglict, fu da quello, e dal Vefcouo di Sauona, Nuntio fiicceduto al Sauelli, portato al Gouernatore di Milano, Q da lui auidamente accolto , fu confirmato con vna fcrittura , che confegn a Franceii . Per Io difarmo conteneua la Contenuto capitulatione, Che'l Duca eccettuate quattro Compagnie.^ dtUe Capi Suiziere dentro vn Mefe sbanderebbe gli ftranieri, e deTuoi mlmionu fudditi tanti folo tratterrebbe, che a' Prefidi jfo (fero efficienDaua parola di non offendere gli Stati ai Mantoua , <^ ti df rimettere al giuditio di Cefare le fue pretenfioni, all'incontro per la Francia Rambogliet prometteua. Che i Sudditi di Ferdinando c'haueffero a Carlo feruito, farebbero con ficurezza delle perfone nel godimento de' beni rimeffi. I prigioni , i luoghi fi rendefTero reciprocamente , e per ficurezza del Duca, la Francia lo dichiaraua in fua protettione , per adftcrgli con tutte le forze, quando da gli Spagnuoli riceuelfe moleftia , e gli fi confegnauano ordini per far calare il Dighieres in fuo aiuto, fenz attendere altre Commifloni i Corte E perche fi diuulgaua alcune leue farfi da priuat perfone fuori d'Italia afauoredi Carlo, fu obligato di participare a' fuoi Amici la Pace, e fermar'ogni moifa^ 6c all' incontro accordato, che per fd mefi gli Spagnuoli non gli Cottuentio chiedeflero il paifo per Fiandra. Ma circa il modo di ritirarniperriti- fi f conuenuto , che canati dal Duca , a preghiere dd Rambogliet, mille Fanti di Afti, il Gouernatore dalle Colline fi fofti. ntiraffe alla Croce bianca, a Quarto, Terre dell' ArtigiaDC XV tere
&
&
no;
LIBRO PRIMO.
^5
!no^ pofcia Carlo > lafciato conuenicntc prcfidio nella Citt, iallontanaffe FArmata, Si ill'hora il Gouernatore rientraffe_^ nel M'ilanefc, dotic in namerOjC in tempo tale dell' efercito ^difponefre, che non rcftafse a Saiioia, ad altri occafione
[di
MDCXV
ibfpetto. In tal guifa pareua al Duca d'hauer il decoro, e ad efso applaudeua l'Italia, e granir indennit prcferuata, demente anche a' Venetani,che col Coniglio haueuanofoftcnito il comune interefse. Dalla pronteziza, con cui furo-
&
dofi'l tutto
no
primi pafli adempiti, fi concep tale fperanza, che tutto fofTc per efeguirfi ; onde i Venetiani diminuirono gran parte delle loro Militie , e ridufsero il pagamento di Cafale a mille foldati , concedendo al Duca di Mantoua il pafso per cinqueceni
Duca, e i VtnctUnu
to
Alemanni , che
come
Militia
Il Fine del
Primo Lthro
HISTO-
66
HISTO
D
E L L
REPVBLI
DI
C
JETA
L
I
BATTISTA NANI
E, E Piocaratore di San Marco. L I "B \0 S E C G N D 0\
AV A
aOiraggiuftamento d' Afti tranquillate le borafche del Piemonte vna continuata di (limulatione de' Principi Auftriaci alla sfrenata temerit de gli VfcoGchi ammaffaua nelF Ani-
Vf-
lOQch di'
\
mo de' Venetiani
__^
grande congerie
5
di rifenti
uevUrnen.
e permif-
fione de' misfatti di quella fceleratilTima,gente 5 credeuana alcuni, che proueniffe negli AuftTiacidair impotenza j- perche, douendofi per frenarli mantenere in Segna:
prefidio5ri trouaffe T Arciduca fenz a mez.zi per fupplire al dfpendio Giudicauano artr5,ch foffe intereffe^e profitto tenere
.,
cv,.<iAr ec-
hi att toro
I
fenzafpefa armata quella Frontiera de' Turchi, &efercitare ini oltre^febene furtiua, certa pretefagiuriditione nel Mare .-N niancaua chi giudicaiTe. riceuere dagli SpagnuoH Fx^rciduca fomento j perche , fcoperta negli affari co' Sauoiardi la Republica fommamente gelofa della propria^e dciraltrui LibertsamafCerto e, fero trattenerla, e diilrarla con molefto efercitio che f alle continue querele de' Venetiani da Cefare s'inchina-^ ;Ua al rimedio, da gli Arciducali fempre s'iHanguidiua rardo-j
.
diCefaret
dille
i
ire^ e
j
^r ci,
diiC.
traponeiia ritardo Appunto accadde.,clie aGK)u:mni Prainer . efnedito da Matthia-s, per CommiliariOva puixir l'ialfolenze.& atrouar modoj.che s' efeguifle r:iccordata in; VienH
fi
.
Da,,fii
,,
LIBRO SEC
na, fu
alla
OND
O.
61
Corte di Ferdinando impedito il progrefTo , qaaii decoro cedere trrArmia ripieghi, durante raffe non foife dio 5 intorno quegli alili , doue fi ricoucraiiano impuni gli Vfcocchi, doue le prede fi cuftodiuano,&:al publico incanto s'cfponcuanolefpoglie, e quafi la dignit
.
M DC XV
le cui Mi della Republica Ne mancauano in Fiume, & altroue d'ingroflitteaccrefarfi militie Alemanne, alTiftenti taHiora a"* tentatiuide' ladri [cono focon impegno deirinfegne e del nome de Principi Aiiftriaci, mento alle
,
e la patienia_,
! \
'
la fofferenra. Nel principio dell'anno vn_-. maggiormente gli animi, pur troppo alterati mpercioche Antonio Giorgio, che per i Venetiani reggeua i'ifola di Pago , vedendofi dirimpeto Scrifa , fia Carlopago , For-
trafcorfi
&: inde-
coforo in-
folenjLe^
fatto inafpr
Kntoni 9 Giorgio
tradito
,
nido de' pi infami de'Pirati ,lafcifedar- nel 'voler firprendefi da vn doppio trattato a tentare la forprefa , e con k'\ fole re S-crtf barche, e pocamihtia,infco il Generale Veniero da fegni concertati fu proditoriamente allcttato, ma immediate sbar- con perdio cato , colto dairinfidie , e cinto vi lafci la vita con altri ottan- ta deila^ ta, parte foldati , e parte liabitantidi Pago, che quafia certa vita Il di \\\\ Stendardo con altra Infcvittoria haueua condotti gna,e vna Barca rcft in poter de' nemici, Talefucceflb va- ^ co vgua riamente fu interpretato da tutte le parti j ma in effetto amen- iecff/kde gli Audue f ne riputavano ofife, ancorch tra tanti difgufti fidefie (Iriacty^^ ancora luogo al negotio 5 perche il Luogotenente di Pifinocon ^" Veneti, fue lettere ad alcuni de'Rapprefentanti Veneti, progett vn abboccamento di Commifarij^ ma Giorgio Giufliniani,Am- il cui A bafciatore della Republica in Corte Cefarea, rimoftraua 5' bajctatore Non pii trattarft d'aggiuftare dijfercnie/o confini^ ma la fede de [ ne riftn te co' MiPrinci-pi Viucre il trattato in Vienna conchufo da Cefar ef-- nijiri Ceguito dalla \cpuhlica Hauerclla per gratificare Adatthi^s lihe^ farei*
tezza picciola,
, .
.
ma
rati
prigioni, rimcjfe
,
le
gu/^rdie
ma
f non crudelt , e rapine aW Arciduca rapprefentate doglianze dell' Ifole dcaafiate y del Mare infeflatOy deTerritcrij poflt a Sacco y dell' Infgne rapite , delle
praticato
&
Galee forprefe
altri allettati
con tradimenti
All'incontro
__ ^
E,
,
fil'^
68
M DCXV
barche, Ulceri i confini, i fuddhi Unauigatione il marl non ne gayfi che Cefare mandi, che t Arci due a efpedifca Miniftri , ma ad efcguire i secchi patti non a conte ftame di nmui La l{epuhlica nella Pace rconojcendo la comune felicita effere pronta di
f le
,
,^
/cordare
il
danni ^
ftri
:
ma
non [offerire i ^'enturi Penetrauaiio tali ragioni ne^Cefarei Minigl'in fulti da gli Arciducali combattute varie lunghexze , diedepaffato
,
.
ma
rfoluta altrettanto di
Cenerai
Fenieio
Jorpreade JS!om ,
Efagerat
toni degli
uiujriaci
ro anfa a nuouiaccidenti,che precipitarono l'Armi. Lorenzo Veniero ^ Generale de' Venetiani , nodrito da primi anni nell' arte marittima ^ non poteua fofrenre la memoria della Galea__, forpreiii^e l'infulto del Giorgio ammazzato ^offeruaua in faccia lua Noni (eh' Piazza de' Frangipani accanto il Mare in fto eminente) munita d'alcuni di quei Cannoni, che trouati fopra la predetta Galea, v'erano ftati introdotti dal Cont^^ Niccol 5 all'hora Capitano di Segna , in trofeo , e memoria del fatto. Rifoluto dunque di cancellarne Tindignit, ripetendo\ con la forza, sbarcate Militiecon fcale, e pettardi la forprefe , di notte Neil' impeto de' Soldati , e nel furore dell'Armi, chi tent di refiftere , cadde fotto'l ferro Ogni cofa and a facco 3 ma le fuppellettiii , e i vafi facri , dalla militare licenza inuolati , furono con leuera inquifitione reftituiti La Terra infieme con alcune Barche fu data alle fiamme , le Saline diftrutte , condotto il Capitano Prigione , fopra tutto i Cannoni della Galea afportati. Gli Arciducali efaggerarono , come manifefta prouocatione di guerra , il ihcc^f. .
fo
ti
5
5
com' folito di chi inferifce l' oifefe , g' infule' haueuano i Venetiani foiierto i da' quali all'incontro fi
fcordati
, ,
impugna
te
fofteneua
Non
douerfe
da
,
loro
rispettare le
muraglie
le
Vjcocchi
acque
,
puhlica
le
,
Galee
C^
pik di quello foffero fiate prefer-uaporti , i Confini , / Territori] della 2{e i Legni armati , Fortez^ anch' eglino , f
.
ben mobili
e fluttuanti
Ferdinando tuttauia
non pago
di
F[cocchi
fcmentati
[dapali
tali
ragioni , lequeftr a'fudditi della Republica le rendite ne'fuoi Stati , obligandola a pratticar lo fteffo verfo quelli di Ferdinando A' confini dell'Iftria profeguiuano le hoftili.
progredir
gl'inffilii.
ta, e de gli
li
congiunti
Vfcocchi foli , e fouente con militie Arciducafortiti , predarono 5 onde alcuni , da Pogdaria
LIBRO
gli
E C
O N D O.
69
Animali di quei di Poppechio, che non ritardarono ari- /M DC XV Jarcirt. Ritornarono pofcia circa ottocento, tri foldaci Alemani, e del Paefe, a tentare incurfione piti grane. I Corfi, che guardauano il Confine della Republica5dando loro addoffo, gli obligarono a lafciare per camino la preda, e ritirarfi sii'l Carfo doue^inoltratifi quefti, dena-ftarono Gemicale e Cremoikh , Terre di Benuenuto Petaizo , huomo torbido , e che pi d'ogn'altro alteraua il Confine. Gli Vlcocchi tentari/off ititi rono Veglia, ma furono rifpinti, e Felice Dobrouich, fcor- da Fgita,' rendo con Barche Armate quella riuiera, molte ne ruppe, affond delle loro. Horamai fi preuedeua,che da gl'infulti Vaolo r. air oiTefe progredendoli, prefto fi verrebbe ad aperta rottu-p' imerpol(Uf ne ira. Perci alcuni Principi s mterponeuano in particolare k' yer Pmce ap' Paolo Pontefice a Matthias, alla Republica , a Ferdinando L,^^__, prejfo l'im portaua inceflanti preghiere di Pace,. compiangendo che due] p^raiore,
,
&
^.,
i
i
&
Poterne di Chriftianit veniffero all'Armi , & accendeffero vn fuoco alle Frontiere, e su la faccia de'Turchi,che ifoli ne goderebbero il calore, e'I profitto. Alla Republica
Principali
I
'
la
RepH'
j
iconfideraua, h^uen^do nel Piemonte fopta co?r tanta -prudenza \U- guerra , ^^oleffe con pari zelo donar al PuMico bene le 'vendette, e
Auftriaci rimoftraua li hiafemo, che dalla proridondaua airauguflo fplendore del Nome-: e eh' efjendo glil^fcocchi refi horamai l' ahbominat ione del Mondo Jafiaffcro caaere alla comune vendetta quella vittima infame , impinguata dalle fortune e dal [angue di tanti Riipondeuat
'
Confider
tionidaef
[0 fatte
quefli
a,
difgufif,
gli
due
Votentati.-
i Fenetiani infifteuano con ragio, ^^^i,^-, rcHare dopo tanto tempo luogo a pattenza pi lunga ,fe\addott(L^ non indegna dt Principe. Gi molti anni ^' reftftere all' in/lenze de "^""^If ""'"''^ p'^hlica. gli Fj cocchi , alle querele de' Sudditi alte minaccie de' Turchi. ,
no
quefti
con
ifcufe
&
ni.
Non
'
Da
il rimedio i e chepoterfi pik attenderei douer finalmente render ragione a f ftejfa , gmftitia a Popoli, protettione a Nauiganti La^propria d'ifef efere dklla natua
.
ra,
<vdirfi
Mflitti,
\rele
Vane
.
effe-re
fempr e
Ut
Hora renderfiinutiU proponer trattati, f i cmchiunon s'adempifcono. Hauer il Senato non fvna, ma pili, 'volte ^ peri
medefime
70
MDCXV
uenre
,
DELL'HISTORIA VENETA
y
ma
.
non conVolgejfe
eftgeffe
tro^'po credulo
Jt
lafci
,
pk
;
oltre deludere
dunque
e con autorit
paterna
perche le conditioni accorda^ te, e i fuccefsi lafciauano facilmente difcernere da chi s' abhorrifTe la
l'ojjeruanza
da
promeffe
Pace Cadde in quefto punto alla Corte Cefarea progetto di rofpenfione dell'Armi ^ i Venetiani laccettauano per du^>^ meft- lo-j Mef 5 dentro i quali gli Vfcocchi doueffero aftenerfi dal corfo, fififenfione &:venifrero daMuoghi fopra il Mare rimofT. dall' Arcidudell' Ar-^ ca la prefcrittione di tempo fi ricus 5 onde a nuoue intercefp/ti ricufata-f fioni de' Principi il Senato fi content, che aflblutamente TArdati' Arcimiftitio feguifle , con parola tuttauia , che quello durante, rime duca* diare fi douefse a' mal5tagIiandoIi dalla radice , che vnicamente confifteua nella rimotione de gli Vfcocchi . Pretendeua di con prepi l'Arciduca , cKe a Segna , a gli altri luoghi fi leuaffe Tafletendoni dioj ma fen^a cautioni maggiori, documentati da gli euenti paflati, non laflentiuano i Venetiani. Cos traMifpareri del rigtttatt negotio progredendo , incalorendofi TArmi, il Petazzo , per rifarcire i fuoi danni tent i Villaggi d'Hofpo , e di Gobrouizla neiriftria,ma dalle guardie rifpinto , sfog il fuo fdegno contra Benedetto d Legge , Proueditore in quella Prouincia publicandolo bandito con atroce fentenia . IlLegge, contra il Petazzo con forma giudiciaria praticato prima lo fteflb , poi applicatofi a pi propri] rifentimenti , fece ardere la Terra di CheincenSan Seruolo , Prebenich, Boghdaria , e Polina . Indi calato per diano al \cmie terre rompere le Saline de' Trieftini (cofa altre volte per lo dominio diClJria^ del Mare praticata dalla Republica ne' tempi pi quieti) con
che accetta per due
&
Ma
&
&
,^
Fabio Gallo Colonnello, prouoprima con alquanti Caualli, e trecento fanti, poi inuigoriti da Volfgango Frangipani, Conte di Terfaco 3 accorfo con groffo numero di Alemanni, ed' Vfcocchi , fi trouarono prefti con venti compagnie di fanti, e trecentofolI Veneti, che con la fponda d'alcune Barche.- I Veneti dati a Cauallo \inferiori Armate haueuano pofto mano all'opera, vedendo di numero \dt- nume preualereil nemico , deliberarono di ritirarfi , e formate du^-j ^0 cedono fquadre prefero verro Muglia il camino , che lungo'lMare NemL cant' angufto , che da gli Arciducali affalita l'vltima , dal Gallo
circa ottocento foldati fotto
c i Trieftini a
fortire
1*2/
ICtf
con-
LIBRO SECONDO
condotta non poteua
,
71
foccorfo j ad ogni mo- MDC X7 do foftenne l'empito fin a tanto, che trouato il fito alquanto pi largo, pot meglio ordinarfi Ma caduto il Gallo, crtinto di mofchettata , la fua gente fi confufe in maniera ,-che fcco tirandofi Taltro fquadrone, guidato dal Legge, il Campo con ducento morti , molti feriti , &: alquanti prigioni fu lafciato al Nemi'co. Animati gli Auftriaci,faccheggiarono cinque Villaggi, e che pre4f nel Territorio di Monfalcone fette nearfero, oltre due depre- ardire, dk dati. AtalifiiccelTilVenieroper confolar^i Popoli, con Ia_, aeL alcune prefenra , e con la forza giunto alle riue dell'iftria, prefidi Ai- Terre . bona , Fianona , altri luoghi a Marina , e con otto Galee tent d'occupare Mofchenizza j ma il faflb, che le forma muraglia, refiftendo al Cannane , n dalla ftagione permeflb pi lungo foggiorno , s'allontan , dopo hauer deuaftate per quindeci mi(gliarattinenze del monte maggiore Anco a' Tedefchi non^ tdejjair jriufcracquiftodiSan Vincenti j mai Veneti diedero a iacco incotro fat cheggtAHO ICherfano , abbandonatolo poi per nonimpegnarfi ad efpugna- CherfanOt reil Cartello, e la Chiefa fortificata. Da quefte Fattioni i Ve- facendo jneti chiamati maggiori penfieri,& apparati,efpedirono a* luo- molte pr9-\ uifiom. ghi pi efpofti eftraordinarij Rapprefentanti,&: eleffero Proueditore Generale di Terra ferma Pietro Barbarigo, Procuratore, e per Generale neiriftria Marco Loredano,appreffo'l quale per la direttione delFArmi inuiarono Paolo Emilio Martinengo , dando patenti per quattro mila ItaHani , alquanti Corfi Tali prouifioni procedendo a paflb pi lento , che l'inuafioni , e ile offefe , conofceua il Senato nella preuentione confiftere va., grande auuantaggio , e teneua per fermo, che da gli vflcij de* Principi, da' clamori de' Sudditi , dalle perdite del proprio Paejfe , foife l'Arciduca indotto ad adempiere l'accordato in Vien^na . L'efito per non riufci tanto felice, quanto era rintcntione prudente per la natura della guerra , che , al contrario de' labeirinti^ non lafcia fortire per doue fi entra Dunque f bene la^ 'ftagione correuaverfoil fine dell'anno, il Senato a Francefco rdiErizzo , Generale di Palma , ordin , che fpinte fuori le militie con 07 ne del SeTotto Pompeo Giuftiniano, occupalfe le Terre aperte di qua nato di a ^dalLifonzo per alloggiami, e preuenire il paflaggio degli Ar- ^2.^/^ ciducali, che diuulgauafi voleffero piantar For ti, e fcorrerg-j'l j^^g'^^^'
dall'altra riceuere
.
I
&
&
E 4
fino
_7^
DELLVHisTORj A Veneta
'
Deferi nio
ne
diW
del
'Jfiri Aitai
Palma. Conuiene defcriuere quella parte diPaefe, doue, come in Theatro , fi vedr ben prefto ri'ftretta la guerra, che fu efercitata da forxe valide, ma bilanciate, progredita tra molte diltrattioni, e riferue con difuguali iiccem vmta in fine dalla Republica col negotio pi che con , TArmi, e confeguitata da grandiffime gelofie Ulftria, Penifola deir Adriatico , conPxna con la Croatia, doue i hmiti degli Auftriaci feparano quei de' Venetiani dal Turco, il Con.
fan
Frinir,
gliftefii Auftriaci^ le
s'
interna nei
mezzo, e Triefte, che d nome ad va picciolo feno., s'affaccia fui Mare di qua s'inoltrano i Monti del Carfo , non erti , ma afprije che poflbno chiamarfi vn gran faflb. Tra quelli, cinto dal Mare, e dalLifonzo, ft nel Friuli il Territorio di
Monfalcone, a'Venetiani foggetto;
colli
appreflb
il
Fiume predetto
s'allarga fino
Alpi Giuli^^
Jtto
di
Cradifca-
vna Pianura , che anticamente ftata pi volte la Porta de' Bar bari, e negli vltimi fecoli la ftrada de Turchi. Gontia, che d il nome al Contado, in quefta Campagna rifiede, appoggiata ad vna Collina, fopra la quale afcendefino allafommit delCaftello.. Guardato da forte Torre, ft fopra il Lifonzo vn Ponte, oltre il quale pure la Campagna s'eftende^ con molte Terre ibpra alquante CoHine. Cinque miglia pi abbafifo alla deftrafponda del Fiume, fi trouaGradifca, fopra il faflb fondata 5 informa di lungo quadrato, con buon Cafiello, altre volte munita da' Veneti contra l'incurfione de' Turchi. Oltre il Lifonzoh dirimpetto i Monti del Cario, e di qua la cingono molte Terre , come Lucinis Cormons, Medea Fara, Romans, & altri luoghi di minore momento, che per
,
nel progreffo della guerra diuennero tanti pofti, e tanti Forti, che logorarono gli Eferciti, e l'Armi. Verfo i monti, da quali
forge il Lifonzo^ fixiliringeil Paefe con alcune Valli, confinanti alla Carniola, altre Prouincie degli Auftriaci', che
&
pur verfo il Mare xiominano alcuni Villaggi^ inMaranuto, CaftelPorpeto, e Aquilea , -bench di quefta non fianofuperche leruine, ti nome, teneuano gente. Nelle parte di Iftiti, qua dalLifonzo fegtil l'inuafione de' Venetiani , n fu difficile occupare ogni luogo; perche, trattane edea, che con-.
&
Ta-
LIBRO SECONDO.
I
m
M
il
Tagliate, e Trincere procur, f ben in va^io, refiftere, tutto cede al primo ingreffo . Dalla Torre d'Aquiiea , vfci facilmente il Prefidio,eda Cartel Porpeto^e da Maranuto, che furono demoliti. Di l dal Lifonzo,, per diuertire, vfciti da Vgo Crutta, occuparono lMonfalcone,Elifeo Pierantoni,
DCXV!
j
cacciano
irejdi]
'
dalla Ter,
re d' Acini
IcaCon de-
molitione
d'
ISagr, che poi l'abbandonarono: e lo ftellbfecediquPom- ^orti |peo Giullmiano di Lucinis con deplorato configlio, perche ftniftraImantenuto ieruir poteua ad occupare il Ponte, e la Torr^^ mentc con, ftgliatt ab fopra il Lifonio, e con elfo ferrarci foccorfi aGradifca; ^^ bandonano pafsando olrra il Fiume,che fu poi tante volte tentato, non fo- Lncmis.
alcuni
lo chiuderla
da ogni parte,
ma
& aperta. Ma
gli ordini del Senato folamente feruencjo per alloggiare nel Pae f Arciducale in Campagna fenz'attaoeo di Piazze , non volendo diuidere in tanti pofti la gente, che confifteua per lo pi in militiedi fole ordinanze, fi riduffeil Giuftiniano nelle aquar[Terre di Meriano , e Cormons a quartiere Gli Auftriaci , al tkrandofi apprefso comparir delle Infegne de' Venetiani commofT, applicarono Meriano fubito a vigorofa difefa. Gradifcafuda Ricciardo Strafoldo, fuo Gouernatore, munita. Entr il Conte di Terfaco in Gogli ji(iritia e fopragiunto il Baron Adamo di Trautmeilorf con ti- jrinci attolo di Generale di Ferdinando, ordin ad amendue quelle^ tendono a Piazze ripari, e Prefidij, munendo Rubia, San Floriano;, Vi- fortificarA. pulzano, e Dobra qua, e di l dal Lifonzo. Sparfofi queIto primo rumore i guerra graui giuditij f ne faceuano,e fi fcopriuano ne' Principi non minori pcnfieri ^ affetti. Il Duca di Sauoia offer al Senato f iteifo, i figliuoli, gli Stati, Oblatieni del T)fica le forze, n altri mancauano di ftimolare a maggiori difegni^ di Sauoia imperciochefAmbafciatore Inglefe, ritornato da Turino a_. alla RepH Venetia, efortando la Republica di riflettere allo flato delle blica. cofe, mentre le Corone ex Francia, e di Spagna, vincolate con Matrimonij, confpiratiano al prefente nelle maffimefteffe di ripartirfi col negotio, e colFArmi l'arbitrio dell'Itacon eshilia 5 e del Mondo , eshibiua vna Lega col fuo R , il qual^--^, hitioni apancoixhe feparato di fito, vicino per per atitorit , e per prefsodelt Ambafcia prudenza al comune Interefle, poteua con vn mobile pon- dar d' inte della fua Armata ibpr a vaftiilimi mari vnire 1' Inghil- gh ilterra.
.
,
,
&
terra
74 JIA
I
DELL'HISTOR/A VENETA
MDCxv
terra all'Italia. Additaua i Principi del Settentrione, affociati contra i vafti difegni degli Aiiftriaci, e confiderando non
mai lontane quelle amicitie 5 che fono conciliate da comuni riguardi 5 pregaua la Republica a porgere il nome, e T animo a quella Lega, affcurandola , che trouerebbc cuore candido, e fpiriti caldi in quei Popoli, che fi crede habbiano il gelo, e
le
&
f
tenebre, per elemento, e per clima. Il Senato con caute, offtiofe rifpofte cultiuaua, e nodriua gli affetti, ma con mo-
derati configli non aflFentiua d'inneftare i fuoi interefli con-, fArtenna de Principi tanto remti. Quanto all'Italia, credendo di quel di quelli Francia ficura la Pace d'Afti, s'era il Rambogliet partito di Piemondal Pie-
monte
te,
ma non
fi
allontan, che
i
il
DucadiManto-
che s'accorgeuano per decoro non voler ceder'ali* ^autorit. Neldifarmo Carlo procedeua con gran caritela, perCaVi^cir-^^^ voleua fopra l'accordo d'Afti vdire i fisnfi di Spagna, e corpemnei htnchQ hauefTe dato licenza a' Valefiani, e a' Francefi, haueua 'M'armar- ^^Y con quefti riempite alcune Compagnie Sauoiarde, e prtraheua di licentiare gliSuz,zeri per certa difficolt, infurta
Mi/ri 'ghiere ci,
sauoiay
paghe, eper negarfi loro dal Goucrnato paffaggio Quefti all'incontro non liberaua i prigioni, ne l'occupato fi ren3eua reciprocamente , non curandofene ilDucamedefimo,cheper Tacquifto d'alcuni feudi fi trouaua in vantaggio Veramente in Madrid s'offerii all' Seni* di R,ene'Mi^ Spagna fi auuifo della Pace vn lungo, e feuero filentio nel fr'wjpiljniftri^ ma altrettanto dall' vniuerfale s'vdiuano licentiofi di^"^'^^'vfcorfi contra il Mendozza, imputato d'vgual debolezza nel negotio, e nell'Armi Trafpariua per a' pi fagaci ^ che la facilit , contribuita da lui,proueniua da occultiffimi ordini def Duca di Lerma, affinch fenza rumore s'effettuaffero i Matrirnonij con Francia, dopo i quali, concambiate le Spof , apparirono anco prettamente i Configli mutati . La Spagna in queir affiire teneua veramente riporta vna gran machina de* fuoi Arcani j perci haueua eshibito alla Corte di Francia^. ogni ai uto contra chi tentaua fturbarla perche in g udRe
ne' conti delle loro
re di
Milano
il
gno.
LIBRO SECONDO.
.
75
MDCXV gno, conuocati per apparenza gli Stati , e difciolti con buone parole, a* Miniftri, che regnano fopra gli abufi, non compiendo riforme , fi erano vniti di nuouo al Cond i malcontenti col fomento degli Vgonotti La Reina per proprio interefle A matri' rifoluta5che s'eieguiffero ad ogni partito i Matrimoni) , inaia- moniyreci-' prochi ddt to il Marefcial d Boifdofin con vn Efercito a trattenere nella la Reina Sciampagna i Principi vniti, e confegnatonevn altro al Duca dt FrcM follecttatf,S di Ghifa^accioche fcortaffe il viaggio , parti da Parigi co' figliuoli, e fi trono neir Ottobre a confini di Spagna, doue anco il R Filippo accoftoll. Concorrendo i Regni di magni- efylerMdimente ficenza , ambidUe dando , e riceuendo le Mogli, pareua nondi- \conchiftji meno, che la Francia fola fofTe per cambiar' interelT. Il pic- neicdurfl ciolo Fiume Vidaflb, che fepara i due Regni,yni all'hora le Spo- a Cafa le Sfofe, fe, e niente manc di quello, che alla grandezza de' Principi poteua aggiungerfi dairambitione , e dal lulTo Nello fteflb momento fi fpiccarono dalle fponde in Barca le due Principeffe,&:eflendofi rimarcato, che nel legno della Spagnuola ftaua vn globo , rapprefentante il Mondo , alla Corona , & all' Armi foggetto, vollero i Francefi, che fi cancellaife in prefagio, come il Tempo, giudice ordinario del cafo, ha poi fatto conofcere,che da quello Matrimonio, nel quale riponeuano gli Spa1 I '
i
';
pi valido fondamento della Monarchia vniuerfale, appunto infurta quella gara, che pi che mai Th contefa . La Reina madre, in Bordeos accolta la Nuora, per la tenera et non confumandofi il Matrimonio, la condufTe a Parigi. Haueuano i Principi vniti,non ottante Toppofitione del Boisdotin, traghettata laLoira,ma effendo il Cond caciuto infermo in Pottiers , furono gli altri facili a porgere orecchie a' progetti, che l'Ambafciatore Inglefe e'I Duca di Niuers infinuarono d'
gnuoli
il
aggiuftamento 5 onde fu in Loudun conchiufo il trattato, rimunerati al folito il Principe, e gli altri feguaci,i quali appropri]
profitti
donarono facilmente
rono cosi tofto in Francia le in Spagna gntibU inurgono co, fi cominci ne'ConfigH ad inuehire contra i Capitoli d'Alti, f tra Caperche non vi fi rauuifafle la dignit della Corona, e Tarte pitoli d' Afolita de' fuoi Miniftri. Sopra ogn altro declamaua Pietro di li*' Toledo, March efe di Villafranca , Miniftro , che con arditi,
t
Ma non fu- Li
Spa-
&
ardenti
7^
DELL'HIStORIA VENETA
MDGXV ardenti
;e ven
pa
r ti che ad'
herifiano
a difar-
\ledo,
emu-
lo dell' iae.
configli foftcneua il credito di zelante. Egli,alDuea Mantella di fangue congiunto^ altrettanto fi dimoilraua aliedi no da quel di SaLioia,& emulo alllnoiofa. Pertanto da fuoi [pareri, e dalle fiie mclinationi parcua appunto deftinato al [Gouerno delMilanefc, evi fu fi:ekocon chiaro argomento, che alla Pace feruir noa doueffe di miniftro chi era publico autore de' Configli di guerra. Precorre ad ogni modo per apparenza vn'rdine alFlnoioia , che difarmandofi 1 Duca, egli ancora licentiafr i fi^ldati ftranieri , Onde hauendo Claudio Marini, Refidente di Francia in- Turino , portato al Gouernatore atteftato,che non reftaua, che defiderarfi dal canto di Carlo per adempiere raccordo , licentiate egli pure Tarmi aufiliarie de' Principi Italiani, pofe mano a qualche riforma. Mi ecco che fopragiunfe il Toledo con groffi ricapiti di danaro,, e rinoiofa non fofferendo vederlo, perche 5Com'emulo,veniua, e con parole, e con fatti a difcreditare ilpaffato gouerno^ s' incamin verfo Spagna , doue eflendo folito, che i Gouernatori di Milano giungeuano con applaufo, per hauer dilatata V autorit , &: ampliati i vantaggi, egli accufato d'hauer dato luogo al difcredito, maneggiate con debolezza l'Armi,, e con poca fede l'erario , fu fottopofto a cenfura , nella quale dal fauore del Lerma protetto, difcrepando i Giudici nelle opinioni, il R,afrunta la caufa,!' aflblfe . Il Toledo in Milaoo, negata fede al difarmo del Duca , efclufo dal negotio il Marini, afierendo di non conofcerlo per Miniftro legittimo della Corona Francefe , intermefla la riforma della militi a, applic
&
fubito ad
A'.NNO
'
M DC X F L
Negli eftremi dell'anno decorfo,defonto Mrc'Antonio Medi Venetia, diede gli aufpitij alla Republica Giouanillimato "^ Bembo,.aflunto dalla Procuratia di San Marco alla fuprema vrwc Vriacipe \de,U Ri dui' Re-' ^^^^^ydopo d'hauer foftenuto riguardeuoli cariche, e l'Im..L/ \pi(kJt(a.. pe j-io del Mare foggettc di moka virt, e d'et decrepita, corn' fohto del Gouerno 3 nel quale fi giunge alfommo co' lun-j gli palTi del m erito j noa co' voli fauoreuol i della fortuna 4
w lunanni
mo, Doge
Por--
'}
LIBRO SECONDO.
17
Portata da' Venetiani nel principio del corrente a' Principi la M DC XVI la quale moffa dell'Armi, informandoli della ncceflit d'impiegarle , ag- TAgguagiungcuano le loro intentioni, altrettanto aliene dall' amplia- gita le Cor deiCimtionc dello Stato, e dalla cupidit delle conqiiifte, quanto in- ti psgno in chinate alla Pace 5 quando rimolfe le caufe d tante calamit che trm,
l'accordato in Vienna lpraticalFe, s'allontanaflero dal Mare^ua/t dt gli Vfcocchi, quelli cio 5 che attendeuano al corfo, e che con ^^''^^'* tre nomi diftintidi Venturini, ftipendiati, e banditi formauano vna folacolluuiedi gente, che fenz.'alrraprofeffione, che il furto, haucua l'empiet per meftiere Non mancaua l'Arciduca, con(fc^' anch' egli di rapprefentare alle Corti i Tuoi fenl, dolendoli d p^yee/prf, efFer^inuafo nel proprio Paefe, e fecondo la diuerfit d'intcrcf-j^^^^^J^.j, fi, affetti veniuano variamente afcoltati. 11 Pontefice, e Mediai io. p<:r i^ fidichiarauano d'impiegare per la quiete con zelo, Francia Pace ofIn Spagna pareuano alla prima i Miaffetto vguale gli Offitij ferte dal niftri fofpefi, anzi eshibiuanod'interporfi jc'I Toledo in Mi Vontefce , lanojforfe amando, che correffe l'impegno dell'Armi, publi- e dallaCodi. rotta camente diceua,checon ragione indotti s'erano i Venetianiip^^ ^^^^ a nfarcimento giuftiffimo j ma prefto, cercando la guerra pi che le caufe, cambiarono concetti. De pi congiunti di Ferdinando l'Imperatore Matthias , e Mafiimiliano Arciduca d' Infpruch , ancorch fpargeffero qualche voce per dar gelofia a' Venetiani, non per fi dipartirono da neutralit, e'I Gran Duca di Tofcana non pafs pi oltre , che a preghiere per u^mbafca la Pace,& ad vffitij. I Venetiani, desinato in Francia Ot-, dor Veneto tauiano Bono, per Ambafciatore ftraordinario, fecero ^^i^'^'conrZit^o cenzo GufToni, che per ordinario a quella Corte paifaua_.,>roy?//oV tener la ftrada del Rheno, per coltiuare 1 affetto di quei W-f. < Principi d' Alemagna, che i chiamauano dell' vnione, affi- ?7r"^' ne ci opporgli a Celare, mentre voleise participare ntgm-neMem tereffi del Cugino con TArmi, e in quel mentre informargli!"^* del negotio , e delle loro ragioni, non difgiunte da fincero'^,^^^J'^'"| ftudio verfo la Face 5 il che nufc con tale fucceffo, che \\J:>u- PeYd<m:n-\ ca di Vittembergh,Capo di quella , eshibi d'efpcdir vn'Am- do agli [ti moli dell'I bafciatore a Vienna per procurare la quiete, eTElettor Pa- Imperatolatino n'eccit Matthias con lettere molto eicaci. Ma ap- repcrl'ag predo Ferdinando non procedeua la negotiatione con pafso giiifiuKc^'
.
&
&
to
pan
78
MDCX\I pari
al defiderio comune , impercioche, follccitandolo Match las fo/penione dcir Armi , accettata da' Venctiani , egli per l'inalla uafione delle Tue Terre alterato, inui a Celare TEchemberg per
,
Con
ffff-
pi opri e l'i
di dotnan-
rifenti mento fi conuenifc^ e quando pure douefe liaaeriuogo la tregua, intendeua, cheprccedeffe la reftitutione deiroccupato All'incontro i Venetiani idcgnauano cosi ftrauagante propofta, che a tutti pareua aiiurda e anco allo fteflb Toledo, non mai reiccutio ne precedendo al-
confiderargli
il
dentro due meli l'accordato in Vienna adempito reftaffe5di render tutto. Paitito, che da' Mini [tri Cefarei approuato non folo, ma infieme commendato, rigittato da quelli dell'Arciduca, con grande vantaggio de Venetiani j perche, non amandoli quella caiif, che li condanna,!* Imperatore, dalla renitenza dell'Arciduca commoflb, gli neg poi Tempre quegli aiuti , ch'egli per interefl della Cafa comune credeua douuti, e che follecit con grande ardenza, e con rimproueri al fauorito, infin che dur il corfb dell'Armi. Dunque l trouaua dall'offese a' rifarcimenti, e daquefti a g' impegni horamai rrafcorf la Guerra, forf centra il penfiero di quei mede Vtnetiatih iij]nldano fimi , che V efrcitauano N veramente corrifpondeuano gli aptHOHt JMi parati allemoffe, perche in particolare i Venetiani, pcrlefperan ze di Pace nel Piemonte, hauendo sbandato buon numero di Mi litie, nonfi trouauano Efcrcito conferente al bifogno. Per fin tanto, che s'ammafTauano genti di Lena , fpingeuano in Friuli T ordinanze de' Territorij ^ e dal canto dell'Arciduca, non oflantc reprimo- le Ncui, calauano Truppe da' Monti. Quei di Triefle con trenta no Trie- Barche, frcttolofamen te raccolte, tentarono d'inferire moleilie, Utnu ma furono l en torto da Giouan Giacomo Zane, fubintrato in Dalmatia nel Generalato al Venicro, con qualche Galea repre/Ti rtgettaScorfero gh Arciducali il Territorio diPola, e iuvono rifpinti. ri> le wcur Scotto ne jioni degli Anco in quello di Monfalcone il Conte Ferdinando fug cinquecento, che tentauano depredarlo, oWigandoii a latvir/j tefciar'il bottino. Par allargare la Ih ada a'viueri Francefco GiJai ni nel ,fliniano, figliuolo di Pompeo, voleua tentar Vipolzano; ma da triulipoca genie aflRflito, trouati pi numcrofi i difenfori, fi ritir fenza impegno Daniello Antonino con trecento Caualli repreffe vna paititadi Nemici verfo Dob r , cho. fcorreua, e Thauere bbe
r accordo. Eshibiuano tutta via
>
total-
R O
E e O
ND
O.
7P
**dcxvi fpcnte dis Citta 5 s'haueffe tenuto feco fantaria per isforzare vna Cafa forte, nella quale fi ritirarono, ma poco appreffo colf ini
Campagna
de Princi-j
con trecento
modo, che dopo braua difefa cadde elbnto con lamaG;?;ior parte de'iiioi. Il General Barbarigo, giunto in Friuli, riroiic per aprirli vn guado del Lifonzo, occupare ChiauorettOjdoue appreffo il fuo fonte il Fiume tra Monti riiftretto. MaEttore Sauorgnano, che a tentarlo fu comandato , Ijntefo per camino dalla fama, pi che dal vero, che folle troppo jmunico, ritorn fen// altro effetto, f non che gli Arciducali , 'eompref il difgno, e importanza od pofto, lo prefidiarono ipi validamente. Il Trautmeftorf, in quefto mentre ingroffato piant vn Forte tra Goritia, e Gradi/ca, per vnire la communi'catione d qielle due Piazze, e vn' altro poi detto della Trinit l'alz foprai Colli di Lucinis^; obligando i Veneti a contraporad alloggiare pi riliretti. Per fecondare idifie vno a Medea, fegni nel Friuli, vicito ncirilhiail Generale Loredano con due fRla trecento Fanti, cento cinquanta Cau.\lli, e due Cannoni ^ lacquift Antignana , Terra groffa del Contado di Pifno^e la tafci prefidiata. Per Mare Giouan Giacomo Zane, accoftato
iMoi-chettieri, fu cinto di
l'
,.
&
ei?*
nelt-;
!
I/Irta,.
Moichenizza, Thebbe dopo due giorni d reiifl:enza,epoioccu Barzech con la forza Ma nel Friuli Pompeo Giufti iano, ft;to Maeftro di Campo Generale, s'eshibiua d'efpugna re Gradifca jcon molta facilit, oifgnando conIetriaGCrc5& approcci entraj# nelfoiTo, poi con batterie, e mine rid urla alla refa, nonoftanf, chelereftaffe aperto il foccorfo per li Colli del Carfo, cheol-rirohoo treilFiunie le Iranno dirimpetto, e chefopra il laffo fondata p- '^,lr^r^cT cohaueffe a ter\5iere da palle, e da zappe i danni, e l'offere. De- C'^adi/ca.
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cinis, e
dalla parte fu periore tra Lt^ Giadifca ficc appreffo il Lifonzo, con due mila fanti, cinquecenro Caualli. Di poi, abbandonatala per lafciare de'
il
fuofdifegni incerto
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Nemico,
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Piazza,
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e trinceratofi
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DELL' HISTORIA
VENETA
MDC
XVI
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mico,
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leggieri
Combataumenti*
e Meriano con interpone guardie di gente a CaConftauadi dodici mila huomini TEfercitOj diftratto 5 Liallo. lungo giro, & in molti pofti, ma non tutti poteuano diri Soldati, in vn Secolo, nel quale pi rollo che fceglerfi , la militiafi compra. Dentro la Piazza, oltre il Gouernatore Strafoldo,^ trouaua Giouanni Ferino Vallone con prefidio di mille ducento huomiiiijquali moftrando di far poca ftima di queir attacco ^laicia'jano, che fnza difturbo da' Venetiani negli approcci fi pr grediffe. Solo il Trautmeftorf con Caualleria infeftaua il Campo frequentemente; ma procede nano le fcaram uccie del pari fenza porger momento ali efito delle col . e fenza rifleffo, f non V haueffe meritato la m.orte, da colpo di Cannone, di Daniello Antonino, prode foldato Al dolore comune per quello accidente il Senato aggiunfe teflinaonij rfhonore a' fratelli, e per ec citare la pofterit, fece ergergli nella Catedrale d'Vdine hono-
mons, A/kdea,
innalzaM9 Batterie^
. Perfettionati certi lauori, s'alzarono nel ventiquattro Cannoni quattro Batterie, alcuni percuotendo la Porta terrapienata, e i Baftioni, altri ruinando le Cafe. Qualche Artiglieria de' nemici reft fmontata, yn ca-
reuole
monumento
Campo con
&
ualiere ij^ianato.
Ad
ogni
modo
dal
Cannone
imitandofi
il
fui
fi affati-
copriuala muraglia, i Veneti, sboccati nel foffo, tentauanodi minarla j ma refillendo il faffo, mentre per e/cauarlo s'aifatiLuna, cauano, il tempo ferui a'difenfri per tagliarui /opra vna ritira^ ta^ ma vedendofi iiretti, fecero in fine vna fbrtita nello /puntare foprafat. del giorno con tre truppe, vna per tefta a gli approcci, l'altre tt da z'na da i lati, e fugate le prime guardie, che cuftodiuano con neglifonila de' Oifenfori. genza il lauoro , penetrarono ndk trincere, II Gudniano apalcuni fi punto vi fi trouaua prefentei ma dal terrore dtfuo) e dall'arpongono dire de' Nemici confalo ^ anzi oppreffo da chil'abbandonaua, e fuga. aJtri do- da chi rincalzaua,poco manc, che non reflaffe prigione MariricetsH. tiratofiin fine ad vn Forte vicino, i Tortiti non fi fermarono che IO qualche dnnr.o ,gli al primo ridotto della batteria, doue Lelio Martinengo fi ritroua(oflnngo- u col fuo Reggimento a'fuggitiui, e col j col quale dato cuore W'o a ritiCannone arrellato il Nemico, i'oblig a ritirarli. Quattro Comrarfi. Ipagnie de V eneti rcRarono disfatte, morti due Cap itani , &i vno
minar
la.
cano
mine, che con gran rumore non fa per lo pi, che picciolo colpo non corrifpondeua leffetto allo flrepito- Vna mezza Luna_>
,
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L B R
"S E C O N D O
8i
prigione. Ciun/cro da Fara alcuni Corfi infoccorfoje fubintra-JMDcxv-r reno nella Trincea, Ja quale da gli affalitori hauerebbe potuto in
quel tumulto facilmente fpianarfi, efcrrarfi la mina, fnonfifof fero folamcnte applicati ad incalzare chi l'abbandonaua. Gli aP iedianti per rifarcirfi tentarono vna (calata. Orario Baglionc, che adrinf i difen^uidaua la prima fquadra, brauamente affali,
&
ma
&
molti
&
&
&
mafco,
82
DELL' HISTORIA
VENETA
.
MDC XVI mafcOjC montati in Pania ventiquattro Cannoni, fi diuulgau 5 e he fotto Sanchio Luna, Caieilan di Milano, fi fpinge]La quale rebbero a confini della Republica otto mila foldati Ella tenefi fonifica ua ben munite le frontiere da quella parte ; ad ogni modo re/ite fron-
tiere
dei
AdtUnefe.
fi-auapertaldiuerficne pi indebolito nel Friuli rEfercito , e per l'impegno delI'Efercito ftelFo la fi-ontiera {[ trouaua p efpoflia . 11 Nuntio del Pontefice , &: altri miniftri de' Principi in
tcrcedeuano dalla Republica , f non per trattato , almeno per conniuenza, quale he dilatione alle offefe, onde il Senato, ponderando Tinftanze di tanti, le difficolt dell'imprefa , le di*
ftrattioni di
Lombardia
le -pajfate
adhe-
'B^mmemorando
titi
,
rifce
tnflame.
&
le
rifpofe a tutti con fenfi vniformi, ponocationi , gl'infulti lungo tem-po pa^
allontanare
le
in fine
della quale fi contentaua di rallentare tajfedio latterie y fer dar tempo a mediatori medejimi ,
fverfo
/*
c!s^
CjST'
che
impeganda
a
le^
Arciduca
loro
zelantifsimi
,
offitij
fotej^ero indurlo
uare
gli
rttkando i fi di^Gra-
ritorn a Milano il Manriquez,& Veneti fi ritirarono da pofti pi vicini a Gradifca riducendofi a Meriano col groflTo, dopo quarantaquattro giorni d'at^ dijia. tacco, e venticinque di batteria. Pareua inquefti termini la negctiatione beri'inftradata^ ma poco tard a cambiare d'afpetto , perche dal Pontefice venne propofto , che fi depofi^^^^^^ ^ luoghi occupati j partito, che a Venetiani non agl7dtfvon gradiuaj perche, oltre il dubbio di ricadere nelle tepidezze, tefice. da E([t e dilationi pafiatejil depofitario non pareua facile a fcegliernon il Pontefice , aggrauato dagli anni , non poteiia ^^^^^fi , mentre dite. difponere della volont de' Succeffori , che portano per lo pi e interefiS : Cefare , e gli Spagnuoli, feco nuoue affettioni all'altra gclofi,i Principi mitroppo a vna parte congiunti, nori non cadendo in rifcifo , come di forze mancanti , e di
,
Ffcocchi. Con
&
credito, per fofl:enere contrala forzala ragione, e'I diritto. Sopragiunto poi in Venetiavn altra volta il Manriquez , la-, negotiatione s'aren maggiormente ^ perche, perfuafo d'otdtlM^t tenere conia ilefta facilit ogni altra cofa propofe, Che data al Toledo parola da Ferdinando , che i Capi ^e gli Ffcocchi \pik federati fareltero certamente rimojsi Ja ^puUica fmio^-e^-,
tuijje
1
tuf^e
R O
Si
SECONDO.
85
Inoccupato nel Friuli, e nell*IJfria^ c^opo le quali cof Ferdinan\do efequilfe la remotione predetta , e dentro termine limitato saggiuflaljero le differente.
M DCXVi
dolfero i Venetiani grauemente alIterati, Che dal Gouernatorc ft peggioraffero lepropofe ,in 'vece di imigliorarle , a mifura della fi ima cerfogli '^ffittj fuoi dimofIrata e
,
alU
che poi accordar ft poteffe, non baciando reftlio apparente d'alcuni numero grande di trifti. Ritornato
perci ien^a fodisfattione a Milano ilManriquez^lafci che eccitano dairAmbalciatore la (^eua nell'indanze li profeguiire ; & ^^{lefiemio ^'**^* le continu con ta!'infiftenz,a, &: inileme con tanta elatione, fo-,^ lo afcriuendo alla difficolt deirimprefa re/Terfi rallentato l'affedio, che ilSjnatocoaimoflb apertamente rigett le fueinIn Corte Cefarea con pi placidezza fi negotiaua 5 imiftanze |percioche,men:lio ftimandofi dall'Arciduca, che fenza parlare! e;^i/5;di forpenfione^fi procurale d'aggiuftare l'accordo, l'Ambafcia- '/?///?, leme^ itore diTofcanapropofe, Che per conciliare delle parti la difft- f^^ ^* *"-]
*
denza^c'l puntiglio, le re^litutioni daWun canto dell' occupato , e l' la '^eua, jfnLf.S ^ r J n rr 1 I3 r rr cjecutWMi delle promefje aall altro /t pratica'jero a parte a parte al- Pro^ofitio,
'
'
manutentore dell\^^ ^^^. Concetto, che per all'hora cadde inuano, ma fu poi il ie- dudiTo iminario di Pace, f bene con dilationc di tempo, perche fott'if^^. 'altro clima pii remoto conuenne^che imaturall. Agitando Ja Republica in tal modo coll'hoftilit, colle gelofie,ecolneoffe
,
Duca diSau^ia nonftaua molto pi quieto, ma verfando tra nonminorifofpettijneriufcijche gl'interefli di lui, con quelli della Republica s'intrecciarono, anzi s'mneftarono per maniera, che lacaufa diuenne comune, e perci trapofto ne dour cffere con pari efattezza il racconto Coprendo Car- ^ .^ ^. Ilo con diflimulatione profonda la diilidenza, che del ToXcAo' fiZnUu Iteneua, al di lui arriuo in Milano mand il Signor Ai Parela f^<* diff|a complire feco, non tanto, che a penetrare Tintentioni, ^.j-Mol^^ infinuargli la conuenienza d'adempiere il trattato d'Afti,con, ile reftitutioni, e col difirmo. Se nuouo era il Gouernatore,L^^^^^'^f inuoninmio fi dimoftr alla parola di trattato, e di Pace 5 onde !mIrV 7 i'chiaumente fi elpreffe, Di non fapere a che 'vn K prepotente nego$iato
|gotio,il
.
\'^otejfe^ligarft
Non
fua
pr-
delU p4ce*
F
^
pria
'h
IMDCXVI
prra moderatione, e clemenza , l^oleffe Carlo -prouarla, e rimettendoji arbitrio 2{eale yfperimcntaffe , che la bont d'un nella j^ratia,
^ aW
principe grande e l'ionico vincolo della firn for^a jQucinto aldifar dchzv , Non -permetterlo la ripututioyie del J\c, lo ^ato d'I" tali riftalia , le mofe de Venetlani, toccorrenze d Ferdinando .
mo
Da
il Compendio deir inftrurtioni in rompere ikrattato d'Aiti, per riftabilial Toledo, confiftere re5con FArmi^col negotiola preiiinen/.a della Corona
Italia. Il
Duca per
Spagna con qualche feufa delie cofepa ilare ^ e con inftan ze 5 che s'adempielTe raccordo ma nel tempo me de lmo periiennero ordini al Gouernarore i Milano > ch^ inifteife co! Duca^accioche chiedeffe perdono ^ fi rimette/le circa i Capiin
allagratiaRetllejeMauritio Cardinale, fao figliuolo ar^ dafse alla Corte di Spagna. Tatto ci,, riiifcendo amariilmo
toli
5.
gufto di Carlo, dal Toledo ficondiuacon eshibitioni di darin quella Citt ' Il foi-2;e,per ricuperare Gineura'y e domare della Fede. Ci niente ?.t^^'i': inobbedienza aIPrincipc,erApoftafia delDuca,e tanto meno^quan^/;y?i;fri4 appagaua il genia cauto,e fagace rie^^eradi^^^ che nel fine dellanno decorfo haueua fcoperte aicane trame
al
^pr^^z/r^'
IdelGouer-natore contra la fua ftcfla Perfona,&hora fempre* pi penetraua, che il Principe maggiore veniua dagli Spagnuoli trinanfi follecitafle la fueceffione, ancorch'egli, dogli infi- tentato , accioche die che verlb il Padre teneua vgiiale alla veneratione Faifetto , ad Zuccarelogni fug^eftione refiftefle . S'aggiunfe vn trattato lo di confegnare quel luogo a gli Spagnuoli, che pure fii noeI
'"'"'^'^'
eia fuga del Colonelo Allardi Proaenzale,che dalferuitio di Carlo pafs a quello del Gouernatore di Milano . Coftui diuulgaua,tenerfida'Sauoiardi intelligenze in pi luoghi del di ihs ,. Milanefe, in Pairia particolarmente. Ma il Duca negaija_> li Dnca ac ^'''ogni cofa, con acerl^e querele, che dal Toledo gli fi tramasse'^'''^' ro infidie,fi corrompefiero i Gouernatori delle Piazze,fi accolato,
&
gheffero
i
Ribelli, e
fi
iiiiaffero
foldati
Milano , accioche fi trouafse modo d' eifettuare 1 accordo, il Toledo contra il Duca inuehendo,follecitauala Franeia di sforzare Carlo a deponere l'Armi j promettendo ,xhe quana
BRO SECONDO.
85
quando con le reftitiitioni dimoftraile il conuenicnte rifpet- MDCXVIi to, non lafcierebbe la Spagna, che deliderare dalla (iia^ giulla grandezza, con dichiaratione per, che l'Armi predenti , tendendo a folliciio dell'Arciduca , &l a ridurre i Venetiani alla Pace , fi riputaua fuori del cafo, e dell' obligo di deporle. Ma da Carlo fi fofteneua, che per lo trattato a ini non folo, ma all'Italia tutta doueuano effer le gelofie.^ dell Armi rimoffe, & eshibiua le reftitutioni ogni volta , che del Toledo precedeffe il Difarmo Si procedeua dunque di tal paffb alla guerra, anche nel Piemonte, e Carlo mformando i Principi, quelli m particolare, ch'erano ftati ma.
nutentori del trattato d'Afti, rapprefentaua le renitenze-^ del Gouernatore, Se co' propri) fofpetti i comuni pericoli Il Pontefice, per preuenire i mali imminenti, defilino per Nuntio eftraordinario Aleflandro Lodouifio, Arciuefcouo di Bologna. Il R d'Inghilterra premeua di nuouo, acciocho.^ laRepublica,e'lDuca entralfero nella Lega delSettcntrionej ma non parendo a quelii aggiuilato rimedio per li mali d'Italia, s'applic Giacomo con vffitij a procurare la Pace All' effetto medefimo giunfe di Francia il Signore di Bethune, Ambafciator' in Italia, e fottomano proponeua vn Matrimonio tra Chriftina, Sorella del R, e Vittorio Principe di Piemont^-^. Ma Carlo lo riceueua pi torto con diffidenza, quafi che mirafie a difarmarlo, e aflbpirlo* La Francia non fi trouaua veramente in fiato di preftare al Duca quelle afi^ifienz.e d'x^rmi , ch'egli inftantemente chiedeuaj imperoche TAncre, guidando tutto con priuati configli , fondato fopra i Matrimoni] con la Spagna contratti , il fomento, che riceueua da_, quella Corona, haueua indotto la Reina a porre in prigione il Principe di Condj onde s'erano molti allontanati di Corte dolendofi, che la fede, e 1 trattati non feruifiero, che di rete, e ludibrio a gl'incauti. Reftaua per quefto al J3uca di Sauoia poco pi fperanza d'aiuti, che da' Vcnetiani, i quali perle gelofie, che riceueuano dal Toledo, e per le dichiarationi del R , a fauore dell'Arciduca, ftauano grandemente commoffi. Dunque l'Ambafciatore Scaglia^ entrato nel Collegio raccont la ferie delle negotiationi paffate, gli
.
rjjjti} di-;
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\
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Principi
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'
Carlo per
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&
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gl
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I
fdnciancl
i^
aiuto di\
I
Fenetiani,
"^
vffi-~
^ ^
DELL' HJSTORIA
.
VENETA
,
UDC^xvi vffitj[di Carlo , le rifpoile dei Gouernatore, le fii attioni, i difegni giufbmente a tutti geiofi) ma alla .Hepubiica e al DuPoi ibggiunfe , E noto quant' hahbm ca fommamente molefti infameMagnammo confidemte , neWaffentire q^^j^^ ^ Prncipe Genero/ , e
,
Fnnap mediatori
e di quefta
2(epdli-
Se pcnfano dilatarla non pm ftct^ro lo Stato E" meramente efpofo per primo altrui, che quello del Piemonte propria genero/u preftdiato^^ aniil mio Principe, e bench dalla aWAjilo inuio^ mato fta dalle fperanze degli Amici, ricorre pero, come
tenza
\
Prima combattcnamo arnoconuertti in lacci inftdiofi deltintcrejje ci troaiamo qmfi.che inermati; hora fatto iome fraudolente di Pace Incerto ri^ mi , cinti da potentifjimo Principe, efpli a -pericoli. a qual fegno corranno ejlendere li Spagnmu la prepo.
mane*fm
e l'arbitrio
labile della
'
majiaqueper la f de, per l'Amicitia. Direi peH -uoftro interejje i prudenza.^ Certo bilancia della rvojrafomma fto lafciato nella foia il Toledo , o c'imche ci foppraflanno comuni i pi graui trauagli poco mepone l difarmo, o minaccia la guerra Tra due grandi^ , e ali alno , che -uguali pericoli , deue il Duca, o perderfi neWt'no,o di mez^ ripiego tro azjardarfi. Tra la guerra, e laferuitk non c'
.
.
fede
alle
w^re
afftHenze
Le fuppone
J[4a perdere generofamente lo Stato fcherzo della Fortunai della incontrare la morte <z;n cedere prematuramente al diritto fottofcriuere^ a' Natura-, f affoggettarfi che altro farebbe f non
zo
.
fama ^
Ha
ti
Duca fatto refaenza fin bora : /ha r farcii o Del Afendozja le worrebt?e col prouocationi non fono fiate impuni ; bora ti Toledo
Carlo ^ appoggiato almegotio efpugnarlo: promette minaccia e /'i U^oftra cojtante amicitia,fprezzera ^guahnente le luftnghe , rin-^ terrori. E^ proprio della grande zj^, e della prudenza 'vofira al decoro de tuzzare queltoffefa, che s' inferif alla parola, e non Principi, reprmere quel fa^o , che non fi crede autoreuole , fc ampiamente temuto. Sifcorda far Filippo di tanti '!{ miy che gode
,
.
Ma
f.
fparft in tutte
[che
le
parti del
gli Stati
il
d Italia
f^o^
s ao"'
aggrandiuam
Piemonte
f^
, .
1
s'ao'(Tmng
,
R O SE C O
,
ND
O.
,
87
cere difcrcditata
e negletta
l^ero ,
doue pare eh" e fionda la circonferenza Non e la conquifla del Piemonte^ che "vn grado per afcendcre alla Aionarchia d'Europa. I ^voflri Stati, i thefori la liberta la digniArchetipo della felicit , e t quefla medeftma Citt dominante a g' aecoro d'I tali a, deflinata dalle loro fp-eranie alle prede del
amhitionc pofa
il
centro
incendij
alla fcruith
t
Horamai
s'
amono aff
'z^ojrri intereffi
,diuertfcono
il pili,
(cntimenti
,
e le gitifle
,
ijen-
^^ago d aiutar
fondare l'autorit ^ e e decoro fo , abbttuta la gloria di qncfia 'I{epublica,e lagenerofttdel mio Principe Lunge da noi quefii pericoli , e l' augurio medeftmo Padri, che non haueremo da temer le minaccie, ne Paniamoci , i danni dell' Armi j e proueremo f pure conuerr adoperarle dalla coliania far gloriofamente coronato il trauaglio Difpiace a Carlo
!
.
\d' ef^erui di
ma gi
egli
^'h
eshibito
j^parabue in queir a \^aufa, nella quale non pih f e porgengloria fola ^ ma della fallite comune Miraua lo Scaglia con tale doyie egh difcorfo a concitare gli Animi a quei due affetti, che nell^_-W Z'^,
liepublicliejcompofte di molti, vagiono affai jlVnocffendoj^^'^.^'-^^' da priuati,,l'iiltro da Principi, cio fdegno 5 e fofpetto M-iffa^ndio Garlo in Turino con Antonio Donato Ambafciatore aggiun-l^f^^^ Kegena con arte grande .ftimoli ancora pi acuti ; perche diuifan-^^'^^^''^'*" do fcco pi ftrettamente ecofc, & 1 mezzi della d\'^Q(2.^ gli
.
additaua Io Stato Tuo , dalle paffate guerre confunto, inhabile a reggerne il pef perrauuenirejlafciando comprendere, che non accorrendoui la Republica con aiuti efficaci 5 farebbe aftretto dalla necefit a qualche accordo, ancorch fuantaggiofojncl qual cafo fopra di lei fola, oltre l'Armi deir Arciduca, cadere potrebbe la piena. di quclle.di Spagna. Ridotto il Senato 5 per deliberar fopra sii gra u materia, .pareua ad akuni^ che tanti altri Principi, fideiuffori vgualmcnte del Tjattato d'Aft , ftando fpettatori , al pi interponendo pre.diJere, vffitij, non doueffe n meno la Republica fola fpoiare
&
sj
grane
88
DELL'HISTORIA VENETA"
,.
all' incertezjj
Se W^-puhlica^^na al
frefente
mnpco
,
hauerfi Wr auuentura tanta certezza, della fede del Duca , s grandi pruoue di fua caftanz^ayche fi tenga per fermo, che ^n giorno b aUattuto, eretto del Piemonte con l'oro allettato non ne abbandoni l' della \cpubltc,<t douer fo^enerftl ma quat erario poter a due ^or anni fupplire a tafianza delle guerre pronto, e facile elferc il cominciamento, arduo il corfo J'efi.to incerto La fortup^a finalmente
e
da due parti
U forz,e f
Ef
farft giuoco de' Principi, e de Principi quelli 'vincere , che pojfono pik potenti fiancare anco tauuerfit difortuna . Dalla 2{epuUica anche in
tempi pik angu^i^foler efercitar la prudenza de Confitgli, prima fi che il rumore dell'Armi, mentre ne gli affari pik duri it Tempo
Configliere pik opportune
ci
,
,
e pi cauto
.
che
guadagna per
i
ordinario
il
donare la fortuna
ma
de'
^ imi,
.
Janni Scntiuano dunque, che non fi oltre pafla /Ter o glivfdi buoa Amicitia con Carlo, e che all'altre Corti fi portaffero efortatiom alla Pace Ma Niccol Contarini, Senato
fitij
pericoli, e
re d'ardeate fpirito^abborrendo cos lenti pareri, in talguifa parl . Mentre perdi am.o l'occafione delle co prefenti , e ci diamo f ad intendere, che neW auuenire gli ajfari habbiano da f He[fi da procedere con profperita , Noi m.edeftmi co noftri configli facciamo grandi i nemici. Habbiamo talmenu trafcurate che hora,
l'offef, progredite alle violenze, non douemo pik tollerarle s n pure potemo Dio prefenta il campo allamfira coHanzayeci da per compagno un
.
dorremo
-pik sforzofio , O'dt pik ,,^ u, ,j quanto, che laragione, e lagiuftitia , conculcate dal pik potente , non fuffraghino a Principi Dunque da liberi Potentati non muofi uera,nno l'Armigiufiiffime, che alt altrui beneplacito i nshaura d'attendere la Pace , che a conditioniferuili Si rifueglia pure una uolta la fen ^ncrofita dell' Italia , intendiamo ucci degne di Prin incipe
.
bile,
Ma
LIBRO
{Ma
ila
\
E C
O ND
,
a.
alprfente
e
89
ci, che
Dio
M DCXVI
dignit,
decoro
la conuenienz^a chiedeffe
che
U
.
necejjita
non entrajfe di mezjo con "piU rifolliti , e -precifi configli non 'vogliamo nelle ^ifcere nofhe la guerra. habhicimo a
di nodrirla
,
,
Padri , f
rifoluerci
'
e di
\fmic cure
f da
,
trattenerla lontana "Bene fpefi The fri , felici f-le calamita y noi potranno rimuouere le miferie
.
le fcelcraggifii
Da
handonato da tutti non 'v'ha tra Principi 'vincolo pik robuflo di Sono le nuene del ^quello, che accorda la conformit deg' interefft
.
cuore quelle
^
alla f'alute
dell' altro
Ambidue,
Se coli' a quefta le diuerftoni di Carlo col ncootio pretendiamo di ridurre l* Arciduca^ aJla raarmi 5 eonuiene altroue occupare quefta remora fagione , e alla quiete Sento opponerft i difpendij 5 ma a tale delle forze di Spagna quale impiego ci hanno lafciato i noftri A/faggiori ^^n Theforo opufogno fof enere il decoro , riparare lente f non per feruire al bi ^' ?^^^ g;raui , improuif emergenti Sara forf la nojira feruquando faremo 'vinti coW erario otiofo , ecintidal^ ^tu meno graue le catene del noflro medeftmo oro? pur meglio temere, che pro\uare le forze di S-^agnay. e f le temiamo, lungi da Noi difponiamo il Prefidio La regola del gifio ^'a del pari tra Principi . Se Filippo communica all' Arciduca le piy. "vigorofe affiflenze , perche \V. offenderemo Noi con impartirle a Carlo a Carlo, col quale l
=
^
,
.
{che
\la
il
con ragione; ,- perche, quefto 'vincolo delle cof Dittine, a delle humane Cciogliere non ft pu, l' f non fi confonde ordine del A4ondo e f il 'vinere ciuile non fi lafcia in preda all'
public a
fede
;..
,..
a gli
affetti
jeffi
Se 'vorremmo
Noi
50
DELL' HISTORI A
Amici al
in
VENETA
,
M Dcxvi
non
che gli
ftmc
peda
il
nofiro foccorfo, f oUigati, non che richie/li, lafciaf Duca al Toledo fino del Cielo medefimo deuefiim-
per accompagnare hpera al 'VOto, imitando i Nocchieri , che tengono al timone la mano , e /' occhio alle Stelle filiera Do mede/imo alla noftra Caufa , perche qae^
plorare l'aiuto con la de[ira
fl efa
fi
a guerra^
,
fia
d'armi^
d' oro
non prende
daW
trionfi
glio
le
ma
hafempre
Pacefo
fio giorno di coraggiofamente rifoluere, perche, f pure arduo fi r endejfe il principio ^ certo che nel progreffo s"" incontreranno impenfati
accidenti
fperanze
amicitie
intere fi
So, che ne' gran foccorf perche gli autori de' rifnfo ,
,
.
quelli,
So che deW efito felice ogn "vno ^orr effer a ma f parte e che dell' inprofpero a mefolo far attribuito il hi afimo il zelo dalla Patria mi ha sforalfilentiomiperfuadeuailrifipetto miate al difcorfo Inchinaua veramente il Senato al com* f^'^ piacimento dlFinitanze del Duca , indotto anche da' fiioi proriguardi , onde decret d' aiutarlo > e f bene non s'efteAtutarh^, P^^j fe trattato, fu ad ogni modo 5 fotto il vincolo del comune^ intereffe, cosi inuiolabile nel cuore de' Principi, che fino alla Pace non manc air vno FrOvn all'altro la fede, Im^.^^^/"^^-'mantine.nte s'accordarono quattro mila Francefi col Signor di io ''''''^mente Ali (-^^l^jgjjQj^g a fpefe della Republica, accioche due mila ferUne uiffero al Duca, e gli altri per mare palfaffero nel Friuli j ma poi tutti nel Piemonte reftarono. Cinquanta mila Ducati esbors per altra lena, che il Marefcial Dghieres eshibi accioche poteffe FEfercito nel Piedella fteffaNatione, monte tratcenerfi vigorofo, exontento, fettantadue mila ducati ogni mele contribu 5, oltre eftraordinarij iouuegni. Col ecom-,Dighiereshaueua li Duca ftrettaparticolar confidenza , Wo^^l^gl"^ p^^^ curando i configh di Corte, contaminati da gli nari ftranieri, confufi ne' priuati interedidel fauonto, nonfolo lafciaua aperti i pafi de>lont alle Militie, che numerof^-^ correuano alla prontezza del foldo 5 ma s'induffe d andategli
mano
,
gli
auuenta
:^
&
&
flelTo
L
iteflo in
R
Ferko,
SECONDONloi
91
perfona a
do
di conciliare 'gran
lo tir
con
ia forgia dell'oro-:
Marefcialle, incanutito
haueua
confeguito da fcarl principi] pari lode, e opulenta. Il Duca, folito a Toftcnere le cofe, fubito tenne col Marefcialle ftrepitofo congrcflb , prefenti non iblo i figliuoli, &: i Miniilri fuoi , ma an-
AmbarciatoridiFranciaVd^nghilterra, e Venetia. 11 BeIthune, giunto in Italia coli' imprefloni di Corte, approuaua il idiJarmodel Duca; ma meglio difcufsilnegotio raffigurato de gli affari il profpctto, lo Itato ddk co(e correnti, moftrando il Dighieres non minore maturit ne' difcorfi.che afftto all'Italia, fu concordemente concliiufo, che col negotio prima, e poi, occorrendo, Icoll'Armi l fllenefle la dignit di Carlo, e Tintereffe comune, IaI fcruitio della Kepublica eshibi lo fteflb Dighieres, lotto il Conte di Sol iuo Nipote, due mila foldati, ma la difficolt d' jhauerne per la Rhetia il pa^Taggio , non lafciarono luogo allefFetto. Magnifica fu Teshibitione del Duca di Alena, che con intiero clrcito al foldo di d raccolto, offriua, calando nel Pie{che
gli
j
i
eshibiti
ni del
Dt'
1
ghierts.
edelDu,
ca di
Me-
Stato na della Kepublica. Ma craponendofi grandi/lmi oracoli , ancorch il Duca fi vantafle coraggiofa mente di fuperarh, il Senato non gradi, chel'aifeto; filmando anche di profitto, eh' eghrifiedeffe alla Cortc^pcr far contrapoflo a quelli, chene difuantagsforiar'jl traniko nel Milanefe, e penetrare nello
2,i
monte,
dell'Italia
non conofceuano
Corona. Vo-
lendo per altroue procacciarfi (raniere militie, inui agli Suiiricorre a zeri collegati, per hauer quattro mila loldati, a Griioni, per gii Suiz-\ ottenere il pafiaggio, Giouanni Battifta Padauino Segretario , zeri peri che altre volte con quelli hauendo conchiufa la lega , gi pochi folditefcbet^ichie anni fpirata, riufciua molto grato tra quei Popoli, con parrico- dmd9 il lar lode d prudenza, e dellerit. Egli s'impieginfiemecon Ago- pajjagto ^'1 Grifoni.. ftino Dolce , Refidente in Zurich, con quei mezzi, che comporr la Rhetia, doue la pouert, difetto del Paefe, va del pari col vitio della natione, eh' l'auaritia. Di Francia, comprendendo la Corte, che la Republica non procuraua quei padi, che per falute fua, e per Tindemnit dell'Italia, vennero ordini al Chef fier di non opporfi ma gU Spagnuoli , inneftati n ella fattione
&
Fran-
91
MDCxvi]pi.^ncefe
,
'DLL'HI STORIA
come per
.
VENETA
aufilianj , erano horamai crefciuti a fePrincipali jattrahendo a f gli affetti, e Tincligno defferei Per tanto il loro Miniftro , circuendo i P2aperfe\^^iQi;iQ di molti ^rT^'IComuni 5 conuocando Configli, feminando ibfpetti , ricor-
Imoi/.
tihm danni,
Ites
patiti
5
altre volte per^ rimili trattati dal Conte diFiienminacciaua d' interdire di nuouo il commeri
benefitij della vicinit, e della quiete , Se interponendo alle protefte doni , e promeiTe, giraua a Tuo piacere la plebe , imprimendola di fperania, di timore, di
cio
efaggeraiia
gelofia, paffioni folite del volgo ignorante. Perci alla moltitudine, che prefumendofi a tutti neceifaria , fi fingeua ogni
adhe, che che conofceuano la libert del iuano alle vecchie amicitie, e jgouerno neirequit pi tofto , che nelF info lenza confiftere. Onde in vnPittach( cos chiamato il Configlio generale delle tre Leghe ) congregato da'Miniftri de'Yenetiani , tanto fu lontano, che il pafso fi concedeffe, che anzi furono efpedite ^;Vfw-| guardie a luoghi opportuni per impedirloje riuocati tutti quelfedito Mili, che alla Republica militauano. Conuennero dunque lafciando, che sfogalfe quella niftri predetti vfcir del Paefe , popolare paffione , e fi diiTolueifero le conferenze di quei Fanno efifeditioi. Ma gh SpagnuoH , accordata ne gli Suizzeri Cat'leue con-tQ\[Q[ yna grofia leua , publicauano di voler' impiegarla^ ^''''^'*^^" appunto contra i Venetiani , a confini de' quali , hauendo penetrati i concerti col Duca , fpinfero molte Militie procuranIn Roma poi il Cardinal Borgia procuraua , ancorch vado di contrarle co- namente , di concitar contra di loro il Pontefice , ricerir ilVon- candolo di reftituire alla Spagna quelle afiSftenze, che nel tefce principio del fuo Pontificato gli erano fiate contra la Re// Vtce Re publica ftefla da gli Spagnuoli largamente eshibite. li Vi-cofa lecita,
Al JSIapli
wgelofi' /ce per
Mare
Vafcelli profeffaua d* ingelofire il Duca di Sauoia dalla parte di Villa Franca , e contendere la Nauigatione alle leue de' Venetiani , e per fpargere in ogni parte V applicationi , e le forze , publicaua anche d* infettare l'Adriatico, parte alla Republica_, fommamente gelofa . Ella fpinfe a Cerili il Proueditore^
cer di Napoli
armando
deir
Armata
L
muniti
i
R O SE C
dN DO
93
Confini 5 conucnne bentofto il Toledo richiamar le /,,^;/,,^ ^'Ccw///. iMilitie alla parte del Piemonte .-perche il Duca armato appa:jua nftato d'inferire 5 pi che di riceucr rofpetti. Dunque pertico lai Friuli applicarono i Venetiani l'animo pi fillamente, linuiarono al Campo Ferrante de RofT, e Francefco Marti- '^^[^/"/^l^ jiengOjlVno General del Cannone gl'altro de'Caualli leggieri; fog^etti d'etaauanzata^edi prouetta efperienza, accio-| chccoH'oncra^ccol Coniclio correggeffero ipailitifucceffi.; iV'and anche il Principe d'Efte, come Gouernatore Genera-, ile delle genti d'Armi^non oilante, che il Duca Tuo Padre, per 'compiacerla gli Auftriaci^feueramente lo yictafse; e perche contra i Capi maggiori il Foro in Venetia , che ne' difcorfi :hd le lue armi, tanto pi acute, quanto latenti, inuehiua con qualche rimprouero , fu inuiato per Proueditore Generale dell* lArmi, con iuprema autorit Antonio Friuli Caualiere , e Projcuratorcj&al Barbarigo fu poco apprelfo permeifo di ritorjnare alla Patria. Giouanni Battifta Fofcarini , e Francefco Eriz.z.0 s'aggiunfero per Proueditori,accioche col Generale, e con la confulta de' Capi da Guerra della fomma delle cofe 'delibcraffcroj ma vano riufcendo il coniigho , f nons'accreIfceua la forza , raccolto celeramente il pi , che fi pot , di miJitie, li particolare d'oltramanne, s'efpedirono al Campo. Anco al Trautmcftorf, nell' aprire della nuoua Campagna., giunfero d'Vngheria mille fanti, dz egli col denaro di Spagna eii vnPveggimcnto ditte mile, oltre cinquecetito Corazie, che fotto BaldafTar Marradas inuiarono gli itefFi S ^agnuoli in aiuto di Ferdinando Per tanto , accrefciuto d' Animo con quelli, e con altri fuffidij , pafs di qua dal Lifonzo , -f^ft-'^t^ch,^ accampatofi a Lucinis , hebbe penfiero non folo di co- p^^o ^f^' prire Gradifca , ma Ai contender' a' Venetiani il polleffo qf^ddu j^'^^*'' della Campagna quefti grandemente tal difegno premeu perche ycniuano aftretti a ridurfi forco la muraglia di Palma in difcfa del proprio Paefc , onde pollo il negotio n.^'^^^'^^ confulta , fu rifoluto di tentare per ogni modo di lloggiar-! ddoglfar lo per forza. Dunque difpofto l'Efercito, Y attacco per hgit ^i^ii'^ pianura fu affegnato al Buglione con Itwiliani , e Corfi ;'-^'^^ ^ .^''^
&
&
quello
, ,
^4
MDCX7[ quello de Colli, fcanlndo per la parte pi erta, dou'era il forte, a Camillo Treuifano, Proucditore della Caualleria Croata e Albanel, con gli oltramarini II Giuftiniano feguitaua col groff, per accorrere doue roccaloneportafTe, 6c il Barbjrigo, non ancora partito, (i trouaua pure neirEfercito, afiiftito da! Koffi il Trautmeftorf e dalMartinengo. Segu la marchia di notte,
&
mA
uraft*
ir-
u,'^ndorefu
nenz.art-
fu trouato nel fuo allogiamento con cinquemila fanti, e mille cinquecento Caualli, da confidenza, e dirprerio, pichcdaguardia, da ripari munito. II Baglione, forpicfa qualche fentinella, entr nel Quartiere, occupando la porr d'vn gran Cortile > che fcruiua airingreilo, ma non trouata T altra , coperta dal (ito, e dalle tenebre, cosi pronramente , per penetrare pi oltre, heb bero gli Alemanni tempo d^armarla, e di ibitencrla . Allretto perci ad vicirney attacc d'altra parte, e penetr in qualche Trincea, ma horamai eifendo gli Arciducali fuegliati, e battendo il Cannone dal forte, trou braua refiftenza per tutto. Il Treuifa ^o fopra ColH haucua occupati dueridotti; ma, non fucceduto d'altra parte il tentatiuoprofperamente, fu dal Giuftiniano co* mandata la ritirata dopo due hore di pugna, nella quale con poche miline caderono alcuni Ofhtiaii d'entrambe le parti, e tra' Veneti in particolare Lucio Richieri, di cui fu compiantala morte, dal Senato decorata con teftimonij d'honore alla Cafa. Gli
&
li
affalitori
Ne, ridottii al groHo , sfidarono a fuono di trombe mici^ mail Trautmeftorf, contento d'hauer vinto a cafo, equai
dormendo, non
di
forti,
ami
il
Qiar-
tiere.
Mortalit
occa/otjsi-
poco momento, la pi confi Jcrabile elTcndo quella del Triuifano nel Canal di Ron^ina, eh' nel fertrem ir uel Friuli appreffj il Lilnz.o, con Sacco d'alcuni Villaggi , & afporto d preda. Antonio fuo fratello, giouane di gran coraggio, e d'alte
mente
.
iperanze, in
peri, da colpo cafuale trafitto mentre nell'otio del 'Quartiere venutele Mflitiealle mani, egli era
Menano mifcramente
accorfo per acquietarle. Mafbpragiuntaconecce/Iuo caloreTE^l: ro Cam ibtc, le Malarie ne gli Eferciti progredirono in modo , clie morendo follati, e Caalli, conucnnero amenduele parti trattencrii eh arren qualche tempo fopra la fola difefa . S applic lolamente a tabricade o'o
"om^it tieli
.
\w^^r'f,.
gli
ArciducaU
akandono^ a_Fai^,^efideao-|
"
'
min
1^
LIBRO SECONDO
di
San Pietro, & i Veneti a Foggiano, per coprire il torio di Monfalcone, e f detto il Friuli. A quefto, ch'era oltre} il Lifonio, il Traiitmcflorfn'oppof altro poco difcofto, chiamato la Stella, &a Gradifca fecelauorare vn riuellino, che la Porta vecchia copriua. Queft'vltimo forte dauafaftidio a* Vene^ tiani, perche impedire poteua il difegno d* alloggiare fulCarfb , al quale mirauano, quando foflero invigorite le forze ^ onde fu
min
^^ TerriTMDcxvi
comandato a Francefco Giuftiniano con alquante compagnie di Corfi, & al Baglionc, con altre d'Albanefi, che tentaiiero con ifcalata occuparlo, ma furono da difenforirefpinti , cdalfoccorche fi fcopriua venir alle /palle, pcrfuafi a ritirarfi. Pofc-ada ogni parte s* applic a maggiori attentati. Doue il Friuli con la Carinthia con^'na, s'apre vna delle principali ftradc, che fcendano in Italia dall' Alemagna , e la Ponteba , Terra grofla, e di traf fico, ft diuif da vn Ponte, la parte di l, Imperiale chiamandofi, e la part^di qua, Veneta. Caminaua ficuro a benefitio cofo
,
Ponteba^ e
fmftto,
fotto la tacita Fede, e buona corrifJDondenza tanto pi, che le terre vicine , Se la Ponteba mcdefima fono giuridittione del Vefcouo Bambergenfe. Sipropofe- perdi l ro gli Arciducali di penetrare improuifmente nel Friuli per quel- gtt ^rdla parte, fperando di faccheggiare molti luoghi, arriuar'a Gemo- 1^^"^^^ '^^ mi dall aitra parte tmprouif* ina, e forf giungere nel paeie pui aperto, inoltrandofi il Trautmeftorf, fare la fede dell' Armi nello Stato p^^^gg^o "'^^''"'^*' della Kepiiblica , diuidere almeno con incomodo, e confufione diftfa, e TEfercito. Indotto il Vefcouo a preftaru confenfo, calarono alla Ponteba quattrocento de* fuoi foldati, per munire il confine fuo,e fecondare l'imprefa. Con altri quattrocento di
il
mune
commercio
,
de' confinanti
&
Ferdinando fguit Guglielmo Smit, che forprefe la Ponteba Ve- dromfcon della Vonneta con gli habitanti, nella ficurez.za, e nel fonno fepolti. Su tebarene-t biro v'ali due forti, vnodi qua dal Fiume, da lui cuitodito, Tua^ *^""f altro di l, che confegn aBambergenil. Volcua paffare pi ol- fortifica, tre, afpcttando anco maggiori rinforzi, ma trou, che i Pae/niJ j^^/^''^^"" nue particolarmente quei di Venzcne, occupate le cime de*Monti, e|<fp/z^ munite con qualche lauoro le ftrade, minacciauano con Armi, e con fadi d opprimere, chi ardiffe tentare il pafiaggio. Non cosi tollo giunfe l'auuifo nel Campo de V^enctiani che fu giudicato ncceifario ad vn male improuifo fubitaneo rimedio Per
, .
que-
96
MDCXVI quello
Ondeif'eirr/f UTL. S<^5
ffittgcno
il
VENETA
Generale Marrinen-
fpinfc col
VeUrit'ky tomo
1
''
Manzano, Capo
A
.
Dogn
della Caualleria delPaef, a quellavolta. fopra la Fella, trouando il Ponte rotto, procurarono
tlUdifefa
te cacciat:1
cpporcndoi gli Alemanni, fu cotanto il calore de Corf, e de gli Albancf, che precipitandofi nell'acque, e da balza a balza pafTando , ioprafcero di modo la gente del Smit, che
rifarlo,
&
don( rini-
con difordine le conucnne di ritirarfi. All'hora i Veneti, incalzando lafuga jcntrarono mefcolati nella Ponteba di qua, etrapaffato anche il PontCjCedendo
periale.
le
occuparono
l'Im-
'
Legenti Alemanne reftaroroquafi tutte tagliate; ilfacco,& ]1 Bottino fu grandci ne qui fer m^andofi 1 rifentimento della forpref, inuaf i confini de gii Auftriaci, Malboi ghetto dal Manzano fu facdando cheggiato Poco fopra ila la Trcuifa, luogo pi groflb, e quello puoltre il gua re, non effendouirefiftenza, reft in preda a' foldati. Dilatandofio a" con iorni fi molto il terrore, la Citt d Villacco pcnfaua a-^omporfi, ma Veneti, dal centro della Guerra non volendo tanto allonta i nare le forze, n impegnarle tra quei dirupatilTimi m.onti , forti hcata la Ponteba, {i ritirarono. Nel tempo medefimo l'Erizzo, emulando il Collega, tent Chiauoretto, doucottocento Arci due ah flauano trincerati in buon fito con cento cinquanta Caualli. Liuio Puppi, hucmo accreditato tra quei delPaef, precorrendo gli altri con buona banda di quelli, c'habitando leMon ragne all'incontro A\ Ciuidalc, fi chiamano Schiaui, attacc le trincere, fofienuto da GiouanniMartnengo con la gente pagata. Si difordinarono facilmente i NemJci perche la Caualleria, in vece di ibuuenirli in quelle anguftie, non potendo ben maneggiarfi,gli calpefi,e gli confufe^ onde conia fuga ogni vno fi procur la falute Gli Albanefi, feguendo Tinftinto della natione^ s' applicarono fubito a faccheggiare la terra, e '1 Qi-iartierc j onde alcuni de gli Arciducali, fccrgendoh difordinati, calarono per dar loro addoifo, e rapirono vn Infogna Ma preflo ribattuti, lafciarono quel luogo in potere de' Veneti, che lo munirono. Per ci dubitando il TrautmeJftorf, f i Venetiani palTaflero in quella parte il Lifonzo , d' & eccu|i'.;^oc/;;Ve'cfer colto in mezzo, abbandonato il Qiiartiere di Lucinis , \ft9Tito, and ad accamparfi nella Pianura appreii Goritia. I Veneti, [
.
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[eonfcguto
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MDXVfl
1
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Io alquanto- y
fenza danno, effcndofene troppo tardi au ucdutiy inueftironoLuGnis,, attaccando quelFovie. Prepcua al Trautmettorf conferuarlo, e perci, trattenendo con frequenti fcaramuccie gli affalitori, y' introdulfe per obliqui kii-
ma
(a.
U/'Swsj
20
ducento foldati con varie prouifioni, ma f uia frutto , perche, non trouandofi acqua, rifolfero i difenfori con tacijta fuga lafciarlo entrarono Veneti, ftabilendoui, perCojUernatore, ilConte Alberto Pompei, e nella Terra piaiitarojn'ovno decloro principali Quartieri Anco il Forte di Fara, rijconofciuto dal Baglione, che vi re/l d molchettata ferito, fu immediate abilito,, e da luogo eminente battuto, per manticri
.
ns
a.
Icanza di poluere ilCapitanioSibilpreftamente lo refe ,. vfcendone a honoreuoli patti ducento trenta foldati, oltre alquanti feriti. Col cidore di quefti buoni fuccefl, l'Erizro tent Vieffendoui circa cento foldati in vn Palzzo,lo batjpulzano, jt con tre Cannoni, e dirupata vna parte della muraglia, gli 'sforz a renderfi,. vfcendone con le fpade.. Tolmino ^ che IgrolfaTerra oltre il Lifonzo nelle Montagne, fu tentata dal kConte Gualdo con cinquecento foldati deirordinanze5& alquaot pi colpi ,,i Paefani , che jti pagati y ma il Cartello tirando
VarUo
&
foife ilrifchio ,
la ficurez-
fentendo lo ftrepito ^i sbandarono, obligando il Conte a ^ ritirarfi con pochi. Horamaii Veneti, accrefciuti di forze r AtiTvmet d'animo, penfauano dipaffareilLifonzo,^ verfoCoritiapor- a.p^affarea tarfi, elfendo gli Arciducali per mancanza di paghe diminuiti Coritia fon? arre on frequentiHime ftighe, ma la morte di Pompeo Giuftinia- flattdaila no interruppe il difegno. Egli verfoLueinis feorreua- il Paefe, morte di Pompeo per riconofcere i fiti ,, il paffo del Fiume , quando la morte Gtttftinm lo colfe, portata da vn Mofchettone di l dal Lifonzo, ch^^ no lo colpi nelle reni , e lo riduffe poche hore appreffo nel Quar- Cadmo dimofch^tOi tiere, doue fu portato, a gh eftremi ^fpirando colla; piet , e coftanza , eh' degna d'ogni foldato Chriftiano La fua vita r^fa celebre nelle guerre di Fiandra, doue acquift il fopra^ nome di Braccio di ferro perche, perdutone il naturale , vno di ferro appunto n'vfaua, meritaua forf in occafione pi in^ fi gne d'incontrare laxVlorte. Ma nella Guerra il- cafo bilancia
&
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P8
MDCXV
rtcogytitto
bELL'HISTORIA VENETA
cucnti y non diftinguendo per ordinario ne gli eftremi la^ vilt dal valore'a II Seoato ,, altrettanto propenfo a deeorare la memoria del morto 5 quanto il Volgo era ftato facile a lagli
\ni
cerare la condotta del vino, riconobbe i feniitij dj lui , eoa a' Figli , e con puailegnare annue penfioni alla Madre, lui Cafa efequie fece erigergli vn monumento nella Cbiefa de* bliche honorata U mtmo^ Santi Giouanni , e Paolo con ftatua Equeftre , Al Defonto fii ria C9MJ-A foftituito 5 con titolo di Gouernatore Generale dell'Armi , Giotua Equeuanni de' Medici , naturale figliuolo di Cofimo PrimOvGraiL^ /Ire. Francia, e d'Vngheria haueua acGiovanni Duca, che nelle Guerre di de'Medi- q^uifato gran grido. Il Principe 'E^Q^ per isfuggire qualcte eifinitH. ^ ^mulationc col Medici , fu inaiato nella Lombardia, doueanche ilRoflierafi trasferito perofferuare da quella parte i geJ^o^'". lofi andamenti deirarmi Spa^nuole .. Prima che nel Friuli quefto nuouo Capo giungeffe, tentarono i Veneti d'adempiere il difegno di Pompeo Gi ftiniano , con ergere vn Forte fopra^ fitoeminente, da Caftagni coperto, di l da vn picciolo rio, il che fcorre tra i Colli di Lucinis , per batter' si Torrione , Ponte, che verfo Goritia ft fopra il Lifonzo :. ma non cost tofto giunfero alcuni foldati ad occupare quel fito , che gli Arciducali, }}enetrato il penfiero , v'accorfero in numero groffb, e dopo lunghe fcaramuccie gli aftrinfero a ritirarli 5 anzi vi piantaronovnFrtCjche fu cognominato del Bofco. I VeFortifica/J7y?!w netiani per vn poco pi addietro alzarono il loro, e con-* kieneii j^^lcuni grofli Cannoni diftruflero il Ponte , che porgeua gran comodo a' Nemici,-; ma il Trautmeftorf alquanto pi. fopra n' eftefe vn'altro coaZatte,,coperto da certo giro deiralueo, e munito con alcune Jrincere, e Cannoni fopra il Fiume medefimo. Per quefto i Veneiri leuarono la loro- batteria , nu[ck2.
Refublica verfoladi
.
dtlla
&
&
ne'colIi,,piauanZ:ati di Lucinis, altro forte fabricarono, che dalla famiglia del. Proueditore fu detto Erizzo, ftella, dalla figura. Pofcia dubitando, che da'Ncmipagate dal foldo di ci , ingroflati con molte Compagnie
di
poco
profitto,
&
Spagna, e dall' Ifolani con Mihtie Croate s'occupalfe la J;^ianura diMainizza, tra Lucinis e Fara vi fu altro Forte piantato, di forma quadrale di giro pi riguardeuole, dandogli 1 General Friuli il fuo Nome . Cos tutta quella Campagna
;,
era
R O
E e
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O.
99
5'^^^^^^^' era fatta vn recinto di l-orti^^: vna iiepe di rrequenti ridotti e trinciere , difperdcndo , e occupando tutta quella militia,
che vnka
in
Pallata in tal guila la ftagione, prosforzo pi generofo dell'armi 5 nel verno poi li fecero Incorrerle dair pria per l'vTo vna parte , e dall'altra con danno pari d'alcuni Villaggi tra'
di
tncurjto-
ni, fra
due eferciti
con pari
i
natione Francese, offe/a nel Monti. Enrico , Conte d'Ampierre , appena giunto al Campo Ai Ferdinando con cinquecento Vn- iberno* gheri a piedi , e quattrocento Caualli , tent fegnalarfi con fortir di GradifcajC dar fopra il Quartiere de' Venetiani a Romans, doue in gran giro poca gente alloggiaua , e gli riufc penetrarin certa gran ui ma rifcolli dalla prima confufione foldati , Cafa, che ftaua nel mez-zo , pofti in dk('^ Y obligarono a ritirare In nfarcimento Camillo Triuifano pafs di pieno giorno ilLifonzo, che per la flragione correua con pochiffime acque, e ruppe vn Quartierdi Valloni , che fi faluarono con la fuga, ritirandofi egh con buon' ordine alconcorfo, che fecero gli Arciducali da ogni parte a quella volta. 11 Trautmeftorf per rifentirfi con vguale ardimento, con tutta la Caualleria pafs di qua con pi felice fuccelfo , poich fugate alcune guardie auanzate , hcbbc incontro il Triuifano , vfcito da Lucinis con dieci Compagnie di Cappelletti aCaualIo. Cinque di Corazze alquanto pi addietro doueuano foftenerlo con alcune di Corfi , che ftauano tra fofli, efiepi imbofcate. Ma la groTa Caualleria del Trautmeftorf , vrtando la leggiera de' Venetiani , Toblig alla carica con difordine tale , che in_3 vece di rimetterfi dietro gli fquadroni delle Corazze , gli apri, e confufc di modo, che feco gli traile alla fuga Proseguirono gli Alemanni fino alle trincere diLucinis, dalle quah, e dal Forte rifpinti,conuenneropoiritirarfi. La fantaria, reftata in preda al nemico, che le tagli la ftrada , fu ammazzata, e difperfa, reftando Francefco Giuftiniano, e Giouan Domenico Ornano, Capitan de' Corfi, prigioni. Il Capitano Foglia Francefe mori, dal canto de gli Arciducali, il Trautmeftorf, il Marradas,& altri Principali Capi rileuarono ferite di poco momento. Il Giuftiniano poco appreffo fuconcambiato col Padre Valerio della Compagnia di Gie s, Co nfeflbre
,
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ORIA VENETA
MDcxvij^jiPerdinandoj che centra gli ordini della llepublica per lo Stato di hi in habito fconofciiito pafTando, era caduto prigione. Dalla Dalmartia 5 e dall'Iftria s'intendeuano nello fteffo,
j
tempo varij focceiri^perciie il General General Zant fot fa, improiiifamente di notte vi piant
IO Serifa.
'
'
fpauento de'difenrorijchecorififteuano in Tedefchi, Segnani 5 &alcuni Vfcocchi , de' quali era principaliffimo nido 5 che jinuiarono fuori a trattare larefa, Giouanni Sarich , pure Vf[gocco de' pi triii , Capitano del luogo ^ accorgendofi , che per kii 5 fatto reo di grauilTme colpe , non vipoteua effer'ac{cordo, tent con la fuga faluarfi 3 ma trotiati ipaffichiufi^conuenne rientrare, animando i fuoi feguaci , che dfperauano ogni perdono, a voerfi difendere. Gli altri impatiriti dalle mmacci^ dol Generale, che f attendeffero il primo tiro dei fuo Cannone , non darebbe loro quartiere , folleuati contro.^ il Sarfich gli leuarono la tefta , inuiandola con le chiaui delriceuela a la Piazza al Zane, che a difcretione la riceu, donando podi/cretio- jfcia , a tutti la libert , e k vita, eccettuati gli Vfcocchi, che il Carnefice lanciarono la tefta. Afportato il Canno^^;^^^.^yJfot'to tri liberty'^ ne, f Scrifa da' fondamenti diftrutta^ e poi a Buccari tentato lo sbarco, concorendoui per f importanza del luogo da 'l"'^^^^'*! fhtinfuo'jpi parti foccorfi., la ftaggione non permife alle Galee ferra, mare Neil' Iftria , mentre l'aria inclemente confumaua i foila demodati 5 leuando anco a Capi, come accade al Martineiigo, iifce. al Caualier Tomafo Cocapani la vita , f dato al General Loredano per Succeflbre Antonio Barbaro Il Traut^uHriaci meftorf vi fece vna fcorfa per far leuare , come fegui , i fanno r^-j Veneti da'Pofti , occupati intorno Zemino, che dalla Con_._. niuouer la Poleda Zemi- ea di Pifino luogo di qualche momento , e deuaft no Fene- fana , pian-ura fertile di quella Prouincia,. Ma , richiamato in ti Friuli da fuccefT della Ponteba, e di Chiauoretto, diede campo che dt a' Veneti di ruinare il raccolto a gli Arciducali . Luigi Giorgio, datireg\patio. Proueditore della Caualleria,faccheggi Verme, sforz vn forte Monafteno appreffo San Pietro di Selue, abbrucer 1 Borghi d' Vrnber , e di Lindar con morte d' alquanti Vfcocchi , vno de' Capi de' quali , chiamato Andrea Ferletich , fi vendic fualigiando fettp Barche , vna fregata nel Porto aperto di Se lue.
I
&
'
--
-A.-
&
LIBRO SECONDO.
loi
In fine 5 anco il Barbaro per l'aria cattiua cadendo infermo, MDCXVr fu conferito a Maffeo Michiele il Generalato . Tutti quelti fuccerti in amcndue le Prouincie del Friuli , e deH'lftria feruiuano 5 pi torto a trattenere , che a decider la guerra, ma nel Piemonte era accaduta con pi ftrepitola rottura j perche, hauenGotterna-' doil Bcthune portato al Gouernatorc <K Milano vfficij, e in-,,,^,,^^, tore iMi ftanie ^crla Pace , e per Io difarmo , haueua dopo venti ^xoxmu -.omega ottenuto in nfpofta, che non accomplitof dal Duca (incera|^J#''''^/ mente allo sbando delle Milirie5e contrauenutofi a* Capitoli j//p^P^;" d'Arti, meno \\ R vi fi riconofceua obligato . Dichinvaua per,! che quando Carlo effettiuamente dirarmalTe , e reftituifTe , egli pure darebbe parola di non l'offendere , non potendo nel refto afTentire al generale difarmo perle procedure de' Venetiani, refe fofptte>tanto per l'aggre/Tioni all'Arciduca inferite^quan- yrommue to per gli foccorfi a Carlo preftati. In voce foggiunfe promefTa (i<fofpe-^ di folpendere per vn mefe l'Armi , quando al Bethune voeffe il ^ATmff Duca dare nel modo flefTo parola di non offendere il Milanefe Carlo vi acconfenti 5 perfuafo dal Dighieresj anzi indotto con molte ragioni, pi torto sforzato dall' autorit de' Minirtri Franccfi ad aftenerf, f non prouocato dalle inuafioni, hoflilit 5 a conditione per di ritirare la parola , ogni volta , che lo Stato Veneto foffe dagli Spagnuoli affalito. Ma ilGoucrnatore, .e' haueua mirato con tale progetto ad ingelofire i Venetiani, facendo loro credere , che il Duca a pafso , a paffo s'impegnerebbe inaltri trattati con feparati configli, s'accorto alle Frontiere del Piemonte ,gittando pi Ponti fopra la Sefia, e il Tanaro^ p^r facilitarfiraggreflioni in pi parti, e dar tempo, co t/il ma ch'altroije fcoppiartevna gran mina, valeuole ad apportare^ china ^. age. l'vltimo crollo a gli affari del Duca, quando haueifero potuto ?''^'=^^/^ di pari parto procedere l'infidie tramate, e l'Armi horzm:i\ [,'Ydte pronte. Si trouaua in Francia il Duca d Nemurs, ramo della !^//<jwc. Cafa di Sauoia,, eprortmoalla fucceffione degli Stati, fela_.| Stirpe di Carlo mancaffe . Si moftraua egli pofporti alcuni! , priuatidirtidij, che correuanoper lifuoi appannaggi, molto ardente in foftenerei communi interefT, e la grandezza della famigliajond'haueua a Carlo promeflli vna lena di Militie Francefi, per artiftere alla difefa del Piemonte. Ma, tenendo nel
*
&
cuore
102
MDCxvi cuore
i
DELL' HISTORIA
Io
VENETA
motiui delFIntcrefle, e deirambitionejche piacutaftimolauano a riguardare di lontano la fucceffione di jmente />:y7J quegli Stati, apri Torecchio alle infinuationi del Goucrnator Milano, che glirapprefentaua poterfi accelerare le fperan'^"d^er^ ^"^ ' ^.e^refe quafi impoilibili dalla numerofa prole di Carlo , fc vontf^rs la S uc ceffi 0lefe voltare contrail Parente le Armi, e confpirando con la ne negli Spagna all'efpulfione di lui, raccogliere quafi a manfalua rieSmii di cuflime Spoglie Non cosi tofto dalNemurs fu vdita l'offerSauota iodtffvKe ta,che l'abbracci prontamente, affentendo di riconofcere gli Cos fatto col'I^F^^'^Z Stati della Sauoia in feudo da quella Corona nonpoteua riufcire,re non d'improuifo, e condotto con tra ^Jpa-po rente ,'grande Secreto j perci egli continuaija ad ynirele fue Miline con diffmulatione profonda moftrando d'accorrere a bi fogni di Cario 5 ma ftaua il concerto, quando entrate foiTero nella Sauoia, doue fi difegnaua dar loro la Piazza d'Armi, voltarle impetuofamente centra il cuor del Paele, occupando in si gran confufione non_, tutto ci, che nella forprefa, potefe refi/lere^ einquell'mftante medefimo vn groflb neruo di gente, raccolto dagli Spagnuoli nella Contea di Bor^ gogna, doueua accorrere prontam.ente al foccorfo, mentre il Toledo con Efercito validiiTmo del Milanefe farebbe tale imprcflione nel Piemonte, che non lafcierebbe a Carlo, tra^ dito da'fuoi, e nello ftcffo tempo affalito da' nemici, via di fa!ute,n quafi di fcampo Ma egli vigilantiffimo , penetrando, che dal Gouernatore di Milano fi dauano danari al Neordin alMarche /^fo-^mursjgiunfe al fondo difcoprire il Secreto, pe Ttra-Ubcfcd Lantz , Goucmatorc di Sauoia che alle gentidelNcdiwemo. ipy..f; tenefe attentili] mo rocchio,e le raccogliefTe in vnluo|go folo, e lontano da Piazze. Pareua, che il Nemurs di tal rinde dal diffidenza fi difquftafie, in fine dubitando d'e/Tere fofpetAemuts to, muio mille cmquecento huommi oltre l Rnodano, cne i' tncfi.rtn'
.
&
&
&
Kttiojolda
li[che d'ila
foiuertiti da'
dA
dano
Rho-
Clermont , & altra terra vicina, diedero mano a iorp'ficarfi. Il Lantz efpedi immediate a difcacciarli alcune Truppe, che, inuiate a Carlo dal Duca di Mena , filauano per la Sauoia j onde primi, che non voCapi
in
i
lentieri
ti
contra quello, a
,
raccolti
Fiume,
LIBRO SECONDO.
IO?
Fiume alianti che Nemurs , con altre forze, e con alcune Mi-jN^Dcm litie dcllaBorgognahoramaipoftoin camino, fopragiungelfeL^^J'' -^^ al rinforzo.- Il Toledo attendendo 5 che il colpo dkvQ monti, dietro.jnfcoppia/I, fi tratteneua con trenta; mila huomirii ^'^^l^iVilIat-h^^'^^^^j;^ oro Et il Duca alloggia-i^^^^^^ys ta, &: a Candia , fuoi principali Quartieri oc
.
uanelVercellereaCare(:ina,e aliiMota, col fuo efercito diUor/o. venti mila foldati^ forze difpari per lo numero nonfolo, ma per rciiftimatione, e potenza, che accreditaua quelle di Spa-[ gna, doue dal canto del Duca non fi fcorgcua: quafi altro di] confidcrabile , che il coraggio di lui , e la coftariza de'luoi Amici. Haueua lo ftefib Toledo poco appreffo, che fu fi:ajbilita, ritrattata mficme la parola per la ibfpenfiqrie dell' Ar-^ \m^ non piaciutogli, che il Duca ii rrferbaiTe la facolt d'af- fmuomfi/terea' Venetiani , e bench il Bethuae a Pauia fi portafe no Carmi a proporne vna pi generale, chei Venetiani medefinii cm- nel Pie monte. vd il Gouernatore' a diprendeffe, vi trono ripugnanza, ehiararfidinonliauereperle loro occorrenze facolt f non difoccorrere a Ferdinando Dunque anche nel Piemonte prorupp'ero TArmi, riceuendo la molla da ducent Caualli^Spagnuoii, che oltre la Sefiafcoffero verfo Stroppina a predare. Il Ducaj credendo, che foffero in maggior numero and ad ingli obblig a ritirarfi contrarli, Tent pofcia,di arder' il Ponte j che fopra la Sefia il Toledo teneua; ma le Barche incendiarie, arreftate da certi impedimenti lungo le ripedifpoili,. Carlo fa non' fecero effetto Entr dunque nel Moriierrato , facche ggi progreffi pi Villaggi, occup Villa nuoua,e gitt fopra la Sefia vii_. e/ Mon i-'onte, minacciando di paffaie nel Milanefe. IlGouernatorei-A'''''***^fpinfe iti mila huomini a ricuperar Villa nuoua , nella difefal della quale' non volendo i Sauoiardi impegnarfi^l'incendiaro- ^f-onta/i
&
&
aperta Campagna fegtiifcaramuccia gagliarda .mo[renao dalla parte di Spagna conducento ioldati il Fi^Jmolo del Principe d'Afcoli , e Lodoiiico Gambaloita , Ma!lro di Campo de' Lombardi, prouetto, e valorofo foldato. Il Gouernatore^ mirando a cogliere il Duca in mezzo, inui verfo Carianara vn groio delle fue genti,, e col refto prefe verio Crefcentino la marchia. Carlo s'era prima pollo inSiglia\^ 5 ch' vn luogo, cinto da paludi, e da acque con vn'adito
In0j&
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foli
104
DELUHISTQRA VENETA
MDCxvi foiose molto proprio per foccorrere Vercelli , mentre il Go" uernarore l'attaGcalfe Vedendo poi verfo CrefGentino la mof' fa degrinimici^ preia feco la Caualleria con due milamofchetjtieri itigroppati pafs toro in fccia^ e precof rendo, muni, e ^^,,,y^ 'rr^/rf/-:prereru quella Piaz.z,a. Nel camino^ minacciato il fuoco a .^^' iLiii^rnOjgrCi Terr def Monferrato, Cti Ortaggi con pregni rono fcaramuccie diiferfe , iti Horrn^ a ftieffa di cont*ibunV ite
'
&
Viflaggi'del Piemonte > e Carlo foprail Monfer^ rifarciiia^per odio contrailDuca di M;int oli a, per-i^^^'^'^^^f che voeifc procedere con certo rifpetto verfo del Milanefe \mme. Gcuernaila \ Moiffefrato Alfonfo rfAuitlos, nato- in Italia,, ma d'eftrattiotle, e non meno d'affetto Spagnuolo, c'hauendo (liizzicato ni volte la rottura, hora con pefo vguale pruaua FArmidegi Amici, e de' Nemici.' Vni egli qualche numero di Militia del Paefej ma Carlo, temendo, che i prefidij S'^agnuoli sintroduceffero in quei luoghi, che gli 'irendeuana pia molefi, ^q^q occupare cor poco cntrai?o,e demolire Valpiano da Maurilio, Principe Cardinale.- Era l' Autunno, e corf tante pioggie, che i Fiumi sboccaudno da ogni parte ^ Con-/ri>2%dtien nero per ci trattenerli i Corpi pnncipaii deH'x'^r.Tatepi^ datodaii giorni, la Spagnuola in Liiorno,-e Bianz,& ii Crcfccntino' at^^ic, j^ Sairoiarda In fine> dando luogo le acque y il Toledo , che a^ Vercelli miraua , comand al Madrcio con gli AleiilLintii d^ alloggiare a Sant' la, e col refto egrand^ a San Germano Lungi da Vercelli ti'o iniglia quello luogo fi tfoira.e f be-
il
fcamfie^cttznn
rato
fi
btorf terrago-iiernaUcL-r
Gtr^,^,o.
,-;^;/^^;^-
r>
Eia
al
la perdita,-
fremendo" di do
ca/
lort,e di Idegno, fi ritir^ acremente co -tra la vilt del' """[Cciie^atoreJnuc hendG j tece aneftarlo^ e kuar gli la teila^ "~
^"^~^'
'
&
,__
Poi
105 Van-|MDcj^vi Poi Topra il Monferrato sfoeandofi. Bianz, che volle alla guardia rcfiftere , prou ogni riq^ofc^emolte Terrene Villag-'^,^,/^^, 5. gi foccombcrono al fuoco, al ferro, al Tacco, alle contribu-/''^^^ ^5
S
rioni.
lT6 R
CO N
O.
Niente meno
il
Piemonte gcmeua
tra le ftragi, e
cendijjla parte principalmente fituata tra la Sefia^e hiDoraj daHefra^ 'ancorch il Ducd, per frenare le fcorrerie , haueffe in certi ^iti g^dPie ^'^"'^'^ il Toledojfempre mirando a Vercelli, piantato due Forti. ifmul vcrfo Crefcentino la marchia, quando il Duca, che Io
^^%l^y;^,J^
Ma
jfiancheggiau, tent di tagliargli la ftrada Afpiraua ognVno degli Hferciti a preuenire il Nemico nella Campagna, detta delle A])errole , doue comodamente poteua fchierarfi , e dare , riceuer battac^lia Il Duca affrettaua il paifo , &C inferuo^ il Toledo mo/raua d trattenerlo , e imoedirlo,' rato, oerche ^^^f' tmamaua alla Va gUardid.cort Iperania di venn- alle mani, Armate. lo sforzo de'fuoi. Gli S.xigniioli, fingendo di attaccarlo allaj fronte, caricarono con dieci mila Fanti ^ e due mila Caualli la retroguardia, che conftaua di quattro mila Francei conpoCii Caualleria, e nel filar per vn bofco fi trouaua fcompofta, onde conuenne combattere col Nemico^ col fito, e col proprio difordineje bench il Contedi San Giorgio con cinquecento Icelti Mofchettieri arnuaife i foccorfo, fu per cos tardi, chenonleruijche a t'attenere alquanto il Nemico, finche la notte fopira arrjiandu finiife la niigna, e fi ritiralfero al igroilo dell'Armata i F'ancei^ (^antunque nort eccedeifero i morti dalia parte deliJLt.a iopra ducento fanti , e cinquanta Caualli , gli Spagnuoli con rf>ione s'afcrilfero la Vittoria per, che reilarno padroni del Campo, e di molto Bagaglio H . Duca hcbbe il contento di veder'inlanguinati i Francefi^rpe-I^^^^^*^ rando,cne rifucghatarntira gara,eremultione tra qud^ inpeZJll nationi, foffero per nrarcirfije ner apportar' a lui non leg- 2#<^^^ gieri vantaggi. Egli fi ritir a Crefcentino, il Gouerna-.^^^;; tore di /villano ritorn a Lucdio, donde sera partito poi:-^ dhc.t^ 5 pais aVenaria^percingere di lontano Vercelli, e da gli Ale- Z^"';^''^^ nianni fece occu-are Salizzola,chefoora il camini d'inurea, %T/'' elcludeua anco da quella parte i foccorfi . Ad ogni modo ve gli haueui Carl'^ introd.. tri j onde fotto il Marthefe di
.
&
Caju^cbCQiiJc^f^^
r-nvwiT
.fai
dalle
mani de gli
Sv^a3
=--rf-!2ati;
gnuoli
io5
niimerauano cinque mila Fantine ducente cinquan^^ Caualli, munendola Piazza in modo, che il Toledo gif/cfJ^lm'o spa- dico per quell'anno il tcntatiuo troppo tardo ^ inopportu ^x/ \s,nuoh coii^Q^ e fi content d'occupare folamente quei porti y che per Campagna 5 meglio potefTero feruir' all' intento . rn^"^ ^^ "^^^^^^^ Per tenere le forze de' Sauoiardi dirtratte in pi parti > ilMorGouernatore d' Aleffandria, fortito in Campagna con 'M//fo^*^^^' ^Urrgter'c^'poco p d ciuquc mila huoitiini tt pedoni, e caualfi, per
M Dcxvi|gnuoli5
&
'
maggior parte di Militia dello Stato, occup Canellive poi 'PdX Cortemiglia. Ordin fubito il Duca al- Prmcipe Cardinale , /:zi!idei.\che vi s'opponertej vnendo tre mila foldati del Paefe a mili'/ntmico ,,Iq Francefi. Trecento Monferrinr, alloggia to in San Sebaitiano fopra ilP^ fcrrauanoil Fiume, & infertauano con5.
famomco. la
torni. Mille, e cinquecento de'Sauoiardi attaccarono quel Porto,; e trucidati con poco contrarto i difenfori, lofpianarono da* fondamenti .- Il San Giorgio volle tentare San Damia-
Nemf4rs
facendoie
Mortara a Certiolahebbe non differente fucceflb Cosi tra le parti con fortuna di poco rilieuo p^ff^u^Ho diuerfc fa^ttloui , c mbofcate Ma oltre monti hauendo il Ncmuts raccolti fino a fette mila foldati, dauanon
no,,
fu rifpintoj &:
.
ma
il
qualche apprenfione alle vicine i^fofpetn- Prouincie Francefi 5 onde, ridotti a Lione in congreffo , il fcei'Fran^ Signor d'Allincurt,^ il Duca di Bellagarda ,;& il Dighiers, '^^' iche gouernauano il Lionefe, la Borgogna, il Delfinato (vi fi trou anche il Principe Tomafo, che il Duca fuo Padre con buone forze haueua inuiato in Sauoia ) e cadendo in ri-^ fleiTo le turbolenze interne del Regno,, e le arti degli Stranieri , che poteuano fotto quelle Armi y fomentarfi ,. cetYHOHit j errato ti larfi, deliberarono di negargrii palio, e con ogni vffitio indurlo alla quiete . Conuenne egli per tanto rirtringerfi in quel paffo. breue zi^qo^ chefcruiua di tranfito alle Truppe degli Spagnuoli per Fiandra. lui dal Ponte di Greflin, che tent di p a (fare , rifpmto fi vide da' Francefi, che vnitamente alza^tr lo-sba do de' [uoi te le bandiere partirono, abbandonato. Ricouerato nella_^ io.Mfcen- Contea di Borgogna con Truppe di Spagna, preft orecchie Piaz^ fer^fjr ^i^'^ccordo, & f bene pretendeuain^fouranit qualche za, e di tenere prefidio in Nixi quafi per fuo appannaggio^^
'dTmo^'^t
ma
&
con-
Li
RO
^ E
C O
ND
O.
107
contentofTi per di lafciarui cinquanta :Sniz,zeri per vn'anno, e cinquantamila feudi, oltre qualche fperanz: a d'hauerevna fraude il delle Figliuole di Carlo per moglie . Perduto della
dcxvi
prezzo, e
fa,
la
preda,
il
di lui, e delle fue forze, tanto pi applicaua per'^^^^^^^^. iflringer Vercelli, facendo dal Luna occupar Gattinara, che occupano s* in- Gatm^^ fopra la Sefia alla Citt fteffa ferraua altro paffo termetteuanotuttauia i trattati di Pace, dandone la ftagione, l%i,,
degna
Non
horamai
fatta rigida,
il
di gi
^legotuti
''^i^'^c'-
Cardmalato, e il Bethune s'abboccarono in Trino col Gouernatore, e col Duca inChiiiaffo, S: in ambidue troafllinto al
fe'ritirajje
dal Piemonte
e lafciaffe
\guerra.
parte delle genti a Canallo, e promettefj^e di non mole l are Poi da Sauoia il prefo nella guerra paj^atafi rilafciaffe tan
.
f^cne^'^
in
^^^^''j^.
dalToledo fi traticnffe lo fleffo Non fece difficult il Duca a daruil adenio, perche erano decenti partiti, e prcleruauano
fine
.
Caric,
lo deneg il Gouernatore di Milano ma cortSaliiezza. eo] fojito pretefto di non potere nelle cofe co' Venetiani con 'J^l^cie^ altro, che con FArmi ingerirfi . Quanto a Sauoia egli altro non ^0. prometteua, che parola al Pontefice, alla Francia di noa_.
la
comune
Ma
&
r offende re
effettiuo
e di reftituir T
difarmo moftraffe inclinatione alla quiete^ rimettefle al giuditio di Cefare le differenze con laCafa Gonzaga, &i luoghi prefi rendefe Ma Carlo , non riconofcendo in tali partiti alcun veftigio de' Capitoli d'Afti, vedeua l'Italia , e feftelfo inuolco in maggiori fofpctti, &c i Venetiani in pi grani pericoli. Per tanto alla fede de'promelTi concerti, alla gratitudine de'riceuut.i foccorfi, aggiungeuai rifieffi, che il Gouernatore mirando a feparare queft'vnione , permeglio opprimere' ,^fjg^>^f tutti, altro vantaggio a lui non rcilaua, che perir' vi timo /^/*f^ ?nel naufragio comune. Per quefto, bench i mediatori .^^^^o^vr nuouo s' abboccaffero fcco, & anche col Toledo, difcorren-j^^^^*^^^. modificatoni , e rip ieghi , e che il Gouernatore medefimo Hau,
.
~mi~
""
si'
io8
MDCXVI
g' infinuafle
DELUHISTORIA VENETA
particolari vantaggi, f difgiunto dalla
Republic a
volefle accordarfi, refift collantemente ad ogni propofta In tale maneggio il Bethune incontr il gradimento del Duil Lodouifio quello di Spagna, parendo, che ca, a quella
&
Monarchia appendere volelTe horamai le fperanze, che con la Porpora fogliono da molti Cardinali veftirfi. Difciolna la Trattatione, il Bethune voleua ripaffare le Alpi, f i Vene^'^^^"i ^^^ haueflero procurato, che fi fermaflea fi.lo,e decoendg amdi^eUYO del ncgotio Dunque difperata la Pace ognVnos'armaua parnfiaf. follecitamente , & il Gouernatore con frequenti leuate in ogni;
.
leis'eT'^
jparte, teneua in gran vigore l'Efercito. Carlo fi rinforz con fei mila fanti, e fettecento Caualh , che dopo Y accordo col Nemurs reftando inutili nella Sauoia , fece fcender nel Piemon-
te,
& ilDighieres,
fprezzateleminaccie, e
le protefte della!
Corte di Francia , ualh, ammaffati col foldo de' Venetiani, Il coraggio del Du-' ca. Foro della Republica attraheuano gente in gran numero,' Ernefto , Conte di Mansfelt , giunto per nome de' Princi-j pi Proteftanti dell'Imperio, a Turino, n'offeriua quanti ne bifognaua. I Venetiani, prouando qualche maggiore difficolt in prouederfi per la claufura de' palli della Rethia , delibera-
&
rono di valerfi del Mare, ancorch con maggiore difpendio,' accordando vna leua di tre mila Valloni col Conte di Leueltein,' Se altra pur di tre mila Olandefi, lotto il Conte Giouanni Er-j
nefl:odi Naffau.
fenz,a
Il
Verno fu fpefo
in difpofitioni,
& apparati,|
per affatto intermetterfi qualche tentatiuo d'Armi j perche effendofi Ferdinando, Duca di Mantoua , per meglio ripaCarlo tra- rare colla prefenza a gliStati fuoi^ portato in Cafale , volley /fCarlo appunto in faccia infukarlo, facendo ^echeggiare pi per lavi^^"^f^';;; Terre, & affalire Moncucco, che a Chieri riufciua d'introduriii orc/?/y?fy^cinanz,a molefto Bench Ferdinando defideraffe -Ffr^;-jfoccorfo , il Caunouc de' Sauoiardi,non dando tempo , torto fe|p^j|N n^Kao. ji J^QgQ j-^^llg proprie ruine , vfcendo il Gouernatore^ jfenz'armi, tagliati a pezzi gli Alemanni , che lo guardauano^ a' Monferrini fu donata la vita Tentarono quefti fopra Pafierruiudivendicarfi, alTiftiti da qualche gente Spagnuola aCaiali o j_ma da foh Paefani rifpinti , vi lafciarono morto il Co; ^'
.
dr.
UalQ-
.^-
-^
, ,
LIBRO SECONDO.
ualere
lc9
'
Gouernatore di Trino , in credito di valorofo MDCXVK foldato. In altra parte il Signor della Varieracon pochi Francefi ricuper per fcalata Salizuola, mal euftodita da gli Alemanni. Il Toledo, per non paiFare infruttuofb tutto quel Verno, tram la forpreCi eli Crefcentino, inftigato da due N epoti del Signor d* Albign, che per difguiH col Duca, erano paflati a militare fotIto l'infegne di Spagna Ma Carlo con buoni efploratori, haucn- tmpedi/ce do rocchio, e l'orecchie per tutto, lo penetr, & inuiato folle- ia firprefa di Crefiencitamente il Principe Tomafo a cambiare il Prefidio ,recife le tra- tino^ me. Il Gouernatore, vedendo, che lo ilare in Campagna diminui- glt Spa-\ ua inutilmente TEfercito, ordinato al Mortara,che abbandonaffe i gnuoli in ^HeUo men
Riuara
,
.
\
PoIH prcfi,
comodi ,
e quieti Quartieri,
Trino; e nel Piemonte in San doji fu'l, Germano, e Gattinara. Ma il Duca, per le fouerchie fatiche Jkfilanef Cftduto in caduto infermo, operauacollanimo, ordinando al Principe Vitto- fermo ordi, rio d'attaccar Gattinara, dou'erano mille fanti a Preldio Per is- na Vattacbrigarli pi predo, il Principe voleua riportarla daffalto; ma pa- codi Qattm.ira al rendo alle militie Francefi di tropo difficile azzardo, non volleim- Vrincipc^ pegnarfi,e fi volt a MafTerano . E' queftovn picciolo Principato Ftttorio, che per U di l dalla Sefia , doue per iftringere anco da quel lato Vercelli, il ^dijficultk Toledo difegnaua d'introdurre prefidio; ma mentre per contentare \deWlmpre} icon alcune ricompenfe il Principe,s'attendeuano le ranfie ationi di fa riuolgefi jSpagna, Vittorio iciolfecon la Spada il Trattato, La PrincipelTa a MaderMfOo che fola co' Figliuoli era dentro, dallo fpauento fu indotta facilmen- occupan,
j
'
lafciando Prefidi/
nd Monferrato in
'
te alla refa.
A
il
to pi
duro
dole*
lo batt, lafciando il Luna medefimo con molti de fuoi nel campo di battaglia la vita. La impadro' Terra all'hora fpontaneamentefi diede^e perche feudo della Chie- iiHdofi pafa,
toccorfo;
Pontefice fcus con ragioni la forza , mentre rimente di .CreuacuU' quel Principe cos i:^rniciofamente contra il Piemonte tramaua re* Il Calulo, Gouernatore di Vercelli, fcacci Rept4;' Li da Defana i
il
Duca
il
'
progreffi
morbo graue anco il Principe Mal volentieri vdiuano Venetiani 'aggiisfachcCarlo,nfparmiando il MiIanefe,cherofFendeua,vefrafle il Mon- \menti con Carlo e\ ferrato innocente; perci tentarono diintrodurre componimento Ferdlnani.
blcafi tra.
pone per g
rai
-^..
do.
caflero
no
M Dcxv/
DELiJhI STORTA
ma
VENETA
in vano , perche Ferdinando chiedeua , che a caflero infieme , preludio della futura amicitia , gli fi rifj^ettafle da Sauoiardi Io
'
Stato; e Carlo, che non trouaua pronti i Franceti ad entrare nel Milanefe per gl'Intereffi della Corona, allegaua per ifcufa , che con inuaderlo haurebbe rinforzato il Toledo con quegli aiuti, che. alcuni Principi d'Italia fono in tal cafo obligati a concedere.
Monferrato negFmfulti , e ne danni, e tanto pi, quanto che hauendo poco apprcffo il Duca di Mantoua ipofata Caterina Principefla de* Medici, caduto il progetto de MatrinK)nij, non gli reftaua altro ripiego delle fue pretenfioni, che far ragione con la Spada j onde ne'
dunque contra
il
nelCanauefcelgeua, quali
legittimo Principe , da Popoli il giura-
inento.
.//
RISTO-
HISTORIA DELLA
REPVBLICA VENETA
DI B
E
Procuratore di San Marco,
IH
2{^0
T E -^Z
,
O.
il
edeu'ano molti
eh* efTendo
Filippo d* a n
no
animo retto, e di giuftiffima mente, e 1 Duca di Lerma per genio , e per inrerelTe propenfo
alla quiete, ci.
^^^^^^^^
che in Italia leguiua , folfe approuato pi tofo, che commeflb dalla Corte (K\ Spagna, e che proiieniffc daquelTriunuirato che formauano Pietro Girone , Duca d' OfTriunuifuna^yKeK di Napoli i il Toledo, Gouernatore diMilanoj e^^,, rato di ^, la Ciucua, Amhafciatore in Venetia, i quali con valli penlieriten-JA^/my?r/ tandu di piofcriuere la Pace , opprimere Titalia, mirafoo non ^/'-^''o/* tanto a rendere celebre il Nome , che neceffarioal R, e van-' taggiofo a loro (tedi l'impiego Pjr tanto li giudicaua, che i tend'alt' Conlgh.di Madrid jfopra le relationi loro impegnati in vn punto oppreffone dltalia^ di riputatione, e decoro, quale la Natione oltre modo tenace, preferiirero queito iolo riguardo a tinti altri, cherendeua ^ no alla Monaichia pregiudinali le atnoniprefenti; perche in d^^doinTIi cuoi, l-'rincipi inforto .odio, in altri fuegliate le gelofie , pareua s^^^/?^ che h temxiie da rutti e ii riputafFe nieni'eflere dalla potenz^a wHouela Spagnuoi licuro, alla di lei cupidit folScicnte, Per chianrfi ad aprir Id dunque dell'animo del R, e del Fauorfto, comandarono i Ve- f'^a mente ^ . .^ netiani a Pietro Gntti, loro Ambafciatore^ Miniflrodlcoslml-'^f c^^^^^^^ urata prudenza, che n trafcendcua la flemma, n cedeua aM/tc/
^
&
faea-
A
112
di
DELL' HISTORIA^VENET
de'
Corte, non meno peflita, che circofpctta^ 5. mpprefQ.ntarc lo ftato dell' occorenze , Ricordando } antiche]
quiete
\Ttirchi^ a
I
deW Italia, a
defiderij
,
Ificurando, che
inBituti di Pace lbera, e dee orafa <T/iu2}iano nell'Animo della 2(epuMica i/niti i Joliti motiui di Rima, e d'affette ^erfo quella Corona. Dichiararono- infieme,^/?^ -prefe
benefit io della
C briftanit a ^af,
'
propulfare l*intollcrahili ojfefe degli l^fcocch , 7ion -pre^tenduano dall' Arciduca, che l* ef e ut ione delle cnfe promej^e he da Carlo centra il Goucrnatore di Alilano non fi richiedeua , che /*
/'
Armi
-per
che dunque flagellar f Italia coll'Arofferuanza dell* accordate fi mi, torturarfit con le gelofte , f all'ombra della fede, reciproca ,
.
Corona pili- pregiata de* Principi^ poteua acquietarfit ognicofi aggiungeua l'Ambafciatorealtri concetti, che faceuano conocere la Republica propenfa alla Face, ma anche rifoluta di nonabbandonare il fuo decoro , e gli Amici . In Spagna i Miniftri ve^ (q ya the m^pagna iarono /pra ci tra varij rifleffi. Pareua ad alcuni , eh' eilndo reRanoze riuocato in dubbio pi tolto, elle fbftcnuto quell'arbitrio, che affettauano nelle cofe d'Italia, fi doueffe con qualchevantaggio ^nTiZarriftabilirl prima, che dar luogo al trattato. Altri , apprenden,
ch'e la
do, per
commotioni
pigraui,
6d accidenti,
tempo ha prodotto anche maggiori della credenza, fentiuano d' abbracciare partiti di componimento. 11 Lerma , affine di rendeifi arbitro della Guerra , e della Pace
che poi
il
3
inchin, ches'apriile l negotiatione, mache ci in Spagna e^e per dubbio, ch'eflendo l'imperatore rioiut., che tl^lima S^^f fi duefle ntggtateii il componeflero le cof degli Vfcocchi , ic appreiT di lui h mala Pace, cghfoffeperaftringerui l'Arciduca, nei qual SIS'* "^?S'^''^ ^^^* Icaib fciolti Venetjani dalla diuerfione di quella parte, poterli contra ilMilanefe vendicarli delle gelofie,che il Toledo haiKua_, tentato inferire. Ril|:)oftol dunque all' Ambafcia core con le pi r<fir?lviue efpreffioni, che la mente del R,,fmpre congiunta alla_,
^^^^ #*,
y,/;/,';^| Piet
teneua vguali motiui d'inclinatione alla deiiin^hti quiete verfo la Republica, e verfo il Duca, fu riioluto in Vcnee in Turino d'efpedire al Gritti i poteri, pertratt;?re,e conX'^rfl^^^' /fL'/TrJ chiudere la Pace. Se ne rifentiuano veramente i Minii^ndi Fran
,
& alla
Giuftitia
t*it'
competen za
d'autorit
ch e
r.e'
graui
LIBRO TERZO.
negotij agita
al
i
ir^
,
Principi
quantunque Amici
predicendo MDCXVII
negotio infelice fucceflb , f pofto in balia degli Spa_,nuoli , non fi contcmperafTe il loro arbitrio dal potere di qualche altra Corona , che valefle a facilitarne il maneggio, e cautelarne la conchiufione. Ma bench non foero Ignoti i difegni , i fini del Duca di Lerma , Carlo per molto credeua d' auantaggiarfi , coll'hauer in fine ridottigli Spagnuoli a trattar feco del pari , e la Republica fperaua, che interelfato il R nella mediatione di Pace , meno hoitili, infefti foflero per riufcire gh Animi de' Miniftrid' Italia Efsendo quella Corte pi propenfa a differire , che a conchiudere , tutto s inftrad , e progred con molt^^
&
&
lunghezz-c : ma altrettanto s'affrettarono TArmi in Friuli con grand' attentione, in Piemonte con maggiori fucceffi. In Iftria a Veneti riufci Tacquift di Zemino . luogo forte, e importante. La Terra fu facilmente occupata , abban- niprogredendo nel^ donandola il Prefidio ^ ma il Caftello fu efpugnato con tr^^ Nftriajef. batterie , vfcendone trecento Alemanni con alquante Mihtie pugnano de'Paefani. Nel Friuli poi,effendo fubrogato Antonio Lan- Zemtno,
&
d, Procuratore, nel Generalato al Priuli, giunti al Cambuone Militie , s applicaua ogni penfiero a firifiolta-'\ no a firin-' jftrmgere da doner Gradifca. Accadde nel paffaggio, che ger pi lil Conte d'Ognate, Ambafciatore di Spagna a Ferdinando, flrettamen fece per quelle parti , che reftarono per accoglierlo con gh te Gradi' , S
|po rmforzi di
]
honori foliti della Militia, {ofpefe per breue tempo Toffefe, Venetiani in quel mentre, per honorarlo coir incontro 1 delle loro Mihtie 5 coperta con alcuni fquadroni di Caualleria vna cafa, che tra Meriano , e Fara ftaua molto vicina a Gradifca, la cmfero di terreno , e fenza che il nemico f n auuedeffe,poferovn Forte indifefa,che fi nomin poi di Campagna,
fia.
&
principio della circonuallatione alla Piazza. il Medici, defiderando chiuderle tutte le vie a' foccorfi, difpofed' pccupare San Martino di Cufca, e vinui di notte daVipulzano, e da altri poft Militie co' neceffarij apparati Il Prefidio larebbe itato colto nella neghgenza, e nel fonno, f il cafo non gli hauefe procurato lo fcampo^ impercioche in
II
e tu
Ma
alzando^
ui pace difco/io
vn^
Forte,
tenta^dn
^01 te nuo-\
il
aneuPettardo
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--..__
da
114
5I
MDCxviiL^a certo firepito, prefe la fuga con vrto d'alquanti ^neirAr-mi de' quali 5 pel folito rimbombo de' monti 5 aumentato il rumore , c^itV^i eh' erano addietro , impauriti dallo fcompiglio
non fapendo qual fofle il pericolo, e perci imaginandofelo maggiore 5 fi diederx3 parimente alla fuga.Accrebbe il difordine la voce de' Capi, che fgridando a' pi
de' pi auanz,ati
,
che voltaffro faccia y fu creduto da' pi lontani, che intendellero i\ raddoppiare il paifo ^\x tolto alla fuga. Ma iui alcuni raccolti y rifchiarata Pagiunti ad vn NVi^2^%\o^ ria col nafcer del giorno , non videro altro 5 che Timagine del proprio roffore. Tuttauia in effetto dal rumore fuegliati; ma 57i gli Arciducali , correuano da molte parti al foccorfo, & il Arctdtid'Ampiere, fatte precorrere quattro Compagnie d'Aiduciy ^^y^^^^g^'^ ordin 3 che foffe affalito il Villaggio , ma trouati i Veneti y coperti da qualche fubita-io lauoro , vna Compagnia fu disfatta, &vn' altra vi lafci la Cornetta,' Per ci hauendo ilrefta degli Arciducali flirto alto ,hebberoi Veneti modo di ritirarci a' loro Quartieri, non volendo pi tentare il Caftelio, nel Ma per chiudere a gliquale' era horamai entrato foccorfo fo^/w Alemanni ogn' adito di venire di qua dalLiforixo, fu vn' altroFmr Porte piantato tra quello diLiicinis , & il Friuli , con due Canbatteuano le fponde,e le giare del Fiume Ad ogni J^';^;^y^^^ noni 5 che ^lUfta^. modo non mancauano altroue aperture , & il D' Ampiere affa2^,. lita a Craugiio, Villaggio poco lontano d- Palma, la Compagnia di Corazze di Girolamo Tadinij la ruppe apportando trenta prigioni con quaranta caualli Il Marradas con cinquecento Mofchettieri , e trecento a Cauallo affali Chiopris^^ doue altra Compagnia ftaua pure in alloggi, ma non gli riufci , che di far prigione il Tenente con alcun' altro perche it rimanente fi pofe in difefa con tanto valore , ditali Marradas prima , che giungeffero aiuti da' Yicnt quartieri 5 hebbe per bene di ritirarfi in Gradifca , lafciando quaranta de'fuoi cfinti fui Campo Egli fu poi inuiato nelF Iftria ^ doue ^ dopo refo Zemino , vacilfauano i Popoli, tanto pi ftando per perderfi la terra di Ganignana,inueftita da Antonio Barbaro, ritornato Generale in quella Prouincia,^ '11 Marradas v'i ntroduffe foccorfo , depred m q ualche P^rtcjl
vili
,
&
/J'
,-
Paici/
LIBRO TERZO.
Padc,
i
nt
|
pemcnrto a Fianona^ abbruci qualche legno nel MDCXVIfl Porto Nel refto in quella parte non erano di gran momento fucceffi. Ma in Friuli ftaua il Land, rifoluto d'andare su li rifoluen.
e
.
Carlo, parendo fatale, chViren doni il Mare aperto, fi forte fin' hora cercato ilpafib ti a Monti. Nacque ildifinganno da gli ftclT Nemici, perche alcuni haueuano dubitato, che per mancanza di terreno alloggiare nonfipotefle co' neceffarij ripari fopra quei fiiff ; Ma hora fi vide, eh' effi temendo quello, che appunto da' Veneti fi penfaua, innalzarono vn Forte fopra i medefimi Colli, che Diana chiamato, prefe anco nome dalle Donne, che per follecitare V opera vi Jauorarono intorno. Ci non Iblo non diuerti, ma promoffe il penfiero del Land, il quale pure , piantato col Nome fuo a Bruma vn Forte, che con due altri s'eftendeua al Lifonzo, ferr dalla parte di fotto la circonuallatione a Gradifca, mentre dalla fuperiore quel di Campagna , vnito con buone trincere5a Fara, a Menano precludeua ognipaffo. Volle il Trautmeftorf con grolTa fortita riconofcere inuoui lauori; ma da' Corfi, che guardauano il Forte Land, rifpinto; e di mofchettata colpito il Commendatore Colloredo, che feco firitrouauaj fi ritir, ordinando da quella parte vna mezza luna, che coprifie la Piazza. Si differ per per qualche giorno da' Veneti il paffar in quella parte il Lifonzo , perche gliOlandefi del Nafrau,che sbarcando a Monfalcone doueuano occupare i porti, tardauano a giungerete fi pens efeguirlo da parte fuperiore nel Canal di Ronzina. Il Medici, per diftrahere le forze nemiche , diuis l'attacco di molti pofti Liui Contino Mamoli, Colonnello de' Greci, ad occupare appre/b Gradifca vna Cafa_.,
dodiyaf'm^
pire [ni
Carjo,
ri/cono per
doue, collocati alcuni Cannoni, cagion qualche fpauento dentro la Piazza. Il Conte Niccol Gualdo prefe San Floriano nc'iVIonti,dopo breue difefa dal prefidio lafciato Ma Cofimo de' Monti, che col pettardo doueua tentare ilFoite Dia- Floriano na, & i Corfi 5 a' quali era flato com.meffo d'occupare di fcalata quello del Bofco, furono vgualmente rifjinri. Il Medi- rifh^pff}' ci ftaua alla Mainizza, accioche fctto il calore d'vna batte- tidultentatiuo d ria paiTaffe oltre il Fiume la gente aCauallo,e l'efequ ilTriMtri For infano col Conte Ferdinando Scotto con moflra di tal corag.
S'o,
ii6
MDCXVIl gio ,
DELL' HISTORj[AJVjNETA
la
Ciouanni Martinengo, Marc'Antonio Manzano, & altri s'incarnino per efpugnare Ronzina , dalle guide ingannato , ritardato dalla difficolt del camino, non arriu , che di giorno e fcoperto j onde , trouato vigilante, e difpofto il Prefidio, non pot attaccar il Pettardo, n per Io dirupo giudic bene di tentare Taflalto Incendiati dunque alcuni Villaggi, e rotto vn groffo de'Paefani, che voleuano impedirgl'il ritorno, fi re.
Fanteria Tedefca , non credendfi habTl~drrdrft^ i poft quando , la Cauallcria , a ^ran , al loccorlo, le ferr alle fpalle pafT auanzata la fuga e di Offitiali conia fpada alla mano, vccidendo alcuni de' pi vili, rimifero gli altri alle guardie. I Vcnctiani, che non voleuano altro , che diuertirc da' luoghi aflaliti il foccorfo fi ritirarono con buon'ordinanza . Ma l'Erizzo, che da Ciuidale con
che
re , cedeiia le cnncere
&
primi pofti . Tanti difegni , non riufciti , follecitauano il Medici a nuoui attentati j onde fece inueftire il Forte del bofco, doue lepioggie eccedenti ritardarono dimodoghafftitui a'
falitori,che il Trautmeftorf hebbe tempo, non oftante la batteria di due piccioli pezzi, di paflare il Fiume con feicenta
Cittngono
rnfo'rzial
Caualh, e dare fopra il pofto di Piuma, che da' Veneti mal difefo pervna gran pioggia, che loro batteua in faccia, fu abbandonato. Airhora anco dal Forte afsalito leTruppe fi ritirarono, & il Trautmeftorf, confeguito l'intento, lafci Piuma, doue i Veneti rientrarono . Giungeuano ad amendue l'armate nnforzij alFAufiriaca cinquecento foldati di Mallimiliano Arciduca, & nouecento al foldo di Spagna, oltre quclH, che m buon numero haueua Ferdinando raccolti j &alla Veneta mille Olandefi del Colonnello Vafsenhouen, e tremila del Naffau. Gente pi bella, e pi fcelta di quefta non haueua gii gran tempo veduta l'Italia, n che feco porta/Te pi rumore, e maggiori nfle/li^ perche gliSpagnucli, grandemente alterati, che ben'intendendofi due Republiche cosi grandi, e che haueuano hiso il Cardine della loro libert ne' comuni interelli,
vnire l'Adriatico colefaggerationi, oftentando zelo Religione, con queir vfo, che i pi. potenti aman o anco di parere i pi pij,e batteuano l'orecchie del Ponte ,
il
hauefsero trouato
modo
d'
fico,
LIBRO TERZO.
fice
,
117
MDCXVII inceflantemente incitandolo ad opporfi all'ingreflb in [otto caloItalia di qucfta gente , che, di Religione diuerfa, poteua fa- re dt Relpcilmente infettarla . Ma Simeone Contarini , Ambafciatore gione fremendo gli della Republica , con grane eloquenza a Paolo rimoftraua^ SfaguuoLa pcta del Senato , memore de' gefli inftgni de'fuoi Maggiori, li apprefpr- fo IPonteejfere cautione confpicua della I^eligione collante^ che femore mojja , rcjlarehhe al preferite anche da buoni ordini, e da "^g^^^^-- ^lll^^ f^. tifsima cura protetta. Non feruire quefie militie d' Olanda , che agu oUndifender la Liberta, inftdiata da chi rispettarla potrebbe , e non af- ^^f'fijlita
da
le le- ^'^
la
'^^'^
Repti-
Me, chiuderei
pafft , difficoltare gli aiuti alla 2{epublica , ancorch blica la Douer- fua Fet^l* nelle di lei offef conojcano combatterfi la loro ftefa falute abbandonare quella difefa, fi dunque perire ad arbitrio d'altri
che comandata da Dio ha per lecito l'^fo anche delle cofe pikfache compiono a gli cre dunque le fole Amicitie reflar approuate loro Eferciti confonder/i .a fchere tutte le natioSpagnuoli Ne'
, , ,
ni^ e le fette
il loro
ne II* alleanze
Hora alla 'B^publica tentarfi d' imponete legge fcropulofa , e feuera , tre mentr legittima con la neccfsita lintentione di foftener gli Amici , e f fteffa , appunto per preferuare incontaminata la ^ligione
concetti della Religione feruire a gli vf, alle opinioni, a'difegni i tutti 5 s'acquiet facilmente Fu molto opportuno a Venetiani quefto tale rinforzo , e farebbe /lato ancora pi confider- tnjunc!^ bile 5 f del Naffau , giunto al Campo ^ non foffenata col Me- traMedidici ferifTima gara 5 perche quefti pretendendo di coman- ^^^^Naf. darlo, e quegli di non foggiacere , che al generale fiipremo-^^**'
,
non meno
che la Liberta
Paolo
.
che difcerneua
conuenuto riceuendo il Medi-| ci dal Land le commiffioni , al Naffau le participaffe , ad ogni modo rcfando fcompofti gli animi,ifforfero nell eA fecuticni molti ritardi, e difficolt , che grandemente valfero a confclidare il concerto , d'nmarfi dal Medici pi il tirare in lungo fenza perdita , che il terminare con vantaggio la gticrra Cosi vcrrimente egli appariua immobile in conferuare quei pr fti doe piede ferm:^ua vna volta,- mainprofeguire fi vedeua feniprc a frza rapito, econdildtioni, e dirett i corr ompei e le rifolution i altri^&ifuoi fte fli Configli
della
,
Republica
bene
Ei
ii8
jMDcxvii
DELL' HISTORIA
VENETA
e di l dal Lifonzo procedendofi di concerto, mentre NalTau a Monfalcone sbarcauale genti, il Land paffaua fo\sZ"zaJo\il \Ptnuafffi^ pra vn Ponte, gittato Villefso, da due Forti munito, e Giuft' ^'^'Ji*^^ Antonio Belegno con fei Galee batteua Duino, e faccheeeiaua / '^rjo, g^^ ^ Trielle le riue Lafciati intorno Gradifcabn muniti i Povn Gorpo valido per tener la Campagna, haueuano fi miiti che per varie ftradc penetrarono a la huomini fopra il Carfo pofti diuerfi. Nacque nella marchia tra gli Suizzeri^ che f bene non obligati, che a fruire ne' Prefidi) ^ erano per flati in-^ dotti con molte promefle a militare in Campagna ^ qualche tumulto^ ma s'acquiet preftamente, accorfiui Capi con rimprouerargli di perfidia, f non voleuano, e di vilt^ f nonardiuno, giunti afi*ontedeirinimico,cimentarfi coir Armi. Neltcm p medefimo nella parte fuperiore a Gradifca , Francefco StrIbldo con circa ottocento Caualli guad il Lifbnzo , e lofgui- tarono Niccol Contarini^ che al Fofcarini era flato fftituit Proueditore nel Campo, e Giouanni Bafadonna, Luogotenente d' Vdine, alla Tefta de' Feudatari). Nella Terra di San MiIl Naflaii chele {\ fece la Piazza d'Armi , l'altre tutte cedendo inuefti il Forte Diana, e diroccata col Cannone vna parte, indufle cento Ibldati, che v'erano dentro, ad arrenderfi tutti Pri-* gioni. L'Imperiale^ ch'era pure vn Forte pi verib il Fiume , fc bene di maggior circuito ^ e guardato da trecento fanti, capitol parimente arrolandofi la guarnigione focto l'Infegre de* Venetiani. Il Baglionej giunto allVltima pendice del Carfo, vi fi fortific > e vedendo la confufione de grinimici, molto atterriti da quella inuafione, additaua al Medici il Bofto, e il Parco d Rubia abbandonato 3 le Ripe del Vipao non dif fei tutta la Campagna di Goritia ingombrata da fuga, e difordine, niente meno i foldati, che i Paefani, cercando lo /campo. Configliaua dunque, militando la fortuna, e V opportunit per la_j Vittoria, che s' occupane il Fiume, Ma l'altro , il Parco.
Di qua,
&
&
doue l'inimico fuggiua^ ordin, che fi faceffe alto^ {\ trincerafsero le Truppe, San Mi fi fortificalfe luforfe poi di nuouo col Nafsau competer!temporegf^^^^^ %tam conUa, e tutto pafsando condilacione, ilNemico, prima dal timoFfg;^,rio|re battuto, fi rincuor, & introdutto il Colonnello Staudero^n
Tinlidie,
.
R7l>ia
TER
Z O.
119
difefe il Vipao 1'^?^^^;'' |Rubia con mille Ibldati, mun quel lito, Parue all' bora, che quefto picciolo Fiume, che doue termi- p/////^! na la monragna va a sboccar nel Lifonzo, diuenifle vn'Ocea- muo dt il Bofco vn muro di bronzo, tanto fu dura la refiftenno, T^l^lln
&
&
za, tanto impoffibile il guado. Da due parti con batterie fopra i monti quefto bofco fi laceraua , e da vn' altra di l dal Fiume alla Mniniz.za. Ma Gradifca era in quel mentre cinta, fmpercioche a Fara vn' altro Ponte, gittato da' Veneti, anco dalla parte fu])eriorc le chiudcua ogni paflb. Tuttauia Qpntra il corfo della ftagione, ch'era nel mefe di Giugno, diluuiando per quaranta giorni pioggie inceflanti, non folo patinano grandemente i foldati ne' Pofti, ma inondando il Vipao, e molto pi ilLifonzo, ambidue i Ponti l fciolfero, onde a feconda Q\ Fiume fopra Zattare qualche prouifione entr nella .,fenaftf piazza. Veramente parue, che il tempo voleffe del Medici ^'^.("^^^ endere pi inefcufabili le lunghezze, facendo conofcere quan- dlfca, to importi perdere del Ciel fercno, e della fortuna propitia
vn folo momento. Furono tuttauia i Ponti rifatti, ma fempre con molta lunghezza; onde il Trautmeftorf hebbe tempo di Il TrAHt raccogliere in Rubia Efercito, e megho munire il Vipao. ,,^,,^ ntefltrf fi (;;uefta fu l'yltima delle fue attioni,- perche trauagliaua egli .^^^/^?^' appunto a/Tftendo alla fabrica d'vn Riuellino, quando da col/^^f'^^''* """ pao. p d'Artiglieria, tirata dalle Trincere de'Venetiani , lacerato, lafci infelicemente la vita su '1 Campo. Hauea veramen1
^^
Paefe dell'Arciduca^ con gran cuore, ancorch con debolifTime forze. Perci i Venetiani il diedero a credere, che, come auuiene negl'improuifi accidenti di guerra, foffero per vacillare gli animi
la
te foftenuta la
guerra, e
difcfa del
e vcctjff.
delle Militie, e diuiderfi i fentimenti de' Capi. il Marradas , affunto fubito in f l'affoluto comando dell'Armi, non
lafci rifentire al
Ma
Il
May,
rAdiiisaffi4,
Auftriaco la perdita del Trautme- me il Cdftorf, ioftencndo con vguale coraggio, e forf con miglio- manda. re, e pi fpintofi condotta, la direttione di tutta la guerra. gli Olandefi riufci veramente occupare il Parco, e al'loggiarui y ma volendo poi penetrare nel Bofco cinto di , muraglia in quadrato, d'vn miglio incirca per ogni part^^ , curua per, e di iito inuguale , furono rifpinti . Gradilca^
Campo
dad(
no
MDCXVII da
onde \o Strafoldo, tentaua di farne vfcire g' inutili , ma laj moderna militia, non conofcendo altra laude, che dei vincere, furono da Veneti obligati a rientrare nella Piazxa. PurForte Stella calauano alcuni di notte al Fiume non oftante, che le guardie ne faceflero alle volte prigioni^ dai CO'ft tenue fouueguo . Veramente VorteStelt portando a gli alediati qualche ierui'iaquel Forte, come di Cittaddla allaPiaiia, ilNaffau sUianena eshibito d'occuparlo, quando gli fi refero gli altri j ma era da alcuni flato prodotto in contrario, cheferuifle quelPrefidic ad afiamarla pi prefto, oltre il dubbio, che tenendo migliori difefe, refifteffe alle batterie, e gli affilitori, mancando il terreno , conueniireroefporfidifcoperti alFoifefe. Ma l'efito comnrou, che il numero de* voti pi torto, cheli pefo delle ragioni preualfe. In quefte fiTttioni del Friuli pallarono fette mefi, ne' quali prima con gelofie , poi con hoftilit grauemente nell'Adiiatico ancora trauagli laRepublica. L'iTuna, Vice R di NapoH, non tanto raccoglieua militie per foccorrere il Milanefe , quanto s'haueua propo ^A^/jpropofto con le forze Naual di mole/tare i Venetiani, fapentraMadiar do, che non poteua pi nel vino colpirli, che col turbare il Dope r mare minio del Mare, infeftare il commercio, romoer' il traffico , ia KepH bltca ancorch con grane danno de' Sudditi ftefl del R, che teneuano colla Citt diVenetia opulenta negotio . Ad ogni modo ai ogni altro riguardo preferenall'efclamationi di tutti, do ci, che alla Republicaaireccare a')prenfione,difturbo5 arreca vna Natte rotta la ficurt dc'Po^ti haueua riprefagliatolaNaue di Pellegrino de'Roff, e bench fopra Imftania del Ambafciatore
fc<iji faci.
tiuamence
pe*l
Ut tino
ifoc
&
&
Spagna foffe comandato di rilafciarla_. femure gioftraua con gli ordini del Kj perche veramente con elatiHmo animo gli difprezzalle j
Gritti dalla
Corte
di
tuttauia nell'efecutione
pure che
e,s4
con
ni,
Corte godefle di coprire difegni pi arcacon Tinobbedienza di capricciofo Miniftro Non l'ignola fteifa
i . ;
rinforzi
^iari limi
appli rauano i Venetiani perci , , alcune Nacarono a rinforz^rfi nel Mare con due Galeazze, appre/ian acciochefcconeleffero trenta Gouernatori di Galee, do/i aUa ui> d'.f^fi. |do il bifogno a parte, a parte andaflero armando Q^^^^jf ved enrifolutiffimi alla difcfa
&
&
LIBRO TERZO.
vedendo, che
gli
121
Vfcocchi haueuano perduti molti de' loro MDCVXII nidi , gli allett a ricouerarfi nel Regno con Porto francOjC con premi/, quelli pi accarezzando, che a* Venetiani riufcinano maggiormente molefti. Prefero perci fotto il calore di
tal
Vice
R publicamente
le
Sooglie;
egli
e f bene
li,
mancherebbero iDatij, e
m4-
^h magri
^enfiu
'''
didolerfi. Egli per natura vanilTmo di lingua, e d'ani no, non Iblo aoplicaua a turbar'il mare, ma di continuo parlaua di forprendere Porti dell' Iftria, Taccheggiar' [fole, penetratene' rece/T medefimi impenetrabili della Citt dominante . Hora
in carta,
hora in voce dehneaua, e diuilaua i difegni, ordinaua barche di fondo atto a' Canali, e paludi, tracciaua machine, n pi volentieri alcuno afcoltaua di quelli, chelotratteneffero con adulationi al fuo nome , con facilit dell' imNon era per veramente tanto , ci eh' tgW credeua di prcfa poter' efeguire, quanto quello, che defideraua, cheficredeffe,diuifando d tenere la Re publicainuolta in maggiori difpendij, di /tratta a tal fegno, che pi debolmente, e offender pofpingt leteife l'Arciduca, aftiilere a Carlo Spinfc dunque fotto Fran- ^i nei: cefco Kiuera nell'Adriatico dodici ben'armati V'afcelli, eben-,^^'''^'-^ che, nel procinto di fniegare le vele, giungeflero ordini della Corte di Spagna di fofpender le moffe, parendo ftrano, che nel tempo d'aprire trattati di Pace in Madrid, s'inferiifero dal Vice R durilmie offefe, t^i ad ogni modo, prendendo a pretefto, che da Barche armate della Republica folfe ftato man' ella conpretejfs prefo vn groffo Vafcello, che voleuaentrar'inTnefte, foiten- le fue di iie le rifolutioni fue con vna fcrittura , eftorta da' Miniitri dd berationu Collaterale, che rimoftrauano conuenirfi al decoro, e feruitio del R, che ilRiuera partilfe,e fi reprimeffero i Venetia-: ni. Teneuano Vafcelli le Infegnefolamente del Duca, accioche pi occulto militalfe il difegno di non romner la guerra, e di non lafciare la Repubhca in Pace. Taleincurfione^ di Legni armati y effendo contra il Dominio, che la Repu.
&
122
MDCXVII blica
DELLBISTORIA VENETA
&
da tanti fecoli in qua tiene dell'Adriatico, induffcGiu-' ft'Antonio Belegno^che comandaua l'Armata, ad vnire inLefina quella parte, che pothauere pi pronta, indi paflar'a Qiriola, per coprire le Ifole, e gii Stati ,& in particolar<L- rompere il principale difegno d'Offuna di comparire a vifta deiriftria,per dare fomento all'Armi di Ferdinando, ediuertire quelle della Republica. Ne gli fu difficile confcguire l'infpinfero a Calamota , Porto de* fuoi VaJ. tento , perche le dodici Naui fi [/r//f>^cco}jRagurei 5 accolte con grande applaufo da quel gouerno, che iV^"^ li danni del traffico acerbamente fofferendo la legge da *lff^i gugei, IVenetiani siYl mare, volentieri vdiua le nouit dell'Ofluna, e inftigandouelo con pubhci vffitij , lafciaua , che fopra quei leinfegiiiti da reneti gni molti de' iiioi fudditi tenefTero impiego. Ma dalBelegno infeguite con fette Naui, quattro Galee grofle, tredici fottili a riridift e quindici Barche armate, il Riuiera dubitando d'eifere con difauantaggio combattuto in quel fito , date le Vele a profper^
a Brindifi fi condulfe Lo ro Vento , attrauers il Mare , feguitarono i Venetiani, n potendo dentro quel Porto, ben
.
&
munito d'alcuni Forti , combatterlo il Capitano delle Naui, ch'era Lorenzo Veniero,abbaffate le Vele, lo sfid perquattr' ci non [orti hore con Cannonate, ma non volendo l'altro fortire al cifioto l/^^"'^'-! mento, furono fcorfe tutte leriue diPugha- Quella moffade fcetiTur^^^:^ Spagnuoli haucua non folo conturbati i Venetiani, ma_^ ///o/fw| grande mente alterati i Turchi, che ingelofiti calarono iiu*
,
e disfida-
^"t^"^'*
^^'groflb
numero
alla cuftodia,
&a'
Manne
teluadim\^ pcrchc , affine d'vnir fecole Galee del Pontefice, di Malta, fegnar^ a jc Fireuzc, publicaua rofiuna di voler' intraprendere fopra lo gJ'} de Stato Ottomano, i miniftri de' Venetiani faceuano altamenGalee 11' Prffjciptd te alle Corti rifuonar' il contrario, conftando, ch'egh al primo Italia Vifir haueffe inuiato Schiaui,e doni per allettarlo, e con ogni forte d'vffitio incitarlo a muouere contra la Republica l'Arpmetra- mi Per quello non folo s'aiennero i Principi detti di dare %nte le loro Galee all'Offuna ma procurarono con efficaci vffitii llOity oli diuertirlo da tah rumori, conofcendo,che non valeuano ad gotto ingate altro, che a fuegliare i Turchi, appunto a tirarli nell'Adriatico a fronte del Regno di Napoli, e dello Stato Eccleifiaftico ancora Ma l'O ffuna a ni ente badando , purch con.
ti.ft
--,
"Vi fi
&
feguiife
LIBRO TERZO.
125
MDCXVII leguifle al preferite dall'ardire del tcntatiuo frutto vguale alla temerit del configlio , fpreizata la confcienza del fatto, ha-
ueua inttodotte in Napoli , quafi in trionfo , alcune merci, co- ofentaiCa] me f foflero predate in mare da fuoi Vafcelli , f bene in. ^i'Uipr7de!il\ fetto erano il carico della Naue fequeftratadelRoflijCVolen- w^m^^/do con taFapplaufo dilatar' i difegni, inui Pietro Leiua con.^^^^^^^^ dicianoue Galee advnirfi al Riuiera. Paflarono tutti infiemei'I-^^^^'^'^^^ a Santa Croce, che a'Kagufei parimente appartiene, e tro- mys^uarono aLefina i Veneti inferiori diforz-e^non effendoficon-i^'^^^^^'j^' giunte le Galee di Candia, n le altre dieci, che in Venetia con ^SfagnHQalcune Naui s'alleftiuanofollecitamente Dunque i Capi fteffi;/^ de* Venetiani, rinfacciati pur'anche dal vento, ma configliati principalmente dalla difparit, non s'applicarono, che alla difefa difpofte in. terra alcune artiglierie in fiti opportuni* chefetZS Cosi l'Armate fi cannonarono vn giorno alla larga con pi'<,^'i^y7Xr tiri , che colpi , e fopragiunta la notte la Spagnuola s'allarg, f^rM con ^'*^^"^^'^' predando vn Nauilio di Sali* Cadde pur anco in poter fuo vn Vafcello d'Olanda , che nauigando con alcuni Soldati di quelle Leuate,fitrou foprafatto dalle Naui d'Oflima, ecre'd ditrouare nel porto diRagufi ricouero fidoj ma quel Gouerno, permeifo alle Soldtefche di ridurfi per terra a Cattato, jconfegn il Legno a' Comandanti Spagnuoli, che, fatto impiccare il Capitano j verfo Brindifi riuokarono le prore. Da itali paffeggi fempre pi comprendeuano 1 Venetiani quanta.^ mole foprafteffe loro d'Armi, digelofie, dinegotio 5 rifoluti per amantenerfi in libert, e ficurezza, deliberarono di rinforzare maggiormente l'Armata fenza indebolire, diftrahe.
'
il titolo coli' autorit di Capitan Generale Giouan Giacomo Zane, fecero, oltre l'altre Prouifioni , armare in Candia dieci Galee, le quali con mille
fanti
Golfo a
le
congiungerfi coH'Armat,
dal
dopo qualche
giungo^
dubbio d'abbatterfi in Legni Spagnuoli, che (i fapeua infi-j<''^'^^diar'il camino, e parte per qualche riguardo dell'Armata Tur- i^j' ^"^"'^ chefca, la quale con due maone , e trentafette Galee fcorreuaj il Mar bianco, olleru.ibile non tanto per le forze, per Fani-! n^o^de' miftri Turchcichi, quanto per le negotiationi dell'
Olf^
124
MDCXVII
DELL'HISTORI A VENETA
OfTuna, che fpinto incontro al Capitano Bafs vn'efpedito Caicchio 5 ^li haueua inuiato a donare vn Cognato di lui, te nuto fin airhora prigione da gli Spagnuoli , e data a cent'altri alletta i fchiauila libert, Tinuitaiia contali allettamenti, e con efpreffi Turchi al vffitij ad infettare gli Stati de'Venetiani,& a fpingere partitin fin/ione colarmente fopraCandia l'Armata. Ma i Turchi jftefli, abdi quell'Iborrendo cos empij Configli, s'applicarono an^i a fcorrere fol'f, co aHr^ le colle di Calabria f bene fenz.' inferir danno diqual fi folle ri/ttentoAe momento. Veramente la Porta , grauemente commofia , minacciaua i Ragufei , per lo ricetto preftato a Vafcelli d' Ofche vofuna 5 Se inuitaiia la Republica ad vnire feco le forze , per regliono pi tofo effer primere (come diceuano quei Miniftri) i comuni Nemici con U ReMa il Senato, ancorch dall'efempio del Vice R prouocato publica a danni di &: incitato da grauiflme offefe^non volendo confondere con la Religione llnterelTe i Stato rimife la fua difefa alla Gi ftitia della Caufa , alle Armi proprie fenza ommettere iiu 'ogni parte, a tutte le Corti Tattentione , gli vffitij, elefor^.^^^^Jze,per refiftere a cosi grande Potenza, I Miniftri Spagneroimjri dtf-X'^yV^^ atterrire con lafamadivafti apparecchi, faceuanocoryeminAn:^ 'rere,che FArmata de' Galeoni, folita a cuftodire laNauig^ ,%voei atsrtione deirOceano, entrando nello Stretto d Gibilterra, peH [rore, netrerebbe nell'Adriatico, e che in Sicilia pure s'armauano di inuigore. niiouo mokiffimi Legni, voci accreditate in gran parte dalle \d9le gltAp procedure del Vice R di Napoli, che ingrofsaua la Squadr;^ ifareechi hieWQ.sH- del Leiua con alquante Galee , da Gttauio d'Aragona direttCj^ e pcrnietteua a gli Vfcocchi di fcorrer per tatto, anzi gode^ e le fior in fentire, che con loro Barche infukaflerofino in viftade' Verte d7gii^^ Porti della Citta dominante condepredationi, e condanni,. ^fcocch [frefso gli Ci oblig il Senato a difponere ci^akhe Galea alla guardia; We/fi Fsrti diChioggia^& a fceglierc in Venetia certo numero di GenWfiVenetia.
5.
&
&
itde loij
^ept-thlicsi
te, atta all'armi, iUhe elTendo nuouo,doue pi facilmente ii dilcorre di quello, che foglia vederfi la Guerra, teneua il Popolo in non poco Icompiglio. In quefte apprenfioni vna falfa,e breue allegrezza fi prenantia di mzggov trauaglio . I Marinari dVn Caicchio, portando lettere col ragguaglio di ci, che intorno Lefina era accaduto, lafciarono in paflando fparfo per tu t to
,
12J MDcyvn d'alcuni, che ck Veneti s'era infignc Vittoria ottenuta 5 del che ingjche precorrendo la fama, il Popolo auido degli auuiii, e cu- nato avn fdlfo rappido de'buonifacccfli, fenia dar tempo a maggiore certez:- porto di za, trabocc in cosi eccedente contento, chcfcorrendocon,^^^^.^^,^ ^ rtttoria ardendo fuochi per tutte le ftrade, p- '.precetta voci d'applaufo, co manc, fc non gli fi foffero date le guardie , che ^on^\"^^^'J'^^^f ^^ manomctteffe la Perfona, e laCafadell'AmbafciatorelaQue- legreiL'za ua creduto inlligatore Principale de'tentatiui d'OfTuna Ma con feri del C colo predo chiarendoli la vanit del racconto, altro pi molcfto Ambascia ne fopragiunfe, UArmata di Spagna, accrefciuta a diciotto don deUd Naui, e trentatre Galee, comparfa (opra Lefina, haueusu. QuettOt Armata prouocata la Veneta alla battaglia. Quefta, vfcita dal porto, SfagnaoU moftraua di non ricufare il cimento 5 ma la Spagnuola, trac-jJro'c7/^ cheggiando col Cannone alla larga, le fi era di notte fottrat-^<^^^' ta. Lafciatafipoi vedere di nuouo con isforzo di vento pro-j"^J*^^ pitio, oblig i Veneti, che Thaueuano contrario, a dare sw fendo T//**^ ^^ la difefa del porto, onde la Spagnuola colla ftefl:i profperit di Nauigationc, and a dar l'anchora a Tra vecchio , ^^"^ nonfema. predando qualche barcha,& incendiando alcune capanne. Il granfenfo Zane afflitto, che foller tant'oltre i nemici auanzati,e dire-/^^i''^*** ll:ar egli addietro, non dandogh l'animo d'abbandonarci Le- ^^^^p'^y}* gni groffi, e di fepararfi da loro, li cau dal Porto con quel- ;^ spaiai P'^yppor la Iunghe^.z:a di tempo, che (olita di tale imbarazzo , a Spalato fi port , per reprimere ogni infulto , hoftiht , che fopra quelle Rine volcflero tentar gli Spagnuoli Ma trattanto ilLeiua, colle Galee fpeditamenteverfo Zara trafcorfo, per vna preda offertaglifi a cafo , fi diuerti da maggiore Vittoria, impercioche gli ordini, che teneua, gl'imponeuano precifiimente di tentare la forprefa, e l'occupatione di Pola , ma V altra d'alcun'altro Porto nell'Iftriaj ma afFacciateglifiapprefloM orlafcta Ift ter, fcoglio della Dalmatia, due Galee di Mercantia (Legni fingarft di mole grande per Io carico, ma non habili alla battaglia, dalla f. dad* alca deftinati al trafporto di merci, che in molta copia paffano ni legni di reciprocamente con lungo camino di Perfia, di Turchia, e di l^wi^"^ Venetia) mentre, ancorch da fette Galee dell'Armate di '''^' nuouo fcortatc, nauigauano con gran negligenza, ignare di ci , che a Lefina foffe accaduto, f n'i mpolfefs AUolcoprire
LIBRO TERZO.
&
<
&
deXe-
, ,
iz6
I
DELL' HISTORIA
f
IMDCXVU de' Spagnuoli diedero le Galee di Mercantfa in Tcrra_. faluando la gente, e Falere procurarono con la velocit de' remi
T.i Legni
VENETA
bene vna meno leggiera, redo anch'efla purelpogliata di gente in poter de' Nemici con alcuni piccioli Legni che conduceuano prouifioni di vitto all' Armata. Per fatto cosi ftrepitofo fi diede all'Arme per tutto 5 onde i Comandanti Spagnuoli crederono di non trouare pi alcun luogo fprouilto, alloramai a'fian hi tenendo l'Armata Veneta, imbaraz.iati in oltre e/ ricoco' Legni predati, e con le ricchiflme Spoglie^ tranerfato il Mauera a re verfo il Monte dell'Angelo, radendo le riue a Brindifi fi riBrnift io furio. conduffero, e poi le Galee vfcirono del Golfo . L' Cyffuna.^ niente contento 5 che per vn furto fi fbfTe perduta T opportunit di pi importante conqaifta, ne rimprouer acremente ilLeiua; ad ogni modo, oftentando la preda, kzt condurre a Napoli folennementc le merci , e i Legni , molto godendo del difpiacere, che in Venetia appariua, e della fperanza di poncr laReperche, eflendo molti di quei MiT/vrc/?i'publica alle mani co' Turchi f-ntUam^ iniilri intercfsati nelle merci rapite, altri fingendolo d'efiere, fi profitta delle querele, cos pretendeuanod'eC ^ll^^^^J^Jyxom^ quella Corte Sephitca'Ccrc da' Venctiani della iattura rifatti. Tuttauia ad Almor Na^cqmet- rii Bailo rufc facilmente fopir'il rumore, parte colla ragione che difiingueua il calo dalla colpa, parte per la mutatione di ^iU X/ Bailo, R, che conftjle per qualche tempo l'Imperio j mentre ad Achmct defonto , pretermedi due piccioli Figli, Muftaffi fuo Fratello fu foilituito. ALi in Venetia intefo con grane commotione il fuccefio , e cadendo il biafimo fopra il ritardo di muouer da_* Lelna l'Armata, e niente meno fopra la fcorta negligente delInquifitore, per lile Galee fottili, fu inuiato Pietro Fofcarini quidare, fc vi foflero colpe de' Capi ^ al Zane fubrogato ilVe-niero nel Generalato, e per ci vacando il gouerno delle Nani, a Francefco Morofmi reft demandato. S'armarono m oltre al ^^^^^ altre Naui, e Galee, col Galeone, detto il Balbi , d vaiic'a^fs^f In tutte le Corti s*inuehiua poi per nome della_. gerl alfe fbflma molc Corte de' Rcpubica, che forco il manto de Trattati, e d Pace, haueffeYntnctp, e perJ.Q niirato Minidri Spagnuoli a pi fieramente colpirla, ^1'' r ro centra le r arrr antom di cfic Certamente a' Principi Italiani ne la fortuna, ne 'j,a. Amba^f loro piaceiiano 5 partendo Simeone Contarini dell'
lo
fcampo,
&
fciata
LIBRO TERZO.
(iciata di
127
Sanato gli ordin di vifitare Cofimo Gran MDCXVII (luna , e ritiiDucijc'haueiia denegale le proprie Galee all' jrati alcuni danari , prima inuiati a Milano per afi fiere a Fcrdi-
Roma,
il
'iiando.
Cognato fuo. Indi pafs a* Duchi d' Vrbino^diModona^di MantOLia^e di Parma, facendo a tutti conofcere->5
^^-tlido
,
imita g*
Itatiam
Vinilromento pik
\
delU firanicra
ad
vntrc
pazienza de Principi
che com--
Iprcndeffcro quanto
\uncia
offe fa
che gi-
Ma
fi
pu
maggior dipen-
denza, non fapeuano , che augurare tempi migliori alla coillune falute, ogn'vno la Republica^ compatendo, ma neflll- copdfitaye ih muoucndofi. Dunque la maggiore fperanza fi riduceua al- non foccor fiHol. [a la diuerfione nel Piemonte, doue i Venetini impartiti, oltre allc^
I
lafi
menfiiali esborfi, altri ottantamila ducati alDucadi ftraor- diuerftoni dinario fiDuuegno gli haueuano dato il modo di tirare vn al- nel Pie" monte tra volta il Dighieres in Italia, e di fi^ftenerfi in tal vigore di forze , che mentre il Toledo haueua ancora le genti a' quartieri, attacc San Damiano j Terra cmta dgrofi'a muraglia oue l
i
Duca
tacca
at-
reftando quefii fotto le ruine d'alcune^^ Damiano Cafe miferamente fepoko , il Prfidio fenza Capo , dopo cinque giorni di batteria cede ad vn furiofiffimo afialto Il coragDighieres haiicu con la prefeilza decorato Timpref^ il gjumenDuca, nella coriquifta fcorrendo tra primi , hebbe fotto ve- ie il coru cinija cifo il Cauallo cori perdita d'alcuni pochi foldati, che, coin nomi ofcun , reftarono al folito neh' obliuione fepolti , la Piazza, porta a faccOj fubito fu demoHta j e dcuaftando il Duca il Paefe, aftrinfe per mancanza di viueri ilMortara, il Daualos a vfcire d'Alba , dou erano entrati con quat- appianatromila huomini Hora , trouandola con foli mille foldati tala Paz Monferrini, tramifchiati alcuni Alemanni,- fece dal Conte di zajs'au-: San Giorgio inueftirla e poi vi s'accoft coli' Armata Il zaad^L ha.
,
.
ma
San
&
tf
Gouernatore
,
Gior gio ma di Guido Capitale Nemico , moftraua apparenza^ di_ volere fin all'eilremit ibflenerla f ben guafi aperta, cinta
,
per
128
MDCVXII
per dal Tanaro, e da altri piccioli riuij in tre parti . Gli Alemanni alloggiauano in fortifcationi di fuori, e da gli habitanti vna mezaluna fi difendcua. Lepioggie , che^caufando altiffimi fanghi , ritardarono per qualche giorno a gli alfedianti la condotta del Cannone ,e gli attacchi, impedirono anco a gli affediati il foccorfo > onde per mancanza di mu* fnimpa nitioni furono aftretti alla refa . Dalla Citt pattuito certo rontfu. danaro pe'l H^cco, e che la guarnigione non foffe Francefe, partirono ^i Alemanni con armi , e Bagaglio . Subito la Terra, di San Germano , doue folli al Ducavn intelligenza, fi vita d' ^'' alla larga, e nel medefimo tempo quella di Monintt&igen- de inueftita z a non ec- tigho fi dal San Giorgio affalita, Quj prcfa la Terra^nonfoctipat.t da ftenuta, che da quattrocento huomini Monferrini, il Cartel\San Gerlo s arrefe doppo aperta la breccia, per la cuftodia della quacoUnnie^ le inforta tr'Francefi, e i Sauoiardi contefa con morte di Ailetiglto pi di cento per parte, tra le loro difcordie anco lafedesm a rederfi attaccati franfe , perche , entrati confufamente nello fteffo Caftello, \d9fi fan- tagliarono a pezzi il Prefidio, Il Dighieres dopo tali progHfn[iLj gred ^ acquali affift colFopera , e col Configlio, fi reftitui zujfa tra Samiar- al fuo gouerno , mentre in Francia la Corte, per difapprouare diyc Fran* la ^\ lui partialit a Sauoiardi, gli haueua fofpefo diuerfi appuntamenti, e profitti. Il Toledo , trafcurate le ftragi, e le iatture del Monferrato, non volendo per gli altrui danni confumare prematuramente le forze, e logorare i propri j vana ripofare TEfercita fino al me taggi, attefe a rinforzare , air bora vfcito in Campagna cinfe Vercel^,_. Qwerna- f di Maggio, it^re liMt\\ d'affedio. A' primi pafl di lui a quella volta v haueua fpinmofchettieri con ducen^f/ ff^- to felicemente il San Giorgio mille
\
&
&
dia
tela .
^^'\to
cauallij
il
&
onde a quattromila huomini afcendeuailPrefidiOy Duca, nella Terra di Gabiano accampato, miraiia ad
tagliar a gli
Spagnuoli quel paffo im^.i5^/^rrf4 portante j ma trouata la difefa, megho di quello , che fupmemt /^'poneua, difpofta, non volle impegnarfi, per ilare pi pronm^iS'pa foccorrere la Piazza battuta^ e tanto pi che,Tcopert^ ^t^/oc- v\irie infidie, conueniua col penfiero,e collopera agitare in 'M'i parti. In Santla particolarmente alcuni Officiali Franiutrirl^. haueuano concertato di dar fuoco alle polueri ^ far ti ti -1
^^^^j^^^J
c^ U
pngio-
LIBRO TERZO.
prigione
il
129
ritrouaua , e confegnar- MDCXVII] a cui ien o a gli Sr^'ignuoli) the doueuano fopragiungere , per fpalleg- de diuerfe giarcildifcgno. Mafcoperti i rei per giuditio della natioue.^ infidte medcfima, alla fentenz^ della quale il Duca gli fottopofe^pcr mano del Carnefice pagarono la pena Anco vn tal Prouenzale fu pofto prigione 5 perche tentafle corrompere alcuno, che a Carlo porgeffe il veleno . Egli per tra tutti gli accidenti propalaua grande coftanza, e profcflaua dell'infidie del Go- feniacYol tarlo per uernator di Milano voler vcndicarfi con Armi degne di Prin- mai dalla cipe Il Toledo 5 con largo giro ferrato Vercelli, difpofe bat- [uacoflanterie in quattro parti, alle quali con molto ardire contrapo- za. vien rene nano gli af ediati le loro , recandone vccifo Garzia Go- \prefoardi mez 5 Generale dell'Artigliena degli Spagnuoli, e cosi mala- tamctcda mente ferito Alfonfo Daualos , che mori poco appreffo . Con gli ^jfediati fortite poi tentarono di fcacciare gli Alemanni davn PoftofopralaghiaradellaSefia5e riufc loro diftruggcrevn Forte, ma fu preftamente rimeffo . Gran circuito di Fortificationi efteriorimuniuano la Piazza, anco alcune trincere^ teneuano al poffibile lontani gli attacchi Ma da gli Affedianti s mdrizzauano particolarmente le offefe verfo il Baftione di Sant'Andrea fotto il quale nel dubbio di perderlo haueuano i Difenfori efcauato la mina, accioche di fepolcro feruire douelle pi
fi
&
|li
Nemici Nella Piazza non poquali abbondanza ogni cofa dopo foli fedici'-z^L meno giorni d'afledio la munitione mancaua , e fi conueniua collo' '^^'^'"""' ftagno, e con pietre, in vece di palle, piombo, caricare il tione^ cannone & il mofchetto Carlo , per prouedcre nel modo migliore almeno dipoluere,fpirifeilSignordiFleuri conducento Causili, &: altrettanti ficchi Ma da vna partita di Spagnuo- ma coftj incontrati , a' colpi de gli im hibugi prendendo fuoco la pol- fanefiofoc corfo nc^ uere,cheportanano in groppa, trenta foli entrarono, e gh al- vie prone .,.,.... tri per la maggior parte con mifcrando fpettacoloreftaronol^^^'^ Piazza jarfi. Hoi-amai quaranta grofli Cannoni con empito grande-^!f ri'iietche lacerauano le muraglie ma due mezze lune brauamente fifo-^/ a %h a[~\
torto
,
che
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alloggiamento
a'
tutofi introdurre in
'
ilteneuano, in vna iortitj reftando da quei di dentro tagliati cefi-.] "^"' trecento Alemanni , con cento cinquanta Caualli . Quella, eh moliojiin-i
il
g:is
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ori
I
fu
occuoatada
gii aila-^^'^^^,
-'^'
htori.
UO
MDCXVII litori
5
e riguadagnata dagli aflediati , Infine, volata vna mina, vollero gliSpagnuoli con geiierale affalto tentare la Piazza. Cometeneuano pari motiui, cos non fu difuguale il valore 5 di chi lo diede 5 e di chi lo foftenne^ perche, f quelh
erano incitati da' premi] della gloria, e del facco , veniuano queftieshortati dalla falute di loro medefimi ideila Patria, de'' Lungo tempo vi s' adoper pertinacemente il ferro, ci Figli confpargimento di fangue^ magli Spagnuoli conuenfuoco cadendo^ ritirarfi , Se all'hora cento Corazze , fortite nel foffo , cori .. nero acne poco ^nimerode l Spada alla mano fecero molta ftrage' Mille cinquecento ^l .^/^-ihuomini, e tra quefti alcuni foggettidi conto, perirono dal ^plggia-^^ parte di Spagna, tra gli affediati , i morti di poco eccedevi; ^%^- Irono cento. Il Duca in Liuorno fi ritrouaua con dodici mila Caualli , a' quali s'aggiunfero tre '/''''^^f'^'*' Fanti, e mille cinquecento ILl^f! milaBernefi,& attendeua di Francia rinforzi, perche, fciolto 7ii:mcYodi con la morte deirAncre il fafcino del gouerno s'alterauano fijf^'^^^f' Gi s' accennato quanto preualeP le maffime,ei Configli queftoftraniero nelRegno A fuo arbitrio ftauanoFarmi^ jfe \j^re\jc:aL d' -fi fpendeua il danaro, le cariche fi difponeuano^ onde hauendo dipendenti da f i principali Miniftri , la fteffa Reina nella ^'J^^'^.;^'J^ no delia Al lui fufiiftenza haueua ripollo il vigore della fua autorit; e' \^j-'rama, Egli purc pretendeua dafc fteffofufiiftere, tenendo piazze, naio'Tm-Boucm SU le frontiere, c militie efterne , che non riconofceua-: Ma iw generale Fodiauano i mrfaime- uo, chc il fuo nouie , c gli aufpitij MdiHttu Popoli,e Fabboriuano i grandijgli amici ftefii della Corona de-. {uA^%L teftauanolefuemafime. Ad ogni modo,hauendo nella filut /rzz^ ne fua intereffati i Configli di Spagna, credeua nel fauore di quella jauor -^^^ Monarchia di godere forte prefidio, n mancauanodubijiru' ^^J?''!^-' alcuni, che penfafe di farfi temere, quando crede/Te di non uuiefchi trouarf in Francia ficuro , e che a gli Spagnuoli poteffe vender ^^ ftcffo,le Piazze, il Regno a grandifiimo prezzo Almeno' ^''m7n'^d et fionda di Cm^cZ ci nel R Lodouico venne inftillato, il quale
'
\da.iu
co-
Madre,
S7rpf/'^^^^^^^^FPuerili, lontano dalla cognitione di qualunque negoA^r^oXa tio.Egli per malinconico di natura, e amico difolitudine, va-
'J"^^^'o-lgheggiaua quclFautorit , che ancora non haueua goduto^ e' tra FAncre acerbifsimo? WalJ.Z'. i pafcendofi di fofpe tti, no driua con
LIBRO
odio
.
T E R
illiifire,
Z O.
Iji
fuoi coetanei, e
che MDCXVII
s'erano feco allcuati^cominciaiiano a trouare ftrano diferuir* al Principe 5 e che legratie dipendeflero dal A'iiniftro . Andauano perci di continuo , con cenni furtiui , con motti tronchilo con occulti colloquij, in modo perocch Lodouico intendelTe, cenfurando il prefente gouerno , lo Stato del R medefimo fotto l'altrui direttione, e tutela. Tra tutti preua-
Signor di Luines, Gentilhuomo d'Auignone^di nonalti Natali, appunto introdotto appreflb il R, accioche con le caccie ,con gli vccclli , e con altri minuti piaceri lo tratteneffe Ma egli con quefti l'irret in modo tale , che fece prefto tutto il Regno iua preda. Corrotti alcuni domeftici dell' Ancre , gFinduiTe a rapprefentare al R le attieni di lui , i difegniji mezzi di conferuarfi nel pofto , con tanto horrore, e fdegno di LodouicOjancora inefpertOjche non credendoli (curo della vita 5 e del Regno, rifolfe con pronta efecutione leuarfi cosi temuto Miniitro dinanzi Fra pochi fu la fua morte il R vi s'indufse per defiderio d'efercitare il fuo conchiufaj arbitrio e far pruoua della fua autorit ; Luines fper d'hereditare il fauore , e le fpoglie , &il Signor di Vitrij , Capitano delle Guardie jche fi caric d'ammazzarlo, cred d'obligarfi il Giouane Principe delle Primitie del fuo comando Dunque fallofamente entrato, incerto del fuo deftino, il Marefciale nel Real Palazzo del Loure il vigefimo quarto d'Aprile, fi vide chiuder dietro lefpalle la porta, e nello fteffo momento, fingendo Vitrij d'arreftarlo, cadde l'Ancre eftinto da colpi di tre piftolle. Non cosi torto il fatto fidiuulg, che la Reina Madre dubbiofa di f medefima, proruppe in diluuio di pianto.,
Jeua
il
.
a/ta rela-
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dife-
chiude
di Ivi
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confidenti, temendo lo fteffo caftigo, confufamente fidifperfero Ma il popolo, che ad ogni aura fi muoue, diuulgandofi il R tradito, e ferito, prendeua l'armi, quando, adicurato da' pili vecchi Miniftri, che andarono per le ftradeac quietando il tumulto , cambi il timore in applaufo , e detettando la vita, e il nome del morto, diede aconofcere,che
.
fblenniz'
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diiicatOjche ad ognifoi*j
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ammorba. Il Cadauere_^, polo COPIAI ignobilmente fepolto , fu ricauato, e lacerato in minutinomi \applanfi.
\
&
pezzi
^ijz
per leftrade le ceneri a vendere, comprate da molti a gran prezzo, per isfogare Fodio publico,e le priuate vendette Il R grandemente godendo^che il giudicio del popolo giuftifcaffe la violenza del fatto , allontan i confidenti del
.
morto 5 e tra quelli il Vefcouodi Luffon, che fi riLa Marefciala fu publicamente decapitatir in Auignone ta, e la Reina Madre a Blois rilegata. All'horai grandi che
perl'arreftodelCond s'erano allontanati, fi reftituirono alla Corte. Il Principe tuttauia non fu liberato , perche il R, contento d'hauer' vna volta conofciuta la fua autorit , lafci l'apice del fauorea Luines, equefti, colFarti folite meditando di ftabilirfi nel pofto,voleua per prezzo di due cosiilluftri prigioni mercantare con entrambi le fue conuenienze Con queila mutatione la Francia fi poteua dire reftituita a f fteffa, e guadagnata all' Italia , perche \1 R ftaua molto adombrato degli Spagnuoli per le loro confidenze , fcoperte colla Madre e coll'Ancrej i Principi riconciliati erano aflaipropenfi aSai progrefl dell'Armi del uoia, Milanefe faceuano giuftamente conofcerc alla Corona , quanto del fuo interefle , e decoro, fin ad hora negletto, fi trattafle. Pertanto, intefi i pericoli di Vercelli , il R Lodouico coir Ambafciator di Spagna s'efprefie Che quando qualche pronto componimento non fi
.
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fr elegger
Samia
&
onde (i di
chiaracol-
farebbe aftretto d' adempiere /' obligo fuo , manutenenl' Amba- trouaffe fctadoredi do a Carlo il trattato d' In quefto mentre permife al Afti
,
.
j
'
lene di Francefi voleife , a' confini della Sanoia inui feimilahuominia piedi ,edue milaa Cauallo, per U'^ca, tn-\ calar' in Italia il bifogno portalfe . L' Arciucfcouo , quando driz^z,andi Lione, andato a Roma in gran diligenza, partici p al Pondogli tefice le intentioni del R a fauore del Duca 5 e vedendofi vn datefche Giouane Principe, che inchinaua alla guerra, e prendeuadel Pontefice Gouerno gH aufpicij dal fangue , ogn' vno credeua, che femaneggia guitalTe vna piena d'Armi in Italia, aperta rottura tra le fi coti ferCorone Per ci non folo il Pontefice iriigoriua per la pafiere perla ce gH vffitij 5 ma paiiauano d' vnioni alcuni di quei Principi Wace, (& in particolare il Gran Duca) che ftimauanod'hauer'offefa la Francia , con adherire fouerchiamente all'altro partito . Gli Sp agnuoli, prima apprendendo le minaccie di Lodoui co ,
porge
il
Spagna.
Duca quante
&
braccio al'
'^ol.
&
per
RO
TERZO.
IS3
MDCXVIIper mitigarle > oftentando defiderio di Pace, poi afficurati,' che non cosi quieto fitrouaffe ilRegno, che nuoua crifi non haueffe ad attendcrfi in breae, anzi promouendola conartiv con amicitie , e danari, e conia fponda d'alcuni Principali con tutto miniftri, che difmclinauano dall' ngerirfi nelle cofe d'Italia, ciogliSpa pinoli nm progredirono neH'affedioyene'loro difegni. Veramente jfu- tralafiiabito fedato il primo bollore de' Francefi , trafpar Fintentionc nodiprofd] gtiirefotto pili fecreta, di non lafciar perder' l Piemonte , ma di non Fer celli, romper con Spagna. Cosi tra l'apparenze, lemoffe, e gli of- gi vicivO fitij, Vercelli cadeua , perche erano horamai pi mezze lune a render/i occupate ,-i Napolitani col loro attacco sboccati nel follo teneuano nel Bailionedi Sant'Andrea la breccia aperta,- e verfo il Fiume altra pure n'haueuano formata i Valloni Il prefidio dalle fattioni , e da' difagi appariuagrandcmeiite diminuito, e per mancanza dipoluere s*haueuainfin conuenuto leuarla_j dalla mina fotto il Baftione predetto . NcfTuna efperienza , per ^^ C tir lo riiiutrodurne furtiuamente al Duca^ ben riufciua , onde applicato Johedaf. jalla forza, s'accoft al Campa nemico di notte, e (tendendo ,M^^ ^\ 'lungo la Sefia-noue mila fanti , -con mille quattrocento Caualli , ^//^gfl' edieci piccioH pezzi. Tre mila fanti, e quattrocento Caual-j wmz a^^ li erano deilinatr al foccorfo, e ftauano nella retroguardia i ''"' Francefi fotto il Marchefe d' Vrf il Signor di Chiglie, il, Baron di Rairan, e gl'Italiani, condotti dal Sergente maggiore del Marchefe di Calufo, e dal- Signor di Parella. QuanreH.t f^do il Duca fece dare all' Armi, in pi parti fi diuife la retro- prafaito jguardia predetta, e. fVrf paffua laSefia, incontrato da vn nel prijj-ir delU ''SeIgrofo di Caualleria 3 aftretto a combattere j.reft con perfta. jdita di feicento disfatto. Ma mentre a quefta parte acudiua[no gli Spagnuoli, entrarono mille huomini in Vercelli dairaltra, con qualche poluere , f bene non pari al bifogno. Non iper quefto fi rallent dal Toledo l'attaccoj anzi, con altri venti cannoni rinforzata la batteria al Baftione di Sant'Andrea, fece dare vn'altro afsalro cosi vigorofo, che gli riufci veder' nndcnfuoi foprala breccia alloggiati . All'hora la Piaz^za capitol, dofi finale abbracciando fotto honoreuoli patti ladeditione della Citt, mente a e Cittadella Dur:!' aifedio du.e mefi 3 fi fpararono feflantafette putti in Piana V. mila tiri d' Artiglieria , e vi morirono degli aggreffori fei mila
\
\
&
^34
MDCXVII foldaci,
DELLHISTORIA YENETa
\Teme
d'
Gon feffantafette Capitani, oltre alcuai (oggetti d] Giouan Brano con grofTo Prefidio v'entr per Goucrconto. natore. U Marchefe di Calufo , che n'era vfcito, non oftanteil fauore del Padre 5 conuenne per qualche tempo sfuiggire la faccia irata del Duca , ma non effendo reo 5 che di mala fortuna, fu Il Duca da quefta nella priftina gratia ben prefo rimefso per apprendeua confeguenze-jdita fifentiua colpito nel vino , peggiori 5 temendo, che A-fti fofle dal Toledo aflalita, onde
&
rinfoT"
SoccorJ
e per diuertirne ilpenfierOjC per moftrare coraggio nella cattiua fortuna , trouandofi con diciotto mila Fanti , e tre mila Caualli 5 affai confortato dal Dighieres , che , con affenfo del R
FrAHcefi,
I
haueua condotte alquante Militie al alcune Truppe, che teneuano Tlnfegnc^ foldo del Duca, rifilued' entrare nel Milanefe Lafciatifi addietro AnReali , deliber d inohrarfi nel MiU- none, la Rocca, la Rocchetta, inueftiFelizano, doueda'Franvenuto dinuouo
in Italia
5
&
nefe,
cefi rotte
& aperte
le
baricate
e trincero
reftarono infieme
done con
I
'
felicit di
progred
'fitt&mettefl
molte
,
Terre
cinquecento Alemanni tagliati con priacquifto dinoue Bandiere . Indi affagionia degli Oifitiali, Terra aperta, doue alloggiauano altri trecenlitaQLi^attordici, to, lafciate TArmi furono aftretti a promettere di non militare pi contra Carlo Da Renfracore , che pure s'a^rrefe , fi lafcia.rono partire ducentoSuizzeri,coirArmi,&Infegne inhonore dellaNationejCon la quale haueua il Duca alleanza. Il Toledo, che nelPaffedio di Vercelli haueua ftancate, e diminuite le forze , teneua alF hora le Militie ripartite in pi luoghi a
con
&
rinfrefco;
ma commoffo
dall'ardire del
Duca, ammafs
ia-*
b^jeMoli a
ricomfen-
far la perdita
.
di Veralli
/entit
xtHamen>
te
;
dalla
Re^nhlica
Soleri TEfercito . Soffri ad ogni modo , che Annone fotto i fuoi occhi cadeffe 5 luogo debole, ma prefidiato da due mila foldati, che, dopo vnabreue batteria di fei pezzi, vfcirono, faine le vite , e l'Armi . Cederono ancoaRoccad'Araffo,ela Rocchetta con fpoglio di cinquecento foldati QuefU fucceffi feruiuano a grande riputatione di Carlo, che fem ore fuperiore alle difgratie appariua ; ma effetto dello flrepito eri_, compcnfauano la perdita di minore il vantaggio , perche non Vercelli, non folo dal Duca, ma da* Venetiaai fentita nel viuo . Ad ogni modo per foftenere la grauic nel negotio , vguale alla coitanza degli animi , il Senato con affenfo del
.
Duca.
LIBRO TERZO.
Duca dopo
le iniiafioni
135
MDCXVIIj delFOlfuna , la preda delle Galee, e che ritrat la refa di Vercelli, riuoc i poteri al Grittidi ncgotiare in.- tx in Sf4' gna le neSpagna la Pace. Sopra quefto maneggio, per efpedir'a Ma> goiiatieni drid le facolt neceflarie, s'era l'Arciduca portato in Corte della Padeiriniperatore Marthias, &iuihaueua pretto, che in faccia ce, Imperatf' fua r Aiibafciatorc della Republica non affiftefic alleCappelrenyuQl Je., 6: all'altre funtioni , Ma Tlmperatore , non amando dalla ijn\)edtre Ammediatione trafcorrere apartialit^volle fempre continuarne bafciator Finuito. Premeua lo fteffo Arciduca nell'Animo altri maggioVenete le ri intcred , perche tutta la difcendenza di Maffimiiiano Secon- pHbliche do, f bene numero fa, mancando fenia pofterit , la fortuna AffiftLCt bench t'e-\ deir Imperio doueua nella Cafa di lui trafportarfi , Per quefto tatone dal a gli Spagnuoli ftringeuafi co* Vincoli pi confidenti , ed effi C jlrctdtt, appunto lopromoueuano con certa fperanza di ridurre allo- cacheflrin^ ro arbitrio l'Imperio , quando in Ferdinando cadeffe Alber- g fi femto , e Madimiliano Arciduchi, Fratelli di Cefare , mancando di pre ptal' prole , gli cederono facilmente le loro pretenfioni, e fperanze, la Sfa* gnatmedi. ma non era facile indurui Matthias, che mal fentiua il difcorfo tando per di celebrarglifi ( viuendo ) i Funerali airautorit,&al coman- opera tiel.
I
'
'
li'
'
j
'
do Gli s'infinu tuttauia la ceflione del folo titolo di R di UflefJaU fiicceffions Bohcmia , a diuertimento di quegli accidenti , che alla Reli- all' Impegione, e alla Cafa, foprauenendo la morte d lui, poteuano ri, neir Interregno temerfi ; perche, non cffendo ben certo, s*elcttiuo fofle, hereditario, poteuano commuouerfi gli Animi, aflai pronti de' Popoli j e f nell'altrui mani cadelTe , in Principe Proteftante,portaua TElettione medefima d'Imperatore gran rifchio nella parit de gli altri fei Elettori, diuifi tra i Cattolici, egli Heretici ftefli. A cosi gagliardi motiui lafci Ce- Da Cefare eflarque ili fare finalmente indurfi amagli Spagnuoli, f bene con ogni ferTitolo di\ uore tendeuano all'efaltatione di Ferdinando , non lafciauano R di BgJ tuttauia i loro vantaggi d vifta j impercioche, parendo necef- hemia, richieden\ fario laflenfo del R Filippo, nato d'Anna, Figliuola diMaf- dsne gli fimiliano fecondo , richiedeuano per preftarlo grandillime ri- Spagnuoli compenfe A tal titolo fi diuulgaua , che le Terre delUftria per accoHfemirloi farebbero loro cedute, colla Contea diGoritia,ecoldipi, gran ricoche l'Arciduca poffedeua in Italia ; ma ci non miraua,che pen/e. a^jar gelofia a Venetiani , f bene in effet to tutta la Prouin.
eia
, ,
1^6
MDCXVII eia f
deli;historia veneta
ne eommoueiui, per dubbio d'effcre ftretta in Terra e in Mare tra Fortiflmi ceppi. In fecreto poi tra TArciducanchiu^ca, ti Conte d'Ognate fu ftipulato l'accordo, che contene-
tamenuh ua la ccffione di Filippo delle ragioni fue fopragli Stati HeTM/r/?f(?.'reditarij di<}ermania5 a fauore di Ferdinando , e Fratelli, e
'della loro
difcendenza
rdoueuano nella
jierano preferite
ifi
mancando ^ricader Cafa di Spagna, Femine fteife all'altre, nate m Germania. In ricompenfa
virile
y
,
ma
quefta
della quale le
confegnare 1* Alfatia a gli Spagnuoli,' e di mantenerli in pofTefTo ; s obligauano a concederfi leuate reciprocamente, e che iVno non beneficherebbe i Vaffalli deiraltro, che per rinterpofitione del proprio Principe^-^de'Miniftn. La parte per che air Alfatia fpettaua, non fi punto efeguita per dubbio di troppo altamente comuoucre i Principi dell'Imperio, e tutta l'Europa. Ad ogni modo penetrato ildifegno dVnire le Cafe, e d eftendere i confini , tale fu la gelofa di molti Principi, che quefto trattato pu con ragione chiamarfi la Pietra fondamentale delle calamit di Germania , &: l'origine di grandi accidenti. Ma per lo negotio conia Republica proteilatofi a Ferdinando TOgnate , che non doueffe per altre mai'fpedini, che per quelle di Filippo paflar'il maneggio, fifpeditoin fieinSpagna fer la Spagna il Conte Francefco Chriftoforo Chefniller, per Ambacmp/itto fciatore ftraordinario di Matthias, e delFArciduca, che in auuene del/a^ Pace co la nire, chiameralTi R di Bohemia, e portaua tgi rifolute l'intenRe^Hlica tioni di Matthias, e del Glefelio fuo primoMiniftro, che per ogni modo la Pace fi componeffe. Ma in Madrid non mancauano intoppi 5 perche iMiniftri Spagnnoli pretendeaano , che -da* Venetiani primxa l'occupato fi reftituifTe, poi da Ferdinando s'adempiefTe Paccordo^ fenzaper ardere le Barche, n fcacoare,che alcuni pochi degli Vfcocchi, e per lecofedel Piemonte infifteuano nei difarmo del Duca , dopo le quali cofe offeriuano la reftitutione <x\ tutto , fen7.a per prefcrittione , & manegaccor\giata tra obligo dal loro canto di deponete l'Armi ^ ma il Gritti , molte dif- gcndofi,chcvnitamente mirauano al predominio in Italia, a ficolt. confumare nelle gelofie i Principi, fofteneua,che doueffe a quiete, & a ficurezz,a comune concertarfi \\ difarmo anche del Milancfe, e quanto a gl'intereffi degli vicocchi, infiiteua,chc foffero
promctteua
di
'
&
cfpul-
IB R O T E R
facilit
fi
Z O.
U7_
MDCXVII
i
cpiUe quelle tre fortiTche la Rcpublica hauciia gi dichiararaccordato te, e che vcnifFe adempito nel refto precifamente
in
Vienna:
A qualche
proponeuadalLerma,che
luoghi deiriflriafoflero da Veneti refi : all'hora Ferdinando adempiere dal canto fiio le promeffe , e poi anco dal Friuli fi ritirafero dalla Rcpublica l'Armi, la parola del fiio R caute-
lando Tefccutionc del trattato. Ma inquefto procinto peruenuto rauuifod'eilere gli Olandefi felicemente approdati in Ita- pramoff ^articolar lia, il Lerma alterato proteft al Gritti,che non conchiudenmente dd do in vn giorno hauerebbe per rotto il trattato. UAmbafcia- Duca d tore dolendofi , che i me2:zi di neceflaria difefa fi conuer- Lermao tiflero in preteili d'ingiuftiflima guerra, fi moftraua affai indifferente, che la negotiatione fi continuafle, s'interrompcffe . Il Chefniiler lafciauafi intendere 5 che fciogliendofi in Spagna , hauerebbe Cefare riaiFunto altroue il maneggio , e gli Ambafciatori di Francia , e d' Inghilterra mostrando di marauigliarfi , che con tant' alterezza dal Lerma and V Aroftighi , Secretario , a fcufarc col fi procedeffe , a fignificargli per nome del R, Gritti'l calore del Duca, che non haueua altrimenti per recifo il negotio , ma che_>
&
ifolo
riferbaua facolt d' approuare i partiti difcorfi , quando fapcfse , che fofsero dal Senato graditi L'Ambafciatore all'incontro difapprcuaua le propofte vgualmente, e la forfi
.
ma . Onde il Lerma conuoc finalmente il Nuntio , l'Ambafciatore di FranciajC quello de' Venetiani j a' due primi eshibendo che per Sauoia il Capitolato d'Afti alterare nonfidouefsejC per Venetiani ,reftituendo efli la met de* luoghi occupati , e poi il refto in due volte js'andafse anche da Ferdinando interpolatamente efequendo ci , che ne gli anni addietro in Vienna erafi gi conuenuto . Di ci il Gritti, niente contento, chiedeua,che Ferdinando prima ftabilifse in Segna il pattuito prefidio, che all'hora la Republica vna Piazza lafcierebbe neiriilria,poi tutto ilrefto eleguito 5 ritirerebbe da ogni luogo le armi. Sopra ci, non difsentendoui il Lerma, furono efl:efi alcuni Capitoli 5 ma negli affari di Carlo foftenendo V Ambafciatore , chc-^j per li nuoui accidenti era necefsaria a' Capitoli d'Afti qual- rena il che cfplicatione , aggiunta , s' aren fopra quefto il negoto.\fratiaio.
&
In
, ,
ij8
AIDCXVII
DE L U H
5*
T ORI A VE NET A
d
Gritti la
ri-
In tale conftitutione di cofe in Madrid giimfe uocatione de' poteri perche iVenetiani, el
Duca,
eflendo
Miniftri Spagnuoli efacerbati aH'eftremo , amarono alla Corte di Francia^ doueil goiierno e fi tTAS- trafportarlo pi tofto ferifce in 'cambiato dalia adito di fperare maggior applicatione alle cofe "Brandt, d'Italia e Dunque fu folamente al Gritti comineflb di ratifica-
centra
eftendere cij che in Parigi da gii Ambafciatori Bon, il R Lodouico fu afficurato e GufToni fi conchiudeffe j , fopra il punto del difarmo contento, nondifche refo Carlo
re
,
&
&
Cradifia,
ridstta al
l'sflremo
Senato da quanto circa gli Vfcocchi s' era in Madrid abbozzato , folo per gli nuoui emergenti aggiungendo le re ftitutioni deXegni, e delle Merci, dairoifuna trattenute, ^^ predate, gi che non poteuano dirfi giufte riprefaglie, mentre fi dichiaraua la Spagna non tenere con la Repubiica inimicitia, e rottura. Trattanto, ridotta a gli vltimi languori Gradifca , i Comandanti Auftriaci impiegauano ogni potere, per foftenerla. Non riufcito ad alcuni foccorfi furtiuo ingreffo, deliberarono, paflando di qua dal Lifonzo con [ticento Caualli, e quattrocento fanti forbiti, di tentare le linee , per pafTare al foccorfo , ma dalla Caualleria, che le guardaua, rifpinti, riufci la fattione aflai fanguinofa Morirono de' Venetiani Marc' Antonio Manzano , Pietro Auogadro , e
fentiua
il
.
letiengo-
m impedi
tiijiccorfi
Leonoro Gualdo , foggetti di Nobiliffima nafcita , e Capitani tutti tre di Caualli. Nel refto la perdita non appari difuguale. La notte feguenre, volendo gli Auftriaci replicare
1'
daTeneti,
alcune delle zattc,, che gii traghettadall'altra parte pocoappreffo . fecero sforzo fopra le Batterie, le quali mfeftauano Rubia, e nel pi auanzato ridotto fugate quattro Compagnie di Suizzeri, forprefe in negligentiffimo fonno, vccifi alcuni Bomattentato,
la
rottura
d'
uano, ne fofpefe
l'effetto
Ma
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I
I
fem
nei
^jf'^ltti
,
prcprtj
V*^rtieri
che procurarono di refiftere, s'internarono nel ^^artiere, e fino alle ilanzedel Land, doue furono foftenutida alcuni Corfi , infinga tanto , che Don Giouanni , venendo al foccorfo, gli oblig a ritirarfi. La batteria ffubito ricuperata, e dilxhiodati alcuni Cannoni, c'haueano malament^.^ confitti, volti contra i Nemici, fecero tra loro grande ftrage. IlMarradas,& ilD'Amp iere, fempre a nuoui tenta tiui jp~^
bardieri
5
"
plica-
LI
plicati,
R O T ER
alla
I5P
Mainix/.aj.paflarono il Fiume 5 MDCXVII troe fcortando alcune prouiioni con groffo Corpo di gente , hauuto il folo incontro di poca uata mal guarnita la linea, Il Naffau Il MarCaualleria, F introduflcro felicemente in Gradifca Mofchctticri, di radas in fu comandato pe*i Ponte di Fara , con fcicento
gituio vn Ponte
&
ma
lefegui fuori di
tempo, e
gli
Alemanni,
t reduce
pru.tfioni
'
calore della Piazza guadato il Lifonzo , per gli Colli del Carfo fi ricondufero a'ioro porti. Da ci animato il Marradas con ottocento Caualli, e cinquecento Mofchettieri affali fopra i Colli medcfimi alcuni Quartieri, penetrando qualche trincea e f bene fu all'hora rifpinto, replicato per il tentatiuo , pot
nella
Piaz
introdurre poluere, e farina per la via di Dobred nel Forte Stella, donde poi fu trafportata in Gradifca. Il Campo de' Veneti Efcrcito da' patimenti li trouaua indebolito, e g\\ Olandefi ^;xn\co\^Y~ ^eneto,$er ^ mente, non auuezzi a quel Clima , erano combattuti da varie j^^^f il debilitato. infermit, delle quali pure il Naffau in Monfalcone mori, jLando cadde graucmente indifpofto. Conuennero per tanto ri-
&
|(tringere
'radas
abbandonar San Michele ^ dal che il Mar- rifptnge i Quartieri, & arguendo maggior debolezza, prefe cuor d'aiTalirli, ma mniimecon morte di trecento dcTuoi fu brauamenre rilpint:?. Prelen ^JJ^^^' itendofi poi, che azzardare difponeffe nuouo foccorib, i Vene- ^iri^|f.,^i ti vollero incontrarlo appreffo San Martino con trecento Fanti c^n jtragt
llbtto
Oratio Baglioni. Scoperto il Nemico, pi groffo di quello sliaueua fuppolto, che per obliqui fentieri fcortaua certa quanil
^^^^^^^^'^^
co,
fafPi
'/^''^
n-
Principe d'Eftc, ritornato al Campo in luogo del Medici indifporto, fece auuertire al Baglione, che fenz' impegnarli andaffe cosi trattenuto , ch'egli arriuar poteffe con protit di farine,
niioui (oc-
corfi dello
fiefo.
!
portionato rinforzo. Ma non dkdo, tempo all'anuiio Tardor de' e la Nemici; onde attaccato il conflitto, i Veneti, che per attrauer- pHgna^ri^ fare pi venute fi teneuano con troppo larga ordinanza, furono naneinfeVna Compagnia di Corazze Alemanne, pofto piede ^' ricreagli tagliati terra, con lo Hocco ala mano fecj la llrage maggiore pochi i'^^^-^^^'*" il prefeiuarono; otran:a rcliarono prigioni, gli altri morti sul Campo con lo ilcffoljaglione, Verginio Orf;no di Lamentana, e Giacomo AHberti , Capitano Francefe. Il Senato, per rilarcire con immortale miCmoria appreffo i Poderi la vita , nel fiore'; degli anni perduta^ erefscin Santi Giouanni , e Paolo infignci^^
t'.ifi
f:^pol'
140
iedeTel^
non
raggio erafi quefta Guerra il nome illuftrato fopra qual fi fia Quelli fouuegni, f bene frequenti a Gradifca altro effcndo , perolcarli, non baltauano ad atiicurarla in fine, che
defle,
onde
ca-
d'artifitio
Qradfca
e ridotta allvltime
procurarono a Fara d' ardere il Ponte f da pali confitti, e da tefe corde la machina, V effetto non riufci. Air incontro i Veneti , per tagliar la co mmunicatione del Forte Stella, pel qual' entrauajio in Gradifca foecorfi, n' erano
anguRie
fffpedifio
910
fiprache
auHfia
Ferdinando.
alcune inibii bocche, prefero alloggio a Draufina., anguftiando gli aflediati in modo, che il Foste patina d'acqua^, e la Piazza fi riduceua a gliefiremi*. Haueuano quegli liabitanti inuiato a Ferdinando il Baroo d' Ech a informarlo , e' horamai
fortite
ealTele.
c'h
l'oc-^
chio /opra
i
Crema*
combatteua bfede, & a Milano il Vefcouo di Trielte, a follecitare il Toledo a qtialche diuerfione gagliarda. Quefti haueua fempre ne' fuoi pi feruidi impieghi nel Piemonte tenuta gente a* Confini de' Venetiani , che hauendoliben muniti, non lafciauano luogo, chea reciproca gelofia & ateentione, fin' a tanto, che caduto Vercelli, e rinforzato dagli Spagnuoli il numero delle militie, da queft'.-iltra parte s'augumentauano ancora i fofpettij perche, fabricandofi feale in Lodi, edifponendofi altri apparati, pareua, che firn iraffe dal Gouernatoredi Milano a forprefe, & attacchi, in particolare di Crema. Ma ecco, che Corner di Spagna port approuata.. la capitulatione della Pace, ch'era fiata prima conchiuf in Parigi, doue il R,& i Miniftri fopramodo cupidi, che fi comcoll'vltima necelTt
,
poneifero gli affari d'Italia, per non hauer' obligo d'impegnarSpagna fi in quella guerra coli' Armi, haueuano indotto Carlo ad aflen\gli anni fi tir'aldifarmo fotto la parola, e la fede di quella Corona, Se il della Pace
(
refo difficile ad approuarlo^ perche, non if perando di ricuperare colia forza Vercdli , defideraua rihauerlo gli Amper ogni modo con qualche trattato bafcito/i Circa poi le co f de Vedella Re- netiani, non hauendo il Duca di Monteleone, Ambafciatore_^ piblicainSpagnuolo, i neceflarij poteri, haueua affcurato con fua fcritfiftono^vel^ U reftitH- tura, che dalle cof, per l'adietro concertate dal Lerma colGrittione de' ti, non fi farebbe in Madrid punto recelfo. Gli Ambafciatoride'
.
Duca nons'haueua
Legni
tol-
\ti.
U'^mente
LIBRO TERZO.
in pretendere,
141
che la rc/titutione delle merci, e deXe-' MDCXVn gni, fofTe nell'accordo comprefa. Ma di Spagna non eflendo ancora fopra ci peruenute le rifolutioni, e le facolt, i Miniftri Franccfi, godendo d'hauer felicemente afTunta la preminenza, che con tanto ftrepito haueiiano procurato gli Spagnuoli d'arrogar'a f foli, per preucnire ogni finiftro accidente, ftrinfero gli Ambafciatori predetti a contentarfi, che il cmem^ R Lodouico promettere in fcrittura d'interporre col Suocef'^ '^f ro, per la reftitutione, gli vffitij fuoi pi efficaci . Haueuano^//,^^/,X
j.
veramente iV'cneti commidione in contrario^ ma infofpetti- 4 cmo, ti, che compolli gli aifan di Piemonte, ne' quali il Duca, in- i-c^ uaghito d fecreta propofta di Matrimonio d'vna forela del ^^f^^f/^ R col Principe Vittorio, come per caution del trattato, R chrifiiamoftraua contento, reftaffe la Republica fola^ efpofta ad ^:^'* vna piena de gli Auftriaci, vi preftarono dopo qualche hefitationc l'aifenfo. Dunque a fei di Settembre vna fcrittura fu fottofcritta, nella quale riferendofi per gli Vfcocchi agli articoli, in Spagna di gii concertati, s'aggiungeua per Toferuanz,a la parola ancora della Francia, e per la reftitutionc delle cofe predate fi promctteuano interpofitioni , de vffitij; Per Carlo fi confermauano iCapitoli d'Afti con promeila della^ Francia, che Vercelli gli farebbe reftituito. Non pareua veramente, chela capitulationevnifle nell'efpreffione , fi com'era deliderato, gl'interedi della Rejuiblica con quelli del Duca ^ madalGritti, al quale fu da gli Ambafciatori in Francia demandata, come teneuanoincommiflione, l'eftefa di tutto il [trattato, fu a quefto appofitamente fuoplito. In Madrid duique a'ventiiei di Settembre fu fottofcritto l'accordo, nel quale, premefla la comune mtentione alla quiete dellaChriftianit,e dell Italia, conia mediatione del Pontcace, e della Francia fi 5Tr'''' conueniua. Che, ponendofi da Ferdinando in Segna orefidio ,t/'.r Alemanno, la Republica renderebbe vna Piaz/^aneiriilna ad .eletcone di Cefare, e di Ferdinando,- dapoi, interuenendo due
!<:
&
Commiflarij per parte, in venti giorni fi liquidaife, quali degli Vlcocchi, per douerfi allontanare da Segna,e da luoghi marittimi,tofkroi Venturini, gli ilinendiati, e banditi, ch'attendono alorlo^,_eic^^ i^^j.^
1
Q^f^
che
142^
MDCXVII
foflero folamente a qualche hoftilita nella guerra prefente trafcorfi . Le Barche da corfo doueuano incenerirfi Ci tutto
che
efguito, prometteuano i Venetian, ritirare da ogni luogo occupato le armi Quelle per dal principio deirefecutione del trattato, relhuano per due mefi rofpefe, e ceflauano reciprocamen-. te le fortificationi , e le hoftih't in terra, & in Mare, douendofi in detto tempo ogni cofa efeguire, e poiriaprirCi il commercio, il qualancora douelTe hauer luogo, f per refecutionepidi due mefi fi richiedefTero Fu il trattato di Vienna verbalmente inferito, & il punto della libera nauigatione ad altro tempo rimelTo. Al folito fi rilafciauano i prigioni , e fi comprendeuano fotto ge.
Tadempimento
daua reciprocamente, che da Ferdinando non farebbero reltituiti gli Vfcocchi , n da loro fentirebbero pi nocumento , fofpendendo parimente le fae armi , e ceflando le ho ililit da ogni parte. Quanto poi a Sauoia il Gritti col Lerma capitolaua , che s'efcguiffe il Trattato d'Arti, fi reftituiflero i luoghi e i prigioni, rimofla tra Carlo, e'I Duca di Mantoua ogni otTefa, il che tutto doueua in quaranta giorni ratificarfi, quando in quefto mentre in Italia non folle col Toledo feguito altr' accordo , il quale in tal cafo douefle hauer luogo . Della reftitutione delle cofe, pretele da' Venetiani, per gli Ipogli d'Ofluna_,, non affenti A Duca di Lerma, che nel Trattato le ne parlalTe, ma ordin alla Queua, che in nome del R ne delTe la parola^ querto Trattato, che fi chiam di Madrid , haueal Senato ua grandemente influito la volont di Matthias, che le cofe degli Vfcocchi fi componeffero, &c il defiderio del Lerma, che i
la,
,
.
&
Francefi
non s'impegnaflro
d'Italia,
pi tola_,
,
mirando a terminare
Pace
Quando da
fu
ri-
fi
che, confeguita l'efioulfione degli Vfcocchi y za, fempre mai pretefa dell'accordato in Vienna, reftauanocon gran decoro le ragioni lollenutenon folo, ma giuftificate ancora le intentioni;e fe'bene air.irmi non erano nufciti certi vantaggiofi progrelTi , ad ogni modo con .grande conftanJLa haueua la
e l'oflruan-
Re-
r*
LIBRO TERZO
14^^
Republica fcmpre retto ad ogni cafo, mai receflb dal punto, MDCXVII ridotta Gradifca gli eftremi, occupati pi pofti, niente perduto del proprio, e nello ftefso tempo fatta reiftenza alle geloifie del Toledo, difefo il mar dall'Ofsuna, conia dignit di Carlo preferuata la Gloria , e la comune Libert dell'Italia , e contendendo a gli Spagnuoli Tarbitrio, chiamata la Francia a paralla manutentione de' patti. Tuttauia alcuni, te del ncgotio,
&
non riconofceuano de Miniftri la folita puntualit, & obbedien- non conte' La, perche haueuano gli Ambafciatori tranfgref e le commiflo- 'j^^/"''^ Ambani, e non appanna nel Monteleone autorit fufficiente, anzi fij/datori t
credeua douer'ancora dipendere da' fnfi aftrufi, e da mifteriofi configli d Spagna, mentre che, per auuentura in Italia raffredcfguito d^ che al Piemonte s' datele forze, e gli animi, afpetta, refterebbe la Republica dall'vnioni del Duca difciolta, e (taccata da comuni intereffi .. Tra queiti fenfi preualendo il riguardo della Francia , alla quale fpontneamente la mediatione s' eraeshibita, fu deliberato d'approuare il Trattato, ma nello ftef^ fo tempo chiamare gli Ambafciatori alle carceri; per efpurgare V linobbedienza. Simeone Contarini , Caualicre 3 cftraordinariamente fu in Francia elpedito, per informare il R de'giuftimoliui , che teneua il Senato j ma eirendol Lodcuico alquanto commofso, che gli Ambafciatori fossero per reilar puniti di ci, in ihidmat ladifcalpar che a contemplatione di lui pareuano incorii, pa^so efficacemente vffitij a loro fauore, che in fine, chiamati fol a Venetia, fu loro condonatala pena Approuatofi in Madrid quanto s'haueua in Parigi accordato, fu launifo della conchiunonecon erprefso Corriero, dalla Corte efpedito al Gouernatore di Milano, fatto trattener per camino quello, cherAmbakiatoreGiit|ti inuiata a Venctia , affinch nrriuandoj prima che ad altri, la jhotitia a'Minillri della Corona 3 potclsero circa Tefcutione del-^ le cofe accordate meglio rifoluere ci, che la cv_ngiuntura, e Io
bene
&
veramente il Toledo ^umib Toledo pi te perfuadeuano di fermare ogni io^'^5''-; mfsa, per non ilconcertarela Pace , & altri Finfliganano al^'^^^^'y' protcguire con Armi, Sopra tutti il Vefcouo di Indie elagge-j/^/^r^. laua i per coli di GradiTca , rimo flrci nd , che no n poteu !fojieli
configliafse, e
Ci fi
144
DELL'HIstORlA VENETA
tempo, che
alle ratificationi
coH diner
curarci
,
Cradtfia
pargedonegli oppor
tnnit
onde neirvltimo periodo della guerra fi lafciaua a Venetiani il trionfo con nota del nome AuftriacOjCcon fine rifolfc , di preferuarla^ ignominia dell'Armi Egli con la diuerfione, d' indurre la Republica a qualche partito, che faluafse la Piazza, e f pure cadefse, robligafse a reftituirla. Ci pot eieguire con tanto maggiore franchezza, quanto che reftaua libero dalla parte di Piemonte, cfscndo l'Armi fofpefe 5 el Dighicres hauendo ripafsate V Alpi, perche a' none d'Ottobre haueua in Pania ilBethune accordato con lo ftefso Toledo , che il Duca dentro lo fteffo mefe-?
.
^ egli pure nel NoPkm reftituifse il prefo , e sbandafse TEfercito , difponefse dell'Armi conforme a' ca.te. uembre rendefse tutto, e pitoli d'Afti , Dunque portatofi in Lodi , e mandato il Princi^jcorrere ti pe d'Auellino a Carauaggio , cingeua d'ogni parte il CremaCYernaJcQ' fco, fcorrendo il Paefe condanno delle Ville diCamifano,e Volpino, Sortirono, per reprimerli , da Crema trecento Caualli folto Lodouico Vimercati , con ducento Fanti , che obligarono gli Spagnuoli a lafciare la preda , ma con grofso maggiore s'accoftarono a Fara nel Bergamafco,doue per l'anguinqtiieta Uot Ter- ftic dVna ftrada s'vnifce quel Territorio coll'altro di Crema. Ducento foldati, che guardauano in quel luogo vn debole.-? \jiiQni recinto di bafsa trincea , s'arrefsero, vfcendone colla fpada, dopo cinque bore di pugna. Romano, Terra grofsa, & imdel
1
'
quietati
difefa , accorrendoui Girolama pofe immediate Proueditore Generale, con Francefco Martinengo Cornaro , "J"^""'""!; fotto il quale sVnirono militie pagate, e le proprie ancora ifefe," Idei Paefe. Francefco Erizzo v'and con titolo di ProiieditoIre , e Commiffario Ma il Toledo , per anguftiare la RepubH ica mj^ggiormente , chiedeua pafso al Duca diMantoua,^ per ^/p^f^p^^linoltjfarfi da quella parte coli'Armi,e publicaua d'introaurre /A'.rt;^/lin C^ftiglione prefidio, I Venetiani fi doleuano altarnent<i--/, 1' MaiOHay\^]^Q jj^ j^j i^qJ(^ cfeguifle il Tokdo i Capitoli d'Alti, che
sr.de
i
Vt
portante
fi
con nfendella
Re- rifpettaffe la
Ipy.blica,
obigauano di leuar' all' Italia roffefe,!e gelcfie,le m.oleftie,e Pace di Aiadrid, che fofpendeua l'Armi, e termi naua le hoftilita, con inferir nuoui danni, e machinare^ v^effationi maggiori Procurauan o di concitare la F rancia cx)l difprezzo che
.
RO
TE
145
coirobliche della di lei interpofitione oftcntaua il Toledo, e . -Il il Trattato 50, che l'aftringeua verfodiloro a manucenere il defiderio Duca di Sauoia -dopo qualche perpleflit , perche di ricuperare Vercelli dall' vna parte affai lo frenaua^erauueril ciua dall'altra de' pericoli della Republica la fede comune, proprio interefle, offer di muouerfi immediate in perfona, e
MDCXVn
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cui
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rifcefi
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richiam le Militie, le quali in buon numero f:itte partire d'Itaia , per iftradarc l'clecutione di Pace, fi tratteneuano col folio della RcfublicanePaefcdiVaux neirHeluetiaadattendec-rcfito delle cofc Si ftipul in oltre a fpefe comuni vna_^ ^roffa leua di Gente France,& altra col Mansfelt, da cfeguirfi ma frala [ielle Prouincic dell'Imperio. Tuttauia prefto aborti cosi gran- Iponeft
"le
i>er Ia_^j^^^.^f^
Conchiufione della l^ace, e dando parola della rcflitutione de' ^^\y^* V^alcelli, delle Galee, e delle mjerci, infinu,'Conmiradipre- numclov. feruare Gradilca, vna generale fofpenfione dell'Armi, e pre- ^^^^^-^^ vfttij anco fi Nuntio, e l' Amba- -^/^^^^.'J* nendoui con preghiere, ciatore Francefe, il Senato s'induffe ad ordinare al Tuo Geneale, che pc'l Friuli, perl'Iftria, e per la Dalmatia con gli Augnaci la concertaffero j onde conuenut a' fei di Nouembre^ n Tole^ietro Barbarigo, Procuratore., che al Land grauemente indo parane il Marradas, n'appuntarono l'effetto, iifpofto era iucceduto, tilafcian'\ nilurando l'alimento ch'ogni giorno doueua entrare inGradi-^ do pubit-. ca. Airhora il Toledo, confeguito l'intcntOjpublic dal fuo can-^'^^^^^"^^"* et effendo alcune truppe licentiofamente verfo Ro- per la |0 la Pace, inanotrafcorfe, f beneda Veneti con morte di venticinque fu- quale irri" mag|^ate,call:igiCapi,elafciataFara, riconduffe nel Milanefe l^-> tafi ...,_,. giormente jirmi. L'Offuna all'oppofito infuriaua alle voci di Pacejepubli-j'O//}^^'. tando d'inuader'il Golfo \ nuouo, inuentaua due pretefli^ iVno' ondaVe ingiullo del paffaggio delle Militie Olandefi 3 l'altro falfo, cht a J'/^to^T' >anta Croce vn Foite fi rabricaffe Stana veramente il Veniero' ^^^4^* n quel Porto con ventitre Galee fottili, cinque groffe, diciano- ^^"'^<' j^ le Nau5& alcune Barche armate, con altri Legni minori, ma; ^^^'J'^^^' folo difegnod impedire l'ingreffo all'Armata di Spagna, (ce, r^oleffe tentarlo, e diuertire il penfiero dell' Offuna , che di-l^^^^^j^^''* lulgaua i munire alcuno degli Scogli, appartenenti a' Ra-j^j^^^">u(ci in quel contorno. el refto le Militie haueuano qual-i/.
&
&
&
che
14^
MDCxvii
DELL' HISTORIA
VENETA
che danno inferito 5 non fenza confenfo de' Capi , per caftigare la iattanza di quei popoli , 6c il fomento preftato a VafcexheefcU-\\^ Spagnuoli. Ma i Ragpfei , per Tanguftia deXonfni eredendo 'd'cffer perduti, quando non erano appena che toc^;*,^1 chi 5 portauano afpre querele .contra i Venetiani fin air oreci Francefis'interponcuanol chie de' Turchi. Il Pontefice, coirOfluna, anzifi publicauajchelo fteffo Filippo con lette-' re di mano propria feriofamente gTimponcffe la quiete , e gli comandafTe di render'allaRepublica i Legnicele merci. Ma,' lui fingendo per maggior difprezzo obbedienza, e di volere] confegnarea Cafparo Spinelli , di lei Refidente , i Legni , delle robbe niente parlando , anzi dillipandole publicamnte, no^n V Ojfnna volle quel Miniftroriceuergli con pregiuditio del refto.N qu nVcrwrf^^ fermando il Duca i turbolenti penfieri,inui condicianoue Na'"'^'^'^^"'ui da guerra di nuouo nell'Adriatico Francefco Riuera. I Venar neW A- netiani , fcopertolo verfo Santa Croce, fchierata l'Armata driatfco. gli fi affacciarono, cannonandofi reciprocamente. Ma peiche horamai fopraueniua la notte, piegarono i Vafcelli Spamlmofa,- gnuoli verfo le fpiaggie del Regno di Napoli il Bordo, & il Vemcnte innieroli feguit in tal maniera, che la mattina alcune Naui fi feguid da quelli del- ritrouarono appreffo quelle di Spagna. Egli con voci diglo-' la Ke^ii- jria animaua tutti alla pugna , e trauagliaua per riordinare l'Arblica mata, nella notturna nauigatione alquanto confufa^ ma oltre' il berfagliar del Cannone altro non accadde ^perche, riordi-j chetraU' natifi con fatica i Legni de' Venetiani , alcuni non fenza| /ciano d' nota abbandonato quel Pofto , che haueua loro il Generale af-j abbordar. fi per fi- fegnato, non fi venne all'abbordo janzifopragiunta poi graue pauenutA tempefta , conuenendofi lafciar'il Nemico, per combattere tempera. col Mare, le Galee fottili fcorfero verfo la Dalmacia, e negli fcogli di Meleda ne naufragarono cinque Le groffe co' Vafcelli , il Generale medefimo effendo falito foprail Galeon Balbi, feguitarono fino a Manfredonia gli Spagnuoli, ma per la fteffa cagione del vento, che li trafportaua a rompere 'v\ dallaqua, le fono ce Terra, conuennero a Santa Croce reftituirfi. AncoiIRiuera, ftrettc^ fi ferm per qualche tempo in Brindifi co' fuoi Legni, aliai Armate r?fTr//fl^^^^l trattati. A4a f s'agitaua nel Mare, fi fluttuaua niente mcneVorti. jno anche in Terra fopra l'efecutione dell a Pace di Picmon
,
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TERZO
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perche portatofiil Bethiine a Mantoua, per indurre quel|^^^v^^ Principe al perdono ,& alla reftitutione de' Beni al San Gior- ze per l^ del pace a gli altri nel Trattato comprefi , lo trono totalnii^nte gio 5 alieno. Prefto fi penetr nel mifteno^ perche5eflcndori anco i Venetiani interpofti col. progetto del Matrimonio di Leonora, e Vittorio, al quale per dubbio , che quedi s'accafaiTe conia Sorella del Re Lodouico, fi credeua, che nontblfero fomentaper difdire gli Spagnuoli , fi fcopri , che il Gouernatore di te dal ToMilano tratteneua Ferdinando nelle durezze , impoftogli fe- ledo che nofamente di non accordare al prefente con tanta' facilit al- tien ninnpenila Francia quello jc'haueua coftantemente altre volte negato tiAce Da _ alla Spagna.. Per quefto ilBetthune parti male imprefro5chejc^^i^. al Toledo non piacelle l'intero componimento de' due Du-i^J^^'^J';/^ chi, accioche ne' loro diUidij reftafie a fiio arbitrio tra' piedi ^^J-^jjJ^ vna pietra d'inciampo alla Pace. E tanto pi f ne confer-;F/v?a^. m, quando giunto in Milano conia fede del difarmo <^^i Car-h'^/^^'^^-^^^ io, il Gouernatore. non volle acquietarfi , pretendendo, chelJ^?^'y^J^ foffero licentiate anco le Militie, trattenute fuori d'Italia , 2. Cario con difpofitione del Duca -IlBetthune, da quello procedere ^^-"^'3^^^f^ uemente alterato , gli protetto in fcrittura , incaricandolo come autore de' mali, che deriuare potefsero da tanta durezza. Ma il Toledo 5 non badando ad offitij, protefte , fi rinforzaua di continuo con nuoue Militie , e perci anco da Carlo conueche ri w e niua applicarfi a prouifioni maggiori ^ fi muniua Sant'I, & Gre- tono il D fcentino, e riefpedito il Pifcina a Venet'a , fi proponeua appun- e a le dirtt'.oitamento di nuoui concerti e difefe . Con tali ambiguit d'ani- fefciannoiofi mi , e di penfieri fi termin l'anno mille feicento diciafette, me- ai fje7,oti morabile per la guerra, per gli fofpettijpe'i trattati, che tur- ti co! Li Ri publica barono pi , che componefler l'Italia , e che fuori d'effa ancora parfero femi peffimi di nuoue, e. maggiori calamit,* perche con cui da ne' Grifoni non cosi toilo era comparfo il Padauino , Miniftro gli zfjiij della Republica, che dal Gouernatore.di Milano s'inui il Mo- delGotierra nonfolo con ordini d'opporfi allaEega co' Venetiani, ma natore focon propofte di ftringerla col Milanefe Il Ghefher, Miniftro no (ollecttattiQvi^ Francefe , s'opponeua a quefte trattationi di Spagna: ma f fom a do. bene fi diunlgauano ordini-della Corte in contrario, in vgual nere fr.iogiev iY^at maniera impugnaua quella co' Venetiani 3 dal che prefo cuore tati
&
ti
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if
cr
148
MDCXVII
il
DELL' HI srORI A
VENETA
Cafatij Ambafciatore Spagnuolo, piiblicamcntenelPittach propofe Lega hereditaria, a perpetua difeia^ con efcliifione di parto ad ogn altro, e prohibitione arpadauino di progrein tal cafo, per catti u re gli demolitione del Forre Ftientes. Ma tanto fu lontaanimi, la no, chefofTe corrmendato- il progetto, che anz,i IVnionecon jlaRepublica vcniua vniuerfalmente defiderata, e a tal fcgno,' che temendone Feifctto 5 confpirarono, per diuertrla di mio-
dir ne
maneggi, promettendo
uo iMiniftri d'amendue
le
gli affetti
di
si/elefta
popoli
il
g&mra
I
!
Aitniflro
quei Popoli, infofpettire i Comuni, riuoltarncdiuerfi, confonderli tutti, Nonriufc difficile il confeguirlo tra gli affetti di quella plebe ondeggiante j onde alcuni fi folleuarono nelKAvniti con fefTanta Mofchettieri di Coir, tentarognedina, no di fcacciare ilPduino per forza. Q^ di Tofana, doue fi ritir, lo prefero in loro difefa, tagHando vn Ponte, pel Ma confi^ quale rinfeguiuano ferocemente le genti armate gliato da'' pi maturi , lafci , che quell'empito , com'era altre
&
volte feguito , da f fteflb fuanifle j onde ritiroffi nella Valteliui pure non efFendo ficuro, per ordini lina a Morbegno , di Coir, accioche foffe fc-acciato , conuenne ridurfi di quei nel Bergamafco . Cos la gente raccolta fi sband fenza molta difficult 3 ma fu chiufo ogni paffb a qualche militia della ?'/"e//#"^i Republica j che perconnitrenza verfo il luo Stato filaua; e fi deliber d'erigere vn tribunale, che puniiTe i Communi, che a f^fidicia^ riamente 'progetti dVnione con la Republica fteffa hauelTero preflateT
Veneto'
&
orecchie.
A ci
varamente
la
LegaGrifa s'oppofej ma
pre-
iiuleuano alcuni principaH , tOjfperauano profittarne- Tale fiiil fondamento d' aperta difcordia,che quafi fouuerti totakr.ente la Libert della Rhetia,-che, effendo derparieonfufa,e pouera, faciledaproftituirfialJudibrio de gli ftranierije da alterarfi al priuato interefle de gli habitanti
ANN- a
M DC XFIIL
porta-
Cos torbido terminando l'Anno, con poca apparenza di tranquillit principi in confeguenzair mille feicento diciotto. In Germania veramente le indinationi di Matthias
'
LIBRO TERZO.
149
MDCXflX: portaiianofenza dubbio alaPacc^ onde bench gli Auftriacijper ft rat tifijdare tutto l'hoiiore alla Spagna, dedderaiTero rolamente,che il ca yc s'c'Tstrattato di Madrid s'appronaffe^efclufa ogni mentione della fcritpace tr>^ tura, Ibbilita in Parigi, tuttauia i Veneti diffentendoui per decoV arditi a' ro, e per cantione del trattato, le ratificationi furono folennemen-!^^^^/,^^
concambiate in Vienna. Giorgio Giuftiniano,Ambarciatore|p^/;c^. della Republica apprcfio Matthias, fammeflb airAudienza di Ferdinando, a cui con decorofo vftitio , omeffe le diffdenz.e paffite, rapprefcnt le intentioni della Republica verfo la di lui Reale Perlbna e la Cafa , formando dall'accordo prefente , e dalla prontezza fcambieuolcd'eleguirlo augurijalla diuturna Pace, e felicit de' Sudditi, che dagli affetti de* Principi loro riceuono le pi benigne , le pi feuere influenze Volle Cefare , mfieme col R, nominare, per Commiflarij adefeguire l'accordo. Paolo, fommo Pontefice, e Cofimo, GranDuca^ma ci pontefeete feruiuadipompa,e pi toilo per hauer' interpofitori , adam- Gran Dubidue confidenti , f qualche difficult haueffe ad inforgere ^ ca nomina onde, neceffario eifendo , che i Deputati conueniffero fopra il ^' .^''?^" '^'^^ luogo, da gli Auftriaci s'efpedirono i Baroni, Carlo d'Harrach, e Giacomo Elding, e dalla Republica Girolamo Giuftiniani,! & Antonio Priuli,Caualieri,ambidue Procuratori di San Mar- '^^^^^i!^ co. LIfola di Veglia ffcelta per fede al congrefTo, epe'lco-jcA^ ;? ramodo migliore del luogo, e perche i Venetiani anco in c{UC-\^"^''^^ ^^^^*^' jfto amarono di foftener' il decoro, tirandolo nel loro Stato, |Trattanto,prouando gli Auftriaci qualche incurfione da Turchi fopra le frontiere della Croatia , v'inuiarono parte delle mijlitie, che ftauano nel Friuli, abbandonato il pofto di Rubiate la Republica rinforz con alcune foldatefche l'Armata di Mare, deftinandoui il Barbarigo per Capitan Generale, in luogo del quale pafs daU'Iftria in Friuli il Barbaro in qualit di Vice Proueditore Generale dell'Armi In Segna introdotta vna gii Compagnia Alemanna del Capitan Zuech a prefidio,f immeJfl'ri aci intanto pYCdiate confegnato Zemino da Luigi Giorgio, Proueditore. ^^9l^\fidiando della Caualleria Venetiana,al Commendatore Ridolfo di Col- Segna loredo Tutto pafs con qualche maggior dilatione di quel- iFeneti Teflituenlo s'era accordato nata da varij accidenti , e dalla qualit del do T^tmigg gotio , pi che dalla volont delle parti 3 impercioche G con- H9
te
,
.
|
***
uen-
150
MDCXIIX- iicnnero
)-
DELL' HISTORIA
VENETA
reciprocamente foftituire Commiffanj , morto de gli AiiftriacirElding,eda' Venetiani, in luogo di Giouanni BemPriffli bo Doge,Defonto(hauendo per meno d*vn mefe tenuta Nicde' Cocol Donatola Sede) aflunto al Principato ilPriuli, Conuen^,f^,;^'] /^/cia il ne quefti fecretamente partire da Veglia, e vicino a Venetia (Ofigreffo incontrato da dodici Ambafciatori de' meno attempati , ma de' per ia di lui Afnm pi Illuilri, con grande folennit affunfe il gouerno della ReItone al publica. Gli fu fubrogato nel Commiffariato Niccol ContaDogato alFEIding Marquardo, Barone d'Ech 5 ma , richiamato di rini 5
>
&
apoco^nelfoloHarrach firiduffe la plenipotenza Il Comfi apre il mercio fu riaperto 5 e liquidati cento, e trentatre nomi de' pi federati Capi degli Vfcocchi, furono fcacciati con le loro fa'cX/JiJo-l ^Ji tnefora- miglie, e con minaccie di feueriHime pene, f ardilfero ritorbtlnente incendiate le Barche , & in quelle arfe anche il nami Furono gli Vfcoc nome de gli Vfcocchi^ con che alla Republica fi leu la mole^ chi. ftia 5 che Fhaueua per molti anni veffata La maggior parte di
li
. ,
\
&
ricouerarono fotto l'om.bra d'Ofluna, etra quefti Andrea Ferletich, inuolata vna Barca, fece in paflando qualche fualigo fopra Tifola
fi,
infurdis-
goto
piaceri
cherefla
nofopiti.
dAndofi compiuto
effetto all'
Accordo
\OfsHtjai Uni/Kjcodi
\q,u;eteyCon
\tKftanelie
\machthr
litjcowi^
\ciate.
d'Arbe, da che i Veneti CommiiTarij, altamente commofproteftarono di fofpendere la reftitutione de' pofti occupati, f contra il delitto non appariffero dimoftrationi feuere^ onde r Harrach , defiderofo di prefto terminar'il negotio,perche in Bohemia le folleuationi obligauano a fpingerui le militie, non potuto hauer' il Ferletich nelle mani, arreft per ortaggio le moglie di tre de' feguaci , e gli bandi tutti con capitale fentenza Con quefto , con la reftitutione de' Cannoni della Galea Veniera confegnando i Veneti in concambio gli afportati da Scrifa , adempito da Kt%\] puntala mente X accordo , anco la Republica fece fubito rilafciar l'occupato, ancorch per vna parte i rumori della Bohemia, che grandemente coartauano Cefare, e Ferdinando , fu ggerifsero congiunture di tentare vantaggi, e le procedure- de' miniftri Spagnuoli ftimolaffero acutamente a nuouirifcntimenti, e vendette; perche tanto lontano, che TOiTuna^ niofraile^d' inchinare alla quiete, che, anzi denegando le re-^
.
&
tltU-
L B R O t E R
ftitutioni
OT
151
promcffejC continuando trame fecrete^e palefidi- MDCXIIX iegni/e quelle col filentio copriua, pi opalaua quefti con oftentanonc,e contmui difcorfi. Nel fuo goucrno non tenendo, hcofluche il genio, &: il capriccio per direttori 5 efercitaua in tutto ^lX^7elapii ilrauagante condotta. Soggiacere alla ragione, e ah firme, letigc riputaua feruit indecente) violaua T immunit della_[ oppriChiefa,calpeftaua la Nobilt, infieriu con tutti ,
&
Principi Italiamendo il Regno Ad ogni modo feruendo le di lui ftrauaganze a certa fcuni la ,e coperta : di pin cupi penfieri , da Configli di Spagna non folo tollerato pareuajma sVdi prolohgarglifi per altro trien- rchie/a nioil Gouerno Prcucdeua il Pontefice, chequeftomoleftH'^'/p<?w-i
^inliiltauaindiftintamente a
,
ognaltra fcufa mancandogli, eshibiua d'efequire ogni cofa, quando dalla Republica gli landefi fi licentiaflero Egli per nell cerca setempo medefimo appunto tentaua di prouederfi di Naui nelF^'^^/^^^*^' Inghilterra, e in Olanda j onde la Republica, anzi che lafciarfi imponer legge, dalle diluiprouocationiconofceuafiafretta di prouedere con ogni mezzo alla propria difefa. N trafcurauano 1 miniftri Spagnuoli di contraporfi j impcrcioche m Inghilterra TAmbafciatore loro ogni mezzo , e ogni arte impiegaua,ner indurre il R a negarle la permillione di noleggiare VafceUij^e per diuertire i Capitani dall' accordarli, in Olanda non giouando gh offitij fpargeuan minaccie, che cos poderofa quadra di loro ben armati Vafcelii fi troucebbe allo ftretto , che conuerrebbe efporli a Battaglia^ tP^enetiachiunque volefTe tentarne il paffaggio Ci non oftante Pietro ni fifornif Contarini,Ambafciatore della Repubhca appreffo ilRGia-!"7/' Le ^"'' corno , col di lui afsenlb ne accord quanti volle, e Chrifto- che auueforo Suriano, Refidente in Olanda, dodici ne prouide , di tut- nmifi in deto Dunto forniti , i quali di pari modo fprezzando la iattanza quelli Spa. gli
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della
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verfo l'Adriatico fpiega- gntiolijcon vele, e non de.2;cnerando Tardir dal penfiero, ef[ndofi le peggio glfconjhJ. loro affacciati allo ftretto fei Bertoni di Spagna, con dieci, ^,^^^, Ili dodici altri Vafcelii minori lo paffaron o felicemente , aftrin-lW.
i
fama, e
le
K 4
gendo
152
MDCXIIX
DELL'HISTORIA VENETA
, ,
gendo i Legni , che tentarono d'opporfi a ritirarfi con qualche danno alle colle del Regno Da tali rinforzi notabilmente accrefcendofi T Armata de' Venetiani , TOffuna da' difegni dell' armi voltTanmoa negotiar co* Turchi, parte inftigando i Ragufei a grauemente dolerfi de' danni patiti parte infinuando col mezzo di Cefare Gallo , tregue tra la Spagna, e la Porta. Ma gli Ottomani non vi dauano orecchie, implica,
^i
fana
Otta- ti
ptani yicH
^a^nJ^ X^^agna,
Chislar Agjcherhaueuano efaltato, depo|i1^ Vo-ICaimecan^e dal [fofieeitre^Q aillinto all'Imperio fman , figliuolo maggiore del Dcfonto Achmet, in cosi tenera et che f 1 altro haueua feruito
ar
doppo
mefi
e nella propria fede^ agitati ; perche Muftaff , come inetto , fu dal Muffii , dal
,
&
di folo,e breue fpettacolo della fortuna, quefti dall' autorit de'Miniftriconueniua, come fimulacro di debolezza, dipen-
dere. Per quefto le querele de' Ragufei appena hebbero accefo,reftando con replicati Chiaus , a Venetia dalla Porta ef peditia partecipare raflmtione de' due Imperatori ^ e con.*
Republica impofta a Franper congratularccfco Contarini Caualiere , e Procuratore i0Kferma\fi con Ofmau della Corona, Tamicitia al fohto confermata l!*jy^' Ad ogni modo roifuna, oftencando in publico di voler' apKe^f*biica punto contra 1 rurcni mtraprendere , raccoglieua mihtie, vni ;ua fquadre,& a' Principi d'Italia inftaua per Tvoione alle fae Iz'Offfwa^'^^^^ ^^^^ Galee, Ogn'vno per, fapendo il penfiero d'in *r/<^s ''c^ quietare l'Adriatico, le deneg^ eccetto il Pontefice, che in^Jl/.f uiolle^ma con efprelfo diuieto al Comandante d' coltrare nel \mag(mri- Golfo. In Taranto altro Vafcello arreft con merci, che \ftrHu paffaua a Venetia, e f bene per quefto, e per gli altri afferi(h numi tiano Miniftn in Madrid d'efpedirgli ordini riibluti d'afre..,.- nerli , e di rendere egli nondmieno vgualmente iprezzaua 1 im^re. 'comandi del R , e rattentione della Republica. Teneua a publicaua d'airalire la Dalmatia , fiiceua iHf^fpeti^'^^^^'^'Si i Vafcelli \fie '^0/^ icorrere qualche legno armato a Triefte daua a credere, , e "^'^(^^^ meditaffe il faccheggio del Lazzaretto di Spalato , doue l/Jm' ** 'in luogo efpofio s'efpurgano da' fofpetti di Pefte le merci, che vengono dal Paefe Turchefco, non tanto per fatiarfidi fpoglie , q uanto per godere dell' imbarazzo, in cui fperaua-^
Ambafciata ftraordinaria
dalla
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5^
'
LIBRO TERZO.
d'inuolgere giungclero
i
i
JJiMDCXIIX
Venetianijfc
alle
Sudditi della Porta le querele, e i danni per le rapite dalla cuftodia, e fi pu dire dal feno della Republica fteila. II Senato, fianco di tal vcfTationc, ordin al fuoCa- L^jrmapitan Generale, che fi ritrouaua con quarantadue Galee , fei k^ r<?^/^ Galea7.7.e,c trentafei Naui,di fcorrere il Mare preualendodii^^fe'^^^^ foric , liberarlo da' Legni armati , prendendone quanti potefle
incontrarne. Egli fiibito fi fpinfe dirimpetto a Brindifi,eper ^^^^^^^ vn giorno intero inuit gli Spagnuoli ad vfcire al cimento j,2''^*X^/j! ma conofccndofi troppo difuguaijfi ritirarono nel pi \ntQX-\ difi la s^a no del Porto, doue dalla Citta, dal Cartello, e da vn Forte 2'''^Scorfe all'hora le fpiagcoperti , non poteuano eflere aftrctti in line V Olfiina, effendogli fuaniti (cogie del Regno, me a dinl) altri pi arcani di^gn^ richiam i Vafcelli dal Golfo, fermandoli in Napoli, bench hauefle ordini d'inuiargli alla volta di Spagna. Ma i Venetiani prefero vn podtro-] ^f^jf^f^^(o Berton Ragufeo, che da Barletta confali paifaua a Trie- i.'jco COt fte,e n'arfero vn'altro della fteifa natione,che diede a Terra ^'^'''-^ ^ tione del fotto la Torre di SanCatoldo. Da Fortore neleuarono vno, corner eie che per Napoli caricaua formento. Ci fegucndo con interruttione del commercio, e con grani doglianze de' Napoleta doglinn ni, che rapprefentarono in Spagna leuarfi a quella popolata.. i^e de Nit Citt fin il proprio alimento, indufle i Miniib'i in Madrid a ^oletanK riuocare il negotio delle rcftitutioni di mano all'Ofsuna, rimetterlo al Cardinal Borgia , che con Girolamo Soranzo Ambafciatore della Rept blica in Roma , pi facilmente Io terminafse Ma non haucndofi potuto far di meno, che ili Duca qualche cofa non partecipafse , interruppe di nuouo ih/J/^'"^'^ ' maneggio, dando all' Auditore del Cardinale, che and SL'.ie^''' reju. Napoli per queft effetto cosi mutilato inuentario delle mer- tioni ci trouate , che Y Ambafciatore lo ricus Anzi giunto il Santa Croce con le Galee a Napoli , il Vice R pofe ia_, Confulta, qual'imprefa doueua tentarfi, eproponeua d'entrare di nuouo nell' Adriatico , ner liberare , come diceua. ^ ,di ne-i r.T. Porti del Regno dall' afsedio. Ma difsentendo il Santa Crocc,^';^^ clUai.l ch'inchinaua pi tofto a qualche tentatiuo nell'Africa, VOf-,'''' funa difegnaua di farlo da f, efpedendo per Marc a Trieftc
.
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154
ri
DELL' HISTORIA
comand
al
VENETA
di trapt-
MOCXIIX vn grofTo foccorfo di gente al R Ferdinando, che per le occor imJA'ido rcnze della Bohemia ne teneiia grande bifogno. Ci penetrato
dalla Republica^
Triefie
Giuftiniano, fuo Ambafciatorein medefimos'erprimeffe altamente , che da in foccorlo farebbe fofferta la violata giuridittione del Golfo, n che fie/R di \d non Bohemia |fotto gli occhi della Citt dominante paffaffero Legni, e gente armate; onde il R , al qual premeua Taiuto , n amaua, che ;co' Vcnetiani s'interro mpefe la Pace, fece fapere feriofamente-^ airOffuna , che per altro camino pi cauto , f bene pi lungo che gii ek glie leinuiaffe. Ad ogni modo la Republica con grande armatAT MiUtte
e htede per
I
altraviai a ffne di
n on
\ ^
mento conueniua guardarli anco dalla fama^ e da penfieri del Duca, & fferuando nel Gouernatore di Milano vgualment^^
Pace 5 giunto il Pifcina in Venetia, comand a Renieri Zeno 5 che dopo Antonio Donato rifiedeua^,, per Ambafciatore in Turino, che con Carlo ftipulaffenuoui con certi Gi per le paffate occorrenze haueuano i Venetiani contribuito al Duca pi di due milioni in contanti ; bora gli promifero nouantamila ducati, per mefe, quando, alle col pattuite mancando gli Spagnuoli, folle bifogno d'armarfi Dal canto fuo il Duca s oblig ad vna diuerlione con quindici in vcHUmila fanti, e due in tre mila Caualli, f alla Republica fofi inferita moleftia Ci eftefo in fcnttura con promelTa reciproca di non fare Pace, trattati difgiuntamente ; all'hora non fu ittofcritto, ma dalla parola, e fede de Principi concrahenti fermato fi
aliena la volont per la
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quale
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,
j
che qualche ombra di fperanza per la_. (cambteiio Pace reftaffe. in talopportunit la Republica, e1 Duca additando a gh altri Principi d quella Prouincia i'horrida imagine di e con inni feruit, che a tutti fopraftaua infinuauano il modo di fottrar/ne ti a tutti Vrtfjcipi con general vnione, molto facile, f in loro verfolafaluteco )/ta'iaid' mune viuefe amore vguale al fouerchio rifpetto, che dimo1 nxgeneal pi potente. Stanano veramente i detti Principi ^ [7 al ioieg] ftrauano 7,a. poco contenti dello ftato prefente, attendendo da qual parte? ma Fra s'apri [f fperanza di ficurezza, e i quiete j alcuno per non Ictfyper hd\ preferendo alla roti Francefi me defimi, \rompeyft ,j ardi di fcoprirfi, defi erano tura il negtio, inuiarono a Turino per nuouo Ambafciatore \il total di-\ il Signor Q Modne, non fenza emulatione del Betthun, {(armo dai Cerio, ac cioch e perfuadefe al Duca lo sba ndo delle Militie,' trattenu !
con
pr]
j
\r/2iffiom
&
te
LIBRO TERZO.
te
155
,
|
perche , (bfte- MDCXIIX che- T3on nendoii quella gente col ioldo della Republica, ( conueniua da pu concelei hauerne il confenfo. Dunque gli offici j della Corona rivolta- derlo /en-\ rono vcrfo il Senato con parola, per leuar'i jR)fi:)ert5 d pode- t.'i livoleA rcdeFene'. rofe afifltenze, f gli Spagnnoli mancaflfero poi in qualche pun- nani, to. Rimofsa anco quefta difficolt, perche i Venetianiv'accon- che iacA fenrirono , andarono gli Ambafciatori Francefi a Milano , per conjentons arteftareal Toledo il diflirmo, n potendofi da lui ricufre la_^ fcd^ , che per iicritto gli confcgnarono, minaua occultamente Trattato con lcrete propoite al Duca di grandi auantaggi f ^^olelfe fcparadi dalla Francia, e da' Venetiani, egli eshibiua_, ancora, eccetto Cafale, che defideraua cedeffe alla Spagna , il reitante del Monferrato, mentre non inlftefse per rihauere Ver- Onde il Toledojfjo celli. Tutto miraua a ritardi, e non potendo vincer Sauoia, fi f Olendo ef volt a Mantoua , sfor/.andofi di perfuadere a quel Duca di non pugnarlo contentarfi della reftitutione de' luoghi, anzi pretendere il rifa- con propycimento de' danni , e negare il perdono a Ribelli . N meno d Jtiom infi diofe. feruendo all'intento , affine d'indurre Carlo a non rendere cos l^rontamente, lafciaua correr flima, che reftituito Ferdinando nel pofseifo del Monferrato farebbe quefto da' Gonzaghi dato in cambio d'altri Stati a gli Spagnnoli . Veramente il progetto ne fturba re conaltri icorreua, ma lnza conchiuderfi ; perche n al Duca di Manto/irit^c) la. u compieua fpogliarfi di s nobile patrimonio, n l'hauerebbe pace, mofuori d'Italia
,
ma
egli
il
>
l'Italia (offerto,
horamai documentata
armi, che col negotio a gli Spagnnoli. Tutto per feruina all' intento del Gouernatore,il quale, non potendo vincer Carlo con liilnc^he, procur con dilgufti irritarlo , perche trouandofi apprcflo
i
Miniiiri Francefi
il
gli fece
im-
porre, che immediate partifse. Il Duca in effetto ie n'alter , e fofpefa la ritirata dell'Armi daluoghi occupati, ch'era in procinto d'efguirfi, chiam a fc, quafi rotto il negotio, anco i Miniftri Francefi. Ma placato da queftj, diffuafo dal far'appun to giuoco al Toledo , che altro non cercaua , chepretefti, e difficolt, a'fei d'Aprile reftitu fetrantaquattro Terre del Monferrato, e fi ritir da Annone, da Miilarjno, e da ogn'altro luo go feudale, confegnando i prigioni a' Miniftri Francefi. Di ci contra o gni credenza fua esnibita la fede al Toledo , dxefi ,(
&
_^
ch'egli
JL'SA
DELL'HISTORIA VENETA
.
MDCXIIX 'ch'egli fremendo prorompeffej che conueniiia efguirfi in fine la pace, perche a volerla, il Cielo, e la Terra confpira-
Liber dunque egli pure i prigioni, reftitu San Germano^ ma per Vercelli pareua, che le difficult foff hff nAyda lo-j fero vn laberinto, non ottante, che di Spagna, a follecita\yfjit ut iotione de' Miniftri Francefi giungefsero per reftituirlo, ordini, ne di Vere Corrieri frequenti, e che a difapprouatione di ci, chopeesili raua, fi publicalFe di rimuouerlo prematuramente dal carico, definatogli 1 Duca di Feria per fucceifore. Ma niente gio-| uaua 5 perche , prima allegando non conuemrfi al decoro della Monarchia render la Piaiza , ftando gli Ambafciatori di Francia in Milano, quafi ad efigerlo con la forza delle minacciCjC protefte,dapoi, pretendendo , che la Terra di Garefio, appartenente al San Giorgio, fi reftituifle da Carlo, leuati ambidue i pretefti con la partenza di quelli, e colla confegna di quefta, non per fi rendeua VercelH. In fine il R di Francia lafciatofi intendere, che, non vfcendone l' Infegne Spagnuole , farebbe conftretto di calare perfonalmcnte in Italia, fi cominciarono lentamente ad eftrarre le munitioni, e le Armi ^ poi per fermarfi ancora alcun paflb, ricerc nuoua parola a Carlo di non offendere il Duca di Mantoua. Ma i Cil zoler r.uoue fa- Miniftri di Ferdinando dichiararono di non defiderare maggior tisfationi ficurezza , e contra il guflo, e Tafpettatione del Gouernatore,
iiano fatalmente
j
\
per A-fan-
gliele rpreifero
ampiamente in
fcrittura.
Tra
lo flupore, c*ha-
Ovata,
!
inno
(j'Jo
con
,
lui
con Offunayirifidia
,
renetta.
procedure del Toledo, e lattioni deirOflima, prefto appari, che i difegni de' Grandi fono come Tacque furgenti, c'hanno pi occulto il fonte, che il corfo Tutto nafceua dall'efito attefo di trama infidiofa , che la Qucua con participatione de' predetti maneggiaua in Venetia, doue rifiedendo, haueuaferuito non folo all'anTii d' indirizzo , ma d'architetto all'infidie. Non c'era arte, n hoflilit, ch'egli in palefe, in occulto non praticafle, tutto efplorando s'inlnuaua con tutti 5 a chi refifleua alle fue corruttioni, addoflaua efecrande impoflure j a chi s'arrendeua, proponeua i pi federati difegni Foment tri alcune Militie_^ d'Olanda, cuflodite ne' Lazzaretti, qualche lieue tumulto, in-
ueua
il
Mondo
nell'offeruare le
fur to
ad
t E R
z o.
157
fcniitio della Re pubika, e d'int rodarne altri , per praticar tradi-p^^^JJ^ menti. Tra quefti principalmente FOffuna inai vn tale Giac- UvnCor-
'
qucsPicrc^Francefe di Normandia >Corfaro diprofefToncdi ^^J^^ rpirJ:o grande,ma nodrito nel makjCapace d ognrfccleratezza . dia^infieoftui,hnti coirOlTunadifguftijmoftr di voler vendicarfi 5 paf- meconai tre Compa fando al feruitio della Rcpublica , e con flicilit vi fu accolto con vn Compo^gno chiamato Langlad^ perito de' fuochi 5 f bene Si- Huafrodomeone Gontarini, all'hora Ambafciatore in Roma, hiiomodi ten temente alfermprofonda prudenza, auutTtife, che poteua del Vice R efserui t9, qualche mfidia nafcofta .-Ma l'Offana^per euar ogni dubbio^moArandone fdegno.faceua cuftodirel moglie del Pierre coh lettere tnte proponendogli gran premi] , lo richiamaua al Feruitio Egli .'ill'incontro, pcrrenderfi accetto in Venetia5moftrauale lettere ftefle^proponcua molte cofe ipeciofejfimulaua di propalar' i difegni dei Vice R, e fuggerire i mezti per contraporfi Con venendo ciliata pertanto gran confidenza, s'introdu/Te colLangladneir ^mbUn^e Arfenale adefercicar la fu a arte, -In occulto teneua poi con la rkeunti Queuicongre/T^e di continuo fecretamente pafsauano a Napoli eii'^rfeCorrieri, e fpie. Haueuana alle loro praue intentioni aggrega- cl^'pamto Niccol Rinaldi 5 Carlo, e Giouanni Bole, Lorenzo Nola, api mila Roberto Reuellrdo, Vincenzo Roberti, il Capitan Tornone, c^^2>'^^^' c'haueua in feruitio de' Venetiani vna Compagnia difoldati,' & alcuni altri, Da'*te Borgognoni, il refto Francefi. Pfsaua il,9''^^"^^ concerto, che fotto vn In^efe, chiamato Fillot, rOfsiina^;^7/rrr^ fpingefse alcun. Berp^antini , e Barche, cacaci d'entrare ne' Por- 7y>mo ti , e Canali , de' quah hauctrano oer tutto prefo la mifura , il fondu; Doueuano poi feguitare pi gro.'fi Vafcelli per gittar l'Anch )re nelle fniaggie dei Friuli, ftto il calor de' quali, -e nella confiirione^che nnmi aerano per apportare nel Popolo, congiurari s'hacieuano diuifi glioffirij, \ Langiad di dar fuoco nell' Arfenale, altri in pi parti della Citt, alcuni
, ,
&
h Zecca , prender' 1 Pofti^ principali, trucidar' piconfpicu: f >c;aecti , de'quali horamai con note occulte erano marcate ic Cafey fperando tutti d'arricchirfi con'infolito opulcntifTmo fc co. Alcune cofe non erano veramente facih adeieguirfij mafmiquit, e la cupidit gli acciecaua col li-j gtjnir^ag^uole ogni pi l:rano_penilero Nel tempo ftefso ilj
di pettarda'C
i
.
Tole-
158
[mdcxiix
DELL' HISTORJArV NE TX
"
riparato
per DiuiKoproHedi
mento o
pagniaFrancefe,6c alquanti feguaci, teneua feco corrifpondenza riceuendo lettere, e indirizzi per forprender la Piazza, alqualfine haueua fpinto a Lodi Militie o Ma Dio dalle nuuole difperde certi difegni peruerfi Mentre i Bergantini s^ appreftauano per vnirfi attefi da* congiurati con taleimpatienza 5. che ogni giorno afcen.
Com
deuano i pi alti Campanili della Citt per ifcoprirli, alcuni furono prefi da FufteCorfare, altri diflipati da fiera tempefta; onde non potendo pi raccoglierfi al tempo, che pafilaua in concerto , conuennero rimettere Telcutione all'Autunno Il Piere,& il Langlad, comandati a flire fopra l'Armata, non poterono difciir dal partiGli altri , rertati in Venetia re col Capitan G enerale Barbarigo non ceflauano di ruminar i modi deirefecutione, impatientemente attendendone il tempo. Ma frequentandofi tra loro idifcorfi,
.
.
e peraggregarfi
ni
s
altri delle
loro natio-
laconfidenza,elfecreto^lanequitiadiradoeffendo s cieca, non habbia qualche lume, e rimorfo j Gabriele Montecaflno, e Baldafar luuen , gentilhuomini , quegli di Normandia r ritieU-\^. qucfti di Delfinato, al Dighieres in ftretto grado congiunti abro//mf. borrendo cos praui Configlieli difcoprirono al Gonfidio de Dicci. Rileuatipofciacol mezzo d'altri, fecretamente difpofti ad vdire di nafcofto le loro conferenze, e i difcorll, carcerati alcuni confpiratori, reft il tradimento comprouato , e da fcritture che fi trouarono jC dalla confedione de' medefimi rei , che ne pagarono co wo'con publico,e con fecreto fupplitio la pena Alcuni per, dall' arte de' Con
forda, che
,
giurati.
refto de'
Compagni
atterriti,
fi
fottraffero
.
con
la fuga , ricorrendo
'
appunto TOlfuna Ma il Fiere, &: il Langlad, al Capitan Generale fpedito, furono affoi^';^/^^^'igati nelMare, &in Crema il Berardo con altri Compiici fotto il Cittt jCarnefice fini ignominiofamente la.vitao La Citt inhorrid allo che riti' gratiaDio Scoprimento di tal congiura, & al pericolo corfo di veder' arder' i, del campa Tempij, e le Cafe, e co! ferro , e col fuoco inuolta in momentaneo, t opericelo. e miferabile eccidio la S^dt della Libert, e del decoro d'h^a Per fottrahdoft tntan, ordini del Senato, con Orationi, & Elcmofne a Dio i ne riferiroto la Qneno gratie dcuote Ma la Qieua, che, riputato il direttore, e'IMiu dalle mani dei niilro di cospraui difegni^ilaua in grande pericolo d'elfere dal Vopolo furore del Pop olo facrificato alpublico idegno, deliber ritirarli
al loro afilo, ch'era
reo hor
nafco-
, j
R O
TERZO
.
I5P
nafcoftamcnte a Milano, e gi il Senato con efpreffo Com'ero lia- MDCXIIX ueua rifolutamcnte chiedo al R, che Io rimoiiefle A' Principi fendo folito di tali negotij piacere pi gli effetti, che i wQzzy fi difapprouarono in Madrid le artioni di quel miniftro,epercerta apparenza fu alI'Ambafciator de' Venetiani^ifpon:o,che,gidertinatogli Luigi Brauo perSuccefrore5doueua egli, per affi (tere all' Arciduca Alberto , paffarfne in Fiandra. UOifunanegaua d'ef- entrando l' Offuna /erne (lato a parte 3 perche di tali efecrandi trattati quando non forla iomplitifce leucnto , che pel vantaggio , per l'ingegno fuol riportar^-^ cita delU qualche laude,altro non refta5che l'imagine abbomineuok dell' colpa ignominia,ripudiata da'fuoi autori medefimi Tuttauia il Mondo locondannaua per reo, mentre appreifo di lui fivedeuano ricoucrati i fu^gitiui ; e la Vedoua del Fiere, polla in libert, fu a Malta inuiata con honoreuole fcorta . Tutto ci accadendo in tempo, che la Pace ftaua in procinto d'effettuarfi , il Senato fepolta^ volle profondamente diffimularlo, rifpettando il decoro di due proHtda. nationi contaminate, l'vna d'infidia, l'altra di Venalit per cau- "mente dal , fadipochiffimi federati, iquaH,efecrati da buoni, farebbero Ut Repuhli ca dentro rigittati dalla fteffa natura, f poteffe cosi vendicarfi dell' huo- vna djjmo cattino come conuien foftenerlojniente meno,che i miglio- mulMione profonda ri. Aqueflo difcoprimento, a' moti della Bohemia cred V Italia d'elfer' obiigata della Pace j perche all'hora fi videro i vail per che le eli ideirOiTunarmiofl' dall'Adriatico, a Sauoiareftituito difgobra. \'ercelli Poco appreifo, arri nato il Feria a Milano, diede mano tofiU Gol-\
1
&
&
alla
nrorma ,
differito dal
Toledo
fojfiibito
fi
Repnblica
foffc
.
armata,
&
i
reftituiffs
Vercelli
,
,
licentian
Mantoua perdonafe
il
il
confenfo,che
dofi
litie
le
Mi
miniftri Francefi, gmtoU, che dcliderauano raccogliere foli la gloria, gli prefiffero vn ter- e coWafmine certo , non fenza protefe, dentro il quale Ferdinando col fenfo delle
Corone^
.
Madrid j onde
Spa.\
I
piacimento di Spagna conceffe i perdono Cosi vna parte dell' perdonati^ Tragedia dltalia i termin , reftando tra' Principi , co- dofidaFer\ me dopo vna granborafca di mare agitationi di gelofie, e diffi- dmandoa denze, che reciprocarono prefto con nuoue guerre, e difcordie ribelli Carlo non poteua ne' concepiti fofpetti contra gli Spagnuoli acquietarli , n cefsar da quei nenfien, che lo rendeiiano fempre
infelice
[
'
atten-
H
i6o
I
R
I
T> E L L'
TO
A VE N E T
MDcxiLx attento alle nouit 5 Se a fuoi ingrandimenti. AH' incontro fi Configlio di Francia amaiia di ftringerlo ^ non tanto per rauui-
uare con la di lui confidenza il partito in Italia, quanto per obligarlofiin modo^ che non preftaffe fomento a gli Vgonotti pe'i penfiero , che il Luines teneua di cauareloro di mano le Piazze nelle quah, ftabiliti nel tempo della minorit rendeuano quel,
Carlo j V la fejtta., pari all'autorit Regia^ f non fuperiorc. Fu per ci paremaco coHaudata del Principe Cardinal Mauritio a Parigi vconchiufo
^^^ti-imonio di Chriftina 5 Sorella del R con Vittorio Amao,j Principe di Piemonte.j ancorch gli Spagnuoli con molti' (danari 5 fparfixra' loro partiali alla Corte ^ procuraRcro di tur-I bario. Il difegno.per contragli Vgonotti fu differito alquanto, perche infurfe qualche tttrbolenza nel Regno , non hauendoil Luines faputo cosi prefto rifoluere 5 f dal Confine lai r^r^^^^R^i^^ Madre 5 dalla Carcere il Cond pi gli compieffe d'e-j fin t^tjso Per tanto il Duca di Pernon d' infleilibile fpirito , e coquel X- ftrarre $^ me habituato altre volte al fauore^ pitofto oggetto, che parte delfadulatione di Corte, riceuuto fcontento, perche nel Configlio fifofle decifa la precedenza al Guarda figlili 5 e nella no^.ninatione al Cappello Cardinalitio, s'hauelfe a fuoFigHuolo preferito il Gondi , Vefcouo di Parigi 5 fi ritir al fuo gouerno
ji
.
rancta,
per la
li-
t^^fZ"^.
nadadre
dal Confi-
^^'
e di
d'i
Con
dalle^
coi Marelcial di Buglion i Conficanate da Blois la Reina, come furtiuamente gli riufc , conducendola a Locchies, e di l ad Ango^^^iTie . Il R a Tours fi condufle,e s'armaua il Regno da tutte le parti, quando il Vefcouo di Luffon , al quale il Luinesfecreta.mente pennife partir d'Auignone , tenendo fopraTarbitrio della Reina non ordinario afcendente^ conchiufe raccordo , in-* cui , col perdono al Pernon^ e aTeguaci, fu alla ftefla Reina proil Ponte di mefib il gouerno d' Angi con Angers., Chinon , Ce. MailLuinesdiqueftanuoua Amicitia non interamente.^ fidandofi, cau il Cond di Prigione, efeco fiftrinfe , il
di
gli,
&
Csrcerio
che cagionando
infi.eme
(oWQcito
nuoue intelligenze
&
Armamenti
il Fine del Terzo Libro
HIS-
HISTORI DELLA
REP VELICA VENETA
DI B
E
Procuratore di San Marco.
\0 ^F A \T
0.
calmajcl'otio del reftante d'Europa haueatn adhora refi pi riguardeiioli ifucceffi delFArmi in Italia, e degni di maggiore trattati, ma cominciarono anattcntione che altroue a diftraherfi gli Animi perche y quafi vlcera, ferpendo la guerra, corruppe tutte le parti del Chriftianefimo con mutationi d\ Statijalterationi di cofe, memorabili affedij, grandi battaglie 5 Fatti famofi, ancorch bene fpellb ingiufti, con-, tante ftragi di Popoli, e calamit di Prouincie, che ragioneuolmente potr il tempo preiente chiamarfi fecolo di Ferro, e di fangue. Il cominciamento d mali si grani nella Bohemia proSoUet-ijitii ruppe col tumulto del Regno, che fu creduto la caufa , e nien- ni di B)he temeno la cautione della Pace d'Italia. Perci non fuori di mia ptr eh' ajfci. propofito dedurne i motiui^ e i fuccefli^impercioche, non alrinattip.1-^ trimenti, che nelle congiuntioni de' gran pianeti, da' quali di- ce in Iiiir", rpendono ipi notabili effetti jrinfiuenze dellVno alterano le Ha difpofitioni degli altri; anco ne gli affari, intereffi concai
i,
<
&
parte
il
i
fi
gli accidenti , buoni , rei dell' vna , rifentono graucmente nell'altra . Pareua horamai Ferdinando adot tato dalla fortuna alla fperanza_>
& alla
ll
DELL' HISTORIA
all'
VENETA
MDCXIIXJ& alla fucceffione dell'Imperio 5 perche, fenza heredi, mancando la prole mafculina, ancorch numerofa di Maflimilia-
Carlo 5 fu di lui Fratello , fi deuolueuano gli Stati; onde a Ferdinando raccolta gi la Corona di Bohemia, hora quella d'Vngheria s*aggiungeua per in fua tefta vnire la Do minaiftradarlo allaCeiarea ancora, Stati di tutta la Cafain Germania. Ma nonmanrione, e gli
no Secondo ,
altra linea di
&
difficolt fuegliandofi le gelofie negli tanta Potenza, e nel cuore degli fteffi ftranieri per timore di Alemanni ferpendo il dubbio di cader finalmente fotto il giopreuemae go di vilferuit, le perpetuaffe ne gli Auftriaci l'Imperio, kel z'ederin particolare, f lo conferiflero a Ferdinando , in cui vnen'Jifourajia\rea p/rJ' Jofi la forza di tutte l'hereditarie Prouincie , credeuano di nando la ftringere fempre pi quella Catena , dalla quale fi trouauano Corona ^' cinti gi qualche tempo Alla Politica de' Principi, al zelo Imitrio^ de' Popoli feruiua vgualmente la Religione di pretello, e motiuo , impercioche Ferdinando nella Cattolica Fede allenato, efecraua qualunque errore, e perci quanto jfuccedendo; al Padre, trou gli Stati Patrimoniali ingombrati da falf^^ opinioni , altrettanto con infigne piet haueua applicato a^ promuouere il vero culto , con tale fucceflb , che horamai quelle Prouincie fi rallegrauano d'effere al grembo dell'antica Religione reftituite . Non era ci riufcito fenza qualche.^ feuerit , onde molti , per non lafciare ^i errori , aitretti ad con gelo a vendere i beni , alerone fi tratabbandonare la Patria , Ija de' Po altri efpulfi per forza, poh delta ttntwino poueri, e mal contenti, Germacon liuore godute da e confifcate le facolt , le vedeuano
,
cauano oppofitioni , e
&
&
&
&
nuoui Padroni. Perci nell'Imperio in cui la fede noumeno, che il genio ama la libert, grand' apprenfione appariua_, che doue Ferdinando giunger poteffe colf autorit, efercitaffe la fteHa riforma, imponeffe giogo , tanto pi duro, quanto che bifognofo delForo, e de' Configli di Spagna , fi farebbe retto col dettame , e con le maflime \ quella natone , odiofiffima a gli Alemanni . Federico Elettor Palatino, giouane d' vanni, e di fpiriti elati, pi d'ogn altro ingombrato da tali penfieri, vifitando a bella pofta gli Elettori , gli haueua diuertiti dall' Elettione di R de' Romani, rimo,>
&
LIBRO
Qjy
ARTO.
1^5
rimoftrando, che f non s' interrompeua la fucceffionedeglif^^^^^JJJ Aultriaci, horche la diritta linea mancaua, non reftaua piaumec luogo a fpcran/x, quando in Ferdinando cadefTejchefofte-j/'^s^'-^'^* ^uto da forz.e ftraniere, e dotato di prole, ftabilirebbe nel y^t/D-'* Figli. Non ere- /l peno Trono Imperiale per Tempre f fteffo, dendo tuttauia facile funerarc per f, per alcuno de' Pro- a AaCafa. tc/bnti rimperiojlofferiua a Maniimiliano, Duca di Bauiera, '^i^^'j ofetedoU il quarto nel quale concorrendo Voti de tre Proteftanti, M^'^^-*^ dell' Arciuefcouo d Colonia^ fratello di luijl'Elettionefirendcua iicura. Ma i MiniltridelPonteticeje quei di Spagna op- a che pugnorono tale propolta^ perche, oltre gli intcrefT priuati ^mn/r^ ftimolauano quei della Religione, la quale, vfcendo l'Imperio f^^'f*^ di Cafa d'Auflria , non poteua , deilituta di cosi valido appog- /oUci vmf^io, che grandemente, patirne. Propofti grandi vantaggi al tamemet' Bauaro, accioche relllefe all'inuito, la pratica fuani,mape- ^^P^"^^^^' rrElcttionedRde'Romani fu differita. Agitando trquefte ncgotiationi l'Imperio la Bohemia s folleu. In quel Regno, che, com' la parte pi alta deirAlemagna,cosi flato fempre il pi confpicuo Theatro della Ribellione, e delfHe- c^ermegn] rcfia, fi fono veduti quafi che in ogni tempo diuifi gli animi ^^f'^'^tf^ in varie fette. Preualeua quella della Communione fotto am- l'ha b/.''
&
&
be
le
fpeciejinolto accrefciuta,
Rodol-
'^^'^^^'*-
fo, e Matthias Imperatori j che per hauere propitijquei Po-j poli, haucuano agata ampliata la libert diconfcienia,eta-
che i Proteftanti, feruendofi della faconce'lioui, per gradi all'importunit dell' inftarize, erano horamai gi iti alla parit co' Cattolici , trattane la Corona, e la Maeft del Comando. Queft'Indulti fi chiamauano comunemente lettere di Maeft, tanto pi tena^e-j mente cuftodite da Popoli, quanto meno grate a' PrincioiJ che le haucuano, per ambinofaneceffit concedute. Per que-: fto,fe qualche dubbio inforgeua, orocurauano direftringerle^ congiuditij a fauorde'Cattoiici,& appunto effendo Matthias: palfato in angheria per tener la Dieta, fegui certo Decreto! a rauore delI'Arciuefcono diPraQ;a,e dell'Abbate Brunonien-j le, che s'erano opooft all'erettione di due Tempij d'he -ecici jopra i loro Terreni. I Bohemi, fciolti dal freno, che feco
li
priuiljpjj accordati,
cilit delle
porta
rg4
MOCXflX porca la
DELL'HISTQRIA VENjETA
prefenza del Principe , fopra ci conuennero in' Praga, e chiella Dieta generale del Regno, per dedurre in' efla gli aggrauij, e promuouere i loro vantaggi, mentre Matthias, cos configliato da pnncipali Miniftri, la denegaua, e ladifferiua, partirono in ftuolo dcil Colleggio Carolino la mattina di ventitre Maggio, e portati al Caftello
nelle ftanze della Cancellaria, e chicdendi tale rifiuto, trouati i Conti Martiniti , e jr'^XI^'do gli autori P<;pe//^^/jSlauata con Filippo Fabritij Secretario, ftimati de* pi z,ecotte az-
/penetrando
ci'.fiiciHre\\^^^[
Jafk%7jM
cipati
della Religione Cattolica, gli gittarono dalle Fineftre. miracolo del fucceffo conuinto dal fito, il cui afpetto
l'imprudenza di quelli, che con falf inuentioni procurato di denegrarlo , perche alla caduta aggiunhanno niflri gendofi precipitio, doue fotto vn'horribile altezza comincia il terreno, va con dirupato decliue a terminare al piede della muraglia , formando al Cartello ripidiflma foffa_> femaloro lui tutti tre piombati, e colti infieme da pi archibugiate, effe fa per U caduta' che lor tiraron dietro, fi trouarono illefij Lo Slauata folo, leggiermente ofFefo per qualche refiftenza, con cui procur di fottrarfi , d* ogni modo pot faluarfi in qualche CaIl Martinitz , traueftito , vfci lo fteffb giorno fa vicina dalla Citt, 6z il Secretario f ne corfe immediate a Vienna a portarne prima d' ogn altro V auuifo S' accorfero i folleuati d'hauere infieme con Miniftri cos Principali pretjji per) intimoriti cipicata la quiete , la fperanza , e il perdono. Perci fa'deiwtsfat\c\mcnte occupato, e munito il Cartello, Refidenza ordi/?rf/>/-'dimentifce
mi.
.
trJo'mi\^^'^'^^
difpofero di foftenere con forza non di fuc^/?fiwjguale l'operato con s gran violenza. Capo primario d Pr^i^, querta emotione appariua Henrico , Conte della Torrc-^ , che alla priuata emulatione col Martinitz ( a cui sera concerto il gouerno di Carlertein, luogo doue fi conferuaua la
del
Corona
del Regno , leuato da Matthias al Torre appunto per fofpetto de' fuoi elati penfieri) aggroppaua i publici riguardi della fua Religione, anzi i propri; interefii j perche
della
medema da
gli
Stati fuoi , con l'amiffione de' Beni attendeua , quando perueni ife quc ft alla Corona Bohema, trattamento non dilugua-
leTPercK), commoffo
__Il5___ Popolo con voci di libert , no- MDCXl iopra qu me caro ibpra qual fi fui altro j quando non fia, com* auuiefpeffo, dalFanibitione , dairintereffe abufato ,6 ne bene
I
.
~L
R O ^Xy
il
AR TO
conuocati
Io non
bfco la
'vi
Principali a particolar conferenia, cosi parl. ecctttatt chiamo a -prcflarm obbedienza n a giuramenti ne am- a gittaril
i
,
Corona,
o lo Scettro di
quefo'J^gno
infelice-,
Compagni
della
lume improuifo
fiupore altajjenfo, e con ragione, perche queche ci apre il Cielo tra le calamita , alle quali
lo
/. di quefto Popolo imiitto Doue tfercitio della ^ligione tante "vol te giurato, gi che la confcienza , dono raro del Cielo , dipender
e dalle
promefse de' Principi ^efta 'vfurpata heredita d' "vna Cafa , paja da tejia a te.
prematuramente da mai fi lafcia caduca Non forf il Dominio ^n Patrimonio del Popolo , njna Dote della licpublicai e pure fe l' hanno fen^a il nofiro confenfo arrogato gli /' Aujriaci che non habbiavno fin ad hora [offerto ci ^iene negato 'vfo della njita ; conte fo t 'vju frutto dell' Anime ; ma le nofire pciffate mifcre non potrebbero ricordarfi che quat abbozzo delle "venture calamita , 2\idolfo habitaua infine tra noi ; A4atthias ci ha accolti, come il primo frutto de' fuoi defiderij ambitiofit i ma che attenderemo da F erdinando , ignoto a noi , au fiero a f fiejjo diretto da Configli Spagnuoli 3 e goucrnato da quei 'J{eligiofi, che deteftano con
per iflabilire njna tirannide eterna , Succefjori rapita , ad onta della morte , non
e
,
^vguatauerfione lanoftra liberta, e la noftr a credenza egli nato, ncltabborrimento a noi altri 5 e che occorre cercarne le e_ alleuato le perfine efiliate , le famiglie fpiantate^ i beni rapiti adpruoue,
f ditano crudelmente pur troppo, ch'egli --vorrebbe abolir
il
noflro ejfer
medefitmo
.
, f ^ugualmente comandare poteffe alla natura^ come "vfa Guai a Voi, "Bohemi, a'^oft ri Figli, alle facolt , alle la forza con fetenze , f lafciate a Ferdinando fermar il piede nel Throno Quando tenterete di fcuotef il giogo f non ardite di farlo in tempo, che fenza forza , Jenza cuflodia il "^gno in^Gflrabalia,e chcvi premono due "BJ, l'n:^no de' quali cade ^ e l' altro vacillai certo, che
,
non
I66
MDCXiix fjow farete
DELL'HISTORIA VENETA
foli r
quanti hauete nella fede compagni, tanti faranno 'Voftri Amici neW Armi Si commouera tutt' Europa , e 'vederete a noflro fauore in alcuni inforgere ftincli di piet , in altri indiflnti riguardi di 2(eligi6m , e di Stato Tali emotioni fono co^
. .
ma
me gran fiumi
i
che furgendo
da piccioli fs imo fonte nel proa-reffo ^'vn flo, e l'acque di molti Tj4i^
,
rate
a Popolifelici d'Olanda
.
fa
di liberta , e di grandezza , memorabile la generofta de' "Bohemi, che gittata dalle fine (ire la do^ minatione tiranna, ha fatto forger la gloria ^ che da queUo lUo-no
fi le7tza cifojje,
checonpih zelo, cheforzs, intrapregodono alprefente il p fio infime lo ^v af chefar in tutti i fccoli sicuro
,
^{jf'^^^derafacilmente all' Imperio f pure qualche ombra di ^uiola necefsita , e la piet fcufera l' attentato. Non^v*
pi-
ha
luogo
,
a pentimento ^
a perdono : non
difcorfo
ma folamente
concordia, e cofanza.
'vincitori,
La forte
liberta, o Carnefice,
'^
Se
faremo giuHi ,
.
y liberi, e Prin^
e tratta
pi f 'vinti , perfidi^ pergiuri ^ e imbelli Voco ci voleiia ad eccitare gli Animi, da f medefimiaccefi^apenfieri di nouitj
perche
f quel floridiffimo
fertili, e qiiafi
concorde, /
Regno ondeggia nel terreno con-, continuate Colline, niente meno foglionoi Po-
mente r fo^v/ff-fc
dano.
poli jjuttuare tra perpetui ftimoli di religione, e di libert.Dunque l' decretato di fcuoter'il giogo , acconfentendoui tutti, e
pur' alcuno nel fuo Animo f ne teneua alieno, ad ogni mo\Aq^ conofcendo di non poter' a queir empito vninerfale refiite
[re
,
per rtonf fenderli fofpetto , moftraua di adherirui con magvchefflenza Per foftener'il gouerno vn Magiftrato ditreni^^. ^^" titolo di Direttori fu fcelto j ma non cosi toflo il fuccefso tr^iRrJ!^'' i/-fr .?;;^.o5-' di Praga pe'l Regno fi diuulg, che tutto fi vide in riuolta, atr.[^rHi 7 trahendo anco in momenti la Lufatia, e la Slefia, Prouincic-> ^onerno aggregate. Nella Corte Cefarea, peruenutoTauuifo, ftauano diuerjamente agitati gli Animi, i Configli. Matthias con richiamezzi placidi,, con lettere, con preghiere , con qualche conmati da celfionc ancora,, defideraua rimettere nell'obbedienza i BoheCe{ar^al' iviedien- mi, e lofomentaua in queJfto penfiero il Glefeli coi riguardo, ^'1 OKprcche venendofi all' Armi donerebbe dirigerfi da Ferdinando,e daitrta di gli Spagnuolila guerra, in cui,fe aCefarepoteuarenderfirautonV dHlit ta delVno gclofa,farebbero niente meno molelle Farti degli altri
dirizzan^^iQv
.
.'
&
centra
LIBRO
centra
i
Q^V A
KTO^
16J
quando da' primi anni fi port al gauerno^^^'^^"^ Prouincie di Fiandra, confcruaua Matthias ceri' delle folleuate auerlone nel cuore. N punto erraua la nicrite dcLCardinale, perche Ferdinando, che inchinaua, pi che alla piaceuolezza, il maneggio dell'Armi, foftenuto da' Configli, e fauori dell'Arciduca Maffimiliano, e dcirAmbafciaror di Spagna-, non cos torto vide da Celare ammaffiirfi per neccffit alcuni pochi fi^ldati , che ne richiefe il comando . Matthias imbarazzato a negarlo, conucnne concederlo, ma con tal reftritione che formando vna Confiilta di guerra de' fi,ioi Confidenti, della quale folFe per il R Capo, limitata l'autorit, non Tutto ci s'attnbuiua al Glefelio, ncardi. gli lafciaua , che l'ombra al quale s'imputaua in oltre venalit ne gli affari 5 poca pr- naioiefepenfone alla concordia della Cafa, e alla grandezza de gli ^^^^^^cartj. Auftriaci, tolleranza, ^ Ibuerchia facilit con gli heretici ^mluecii accufe , che proueniuano principalmente dall' odio contra di ^e da gu lui concepito da'miniftri Spagnuoli, perche tenend'egli 2u,A^^s.^*^*^^ tutto potere il R , e l'Arciduca dalla cognitione de gli affari lontani, efcludeua loro medefimi da quelfi dell'Imperio, e nelle cofe d'Italia la fua propenfione alla Pace, s' haueua contrapofto a' loro difegni. Trai mezzi, con ogni ftudioefaminati^ per leuarlofi dauanti , troppo facrilego pareua quello di macchiare la porpora d' vn Cardinale col fangue, e nella Citt di Vienna , trucidare quafi fopra gli Altari il fuo Vefcouo. Dunque fu rifoluto d'arreftarlo prigione, trafcurata l'affettione , e l'autorit di Matthias, ch'erano idi lui foli prefidij,non fenzafperanza5e difegnojdopo'l fucceffo, di placare Cefare conlufinghe, ^om il\ di frenarlo con apprenfioni. Cosi chiamato vn giorno 2u, oahiftefi Configlio nelle ftanze dell'Arciduca, douc flaua il R colf f ^"^^ Ognate , nell'entrare dal D'Ampiere, e dal Prainer fu ar- ^/^^'^^^J* reftato prigione, e poflo in Carrozza ferrata, con cento CauaHi di Guardia celeremente verfo Infpruch inuiato Bench andaflero i Principi IteiT a participarlo a Matthias con__,
quali, fin
,
;;
Rehgione, di conuenienza, e di vantaggio Cafa, e del fuo ftelTo feruitio, non fi pu dire quanto ^^Jl^l'\ f n'altcrairc; perche tocco nelle Pupille dell' autorit, e dell' *a7ffimod affetto, diede ne gli empiti^ ntratteHerfipoteua, che nelle i'^^f^w.r
molti pretefti di
della
vigi-
158
D E LU H I S TP RI A V E NT E T A
voce non efclamafl , che concetto , eh' egli penfaffe
il
di
che per
braccio de* foUeuati Bohemi , per vendicarff . TutCardinale Dietrichftein, foggetto di grandi/Timo cretauia il dito, racquiet in qualche parte, conducendogh in Camera il
lo
perdono
chie'^ogli
R,
il
perdono, con
alc{uantofi
mtttga.
ingerirfi nell'autorit, e nel Comando. L'Imperatore voleua infcritto tale promeflaj ma conucnne contentarfi della fola parola, Se il poco, che Ibnrauiffe, vers Tem-
protette di
non
'
tnoYendo
^,^^^^^^
tri7e[Ti'
l^^ctdMca
Ta \rtyfo-
pre inapprenfioni, e malinconia, non fen^a tener' in mente che a lui dal Cugino fi retribuiffe lo fpoglio i Diuini giuditij, di quell'autorit, ch'egli pochi anni prima haueua dal Fratello Ridolfo eftorta con gran violenza. Veramente parue, chela Prigionia del Glefelio fpalancaffe a gli Auftriaci i fepolchrij perche Anna, Imperatrice, e Maffimihano, Arciduca, morirono poco appreflb, feguitati prefto da altri. Al carcerato "^^ ^ trouarono n danari ne beni , e ci raffolfe dalla fama
conofciutofi pouero quello, l'mfluenze benigne del fauore del Principe, li cregodelfe leMinere, e i Thefori, Fu infine confegnato al hiTfcopfr- tnsi /^/?pof?'_ Pontefice, che efclamaua eflerfi violata la dignit, e Timmu^'^^^[^^^ nit della Chiefa, accioche lo giudicale delle colpe, che fi ZJr.ildd faceuano mifte di Religione, e di Stato. Madopo qualche anlav^ma. no rcftituito alla Libert, vifTe quieto, come era ftatoconofciuto innocente. Ora- tra ledomefiche brighe degli AuftriaJ^^^f^^^ \7pmefi cy Bohemi haueuano grandemente profittato del tempo, ^f' prouedcndofi d'Armi, di danari, e d'Amici. Tra* primi, che Mansfelt,illegittiutohTn- ^ccoifero al torbido, fu Ernefto, Conte di mo Figlio di Pietro Ernefto, altrettanto famofo per le veffa\iiocet7te afolue. tlOni, inferite con poche forze , e con grandiffimo animo nel di pi anni*a gli Auftriaci, quanto noto il Padre nel ac< arre ..u,,c a'^^^^^ "vZuhidt gouerno de'Paefi baffi, e in varij impieghi per Ja fuafedeal-
ma
'del
comune
di venalit, e d'interelfe
Cardinale
^\^q fotto
/'
Bobemia, la
Spagna. Egli
d'elatilfimi fpiriti,
infi^
gni gii'ftificare appreiTo la fama i Ihoi {^pur'] Natali, dopohauer paff.Lti fotto gli Auftriaci molti ftipenc'jj, rinuntiata la Religione Cattolica, non afpiraua , che a cimentarfi con la fortuna
ne^
magg iori
Piemonte
a'
kt1
uitij
LIBRO
uitj
QJV A R T O-
169
quale nelle turbolenze , infurte in BohcmiaJMocxnx riponendola principal cautionedel fuoripofojgli lafci fcegliere due miiafoldati, e gli pag per qualche mefe^accioIche gli conducefle a' Bohemi . Anzi Carlo eshortaua anco i jVcneciani a contribuire a quella caufa fccrete afliftenzei ma pi Ila Rcpublica noncrcdcua, che le compiefse d'impegnarfi BCCUpUU oltre, che nella Tua propria difeia , e nella comune Libert dell' ^*^^^^ honorato Italia Il Mansfelt, volentieri accolto da' Bohemi, del carico di Generale dell* Artiglieria, diuenne infieme col
del
Duca,
il
&
Torre principal parte della riuolta, che in vero non poteua effere pi ferocemente guidata, che da queftidueCapijlVnode*
quali palaua per difperato, e l'altro per inquietiflmo . Il Mansoccup fubito laPiazz:adiPiiren,n horamai altro reftaua di confiderabile per l'Imperatore, che Buduais ,doue CarTale fu il prelo, Conte di Buquoij, ammafs alcune Truppe
felt
.
ludio di tant'altre calamit, c'hanno poi inuolta la Germania in molte miferie , che pur troppo le furono minacciate da vna..* CaUmii la fiera cometa, che nel fine dellanno apparue verfo il Settentrio- deiUGe Gev' ne i E s'egli vero, che a certe gran Grifi s'alteri la ftefia natura, ^amapra
potrebbe afcriuere a pronoftico prodigiofo anco deirinfeli- ^^v^^IIr cita della Rhetia la caduta dVn Monte , che repellendo viuo vn ritie ciPopolo intero, fotterr Plurs , gro/lflima Terra di quelle parti. T^^'^* E veraip.ente andarono affai del pari pel negotio,e per lar-!^'p^^-/^J mi le cofe di Bohemia, e de' Grifoni y impercioche pure in.vn JUhs queft'anno continuarono tra quei Popoli gli Animi concitati, '/"'^A^^^^'^ implacabilmente commofiS. Accadde, cliauendo i Vene-'^^j'J?;^^-^" tiani pubiicata, e col mezzo d'Antonio Antelmi, giurata fo-l tra' ch'^ lennemente la gi conchiufa alleanza co' Cantoni di Zurich, p^'M"^"'!-; e di Berna, conueniua m confeguenza,che in ordine airvnio-,/^4f,^^f[* ne delle tre Leghe coll'Heluetia s'apriffero loro i palli, ma vi s'opponeuano gliSpagnuoli con tal vehemenza, che cerfsmentata Caualicna, condotta al fol do della Repubhca dal Colon- teda gli nello Sciaualefchi, conuenne far' alto, trouando, che i Mi- SpagfiHoU ni 11 ri ftelTi di Spagna teneuano guardie proprie a' Pafl,per chimfi i |dubbio, che gli apnife la conniuenza, la venalit di quei palJ alle del Paefe Al negotio poi vnendo il timore, e la forza, il Feria, della Re.\ nuouo Goucrnatorc di Milano, per incomodare la Rhetia_^, public a, fi
&
com-
_i 7o
[
DE LL'HISTQRIAJVENETA
&
MDCXIIX e
A/itifIri
SpagriHOii
t
^<
promuo-HO
commuouere gli animi, impediua il tranfito delle merci^ il GhefHerofferuando,re bene non v'era Miniftro de' Venetani in quelle parti 5 che nelI'Agnedina rElettione di Miniftrale (queIti vn Capo temporario del loro Gouerno)dopo alcune contef, con fpargimenco di iangue, era caduta in foggetto diquella
fattione, prefenr certa fcrittura , nella quale, fingendo din prouaie i Trattari di Spigna, '^^\x viuamente feriua quelli con la ReComuni, proponeLdo , che fbise eicluia ogn' altra alleanza , ecpublica cetto qu^lla di Francia. Non piacque la propofta a' Comuni, e tanto meno,<l'Janto che creditori di moke penfioni dalla Cor^jna, chiedendone il pagamento , egli eshibiua di fbdisfarn^^ vna fola, ricir^cta da' Popoli con inloifvnbil difprezzo , Tuttauia fluttuauj o genera !menre gli animi > perche i principali, merca-
che impro
'
nano
paefe.
pe'l
tando a loro profitco i publici mali li rendeuano potenti coli* adherenzc ftraniere^S^ i poueri, veffati dalla venalit, e feuerit de' giuditij,malaraence iopportav ano il giogo Perci d'improuilb , alzate le Bandiere in pi luoghi , fcorfero furiofmente il Paeie, ignari qual fi foffe il Nemico, e incerti de loro ftcffidifgni. A Zernez obligarono al^a fuga Rodolfo Pianta, che col
.
necefjltan
dotlCheffier
alla
fuga.
firendeuano fotto tal Patrocinio, iicome odiofia tutti, cosi temuti da molegli era principalmente imputato, come vno de fminatoci^ ri delle zizanie j onde voleuano dargli crudelilTima morte, fo- non hauefl con la fuga procurato lo /campo . Corlcro all'hora a Coir , donde il Gheffier, che perle {\xt procedure \ on fi diitingueua da'Minirtri di spagna, conuenne in fretta a Maianfclt ritiraifise quafi che il furore della plebe folTe ftato capace di qual che ordine, e didiplina, deliberarono di fiabilire vn Tribunale
fratello
partiali degli Auftriaci,
Pompeo, dichiaiati
&
in
e caflig-
Tofana comporto
,
contra
quelli inquirilTero,
c'huefieioa
gli Stranieri
che^ venduto il
,
ben della Patria . Sotto quefta cenliira molti principali perirono jGiouanni Battifta Zambarajpcr mano del Carnefice^ Niccol Rufca 5 Arciprete di Sondrio , fpir tra' tormenti | furono efiliati i Pianta con grauiffime pene , e Giouanni , Velcouo di
Coir 5 la Citt ItefTa effendo taffata in quindici mila feudi d'amrnenda . Il Molina , Interprete di Francia , come natio della Rhetia fu parimente bandito 6^ al Gheffier intimato lo sfia tto.^^iTia
,
,
egli,
LIBRO
Q_V A R T O
171
MIXXIIX cgli^fpcrando che il biioiVordine foffe tantomeno tra quella gente durabile, quanto pi s'affaticauano d'introdurlo, prefe tempo \ darne auuifo alla Corte 5doue pure i Grifoni efpedirono lettere, e Deputati, per inuehire contra di lui acerrimamente. EfTendo anche per le caufe medefime de* Grifoni ^,^
penetrato qualche diffenfo in alcuni Cantoni degli Suizzeri, per fopirlo , com' folito , pi col colloquio , che con la forza
fu in
Ghejfier
nel
Condi
grejfo
ilGheffiercomparfo,taf-l^^^^^^'*^j^'^:
so i Venetianid'hauer fomentata queftVltima riuolutione,nel- F^nettani, Ma gli Ambafcia- come Ah4 (a quale appariuano molti del loro partito tori del tu tori Grifoni , che pure fi trouarono a quel congrefTo , foftenen- multo do la libert delle loro attieni, e giuditij contra quelli, c'haue- bench' euano tradita la Patria, imputarono allo ftefloThauer conogn is'^ <? fi^ arte datofpirito alle turbulcnze prefenti. Anzi che ,^ pri-ioual^JJ^^''^^^. d'indifferenza haueuano richiamate certe poche militie della jc^^^- cri. loro natione , che feruiuano a' Verietiani , e condannati in da-|i^' fl^IT^ nari alcuni Capitani ,men pronti ad vbbidirli. Ma i Pianta, per nodrire difcordie , feminauano lettere , e libelli e ricorfi al Gouernatore di Milano, per ottenere folamente trentamila feudi alfine d'armare i loro Amici,& adherenti, prometteuano di folleuare, e fbggettargli la Valtellma,che fuddita a' Grifoni, ma da Popoli pi ciuili habitata, malamente fofferiua il dur giogo di Democratia si corrotta Ci non paffando ^^^ arIgnoto a' Grifoni, caus, che a cuftodia de' principali Pofti mano fpingeffero gente armata, che molto valfe a reprimere anco Mfile turbationi , da quelli (M Como a certi luoghi di contefa^
.
.
,
giuridittione inferite
ANNO M ve XIX.
Molti foUecitauano i Venetiani ad inuiare Miniftro , per conchiudere prontamente la Lega nel predominio de' pi inchinati al loro partito
j
ma
cos ftrani accidenti, f n'aftennero , per non confondere ^jroymrt^ cofe pitofto, che apportami rimedio. Subito fi comprob|''^^^'^^,
hauere la plebe ne gli affetti breue fluffo,e r iccadde ben prefto nell'oppo ft o partito.
rifluffo
Il
perche.^ "^^J^^j
GhefSer ,
&
uo.
Mini-
\Jl -^P,MiniftroSpagniiolo,confpirando di concerto in fufcitare nuo^^f riuolta^con danari ,& oiTitij folleuarono alquanti Comuni zJ'd^orol'\'^^
i perfuatato da"
DELL'HISTORIA VENETA
i
fiueriml- io
j
1
'
-vien
ffeme
a mifura^ della forza reciproc and , bora la colpa , bora \ autorit , in quella terra fu eretto altro tribunale, che abol gli atti di quel 'di Tofana', richiam gli efiliati, e pun i giudici ftefli. Gli inall' oppreffi ricorfero a' Venetiani j ma in vece d'aiuti riportarona
giuditi], e rimetter'
il
Vefcouo
Appret
&
\mmi,.
Configli di riconciliarfi finceramente 5 perche in effetto in_* quella confufione di cofe non fapeuano qua! profitto difcerne re 5 e preuedeuano , che ipiu potenti finalmente necogherebbono li frutto Ad ogni modo neirAgnedina principi fpontaneamente il tumulto 5 e prefe T Armi 5 fi dilat per tutto il
.
Paefe con tanta forz-a^che innoui Giudici fuggirono di Coii gi efuli s'affentarono di nuouo. In Cicer, raccolte r, ventinone Bandiere , Itabilirono vn Tribunale di feffanta fei Perfone, che riuedendo le cofe paffate, operaffero in moday che il Gheffier dalla Rhetia forriffe Tutto ci , che dal Ginditio di Tofana s'era ordinato, fu autorizzato daquefto,abo-^ lite le cofe accadute in contrario. Tanto baftaua al Feria Gouernatore di Milano , per lafciare confufo il Paefe, conteiir to per hora di fomentare A torbido fottomano, mentre ti3tti i
&
Miniftri della Monarchia di Spagna conueniuano alFoccoren* alla vacanza, w quefto tempo accaduta:, ze dell'Imperio , /^^^^^/applicarfi. Matthias Imperatore, dopo- lunga infermit d'aniManhias vi\o jt^vi meli chc di corpo 5 refo nel me f di Marzo lo fpirito,. ^,'^.,7.. 1-^^ciaua per TElettione diSucceffore diuifigh animi j-eom'eriE
&
Cattohci , animati da gli or^' f.^^^^' fitij' del Pontefice 3 e foienuti dalle promeffe de gli Spagnuoli^ /^fo^J^r mchinauano a Ferdinando, come quegli, che infigne per la^ ftre aW pi'etjanco convalide forze foienere poteua la dignit, eh Imperio, AlF incontro s' detto,, quanto Tabborriuano i Religione inchnrMOnde il Palatino faceua ogni opera , aceioche la :o i Cauo Proteilanti. a Ffr- Dieta fi diiferifse, per meglio concertare Fefclufione di lui, d,n aride. e gli altri pur amauano d'offeruare l'efito ^lh prefenti riuoluh b (.trito daProte-\X^y portando a pretefto, che i moti di Bohcmia doueffero fami, [pri ma acquietarli, e p oi nella generale calma dell' Imperio
l'ammode
la
appunto
Religione ailcorde
iif-i
da rglifi
IJ
I..
'
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~-y^;^a>jjgfejPl.; 4.^-;.-1*>.-.-^-
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R O TE R
Z O.
17^ ^
vn Capo
di
gonr.a, al quale, in fine vi comparues afpctta , intim la Dieta in Francfort, J'*^^^^-/^. Perfona, col mezz;o dd Deputati, an-ip^^^y,;; ro gli Elettori, in corche per impedirlo tencflero alcuni infeftate, e quafi aflcdiateleftrade. I Bohemi rigittate le lettere, con le quali Fer-|
&
f^^^^^^^
Clemenza, perdono , confermatione di pnui-dcfi da' Icci, con libert di confcienza,etuttoci, che poteuano pre-'^'t'**' rcndere, concitauano ilontani,ei vicmu L Auitnaluperiore y-.^^^/ >Vn a' ribelli pochi Cattolici vanamente contradicendo, cdc-^' eUuattdo.
dittando offeriua
1''
^J^^l^^*'*\
gitmiamente fuccedere, pretendendo, che s* appartenere ad {"//^^^^^^, Alberto, FratteJlo dell'Imperatore Defonto, nonoftante lari- ejjo. liuntia di lui a fauore di Ferdinando. N hauerebbe l'inferiore' f'^'f^^^^^'
\
iiuerflmente efequito, in particolare la Citt di Vienna , ngombrata dall' herefie, f trouandouifi Ferdinando, non 1' laueife coll'autorit, e con la prefenza frenata . Nella Morajia,
&
r/^ri/^^^r
/^y' r^^-!
^^^^'*^^*'*l
'
'
j
congregati in Bruna gh Stati, e nelFvnione efplorati gli, mimi,econofciuteleforze,{egullarifoIutionemedefimaafauor! ie'Bohemi,ancorche poco prima haueffe quella Prouincia aFer-' ^Jno<^' iinandoinuiatofoccorfoditremilaFanti, e duemila Caualli, a^hhc^
I
:hc,pcr camino hauendo intefo il Decreto della loro Prouincia, Uzatc le bandiere con vniuerfale tumulto f ne ritornarono. Il Generale folamente ( era quefti Alberto di Valftain, che da tae atto di fede prefe l' efordio di quella gran fortuna, che in p:hi anni lo port airafcendente,e poi al precipitio) pafT a Ferimando, confegnandogli certo danaro, che per pagare le Militieteneua, ma iMoraui vollero ripeterlo colla forza, trat-
^"^'^^^'Y^l
'jir^;,^
.enendo fino
alla reftitutione in
arredo
il
Cardinale Dietrich-
credendofipii bifognofo di feiehConfigh, che d'oro, ancorch infomma necefltconfti:uito, per la di lui libert, prontamente lo refe. Si trouaua per
:anto Ferdinando nel procinto medefimo di palTare alla fuc- ^-.f^' celhone, e all'Imperio jftato calamitofo, efpoftoquafia'f<4<p il gli eltremi pencoli perche il Torre , follecitato da alcuni Ba- ^'^^^>. ; roni dell' Auftria, accoftatofi al Danubio, e prouediitoda fucij //^y/^;^ partiah di Ba rche , l'hauc ua tragittato coailpaucnto de' Bor- Ka
tain,^ diuotiffimo al
R, che
&
e
I
D E L L'
I
TORI A VENEfX
non prefidiata , che
dalla pre-
fenza^ecoftanzadi Ferdinando , mentre la guarnigione non eccedeua mille cinquecento huommi a piedi , e ducento a^ Cauallojche conueniuano dagli habitanti guardarla non me''^^'^^^no 5 che da nemici, perche teneuano intelligenze col forre, porta. Ma egli, fermatoli per due r^.^/rf!'''e trattati di confegnarlivna ^../r//r/J giorni a Fifcen vittoria, impercioche , credendo perde la , la Citt, nel modo medefimo , c'haueua ria >]tad'efpugnare ''ri//rf ^^r^' ^^ intere Prouincie con lettere, e inuit, fcriffe a Vienna, jmentre le rifpofte attendeua , rVniucrfit arm cirquecento Scolari j viueri furono introdotti , e fopragiunfero akune Miliopportuna j-j^^ pid'ognaltro giunie Opportuno il 'occorlb di certe Comente ocpagnie di Coraz^x, dal Gran Duca di Tofcana , inuiate al C'ri^, defil
ritie
:
Scldaief-
Cognato
le
quali colFindirizio
dVn
Uhe
I
, Francefe , , paffando per .mezzo le fquadre Bv)heme in Vienna in quel procinto, che il Joe //^^'rc fi trouaua angustiato da alcuni, che infolentemente afFcrranot'Ke ^atolo pel gu ^pouc, volcuauo indu'loa concedere Primieri, tan7L e libert di confcienza. Mafentito il calpeftio de'Caualli,e lujita. [vedute fcorrere oer le ft:ade imnrouifamente quelle Militie con la Spada alla mano, tu lo fi3auenro in coloro si grande, che fiaifperfero,&inriemeridi)1iparono leconuenticole,che teneuauo in Cafe priuate, nelle quali llauano molte Armi racin uedo
del
Gran
mo
hilficate l'Infeo^ne
entrarono
Dfi.
mnedl\co\it
..j...w/7 Jediandofi
fuoi s'accoft
alla,.
Aj''''/,Citt,
la Citt.
la cinfe
^^ ^^^j^. ^^^j.j^| impercioche, volendo il quattro mila huomini,ammairatineirVngheria, vnirii al Bud'impequoij, rinforzato da mille Corazze, il Mansfelt tent
dirgli
ilCimino, mail Buquoij cosi ooportunamente in cergrande di te imbofcate lo colfe , che lo ruppe con numero aliar,-Wi^ morti, e maggiore di prigioni. A tale auuifo il Torre aiici./, ne g da Vienna per dubbio, che i Bohemi vacillaliero nelle aH'Imjitn^o. didl'adedio gi-Qi-ie. Ma la fortuna port Ferdinando giro, Iperio 5 impercioche condottofi a Francfort con lungo Tmitanze Verdmm-\y{ fu accolto con grandiffiiTio applaufo, e rigittate premij iw^n de' Bohemi, che tentauano d'ercluderlo,fuoerate conconccrMUDteta le renit enze dclSafsone,c per vltimo sforzat amcnte
s,
I
rendoui
LI B R O Q^V
ARTO.
175
^endoui il Palatino, fu aVent'otto d'Agofto ornato della di- ^,^^^^^ gnit Imperiale 5 mentre nello fteifo tempo niioua Elettio- tUomra^le di R fi decretaua da' Bohemi. Se quel Regno fia here- (iivien editario, pur fuccediiio, e contefa e' ha lungamente affati^^^""^^f '^^^'^'^ fate l'Armile le penne con vanj giuditij , alcuni approuandola ragione, quantunque vinta, altri applaudendo al dirittodella fortuna, e de' Vmcitori. Per quello, che al fatto s'afpetta , nacque il Decreto, e dalla neceilt d'hauer direttore di quel :onfufo gouerno, e dal bifogno d'appoggiarfi ad eftereforze. Corona di A. Giouanni Giorgio, Elettore di Salfonia, perla vicinanz,a , 'Bohemia per la Religione i perla potenza efibirono la Corona, ma_^ offerta aW Ja gliAuftriaci fpcrand'egli pi certi vantaggi, la ricus. La Elettor di Fama di valore, e coraggio, conciliaua grandiffima ftima a Sajfonia. che la rt' Carlo Emanuelle, Duca di Sauoia^ onde fu da' Bohemi inuita- fiuta, al Duca !:o, e perogn'altro al prezzo della loro Rehgione, e libert di Sauoia rhauerebbero anche pofta all' incanto j ma da fpii"^^ troppo, egli eh' acute vedendofi cinta, nCarlo^ ne altri fi trouj chevolef- pure non l* fe accettarla Dunque a Federico Palatino fu decretata, gio- accetta. decretali uane d'anni, in cui concorreuano i fuoi elati difegni, e le al Palati' fperanze dell' alliftenze altrui, effendo Genero del R-d'Inghil- nO'
i
&
terra.
Ad
troppo s'auanzaffero
^/To loro
& in obligatione
Cattolici con
Perci non mncauano de gH Elettori, che ne difsna idiffuadeuano il Palatino^ il Bauaro lo fconfigliaua, e lo flieffo R d'Inghilterra procur diuertirlo. Egli, prima moflrandofi renitente, fu in fine dalla fperanza, e dall'ambitione fedotto, ^^. Uf^iafi afprezzar'i configli. Hebbe il principale fomento dallo flato >7 7/"-' jpreiente delle cofe, perche a Ferdinando, ancorch accre-i^-;1^^^^^^^^^^ rciuto di cosi riguardeuole dignit, fi credeua imminente Ti
.
d Vnirfi
che/e be-
eccidio 5 mentre non cosi torto, vfcito da molti aguati, che' nel ritorno daFrancfort gli furono tefi in camino, fi riduifein
Vienna, che vide anco l'Vngheriafolleuarfi. I Bohemi, ricorii alla PoTta Ottomana, per impetrare a BethlemGabor, Prin-
moti in
furti neil'
I
Vnuberiii, O cipe di Traiifiluama, r affenfo di muoucre farmi in queliti cotl'a\fmfo parti, doue molti herctici del Paefe Tinftigauano, non heb- deTnrehi. bero uifhcu l t d'impetrarlo, auidi fempre i Tu rchi
di vedere
la
x-jS
DELUHIStORIA VENETA
&
all'hora, conchiufacof la Chri/lianiddafeiicfra intacchirfi, Perllano la Pace 5 anco pi attenti , f traqaefte difcordie s*ap-gn& ftrada a loro vantaggi.^ Ci ad ogni modojComc accade per ordinario5ch i configli pi empij fiano i meno feic5n vece d'abbattere Ferdinando^ alla ina Caufa grandemente ferui, peri Cattolici , che in fauore che quelli de' Proteftanti medefimi, di lui prefero l'Armi, a fpeciofo pretefto allegauano conuenirfi ^ I contro a'Barbari concorrer tutti alla comune difefa^per foftene^ re quelle frontiere , che riparaiiano X eccidio d* Alemagna, e d* Ad ogni modo la moifa del Gabor fu nel principio faffubt7e\ J' Europa ?v^/^?r/^-|riofa, perche con pococontrafto s'impadron di CafTouia coir conqui' Vngheriafuperiore.Poid'Altembirrgje diPresburg^ Pofsoniaj^
IMDCXIX
&
Corona^venerata da quei Popoli^come pegno Ce lefte di legittimo Imperio. I Confederati Bohemi, per conginn che di Vienna: dl^gUm* gerglifiy entrarono neirAuftria, e poco manc, non oGcupaifero i Ponn,fe il D' Am piere, e il Marradas con ardi^ '^iriaii
doue trou
la
t.
haueffero foftenuti.S'aiianzauano verfo TVnghc^ '^/^^^jD'^J;'riayquandoilBuquoij, con foli cinque mila huomini rincontra^ to ilGabor , che con quindici mila non moko lungi da Poffoniai ufi. mi j^/j^gi/' marchiana , conofcendo gli Vngheri, pi feroci, che forti, die^^^^'^' de BiUtaglia,e gli ruppe. Non valfe la vittoria nella fproportione delle forze ad impedire,che il Torre non sVniiTecoI Gabor,e
congimtra
difefa
non
li
non
entrfie nellAufliriaj
minacciando Vienna
d'affedio.
Ma ef-
l'endo la ftagione nel Nonembre auaniata,e dallamj-htare licenaperro, turom) alketma. per cu ^naycr^. ^^ confumati prefto i viueridel Pacfe pi fmodi-jivXv ritirarfi^ tanto pi, che TArciduca Cario , fratello di Perdi\!^^^^,^\ ,waumta,
,r,A
Chiefa dVratisi^y-,^^^ rieoueratofiapprelTo Sigifmondo R di Polonia-, haueoa da hi! ottenuto vna lena di dieci mila ibldati,anche conrra F afriuolta di Slefia dalla
fiia
Cefar a,
'^frriT^a
Ul'
fci^r
'
0:-
ne Vagher,- entrati nella fuperioreVnglieria, haiieuauo rotato Stefano Ragotii, Generale del Gabor Comiennero per-ci i Confederati , non folo partire dairAuftriajniavna^ Dieta in Vngheria, nella quale fi trattaua di conferire al Gabor
quella Corona,. per timore fi fciolta^ anzi il Gabor medeumo pieg , col ritenere le conquifle , ad vna tregua , la quale , f bene non termin con la Pace, ad ogni modo p er d-ie
cubato o-
~"
I
"
L Y B
R O
'
oy
A R T_a
177^
MDCXIX
Iper dieci mefi leii quella diftrattionemolefta, dando como-1 do air Homonai d pafare nella Slefia, e nella Morauia, ali Buquoij neH'Auftria fiiperiore, &: al D'Ampicre d'infeguire il!
i
dunque verfo quefto Regno! rhtogen. dofi'nqiiejlc applicationi, e le cure de' Principi ^ e fi poteua dire, che fio 7nentYQ :fofrc come vn gran lago, nel quale con varij difegni pefcaua- tmte i(L^\ no molti. Ferdinando la fcimaua fuo Patrimonio Federico co /piraih riputaua fua Dote, il Sadone, & il Danaro afpirauano a_, fieni ds .Principi fpoglie, e non mancauano di quelli, che attendendo acciden- verfo la ti jfperauano nciraltrui ilanchez,2ie cogliere per loro il premio Bthsmi^' deirArmi. Veramente la Cafli dAu/lria era inqueltempo,cO" me il Dado della Fortuna d'Europa, chi la defideraua folleuaSi ridiiflero
^
ta
e chi la
procuraua abbattuta
pi amatiano di moderarla.
guciia il ic ucua. v erio ii r\e a ingnu-- eprincpAl volgeuano gli occhi di tutto l'Imperio, perche al Pa- mente te mendoft latino effendoyros ftrettamente coiigiimto, in ogni affare Inghittercon offitij contraftando i vantaggi a gli Auftriaci, pareua.., Tdy Uretta the difficilmente foire per aftenerfi dall'Armi . Ma in quel Prin^ in [angue col paUeipe contendeuano per ordinario T impotenza, e'I decoro. Egli Scozzefe pernafcita^ e per heredit peruenuto alla Corona, era il primo, che comandale a duenationi, per naturale antipatia , antica emulatione nemiche, e domar volendo la ferocia di queiPopoU,,coirinertia,ecoirotio,s^haueuafiflamente propofta la quiete, &isfuggiua al pofTibile diconuo-| care i Parlamenti, fenza i quali non potendo imponere contributioni,ne raccogliere danari , fi contentaua pi tofto dicon^
L\^iis^iKjn\^ iciv^ciic Ki
fi
terra
&
&
trainare
gelolia
tele le
con molte anguftie,e d!f5cult,che vederli vmticon , conuenirli fciogliere con d\(gui\o de popoli, con
d'
del
coma .do. InAlemagna prima diiao 3rou la rifolution^- Genero d'accettar la Corona 5 poi oublicaua d'affiftergle^
nouita
^^^Ir^'?al
^^P^^^^^^^^ Ambafciatore a Vienna, chiedeua impollibih conditioni di Pace, proponendo, che la Bohemia^
Palatino reftaffe
gmjaiiuerialiTienr
^
-,
onde da modi cos vacillanti, & ambi concetto fi conferm aua , che pi, ch e U. adF
178
j
JM-DCXIX d.A eftinguerc, nchinaiTe. a fomentare rincendio deirimperio. iniacra fini diucrfi mirauano i Rdi Francia, e di Danimarca
falmenre
icfi
lafon-
dell' Impe-
rto.
nella
le-
ga Catto'
ttca
'uien
fer
tanto
ogn vno volendo mterporfi, neffuno curandofi di conchiudere.. Tre Diete fi tcneuano nello fteffo tempo nell'Imperio, ei vi fi digeriuano le. comuni raiferie fottofpetie di varijinteref-j fi. In rbipolij VVirtzburg, vniti gli Elettori Ecclefiafti-' ci, ilVefcouo di quella Citt, quel di Bamberg, & altri col'; Bauaro,e con tutti quei Principi, cheformauanobLegaCat-j tolica, alla quale all'hora anco il Duca di Lorena fu afcritco ,' deliberarono di formar' vn Efercito, concedendone il Generalato a Maflmiliano 5 Duca di Bauiera, Principe di profondiffimi fenfi, e che fopra ogn' altro ha faputo cauare da' comuni intereffi priuati vantaggi , col mercantar' il tempo, c- quefta Vnione anco il Ponteace diemaneggiar la, fortuna . de il nome con menfuale ftipendio, pi a decoro, che afor-
'
fabiHro
'vn'EfeYci,
to folto
l\.
Infgnedd
BauarOt
concorredoui'l
tefice
Fon
e' l
Saffe-
ende Ce
ptrefi rtn
gaglifirdi'.
Tutto ci fenza dubbio feruir doueua a foccorfo, e vantaggio di Ferdinando , come pure in altra Dieta, che l' Elettore di SafTonia con gli AmbafciatoridiDanimrca, e co' Principi del Circolo inferiore teneua, doucgh, preoccupato con promeffe di grandi vantaggi, fi dichiar pergli Auftriaci,matnificandole ragioni di Ferdinando, che renderebbero ingiiiz-a.,
il
Cosi, folleuate notabilmente le forz,e di Cefare,egli proprie, e con quelle di Spagna fi trouaua affai \c he pi va pure con le Uido dalle inuigorito^ perche da' Paefi baffi l'Arciduca Alberto inuiaua sforile di fette in otto mila foldati, e numero pari, dall' OiTuna efpedito ^^^gna* pe'l Milanefe, giunfenel fine dell' anno per quei camino nelF
fce,reftian
1
Bohemi
f alatino
MtrmAr-
Auftria. All'incontro declinaua nel bel principio la fortuna di Federico, perche nella Terza Dieta dell'accennate da'Princi-
fortaji co
le
proprie
rtce nere
la Corona.
prefenza di lui in Norimbergh congrega^^^ doleidofi le Citt, che le contributioni fi ripartiffero a beil primato dell' neficio di pochi 5 che , affunti titoh fpeciofi, vnione, godeuano groflffimi affegnamenti, fu decretato d* armarfi per la fola propria difefa, e non fomminiftrare danari all'Efercito di Bohemia Dunque a Federico conuenneda'proprij Stati raccogliere circa dicci mila fanti e due mila Caualli, Praga co'quali entrato nel Regno fu di Noucmbre coronato
&
folen-
~^^^
i_B R O QJ^A R T O. irj_ folenncmentc. Ma non cosi toito pofe il piede nel throno ^^^^-^^x c'hauciuloal Principe D'Anhalt conferito il fuprcmo Generalato delle file Armi 5 & anco delle Boheme, il Torre, & il
:L
;
Mansfelt, che prima ledireggeuano, grandemente fi difguftarono- Cosi queft'anno fini per le cofe della Bohcmia. A'VeLa, Re^ netianifignific Federico l'afiiinta Corona, &efli con lettere yublica etempo medefimo a Ferdinando eleg- legge Nm fi congratularono , nel gendo, conforme al fohto, due Ambafciatori ftraordinarij , bafciata {eflraordiche furono Agoflino Nani, e Simeone Contarini, ambidue nana per Caualieri, f bene per gli torbidi d'Alemagna la miffione tar- FerdwaU" d qualche tempo , in luogo del Nani indifpofl:o X Amba- do. fciata fu foftenuta da Francefco Erizzo, Cauahere, Procuratore . Non voleua la Repuplica, ancorch fortemente preffata, ingerirfine gli affari dell'Imperio , ma per quelli d'Italia con- aliena tinuaua nella maggior vigilanza^ perche non folamente ap- dall' ingepannano i fini de'Minifl:ri Spagniioli fuelati , ma per Finfidie rirfnells cofed' Im|m Venctia fcoperte , ancorch dilTmulate, ftauano gli animi perio inut.' grandemente commofiii . S' aggiungeuano i fuccelT in oltre ne' glia fer t Grifoni, da' quali credeua la Republica di comprendere, che Italia miraffe quella Monarchia a ferrarle da ogni parte le venute, e i pafii, per aficdiarla, e quando l'opportunit lo richiedeffe , graucmente colpirla. Ne glifteffi Spagnuoli di/Iimulauano il dilgufto, concepito nelle paflate occorrenze , afcriuendolela refiftenza, fatta a' Loro difegni, 6^ imputandole, che con gli aiuti a Mantoua, e coli' afsiftenzc a Sauoia , haueite vgualmen- publieala Lega Con te mirato a fcemare , abbattere la loro riputatione, e prepo- Sauoia, tenza in Italia. Pertanto i Venetiani cercauano ogni ftrada a gli aiuti, e da lontano, e da vicino amicitie. Della Francia.,, all'hora inuolta nelle domeftiche turbolenze, non pareua ficurol' appoggio j onde frifolutodifottofcriuere, e publicare col Duca di Sauoia la Lega, a difefa, inuiando Girolamo Cauazza a' Duchi ^\ Mantoua, Parma, Modona, e Vrbino, per darne loro parte, inuitarli ad efserui afcritti, per ricuperare vna volta con falda vnione all'Italia il decoro, e la ftima, anchefel'occafioncfi prefentafse, i priinlegij della Natura^ che, fequcftrandola tra l'Alpi, e'I Mare (quafi forti muraglie , ^ infuperabilifofse) dagli flranieri, e da' loro coftumi, ha
!
j \
&
&
&
&
prete-
iSo
DELL'HISTORIA VENETA'
non
folo godefle l'opulenza, le delitie, e i beni 5 che con larga mano le impartifcono la benignit del Cielo 5 e l'amenit della Terra , ma refpirafse i due pi pretiofi elementi del viuer ciuile , la Libert, il Comando.
&
Neffuno di qucfti hebbc cuore d'offerir* il fuo nome, ancoralUquA ch applaudendoui tutti, la fimaflero forte prefidio della_^ le non ha chis'ar comune falute. De' Principi maggiorila' quali fu comunicata rifchi di dagli Ambafciatori ordinari], il Pontefice fi dimoftr fermo condefcenneir indifferenza per gli riguardi del carico fuo di Padre coderC' mune, e la Francia promife di non perdergli affari d'Italia di vifta,fe ben giudicaua,che per rendere pi efficaci gh officij fuoi in cafo di nuoua rottura , compieffe non dichiararfi pi oltre. Gli Spagnuolifidimoftrauano grandemente commoffi,
-v'
placitando queft'alleanza, come vn feminario di geloie,ed' amarezze . In quefte negotiationi con Carlo fi tramifchi vn effempio della domeilica difcipHna della Republica,in cui la il peculato fono delitti del pari efecrandi^ perribellione,
&
che
nell'aggiuftvarfi
contide'llTidij,al
in difetto,
Duca
preftati,fitro-
effendovfcito dall'erario il danaro, reft facilmente fcoperto, che in vfo proprio d'Antonio Donato , all' hora Ambafciatore , era flato conuerxAntomo Donato
punito per
colpa di g
&
culata
L'opinione combatteua col fatto, perche in Soggetto, ornato di fingolari talenti , particolarmente di granita, e d'eloquenza, fi rendeua tanto meno creduta U colpa, quanto pi teneua domefliche imagini di fomma integrit de' maggiori, tra quali il Zio Leonardo, Principe della Republica,& ilPa-^ dre Niccol, Senatore preftante,haueuano dato faggio negl' eflerni d'animo infleffibile a qualunque^- impieghi vrbani , interelfe Alla Corte d'Inghilterra Antonio in quecolpa , fto tempo Ambafciatore fi ritrouaua, e per aggiuftar'il conto gli fu permeffo di venir" a Venetiaj doue, orando in Senato con grande energia, e non minore fperanza di placare gli animi col merito degli Antenati , e de' fuoi fteffiferuitij , trono , che
tito.
&
.
&
non
.
proportione a' meriti colle colpe Chiamato alle Carceri a render conto , alfentatofi , fu bandito con capitale fentenza , e conffcatione d e' Beni, abolito il fuo nome 5 e la pofterit
LIBRO
Ma
O-V
ARTO.
i8i
^iJcxix rlcadairordinedc'Patritij. Egli fi ricouer inlnghilterrajdone 5 fuccediitogli nelL^mbafciaca Girolamo Land, induffeil il Senato nella Lega colDuca Carlo^non fio aliccnciarlo. Veneti. tcredendo alUcurato , che lo Stato di Terra con valida diuer- ni non ajji fione da'tentatiiii del MilanefejCcon quella degli Suizzeri fti- curati a,
di
di
i/AJianza
dall' vnio.
qualche Militia , applicaua ad vgiiali prefidij di Vafcelli , e di ni co Cargenti anco dalla parte del Mare, quando ne' Vice Rdi Na- lo, ^voltano] poli continuafle il penfiero d' inferire moleftie all' Ifole , Aprefidiar al Golfo. Per quefo afcolt i progetti d'alleanza, infinua- Jifer ma'] ti dalle Prouincie vnite d' Olanda, nelle quali , oltre il comun>^ IntcrcfTe di libert, e d commercio, preualeua il defiderio'2"^y^"^,vi di qualche valido appoggio per premunirfi, quando di bre-'^e^-A "//^! ne fpi rate le tregue, doueffero efporfi a nuouo cimento col- |f''''f'/j^: ^ vnite d O " " ' le robufle forze di Spagna . Rifiedeua per gli Venetiani nell' lanct.4 . Haij'a Chriftoforo Suriaiio , che con molta maturit , e deftrezza maneggiando gli Animi, s'era introdotto nella confidenza dell'Oranges, e de' Principali 5 onde, raccolti i fenfi loro facilmente, pafs da' difcorfi alnegotio,pe'l quale deftinati da gli Ordini delle Prouincie alcuni Deputati per trattar feco, s'eftefero le conditioni dVna Lega a comune difefa. Ma in Venetia propofta per l'approuatione al Senato, diliicuipr}] fcrepauano le fentenze , perche tra quei del Colleggio Giouan- poFa y4l~\ ni Nani fentiua,che la conchiufione fi diiferifse, credendo , leania. [i\ che la Repubica, ancorch inuolta tra grani fofpetti, non. confuUain Senato. douefie per hora inuiluppa fi in queft'Litereffe, che portando ad vna Guerra perpetua, la confl:ituiua in tah, e tanti difpendij , e pericoli, che de' mah prefenti farebbe fiato peggiore il rimedio. ( r dunque in tale fentenza. S'egli 'vero, e he alcii)if. perfu id n U fede de' Princi-pi Jia 'zm ^vincolo indiffoluhile , e che t trattati di dolo adi]Leghe, come i Matrmomj ^ accomunino la fortuna, e gl'interef-WlrirlTJ fi, non mai trop-po tardi rifolaerft ad "vn Decreto, che non ft puh ritrattare n correggere Decreto , che <verfa fopra /' alleanza non
&
j '
di quegli Stati, che coll'alteratione delle cofe , con la 'vicenda degli af jetti,con la corruttion de' Miniftri, con la mutatione de' ugnanti, reg-
gono
loro Configli,
^
{mortali, nelle
due 'F^epuhliche nella confi it ut ione m maffime immobili snella parola colanti. Vnioncche
di
ma
com-
181
DLURISTORrA VENETA
MDCXIX ^om-prefam breni periodi , e fer limitato numere d* anni ^ s'efien^ de pr ad affari grauijjimi , e "ponendo la T^epublica in lungo, ineftricahile laberinto fece trahc confeguenze di grande momento, perche ha per oggetto ^na guerra perpetua, y in cui con fudij ines-^
haufti le ^nite Prouincte difendono la 2{eligione loro,, e la liberta contra ^n J^ potentijjtmo , implacabile neWoffefa , nel rifentimento Che /' Oro della 2(epublica corra- al foccorfo de' deboli indefejfo
.
noHri aiuti ftano ftcuro capital degli opprefft , che gli Arfena^ liy e gli Erarij tiano comuni aW Italia , ne [iringono s forti mot ini r che non Ji'puo denegarlo -.ma non 'vgual militano per le cof d'Olanda, e f pur- militano ) bilanciando le ragioni, conuiene^che mifkriache
i
indef^ forze. Saranno forf i nojiri aiuti ^ cos ampi, denti , che 'vagliano a nodrire "vna guerra, che opra termini ine" conciliabili di foggettione^e d'Imperio, di liberta ^ e di ribellione fufle
mo
fjie Guerra , eftefa nelle quattro parti delA4ondo, che non ha limi^ ti, ne pu hauer termine , e ha 'votata la Spagna di Gente, eshauBt lndie d'oro, afforbito il fangue , e il danaro d' Europa La -^publica fempre fiata nell'imprefe giufifftma , nella propria difeja acerrima y nell'altrui foccorfo cofiante. Hora che fi pretende forfd'Impugnare contra la Spagna l'Armi, s' habbiamo eco la Pacefor^ ma che piU ftcuro rimedio, che'l rifpar-f di preferuare noi fi effe t mio degli fpiriti aitali per le proprie occorrenze t Deftdcrano alcu* ni indurre quegli Stati , fpirando le tregue , a rompere la guerra
. ,
ma f
hauendo prouati maggiori i d^.nni dellai quiete , che irfch dell' Armi ,^i fono indotti da loro fefji interefjl',, militer certamente quella diuerfione a' no ftri vantaggi , e fenzx noi s'efercitera quella guerra, all'ombra, della quale refpirera l It^ dal Cielo protetta contra la forza, e l infi lia-, e la ^publica L'Olanda ha die , goder quieta, e tranquilla felicemente la Pace
^
ne gl'interni
diffidij
,.
le
conformi i altri di conuenenze , e difegni^ e quefti poffono , e n^o^ gliono foftenerla con "validiffime forze che dunque ferue affrettar la Carriera f con gli altrui paffi , fenz^ fiancar noi medefimi y poffiamo giunger alfine de' noftri 'vantaggi LaJ\epublca
.
Ihafoftenuta, e la fofiie^ne con gloria-, ma troppo 'vafio penfiero porterebbe afpofare tutta le Se con Vdfferenze d'Europa , e farfi parte in ogni parte del mondo
.
d Italia
prudcn-
lTb R O
prudenza da
Q^V A R
T07
Ma
i8j
aHiene ^perche ^vu^te ftrlngerfi MDCXIX anco fenza^ con quelli d Olanda forf per ottener affiftenze con tutti s*. tatti non mancher ai feruir a noi quella gente , che accorda, doue troua oro , e mercedi. Non nego ^ che non ftano grande fchermo gli Amici, e che non fi computi tra* rifparmij quell* oro che trattiene ilmoflro della guerra lontano ; ma forf ne" foli trattati conftftono i 'vincoli deWamicitia Gli affetti fono congiunti ne" Principi , doue g' intereffi non fono diuerfi Chi dubita , non ftano
gli afari de* "Bohemi s
.
|
le
abbracciare
le
noftre afftftenze
, ,
ogni 'volta
e per ret^
che pi Hringendo
bfogno ,fo(fe
opportuno impartirle
dercele ancora , quando la congiuntura delle cofe l* additer conferenti Pur fenza Lega habbiamo eftratto fin ad hora Capiy Genti-,
celli da quel Paefe , aperto V^af
,
all'oro di tutti,
fimo che per prezjo d'amicitia non neceffaria ci affrettiamo d* esborfar 'vanamente , far quello , che in occafioni pik hifognofe , e miAda f con inutili profufioni renderemo \giwri ci porter i foccorfi
,
eshaufto l'Erario
egualmente
ci
mancheranno
le
dtfefe^
egUAmi-
ci ,e conuerremo mendicare dagli altri , pi che riceuere da noijleffi ^anto a me , quelle Amicitie io conofco pik etili , che i fuffidij
.
da com-uni conuenienze preferit te i ma nel cafo quanto difuguale la fortuna , e lo flato delle cofe apparifce , Cattolico noi poffiamo hauer Pace , anzi Phaueremojin'a quel Col fegno y doue 'vorr giungere la moderatione de* fuoi Configli, J\da nclC olanda , doue combattono la pertinacia difalfa credenza , e'I
con leggi pari fono
pre finte
deftderio di
eera libert non pub trouar luogo la quiete Dunque ad fvn perpetuo aggrauio faremo coflretti di fottofcriuere N ci diamo a credere di godere reciprochi aiuti:, pere he non e*e(fendo trat.
,
tato
ze
,
&
in Italia colf
ombre , 'vendicandoft di noi con doppio colpo , e coli* impiego , che conuerremo far* in Olanda d'oro , e col confumamento di tutte le forze in lunga difefa di terra y e di mare Chi non conofce tra le mafftme della Spagna effer la guerra , occulta coll*arte, 4 col tempo y all'incontro quelle della ^public a conftftono nelconfcruarfi y e fchermrfi fenza prouocare, offendere yfempre enendo ne fuoi Configli e nelle rifolutoni la prudenza laguftitia il tempo Tale fentimento non incon trando il genio, e rapprouatio nc
<,
I84
DELL'HIStORI A VEN ET
MDCXIX' di tutti, Scbaftiano Veniero,vno de Configlieri, concitando il Senato a fdegno , non meno che a gelofie pel procedere de' gli Spagnuoli,di(corfe con oppofiti (enfi. Z.^ Natura a di Ani',
altri
ad
'frenarla
mali ha ^n Elemento ^refcrttoi ma il Cielo, e la Terra mamhi.\ "F^r a felicita farebbe 'veder Principe dello jla^, tiene non baflano to loro contenti, in 'vn fecole , nel quale nonpk la buona confcien-\
.
regnare, e del sincere .j che f i -priuati della liberalit hanno ripoflala Perci non falfo^ laude nel compartire' l fuo^i Principi tengono collocata la gloria deL\
za fremio ,
ma
l'
proua la noflra et; pc^\ che, tenendo la Monarchia di Spagna con la fortuna, col Confi
la
grande zs^
coli*
nell*
"vfurpare l'altrui.
Lo
glie,
armi occupate
ampie Prouincie
ad
ogni
modo fame,
lica ancora , ne fati a di quaf due Jdondi , o afale, o tenta tutto' ci , che tiene qualche imagine , e luHro di liberta , e d' Imperio
ha
a (limolo di Religione , o a titolo d' interefse , o a larua d* ambitione , e di prerogatiue difunendo gli animi delle nationi, e' l commercio de* Prncipi ,quaji mina nafcofla, fpianta i fondamenti di quei Dominij , doue non potrebbe giunger Niente pik teme , che la luce alle fue machine , h la la forza Per quefto tante arti a gli animi de* concordia de* fuoi nemici
inftnuata
e
Grifoni, per diuertirli dalla noflra alleanza y tante dogltanze per la Lega co' Cantoni d'Heluetiai tante inuettiue per le leue d'Olan-
da
Aia dobbiamo
.
conofcere
ripoBo
il
nemici y doue pih fero ilcontrafla, pegno della comune fatue zs^ Che centra i pih ponoflri
i
tenti e onuengano
ra, t ihauerla
to di
modo pihpron
coli' abbracciare
munire la quiete a noi, di prouedere la fcurezs^ a gli Amici tnuite d* Olanda efperienza ci ricorda pur troppo , quanto all'Italia jiane fate le fue tregue fatali Durante il moto di quelle Prouincie , ella e flata felice , e tranquilla. Aiaferuendo a Principi grandi la guerra , come per efercitio , fmorzato di la l'incendio , di qua da monti riforto Hora da' noflri Emuli cere andoft toc e afone, e' l 'vantaggio, pih che la quiete , Hannoflotto le ceneri tepide di Pace infltdiofla naflcofle fiamme maggiori
___^
^^ ^^^
, . ,
L
Dunque a
ft
IBRO a,VARTO.
che col ^vantaggio della difrattione
ne*
.
iSj
mico [coperto fi
(Tuarda meglio
che
y
fonarne l" efca ; -perche f all'Ini- MDCXIX con U forza della alfefa, dall'occulto non
Confidia-
mo,
te
,
trotto
Paefi baffi la Guerra ; prefto fia per riforgere dir il 'vero , fon difuguali le forz^ delle Prouincie "vni.
ma
Dunque comper cimcntarfi con quelle de' potentiffimi ^gni pie di rinforzarle con poderofe affiftenze , accioche con pari difcapito alle cofc nofire , o non cedano a lufingheuoli inuitide' MiSpagnuoli quegli Stati con prolungare le tregue , nonfoccofnhano a duriffimi danni e infine ricadano fiotto L giogo con maneggiare debolmente le Armi N ci confortino fiacche fperanze , che da Potentati 'vicini filano per godere 'validi aiuti perche forgiamo la Francia da quali 'venti , commoffi per lo pik dal fiato di Spagna , fita affai fouente quaffata ; e Inghilterra 'vediamo
niflr
, y
.
,
fiempre pauiche non tenendo di grande , che l nome , ha il do d'efer afiretto alla guerra , tS^ i fuoi Ministri ^ per conti-^ nuare in Olanda la quiete , fi/fi negli flefifit concetti che gfinduffero
a procurarla
,
Dunque a
,
chi conofice
pruoua maggiore
il bi-
fogno
dofit
t 'vno
altro
mano al riparo ; altrimenti guardanognuno pik' fopra gli altrui intereffi ri-
parandofi, che fiopra de' proprij ^ fiaremo il giuoco degli auuerfarij che , combattendo con 'vno alla 'volta , fono certi di 'vincer tutti
Come
i
potr la noflru 2{epublica prerender aiuti, f otiofa mirer bifogni degli altri fiorfie confidiamo nella Pace , gi due anni
colla
Spagna
,
conchiufia i
ma
ad
hora
goduti f non l* inuafioni praticate dal Toledo , le refititutioni negate dall' Offuna , i tradimenti orditi dal ^eua , i Territorij ajfaliti Jc Piazza poco men,che forprefe j i Confini fiempre pik minacciati , // Alare ficorfo , il commercio infe flato , e per 'vltimo grado
\
Turchi ad opprimerci
,
Ottime fiupponiamo l'inteynioni del 2{ Filippo peggiori certamente de* fuoi Adiniflri non pojfono ejfere l'opere : n altro fin adhora ha diuertito lo fcomponer il trattato , e riaccender la guerra che la patienDi Pace tanto infedioZ^ di chi ha riceuuto , e tollerato l' offef fa, qual cautionepik ficurapoffiamo in auuenire procurarci che d' hauer compiigni ,fia nella qmete ,o nell'armi ^ altrimenti fenzAmi,
.
ci fiempre
ci
efipofti
ad
infulti palefii
d in-
emU
apreferuarci leAmitefinadhora contratte, ferabile. Ne haftano alleanze di Sauoia e degli Sulzjierifono decoro alla Pace , e neU non ci aprono i pafft, non ci danno mili^ la guerra preftdio
Ma
tie , non ci cuoprono gli Stati del Mare , anzi quefia medeftma Citt y degna fede della Liberta , e dell'Imperio, fta niente mcno\ efpoia a pericoli, di quello, che fia ftata^quafi preda alNnftdle A Vniamoci dunque alt Olanda perche , f l'altre Leghe ci difendono] il Terreflre Dominio , mentre agli Spagnuoli non compie fu/citare di
ognuno ha
infegnato
t arte
rifpetteranno per Vauuenire anche il Golfo, , l'Armi di quel Popolo inuttto , che g* inquieta il pfi per non tirarui n* "vaftiffimimari de u Indie Cos feffo del nuouo Mondo, e trionfa dalla fede ma molto piU dal timore. la no (ira Pace far cuftodta S'oppone per auuentura lo degno che implacabile far concepito da "vn Principe grande ? ma qu al far la cagione perche forf fi
reftftere
al piU potente
ma
firinge alleanza con quelle Prouincie , colle quali la Spagna medefi" ha conchiufe le tregue , riconefcendole per furane faremo dun^
liberi
ti
que tanto infelici , che tra' Principi Tamicitia cogliamo forf fcacciare
Stati
?
.
pi'
Cattolico
,
da fuot ampifftml
non l'acconfente il noflro nflituto e la moderatione de' no- Non V offende la Lega ,fe non promuoue l'offef s e f firi Configli s'offende di trouar re/tflenza,che maggior' argomento ci pu rendere ifuoi difegnifofpetti rincrefce per auuentura il difpendio mado^ u meglio s'impiegale he a freferuarci da' mali efiremi a che otio-^, a feferuano le noftre ricchezza ) ^^^ ^^ incitamento alla guerra , maggiori fono flati prouidi inrac^ ipremio de' vincitori f i noftri
coglier
Thefori
,
OJfarli
e ftcottr
chihde.
dobbiamo fingerci fempre pone Popoli fono gli Erari pi^ rii perche non i danari , ma gli Stati, opulenti de Principi Tale Opinione preualfe . Dunque , efpediti al Suranogli ordini, &i poteri, fu flabilita la Lega per quindici anni a difef, nella quale, in cafo dMnuafione la Republica prometteua cinquanta mila fiorini al mefe a gli Stati, equefti all'incontro equiualente foccorfo di genti, vafcelli, danari a volont del Senato. DairHaija,per folennetnente giurarla , fu deftinato a Venetia il Caualiere Arfen, 5^ da*
ne per timore d'impouerire
Vene-
L
.
H O CLV
ART O.
Ambafclatori MDCXIX: Non cos tofto fi public qucfta Lega , che, eftraordinarij al contrario di quella d'Italia , che non haueua trouato fefo d^i'r inguaci> tutti i Maggiori Principi del Settentrione voleuano eC cidi del ferne a parte . Perci a Venetia giiingeiiano inftanic , e Mi SettentY9
In particolare Baldafar Nei , Secretario del ne. Marchefe d'Anfpach5& il Principe Magno di VVittemberg, per nome de' Proteftanti vniti, de' Bohemi, vennero a chieder* aiuti , foftennendo il R d'Inghilterra con efficaci vfficij le loro dimande Ma la Republica> rifoluta di non appartarfi ma coIpU dalla fola difefa , non efaudiua l'inftanxe Della Lega conchiu- /cegagltar fa gii Spagnuoli fi dimoftrauano grandemente colpitile i lo- 'j'^wl/'/L ro Miniftri ftudiauano d'accrefcer fempre pi le gelofie , clspagn^^ moleftic, in particolaix rofilma, che, confondendo la P^o- r^^^^^ ^t mcflareftitutione delle cofe predate con apparenze di nuou nacctiNr^o attentati, teneuaalleftita vna fquadra di Galee con ogni ap- ^^/^^,f^ ni fieli' Aparato per tentare forprefe nell'Adriatico , con dubbia fa- drimco ma, f fofiero per cadere nell'Albania a' danni de' Turchi, j de'Venetiani nella Dalmatia. NellVna, e nell'altra di quelle} Prouincie nodriua egli intelligenze, e trattati detenendo lungo le riue diPugha difpofte militie , diuuigaua di voler' efpedirle a Triefte per Mare IVenetiani, collanti nella rifolutio- alle quah ne di non fafciar penetrare nel Golfo vafcelli armati , ordi- rtfoliiono i narono a Lorenzo Veniero , fubrogato al Barbarigo defonto Vtnett v/gorofamenella Procuratia di San Marco , e nella Carica di Capitan Ge- te d oijyornerale, d'impedirli, e combatterli con ogni vigore Cur- fi. zola ftaua l'Armata, molto forte di Legni , e militie , &: il Veniero fcelte dodici forbiteGaleefottili, e cinque groffe, diede vna corla alle riue di Puglia , nettando il Mare d'alcune fufte la ?Hgi:.^ Corfare , con prenderne quattro, impadronirfi anco d'vn_* Vafcello Fiammengo , che per Napoli caricaua formcnti . Poi a Corf fi riduffe , per aflicurar la Nauigatione a dieci Galee, che d Candia veniuano advnirfi all'Armata, alle quali ilMarchefe di Santa Croce con vna fquadra di Napoli infidiaua il camino. Ma, sfuggendo gli aguati, a trauerfo del mare Antonio Pifani le condulTc ficure. All'hora il Veniero , vnitoa te ntaquattro Vafcelli che itauano nell'Acque di Meleda , e
niftri
frequenti
&
&
due
, ,
Vallona con grani , fcorft marine dell'Albania, tre altri neacquift, che caricauano formenti per Napoli /doue f ne prouaua mancanza. In fine 2}o^^7I/i\^^^^o ^ Pc^la, licenti alcune Nani, che al bifogno foprabdtLegtK bondauano. Il Fcrletich, e haueua inferito qualche danno fotto l'ombra d'OlTuna, vedendo la Veneta Armata, internata neiriftria, ardi d'entrare nel Golfo, per ifualigiar qualche legno 5 ma, infeguito da alcune Galee, diede in terrai nelle fpiaggie del Regno, e lafciata la Barca coli' Infegne del Vice R in preda a' Veneti , con morte d'alcuni de' fuoi fottrafu4rm4ia ^^ P^^ all' hora la Vita. Anche a Napoli fi difuni analmente \d; scagna l'Armata ^ perche, fcorta la difefa, c'haucua LiRepublicadi/'J^^^Z'! 'jfpofta nel Golfo, i Vafcelh furono fpediti al Vado a sbarcarIjajCmfi^'^ le militie, deftinate alfoccorfo di Ferdinando, e le Galee, aii'imps' [ottoni Comando del Principe Filiberto vnitealle fquadredel j^^^'^^^^^^^''. Pontefice, di Malta, di Genoua, e Tofcana, paffarono in-* Africa a tentare l'Imprefa di Sufa j hauendo prima il PrincijTp^r/c-^' paffmdo pe fatto accertare la Republica fotto mano ( che gelofa di tanti apparati, comand al Veniero, che in Corfii riunifle V uHihslf. " Armata) che fotto la di lui direttione non temeffe dilturbi . Ma
le
1
DLUHISTORIA VENETA
prefi, partiti dalla
m Sufa premuniti i Corfari, e di gi porti in difefa pot riufcirgli, che d'abbattere la prima porta col Petnon tardo,. effendo la feconda murata, conuenne ritirarfi con qualche danno. Pafando nel comune concetto l'Ofluna, co^ me pe'l cattino genio di Spagna, fi diuulg, che, cupido per gli fuoi fini di confumare quelle forze del R^ fiiceiTe a' Corfari penetrare il difegno . Certo , che ilrifarcimcntodiquei Barbari fu maggiore del danno, perche poco dopo depredarono le marine di Spagna, incendiando Oropefa conafporto di bottino, e di fchiaui. Filiberto, nel ritirarfi, fcorfea vifta di Cerigo, e del Zanthe, doue la fera fteifa l'Armata Turca, fotto pr emolto mgroffata, comparue. Tuttauia, f ben la Spagnuola tejodKo publicaua di cercarla, per dar battaglia, fcans, tirando verfo fugge dt Napoli, conpretefto, che,la Turca eflendo infetta di Pefte , finire alle compicfle di mcfcolarfi feco in conflitto Quefta poi \mani con]^^^
trouati
&
Ua
Tur- ttattcnutafi
1*^'^'^^'
[me'lfolito,
aNauarrino, fi ridnlfein fine a fuernare, conforinCoftan tinopoli , fenz,' altro danno , che d^ hauer
per-
LIBR Q V
A R"T
".
i8<;
perduta la Galea del Bei di Santa Maura, che da Ottauio d'A- MDCXIX' ragona fu prefa, L'Oilina 5 applicato pi tofto a' danni della Republicajche attento alle moleftie dcTurchi, inui in Arcipelago con fue Patenti (QYd.{cd\ da corfo, che depredafcontinuit fero in particolare i legni de' Venetiani^e nel!' Adriatico fece ^ OJJHna entrare la Naue gran Tigre, fopra la quale era \ Fcrletich peri *'^^'' IH" ,
. L'
[do.
portare a Trieftc quantit di poluere in feiuitio di Ferdinan-',^''"'''""* Ma dalle Galeazze fcoperta, e cacciata, conuenne nel
faluarfi,
Porto di Manfredonia
tatiui del
Duca,
contra'l quale
giungeuahoramai all'ertremo
grado la patienza de' popoli, non meno, che a fuo fauore la connuienza di Corte. Il Regno di Napoli, gi pi anni, ge|meua fottola tirannide di qucftoMiniftro, che, rapito da due
jterribili furie la libidine,
e lambitione, reggeua con diffbluto '.tmperuer cofe fiicre , e le profane , fprczzate le^V"^'/"lleggi, calpeftata la Nobilt , infranti i Priuilegi. Il R haJ^K.^r! jueua voluto, che il Padre Brindifi , Cappuccino di Santiffi-'^^*? ma vita, inuiato fecretamente dalla Citt , fi portaffc alla_.
tgouerno,lconuolte
le
haueife procurato in Genoua arreitarlo,&alle rclationi di lui vnite le querele di molti Nobili, andati iurtiuamente a Madrid, non poteuano i fuoi fautori, trattenuti con ncchiffimi doni, eftratti dalle rapine, foftenerlo pi a lungo. Egh penetrato , che gli fopraftaua mutatione di polio , auuezzo all'Imperio, nieditaua gi molto tempo i
, il
Corte
bench
Duca
con elati
difsegvi.
mezzi di concambiare il minifterio nel Principato. N ftimauail manco opportuno quello d'hauere fconuolta ritalia,e
relo a Principi
il
mo
Teneua
tana egli iteflo , da f dipendenti, e con lufinghe s'haueua obligata la Plebe, feruen- fi acqfiidoii del mezzo di Giulio Genouino, Eletto del Popolo, huo- fa le adhe^enzc^ mod ingegno acre, di fpirito pronto, inuentore di nouit, delU Vieauido turbator della quiete , come di fiato be. per animare
nome della Monarchia Spagnuola odiofiffioltre colpretefto delle turbolenze che (uk , militie ftraniere al fuo foldo , legni armati
&
-,
none
Nclrelto contra i Baroni proteggeua indiftintamente i 1 opoli , e daua voce di moderare gh aggrauij , e leuar le gabelle :inzi,paliando vn giorno, doue, per aggiuftare l'impofte, fi pclauaiK) 1 viueri,tagh alla bilancia colla fua fpada le funi,
.
la
kdi-
dan-
190
DELL'HISTORIA VENETA
di voler liberi
,
DCXIX
dando ad intendere
&
efenti
Terra, come fonogratuitii doni dell' aria, e del Cielo. Spe-j rando, che i Principi d'Italia foffero per fecondar' il penfiero J con fecretiffimi mezzi tent il Duca di Sauoia, i Venetia- r/c^rrf 4 saf^ot^hetn 3 quefti informandoli d'hauer tutto operato per ordini pre^Ja^epM-cCid Corte, e quello inuitandolo a confpirare nel difegnodi ./.A^/Hicacciare gli Spagniioli d'Italia s ma laRepublica, aliena dafiie^gino. mili.arti , e fempre cauta, n meno volle apprirui l'orecchia. Carlo ne conferi alla Corte di Francia il progetto, e dal Dighieres fi a Napoli inuiata perfona eh' ofleruaffe lo ftat delle Cofe.
&
ANNO M
La Corte
Stati,
DC
XX.
di Spagna, che, per la lontananza da molti fuo ha per maflima la diffidenza de'Miniftri,che ligouernano, attentiffima alle procedure d'OlTuna , penetr facilmente le pratiche, e deliber di leuarlo 3 ma dubitando, che con efpedirgli Succeffore di Spagna, fi valefle della dilatione per fortificare la fua inobbedienza ordin al Cardinal Borgia , che introda Roma con celerit , e cautela a Napoli fi portaffe, ducendofi nel gouerno fcacciafle rfTuna. Il Cardinalei^, con Nfff' prouiftLj guadagnata la volont del Gouernatore di Caftel nuouo, dil SucceJJonotte furtiuamente v'entr, e la mattina per tempo lo fparoj ne di Borauuertila Citt , che, giunto il nuouo Vice R,era gia 'vien del Cannone degradato deporto roffuna^ onde folleuati d'improuifo gli opprefii, & i torbidi reftando confufi , al Duca ad ogni modo nella breuicofirettoa partirci t del tempo non mancarono arti, tentando con lufinghe la *'^'l'^^i plebe , e le militie condoni. Ma quella /incerta a chedouefna letame tifolucrfi , qucfte , & in particolare le Spagnuole , ahene da te zerfi'u^^ Spagna^ jmacchiarfi d'mfedelt , la Nobilt, i Configli, i mmiftri ap^'"'^^''' prouando la mutationejgii conuenne partire, efecrato da_> prigione per la fo- ogni conditionc diperfone. A lento viaggio, per dar tempo plagiata- che lo fdegno del R fi placaffe^ e che'l fauore de gli amici s'ingli morte uigorifTejVerfo Spagna s'incajriin,doiie accolto nelle Carcefi fottrahe da' caji- ri , fu dalla morte poco appreflb inuolato al Giudicio , & alle ghi,. pene. Prima, che tal cambiamento feguiffe, ilRiuera, che.-;
&
CO-
LI
R O "CLV A R
TP
ipi
emandaiia le NauidcirOffuna , efpedite in Leuante, coiitre^^^J^^^^jJ ricouerandofi in alcuni feni remoti, ejg/.^^^^.^fi port forra Candia, ^^non cuftoditi del Regno, con isbarchi inferendo ancora qual-|^^^J che danno. Scoperta poi allo fcoglio di Chriftian 5 fortavna Nane, difgiunta dalle conferue (era appunto la Capitana di Federico Nani, foggetto nella Militia Nauale di molta peritia ed'e/atta,e feueradifciplina) alzato lo ftendardo di battaglia, ne af-ilgo and ad inucftirla Ma il Nani , al quale con otto Nani era fiata no /opra
cura di quelle acque,, bench all'hora folo fi uafse , leuate 1 anchore, incontr con tale coraggio il cimento, neiAni che, corretti col Cannone ad vfcirc fuori del combattimento duevafcell2,e tra quefti quel del Riuera, che verfo Italia fpie- che fato,_^.^, velocemente le vele abbord l'altro , ch'era TAlmirante di ponfi'.'^ig NapoH , e dopo duro contrailo lo foggetto Oltre i morti , re-' ''^l^'^l-f ilarono a'Venetiani ducento prigioni , e vi trouarono fopra^^j alcuni de' Cannoni, predati dall'Olfuna alle loro Galee. Con itale acquifto.i-irirandofi, incontr Faltrafquadra, che renden-
commefla
la
do fegni d'amicitia^fucorrifpoftaconvguale rifpetto. Il fatto' ^^fl'/"""fu affai commendato , e per la prouocatione approuato d;^^>^^^^^^; quei medefimi , che ne reftauan*offefi. Il Senato contento, 'rf;e di che fi fofle contra roifuna vendicato il decoro , e punito il Ri- ^^nat^' uera, ordin, che fodero relalfati i prigioni, e confegnato il vafcelio al Borgianuouo ViceR, che amicheuolmente lorichiedeua, &haueua richiamato da Manfredonia la Nane Gran Tigre, e Hcentiato il Ferletich con gli Vfcocchi* Il Feria per di tale fuc ceffo oftentaua in Milano particolarfentimento, a tal fegno, cheminacciaua di qualche fcorreria iConIni ..Ma il Senato 5 ordinando ad Andrea Paruta, Proueditore di la dal Mincio, di propulfare in ogni cafo le orfcre,limuni cosi bene,che al Gouernatore ne pafs facilmente il penfiero.j Altre due fcintille furono pure amicabilmente fopite 5 Y Ynd.d swcorda poco momento , per "certe acque del Forno , contefe tra quelli ^J^^^^-fi^' di Monte, Terra Cremafca, e di Poftino nelMilanefe5chef J^ ^^^f anche ageuomente fopra il luogo accordata da Antonio da ne[e. Ponte, Podefl, e Canicano di Crema, e dal Coir 5 Senator Mianefe con titolo di Co-urniiTlirij L'altra di maggior appajeiuajperche vjeifeado il Prhicipe di Cafliglione pupillo, la
.
,,
Terra
R
192
DELL'H I S T O
A V Nl f a"
"" T.?'/^.F^''^ t^^^M^'c^^ ^"Vc^ff '^- ^<^otr vbbidien^a. Il Tueh era il Signor^di Solferino , voleua punirla; ma il Duca diMantouala dicbarofotto a fua protcttione con fifoicna. iniiiarui gente a pi^fidio. Oli altri hebbero al Gouernatore di Milano ricorio, che per vlarui congiuntamente F autorit, e a forza vi fpingeua dieci compagnie di fonti, cinquecento' IVtr.etia. CaLiaHi e ni i emono quattro Cannoni. Ma la Republica^ che, tenendo
A^eidou itore,
de maggio rirHmori
internati nel fuo quei piccioli Stati ^ non amaua tal torbido, e mofto' meno, che vi slntroduceffero frrameri prefidij, fpinfe
qualche
e col
Duca diMantoua,
e cai
Tutore paf-i
so cfficaciflimi vffitij, nmoftrando cosi Fafsiftenze, come l'Ini-l micitie del pipotente, effere vguale maniera pericolofe . Trattarfi per leggierifsima caufa d'accendere vn grandifsimo fuoco, che arderebbe prima la loro Cafa, e poi il refto d' Italia. Co'Miniftri Spagnuoli pure fi dichiar, che lenouit le farebbero fommamente moiette perche l'Italia, non 3 ancora [dalle pattate agitationi fedata, poteua ad ogni emergente.-? con maggiori fcofle akerarfi. Veramente il Guernatore Ai Milano non giudic tale il negotio^ che meritatte di tur-
mmto^^'^^^^
sTggiHfia^'^^1^
1
quiete
'caftigo d'alcuni
altro..
pochi
perdono ad ogn'
Tuttauia gli animi de' Principi ttauano tanto ingonijbrati da gelofie, che per ogni accidente fi fufcitauano ad apjprenfioni, epoco meno, che a rumori. La Piazza di Sabiofuanendoitz^ ch' in fito , noH folo al Mantouano> ma ancora agli ^^^^ ^^^^"^ importante , era ceduta in Dote al Principe di StiZlversa hfieperSa gliano 5 vno de' primi Baroni del Regno d Napoli. Egli di fpibtoneda riti molto rimefsi, allettato da offerte d'honori , e di ncompenfe, in particolare del Grandato di Spagna, non fimoftraua alieno da introduruiprefidio d quella Corona. MalaMo-
ghe di gemo virile refiflieua alle lufinghe, aJIe minaccie_^ , confortata da occulte eshortationi di quei Principi, in_3 paiticolarede'Venetiani, che non i' hauerebbero volentieri fotferto. Per tanto la gelofia, che anco per quettii caufa.. 1' fufcitata appariua, fuani preflramente.. La Republica tra , attentione a tante parti non ometta la cura dell' interna..
&
&
politia
il
QV ARTO.
193
, fpedi tre Sindici in Terra Ferma a riiie- M DCXX Cit Repitaccioche fofle la giuftitia rettamente amminiftra- blictufpsdi dere le cofe, ta,&: a fudditi firimouefleroleoppreflonijegli aggrauij. In fesSindici Venetia, morto il Cardinale Francefco Vendramino,Patriar-|j, T^"^^ cajf dal Senato fubrogato Giouanni Thiepolo, Primicerio'^74wf d San Marco, d'infigne piet verfo i ponente di Magnificen-rr^wc^rza nell'erettione de'Tempij^che propofto nel Conciftoro dal- maiven ^\o fteflb Pontefice, fu confermato fenza che andalfe alla Cor- ^j^^^^7' te di Roma. Il Principe Tomafo diSauoiajgiunfe i\ quefto r/i'^m. tempo a Venetia^per render gratie de' fauori, che al Padre z*^^**^^^^* haueua la Republica contribuiti cosi largamente, e f tratte- p^"^^""' nuto,& alloggiato con le magnificenze, proprie della Citt accoiiie^ opulenti/lima Dalla parte dell'Oriente veniuano alquanto di- ^^^ ^p^'^' (batti gli animi ^perche, al Primo Vifiraro in Conftantinopoli d'a^i^^gio affunto Ali Bafs, gi CapitcUio del Aiare , infeftin^mo alla Re- n Pnnctpe publica fi dimoftraua. Da tali Miniftri quel Grande Impe- T"^"'f'. rio ailblutamcnte diretto , mentre i R , fepolti ne' lu(Ti , e nelp^^^^^ le libidmi del Serraglio, chiufi a tutti, eccetto, che a vitij , la- ?/>/?ff^/t fciano la fuprema autorit degli affari a viliffmi fchiaui. Qo^^^^r^o^i* fui, portando nella Carica gli affetti di priuato, &i penfieri| delle vendette per due Galeotte da corfo , prefe gi qualche! tempo da' Legni Veneti j sfog fubito il mal talento contraili Buonricci, Dragomano del Bailo, c'haueua appunto contra chept(^ i lui profeguito nel fopradetto negotio, facendolo (tran go-^^^'^^^^JZ' lare ingiuftiflmamente. Tra ilfaflo di quella natione , (ofte- ff//'^^' Vlt^ nuto dalle difcordie intefline de' Chriftiani, non ha luogo, ^^^ n diritto di genti , n vfo , decoro di Princioi j perci poco TaZ "^'^ auanti anco l' Ambafciatore d Francia era flato pi giorni in arrefto, e per falfi pretefti torturato il (no Secretario . Ora le querele della Republica non poteuano giungere al R, che per mezzo del Vifir medefimo,&: egli, per ferrargli ogni ftrada, fufcitaua le pretenfioni fopite de' Boflnefi, e d'altri, che nella preda delle Galee di Mercantia haueuano patito iattura, volendo aftringer'il Bailo a rifarcimento . So nra perimpe.
'
Confini di
c\m^o
,
ingiufliffime,
infulti.' Il
h aueua
Ve-
194
DELL* HISTORIA
VENETA
M DC XX Veniero^e ridotta l'Armata a poco pi delle forze ordinarie > apprej9a efped Antonio Barbaro, Procuratore^perProueditore Genedifefe 7L^ Dalmutta rale, accioche ciiftodifle il Marc, & alla Dalmatia aflftefc conenti tra t tra ogn'ingiuria de' Turchi. Ma prima, ch'egli poteffe allcftir-. Turchi, fi,fefranta Galee Tiirchefche,^ girando di fuori da Cori-' eoa che cir. ogni fegno, e termine d'Amicitia, mentre vna parte folamenCh'eldo te dell'Armata Veneta alle Merlere fi ritrouaua con forze inu^d/ tatico capaci a refiftere , sbarcarono nel Regno di Napoli a Manfredonia , doue il Caftellano prefent al Capitano Bafs vilI Turchi fi contentarono d'afportar dalla Citottinat^ mente le chiaui
l'
contorni prigioni, e Bottino , partendo prima > che- fredoniaC Meffina . Alla quarantotto Galee di Spagna foller vnite \t contorni. Miniftri con Giorgio Giuftiniano, Bailo della Porta fcufando Republica , che acerbamente f ne querel , Tingreffo nel Golfo, adduffero le prouocationije i danni dagli Spagnuoli infepoi colla riti . Ma il Primo Vifir fu dalla morte preltamente rapito a* r7orie d' ^D cam- difegni,che meditaua contra i Venetiani, e fuccedutogli Vfbiandofi i feim,dipi moderati penfieri,lafci con qualche regalojcorv [diftgnt. forme l'vfo del Paefe, cader' in filentio l'affare de' Boflinefi, applicando l'animo, e le forze alla guerra contra i Polacchi, alvoltafi la quale Ofman medefimo voleua condurfi. Di quefta dauaao no contri laVoknia. per pretcfio alcuni le differenze , infurte per Gratiano , Principe di Moldauia,che voleuano i Turchi fcacciar dello Stato,, e foftenerlo i Polacchi Altri credeuano pi vero motiuo l' impulfo de' Proteftanti della Germania, per diuertire il R Sigifmondo dall'affftere a Ferdinando Certo ,che gli Agenti delnuouo R diBohemia,e del Gabor ftuzzicauano i Turchi con altrettanto empio configlio, quant' egli imprudente, per debilitare vn priuato Inimico, aggrandire ilPuhlico della Chriflianit Il Bailo de' Venetiani per ordine efprefib del Senato ^\ teneua daquefte negotiationi lontano > ma in VeneLa P.eptit, e da'
i
..
da
.
foccorfo.
pillarti
la Republica foffe l'Afilo di chiunque volefTe Palatino chiedeua almeno centomila ducati II Gabor dimandaua aflftenza j e per la Lega Cattolica d'Ale-' magna Zaccaria Trattembach, e Giulio Cefare Crmelli, ri' tornando <]a P^oma , inftauano per aiuti , e per paffo libero a monitioni , &: a militie , e che la concezione del Pon^gfice
Il
i
pareua,che
d'ai-
LIBRO
0"V
ARTO.
195
V'DC XX l
fefie (et ^
d'alcune Decime fopra il Clero d'Italia s'cftendeie ancora nel di lei Stato. Ma il Senato, non acconfentcndo airinftanze, ne diuertendo dalle cofe d'Italia i rifleffi^cfciis appreiFo tutti con molte ragioni la negatiua. Anco la Francia ^negl' interni fconuolgimenti
irahe col
ri
fu fi
al-
le cofe d'I-
talia,
occupata, nonpoteuaan^ifterejche con offiti;,e configli agli affari dell'Imperio, onde haucua eletto il Duca d'Angolemme, col Signor di Betthune, d'Abbate di Pre5per iftraordinarij Ambaiciatori nell'Alemagna, con va- L.-t FrAH' eia [pedi' ri] fini, non amando per IVna parte jche la Cafii Palatina s'au/ce ^mbA gumentade di tofie per la pi otettione,c'haucua Tempre agli fciatori in Vgonotti impartita, e per l'altra defiderando a titolo dime-l IjnferiO' diatione introdurli nel negotio per nodrir'il torbido, per terminarlo fecondo che gli compieffe. Staua quel Regno vera-: trHouafi sraflM mente aOa vacillante, perche la Reina Madre teneua vnta tttatione cosi formidabile fattione,che, per refi-ftere, non pareua ba- \pe Iparti*' ftante ai R rauL-or!t,n il fauore aLuines. Tuttauia,effen- ^to delliLj Reim do contaminato il Configlio, perche il Vefcouo di Lufibnjche Madre lo direg^^eua ,cra guadagnato dalla Corte con grandi fperanze,fpretVamenre abbattuta. Il R col feguito di pochiflme il qUiile Truppe acquietata la Normandia, occupato il Cartello di atterrafi Caen s'accoft al Ponte diC,doue il Duca di Retz, che con rifurgenAutoforze maggiori ftaua in difeCa , 1* abbandon , atterrito da dot rit del vano timore, preoccupato dal Cardinale , fuo Zio, che fe- R. guiua le parti Reali Da quefto fucceffoderiu la confufione di tutto il partito, perche fi trouauano le forze in varie Prouincie diuife, e la Reina in Angers efpofta al pericolo j onde fu l'accordo momentaneamente conchiufo con generale che perdff ra a' fediperdono. Il Vefcouo di Luflbn fi guadagn dal R la nomi- ti ofi. natione al Cappello,egitt con quefto trattato i fondamenti di quella grandezza , che l'ha poi refo vno degli aftripiuconfpicui , e pi erticaci d'Europa Volendo ii R progredire alla reftitutione del culto Cattolico , e de Beni della Chiefa nel Bearn, Paefe tra Pirenei, principarofficina dell'Herefia;, e doue e pijfsato il Nome , non che la prefenza del R , non fi conofceua , che a a Bi'ar. ludibrio, apretefto,vifiport,non oftante rhorrore,e l'in- Vi ripone la commodo della ftagione , e le dilationi, e l'arti, che v'attrauer- ne Rclg'o attrt-'' fauano i Popolij ma in nne reprefiTi alcu ni,ftabiiira la Religione. '.(ita
I '
&
'
cccn-
1^6
DELL' HISTOR A
a*
VENETA
ne'
leme di viciniffima guerra. Main^ b a!(.nitori Mgw^i in rima AlemagnagliAmbafciatori di Lodouico fi portarono aVlma, accordano dou erano conuenuti i Deputati de' Cattolici, e de Proteftanalt olici
di molti fparfo
il
i
pi fedeli
le
co'
Vrote- ti,
panti*
colla loro mediatione fu ftabilito, che non s'offendeifero gli Stati dellVnOje dell'altro partito , cfclufa per la Bohemia, doue fenza infrattion deiraccordo fi potefle com-
& iui
'
battere. ParuCjChe con tale maneggio fi conchiudelTc laruina di Federico j perche gli Auftriaci , afficurati della Francia, non curando i nudi offitij deiringhilterra,e poco temendo i incerti interelTi Principi dcUVnio ne, che teneuano vani, ^^fM^J il vantaggio dell'Armi della Lega Cattolica, horaFer 'erdtn^'- godcuano \do. 'mai il Bauaro effendo guadagnato colle fperanze di godere le fpoglie , e il voto della Cafa Palatina fiia congiunta, ma emula. dagli E- In Milhaufen gli Elettori tennero pur altro Congrefib , dal lettori e [or quale efpedirono efortationi 5 e preghiere a Federico, accioandfi 7 che deponeffe quella Corona, che horamai gfi vacillaua s'I V^.liinno a
&
fapeua rifolucre di ftaccarfi dalla fortu^'^^^''^"'^Inajancorch* ella minacciane d'abbandonarlo. Fu dunque col loiB^ndo bando Imperiale profcrittoda Ferdinando, che ne deleg X Jm^ertaie^ cfecutione ad Alberto Arciduca, al Bauaro, ik al Safibne. Tutti tre,quafi nello fteffo momento con forti/Timi Eferciti {\ moffero circa il mcfe d'Agofto. 11 tentatiuo pi poderofo, fu quello dalla parte di Fiandra ^ impercioche l'Arciduca col nom^^ fuo, ma con le forze di Spagna, inui Ambrogio, Marchefe. Spinola, con venticinque mila huomini verfo il Rheno, lafciato Luigi Velafco con valide forze, a coprire le frontiere dalla parte delle Prouincie vnite, colle quali, fpirate le tregue^ fi flaua fenza prouocationi, ma infieme con gran diffidenza. Ciouacchino, Marchefe d'Hontfpach, Generale dell* Efercto Vnione , i\ trouaua accampato a Oppenheim coirEfercito,& de'PrincL pt dell' V- haueua diftefo vn Ponte s'I Rheno, quando lo Spinola, otrnone ad tenuto il tranfito dall' Arciuefcouo di Magonza, e da qualOppenhech' altro Principe, e Citt per timore dell'Armi, e del Bando Cefareo, vi s'accoft, e s'impadron di Creutzenach aprZ/Vg/^,
3
Capo ma
egli
non
fi
tfpach
pena difefo. Finfeall'hora d'auanzarfi a VVcrmatia,e l'Honfi molTe, per darle foccorfo,* ma l'altro mutata au
mar-
lTbr o
marchia,
lo
affali
clv
arto.
& con
i?.Z
fiero affalto]^^
to
Oppenheim d'improuifo ,
dcxx
guadagn, trouandoui dentro tutte le prouifioni, raccolte per TEfercito Proteftante. Vi fond per tanto la Piazza d'Armi, rifarcendo il Ponte, ch'era fiato difciolto , e portando nel Palatinato Inferiore , retto dal Duca de' due Ponti, grande fpauento I luoghi pi deboli cederono fenza contratto
.
conqtiili^'
dagli Spagmoli
con terra
re del P<i
dell'Vnione fi fepararono Molti taf- latinato THontfpachj ma egli fi difcolpaua coir InfertoYCt Tauano d'inefperienza e con [coordine, datogli da gli Ambafciatori Inglefi, di fiare fopra la figlio dell' Veramente quel R Fnioneo fola difcfa, fenza prouocare gli Spagnuoli a Brufsclles , & a Madrid port acerbe querele, d'effere fiato trattenuto, e delufo confperanze di Pace: ad ogni modo, non allargando la mano a' Ibccorfi , continu colla tepidezza della Pi feruide fua mediatione a fomentare i progred di Spagna dimoftrauano le Prouincie vnite, alle quali niente compieua, fi che TArmi del R Cattolico s'auanzaffero al Rheno, Perci Mauritio, Principe d'Oranges , pattatolo con otto mila fanti , e tre mila Caualli , inui Federico Enrico, fuo Fratello ad vnirfi airHontfpach con buon Corpo di genti j ma da quelto inutilmente perdendofi'l tempo, gh Olandefi f ne ritornarono5relanzi alcuni de' Principi
. .
. ,
ftando folamente alcuni pochi Inglefi fotto Oratio Veer air Efercito Proteftante . Se il Palatinato oppreffo gemeua, la Lufatia prouaua pi fiero flagello, perche non hauendo i pi forti motiui di religione potuto preualere a gli effcacittmi deF intereffe,e rimuouer' il Saflbne dalFadherenze degli Auftriaoccupata Budittin, Citt prin- dal Bafci , entr in quella Prouincia , fone iman cipale , incenerita in gran parte dalle Bombe, tutto il refio pie-K^" occupa. g a'fuoi voleri Di l inui quattordici mila foldati nella Sle- Budt/Jin^ ha, che, minacciando la Aietropoli Vratiflauia, s^impadroni-
&
'
rono di Glofgau . Quella Prouincia , e la Morauia poco prima erano fiate corfc da'CofacchideirHomonai, e Federico, che in Bruna teneua Dieta, alla veloce incurfion dicoftoro haueua conuenuto con quattro foli a Fraga laluarfi I Moraui elpedirono quattro Ambafciatori incontro a quei Barbari ad ott^erirgli danaro, accioche> abbandonate le parti di Ferdinando , adhenffero z loro intereffi Ma i Copechi con fiero docu^ mento trucidatine due , lafciarono hberi gli altri, accioche rife_
.
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qua! fofse il debito di lor fedelt , e qual pena doueflero attendere della loro ribellione . In effetto prouauano quelle Prouincie, cheli giogo della guerra pi graue di quello dell'obbedienza . AncoTAuflria Supcriore loconfeffauacoiu* lacrime, e fangue, perche > hauendola, durante'! Verno, il Buquoij leggiermente tentata con lufmghe, e trattati, piucolF
riffero
Armi,
rinforzata Lintz. dal Mansfelt con due mila foldati, s* era laProuincia confermata nella fua ribellione. Ma il Bauaro, entratoui con venti mila fanti, e quattro mila Caualli, la
riempi di tale fpauento,che, non tenendo i Popoli difefa,n fcufa, non fapeuano douerefiftere, n come placarlo. Gli ordini del Paefc, in Lintz congregati, voleuanoproponere par-
rendendo
[gli sforza^
tamentela Vi azzaritorna
vbhidenza^
all'
con
pro-f
\greffiauAn
Yiandofi la
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marcia de Im^c-
Talu
ilDucafchernendogli, perche l'haueffero lafciato troppo accoftare, fi fece a' quattro d'Ago fto per forza apritele Porte* lui caftigati alcuni colpeuoli^ oppreffi gli altri con^groffi prefidi), e tutti puniti colfacco, e preda general delPaefe,riftabil l'obbedienza. Compieua incalzare la fortuna, finche arrideua aTuccefi^, e perci fu terminato d'entrare nella Bohemia, per finire la guerra nel fuo fleffo fbr-^ gente. Dunque il Duca ^ prefa dall' vna parte laftrada, il Buquoij dell' altra , marchiarono in tale diftanza , che la moli viueri fuppliuano a titudine non confondeua il progreffo , tutti, acquiiandoogn^vno quei luoghi, e Caftelli, che gli fi faceuano incontro. Buduais s'abboccarono, indi vnite le forze j ma non gli animi, che per varie emulatioui furono fen> prein quefta efpeditione difcordi,, mofsero verfo Pifech, &, occupatala, s'auanzarono a Pilfen L' efercito de' Bohemi, fuperiore di numero, madifugualedivirti,e difciplina, corteggi , infeft la marchia . I Capi non pofledeuano molto credito, e Federico in vnlaberinto d'infiniti intereffi n poteua reggere, n voleua effer retto. Nonglinufcirfimpedire, che Cattolici s* accoftaffero a Pilfen ^ ma il Mansfelt fuppliua coli' Arte , perche in quella Piazza , come in fuo proprio acquifto, haueua {labilit di fua fortuna la Sede. Intauolato negotiofperaua di guadagnar tempo , finche la ftagione auanzata fofse , per porger' aiuto. Ndiffidauano il Duca, e il Buquoij di ti,rarlQ al proprio partito che oly perche egli fingeua difgufti,
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tre
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L
tre
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R O QJV A R T
O.
199
M DCXX coftume de'mercenarij, foliti d'abbandonare nel!' ambigua fortuna, fi poteuano facilmente credere inchiferuiua_, vn Principe eftero, & vn Popolo difordinato. Ma egli, dopo alcuni Giorni finte commififonidairAnhalt, che permotiuod' che per
honorel'obligauano direfiftere, lafci conofcere la fraude \ tion obbligarfi a IHonde i Cattolici non volendo in lungo aiTedio logorare le for- ^hezza i .^^_^^^ ze, n trattenere la fortuna con lente fperanze, lafciata Pilfen ""afediorr* andarono a Praga. Federico da tante parti colpito, e pertut->'<'^to vinto, fi trouauaconfufo; i Popoli ftauano impauriti, e T^^^ "^^J^^i efercito vacillante, Apprefso Raconitz l'Armate s' incontra- ^^o^ ^ rono, e laProtcftantefdapiipofti fcacciata, con ferita del P'^'*^^ Buquoij , che per non l'imped a progredire il camino L* Anhalt , fcoperto doue il Nemico tcndeua, kcQ precorrere a Praegli lafcivati addietro grimga il Torre con alcune Infegne, pedimenti , per vie oblique vi fi condufse , affine di preuenire Toccupatione del Vaifemberg, Monte bianco, nel quale.^ poteua conililere la difeia della Citt di vaftiffimogiro,aper-| ta in pi parti, e in molte dominata, e batutta. Poco apprefso ilConte^ onde ambidue gli Efer-j vigiunferoancoilDuca, citi ftauano in vicinanza di Praga. IlBohemo, nella fuperiori-j
.
&
&
t delle forze moftrando trepidatione d*Animo, fi trincieraua attena nella parte pi alta del Monte , collocato il Cannone in alcuni ^^fi' ^^y ridotti, e parte delle Militie nel Parco, detto la Stella, dehtie p;//"^'^' del de' R . Nell'Efercito Auftriaco fi ritrouaua il Padre Domeni- ma co di Gies Maria , Carmelitano degli Scalzi , in concetto di'^^'^^^ fingolare piet, che a combattere ftimolaua i Capi, promet-
Ma
nel
Configho variauano
fito,
pareri,
mirando
al
numero maggiore,
in particolare della
Caconuenen-
venir'alle mani coll'lnimico, fahre buon , tratto, efpoftia'colpi del cannone, e mofchetto. S'aggiungeua l'inegualit del Monte, che con pi falde daua modo a' Bohemi difortificarfi, e difendere ad ogni palio le ritirate.
do
a'
foldati
prima di
&
Catalla
tolici
radice
Ma, preualendo
a' pericoli la fperanza del vincere, e la grandezza del premio, fu rifoluta la battagha. L'Anhalt faceua_:, tener chiufe le Porte di Praga, perleuar a foldati la fperanza di fcam po Nell'Efercito fcelfe per f il co rno deftr o 5 all'j
.
"
Hor
DELL'HISTORIA VENETA
.?zf nel
d'.fi'onerfi
alla batta
gi.
f ben parte cosi pringiuditio della fortuna, ftaua in luogo, alquanto ricipale del tirato, per olTeruare Teuento. De* Cattolici , da'Cefarei la deftra, da'Bauari s'occup la finiftra. Teflera della battaglia Gloriofo della Vergine , fotto gli aufpicij della., fu il quale, rapprefentata nella principale bandiera, fi moffe il
Nome
attAcedta
Colle conueniua filare per palTarVna Valle fangofa, 6c in quel difaoltre vn ponte, uantaggio il giouane Hanalt voleua vrtarli, f non l'haueffe ondei Cattolici fi difimpcgnail Conte d'Hollach trattenuto 5 coperti (ial Cannone col rifalto del Monte, s*auanrono, e zarono con migliore ordinanza Il Buquoij, per ifcanfare i colpi dell'Artiglieria, a' quali la fua gente, in tre gran battaglioni diuifa coll'ali della Caualleria, ftaua pi efpofta, affrett il paffo, e s'azzuff nel tempo medefimo, che anco dal
.
il
Duca
il
Conte Giouanni
di
al
&
Till s'attaccaua. Il
clamor de'
foldati
il
rumor
delle
Trom-
il Cielo , renden* funefto di furore, e di ftrage. Pi di do il Monte vn Theatro feffantamila huomini ftauano ne' dueEferciti. Nel principio il co auan vantaggio arrideua a* Bohemi j perche il Giouane Hanalt, con faggio de Slich, ributt il prim.o vrto, incalzanBohemi, l'afliftenza del Conte do il Nemico con acquifto d'alcune Infegne , Acclamauano per tanto i Proteftanti vittoria . Ma le fquadre veterane de'Cat tolici, n abbandonandofi al primo accidente, nlafciandofi vincer daftrida, replicarono l'impreffione tanto gagliarda, che Guglielmo Verdugo, che comandaua i Valloni, occup con tre pezzi d'artiglieria, e fece prigioni 1' hefiprefo vno de' ridotti guadagna Hanalt, e lo Slich fopradetti. Egli allhora volt il Cannone apportando terrore. La ^^^^'^^^^^|contra gli altri, facendo ftrage, "' ^' Caualleria Voghera, da'Cofacchi fpauentata con vrli, e bat(riaci con pri- tuta da folta grandine di Mofchettate , fi diede a rapida fuga, gionia d' ftrafcinandofi dietro buona parte della Fanteria de' Bo-
be
lo ftrepito delle
Bombarde affbrdauano
&
alcuni de'
Capi
nitr.todeL
rinin.iio
hemi. L' Hollach, abbandonato da putti, mortogli fotL' Anhalt Geneto il Cauallo , appena pot ritirarfi eshortaua , operaua, rirale con la voce , e con la mano mcttendo le fila, e trattenendo la fuga 5 ma eifendo lordo i{
.
timo-
201 Ql^V timore, fi falu finalmente dopo hauer'in tempo auuifato il MDCXX R Palatino 5 che fi ponefle inficuro. Il Reggimento del Torre,rill:retto in vn Battaglione , fu IVItimo ad effer disfatto dopo
gran rell/lenxa. Tutto
il
LIBRO
arto.
ri^e di fuggitiui. Chi haueua l'Armi pi fcioltegittolle a terra,* molti di pi grane armatura affogarono nella Molda, cercando pe'l Fiume lo fcampo, mentre della Citt ftauano ancora chiufe le porte. La battaglia non dur pi di due hore ftancandofi i vincitori pi nella ftrage, che nella Pugna. cinquemila Bohemi 5 che ftauano nel Parco Stella s' accoft il Conte Merodc, riceuendogl'in deditione, coU'Infegne
hifcio^ecoll'armi^appenala vita impetrando loro dal furor , che dello fpoglio folo con fatica reft:arono contenti. II Cannone cede tutto a'vittoriofi con pi di cento Bandiere. I morti dalla parte de* vintr^affarono feimila , con altrettanti prigioni, il refto fparfo, e diffipato in tal modo, ^^.che non pot pi rjunirfi. Al Miracolo di tanta Vittoria fo-^fittat pra fatti dallo Itupore i vinti, e i vincitori, non fi contarono! de' Cattolici pi di trecento morti. Quefta battaglia, chef fu a'noue diNouembre5ftabilia gli Auitriaci'l Regno^&a* Cattolici tutti r Imperio Federico > ridotto in Praga , chiede ventiquattro hore di tregua jMa il Bauaro otto fole nevole- co/eretu concedere 5 dentro le quali abbandonaffe il Titolo, e il Re- te ti Palatino aH^ gno Egli , fenz.' altra replica, la mattina feguente colla mo-'/^V
in
de'lbldati
, lafciando memorabil'ambitione , fcorta fplendida, ma poco ficule efempio, che ra, a guifa de' lumi notturni per l'aria, trahe chi la fegue all' eccidio Per incognite ftrade fi conduffe ad Vratislauia , i Cattolici, fpianandofi loro dalla Vittoria la ftrada, farebbero quella fera entrati in Praga ( anzi i Valoni vi s'accoilarono dalla parte pi alta di San Lorenzo) f i Capi, tem.endo fotto l'ombra della notte la crudelt, il itirore^le fceleraggini de'foldati , non Thaueffero prohibito La mattina feguente gli fteffi Valloni per^ l'aperture, e per le fcalate s'introduf fero nella muraglia , fauoriti da gli habitanti Cattolici . I Proteftanti, ritirati oltre il Fiume nella Citt Vecchia, s'arrefe- dofi rofenia maggiore con trailo. Il Duca fren, quanto pot, la |^
glie
&
Vra-\
licen-
202
M DC XX licenza, ilfacco. Refe poi a Dio le gratie5&eratto il giuramento di fedelt 5 a nome di Ferdinando , lafci le Truppe
pece ap'
prefso con
qtnjatofi
&
nel Regno , e ritorn nel fuo Stato Il Principe di Liechteftain, reftato al gouerno della Bohemia , efpugn ilCaftelIo di Carleftain5doue la Corona del Regno figuardaua con prefidio di
.
Carlejiain
-
Il
comparfa
a'
advbbidien^a,
Quartieri del Verno . Fede\rauia ririco fi conofceua veramente dal Throho abbattuto , non tanto dHttafi al l'vbbidien per l'Armi de' Nemici , che per gl'interni difordini. Egliefercitaua precario comando 5 ogn'vno di quelli, che l'haueuano Dtfordini Corona, pretendendo a fuo arbitrio di negargli per iquaH affunto alla precipita. vbbidien^La. Il Conte d'Hollach, mal veduto da tutti, polfe'^tiogi'tme. deua il pi confidente fauore; i Principali Bohemi haueuano refi del gli ftranieri la maggior parte la latino. concepito grane difgufto , e de militaua al proprio profitto . Le foldatefche non pagate haueuano con violenze irritati i Paefimi . La ilefla Religione, in pi fette diuifa , feparaua gli animi, e Federico con editti a fauore del fuo Caluinifmo haueua offefi molti, e fufcitato qualche tumulto nel Popolo . In generale poi tutti amando la libert jnefluno voleua fofferirne i difpendij,e i pericoli,- anzi molti ingannati , credendo fuffiftenti le priuatc fortune nella iattura delle publiche , negarono le contributioni, altri le fcarfeggiarono, e fi racconta di chi taffato due mila fiorini, non
' !
Truppe
ISlelUBie
ta di Vn-
gherianon
fi conchili-
hauendo voluto darne che cinquecento , lafci dopo la Battaglia, fuggendo di Praga, trecento mila Tallariin preda de' Vincitori In Ongheria tenutafi in quello mentre la Dieta in prefenza d'vn Ambafciatore del Turco , e di quelli di Fran,
.
de la Face.
alaquale
ti
Battaglia di Praga, anco il Gabor piegaua alla Pace^ cherieor. ma chiedendo la carica d Palatino del Regno , ch' lo fefr^/rf^ro]f()^he Vice R, non pot ftabilirfi. Eghalfunfe il Titolo Re^l jOccorfo^ ' ,. /-n^TT r C C Ftne jgio, e di nuouo follecitando i Venetiani a dargli loccorli itani non gli confegu , bench , per allettarli , ofFeriife di far cadere
inchina Gahor.
cia, e di Polonia, non s'haueua potuto conchiudere la Pace, il D'Ame fpirata la tregua, fi venne di nuouo alFArmi, piere, mentre riconofceua Poflbnia, per farui attaccare il pettardo , perde la vita per due mofchettate . Tuttauia do-
&
po
la
in
ma-
LIBRO
in
Qjy
ARTO.
loro la Citt di Segna, gii tanto molefta . nato con tali fucceffi in Germania Tanno mille fciccnto , e venti 5 f bene fi fcorgeua la fortuna degli Auftriaci affai mi-
mano
conofceua per, che la guerra , nodrendofi delfuo medefimo fangue , s' augumentaua pi tofto , che moftrafTe di
gliorata
fi
andauano mifuratia paffo pari, perche, fecondo gli accidenti delfAlemagna , il Feria hora renella in fofpefo , hora promoueua fopra la Valtellina idifegni. Ne' Grifoni per alcuni mefi gli animi erano flati quieti , pi che concordi jfotto mano per gli Efuli implorando dal Feria di continuo affiftenze .Alcuni Comuni , accorgendofi di non poter da loro ftefl fuffiftereje credendo, che neffun Principe
terminarfi. Gli affari d'Italia
pi difintereffatamente de' Venetiani folfe per foftenere la_, loro libert, chiamarono, affine di ftringer la Lega, da Zurich Pietro Vico, Refidente della Republica,ilquale non cos tofto pofe il piede ne' Grifoni, che, vdita la riuolta della Valtellina ,fl:im
to'
quali
rifohionn
alcuni Gri
font di CQegarft
ti
.
|
quieto . ferifcefi cinquanta miglia in lunghezza, e con varia larghezza non tra- perle ri tal paffa al pi venticinque, irrigata dall' Adda, poftain mezzo ^^^'J^j^'"^ de' Monti all'eftremit dell' Italia, e pare interfecata dalla na-! //'''' tura , per diuidere gli Stati , e f parare i Confini . Ha il Tirolo| DefmtUo a Leuante 5 tiene il Milanefe alfoccafo ^ da Tramontana lai^^^^/f^^"* Rhetia la domina^ a mezzo giorno confina con Brefcia , e' Bergamo , Territori] de' Venetiani . 11 Fiume sbocca nel lago di Como , e dall' vna parte , e dall'altra poco la pianura s'efliendej populata per da pi Terre, e doue fi curuano i Monti, abbonda di grani , di vini , e d'armenti , che l'ahmentano , e compartendone a' Foreftieri , l'arricchifcono infieme. A'fuoi Capi tiene, quafi appendici, i Contadi di Bormio, e Chianenaj quello col Tirolo confina , e con altiffimi monti nella Rhetia s' interna j quefl:o,di qua dalla Spluga declinando, in poca pianura s'affaccia ad vn Lago, che f ben parte pi angufta che v!!o di quello di Como, pure con nome diuerfo Lago d Chiauena Canbiars fi chiama. Tutto quefto Paefe, foggetto a' Grifoni, cerca- vhbiiien' "La perp^t ua con grande impatienza, per fottrarfial loro Dominio, con- tino di Rtgiunture,e preteti^e la confcienza fuggeriua a' popoli mo- igiene
_
di rimettere la negotiatione a tempo pi E' la Valtellina vna ftrifcia di Terra, che non eccede
bene
che di-
&
tiUl
204
DELUHISTORIA VENETA
MDCXX mi
inuiandoll dalle Leghe Giudici, e Magf ftrati, per lo pi infetti d'herelia, pareua, che col fondar Collegi/, e fabricar Tempi], miraffero a dilatarla nella Valle non
efficaci^ perche,
fblo, ma introdurla ancora neir Italia, douc, come in pupilla rifiedendo la Religione vera, non pofTonoammetterfi, tollerarli gli errori. Sopra quefto tronco d'vniuerfale piet inneftarono gli Efuli il defiderio di reftituirfi alla Patria, i Principi loro intereiff ^ gliAuftriaci in particolare, che confiderauana i
&
come vnaGaleria,
di
do
Spagna,
tiani, e l'Italia da'foccorfi ftranieri. Il Conce Fuentes, che, gi Gouernatore di Milano , haueua pi d' ogn'altro in quefb Pro-
uincia eftef Y autorit , eoniigliar folcua il fuo R, che, per porrei ceppi air Itaha, Monaco, il Finale, e la Valtellina occupar fidoueliero. Delle due prime facimente riufcito ildifegno, tima, conile pi difficile, ii riferbaua a miglior congiuntura.* ^
M-
riConi ftimabili pcrleadherenze, f non per l^-> i Venetiani al proprio non folo, ma alF altrui intereffe facilmente Ir commoueiTero Il Conte tuttauia^,. la prima pietra gitt, piantando il Forte, chedomina della Valle Flngreffo Hora con ftrerti legami effendo vnito indiflblubil-
rendendoli
cipMi
ne
mente Ferdinando a!l:i Spagna altro non mancaua al comodo^ & alla forza della Monarchia comune che congiungere gli Stati, e f occupando ilPalatinato Inferiore^ s' apriua vn gran paf^ fo, per comunicare la Germania con Fiandra, impoiTefrandofi
j
,
della Valtellina
Jk^gejio%i aleria
s'accoppiaua aliVna,
in.
I Prin^
particolare
Pianta,-
e Caualiere^
Kobuftelli, offeriuano d* occuparla con tanta facihta, cheilFe^ ria altro penfier non haueffe, che di goderne la preda. Glirapr prefentauano i voti, e gfinuiti de' Popoli, gementi fotcol giogo divilegouerno, che, tenendo Tanaritla per legge, vendeua r autorit a' Magi lira ti 5 accioche da quefli laGiuftiria a' Popoli li poneffe all'incanto. Confiderauano preuertiro T ordine delia: fteffa natura in queirinllice Paefj doue, piefiedendo a migliori i pcffimi, non reltaua cofa, che non folfe venale, gli haueri, la vita,
iticare
Fhonore, la ftefTa confeienia. N p? poterli prad empio da giudici n foiferire da Popoi/ Jimilbabile
LIBRO
Che
Qjy
ARTO,
197
M DCXX! opportunit attenderfi migliore di quefta, nella quale la Rhetia 5 lacerata dalle fattioni^non pi capace di comandare ,0 d'obbedire, n pure a f fteffa? La Francia trouarfi ingombrata dalle proprie difcordie , &iVenetiani, mentre il
,
colpi pi torto, che rifcntirfi,quanjdo d'improuifo felicemente fortifcono . Se bene alla Spagna-i. fall'hora compieua la quiete d'Italia, ad ogni modo il Feria pre- chlef$' menta. '/l adcnfo al progetto j perche , non riufceiido, coftaua folo ad
pochi refiio,la vita, e f haueffe l'effetto, riputaua tale il vantaggio , che meritalle anco qualche azzardo , e trauaglio Oltre li dcfidcrio di fegnalare il gouerno, credeua,che non gli mancherebbero fcufe,&accidenti,per colorire il fuotentatiuo, n arti, negotio,per diuertire le Armi . Tali caufe hebbe la nuoua guerra d'Italia; ne gli efuli defiderio di libert; ne Popoli zelo di Religione ; intereffe di Stato , e reciproca gelo- ondi fi ^'* fia ne' Principi, Nei Mefe di Luglio principi la riuolta della ^^^JJ*'* ^* Valtellina, nella quale calati di concerto dal Tirolo trecento ihuomini,d'improuiib folleuato tutto il paefcjparuevn Folgore, che laicorreffe in momenti. IGouernatori de' Protellanti, in particolare i Capi delle famiglie, che furono al numero di trecento reftarono trucidati, e (otto ammanto di Religione furono commeffe fceleratezze efecrande,fparfo molto fangue inefercitate priuate vendette Subinocente,rapite le foftanze, i Cattolici elelTero Magiftrati, per reggere quello nuouo goto uerno,e munirono certi polii importanti con danari di Spagna dal Milanefe ancora filando foldati, e dal Forte Fuentes calando Cannoni,altrimenti fenza fomento farebbefi il fuoco eftinto nel auuamparfi Il Conte Giouanni Serbellone raccoglieiia pe'l Fer 0 fenappresi !ria foldati ; ma correua il nome del Pontefce,per meglio copri- za \/fone de' Ire il difegno Pi d'ogn'altro i Venetiani fi vedeuano da tale ac- Fencti^r.i
'alcuni
.
"^
I
&
cidente colpiti; perche, oltre l'accrefcimento di potenza a gli Auftriaci , da' quali fi vedeuano cinti,con vna linea di poco meno, che cinquecento miglia, conofceuano preclufa la via de' foccorfi,anzi delle proprie loro leuate Per quefto al Pontefice, a gli Auftriaci portarono grani rimoftranze di Pace , pronofticando i mali venturi, &: additando il torbido, che hv furger doueua. Ma vano riufcendo ogni offitio, applicarono
e he' fidar
nocolPofj-'
teficCiegii]
&
fartifc.t
mu-
205
DELUHISTORIA VNTA^
gli
il
&
Amici , & inuigorire gli oppreffi Scivantaggio in non dar tempo a gli Soa.
iReligione nella Valle. Perfuadeuanoancoagli Suiz,zer5nc)r^ [dine alla loro alleanza con gli ftelTi Grifoni, a muouere l'Armi J 2gri. porsfw^oj e prometteuano dal canto loro di porger la mano, esborfando! a (ciao danaro a' Grifoni, e fedici mila ducati alle due Citt di Berna, Qrifotii, e Zurich, per armare due Reggimenti. Fra quei Popoli tanto
che arartolio
non preualendo lo fdegno , & il comune intereffe , quanto incita loro, & il priuato profitto, s'alzarono con tale impulfo di
.
'
'
nw danaro nella Rhetia ventiquattro bandiere, accorrendo a munire Chiauena , fopra la quale teneuano i folleuati la mira Sette entrarono in Valle per quella parte, al primo empito efpu^ /dirirCL^ alcune Trincere, dal Capitano Carcano MiChi^iuena. gnando Traona , lanefe guardate Ma , con poco ordine accoftate a Morbegno 5 prefidiato da gli Spagnuoli, furono ributtate S rifarcila Terra. Nonpoteuacifuc^^ irono per a Sondrio,occupando JcdJr!r7PcQeY fenza molta ftrage , e difordine , i Grifoni effendo inna;a;r.'e}i- crudeliti, c infuriati . Pcrci , dilatandoli lo fpauento, i Religio^"^^^^'''-^ fi , le Monache, e molti altri fi ritirauano nello Stato della Repu orcnpm, j^jj^.^^ 1^ quale ordin che le Perfone , e le cofe facre folfero raccolte, e ciiftodite con molta cura. Tuttauia tale inuafione fa come vn torrente, che precipitando tutto in vna volta da'monti, preftamente fuanifce. 1 Valtellini, ingroffati con militie del Milancfe a quattro mila fanti, e quattrocento Caualh, gli attaccarono, e fcacciarono dal Ponte di Ganda^ indi, ricuperata Traona, e Sondrio, prefero anco nel Contado di Chiauena Rina, eNou. Poi, di fouerchio animati , volendo attaccare Pofchiauo , eh* luogo della Rhetia, doue dalla Bernina calando, il pi angufto tramite della Vale, battuti ritornarono addietro Gli Suizzeri Protestanti , fatte precorrere.- dieci bandiere, parte per afficurare Chiauena, parte per confortare Comuni dell' Agnedina , calarono a Bormio , ingrffajti con alcune Militie Grifone, e sforzate languftie de' Pafli^ fcacciarono gh Spagnuoli, con morte didue Capitani. Gran ,
&
demente
L IB R O
le
Qjy
ARTO.
207
.1.
demente ad amendue
parti
quefto
perche, fparando dal Tirolo la Valle, e, nicando dalia Rhctia collo Stato de' Venetiani , poteua dall' gmoli d4 Bormio Alemagna, e dalla Republica togliere, e darefcambieuolmenItei
(occoA. Appunto da Andrea Paruta, Generale de' Venetiani, s'inuiauano armi, munitioni,e foldati, per ben guardarlo, quando i Grifoni, e gli Suizzeri, impatienti d'attendere cosi opportuno foccorfo^e prefumendo felicit vguale in qual fi (ia tentatiuo, vollero nella Valtellina auanzarfi. Progredendo (nza regola nella marchia fenza difefa dif]:)onendo i quartieri, ogni difciplina, e dircttione mancando, arriuati a Tirano, reftaaccolti di piedi fermo da vn groffo di militie Spagnuole rono fconfitti, perdendo due Infegne5& il Colonnello del Reggimento Bernele. In vece d ritirarli a Bormio, nonpenfarono, il Contache di tornare alle Cafe, abbandonando la Terra, do; onde fubintrarono i Valtellini e gli Spagnuoli con poco contrailo. Diuulgaua il Feria non feruir le fue Armi, che a tui
per
U cui
fi
dtfefa
fpedifcono
aiuti dalla Repxbli
&
cache
non
allettati .!
e rotti
i\
.
Grifoni
&
icadc^
Kelle
cautio eshibiua, baftante, negaua di ritirarle, come vene, che gli fi niua propofto, per dar luogo a qualche compoiiimento trai Valtela della
Religione, per
la
quale
mani
\
deFaltetlinicdegli
Spagnuoli
I
tellini,
fi3_^
fp^rgendojl'n raiIO
la difcordia tra
Nemici opportuna,
la
onde i Cantoni Cattolici contra i Proteftanti infurgendo, ferrarono ipafl, per entrar ne' Grifoni, e raccolti mille cinquecenhuomini con due Compagnie diValefij, minacciauano trare nella Valle diMufocco, per foccorrere i Valtellini , e
to
d'en-
dal Ftra
rut dijfenJ
fioni
(]}JicV\ g i
Heine]
Comuni de
Grifoni, che profetano la Cattolica Fede, i^'Le Citt diZurich, e Berna, battute dal colpo, riccuuto a Tirano , diuertite dalle minaccie de' loro Confederati, e trfeitef fe illaqueate da molte arti, e rifpctti, lafciauano la Rhetia efin preda a difordini. L'Arciduca Leopolpofta a' Nemici, Fratello i Celare, in quel mentre armaua nel Tirolo, e armafi'l do,
gli Uefi
&
pretenfioni di fouranit fopra alcuni Comuni delle dicci Diritture, pareua, che afpiraffe a ridurre tutto il Paefe lotto l'antica foggertione degli Aultriaci. Stanano intalguifa
Tir do
publicando
le fiie
e tardando a ginn-
gere
corfi
foz' di
affari, dalla
i
maggior-
2oS
DELL'HISTORIA VENETA"
MDCXX giormcnte
Iccofej impercioche ad inftigatione del Molina, febe-j ne centra il fcnfo delle dieci Diritture, chiamato il GheiEer a Slantz, doue il Pittach fi tcneua, induffe i Popoli ad approuarc
alquanti Capitoli, che doueuano per efTere confermati dalla_>' Corona, co* quali, abolito il giuditio di Tau, fi rauuiuaua_'
quello di Coir, colle fattioni, e con gli odij, che n andauano in' confguenza. Seruiua ci a gli Spagnuoli di giuoco 5 perche, pr-
teftando la Lega Grifa contra quefte deliberationi , fempre pi confufo il gouerno, trafcurando la Valtellina , non applicaua a' daGrifomali prefenti. La maggior deliberatione fu d'efpedire Ambafciani/efpedi tori aVenctia Hercole Salice, Caualiere, e Coftantino Pianta^ ^ i.;?r/.^rm|il primo de' quali, morto auanti d'elporre le uq commiffioni olicga la cura i rapprefentare ilbifogno, che laRhelafci al 'ticf^^'^ Jipet/JJe tia teneua deirautoritde'Configli non meno, che della forza deledi leiAf gli aiuti,efrendo languido nella difcordia e confufo il gouerno,incaii' ^^e, p^^^ j Popolo, per di/cernere il male, , difeernendolo, d'a pplicarui'l rimedio. Conofceua il Senato quanto importaffe caricarfidVn Corpo, che non potendo reggere, anzi agitando f fteflb, ferur
i
7ionie^ di!
Ed ,'5^jnon doueua, ehcd impedimento anco a gli altri Nonconuenenj(jo perdifperarla rimand il Pianta con iperanza di buone ailir.pega quando i Popoli, riflettendo alle loro miferie, voleffero rtjetten itenze,
.
';
porgere alla propria falute la mano Ma con pi fecreti rifeifi difcerneuaFitaliahoramai in iftato di non poter da ( fola pi: regair arti degli Aufeiaci. Stimaua perci, a rimegere all'Armi, dio dVna potenza, neceffario fufcitarne vn altra d'intereffi , efenfi contrari], gi cKe in due Nationi confilk la bilancia d'Europa che farebbero vgualmente formidabili, fe nella Spagnuola ta cupidit. vriAnda Amba- non fofle corretta- dalla riferua, e nella Francefe la violenza non inpiatQri,tnid>o]\i2i dair inconftanza . Inui Girolamo Priulr, AmbafciatoFracta,fi\^^ Strsordinario, a Parigi, accioche, informando ilRde'fuccef ^gtrhde^h l'muitaffe alfoceorfo de'Callegati antichi,, offerendogli a tal \$ii^ affari fine l'vnione delle fue forze.. Co'fo liti fti moli di profittofcdecoro, a' primi moti venuto in Italia ilDighieres, al quale parca la ^^o-^emdt unfifopru cura di quefta Prouincia commeffa, abboccoffi col Duca Carlo ({liegit tn m Turino, prefnre Giouanni Pefarr, Ambalx:iatore della Re^^^^U'' Iptibliea. Vari] Ir Scoprirono i fini in tal conferenza j perche Tog' Igetto de' Venetiani ad altro non cendeaa , che a giungej^
da ne hifogni d' Ita-
&
col
R 6 cTv R T o
le
209
M DCXX
,coI ncgotio, coir anni a qualche componimento, che , Ireftituifle in prillino la Valtellina 5 e la libert de Grifoni..
Alpi, non curando quei Franceh, accioche, generalIpaiT^aCpivaiKi a tirar' in Italia alterandoli lo ftato delle cofe, cedeflTero a ilio pr i mente ifucce/Iij e gli reftaffero de gli altrui danni le ipoglie. La Francia poi vnicamente miranti a intereiraruifi folo col negotioj e col nome, tentando, che la Republica fi caricaffe_-? del pefo, e dell' armi, al qua!' effetto il Dighieres in qualit i Capitano priuato offeriua col di lei foldo di raccogliere in momenti diecimila Fanti, e mille Caualli,e fpingerli per THeluetia ne' Grifoni j ma i Veneriani fcufandofi colla ftagione auaniata, che rendeua difficile il paiFo, non abbracciarono il partito, infiftendo di non voler' effer foli; ma che in caufa cornarne concorreffe anco la Corona, e gli Suizzeri, congregati all' hora in Bada fopra quell'occorrenze. Pertanto niente fi termin in Piemonte 5 ma in Francia arriuato ii Priuli alla Corte , e trouato il R fciolto dalle difcordie^ intentio- Ir.con la Madre, e dal viaggio in Bearn, fpieg, Religione e ft rendejje \PrifilteC'-\ ne delU l^epul^lka efferc , che fi falua([e per preferuare a Dio^ a Princip ci, eh' imfartifce il Paefe e l' humano il diritta Diuino Gli confider. Apprendere t Ita- gere nelie\ delle fior- difefe del' lia quafi fpogliata degli ornamenti della fua liberta la Rhetia- t eccidio crCGnuallata da Potenza formidabile glint cref- ze^ e del decoro attenta all' occafioni inchinata a 'vantaggi cupida degli acqm- fi della Re-\ Nel fola appoggio della Corona collocare lt(iione c: \Hii tenace nel ritenerli
Porte
i
dell'
V
,
,,
ile loro
I
fperanze
,
protetti
Grifoni, Pope/ li (fi pu dire) dall'origine fteffa e per la cotanta nella di lei Amictia , ridotti a cadere
i
.
^^-^'
Alla 2{epublica premer 'veriWtente la ^icinan?^, ma al "E^ niente meno douer dare incitamento la Gloria , ejfendo tenuto di render conto alla public a fama del pericolo de' fuoi fedeli/fimi Amici, Sperare nella di lui et giouanile l'Europa frutti ^vguali
fatto
il
giogo
ta alfuo proprio,
I
r altra obligacon
al comune interejfe
Nel {egnohauer
amen.
due trionfato di due fierifjimi moftri, che fono l'Herefia, e la difior dia Hora riferbargli'l Cielo la Palma di 'vincere l' ambitione de gli Efteri
,
rompere la feruitk
dell' Italia,
Non
in attender fi.
queW
a ,ffiit-
2IO
'M DC
Mfiuta
nuou,
efemp
m, Francefi redenta . Implorarle al frefcntc la Metia , e la Hepuhlica prontamente offenrft di fecondare le fue reali intcntioni con
quell'untone, alprejente pareggiando con giuflo trattato i-zJanta^n della fetenza Francefe co' benefitij della vicinanza
de'
Si
Venni
grauiffimi nel
della minorit, e delle Ciuili difcordie, i danni, rileuati dal' tra{curare le ftraniere occorrenze, effendo morto ilSisiior di Villeroij, vecchio, accreditato Miniftro
tempo
&
&
afFan de Grifoni, e deli Italia, s'era rimoffo vngrandi/Timo oftacolo. Fu dunque rifpoflro, a nome del R, dal Signor di Pifieux , Secretano di Stato, al Friuli con pieni
gh
ma
alieniamo da
'.^
gilanza,e prudenza della Republica, che confubite,&onporyne aflftenze a gli Suizzeri , a' Grilom haueffe procurato ^ d> rimediare a mah prefentj, e preuenire i futuri. Non effere *^^pr ^f"'. ' m'i't^ i'il'^ K^^tia, n le oppreffioni Je (li Ejpedire alla Corte del Suocero fuo uSliaiu,tfri /uvi Amici ilMa-efcialle
.
encomij
alla vi-
&
t$Z
\di 'Baffompiere
maggiori Potenze. Di tali rifolutioni, che non arriuauano ad ogni modo al bifogno, perche difgiunto dalla forza il negotio non ferui , che a confolidare gliSpagnuoli nel %n %f*- Pofsefso delaValle,e degli animi, fi credeuano da li AuftriaP'^'-^' prorompendo prima vna guerra St;;;, H' pd'b.che^f,""^^"^ Ta-'' l (f^rmj.gh Spagnuoh riuocarono, atitolode'fuoi ITZa^ *AMlpnuati intereffi, da Venetia l'Ambafciator loro, e tentarono "' ^"""' flL-'^'f re Corn^imt rodurre difparit f ra loro Miniftri, e quelli
;
.
tra le
perAmhafiiator'Elraordinario, accioche procuri du , e rimettendo le cofe dichiarare prontiiKmo al 'armi, 'vnito per alla 2{epHMica, e a Carlo, ambidi.e di della Liberta,, e Scure%z^ d'Italia. Tutto ci fu partici pato al Pomehce, il quale, ridotto ad anni auanzati, e cupido di ripolare le ceneri, ornare il fepolcro con memorie di Pace, grandemente fi perturb in vdirla periclitante, agitata
,
lopiret prejenti diffidi] ,rimouendo le violenze nello Hato primiero, ^ando ci non giouafe ,
cX
&
&
'
LIBRO
della Repiiblica,
CLV A R T'O.
centra la pratica, elVfo deiraltre che gli trattauanoycome di Principe, che di Macft, di forz,e, di titoli numerato tra' Regi ; onde fu interrotta per tutto ogni corrifpondenia dinegotio5edVffitio;mentre in tali formalit crede il prefente Secolo, che f non Telfenia, almeno il manto , e'J velame del Principato confida
iTF Corone,
'
VIDC
XX
troneaH"
doflUcorrif^ondeH-
it
le
a tutte
Corti
.
ANNO M DC XXL
Spagnuoli grande vantaggio, che il negotio con veladella Valtellina, come caufa di Religione pafsafse, acci, che mi di Regli
Riputando
trgliapplaufijle fcufe , e i pretefti fi reprimefiero alcuni Prin- ligione go^^^^^, ^ cipi, altri procedefsero con maggiore nferua,app}icauanou,7L'/rr/ ogni ftudio ben imprimere di tal concetto il Pontefice, gH|'^''<^ ^p-
&
aggiungendo altri meizi, & in particolare di guadagnar^, ^^'ff^,^^^ hauendo aquefto fine creato Grande di Spagna Vftlnldp'r j Parenti, di lui Nipote, Principe di Sulmona. Tuttauia Paolo, ocu- ^'i^' P'^}'* mentato da lunga efperienza , preferiua ad ogni allettamento j^'*^^"^^''''* la Pace, n conrrente credeua,che,confondendofi infiemej-^^^* f'''> intere(Ti di Rehgione,e di Stato, doucflero i Pontefici efporfi pj^f'^^'*^ airinimicitie de' Principi grandi, tenefsero bifogno de gli, aiuti de' pi potenti. Applicaua per tanto alla neutralit con' ^ . .
vffitij
!
pi prudente partito di quello moftrafsero i Principi di gra-'JeZrJiT Ma nel principio dell'anno in certa funtione Ecclefiaftica di fouerchio affaticato, accefo, pafs a Dio, per ren- /k4 tKordergli conto del Mondo, al quale per la direttione dell' Ani- te me era flato per fedici anni nel Pontificato prepofto . Da poidirlo.
&
che
alla Dignit Ecclefiaftica s aggregata la terrena potenza, e chela corruttione del Secolo ha con la venerati ^ne delle cofe Sacre confufi ancofaumani riguardi, i Principi hanno bene fpefso nell' Elettione de' Sommi Pontefici procurato di profanare con loro intered, ci che tiene la Chiefa di puro, e di riguardeuole Ma Dio, che l'ha fpofata coli' anello della fua Fede verace, la protegge dalle violenze, confonde i configli, punifce gli attentati, preferuandola col fuo Spirito Sacrofanto, e chiaramente apparifce,che,fe bene iConclaui ^2^gJ^"Q efenti da fattioni, &c affetti, ad ogni modo,riiifcendo di
.
rado
212
DELL' HI STO RI A
VENETA
MDCXXI rado! configli de gli hiiomini , cade4a Sorte doue la Diuina Proiiidenzarindrizza. Nelpreiente, quanto era pi trauagliofa la
pendenza de gli affari della Valtellina, con altrettanto ftudio efH ficacemente procurauano i Principi d'introdarfi co'Ioro partiali, apre ComUue per far cader' il Pontificato in Chi, per gli propri] affetti ada'folitt af heriffe a' loro voleri, per gli riguardi della Cafa, e de'Con-de' fitti giunti foffe per riufcire pi facile a guadagnarfi Le volont de ^rinci^i mila no- gli Spagnuoli, e del Nipote del Defonto Pontefice inchinauaminatione no al.Cardinale Campori, Cremonefe, fuddito nonfoloper
.
delSuccef.
Jore,
gli
Natali
& in
confeguenza per
ctr"
ogni
'
reua, chei'Elettionc non poteffe impedu-fi, tanto era forte il partito, bench con gli emuh priuati d lui vi s' opponeffe fcopertamente il Marchcfe diCoure, Anibafciatore di Francia, Ma 3 d' improuifo diuertiti gli Animi de' votanti contra opiy
l'
nione di loro medefimi, concorfero tutti concordi in Aleffandro, Cardinal Lodouifio ,\Bolognefe di Patria, che affunfe il aLodoui-\ fio , dtto\ nome di Gregorio Decimo quinto . Egli d' et quafi fettuagene toccata^
afpcttatio.
nario, apphcato alla quiete pi, che al negotio, lafci ben chejdeji'\ prefto la direttione de gli affari al Nipote , affunto alla Porpoderofo di' ra, che gli guid nel corfo intero dei Pontificato con grande quiete apcon arbitrio fupremo. Studiando i Principi a gara poggia il' capacita, e Qrouerno d'imprimere il Pontefice a loro fauore nel negotio della Valc.l Nipote} telhna, il Feria foilecit quei Popoli ad inuiare Deputati alla^ Deputati accioche riempieffero tutto di clamori, e di dellaFal-\ Corte di Roma, teHna fpi lacrime , eccitando il compatimento verfo chi moflraua di non diti a Rffrefpirar' altro, cheRehgione, e Libert, motiui tanto efficaci, tna & alcuni che con ragione tiene F vna il primo rango nelle cofe Sacre, Ae' Min\ l'altra nelle Ciuili. Vi fpinfe ancora Giouanni Viues, noto fri dispaMiniftro de' vantaggi della Monarchia, e delle turbuenze d' gna. priuata^ Italia, e gli aggiunfe il Prefidente Acerbi, che fortuna haueua goduto familiarit col Pontefice , accioche_^| perche guadagni- nelle puWiche audienze , e ne' difcorfi domeftici, foffe di no ti Von continuo battuto con gli flimoli della piet, e del zelo.! teficcf L' Ambafciatore de" Venetiani procuraua d' altra parte di raffigurare in contrario qn.eft' affare , dalla Religione dif giunto impercioche , Se la IB^-puklica la cnHodina intatti;^
XV.
I
1
(jregorio
con
liBRO
con tanta cura nel proprio
\
Q^V^ARtO.
,
2ij
non -potcua meno -patirla con- M DGXXII taminata tra i 'Vicini, Aia tollerar non douerfl ,che fotto il manto della Piet l*Inter effe s'infinuaffe aWoccupation cti/n Paefc (opra ^ jl quale non temuano gli Spagnuoli altro titolo, che del comodo proprio^ e dell'altrui opprefjtone , Grandemente ftaua inqueftiprinil ([Hale icipij perpIelTo il Pontefice, e defideraua, che il negotio fi ferine di compone/Te ; onde di mano propria fcrilfc in Spagna s\K^Sc^'f"o ?5 il Cardinal Lodouifio al Confcflbre, a Principali Miniftrijj^^f^'^^^f eficomconfiderando. Che all' Italia y anzi al Chriftianeftmo tutto cala-^ ponga l'af mita 7na?:giore della guerra fopraftar non poteua , nella quale tra farC'
Dominio
&
zelo di J\cligione fi farebbe intrufa la militare licenza con difprezjn delle leggi Diuine , O* humane ; la He [[a empiet in, gi flit ia cjjendo impofjtbile efercitare l' Armi con arti h'Aone , e kon mezji innocenti. Giunfe inquefto tempo in TAmba^ AmbMciil
Roma
de Venetiani, che fecondo IVfo pio de Pnncipi Cat-;7'-,^^7j telici 5 chiamano d'obbedienza, cconfifteua di quattro Sena-,<?^^ f--; '^^-, 'tori primari; 5 cio Girolamo Giuftiniani, Procuratore, Anto|f^^^' hidienza jnio Grimani^Francefco ContarinijCaualiere, Procuratore, cm 9rdiGirolamo Soranzo,Caualiere^i quali, oltre i folici offitij, mol- ne d' infi' to doueuano premere Ibpra l'affare della Valtellina. Ma Gre- nuargl'i bi ,'cgni deli A gorio,diuertendo dal principale, con grand' efficacia li ricer- Valtelltna, c, che nello Stato fuo la Repubh'ca reftituifTe i Religiofi ma eg'i della Compagnia diGies, per grauicaufe nel tempo del fuo trafilando chiede loro Predcceflore efihatij il che repugnando a molte leggi, e for- la refluita malit , vincoli indiiTolubili del Gouerno, non pot confeguire. tions de' Ad ogni m.cdo, con pi force concerto pa&ndo da Roma Qkfuiti, [ollecitaa Venetia il Marchefe di Coure,in qualit d' Ambafciator'E- ta poiga~\ ftraordinario, prem viuamente per nome del RLodouico, gli ar dame
jiciaria
;
>
e nel
tio
tempo medefimo
il
Vefcouo
di
Monte Fiafcone,Nun-
te dall'
U-
Apoftolico,con Breui
flraordtnd
rto di C'Ay
Fra
feruidamente l'iuftanza. Il Senato per non {\ diparti dal p*nmo concetto, rimoftrando a' predetti Mmiftri 1 fuoi inftituti,ei graui rifpetti,per gX\ quahnon do,ucuano Principi amici preifarlo a ci, che n gli erapermeffo [concedere , n poteua negar loro fenza fuo molto dilgufto Formarono alcuni giuditio,che quefta dimanda infurgeffc da pm_altQr egiftro,e pi reconditi fi ni, per auuentura da alcuni
.
I
editti
Natio
f
A}
pofoltco
\
'
egafrt^
dalia Re-
____^
miran-
214
DELUHISTORIA VENET A
render! Venetiani, che fifupponeua non v'haiierebberopreftatoilcGnrenfoj al nuouo Pontefice diffidenti, poco accetti alla Francia in tempo, che premeuano per guadagnare la buona difpofitione dell'vno a* correnti negotij , maneggiando con l'altra confederationi , e concerti Trattanto fiffo in Roma il cardine del negotio della Valtellina , con vari] \:Ver4 fi giri pafando.ancora ad altre Corti, il Feria pi felicemente li frtific/t^ maneggiaua, piantando Forti a Morbegno, Sondrio, e a Ti[nella Fdrano , per iftabiliffi in pofseffb.* Seminando nlJaRhetia inceftellina xonciliafi fanti.diflidij,ghriufc guadagnarela'Lega Grifacon gli arieti ia Lepu> i cuori di d'oro eh' espugnano vgualmente le montagne, Cri a con quei Popoli , inducendola ad inuiare (ci Arftbafciatori a Milafu/citare di/cordie no. In talmododiuifoil gouerno,non poteua hauere pi fi-
DCXXI mirandofi a
&
curi ortaggi della venalit 5 e dcireccidio di quell'infelice PaeaccelerA fe. Per dargli Tvltimo colpo con quattro de gli Ambafcia(tori^ diflentienti gli altri due , conchiufe trattato , nel quale la uei [di quel />V^/tfK-'cuftodiade' Forti a gli Spagnuoli reftaua^ s'apriuano loroi
fndoAc^ pafl^
c9rdt
.
con vane parole riferbandofi in apparenza l'antica alleanza con Francia , e promettendo il Feria affiftenze , f l'altre due Leghe diflentifTero dal confermare il trattato Quefto moftro dirambitione.3 e dellinterefle era informe, prodotto da illegittima Autorit, ma che per a gli oggetti del Feria^
.
i'qualfl
Qheffier
s'affatica
in
vano d
^^f9rfi.
auantaggio feruiua, per confonder' i Grifoni continuar nella Valle ^ e fcom ponete tutto ci , ch*altroue ftabihr fi poteffe, IlGheffiertentaua di contraporfi-3 ma vanamente, effendo il nome Francefe, deteftato dalla parte pi oppreffa, fpreziato dalla gi venduta a gli Spagnuoli. Per quefto andando nella Rhetia, per nome del Gouernatore di Milano , Scaramuccia Vifconti con danari , e promefle, non mancarono
d*
,
della Grifad'adherire.airticcordo predetto, indotti ancora dal timore d' alcune bandiere de gli Suizieri Cattolici, che, ad inftanza del Feria entrati in quel Paefe,Topjprimeuano con alloggi . Anco ilCanton di Zurich, a contra-
alcuniComuni
pofto di quefti tcneua militie nell'altre due Leghe ; ma neffun danno ftimando maggiore del difpendio , fi farebbero quefte di lunga mano sbandate , fc i Venetiani con dicci mila fiorini al mefenon le haueflero trattenute. Con quefto fomento
la
Ca-
R O Q^V A R T O.
215
sfor-j^^^cxxi Ja Cade, e le Diriture prefero ranni ^ pretendendo con zofo rimedio trattenere la Crifa neir antica vnione. Pompeo iPianta, creduto Architetto delle difcordie , fu trucidato , conuenne frettolojil Viiconti con molti Fattionarij di Spagna al primo empito di quella Ifamente vfcir del Paefc, perche, Gente infuriata non potendo alcuno refiftere, anco gli Suizxeri Cattolici col loro Colonnello Betlngher fi ritirarono , lafeiando addietro Cannoni , e Bagaglio .. La Lega Grifa airhora fi congiunfe all'altre, ma il Feria per tener'il torrente di quegli armati dalla Valle, lontano fperando ^^ che preftamente fuanifse, non folo muniua i Forti , ma per facilitarfi di Chia- Feria uena l'acquiftoj-fecc inuadere la Valle di Muiocco, che fola ^^^jj^ ^^.
&
delle tre Leghe lltuata di qua da* Monti. Gh habitanti, f Ainfocco. bene Cattolici v> non inchinati per a gli Spagnuoli , hauendo il ghiaccio, s* occultarono! chrfer. per difcfa del fito Fhorrore, dietro vna gran trincea di ncue, donde, fortendo non offerua-:^^^rffA> tN caricai-ono d'improuifo le militie Spagnuole , che, lafciati'^'^^^^^^^ cinquecento huomini eftinti , fi ritirarono difperfe per piftra- |,r4/?4/fo^ -'*''de nelMilanefe. Cos ogni giorno pi. s' infanguinauano* gli dePae/k" ni. animi, e l'Armi, & 1 Venetiani,trouand ne* Principi d'Italia pi apprenfione del male, che rifoluuone al* rimedio, rila RepH' corfero anco al R d' Inghilterra con la voce di Girolamo Lan- blicaf n d, Ambafciator ordinario, rapprefentandogli lo flato delle' corfoalRi cofe, affai contingente Giacomo colla folita pompa di paro- d' Inghtl^
&
''-
le rifpofe, EJferglt a cuore la Jtcurta , e la falute d' Etiro^pa \ Da the le fi glUnterefst d Italia non diuertire t occhio ^ e le cure . Tenere la "E^- \prvferifce
terra^
publica [pra tutti nella confidenza diletta , e-nell' amicitia coflanAco^t larghe lom Dichiarare -per tanto, che^ f de ff;li Stati Patrimoniali fojfefpo- 'J^^^'^""' te
.
Alemdgna ^n Arma-
ta potente. Se gli Olande faranno inuaft, nonrifparmieralafsiflenfi z^y e f t Venetiani patiranno molcfa , // fioccorrcra con le forze di tutti i fuoi K^gnt , per caparra permettendo , che facefiero leua
nelt Inghilterra alprefente di diecimila foldati
Senato con lettere efpreffe gliene retribu gratie abbondanti, riputando a decoro , f non a prefidio,quefte magnificheofferte Nons'ignorauaj.che in queftotempo medefimo gli Spagnuoli trattenea ria, fecondogeuano ilR i nfperania del Matrimonio di
.
Il
nita
2l6
MDC
e [e
dell-historiaTveneta
.
XXI nita di
henetn
i;
delie^ffirtt cotld
Spagna
infla non-
Filippo , col Principe di 'GaIl?7pcrreii(IrIo a tutti fofpctto, e per dirgli credere, che lareftitutione del Palatinato farebbe tra' primi articoli di qtiefto contratto Ad ogni modo egli in Madrid efficacemente premcua anco per la reftitutione della Valtellina, e fopraggitinto il Baffompiere infifteua
5
contribuendo anco gli offitij ilNuntio del Pontefice, e rAmbafciatore de' Venetiani. Ma la morte di Filippo Ter/'o itone della Valtellina^ lafci per qualche giorno fofpefo il negotio. Poco prima s*" haiieua affai cambiato d'afpetto la Corte, perche, bench il| Decade in Lerma con la Porpora Cardinalitia haueffc creduto coprirli' Spagna dalle vicende, e dagli accidenti, ad ogni modo effendo diffi-l dalfamre Cile foftenerfi con arti buone fopra il genio de' Principi, non' il ^UCA di andaua efente dalfolito maligno infiuffo delFinuidia, edella_> Lerma fortuna. Publiche voci correuano,.che con veleno liaueffe alla Reina Margherita procurata la morte, cooperandoui Roderieo Calderone , che fopra Tanimo di lui teneua vguale poifanza a quella, che egli fopra la volont del R effercitaua Imputandogliii in oltre difordini nel gouerno , io molte cofe al vero ^aggiungendofi la calunnia , l'inuidia , erintereffe de' p chijlafua caduta dall'odio di tutti fieramente fi promoucua. In quefto angufto camino delKambitione di Corte da qualche
dimenoper
la refittU'
.
&
tempo
qua lottando con molti nonprouaua pi fiero em lo, che il Duca D'Vceda,fuo Figlio, vinto a Fra Luigi Aliaga,Confeffore del R^ onde non reftaua pi angolo dou^^
in
,
,,
penetrali della confcieiiza, , fino ne' e ne' pi arcani colloquij dell' anima . Cede in fine il R al defiderro comune della Corte, e de'Rcgm> &in, honor della
non
Porpora impoilo filentio all'accufe, comand, che fi ritiralfe. Reftaua dubbio in^vn fecolo, profcritto dall'ira del Cielo, a
hdibrio de' fauoriti,
Filippo
f full
il
per affumere in f
fteffa
Terx,o,
ilgouerno, quando la morte lo rap a trauagl, che fece porta l'Imperio nel Qnarantefimo Terzo della fua et. Gli anni di lui veramente farebbero fiati pi memorabili, f pi tofto , che R , foffe nato nel Regno j perche, effendo decorato de gli ornamenti della vita , meglio che dotato dell' arte d comandare , come la bont la piet , la continenza lo con,
La;
difapphcatione
al;
go-
uer^
LI
liierno lo refe
R O Q^V A R T
O.
minore delbifogno. Da'Publici diftti corrotte M DCXXI Ile prillate virt, cn particolare otiofa tenendo la volont, fc fteflb, jfi credeiUjche altra funtione nonhaueflc riferbata a ilfauoritovoleiia. Cosi ilRegiche d^i/Tcntircatuttocijche jgimento del Mondo ^raccomandato dal Cielo a Principi, come aPaftori legittimi, cade ne' Mercenarij, de' quali non coambitioia l'autorit, ijiofcendofi, che inrcreflata la voce, i Principi fteffi renfrenano i Popoli llragi, e calamit, dono conto a Dio di quel talento, c'hanno lafciato mercantar a' Miniftri. Certo , che Fihppo nell'agonia della morte confolato non fu tanto dalla memoria de' fuoi coftumi innocenti, quanto agitato da gli ftimoli della confcien^a per l'omiffione del gouerno. Corfe fama,, che cedendo in quel punto alla legge Diuina le maffime deirintereire,la relHtutione del-
& &
Valtellina precifamente ordinafle . Il FigliuolOjFihppo '^^r-!p^.,_^^^ to,:iunfe il Regno in et cosgiouanile (fend'egh di fedici|/-oFu/o anni) che il Mondo haueua foggetto d'attentamente offerua- Sficafsorc
la
rcjfe l'ambitione
morbo comune
^lU Core,
^.
j ritaile,lo fatollafle. Ma fubito apparue^che l'afcendente.^ de' fauoriti non era tramontato per anco 3 imperoche portati Conte al R i difpacci,gli confegn a Gafparo di Gufman d' Oliuares , e nioftrandofene quefti , f ben lo defideraua^ alie- prende a fauorire il no , comand , che foller dati a chi il Conte voleffe Egli Conte d' fimulando modeftia, gli raifegn a Baldafar di Zuniga, Vec- Oliuares chio y accreditato Miniftro , ma per di concerto perche, elTendo il Zuniga fuo Zio, haueuano conuenuto di foilenerfl reciprocamente j onde prefto caduta la mafchera , l'arbitrio al Conte cede ,che> decorato coi titolo anco di I>uca,fifcoprir con quefto doppio attributo ne' feguenti racconti pi Feniani famofo,ehe fortunato Dalla Republica alfohto fi deftinaro- deftinano AmbAno al Re in ftraordinaria Am^bafciata Simeone Contarin5Ca- fciatajrOi ualiere Procuratore, e Girolamo Soranzo, Cauaieje^ Ma il ordinaria
,.
.
&
,*
l'
Bafsompiere,pafsato il tempo, che la mutatione di Principo^ doHe fi necefsariamente portaua , follecit l'affare della Valtellina i\capttoUi modo, che fu a' venticinque d'Aprile conchiufo^; Che clallaF^al-p^^^'j'le e da Contadi adiacenti ft rhirajfero l'Armi^ e la ^/'!^'o^^!/J^^^/>^C con og n! altra cofa, come atlanti* L Mille feicento die ia fette ftaua. \ittut:
,
tnSpagn^t,
0-1
___^
fi rimet^
.g^li
Suiz^-
zen Cattolici e Vakftani Per efeguire quel tanto occorrere ^ s'vmffero a congreffo in LucernaJ Minifrl del Pontefice, della Frani
.
.
cia
e d'Alberto
Filip-po
L'antiche ca-
conCafa d'Au^ria^ e colTirola refaffero intatte Qualche altro Capitolo f e reca mente a fouore de' paffi per gli Spagnuoli saggiimfe , che per airiioranonfu penetrato*
ptulationi della 'Kjoetia
,
Ci tuttauia, cheli public^cfauantaggio baftauayper far comprendere y che amendiie le Corone: confpiraaano in vna cofa fo-| la, ch'era di cercar diiationi al negotio , perche la Francia , non ancora benfedate Tagitationi delle ciuilidifcordie, amaua aon cosi prefto implicarli nelle ftraniere y e la. Spagna ne' primi ipomenti del nuouo Regno credeua prudente Conliglio protrahere la guerra, e fimulare la Pace Il Trattato veramente non conteneua 5 che inuiluppi , poco rimanendo decifo , e tutto a nuoue conferenze rimeflb Per queft , f bene in Madrid li publicaFeria Te ttnclman uano Ordini rifoluti al Feria , acccioche ritirafle l'Armi , e reftidatoari- tuifle , nondimeno l'effetto nou appariua, alcuni afcriuendoal uTorie, ^.^^Q gjj accidenti > fuggeriti da pi occulti Configli , i pi {{empiici riprendendo il Gouernatore di Milano , che quali parjto fuo troppo teneramente amalfe di conferuarne l'acquifto /f/#r24 Ma ne' trattati mancher la fede 5 fino cheviuen Finterefle^e 'Krmi. l'interelTe li trouer, fino che regnino i Principi Il Feria non
&
ferrato
^^f/j^^Joftantegliauuifidi Pacejfempre pi potentemente s'armaua, t inGermania l'Arciduca Leopoldo, interdetto a'Grifoni,& a '^^#'^/j'*, Venetiani ilcommercio, raccoglieaa militie^^minacciando que'" Venetianh gelolie , e quelli colFArmi , Cosi la mina fcoppi facilt Gn[o~ Iti con nij sccfpa mente 5 perche occupata dall'Arciduca la Valle di Munfter, la Falle di mentre i Grifoni chiedeuano la reftitutionc , allegando la Pace Munfer , * jilberto di Madrid Vfrefcamente accordata , egli negaua d' efler tenuto
&
'
nel cegrefft di
Lufit-
cerna
fcita conte
ad olferuarla^noninteruenutoui Miniftro ruo5nonche il fuo confenfojC chicdeuajche a Felchirch inuialfero Deputati, accioche con amicabile accordo rimolfc folTero quelle, caufe, e fofpetti , che ad occuparla l'haueuano fpinto . In Lucerni
poi giunto al congreifo il PrelidenteDole , per nome d'Alberto , prerefe trattamento , come Rapprefentante Filippo , fufci-
Mini
e
i
.
ft^i >
Prancefi
tando
la
che appunto h
Capi-
, ,
LIBRO
Qjy A R T
219
Capitolacione di Madrid, con deftinare vn Miniftro dell' Ar- MDCXXl ciduca, houcua mirato a riimiouerCo Tra le dilationi di feriucre, per fuperare le diftcult 5 mentre veniuano ordini nuoui, Alberto mori, e cos caduto ogni potere del Prefidcnte WAfegut conferenza fi fciolfe. N altri intoppi mancauano, dichiala fla di lui randofi 'J Feria di non cfeguir' il trattato fenz,a la cautione de* morte. Cantoni Cattolici , capitolata non tanto per la loro Potenza, nenfian-l quanto per la vicinanza, e pe'l Dominio, e' hanno de* paff c^nd$fi 7 ferianeltt Edi non voleuano porli di mezzo fra due cos potenti Monar- jittdtafiH chi, correndo anco comune concetto, che il Feria fteflb gli uiluppi e fomentale in tal renitenza. Sufcit anche i Vakellini ad in- ^fomenti ,' per megli9 aiar Deputati a Madrid, per reclamare, che la Religione non fouuerttre fofl'e cautelata a baftanza, e gli accompagn con fcritture.- qne Popoli del Senato di Milano, nelle quali a motiui di piet, e religione tratti di conuenienza, e vantaggio fi traponeuano. OfFeriua poi per qualche apparenza, che i Forti da gli Suizzeri Cattolici foller cuftoditi , e che i Proteftanti habitarnon potefa*Grifero in Valle fin'attanto, che il trattato fi miglioraffe, foni fuggeriua fotto mano nelFiftante medefimo vanamente fperare di rihaucre la ValteHinajfe a dirittura non conueniffero feco in qualche accordo, nel quale fi comunicaffero i palli alla Spagna . Ma non ftaua in poter de* Grifoni alterare il conuenuto in Madrid tra amendue le Corone Non giungeuain quello mentre in Italia Corriero di Spagna, chenonfi publicaflero ordini al Duca di rendere,e difarmarfi, anzi efpreffo comando d*efpe- comanda toatafi r dire Militie per l'Armata Nauale, mentre i Turchi, inuiluppati la Rhetta, coninfelicit di fuccefli nella guerra di Polonia, in Mar negro & A rittol impegnati alla repreffion de'Cofacchi, lafciauano il Bianco, ger lemilL tic per ma aperto ad ogni tentatiuo dell'Armi Chriftiane-, Ma, cffendo nel re contrai Feria, e ne gli altri Miniftri pi fi/l ipenfieri a* vantaggi in Ita- Tnrco. tto fi jc ,lia, che a profittar contra i Turchi , tali voci non feruiuano ad cada peH' altro , che per ingelofir' i Venetiani, quafi che dentro'l feno del- fierid'Ita^ l'Adriatico doueflero in Albania tentarfi forprefe, acquiftij U. ma,trattenendofi otiofamente l'Armata in MelTina, pi numerofadiLegni, cheguarmta di genti, non riceud$ quel lato la Republica,fe non poca, e breue apprenfione . Ben si dalla parte di^Lomb ardias'ingagliardiuano ifofp etti 5 perche tra diffidenti
i
' 1
'
&
&
&
vicini.
220
MDC
XXI vicini,
DELTHISTORIA VENETA
Stradadel
lo Steccato
cati/a coH-
tefeaCtn*
fini
del
MiUnefe, tdedaRcfHbka.
frequentemente il cafo porta difcordia, il pi potente ne cerca ipretefti. Cos infurfe contefa, e quafi rottura_> per anguftiffima ftrada, che chiamafi dello Steccato, che al Bergamafco congiunge il Territorio di Crema, ingolfato, e cinto da ogni parte dal Milanefe. Per antichi (Timi patti colla Citt di Milano, d'aflbluto,&: indubitato Dominio de VenetianijiTia per comodo, e breuit del camino non folo a'paffaggicri refta il tranfito aperto, ma fi foleua anco alIeMilitie permettere quando a Rettori di Crema chiedeuano il paffo. Ora accadde , che vna Compagnia di Caualli, dal Feria a Soncino efpedita, tent di pali are lenza permiffione colla cor5
efegutndonefopra
ci
'vai te
negotiatio
netta alta, e coH'armifcoiDerte; ma fu dalle guardie impedita. attribuendolo ad affronto de* Reali StenIl Feria fremendo , dardi, arm groffamente i Confini, publicando di voler, che buon corpo di gente fenz'altra permilTione paiTafle. MaiVenctiani corrifpondendo con vguali apparati ordinarono a Niccol Contarini, Proiieditore oltre il Mincio, che con ogni sforzo Io prohibifle . Oiferiuano nel tempo medefimo il pafso quando al fohto veniffe richiefto5eproponeuano,che da Commiffarij Comuni s'efaminaffero i patti . Ne fcriflero alla Corte di Spagna, contra il Feria inuehendo, che col prouocar' i difgufti , e col preferire i rumori al negotio , folamente mirafst? il Gran Duca , rimettena turbare la quiete . Il Pontefice , do , che da pjcciola caufa poteuano infurgere peggiori accidenti, impiegarono eshortationi col Gouernatore di Milano, accioche deife luogo a' ripieghi, mentre non pareuano i Ve-I netiani alieni dalFafsentire , che per all'hora quella Compa-j gnia tranfitafse , ma fenza inferire pregiuditio alla ragione Ad-\ le parti, per deciderfi poi da' Commifsarij ci, che il diritto' portafse. Il Feria deput, per trattare con Giacomo Yendrammo, Refidente della Rcpublica,duc Senatori, che furono rArefe,& il Salamanca, e farebbero tra loro prefhimente reftati d'accordo, che il pafso rimanefse libero per cerco ipatio di tempo, dentro il quale s'aggiuftafse quietamente il negotio, feil Duca,rigittando poco apprefso qualunque partito , non rhauefse alla Corte di Spagna rimefso , e come f altro, che'l maneggio dell'Armi no n gli appartenefse , non ha
&
&
uckc
LIBRO
ueflTe
7^V A R f O
j
221
XXI
'
fpintodiciafetce
teria, a tentar' il
Compagnie diCaualli con qualche Fan- MDC pafso per forza ma, trouatolo ben munito,
ftimarono meglio gli Spagnuoli far' alto. Credeuano molti, che nel cuore d'Italia s'accendeffe daquefta fcintillavn'incendio, che preuenifle quello , che per la Rhctia pur troppo fi preuedeua imminente. Scrilfe il Pontefice alla Republica Breui, ordin allo Scappi, fuo Nuntio in Lucerna, che veniffe a Milano per interporfij ma appena egli giunfe, che fcaturendo, com' accade in tempo digelofie,rvno dall'altro gli accidenti, rrou, che per contefli pur de' Confini tra gli Stati diMan- anche tel\ MantouA toua, e Bozzolo, ftaua il Feria in procinto d'efpedir' a quefto no inftrge
&
,MiIitie,e Prefidijjilchefeguir
Ini ,
non
commuouer' i Venetiani
ftrada
fi
Da
conuennero attendere commiffioni di Spagna, doue accolto il fuccelfo , come meritaua , pi placidamente > e deputato il Reggente Caimo a trattarne con Luigi Cornaro Ambafciatore della RepubHca , fu finalmente coli' interpofitione del Nuntio accordato, che la Compagnia , rifpinta fenza pregiuditio delle ragioni d' alcuno ,paffa(ej poi fopra il luogo
per
la
,fini
nello fpatio di quattro mefida' CommilTarij la differenza fi terminaflTe. Cos pe'l tranfito fu puntalmente efeguito. Ma, ab-
boccatofi Luigi
&
il
Sena-
tor Piccinardi,inquahtdi Commiifarij, non poterono conLienire nella totale decifione del fatto, parendo, che doue de'
Confini fi tratta , pi della ragione hahbia luogo , e fia in vfo la forza jtuttauia nel corfo de' correnti ibfpectinon fi tent pi il palfaggio da gente armata , e poi , ridotti gli affari , e gli animi alla priftina calma , fi ripigh il rifpetto , e la buona corrifpondenza di prima. Tale componimento cadde nel proffimo ,anno. Ma nel corrente ancora a* Confini di Brefcia vifcert' jincontro leggiero, perche tefa da' Veneti fopra il Fiume OIglio vna Catena , che impediua il trafporto de' grani per la ipenuria di quell'annata, fu fciolta da gente armata, &, effendo iquei di Seniga accorfi per impedirlo , mor alcuno dall'altra parte, e ne reftarono alquanti feriti . Ci tuttauia effendo reciprocamente leguito, pi per trafporto de' Confinanti, che {Pc r comando de' Principi, i fop facilmente Tutto ad ogni
i
componj
gonfi final
mente tut.
te le diffe-
renze.
modo
222
DELL' HISTORIA
,
VNETA
aggiimgendofi riguar-
M DC
XXI
&:
Ducd di Sa noia ac cordato, che leuafle quattro mila foldati, accioche dalla parte cordato co' del Piemonte, occorrendo, potefle fare qualche diuerfione^ Fertetiani
ihfar
lette.
di, & amarezze a quelle, che pur troppo gli affari de* Grifoni portauano,haueuano i Venetiani col Duca di Sauoia ac-
opportuna. Ci nondimeno non fu dal Duca efeguito, bench la Republica esborfaffe la fua portione di foldo 5 perche tiregltSpa gnuolida' Carlo con animo vafto abbracciando picofe, e fempre noG'>^ifom uit Ai progetti , dal Feria haueua lafciato indurfi a lorprennon le ef, der Gineura, altre volte da Duchi di Sauoia polfeuura^e da fettua indutto lui fteffo tentata. A queft' effetto il Gouernatore di Milano dai Ferta gli haueua norifolo eshibite afliftenz.e, ma verfo la Sauoia_> aJiafirpre fua difpofitione qualche Truppa inuiata,e perdiuertirlo da fa di Ci- a neura gli affari della Valtellina, e per ingelolre ancora i Bernefi, e
per diuer
,
.
ilchentet
te in
gran
turbatione
l'Helnetia
che non penfaffero pi a' Grifoni Ne falliua il difegno; perche, dalla mofa delle foldatefche del Milanefe fcoperto il penfiero di Carlo , quei Cantoni talmente f ne commoflero, che riuocarono celeremente dalla Rhetia ogni affiftenza, e riteffo. Perci conuennero i Venetiani interporfi, e canata parola da Carlo di non offendere quella Citt, la portarono a gli Suizzeri per acquietarli . N Carlo fu molto difficile a quefla promeffa; perche, fcoperta la trama, Gineura s'era pofta in difefa,e i vicini preparauano aiuti in modo, che non poteua pi riufcirgli l'imprefa . All' hora il Feria richiam i foldati, e
vahdamente s'oppofe a' Grifoni, i quali, fianchi delle proprie calamit, haueuano rifoluto invnPittach di Coir con_.
pi
dVfcirne , calando armati nella Valtellina, per efperimcntare della forza gh eftremi rimedi] . Ftuttauiacosi Grifoni d mal diretta lamoffa,che parue vn moftro dalla difperatione fperatame prodotto 3 impercioche comporto vn* Efercito di vili/fima Pletefiarma. be, fenza capi, fenza configlio, fenza prouifoni, e danaro, e quafi fenz*armi,nonabbondaua che di temerit, di confufione, e di furore. Era ftata da* partiali de' Venetiani fconfigliata, come inopportuna j ma gli emilfarij del Feria , e la fua Fattione per infi. ^4S}j^i^S8^r^t3 rhaueuano, per dare pi apparente pretefto all'inof ^'''Ifcruanza deli* accordato in Madri d . Sei mila huomini, riparti tij
in tre
modo efficace
B R
O iXy
ARTO.
.
221
i
OC xxr ferocemente nel Contado di Bormio. VIetn furo-, LVno occup alcune Trincerc, abbandonate da Guardie Spa- refi porta. gnuole^che dubitarono d'effer colte allefpalle. L'altro entr no fopra^ Bormio nella Terra di Frimai , e di l a Bormio il Terzo, al Ponte di Santa Lucia fuperati i ripari, guadagn Chiappina, &ilpa{ro dlMonbraijchc chiude laflrada^che vien daVenofta. Tutti a cui fer. iniieme poi ferrarono i pafU , che al Forte di Bormio poteuano rano pafportare foccorfo5& alloggiauano nella Terra ^diffipando quel fi' poco 5 che vi trouarono dentro ma dalle Cannonate del Forte accefouifi'l fuoco, furono coftretti ad vfcire fuori in Campae iCuftodi delle venute 5 indotti dalia fame ad abbando- ma cogna, narle difordinatamente , per prouederfi di vitto , diedero cam- rretti dal p a gli Spagnuoli d entrarui Nel tempo medefimo , che que- ^^J'I^^l^*}. '^^^^ ^"'^ fti gli attaccauano alla fronte furono alle fpalle afialitidal Colonnello Baldirone, che con mille cinquecento foldati di Leopoldo dalla parte delTirolo cal perla via di Monbrai, e for tendo anco il Prefidio del Forte , reftarono i Grifoni , che an cora di monitioni patiuano , cosi circondati , che la difperationcj Tardire non hauerebbe potuto faluarli, f lofcurit
in tre corpi, calarono
!
&
della notte
facilitato a molti
il
modo
di nafconderfi
aCafa^ con forze maggiodifperfi. Dopo tale fucceflb ilScrbellone ri, fomminiftrategli dal Gouernatore di Milano, occup felicemente Chiauena,&ilBaldirone s' impadron della Valle di
Montagne, e
di l ritornarfene
onde
gli
Partenz,diPofchiauo,e molt'akre Terre, e luoghi dell' Agne- Augnaci s'aiiaMiadina e delle dieci Diritture La Rhetia a quefte duplicate in- no conacuafioni ftaua piena di confufione , e diftrage^ ad ogni modo ilHtftt fu tenuto inCoiraPittachjche fermfciua fempre tumultuofo, al prefente era fregolato , & informe , nelfuno fapendo ci che conueniffe rifo]uere,e tutti volendo dar* a gli altri configlio. Vertiua grande contrailo fopra Tefpedire nuoui Ambafciatori a Milano 5 lapprouauano molti, e lo contendeuano le dieci Diritture 3 quando l'Armi di Leopoldo, auuicinatcfi a ^^ _ imCoir Coir, fciolfero il dubbio, e la conferenza^ perche il popolo 'p^^^m^r^ impaurito vfc loro incontro , e gli refe la Terra , falui i P^H^'V^^^^^ uilegi,il gouerno,ela libert di conferenza. Non era dubbio,! chc_rArcidu ca non dcfideraife di poffederla , anzi prefsaua il)
,
.
Vefco-
DELL'HISTORIA VENETX
'MDC XXl 'Ycfcouo
annunciargli la Chieni 5 alla quale fono amieffe molte. il Dominio dVna giuridittioni temporali, parte delia Terrai da lui mH medefima. Trattanto, per impedire degli Suiizeri alla Rhe-I nendoji 'l tia il foccorfo, verfo Regatz fece piantare vn buon forte, fprez^Vaefe,fer i loro difgufti, gelofie de' Cantoni, mentre nonpoimiedirgl' jzandole ifeccorfi, Itendoeffijche vnitamente rifoluere,conueniuano radunar la e per tiiDieta. E perche de' Venetiani qualche moffa temeuafi , ilFenwre de' Lombardia il miglior neruo alle lor forVehetimi 'ria, per impegnare rinforz- 'zejfpinfegroflb numero di militie a' loro Confini . Ma qualche dofi dalFe refpiro agli affari ^ donde meno s'attendeua, comparue; imria i ConIpercioche i! Mansfelt, che per tutto cercaua la guerra, il ma ifLj ilio profitto da qualunque accidente, fuiluppato appena dalle
&
&
&
qtieflometre le forze
'perdite della
arditiflniia marchia penetr neir grandiuerfione, e con tali progrcffi, che non folo oblig Leopoldo ad accorr erui con tutte le frze, ma il F ria ad inuiarui (godendo per la Rhetia del comodo de'paffi, e delle nuoue conquifte ) quattro mila fanti , e cinquecento Caualli , alleggerendo dalla parte de Venetiani il Confine,e le gelosie, in particolare leuando alcune Compagnie da Soncino, lequah, rifpettando la iftrada dello Steccato, circuirono tutto il Territo-
Bohemia, con
&
ilo di Cre-
ma
Il
Hisro-
225
HISTORIA DELLA
REPVBLICA VENETA
DI
Marco J
0.
3
fi
KO
SJ^
NT
On
cofa la Valtellina, e laRhetia^che non nieritaffero in occuparle, e in difenderle la cura de' Principi, tal' effendo \ loro fito, che J pofledute da gli Stranieri, poteua dirfi ftretto il laccio al refpiro 5 alla Libert dell'Italia. Fenetani Perci i Venetiani^a'quali pi da vicino s'ap- a pr della f^iiltellina parten^ua^inferuorauano Tempre pi sii offitii^e gl'inuiti aTran- ^. _, celi . Ma, inuolto il Regno in niioue dilcordie mteltine , langu- /^^y^^/^/V^ u da' primi feruori , e le nmoftranie , minacele del R poco re con u da gli Auftriaci fi temeuanoj perche il Luines, concepito ^'^\ll^^^^n graa difegno di togliere a gli Vgonotti le Piazze, da' R paf^lpr^^/^/'//iati a titolo di ficurezza per certo tempo accordate 3 prefe pre-j'^'*''' ^Z-'^'
&
,.
,.
da cert'Ariembleajchenella Rocella teneuano,che conj'^^'^J^^rfi;^ foucrchia licenza dopo i fiiccefli delBearn machinafsero ^xt-\agiiVgo. notti giuditij al feniitio Reale, e dichiaratala rofpetta, &: illecita, gli editti ccnfeguit la mofsa dell'Armi. Gi con la difunio;ne fi trcuaua debole afsai quel partito perche la Corte haue5 jna guadagnato alcuni de' Principali:, che alla Religione prefenjc no il loro intercise e tra guefH'l Dighieres^ onde nonretefto
,
flauano
ll6
DEL V H
T ORIA VE NE T A
i
MDCxxiiflaunno de' pi autcreuoli Capi , che il Rohan, il Soubizie, Io' Sciattiglione, e la Force con varij affetti, e con fini diucrfi / jmco trjoro H:c(I* Del Popolo molti amauano, pi che torbidi, i quieti Configli 5 altri adheriuanoaXapi, feguitauano': il zelo oftinato della loro falfa credenza. La Corte voleua ab-j batterli tutti, e per finire la guerra pi. predo, Ja cominci' con gran forze, e con pieferciti fparfi' in diuerfe Prouincie.
Con vno il Duca diPernonlaRocellafrenaua,' con altro quello di Mena nel fuo goueriK) della Ghiena, confermaua le Piazze nell'obbedienza, sfbrzaua le contumaci. IlCond lungo la Loira occupaua Sancere, e dal R col neruo pi valido delchf/t}o-\Q forze San g onanni d'AngcIij fi ftringeua. Nonmancauano Vgonotti a loro lleffi, altri con la vita feruendo , altri l'oro dTftrt^^^^^^ Inui ^; contribuendo, ancorch loro mancafle ogni ftraniero foccorfo, l^iunejier TAlemagua eflendo purtroppo agitata, l'Inghilterra difapplicata da gli rffari di fuori, e T Olanda in procinto di cimentarfi colFArmi Spagnuolc, pi bifognofade'foccorfiFrancefi, che inchinata a Toftcnerc i Ribelli di quella Corona. Dunque
refi^endo
allepr>me
vizorofe
aggrecm
itifacchi
te poi
ne il"
di
^ fie dio
A^omalba
conueniuanoin pi parti foccombere, e San Giouanni d' Angelij , ancorch fino aireftremit dal Signor di Soubize difefo> fii sforzato nelrenderfi a riceuere qualunque partito, & a lafciarfi fpianare le Mura . La refiftenza di tal Piazza mirabilmente feru a gli Vgonotti, per ifpuntar il primo empito delF Armi Reali , le quali, pi tofto eh' efpugnare, decorando alcuni luoghi d'ofcuriflimo nome, n portarono poifottoMontalbano, alquanto pi indebolite, e rimeiTe. Fu quello vno de" pi memorabili affedij, perche nmancauano alla Piazza Fortificationi , Capi, prouifioni, e prefidio, n a gli Aggreffori forza, disciplina, e coraggio. Vi s' efcrcitarono tutte T
arti, e gli sforzi;
fi
infidie tefe
affalti
foccorfi introdotti, e rifpmti, batterie fulminanti, temerit pi, che con brauura intraprefi, e rigitcati,
fangue Nobile , in maniera , che le folle di Montalbano reftarono vn Cimitero de'pillluftri, e prodi Guer-
pargimento
di
rieri.
ti,
altri
sbandati, moltiffimi
la
mor-
Tefercito
trou indebolito, e
.tra ta,
'
che
al
LIBRO
Q^V
N T
O.
227
a fuernare inGhiena, attendere air acquifto di piccioli luoghi, doue Luincs, dal fauore aflunto al carico riguardeuole di Coneftabile, forprefo da graue infermit termin i fuoi giorni, degno in quefto di grandilTima lode, che almeno abbo/.i tutta la Francia a f ftefla, che pi feil gran difegno di riunire licemente flato poi perfcttionato da altri. Quefti fucceffi della Francia correuano a gran profitto de* difegni Spagnuoli, i quali con varie arti procurauano ne'medefimi tenerla pi lungamente inuolta^ onde, oftentando amicitia, e zelodiReligione, le ofteriuano fccorfi, perdebellargli Vgonotti, e particolarmente l'Armata Nauale, perefpugnar laRocella. E veramente non folo nella Valtellina , ma in ogn* altra parte progrediuano TArmi Auftriache fenxa trouare contraftoj perche in Bohemianon reftando pi chcPilfen, e Tabor, che teneffero per Federico 5 la prima fu dal Tilli , corrotti i comandanti, efpugnata coir oro, l'altra dal Marradas con lunghi/lmo affedio. LaSlefiaf prefto dal Saffo ne domata, e rVngheria,hauendo il Gabor vanamente implorato laiuto de' Turchi, e de' Venetiani, conuenne riceuere la Pace, e le leggi , hauendo Bethlem reftituita la Corona, deporto il titolo di R, con_^ ricompenfadi fette Contadi nella fteffaVngheria, e nella Slefia di due ampi Ducati . Reftauano ambidue i Palatinati l'Alto, e '1 Baffo, Patrimonio di Federico, a nome del quale ancora. militando il Mansfelt, s'era, come s' detto, nell' Alfatia_> portato, inferendo al Vefcouato di Spira , ad altri luoghi s'l Rheno acerbiflmi danni , e nell* Alfatia medefima occupato Haghenau, e con duro, ma vano affedio tentata Zauerna. fauore pure di Federico fi fcopriuano altri Capi d'Armate, che, ad imitatione del Mansfelt , ardiuano con occulto fomento d* altri Principi, contendere con la fortuna , e conia potenza di
M
mi
DCXXII
I
fciolto
dall'
Ar-
Reali
Acu
esJ-
Spagna
foccor/t
mentre l'
Aftflria-
che sau-
z,am nella
Bohemi
e
Slefia
ai
ndu\
an
I
Cora,
paciHcan\
dofil'YtiA gherta.
&
fattore
del Palati
mfivnifca nOdltrc^
Armi,
Ferdinando. Fl'vno Giouanni Giorgio, Marchefe d'Iagendorf, della Cafa di Brandemburg, che per la Riforma della. Religione, che nelle Prouincie foggettate efeguiuano i Cefarei con tanta feuerit, che a moltipareuaftragepitofto, che medicina, caftigo, ammafs molti de' mal contenti, alcuni foldati, perinfeilare laMorauia, e laSlefia. L'altro Chriftiano,Duca di Branfuich,& Amminiftratore deirAlberftatjche,
&
raccol'
228
DELUHISTORIA VENETX
R di Danimarca,
appoftatamente sbanda-
M DCXXI
e formato riguardeuole Efercito, trauagliaua la Veftfalia , h, riti- &: i Cattolici di quelle parti. Federico 3 ftanco dalle noie di rato f!iOhoramai difperata Corona, ritiratofi in Olancosi moiefta , iand^t l(ilafciaua, che fotto la protettione del R d' Inghilterra fi ,....,^.,. fcia il pefo da, '^^M#;rnaneggiafferogrintcreffi fuoi alla Corte Cefarea, e cheilPaatinato fteflb fi difendeffe . Ma gli offitij di Giacomo erano di^Xikffra ^ fcreditari dalle debolezze , con le quali accompagnaua le Armi,onde fottopretefto, cheilnegotio della Pace, e del perdono a Federico 5 cheveniua richiefto dall'Inghilterra non folo , ma dalla Danimarca 5 e dalla baila Saflbnia , fi douefle a generale Dieta rimettere, fi moffero da gli Auftriaci TArmi All' accointanto !gl' Impe- jftarfi dello Spinola al Rheno con inftruttiflimoEfercito,iPrin\rialianuiIcipi Proteftanti dellVnione atterriti piegarono ad vn'accordo cina-ttdofi difciolta la loro Lega, che confifteua al Rhetio, ;inMagonza, col quale con defilo pi in nome, che in vera concordia de gli Animi, accordaroglimento no diftar neutrali, e lo Spinola all'incontro promife di rifpetdell' VrioNel Palatinato non fi trouando alFhora , che con debine Prote- tarli flante. liffime forze, il Colonnello Veer Inglefe,& TObentrautAle-f manno, riufciua allo Spinola facile l'occuparlo, f per dubbio! di non irritare troppo il R d'Inghilterra, e per defiderio di tentar qualche imprefa fopra gli Stati d'Olanda, non haueffe Tregtit^ e/p^}^; affentito ad vna tregua di qualche mefe. Tregua altamente^ nato. da'Minifrri Spagnuoli riprefa, ma, che di poca durata gli auantaggi ne'preteftide'loro attentati, perche i Direttori che S iti- dell'Armi nel Palatinato, animati da foccorfi, che il Mansfelt, 1* TaU^^M Alberftat diuulgauano di portami , rottala con pernitio^' fo Configlio , fuegllarono gli Spagnuoli , ripartiti a' QuartiefKt$ ri, ad vnirfi , ad aflediare Franchental, dopo hauer occupata Stein, il che da Gonzalo di Cordoua, altroue effendo occupato lo Spinola, venne efeguito. Non ceflaua tuttauiail R .d'Inghilterra col mezzo del fuo Ambafciatore- Digbij alla Corte Cefarea Ai procurare, che i riftabihfse la fofpenficne deirArmi. MaFerdmando, d gii imprefso del
&
'
'
&
pcnfiero di leuar'a Federico il Voto, e lo Stato, rimefse il trattarne a Bruffelles, per guadagnar tempo, e in quel mentre i[DucadiB auiera, q uafi cheprouocatodalMansfclt, che con ^^ ^^ va-
LIBR
vari] trattati
QJV
NT
O.
^29
Thaueua per pi meli delufo , entr neirAlto ^^^^-.^^^^^ tinatOj e l'occup fenxa contraftoj effendo nudo il Paefc di For-j^^ ^^^^ tciLC y e di forze . N mancando lo Heffo Duca aHoccafione ^grdt^ro^ ^aTiioi vantaggi 5 per infcguirc ilMansfclt, fpinfe alRheno^^^^ il TII5C fece occupargli tutta quella parte del Baffo Palatinato , che lungo il Fiume predetto irrigata dal Neccar Colpo 5 che Maffimiliano credeua da' Cattolici doppiamente gra/dito 5 non Iblo 5 perche leuaua a gli Heretici quel fididimo ni\o 5 ma perche preueniua gli Spagnuoli , che g\i Alemanni non
.
vcdeuano volentieri auanz,arfi nell'Imperio con tali conquiftc. Fremeua il R d'Inghilterra , perche fcorgeua oppreffo il Genero, e lefteffo delufo 3 ma pari allo fdegno non tenendo l^> forze, &: alle debolezze nonferuendo horamaipi per manto 7 ^/^o/i fofficiente l'autorit , haueua conuocato ilfolito Parlamento, ^ ''V^f^
vdi fubito nio- g^f/^^^^j per deliberare contributioni,& apparati. lefti/Ime inftanze , altri volendo, che fi troncaffeil maneg-^ hio d'accafare il Principe coll'Infanta di Spagna, e che gli fi deffe moglie \ religione alla loro conforme 5 altri inftando > che firegolaffe il gouerno con pretenfioni, che offendeuano la fouranit, s'opponeuano al genio, onde fenzaconchiuiione lo fciolfe. Dunque il Palatinato reftaua a difcretion^-? dell'armi nemiche n altro foccorfo prou , che dal Mansfelt che al fuo folito con marchie accorte, e improuife vi s*accofl, cos inafpettato, che il Cordoua impaurito abbandon Taf refioranfedio di Franchental con ritirata, pi tofio fuga notturna, doUPnuA kifciando nelle trincero foldati infermi , acpreilamenti , e Qan- >^^"^^ ^r'* \ffieme joc-^^ \ r^ n.> noni. Cosi queit anno ^ termino, per la guerra tante parti ac-j^y/s dai cefafimofo, <Sraccioche alcun' angolo d'Europa non reitairci^'^'^M. di ardere , anco ne' Paefi balli , fpirate le tregue , fieramente fi riacefe. Altre volte alla Monarchia di Spagna ne grinterualli.G'//fr;'^ i^' Paef di guerre maggioriferuiua quella di Fiandra, per ftar'armata,'^^'^^ e per tener' in efercitio la militar difciplina l'efercitio inedefimo refo violente, eccedente , confumaua gli fpiriti pi vitah della Corona, non effendo le Milicie d Spagna , l'oro
.;
;
Ma
Ma
Perquel fu volentieri intermeffa con vna tregua di dodici anni, che "o ^'hauerebbe ancora potuto prolungare facilmente , f in Spagna
il
dell'Indie,
vigor
dell'Italia pi baftantiafupplirui.
fpitaper
le trt^^ne
foffero
so
DELL'HISTORIA VENETA
MDCxxi foflero allo Ipirare di efla continuati i Configli di quei medefimi , che la ftabilirono , Ma il Conte Duca , nuouo al gouerno trattenendo il giouanc R da gli affari lontano , coUopinione e colfafto mifuraua le forze Per quefto recifi i trattati^ che corfero per alcuni meli, ffuopenficrOjchefirompefelaguerra, credendo doftentare h forza della monarchia , f trattenendo la Francia nella Religione diuifa, l'Inghilterra co' trattati di Matrimonio allettata 5 moftraffe di fprezzar tutti gli altri, e nello fteffo tempo trauaglialfe ritalia, opprimeffe^r Olanda, e /i riftxetrionfalfe delfAlemagna . Dunque lo Spinola, accordata la tre\glia (tra detto) nel Palati nato , fi port alle frontiere d^_f ic Vroitin- gua ( come s' vnite gli Stati vniti minacciando pi luoghi \cie Finalmente vicino al d Olanda, Principe Mauritiod'Oranges,chead Emerich rofferuaua , accamp la fua Armata ,& hauendolo con ftratagema indotto a cauare daGiuliers mille huomini, fingendo d'attaccare altra Piazza, a quella pieg, prima blocata dal Conte Enrico di Bergh con fei mila fanti , mille Caualli,e fe Cannoni poi dallo Spinola fteffo col groflo cinta di forti , e d profonde Trincedi Gt:4re . E' la Piazza Metropoli del Ducato dello fteffo cognome in Iters, opportuniflmo fito fopra il Reure, picciolo Fiume, ma in mezche dops zo tra il Rheno , e la Mofa non meno copre la Gheldria di quellunga rtfi- lo 5 che apra la flrrada per penetrare nell'intimo delle Prouincie , J}ez.a fi affociate. Molto affatic Mauritio per introdurui foccorfo; Arrende a laSyagna. ma prima dallo Spinola trattenuto , poi da fortiffima circonualalU Re- latione impedito , in fine diflratto da altro Corpo d gente , che piblicA tn dal Brabante minacciaua l'Olanda, conuenne vederne la refa tanto gtU" jagtt ohlt dopo qualche mefe di refiftenza . Alla moffa di queft' Armi ef^ ght dell' pedirono gli Stati a pi Corti per hauere foccorfo , Se a Venej4lleanz.a tiani richiefero quegli esborfi, a' quali obbligaua laLegajche> tnmandofi d.inari a comprendendofi nel cafo pattuito deirinuafione , dalla Repugli Stati blica furono loro corrifpofli
.
!
Eleonora
Gonzaga,
\fpofataper nome di
ANNO M
Hauendo
DC XX IL
Cefaredal
,
nel fine dell'anno decorfo per nome di Cefare ^' P^^^^^P^ d'Echemberg , fuo fauorito, e primo Miniflro, vrw ed' uea^, EcS'.t^.Up ofata in Mantoua Eleonora Gonzaga , forella del
T^rin-
LIBRO
QJV
NT
O-
25t
JQ_ Principeffa5cheperfopradote portaua rara belt, e virt rin- MDCXXlIj goiare, coniienne alla Spofa tranfitare per Io Stato de' Ve| netiani alla voltadi Trento , accolta, e fpeiata da Andrea Pagio per lo] ruta, Generale di Terra Ferma , per ordine del Senato conde- Stato fffc-^ gna magnificenza. Ma nello ftelTo tempo il Conte d'Ogiiate fata da' contendeiia in Vienna il porto , e la dignit a Pietro Gritti, f^efjetiam, che per il Ambafciatore della Republica negandogli*] trattamcnta, difgujii co titolo pari , per Taddietro Tempre mai praticato ; e bench Fer- lOgnate* dinando , alqiialc rOgnate anco per altro era fatto affai odiofo ne moftraffc grani llimo fenfo, ad ogni modo, lo Spagnuolc per- richit^tma fiftendo ncTuoi concetti, l trou il Senato in neceflit di ri- no Am bmfctidort chiamare ilMinirtro,larciando alla Corte Marc' Antonio Pa- dalla Cordauino, Secretario, fin attanto, che col cambiar delle cofe, teCeJareamutati anco gli animi e pacificati , pot , come dopo qualche anno feguito , rinuiarui Ambafciatori a rifiedere Fra vn cu- yicere mulo di tante amareize ferui a qualche blandura , che in Napo-| c^'^''^ li il Vice R,Cardinal Zappata,reftitu finalmente le Galee,2i^2^^''r^ prclc, con le merci loprauanzate alla voracit dell Oiluna Non Un pane n pi delle Naui^ perche , fendofi con n-\^^"heU fi parl del reftante farcimentodall'vnaparte^c dall'altra inferiti pi danni, fi ^^^-\jate*dlL deua difficile il liquidarli , Solo il Vafcello Almirante di Napoli \oifma " s'era (come s' detto) da' Venetianireftituito. Altra moleftia Y e ri et te tira fhpen cefs in quefto tempo s'l mare; perche ilFerletich per mol- di) dui te rapine , e federate zze famofo licentiato dal feruitio di Spa- Qran Dugna , tiraua foldo dal Gran Duca in Liuorno , ma fatio di quie- ca, te, affamato di prede, entr nell'Adriatico, per tentare nel Quarnaro fopra rifoIe,fopra.4 legni de Venetiani i foliti in- vurto ad fulti j ma, colto dalle Barche armate, pag in fine con molti attrtCompjigut pade' fuoi Compagni la temerit con la tefta . Non deono tra gii ^^, con lai ertemi racconti ometterfi i domefticicfempij,&: i tertimonij u^.t^tmdella difciphnaben regolata della Republica. E' vietato a M'^'-''^'^ti aW A.\ figliuoh de' Dogi, per alti rifpetti , che riguardano la mode- drtatiio, ratione neceffariffma fra' Cittadini , durante la vita del Pa- nt'Aieto dre , accettare benefitij di Chiefa Accadde, che il Pontefi- F.glt da'] Dogtdind] ce a Matteo , Cardinale Priuli, confer '1 Vefcouato di Ber- accettar gamo, egli, memore di goder dalla Patria l'effer libero, e Venefin) di foftenerii dal Padre la primari a Dignit della Republica_>, Ecchjiasict
,
&
l'
&
..'i
&
lo ri-
2jl
Mncxxi! lo ricus
ojftruato
DELL'HISTORIA VENETA^
,
dACardftalVr$tntj
chsric^A
il
(0 di
VejcouA Ber-
gamo,
Fofcarini
pJitfiO
conapplaufo de' Cittadini, e forfeconammirationc di quelli, che non riconofcono altra legge , che deirArabitione, e dell' Interefle Ma tra la moderatione di tal' efempio altro fommamente horrido contamin la Citt , perche fi vide Antonio Fofcarini, Caualiere, e Senatore, appeio alle forche per calunnia d'hauer con gli ftranieri tenuta corrifpondenza
fecreta.
La fraude
premi], haucua nocenti, e confpicu5 perche, verfando il gouerno in tempo i riguardi de torbido tra le memorie delle pallate infidie, i foli fofpetti fi traueftiuano con gli odi) prefenti , facilmente le colpe. S'introdufsero al Magiftrato fecretiffimo de gl'Inquifitori distato, e ripartiti gli offitij, altri di accufatori , aliGiufti. Ma dutri di Teftimonij tradiuano la Giuftitia, rar non pot troppo lungamente quella conuenticola infame perche, fcoperta l'atrocit dei Misfatto , furono tra* p^/iV^/o 'Principali Girolamo Vano da Sal , e Domenico da Vene \^"[l"Jj/xm con giuito fupplitio puniti. Il Fofcarini con publica direintegra chiaratione di fua innocenza, f non reftituito alla vita , fu il nome. almeno alla fama reintegrato, e la di lui famiglia alpriiT:ino| luftro, &: a' maggiori gradi dal comune compatimento promot Fratciaco fa. Ora ritornando a'iuccefl dell'Armi di Francia, da' quali il profperi fttccefsi moto pender doueua ancora di quelH d'Italia, procedeuafi conp ofiegtte f^^^-!trag!i Vgonotti con qualche profperit, impercioche, fcacccjtra wrJciato il Signor di Soubiic dall' Ifole della Rocella, il R alla F gOKOtti bocca del Canale piant il Forte Luigia che f non ferrauala Piaz-2La,& il Porto , l'incomodaua per, e fu la prima pietra., del futuro memorabile afsedio Le picciole Piaz,ze della Ghien-] na, della Linguadoca fi rendeuano tutte, effendo tanto jdu deboli, quanto piunumerofe, mentre che il partito de gii Vgonotti, d molti compofto, d'autorit vguali, non meno che d'intereflejin vece di prefidiare le partivitah,e pi nobih, s* applicaua alladifefa d'ofcurilTimi luoghi, i quali alla comparfa, a' primi colpi dell'armi conueniuano cedere. Ma condanno maggiore veniuano i Capi di quella fattione efpugnati . La For-
&
&
&
principali
dt
quella Setta,
refcialle diFranciajl' ce, per occulta promefsad'eifer creato abbandon,e lo Sci atti glione, pretc lIend Q difgniti col Rohan ,n,
tiroffi
Ma
LIBRO Oy N T
I
O.
'.?.^
Dighieres, dichiaratofi Cattolico , riport la carica di MDCXXMl Coneftabilc, che la fuprema deirArmi, onde, coH'cflempio , e con gliofftijoftentando ifuoi vantaggi^traheiia molti, che conofccLiaiiG da altri, che dal R non poter riportare cos notabili premi). La Pace pertanto con gli Vgonotti, procurata da gli Ambafciatori d'Inghilterra, e di Venetia, acciochc il R potefie applicarli alle ftraniere occorrenze, s'allontanaua,preualendo, oltre le lufinghe de' prefenti vantaggi, gli offitij del Nuntio Apoflolico, che caldamente vis'opponeua, l'arte de*Mini(l:ri (HrhatA
drofl
.
Il
dd Nauil [eaSpagnuoli, che cautamente nudriuano la diuifione, -^^^^f^^ fv O del Principe di Cond, che con grand' auerfione a quella '/-f^.T^J^ credenza, nella quale era nato, implacabilmente follecitaua'^^w^j'?''* ^^^^^^^'^^^ la guerra. Ma agli affari della Valtellina daua il maggior tracollo rinclinatione del Signor diPificux,Secretario di Stato, che, nel fauore fubintrato al Luines, fi dimoftraua irrefolu-^^^*^:^ to ne' negotij, nella parola incoftante,& in tutto Miniftrodi ^/w/r^l/^ maggior' arte, che habilit. Sommo rifpetto profeflaua a gi'MurM^ Spagnuoli, e ne gli affari de' Grifoni di fouerchio fi pubi i- ^'^^*^^ caua follecito di terminarli con lanegotiatione^ ma particolarmente con ambitiofi difegni, e fperanze imbarcato nelle pretenfloni della Corte Romana, procur l'efpeditione d'Ambafciatore a Gregorio del Signore di SillerijjfuoZiOj&alfent tanto pi volentieri , che quella Citt foffe la fede di tutto il maneggio. Languiua trqueili riguardi Inegotio, e f all'agi grefloni del Gouernatore di Milano, e di Leopoldo vfc dai RLodouico qualche doglianza, e minaccia, preflo fi raffredd, delufa da nuoui progetti jimpercioche iMinifri Spagnuoli, portando le tumultuarie moffe de' Grifoni a fcufa delle_^
&
loro conquif:e,rimetteuano, elfendo fconuolta la negotiatio-j ne di Madrid, alla Corte di Roma il trattato, doue rifieden-!
do
Pace, il Principe, c\r^'' cordaio gli riguardi della Religione teneua il maggior' intereffe 5^ ven per ci, eh' egli per bene, e ficurezza della medefima huieiTepre-;./^^^^^^-^ fcritto, iimoflrauano paratiffimi d'efeguire. Nel tempome-!^^'^'*^''' <j:hou defimo con nuoui partiti fi confondeua l'afiare 3 perche in_. Madrid l'Ambafciator Francefe afsent a certa fcrittura i depofitare in mano del Gran Duca diTofcana i Forti, e f bene
il
il
Padre comune,
Mezzano
della
a CHI
>-irs7ef<
al
234
DELL'HISTQRIA V ENETA
^'
MDCXXII al principio in Francia vi moftrauanQrenicenza^^ercheTace rana il primo trattato , ad ogni modo preyalfero rinfinuationi delMarchefe di Mirabello, Ambafciatore, di Spagna, a glioffitij di quello de' Veneciani, che additaua la eonfufione del
ne-
gotio, e
inducendofi
t
onde accettata,
di
fi
lamente
Depoitario nel
tali
Duca
cambi fo-
Lorena,
a'
Frk cetto.
ti
nellema
'
\m delDu- foni (efclufi dalla trattatione quei degliSuizieri, che v'eraCA dt Lo giunti per foftener la debolezza de gli altri) tre Trattati, no
1
Spagna il tempo, gli animi, &: il negotio, fi precipitaua dal Feria in Milano con altrettanta celerit , conchiudendo con alcuni Ambafciatori Griin
Con
Francefi pi ac-
forme ftancandofi
'vno colMilanefe, l'altro con la Valtellina, il terzo coli' Arciduca. In quelli s'accordaua La foggettione delle dieci Dirittue capitolando ti F re a Leopoldo j -perpetua confederatione col AliUnefe ; apertura ria con glt e liberta de'-pafsi a gli Spagnmly riferuata l' antica alleanza' cm umba la Corona Francefe e fottratione de'' Valtellni dalla fouranita /ciadori de' Grifoni , in 'vece della quale doueuano esborfar a quefi 'venti-> Grifoni
, y
cinquemila Scudi, Difficilmente fidifcerneua, f in quefti patti fofTe ftata maggiore la violenza del Feria, la Yt de gli Ambafciatori , efcufabili folo in difponere della Libert, e del
con appro
ftattonede'
ccmuni.
pi in loro potere. N i Comuni ardirono repugnarui, ma conuocati in Ilantz, fubornati dal timore, e dalla forza, ancorch incontrario proteftaffero i Miniftri Francefi, gli approuarono in tutte le parti . I Venetiani
onde i Ve
netiani
chiano
s'
Apparec-
pefodi redimere la hber, s' inuiluppauano ne trattati ma,ofieruando gli accidenti, e l'efito delle cofe, fi premuniuano con grandi apparati 5 onde il nome del Mansfelt, effendo celebre per l'ardire , e perlenumerofeMilitie, che lo feguiuano, l'accordarono con titolo di Generale d'01tramontani,e con annuo ftipendio di dodici mila Ducati, ancorch nonfoffe in attuale feruitio, ma con obligatione d portaruifi, quando lo chiedeflc l'vrgenza, fino con venticinque mila fanti, e cinque mila Caualh, che, pagati dalla Republica , doue/fero da lui condurfi per quei pa/Ti, e in quei luoghi, che fecondo l'opportunit
al
non voleuano
t de' Grifoni
foffero concertati.
tia,e
Ci feruiua come a deposito d'agguerita milidaccreditatifTimoCapo, per far diueriione, mentre, opprefla
laRhc-
LIBRO
la
CLV
NT
O.
235
Auftriaci la Rcpu- MDcxxn bica inuafa. Ma i fuccefl de' Grifoni prefero nuouo afpetto, ancorch non dureuole 5 come fuole accadere, tanto dalla vio- ale mi de* Comuni lenza indifcreta di chi opprime, quanto dalla fconfigliata li- della R/ft' cenza dVn Popolo, che fifolleua. Non potendo pi fofFerire tia taglia^ al furore n0 a pezzi la propria miferia, tumultuarono alcuni Comuni,
Rhetia5&
efclufi
foccorfi, fofle
dagK
&(
ogn*arme fcruendo)conbaftoni,econ fafli trucidarono iPredij de gli Auftriaci* In Sciers , doue fu il primo moto, cento
de' quali, rinforzati
altri trecento, con Tarmi Miolans, nVccifero pi numerofa partita. Al pafTo importante dello Steich verfo ilTirolo lafciari feicento huomini a guardia, gli altri auuiatifi a Maianfelt,& a Coir, diedero tale fomento a quegli habitan-
i
j
Prefidi)
jiuflrtaci,
& in Grus
'
inoltrati'
folleuati a
dofi con
cifiont
.
ve
ti,che collrinfero
renderfi
foldati
le
poco dopo
&
eforprefe.
al-
cuni Grifoni, che fi trouauano nelTirolo arredati. Trecento , ch'erano a Caftels , offeriuano di renderfi, falua la vita^ ma quei Popoli non vollero dar loro altri patti , che della ven[detta, tagliandoli a pezzi. Tentarono quei delTirolodi ricuIperare lo Steich, ma ributtati fi trincierarono in numero di feicento, vicino a quel pofto, altri da pi luoghi della Rhetia_^, dou erano a Prefidio, fortendo s' vnirono, per tener la Cam-
pagna, ma foprafatti per la peritiade'fiti da quei del Paefe, conuennero cedere, e ritirarfi condanno. A cosiprofperi principi), promofl da quel furore, che fuggeriua lo fpiritodi Libert, comparuero gli efuh5& ancorch il Feria impiegaffe
d'offitio, affinch gliSuizzeri Cattolici chiudeffero rinforzacerti paffi, che fono tra alcuni Cantoni di promifcuo domi- ti dagli
ogni forte
nio,
i
Proteftanti inuiarono fcopertamente foccorfi. Set Vcnetiani , perfuafi dall'Ambafciatore Francefe, con pi cautela
Stiizze^'i
ProteJAti.
fommmiftrarono qualche danaro, accioche d'armi, e di mimitioni fi prouedeffero . A tanto tumulto il Feria non applic altro riparo, che di ben munire i luoghi occupati; poi,hauendo .efperimentato pi volte i vantaggi del negotio,e del tempo, Jcredeua che la moltitudine, f bene con la forza preualeua, in fine a tratti d'ingegno facilmente doueffefoccombere. Infinu dunque vna fofpenfione d'Armi coirArciduca, il Ghe ffier,
,
occupato.
tiftni'.a-
dovn t^e
gtiii
con t
Arcaica
fauo-
^^6
DELUHISTORIA VENETA
MDCxxiiJfauorendoIa,
non ancora lortito da quel Paefe, doueTTIiioi erano ftati pi volte fatali . Da alcuni partiali firparpeiia 'fenfi nel volgo , e nelle radunanze, doue i Popolari trionfauano con vari) difcorfi delle proprie prodezze, e della riacquiftata
hausrfi da^to a ba^flanza ni [angue , alle ^eruantico njalor della, "MJoetia efer gloriofa?7jente rifurto da-W ignominia , e dalla fcruitk . Goder tutti con ap-plaufo la Gloria , e la
Horama
Liberta , con tanto merito -procacciata da -pochi . Ni? pik conppicuo a gli efieri , ne piU tremendo a micini poterji rendere 'vn Popolo , che col ridurre al pentimento Principi grandi , ^s^ indurli a giufii par^
titi
,
accordarli
il
ejfer neceffaria
"vnahreuifle
[ima tregua
bollore degli
Animi, fofpenda
.
Ifiercz^ dell'Armi, diuertifca gli accidenti , che potriano con preo-iuditio irritare gli affetti ,0 condanno alterare le cofe Conuenirfi ancora riordinar il gouerno , cotanto dalle pajfate commotioni confufo
i midiori fi and fep arati i Comuni, Compatrioti coWarmi alla mano di[per in pik pofii di che dunque fi temer[l efier horamai [cacciati gli Aufiriaci , ricuperata la Liber-
come poter
ci efeguirjt,
ta
//
ne poterft
pi, oltre
pretendere
Perfiuaderla
l'Autunno,^
Ferno imminente
ma douer ejfier doppiamente ftcura dalla fio La propofia deriuar da Nemici ma ejfier ap^
'
i COTuhtt
'ita
da
Uru
Framefi Non dalla Pace l'infidie , Non tendere il di[egno degli Aufiriaci, che a traponer ^na remora aWArmi, Hauer a molte pr urne conoficiutoin
me defimi e creduta opportuna dal Aiinftro mancauano alcuni d' auuertirli a difcernere_>
Campagna
Gri[oni,ma altrettanto
ne'trat
chcyna/cendo dal candor della fede, e dalla [implicita de' cofiumi ,gli lafcia pi e[po[i alle fraudi dell' inge^ gno che a colpi del Ferro Arciduca, [e bene occupato in reprimere il Mansfelt effer per ben prefio per ^oUere le fue Armi , e i difegni contra la 2{hetia infelice che proponerfi tregua che per difarmar il Popolo ^[eparare i Cernimi , e nella [alfa ficurez^ dell* otio ajjoppirli la loro infidiat a liberta non protegger meglio , che fi con le g lofi e dalle fraudi, e dalla forza coli Armi. Si ere defiero pureda gli Aufiriaci auhora pi ficuri,e di[eft, quando gli hauefiero pik
,
[fco perti
LIBRO
&
QJ/
NT
&
O.
2.?7
effendo quei, che ucrni, affai pi delle ragioni gli affetti, i pi fauij , la moltitudine ignorante aldiffentiuano i pochi , deliberaua, fu abbracciata la fofpenfiol' incontro, quella che ne dell'Armi con Leopoldo in quel punto, che il Mansfelt , marchiando verfoi Paeftbaffi, lo lafciauaanco libero dalle lue difrattioni
.
MDCXX II
ha finalmente K_,
fauore
voti dt
i
tm tu la Mal
J,v^X1!
In Lindo tenuto
lo di ftabilire
dell'Arciduca, quei de' Grifoni , gli Ambafciatori Suiz,zeri , ill|,"^ //^^! Cafati per Spagna; e'I Molina, Interprete della Francia. Mz\bit7Kcto mentre i Grifoni sbandati ripofauano nella ficurezza diqueftol^f^^^^^^"*^ ^^^ trattato, ilSulcz, Generale di Leopoldo, inuafe la RhetLa,ei fuperate aprimi paffi,fe bene con qualche fangue l'oppofitio- che coniti' uaftoneim ni, occup con vn'empito folo le due Agnedine, la Valle di ietHofd^ Fartene, Tau Maianfelt , Cor , fenza che quei del Paefe per la difela potelfero vnirli . Dunque ricaduti nelle prime miferie fotto il giogo dell'armi , non fu dubbio , che i Grifoni non foccombeffero anco nel trattato perche fu conchiufo , e confermato quel di Milano ; reftarono le dieci Diritture all'arbie con pertrio dell'Arciduca , che le oblig non folo di non permetter- nitiofo ai , che lefercitio della Cattolica Fede 5 ma fi riferu facolt trattato^, di piantare Fortezze, difponerPrefidfj , e di tenerh al prefente anco in Maianfelt, &: in Coir. Nongiou , che il Molina, alcuni Cantoni degli Suizzeri faceffero incontrario protefte, perche , in Coir ridotti i Communi della Cade , e della Grifa approuarono tutto , rinuntiando al trattato di Madrid , e non riferbandoi altra fperanza , che di fupphcare il Feria per qualche moderata riforma in quel di Milano. In tal guifa pafs endeji :o' queft'anno ne' Grifoni , nel fine del quale la Francia cominci mi'oue Lt adapplicarui pi fiffamcnte il penfiero, fciolta dalla omtM'"Fr7ncta ca guerra, hauendo con gHVgonotti conchiufa la Pace fotto JA^j'^^^^'^
, ,
&
le
Linguadoca. Il Kn.^^J'^f^'^ maggiorile difficultjetra-La;' gu ^TOlQllt, fcurati gli oHitij in contrario,ancorche fuggeriti con molte ma-|^ chinediconfcienzajedi Stato, e fprczzata la iteffa auerfone di Condj che s'affent dalla Corte , e dal Regno , vi diede Taf fenfo. Dopo, tuttauia non reflando adempite molte conditioni,chepubHcauano gli V gonotti effer loro fiate promeffe, di
mura
fman-
238
MDCXXir fmanteIJare
il
DELTHISTORIA VENFfA
meglio ruinare
.
"
"^
Force Luigi, non introdurre inMonpelIier pre^ fidiove non piantarui vna Cittadella , fi accredit il concetto che ilPifieux hauefle placate le querele del Nuntio con dirgli'
non
poterfi
gli
Vgonotti,chccon
farmarli ,
& ingannarli
affidarli,di'
Lodouico a Lione ,
perrifolue
refopragi
Inter ejjid'
Italia
e trasfe
to , che nell'Italia fi giudic 5doueferomutar'afpetto gli affari, perche 5 auanzatofi a Lione il R Lodouico, vi trou il intefi appieno i proDuca diSauoia col Figlio maggiore, efaminati i difegni,eftefi grefli degli Aufcriaci,fcoperti i fini, in pi parti, fu rifoluto d'opporfi, 8c in Auignone fu trasferi-
&
&
rendnfi
tn
/'
to il congreflb , doue interuenendo pel R il Coneftabile Dighieres,il Guarda figilli , il Marcfcial di Sciomberg, il PiVenetiani Giouanni Pefari , Ambafciator loro, &jl fieuxjpe'
&
Sauoia va perfona , furono difcufli i mezzi dVnirfi,per impiegare a fauore de' Grifoni le Armi, e con qualgnone, che diuerfione trauagliare altroue gli Auftriaci. La conchiudoue con. fione de' Capitoli fu all'anno feguente rimefla, ritornando in chiudefi l quel mentre a Parigi '1 R, e Carlo nel Piemonte. Alla fola Tnione m fama di tale congreflb non credibile , quanto f ne commoaitdto de' uefero in Madrid i Miniftri, i quali rifoluendofi d'aggiungeQrifont f(j//^f-!rc all'arti leminaccie, e'I timore, dal depofito fi difciolfero proteftando , Che nafcerelle tra le i%tff.i' col Nuntio del Pontefice Corone tale rottura^ che ne l autorit ai Urcgorio jarebbe a rjalaarla gniioli
Avifteffo di
'
u4fshlea
Duca
l?
calamita
bhan-
Rhetia non poteuano pi ripararfi, che con validi sforzi, percona 7i che ftauano derelitte da tutti, abbandonata anco dalMansfelt Mansfeh la diuei'fione inAlfatia^ impercioche quanto a' di lui progre/fi preftatodi comodo lagelofia,infurtatr gliSpagnuo^mlTlt ^^^^"^ li 5 & i Bauari , che trattenne quell'Armate al Rheno otiofc per /!//-.
qualche tempo, cos altrettanto negli leu la loro vnione,che finalmente fegui. Veramente fi rendeuano non meno curiofi, che importanti i fucced di quelle parti con giuft'attentione , e rifleffo di tutta l'Europa Il Mansfelt col fuo Efercito, fi pu dir Venturiere , facendo apprendere ad altri Capitani, c'hanno poi faputo preualerfene affai largamente, come fi fuffifleife fenza paghe , e fenza Stati con le contributioni
.
le
LIBRO
CLV
NT
O.
23P
cTe prede 5 dall' Aliati^ verfo ilPalatinato fi fpinfe , piiblican do di militare al nome di Federico. Non intermetteua per i trattati nel tempo mcdcfimo, & all'hora appunto teneuaapFianpreflb di f Deputati dell' Infanta Ifabella , che reggeua la partiti d'elfer creato dra ,6 quafihaueua conchiufo con larghi
Principe dell'Imperio col Feudo perpetuo d'Haghenau perse, Qfuoi Difcendcntijoltre gli esborfi di grandiffime fomme, e fofTefubtal porto nell'Armate Spagnuole 5 e he al folo Spinola comparue ecco , che a quell'efercito Federico ordinato . trapaifato con lungo camino per infiniti pericoli ; impcr<;io-
M Dcxxrr
efifpingi
mi Pai ari
nato.
Ma
con lunghe
fperanze, part dall'Olanda, e fconofciuto con due perfone,traghettatoper mare alle coftc di Francia^ di J attrauers la Lorena tra le fauci delle Truppe nemiche j &: apppunto fopra vn
alloggio incontratofi con alcuni foldati,c fingendo fi dello fteffomeftiere , per meglio mentirfi, fu aftretto trrhilaritde' bicchieri ad imprecationi contra la propria perfona. In Landau, doue il Mansfelt teneua prcfidio, fi fcopr j indi a Gcrmerfheim trou il Conce fteffo accampato , che l'accolfc con gran-
accoglien
do
tn
Lan"
a.u Fede.
rico
leni-
diffimoapplaufo.
Marchefe Federico di Dorlach, to fconoch'erafi dichiarato pel partito medcfimo con fioritillimo eferud'OLncito, e licentiati dal Conte i deputati dell'Infanta , occupa- da, rono il Vefcouato di Spira, e ricuperarono Manheim, & altri luoghi del Palatinato, con qualche colpo alle Truppe del Til- feconAto Anco l'Alberftat s'auanzaua dopo dati Alber h, che tentauadopporu guadagnata la Citt di Paderborn , doue follecit le Diuine [iat. vendette, efercirando contrai Cattolici ogni ilratio con crus'vn'l
.
CU
foftanze, e polle a facco le Chiefe, conuertendo gli ornamenti del Culto Diuino, e delle Reliquie de'Santi in moneta, per pagar'i Soldati. Da quefti progred i Bauari con rinforzo anco delle Trupfurono gli Spagnuoli, pe Cefarce obligati ad vnirfi contra i comuni nemici , tra Vimfen,& Hailbrun alle fponde del Neccar. All'incontro con^ e d.tl Dar pernitiofo configliofi ieparauanoi Proteftanti, mentre il Dor- Uch. fiach,per gare priuate refofi incompatibile col Mansfelt, da_. 'lui fi difgiunfe ^ma appena, alloggiato nel Villaggio d'Ober Erfs heim, intefe, che il T ilii s'accoftaua, che, fchierato in_.
le
&
Cam-
iMDCXXII
!
VENETA
recinto
ch( dal
TilU vien
I
'
disfatto.
opportuni mirabilmente ordinate. Il Tilli d'altra parte prefentando battaglia , haueua difpofto lefercito fopra vna lunga linea, coi corpi diriferua alle fpalle, con alcuni Cannoni alla fronte , ma da quelli de' Nemici riceuendo grandiffimo danno , erano le fue truppe quafi per piegar' alla fuga , all'abbandono del Campo, quando vn colpo d'Artiglieria, penetrando in meizo le fquadre dei Dorlach doue col bagaglio fi conferuaua la munitione , con ifcoppio borrendo accefe lapoluere. L'incendio in tutte le parti fi dilat , e volarono Carri , Animali , e foldati , che in vn momento andando in aria ricadeuano in ceneri , con minore infelicit di quelli, che mezzi arfi giaceuano con vrli , e gemiti miferandi. Veramente parue vn Colpo Diuino, che inftantaneamente confunfe le fquadreincere,e quelle, che pi lontane reftarono efenti , incerte , f quel tuono terribile foife flato vn fulmine, pure vna mina, impaurite fi diedero a velociffima, fuga, lafciando quel Campo infaufto, coperto di ceneri, e d'offa I Cattolici da cos felice fucceffo animati , fenz.a combattere vincendo, non mancarono nella fuga d'infeguirglicon!
a'fiti
&
&
non minore di quella, c'haueffe caufata Imcendio. Il; Marchefe appena con pochi preferula vvi^ ma non gli Stati,* perche da' Nipoti venendogli contefi , ad efli gli giudic Ferdinando, e l'Arciduca n'introduffe al poffeffo Guglielmo , il maggiore, ch'effendo nella Corte di Fiandra alleuato nella Fed^^ Cattolica , profcriffe fubito ogn'altra credenza AH'auuifo di s stAiher grane percofa s'affrett TAlberflat, e con dodici mila fanti, e \jfat corre \Xnrenpf pi d'ottanta Compagnie di Caualli giunfe aHochft, picciola Piazza, poco g fottoa Francfort alla fponda ddMeno con penfiero , oltre pafiando quel Fiume con celere marchia e fot^ trahendofi al combattimento dVnirfi al AIansfelt,e rinuigorire il partito Mafpefi pi giorni di quello credeua nella confruttione d'vn Ponte fi vd^ fopragiunto dal Tily che vnito alCordouajfatto fuperiore di forze, rinfeguiua per conftrinflrage
.
\
>,
gcrlo alla battaglia. Egli, inuiati di Li dalla riuiera gl'impedi-^ menti , e quafi tutti i Cannoni , fperaua di trattenere confcaramuccie il Nemico, edi d eluderlo i nfine, riducendofi in. faluo
con
LIBRO
con
le
CLV
NT
O.
241
f
pifpedite delle fuegenti^ magliAuftriaci, prefiipaf- mdcxxii lo preflarono in guifa, che non pot fcanfare il cimento. fi Dunque fono le muraglie d'Hochft fi combatt qualche hora, facendo quei dell' Alberftat nel principio gran refiftenia^ ancorch da ventiquattro Cannoni , collocati in fito opportuno da' Cattolici 5 rileuafiero grandiflmi danni. In fine ogni ordinanza fconuolta, la Caualleria fu la prima a moftrarelc fpal-
Ponte , doue tutti , confufi tra i gridi , tra Il* Ifuga, e tra la calca s'aggropparono in modo, che ilPont^i^ , fotto il pefo piegando 5 fi ruppe, molti cadendo nel Fiume, e tra gl'impedimenti , e l'Armi affogandofi . All'hora, mancando ogn'ordine, e direttione, non vi fu pi battaglia, maftrage Cadcuano in cumulo gli huomini, & i Caualli, Se ogn'vno procurandofi fcampo fenza trouarlo , nefluno pi refifteua, badaua al comune pericolo , la fortuna a pochiffimi additando
iie
5
correndo
al
la via di falute
co mancando,
guefse. Dopo cur raccoglier' il pi, che pot della Caualleria^ impercioche la Fanteria reft quafi tutta tagliata , e gli riufci vnirfi al Mansche con l felt, che, niente abbattuto d'animo per tali pcrcofTe del co- reliquie J^i mune partito, lo conduffe al foccorib dHaghenau, da Leo- vntfce al poldo afTediata, douehaueua lafciato rinchiufe le fpoglie, e MamfeU le prede, e collocatele ftefe fperanzedel Ilio pi certo ricouero. Ne male forti l'attentato, perche l'Arciduca, perlafuppofta lontananza, e fiacchezza degl'Inimici, alloggiando con obbliga pi ficurezza d'animo, che di ripari, improuifamente perue- do l'Arci* duca a [ci nutogli auuifo, che gli s'erano fatti vicini, inui per riconoglierel'af^ fccrli mille Cauallij maquefli) dall' Obentraut incontrati, e fedio di fiip;ati, riportarono tanto terrore, e fpauento nel campo, che Hagheleuofsi tumultuariamente con dilrdine, e danno. Saluata la Piazza, conueniua ad ogni modo al Mansfclt tentar altra in> s'accampano fotto 'prefa, perdilatar'i Quartieri, e cercar viueri, effendo horaZauerna jmai il Paefcconfunto^' ondeicelfe Zauerna, comealfuo bifo- Palatino
Alberftat nel Fiume precipit , pol'incendio dell' Alemagna non s'eftinche iui tale fconftta, ricouerato di l dal Meno, pro-
Lo
fteflb
gnopmoppcrtunad'ogn'altra. Nei fuo Efcrcito fi trcuaua il Palatino, fcr^i -ndo d'anrarenza, e d nome 5 ma il Re Gic_o
mo,
mM
Q^
ci-
. .
242^
DELL'HISTORIA VENETA
JMDCxxiileioche, ridottofi Congrefso a[ Brufselles, per troure compopimento a gli affari 5 moftrauano gli Auftriaci non fapere come del Palatino fidarfi, finche lovcdcuano in mano del Mansfelt,e dell'Alberftat ^ loro cosi fieri nemici.- Egli par' anche tanto pi volentieri adher a quel configlio, quanto, che vedeil Mansfelt ua il Dorlach diflpato^rAIberflat infiacchito 5
&
( folito,vacillando la
fortuna deli' Armi j d'applicarfi a' trattati ) gli era fempre in fofpetto , che vn giorno Io vendefle^elofanon cos tofto fu riticrificafse al fuo proprio interefse rato in Olanda, con publica dichiaratione (pertanto pi fincerarfi apprefso gli Auftriaci) licerttiando dal fuo feruitio il
Ma
feguacijche s'auuide,^ non potere dairinimico ^<i;;j/^/f..offefo^ tarmato attendere chi non ha forze, che infelici conditicni di Pace /perche non gH s'offer, che angufta portione di Stati , col rimanente poi al fo Primogenito dopo la morte delBauaro, a conditioncy che dal Caluinifmo alla Fede Cattolica trapafsafse. Ma talepropofia,efsendo apertamente rigitma [ente tata da Federico , e da' Minifri del R d'Inghilterra , il negoeiure ]mJtft\o fu a Ratisbona advna Dieta riraeffo. Fra tali negotiatio-' ni ritardata la Pace , s'inuigoriua la guerra. Heidelbergh, antica Sede de' Palatini 5 fu dal Tillt occupata con forza,eFranlicentia i
Mansfclr, e
tette hefro
gredifiono
Ket Vaiati
nato
il
finngon Rt d'In
ghtlterra
a condefce dere ad v.
no.
jofpe
/ione d'ar-
mi
chental ridotta dal Cordona all'effremo,- di modo che il R d'Inghilterra, che ptiblicaiia tenere fotto la protetfione fu^ quello Stato, amando con qualche^fe bene dal Mondo derifa apparenza, coprire lo fprezzo, n potendo dargli foccorfo, acconfent ad vna tregua di quindici mefi, durante la qual^^ folle Franchental, &: il refto del Baflb Palatinato a gli Spagnuo li dato in depofito , per refiituirf allo fiefTo R, f in quel tempo non feguiffe la Pace . Cosi gringlef,. per lo fiato dclfe cofe contenti della fola parola , abbandonarono poi ben pre/lo anco ie fperanze di ricuperare la Piazza, la qirale per lunghi anni non vfci di mano agli Spagnuoli , fino che le niioue vicende della fortunale de' tempi non grinua/rero a renderla^ Ma il Mansfelt fu aftretto a leuarfi di fotto a Zauerna, e perche
fi
ritira
il
Mansfelt da Zauerna,
l'Armi Cattoliche 5 fciote dall'impiego del Palatinato, minacciauano d'accoftarfi,e perche il Duca di Lorena, non volendo permettere, che gli s annidaffe al confine , s'apparecchiaua
al
RO
oy N
I
T O.
24J
al foccorfo. Apr egli tuttatiia nel tempo medemo, che non MDCXXll gli riufciuano i tenuciui dell' Armi , ncgotio col Tilli per nome fuo, e dcirAlberrtat eoa offerte 4i mutare partito j ma Tarti d lui, horamai tante v^olte fcoperce, veniuano da' Capi Au(iriacicon arti vguali del.ufe . Egli per con florido Efer-
citoj&ncdamato dalle militie, in gran concetto fi fo (le neua onde a gara, con gran pred'i prode^^ egualmente fagace 'inura veniuadaogni parte richiefto. Non inchinaua, ancor,
ch inuitato vi foffc da'Venetiani per gli affari della Valtelli- na Agl'in r,^^^,,..na, a paiTar nella Rhetia, apprendendo tra la difficult de''^'-^ ^^^'^ palli 5 e l'anguftie de monti poter confumarfi quell'Armata, eh' " \^eri^i^lt era auueiza tra grandiffime prede a foftenerfi nelle Cpmo(^teihla! Prouincie dell'Alemagna , ma vgualmente apriua l'orecchie all' ?' '^'^^^' inftan7.e de gliVgonotti di Francia, che con voci, e limoli di 'j^^j^jj'f^j; Religione lo chiamauano in loro foccorfo, e a quelle de gU\ti"t/d!ua Stati d'Olanda, che con vguali motiui della loro credenza, ''^'''^"'^ "con premi] maggiori lo richiedeuanod'affiften^a. In fine non |'^,f/-.^" Aliatia fufliftere pi a lungo, mentre Io fiancheg-j edaiiL> potendo giauano gli Eferciti del Tilli, del Cordona, e di Leopoldo^e!^.^''''^'^'^ ^''''^'^' riflettendo ne gli Vgonotti mantenerfi vna fattione lacera pi tofto , che vno ftabile Principato , deliber di portarli in_. delle qit* Olanda. Conueniua per tenerne occulto il penfiero, in- ^^ j' imali gannar molti con varia fama, e con marchie diuerfe, come'^^^ al gli riufci 5 impercioche, hauendo con grande artifitio di/arma- j^'*'^'^''' to il l>uca di Lorena 5 che ogn'altra cofa attendeua, d'impro-j info s'intern ne' fuoi Stati, in vendetta d'hauergli l'imprefa di Zauerna Iturbata, v'apport si gran confufione , e fpauento aprda/ri con acerbidimi danni , che fu aftretto il Duca a permettergliTp'^^'^ per paflb, fornirgli viueri, &: incitarlo a sfogare altroue quella^ '^V'""" mihtare procella. N il Conte manc ^ perchc,fatiatainLo-i rena la licenza delle fue foldatefche , entr ne' Vefcouati di Verdun, e di Metz con tale apprenfionc delle vicine Prouincie^, t^tJ.A^' che Parigi medefimo trepid , mentre il R per la guerra dep" ^^'^ gh Vgonotti fi trouaua lontano. Il Duca di Niuers, Goaercon pr natore della Sciampagna, con ogni Ibrte di allettamenti, e r^;tffivnl promefle procur di fermarlo, egli veramente, trattene quel- ferrtia-o dal Du a [e licenze 3 eh' ad vn'Efercito, che no n finudnua,che di ra1
itjchi
"^
&
&
'''
&
di NiHers.
Q^, 2
pine
2 J^-44_
MDCXXir pine,
le hoftilt "ad , potere. Penetraiia per tanto la paura nelle Pfounciedi ogni Fiandra, contra le quali horamai fi fcorgeua diretta la mar-
2]~
chia, e l'Infanta con non minore follecitudine procuraua d* allontanarla , inuiando fin'aPont*a Moufon il DucadiBornoecoobU uilIe,Ghc conlarghiffiime offerte Io perfuadeffe a diuertirfi altiomuftta tioiii tenta todaii'/n^ltrovLC; a paflare fotto llnfegne di Spagna. Veramente riuff^'^^'jfrfcmz mirabile, che vn'Efercito collettitio, e Mercenario fent* Principi, fenta ricouero di Dominio, profugo d* /4 fi4.Aufpicij di -'''dra. Alemagna , dopo hauerla fcorfa , e deuaftata in gran parte,fot f hora il flagello della Lorena , il timor della Francia, il terror della Fiandra , pagato da molti , pregato da tutti , e defiderato in ogni parte con ardenti/limi voti. Ma, mentre quella furia dell'Armi in tante parti , deuaftaua , minacciaua , s*in^j^^'^'^'^itrufe nelle vifcere di lei la difcordia, Separando per grani dif^
rAlberftat,che lollecitato dal Duca diBuglion,inchinaua a {occorrere gli Vgonotti . Poco manc, che le milito-j, fecondo le gare de' Capi, anco tra loro ftefle difcordi,nonfi trucidaffero infieme, e con armi inteftinc efpiaffero il delitto , e gli eccedi fin'airhora commefl. Ma finalmente, riconofcendo nella difunione l'eccidio, e comprendendo , che le lufinghe , e le propofte del Niuers col guadagnar tempo, haueuano (eruito per armar la Frontiera a fegno di valida refiftenza , fi wafidA pacificarono infieme i Comandanti , e le truppe , e lafciato couff. me in depofito fotto la fede del Gouernatore della Piazza il Cannone nel Borgo di Mouffon , arfe molte Carrette, per metpro/gtie tere numero maggiore di gente a Cauallo, con celerit contamino. tinu la fua marchia. Appunto fi rendeua neceffiirio affrettarla, perche il Cordoua,folIecitato nonfolo dall'Infanta^, ma ancora da'Francefi, era giunto ad uoij nelLutzemburg,per
fercZ 'Igtifti
attyMtit.
fategli dal
,
attrauerfargli la fl:rada,con forze per inferiori, non trapaffando dieci mila a piedi, e cinque mila a Cauallo^
ondo
(e
Alilitie
le.
ne' primi incontri dalla Caualleria del Mansfelt, chebaldanzofa fcorreua il Paefe, rileu qualche colpo Ma , prefto^rinforzato dal Colonnello Verdugo , che lo Spinola, fenz' abbandonare raffedio di Berp;opzoom , inai a fuo foccorfo (poftefi l'Armi inbilancia)h riftrinferofcambieuolmente i vi.
uen.
LIBRO
ucri
5
CLV
NT
O.
245
e la marchia in tal modo , che non pi poteuano sfuggirei ^^P^^'"' la battaglia. Dunque aFleurij nella Proumcia d'Enaut f la_.Le^ ,coi principali^^^^/^^^; prefentarono . Il Mansfelt, conuocati iCapi, Patria, e dal ri-W^^.^t' per incoraggiarli, parl. Se deir^Efercito bop} chan tratto -per tante Prouincie , tra infiniti -pericoli la gloria ,\fiim^iCQ.
&
ddU
cene rappre finta in quefla Campagna ^na\wandami me& abbondante Noi vindici della Liberta deW Europa ; Noi pro-\ uocatori de' Principi grandi ; Noi fprezj^tori de* patimenti y e de*\ feguitiamo per ogni clima la (iella della Aiilitare Fortuna rifchi Salili fin qua ^'ho io condotti coli' ingegno , e con la fior za tra gli odij de' Potentati maggiori , tra l' infidie di molti trattati, tra lefiauci Hora alle 'vofre deftre rimetto il recante Ecdi tanti fcreiti quel Capo da noi in Alemagna in tant* co il Cordona ci attende incontri delufo ; quell' Efercito nel Palatinato ^into e fiugato piU 'volte. Hora carico delle fipoglie di quel Paefie infelice pare, che f habbia per noi raccolte , perche noftre faranno f fapremo comAda che dico d' 'vn Armata , h d' e f 'vorremo sincere battere ^n Paefe le fpoglie f ci remeranno in preda le piU ricche , le pik
i
prcmij
l'occajtone
.
Tutte
le
obbedienti alla
Spagna
ci ri-
ripofieremo le noftre ft anche zje ne' pik abbondanti gloria prefiente confioleremo le memorie de' pericoli
arricchirono la fteffa pouerta con l'opulente , e contributioni d ampi , e fiertiliffemi Stati . Dunque gli Olandefi ci manterranno i premij promeffii., gli Spagnuoli ci reft eranno in preda, ii:^ a fiaccorft
,
co
Io
compagno
ne"
cimenti faldato i ion mi rifiparmiero in qu-eft^ incontro opereranno d accordo il cuore , la 'voce , la mano Altra parte della Vittoria per me non pretendo , che la fiama , il merito , perche ad atro
.
non afpiro ,fe non che la morte medefitma, che nel fiuo fieno raccoglie l'obliuione di tutto, mi lafici fiopra il fepolcro ^vna ricordanza di gloria Farei torto al ^vofiro coraggio ,fie 'v'addicafifit oltre opulentifi.
\fimi premi]
la neceffitta del combattere. "Ben 'voi lo ficorgete^che , \ftamo cinti da tutte le parti nel centro de' Paefit nemici , Doue potiamo hauere , la ritirata fitcura \ // ricoucro certo fienz^ Stati, fien!
zji
e nelle deftre
habbiamo
,
l^e,
gni
Thefori
d'
Jpauento
Hora armati fitamo il flagello de' Princpi lo Europa ; <vint i fiaremmo nomi "vilififtmi prficr itti:
.
14'^
bELL'HISTORIA VENETA
,
.
MDCxxii ja di Auflriaci , efecrat da tutti. In fomma non dandoji afilo tra prdere , trionfare Mentre.^ e la morte 5 hifogna la littoria
ftttaccan
do/i co dii
cosi diceua ilMansfelt, non mancaua d'altra parte il Cordoua, circuendo TEfercitOj di ricordare adalcuni il decoro della narione, ad altri la ditela del proprio Paefe 5 a tutti'l merito della
nonatc.
^^''^'H Religione
l^^^^^^
ttblmdo-
Katompar
te
dalla
Caualleriajchetu-
multua.
Ma da' Cannoni con tiri freinterrompeuano Sette il Cordoua n' horamai le voci s' haiieua in tre fiti difpofti Il Mansfelt ne teneua due foli 5 perci glicompieua conpaffo celere affrettare la zuffa. Ma nel punto di comandare la moffa, trou che ne gli EfercitiMerd* cenarij^ e di gente volontaria comporti, molti pretendono Non teneuano tuteffer' vguali, le non fuperiori al lorCapo ti per combattere gli ftelT motiui, n per vincere Tintereffe medefuno Perci parte della Caualleria ammotinatafi fece alto, in vece d'andar' alla pugna, dimandando le paghe. Non valfero preghiere, ragioni del Conte , n che alcuni chiamando per nome, ad altri rammemorafse l'attioni piinfigni. Se a tutti additaffe nella neceffit del combattere riporti opu5
e del
Reale
feruitio.
entrano,
dimenom-
lentifTimi premij
e nella Vittoria
il
pagamento,
&
il
ripofo,
perche immobilmente furono fpettatori della battaglia. N te a confiti poteua egli pi ricufarla, ma coll'Efercito, indebolito di forze, e d'animo, conuenne entrarui con gran valore, e contai prudenza, che non lafcidi f fleffo defiderare maggior coragdoue ca gio, mJglior configlio. Nel corno fmirtro TAlberrtat foftendoMoalcu mde'prfnTcVcmpko con la fua gente aCauallo, fin attanto che da vna cipah) palla rottogli vn braccio , che gli fu pofcia tagliato, conuenne cedere al dolore,^ al nemico. Nel dertro vno de' Duchi di Vai'mar,& il Conte d'Ortem.burg caderono eftmti. Dunque deftituJ rada' Capi la Caualleria, ch'era reftata fedele, cede laCampa. tLip^rJ gna lafciando la Fanteria,che fu in gran parte tagliata s'J CamM de/u\^Q Anco il Cordoua, f bene gh reft il Cannone, iki Bagatrepidavit
1
Vittoria, riceu grandijTimo col^rlico^ glio del Conte,col nome della f re/dHt^o^ n COS prefto pot rileuaril per feguitarloj onde ilMandell' jtr" "'" riunitofi a gh sfclt,raccolte le reliquie 5 che non erano poche,) e Cito, d'effer nelperico. che s'accorgeuano finalmente
ammotinati,
lo fteffo, attrauers
Conte Henrico
di
con Bergh
fette mila
,
lTTr O
Qjr
NT
o.
mdcxxi ItToppo tardi ritorn di Frifia , doue tratteneua gli Olandefi di- attrauer permeflb dVnirfi all'Oranges , fa ilBraiftratti. Fu per tanto al Conte il foccorfo . Fin dal mefe di Luglio bante, ic taitare di Berghopzoom importanza non congiunto ilo Spinola affediaua talPiazxa, e per la di lei all' Ormin foccorrerla s'impiegaua- ges tenta difuguali sforzi in efpugnarla, di/occorre no. Siede dalla parte dcftra d'yn'Alueo della Schelda,^ do- riBergho^ piti toue fbtto d'Anuerfa fi diuide in pi rami , e termina , zoom, /o confonde d'Olanda, di Zelanda, e delBrabante i Confini, SitoinefpPt frnaiiL^ lui la natura nonlafcia quafi difcernere dairOceano la Terra. Hora ingombrafi dalle maree *hora rimanfi in afciutto. S'al-r^^^^^^^ zano cumuli d'arene, fi profondano voragini di cieche paludi, cfTcndo frequenti i Canali, e continui gli argini, pare che fi paffeggino l'acque, e fi nauighino le Campagne. Il Zoom picciolo fiume, e nobilitato dal luogo, forge, efcorre accolto da vn Canal manufatto, con retto, e in quel lato, breuiffimo tramite fi porta alla Schelda. La Piazza di forincerta 5 anguftain f fteffa; ma con molte ma irregolare, efterne fortificationi allargata, e contanti vantaggi difito,& induftrie tah d'ingegno, che forf in altro luogo per benmunirlo, la natura, e l'arte non hanno fatto maggiori gli sforzi. Poco lontano furgono Forti, come tante liole, da tutte le parti, doue fcorrono Canali, doue s' inonda il Paefe, doue s'apre il foccorfo, e'I commercio co' luoghi vicini Conueniua lo Spinola in vna Piazza molteefpugnarnei perci la circonuallatione era con grand' arte difpofta. Doue tra' luo- ^ p^*^^^-*^ c;hi paliidofi s'alzaua il fito, ftauano diftrihuiti i principali Quartien Ilrefto sabbracciaua daelteia, e continuata trincea.,,' ^^ ^,y^^. ripartita con Forti, e ridotti. S'auanzauano , doue il terreno #^ da^u lo permetteua, gli approcci, e 1 acque ftagnanti altroue fer- ^^f^'* tntoma uiuano vgualmente a difefa della ficurezza del Campo. Litor- da ejfa^
&
&
&
&
no alcune mezze lune, &: altre fortificationi di fuori, incelfanti furono le pugne, e gliaifalti, prefe, e ricuperate pi volte con grandillime ftragi . Congiurauano contra la vita humana tutte, fi pu dire, l'inuentioni : non baflauano i Cannoni; ma fi nafcondeuano fotto Terra con foffe , e con mine Tinfidie-^ fdel fuoco. Veniuano dagli afiediati alcune incontrate, altre il te rreno, jdclu fej molte portauano in aria gli huomini ,
"^
&
0^4
&era
248
MDCxxii
DELUHIS TORTA"VNFfT
a gl'incommodi la forza i pericoli, hainfine, f nongmngeua generale foccorfo, lo Spinola a^rmis^r |eM^"3"fa la piazza,- ma, per l'arrmo del Mansfelt, accre,>fe./. iciuto 1 Oranges cu forze, di reputatione, e d'ardire s'accampo a San Gertrudenibergh , e moftrando di tentare dalla parte di Terra il foccorfo, felicemente Io foinfener Mare con numero cosi grande di gente, che, arriuando il Prefidio a dieci mila oldati, minacciaua con doppio afllikodifcacciare per forza gh Spagnuoli dal Campo. Lo Spinola, ritrouandofi con le miitie in gran parte inferme, il refto ftanche, alcune fof^ ' ^"'*-' ^'^^."^emeua folleuationi ne' (Quartieri . e conp,r'..r.l^tT l/La i/^eo co nemici, giudico meglio di ritirarfi. Inqtiefto menM./.// treaflente ilMansfelt, tutto il baflb Palatinato conuenne foce la Piazza d'Haghenau conia Citt di Spira, Ger'<*p^/^;,jrfheim,& altri luoghi facilmente cederoao a Leopoldo . a qualche refpiro feruiua, a ficurezza
effi
era cosi pertinace la difefJT^ lattacco , che il prefid^TT lido, e numerofo difendeua i ppfti, ricuperauai perduti nj fabncaua diniiom, aiTaliiia que, degli Spagnuoli con tal forardire, che non V era diiferenta za, tal volta da chifoiTel' aggre/Tore, o 1 ag^greffo Non poteua lo Spinola totalmen^ chiuder la via de'fcccorli, perche l'apriuano il Mare ilFilT me, e i Canali, cuftoditi da gli Olandefi con molti/Timi Forti" hora allagauano ilPaefe, hora lafciauano fcolare le acau in modo, che naufragauano bene fpeffo gli Spagnuoli ne'poIhj alcune volte fi trouauano trrinondationialediati, altre fepolti ne fangjiu Tuttauia prcua!endo
&
&
&
wf
fiZZtTt'^'
Zi^^ZT"^ r^'
&
del
Cala loro occupati con infoliti efempij . I Turchi niente hanno d! mediocre, o adorano i Principi come Dei, JitrucidaTiranni. Imperaua a quei vaftilTimo Stato Ofman X^rf^^^.^^"^ rurcii. ,yi?"anetto, che, nella Guerra di Polonia con eucnti infelici r,ft,!defraudao di quella Gloria, che gli erafatafuppofta, abbor^.,
raj Oia ,rG-
Gianizzeri, a quella militia afcriuendo la colpa de' mali per effergh riufcita altrettanto codarda nel j Camoo quanto feroce , e infoiente alla Porta . Dopo conchiufa a pat- P^ decorofi la Pace, publicaua di far' vn viagg
I
nua
lucceili
io
a!k^
Mecha,
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LIBR
.
CLV
NT
,
O.
249
iMccha, oftentando zelo di Religione ma creduto da alcuni MDCXXII dimdgtt mifto digiouaniJe ftanchezza, per pi lungo, & otiofo fog- divoler an igiorno in Coftantinopoli Altri ftimauano che palliafle pi cu- Adir" alla Mccha . !!po difegno d'allontanare i Giannizzeri dalla Reggia, condurli !in Afia, & iui tra le forze maggiori de gliSpahi, emuli loro,
jdiiarmarlije sbandarli
iua nelle
formando vnanuoua
5
militia. Sicarica-
portauano i Padiglioni, &vn rieIcotheforo, per feruireal viaggio, e venerar con grandifsimi [doni il fepolcro del falfo Impoftore , quando i Giannizzeri cominciarono nelle loro conferenze a diuifare i difagi, a'quaIli in cos lunga pellegrinatione andauano adefporfi, le commodita, che lafciauano addietro^ quanto lontani, e diuifi s wA ejsi alla crudelt del R, pi temuta di corniciano efponeuano air odio, qualunque altro rifchio Ne' Quartieri pertanto fi pafs hxQ-Yad'^'ier' uemente dal fufurro al tumulto , e pochi cominciando ma_. mrfare. tutti feguendo , fi riduffero alla Piazza dell' Hippodromo in_. numero di trentamila Perfone . J^ l vna parte corfe alla Cafa era creduto l'indel Coza ( quefti il Precettore del R, ftigatore al Viaggio) ma non trouatolo, la pofero a facco ; r. ^ ^ fpinfc al Serraglio con grandi/lime grida, chiedendo '^^^^f47^ il refto le tcfte delVifir, del Chislar, e delCoza. Mancaua a qut roreaiser^ dentro forza, e con la forza il configlio. I Principali, che ^^sJ^^ con l'autorit, e con l'affetto poteuano opporfi alla moltitudine infuriata, erano appunto l'oggetto deU'odioj'e affine d'effere ftratiati veniuano richiefti N valfe , che il R publicaffe di ritrattare il viaggio 3 perche, non terminandofi per ordinario i tumulti con quelle fodisfattioni, che feruono di pretefto, tanto non baftaua per isbandar quella gente, f vna grandiiima pioggia, interpretata dalla turba fuperftitiofa ad augurio fini- donde fo-. ftro , non gli haueffe diuifi Forf nella notte s' hauerebbe Whn- *ior imofs 'A
Galee
il
Bagaglio
fi
&
.
&
'il
decretando Ofman decaduto dall'Imperio, perch^.^l'^f^'^ '^ con attieni ficrileghel'Alcoranviolaffe. Dunque verfo il Prin teryreiaia] Icipe perduto dalle militie affatto il rifpetto , ributtato con fafji il loro Ag , chericordaua il giuramento, e la fede, ricufato Cuilai n Bafs,che p er acquietarli offeriua trecento mila zechini,
J
sfor-
2^0
i?4DCXXII
DELL'HIST ORIA
VENETA~
corrono IO
'
tuttocio a
sforzarne
l'wgrefso.
sforzatoli ferraglio, ancorch durante la notte eftraordinanainente munito, trucidarono al primo ingreflb alcuni Eunuchi col Chislar Ag loro Capo, e cercarono Muftaff,Zio d'Ofman,che altra volta haueua feruito per breuiilmo tempo di ludibrio pi torto, che di Capo all'Imperio . chi non vole-
mo/tt la
pena del filentio, e dell'ignoranza latefta. Penetrati in fine con inditi) ad vna Caua fotterra, lo trouarono (per ordine del Nipote) iui
fubito in
pudir,fepelhto,epoco meno che morto ^ perche gi due giorni lo teneuano fenza cibo , onde alle voci di farlo R rifpofe, chiedendo almeno poche ftille d'acqua per prezzo dell'
fi
j
Ulut^no
Imperio. Ma, appena a/Tifo nel throno^fidimoftr fitibondo egualmente del fangue d'Ofman S'haueua quelli vilmente na.
fcofto^
ma
cuftodito,fpoi condotto alla Cafa dell'Ag de Giannizzeri, doueCuflain Bafspurefi ritrouaua. In molti alla piet cedeu lo fdegno, confiderando quel Giouane Principe, R pernafcita, fatto fupplice dalla fortuna,
&egh,coltiuando lacom-
paffione coll'interefle , ofFeriua a' Giannizzeri cmquanta zecchini pertefta, Horamai piegauanoal uni,&iCapi confulta-
uano i mezzidipreferuarlo.c di riftahijirlo m\ throno, quando la moltitudine furibonda, leuandolo loro di mano. Io prefent a Muftaff nel Serraglio C fman con lacrime al Zio chiedeua la vita, rammentandogli la gratitudine d'hauerlo contra il iolito de' Signori Ottomani, preleruato all'Imperio. Ma, i Barbari facendo delle loro fceleratezze reo, fautore ilDeftino,Mufl:afF fi difoblig, dicendo difapere,ch piix volte gh haueua decretata la morte, ma Dio noni' haueua' permeflk^.
.
Dunque,lafciato in preda a' Giannizzeri, alle fette Torri condotto, tra il concorfo, e l'efecrationi del Popolo, che, hauendo , durante il fuo Imperio, prouato ogni genere di calamita, di fame, di pefl:e,c di guerra, lodetcib.ua, quaff cagione fatale de' mali, gli fu troncata la Tefta Deli Vert,Primo Vifir, A Ofm mentre fuggiua , arreftato a Scutari, e condotto a Coftantinoio^&no il poh fu trucidato, col fangue di lui, e d pochi altri Principali Miniftri, e col facco d'alcune Cafe terminando il tumulto Ad ogni modo Muftaff, deftinato a frequenti palfaggi dalla
.
&
Car-
251 Carcere al Solio, poco dur nella Scena ^ perche, con nuouaV^^Dcxxo cfperienza effendo Tinhabilit fua confermata , fu di nuouo de-U^^^^^^;,^ porto, & aflunto Amurath, fratello d'Ofman, in teneri anni.Uo yimu' lEgli a Venetia inui Muftaff Chiaus coToliti offitij d'Amici-l^^'^^^^^^^^^ tia, e di Pace 5 e dalla Repiiblica fu corrifpofto , com' Tvfo, ^pllucui ^efpcdendo Simeone Contarini, Caualierc, Procuratore, per afsHmion pAfjanu lElraordinario Ambafciatore alla Porta. fallii ami
I
t
LIBRO QV N
T O.
ANNO M DC XXIIL
Dflla guerra, ch'ardeua
la fola
chenolt v\
Bohcmia
ma
la
nell' Alemagna, efTendo non piiilc/. Corona Imperiale l'oggetto, & il Anhim
premio , tanto pi delle confeguite Vittorie gli Auftriaci fi ral- ralegritnlegrauano 5 quanto che, con lo fpoglio del Palatino leuato vn fi cC hitHif tolta Voto a Proteftanti,pareua,che nella loro Cafa, e nella par- man 9 d al Il Pontefice con moti- palatino te Cattolica l'Imperio fi confermafTe
.
Religione incitaua,che delT Elettorato fi difponelfe, e la Dignit El et oraraccomandaua ilBauaro, non folo di fangue al profcritto Pa- le, latino congiunto, ma infignedi meriti per la fua piet, pro- yjfitij ds. mettendo ancora groffiffimi aiuti, f accadefle coir Armi dij^^'^y/^'^^{ mantenere la difpofitione , e'I decreto. N Ferdinando vi i*i-|r,l?;/LJ-j pugnaua,anii vi fi trouaua impegnato dalla parola, e dall'in- (itotlBa'\ tereffe,per hauerlo a Maffimiliano promeffo,&, effendo que- uaro, non difi' lli al pofsefso di quafi ambidue i Palatinati, per le proprie^^ tittdaCs' forze, e per quelle della Lega Cattolica, fi rendeua cosfl:ima-|>r^. to,e quafi temuto, che non era facile in altri difporne. S'aggiungeua la premura di Cefare d cauargli di mano con tale permuta T Auftria Superiore, che il Bauaro in hippotheca tencua per tredici milioni difiorini, che, per domare i ribelh',. afseriua hauere fpefi^ ma grauiffime difficulta s'opponeuano p?y ifna dar fi al al defiderio. Fremeuano i Protesa nti, & in particolare ilSafpoilefvdc fone, alterato parimente per la riforma della Religione, che |r^l^>7//: in Bohemia fi praticaua 5 molti compatiuano alle calamita up.'r:or % ne nP-ft, del Palatino, air innocenza de* Figli 5 e non pochi precen- tonoi -^ro-] deuano di participare dello fpoglio Ma T oppofitione pi teff un autoreuole dagli Spagnuoli nafceua, che, irritati per T oc- e v' o/hi-^ no%liS.a-^ cupationc fatta dall' Armi del Bauaro d'yna parte del Bafso gii oli
ui di
i
\
&
/' 'e
li .
Pala-
2 52
Mi>cxxiii
Palatinato, fcopertamente s*opponeuano airintentione di Fer^ dinando , e col pretefto , che non compiefle offendere cos apertamente il R d'Inghilterra , e con ragioni, che non coniieniffe tanto innalzare chi vn giorno potrebbe contendere a g' Auftriaci jfleffi l'Imperio ; ma che, douendofi foftenere queiV
Inueftitur^ coirArmi 5 era meglio venire agli eftremi, e conferendolo ad alcuno de' propri; congiunti aggrandire convn
Cefare, ar^hdando a ricuperare il J^^^^^^I fiio 5 e a trattenere quei d'amendue le Religioni , efped alSafrareie0 fonc Carlo Arciduca , Fratello fuo , a perfuaderlo , e placarlo, fcoitK' Se in Spagna Religiofi , per rapprefentare gli efficaci motiui, da' quali indotto fi trouaua, e quaf sforzato a rifoluere. Accadde in quello punto il viaggio improuifo di Carlo , Principe
^
:
voto Elettorale
la
Cafa
Ma
d'Inghilterra 5 alla Corte di Spagna, che rapi in ammiratione l'Europa , dubbiofa f foffe ftato maggiore l'artificio dei^'^^^ parte in follecitarlo dell'altra la facilit in efeguirlo. T^JIdid In. Madrid per lo R Giacomo rifiedeua Ambafciatore il [lr Icclf \/arft. Digbij 5 tanto inuaghito di tale maneggio , che prefummen[Priftcipe
\d' ffighU-
ampiflimi premij a mifura del defiderio , e del^ proprio intereffe , ne rapprefentaua di continuo faciht, e ficurezza . Il progetto verfaua in promeife per l'vna parte di rimettere il Palatino negli Stati, e nel Voto, in conniuenza dall'altra, anzi in fomento per opprimere le prouincie vnite d'Olanda. In Londra pel Cattolico fi ritrouaua il Conte di Gondomar, che con acutezza ftupenda d' ingegno conf fteffo
,
done a
&
modo il ferio col giuoco , che non facilmente fi difcerneua, quando negotiaffe, quando fcherzaffe Eghhaueua marauigliofamente rapito l'animo del R, e l'inchnatione del Principe j onde, infinuatofi nelle fperanze, e nel genio
fondeua
di
.
d'ambiducjcon motti tronchi, e con facete propofte gl'inciuff da douero a rifoluere, che Carlo medefimo incognito fi portaffe d' improuifo a Madrid, per conchiudere il Matrimonio e condurre a Londra la Spofi Dunque con fonimo filentio
.
attrauers fconcfciuto per le Pofte la_^ , Francia, accompagnato da pochiffimi altri, che dal Bocchingam, direttore ditale maneggio , e che con infolito efempio
il
partitofi
Principe
il
Regnante,
6^
il
Principe^
fucj
LIBRO
I
LVINTO.
isr
che poche rifolutioni fi raccontano itrepi- ^^oTfup^yl tofcal pari di quefta. De* Principi chi s'affifaua con maraui- rodttma l'Europa A glia, chi s'adombraua con gelofiajdifcorrcuano i popoli, e ne Imormorauano pi di tutti gl'Inglefi; l'vnico Figlio del R, ^'opllftlf. iTHerede del Regno az:7.ardarfi al camino, portarfi oftaggio'^, pi to/^o, che Spofo ad vna Corte emula diRehgione, e di Si^to^ ad impetrare fupplicheuolmente la moglie. La magfucceflfore. Forf
,
gior parte non volcua lalciarfi perfuadere,chenonfoffeil negotio conchiufo ^ perci fi faceuano molti difcorfi di pi fecrete alleanze , e le temeuano i Proteftanti j anzi con vguali fofpctti le apprendeuano alcuni de' Cattolici ftefl, ilBauaroj feminmin particolare dubbiofo,che gli Stati, e la Dignit, afauorej^o/'f^^^^del Matrimonio, fi rendelTero a Federico, e la Francia ingelo-! '^f//^^'** ttmort, fitajchcjfe a gli AuftriacilaGran Brettagna adherifie , refiaffe feni' equilibrio la loro potenza in Europa. In Inghilterra gh Heretici temeuano, che il R, inchinato a mutare credenza, per effettuarlo con maggior ficurezza, volefie appoggiarfi alle forze , e all'ombre de' Principi grandi, e gioiuano i Cattolici, da tali Nozze fperando alle confcienze libert, e ficurezza alle vite. In Ratisbona,doueia Dieta era congregata, pretendeua f Ambafciatore di Spagna, che, fenza difponere dell'Elet- imperato^ torato, l'Imperatore attendefie almeno l'efito di quefto viag- ^i^.^^f^^' i Bauari con in-l Rmsbona gio , e di s grand' emergente j ma i Pontificij, inceflanti premure lo fringeuano a dichiararfi, e finire ccnfenfce folite, il negotio . Dunque, non oftante, che la maggior parte dell'Imj.^foatBA perio fentiffe, a Cefare folo non competere in affare di tant'im-j naro
&
&
l'autorit difpoghar' vn' Elettore, a fuo arbitrio fceglierne vn'altro, Ferdinando, chiamati gfi Ecclefiaftici a_. jparte , e qualch' altro de' Principali Miniftri, efpreife loro la rifolutione fua , non chiedendo configlio 5 ma dimoftrando ,
portanza
&
Non
rio
,
-poterji
dignit
e
grane
tenere lungo
,
tempo
*i.>acayite
.
la ribellione
JlderitarU altrettanto
la piet
,
"Bauaro
,
Ch'era della
c^ iferuitij
all'
De' Pretendenti tra quali era il Duca di Neo'^hurgo dello flipite Ile([oy non poterji per hora ejjendo lontani ^ le ragioni difcutcre ma rimetterle ad altra Dieta In que^o mentre
.Imperio prefiati.
,
.
con
254
hiDc
DELL'HISTORIA VENETA
autorit,
fuoi Predeceffori efercitata in ftmili cafi affimi liano della Dignit Elettorale Alcuni con
.
xxui\^o^
fi ire
fi
l'
da
inue-^
Af
applau-
approuarono, altri con filentio sforzatamenreadherirono, in vano ruminando di rifentirfene i Proteftanti^ perche la potenza di Ferdinando, eia felicit dell'Armi Cattoliche coartauano le volont de'partiali, abbaflauano niente meno i penfieri de'contumaci. Il Bauaro, non cosi tolto confeguito l'intento, cominci a diuifare i modi, per confruare la dignit dall'arti di confguirla diuerfi, e fmpre memore della geiolia^ e dell' oppoiitione de gli Spagnuoli , cerc nuoui Preldij con-
&
rinuidia, e la forza. In Francia inuiaua frequenti, e fecremedi, per appoggiarli a quella Corona, eshibirfi parfiltfi!'}^^'^'^^ ,th\t a' fuoi Vantaggi, intere/Iij perche credeua, che al Parruvrren do ^g'-eta i\i^ ^ emulo degli Auftriaci, compieffe, ch'egli reftafle al pof^^' luoghi , al Rheno occupati, per impedire a gli SpaTrUm^a! S^^^ ,gnuoli l'internarli tanto nell* Imperio j onde, non fi fiaccando jnell'vnione dell'Armi da Ferdinando, col negotio nuoue, <o
che fiu. tra.
&
&
ftraniere amicitie
jci fii
gli Auftria-
ancora
in quefto
,
tempo fcoperto,
ch'egli a
i
Londra haue,
&
iftge-
im alcuni Religioii
<^ff^^"2tione
feruiua
per minor'
, e difpendio efpediti, in habito mentito, con mot!fiX/f// ^e propoRe al R Giacomo, accioche volelfe vnirfi a quel parel ^J'^/J^ ^/?^mtito de' Cattolici d'Alemagna, de' quali Ma/Tmiliano ftcffoera certamente di contraporfi a* difegni,& airautorit ' ^^"^ 'f! tLRd'^^^^ %i&;//rr-,^^g'i Spagnuoli . Tali pratiche non hebbero effetto , percho
che non voleua Elettorato fpogliarfi ma trouandofi fenxa Figli , e quafi fenza fperanza d'hauerne, eshibiuanedopolafua morteal maggiore di quelli del Palatino il poffeflo , purch nella di lui
Corte, nella Religione de' Cattolici
fa di fargli
foife educato, con promef conlguire vna delie Figlie dell' Imperatore per moglie. Tutti quefti partiti furono da gl'Ingleli, e da F ;erico riLega m|Btf-itij perchc, oltre il mutar Religione, non portauano, che t3 fauor de' incerte , e differire fperanze Di quefte ftraniere occorrenze riGrifoni cadeuano i rifleffi a gli affari d' Italia, doue fi gareggiaua per tra U ReP'-'-blUat e ogni parte con tratti d' ingegno per giungere a' preteli vantagla La Lega, proget tata in Francia ndl'vltimo period o dell'an p^^^'^lg
.
.
no de
LIBRO
no decorfo,
f ne]
ti
Q^V
N TO
255
ta difficulta, grinreie/T de*contrahenti congiungendofi , fi pu dir, da lorofteffi j imperocbe i Venetiani non fi credeuano for-
a baftanza, per rimettere gli affari de' Grifoni, fnza l'aiuto della Corona Francefe, e queita conolceua neceffaria l'vnione
per la vicinanza poteuano all' impre(L> fornire viueri, appreftamentij e Cannoni* Il Duca Carlo era poi defiderato parti ale pel corrag^ioj e riputatione fua, pe'l iitodc gli Stati , oltre T vtilit di leuarlo all'altro partito, ben fapendofi, che non hauercbbe fofferto d' otiofi mente mirare vna guerra vicina fnz adherir* ad alcunch cauarne profitto. Dunque fu ftabilito, Che duraffe due anni la Lega, h quel piUy che ricercaffe il hifogno , -per far reftituir r occupato nella Valtellina e ne Grifoni diuifandofi di formar 'vn Corpo d' Armata di trenta in quade' Venetiani
,
che
foli
>
>
mila a Cauallo , queji con 'vn terzo per ogn 'vno de' Principi 'vniti gtu(a portione ripartiti ma di quelli aj^egnandofene quindici in diciotto mila alla Francia, otto mila a Sauoia da racdieci in dodici mila alla 2{epuUica , e fpingergli alle proprie Frontiere * D^' cogliergli quanto prima pik 'vicini doueua fornrfiH Cannone a fpefe comuni ^ fecondo il compartimento delle forze Si concert in oltre Di procurare dal Alansfelt "vna diuerftone a gli Auflriaci , dandoglift trecento mila feudi per anno la meta della Francia // rimanente per due
ranta mila huomini a piedi
j
e di fei
il
foprauanzo da Sauoia*
Nel
cafo d'
inuaftone
doueua
,
delle genti
in aiuto dell' affa lito inuarft da gli altri alle quali il trattato obligaua , e non t'olendo
^
lameta
i
ColleLHePte
iiuy imu,
gati far apparire , che dejidcrio di Pace e di fola difefa^ rimetteuano ad altro trattato diuifar de gli acquifli^ quando ( sforzati
all'
f f
) accadejfe di
farne
ma,
tata non v^
adherifce.
i Cattolici da gli offiti) del Nurtio^ e dell' Ambafciarore di Spagna, apportarono n?lla gene; ale di tutto il corpo Heluetico tante difficult, che, f bene alcuni conofceuano trattarfi di loro importante inrereifc, ad oc^nl modo nelle foh'te dilationi
Sauoia
per
1 10
ferrti-
delle Li
ueafJe^na-\
tele,
lafciarono cadere il prog tto. cosi tolto fu il trattato conchiufoj che il Duca Carlo, alla liberalit della Republica auuez'lo
j
Non
chcA
dedatiaroj
alla RefH' hi tea.
)
la ric erc
con
mezzo
del
Marchefe
di
DELL* 5^ r<iDCXxiii di Lantz, efpcditogli per Ambafciator' eftraordinario, di fomminiflrargli modo, per raccogliere , e per mantenere le militie che gr imponeua la Lega. Ma, ponderando i Venetiani efler con vguale bilancia ripartito il carico a proportion delle forze; anzi nella vicinanza della Vakdlina toccar loro il rifchio, il in oltre pe'l lungo confine con pelo maggiore della guerra, gli Auftriaci incombere obligatione di gelofa difef , non efaudirono Tinftanzc del Duca, che alle conquide, e a* comodi , pi che a pericoli pareua chiamato. Quanto al Mansflt, dalla A^sftity Francia fu inuiato in Olanda (doue all' hora il Conte fi ritroUmmaio juaua) il Signor di Monter, e dal Duca il Signor di Bos , H^^^p^ lipplendo per la Republica Chriftoforo Sudano, che rifiedeua
HISTORIA VENETA
&
&
iFrla)?^ appreflb gli Stati, inuitandolo a portar l'armi nella Franca.^ tnuad^r la Conwa j crcduto il pi opportuno Paele, per leuare la comaFranca
1
Contea,
1
I
ne raccoglie anti-
nicatione de foccorS, tra T Italia, e la Fiandra, e per auuicinarlo ancora alla Rhetia, come per effercitodi riferua, quando qualche frniftro accidente arriualTe Gli esborfarono a tal fine
.
il
cipati fii-
^enS)
^d^gii
fione
de
gli
pronto alle moffe, non fnza apprenSpagnuoli, che alla Lega adherir potefTero altri
in particolare g' ItaPrincipi, da loro ingelofiti, irritati, ^^^^gmoii liani, pi difguftati,^ ancorch pii patienti. Applicarono per SpazmoU
&
cMts n~
I
\t ano-
ogni
maggior premura a proteggere col Veflrllo dcb Religione i loro interefli, ogni arte principalmente impiegando, per guadagnare il Pontefice, /otto il manto del quale non iolo Iperauaci
IdPonnf^ {polio ^.
&
Dunque
a Gregorio, per
iYahdlK
\
na
offrencls-
\glti Forti
[in
i Foiti delk Valtellina in depofto, magnificando la loro incentione alla quiete, e confiderando. Che c/}& pof-pofii i comodi propnj, ci pofjeffo ^ tanto pik giuslo quanto proueniua drAtinuito e "volontaria deditione de' Popoli fi comprovaua^chenon la cupidit del Dominio y non tamhitione. de gli Stati , non-,
oppmner t Italia ,
a proteggerla
.
ma
lio .
haneua
indotti
Principi y al
le
Cu fi ode
della i^eltiione
medefima
accioche
placate
pre-
gelofic de'
Heretici,
fcriuejje
triuef^e iy?
il
lo
O.
conuenknte
,
257
,
all'Italia la ficurta
mentre MDcxxnil
le
forze di tanti
Cuoi Stati douc altra, che la "vera Fede non regna. Fliittiiaiiano / Roma i Configli fopra eshibitione di tanta in Roma l'opinioni, f ne con^ 'importan7.a, perche alcuni, nel mifterio politico penetrando,'////^ non approuaiKino, che, le forz,e della Chiefa , l'autontl 'del Pontefice s'impegnaffetant'oltrejche la profetata neutralit, e la mcdiatione pcricolaffe. Conofceuano, f il De po-
&
fito s'accettaiTe
difperarfi la
Pace; perche,
f tra le
Corone
per la reftitutione delle cofe inpriftino poteua qualche ripiego trouarfi , neilino f ne vedeua , col quale doueffe dalla mano del Sommo Pontefice ripaffare a gli Heretici, fuoi primi Padroni , la Valle j non conuenendo , eh' egli con Proteftanti fottofcriueffe a mezzi termini, a cautioni , a partiti . All' incon-
Religione voleffe continuarne al polfeffo , come poter mai fperarfi il confenfo de' Collegati, che pretendeuano difarfi ragione coll'Armi. Pauent e ranno forl'autorit fenza frze il J^efftllo il nome ^ano f (diceuano elTi ) apparente del Pontefice, che alla prima inuafione conuerra dal Fe~ e fotta l ombra della potenza Spagnuola riria implorare i foccorfi
tro, f col tenace vincolo delia
,
,
,
inftdti
i
faa
,
"vita
'voler tra
lafciare al Succeffore
(e
,
d'
i
imPro-
pegni
fiuoli
\rio
pur
lo fofferiffero i
]teftanti
che al
nome
ad
opporft, Ejfere
//
Aiansfelt
cupidi,
^
.
coli'
armi
in
mano ;
tutti
uano
e deli' Apoftolato quefti fenfi coadiuuaCollegati, particolare de' Venetiani, che,efpedito per Ambafciator'eftraordinario a Roma Girolamo Soranzo, Caualiere, dilliiadeuano il Pontefice dal pre-
^m
Spagna il nome, e l'autorit. Ma,elfen- contraa,ido cgh cinto da' fuoj Nipoti 5 guadagnati dagli Spagnuoli con csndoH i ^^^ Minifri Benettij, con Pennoni, e col Matrnnonio della Principefia di dTcolhg Ve nofa, Vaffalla dell a Monarchia, credeuache da' Principi' ?^.
Ilare a g' intere (l di
ffrc-
25'
DELUHISTORIA VENETA
MDcmii
//
Vomefi-
ce v'itdherh'ce.
folamente per ilpauentarlo , e che al comparire delle infegne fiie doueffero per veneratione cadere a tutti di mano le Armi, reftando a lui per decoro del Nome, e per| Corona del Tuo fepolcro la memoria gloriofa della Pace conferuata, e della Religione protetta. Fu dunque accettato il Depofito da lui aconditione^chefi profeguiiTe tra* due R il maneggio d' accordo , e quando fenza colpa de gli Spagnuoconchiufo, foller a' medelmi i Forti rertili non reftade
fi
flrepitaffe
Ci trattandofi in Roma, i! Feria indulTe i Grifoni pretefto di moderare gli articoli, ^l, conchiufi, a infotto uiargli nuoui Ambafciatori , per ftringere tanto pi i nodi
tuiti.
j.
della feruit, e
con
ifde-
'arancefi
vn buoniflmo Forte, e fi public vn'Imieftitura di Cefare , che alla Cafa Triuultia concedeua fecondo certe fue pretenfioni.laValdi Mufocco. Si moftrauano i Francefi grandemente commofl, che prima di rifoluere fopra il Depofito, da
fentimenti di quella Corona Ma nel Configlio fi diuideuano F opinioni fecondo gli affetti, alcun volenck) fciogliere ogni negotio, preuenendo con fubita mofia d'Armi l'impegno del Pontefice, e la confegna del Depofito fteflb . Altri fentiuano, che il Depofito s' approa mifuradel fauore uafle con alcune limicationi, e riferue, preualendo i configli, perche n era autore ilPifieux, nelledi
fi
Gregorio non
fofse attefi
&
cui inclinationi fondauano in Roma, Se in Spagna le maggiori fperanzejfanco efeguito. Dunque da Francefi fi ditutto Luglio fera alFhora il mefedi qual tempo, demoliti i Forti e rimofMaggio^ duraffe pri^ ft a Ori foni i ceppi ^ e l' Armi, che gli opprimeuano , fojjero in non feguendo, dalla Lega fijupplicherepfiino ridotti gli affari , il che he il Pontefice di cnngiungerft all'Armi di lei, per confeguirnc l'effetto. Prima, che tali fentimenti al Pontefice fi rapprelentaflerojpenetrati da gli Spagnuoli , diedero impulfo di accelerare con tanta
-per
il
dentro
precipitatione
l!t
gnuo't if'
'
irete fi-
:c
prei'pitio
ti
Dt^ofi-
\.Q,
Depofito , che, non cftante rindifpofitione, in cui grauemcnte era in quei giorni caduto Gregorio, volle ilCardinal Lodouifio, che il Duca di Fiano, Fratello del Pontefice fteflb, con mille cinquecento Fanti,e cinquecento Caualli verfo Milano partiffe Egli ai talenti ncttiffiini con raffiftenia per
il
.
difog-
LIBRO
jgiunfc alla Valle,
a.V
N TO.
259
MDCXXII'
3i foggettid'habiJit,feruiua foo a ftringer maggiormente rim'pecno5& a conciliare qualche rifpetco a quell'armi. Quando
trouo, che i Popoli, dubbiofi di cadere fott' ^^f^^^"^ 'altro Dominio, che quello di Spagna, in numero di due niila ie\iUvi Ma, rimoffo dall'autorit del|/?^^tfT9i prefe l'Armi, voleiiano opporli Gouernatore di Milano ogni oftacolo, entro neTorti, forncn-j^''^^J^^^^^^^^^ an^i tenendo ^p^Z/'^^^V i viueri, do il Feria medeiimo le munitioni, flioi Preidij quelli di Chiauena, di Riua, e di Bor- tarlo. ancora con mio . Tuttauia il Piano fubito s' incamin verfo Roma_,
&
lafciando
cheli
de'
in
Valle
,
al
comando
deir
Armi Niccol
de'
Mar-
a Milano Monfgnor Scappi, per rifiedei'appre/To il Gouernatore. Frattanto in. Roma 1' Amba(ciatore billeri j, precorrendo gli ordini, che attendeuano i Miniftri
Bagni
&
Veneti,
Sauoiardi, efgu da fefolo col Pontefice le Com- (^ alteCorte, alterandole, inftrutto (per quello, che ^xrMofUai cred ) dal ^ilieux, con approuare il Depofito (enza limitatione ^^'/J/ requisiti, di' Collegati richieftij ma conag- gii ordwi di tempo, e fnza
i
&
mifTioni di
giungere folamcnte preghiere per la preda demolitione de' For- >^^5;^ ^^\ \rona ti, e per la reftitutione con quelle condicioni per la Religione ,i""'"^ che voleffe Gregorio prefcriuere . Auanti, che ilPonretice fopra Grego ci rifponJeife, Dio a gli otto di Luglio ripet da lui d Depomuore Hro della vjta, dopo hiuere Tollenuto forf, pi ch'e(rcitato poc oltre i due anni il Nome, e l'Autorit dell* Apoilolato . Pontefice 3 che laici vedo la Religione fmia di molto zelo, impiegato con gran laude nelle guerre deli' Imperio e diffjfo con la Congregatlone, ^h lui lonJara, per Dropat!,are la Fede tra 1 Barbari. Ali incontro fa negli attiri ta'fito di genio rimeiT: , e totalmente foggctto all'arbitrio de' Nipoti, tra' quali 'l Cardinale con tanta Plenipoten/.a drdh le cofe, che, nel breue_^ Tontificato del; Zio procurando lunghe fortune alla Cafa, a
" -
I
!
poco altro attele, che :ad a cumulare opulenze, honori Lo Ihto de' negotij, e d'Italia nchiedeiia lllecira i'Elctrionc del nuouo Pontefice j ad ogni modo tri tanti afftti, & in- ^4.11 icrelfi di Principi, e per le forme, con fo reti fquittiaij da GiC-c^r,.
gorio
in 'ua
&
mag-:^^-*;;^ ;,;
giore lunghezza
l'op. nioni,
Ma
a'fei d'
l'
Agolto
e ^li animi,
elettione
Barbe-
e ,
iMDcxxm Barberino 5 di Patria Fiorentino, in et di cinquantafei anni con marauiglia degli ftefT Elettori, che fiftiipirono d'hauere
26o _1
DELL'HISTORIA VENETA
.
.
bamVlIl.
\
ingannate le proprie fpcran^e5Con efaltareSoggetto^che'per la compleffionejCvigore alla maggior parte di loro foprauiNo- iier poteiia. Egli affiinfe il Nome d'Vrbano Ottano conapccft me d" Vr. plaiilb del Mondo pel concetto eminente di letteratura, e d*
per
lo-f
habiiit.
Anco
in
Venetia ad Antonio
Priiili,
Doge defunto,
carico d'anni, e di meriti, fu foftitnito Francefco Coutarin Antonio Caualiere, Procuratore, infgne per gli publici impieghi, e per \PrinltDO' le foftenute Legationi in quaft tutte le Corti d'Europa, contale fticceden integrit, innocenza, che niente poteaafi condannar neir Idoparitfie attioni, accufar ne'coftumi. Fi tra le prime cure del di lui nel Prin oprato Fra Principato, efpedir' a Roma i quattro Ambafciatori eletti, cefi Con- conforme al fclito, a venerar' il Sommo Pontefice, e furono
\
norte d'
&
Francefco Erizzo 5 Caualiere , Procuratore , Renicri Zeno, Gid:z hfs/ira rolamo Soranzo, ambidue Caualieri, e Girolamo Cornaro, che Ambajcitanto pi s'inferuoraronOj quanto cheilSillerij procedeiia eoa ^ita ad \shinare H tepidezza Il Pontefice veramente deteilaua l'impegno, in cui il Predecefibre haueua pofte l'Armi, e l'Autorit deiIa-> tefce , Chiefa, dolendoli deli' inopportuno difpendio, ma non tro// qii4(L^ sforzata. uaua la via di fortirne, fortemente ftrettoli dal Lodouifio il minte fi nodo del negotio , e del decoro 5 che , f bene Vi bano per trotiAwm.^ gl'impieghi hauuti apprefb quella Corona , fi crcdcua in^^ Irippatone tmps- chinato alla Francia, e quafi partiale, conueniua.nondiiTie-' <lf
\
iarim cemi^n-
in-'
\:aeJ[ore^
concetti , a' &&'gm (^\ Spagna.*Ma quantunque il tempo apregiuditio ^\ quegli aflari correifejneiluno in quefti principi] oiaua irritare , e prouocare il "'^iS^, Pontefice; onde i Grifoni .G;emeuano fotto il giogo, LeO" il Feria trattane 1 appareii/, r^^'g- poldo contmuaua al poilefio, W'cittij.. ':;^a jgodeua i comodi, i vantaggi 5 che s'haueua dalla Valtelgmdsl'an
no
feruire col
nome
a'
&
&
y.
&
[lina
non
corfi
[oc
propoili
Ne la diuerfione
R
di
ife
dal
lAansfeii
bene haueua riceuuto da' Collegati i danari, ad ogni modo credendo in Germania di militare a fuoi maggiori jirofitti,
inftigato dal
^'^^^^5^?
3
;4'S^l^^^'^^^ifl^i^^^^ contributionijlafciando prcfidio in pi luoghi, s' ; Vejifdu e nel Vefcouato di Munfter. \ hau eua internato nella Veftfaiia
.
che
s'era
Danimarca, e da' Prorellanti della Bala portato nella Contea d'Olde niburgo , & eftorte
>
hT
riB R O
CLV
gli Iftcdif In altra parte TAlberflat, feparato mentre Diocefed^Ofnabrugminac- Mbeinat\ fin, e co* fomenti medefimi dalla minaccioA ciana d'auanzarfi nelPalatinato con trenta mila hnomni, nuo d* inuadeni per lo pi, e coUettitijj mal muniti d' appreftamenti , ^^ re ti Vaia con pochi Cannoni. IlTilli, inferiore di numero, maconmagY;^/*'5 giore apparato, preualendo di valore, e di militar difciplina,| celeremente gli fi fece incontro, hauendo prefo per gli Stati d'Haffa il paffaggio, mortificato con danni, e contributoni ilLangrauio, c'haueua ardito negarlo, &: atterrito con la fama , fi pu dire , tutta l'vnione de' Proteftanti . Lo raggiunfe nclVefcouato di Munfter,e dubbiofo, ch'egli, s'inoltralTe ma ragnel Palatinato, piegaffe verfo iPaefi di Fiandra, Tincalzaua gmmodai a battaglia, fcanfandola eflb con quel difuantaggio, c'h kmr^^f'^^^^ '^z'^"^' prechi fi ritira, e chi cede. In fine coltolo a Burgfteinfurt j" luogo ignobile, mentre il medefimo verfo Statl pervnaftrada ferpeggiante marchiana, intercifa da alcuni piccioli Fiumi,
l*
I
O. di forze, ma con
I
NT
2(5*1
MDCXXrill
fofi, gli dauano modo di far' lafciandoui grofli Prefidij, afalto , volger ficurarfi la coda, e la marchia. Mapreflauano i Cattolici con tal ferocia, che fuperato ogni oftacolo, e Toppofitione, che-^ al Fiume Af loro fatta, diedero in. fine a Statl fopra la RiuieraBerchel a'fei d'Agofto generale battaglia, nella quale fu 'quegli fconfitto, lafciando (ci mila morti su 1 Campo^ oltre quatitro mila, che s'arrefero prigioni, il reftante difperfo, ceIdendo a' vincitori con ottanta Infegne il Cannone, il Bagaglio, le la gloria , L'Alberftat adunque con due Compagnie di Caualili in Olanda fugg, lafciando, che il Tilli molti luoghi occu-
che,
formando
in pi
fiti
Argini, e
tal'hora la fronte, e,
&
Ipafle nella
VeftMa,
il
Mansfelt teneuanolod'introdurfi
il_,
f^ggendii fine tn O-
jro Prefidij.
Meditaua
vn grandifegno
Unda
Prouincievn ite d'Olanda, retribuendo in tal modoja vantaggio deIgli Spagnuoli, i vigorofi foccorfi, da loro a Ferdinando predati^ ma gli Olandefi munirono con ogni forte di prouifioni la Piaz- doue za, inuiandoui genti, vnafquadra di ben armati Vafcelli ,fort/ca ^'^'^^'^ follecitando anco il Mansfelt al foccorfo , all' Alberftat concedendo ki mila huomini, per rimetter l'Efercito. Peril'a'mo quc fto il Tilli vedendo difficile, e lun ga Timprefa, pi diMcu
Embdem5e
&
fi.
&
qu^
, ,
252
^ir/ih"^^^^ l'Haffia llfiadik
^f/f
cieii-w^pre
"DELURISTORIA VENETX
permetteua
a'
la
quartieri.
Ne
ucndo
il
Cordoua pure
,
parte da lui poflcduti , parte impegnati a gli Clanlaccarlo, defi, con tanta facilit, che, trattone Lipftat, chereliftcon c^fci4qualche difefa, ogni altro cede. In (ine il Conte d' Anhalt, '^fj^'^./'&il Colonnello mitio colfero d Mansfek nel Vefcouatodi |rfP/^:z,ffjMunfter in tale difauantaggio i fito, e di numero, che fu ^^11^ ^''i^-j interamente disfatto, militando il Cielo a Cefarei, con tan-
/LI/M^'^"^S''^^
Vropendo^^ partialit di fauori, che vantauano publicamente, la gi-* /' a^-^tio ftitia della caiifa deciderfi dalla felicit de'fuccelli. Da que-
Bethlem perfuafo alla quiete 3 perche, vgualmente le guerre , e 1^^ \sfelt. Paci, ottenuto da' Turchi col mez,z.o d'Henrico , Conte della felici prsTorre, che alla Porta and efpreffamente, lalfenfo, haueua grejfi de inuafa TVngheria , e la Morauia Ma diuulgatofi , che il Tilli gli Ah}?rMjV pj^e^-Qi-fo (jai grido di tante Vittorie, farebbe venuto infocapplic a nuoui accordi Ha^Ice f'^ corfo fi ritir ne* fuoi Stati , & ffeionueua egli anco in quell'anno muiato a Venena Stefano Attualerfo inua ni , Miniftro fuo di molto credito , a chiedere vnione , & aiuti tio all'aita ma fenza frutto^ perche il Senato voleua ilare attento, ma to della Kepublica non implicato in si lontane , e ftraniere occorenze ,
j
fercito
di
Man-
fti
medefimi
fu
anche
il
ANNO
Ai DC XXir.
Altrettanto inuigilaua alla Vakellina, horamai dall' occupationi di quei pa/Ti prouando i danni preuiii , mentre che per accrefcere le Mihtie, e le forze, per accompiere alla Lega, e premunirfi contra le gelofie , che la moleftauano <\'i tutVer
'
U Fai
/<?-
te le parti
tellina
\fie
tra
i
7
,
Pontefice
t
Colle-
che per via ad Mare con lunghezze, e difoendij. II Pontefice, per portar' il tempo, proponeuadiuerfi ripieghi, e principalmente efprimeua, fenza rimborfo delle fpefenon voler lafciar' il DepofitOj ma, eshibendolo i Collegati con tutta prontezza, purch rimet-
Militie
gati,
teffe loro la
Valle, per renderla, fpianati i Forti , e rcftituita la Religione , al primo Dominio , reftaiiai in dubbio d'offender h formaffe vn Corpo laSpagna, eproponeua, che dell
a^^
Sourano
LIBRO
Sourano per vnirh^
a'
Q_V
.
NTO
Ma
i
2L^
Collegati , prehflbfi lofcopo dh reftitiitione in priftino delle cofe, ftimaiianodi mancare al Patrocinio , promeflfo a' Grifoni , e niente meno temeuano, che, non potendo la Valtellina in corpo difgiunto fiiiTiftere da se medefima 5 s'appoggialTe a gli Spagnuoli ^ onde trattone il velo del Nome , godeflero il Dominio de gli Animi il comodo, e la libert del tranfito ad efclufione d'ogn altro . N pili fi poteiia celar qiiefto principaF intereffe ; perche , finalmente per nome d'Vrbano propoftofi , che alle militie del Cattolico reftafieper la Valle il tranfito libero, diede a Collegati campo d'efiiggerare 5 che rimoffb horamai della Religione il fini/Timo Manto, appariua Tintercfe fcoperto di tendere alla Ibggettione non menodltalia, che d' Alemagna, vnendogli
per quarta Lc^a alle tre de' Grifc^ni
Srati, &
aprendo
la
talento
Perfiftcia
Porta, per inondare IVna, elaltraaioro princpal ad ogni modo il Pontefice nelle propofte , [mente 'per
^'4^^fode'
^"^^
'
quella del pafso, conriftringerla alla Valtellina , eiclufo il Paefe de' Grifoni , e Chiauena , e che , per leuar Tombre all'Italia, s'intendeffe folamente dalMilanefe perAlemapjia, e
,
moderando
per Fiandra e non da quelle a quella Proumcia , e v' infi- mejfo a zt iiciKicon tanta premura 5 che, affuntcle parti d'i\rbitro, p'e-\spagm tendcua di poter decretarlo virt dell' aifenfo , preftato da' Principi, ch'egfi douefe prefcriuere le ficurezze per la Cattolica Religione opportune, mentre aftermaua, a freno de'Proteflanti e de gli Olandefi , renderfi necefario il pronto
daini per
^^'
concorfo
dell'
Armi Spagnuole
&
irL_.[
foccorfo dell' Imperio ; Ma confiderauano gli altri , aperta vnz^ gZ^fi^' volta a ghSpagruoli la Porta, non poterfi pi prefcriuere li- dell'/tai^a mite, o firada, e che con pretefto del tranfito, fiuto il Milancfe vna Piazza d'Armi perperna, s*eternauano legelofie, le molefie, e rapprenficni all' Italia Ad ogni modo l'Ambafciator Sillerijcon leaflbftenzedelGheffier, che s'era portato in quel tempo a Roma, ancorch potelfe comprende re la Francia 5 pi d'ogr' altro pregiudicata, e pe'l colpo, che 'ne rifentirebbero i fuoi Collegati dentro, e fuori d' Italia, e per r infrazione, che ne :)atiua FantichiffimaLegaco'Grifoni, in virt della quale s' afcriucua Faifoluta difpofitione de'
.
paffi
164
DELL' HISTORIA
VENETA
Preft prontamente 1 afTenio con tanta commotione jP^^; altri Principi vniti 5 che, tutto afcriuendo tuo i/^ Me gli al Pifieux^dall' j^mbaarbitrio, e dalla penna del quale, pe'l fauore, e per la carica /.;.,... /datore di ^; dipendeiia il negotio , deliberarono difuelare la machina allo Francia. fteffo R 5 facendogli comprendere Talteratione , con che dal concertato in Parigi fiprocedeua in Roma, trafcurati i Prin-
""Sf
cipi
Amici
condotto il negocio al fine, doue V indirizzauano appunto i MiniftriSpagnuoli. DelPifieux, oltre rodio, e Tinuidia, feguaci foliti del fauore, correua coco grane ,..,..,...,n^"^e concetto, che, quanto furouaua nella gratia Reale connotiotie po|<^eC.//^-^-;tente, altrettanto fofe nel fuo Minifterio venale, godendo delTautorit pi a profitto, che a gloria. E/Tendo perci mal
pregiuditialiffimi aflenfi
Ft'^Z'x'^ '' '
'
fofferto,
gli offitij
anco
Regno, non
riufci difficile a
de'MiniftrideTrincipi, &: in particolare di Giouanni Pefari, Ambafciatore de' Venetiani, aggiungere conlefolite arti lamina di Corte, la quale d'improuifo fcoppiando , che preci '^^^^ momcuto la di lui fortuna fconuolfe, intimandogiriR, pita dal che fubito infieme col Cancelliere fuo Padre partilfe di Corte fauorc. jNel fauoreil Marchefe della Vieuille, Sopraintendenre delle Finanze prefe fubito il pollo , e nel poco tempo, cliefuffift,
(gitt col
altri
me^zi
fon-
jdamenti delle machine, perfettionate poi dal fuo Succeflbre jcon grande fehcita. Ma, gh affetti del R verfo i fluoriti |non effendo riufciti fin' ad fiora, che breui, infaufti, non con parimj che pochi/Timi meli. Alcuni afcriifero la caduta fua_, J (j'J^^^^^airauaritia., con la quale concit Fodio de' Grandi, auueirteuiUe, zi nel publico erario a fatollarei priuati ntereffi Altri giudiicarono, che, effendo vn ingratitudine per ordinario pena delf U^^ta , com' cgh haucua tcnuta la m^iuo :AY QfynWionc lHfieuxy ^ardind Micheiieuy\A.{cQn(icntQ d fua fortuna 5 eosi'l Cardinale dillchelku, inj^tf^^f. trodotto da lui ne gh affari , l' efcludeffe ben pre/io. E' quello Cardinale il Soggetto j nominato altroue per Vefcouo di LoPfon, e non ha dubbio, che come per lo pi, nello fceglie-
&
grandi Miniftri, concordano i gud] de' Principi con bene prefto poi difcordano in foftenerli y egli non foffe deft inato a talpofo dallapplaufo, e dal comune
re
i
con-
LIBRO
CXy
NT
O.
confenfo; ma vi f principalmente dal fauore della Madre introdotto, appreflb la quale sera in ogni forte d* ofA^J^i/^/^^ feqiiio efrcitato. Il R veramente nonv'inchinauaj perha-|r/?/^w^/ iier ne'pa/Tati maneggi fcoperta la fagacit del Tuo ingegno y^^Jj-^^^^ perche fia naturale certa occulta auerfionca quelli, che con ^Hf/^* afcendcnte di fpirito foprafanno. Certo , che il Cardinale--* po/Ted pi la forza del fauore , che il fauore meddmo , tutrauia feppecon grandiffima arte fiffare il genio del R mutabile 5 e fofpettofo, e Tinconftante natura de' Popoli, reggendo con Dittatura, per cos dire, fuprema, Tvno, e gli altri s* impafino alla morte. Ma quanto allecofe d'Italia, coli' efpulfione dromfi(LJ
della
2^5 Reina^Wj^xxiy
del Pifieux, cambiato Mimflro, fi mut ancora in Roma re lont del _ giftro al ncgotio, e riuocato il Sillerij, fu difapprouato tutto p^, ed;. ci, ch'egli haueuanegotiato, affentito. Il Signor di Bet-|P*i'^^'^'^, '^""^ thune, noto Miniilro altre volte in Italia, giunto in Roma in Betthunt fuo luogo, afferm al Pontefice, eiTere ftato contra la mente apre l'if-
IJO*
&
fuo predccefTore intorno a' della Cora pafi] adherito^ e, per nome de' Collegati, efprimendo alla^ na ad FrSanta Sede immutabile ofcquio, e pronto confenfo a ci , anofipra H tr MIfi IO ch'allicuraife la Rcligion nella Valle, ncufaua nel refto qua- 'jj^l"!^.^ ACCdifemi lunqu ff{)ieg0 5 che non cfiiiiefle dalia prefente oppreffione to. Grifoni, non li refcituiffe nelloro atOj e Souranit, e non
R.ealc tutto ci, a che
haueua
tcntioni
il
niutatione de'Miniftri vnofcanfo^ ma il Pontefice, che da loro haueua fatto confegnarfi anco Kiua, e Chiauena, procuraua protrahere il tempo, fcorgendo, che a qualunque parte deff in mano quei Forti, non fcruirebbe che di mantice all'incendio di grandifsima guerr.i, che, accefa dalle due Corone..; con Armi Aufiliarie, s'cftendcrebbe ben prefto per tutta l'Europa. N mnncauano gli Spagnuoli, come riufcito era loro
di
tentar*
guadagnar' il Lcdouifio con premij, e con Matrimoni] di ogni mezzo, per irretire anco i Barberini, facendo fpe-' rare a' Nipoti d'Vrbano laPrmcioefsaStigliana, che, hcrcdz^ .^kz^^^^ ^ '
,
nel -^
n
Regno
..
di
Dote
i!
Dominio
Napoli .. ,
d'
opulentissimi Stati'.Portauaancoinl^:^;;; ^
-
Sabioneda.
Mcu-
ti
voyni /?fi-
Vi ancora fuggcriuano al Pontefice, alla fua Cafa fperanze,'^'''^^;;^^^^^ ch epotefse nelle gelofic , e nel difscnfo de' Principi riufcirgli
&
^J^^'
i\\
con-
^66
MI>CXX3V di
DELUHISTORIA VENETA
fofpetta la remporal
confegujr gloria, vnendo la Valle alla Chiela, o d'acquiilare vantaggi, con inueftirne i Parenti. Ma rvno, e l'altro difpiaceua vgualmente a' Collegati, perche non fi rendeua^
grandezza de' Pontefici, che, dal manto della Religione protetti non fi poflbno combatter^-^ fenza pericolo, n vincere fenza biafimo, che dubbia l'inclinatione de' Nipoti, non potendo chi fofle per pofledere la
,
meno
anni , a conditione , che fenza faputa //pram/j- fua non flabilifiero Pace, tregua con Spagna, e che alla \eied'oUn Pr^ncia medcfima 5 occorrendo bifogno d'aiuto, lo retribuif-j '*' jfero, reftituendo la met del danaro predetto, fornendo! iVafcelIi. L'altro fu il Matrimonio d'Henrichetta 5 Sorella dell 'r^^ti'^^^.R LodouicOjCon Carlo Principe di Galles, dal quale dedu-( ,coivrinc'. ccua la fama, che da gl'Inglefi fi iarebbe rotta la guerra alla; \ Palatino reftituito colf Armi negli Stati. Carlo i?^ '^^/- Spagna, ^"^''' .g ,^-yQY'2LmQ-tt dal viaggio di Spagna haueua riportato amarezze, 'odio, e cupidit di vendette contra quella Corona^ perche, Lr^X'/a ^^ ^^^^ accolto iu Madrid con honori efquillti, ad ogni modo penetr rintcntone di non reftituire a Federico lo Stato 3 6; \eii^Vl>a:-^. di non conchiudere il Matrimonio, per cui'l R, la Principeffa medefima, V Oliuares , i Regni tutti haucuano nel cuore particolar'auerfione Trattenuto con varij progetti pi mefijj
tra! tato co
Francia csmhiude
Couernatore d Milano. Dunque non reftaua, che1 cimento dell'Armi. Prima d'impiegarle fuori del Regno, la Francia fi premun con due grandi, S: importanti trattati. Il primo con le Prouincie d Olanda, alle quali promife tre p^Jhoni , e ducenlire tornefi in tre
&
con
,
difficult,
di
Ro-
anzi per fupcrarle indotto a icriucr'egli ftcnb al Ponvolcua la moglie, a cambiar Rcli-j gione, era partito con grandillima fretta, per mare riccn-, Iducendofi a Londra. Non pofTibile cfprimere quali fdegni 6: il R] jagitafiero il cuore di quefo Giouane ^iincwc vencette, Giacomo con vehemenza niente minore o/lcntaua volendo negli anni fenili decorargli Sepolcro con quei ri^^ fpuntari dall' otiO,| i/r/pi'roi -Pentimenti, che nel corib del fuo regnare queftol ui^^re, pareua, c'haueifero denigrata la gloria della fua Vita .
ma
LIBRO
fineconiioc
il
Q^V
N T
la
O.
2<57
gam
Parlamento, nel quale giuftificate dal Bocchiivp'^^^'^^'' col zelo del ben comune, e coldcfidcrio di Pace TincJiil
Matrimonio con
Spagniiola, e refo
che Y^n
conto del Viaggio di Carlo, fu decretato, che coli' Armi fi -- , ftituifle il Genero del R ne'fnoi Stati, e s'accafafle il Figli- eite de. nolo con Principer del Sangue Reale d Francia Ma, ef- ^J^qf^ fii fndo folito neir Inghilterra, che fi rendano vgualmente fo- V armi ai Tpetti a' Pari a menti i R armati, a' Ri Parlamenti vniti , G^'^-'''''/' fu prello difciolto, rclando fparfe molte gclofic, che fierear^^cona\ de reno , f non feminate , almeno fomentate dall' Ambafciato- Framu iti reSpagnuolo, quafi che il Parlamento, adherendo a gli aiini h'^^0'<^' giouanili di Carlo , e con applaufo adulando quella genero fit ,L^^/,,fJj che moft rana di vcndicarfi, condannaffe le procedure \yi\x fAogiier.-\ fredde, e le pafTate attioni del R, al quale ancora viuente' j"/' '^-i '^^^^^'^'\ difponeiTe lo fpoglio, &i funerali dell'autorit, e del comando . Non furono per ci maturati quei mezzi , n accordate le conrributioni , che poteuano vnire e far fufiftere l'Arma- chitdeT'i'^ Onde, come il Matrimonio conHenrichettaffacilmen-' j^/'^n^L^.' te te conchiufo con difpenfa del Pontefice, e con molti articoli s^^ fa uoreuoli alle confcienze Cattoliche , cos prefto fuani la moffii dell' Armi. E per vero, che il Mansfelt, abbattuto nella Germania, e nell'Olanda, mal volontieri per emulatione di glori"a militare , e per Tapplaufo de' Popoli dall'Oranges fofferto , fu in Inghilterra chiamato dal R , doue accolto con grandifTimi honori, creatolo fuo Generale, per la ricupera del Pa-, la ricifpe \Kx. latinato , gli deftin vn' Armata di dieci mila fanti , e tre mihi_, adel ''"'; Y '^^^ Cauallicon leiCannoni, quando la Francia con forze Ygu:)^a\dtjjiadt^ vi con corre Ile. Con tale progetto fpedendolo al RLodoui- p -^^^f^^' co, che fi profefiaua difguftato del Conte, perche lnza fa^^^^'ft/r puta fuaartunto hauelfeil titolo di fuo Generale, epercinel- ^^/;?Fy^r andarla Londra gli haueua nella Francia prohibitoringrelTo J^-^'^-^.^ottenne, che rarnmettefi a trattar co'Miniftn, denegatagli j^^/^^/^;!' l propria prefenza C^ialche danaro da' Franccfi gli "fu fomminiftrato con maggiori promeffe , bench in effetto neir interelfe del Palatino poco s' inferuorafsero Ma per l'Italia alTicurate le fyAQ con Famicitia de g'lngQ^i^ il fianco con la guerra di Fiandr a, applicauano con pi calore alle
.
&
^'
&
co f
'
2<58
DELL'HISTORIA VENETA
.
I Venetian appreflb i Principi della . Prouincia impiegauano ogni follecitudinejpervnirlinel comune intereflfe Ma non riufc , che d'indurre i Duchi di Sauoia, e di Mantoua a componere tra lorojcfclufa la mediatione de Miniftri Spagnuoli, le differente, gi taato tempo vertenti, aconditione, che per la Dote pretela di Bianca s'esaccordano le differh borfafleroa Carlo da Ferdinando trecento- mila feudi , vn terze tf Sa. zo de* quali nello fpatio d' anni quattro in Contanti, 8cil rcttoia c ftante con la Dote di Margherita, mobili, e gioie, ficomMantoua
penfaffe in tante Terre del Monferrato, al Piemonte vicine, a icelta del Duca di Mantoua , valutate due per cento di rendita
Per maggiore ftabihmento delFaccordo fi prometteuano reciiprochi Matrimoni} di Maria , Principer di Mantoua, con Filiberto Fighuolo di Carlo , e d'vna dell'Infanti di Sauoia, con chi foffe herede degli Stati d Cafa Gonzaga Ci non doueua tuttauia, che dentro lo fpatio danni otto efeguirfi, n in altro era diiferente la Dote di ducento mila feudi per ciafcheduna, f non che Carlo la daua in contanti , in Terre la riceueua. Quando per, al Principe Vincenzo di Mantoua riufcif. f, come fperaua, fciogliere certo vincolo di fterile, e come pretendeua, inualido Matrimonio, perpaffione amorofacon fabella , Vedoua Principelfa di Bozzolo per auanti contratto, a lui fi doucife l'Infanta; ma, ci nonfeguendo, aFer^ dinando Figli Mafchi nafcendo , l'altro s' efeguiffe con Filiberto. In ordine a queft' accordo fi cedeuano da Carlo, e Maria le pretenfioni del Monferrato a Ferdinando, al Fratello, a loro Figliuoli, e ci haueua luogo, quando ancora., , per morte , per altro difturbo gli Sponfaii predetti fe guir non poteffero . Si ricercaua in fine 1' affenlb da Cc/re, come fourano degli Stati, e per termine di rifpetto ad amendue le Corone doueua darfene parte . Tali furono i
,
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fperauano acquieamendue quelle Cafe; ma, con delufione dell' humana prudenza, ci, che fi cred antidoto , prefto fi conuerti in veJenoiafementa dimdi maggiori. Fra* varij accidenti '1 primo fi la morte di Filiberto j perche , f ben_Carlo , efpecendo a Mantcua il Secret ar io Pat e r , eshi,
patti conchiufi
e fottofcritti
da' quali
fi
biiia di
B~ Il
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bina di foilituirMauritio, fuo dtro Figliuolo alle oG,ni modo il negotio fetalmente non riiifch difponendoli 'n
2^^ nozze, ad M
DCXXlt
Cicionuoui Fulmini per l'Italia, e per h Caia Gonzaga. Dunque, con nM maneggi fciolti per all'hora da varie cure gli Animi dQV'nnQ\\) vniti, applicandofi da doner alla Valtellina 5 & all'Anni, fecero chiederla) Pontefice laconfegnade'Forti, da fd\ alla Lega, per demolirli, e reftituir la Valle a' Grifoni, onero che da gli Spagnuoli dentro tre mefi il Trattato di [Madrid s'efeguilfc,* ma, ripugnando al primo j^artito lo fteffo Pontefice, all'altro non potendo indurre gli Spagnuoli gli ffoggiunto, ritrouarfi m neceffit i Collegati per propria faluezza, non dandoli luogo a' ripieghi , d' applicare a pi ef-
tronca^
frd di effe
ti
LegAmt
de conHt"
itutt Spott'
fall.
&
CoHre,DU
rettore
efpedito nell'Heluetia dell'Armi Frante il Marchefe d Coure, appoggiandogli la condotta del negovnito co^l tio, e la direttione dell Armi. Egli, e Girolamo Cauazza , Adiniftro Refidente per laRepublica in Zurich, non oftante le oppofi- FenetOt tioni de'Mmiftri Pontifici], e Spagnuoli, indulTero con offitij efficaci, per leuare i pretefti, i Cantoni Cattolici a prei Proteftare al trattato di A^adrid la cautione richiefta , ftanti, per maneggiare l'Armi, a permettere leuate di genti, prouifioni i viueri, &: akri api'arati. Cautamente poi focto. |mano procurauano animar' i Grifoni, confortare gli oppreffi, eccita
ficaci rimedij.
il
firn
Haueua
KLodouico
&
Ifollcuar'
Comuni, conuocare
gli efuli, e
prc^h]ghidePae-,<j>'*;%/'
accioche confpiraffero coli' Armi de' Collegati a fcuoter' giogo, e fcacciar' i Nemici. Il Feria ali'arriuo del Coure a Soluturno,da grandi apprenfioni commoifo, difponeua Tinforzi, e per tener quieti i Popoli della Rhetia , li minac|ciaua di grauiflmii danni, anco Leopoldo proteftando vguali caftighi, f bene haueua con loro fti palato altr' accordo 5 nel quale col'esborfo d'alcuni mila fiorini , prometteua di leuar' i prefidij da Maianfek e da Coir . Ora, effendo rifoluti all'Armi i Principi della Lega, concertarono di rnuo-| /^'^^'^'^j ucrie fotto nome de gli Suizzeri, e de' Grifoni ^ leiiandotrej/^^^. ^v^I" mila huomini da ogn' vna delle ctiQ nationi , rinforzandoli ^^^22?^^ poi con mille dncento Fanti, e quattrocento Caualli de' Fran-r p^^""^^' .., i>nift con-' ! ^-^ 13 -Tj-rceli, e con astro Corpo di genti de Venetiani, de quali l' vertano u g roifo, e qu ello di Carlo tratte ner fi doueua a' Confinile! |5#?.
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il
,
'p
270
}
DELL'HIStORIA VENETA
iMDCXXni
;, vasttt
'
d'fegni^
le Truppe Reali nella Prouincia di Brefcia s'accamperebbero; Ma continuauano i Collegati a caminare verfo il fine medefimo con oggetti 5 e mezzi diuerfi; perche la Francia, abborrendo di rompere a dirittura con Spagna^ non pretendeua, che con Armi aufiliarie maneggiare la guerra e fenz* allontanare 3 impegnare le fue forze con poca ipefa, e minorconcorlb, a coito de* Collegati , e principalmente--r
Milanefe, mentre
l' intento Qg.efti non afpirando, riGrifoni, che a ftabjlire la Pace , defiderauano, che fi facelfe ftrepitofa moffa, e gagliarda, per ottenere IVn e l'altro con vguale decoro, e preftezza. Carlo poi vi concorreua pi col nome, che con le forze, altro non confacendofi a'fuoi penfieri, f non che .apertamente fi roinpeife tra le Corone in Italia; perche, p fio in mezzo, quafi CufloArbitro della Guerra, e della Pace, qualunque foffe.^ de, rifultarnc Teuento, fperaua ricauare profitto, e dell' Armi ^'of,rtdsra^^^ altrui, principalmente delle Francefi, a fuo vantaggio valerli \tZi'^^^
&
:c^r/tf
4/
Rapprefentaua
al la
i^4d-^T^^^^^> com'
&
&
non afpraffero
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irpT^iiafi^^^^f^fi^fi^" ^^^'^^^fi fi^f^ che refterebhero dal nome di queff alleanza at\a njn colfofoloy
\
che
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S-pagfiHoli
s'
acqmcterehhero
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Non
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(^
le
l'
arte
e laforz^v
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po
pian perdendo vantaggi do pi poterfi ajpirare- a grandi attentati s gi che fciolti i Principi Italiani da tanti ajf annofi rijpetti , hanno in fine ardito di dare
^
non
la
mano a
foccnrfi l
gli Stranieri
a
e
non erano minori i riilefsi ; perche, f quando il Mondo adoraoa la Spagna nelfapice della tehcit, e della grandezza, egli con le ibrzc (uQy e con l'oro della Republica,haueua faputo refiftere, che non poterfi al prefente promettere dalle poderofe ailiftenze dclR gno Francefe, mentre confpirano negli ftefsi
dife-
LIBRO
Q^V
IN T
O,
271
MDCXXlIl difegni r Inghilterra 5 T Olanda, i Regni del Settentrione, e i Proteftanti? Additaua ripartita TEuropa, e molto pi valida la parte, che milita contra gli Auftriaci, che quella, che Iferue alla loro potenza; perche diuifaua, che dallVn canto il
MansfeJt
diiiertife in
,
Borgogna,
dall'altro
CO ditti1
continuafle in Fiandra la guerra tra quelle farne an-\ co' Principi della Baffa Saffo- che i modi il R di Danimarca Prouincic, ma moucire le Armi nell'Imperio, e dalla Flotta Inglefe fi fcorreffero iMari, e le colle di Spagna. Onde conchiudeua, che, |conuenendoii Tempre temere, rendcrfi vna volta tremendi, proponen hora ropportnnita fi prefentaffe con vna gran guerra di fot- do nella trarfi darifchi maggiori, e prefi celeremente i padi della Val- Rhetia In Jy.bxta, ocefclufo il foccorfo, d'inuadere la Monarchia di Spa- cupai ione tellina, gna validamente nel Milanefe, ch' il centro fuo, alla di cui depa si. conquida generofamente cshibiua le forze, gli Stati, la pro- con gA' gli arde ag pria perfona, preferendo la Gloria, e la Libert all'otio, Se grej stoni Non farebbero ftatiper auuentura datali nel Mi laa gli rtefsi pericoli Configli alieni 1 Venetiani, ancorch conofcefferolaboriofo, ne, e difficile l'attentato (da'difgufti, e* horamai lunghi correuano, tanto fi rendeua loro molefta, e pefante la vicinanza,., dell'Armi Spagnuole) f i Francefi haueffero voluto finceramentc ogni loro potere impiegaruij maquefti, fempre tenenfiliiano s'inuadcfle
!
&
'
"e.
mira di non rompere fcopertamente con Spagna, daua- herendo la a ba/lanza a credere, che col ponere gli Amici, pi che Francialoro ftefsi in im.pegno, amauano d'hauerli pi dipendenti ,' che Collegati. Il Duca per, folito tener pronti diuerfi difegni, affinch tra molti tentatiui la Fortuna ad alcuno arrideffe, conofcendo la Francia, tanto impatiente dell'otio, quanto- irrifoluta alla guerra , progett con finifsimi tratti d'intercffe, e vantaggio, che almeno l'acquifto di Genoiia dalla tin/inua Corona s'intraprendeffe. Egli offcruaua di lunga mano con il Duca la auidifsimo occhio quella Citt opulente per lunga Pace , lo conciali a dtOenoua Stato aperto, i Cittadini difcordi j e la fua cupidigia fi fomentaua da Claudio Marini, pur Genouefe, ma per la Corona di Francia appreffo di lui Ambafciatore Refidente che , mal contento della fua Patria, ambiua tra le ruine di lei,
do no
non v'ad
la
d altare
il
nome ,
272
DELTHISTORIA VENETA"
wDcxxiv >,^atali. Cortui eshibiua intelligenze, e di Mezzano feruiua per corromper diuerfs, in particolare ifuoi congiunti j on:?e col calore delle Tue inclinationi il Duca con grande vehemenza iniqua al R Lodouico, che, f non voleffe contra il Milanefe^
tfuitav.
fpiegare T Infegne, almeno gliele pretoffe, per impiegarle contra iGenouefi. Quella raffiguraua effer diuerfione epponurity jauore ddla> 'Khcta, altroue fi riceve aua ; mcn^ che 'Vanamente a
con queW acquifto difarmandoft AUhnefe di forze , A<fo* ^auflam'^^^ , a graui difpendij rnnUmente /t>p-facclle\na re hia d'oro , all' occorenze ,
eU
fu e hfegf.
rchbero le -plirc
le
Adniere
e fcruirehhero l'Indie
,
\fero
Tefori.
Da
loro
\nella
Spagna ^
che
:,
f alla,
voragine
del-
tutti la
guerra. Che
poterft attendere
Porti
ta
Armate Spagnuole
,
le loro
y
Galee
l'
ingroffar
le
fquadre del 2{
5
//
pajfo libero
,
amicitia oblila-
^oleri obbedienti
Capitali pronti
,
priuati
medefimi
,
Genouefato non folo come la Porta ma affalire !^%^^^^\cGme parte della dominatione de g-li Spag-nuoli in Italia, coli' ocd ff.^^fio cupaticne del quale cingerft'l Jliilanefe^ leuarft i ficcorft , romper fi ^ilii-^o-'la corrifpondenz^a, il commercio , la nauigatione , e gli aiuti. Ej^^'fcre quella 2{iuiera ^vna linea, che ^ per i sforzarla, baflaua d' p-
dunque
il
l'
grande di giro
le
forte di ftto
ma
ccrfii.
paffi chiuderft , quaft che da loro ft e fiArmata Nauale di Francia poter facilmente interdir i focDelle l\epubiiche nella Aletropoli efpugnarfii ogni cofa-^ per-
Vcdli,
difperderfi
l'
do
e
,
daffe
'^'^^"Francia fcpra quello Stato del fuo
l^^'^^'?
Y-r.uJji
hofse/p.
I
taffe
Dominio^ rifuegliajje lerfue rae fendefife le fue Frontiere nella Terra, e nel Mare; ripianGigli in I talia, aggrandendofi con s gloriofia congui-
^,
~"
"^^^
[ia
&
LIBRO
fla
j
CLV
NT
pk
le f^og^lie
del
O.
Duca , era a lui fuggerito "Europa Tutto ci fi dall'ambirione , e d all'i lice refle, ancorch di palliarlo tentafle Zuccarello picciolo con la caufa i\ Zuccarello ( alerone commemorato^ picciolo, Feudo Ifn] ignobile Feudo deUlmpcrio tra' monti, ma da Genouefi ftima- perialera' dicedique to importante, perche ila loro nelle vifcere per quella fataht fti im^fil- jfempre dall'Italia patita, che anco le picciole cofe,da'fuoi Prinfi' cipi ftimandofi grandi, hanno pi volte apertala ftrada a gli eiteri dvfurparne ampiflma parte. Era goduto anticamente giPatri i Genouefi haueuano tentato d'oc- moniodel"^ dalla Famiglia Carretta^ cuparui altre volte alcun diritto. Comprarono particolarmen- la CafitJ Carretta J te da Scipione, vno de' Marchefi, certo annuo cenfo con patto di prelatione, in cafo,che foffe vn giorno lo ilefb feudo vnduto. Ma appunto Scipione medefimo , per preuenir la fentenza Cefarea,che per colpa di certo homicidiotemeua_,j lo vend a' Sauoardi . Tuttauia non tollerando l' Imperatore da* fnoi Vo fieri vi"' a Genouefi, che v'af- dnto a S^futterfugio s accorto, lo auoc afcj pirauano, ne commifela cura. Infine in queiti vltimi tempi uoia. poi detiO'^ il fauore dal fifco venduto , non vi fu dubbio , che T oro, luto aWIm de' Genouefi non preualefle, e forf il riguardo di non dilatar' perio . doue poteife infeilar lor mxdefimi, e commep il Duca in quel tratto aggrandire f ileffo . Tutto ci ^\ publicaua dal Duca con gran- /rie a^ Cujlodia aggiungeua difguiti v- a' Cenod' apparato di pretefti, e ragioni, dendo dal Gouerno di Genoua , e dalla plebe medefima odiar- uejf. ad ogn' incontro lacerarfi'l fuo nome. Tuttauia all' che (e V fi , Appropriai vniuerfale fentimento pareua, che cercafle pi tofto occa- no col dain naro fione di guerra, di quello, che n'haueflc foggetto . Francia , ancorch la Corona^ oltre certa vniueifal' inclinatio- per affcutarlo daL ne de* pi potenti ad opprimer' i deboli , non tenefiTe,-!! tra cau- le mani
fuggeriua dal
&
&
&
&
I
!
&
&
Ma
Genouefi, che fola difcrepanza d 'interefli , e d' affetti , commendati furono i penfieri , abbracciate le prof non per altro, per dar' efercitio almeno, e pofte di Carlo, sfogo a ghfpiriti, horamai accefi tra queili preludi) dell'Ar-
del
Dma
&
diuei-fa /orte,accioche tutta la Lega vi conccrrefprogetti portati a'Venetiani, perche, quantun- hcui prpofeaccet que i Francefi, eiSauoiardififoiferodatia credere, che,me- ari dalla fi mori dell' emulationi antiche, doueffero faci lmente adherirui, Francia
mi.
Ma
con
i
f,
furono
in Se-
174
M
DCXXIV fri Sentito
DELL'HISTORIA VENETA
per porte le padjoni (dal tempo j edalk-ittnga_r Pace^quafi che cancellate) in bilancia co'motiiri deirequit, nfaftngit\c dclcomune interefse, Giouanni Bafadonna contra alcuno, ^^"^^ v'affentina, parl in tale fentenza. Doneremo dunque'-^
'rTmcI
Ugelojle degli Aufl^iac fo-pra ^no Stat noe ente oh quanto far f ernie io/o a tutti fefimpio fe^ ferinfli^ ri alla guerra, ba fiera r op-portunita del Jito , o l'opulenza dello Sta^ to. gli "v ero, e he fono i Genoueji obligati alla Spagna^ ma il timore^ e la neceffit a- in cut ^vogliamo precipitarli , non ilmez^
dicare
le -prouocatiott
,
zo di fcioglierli
da
,
cedono
il
paffo
trihuifcono l'Oro, astringeremo ilPuhlico a riceuer la I^egge DaL ti/na parte pretende con applaufo la Lega fcacciar dalla J^altel
al Dominio-^ daW altra coni Liberta, ingiufiitia tenter d' opprimere Genoua , d' efiinguere Tjna, ^pu-* lica y di cambiare forf nome y ma non foggcttione alt Italia ^a che parlo dacquiflif Tjorremo pik tofto , che moderar il comando^ fante purtroppo a quefi' afflitta Prouincia jacdegli Spagnuo li , pe crefcerlo con nuoua , e maggior appendice , a fpeciofo titolo di dife\fa , fenia contrario , Chi sa che non raffigurino ^vn giorno i Geno-" fa
Grifoni^
rejituirli alla
&
redimer'
e che
al loro
cambiando afpetto l'Italia non rifargouer noi A4a ne perderemo la fperan^a per
,
,
fempre , f a 'vincoli d'oro, che ne legano alcuni al prefente ag^ giungeremo quelli di ferro ne' quali' l pericolo gli ponga tutti cat^ tiui Non cos ageuole come fentiam da Franceft , e da Sa^
,
uoiardi deline arfi, la propoja conquija. E^ il Genouefato , rejh forte dal fto^ dffefo dalla Natura. La titta daWampiezx^ r ' pO"
polatione pu foftenerf s
il
Adare aperto
le
fommtniftra
foccorjt
il
che auuerrebbe di CarAiilanefe ^vicino contribuir t af/ifenze ^ lo , quando fi trouaffe cinto dagli Spagnuoli^ e da' Genouefi in pit.
preda a pericoli da' Franceft per la loro naturale inconftanza non eglibreue , n facile piantar^ "vn Domi" nio, radicato dal tempo da buone leggi nodrito e fomentato da pen" almeno da "vn Imagine di quietifftma Liberta . 'B^fifiefieri ranno Popoli a mutare comando, a cadere fiotto la Domina^
lati, e forf lafciato in
tione
d 'vn
Principe odiato
S'ofiineranno
LIBRO
difefa
;
QJV
i
NTO
^etta^
,
283
al-
M DC XXIV
troue interrompe(f
ritardaffe
,
fcccorji
.
ha fi-
nalmente inf ftejjo Prefidij ra la 2{epu!?lica noftra participar del difegno / afpirera ella per auanco remote conquifle , pure all' altrui uentura a s difficili , e de' rifchi ? la perpetuiprofitto^ far fola a parte de' difpendij 0* infiituti fi nutre \ta del nojiro gouerno , d'immutabili maffime La quiete lbera y e dccorofa , non prouocando ne' prouocati fempre fiata t elemento Tritale del nofiro Dominio Alla parte migliore h abbiamo d continuo applicate l'Armile non offefo, f non chi ha'vo luto inferirci l'offe f Chi non 'vede che Carlo col fuo animo granrde prefummc sforzare la natura delle cofe caduche e che Jcordato degli an?ii che conta e per effer da quelli abbandonato , prima che da fuoi e lati penfieri Chi non sa incerti efere gli aiuti Franabil genio della natione abbracciar facilmente t progetti cefi
e gli aiuti
Con
in breui momenti cercar bandonarli colla fleffa inconfianza , nella Pace la guerra , e nella guerra la Pace t efperienza fempre ne' prefenti affari f addita : negletta per tanto tempo la Lega ; trabora ]fcorft nel negotio pi 'volte , fcordatifi de' Principi 'uniti ,
I
appena
nel procinto di muouere l'Armi , , ftahliti confonderle con nuoue propofie frasiornarlc con ardui difegni La diuerfione con molta prudenzafuori d' Italia accordata , affine
i
finali concerti
,
perche le flraniere mai hanno toccata quefta l' Armi Prouincia , che per appoxtarui ogni genere di calamita , e per afportarne le fpoglie Certamente non compie attrahere la piena dellefior-
d'allontanare
giufte
derio di gloria
il
prurto
\fi
ci
prouoca
e
e ci
tormenta
f impoffible far l'occupar fuffifta^ perche il primo colpo non fi \L' Italia la fua Libert; i Principi la quiete i Collegati il frutto ^ \e la gloria y e chi dubita y che,fciolto il comun giogo 'vna 'volta^non che fot^ ne fottraggano anco i Genouefi per fempre^ In tali fenfi lStA^f.^^^^^* [f
quiftiy
,
nato pienamente concorfe, dichiarando neiraffarediZuccarcl-v/f/^'^^^ lo non voler prenderli parte^come cola fuori del concetto della' cardio.
Lega,
2 75
urne XXIV fpedendo
Jiwi;afcfa
DE L rFrrSTOj^lTVEN ETA
dairinterefle
contraria al bene ragioni ditale difrenfo,e diuertirne anco Tanimo del R, gli deftin per Am^^^^ ^^ ^^//rTJr bafciator'Eftraordinario Girolamo Friuli , Caualiere, che per #7^,<?m<://-|conuenne a Turino fermarfi, per la morte di Lorenzo Paruta quel Duca, Ambafciatore ordinario^ e perche, ini ;:IPP'^^^
d'Italia.
Lega , lontana
comune, anzi
m Francia le
Piemonte lendo il Coneftabile Dighieres calato con molta ^^" ^"^^ maggiore , la Corte di Carlo diuenne la Sede ma tre ^?"x^ ' ^ fmetiDu^^ s grane negotio. Dunque conuennero in Sufa il Duca co*
'
Tc'^f
:^/'-j^trc
Fighuoli, Se
il
[ze,evinteruenne
|te,che in
quefti acerrimamenluogo, eccetto che contra i Genouefi s' impiegaflerorArmijevolendofirifoluere guerra aperta, aiTentiua,che contra il Milanefe fi maneggiaffero . Ma i Francefi perfifteuano nel configlio di far la guerra, fenza rompere con ghSpagnuoh laPace,e Carlo, preuenuto davafte fperanz(i-^, non poteua d'alcuna ragione appagarfi ^ anzi, concitato contra la renitenza della Republica, cominci a dar luogo nel cuor fuo aqucidifgufti,chelo portarono pofcia a maggiori trapaffi. Tuttauia non volendo perall'hora, efiendofi molTe ne' Grifoni l'Armi, alienarfi dalla Republica, con feparare fcopertamenil
Friuli.
le prelenti
occorren-
ogn
altro
ne del Verno, finfero di rimettere anuouotempo le rifolurioni, e IVrodelfArmi. In effetto per il concerto fecretamente fi il Duca, d'inuadere nell'anno proffimo f<?r^rMi!|^'^bihtr la Corona, MdtKa.i Genoucfato,del quale lariuiera di Ponente reftando a Sudi Leuante alla Francia cedeua con la Citta fte/fa .^a'.w^^"^^^ <JiGenoua Sopra quefta pafs qualche contrafto per l'imporGen(,ueja-\ , to, tanza, e per Topuicnza ogn'vno amando d'aggregarla al fuo dominio 5 ma in fine Carlo receffe, tal'efiendo la cupidigia, che di queir imprefa teneua,che f bene raccrefcimento della potenza Francefe , e'I lafciarfi cingere da quafi tutte 1q_> parti non gli compieua, ad ogni modo Ibpra le proprie fperanze calculando fempre i difcgni, ii figuraua i reftar'arbitro dell'Italia con credenza, che i Francefi, d^gM acquifti
&
i\
ftan-
L
fi
R O
Q_V
N TO
277
ftancaQcro prefto^ almeno in breuc trafcuraflcro di con- MDCXXIV) Il Duca li*] feruarli. Per iftaccarlo da tali penfieri, gli proponeuano iMi- fngato da niftri Spagnuoli larghi partiti d conferir PArciuefcouato di gh Spagntiolt con Toledo di grand opulenza al Cardinal fuo Figliuolo, altri proferre, vantaggi con qualche fodisfattione ancora nella caufa diZuccarelJo. Ma egli tutto fprezzaua. li Feria 5 attento allemoffe le dif^rez Z4. a'penfieri deIDuca5fitrouaua raccolto vnfione' Grifoni 5 ritiflmo Efcrcito nelMilanefcjC la Republica, attorniata da tante Armi di quello Statole da non minori gelofie nelle parti ,del T4rolo,c nel Friuli, fempre pi fi muniua. Tra* moiri Cojmandanri dell'Armi, che conduffe al fiiofoldo^ fiil principale
j
&
&
Hennco.Conte della Torre5famofo inftigatore della Ribellion 'i'^ ^^r-* de' Bohemi. Accrebbe ancora le forze del Mare, armando inv^^^/rj^i Dalmatia cftraordinari^ Galee, &era appunto accaduto, d^itn^r^,
tredici Galeotte di Barberia, inoltrate fino nel Canale di Cat-'i"'.^-/^'-*'^''i taro, con la conniuenza de' Comandanti Turchi diCaftelnuo- y^^/^"'^*!
|Uo,afalito di notte Perafto, e porto a facco, haueffero dato'V^V'^^ipretefto a ventitr Galee di Spagna, per infeguirle,d'auanzarfi ''*^^''^'^
a Raguii; onde, per reprimere gli vni, e gli altri, Antonio Pi-j^,^/'^' lanijProueditoredeirArmatajvnitala celeremente, fi trasfer rU ^"^'^^^^ in quell'acque. Ma gh Spagnuoli partendo, e con vguale cele-' rit fuggendo i Corfari, inferirono quefti qualche danno ^g^ ^Z%a i iero , in pafando , all'lfole del Teacchi , e dt] Zante, fot- '4^'^^' /^ trahendofi al meritato caftigo , che con pi fegnalata \'^'*'"'y vendetta ad altro tempo fu differito . In quel 'w.a"'i ^' ^i^uy^i mentre quattro Fufte de' Corfari di San'^' ra Maura , cadute in mano dello ftef^J.'''.
j
'
'
fo Proueditore dell'
Armata,
"^'''
pagarono
il
fio delle_
HISTO-
278
HISTORIA DELLA
REPVBLICA VENETA
DI B
lena per conferuare gli acquifti . Gli Efuli Reggimento del Salice, pur del proprio Paemedefimo da pi parti calarono ,0 con laperitiade'fiti foprafacendo i pofti, guardati dalle Militie di Leopoldo, in pochi momenti occuparono con lieue contrafto lo Steichjil Ponte del Rheno , Maianfelt , la Chiufa di Partenx, e Flex^efcludendo dall'Alemagna i foccorfi. Non fi pu crecol calore del fe, nel tempo
^^^^^^^^S
^^
k}^P^^'^i^
^^^"^ diiiicultare
progrelli
molto pero
va--
dere, come al fubito raggio di libert refpiraflero i Popoli, che non rhaueuano,fi pu dire, conofciuta, che quando la videro opprefsa. Acclamando per ci alla Lega, come alla loro Redentione, prefero cuore quei delle dieci Diritture-
giogo di Leopoldo , AlFhora il Reggimento Franccfe del Signor d'Harcourt s'auanz nella Rhetia,e li fece la lena de ghSuizzeri, e de Gnibni, conforme al concerto. /Comandaua jI C oure a gucft'Armi coirnflifenza pe^ Venefcuctendo
il
tiani
LI
R O
SESTO.
M DC
XXIV
'tiani di
Luigi Valarcfso, Caiialiere, che, ritornando dairAmbafciaria d'Inghilterra jhcbbe ordine di fermarglifi apprefso.
Ambidiie fi portarono in Coir, per confortare, & animare rinuafionc della // Fert4% il gouerno 5 indi a Pofchiauojper difponere conferLiafsejCuraua poco nella Valtellina. Il Feria, purch la ^^^^^ ^^ pegnare in Rhctia le perdite di Leopoldo, ma ad ogni modo della Val-'^'fJ^^'^yf. le medcfimaal Bagni la difefa larciaua,per impegnar' il Pon-j/v^i/ P5 tcfice tanto pi a foftenerla. Se indurlo ad vnirfi in fine dlhV^fi^^' Spagna. Da contrari] penfieril Bagni (i trouaua agitato; perche dall Vn canto con tenuilTme forze non fapeua come re-fiflere alla piena, che imminente fcorgeua,e dall'altro, chiamando il Feria al foccorfo,derogaua alla neutralit, defiderata dal Sommo Pontefice, &acceleraua tra le due Corone la_> gufna. Procuraua d'aiutarfi coll'arte, minacciando i Collegati di confegnare i Forti al Gouernatore di Milano, f voiefsero con la forza tentarli . Ma non poteuano quefti , horamai ingrofsati di gente, pi oltre , n pur volendo, tra le balze della Rhctia fermarfi,fenza perdere ne' rigori del Verno, e Dunque con fei mila fanti, maprort^nella penuria del vitto FEfercito e trecento Cauilli ent'arono per la via diPofchiauo,douela ^'o^w^^ Valle pi anguila a^riua radico breuc,per riceuere dallo Stato delia Rjpublica viueri,roc;orfi, e Cannoni. Pontifici] all' hora abbandonarono i luoghi pm deboli, per poter ne' Forti pi lungamente refulere ; onde quello di Piantamala redo in^ potere de' Collegati, che lenza fermarfi, pafsarono a Tirano lui appunto il Bagni ( ritrouaua col Caualiere Robuftelli, vno de Primari] Artefici delle riuolutioni pafsate, e con ducente cinqu:nta foldati , oltre alcuni Valteilini, poco habili all'Armi, Tuttauia moftraua di volerli difendere pi col nome, e con lavenerationedeli'Ecclefiaitiche Infcgne, che col Preiidio; ria i Terrazzani, diffidando a cos deboli forze, e temendo la morte, e il facco dal furor de' Soldati, vfci- eh e rirerono per vn apertura della Muraglia, mentre il Gouernatore ^'^^t-i Iteneua ferrate le Porre ,3 capitolare la refa, che faccetta-j'J^"''''^^^* '*
.
jta
i
i
a condiiione di
non
intrcdiirui aPrefidio
Grifoni
nia_^
Francei. Il Bagni, con la fua Mihtia ritiratofi nel Caffello, mplorando dal Feria foccon, & al Coure chiedendo per
qual-
28o
MDCXXIV
DELL' HfSTORIA
VENETA
qualche giorno fofpGnfione d'Armi, defideraiia protrahereil tempo confperanza, che, mancando per refpiignacione l'artiglierie, e gli altri apparati, la ftagione, e'I fito lo difendcf-l le. Masricufata da Collegati ogniconditione, che rirardaffc^ i progrefli, ci, che gli vni crcdeiiano impoffibile, riufc facile agli altri j perche giunfero ki Cannoni nel Campo con mimer diGuaftatori, ogni altro requifito opportuno, in-
&
uiati
glife-
neui, e i dirupi j perche i Valtelhni haueuane da quella parte vcrfo Auriga tagliata la ftrada, ma tutto cedendo alla fatica, airinduftria fi videro torto, a forza di {braccia, collocati inaltifsimi, e quaii impraticabih fiti, da tquali battendo il Cartello, a pochi tiri lobligarono a cedere ^ j& il Bagni ad vfcirne a patti y in veneratione del Pontefice^ conceduti da Collegati con ogni forma di mihtare decoro* {Milk Fanti del Feria con qualche Caualleria marchiauano all' jhora in loccorfo^ mj, intefa ladeditione, s'arreftarono a Sonjdrio, anzi, efclufi dal Gouernatore del Cartello, e nonrtiman-l
ce paffaretr
&
Terra ficuri, vfcirono dalla Valle In Rina, in Chia-i jnena/introduilero tuttauia daghSpagnuoli i Preldij^e vi fi) jfortincarono con grande celerit, mentre a Sondrio a opunto 's'auanzauano i Collegati, La Terra alla prin>a comnarfa fi .. .. nor^no.. ^'^nde a patti medelimi, e iiaucuano ottenuto quei di Tirano, jina con forte differente il Cartello, che volle forferire il CancriceuHJ^'^^^'>^^^ prefo d'ai-ilto , donata per la vita a quei pochi folueutre dati ( tutto il Prcfidio noneccedeua i cento cinquanta) che-r |^^'^7^.;Toprauanzarono al primo furore, e rimandata in legno m \k\r \l''''''' jma al Bagni l'Infegna. Morbegno, che come la Metropoli di tutta la Valle, non volendo attendere la forza, ioui mbafciatori, e fu accolta in protcttione dalla Lega, ai d efempioogn altro luogo cedette, reftando l'Armi de' Colle.doli nella
.
j
&
&
gati in breui giorni di tutta la Valtellina al portefib . Prouaua horainai qualche diminutioneTEfercito, pe'l compartimento] dtlLi Yd de'Prefidij, e per quei cafi, che porta feco la guerra; cnle fu h. rlfoluto a i^p^k comuni di leuare altri due Reggimentii ma non con rijdei potendo efeguirfi in momenti, v'inuiaronoiVenetianiadeifi^f/zw^cace inrtanza de'Minirtii Francefi due mila Fanti, e quattro
Va
Toni
i
r efano
.___
Com-
L IB
Compagnie
R O
SESTO.
proprie Militie. Perci
28/
gli
DCX XIV Au-l Mcantra i ftriiici contra di loro iniiehiuano acerrimamente, chiamando-! mentre feniaj clamano Il autori, e dellamofla d'armi, e de'progrefsi, Af4m gli iviiieri, 6^ altre prouifioni, che forniuano in grande abbon- ft aci. danza, non poteua penetrare, ne fufsiftere nella Valtellina T Armata. Publicamente fi difcorreua, che nello Stato loro farebbe da gli Auftriaci portata la guerra, per diuertire quella della Valtellina 5 e inquefto mentre, per isfogarein ogni par-
di Caualli delle
te idifgufti,
Conte Chefniler, Ambafciator di Ferdinando , Spagna a Leonardo Moro , che collo fteflb Carattere
il
vi rifiedeua
Antcceffori, Se egli flefbhaiieua fin' ftando nell'Anticamera del R, doue non s'ammettono , che gli Ambafciatori Reali, nacque tra lro grane rumore,poco ai;)preffo fopito con praticare reciprocamente la cortefia del faluto 5 fofpefa l'officiolit delle voci . Niente meno fi doleua il Pontefice, efclamando con grande vehemenza, che non foffero nfpettate le fue Militie, e l'Infegne; ancorch Collegati, glidimoftraffero la loro lunga patienza, i pregiudirij fofFerti, gl'inefeguiti trattati, i ripieghi rigittatij ma, f Vrbano da' Collegati oi%fo fi riputaua , gli Spagnuoli niente d lui contenti fi dimofrauano, parendo loro, che con fouerchia freddezza, sfogando folo in paiole, tolleraffeTinfulto inferito alle fue Iraegne. Ma egli, fempre pi deteftando 1 Configli del fuo Prede. effore, credeua iniialide le forze della Chiefa, per opponerfi a' Collegati, fofpetta teneua l'vnionecongliftef
i
tefice
an*
9ora,
d cui re,
fa
pure
fi
Spagnuoli , dall'arbitrio de' quali , rompendofi con l'altra parte, hauerebbe conuenuto dipendere.
fatta
la Sp'igna,
ANNO
Se
all'Italia
AI DC XXr.
meno
fta-
occhi d'Europa alleProuincie di Fiaq Ira r^'uoki, doue fi rapprefcntauano importanti fuccefsi da Efercitinu nero(fi, e Capitani eccellenti intorno forti, e fiimatifsime Piazze. LoSninola, a ninna cofa afpirando pi, chea ri/bbihre con im preia confpicua il decoro dcirArmi .e la riputationc del nome
gli
uano
che
282 MDCXXV che nella ritirata da Bergopzoom alquanto denigrata credeiia, fceltaBred, per imprefa, nelnicfe d'Agofto dell'anno decorfo Ihaueua cinta di ftrettiffimo afsedio conEfercito di trenta ^Mtioli fotmila foldati. Prima, in pi parti minacciando, haueua tenuta Br ed . to fofpefo rOranges 5 doue il colpo cadeffe, & il Conte Henrico di Bergh con Corpo difgiunto di Truppe Spagnuole diitraheua
alle parti del
DELL'HISTORIA VENETA
Rheno
di Miiitie infe-
ftaua lungo la Mofa. Per tanto Mauritio , nonfapendodou^.-^ guardarfi, ftaua attento per tutto, e, ben munite le Piazze importanti, coirEfercito fi teneua in ftato d'accorrere a quel-
Be^crmh:
che richiedefle foccorfo. Ma, quando vide lo Spinolafotto Bred trincerarfi , tocco dalPublico , e dal priuato interefle, per l'importanza del luogo, e per effer quello Patrimonio della Cafa d'Oranges, v'accorfe con follecito paflb, e s'accamp in quei contorni, inuiando foccorfi, che felicemente entrarono con Barche, prima che lo Spinola con Forti ferrafla,
ne
^^iU'io. la
linea, e chiudeffe il Fiume con ponti. Sta Bred nel!* jeftremit del Brabante , nonlungidalMare, e pocodlfcofta Ida Anuerfa. Dapoi chea gli Olandefi riufci d'occuparla di furto, la cuftodiuano con gran vigilanza per l'importanza.^ Idei fito, e per Feccelienza dell'Arte, che con ogni genere.^ d'inuentioni hfudato, per renderla forte. Ella in mezzo di Bergopzaom, e di San Gertrudemberg forma vna linea, poco meno che retta , con la quale , mantenendo vna parte del Brabante alle Prouincie vnite vbbidiente , cuopre ancora la^ Zelanda , e l'Olanda . E' in pianura di forma inuguale , ma^cinta, e coperta da tante Fortifcationi di fuori, che n l'Arte ha mancato all'ingegno , n Imgegnoalbifogno. Lfcorre ilMerch, picciolo Fiume, ma nauigabile^ per poco fuoI
ri
fuo nome , in vari; canali fi /carica, dou entra il Mare, pi tofto sbocca, la Schelda Preuide lo Spinola le difficult, quand' haueffe voluto vfare laforza , anzi dalla difefa difpolla , dalle fortite ince/Tanti dal nudella Citt
,
perdendo
il
Comandante,
ch'era
Giuftino di Naflliu, Fratello Spurio di Maoritio d'Oranges, .,^,^^,comprendeua i danni, che poteuariceuere. Cinto il Campo con eretta iF/^/;<^s//flfortiffimafiepediTrmcee,e diForti, non apphc a vinc erla,
1
^~
'
IhT
LIBRO ay N
I
T o.
28j
i
MDCXXIV che con la fame, ch'ognidifcfaabbatte^ediuoraleArmi. Non teneua Maurjtio pi , che dieci mila foldari, ma con quefti , mutando quartieri, tagh'aua le ffrade, inquietaua il Paefe, infidiaua i Conuogli; n gli mancaua rifolutione, e coraggio, per tentare coUaffalro delle linee vn generale foccorfo, fe5conofcendole troppo forti, e munite, non v'haueflero difentito gli Staiti, per non cfporre con numero tanto ineguale la difefa^l con 'comune ad euento azzardofo, e quafi a perdita certa Dunque f*^^^^,7 conueniua applicarfi all' arti medcfime, che praticaua il ^^' ^ggn'lo. mico, ftudiando d vincere la fame con la fame, &,impeden-,n. do i viueri al Campo, ridurre lo Spinola alla forte de gli alTe-l
.
,
con la prudenza di Capitano eccellente preue- che per 9 dtndo l bifogno, v'haueua ancora proueduto , con vn Corpo /^r<'''^^^' ^ volante f^xcndo fcortare cos grolfamente i Conuogli, che gli Olandefi, non ardiuano d'attaccarli, , attaccandoli, non poreuana rompere. Appunto, per afficurarne vno, s'era.^ indebolito grandemente il Preiidio della Cittadella d'Anuerfa. tefitata Mauritio, al quale la Fortuna rimproueraua di rado, di trafcuoccaioni , ne tent la forprel , e fcclta vn ofcuriflima rar notte, con alcuni Ponti, a tale effetto conftrutti, attrauers il Foflb , quantunque affai largo , & ergendo le Scale , che a capo di quelli ihuano in modo confitte, che, con alcune corde ^' r^/^YJf innalzauano facilmente, fuperaua horamai i rampari, quando njerru vna delle Scale medefime rouefciata fpra il fuo Ponte, percof- d'OiM^ f con tanto rumore, che, auuertite le fntinellc, e da quefte '^^'^''^^^^^^1 con qualche tiro le guardie, fu dato all'Armi dentro la Cina Uii/"/ndiali.
c?-,li,
*
Ma
i'
impaurite le Militie Olandefi, fi ritirarono, la 'g'^'i^era \e fciate alcune Machine addietro. Dunque, nonferuendo la for_ Francia. .' za, n riufcendo l'arte, la fperanza i\ conferuare la Piazza {\\' ciu^is riduceua a'ibccorfi, che con grand' inffanza follecitauano Iq_j ^ 5/^ ,ic-Prouincie vnitc dalle Corone d^ Inghilcerra , e di Francia. Que-j^7//TX' Ila, oltre i danari nel fuo trattato promeffi, non voleua in taV/frat^tone caufa pi auanri ingerirfi , ottenuto rintei.ro di trattenere vnai^^/^^ /^' \<Armt. gran parte della potenza Spagnuola in quel Paefe impegnata . Sofleneua in oltre la guerra in Italia, n mancauano dentro il Regno inquietezze, mentre il Soubize, preuedendo di lontano l'affedio della Koccela, inlligato da quelli, che amauadella.
Onde,
no dr"
, ,
D E Lj^j S TP
h Corona diiile
Porto
^aT^
-
occorrente, haui^T^. Val celli Reali e, bench il dilegno non riufcilTe, ad ogni modo con gran Tentimento del Re occupaua Y Ifole , alla Roccella vicine infeftau il Mare col corfo , e la Terra con gli sbarchi Per opporglifi , e reprimere il Rohan, che in Linguadoca, 6^ altroue machinaua
ftraniere
di Blauet d'alcuni
&
lolleuaticni
vn folto
il
ed fpinfero in
le
Ma l'Inghilterra
trouaua con
pareua, ch'eftinto feco [Glie il genio di quiete, mentre il Succeffore Carlo, altrettanto Vhghiiindco negli anni, quanto neldelderio di Gloria, e ne gli odij laSpagna, (icredeua, che con la Corona del Padre afsurX^'f^^"?^ ntin^.etn-\^^^^^ peniieri diuerli. S' applic egli fubito per Mare a vngran^/7(j;c?.[ de Armamento, col quale publicaua di tentare la Spagna me-^ .rW4.^/,.,defima, il Capo, e la Sede della fuagrande potenza, &vmgna tamente raccogheua vn'fifercito per confegnarlo al Mansfelt , afhnche nmettefle l'Efule Palatino ne gli Stati, al qual'effetta lottofcntta col Rdi Danimarca vna Lega, gli esborfaua danauega.^o.ZQciOQhQ, colF Oggetto mcdefimo portando rArmineirime collega taft (:^;z.'perio, lenza la rcftitutione del Palatino, e fenza la faputa rua_. ^^.m;^.r.;non accordaffe con Ferdinando la Pace. Ma Bred, di pi mefi atlediata, non poteua patitesi lungo concerto . Perci, perfo(tenerla , applicaua ilR Carlo a mezzi pi pronti , compiendogli ancora tenere le fbi zedi Spagna ne' Padi bafli occupate , affinch,
diqueiKinno morto
Marzo
R Giacomo,
&
dLcgno,
che
la
Ipingendoli nell'Iriiperio, atrrauerfar non potefse i\ principale- eh' era la reftitutione di Federico. Dunque, fperando
ptrfoccor
rer Brcc>J,
deltifepe
Francia covfpiraife nell'oggetto medefimo, deliber , che il MaiiSielt con buon numero di Fanteria Inglefe traghettafle \ Mare, f><: approdando a Cales, gli s'vnilTe TAlber/tat con due mila Cauaih, per congiungerfipoi tutti infiemeaUOrangeSjefoccorrer L-^ Piazza Ma tra l'inghiiterra , e la Francia s*e/3crimentaua
.
che,
ty nuotale
1
fperar.ie
terra.
.de/lWrjghil
\
lauoriti conuertiua in caufe d'odio i vincoli dell* affetto , Tra' Tuoi mfaufli defiini contarla in qucfti tempi l'Europa, chela dileidi-
He
nel fio re
ancora
fi
pu
,
dire
LIBRO SESTO.
[dire,
29$
anni, Principi di grande potenza, di gloria cupi- MDCXXV di, e d'interefTe contrari], in quefto folo di genio conformi, che lafciauanolafomma de gli affari alParbitrio de'Miniftri ^ perci con pari independenza dal Richelieu la Francia , k^ Spagna dall'Oliuares , e dal Bocchingam la Gran Brettagna fi
de
gli
direggeiiano , confondendo gli affetti con grinterefli, cospubiici, come priuati. Fra il Cardinale, el Bocchingam corre- G^re tra] Kichelieft uano aperti/Tme gare per caufe, quanto pi temerarie, tan- e Rocchir* ^^j^^,,,,,., to piuaflrufe, a' Popoli tocc ben preflo col fangue,e con gam^^dne Toro pagare i delirij di cosi principali Miniflri, Il Bocchin- -^'^'^^''^j'^^ gam, ftato in Francia a leuarc laSpofa di Carlo, pareua, K^xcr^fe^ nelle conuerfationi libere di quella Corte haueffe ofato fcoprire qualche Tua inclinatione verfo la Reina regnante, mentre nelle fteffe pafToni ardeua il Cardinale, pi toflofingcuadi ardere , con auerfione di lei , che con virt pari alla chiarezza delfangue fprezzaua vgualmente le vanit dellVno, abboriua gli artifitij dell' altro Sopra di che nate fattioni tra le Dame di Corte, non furono cos occulte , che non conue-
&
&
nilfe
il
ma
tra'
due
fa-
uoriti
fi
gareggiaua
nel proprio
di
potenza,
&
il
d'autorit preualendo , cagion ali Bocchingam molte mortifcationi , e difgufti . I/altro con la! ^cnifi' Reina Spofa non cos toflo a Londra fi ricondulTe, che, V^^^dlfclrdi oflentar non inferiore potere, mal trattandola, credeua di ven-ww.//^! dicarfi. La Religione Cattolica feruiua a preteflo , mentre la ^"'^'^^ ^"\ famiglia, condotta di Francia, conforme a' patti delMatrimor^'"^'^''.^^ nio l'ofseruaua . Onde proruppero a talfegno i difgnfti, che,^^5/.o/.vr'
del
Regno
-^^
alienati gli
animi degliSpofi, e turbati trleflefl Corone gli ^'^'^^''^ affetti , pareua, che la difcordia foffe ftata pronuba di quella VS7^^ nozze. Tutto ci a pregiuditio cedeua de g' intereffi dtlPii- frhe dne latino, e dell'Olanda, perche il Mansfelt, nel procinto, c'haue-jf''*^'^^^-^* u imbarcato l'EfercitoInglefe, dalla Francia negatogl' il Por-| 'lo p^e^ con to di Caes, e Tingrelfo nel Regno, conuenne approdar' in S'^y^'aio Olanda, dopo hauerfi tra' due Rnegotiato pi giorni. Ma! (iti alari no^e deli le Militie, ftandoin Vafcello, logorarono il tempo, e quafilo- Olanda. ro ftelfe, e nelpaffaggio da grane tempefta sbattute, afflitte da pio ggie, e da molti difagi, arriuarono cos diminuite, e lan'i
guenti
'
M DC
XXV
2S6
,
DELL'HISTORIA VENETA
chc
fi
oefiar guciiti
[tomalcci
d a'pai
timenti
'foccor/per
Bred
trou niinorc del bifogno , e della fama il fccr^ alla voce dello sbarco Miniftri Spagnuoli commoffi, effendolo Spinola rifoluto <^\ non diftaccarfi dalla Piazza , horamai ridotta a gli eftremi, raccolfero in momenti con pompa di gran potenza altr' Efercito di trentamila huomini a piedi, otto mila a Cauallo delle Militie del Paefe , interzate con alcune pi veterane, eftratte da'Prefidij, col quale, ' e col foccorfo infieme, di li mila fanti, e due mila Cauaili
fo.
Ad
ogni
modo,
&
voleuano tener la Campagna, attrauerfare il caminojimpedir il foccorfo, la diuerfione , che dalF Oranges, e dal Mansfelc fi tenta/Te. Tutto cib eccedeua il bifogno^ perche, non trouandofi gli Olandefi, il Mansfck con forze habili, per tentare cofa alcuna di grande, conueniua cedere, ^^ ma per cadere la Piazza. A^tro improuifo accidente difterie fconuolla none fe ogni tentatiuo degli Stati, e fu la morte del Principe Mau/ Or?tges rino d' Oranges, di chiarilfimo grido, che, dopo il Padre, nel fconuotgcomando X queir Armi, ancor giouanetto oppoftofi al pi dofi i'^mi eccellente Capitano d' Europa, qual' era Ale(fandro Farnef , |Duca di Parma, riufc nell'arte d' efpugnare, e difendere con mRa c/'pari valor', e prudenza il pi celebre guerriero del fecolo . In
fpintoui dal Till,
&
'
dtremone tutte le
Yrateio.
carichc fubintr
il
Fratello
Federico Enrico
Principe,
ha tenuto luogo precipuo, anzi forf riguarda la qualit dell' imprefe, ma_. certamente inferiore nel merito j perche gli toccarono di quella iRepublica i tempi pii profperi, e la Fortuna ^\ adulta. Ma,
"^^^^^ pcritia
^^^
miUitare
fi
|fupcriore al defonto, f
vtaTL
^"^^li^^que fortiffc
r effetto,
fu la
u rendeft ^^^^'^^^ i" qucl procinto , chc finaimte languente Brcda , apparendo
di none mefi daffedio foccorfo, a' cinque di Giugno ^^ ^^"^A ^ ^onoreuoli patti Durante quel tempo multiplici era^ZTcl'i legatemh "^ ft^ti fucccffi della gucrra iu Italia, &i negotiatidi Pace. La ^^^^^^^^"^ all'armi della Lega obbediua, m?. xcim^no le due 'ima''^''^' ^PPf"<^ici di Bormio, e d Chiauena, alle quali nei principia frlfieguono co ce- dell'anno s'applicarono i Collegati. quello prccorf il Si-
dopo pi
non
Lande, econfeguitarono il Coure, Se il Valareffo , TvllT i^"^^ '*''' occupando il Forte di Chioppina abbandonato, e la Terra Ikf d' la di Bormio. Ma nel Forte riduttofi Gomn Battilb Cauti ,Afcoli, chepe 1 Po ntefice vicomandaua,conofcendo per man^^^^^
canza
LIBROSESTO.
canz.a d'acqua i
non poter
foftenerlo
duto il Cannone > e qualche tiro fofFerto. Vfcirono trecento quaranta foldati 5 e con giuramento di non portare per Io fpatio i fei mefi coner i Collegati le rm5*''ffirono introdotti a prcfidio i Valefiani fotto lo fteflb Signor della Lande, cha-
da
Pontefici^
gli
Spa-
gnuoli 5 ritirandofi nel Cartello con alcuni foldati del Ponte, lafciarono al Signor d*Harcourt in abbandono la Terra 5 con fperanza neli'afpreiza della Ragione, e de'fiti difoftenerfi per qualche tempo 5 ma, contra la loro attentione^ vedendo comparire due Cannoni, trafportati per la Montagna, detta Bernina, con immenfa fatica, fi renderono anch' effi . Con la profperit dell'Armi progrediua di paffo pan ne' Grifoni la facilit del
e d^ili
negotio
Comu- ^i'^s^^*
furono
alleanze
trattati di
Aufl:riaci,|
e l'antiche 'n^>;^<j^
conia Francia, e colFHeluetia redintegrate al pri-' ^'^^* mo decoro. Il Pontefice, con ogni ftudio procurando di k^'-uettaja mar l'Armi, haueua inaiato in Francia Bernardino Nari, Ca- Francia . ualiere, accioche infieme con Monfignore Spada, Nuntio
ordinario, portaife a quella Corte dell' inualione della Valcentra il rifpetto douuto alle fue Infegne efficaci doglianze, chiedeffe la reltitutione de' Forti, Sr fine , no a^ iTpafjl% conofccndo tacile confegun'la, apriffe qualche ftrada al nego- <5^^^/'f^^ '^ tio. Con rammentare le cofe paffate, non mancaua la Fran* ^^'^^'^-^' eia di giuftificareF Arm.i,& inricme,per contraporre i van-j taggi, che la Spagna, affine di cattiuare l'animo del Pontefice, eshibiua a' di lui conginti , proponeua il Matrimonio Jc^ro^^''^ di Madamigella di Rieux, che feco portauala pi ricca Do- W*/^*^* te di Francia, con vn de'Nepoti, inieme tutte le forze f^f^* ^^ del F^e^^no, perche, effendo (per l'et grane del Duca) i"^ propne. feudo d'Vrbino in procinto di ricadere alla Chiefa, poteffe^^^'fw^'^s'
tellina
&
vno de'medefimi inueftirne, e mantenerlo poifelfo. Per V ^'J' et giouaniie degli fteffi Nepoti il pefo degli affari all' hora^^' fi foiTcneua da! Cardinale Magalotti, loro itretto congiunto, al quale d'amcndue le Corone s'indirizzauano le propofte, e
g' inaiti,
^'"'
*
comodi
cora
an-
288
M
r>c
DELUHISTORIA VENETA
Non
era dubbio
,
yxv
Barberini non inchinaffero , che i di Spagna, e particolarmente al Matrimopi tofto a quelle nio della Stigliana, credutopi confacente alla loro Fortuna
Cora
\ndaSfa-
mentre per lo Stato d'Vrbino oftauano tante Bolle, e cenfure de'Predeceflbri, che prohibifcono alienare i feudi deuoluti alla Chiefa, che comprendeuanofopraftar loro, quanvolefle Vrbano sforzarle, Tinuidia di molti, e Y odio implacabile di chi fuccedefle nella Sqq Romana , Faceua il Pontefice qualche Armamento, lafciando correr fama di leuare
do
a dieci mila foldati , quattro mila fotto il nome di Tadil reftante fotto la direttione di Federideo, fuo Nipote, to, Duca Swiuelli, e del Principe di Paleftrina, ch'era all'hoSpinfe in oltre alcune Militie a Ferrara di Cafa Colonna ihe fpnin Polefenc qualJ/z^ff/i"-'!? <^t>ligando anco i Venetiani a tenerne _ ^foldattj .T7. che aY'^r- .^j^^ corpo . Con quefto fi perfuadeua ai decorare il marara neggio del negotio, e la fua mediatione, per la quale fcefe il proprio Nipote Francefco , Cardinale Barberino , dichia(iefinan. randolo Legato Latere, ancorch d'era immatura, con Taffin
&
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Cani
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Cardintt
per di Prelati infigni, e prcuetti. N baft a diuertirlo, per effer' ancora crudo il negotio, & indigefto il trattato , il venirgli vaticinato da molti efito difuguale al!a_> a' fuoi defiderij , perche preualfc la pafdignit del Nipote ,
&
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7 Lago di
\Chiaiiena
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fione del Cardinale d'oftentarfi alle Corti pi cofpic u d'Europa, e d'impiegarfi in affare ditant'iniportaiza. Perifpianargh la ftrada infinuaua Vrbano a Collegati fofperiione d* Armi; ma la ricufanano per Tefperienza de' pregiuditij nele per la profperit , che prouauanp le diationi ^ corfe nella guerra, non reftando pi, che fuperare, f non h llia, pollo creduto ignobile, ma riufcito famofo,' perche, incautamente lafciato per vltima imprefa, fu il primo, chQ ne fermaife il progrelfo L' Adda , doue sbocca , ilagnando faringe con alcune Paludi le fauci del Lago i Como, in tal modo, che ne fepara vn altro picciolo, e d'angu/l^nmio giro che di Chiauena vien detto , Come termina al primo la V^ alle f& alla fmiftra del Fiume dentro la giuridittione d Milano It il Forte Fuentes in fito, mediocremente eleuato)cosi a queft' altro il Contado di Chiauena s'affaccia con yn apia,
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LIBRO SESTO.
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27^
DC
Como
Dirimpetto s'eftende il Territorio M s' innalzano Monti da tutte le parti con gran diru.
Per vnire il Contado alla Valle , la via della Montagna^ e iTendo troppo erta, s' emende vnaftrada, lungo il Lago intagliata nel Saffo , che fi chiama Corbeio . Quefta principiaua alla Riua, che prefoilnome daJmedefimovfo, a che ferue , none altro, che vn coperto fui' orlo dell'acqua per comodo a paffagieri , e cuftodia alle merci , che tranfitano per quel luogo. Qualche veftigio pi tolto, che figura d'angufto Cartello in fito eminente ^ nel refto tra la Valtellina e la Riua_>
,
altri fiti pi ftanno alcuni villaggi, come Campo, e Nou, alti, che non farebbero flati mai conofciuti, f in quello cimento di potentiflmi Principi, in vn angolo tanto riftretto non hauefle feruito ogni dirupo a vn attacco, e quafi ad vna fattione ogni palmo di terra, Inquefto poflodiRiua, guardato da quindici foldati del Pontefice convn Comandante, trattenuti per apparenza , e quafi a forza dalGouernatore di Milano, s'introduffero gliSpagnuoli,e ne' Villaggi vicini in numero di quattro mila con due Compagnie diCaualli, fbtto'l comando del Conte Giouanni Serbellone; &, allargatolo con molte trincete lo cuflodiuano , come vn depofito delle loro fperanze , per recuperar' il perduto . Ne veramente poteua effere pi opportuno ali* intento, tenendo il piede nel Contado diChiauena , effendo dalla forza, e da' fiti difefo , haueua il foccorfb pronto alle fpalle per va del Lago,dominato con numero grande di Barche . Tentarono 1 Collegati di fcacciarne,fe ben tardi il nemico, e rimeffa la fbada del faffo diroccata da gli Spa-
&
&
gnuoh, affalirono,
fiante a quella di
&
ottocento foldati, che, feruendofi pertrincea i certe muraglie, co*mofchetti berfagliauanogliaffalitori Due mila cinquecento fanti , con alcuni Caualli , erano flati fcelti all'attacco, rcflando l'Efercito fchierato in non molta diftanza. Dopo le prime faine con ifcambieuole danno s'auan[zarono talmente IcMriilitie de' Collegati, chele Genti Albanesi, con agilit, fuperate le fleffe muraglie, obligaicno f^ Spagnuoli advfcir da quei ripari, &c a ritirarfi ancora dalla
.
:
fto, alloggiandoui
TerraT
290
I
DELUHISTORIA VENETA
MDCXXV Terra. Ma, verfoRiua marchiando, incontrati mille fanti reciprc'che veniuano in loro foccorfo , prefo coraggio riuoltarono tutcatidofi {'Vantaggi ti infieme camino, e cosiatempo, che rientrati nella Terra_, fra 'due E improuifi, mentre quei della Legaj- fianchi, fparfi, ad alJsrCni e tro penfauano, che ad afpettar* il Nemico, gP indufTero ad abbandonarla con fuga , che non pot effer trattenuta da gli Squadroni, lafciati pi addietro. Gli Spagnuoli per, per nondiftraherfi in tante parti, la notte l'abbandonarono , reftando fenza maggior contralto da* Collegati occupata, e munita... Il Capitano Ruinelli, con quattrocento fanti inuiato di notte, per occupare la Montagnuola , fito, che fopraf quello diRiua, e potcua grandemente infeftarlo, la trou preuenuta da groffe guardie Spagnuole , e fortilicata con molti lauori Per kuare alla Riua ftefla i foccorfi, fenza di che fi conofceua^ efpugnarla, applicauano i Collegati a difficile ftringerla, vari) ripieghi.. Vennero da Vcnetia Maeftri, per fabricar legni fopra il Lago medefimo, e contendane a' Nemici ilpofFu riToluto ancora di piantare vn Forte fopra il Canale, efFo che diuide i due Laghi ma fcropulofamente il Coure non Ti cfegui, trouando quel fito appartener' a Milano, dentro i ConAnco fini del quale non haueua facolt d'auanzare le Armi , che di l dalla Mera haueua occupato l'Archetto, l'Harcourt pofto pure su 'ILago, conuenne laiciarlo, perche rinforzata la Riua con tre mila Alemanni della condotta delPapenhaim, daua apprenfione aChiauena, dalla quale seranoriuocatidal Coure i Reggimenti del Salice, e di Berna > per munire alla bocca della Valtellina i pofti . Coder, luogo picciolo, ma
f
.
&
che faciliraua conChiauena il commercio, e"! foccorfo, da* Collegati col pettardo fu prefo . Ma gli Spagnuoli , affai inuiterefiardo a Igoriti, efiendeuano gh alloggi, e le Trincere a Nona, fi viger Colico, minacciando di rientrar nella Valle, mentre FE/rc-
Spa-
&
to della Lega indebolito fi trouaua, e bench fi Icuaffero alItri tre mila Grifoni , ad ogni modo quella natione non penfanmentre lenqutliod'IV 'do, che a godere lo Stato prefente, s' vnina con moka yp.OKe fpe tezza, e, come gente nuoua, non poteua feruir con gran frutdi Ice rtn-
forzi nella
to.
I
Cal
di
Francia
il
Reggimento
di
Normandia
dimillc-^,
Ft^Ue,
altri
t
I
LIBRO SESTO.
ipi
MCCXXV] cento Caualli cfped nella Valle. Appariua certamente la potenza delia Corona Spagnuola, imperoche, oltre T Armat^-^ Nauali, e i floridiffimi Eferciti, che militauano altroue, il Feria tcneua nel Milancfe quaranta mila huomini a piedi, e quatI Duchi d Parma , Modona, e Vrbino hatro mila a Cauallo ueuano inuiati i terzi, &: i Cantoni Cattolici dell' Heluetia , non oftante ogn olJtio incontrario de' Collegati, accordata aperto il paffo a tutti iena dilette mila della loro natione, quelli, che d'oltre Monti concorreffero in feruitio del Milanefc. Altro numero grande di militie fi raccoglieua in pi parancorch ti, e principalmente nelle Prouincie Auilriache a Venetiani [dagli Ali vicine, per cruciarli pi viuamentecon gdoCic, Ad ogni mo- ^(fnaci e OH do, f bene verfriuano quefti in grandi anguftie, e perplefir grandi af parecchi $' col maggior pefo della guerra della Valtellina , Se con iediffiin^tloftfc9 cult, ch'incontrauano elFendo altroue diftratta la Francia, e noi Fette ti Io Stato loro cinto da fofpetti, da minaccio, e da armi, non vollero recedere dallVnicne colR Lodouico, ancorch dalla
.
&
Spagna
allettati con,,
I
lamiflfione di Chriftoforo
Beneuento diBenauides, Ambafcia- che non fi \dtfctolgO' tor'a Venetia, anzi da Ferdinando, DucadiMantoua, cho-^, no dalla Suggerito da gli Spagnuoli^, fi port efpreHamente in quella granita iutttoshe offerte, feadheCitt, inuitati con pieniflmi vantaggi, dailtfi"
&
'
rirevolcfero al partito degli Auftriaci. Veramente la fortuna a tal colmo di riputatione, e di gloria haueua condotto anche Celare, che parte col timore, parte coIl'Efercito aqquartierato in diuerfe Prouincie dell'Imperio, teiieua opprcflfi., i Nemici. Solo il R di Daquieti quafi tutti gh Emuli, nimarca col fomento dell'oro, che gli contribiii F Inghilterra, e di qualche fomma 3 che pi cautamente la Francia gli
gnuoltUMi
tatt
t
&
diede, moftraua rifentimento , alTunto il titolo di Generale^ Cefare dif della Baffa SafTonia, che con molto difpiacere di Ferdinando gHJiafipe'i quel Circolo gli conferi. Procedeva per anche il R coti^ Cenerata. qualche rifpetto, &, efpedite prima a Ferdinando Amba- o del Circo hi "ifffiH, fciate, tentaua il perdono, e la reftitutione di Federico. ro d.?t S
'
Ma
negotio corrifpondendo cclFArmi, fpinf per frenarlo ilTilli a quella volta, per dir'anco fomen
rimperatore,
xil
dt
T)am
j
mAfC^t
d'
Ofnabrug
2
in fog-
getto
92
d ell'hiTtori a ve neta-"
getto Cattolico, che pur riulci, non oftante, che la difcordia di quel Capitolo haueffe a' Proteftanti data grand'apertura di confeguirlo* Indi al Vefer s'auanx queir Armata,. per impedir' i pafT, e preoccupar quelle riue, attendendo, che Alberto di Valftain , fotto il quale haueua Ferdinando raccolto, quafi in momenti, nuouo Efercito di venti mila^ foldati , andaffe ad vnirfi. Ma egli, in paffando, battuto il
Luneburg, che procur in certi paffi angufti di trattenerlo, port le fue Armi con gran progreffine' Vefcouati
di
d* Alberftat
.
Duca
ripofit il
occupati haueua afTediato Stienburg , diede appreffo Hanouer battaglia a vn groffo di gente de' Proteftanti medefimi , e ne riport infigne vittoria , di edi reftando morti su '1 Campo il Duca di Saflbnia, rAltemburg,e l'Obentraut, che a Dani-
Magdemburg & Halla gii da* Proteftanti Con quefto calore anco il Till , che vanamente
, , ,
Priraogefiitu
nella
d'
Corona
Fngheria.
marca feruiu;! di General de' Caualli. Da tante profperit folleuato Ferdinando , a gran cofe afpiraua , e fatto in Vngheria proclamare, per Succeflbre, Ferdinando rnefto,fuo maggiore Figliuolo, riformaua la Religione negli Stati hreditarij
fenza neffun contrafto,refo a tutti formidabile, in particoper la vicinanza, a' Venctiani tremendo , a cumulo dell' apprenfioni de'quaH s'aggiungeua la Pace , confermata da Cefare col mez:z,o del Bafs di Buda, per altri dieci anni, con la Porca Ottomana, che, f bene a fuggeftione del Gabori Principali Miniftri moftrauano in Conftantinopoli di non voler' approuarla, perche il vecchio trattato, conchiufo in tempo, che queirimperio ftaua nelle guerre d'Afia inuolto, contenelfe pregiuditij , e indecoro, ad ogni modo, fohti ne' pi grani negotij , mercatando il guadagno, pi che la gloria , fufcitare difficult,per lafciarle vincere dall' intereife, la ratificarono ben
lare
,
&
ratifica^
iaVace cZ
gli-
Otto-
man
fimi
con-
fermata.
prefto. Nel tempo medefimo,fe bene con forte diuerfa,ef' Ipediti a Conftantinopoh dal Vice P^ di Napoli GiouanBattiita Montalbano, vn Frate, proponeuano di conchiudere tra gh Spagnuoli, &: i Turchi vna tregua, obiigandofi difrejnare le fcorrerie de'Cofacchi in A4ar nero, promoffe in gran Iparte a folheuo della Polonia col danaro di Spagna, e d'initerporfi per la Pace, tra la Porca, e i Perfani. Ma il Cai-;
&
mecan
LIBRO SESTO.
mccan, che
all'hora direggeua gli affari,
tofofle odiofo a' Sudditi dell' Imperio medefimo tale progetngttt anto lo rigett, licentiando chi l'haucuaeshibito. Noiitene- d le eshiuaVorfe in qiiefto trattato l'vltimo luogo tra penfieri de' Mi- hitiom deniftriSpagnuoli quello d'ingeloiire la Republica, e fufcitarc gu Sm i Turchi all'incontro ,itTi- s^*?'* diffidenza tra lei, e la Porta.
Ma
merfi nella guerra di Perfia, credeuano, che non compiefle loro alienarla con inoportuni Ibfpetti . Perci fecero dal Bafs di Buda inuiarc aVenctia vnSangiacco, il quale fotto colore di partecipare la quiete, in Vngheria inabilita, eshibi, in teftimonio d' amicitia, venti mila Soldati, che fotto i proprij
G^' offeren
do
(q Ida; e
che a Ve A
netian
Bafs condurre a' Confini, doue accolti prefterebbero a Rapprefentanti Veneti la douuta obbedienza. Ma, glifteffi doni de' Barbari eifendo infidiofi, la Republica, gradita per complimento V offerta, non Faccett, folo godendo di qualche modo, che a* Confini permifero i Miniflri Turchefchi di racco gliere alcune Militie Albanefi lui in altre Prouincie oltramarine fece numerofe lcuatc,&: an-
Capi a fpefe
di
hi firebbe
il
daejfino
ricmmt'^
&
co maggiori
pafli della
di l da'
Monti con
la facilit,
che rendeuano
Rhetia, il poffeifo della ValtelHna ; Afcendcua^^^^^^^^y^J il fuoi Efercito a pi di venti mila Fanti, e tre milaCaualli , Uue KeU\ di gente ftraniera , i quali poteua, rinforzando nell'occorren- ^^^^^*^\ zeiPrefidij con paefani, per la maggior parte fai gli vfcir'in Campagna. Perci, fianca delle gelofe , e preferendo la ven-jV^^-; ^'^'"'^^, detta al fofpetto, defideraua con qualche grand' imprefa con-j ^
i
&
guerra.
uertir la difefa in profitti, e por fine alle velfationi, e alla_^i Dunque in Francia, riuolgendo le premure, e S^^of- jf^^^^^/^J fitij, follecitaua, che, portandof nel Mila nefe l'Armi, fi pre- tiA^u^ne, uenilfero i danni, a refpiro comune, a gloria de' Collega- IjU^ran
,
&
ti
i
confiderando
,
Con
^n
fot
,
col-po
pr femore
/'
(iahilirj
Grifo-
eia,
Ini, a/jtcumrji la
fte
i
ValtcUina
fottrarft
s
Italia, rcdimerft
k felo,
aifpenatj
/'
le
il
decoro della
noueji
Nat ione
ma
ItaUa,
-con
-j^otenza riuale
confeguir
ragione /opra
pih d'^vna <volta occupato appunto conle for'"'-'" --''''' ze 'vnite della Republica dai fuoi genercft AntenatChe altro
e
,
arre-
294
M DC
XXV
DELL'HISTORIA VENETA
/'
che , aggiunti a' h'n^Jm danr mentre afftcurati jcI Milanefi gli Spaghuoliy lafcicrehhefi loro nii il modo di [fngere nelU Valtellina le forze di fremere [opra il Collo anco de Cenonefi maggiormente ilgiogo aW Italia y e de* loro danari^ delle Militie, e dell' Armate a proprtj vantaggi ^alerft i Sauoiardi da* loro Niente giou, per rimuouere i Francefi ,
arre ce ^r e
,
,
&
concerti, ancorch dfTmulandoiijtencaiTero d'impegnare iVethiinfie^ me con Sa ncti^ni foIi a rompcr con Spagna , perche5promofra vna diiierMia finge {{q^iq nel Milancfc 5 fpcrauano, che, u occupate lefor^e, noa j!>/T//''''jrefta(rero tanto valide , e fciolte , per accorrere all'aiuto de' Cei Miniftri Franccfi in Turiim^efa. Inoucfi. Dunquc, fingendo Carlo, ne d'adherire a' fenfi della Republica 5 la ricercarono d'inuader* ilMlanefe concerta promefTa^che a gli auuifi della rottura, fa-
&
rebbe il Ducalo ftQ'So^ & il Dighieres con le forze della Corona preilerebbefomento^e adiitenze . Ma5penetrata la finezza delartifitio, deludendo ilSenatoconpari auuedimento penfieri, offer d entrare nel Milanefe/ubito che da' Collegati fapefle efferfi dentro quei Confini portate le Armi . Mentre di opinioni, e d'ingegno tra' Collegati fi contendeua appreflandofi la ftagicnc d muouere l'Armi , il trattato di Sufa conueniua venir'al-, in fine al Friuli in Turino ilBuglion lo partici n con ^7^'^^'/| la luce, /o/f^i/.j grandi fperanze, che,preftocon la forza, e coi'intelligenzej fojittotii jfoggettati Genouefi, reftercbbe tempo opportuno d'alfalire ir.^^lil ^^lanefe con maggiori vantaggi. Ricus di nuouo il Sedtffappro.\ii2iio d'approuarc il ciifegno,e per non prendcrfene parte, n uaieduVe ^^j.^ coll' apparenza , col nome, ordin al Friuli medefimo nttiam. di non entrare nel Gcnouefato col Duca, ma di fermarli a
i
.
&
jConfini. In mezzo di si ardui negoti) foccomb alpefodegli e delle cure Francefco Contarini , Doge, che con-, VrZ!cef ol^^^T^ Cota^rmt molte, mfigni virt haueuafoftenuto il Principato, ancorche per breuilhmo tempo , e gli fuccedette Giouanni Corgiunto al colmo ddh diettiftiC' naroj Procu'atr^re di San Marco, gnit della Patria^ fenz'hauerne ambito alcuna, e riguardeuatihi Cor uole non tanto'per le ricchezze, e per io /plcndore di confpicua Famiglia, eh e per la propria bt^nt^fotto la di cuifcor,
&
A.
ta, con immutabil'.: ten^^re non intermettendo gli efercitH di piet nelle cure Ciuili, haUwU_aajnctotta la vita tra le virtj
~
degne
29$ I MDCXXV degne del Cielo 5 e tra le funtioni , doimte alla Patria. Ma_, In Piemonte dalla Piazza d'Armi, ch'era in Adi ^ fi moffc
I
R O
SESTO.
mifperanla foldati, la maggior parte Francefi, concorl alle zc di ricca, e certi/l^ma preda. Il Dighieres nella decrepit l'ombra dell'anfi foileneua con gran viuacit difpirito, fotto in decoro. Il Duca, gonfio di vanit, compariua_* tica fama,
nel
Mefe
di
Marzo
l'Efercito
che confifteua
in trenta
cefi
vnite
alle
SanCt
iardtm
nclI'Efercito
di vederfi
vna
volta iilradato a grandi, e ficurifsimi acquifti, e col fuppofto incremento de gli Stati horamai meditaua d'ornare lafuacanitie con titoli Rcgij, e Corone. Doue per poco tratto paflaro-
no
Monferrato, San Damiano, Nizzadella paglia,& Aqui conuennero aprire le Porte, in quefta reftando, a guardia del magazzeno di guerra, che vi li ftabili, rinforzato il prefidio . Il Duca di Mantoua grauemente fi qucrelaua, c'hauefle TEfercito nonfolo prefo il pafib, ma occupato quel pofto, e temeua ifohti penfieri di Carlo, e non diflimili inftanze del Gouernatore di Milano attendeua, con dubbio, che il fuo Stato doueffc feruir finalmente al cimento, almeno all'alloggio delle Militie d'amendue le Corone. Mi Frani
ma in
MonferrA
con in do.
gltenz^aJi
nece/litdel tranfito, e promeQa, celiato il bifogno, la reftitutione di tutto, pafTarono oltre. I Gcnouefi , non auuezzi di lungo tempo agH accidenti, e a'trauagli dell' Armi, e perduti d'animo ad attacco cosi potente, moftrauano fiacchifsima refiftenza. Lo Stato era aperto, la Citt con debolifsime Mura, e le bene intorno alcuni luoghi alzarono trincere, ad ogni modo erano fiacche, e malamente guardate; le loro mihtie, per lo pi paefane, auuezze allotio, riufciuano ignare alladilciplina, impatienti delle fatiche, timide
cefi, fcufata la
fiaccamen
te cantrafi ite
dt'
'
Cenottefi
a'rifchi.
Dal Pontefice implorauano fufsidij, e da' Minillri Spagnuoli; maTvno non applicaua, che conforti, e cone gli altri interponeuano dilation^^; perche del Milanef temendo, volcuano prima ofleruare la piega de' penfieri , e la
chetntt^ ^ noimplo a no
rrni
faune,
|figli,
dai
Ptefce e
marchia deirArmJ,e teneuano oggetto Ai lafciarli anguftiare da maggiori bifogni, mentre, non potendo d'altroue fperarefoccorib, conueni uano nonfolo, per nmouere le forze\^pa?s nuo-
na.
'_
T~T~^^^ le7
^96
M De XXV
le,
DELL'HIS T ORIA
VENETA
.
onde
rifol
ftono /a fo-
la difeUdi
Ccnotta
'
::cyadi tut
i^ lo Ss aio.
profondere rorojinafoggettarfi a qualunque pi duro parPertant05abtito , che loro volefle quella Corona preicriuere d animo per la diflcult de' configli, e per Tinfelicit de' battuti fucceffi deliberarono, abbandonato lo Stato, difolaGenoua ordinarono , che da Sauona , e da altri luofoftener la difefa , ghi celeremente fi ritiralfero le artiglierie , le munitioni, e i prefidij , ma prefto , da miglior lume di prudenza ammoniti, particolarmente da' configli di Giouanni Girolamo Doria , che dimoftr nonv'effere peggiore configHo;, che cedere di volont, per dubbio di perdere a forza, contramandate le commiffioni, applicarono generofamente, colfoftenimento di Sauona, e del
&
propria difefa Gi fi fLiceuano fentir' i Francefi, penetrati nelf anguftie de' Monti per dueftrade in quella parte,
^eiio
,
alla
Francc'X
f^KfO pTO-
doue verfo'l Tortonefe il Genouefato maggiormente s'allarga. Al Dighieres Noni firef,vfcito il Sindico incontro a portargli le chiaui . Il Duca , occupato il Caftello d'Ouada con poco
Gontrafto, e per cambino rotte cinque Compagnie Napoletane, che da Tortona erano inuiate in foccorfo dVn d quei polli , s'auanz a Roffiglione, ch' vno de' pafl,e delle due-> ftrade (l'altra elfendo diGaui)che portano a Genoua,&: al Mare,elo trou abbandonato da due mila fonti del PaefejChe i danari, che lafciarono in preda a' nemici le prouifioni, feruire doueuano a loro alimento , e ftipendio. La Terra d Campo cede parimente 5 onde il Duca, per la felicit di tali fucceffi faftofo, follecitaua 1 Francefi ad aceelerai-e la marchia, per accoftarfi a Genoua, che ancora quali Iprouiftaje da gheuenti finiftri grandemente turbata pareoa efpofta alla preda , offerendo il frutto deirintelhgenze e di tante moff^--j ma i concerti con alcuni de' Cittadini appunto recarono in tale procinto dalgouerno fcoperti, penetratofi, che ma e hinauano alcuni a' Francefi, &al Duca d'aprire le Porte, numerandofi tra quefti vno di Cafa Marini, parente deli' Am-bafciatore in Turino. Onde, recifa de' Collegati la maggiore fperanza, e non reftando, che la forza dell' armi, Itaua-
&
ilei
\
Dii.a^ he /proti a
la marcia
I
'<
zcrjo
Ce.
5,
'nona.
,.
Ver U fcoprnaftfei
l'oiad' al.
CH'it.
!; mianir^a
'
fauor
li'
no ne' dilegui, e nella marchia perpleffi; & all'incontro i Genouefi prendeuano cuore, nel tempo medefimo alcune Galee arriuando di Spagna con m olto danarose da Siciha , e da
LIBRO SESTO.
MDCXXV, jNapoli foprauiienendo foldatcfchc in aiuto torc di Milano fotto Lodouico Guafco quattro mila fanti Italiani vi fpinfc, per gli quali haucuangli trecento mila feudi csborfatile concelfe Tomafo Caracciolo jaccioche della fteffaRepublica comandalfe l'Armi , fin'hora da altri Capi poco vigotali rinforzi crefceuano ne gli animi de' rofamente dirette Genouefi , al pari della ficurt , le cure ancora per timore , che reprimendo , allontanando l'Armi nemiche , reftafl'ero in fine all'aufiliarie foggetti . Perci alloggiauano le militie Spagnuole 5 nelle Terre pi efpoftc a gh attacchi , nelle parti cfterne della Citt, non fenza querek del Conte di Caftagneda , che in Genoua per Ambafciator del^ Cattolico rifiedeua, e rimproueraua al Configlio in mezzo' di tanti pericoli eifer le geimprofperi eucnti riduiTero lofie inopportune, ma nuoui, ben prefto le cofe a gli eftremi. Il Duca, occupato SaHlio- conmuAf?. lo, non molto da Sauona lontano, s'indrizzaua pervnirfi alDi-,^^5^2^' ghiercs, quando rrou in Ortaggio raccolto il neruo delle* ,(^'*^^^^^ forze nemiche, che confifteuano in cinque, fei mila fanti, diretti da' Capi pi riguardcuoli , come il Caracciolo , il Gualco, il Cataneo, il Batteuille con alcuni NobiH Genouefi, emolt* quella grolla Terra con difegno di coprire altri, concorfi Gain da' tentatiui de' Collegati. Ma, fortiti in buon numero , per trattenere con fcaramuccie i Sauoiardi lontani , fu egli tale ilfucceifo, che, incalzandoli quePci, e foprarriuando il Duca in perfona , reftarono rotti , e nella fuga cadendo pri gione il Caracciolo, mefcolati co' vincitori perdettero leTrincere, e la Terra. Gli altri fi raccolfero nel Cartello, ma sforniti di monitione, e d'ogni difefa,non foprabbondando,,che il numero, conuennero renderfi, reftando tutti i Capi, l'Infegne, e l'armi in mano del Duca con opulentiffimo facco Carlo fall fopra i Monti, da' quali, fcorgendo il profpetto 1^}ZZ~ .della^ Pianer , le delitie de fiti, e f opulenza della Citt ,!prjy?;i gli s'irrit maggiormente quella cupidigia che Fhaueua ^\- eftdcno Imolato airimprefa . In Genoua per non vi fu alcun tnoui-i'^'^'"'''' mento, bench quel colpo haueife grandemente percoffi gli fii<vhat& ne* f oidianimi; onde ilIJuca conuenne recedere, vnito a' Fran- epa i.i ceh ipplicarfi mal volentieri all' cfpugnatione ^x". Gaui
.
&
&
>
&
...
Egli
~lp8
MDCXX.V Egli
DELL'HISTORIA VENETA
haucua coniigliato alDighiereSjchejtrafcurato quclSaffo, che immobile non poteiia fturbare i progreffi ^ col calore della Vittoria alle Porte d Genoiia a dirittura portaffe T Armi. Ma il Coneftabile, diflentendo, preualfe nel penfiero e di mai fatif-- Idi non lafciarfi addietro vna Piazza, di non fcarfo Prelidio fattomunita, che in quelle anguftie de' Monti precluder poteua^ alle Vettouaglie la ftrada . Conuenne cedere il Duca, accrefcendofi con quefta rifolutione altamente il rammarico , che fer pendo : oiTeruando , che P abile pe- in lui andaua di gi latentemente HtU' V. ne gli acquifti introduceuailDighieres folamente prefidi j delro mone non la natione Francefe, con chiaro argomento, che arrogali Franai ciofi la direttione deirarmi, aflumeu con la difpofinone> deir occupato l'arbitrio della Pace ancora. Ad ogni modo rifiutaua ogni partito, e vantaggio, che per diftaccar'o dalla Francia, gli veniua fotto mano largamente da gli Spagnuoli eshibito, e ricus la fofpenfione dell'Armi, che il Cardinale Barberino, Legato , toccando Genoua , per condurfi alla Corte di Francia , fece da Monfignore Giouan Battifta Panfilio proporgli . Circa Gaui incerti i Genouefi , f compiefTe refjfff
,
con rifchio del Prefidio, in foftenerequelpofto, n'haueuano rimeffa la rifolutione al Gouernatore di Milano , perche di l folamente potendo prouenire foccorfo, da lui ipendeua il cederlo, 'I preferuarlo. Egli non voleua ancora
lftere
coll'Efercito apertamente impegnarfi^ perci al Capitano Maezza, che n'era Gouernatore, comand, che, affine di preferuarela guarnigione, confiftentecircaatre mila foldati, ilMaezzaforprocuraffe di notte cautamente dVfcirne. tito, e verfo il Milanefe trouando occupate da' nemicifcftra-
Ma
ttitamo
de, e nelle tenebre confufo, non fapendo doue portarli , rientr nella Piazza, il giorno feguente la rend conrra Vintentione , che a fuoi Signori date haueua i foftenerfi pm a lungo. Il Cartello corfe fubito la fteffa fortuna, hauen^do il -Concftabile , fi come publicamente fi diuuig , trouata pi ageuole ftrada di fami penetrar Foro, che non farebbe riulcita quella di condurui il Cannone; perche, di fito fortifTimo fopra vn dirupo, refta fuori di batteria, e d' ogn' attacca Haurebbe la celerit dell' imprefa appagati i defiderij impa-
&
tienti
LIBRO SESTO.
denti del Duca, f
il
199
Dighicres haueffe voluto fecondarli coIj^^^^//;l paffL- oltre j ma tra quei fiffi parendo , c'hauefle qu^nmpQ'\/eud^i pafllir' ___ . coraggio, portaua per ifcufa la mancanza de* viueri, e :^^^^f>^ trito il Digh '^^''' [qualche sbando di gente. Il J3uca dall'inftanzetrapaflaua allo res, jfdegno, e dallo fdegno a' fofpettij&all'accufe, imputandolo, accufaio dal D/^ca che o{{<z dal danaro de* Genouefi adefcato j perche, dall'anari
'
I
\ti2L
e/Tendo notoriamente contamJnata la gloria di s grand huomo,refl:aua luogo al dubbio, che per rintereffe non meno,
>
dt venali-
rendeffero ottufi i di lui fpiritibellicofi. fradiefi^ fomento ditali concetti non mancauano i Genouefi, hora con t^.<nentAn-\ efpcdirionipalefi al Dighieres^hora con occulti progetti ^^i^dofi d,jfi-
fi
altri
Mmiihi,con
fecreti
le
ancora, bench
falfi
auuifi al Ducaj^f^'^^'^^^^^
diffidenze^ e lefue difcordie co* Capi medeijimo,di nodrire Francefi. Ad ogni modo fi trouauano nell'interno grandemente agitati; perche, per muouer'il Feria in sibella opportunit, non vakuano inulti, preghiere, n meno esborfidifoldij
paif:irono alle protefte,dichiarandofi, che, abbandonati chejtpr9 da lui, Sfarebbero alla protettione della Francia fottomefi. tejato c9l mancarono, per accreditar' il concetto, d farne Portar|F^'^'*j^^*
onde
fi
va=i/r^^ty^/j
del Duca( da ogni conditione i perfone s'abborriua talmente, che del cader fottola Dominatioue di lui ogn'altra calamit li llimaua
e frenarlo
.
Ma
in
Genoua
nome
minore. In
oltre,
non effendo
gli
animi auuezzialla
guerraL_.,
molti dillratti da propri] affetti, e riguardi, altri at^iitti dall' eftcrminio,che patina con le loro foftanze il Paefe, bilancianano i partiti d'amendue le Corone, e mentre alla Francia s* opponeua l'odio recente di tanti mali,& alla Spagna ftringeua l'intercfse di molti priuati, dopo diipute lunghe, ne' pi f creti Configli, l'oMnionedi non foggcttarfi interamente a quella di tre foli voti fu preferita, Introduffero per dentro le^ Piazze, e la fteffa Citt Dominante leMilitie di Spagna, e finalmente il Fcna,lafciata vna parte del fuo Efercito verfo la / incan Valtcllina;& a coaiini de'Veaetiani, con diciotto milafinti, mataSp^ e tre mila Caualli s'auanz in Aleifandria Di l Gonzales Oliueira con vn corpo di gente a Nizza della Paglia fi fpinfe^pcr il Mnntagliar' i viueri da tutte le parti. E ver amente fi riduceuanQ Jf^rM/g.
'9
fj,
300
M
I>C
DELL'HISTORIA VENETA
corfi
Collegati intorno Gaui in anguftie , non venendo di Francia rinforzi, e mancando T aiuto fperato dalla parte del Mare ; perindarno che, le ben Carlo con efficaciffimi vffitij procuraua d'indurre tnaneggifi d'Inghilterra a fpingere nel Mediterraneo lafiia potentifil R dofi'l Duca per im- fima Flotta, non pot confegiiirlo , medicando contra la SpafetrarfoC" gna pi plaufibili , e pi lucrofi difegni La Francefe ancorch dall'
i
.
XXV
Irtghilter.
ne
foffe pattuita la
molTa,
Vafcelli
meno poteua
fi
difporfi,
mentre
nel
rat edo-i
V rancia.
Incmltic\a
fui
Aiure .
tratteneuano , per reprimere V inin Prcuenza ftaua il Duca feftationi del Signor di Soubize, di Ghifa, Ammiraglio, con pochi legni, difugualial biiogno, altro non potendo intraprendere, che la preda di cento ottanta mila reaH, che da Spagna traghettauano a Genoua. Ci caus pi rumor, che profitto, perche a rifarcimento furono in vendetta in Francia^, in Spagna i Capitali de*Francefi, quelli degli Spagnuoli arredati. I Genouefi medefimi pretefero di rifarcirfi con pi confpicua vendetta, prendendo con tre del le loro Galee la Capitana delle Sauoiarde all'Ifole di Sant'Honorato, occupando con quattro, cinque mila huomini, che v' efpedirono , Oneglia , quali fenza contrailo . Carlo , malamen
di
i
Mare
Ponente
&
&
fperanze,
le
f difficile
lefpugnatione di
.
Genoua
gli
riufciua,vol
almeno
nel riparto a lui apparteneua Dunque feparate le proprie dalle Milicie Francefi, vna parte inui con Felice, figliuolo fuo naturale, ad accupareSauignone, Feudo dell' Imperio, poche miglia
da Genoua dittante,
fi
e'I
fei
mi-
la fanti, e
Cario oc-
quattrocento caualli,
cupa
pu dire, con vna carriera di buona Fortuna tuttoqucl occup, perche sforzata dopo breue rcfiftenza laPieue ir.o fante doue prigione rert Giouan Girolamo Doria con alcuni Offitutta tn-j di ftima,Albenga, Porto Mauritio, Ventimigha, Zucca'Riuiera^ Jtiali di f Sfitte, [rello, quali fpontaneamenre caderono, Oneglia fu ricuperata acquiitato quafi tutto il reilante di quella Riuiera. lui mancarono pi tolto a' Popoli beni, e il fangue, che la cupidiche,
in->
[tratto
gia, e la fierezza a'foldati , quali a gara efercitandol la crudcl t, e l'auaritia j onde vn Pae/c non fertile, n ampio, ma deli
itioio
,
LIBRO SESTO.
I
JOI
XXV, ben
gliato
noucfi, &:auuicinatofi*lFeria5 fitrouaua ilDighieres quafi in preflo mu tanfi Ilj iCaiii rinchiufo con foli otto milafoldati, i quali pur* anche fi fortufio-f isbandauano a truppe non fcnza tacito affenfo, e qualche h- dell' Aricenza del Coneftabile, e diChrichi, che nella penuria de' vi- mi ueri publicauano efer meglio di fottrarli alle calamit della fame, fc bene il Duca rmiproueraua, c'haueffero per fine di conuertire in \h proprio le paghe. Fii perci neceffario ri.
chiamare il Principe, erifoluere di ritirarfi nel Piemonte, lafciandoinGauidicianoue pezzi di Cannone del Duca, perche cofU r ilimancarono Animali a condurli, mentre gli habitantidiPoce- rat a ds'i Ccllfg.iti ucra 5 gente ardita , che appreffo Genoua popula vna Valle, pe- fet Vier/jo netrati nel quartiere, doue fi cuflodiuano, predatane buona, te parte , haueuano col taglio delle gambe refo inutili gli altri La ritirata dal Genouefato fegu con qualche apparenza di militar' ardimento j perche , il Duca con le prime Truppe marchiando, quando pafsfotto gli occhi delle Spagnuole, shdolle a battaglia, e fopraggiunto il Coneftabile , qualche Caualleria del Feria diede fopra la retroguardia, obligando ilrefto a far'al- il DuCLj to. Ma dopo breue fcaramuccia, con danno non difuguale vogliofeti' tfuadere glVni fi ritirarono al Campo e gli altri profeguirono il camino fi MtU-\ Voleuaper ogni modo il Duca ancorch indebolito di forze, ne[e. inuadere ilMilanefe, per impegnare in aperta rottura la Fran- eyittenrt'\ todalDJ-i cia, ma il Coneftabile vi difsent. Tuttauia, perpafcerTanimo ,^^^,^^ ghieres irritato di lui, e diuertirlo da pi difperati configli, permife't/^^}^/^^' che il Chrichicol Principe Vittorio andaffe a tentare Sauona. acconfente // Ma col s'mcaminarono appena, che il Gouernatore di Mi- 0 entratidi Su-\ lano, ftimolato da'Genouefi, e mollo dal loro danaro, per- nona che di gli V Efercito Spagnuolo fi fofteneua con T oro di quella coni apre] d' Aqni Hepublica, s'impolTefs d'Aqui con breue contrafto , ancor- fai uer tuo d ch ben munito ^ onde mancando il Magazzeno alle prouifioni, dagtiSpa. e la porta a'foccorfi,conuennero i Collegati ndurfi nel Pie- gni oli che (cr; monte Per tanto riufci facile a' Genouefi riacquiftare inbre- jquadrc^^ ui giorni il perduto 5 perche, giunto ilMarchele di Santacro- NauMi ce con venticinque Galee, e cinque Galeoni delle fquadre racqutfta} no a' Ce-\ di Spagna, e quattro mila fanti, col loro foldo leuati negli y.ou(fiA-'[ Stati del R, Tinuiarono, con 1 afllftenza di due Comm.if- Kiine/ci,
.
'
.\
farij,
J02
M DC
XXV
DELL'HISTORIA VENETA
a ricuperar
la
Tari),
sforzati^ da alcuni fi ritirarono j in altri gli habitantiglidicacciaronoj pochi fofFerirono la viftadel Cannone, e quali neffunoi colpi. In Noui per vnforterraneo condotto fehcementes'ini tfodui&ro alcuni coi fauore del Popolo. Gaui fu confimila^ huo mini dal Batteuile tentato, e ricuperato collo ftclfo dclH no, al quale forcomb nella perdita; perche i Gouernatori della Citt, e del Caftello, eh* erano Padre, e Figliuolo, dopo hauer vilmente ceduta la piazza , furono in Prouenza di corrut
tione accufati, 8<: a quello tagliata la tefta, Taltro gi morto fu con infamia difotterrato , eabbrugiato. lui l'Artiglierie, lanciate dal
alla
Feria minaccia l'
Duca, caderono m potere de'Genouefi Stana il Croce bianca accampato, minacciaido Arti, doue
,
Feria-,
il
Di-
ghieres, inuecchiato con gli anni e molto pi indebolito di fama, di riputatione, e di forze, alquanto indifpotto col Buglio-^(ligiano il Feria s'allarg preftamente, facendo crede<^*if/7i-ine fi ritir.
;
Ma
fos
aiion.
le, che meditaffc nelle vifcerc del Piemonte pi fnfibili colpi mentre anco il Santacroce , al quale s' erano vnite le fquadredel
,
/hnZfo^^^^^
Pontefice, e del Gran Duca, prendeua OnegIia> il Marro, ^-> qiel tratto, donde nel Piemonte mcdefimo penetraua peri
.
N a Carlo dal'a Francia giungeuano i neccflarij rinmentre le truppe della Corona in Italia non trafcende-i nano due mila Fanti, e fttecento Caualli . Dunque a'V^enetiani fi riuol geuano T iftanze vehementi de* Miniflri Francefi
,
accioche per diuertj e r eccidio del Piemonte rifolueflero d'inuadere il Milanefe . Effi, afcriuendo gli euenti finiftri a* peggiori Configli, non voleuano correggerli con cfporfi foli a* pericoli, e a' danni, tanto pi fcorgendo lontani i foccorfi, il Dighieres in procinto dirijpafiare 1 Monti, e la forza, e'I decoro della Corona Francel
e le preghiere efficaci del
,
Duca
tent (^r
yama "*'
di fecondare coli* chcoblig^aualaLeArmi gencroli penfieri del R in quello, a <ga. II Feria, fcelta Timprefa di Verrua, che alla piima con poche forze hauerebbe potuto efeguirfi, v'impegn tutto il fuo
Primauera
la
maggior prontezza
fcrLLf7nio efercito
con gran
delle foHe-
R O SESTO.
50?
^ ^^^^
dehl Pi*
^^^^ azza
cirudini dc'Francef, e di Carlo. E veramente, per enreilfico cos internato nelPiennonte, fupponendola imprefa dibreui giorni 5 fperauano gli Spagnuoli potere di l trauagliarc nelle vifccre il Duca co' Quartieri del Verno . Il luogo picciolo
alla dcftra
^^
allt
7eftadd
alla' P^.
punta, e nel decliue con deboliffimo Borgo, all'hora poco incn5che trafcuratOjC fguarnito. Ma il Feria con Gonzales d Cordona, che, di Fiandra venuto , affifteua alla direttioncL-^ dell'Armi, con gli apparati, e con ledilationi, che ricercaua la molTa dVn grand'Efercito, diede tempo al Principe Tomafo,& al Chrich, dalla cura di coprir'Afti difmpegnati,dmfeguirIo,e di fiancheggiarlo, anxi di fpingere jlMarchefe di San .Rairan,con mille huomini di rinforzo a' trecento , che^ foli fi trouauano dentro. Ad alcuni pareua, che i Capi Spagnuoli praticaffero eccellentemente le regole militari, ma non ben l'aggiuftailero al prefente bifogno ; perche ilproceder^^ coll'Efercito vnito ,ra{Icurare i quartieri, il trincerarfi prima, che affaire la Piazza, cauto configho fi conofceua contra i luoghi pi forti, ma per Verrua fi giudicaua eccedente alla., E' qualit deir imprefii , &: inopportuno pe'l proflimo Verno veramente la guerra, come vn mirto di contrarij Elementi, la prudenza con la fortuna fi confonde bene fpelfo, e fecondo^ .he l'occafione ricerca, la cautela, e l'ardire ha iHuo tempo.' ^'^"yTutto daua modo al Duca di meglio munirla, e d'applicar' al ^'/ir^Jj! roccorfo,che alla prima penfaua quafi d trafcurare. In Cre-'f^^^^. Ventino che fopra il P ghft dirimpetto, hcQ la Piazza d* \rmi,e gittato vn Ponte fi fortific su lefponde delFiumie, 3nde a gli Spagnuoli refe vano ogni sforzo ; perche entraua10 ad arbitrio del Duca nella Piazza i foccorfi abandiere^^ [piegate, fi cambiaua il prefidio a Tamburo battente, firinrefcauano i foldati,s'eftraheuano i deboli, i feriti, e f il Feria davn lato la tormentaua, Carlo dall'altro la rifarciua.} gH Spa Serii d'elercitio famofo per molti (lmi giorni vn Riuellino,ch'h^^'''"'"'^] ra nelFondo del Borgo, protetto dalla parte fuperioredaal-jKP,',"^' cune trincerete tagliate, che faliuano in pi parti fopra l'erto vnnpi.Uu del colle, IVna con l'altro prertandofi calore, e difefa. lui a y iliflmo prezzo, per la conguifta di cos poco terreno , fi gi.
&
co
in
504
M
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DEjL'HISTORIA VENETA
^e
xxvc in fattioni in^nite il fangue di molti , elfendo a gara con chiariflme pruo^e attaccato, e difefo. Diftrutto infine pi
cheacquiftatOjCentauanogliSpagnuoli a palmo a palmo auanma con lenti, e Tempre combat5 tuti progred 5 mentre che con pi celere paflb laftagion^;j l'infermit, le morti annichilando rEfercito^efpugnauano la coftanza del Gouernatore di ^^ilano . Il Duca Tinfultana con tanto maggiore baldanza, quanto che alle fe infiftenti pre[fcqi^effratt muvG ^ non oftantc il Verno, fcendeua di Francia il Marchefe /rrf^/<?,^-,Vignoles con circa quattro milafoldati. Appannano perci gflte de ^^^Q affediati gliaffedianti medefimi , perche l'acque, ei fanghi cingeuano gli fpopolati quartieri, ne' quah con gran dubbio fi flauad'eflTere foprafatti dall'ardir de' Nemici, cconfultauano appunto i principali Capi dell'Elrcito di cedere alla il Chrichi , dando fopra fortuna il puntiglio , quando Carlo ,
^^^"^/^^^['"zarfijquafiferpendo in alto
'
acqfiL
&
quartieri
^ leuarfi di l^futrno.^^^^^ ftrade impedi '1 Duca dal feguitarlo, e la renitenza de', 'Capi Francefi lo diuerti dal portarli nel Milanefe . Onde il Feria con poche reliquie di grandiflfimo Efercito pot giungere
co
Inimi^^^ adder
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a Ponteftura nel
l'ciato
il
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Cciega
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nella
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Piemonte, fi reftituiua allmibarco. Da tali fucceffi, haueuano le due Corone confcguita pi tofto la fodisfattione d'hauer protetti gH Amici, che riportato il decorod'imprefe confpicue , non s'interrompe il racconto de' fatti delta Valtellina , doue, alla Rina giunte l'armi de' Collegati, come
ne' quali
te/lina
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lorm
^^'^^'
termine de* loro progreffi , erano ftate pi mefi otioi, ancor^che per gli rinforzi foprauuenuti confifteflero in otto mila fanIti 3 e cinquecento Caualji in Campagna, oltre i Prefidij, &vn jCorpo di genti, che l'Harcourt fi trouaua a Chiauena. Tutjtauia l'altra parte, f
bene inferiore
di
(enemtato il Scrbclloue, al folo Papenhaim reftauano raccomandati VV/^'^M- dal Gouernatore di Milano quei porti con cinque mila, e cinin noli
quecento huomini a piedi, e quattrocento a Cauallo , preualeu eoa le fortificationi del fito , e con la facilit del foccorfo^ n quefto pot impedirfi da quattro Barche, che col fabricate s'armarono con genti della Republica, perche di numera
li
battendo
,
RO
&
T OT
121^
Signor di Vobcour, Marefcial di,^^^^ Fra danti Campo, a tal fegno auanzata, che qiiefti, innido della ^o-cfi ria5edeirautoritdel Marchefe^ccntradiceua Tempre a'Conigli, diucrtiua refecutioni. Si verfaua da Collegati tra le dilficult dell' imprefa, e le lunghezze delle Confulte, con' poco contento de' Venetiani^ molti anco imputando alMar-L^' fj^^ chefe, com' era folito , che troppo amafTe la continuation prefa In fine ^\ Jjf'^^^^Z del comando 5 il maneggio dell'Armi, e dell' oro. prima abbandonato dagliSpa-' J^'-^f^^^^ riloluto dalTalireNou, che, gnuoli, e tralcurato da' Collegati, ftaua hora con molte trin-fo^AV cere alla Rina congiunto: ma da' Capi Francefi differito per vn"''' mele l'effetto, hebbero tempo gli Spagnuoli non folo d'eiTerne preauertiti, madirifarcirele mine di Coder, epiantar^_-> batterie per fianco a San Fedele ,& alla Francefca, tenendoli pronti per foftenere l'attacco Nondimeno fi tent , nella marchia tenendo la Vanguardia Francefi col Vobcour, e fcguiitando le militie della Republica , T Oltramontane fotto il Co-^ ^^^^^^^ indarno jlonello Milander, e l'Italiane comandate dal Conte Niccola,^/;w//o, vn picciolo I orrente il Vobcour fece alto per git'Gualdo. rarui Ponte ^ mail Papenhaim, fchierati dall'altra parte molti fquadroni lo contefe , e la fcaramuccia fi rifcald a fegno , che f la notte non feparaua, s'impegnauano ambidue gliEfcrciti in generale conflitto I Collegati , trouata forte l'oppofitione e molefte le batterie , fotto j colpi delle quali conueniuano paflare le Truppe, con qualche danno ^ maggiore del rileuato dall' altra parte , fi ritirarono, ducento effendoi feriti, e quain numero pari i morti , tra' quali di maggior nome fu jfi Marc' Antonio Gualdo, del Conte Niccola Nipote. Al Vobcour s imput d' hauer prima inopportunamente trapofto ritardo, poi impegnato il cimento, fenz' attender' il groifo ; e perche delle diiationi , e de' mali fucceffi andauano fem.pre nfirmit* ne' due E~. tra di lui, e'I xVIarchefe alternando i pretefli , e le accufe , [ercitt (Gf~\ l richiamato alla Corte Ne' mefi del caldo ambidue gli peliamo ts\ F/e rciti, infettati da malatie in fiti infalubri, languirono ,j^^w*
il
,
MDCXXVl , e da' polli airintorno il loro Cannone permetfeuano loro n pure dalla fponda alancora a rallentare 1' operationi ferui lEmu- per gare tra Coma
&
'
A
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ind ebo-
'o(S
DELL'HISTORIA VENETA
MT'-rYYviindebolendof per morti, e per fughe, onde corfe tacitafofl '^"'^'^'''penfionedeirarmi. I Venetiani per, dita! calma non fidan'fin. e <L> nella Valtellina altri mille cinquecenrttfrz.a- doli punto , introduffero
co fanti 5 e ducento Caiialli, horamai trouandouifi poche alere, cheleloroMilitie* Al Valareflb, caduto infermo, diedero \Mg Giorgio per Succefore, &: al Barbaro, Generale di Terra Ferma, Franceico Erizzo > Caualiere, e Procuratore, Dalla parte delTirolo Leopoldo minacciala la Valle x Partenza ma, raccolti a fpefe comtinir della Lega due mila di quei Faefani a guardia de' pafT , fuani prettamente il pericolo . In fine il P'apenhaim 5 rinforzato da militie , e niente meno dalle lentezze de' Collegati , trapafs la montagna con tre mila Fanti, eia Caualleria nello ftel]c> tempo per la via del Lago alla bocca della Valle sbarcando , entr- nella picciola Campagna, che fidice delDoffo, Il Milan.der con gente della Republica la cuftodiua > ma , trouaixiofi inferiore di forze, chiedo, e non confeguito foceorfo dal Coure, che, incerto dcue quella Marchia deirinimico tendefle, non volle ftiiembrare le forze, fi ntir con buona ordina nza,arfe prrma lemonitioni,lafciando per in poter deg,li Alemanni fette piccioli pezzi, e le quatvn ridotto, e he guardaualaftratro barche vote di gente. da,. egregiamente al primo empito fofteniito da' fanti Albanefi, voleua il Giorgio- portare foceorfo, ma fu d'iTenrrca dal Coure, che persi picciola cof.i s' im pepy'ail rEi'crcito , anzi fi ritir al Ponte di Ganda, abbandonando ilPacfe eoa pi fiti della Montagna, e con le Terre diTrahona, Cepla-
eentn
XfcrftlLads
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Ventti
San Giouanni, &: altre fin^apprelTo Morbegno Iiuutte fubintrarono gli Alemanni; ma i Veneti, malamente lotfeapprendendo i pericoli di rendo r indignit del fucceffb ,
KtOj
.
&
tutto ilreftante, inuiarono celeremente nella Valtellina J Duca diCandales (era.quefi figliuolo del Duca di Pernon, di irefco venuto a gliftipendij dellaRepublica) col fuo Reggio -e ntoFrancefe,e cento .Caualli, alFarriuo de' quali il Giorgio anim.ato, tirando dopo molte diificult neh fua opinione il
Marchefe,
\tanot^oJlt
k
i
fquadronarono nella Pianura, & intiiato per la_>j montagna ilMilander, attaccarono ipoiti. llPapenhaim, per non lalciarfi cogliere mezzo, leggiermente fcarammu ccianfi
do,
gli
LIBRO SESTO.
507
Ma'" XXV
do, gli abbandon, ririrandofi dalla Valle. Dunque ilSaTo rtltfciati Corbeio diuideua i Confini, e gli Efcrciti; e non meno li fer diU'fnimi co, maua il Verno, che la debolezza delle forze, ancorch di r che ift duUx Francia giungere il Reggimento del Signor di Fiihie'*es ad WaUe, opportuno rinforzo. Durante la ftagione, impro uia al manegt^io deirArmi, s'applicarono i Collegati a ftabil^re gli ac- dotte atqui/ti, piantando due Forti, IVno nel centro della Valle a Ti- tendono
riti.,
rano, e l'airro vicino airingrelTo aTrahona, prefidiato il pr-\caUegati4 ino da Franccfi, il fecondo da' Veneti . Ne fi credeua dubbia l-^'"^'*^'^'*''" periranno venturo la continuation della guerra, perche il ma-j Itonappa. neggio di Pace del Cardinal Barbermo era nella Corte di Fran-'-^^' ^ciafiranito, hauendo egli goduto accogliente efquilke per ^^^^^p^J'^ porpora, pe'l Minifterio, per la congiuncione col Ponteiice, manegmi trouato altrettanto fcabro;o, &: arduo il negotio. Verfa-s'^^^ ^* ronoi di lui vffitij in doglien/.c per Tinuafione, in nchiefte.^^^^l^^'^^'JJ dePaConfegna de* Forti, m fcronuli di n ftituire a' Grifoni la aiFr^c/^. Valle, in orogetti di fottrarla dal loro dominio, comelVnico m z^.od'afTicurare la Religione , e le confcienze de' Popoli. Mi il Cardinal diRichelieu, ?1 Mare cial diSciomberg, e 1 Secrctario di Stato Herbaut, Deputati del R , per conferire col Le gar o, inflft crono, Che il trattato di Madrid s*efeguijfe ae9Tune;tndo, che da Fr ancefi Chiauena, dagli S'^agnuoli la "B^ua fi co^fe^najfero in termine di rifletto al Pontefice accioche foCfero Cubito demolite e -poi fuccefsitiamente gli altri Forti , femore l' abbattimento d^ "vno precedendo alla confegna dell* altro , In tale Stato douefje poi reftituirfe a Grifoni con patto precifb che il flo i Magifirati, e gli h abitanti atlto C ut lieo fi praticaffe, e fin fi X L egaf Di ci non moftrandofi contento il Le- prnpinegedi contraria credenza net gato, propofe almeno vna generale fofpenfione d*Armi mnerji tregu Italia^ ma fu rigittata da* Francefi, opponendouifi gagliarda- ,^^^y"^'^ Ita mente gli Ambafciatori Veneti , e i Sauoiardi, checredeuano ne Ai irrititi con vane fj)eranze di Pace, elfere d len-,5f/^'< * i Confederati, tamente per applicarfi alle prouifioni dell'Armi j onde non fer- Vf^^f^^*^ uifle, che a confermare nella prepotenza gli Spagnuoli,illan-j p^rundo
y , ,
. r,'ha,
guidir*i Fiancefi, e
!)endij. Il
tile
confumare g' Italiani tra le gelofie, e i di-,A''^'//'^^ Legato dunque, vedendola dimora fuariufcir'inu- 1*^^ ^f//~
^
a l negotio
308
M
DC XXV
DELL'HISTORIA VENETA
refitodVn'Affembleci de' principali Soggetti, che il Richelieu conuocaua , perche preuide, che, non cflcndo altra del Fauorito la mira, che dintereTare neTenfifuoi ipi accreditati del Regno , non farebbero le loro opinioni, come appunto fegui, da*
lui
Configh difcordi. Godeua all'hora il Regno nell'interHegno, ri no certa quiete apparente, da poich, fcacciaco il Soubize daldmto in^'X Ifole , e diffipategli le naui, furono accordati con gh Vgonotcaima^ ti acuni Capitoli, che in fine la Roccella ancora gli riceu givgomt fotto cautione del R d'Inghilterra, che le farebbero dalla.,
^.^'di
hientre
^iJ
pi vahdamente alle cofe della Valtellina, per dar' a quelle calore, Teltltgn'fi con ardore haucndo auco fpcdito i Venetiani a quella Corte Simeone Conagh tfari tarini , Caualiere, Procuratore, in Ambafciator*Eftraordinario \fflunaf'^M^\ Pontefice, malamente digerendo, dopoldifpreizo dell' mmac'-armi^ le repulfe ancora nel negotio, fi dichiar di volere nei ciata dal pY'iYicipio dell'anno venturo con feimila fanti, e cinquecento ^^^^fi^^' Q^ii'^\\[ fotto'l comando di Torquato Conti rientrare nella Val'le. Per dar corpo, e fama alla mofla, follecitaua Leopoldo,
ti*
il
in fi ritrouaua, dal fuo canto . Efpedi a Milano il Prior' Aldobrandino, che concert, douerfi dal Gouernatore prouedere
la
pct
Roma
I
'
^^jviueri, fornire gliappreftamenti, e il Cannone, e fupplire anF ria 7prou7cora al numero delle Militie,che fcemaiTero nelle fattioni,a fpedtmi$op-.{Q del R, ancorch fotto l'Infegne del Pontefice fteifo . Da ridm
do
col r*
concert an
forcuni
Collegati fi moftrauano granrmfeMza' demente comofiS, che Vrbano5rinuntiatigrinftitutidella proccmmotio. feflata neutralit, fi voleffe far parte in quella guerra, in cui tra ite da' Coltanti riguardi il fantiffimo della Religione horamai non feruilegati . ua, che d'ombra . Perci hauendo il Cardinal Magalotti partecipato in Roma a* loro Miniftri, che lo ftrepito diqucllArmi nontendeua, che contra i Grifoni, fecero dirgli, Ch' efjendo indiftinto l'intereffe di quei Popoli dal comune della Lega , quanto maVrla qjenerauano i Principi il Nome Sacro del Sommo Pontefice, alla cmfa de loro amiTJZl'It ^^^^^^^^0 Banano rifolutidi non abbandonare il bene 'vniuerfale d' Italia. Veramente chi confideraua (iJfu^oj^i, delude \:i fok fa^ apparenza , ^& il rumore delia moifa , diuulgata dal che dalle fpc ranze l!JJ![''' Po ntefice p fi periliadeua fe oza difficult,
folutione cos improuifa colpiti
i
&
LIBRO SESTO.
del
alle
jo9
Matrimonio
refli della
Cafa efpugnnto
voglie degli Aiiftriaci , e ne cauaiiano pi forti argomenti dairhauer egli deftinato il Cardinal Barberino, non cosi torto reftituitofi a Roma 5 per Legato in Spagna, fotto titolo di tenere al Sacro Fonte la Figlia , nata in quel tempo al R. Ma egli, neiranimo ruminando pi reconditi fini, fi reggeua con motiui pi arcani j perche, penetratele occulte negotiationi, che pafla'jano tra le due Corone, e fapendo douerfi la Pace^ tra loro ben prefto conchiudere con delufione de gli altri, volle conquefta pompa di vigore, e d'armi foftenere appreffoil Mondo la ripi'tatione, e il concetto , che pregiudicato credeua dalla tolleranza dVn grauilTmo infulto , Tuttauia in fimili affari non potendofi prima de gli eff:tti penetrare la cau- inftame fa , ogn' vno credeua , che s' inafprifle la guerra colf interef[^IH'^Jc farui \ nome , e l' autorit del Pontefice Si preparauano da ]aFrAncia mentre i Francefi, fingendo vguaogni parte l'armi, e gli animi, li premure, chiedeuano col mezzo del Signor di Baffompiere Jj^^^p//^ a gli Suizzeri vna grolla lena, e che a quelle de gli Auftriaci c^ \enta forte interdetto il paflaggio. Per trouare qualche componi-^''' ^
.
&
i Grifoni , che feruir poterte a fofteneValteilini, ^Minl con animi vniti, a facilitare la Pace, fi congregaro- siGrijoni no in Sondrio dal Coure, e dal Giorgio i lor Deputati, ma fenza; frutto, gli vni non volendo perdere la fouranit, i profitti, & rmoriedi a gli altri rendendofi pi fofpetto il perdono, che la vendetta CefaredePululauano in ogni parte femi di maggiori calamit^ impercio^^Jllfi^ che anco in Germania le Vittorie di Ferdinando feruiuano ad ^nT mTa inafprirepi torto, che a terminare Ja guerra, mentre la di lui Germa^ felicit rendcua la fua potenza altrettanto graue a vicnh quanto ''ow^^ n pericolofa all'Imperio. Per quefto nell'Haija fi tenne congrclfo }tienDieta nel quale concorfiiMinirtri di Francia, d'Inghilterra, di Dani- '^^'^'-^'^^^ marca,di Suetia,del GabotjC d'altri Principi del Settentrione,da-j afonuer. uano a credere di cofpirare non pi alla moderatione della gran- /^''^ ^'^5/' dezza degli Aurtriaci,ma ad abbatterla totalmente Nondime-j"^*'^'^''^", no col dertino folito di tali Afemblee, tra grintered comuni ogn'j ^^, per vno inneftando i propri diCgni, fi fcopri, che i Francefi non intenIfTj^Xe deuano di ag gra uarfi d altro, che di po rger' a gM Olandefi i pattuiti Pm<r^/^
mento
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MDCXXV
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5
DELL'HISTORIA VENETA
affinch rigittafiero le tregue, dagli Spagnuoli con larghiffime conditioni eshibitc. I R diSiietia, e di Danimarca
chiedeuano, per muouere l'Armi, e per fofteneric, fomme il Tranfiluano , non curando i patti, di groflfTme doro, recente conchiufi conCefare, s'eshibiua di rompere di nuouo, quand*hauefle vnavigorofa affiftenxa. In tal guifa, ogn'vno dimandando confiderabili aiuti, e neffuno volendo agli altri rompeji'l' adunan- contribuirli, IVnione fi fciolfe, come vna di quelle Machine grandi, che fi fpez,z:ano nel procinto del moto, prefo prete in particolare a' Tranfiluani non feruififto,che ad alcuni, dfferen- fero i poteri^ onde fu rimieflb ilCongrefib all'anno venturo, dofi ad al' jaccioche con miglior concerto fi potefleftabilirelaLega. Nef^ tro tem^o. fimo in quell'affare s'haueua tanto inferuorato, quanto il R d'Inghilterra, come pi giouane, e pi irritato, onde, efpediti nell'Haija, per fiioi Ambafi:iatori , il fauorito Bocchingam, 9i$H afpet & il Conte d'Holand, impatiente di maggior dilatione , fl:abili tato dall' con le Prouincie vnite trattato a offefii, e difefa per quindici \l*ighilteranni, col quale pretendeua di reftituire Federico Palatino nel ra, che confedera fuo Patrimonio, concertando diuerfione per mare nelle coftc con Olandi Spagna, e di fpinger'a fpefe comuni per terra vn'Efercito. da,
&
&
fi,
per Ytpor.
re
il
Ma
di quefto per
mancanza
vnione del Parlamento , il difegnofuani, edall* altra dclufi^ la fortuna il profitto, ancorch fofitro vniti pi Stati. onde vni. di nouantaVafcelli, comprefaui vna fquadra d'Olanda, cosi tefi le due^ ben muniti diMilitie, &c ogn'altro apparato, che, f nell'injrmate. corfeggia conflianza dell'onde dominare poteffe la ragione, la forza, rolefpiag- pareua egli riufcibile qualunque attentato. Ma, fpiegate ad gic di Spa apparenza l'Infegne di Federico, e fcorfe le colle di Spagna, griM, dato fondo nella Baia di Cadiz, con penfiero d'occupare quel sbarcando Porto, e faccheggiare la flotta opulente, che dall' America al Vuntaly rifolute d' s'attendeua, al Puntai sbarcarono, per tagliar' alla Piazza i acquijlar foccorfi, e rinchiudere alcune Galee > e Galeoni nel Porto , Cadiz il che fiirebbe fortito , f non haueflero vanamente perduto con tmpa tienzadel afi'ai tempo in fortificarfi , Se necommoueua ia Spagna, foU che lita a prouocare di lontano pitofto i Nemici, che a veder"puelvi cir a com- fegl'm faccia, e nel proprio feno, e voleua il R yfcire ad opbatterle. porfi inperfona, ferliuares nonl'hauefle diuertito, confide fenz,a lodiofii
tino ne gli
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Pala-
rando
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LIBRO SESTO.
IJ.
rando tardo il rimedio, e indecorofo alla grandezza, egraui-p^^^^ t della fteffa natione. Ferdinando Giron, che, comandauain quel tratto , con ardire ftupendo traghett con poche Galee fotto gMoc^h degl'inimici dalla terra ferma munitioni, e (ldati^ ma CO" (frette a co' quali inuigoriti i Prelidij, trauagliarono con fortite di modo rimmuerm gringlefi, che vedendo Tacquifto lungo, e difficile, fi rimbar- ft dada carono, applicandofi al Corfo Molti Vafcelli erano ftati dalle Marine di Spagna efpedici incontro alla flotta , accioche diuertcndo camino, & allargandoli dal Capo di San Vicenzo doue llauano in aguato gl'Ingell, alla Corugna approdafle. Vno di e(Ti, caduto appunto in loro potere, laprefru; perche, tenendo per fermo, che a quello Porto giraffe , vi fi condufTero, e la Flotta in quel nentre, non hauendo incontrati gli auuifi, giun- e deltife del lor difc fe a Cadiz felicemente. All'hora anco gl'Inglef, dalla nauigagm
. ,
Regno non
fen-
initeme
Olandefi, il mal'efito ddVd^^^dUdifgufiate Ma furono mnggiori le gare, A ^''''''^' e le gelofie , che dopo la conferenza in Olanda s'auanzarono fem-j"^"J;^^o. prepi tra Tlnghilcerra, e la Francia, perche quella atrribuiua'5//^zeyf^ f^^^^^'-y"''^ all'altra la caduta d Bre l, pe'l palfo al Mansfelt denegato, 8c le rimproueraua l'eccidio del Palatino , e de gli altri intere-ffi in leZndofi Germaiiia, mentre, nel Regno ilio meditando la perditionede l'inghiUer gli ugonotti, dciideraua per tutto ladeclinan'one de' Proreflan- ^^^' ^^J"* ti N mancauano reciproche querele alla Francia per molte.^ rappreiglie , accadute su '1 mare }:>er la ritirata del Soubize_^
za vicendeuoli difgufti con
gli
imputando.
la
fi,
Londra
co' di leifudditi voefe l'inghilrerra far parte, oltre i trattamenti, alla Rema indecenti , alla di lei famiglia contra i patti
&
fperando grandi vantaggi gli incontro per fopirli, gli hvc\c\\iterpol4 comuns S^ iVerictiani particolarmente, che incaricarono a Marc'if/'*^^'"'" lAntonioCorraro ad Angelo Contarmi, Caualien, Amba- qnetarie. t'.;U(rri Srraoidinarij, inuiati per con gratularli della Succeffionej chejirM
del
.
Matrimonio
s
Da
tali
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arlo
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&
cfficaciflmi offitij
che per
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^JZcifio di vediLur^^-
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3^^
DELTHISTORIA VENETA
A
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DC
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principio deiranno Torquato Conti 5 con le Militie del Pontefice entrato nelMilanefe^lafciaua gli animi grandementiel Mialafamajchepublicaiiad'aflalirc la Valle congiunncfc rende te fofpefi tra Antbie le tamente col Pappenhaim , e la lentezza , con cui marchiana., 9^i'iiiom quafi procurando ritardi >& attendendo accidenti, che lo diI Venetiani con vn corpo delle loro uertiflero dairefeguirlo co;tegpa genti lo C0feggiauano lungo il Confine, rifoluti ^'dilui palli to a Cond'auanzarfi nella Valtellina, e difenderla. Ma pfecorfero ali* fini dali-t all'impegno dell'Armi gli auuifi d'ellere per gli afimpiego, fari della Valtellina tra la Francia, e la Spagna Inabilita la Pacon Vd'^e ce; voce improuifa, che nnfi pu dire, quanto fcuoteife gli
Efercito
Nel
Pontificio
&
improuifa r. le Co:
rone
animi vniucrfalmente; impercioche^ quanto il nome diPac^^ allettaua, altrettanto daua penliero il maneggio nafcofto,e quafi '1 roffbre, col quale i Contrahenti medefimi ne diuulgauano la conchiufione , eprocurauanodi rupprimcrne i patti . Non era veramente il negotio paflato cosi occultamente duQ R, che i Principi Collegati della Francia non n' tra haueflero hauuto fentore Ma in contrario gli affidauano le apparenze dell'armi, le repulfedate alla mediatione del Poni
.
medefime de^ principali Miniftri della Corona. Fin quando fi trouaua alla Corte d Francia il Cardinal Legato, fi penetr, che il Marchefc di Mirabeiio, Ambafciatore di Spagna , haueua infinuato, alla grandezza, & autorit delle Corone conuenirfi,conuertire l'altrui mediatione in proprio arbitrio, & accordando tra loro, impo iCre ad In Spagna poi FOliuares verfaua eoi Fargis ^ 6'iedi Afe^. altri la legge duitrkiyj Ambafciatore Francefe, negli fteffi concetti con tarinfiftentfice, le affcueranze
)
ne fanno
jirbitre,
'
tenendo.
\[(ne lecon'
dt i ioni f tip
Urelk,
zanche, per ifcoprirne il fiondo, fotto pretefto di rallegrarfi^ del parto della Keina, il Signor di Rambopliet fu a Madrid da Parigi efpedito. Si pafs prefto dal \icoi(o al negotio, Correuano durante il mae dal negotio alla conchiufione neggio frequenti Corrieri e come n:)n riufciua tacile fcopure le conditioni precife (efclufo dalla co;,nitione del tratraro og n'altro , eccetto che i due Fauoriti, e pochiflimi Confi denti)
.
'
cosi
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LI B R O
fi
SESTO.
5ir_
maneggiafse qualche cofa di grande ,& mdcxxviinforpettiua il fecreto. Non taccuano le loro gelofie gli Amco turila'] il Principe di Piemonte, che bafciatori della Republica, tione della per follecitare i rinforzi dell'armi, in Corte di Francia firi-'S^/^'^^ troiiauaj perche, oltre Tobligo, a che ftringeua la Lega , ^edtSaHo non trattare, conchiudere difgiuntamente, richiedeua la*'* conuenienza , che a parte fofse del maneggio chi teneua cocos conftaua^che
&
pericolo della guerra. Ma, alf ben falfamente minori i danni della fa- ^jj^yj^^/ cuni credendo ma , e della fede, che del proprio intereiTe, tanto \onx.2.no ^ negonato\ che i principali Minillri comunicafsero i progetti, e i partiti, che li negotiauano in Spagna, che anzi con afseueranze coftanti, e con giuramenti negauano, che vi fofse trattato In fine, lubrico efsendo il fecreto , che, f lo comprime la lingua, Tefpone la faccia , conofceuano i Collegati d'efser delufi, & acremente f ne doleuano LoSciombergh confefs finalmente il trattato, afferendo per alcuni progetti efferprouenuti dairoliuares , ma cosi indegni , che dalla Francia difprezzati,e rigittati,non haueuano meritata la comunicatione a'PrinEffe re poi TAmbafciator Fargis trafcorfo a fegnacipi amici re certi Capitoli pregiuditiali, e contrari] a gli oggetti de' Col-
mune
l'intercise, la fpefa, e
,
il
legati
ma ftar'il R, non
il
il
chiamare
foo rifolutodi riprouarli, che di ri-' FargiSjC feueramente punirlo . Tutto ci non mira-
ua,chead auuczzare
amareggiato aireftremo, a digerire a parte a parte cos ingrato maneggio 5 perche veraiiiente col Dettame, &:approuatione d'amendue le Corone , Capitoli erano itati in Barcellona ,doue il R Cattolico firitrouaua, fegnati, ancorch apoariffero fottofcritti qualche- giorno prima in Monzone;impercioche, sbarcato in quel tempo appunto in Barcellona il Cardinale Barberino, fu creduto di coprire in qualche parte T indecoro, che al nome di lui, & alla dignit del Pontefice rifultall, non dandofi luogo, n parte alia fua mediatione. Conteneua il tracTerored^ ^
i
,
tato, che fi chiam di Monzone, capitoli lunghi, nel pnn-Ca^toH Icipio de' quali ifabihto il folo culto della Religione Cartoli- ^^^^^5^^,
ca nella Valle, e ne' due Contadi adiacenti, pureua, gli atfiri fi rimettcffero nello fla to, in che fi ritrouauano
ch^
ijyllfjj^,
j
nel'^.
prin-
?i4
M
DCXXVI
DELL'HISTORIA VENETA
principio dell'anno mille feicento diciafette con abolitione de' pofleriori trattati, e dogn'altra cofa accaduta. Maciveniua
diftriitto^piche riftretto da altre conditioni, perche jleuando ogni foftanza di fouranit a Grifoni, fi concedeua a Valtelini libera FElettione de' loro Giudici , e Magiftrati ; fi prohibiua alle tre Leghe d'ingerirfene in qual fi fofle modo , anzi cos flrettamente s'obligauano alla confermatione degli Elet-
che rimaneuano priui ancora diquefto diritto apparentejfe haueflero voluto prolungarla, negarla. In ricompenia s affegnaua cert'annua penfione,che pagherebbero i Popoli della Valle a' Grifoni, da efler limitata da' Deputati conuini, e tutto ci infiemecon ogn'altra prerogatiua iarebbe perduto, oltre il rifentimento d'amendue le Corone ccirarmi,fe diranto non fi contentafiero le tre Leghe, efeinquietiifero in alcun modo la Valle, pretendefiero d'imporuiPrefidij. Reftaua h vigilanza, fopra l'Efercitio della Religione, demandata al Pontefice, che, in cafo di nouit, auuertendone idueK,doueLi.i_, follecitarne da loro il rimedio j in mano di lui parimenti Jia-' ueuano a confegnarfi i Forti, per demolire i confLmtti dal mille feicento venti in qua A' Grifoni s'imponeua, che depoti,
.
anco
neflero Tarmi, e le Corone fofpendeuano fubico le loro aufip^r'liarie nelle differenze del Duca Carlo co'Genoucfi,eshiben-
'
o interporfi,accioche d'amendue le parti sefeguifse lofteffo, e quella caufa fi componeife. Si riferuauano in finelmcon Qenona terpretatione, in cafo di qualche difticult delprefente tratil quale da altri articoli fecreti era ancora peggiorato; tato perche, non accordandoli per la penfione i Grifoni co' Valtelini, per la caufa di Zuccarello non conuenendo il Duca
^f^ft^!^' ^'^
iit
,
Genouefi,n'airumeuano le Corone la decifione, tutto in fomma capitolando pia tofto a guifa d'Arbitri, che fuecfiai eccome Principi di partito contrario, e d'intercile diuerfo. CreK^'^'J^/^-Idcuano molti, che,e{rendo con tanta fecrerezza conuenuti miraifero a diuiderfi i loro Principah Miniftri, ''rp^^Lf^l^ due R, 'aet/Wdo.M e ura , pi toio il Dominio del Mondo, prefcriuendo Leggi a g' inferiori , e promettendofi reciprochi aiuti , per oppri-^ mere gli emuh, e i nemici, foggiogare i Proteftanci, e gli aconIHerct ici, diuiderfi l'Inghilterra, e ripartirfi l'Europa.
di Sauoia co'
&
LIBRO SESTO.
.^15
^^'^'^^^ fidcrauano altri^ch^ effcndo g' Intereffi di Francia , edi Spa-p gna incompatibili perremiiiatione, e perla potenza , nonpoteiia in quell'incontro riiifcire akr* effetto, che quello fi vede ne* Corpi, che, occupati da due fpiriti, fono ftranamente agitati; onde prediceuano douer la prefente amicitia prorompementi[u in guerre piafpre. In l'tntetjtto-i re bcnprefto in maggiori contefe, effetto s'eftendeua il trattato con termini, molto diuerfi da quel- |f^^' pr^** h', che ftauano nel cuore de' iiioi autori , vna talVnione cosi ton improuifa mifurandofi per all' horafolo dall' occafione, e dall'
&
f^^'^.
intereife. I
narfi
due miniftri non haueuano mjrato, cheadinganreciprocamente. Il Richelieu facrificaua qualunque riguardo, per placare vna furiofii tempefta, che, con pericolo d'inuolgere W Regno in guerra ciuile, contra la fua autorit fi leuaua. Teneua in oltre gran defiderio d'abbattere laRoccella, & abbaffar gli Vgonoti, e Tagitaua non minore paffione di sfc)gare le vendette contra l'Inghilterra, e \\ Bocchingam Dall' altro canto TOliuarcs credeua, che trattenendo la Francia, nella difcordiainteftina, neirefterne fperanze, e
.
ne'difegni di grandi profitti, gli riufcirebbe fnza contrailo giungere a fommi vantaggi in Itaha, in Alemagna,& in Fiandra, penfando con grandiffimi fatti legittimare quel Titolo, che nel principio del fuo Comando haueuaalRfattoaffumer i^\ Grande . Tuttauia nelle prime diuulgationi di Pace cos inopinata,ncnfipenetrauano ancora gli oggetti, ma nella confufionedellecaufe ,ede'difcorfi, nafceua in tutti ilupore, ^ molti fpauento. IVenetianife ne moftrauano grandemente^' colpitijC ftauano fofpeh con tanto maggior marauiglia quanto ,
i?zf
^'J,f^f^^,
che nel giorno medefimo, poco prima, cherauuifogiungeffe, //. era flato nel Collegio il Signor D'Ahgr, Ambafciator Francese, a portar ficurezze, che fenza faputa, affenfo deTuoi Collegati, non hauerebbe la Corona vdite propofitioni, non che conchiulb l'accordo Vagauano perci molte dubbiet nelff/effilZ le menti, ma quello, che chiaramente appariua, eraomiio-' fcZJ/iln'.\ ne non folo del confenfo de' Confederati, ma dell' intere fle,/^'* ''' e ficurezza loro, che non fi fentiua ne pur mentouataj pre- natione giudicati.oItre a ci, e fi pu dire oppreil, rimaneuano i Grifoni contra quel patrocinio, che co n tanto decoro haueua di
&
loro
JI*S
DELUHISTORIA VENETA
il
M DCXXVI
trattone
Nome,
_ tre 5 oltre a gl'intere d publici calpe flati , fi doleua , che foffer ^ e con ri///rwm-'efpofti, non che abbandonati, i fnoi proprij riguardi. Ri^'"^'" to di Cdr chiamato congrauiffimo fentimentoda Parigi il
lo*
Figliuolo,
a*
accumulaua nuoue querele , lagnandoli , che amicitia, e l'affiftenie Francefinonhauefleroleruito,cheper attrauerfare i difegni luoi, e la grandezza, rammentandofi ,
vecchi
difguft
i'
graueme.
^Jofi^dllia
!
fa^Paeeco
rifie/Tt ,
appreffo Afti, quando vi tcneua Tlnoiofa, il di lui efercitOjfipudire, confunto, gh fofTe da'Miniftri di quella Corona con protefte, eniinaccie eftortoil confenfoalla Pace,& aggiungeua pur' anche di frefco dal Dighieres, e dal Chrichi effergli ftata pi volte prohibita, anzi che diiTuafa, i'inuafione del Milanefe in tempo, che perla ritirata del Feria-i fperaua grande facilit di progred. Perci tra'l dispiacer', e lo fdegno ruminaua rifentimenti , e vendette. MainVenetia il Senato bilanciaua con grandi ponderationi le congiuni tempi, &, hefitando alcuni in approuare la Pace, ture, Girolamo Triuifano, vno de' pi prouetti Senatori, parl in tale feutenza . 2{are 'volte accaduto , che , neW amicitie co' piU V^^^^^^y alle fperanze del principio corrifponda la felicita del fhc^ cej^o A' trattati , che ci ^nifcono alla Francia , non pofftamo negare y che non ci hahhia indotto il penfeero d' accrefcerc forza alt ^^'^^ ? ^ neccfjita d'aggiungere ftcurezs^ ^^l^ co Hora f noflre certo , che ne* prefenti trattati hanno i Afinifiri di quella Corona trascurati g' interefji della ^publica , mancato alla fede , O* air honefta , [cordati gli amici y 'violato il decoro fuo proprio ,
come
&
&
il
comune
le
di
tutta la
e co
Lega
i
Ma
'vero
pur anco
i
che
,
a
d*
oppofti
a Principi
potentiffimi
noflri
,
hauere con
forze
Configli foftenuti
'vicini ,
'
adempite le parti della puntualit , e dell' Amicitia anzi ( fi' pr abbondando) portato quafi foli il pefo dell' armi. Il biafimo de' Certrattati cede dunque a chi gli ha maneggiati , e conchiufi gran tamente f amicitie Franceft fono fatali alla "B^publica , e beni , e gran mali n hanno efperimentati i noiri Maggiori ^
.
"jufa
LIBRO SESTO.
Ada
ella
.
^n
MDC femore ha in qualunque fortuna tenuta -per dote fua la cofanza, 0*y haucndo -per Polo la Fede , ^fc ita fatua y e con Hora , depoHo , e lo [delode ,Ji puh dire , da naufragi medefimi a noi conuiene cedere quello ci compicy e difcutercfe fnn eH timore Ila trafcuratezs^ de' Franceft ne' lor proprij auantaggi , ha da preualere all' Infiituto di quefto Senato ^ alla fatalit de* tempi correnti
y ,
\
all'
importanza
de'
noftri
I Aiini-
Franceft nel trattato di Monzgne haftno trafcorfo il nome de* ma ^vorremo noi dunque ripudiare il trattato mede, fimo ; e f quello non e include , perche 'vorremo efcluderci anco dall'
(ri
lor
Collegati
ajfettione
a ^n 'I{ grandifjmo , e , temendo d' effer efpofti all'armi Spagnuole rinuntiare affatto al Pr efi dio dell' amicitia rane e,
alle parti degli Aufiriaci ; /of La Fortuna horamai paffata Abilitano a quelle Infegne miniflre fue la riputatione e la forza
la felicita
e le 'vittorie
le
gono da tutte
fi le gelofic
,
parti
e f
Potentifjtmi Stati , fortiffimi Eferciti cinpure poteffero per qualche tempo fopir.
Doue ricorreremo
,
ricoli
almeno
i
fofpetti il Pontefice fi pretende offefoy Tra Principi Italiani , tratto certamente in difgufto
chi confideremo
.
ne Carlo
che ha
il
rifchio
comune
ma
,
per
lo
pi
penfieri
^
li-
la ficurta
noHra ^o
la
neceffaria ,fe ben forf pericolofa , /' Adolto per tanto difftmular ci conamicitia della Corona Francefe
bert 'vniuerfale
ci
.
Dunque
za puh
d'ire alla
Spagna
ci turbi ci
che all' oppreffione di tutti fi congiungano quefle due potenti Corone il Cielo ha prefcritti i confini a gl'Imperij y come ancora agli Ele-
menti e f la qualit diuerfa , e contraria di l'^no alt altro i progreffy preferua l'ordine Aiondo non fi tema^ che efiendo nella Francia
, y
.
e la
duratione del
e nella
calmente inneflati cos difcrepanti intere/fi y pojfano a confonder la conflitutione d' Europa / cuori de' Politici hanno antri , e receffi , penetra in loro che con la fcorta cauta de* fi loro fini y e profitti Ella non erra , ne inganna ; per queflo io giurerei facilmente ^che la Face prefente 'vn ombra alfa y che y formata da 'vn lume, ancor a pi affo ydi qualche riguardo ai grande Alinijtro y pare y che confonda i publici di quel ^gnOy e gli vniuerfali del
m
.
Mon~
5i8
M Dcxxvij^^^^^^
,
DELLTIISTORIA VENETA
jifa ffarra certamente , mentre che il CGOperare della alla grandezj^ di Spagna "vno sforza con* rancia a comodi, tra natura , che languir , cader a tomamente , quando la 'violen^
za hreue^ che l'agita, habbia fine Gi cediamo il ^gno confufo, la Corte duifa, il fauor 'vacillante; ma prefio fi dileguer quejd nembo , non ejjendo /olito il Clima Francefe lungamente a patir' il noi , che fiamo auueT^ii con la pru-* torbido , a goder ilfereno
.
fiancare la fiejja mala Fortuna , conuiene flar faldis con defierita reftftere al tempo; declinare i pericoli ;a^ tendere le congiunture migliori; e p)pra tutto non fidarci de* recenti
denza
e con la coftanza
Nemici, n difperarci dell'antiche amicitie. Con tali concetti dagli animi alcune ragioni, che per auanti erano fiate id appro-zdAoitQ incontrario 5 fu approuata da* VenetianiIaPace,e per ftarbf. Inecefft^e per prudenza Nello fteflb tempo per confortafTp{JnM^^o il Duca Carlo aitar fermo nelle maflme, eLnegl'intet^animan-rQ^^ comuni^c fi Drefidjjuano fempre con maggiori forz.efinj ottanta, che trieconru'loni, v ofc uriti degli oggetti, la pie^l^TrR* ^/>?>rf/ S3 dec>li affiti fi potelfc-me.oiliodircernere. Comprendeuano arft. mfiem^-^ li Francefi il ragioneuolc fenfj de' lor Collegati , jtemeuano perder' a queft'efempio il concetto, e le fperaniedi laFran- nuouQ: amicitie . pedirono perc in. eftraordinaria Ambatj^'i'effr[{^2ta a Venctu il Signor di Sciatoneuf, a Turino il Bucon la nece'fit d: gl'interni intetl/itaiorB^'''^^^y affinch, fcufando rcffi le cofe pallate, a^icuraffero, noneffer punto abbandonata alla merc degli Spagnuoli Tltalia^ prometteflero incafod'inuafione, d'attacco ai ambidue i Collegati afiftenze, e, per medicare le piaghe recenti, proponeifero alla Republile cui pr ca di procurarle apnreffo i Grifoni la libert de* paffi, e tratfofttioKt tenelTero il Duca conlafperanxa diRegij titoli, ed altri vani ?^cV| vantaggi. Ma con poco credito sVdirono da' Venetiani tali ^fsgmnofe. progetti; perche, ha'iendo la Francia compatti conchiufi perde duta l'autorit, e, per cos dire, la chiane, che prima della>^ chiudere, ...^,.^^ Rhetia teneua,non confifteua pi nel fuo arbitrio uUtflu io aprire i paOi aghamici. Non reftaua per tanto a' Francefi ^^^^ d'ale f are altro per ifcufli , che l'agi tatione interna , che mmac\f3ah ii^ede]^^^^^ dj fouuertire quel Regno, in generale per per l'indiA'^* g nit d el trattat o lanationc fremeua, e quelli, che tramauang
chela CO' flrw^ono l^'^^^tc
&
&
"^
'
alRi-
LIBRO SESTO.
al
.li?.
, i
Richelieu
la
vantaggi lo, che, eoa tradire gli amici , vendefTe la gloria & men- "*^Jl'!^J^ d'ella Corona agli ftranieri, con pelTime confeguen/.e d Stati, e di fagacit nel negotio cedendo c-clrdZatc tre,d'ampie2:z.a la a gli Spagnuoli, non pu equilibrarli, che con amicitie.
,
bara chi borrii pik (diceuano) a lU Francia appog^iarfi ^fe l'offtruanz^ dt patti non dipendeva dall' integriti-, de* Principi ,
dadle
Ma
maffime
ma da gli
arbitrij
rt intere fji 'volubili di qualche fauorito Adiniflro Inghilterra^ rouinato il Mansfelt dptnquc hauer ojfefo il \
de-
perduta %'eda, e feco quaft l'Olanda,f non s' abbandonala l'Italia, non s'opprimeuano la ValteU [ina, e la Tihetia ,non {ojfendeuano gli. Amici migliorile pik antirelitti
i
Forf effer altro il prezjo d'^vna Pace indegna y e%/ili(]tma, infefa, 0< bora tanto che l'Amie iti a di Spagna ,fempre gelofa, pik lugubre , quanto che col trattato inferifce nella riputatione , e neW intcreffe quei colpi, che in qualunque lunghezsa di tempo non poteuano rileuarft dall'Armi Trionfi pure il Cardinale de' fuoi occulti inaneggi y mentre della fua autorit, e delf^o nome non rechi
\j
eranno monumenti pi chiari, che le memorie indecenti d' hauer* abbattute le due pile forti colonne del 2{eg-no:,che fno l'Amicitia,e'
Cardinale, Tordo a' rimproueri,& alle voci di tutti, fofteneua il Trattato, e ne follecitaua refecutione . ^^ necciiario faperc, quali d cosi grane emergente foller i raola
Fede
Ma
il
a'qualino
^orgeorec,
^
''^^
tiui
fucceffi ne confegiiitc^rono. punto di lacerarfi^ perche la^ tra la Religione, e le parti, ma; haueua inuafa la fleffa Caia Reale, il Cardinale tenefidouiprintmntt cipaliffima parte Non v'ha Natione , che odi; pi della Fran- Fa fauoritijC gli foffra cefe 1 Ne' diffidii, ad akuni feruoncdi 'J'^'^^^ffprete fio, ad altri di feudo. La guerra, e la Pace dairarbitrio Franche loro dipende le fattioni, s' rabbattono, fono promoffe .| A' R medefimi feruono alle volte d'ombra ; ma^ bene fpeffoi ^,^^ in h inno ancora di prefidio. Sopra qualunque altro il Cardinal di Ri-:^;VW/,eti pia chelieu ha infegnata la regola di goucrnarfi in modo tale, che, :^^^(''f'/ inneftandofi i propri] a gF intereffi Reali , Si incarn^mdci 'llrftM ia uore coirautorita del fontano, nonft fappiano gli vnidagliU-ic^'.
pi interni del
Regno, e quali
in
_^_
altri,
^^o
MDCXXVI
altri,
"DE L L* HI S TORIAVENETA
ancorch
difcrcpaiiti
.
Iquefta pofla
jnfeconii
^j^l
fcrirfi
,
La
rtcrilit,
Matrimonio,
qucfto turbine, vi (i confusero inFrancia, gelofie, intere (Ti, paifionijSc i^^^f^l^'^lfieme, com'folito della Kcale amori ancora. Coniieniuafi accafare Gallone, Duca all'hora
R Lodouico foment
&
le
fper^m-. ze dt/a->
Succeffio-
d'Angi, e poi d'Orleans, vnico fratello del K, e con le fue no^ze fpofandofi la fperanza della Succeflione, e la fortuna del Regno, verfo di lui li tiuolgcuano gli animi, e gli occhi della Corte, e della Natione. Egli, come giouane d'anni, e di ge-
ite
in
teiio
Ri
nio incoftante, lafciaua reggere gli affetti fuoi dal Marefcial d^ hora moderaOrnano, che, gouernatore della fua Pueritia, Qatore della fua giouent, con fecondarlo anco nelle voglie lubri-' dd <che di quella feruida et, haueua feco tanto potere, che, hora opponendolo a'fauoriti, hora mercatando a fuo vantaggio l^.^ d lui inclinationi, con varia fortuna paffato per vna prigionia, era poi afcefo al carico di Marefciale di Francia con riguardeuole autorit, e non minori ricchezze. Fra' partiti del Matri-
&
Con
Hit e
monio
il
le
propoik degli
llra-
/'eira e ef*
accioche
rentatiui arditi,
Duca non
\^'ccafa
*'"'''
&
la
\ment:(ra\^
Coroua con
i
&
pra
nationali infurgeuano difcrepanze. La Reina Madre vnicamente promoueua quello dell' herede della Cafi di Morapcn-
{fjf^'lf'^ilier,
^^m'htfci'.
che
alla
&
anco
tnic.fi di
\
Cordi e,
da
alcMfjr
Dombes. La fattione di quei di Ghifa la folieneuaj perche Madre di quella Giouane Principeffa allefeconde Nozzeera
Cafa paffata, e vi concx>rreua il Cardinale di Richecredendo di retribuire alla Reina la gratitudine di quel po-
'
proponenftnfier
in quella
'(d
]
jaMo lieu,
protettione riconofceua. De(ida altri rto, che dalla di lei autorit, e Cande derauano altri dar'al Ducala Figlia di Cond,- cl'OmanOjche
fi
diceua affettionato
oltre
modo
alla
per , Madre di lei, lo procurana^e v'infligaua la volont, e hnclinationi del Duca. Ma ancora con maggiori inuiluppi n teffeiia la tela, perche molti con la discordia della Cafa Reale, defiderauano introdurre mutatione di cofe; imperoche, fopraili folo Kichelieu cadendo il fauore del R, ci' autorit del coman-|
do
LIBRO SESTO,
12 1
MDCXXVI ITojicftauanogli altri mal fodisfcUti^^: afpiraiiano a' proprij vantage,i con iiciiorere il primo Miniftro, e cambiare goiierno . Ef-
(cndofi il Cond, fatto cauto dall' cfperienzepaffatc, rimoffo dalle fLicpretcnfioni a fauor della Figlia, che nel concorfo di tant'altri intcre/T vcdeiia nonferiiire^chc a fola figura, prete/io ^iiriuolfcro a pi forti machine i mal contenti, facendo mir ani' 'conimprefToni digelofia,pcr contraporfi alla Reina Madre, mo delU credere alla Regnante , che, il Matrimonio con la Mompenfier Regnante riufcendo fecondo, ella farebbe negletta, e in cafo di Vedouan- fpargedofi 'veleno dd Iza necefTitata con rolfore , e con dif])rcz,7.o a foggettarfi ad vna
lua Ircffa Vafalla
Nozz,e con
fua, Infanta
la
^l'x
Le infamarono, che, rotte le pratiche delle temi Mompenfier, promouclfe quelle con la Sorellai chsVec.
Spac^na, per vnire con doppio vincolo la Francia u^^*f:f a quella Corona , e Itabilire a ieitelia in qualunque euento piii re t'/nf^nforti prefidij , e pi amoreuoli appoggi. Per introdurre iztaftiaso' penfcri neiranimo della Reina, d\cdQ gran colpo l'abborri-j^'^^f*^^ mento, che alCardmalediRicheueu ella teneua, dalla Uuchel- /^ ddit^ fa di Sccurola, fua confidente, nodnto, la quale con molti /^c^^/f^
ancora ingroiHiua il V^'^'\%^^^'*^^' giraua la di lei volont, perche, effendo il Gran Prior di Vandomo fuo Amante , fu da hi indutto a preftarui il nome, a condurui il Duca, fratello fuo 3 fratelli ambidue pur anche, f beneSpuartifitij
&
tito^
&
dQ R Lodouico. Con ta'i appoggi pail'arono a maggiori difegni, meditando d'eshibire a gh Vgoootti Cartone,
rij,
per Capo , fubornando Goucrnatori di Prouncie, e di Piazze, non fenza fufurro, che lo fteiio Cartone, dopo ammaz- per mano di Gafone iZato di mano propria il Cardinale, e ritiratofi dalla Qonz^ fi difegna coH'applaufo d'vn grande partito jhauerebbe non foio indot- la worudi to il R a perdonargli j ma difpofto a voglia fua del Matri- Richelica, monio, del gouerno, e del Regno. Niente paffaua nafcorto al Richelieu, perche il Signor di Scials, Guardaroba delF^, che r;"}, confidenti/limo della Sceurofa, fcoprendo da hi gli arcani cofftpe ie dell'in^ del regotlo,li rapportaua al R con profpetto tanto terribifidia. le, come fe,confpirandofi contra la fua rteffa perlona, fimachinaffe di chiuder'o in vn Conuento, d'efaltar' al Trono il Fratello, e di faraji fpofar la Reina, che Lodouico, per natura fofpettofo , e Gihdente ali'ertremojs'induffe a credere an'<?-.
< ^
M DC XXVI
alRichelieu, la Magia , per dir cosi, della lingua^ perche con viuace, e neruofii eloquen/^a, arricchita di pronti ripieghi, e rinforzata fouente adarbitrio fuo da laaffetti , efpugnaua gli animi , e diregcrime , da giuramenti , fopra tutto la volont del R Lodouico , che picn di fpageua uento firimifealla di lui prudenza, e condotta,acciochefaceffe fparir tante lame. Si cominci dalla prigionia dell' Ornaimpetra no, feguitain Fontenebl, doue appoftatamente fi riduffe la .d Re o.\ r^i ^41*1 Corte, per euitare i rumori, e le confufioni, che infurgono rrto. troppo facilmente in Parigi. lui'l Rc,parlandogli del Matrimo:^"^^^^^^^ Fratello con la Mompenfier, e moftrandouifi egli non Tl-H'' Oi n^fio. inchinato , fi dalle guardie poco appreffb arrePtato con Itordimento di tutti gli akri del fuo partito , e tanto maggiore ,
come fece
morte, afcritra da alcuda altri attribuita avechemno-/ ]^j-jq ^j trou nel tempo dell'arrelto il Cardinale lontano foco dopo, operane-' cofi/fei per far credere, ancorch direggeffe ognicofa, che 10 di ro i foli voleri del R, anzi chiedeua licenza di ritirarfi, perj all'infidie di cosi potenti Nemi-, la vita all'odio, poi Sottrarre ffjo 'jkiedwo^ ci j ma tanto lontano , che 1' acconfentiPfero Lodouico , e la' j^^nw^r'^^qjj-e, che, com'egli appunto con iftanzc contr.qriecuDida-| mente defideraua gli pcrmifero contra gii Emuli muniriiconj Guardie , che , prima feruendo a prefidio , trapanarono prefto ombra della fteffi autorit del Sourano . ^Zuiodt^^ emulatione, \cujiodie. Con la prigionia, e morte dell'Ornano pareua in gran parte
la
,,
^'-
&
&
difegno de' Fattionarij difcioltoj ma non era totalmente ^,w^ abbattuto,trouandofi i pi potenti lontani,eqi]ei diVandomo |^&;'?irf/i' particolarmente, che, tenendo la Brettagna in gouerno con ^'^^^^^ fcguito dauauo grandiflima geloia. La Corte s'auuij ''honar^''! \' a quella volta , ma lentamente , per dar tempo all' arti del Cardinale, che, deludendo co' foci fteffi dcM^n]^ e drlegni il Gran Priore, e facendogli fperare T Ammj'ragliato del Mare, che pretendeua con grand'anfiet , rindurie a vcnir'a Blois , doa condurui'l fratello , ma , fubito giunti , fi ue il R fi trouaua , celerit la 1^- To', videro trattenuti prigioni. All' hora con altrettanta ';i^rri;7i' Corte and a Nantes prcuenendo i rumori della Pro uincia^. ,
jil
!
&
Altri
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LIBRO SESTO.
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in
(
5y
cheafpi-I^^Dcxxvi Altri non vollero punto fidarfi . lIContediSoifTons, rana alle nozze della Mompenfier, e per confeguirle era entrato nel partito de' mal contenti 5 forti dal Regno,e fece vn viag-i^^jj^y^^^-
La Scenrofa^cornandata di trattenerfi in vna Cafa '^^^oml m Campagna, fuggitafene ricoucrofl in Lorena^e con lo f\nnto\Soi/sons
m Italia
\\
coihime del ScfTo ) auidiffmo \ nouit , pafs poi ad ^/^^^^f' altre Corti , per tutto portando nell animo contrala hrancia n fuga dniiA itioco della guerra^e ejuello de gli amori de' Principi grandi nA- Scenro^a, fefue rare bcllcz7.e. Lo Scialsfolo redo incautamente preioj nella rete, c'haneua a gli altri teffuta perche, confidato dcl| bcnefitio, pi che memore dell'offefa , parendogli di non efierj |bcn corrifpofto , concepiffe troppo vaili penfieri , che pentito d'hauer'affai detto, nonvolefse poi fcoprire pi oltre, per e col collo fentenza de' Giudici, come imputato delle confpirationi me- della te;? a^ciiiles defime, fu in Nantes decapitato Nella ftefsa Citt fegu in fine il Matrimonio con la Mompenfier^ perche il Fratello deli R, non hauendo apprefso chi gli fuggerifse incontrario, ^.^l^/^^/^f^ fpos,& immediate , irretito negli amori, e nelle prime dc\i--\ pgf///'^ tie del Matrimonio, trafcur la caduta di tutti i fuoi con&-|G^/?o. denti. Quelli erano dunque grimbarazzi di Corte, tra' quali
fopra
,
conchiufo
il
trattato
diMonion,
pon toglieuano
affatto
tr^que^i
i
biafimi, feruiuano almeno per allegar qualche fcufa; ma \fi^P'&^^ Duca d Sauoia, non ammettendone alcuna , fprezzate le lufin- iiezgtZ"^ ghe del Buglione, ftaua cos grauemente alterato, che, giuran-' /^^p^c^. Ido contra il Cardinale implacabile odio, e ipiiconfpicuirifentimenci, infer fubito col mezzo d'Aleiandro , Abbate Sca-j per la^ glia,Minillro fuo fagaciflmo, tra' mal contenti del Regno, q^^-iss^^ eshibi loro ogni fomento e le forze, e particolarmente a Ga-^'jf^^'^i
,
ftonebracc^o,e
ritirata,
efficace- '^.t/co-
affinch,
Francia vn afpriffima guer-j firinzc^ ra, potefse fopra quel Regno confeguire quegli o.Q(\mi\^'negonati che fi doleua efsergli fiati altroue attrauerfati da' Miniitri o^'^..ff^.^] almeno traua,2.1iato , e punito refrafse chi haueua o(zto 2Lh-,fon'l'iL bandonare, e fp rezzare vn Principe amico . Vera.mente agran^^^^^^'^la
,
promouendo contra
paffi
524
MDcxxvi
p^iYi
DELL' HI STORIA
VENETA
'
s'auanzauanole rotture tra la Francia ,6 gl'Inglefi, continuando in Londra le diiTenfioni tra il R, e la Reina, ancorch il Marefcialle di Baffompierc , andatoui per AmbaIciator'eftraordinario, (labiliffe alcuni Capitoli circa la famiglia della ftefla Reina, che per caufa di Religione feruiua di
non conciliando g' intcrelT, elepafpu dire, che a gara ilRichelieugli 'difapprou, & il BocchingaiTi gh ruppe. Furono bentoftoa fligamne .^^-^/^^^^^jinftigatione del Duca di Sauoia, che con gli fdegni propri)
Ipretefto a'diigufti ^ma, fauoriti, fi doueain^^^^^^ de'due
rimandati i Domeftici della fteflli Reina a ^iia dilla Pang, Seguiuano inoltre reciprocamente molte rapprefaspofaKea gjj^ gj^^ '| mare, e prefi in protettione gli Vgonotti, elaRoce ^^"J^'^^^w.^^ fj (Joleua il R Carlo dell' inolTeruanza de* patti, edelle molcftie, che il Forte Luigi a quella Piazza poitaua Soil Bocchingam, affunta la qualit d' AmbatZemfe- pra tali pretefti fciatore, voleua paflarfene in Francia, per procurarne ragiofiatwm. odeiiBoc j-j^ ^-^^^ ^ ji pji;^! y^fQ niotiuo del viaggio afcriuendofi a gli affetti ^^ quella Corte contratti, il Richelieu perfuafeal Rdi ricurifotlT'di fargli iicl Rcguo ringreffo. Da ci lo sdegno dell'altro all' {erturfi j^'j^^' P'^'eftremo s'accefejC giurando, che, f gli era prohibito d'endor a Pa trare in Francia pacificamente, hauerebbe coli' armi sforzarigi Dal Signor di Montate le porte , s' applic ad aperta rottura gli portate a g\\ Vgonotti , al Duca di Sauoia T intentioni deli ?na rton ac m/^;V.'"'j R Carlo, fftabilito trloro, che il R, come manutentore (dcirvltima Pace con gli Vgonotti, per rifarcire le nretefeiny//^(/?'fr-'ittioni, inuiaffecontra la Francia trenta mila foldati, riparti^d appre- ti in tre armate , la prima occupafleTIfole pr (lime alla Santon-, gi per fomentar la Roccella, l'altra nella Garona sbarc.ffe; ^/r''"/\ ^ ai Guerra ' rr xt appreniione ia A(or-| appreilo Bordeos, la terza, tenendo mandia , e la Brettagna , diftraheife le forze , e con le RamberVele, adoiJZggnf S^^ ( fono N ani di fmifi-irata grandezza, che, oltre le
d/il^ami
^^uuz
gli altrui
&
-w^
ri
'
prano i Remi) chiudendo le bocche de' Fiumi,impedi/re il comImercio. llDucadi Sauoia doueuainuader nel tempo medefimo t7efU qfi JhPwucnza.Sc il Dellinato, promettendo anco inuiare cinque.liccmorro ceuto Caualli al Rohan, che eshibiua di folleuare la magZ^ gior parte di Linguadoca con gli Vgonotti, e con quattro mila fant i , e qualche numero di Caualle na vnirfi a g Inglch
/tGnl
\
nella
L
nella
.
R O
il
n^_
I
Ghienna Accioche
Regno
da tut-
MDCXXVl*
e la
te le parti, Carloj Duca di Lorena 5 follccitato dalla SceuroiajC dallo Scaglia > che and efpreffamente a trouarlo, doueua en-
Lare
trami di\ canto fuo con valide forze. Anco i VenetianijC gli flati d'Olanda furono dagl'Inglefi^ e daSauoia inuitati, quefti tfjfutatt' '^'""^'^*. per intcrcffe diRelieionc, e quelli per vendetta del trattato di. M'^nzone, e per timore dcllvnione tra larrancia, e la S\i?c~ oundef, gna; ma amendue quelle Republiche, apprendendo, pi che del trattato di Monz-on, i mali della difcordia tra rjnghilterra, e la Francia, che, venendo all'armi, lafciauano in ogni all'arbitrio de gli Auparte il campo aperto a* vantaggi,
&
con eificace interpofitione procurauano diriunirli^. che pin qucfto mentre nella Valtellina s* efeguiua il trattato , ben- tofo simIn piegano ch i Grifoni, grauemente fcoffi da' pregiuditij, reclamaflero, per Mc-\ inaiando in Francia efpreffaAmbafciata. N valfe, che, per dAtori di\ quietarli, il Signor di Sciaf oneuf da Venetia fi portaflea Coi- Vace, ^ per la c^,' r, e di l nell'Heluetia, perche le tre Leghe, e tri gli Suiz- ih: fifa con _ zeri i Cantoni de' Proteftanti , mai vollero preftaruiconfenfo. 'spJgnaef Ad ogni modo, trafcurate le loro doglianze, fi concertaua di; !^^^*j!^ renderai Forti, e di ritirare le armi. A'Venetiani per la ^'^^^-^^Jncmaj nanza premeua, chefoHero i medcfimi Forti diftrutti, e xq\x^^ fi nodim). fando il Pontefice dicaricarfi ditale incomodo, e fpefa, ha-'""^'* ^^Ti ueua il Fargis alla Corte di Spac^na a nuoui pregiuditij alfenti- p^^"^, to, capitolando, che folfero dal Pontefice confegnati a Valtelhni, a gli fteffi Spagnuoli, per demolirli. Ma riprouandofi CI dalla Fraru:ia, e dalla Republica ; in Roma fu h\ fin^_-> accordato tra il Signor di Betthune, il Conte d'Ognate, Ambafciaton delle Corone, Che a Torquato Conti che 'v'entrcrebhe con tre mila faldati jojjero re(ituiti quei 'vecchi Forti , dti quafcriaci,
i
&
j
li
egli poi
ne
fortijfe
quando
dx
Spagna gli fi confegnajje jcrittura di fodisfationc Nel tempo medejtmo da* nuoui Forti fi rti.
.
nati
l'armi de' Collegati , e da' Paefani fojfero tutti infteme fpiad' turbano Quall* Infcgne
che ritardo differ la confegna fino al principio dell'anno ven-l^^^^*: ^-^i turo, perche il Courc, prima di ritirarfi, voleua, che la pen-V^Wie
fione de'
Va ltellini
a Grifoni
fi
concertalle
ne,
i6
MDcxxvi.y^jles Ji
DELL'HISTORIA VENETA
Cordoua (che, rimofTo il Feria, come poco ad efeguire la Pace, comandaua nel Milanefe )
inchi-l
|nato
di te-
/^fr^f-inere facolt fopra qiiefto, in Francia fu dal K giudicata, riO gl'in 14 coiraflenfo deirAmbafciatore di Spagna, in venticinque miIl o<iacoi
Carlo
trtegua
fa
(o'
.
(Jer.creft
da'P^enetiatii
in-
tanto rifa"
mandofi le
Aiihtte.
anno. Anche co' Genouell haueua il Duca Carlo, prerato dal Buglion , fofpefe le armi, pi per vendicarli della Francia, che per compiacerla; perche, entrato ne' difegni d'afsalire con grandi fperanze quel Regno , non mal volentieri fi difimpegnaua da quella parte. In tal guifa reftaua l'Italia m. quiete , ma fi conofceua grauida di nuoui nembi, e di pi fiere tcmpefte. I Venetiani,accomodandofi altcmpo, riformate le loro Militie, ne ritennero vn Corpo valido delle
la
icudi per
pi veterane, e purgate. In quell'anno tra le cofe domeftiche Federico Cornato, Vefcouo di Bergamo , effendo proCor aro. Cardinalato in quel numero, nel quale tra l'altre Co^w.... per fafsu] mofso al trv"rp'\ront fogliono i Pontefici honorare la RepublicayVert dub^^^^^J^'^^'^jbiojfe, come Figliuolo del Doge, haueffe luogo laLegge,che z)^y,\f^|prohibiua loro il riceuere Bencfitij di Chiefa; e dal Senato fi
Cardinal
fi
deroga
Vefcouo
^/.dichiar
Degreto^
Quirini
comprefa nel nome comune de' Benefitij. All'incontro a Carlo Quirini, eletto Vefcouo di Sebenico,f;i denegato il pofieffo; perche, peche Dignit cosi grande non
foife
,
netratofi dal Configlio de* Dieci , che con mezzi, illeciti a' Cit^^^^^ RcDublica e col fauorc de' Miniftri d' altri Prinhauermlcipi l'haueffe impetrato, lo bandi con feueriflme pene, e dal trai D/'jPontefice fu ad altri conferita la Chiefa. (durante la tregua,
depoftoi e
breue,che fecero l'armi, & i mali d'Italia, nuoua Crad9 da^ gnQVY^ infijrfe neirAlemagna,pitofto l'antica s'accrebbe- fauori e-|con le machine da Chriftiano, Quarto R di Danimarca.,, Regno d StalT/r^ Jco* Proteftanti tramate. Non grande quei j^iema- jto, n potente di forze, m-a filmabile pe'l fito di Terra.edi ^'*'^ . JMare,e pe'lfomento, che nella vicinanza a' Principi dell' In^^''/^/^H quantunque
^^/A^T/lferiore SalTbnia prefi:aua, i quali, come s' detto, l'haueiiaDantmar no eletto per Generale del Circolo, cgi^ con la Carica afsumendo fpiriti grandi , fperaua a fiio proprio vantggio ma-
&
neggiare la guerra coll'altrui forze, e danari; credendo, che i Pnncipi dell' Imperio non folo , ma gli efterni ancora,cmuli de-^ gli Auftriaci, doucfsero foftenerlo,a kun per motiuodiRch
i
LIBRO SESTO.
fionc5 altri per intereilcdi
Stato, Perci afpiraua a dilatarci m^cxxvi confini, principalmente con intrudere i Figliuoli ne' Vefcouati, che tral'Albis, e il Vcfer erano gi qualche tempo vfurpati daTroteftanti. Non ancora emendo maturi i difegni, n jpronti i roccorfi, che il R dalla Francia, dall'Inghilterra, e tiretto ir dall'Olanda fperaua, ilTilli per non dargli tempo di rinforzar- frouifame tedalTtt i, io /Irinfe cosi t^a vicino, che, per non cedere, gli fforz.a J/^ muo-* Iprcmaturamente dirompere. Precorfa tuttauia fopra l'inftan- uerfi ze degli Elettori di Salfonra^ e di Brandemburg per tre meli vna tregua, fu qualche progetto di Pace difculTo, macontroucrtendofi'l punto d Religione, e quali foller i limiti, chela. in Pace deirimpeiio, chiamata appunto Religiofa, prefcriua, fu ciwp^ recifo il maneggio. Moffe dunque l'Armi, il R, chiamatia s^. ilMansfelt, infieme co' Principi della Balfa^^' f l'Alberftat, Saflbnia, che voleuano perderli pitofto tra'tcntatiui, elefpeal timore, li ranze, che abbandonarli alla difperatione , trouaua fotto l'Infegne feflanta mila Ibldati . Vlrico Federico, Duca diBranfuich, ricufando di concorrere con gli altri, co-
&
&
me
partiale
fi
aCefare,
in
fu
depoftodalR, e
foftituitogli l'Ai-
fofitiii:
bcrltat,
piant quello Stato, molt'opportuno perlafitua-'^' ^^i>cr~ rione, la fede dell'Armi. MaTEfercito, che vnito pareua czA^'^fi^'* pace di luperare ogni oitacolo, e penetrar nell Imperio, diui-;y^;t. io in pi parti, fu fubito vinto per tutto. IlRinui l'Alberilat ne' Vefcouati Cattolici d'Ofnabrug , Hiltdcsheim, eMinden, chepoteuano copiofamente fornirgli vertouaglie, e danari, Se il Mansfelt Aa-rfo TAlbis per i/cacciare dalPaefe di Magdemburg il Vall}ain,che Toccupaua co'fuoi quartieri, e poi fpingerfi nella Slefia a fomento de' mal contenti, e delGabor, che neirVngheria eshibiua dirompere vn'altra volta li_. Pace. Ee.li apnrelfo il Fiume Vefers'aqquartier, per trattenere ilTiili, pi temuto dogn'altro. Ma TAlberftat, contrail' ma richin quale il Bauaro haucua efpedito il Conte d'Anhalt coU'Eferci- r^^^o prr to della Lega Cattolica, prefto fu richiamato, per congiun- ^rfjf *' gei fi al R, e refifter'al Tilli con pi valide forze j anzi, ca duto e^li infermo, termin, appena tocco il trentefimo, gli an'^
j ,
>
[
'
.ni
iuoi, laiciando
immaturo quel
^.^.^^
lUa,
prefiifo,
& infieme vn X 4
gran
docu-|/%?^>4/;^r^
men-
jzS
DELL'HISTORIA VENETA
M Dcxxvijn-sento, qua:nto incerta, e breuc la vita ricfca allunghi, e troppo vaili difegn. IlMansfek, trouato, che aDcfsaii il Valftaia
giunto
lo,
pra
ti
FaU
.
jiaiit
vn Ponte fopra TAlbis con alcune Fortificationi, aflaIcndolOjle batt per pi giorni,- ma,daGiouanni Aldringercol foccorfo del Conte Slichfoftenute, e difcfe , hebbe tempo il
teneiia
Valftain d'accorrere colgroflb, e leuata col tirare alcune tele, la vifta anemici, traghett vna parte della Tua Armata
truppe del Conte, che laCaualle// ^^^Ks. ria, prefa la fuga, lafci la Fanteria in gran parte tagliata con ''fehrefin^ perdita di fei Cannoni, e quaranta bandiere MailMiasfek, pi pronto in rimettere le Truppe, che fortunato nel conferj^^j^^S"^^! 'uis,. 'uarle, fi trono prefto con quindici mila foldati , hauendogli r -^^^^^j,''jdato rinforzo rAmminiftratore diMagdemburg? e pi occuldo "^''^ diBrandemburg, che, hauendo data in mo5 Lfercitc tamente TEIettore rmjcrzi. glie al Gabor vna Sorella, fi rendeua grauemente a'Ccfarei ofpetto, Vnitofi a Giouanni Ernefto , Duca di Vaimar, o^ da molti efuli diBohemia, e Morauia ingroifato, per ftrade fuitiue, e con grande celerit entr nella Slefia, tal calor^^ porgendo a' mal contenti perla Religione, f bene lontano, i>i&trato'Q\iQ i Villani dcirAuftria Superiore follcuatifi in gran numera ftf..^ ^ '"^lafediarono Lintz, e nell'altre Prouincie hereditarie fifcopri'fcoff7pi\ano grandilTime commotioni. Ferdinando fi trouaua molto .^,^^*'^,:^^^- angaftiato dalle mofie dell'armi, oltre le gelofie del Gabor y dalla parte de' Turchi. Il Valftain, prontamente efpediii'o^cJi/^^nco [lono^.e, 'ti in Slefia tre milaCaualli fotto il Colonnello Pecman, fitrat^w^r" ^^""^ qualche giorno, per afficm arfi di Magdembiirg 5 e dell' \P"i^ai,^.E\QttoYQ diBrandemburg, che intimorito, noniblo prefto conjtributioni, e quartieri, ma riconobbe il Bauaro per Elettore > come perauanti, a perfuafione deirArciuefcouo di Magonxa, haucua fatto il Saflbne . La Vittoria poi del Tilli abbatt in va colpo, e dom tutti i Proteftanti, Egli haueua con moka.^ ;/f/7f;/ felicit 5 f bene con fpargimento di fangue, efpugnaco Min^ G^t^^'^Shen, poi affedrato Northeim, Piazze ne con'^I/fi/Ti^^"'imDanefi> '"y^^gn^Jornl^om del Vcfcr, per iftradar da quel tratto pegnarli a qualche cimento . Il R, per fbccorrere la Piazza, s\ippro(Tim, oblig i Cefarei a leuarfi,* ma, perdendo il vantaggio di combat tere nella ritirat a^ & in te mpo, che
.
'
&
&
il'TilH
LIB
RO SESTO.
lontano
5
3J9^
accadde, che non folo^'^^c*'^ ma con marchie varie ,& incert^.^ deludere il R) &: iftancailo. In fine nel Ducato diBranfaich s'incontrarono TArmate a Luther, Villaggio tra alcune Morrtacne, che col nome valcua d'augurio alle fperanz.e de*Protebnti, ma coll'cuento riufci loro infelice. Il Tilli prefent e dal U con gran coraggio non fu ricufata^ . cferifce hi Battaglia lapHgnaJ Auuenrc ci, che s* e offcruato di rado, che fi cambi durante
,
a Luther*
che la Vittoria in fine coroni quelli, che nel principio pareuano abbandonati per vinti. Nel primo vi- accettata ro non fi pu dire, qual folFe Io sforzo, e'ia ferocia deTro-| intrepid." ^ teftanti. In vn Lato fugate le guardie, che confl:auanodiquat"iw(?i^^ tro Reggimenti, occuparono il Cannone, de a tal' efempioj^^"
il
conflitto la forte, e
piegaua de' Cattolici quafi tutto il reftante. Ma, come non fogiono i pi veterani foldati a' primi colpi fmarrirfi , anzi nella confufione nordinarfi , e rimetterfi nel difordine ftelfo , molti fpontaneamente riuoltando faccia, altri raccolti da' Capitani, e ricondotti alla pugna, alcuni nella fuga trouate paludi infuperabili, riprefo cuore pernecefft, ribatterono talmente i nemici, neirincalzarli alquanto sbandati, cheleuarono loro qualunque vantaggio. Fu il contrailo atrocidimo , con infolita oilinatione combattendofi a petto a petto per pi Ihore con la fpada alla mano con tanto flrepito d'armi, e di voInfine ci, che'I cielo ne fremeua per gran tratto all'intorno ddl'ala dritta fopra la Fanteria li la Cauallcriade'Proteftanti rouefci con difordine tale, che don la Vittoria a Cefarei, con grandifTma flrage de' vinti. Il Refi rimife tre volte a caaltrettante riconduffe le fue truppe al cimento; riteuallo, neua la fuga, d preflntaua a' pi timidi , 11 ritrouaua per tutto, doue, atterriua il pericolo, lafperanza arridcua, con la_j voce, e con l'opera infigne a' Tuoi, confpicuo z nemici, a^ tutti d'efempio. N ilTill omife le parti di gran Capitano con tanto maggior' applaufo, quanto che vinfe, dopo effer quafi, che vinto; onde il cafo, che ne' confiitti tanta parte^^ s'vfurpa, non pot inqiicflo per la Vittoria all'viiorimprouerare i fauori, all'altro per la perdita deflorare la laude. Cede.
con ecc/n
d9d'VT9
te/^nti
I
&
non folo le
reliquie de'vinti,che
ftretti
33
jKocxxvi ftretti in
I
DELL'HISTORIA VENETA
Luther s'arrefero a difcrettione , ira Northeim, etut]ti gli Stati di Luneburg, e Branfuich con molte altre Citt, e cheperdo piazzc , dilatando in o^ni parte dell'Imperio conlguenzepro-j Ferdinando. N per lo R di Danimarca poteuacade-l "pLzzf'f ^P^^^ ^ re in pi inopportuna ftagione , perche T Inghilterra y e la Fran-' ^^^5 ^^ procinto di rompere tra loro, gli negarono le fperate! cimato il ier^w/Vaffilknze. Solo da gli Stati d'Olanda, che temeuanp del lilii froftineie l'antico difegno di pingerii nella Fr*fia per la ilrada d'Embtmie dem, gli fu inuiato qualche foccorfo di gente, potendolo fare con tanto maggior comodit, quanto che in queft'anno, trattane l'imprefa d' Oldenfel , di non grande momento, erano (lati , attenti alle cofe delFlmperio, onero folamenteoccupariin diuertire quel taglio, che in vano tentarono gli Spagnuoli, per ^^ e Tnga gita 'rdttl Ivnire la Mof col Rheno. S'accrebbe poi al R mededmo di i rmjor Danimarca vigore con k mila Fanti, e mille Caualli , dazi ti dall' Amminiltratore d' Halla, e con rinforzi de'fuai fudditi ftefli Onde, vfcito dal Pael d'Holfteim, doue s'era rij^^jy^ couerato , pot cfpugnare Hoije, bench rellaffe di mofchetta^^ ' ta ferito, comc|>ure, per duplicato colpo, fuo Figliuolo pia grauemente. Prefe poi i quartieri nel Vefcouato di Bremen ^ ^
._
.
!
fuor nell' Inferiore Saffbnia a freno, e pena di a Breme quelle coHtumaci Prouincie. la rotta di Luther in ogn'aljtra parte haueua dato il fuo concracolpo- Per reprimere l'Aui
Ma
emotione portaua fco grandi pericoli ricupeOA;,^ ,' haueua Ferdinando inuitato il lauxvo a Segnalarli con Auftriaci \tutadBa'T2it vn altra volta quella Prouincia a Dio^Si a gli \u^ro ^iia\}^^ egli, fopra ogn altro fblito d' vnire ne i negorij dm cofe_> eshibiuadi ly/z^^'^^"^ tanto contrarie, come fono la Piera, erinterelfe, vo firta A-[ farlo col proprio danaro, a cautione per del rimbori, \yiriore Prouincia relendo , che di nuouo per pegno in poter fuo la llaTe. Ferdinando dnbbiofo, ie altro Stato per hora gli fi pre^h rtcmr, fenralfc, per ricuperarla, e per rifrcirlo, fi content, che {bladt poi foie mente gli preibile alcuni ioldati , co' quali hauendo congiunta \wilitie qualche Caualleria fortori comandodel Pappenheim, furono i , co qruui Villani conilretti ad allargarli da Lintz, poi ad Entz ne' loro \j jiragc fangue, econgrandi que' ri- quartieri battuti, in fine domati con molto .bdli diflmaftrage. Nella Slela haueua il Mansfelt perdu taj'^
i
ftria
Superiore,
la
cui
'
^portu-
LIBRO SESTO.
mente ne
'gli
li,
S3i
VIDCXXVI portunit de' progreffi coli' indugio, interpolo d;d Gabor a_>^ congiungerli /co ; onde i Ccfarei T haueuano tra due Fiumi A/f/tnsfelt ferrato 5 ma, quando credeuano tenerlo rinchiufo, egli furtiua
penetr nelle Montagne dell' Vngheria, douc s'vn finalmente il Fratello del Gabor con tre mila Caualvfcy e
l'i
dagli
[
grofo corpo di Turchi, co' quali preua lere poteua ^'nemici pe'l numero di forze, e per rinclinatio\ne de Popoli, f la fama dclh Vittoria di Luther, non haueffe
e poco apprelTo
vn
et
congiunto
di
Tran-'
*
i
i
fiinano
co
grande ibccorfo^ perche il Gabor, applicando a nuoui progetti di Pace, dal Mansfelt fifpar,&:a iuo efmpio fi ritirarono i Turchi, onde il Conte, cinto da*Cefa rei tra' mosti fenza viueri. e fenza danari con le truppe sbandate, e confunte, lafciato alle poche reliquie dell' Eiercito orjdine, che procuraffero d'vnirfi colTranfiluano, fugg quafifoferuito al Valftain di
jlo, e
& al Tur
.
'
chepoi t
con difperato configlio penetrato nelle Prouincie Turchefche, abbozz co'Miniftri Ottomani nuoue vnioni, e trattati, es incamin verfb la Dalmatia, per condurfi a Venetia, Qdi
paffare a quei Principi, che l'haueuano altre volte foccorfo. giunto a Vracouiz , luogo ofcuro della Bofna apprello i Con-
diato
tra'
ti
da
\
Cefarei
I
Man-
Ma
daffldil-^
Venetiani, ilanco dalle cure, cdzdigi fpir, ordinando, che ne gli Stati della Rcpublica foife ilcadauere fuofotter rato. Cosi Lrncfto, Conte di Mansfelt, hauendola cercata gloriofa tra tanti pericoli illuftri, dalla morte fu colto ignobilmente, dou'egli meno ft l'attendeua, affinch dir fi poteffe, ch^-^ fofie defi-audato dalla fortuna ne! n a (cere .e nel morire. Huomo per altro, che fenz'inuidia pu chiamarfi celebre, efenzabiafimo celebrarfi per grande in vn Secolo, nel quale fon alcuni (lati eletti dal Cielo per MiniRri della Diuina Giuftitia, e dell^_-> Ipubliche calamit. Egli ard di prouocare fo'o, e con aufpicij
fini de'
perAt a me
.
te aita fte
(^ a' con.
-fini
della
Refuhlica
mmre
priuati la
Battaglia,
ma
per
la felicit
de vincitori.
Nel negotio
dace neir incontrar' i tore di torbidi, e nouitj fofferente della fame, delle vigilie, e dell' intemperie j eloquente, e fagace^ profufo del fuo, cupido :deiraltru5 viffe tra grandi fperanze, e difegni, mor fenza StaCred all' efempio di lui il Marchefe di Dort i > e fenza thefori
'
di rimetrerfi niente meno celebre fuperiore a's^randillmi ingegni, aupericoli , accortiffimo nel fottrarfene ; ama-
lach
?^ tMDcxyviJiach
[Dorlach
dietroUjio
DELL'HISfO^lTVENETA
,
di poter tentare l'Alfatiaj raccolte in Bafilea alcune Militie col fomento degli Suixreri Protcftanti 3 e con qiialch^.^
cifig^fi
con
danaro, che occultamente glifomminiftrarono i Francefi e g' Inglefi , ma non con vguae fortuna, perche la grandezza degli Auftriaci,
(ia.
pi crollare rapparato, che, fopragiunto in quelle parti vn'Efercima non minci intimor gli Suiz-zeri , fomr/o Ito di Ferdinando, diffip il difegno , daiiM ^^-ioblig quelli di Bafilea a licentiarlo . Egli per tanto pafs in ma prima haueua inaiato a Venetia il Colonnello ^fit^'^ Danimarca; allaRepublica i fuoi penficri, 2/1 ^/ci>; Niccol Boet a partecipare
ben radicata con tante Vittorie, non potendo a picciole fcoffe , non cos tofto il Marchefe co-
&
&
re.
{a chieder'aiuti in tempo, che anco il R di Danimarca con la voce diGioacchimoCratz, e coirinterpofitione efficace d^^ gli Ambafciatori d'Inghilterra , e d'Olanda, dimandaua danaro, per trattenere cinque, fei Reggimenti . Il Senato, ampiamente dedotto il mento, che la Republca teneua con la_,
Italia iCaufa comune per l'operato nelcorfo di molti anni quellVrgenze , fenza impegnarfi pi auant. compat a
ANNO M
tori, e de Principi
DC
XXFIL
Horamai Ferdinando, temuto da molti, rifpettato da tutti, premcua con piede armato Tlmperio, negli Stati dcgh Eletalcuno alzana
La
'.
la
tenendo ripartiti gli Eferciti, che, doue-^ fronte, correuano alloppreflione, e al cafti-
Cjef-^
manut etu
deintente
da'
tori
Dir et
dell.
Krmt
(nne ,
Ce,
go. Non pi occulto parcuail difegno di ridurre nelFAlemagna allVnit la Religione diChrifto, e T Autorit degh Auftriaci. Si parlaua di rendere fucceffiuo Tlmperio, dal Val1 penliero d modeila in particolarmente non fimulandofi rare in guifa gli Elettori , che , come Grandi di Spagna , fecondo egli diceua feruiffero di decoro , non d'ombra Da lui, e dal TilH fi direggeuano con arbitrio affoluto Timprefe,i prefidij, gli alloggi , le contrjbutioni , ma con mano cosfcuera, e pefante, che opprimendo iPaefi de' Protcftanti, e non rifpettando quei de' Cattolici, emuiigeuano per tutto, con inaudita licenza delle militie, Foro, e il fangue. GevgualmcDtefremeuano 1 Principi, auiiezmeuano i Popoli 3 ' " zia
,
&
LIBRO SESTO.
ii a riibluere
333
MDCXXVII
negotij, e a comune confcnfo, e ripartite congiiifto equilibrio. In quefto fernile, e lugubre afpetto non fi trouaua quafi pi alcuno , eh'
di Danimarca,fe ben vinardiilc di fi/re lo fgnardo . Solo il to, tcntaiia rcfiftere, e per rapprefentare a gli altri i bifogni,
concerta forte di libert nelle Diete i pm graui non prouare contributioni, f non f impofte d
inui Chriftiano
(jftcnze. In
Guglielmo di Brandemburg , Amminiftratore d/Magdemburg, e d'Alberilat, a varie Corti, implorando afFrancia riuolti altrouc
gli
//
D.inon
oggetti, e l'armi deliaci Corona, niente gli riufch In Olanda prou miglior fort^-^ yfouoifn' efenti da guerra quelle Prouincie, perche continuauano gli;V Spagnuoli, ad applicarfi folamente all'occorrenze dell' Imperio, con ferma credenza, che, debellati quei Proteftanti, non foller poi gli Olandefi, che vn' appendice della Vittoria. Per quefto anco lo Spinola trouandofi inotio, era palfato a Madrid, il Nome d In^Q la Gloria, dopo Tacquifto di Bred parendo apprelTo gli Spagnuoli conuertito in ombra , inuidia . Inuiato dunque da gli Olandefi al R d Danimarca., vn corpo di gente, prefidiarono anco alcune Piazze del Vefer, cshibcndo due mila foldati a cuftodia del Sundt, ch' lo
,
&
doue
con esbi-
^,
j
Schonia pallano le Naui nel Balthico. il Cufiodte gradendo ogni cofa ricus quefto folo per dubbio, che Re, '''^'Jc-7 ''^'''''| gli Olandefi entrati vna volta in quel fito tant' opportuno, e'" nnportante non voleffero poi facilmente fortirne. Chriftia-' pi no pafs anco a Venetia, e trono il Senato, a pena vfcito da',,da effjce r ,, non
,
trauagli della Valtellina, d nuouo implicato in-fofpetti, e :it-cettat tento a' pericoli, che per la fucceffone di Mantoua pareua-
no immmenti^ onde nient' altro ottenne, f non che, data dalla Republica al vecchio Conte della Torre da fuoi ftinendij
al feruitio di
Danimarca. AncoBeth-
lem Gabor fi tentato dal Principe fteffo , ma egli, ftabilito con Ferdinando, dopo Icuafione del Mansfek, e lo sbando, ,che confegmt ddh fue liuppe, nuouo trattato di Pace, non pot romperlo, ancorch la volont non mancaffe, perche^ non hebbe q.Y aiuti, & il confentimento de' Turchi, i quali , impauriti per le_feliciu d Ferdinando , im plicati con
&
difauan-
334
RlDCXXVl
DELL'HISTORIA VENETA
di/iuanraggio nella guerra Perfiana , hebbero per meglio con-i {ruarc la Pace, e? per confermarla, inuiare vn* Ambafciatorel a Vienna. Dunque il R di Danimarca, prefb in protezione ili
portaff
fotto B/<r'
Duca
di
Mechelburgh e
,
poftofi di
nuouo
in
campagna
coni
''
ihcdcm
j/^/if'',,?
dieci mila Caualli,& ventiquattro mila huomini a piedijaiTedi fo-! pral'Alhis Blechede. Ma il filli, a cui precorreua l'aura di tanti felici fucceffi, /prezzato rincontro del Marchefe di Dorlach, che procuraua di trarrenerlo , ^ionfe al foccorfo in tem-
che
rmrofi
txo
~^^Q^^
raccolfe, credendoli 1
Ne
ritirar]
lualleria de' Croati, leuandoJ viueri, e tagliando a pezzi partiate, rinfeftaua, fi ritir pi addentro nel Ducato di Mechelburg
jcoli'Efercito indebolito.
Di
mn
'
gto.
(il.
9fando
moli
all'.
'(cos dette da certa Confederationepe'l traffico anticamente contratta) in particolare le principali, che fono Hamburg, e Lubech ad applicarli al comune interefle, mentre, affacciando-
&
CittaAn {i PArmi Auftriache sii'lmare,e occupandolo (tamhe ,\-^ il commercio. Aia perdeuano la libert,
&
lauanzato, con timore di peggio impediua il rimedio del prejfenre pericolo; onde le Citt non folo negarono a quel R T impaur, afl^ftenze. ma impaurite, e da' Generali Ceiarei ammonite a_> te de gh preftare a loro Eferciti viueri, e pafb, a concedere Naui, eli'''^'''"jcentiare d'Hamburg i MiniRri d Inghilterra, e d* Olanda, ob;,
eccetto che nella contribution de' Vafcelli . il nome a vn Ducato, auama ^|i} Till ocLur Lauemburg, che d 5^f Valftain, vfcito dalla Slefia, dopo hauer con poca conte/a ri ciino perato tutto ci, che prima vi teneua il Mansfelt, entr ne gli
ibedirono in rutto
&
poderoie, che aftrinfe di nuouo l'Elettore a ricener la Lcgi2,e, a contribuire viueri, e foldi, a ^ ammetter Branlt richiamare i {xxAii fuoi daF Efercito Reggio, anzi m Berhtiyg all' prefidij Cefi! ci in Francfort ali'Oder altri luoghi '^^^^^'^dal Tilli riceueual |lin Citt \ dm Refidenza. Lo Iklio giogo VVoIfcnbutel, 'k^'i Inferiore Saffonia, introdotte lue guarnigioni in le non incalff; nere altre fortifTime Piazze. Non reitaua pi
Stati di
si
&
&
&m
il
LIBRO SESTO.
iTil
5,? 5
nelMccIiebiirg il Dorlach, s'eraj ^^^^;^H inedefimo. llValftain, che fard per X\finaimetc\ ritirato nel fuo Regno ^''' ^^ Qiiiirnireanco chiamato il Duca di Fridhindt, perche Perdi- R^ nando riconobbe legrcgie lue attieni con ricompcnla di quello f^gi stat fug ii Marchefe, e fcaciStato, nel Mechelburg penetrato, l'occup, cfigendodaVifmar, Antichi/limi Duchi, Iciati quegli Roihxh, Citt Imperiali, per foftcntare lefercito, grandif-
Kc,
il
qiKiIe, lafciaco
_^ ^^ //mefonime. Gli Stati di Danimarca , difperando horamai di mi d4 a s gran piena dell'Armi Czttol- quelli eau felicit, rclllere a tanta che, flimolauano il R a conchiuderc anco a duri partiti la^ XX'L* Pace, &egh col mezz,o del Duca d'Holftcin lachiedcua, ma p^^^. due Generali gFimponeuano conditioni s grani, che dalla.^ feruitu non erano punto diucrfe. Pretendeuano, che, d^poo il titolo di Generale della baifa Saffonia, sbandaffc l'EferVefcouati ,\f,'JJX cito, rendefle l'occupato nell'Imperio, lafcialfe ne'qnnh haueua intrufo i Figliuoli, confcgnalfe Gluchftadfo- tmpo:/ezu ^o^d^tom^ pra l'Albis, pagafse le fpelc, e i danni , renuntiaffe ad oQ^ni trattalo contra l'Imperio, ola Caia d'Auftria, nello ftrettoj in fine defsecaution^-! del Sundt non facefse innouationi, accordate. Il R, non afsenten-l ,^^,, iper l'ofseruanza delle cofe do a tali partiti, vide inuafo i'HoIftein da due Forti llimiEfer'yi;;^^^/^ citi. Doue quella Penifola pi iinllringe, entr dalla parte|
&
&
(iniira
con l'vno
il
Tilh.,
&
alla deftra
con
l'altro
il
Vali:ain.| ,,>^^
A
me]
gliandofi ancora da' Villani gli Argini, e iafciandofi. in preda all'acque, per fottrarre a' nemici le Cafc, e g}i haucri. Ma.^ jilTill, per opporfi a gli Oandefi, che nel Territorio di Bre~ men haucuano fpinti pcderofi rinforzi, cede l'imorefa della_.j
Danimarca al Valllain, chel, fpeditamente efpua,nati 1uo?;l1 '^, laf terminar oci Ver->^,/^^ p^^ di maggior importanza, non loloauanti :na s'impadron dell' HoKtein , ma de gli Stati di Slefuich ,>.af jlutlandt, & Ditmartia, non oftante la fortezza de' fiti, e 1" iincomodo de' ghiacci, e del Clima. 11 Dorlach ridotto in vn' slrinyen do duroiJola viciniriima al Continente dal Conte Slich, che prini._, aficdi} ti aucua disfatte alcun e Compagnie , e guada gnatj_d_icQrto Cani
ri
C0--1
3J<J
DELL'HISTORIA VENETA
Dcxxvii
fu cosi (rettamenre afiediaro, che non hauendo Va-i jfcelli, per fauare le Truppe, a pena pot egli folo in picciolo'
Cannoni,
chsfauaft
csififggiie
iegno con la fuga fottrari, lafciando in abbandono i foldati , ^YiQ prefero fotco Tlnfegne Cefaree partito. Il R, raccok^-j felKinta nau5pre(idiaua Tlfole, e fcorreua le fpiaggejcfe bene otto di quefte caddero in mano a'Cefarei , ad ogni modo pre
ualeua sul
,
Mare. Meditauano
gli Aiiftriaci,
uale entrando nel Balthico, vn vafto dilgno di penetrare nel\e LO Natta il appre/?a le vifcere del Regno di Danimarca, e nello ftello tempo frena menti ^/ire la Suetia, foggiogare le Citt libere, impofleirarfi del traf j del commercio del Settentrione, efclufo ogif altro, & {"Slw^y-i^^^' e Keimmfioyin particolare gli Olandefi, che n*elraggono> oltre a grandi ri^ ' chezze , grani pe'l vitto de' Popoli , e legni per la fibrica dc'lo'
'
&
ro poderofi Vafcelli. Tutti grintereffati frcmeuano,efcnecohturbauano principalmente le Citt Hanfeatiche, le quali, pren<^^^^o ardire dal! eftremo pericolo, non iblo negarono a Fer^'7!!*isl altroiic la proui/f'/r;(?;J.' dinando le proprie Nani, ma ne diuertirono fione Tuttauia gli Spagnuoli diuifauano d'inuiare vna fquadra de' loro Vafcelli , per vnirli ad alcuni ottenuti dnlh Citt di Dantzica con volont , e confenfo R ^ Polonia , " quale di s fatto pender inuaghito, con fperanzaj che foiTe il R <}\ Suetia obligato di ritirarli a difendere il proprio Paefe , ruppe il trattato di Pace, che feco quaii teneua conchiufo. Ala le Nani di Dantzica non fupplendo al bifogno, e quelle ii\ Spagna [non comparendo, reit publicato, pi che efcguito il difegno. Altra machina in quello mentre, niente minore, (\ praticaua Icon mano armata, auanzandofi fotto il velo l\\ Religione da
o^;^2^?
.
I
Ferdinando la grandezza \ fua Cafi, e de^Figli. Stabilite UiCe^me. v\^ Maggiore le Corone hercditane, e la luccciiione de gii bta'j y'^/^'ti Patrimoniali, prouedeua Leopoldo Guglielmo, Seccndogenito con beni Eccleiiaftici d'ampio Dominio^ perche, acca/afj^jj^'^f: Medici, i?'ira/;J,';rf-'tofi Leopoldo, Arciduca cfKpruch, con Claudia de' ^''^;^^^ Vedoua di Federico, Duca d' Vrbino haueuara/fegnatoalNie di Poffo^Fi^H F^^^? fe bene in teneri anni, i Vefcouatidi Strasburg, la con altri ricchi beneltij i Chiefa , & hora, fuperata la renitenza de' Canonici con timori, promefTe, Cefare rhaueua_>
i^^^-'^^".'
f
*"
'
fitto eleggere
ricco di rendita
,
LIBRO SEStO.
dita, e
ni
pc
,
fito
moke Terre
tettanti
I
go tempo goduto,
Figliuoli del R di Danimarca. Anco l'Abbatia di Hirfchs'fcit, eh' pure Principato dell'Imperio, gi molto vfurpata
Ida' Langrauij d'Kadia, gli fu dal Pontefice conferita, e doiiicua ricuperarli coll'Armi . Lo ftelfo fi meditauadiMagdem-
hurg, e diBremcn^ con che d formaua per ampiezza, per dignit) e per richez,z,evn grandi (limo Stato nel cuor dell'Ale-l magna, che dilatana la forza, e Tautoritde gli Auftriaci, e'
con gran
^ fofpenode'
palfando da mano, a mano, farebbe nella CaiL^ Pn?7<:/i loro perpetuato I Principi dell'Imperio ne ftauano altretcan-^'^^'^'^'^? no to gelofi, dcin. particolare l' Elettor di Bauiera, il quale con medi occhiti follecitaua il R di Francia, e d'Inghilterra a ritettere all' oppreffione della libert della Germania, Tuttauia non potcuaftaccarfi da Ferdinando, perche ftrettamente Finterefle delPalatinato l'vniua del quale con la riconciliationc a Federico hauercbbero potuto gli Auftriaci ad ognifua moffa fpogliarlo. Appunto in Colmar s'era tenuto congreffo , e con l'intcrpofitione de' Duchi di orena, e di Vittembergh qualche modo d' aggiuftamento difcuflb, contentandofi Federico di non ricuperare, che pe' Figliuoli lo Stato, e' 1 Voto dopo la morte di MafTimiliano ; ma, non volendo affentirc, che la Religion Cattolica, introdotta dal Bauaro, vi fi continualTe, fu lecifo il negono. Pi ftrepitofa, f bene a nulla (orti, fu la conferenza de gli Elettori, che, conimod dall' oppreffione vniuerfale dell'Imperio, daireccefb dell(i_^ py le e fa contnbutioni , dalla militare licenza, e dall'arbitrio de' Ge- c'fprefloni
che
in fine,
.
,
cenifoca conuennero in Milhaufen diTuringia, parte in perfo- teta in ^ na, altri con Deputati, per conferire de' mezzi della quiete, e a lati si' Mt e del rimedio a mali prefenti. V'afsift perCefare il Conto^ di Stralcndorff, e volendo il R i Danimarca', e Federico inuiare loro Miniftri non furono ammeGi. Neil' interclle^l , ^y^ \ ^^^ teneuano alcuni, e nel timore, c'haueuanotut-l ti delle i-orze di Ferdinando, varie cofe furono progettat^^ ^' riufci:,
nerali,
fi
J^IJ.^Jffiina
|
conchiufa. A chi voleua reftituire i beni alle-/ Chiefe oppQfe il Safibne, che a priuarfi non affentiua di si
vairt.
gran cu
S58
MDcxxvii
DELL'HISl ORIA
ricchez.z,e
VENETA
Chi dcfideraua frenare F autorit di . diffuafo dall' apprenfione delle Tue poderofifFerdinando, fu fime armate, perche egli, penetrato il penfiero d'alcuni, e particolarmente del Bnuaro, X riftringere con qualche deglandi
creto della Dieta queir arbitrio alfoluto , che s'aifumcua ne fpinte nume rofemilitie nella Sueuia, -'iff^^i'i dell'Imperio, aaiL dall' S^i \do(i iLoH Jirmi ""di^Q nellaFranconia, fren la Lega Cattolica, e F Elettore mecef^re, defimo in guifa, che non vi fu chi ardifledVefprimere, foreprtnten
I
Cos fciolta correua la potenza di Ceftenere il lio fenfo centrala {'xxQ^ riufccudogli tutto con tanta profpent difucceffi, che \cm fonH-\^ ella in fin^_> ^j j^j defiderij pareua la Fortuna fpofata . appunto inhdiando , adultera fi fece conofcere ben toflo , feno di cosi grande felicit dalquando accarezza; perche e da'fofpetti fi form il tarlo, che la corrupl altrui gelofie,
I
Ma
con'pira
l.iFr <^iia.
pe, con infaufti, e calamitofi accidenti. AllalopradettaDieta de gli Elettori interuenne per la Corona di Francia il Signor di Marfcieuille, il quale, vifitando molti Principi d'Aiemagna, e penetrando nell'intimo de loro affanni, e difgufti,
tempi mi-
gliori
altri eccitati
afffatdofi
^
!
Richetie/Lt
col negotio, f tore di Treueri il maneggio di ridurlo fotto la protettione Francefe, in molti haueua fparfifemi di varie fperanze, epenfieri perche il Richelieu , preuedendo a qnal fegno fofle per giunge re la potenza de gli Auibiaci , f non le ie opponeua contraito procuraua difponerelecofeinmodo, che, vfcito da'domeftijci affari
,
ad opporfi a vafli difegni de gli Auftriaci non coli' armi, ^ incominciato con T Elet-
iiet
fotenz.a
'
potefle a tempo applicarli anche a gli ftranieri interef^Hjlrtnc'^ Ci , Per hora grandemente lo diuertiua il concerto, che di tanti egli F haueua fcoperto Principi centra la Corona appariua , Lomadiuer cou la prigionia del Signor di Moiitag , mentre paflaua fotone dai.r^^^-^ ondcnonfolo gli furono noti i maneggi, e i trattati, ma delF Imperio .r^^'/' penetr le promeffb, che d' anTifterglicolF armi Kc^.no, haueuano al Duca di Lorena fatte gli Auffnaci, col penfie-
&
ro in(ieme, che quel di Sauoia teneua di forprender Lolone, . e F intelligenze, che dal Rhoan in Mompelier h nodriuano Molti di quefti difegni con J' ingegno , e con la prouentioche nc delufe^ ma non fi poteu aH^Arm atajie gF Inkieii,
iiige-
LIBRO SESTO.
.
3?.9
MDcxxvn ingelofiua tutte le Prouincie s'I mare, f non con forza.^ priffcipal vauale rcfifterc L' armata flcffa , per numero , e per qualit mente per la mo^nLj riguardeiiole 5 non arriuaua per alla potenza, ne* primi con- del Bocchi certi fuppoih 5 non potendoli in tre parti diuidere , ne con gam ,
con triplicati^ affalti la Francia. Per quello i Duchi di Lorena, e Sauoia tennero le loro mofle in fofpefo, per vedere quarefito il primo sbarco ionilTc. Stanano lungo il mare le difefe de* Francefi difpoIte, fotto'l comando del Duca d' Angolemme, con Efercito
foriC proportionatc inuadere
il paefe vicino cultodendofi la Santongia, rifcle efpoftc. Sono queftc prodime da sbarchi, reftauano alla Roccella, &c inconleguenza diconfiderabilefito, potendo chi le occupa, dominar' il Mare, e turbare le oppofte Pro-
poderofo:
ma
&
che
pma
Bocchingam , che comandaua Armata Inglefe conto/i v^cmo vanto d'entrare per forza, & armato, doue gli fi era nega- ^X. to pacifico accedo, le fcelfe opportunamente a' fuoi fini, confortato dal Soubize , che fi trouaua con effo lui , e fperaua_, col credito fuo, e coir arti far dichiarare a fuofauore la Roccella, e tutto il corpo de gli Vgonoti. Ma il Cardinale non
uincie
.
Il
l'
haueua tardato ad introdurre nella Piazza alcuni deTuoi con- i^./^'^J^ fidenti, & a guadagnare altri de' Principali, che hora con^^m sin,h popolari dicod tra il vulgo, hora nelle alTemblee alle ra-j'''gioni traponendo difficult, s'opponeua nelle confulte, ' ritardauano decreti, corrompeuano l'efecutioni, anzi in tutto il parcito de gli Vgonotti teneua molti da f dipendenti, i quali, preferendo la quiete, e'I comodo a pericoli della loro credenza, contradicendo, diuertiuano i comuni Configh, gli guailauano propalandoli. Cosi la Roccelli_, approda titub qualche tempo, e in quel mentre il Bocchingam, per ^^^ Ifola di "j^) non traifenerfi otiofo, v-^c tare lo sbarco fopra R. Crnnputarono alcuni, ch'errafle nello fceglierrimprefa, perche 1* Ifola d'Oleronllauamenoprouifta^ maegiieleffc la pi importante, per efferui vna Cittadella, che, come limpeHT ta, non cred, chepoteflerefiftere, e quella, cadcn|do, gli daua modo d'afficurarfi in quel porto, e di trattencrjfi. Per quefto forf maggior biafimo merit in eieguire te pid amenteci , che rifoluto haueua no n fenz a ragione Da vna parte Y 2
i
^f^^^'JI^
l'
340
MDCXXVI!
DELL' trsTORlA
VENETA
mal munita
di
parte dell'Ifola giaceua a canto del Mare la Cittadella di San Martino d*angufto giro, con quattro Baftioni, non ancora
forniti, fenza fortifcationi d fuori, dentro
viueri, e con poco prcfidio, folamente a' difetti fupplendo la virt del Signor diThoiras, Gouernatore, non meno prudente , che ardito. Alla punta, che riguarda la Terra ferma haueua il picciolo Forte della Pre, che non feruiua ad alsbarca o alla
tro
foccorfi. luifmon-
fauore de* Cannoni della fua Armat il Bocchingam ta, che obligarono il Thoiras a cedere lo sbarco. Ma, trafcurato il Forte , che occupar poteua, quafi fenia contrailo, n accelerando l'attacco della Cittadella, m.olti giorni impieg a fortificarfi fenza impedimento su 1 Lido. S'auuide in line, che nefun momento pi importa di quello, eh' intorno le piazze s'auanza, fi perde, perche, quando s'accoft a San Martino, trou dal Prefidio alzata vna mezza_^ luna, trincerati i Molini, e con diuerfi ripari coperta la Cifterna , che ftaua fuori del Forte . Trafcur in oltre la cura^ del Porto, credendo, che baftalfej per impedir' i foccorfi ; difponer' i Vafcelli all'intorno. Contra la Fortezza innalz poi tre batterie, mia fiacche, e lontane; tent qualche aifalto, ma fenza frutto 5 onde determin d'efpugnar con la fimie ci, che non confeguiua la forz:a. Patina veramente-j il Thoiras con mefsi frequenti, fpinti a nuore, il prefidio, faceua faper'all'Angolemme il bifogno, ma in quel mentr_-r deludeua il Generar Inglefe con finti trattati j perche , inuiando frequentemente ad offerire la refa, e facendo nell^-^ conditioni infurgere continue difficult , conleguiua d^efploinfieme_^ rare col mzzo de' mefsi lo /lato degl'Inimici, con la fperanza de' patti rallentare gh sforzi, e F ardore deir
&
&
I
\
efpugnatione Si fpingcuano da' Francefi Barche frequenti. eoa (ta ihdr/ qualche rinfrefco, alcune entrarono, altre caderono jil* \^ti.-7to a co mano de gl'lnglefi. Ma \\ generale foccorfo i'd zffa ritardaj'arire.Joi to, perche ilRLodouico, vicito da Parigi, per accorrei e a ler Ufo. in^Yt" vrgenza, caduto a Vileroij grauemente infermo,- obli\vu^mma g^ non folo il Cardinale a fermarfi , ma per la diftrattion^-;^ In-> di cos repentmo accidente a rallentar e le prouifion i
in frati
.
&
fine
tlRBO SESTO.
fine
la
il
J4I
nel-]
^^^^^^If,
raioji fa
medefimo condottofi
Sancongia. deliber di fare vn gran tentatiuo, datane la prima cura al Signor di Canaples , che felicemente palf al Forte
fa nella Sa
tengia
.
con alcune^ della Trincere, per coprire numero maggiore di gente, diede cam- itiuiando di f f Lj\ po a! Marefcial di Sciombcrg di fopragiungerc con otto mila^ ({'.ello-j foldari . Il Bocchingam , fcoprendo , che dalla Cittadella, e di\ Forte poteua effer colto in due parti, giudic bene di ritima Tefegu con tanta confiifione, che, da* Francefi afrarfi falito, perde in gran numero gente. Cannoni, &: Infcgne Alcuni prigioni dal R Lodouico furono a Londra inuiati in //^/^IV dono alla Sorella, pi a rimprouero, che per regalo. Ma il rfW ^"w Bocchingam, approdato in quel Regno con legni laceri, t\ tji.oytgu> ^^'^' con poche militic, trono non minore V odio de' popoli, Sc'*^^""' bile
Pre, con
picciole
Barche,
&
allargatolo
e l'attentione i Sauoiardi fiauano offcrdel Mondo. Mentre i Lorcncfi, uando l'efito delle cofe,e dall' infelicit de'fuccefl erano ammoniti a pi moderati coniigli> folo il Duca di Rohan, dopo lo sbarco de gringlefi, trouauafi impegnato nella Linguadoca, doue , vfciro in campagna, haueua riuoltati alcuni luo\
b/a(imo
di quello foife
&
da mediocre corpo d'E/rcito, tutte le machine s'applicarono ad oppugnare, e a fbftener la RocceIla_, Quella Piazza in fine ad inltigatione del Soubize, e della Maghi:
repieffo
.
ma,
dre di lui, eh' efpreffamente v'entr, Donna d'altiffimo fpiri-.-^^'^^^-'^'^' to, e di grande autorit, dichiaratafi a fauor de gl'Inglel /fasore la haueua all' Armata loro proueduti molti viueri, con mM\Q^^\RocceUa, configlio pnuando f fteifa del modo di vincere la fame, vni;ca forza,
Si
vanraua
d' effere
la_^
iMetropoh della ribellione, l'antico nido dell' Herefia, T afilo de mal contenti, elaflicina dc'pipernitiofi Configli. E vera'mente, come Capo d' vna Repubhca dentro il Regno con ladherenze ftraniere, con fparati intereffi con forze proprie, contendeua, in.ofpettiua fempre F autorit del Monarca . La rifpcttauano i R come inefpugnabile pe'I fito, & imI
Fotteim
tnef^ifgna
bile
.
penetrabile all'armi, la difficult dell' imprefa eflerdo autenticata daUcfpeiienze vane di pili tcntatiui. Dalla parte di Terra cinta
da Sahne, e paludi,
la
mu niuano
baftioni fupcrbi
tkm
$26
DELL'HISTORIA VENETA"
Da quella deil'Oceano, ftringendofi'l mare, le apre vn ampio feno, che poi, penetrando fin dentro 1^^ l mura, forma vn Porto rinchiufo^ e ficuro da g' inmiti de*NemicijedeVcnti. Tencua forze Nauali^pe'i numero de' V;^fcelli, e per la peritia de' marinari confiderabili, e dentro, quanto Popolo, tanta militia, impercioche ognVno, e fino il feflb pi imbelle,nodrito con alienatione dairvbbidienza, valeua a
prendere TArmi per la propria difefa. Se gliVgonotti lamirauano come ftanza del lor rifiigio, gli ftranieri laconfiderauano, quafi diuerfione di potentifTmo Regno, ndifamauano alcuni de'fudditi fted, che vi foffe vn ricouero pronto, per fottrarfi in qualche cafo all'autorit del R , e refiftere al fane vie da uor de' Miniftri E' certo , che nello fteifo Configlio di Lodo-i Richeieu ?on/ig/'/"o^'i^<^o ^ alcuni credendola impollibile, approuarono ad ogni morattacce, do l'imprcfa , con ifperanza nel marefito di veder pregiudijcata , e forf abbattuta l'autorit del Cardinale, che la proor^/>;4,|moueua. Ma egli, con animo vailo auidamente abbracciando^iapJfj^Q j maggiori dilegni , ordin, che folle blocata la Piazza j n %^mj P^^ c^^^^ ^o" largo giro di forti Trincere Non fi poteua con nt4 la fame efpugnare, fenza chiudere il mare^ ma, per efequirlo, fi conueniua domare l'Oceano, e trouar refiftenzaal pefo, alla fua grandillima forza Pompeo Targone, Ingegniero Italiano, pi famofo per Tinuentioni , che fefice pergTi effetti, fpefe vanamente lungo tempo, affaticandouifi con pi modi. In fine il Cardinale, imitando gli Antichi, che con inftancabile fitica ferrauano Porti, vniuano Ifole al Continente , volle fenza rifparmiare difpendio gi che tentaua la gloria la , e la fortuna del Regno , che fi fondalTe vn' Argine, Dicca, doue delfenola larghezza alquanto fiftringe, tA7U Vt in fito ficuro dall'ofiefe, e dalCannon della Piazza, congitArgine tar nel mare fmifurati marmi , e fafl^ infiniti . Si prolungauano fopra quefti dall'vna parte , e dall'altra dei Continente muraglie 5 in mezzo vn'apertura reftaua per la Marea, fia impetuofo flulTo , e rifiulfo di quell'cicque^ dsi' hti la difende.
.
&
&
nano Forti, e Cannoni, di fuori ftaua FArmata digrofliVa-^ fcelli, e didentro altri affondati ftnngeuano il palio con al-, ,' cunelleccate, e con guardie di buonjiuiiicr o d' ltri legni
in
pi
LIBRO SESTO.
in pi parti difpofti.
H3 ^
rimirarono i principi) MDCXX7J dell' opera con derifione, e con fcherni, prouerbiandola, come fiiggcftione del genio del Cardinale, che, amando d'in- benchc^ traprendere attioni famofe , prefto lariafi accorto 5 non ede- co fchcrnire, neire/cgiiire le cofe grandi, l'ingegno humano, vguale afi lintraprefo la di forze alla capacit del comprenderle j perche l'Oceano , Horo, condurre oYizo'm certi tempi, alzandofi con grandi tempefte montagne d'acqiie^e poi. -iiiaficon precipitiocecrercendo,fco prire abifTijfaceua credere temerario attentato prcnderfi pugna con la Natura, combattendo con la violenza di si gagliardo Elemento^. Ad ogni modo, l'opera progredendo con fomma fatica \ma tirafl'. riufc loro pi facile oferuarla con la marauiglia , che romperla !x^z/fS con la forza. Atantaimprefal'attentione de*Principi s'affifaua^'^'^^'*'con vari] oggett5e penfieri 11 B^cchingam, tocco da gli ftimo-^rf^b-/'^''* li, e della vendetta, e del decoro, alleftiua vn' altra potenti/fima Armata, per rifarcire l'infelicit de'tentatiui con mi-L^pj^^f^ gliori fuccefli^ magli altri, ch'erano feco in concerto, (^^ dofinUnt ben grandemente commofl d'animo, non ardiuano per ef-j^^'^f^^' fettuare i promcffifoccorfi. GliOlandefi, ancorch fi trattaf:^^//^^^J^^ fc dell'eccidio di chi per fimilitudine di Credenza era loroi in necedit de' ^ congiunto, oblieati per alla Francia, ,.! lecreti per la prolpenta delia^ 0/,^^/* iioi aiuti, contribuiuano voti Religione comune, ma furono aftretti, in virt de' trattati ,j'''^itfV ad inuiare alcuni Va!celli al feruitio di quella Corona. La fo-'^^'^'y'^'^^ la Spagna godeua dell'impegno di quelle torze, mentre, po-L/^^Fv-S. tendole contraffar le machine, che diuifaua, confumanano^^^^^tra loro l'Armi, il fangue. Perci l'Oliuaresanfiofo, cheHj^^^^^M a lungo continuale, fingcua col Richclieu le confidenze pivI/^'J^lL! ftrettc, nodrite da lettere, da Liibafciate, e anco da mag-/^5^^-^r^^-l ^'^'"''' giori apparenze^ impercioche, a fpauento del contrario p.;rrito, e per oftcntatione d'efeguire fecreti concerti , e 1^-^ tacite alleanze, tra le dueCoro'>e contratte, fciolfe nel fine viell'anno da' porti di Spagna Federico di Toledo con buon numero di Galeoni, in faccia della Roccella fi congiimfe coll'Armaia Fraiicefej ma, tenendo poche miiitie> e viueri
gli ^.{{(^Ahti
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Principi Ita-
prcuedendo per
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DELTHISTORIA VN ETT""
^
la
imminente bifogno di foccorri ftranieri, perfona del R Lodouico fi trouaflfe^ deplorauano, che col fior delle forze occupata neireftrcmit della terra , i^
particolarmente
riflefsi del follecitauano con efticacifsimi of, comune fitij , portati da Giorgio Giorgio, e da Luigi Contarini, loro Ambafciatori in Fi-ani
Venetiani, eccitandogli a
interefle
La
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J^epu
blieafpedi
a placa
re quelita
cia,
due Cero,
ne irritate
a Londra, i due K alla Pace 5 ,& a facrificare al vantaggio publico qualche remifsione de g* odij , e decloro feruenciffimi fde-
&
gni.
il
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HISTO-
HISTORIA DELLA
REPVBLICA VENETA DI B ATTIST A N A NI
44T^
CAVALI
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ERE,
\0 SETTIMO.
hiimana^e
iftimoli
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volefle, che, come tante volte ci accade nominare rintereffe de' Principi 5 e l'ambinone deloroMiniftrij altrettante fottentrare po-
LcgqeDiuina. Ma il Mondo, da quelle due Furie, che con ancorch con efiti per lo pi
lalciano
i
elTcndo agitato
vguah,
differenti,
Principi grandi contenti, n in quiete i marauiglia, f ne prouengono cafi lugubri, e calamit cosi atroci. Horfono alcuni allettati dalla fperanza^ hor alcuni altri dal timore fofpinti^ tutti in fine continuamente turbati daliemulatione, da'fofpetti, da gli odij, dalla cupidit del do-
minio. Perqucfto non pu effr lungo il ripofo, n pu goderfi la tranquillit della pace, in Italia particolarmente, che, a molti foggctta, alcuni prepotenti, altri pi deboli, ft in confeguenza pi efpoila a varij affetti, e pruoua per ordinario maggiori lecommotioni, onde le guerre, quafi flutti d'vnMare , |iempre ondeggiante, per Tagitationc de' venti, peM reiiduo delle oaifate tempefte, infurgono l'yna dall'altra . Cosi, ap[pcna per gii afflu della Valtellina pofate r Armi,_a pparirono per
'
"^
""
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la fuc-
S^6
DELUHISTORIA VENETA
,
Mantua nuoui fofpetti e ne proruppe vna Iguerra funefta 5 e memorabile per la qualit de' motiui, e per Suecefw.iii variet de' fucceffi. Molti Principi f ne prefero parte, e ne r^!^''<^9^^^uitarono flagelli, e calamit vniuerfali, che in vn diluorf^i!^edt uio di mali , e di fangue hanno quafi mutato Tafpetto d'Euro/v^/i/'rc^ pa , abbattendo i potenti, e fufcitando Principi, poco meno 5.af?rrf. ^-^^ ignoti . Si confideraua horamai la Cafa Gonzaga , che_ reggeua in Mantoua , fenza prole virile, e fenza fperanza d*
MDcxxvii jla fucce/Ione di
hauerne , quafi vn cadauere della Fortuna , n altro a Ferdinando ,& a Vincenzo di fuperftite reftare potcua , che lagiouane Principer Maria , loro Nipote, che^ come fcmina , efclufa dalrinucftitura del Ducato d A4antoua, haueua , quantunque dubbia, qualche ragione di afpirare a quello del Monferrato. Nel rmat pef. di lei Matrimonio per tanto parendo ripofto il pegno della /^^j^^^'J^^|pace, ilfeme di grandi contefe, crcdcuano molti, che concongiungerla a Carlo ,_Duca di Pvhetel, Figliuolo d ^mrfiTcJ)^^^^^^'^^ ifarc fo/'|CarlojDucadiNiuers,piiprolhmo. e legittimo herede. QneRamojtrafpiantato in terreno j?W '''l^^ftelTa radice, prouenendo da ftraniero,furgeua per dalLodouico Gonzaga, nato di fnllddi}^^
j
d Mantoua, il quale , non fo fferendo la forte, che per l'et , nel fuccedere a gli Stati del Padre, altri) Fratelli gli fofsero preferiti, cerc in Francia, incontr, ^ 5J^^j^''^^/^|maritandoii, fortune migliori,* onde godeuano i -uoi heredi \FrZur ^^^^ opulenti rendite tre ampi Ducati, di N-uers ,di Rhetclje
\stipitc^
fie^so,
Fed^erico,
primo Duca
&
di
Mena. Ma, per efserequefta Cafa, come naturalizata Francefe, gli Spagnuoh che, appena nata Maria haueuano procu,
,
il
pericolo di
talfucceffione,rabborriuano fommamente, per non introdurre i Francefi nel cuore deiritalia,& in due Stati, che tengono il Milanefe nel mezzo. Promoueuano perei a fc pretenloni ^ di FerrantCjPrincipe d Guaftalla, ramo egli ancora delia Cadei Frtn ^nc^^ ^, ia-Gonzag^,ma chetraheua lorigine pi lontrtna,prouenen^^^ dal Secondo genito di Francefco,M archefe di Mantoua. Pal/^W^' iagU Sp, 'Xsh%^- ^^^ ^^ Federico, primo Duca. Ma quanto Io fauoriuano iaCorte Cefarea con offitij , e per tutto con dichiarationi j altrettanto s'inferuoraua la Francia in conuaidare le ragioni del Niuers Onde , fin quando parti 1 Signor diSciatoneuf da VeneTit
tia, in
B R
SET
O.
547
la Tua {\xcQ^^\onQ^
con qucfta la quiete all'Italia. Ma "Pe^- pMca!' dinando, apprendendo trauagli , fperando anni pilun^^hiJ rispettando il Fratello Vincenzo, che, con amori furtini im-'^^ D<:^' pcgnato nel Matrinw^nio d*JfabeIIa di Bozzolo , hora fatio del- Ferdmane
tia^in paffando pcrMantoiia,haueua infinuato il Matrimonior^'^^J^^^ di Maria col Rhetcl, e concorrendo i Venetiani ne' lenti- m da^ menti mcdc/mijfuggeriiiano al Duca di ftabilire, ^'J"^"^^^5^X'^'!
fuepaflioni, per la di lei itcrilit cercauadi fcioglierlo^tan-j^^^^/^ji?. to diferi, che la morte nel fine dell'anno decorfo lo colfe. ^ ^"^11 Venetia,per Am-cfzo >o il Succefbre Vincenzo, che, coll'efpedire a
le
bakiator'Eftraordinarioi,ilMarchefe Paolo Emilio Gonzaga, Fratello ne diede parte al Senato, confidandogli ifuoi penfieri diromper' il Matrimonio, e fpofa.r la Nipote; ma, f bene difrefca et, nondimeno, trouandofi di compleffione logorata, e ca- ^on p^napprelTo il Pontefice alle ragioni politiche gm^z- ferodi f^o dente, '^* mente preualendo il diritto del Sacramento, i Venetiani pure ^'^'^^'^ incerte fperanze_^ lo follecitauano a preuenire cos lunghe , Nipote alRhetel. Egli, tardancoll'accafamento della fteffa do a riro]uerri,lafciaua,che s'approffimaire il pericolo, ogn vno horamai conofccndo,che infeconda cader doueua ben_3
&
&
predo
quali, aoplicaci
confceuano con la niti per gli Matrimoni) fallaci, per gli Adulteri], e dishoneft, con le quali haueuano macchiato il Nome, e contaminata la Vita. Fra tutti a quella caufavegliaua con occhio pi atten- al d cuti to Carlo Emanuele, Duca di Sauoia, il quale conia morte di matrtmVincenzo diuifaua di rauuiuar fopra il Monferrato le fue P^^r"n)u!L. di, tefe ragioni, e di accalorarle col Matrimonio di Maria al Pi-\sauo}aprr ma. gho fuo Mauritio. Per quello al Duca diMantoua protelk- vn ino /igUtiolo ua,che della Nipote comune non difponcTe fenza Ilio alfenfo; e itringeua pratiche con la Corte di Spagna, e colGouer- fiegotiaii natore di Milano , per confeguirlo con la forza , f non bafLalfc con gli Ne ditlcile gh riufc d'imprimere nell'Oliuares, il negotio. che calculaua per ordinario l'imprefe, e i fuccdii con la fua_. p erliridc' opinione, e con le rperanze,la conuenienza d'efcludere ilNi- iogli prt uers, e tenere dall'Italia lontani iFrancel, & inieme loppor- der lArtunit d'occu p are Cafa le , e buona parte del Monferrato, mo
a libidini
e a
Jufli
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348
MDCXXVH
DELL'HISTORIA VENETA
J^iuers p
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yy one.
LIBRO SETTIMO.
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S49
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am Vgonotti, e^ HaIU Frik con gli Inglefi impegnato, feruiua d'apparenza tal fama, e eia ben conocendolo il R, tentaua la via del negotio, hauendo fpedito ilSignor di San Sciomont al Duca di Mantoua , che Itriaccioche lo difponcffe a confolidare le ragioni del Niuers col mige /l. Matrimonio , per innanzi propofto L* Ambafciatore trono \ p^'>t^!^^gf^ "" Duca, ancor' egli delufo dalle fperanz.e di lunga vita 5 onde-^ [ "^^^ altro non confegui, che di guadagnare ilMarchefe Striggio,|/V^ O'^ca ^^'^da' Configli del quale Vincenzo in gran parte pendeua , perN' promuouere la caufa, & i vantaggi del Niuers, quando l'oc-'/!^J^,.(,/ cafione fi prefenralfe. Ritorn dunque in Francia; mafubito f^r^to fcoprendofi 1 difcgni dc'Sauoiardi auanzarfi amifura, che ini Roma la diirolutione del Matrimonio fi difficultaua , & in Man-, efpedtfce
correrle calar' in Italia
5
dichiaraua il R Lodouico di foftenerlo nel diritto Tuo con tutte le forze, e con la propria Pcrfona, f oc-
Corona.
Si
ma
troiiandofi
con
gli
tona s'accrefcciiano le indifpofitioni del Duca, fu riefpeditoa^'^.^^^j'' ; Carlo Emanuel con offerte di rendite, e Terre nel Monferrato ^^^J^^^^infiemeperdimoftrargli,'; a ricambio delle iuo, prctenfioni,
&
guanto
^li com-picfle
che
prcJLv fomento alla -potenza di Spagna y a cui hauendo egli in altri tempi fatto argine col fuo petto , non douena ofcurarne la Glolontane dal (uo 'vantaggio e da gli antiria con mafftme niwue chi inftituti Ma il Duca, quanto pi accarezzato, e richie- che mag do, altrettanto faftofo, non iftimandovguali alle fuefperanze ^ girmente i pr poft i vantaggi, pretendeua vna gran parte del Monferrato, l^ccMi/oa non (blo perle vecchie ragioni , m.a quali in pena , che daFerdi-/^ ^ti'^.^^ nando efeguito non fi folfe l'accordo, gi pochi anni conchiufb, ^afuoprconuertendoloftatodellecofe, e de' tempi, confi* deraua , che ftanuo rifoluta la Spagna d' impedire , che vn Principe Cliente , pi toio fuddito della Corona Francefe , domiJ na:]einlralia , com piena predar' a f fteifoconniuenza, ebracI ci per roccupationedelMonferrato,pi tofto,chelafciarlo in P'f'^^^ra preda del pi potente. Sopra ci in Furino verfandofi,magsiori Z2 r,7,
;,
moui menti accaderono in Mantoua , doue '1 Daca , per le con- cenzo 'tratte indifnofitii m, caduto grauemente infermo daua luogo a ^/'f/\^ molte infidie , e difegm Cefare , Figliuolo del Principe di Gua-.^L'^ Tc!^> tblla, fi trouaua ali' hora in Milano , a promuouere g' mcereiTi j^w;7^/c.
.
,
35
[WDCXXVJI della
DLL'HIStORlA VENETA
ede
ti
fiiaCafa^ pjtofto aferuire del nome Miniftri Spagnuoli^che^valendofene a qualche pretefto, armauano validamente y e diiponeuano molti concerti , & apparati , per preucnire i tentatiui, che fare potefle il Niuers; anzi, fpinti quattro mila fanti 5 e mille Caualli a' Confini del Mantoiiano fotto il Conte di Guerrara, non attendeuano, f non che il Duca., fpirafle 5 per entrare ad occuparne ilpoffeflb. Ma Vincenzo, dallo Striggioeshortato, ha u u con gran fecreto chiamato
f
il
Rhetel 3 affinch fpofafle la Principeffa, e fitrouaffe nelmomento della fua morte , per meglio afficuraril Principato, Scegli, giuntoui improf^^-//5/.ojuifamcnte con diligenza opportuna jdiflip, prima che fcopperche molti de' Principali, effendo Pn'.-V^ P'^^^^'^^ S^''^"^^^^^^^ ^^''^' alieni dal nome Francefe, abborriuano la cioir.inatione del [^K Niuers, e teneuano trattari , e intelligenze , per fare , quando il Duca fpiraffe , e forf anco prima, qualche mouimento afauore delGuaftalla,.e di Spagna^ al qual fine era fato corrotto Francefco Rota,Sargente maggiore, e molte armiftauano in Cafa di Federico Gonzaga raccolte.- Ma peruenuto il RhefuPituto rtel pler^a teLfubito il Duca lo cre Luogotenente Generale, &amag-! r /e p/#,Vior corroboratione del di lui diritto, con tefiamento folen-' delL^Aft<o ne dichiaro il Niuers per herede. Per contrahere il Matrimorit nio non s'attcndeua , che la dfpcnh del Pontefice per la Parentela. Il SanSciomont era venuto a Mantoua per foileciLorloj e da Milano, per diuertirlo con offitij, e con proteile, era_* flato fpedito il Conte Serbellone,edal Duca di Sauoia ilVefcouo di Mondour,ma nongiunfero a tempo,- perche, venuta follccitamente la dif^^enfa da Roma j ne' momenti, che l^a^ notte dopo '1 Natale di Ncffro Signore il Duca fpfraua, il Maneltrafttrimonio fu confumato neirhoramedefima,effeado ancora, fi fito fttffb public ha..f/ D^/Dpi^o dire, tepido ilcadauere di Vincenzo , che fi Jc/^^^i/|uerlo coll'vltime voci ordinato. Il giorno fegtiente loSpofo ;^^;/^''**'';affunfe col Duolo il titolo di Principe d M^inouay &: in fuo '^Lro^-} potere tenendo rArmi^e la Cittadella, che chiamano Porto,] \ceKd9ftneiUfigQ da' Popol il giuramento di fedelt per nome del Padre." l^"^'*'''^"- il Guaftallapublic Patente di Commiflario Imperiale , oc-l
fegretame la Citt nel tccbiamato dal Dt:- gli la Succeffionc,
R he: et vie a
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551
MDCXXvI
commetteua di tenere per fino a ragion cononome Cefareo il poffeflb delMantonano cofa alcuna, ricercando il Cordona, che fciuta fcnz'innouar occorrendo, con la forza couernaua Milano, a manutenere, Penfaua egli d'entrare inMantouaj ma, vedendoli il decreto. il Conte preiientioni del Rhetel preclufo ringrelso.inui
nella quale
Ferdinando
trattati , che in quella^ Mandelli a Cafale, per cooperare a alienare 1 animo di Piazza haueua il Cordona introdotti, e per nuouo. Tutto indarno, quei Popoli da riconofcere il Principe principalmente di Traiaperche il nome del Niuers per opera e da Monfernno Vifcardi , gran Cancelliere, fu da Cafalafchi, acclamato ni con vniuerfale applaufo
dalle
ANNO M
I
DC
XXFIIL
&
noTe
fuelati gli arDifcoperti horamai gl'intereffi de' Principi , e Mantoua,di ragione, cani, non fi dilputaua pi nella caufadi il vaii (>iuftitia ma fi calculaua la forza , l' opportunit , dal quale prouemuata^^io; ond'era quafi vn mar fluttuante, meno ali doue tendeuano gii affetti de' Principi pi , o
,
vna,&
te,mallauano con dicon foli offitij clcfiderando diuertire i pencoli, altri dilegni degli chiarationi fcopeite non ricufando dopporfi a con la Auilriaci Non mancaua inclinatione di congiungerii di Francia ma, rammemorando alcuni le procedure recenti aquequella Corona negli affari della Valtellina, e /limando IftaProuincia i foccorfi degli flranieri, poco meno fuantaggioIfijche l'offefe dell'armi, preferiuano IVnione colPontehce,e
.
gli parte propenfi. In Venetia concordauano ficurezza propria_., inchinati animi in foftenere la libert d'Italia, eia vicino periclitan- a difefa di che fi conofceuaneiropprefhone dello Stato altrettanto difcrepanti ne mezzi 5 alcum con.,
all'altra
con
altri
mezzo credeuano
proteggere lagiuftitia del Niuerscol I ali ncgotio , e contraporfi ancora in ogni cafo alle violenze che, niente^ fenfi dai Senato fi rapprefentauano ad Vrbano, non deiiderando meno perplelfo,verl:iuatr diuerfi riguardi,
.
9.
tefi ce
__
le forze, e gli
J5i
WDCXXVII volentieri
DELL'HISTORIA VENETA
&
.
vedendo aggrandirfi la poten/.aSpagnuola in Italia, rifuegliarfir autorit, il nomeCefareo, a Pontefici granjdemente fofpetto Approuaiianonfololerimoftranzede'Veche apre netiani , ma quafi le promoueua, coli* Ambafciaror loro efagge'ifiioifm- rando bene fpeffo riniquit de' Tempi, ne'quali per ingiuftifnmcntt. fjma caufa s'hauefle dall'ambitione de' Principi da fouuertire il ripofo d'Italia 5 appena compolto Eshibiua la Tua interpo.
fitione
con validi
,
offitij
mafog9;!unQ;ei}a5
la ragione
il
armi appr e [fo chi ne W armi medefime ripone diritto Dalla fouerchia potenza de' Principi poco
le
Chepmfi
promette-
'Venir apprezzate
preghiere de'
Sommi
,
ne
loro effere
cio de'
trattati col
nome
Conaenire
e nel
plicare
ad
altri
mezzi
pii-
forze fiue i e dalla 2{cpuflica di chi uoia ripudiata la gloria antica di fofl enere la liberta dell' Italia ^immemore degli anni fuoi , e del 'vicino fiepolcro fahrcare nuoue machine Dal gouerno della Tofcana portarft le conuenienzc degliAu.
Ponderale il Senato , f le forze fole della Chiefa^ e le fue fofcro [officiente riparo alle 'vicine iatture , ^9^ a foft enere U caufa di Mainoua minacciata ^ e (poteuafi dire ) opprejja dalla Fortuna Cefarea, e dalla potenza Spagnuola Egli efjer pronto coi configli, e coli' opera a correre la comune forte d' Italia, ma effere pur comune l' intereffe d' appoggiarft a' pi 'validi, per foft enere e f ftefty gli amici Credere necejfario il ricorfo alla Francia , tamicitia delflriaci
.
Negli
altri
mancare
il
potere
la ^volont
f
,
la quale
f per l' incoflanz^ pareua pericolofa per la potenza fi rendeua opportuna . Trouarfi egli difpofio coW intentioni con gli
,
, ,
'vfficij coli*
opere
a fecondare
le rifolutioni di
la ^epublica^ Gli
oggetti d
Vrbano
all'
erano veramente conformi. Defideraua foftenere pe'l Niuers la fucceffione di Mantoua , ma abborriua d' impegnarfi tant' oltre, che gli conueniffe venire a dichiarationi, a moffe d'armi. Confortaua i Venetiani, per goder dell'appoggio loro in tutto ci, eh' accadeffe & alletraua i Francefi con
&
perche,
f gli fortiiia,^
di
con-
LIBRO SETTIMO.
balte la gloria della mediatione,
3U
di condurli, a fauore delNiuers, in Italia, non dubitaua, cher^^'^IS non procedeflero le cole con tale bilancio, che a lui fi rifcr- hrar co'
merito di componer la Prancefii quiete, Dunque s*inuiauano da Venetia, e daPvOmafrequen- ^^iS^'lgna ti notitie alRLodouico dello ftato d'Italia, agitata da grandi apprenfoni, e minacciata da maggiori pericoli , follecitan- i^^^^^^^^ dolo ad impiegare l'autoritc, il negotio, e la forila per \'i^-i\-joiiecitato uezza della Prouincia , e de' Principi amici . In effetto la Franeia grandemente fi rifentiua, e i Principali MiniftriconfefTi-j^*^^^!^^^; il decoro della Corona, f man- V;;?. uano abbattuto il credito, caff alNiuers di foccorfo. Ma altrettanto l' impegno fotto la Roccella premeua, onde {i volgeuano di nuouo i configli ^.\pergii}n. efpugnare Tanimo del Duca diSauoia, perche della Pace, Q'pegmfotto della guerra pareua, clVegli foffe il regiftrov mentre, f for-l^^^^^^'i''* tire poteua da gliSpagnuoli Itaccarlo, reftauano le loro mof->fr hera fediuertite, almeno infiacchite. Per queflo il centro del ne- ^^''^#^^> gotio in Turino verfaua, per vna parte Venetiani battendo il Duca con ragioni, & vfficij; per TaltraiFrancefi tentandolo con promefie, e vantaggi. Gli proponeua, il SanSciomont, oltre alle cefloni di tante Terre del Monferrato , che rileuaffero dodici mila feudi d'entrata, occulte, e grandi fperanze, che con maggiori affiflenze la Francia concorrerebbe a promuouere Timprefe fue centra i Cenouefi, le differenze de* co primi f\ quali, aifunte dalle Corone con titolo dVautoreuolc media-i/iflr45v tionc, reftauano ancora indecif* Ma il Duca, memore de*'^''^-''' paffati accidenti/ion rilafciaua per l'incertezza delle cofe auucnire i difcgni de'prefenti vantaggi. Difficuitando pertanto che Ho ap ano ti il negotio, col chieder Trino, piazza d'importantifsimo ^^-^^l^^ to, per effer*oppofla a Cafale, e portandolo in lungo, alil
'^''^'^'"'''<?
&
&
trettanto precipitaua le rifolutioni , e i pafl dell* Armi. Inil quale jtefa la morte del Duca Vincenzo, e le cofe in Mantouaaccarichieder dute , erano ritornati addietro il Vefcouo di Mondoui,&: il Ser- Trino , bellone, per riferirle al Duca, alCordoua, i quali negli og!
&
getti concordi efaggerauano con vniformi doglianze, Effcre cfclaman ^lata la ioHne Primifejja ^ Nipote del 2{e Cattolico^c pur anche del f/f^'^/"^^^ \Duca^ fcnz^ lorofaputa, sforzata pik tofo fofra il Cadauere del Duca Kheiei it
e le
lagrime
Cor-
, I
3H
DELL'HISTORIA VENETA
MDcxxviirJfiCordoua poi al Rhetel imputaua lofprezzo d'hauerfi intrufo in vno Stato contefo, contra leCommidoni, e Patenti di Cefare, Sourano, e Giudice delle parti, alquale publican-
do di rimettere la cognitione della caufa^e la nena dell'ardimento, rigitt le lettere, che dell' alTunto Titolo di Prin-cipc di Mantoua gli haueua fcritte. A Ferdinando ftauano veramente gli occhi di tutti riuolti, alcuni ricorrendo allafua aua^ quale
fa
ricorfo
torit
GuaJalU
De' primi furono l' interefle di cui non feruiua, che di di Spagna, e Margherita Duprofpettiua, e figura all'Armi cheria di Lorena^ che , come Sorella maggiore degli virimi Duchi Defonti 5 pretendeua , eh', efclufo l'altro ramo de' mafchi
altri
la
Tua potenza.
a lei apparteneffe la Succeffione^ ma lefue ragioni, pochiffimo coiifideratc , non poteuano valere ad altro, chedivehilaDmhef ^q\q ^ quelle di Lcoiora , Imperatrice, Tua Sorella minore. j^jii ^^^, j^^j-ji-j.^ ]^ decifione doueua procedere con molte lunghezze, s'apprendeuano dal nuouo Duca di Mantoua, e da' Principi
do le pye ^ tenfiomdet
s'orserua
it7furge.
Jo con gefo
'''"''''
fuoi adbcrcnti l'armi di Cefare, gelofamente oiferuandofivn Efercto difedici mila huomini fotto il Conte di Mansfek nel-
/'^'^^^''JaSueuia, trattenutoui
colpretefto di frenare imouimentid '"'-^Marchefe diDorlach, e de'Proteftanti j ma in effetto, come mi diCe/a re. vn corpo di riferua per gli affari d'Italia , a difpofitione della.. Corona di Spagna, la quale non folo con benefitij, e penfi( ni teneua da s dipendenti i Principali Miniftn di Cefare, ma a luiftefb rimproueraua la Dignit Imperiale non efere, che aiuti. Perci, conuenendo vn benefitio de' fuoi configli, Ferdinando dagli altrui arbitrij dipendere, giouauano poco l'inftanze preffanti de'Miniftridel Pontefice, e de' Venetiani, che lo periliadeuano a non ingerirfi, che coirautoritafauore della caufapigiufta, e di preferire alla rottura il negotio . Ad ogni modo, per coprire i fini, che gi molto tempo fi medi-
&
che s'in
finge diti'
ihtvar'al^
tiri'
tauano,
quiete.
corrifpondeua da'Cefarei con apparente inclinatione allaquiete, e perlufingarlaRepublica, che fi fcorgeua piud'ogn'altrocommofla, ilConte di Verdemberg, Cancelliere dePaefihereditarij, tratteneua Pietro Vico, fuoRefidente, infrequenti difcorfi di rompere la guerra alTurco, horachel'
fi
Alemagna
Rehgione
di
Chn-
flo^e
fto e le
. ,
LI
R O
O.
MDCXXVlII
vnione a voler partecipare delle Vittorie, e de' Trionfi, ch<i-/ dal Cielo fi dellinauano alla piet, e grandez^za di Ferdinando Da cosi generofi concetti il Senato appunto caiiaua niotiuid' a rimuouere le gelocshortare maggiormente alla quiete, , accioche col cuore fereno,e con le braccia fciolfc dairitalia tc fi poteffero rpez,zare vna volta al Chriftiancfinio i ceppi indiani della barbarie Ottomana. Mala fimulatione non pot fcoprendo pi a lungo fuffiftere, perche in Vienna giunto Monfignor^_-.^ pero l'm\ tenftone, Agnelli Vefcouo di Mantoua , efpedito per Ambafciatore,^ dalU redal Duca (liibito che per incognite ftradegiunfe in Italia) per pfflfa in chiedere l'inueftitura, e portare a Cefare le fuehumiliationi ytennafaall' tafi riceuuto, eflendogli appena permeflb il fog- A-nbafcia e l'ollequio, non di giorno alla Corte, come femplice Prelaro, e priuata perfona . dor dopofi:oper- Mantoua, Jn Turino ilSanSciomont fi licenti dalla Corte partendo to, che il Duca, troppo ftrettofi (fon gli Spagnuoli, non pie- \jtl Aiinigaua pi l'animo a qualunque propofta Nel partir' egli inti- yffro Fran. e ef m ad alcuni Francefi, che ancora militauano fotto f Infegne H3a,daSn del Duca, d'abbandonarle, e di ridurfi m Cafale, opportuno foc- fa sbanorib, che molto giou a foftener quella Piazza efpofta, come dare /c_> Ali litica li prezzo, e la preda della guerra imminente. S'haueua Carlo delia NaEmanuel contentato dilalciarla nel riparto a gli Spagnuoli , tione. infieme con Ponteftura , Nizza, Aqui, e tutto quel tratto, che in H! and le a verfo ilMares'auuicina alleLanghe., ritenendo per f Trino, le. CafaAlba, San Damiano, conia portione pi comoda, e contigua a'fuoi Stati, a conditione per, che, com'egh( per rimuouere legelofie) non fortificherebbe lefuenuoue conquide, cos dagli Spagnuoli fi riduceffe Calale nella debolezza dell'efler' antico. N alcuno de'contrahenti hebbe diffiicult in prometterfi ogni vantaggio reciprocamente, per heognVno fper,che_^ nuoui accidenti Io difoblii^affero poidaHoleruanza de' patti 5 onde, bench in Milano il Marchefe di Montenegro tra gli altri vi diflentiffe; e v^aticinaife con g-an prudenza ( come ben tojilo riufci) elfere pi certi danni, che i vantaggi di cos dui-a, gli Sp^. le gelofa conquida, ad ogni modo il Gonzalesjauido di fama5e di gnuAtfirt [olaono jgloria, e fopra tutto cupido di confcrmarh nel goaerno di xMila- q-fell' (ijfe-
&
fi
'
al
Conftglio
di Spa-
dio^
MDCXXVIIl di
DELL'HISTORIA 356 Spagna rimprefa per tanto facile, e certa , che gli
il
.
VENETA
riufc di
cauar' confenfo Egli principalmente fondaua fopra l'intelligenze, che dentro Cafale teneua, e s'afficuraua d'efferui introdotto 5 prima che il difegno , e la moffa fi difcopriffe j onde precorrendo alla fama, non che a'foccorfiFrancefi, oftentau, che in quella piazza Mantoua ancora foccombeua, anzi tutta ritalia , mentre non potrebbe alcuno fottrarfi dal giogo f il Duca diSauoia, principalmente indotto dalle fue arti , fabricandolo a gli altri , Timponeua a f fteffo L' Oliuares , che y
.
confeguenze de* rifchi venturi, foleua abbraciareauidamente Foccafioni de'prefenti profitti, fpedita frettotrafcurate le
con ef.
[hcrfi al
Duca.
io folUcI
ilmpre/a
lofamente in Italia la ratilcatione del trattato , e fatti esborfareal Duca cento mila feudi, per inuigorire le molfe, TinSammaua con lettere, piene dadulationi, e d'encomi, a farfivna volta ragione coir armi , e a vendicarfi generofamente de' torti , che prctendeua efergli Itati in varij tempi inferiti da' Gonzaghi . Non haueua il Gouernatore in pronto pi di dodeci mila fanti 5 e tre mila Caualli , e di quefti verfo Como vn groffo alloggiaua^perinuigilare appaili degli Suizzeri^e de' Grifoni, vn'altro colMarchefe di Montenegro nel Cremonefe ne fpinfe y nonfoloper tenere a freno Jerifolutioni fofpette de' Venetiani, ma per opporfi al Duca medefimo il quale , fuperando \^^forze con qualche danaro 5 tratto da'fuoi beni di Francia, haueua all'applaufo del nome , & alla neuit della guerra tirati circa dicci mila foldati , quattro mila de' quali fi trouaDano in Monferrato, e a Cafale 3 il refto a Mantoua appreiTa \ ferireneiTa , Per tanto non poteua il Cordoua incaminarlr all'imprefa del Monferrato, f non con deboli forze, quando non l'hauefleFo inuigorito quelle de' Genouefi, i quali, dopo puht^ y a Gontemplation de' Miniftri Spagnuoli , vna tregua i cinque mefi col Duca di Sauoia, non potendo ancora fciioterft
&
fiuerfo il
Cordcua
dalle farine di
G.
n6ua r
che ftffs de con Sa,
itSlA
\
dalla
iC^
dipendenza di quella Corona, n rinuntiare alla memoria de' benefitij recenti , ancorch teneifero giufto timore della guerra vicina, inuiaro no al Gouernatore di Milano vn buon corpo delle loro militie , che , penetrate nell" Aleffandrino, alzarono fubito le bandiere i Spagna. Per facilitarfi Timprefa egli fece precorrere Editti, fparfi d'atrod
mir.ac-
357
MDcxxvm minacele, contra chi refiftcfle, e di larghe promelTe a quel-. h, chcfenza attenderla forra, fi voleflc rendere. Dall'altro
canto diibbiolb, che, Farmi fpedite a*confnide' Vcnetianiva-I uernatore lefero pi ad irritarli , che a contenerli, efpedi al Senato, per dt Aidaallettarlo, fin tanto che Cafiile fi confeguilTe, Paolo Rh eh' fio preclara ft di tratefpofe, JJ intentione del I\ ejjcrc foUmente di -prendere il f offe f- tener lo-j \[o di quegli Stati, deuoluti al giuditio di Ce fare ^ e -per nome dilu Repiihhca
,
'
di^l
CjO-
cuflodirli fin
attanto
ai
cofr Itifln1
Tutto fteifo, alla prudenza de* fiioi Minilbi inltalia, che, idei R !preuedendo turbolenze imminenti, interponeuano con zelo Lafciaua per da largo gir autorit per diuertirne i rumori ro di parole comprendere, il fi^lo fi3fpetto che Francefi fotto nome dd Niuers a' confini del Milanefie s' annidaflero, haucre fpinto \ Gouernatore alle preuentioni, e ali' attaco . Dal Senato , che conofi:eua i fini, fi grauemento rifpofto ,
{legittimo Signore ft potef^e rendere
afi:riueua alla
bont
&
non rifST
ta dalia-j
// difpiacere della
^
l'
affetto effendogli
inft ti ere nelle
a cuore
non poteua , che inferuorarftne' deftderij rimofranze di Pace In quefla credere , che del
-^
jl\
me defimo
la
mcI
turbata
dati' j^r-
Ma
tra le
moffe, e
le furie del-
Campagna, giungeuano
migti tnof
[e.
della "F^puhlica
e la
prudenza
di chi la diregge.
Non
nato
n-^
opf-
feno que-
ler
((
fle le prime diff cult a , tra le quali 'verfata la Patria, anzi , mouid! (o pvaflare. ojfier u and i geli i memorabili de' noftri Afaggiori , dobbiamo confefiarcy che
^
[e la
Natura da
al Serpe
l'
infiinto di trouare le
flrettezje
de* faffi , doue , depofte le ^'ccchie fp^glie , racquifta 'Vigor giouanile , Dio a gli huomini impartifce prudenza , che tra
g' in4:ontri
d
^gli
e
,
pik difafitrofi e piU duri acuifce f ftcfia , e , fogge t anauucrfa Fortuna, fupera in fine , anzi perpetua la felicita de Stati Ada non bfogna, o Padri, che ci allarghiamo dal fientiebattuto da' faggi Configli di chi ci ha trafmeffo, per here,
l'
dita.
^58
JStet L^MaxMTO^
,
t^o&li dire
che
H-
HnH fon i*rti de' nIfnlutioni pk Hoflr Gurho Il tMp tnhdo U \ftri Padri , le fnkfjiWi: del ohe fasri WofctlHfftMilper fhHo ci ha condotti pik [frudenza hirinti conferUand l 'B^publca a fUi Configli la^verieiratine
ardenti,
i
alle
ie for^ hk fue armi il ri/petto mantenuta f fieff llefa, foflenu'ti gli nici^ prfniata t Italia Ora io non Aego che gli attentati prefenti dtlt armi SpgMolc
,
all' oprtUTita
fki th'fH
minacele de* fi^turi diCegni non ifenin Hel pih 'viuo la flt'e di quefta Promricia infelice nori confndano gli animi j 'e i nbjlrJi fl^fjf Afa, prima d' applicarlo , efaminifno attntaMnf ilrintcrefsi
le
, .
male bildnciarfTO le forze delFinche inonda quello forte tori-nte affai ftar den,
contntarji
il
corfo
^i porti U
j
Violenza de gli hnonini oppof alla gi ufi itii ^ f la ili Dio y Ji come non ^n tollerata dalla conflitutione del A4nd conuine^ che Jta bru , che ben preflo don efdtaua faflofa 'vegGran potenza qn^ella de Hi Attftfiaci^ gaft humiliata, e deprejfa che fnza oflacolo cYre turhid per dir cos , fpi^'a le pih fiorite
piena; perche
, . ,
campagne
-Ma
mofri
,
con minacci e
con armi,
mi
che fi dourebbe reprintere , A4io fenfo che s* fiYai la pi'^a delle cof rifolutioni
i^
e della py-adena
fi
lafci fcoccar
Per lo pih con poca fatica fi rifarcifcno leY&Ui'ny caufat da fulmini ina agi i^npeti delle lor fixmme qua l forza hufnana ^v'ha egli che poffa Y'efihrel Io lo chnfefmolto temo dell' efito delle cof crrenti ; rna per non difpro \fo Vj^edo ilCrdoua, 'vedo il Duca diSaoia, 'vniti a initadere il Mon-qtieflo nrfibo di
.
mala fortuna
[ferrato
Staio , ad occupare Cafmle ; pefo le catene della feVtiith dell' Italia ; pauento il contrcolpo al Mantouano
;
ad
ffofbire quello
fi effe
Ma
,
chi
fai
per ordinario non fi praticano fenza Forf non fark cos difficulta , >ion terminano , che xdn infortuni^ agende timprefa diCafale, come 'viene ftipi^oft a Carlo Emanuele
non
,
alleanze, che non poffa cambiarfu ze del Gouernatore di Milano non fi trouanv cesi 'valide,
cos tenace nelle fue
le fore'
h abtn
bi. a l
1
''iiftlnvWmcnt
Qticfti
rf^
R O
,
SETTIMO.
V l^ilid. Doue fono
di CffkrP^
qt^efic
^59
tnfegne
MDCXXviri
,
afpf-^m^
HUt'erniiti
Eihm^
Mi
per-
<:ol pie di ferro premute che (^^cfT^v^ifte Priiincie dell' Ale rmgm^ capo, effendopiktofto oppreffe d^ ferdfmmdo, 4lzc'^'^mo f^^kito il la Francia dal margine dell'Oc ee 'v-intc , Dohlpiamp anep, credere
,
All' bora potr forf [offerire qtfella ceano difimpcgnc^ta ben. pveftQ magmni^o^ quei Aliniftro prudente Itelliffp^ Nationp^ , q^i^el patrimonio fnzial-, efckfo "vn Principe dalla fua heredita^, dalfuo tra colpa, che d' ejfer nato folto ilCielo Fra^ce/e , e f fprezjajferp
.
^
,
ejfi I4
guHitia
//
decoro
il
i intereffe
ajfumcre da [e fola
pefo d' ricerca, i delle parti pp deboli'^, all' incontro , f, corne la ragione Francef rifolucrano di tenerui la mano , che occorre crifcciarfi con ingli tempcjiiue affiitioni, dfammarfi con ^'aticinij funefl , mentre configlicrinno il Senato ^ rife^arfiall'ocaffari, ridotti in bilancia
, .
tempo eafone 6^ ^ prefeniare la lena e l'oro agli accidenti del poAltrimenti potr fo-f la ^publica fola contendere con la 'vaft a preuetenza di Spagna r con la temuta forza dell'Imperio Dunque , dsndo rouin, <voremo preuenire l' eccidio e per (oftenere indarno
,
,
a Duca
ccifo
,
di
Mantoua
del tempo ^ Molto per gli ai^ucnimenti paffati ci deue l' Italia , e conuengo^ pur dirlo y ta noftra prefente impotenza 'vn reftduo de gli sforzi^ eccedenti. Ecco ^ quando ci erauamo perfuafi con tantp^o, e tanti Sauoia alla nobcneficij hauer indifolubilmente legato il Duca di
e
foccombcre noi medefimi, anco prima del oltre alle comuni, anco alle proprie lattiere
,
njediamp , 'vnito alla Corona di Spagna , conuertirji Eccoi nofiri impegni della Valtellina ^ fo' centra il bene d' Italia u col danaro, e col [angue habbiamo foHenuto l' intereffe comm.e
(ira amicitia
,
lo
,^
tra le^ e 7 decoro de' Collegati ^ degenerati in prcgiuditialifftmi accordi Corone Troppo caro quel benefitio , che con l'ingratitudine produ.
ce
io
avco
il
danno
5
appfOiiO
che
nella * ^ m.^, Forimi^ fifofenti la propria difefa con 'valide forze ; ma ,,., ^,,..^., ^.-^ .j-j , non cf pone ifjento da dichiarationi, da impegni, e da guerre per reincautcmente alCafo coli' Imperio la Liberta della Patria Grana fu i nterrot ta da Doera flato rattentione a tale difcorfo ,
,
.
Per que fio dalle pafate efpcrienze documentato collocandofi ilno^ro prefidio nella prudenza , pi che
"'
"-'
'
'~-
'
menico
^6o
DELL'HISTORIA
VENETA
LDcxxvni|nienico Molino con fcnfi oppofiti in fimil fentcnzii . Ne dejT-^ id'opporjf \jenh n le f^^eranze ci ^ojjono diuertire i 'pmcoli, contra i quali ^ \ fe fojfe [officiente ri-paro il timore, crederei lero f noBre ficwe , -per^ che confejfo , ch'io temo. N fon io fo lo ingombrato dalle apprenfioni torbide de gli affari correnti i ma ne g' inrerefft e n" pericoli del 'vero, cheillethargo Duca di Mantoua teme , e tremai' Italia opprime, lena ad alcuni Principiai fenfo de mali , che gli inftiofo
, ^
.
comuni ,
proprio
,
hanno battuta con gloria Ala 'vediamo pur ancora in quefal^epMica , doue finalmente riflrettoil]
<z/nlucrfale intere fje
,
^
.
e che altri
da
del decoro
lediamo pure le 'voci dei Sommo Pontefice che detefla le irr^moderate machine della Spagna , che inuira i Fr ance fi che proNon fono dunque deplorate le cof a fegno che / cura compagni babbi a da difperare il rimedio fc 'vorremo nel principio applicarlo ^ ma, f progredir il mcile col fomento della noftra trafcuratezja
,
.
,.
]far tale
il
fuo accrefcimento
.
che
il
\del pentimento
Tre fono,
le
furgemi fe^
\conde d'ogni difaftro, che app'-i^ito , nel font imeni o contrario, ho al 'viuo raffigurate i la ficurezja fatf^ la dilarione negligente, il ti-
eftero
,
'^
da fudditi
lante
ignoti
da
militie precarie
opprcffo
da
neceffita, 'vacil-
pefo U'/^no Stato, fcoffo da II Anni di cos robufii Nemici, chi non lo 'vede cadente figuri an^oci Cafale quafi fenz^ altro prefidio, che de gli h abitanti-^ priua di qualunque foccorfo , affali"
fiotto il
del Gouernatore di A'Iilano , da difegni, dalle machine di Sauoia, chi non t attende refe poco dopo, che
to dalle
forze ,
e dall' arti
inuafio
fi
nofri pericoli , e nella meditatione loro pi , che de' bifogni del Duca rifoluiamo , f ci bafta crede cheCafalerejt-^ l' animo , di negargli pronti feccorfi , Forf fi riuolti Savoia , che gli Alemanni fermino il pajjo , che a , che
Hora
in tale flato
ponderiamo
fi
fcendano
Frane efit dall' Alpi mafie ci lufingano tali fperante di chi dunque temeremo per dichiararci a fauore del Duca Oh Padri quefie fono fantafi-me e illufiioni, mi fia lecito Udirlo, rapi
,
,
configli
i
Da
gl'infituti de nofri
Maggiori; da
Prjn-
avtft
L
cip
fi
,
BR O SET
MO.
3t5r
y^lwDOKXviu tuo'a haftavz^ comprendere , che coli' aiutar i deboli , \cm(erita s' accrefce la -propria potenza . Hafemprc creduto la Ipublica qua fi che don ut o a gli Amici il frutto della fua quiete-, diro
^-
\della ff*a
parftmonia 'Bene fpefi Thefori cure felici , fautj configli , \che ne gli anni decorfi hanno preferuata la falute a quefia ProuinNon ci areia a fuoi Principi la dignit , la liberta a Noi medefimi Yoffiamo a dirlo / noflri aiuti fi fono dati ad 'Vfura colguadagno moU Tutti i beni, che con tiplice della propria tranquilita , e della gloria
.
\^ane lujtnghe
con incerte fperanzeci fono propofti dal cafo, poffiamo coglierli da dcliberationi gencrofe , e prudenti s impercioche il Duca non abbandonato d' afjiflenze prender fpirito y epolfoi i fuoi
,
Cafale foccorfo refijlera , efuffiflendo , terra da Mantoua i colpi lontani , e da nofi ri confini remoti i pericoli . La Francia in quefio mentre, difcolta dalla toc e ella , giunger al
Popoli concepiranno ^vigore
;
cnntrapefo opportuna
de' no ^ri
ma,
/'
eccidio
micini , che poffiamo attendere che /' abbandono di tutti y anche nelle proprie iatture Se a'FranceJi hora s'oppone l'argine delle Alpi , per doue apriremo loro il paffo , f anco calati da monti perdutroppo lagrimofa conditiotroucranno chiufa la Porta to Cafale ne ridotto q-iel Principe y eh' attende merc per f folo dall' inimico
,
,
Spereremo forf ne gli Aufiriaci di trouare "verfo di noi moe rifpetto io per me amo piulaficurezja , che lafperan^ ne' quali domina /' ambitione la conti"? ; perche citrcuiamo in tempi giuntura prete/io, t interejfe CI dolo de' Principii e la pietra angolare de gli Stati Io non so figurarmi ragione pili- forte , ne pi apparente
\di
tutti
deratione
'Giuflitia per
\fcorgo
indemnita ,e faluezj^ della 2{epublica di quella, che dal canto del Duca di A4antoua e segli inuafo,io apprendo l'
,
efempo i f evinto, temo non la fortuna giufiifichi la cupidit del Dominio. A' Principi bafia la ^'olonta , e la congiuntura dirompere per trouare materia abbondante d' occaftoni , e pretefli . Deliberiamo pur quello , che la necefftta, biella quale neffuna eloquenza
,
pi nerucfa^ pi breue
con generofa coftanza
perche , fpuntato ^na'volta il fafio degli franieri in Italia, riftcdera tra Noi lungamente la gloria , e la quiete . Ada ricordiamoci , Padri
^
ci
perfuade
32
MDcxxYiiij oltre al
DELLHISTORIA VENETA
diliger
ii:gagltar-
pefo delle ragioni per ambiduei partici, coniciliaija air Autore del primo credito grande certa maturaj&efperi mentati prudenza^^: al feconclp il concetto di grande capacit de'politiIn ftnc > come accade bene Tpefib^ che tra gli lertremi ci affari vgualmente difficili , preuagliono i Configli di mezzo, fufcrl guitata vna terza opinione, che confift in armarfi5e valir
.
'tlumtnte
damente munirfij follecitare la Francia a foftenere la c^uIl^ jompcarfA.T>i\Qz^ c quand'clla s' iotereflaffe, e fpingeffe l'arcui di qu| eia' monti 5 aggiungerai quelle della Republica per difefa del Mc/>4-jMantouanOjche non poteua riceuere d'altronde farcii mente focno la Et corfi. Volle anche il Senato replicare particolarmente in Spaperche, troppo auanma per giuftificar' /^almeno le rifolutioni , alle quali li conofccua conftretto Furo/{no Veramente dal Conte Duca pi intefe, che conliderate le rimoftranze^ onde, ridotto tutto agli eftremi, le fc)]]ecitationi verfb la Francia fi riuolgeuano . Ma intorno tali affari infurgcua grandiuifione nel Reale Configlio, in cui, fecondo lanala
gna per
Pace eiScaci/Timi
5
olJtij, jiou
zate le moffe
ilo
con
spagna pagna
aquefte interefli, confondeuanfi i Miniftri,ei innellandofi pafioni, .^^^rM^; u goti). La Reina Madre teneua per natura certa propenfione
tura della natioae,
i
fenfi
degenerando
in fattioni,
&
&
'
Spagnuoli,e contrailNiuers nodn'ua grande auerione, fin egli pi volte s'vni a' mal conten-' T/M^icZ ^l^^^"*^^^ nella di lei Reggenza ti Hora vi s' aggiungeuano caufe pi violenti , perche il Ducx d Orleans , cosi chiameremo in auucnire ii Fratello del R,defonta la prima mogIie,.ardeu^ di paff^re alle feconde Nozze con pipi Maria, Figlia dello fleffoNiuers, Principeffadi rare bellezze; refe
idia
i'n-|agli
'
grani per
di lui
Figliadefideyataiti
\la
\
all'incontro
h Madre
,
abborrendo
preferiua
Anna
'
nando, gran Ducalo Nicola di Lorena,Figli^ dHenrico,:^mendue a lei di fangue congiunte , E perche dubit dh^ che il Car\loddKe. dinale alla Gonzaga ijichii;iaffe , cominci da quello fbfpetto a hebbero fomite tanti diflidij, ccnuertirfi in ifJegno ij fayore, che renderanno altrettanto neli'^uuenire le di lei pafiionitamof, cheh vita, e la morte vgualmente afdici. Cominci dunefdanjA que ad inuehire contrai! Richelieu, che, per mercantare a fua antro il \l\ichelieu ar bitrio la Fv^eale autorit,, prodigo fi rendefie della ialu te_di "~
\
&
\i
Lede-
'
Bll
O SISTO.
&
in aria infaliibre.
3^5?
LodouicD^ trnttenndolo ( per haiiero quaf cattino ) moglie, e dalla Madre lontano, tnratrmi, e le paludi
dalla_> dclli_i
Mocxxvin
Rocccllajefpoft a rifchi, oltre a ci apertamente dall'applicarl alle cole d'Italia, verfbie quali icopriua il Cardinale propenro,&: eraggerann_. , che, ?'er vane pafToni hauendo egli ru-fcitac la guerra de g' Inglcfi, iiora, per fatiar le vendette, volelfe rompete ancora conSauoia,e con Spagna, perlguitando in ogni parte le Hrin:efpottetido il Regno in preda al cipcire della Cafa Reale, al fuoco, affine di trionfar' egli folo co' fuoi congiunferro,
Difielitilia.
&
promuouererambitione, el'auaritia fuafoprale ftragi comuni. Con lettere efficaci ne difiuadeua il R, e publicamente ne declamaua in Parigi, fecondata da molti con fufurri, e difcorfi nella Corte, e nelCam-j
ti
delle calamitcvniuerfali, e
Ipo
perche Iodio, e T inuidia tanto contra il Richelieu ^'^^^^-' /^fil^'*''''^'' il fauore del zauano, quanto s*accrefccua il di lui merit , .! Rfempre ppartiale appariua. Tt' principali'! Cardinal di fofteneuano nel Configlio i j;/;^^,^;:| il Signor di Marigliac Berulle, dilei ientimenti, e per difanimare i Miniftri delPonteiice, e ;/m' dati della Re publica, che convffitij frequenti concitauano il Ra'^^s^^o. alle rifolutioni opportune, diuulgauanoTan-pj^;^- J graui rilefli, camente &c a gli ftefli Miniftri apertamente fi hiceuano in-|e/c/^oo /^''^ tendere, non poter la Francia, per Religione, e perinteref-'^.^' Ponte-] ^ ^. del riin II diuertirii al-;^,,^.^,// ,| le obligata erettamente alle prprie occorrente troLie, n badare a ci che di l da' Monti auueniife. Ma il ReiJiibUcA Richelieu, che con ingegno profondo fcandagliaua i fini, e
;
&
&
&
'-'
/j-.-ri
j
gli oggetti
cos domieftici
come
ftranicri
>
trattenendoli con
trattenH
tifer d-il
Cardfi: le
la
migliori fpcranxe^ per riftabilire quel concetto, che dopo Pace diMonzon conofceua intepidito ile* vtecchi Aniici, e ne'i^rincipi Italiani, li confortaua con ampie promiTe>, che
il
confpcran.
zc.
R non mancherebbe di protettion, e foctorfo alkcaufa di Mantoua, eshortaua principalmente Vei^^tiani, tanto
&
esb ortan
P'entttufji
congiunti, a foftenere il Duca fin tanto che, fciolto T impegno della Rocella , e compofte in qualche modo le differenze coli' Inghilterra , la Corona poteffe volgere verfo l'Italia il piei^o dell' autorit , e delle fore . Il Sen ato , con maturit bilanciando i p afiliti
intereffati, e
-
(?;
correr A-f
tona.
lue-
m
j^4
MDCKxviiijfuccefTi,
DELUFIISTOKIA
&
i
VENETA
rifchi
meftabilitedinondichiararfi, f non congiuntamente con la_, Corona Francefe; follecitaua per con voti efficaci felice ilfucceflbdeirimprefa della F^occella, e con mediatione preffantc promoueua la Pace coli Inghilterra, che molto facilitata patena da v^rij accidenti , impercioche vn'altr' Annata , fciolta da i;ror' quei Porti, formidabile per numero, e per qualit di vafcelli, difcelta militia, e d'ogni genere d'apparato, appena Su^^^iti lomihJi' ifighiher- moftratafi a gli aflediati , e vanamente tentato il foccorfo,fen' racor.Fr era ritornata a' lidi dell' Inghilterra ilBocchingam, fomi, Ci a' te della difcordia, di coltello dentro le fue ftanie colpito da vn talFelton', Inglefe, per caufe priuate, feftinto. Trattane/5/'
&
te ilCordoua,
..._..,. auanzati
non
trouatarefiftr^nza in
Campagna,
s'auanza-
u centra Cafale, fperando fecondo i concerti, ftabiliti con Spadino daNouara, Sargente maggiore della Piazza, che gli iicZ^Z ^^^^ dubito confegnata vna Porta. Ma il Marchefe Canoffa , fc/r4G? Veronefe, Gouernatore del Monferrato, e il Riuara, A4onf^le "-iciiuiu ferrino , L.UC comandaua la Cittadella, fcoperta, quafi nel che cuiiidiiuiiua. lei ^^iccaueiia, icopcrta, quiin nei deir efecutione , la trama, difpofro celeremente gli fcoffn/i'\P^^}!^^, ordini per la difefa, preuenendo l'infidie, e refiftendo alla^ ifjtelligen za. forza. Spadino, fottrattofi con la fuga al caftigo incondcfitique.
,
Gouernatore di Milano coll'Efercito apprelfo Cafale che f bene viuamente trafitto per cflergli fuanita la migliore , e pi pronta fperanza j ad ogni modo , tratta la forte , & impegnato il decoro fopra le relationi del traditore, che il prefidio, ancorch di circa quattro mila Fanti, e quattrocento Caualli , quafi tutti per del Paefe di molte cofe mancando , foife infieme con gli habitanti poco difpofto a (oikcnere per vn Principe ignoto la dellatione, e gli eftremi, deliber di tentare l'attacco. Per allettare i Cittadini, voieua egli r fpettar'il Paefc all'intorno, contenendo per alcuni giorni le militie in tal difciplina, che quafi pareua voleffc^^ pi tofto confcruare, ch'efpugnare la Piazza. Et appunto 1' effetto, f ben contrario al fuo intento, ne riufci; perche
tr
il
,
,
Cafale furono introdottele prouiiioni, riiparmiatc da gli Spagnuoli in campagna . Al comparire de' nemici fece il preiidio vna, grofa fortita 5 a, facilmente ril pinto^ ordin il Cordona,
ches'
LRBO SETTIMO.
che s'apriffero
le
S^
MDCXXVIIl]
trincerejC s'akaflcro le batterie, ma con^ tanti difetti 5 terrori 5 con quanti paffi progrediua Timprefa. Defirittio Siede Cafale fopra ladeftra fponda del P, doue la Collina di- ne della^ fcendeje s allarga vna pianura, nella quale la Citt fituata, di buon circuito 5 ma d'irregolare ricinto, habicata da molte hmgit nobili, e da numero di comodi popolani. Scruiua' anticamente a fua difefa il Cartello, con muraglie, e Torrioni; ma il vecchio Duca Vincenzo vi piant a pompa, &: a preldio vna Cittadella di giro grande, con fei ben'intcfi Baftionijche con due fila di muraglie s'vnifcono alla Citt. Contr' vna di quefte appunto verfo il P, che all'hora alquanto difcofto rcorreua,ma poi, mutato Alueo,s'approfIm alle mura, dulilnimi drizz Gonzalcs gli attacchi, e le batterie, ma fiacche, e len- co. te 5di modo che gli afTediati poterono coprire con mezze lune, e piatteforme la muraglia, i molini,& il fianco della CitNon poteua egli pe'l numero t, da quella parte pi eipofto fcarfo della foldatefca circonuallare la Piazza, e per lo fteflo difetto s'aftenne per pi giorni ad occupare i Caftelli delia Collina, da quali s'iatroduceuano frequentemente in Cafale pro- proufla nifioni abbondanti, e quando pur volle farlo, fpinto con po- daCaJie!' che militie Federico Enriquez a pettardar Rodignano, parte li dell(L^ Collina, dalle fpie ingannato, che ve lo conduffero a molte bore di giorno, parte dall'afprezza del fito rifpinto, perche ft fopra vn fa(ro,vi riceu grane colpo. Progrediuano con maggiore feprcgYeff licit l'Armi de'Sauoiardi. Vfcito il Duca in Campagna occup ad vn tratto Alba , San Damiano, con tatto ci, che gli del Duca diSafiOi^, s'apparteneua pe'l trattato, e f ben Trino refift qualche giorno, perduta poi vna mezza luna, fu sforzato alla refa. Cos difimpegnato daua gran gelofia al Gouernatore di Milano, che, confeguito per f T intento, trafcuralfe, impediffe pi toilo le profperit de gli Spagnuoli Anzi conofcendolo im- chnnf)fpreffo, che gli compieifero le guerre breui, i trattati frequen-jpm;/?^^ H Cordona. ti, e le continue murationi di partito, grandemente temeua,
. .
ches'vnille a'Francefi,
fi
;
fomentando
i
perche
Duca contra
patti
re,
l
occhi del
Ca nrpo
Spa-
^66
mDCXXIIX
DELL' HISTORIA
le
VENETA
^pagnuolo glie
fo,
haueua confgnata, ma con tratto cos hioe rpre2.zante5 che panie pitoftorimprouero, einrulto,che
aiuto. Gli accidenti poidiGenoua conturbauaconfidenza 5 no fopra tutto. Scopri quel Gouerno, che Giulio Cefa re Vacher, huomo popolano, con altri fcelerati della Tua conditione, hafcopertofi
&
/'
S'adito'
tradhnen
/otto la
ne deljyu-
ueua tramato di trucidare i Principali, e mutar forma al gouerno, con fperanza, che , nelle ccnfufioni reftandoin preda l'autorit delle Leggis&i buoni efpoftiairingiurie5,fofs' egli coirimpunit per goderne ampifTime fpoglie Da coftui che fu pollo prigio ne, e dagli altri complici, che, ritiratifi nel Milanefe, furono dal Couernatorea Genoua inuiati, fi penetr, che la congiura paffaua di concerto col Duca, il quale, fnza diffimularlojfofteneua d'hauer'al tradimento preitate l'orecchie prima che la tregua
.
,
fi
ftabiJilTc,
per efcguirlo
ua cosi caldamente al pericolo de'fuoi partiali commoHb , che (ht yW- proreftaua a'Genouefi di rifarcire i fupplicij de' rei fopra alcuni nmciando loro Nobili, che teneua findallvltima guerra prigioni , e con., \la su fan altrettanta efficacia induife il Gouernatore a efpedir'a Genoua \gHf d alivi Aluaro di Lulara non men con rninaccie, che con inltanzepel de' ffiot perdono ,6 perla libert di quei triiti. Il Gouerno, turbato dalfeh ecc^ attrocit della colpa, e dallo fdegno per la dimanda, rifentendo nel vino di douer permetter compiacenza delJ'inimko, ad alns de" rei
)
I
li
impunita,, con
mezzo
termine tra
la_^
airiiora cader'
irrit^do/i
il
il
fatto in filentio.
Ma
il
ancorch non incrudelifit contra Genouefi prigioni , ft Cordona dimoftraua fdegnato , e contra quella Rcpublica , e conrra il Gouernatore di Milano , il quale, temendo di non coniguire^' CafalCjC d'elporre il Milanefe a irreparabile rifchio, ognivolta_^ che il Duca piegaffe alla Francia, tenraua con ogn i genere di fodisfattione, e d oilequio placarlo Per quefto neg a' Genouefi (he pre laconlcgna d'altri de' Congiurati, alcuni nafficur nel Mila\j (ru imolnefe, facendo apparire contra quella Republica cosi grande liuot// de'Cm re, e difp:urco3che,rapprefentato alla Cortedi Spagna il fuccet [purait
anch'
tento
&
il
Duca
fpe-l
ranze furono maneggiati progetti d'afi'alirecon armi vnite il Ges-iouefato ripartirlo ,"c lafciarc a Car lo qualampiaportione volell^^
,
Ci,
LIBRO SETTIMO.
r^7
MDcxxirx
Ci 5 ancorch fofle centrale pi vere intentioni di chi l'eshibi- con (r/ein iia , nondimeno rifaputo da' Genouefi, concit ne* loro petti gelola, & odio s ardente, in particolare quando il Conte di Mon-|'^^^^* v^^J-. terei, i Spagna paffando per Ambafciatore verfoRoma , in Genoua i ferm qualche tempo con cert' apparenza di fuperiorit^equaddi voler riformarilgouerno, chelafolita partialit
verfo quella Monarchia cominci a intepidirfi, epocoappreffo declinata la veneratione di lei in Italia, il portarono a moire rifolutJoni, e decreti , che grandemente nleuarono lo fplendo, in Monferrato rcprcfre, e'I decoro di quella Republica
.
Ma
fo
con
ledifficult dell'imprefa
fafto del
Cefareintendere co'Miniftri del Pontefice, e de'Ve- Ce^areveDi non i^oiere fi non colnegotio alla caufa di 2\4antoua ap-^^'^<} ^c>|
,
,
\
mentre, fenza/uafa-puta, e confentimento mojfoft ilGouer-''^^^^^J^^^^'^'^\ natore di Milano fi trouaua difobligato d'affifiere alle di lui inten- [o^^intetieni coir armi Ma prefto , l'autorit de' Miniftri Spagnuoli /^i^ ^' preualendo alle ragioni degli altri, soferu j'Efercito della,^/^^!?'^' f, Cerato Sueuia all'Heluetia accoftarfi con moka gelolia dQ Cantoni che congregauano fopra ci Diete frequenti, e s'intefe ^^P^.
^''
dirfi
da Cefare in Italia il Conte Giouanni di NaiTau coiL^f///'' *"*! titolo diCmmijfTario, apigliar'il pofleffo di Mantoua, e del Monferrato con tutte l'apparenze , alTegnando foament^^ al Duca, per trattenerfi, congrua peii{ione,& alcune ftanz^i-^ in Palazzo. Ci fu interpretato percertilTmo Araldo di guerra j perche, non potendo il Ducafenon diffentirui e refi fiere, gl'impegno del nome, e dell'autorit Imperiale fi traheua_j itjturjioni
, ,
j-^^'''^J;'
dietro necelfariamente
la
mofadell'
Armi
An2.i*l
gro, horamai nelMantouano fcorrendo , namente tentato Caneto,& introdotto in Caft elione prefi-r/^"'"'^'"' dio, per moleftare il Duca, e minacciar la Republica. Ancoj corrtfpo-l il Duca fpinfe con eenerofo trafcorfolefue militie adepreda-'/^^^^^/^-'-! re nel Cremoneie^ma poi con migliore coniigho^ conolcen- man e do effer vano prouocar coirapparenza chi non potea reprimerfi con la forza , le richiam, e fece reilituire la preda_^.
f
,
haueua,
[e..
Egli verfaua ne' pi angufti , e crucciofi partiti j Tarmi Catfoccorfi lontani. toliche in Caia 5 le Cefaree imminenti i
-,
Per-
J68
mdgxxvtii
fi
racn'
ca.
che^Upof
gevffitt],e
fcuegn, rtchieHo
cfvlhtdire
alle
Cor'
rnifficni
Imperiali.
Perci, efpedito Giouanni Francefco Gonzaga, Tuo Ambafciator* Eftraordinario a Venetia , inftantemente chiedetia configlo aiuto . Lo confortaua il Senato a refirtere coftantemcntc a tanti traiiagli, a foftencrfi con migliori fperanze. Difendeua la di lui cauf ogni Corre con ragioni , offici/, e, finche potefl (otto il calor de'Francefi dichiararfi, gli permette u ogni comodo nel fuo Stato, lafciandogli eftrarre genti, armi, e viueri in tempo, che vna gran penuria, prenuntiando le venture calamit, trauagliaua vniuerfalmente T Italia. Ma Duca da nuoue cure, e fempre maggiori afflitto fi ritrouaua perche giunto il Nafiau gli ricerc la confegna delle Cittadelle d Cafale, e di Mantoua, per imporui prefidio Cefareo, e^ cuftodirle infieme col refl:o in conformit delle fue Commif-
&
&
fioni. Ngiou, che Carlo tentaffe con rifpofle di fom milione, e d'oflquio fchermirfi, eshibendo ancora, a fgno di rif-
'
petto maggiore , d'introdurre guarnigione Cefarea in qualche luogo d minore momento j perche il Commifiario , e/eludendo ogni cofa, e negando vn termine di dodeci giorni, che il Duca chiedeua per configliarfi, l'aftrinfea publicarerappellationefua a Cefare, quando fofle meglio informato, e f a queilo ogni adito gli venifle preclufo , a gli Elettori dell' Imperio Con quello il Naffau a Milano fi ritir, di l inuiando a Mantoua frecvbligJito appella- quenti intimationi, e protefte, hora fcanfite con ri /petto dal 1 a Ce/^Duca, hora ribattute con dichiarationi di volerfi difendere. Il re Bando Cefareo fidifferiua per da Ferdinando a preghiere della moglie, e per gli offitij del Gran Duca di Tofcana, che.- ancor giouanetco, yifitato il Pontefice , in Venetia goduto fplendido Hofpitio, era paflato alla Corte Cefarea Riuciuain per difetto fatti al Duca pi facile difenderfi col negotio , che foftenere- p'^ghe pi a lungo le di militie; perche- trattenuti fin' ad hora nel Manhandautouano fei mila cinquecento fanti, e mille trecento CaualJi , dtfi le mi
he.
.
f nefottra
t' 7
&
iitie
mancate advn
tratto le
paghe,
fi
sbandauano gM
ftranieri, e
fi ritirauano a Cafa i Paefani, Egli col mezzo d'Ottauiano da ccrfb Viualdini chiedeua a' Vcnetiani danari, per tener' in piedi le l'cnettaf. truppe, e con efficaci inftanze imploraua, che alle genti di " e lui volefiero vnire delle loro proprie cinque mila a piedi tali forze di d. con cinquecento a Caualloa perche s' cshhu
'fplorafic^
'
palfar'
LIBRO SETTIMO.
j
^69
MDCxxvni forza il foccorfo, prcin lei conicruata anco Mantoua, coju. iferiiara Ja Piazza, celerit terminare \i\ guerra. 1 Signori d* Au, e di 'gloria, e l'Cin on , r vno Ambaiciator Francefe in Venetia , e l'altro , ef- che atten dona il coItalia fpedito per quel!:' inte redi ,proIpreilamente dal R parire deL jinetteuano l'intere ailiftenzc della Corona, anzi la peribna., armi ilefla ili Lodonico , terminata chefoiTe Tlmprefa della Roccel-!F^^<:f/. 'la , e dimoftrauano inleme,che , f in qwefto mentre fenz'alcun jfouuegno preci nitaflero gli affari del Duca , e Cafal fi perdeffe , jfi renderebbero appreffovani irenratiui, eifoccorfi. Ma ilSejnato, apprendendo l'oggetto antico de' MiniftriFrancefi d'impegnar la Rcpuhlica in aperta rottura con Spagna, per ifcanfar ^^[^'fj^ quella della loro Corona , rimetteua ogni riiolutione alla vena- unel^otL ta delle infegne Reali in Italia , alle quali prometteua coftantc- ndn^Ms mente d'vnirfi Anche il Pontefice verfaua ne gli ftefli concetti, per animare iFrancefi a non abbandonare l'Italia je in queio mentre, elpediti a Ceiare,& a' due R Nuntij eftraordinarij, dalla r<^ per introdurre negotio dipace, s'armaua, efortificaua le (uQ[du7a ^ frontiere , piantando in fliccia del Modonefe non fenza doglan- vcnadei ze , e gelofie di quel Duca, vn buon forte , che Vrbano s'intito- ^^'^^-"^ lo dal fuo nome. Rimeffe dunque le fperanzc d'Italia all'efito [delia Roccella , c'horamai appanna cadente, chiaro i conofce.. iua, che quanto pi haueuanogli Auftriaci goduto di queirini-'J^7Fy^*;J! pegno, tanto meno erano dell' acquifto per rallegrare. E dicefi a poggia i Francefi cominciauano altamente adolerfidellenouit -i^^tj^^'' e turbolenze, fufcitate in Italia, e,perfotenere fino agli sfov-'l^ai dI^
paTrlr^a Cafale, e,
fpimtando
coi^
&
l'
zi
ti,
maggiori
il
Duca dMantoua,
e luffidij, preftandogli
di lui, col
me
fottoil
danaro tratto da' fuoi beni nel Regno, sVniuano Marchefe d'Vxel dodeci mila fanti, edue milaCaualli con ici Cannoni, per portarfi di qua da' monti al foccorfo , fpallcggiati da qualche militia del R, comandata dal MareIcial di Chrichi; Gouernarore del Delfinato Qiiefta moiTi ^^ viti .. ^r
.
._
/-
Italia
il
timore
fi
confondena con
Aa
la
ipe-
J70
mdcxxiix la
onde appreflafi 7
:
DELL'HISTORIA VENETA
alla
Cordoua^
per rimno
fama, che queirEfercitos'accoftaffe, il Gonzales imbarc i Cannoni , e tutto pronto teneua , per difciogliere da Cafale l'aifedio , ma nel tempo fteffo, per diuer*
fperanza perche
fpendeua ogni genere di fommi/lion5e promeffe 5 onde Carlo Emanuel fi credeua giunto aquelporto^che gi figurato s haueua, di farfi Arbitro del4 Carlola Guerra y e della Pace dltalia , perche anco i Francefi gli chieacuicen apuano il paflo con le maggiori lufinghc 5 e con ampie offerte di qualunque vantaggio, la Libert, e l'opulenza de' Genouefi '^J^''^^^^^^ i^JJ^pV^^'effendo il prezzo, che dalle Corone a gara gli s'cshibiua. Ma ki^r/?cw.'' egli, memore deirolfefe delRichelieu, &: hora timorofo delle fue ire, prefo tempo arifpondere,per meglio munirfi,,poi preottenuti quattro mila fanti del Gouernatofidiate le Piazze , ogni modo i Francefi per ma edM^ di Milano, lo ricus.- Vollero ad J^n gliele la ftrada diCaftel Delfino tentarlo: ma il Duca, fpintofi col acafenteJgYQffo nella Valle di San Pietro, e fatto auanzare il Principe [Vittorio, colte le prime fquadre tra quelfanguftie de'monrijifigen ti ^\q batt, c Ic rifpinfc Tutto l'Efercito derVxel airhora /^.fj ritir, e ridotto nel Delfinato, fi sband facilmente, per^Y^^ i>^/^"^*^,chejfottentrando per ordinario alferuor de' Francefi latepishe rm-idezza, mancauano viueri, e non fnppliua il danaro, maneg* ^''/^^^^'*"|giatoconauidit, profufocon negligenza. Anche, nel procinto di quele molle, i Venetiani, richiefti a permettere il paflb ni^ATime- a qualche Caualleria del Duca di Mantoua, accioche , attrauerIte per or fando il Milanefe potefTe fpingerfi auanti, e dare la mano a 7tgHardo ttonUfctan Francefi, lo ricufarono, perche nella difficulr defeguirlo non do tranfi- poterono difcernere, che il folito oggetto deOere intempeftitare cimile uamente tirati a dichiarationi,& impegni,- Mi leangulie di del Dnca quel Principe, efsendo horamai a tal legno ridotte, che non poteua pi foftenere la Corte , e la Cafa , non che trattenero^' l'Efercito, richiefti per nome di lui dal Marchef d Pomar con efprefloni dipiet, qnafi pi che d'aiuto, gli esborfarono
tiri! tal
nembo
col
Duca
di Sauoia
&
cutfbi'
\uengoModi
venti mila ducati, e prima che Fanno fpirafie, altre fomme gli fomminiftrarono in maggior' abbondanza, per mantener' ancora i prcfidij.. Carlo Emanuel jrifpinti i Francefi, fomma-
mente efultaua,
1
di Aiilano,
il
gelo-
LIBRO SETTIMO.
gelofo che'l Duca occupafle anco quella parte del Monferrato, che al R s'afpettaiia , iniii fotto N2:7.a con quattromila fanti 1 Conte Giouanni SerbeJlone, che reipugn in quindici giorni, doppo impauriti col volar d'vna mina gli habitanti a tal
MDCKXVTfTj
paffa
alla
t
'
Gonz.aes
con1
quifla
di
fegno, eh' aftrinfero il Conte d'Agramont, Francefe, chela difendeua con trenta quattro di lia natione, &c
vfcirne. Di quefta dialcuni Monferrini, a capitolare, ftrattione di forze, che rallentaua l'affedio, fi feruirono i Cafalafchi con grande profitto, facendo il raccolto 56C introducendolo nella Piazza, doue pur' era entrato il Signor di Gii-
&
ron ad animare per nome del R Lodouico gli habitanti, e ilPrefidio. I Nuntij, inuiati dal Pontefice, peruenuti al Cam^ p, nel mezzo di quefte fattioni progettarono fofpenfiond' lafciata armi per quindici giorni, nello fpatio de' quali, entrando F leader liti tregHA prol Infanta Margherita in Cafale concertar fi potefie qualche ri- pofU da' piego d'Accordo. Ma il Gouernatore, adombratofi di qual- L egati che artificio de* Sauoiardi, per prolungargli l'acquifto, col yi po/hlici pretendere , che infieme con lei s' introducefle prefidio Ce'
iareo, fconuolfe il maneggio. Anco il Gran Duca, ritornando di Corte Cefarea, s'abbocc in Maderno, luogo didelitie fopra il Lago di Garda, col Principe di Mantoua, e gl'in(nu concambio de gli Stati, gi che il Monferrato , efpo ftoalla cupdit de'pi potenti, cagionaua si grandi fconcerti; ma, gli Spagnuoli non volendo eshibire l'equiualente , il difcorfo cadde . Dunque , il negotio cedendo alla forza , il
Gonzales, ingroflato
uati in fine
i
di
nuoue
i
viueri,
&
gagUard-i
\
'
foccorfi
mente
P/4zz<
/'
.
altri poiti della Colzone, di RofTignano, San Giorgio , lina. Tuttauia la piazza fi difendeua con braue, e frequenti fortite, in vna delle quali il Signor di Beueron, Francefe, entratoui volontario, e date pruoue i Angolare coraggio , cadde eftinto, in altra il Sergente Maggiore Luzzago, Brcfciano, vedendo tra'Nemicil traditore Spadino, tant' oltre s'impegn, per leuargli latefta, che vi lafci la Vita Il Marchele Riuara, ofleruando difficili, e lunghi foccorfi, e temendo , che il confumamento de' viueri nella Piazza la_^
&
cheji
di'^>
I
&
e con
ri-
(pir.to di\
Aa
Ciita-
^72
WDCXXVIl
~"3
Cittadella, per foftenerfi pi a lungo, eshortahdo gli habitat! ti a nftringerfi*! vitto, come fecero, con gran pruoue di co-
rei
A -IHa.
refe.
minore nccefl't proiiauano gli affedianti ^ perche T Italia in qucft'anno, inondata da' Fiumi, haueua dato cos tenue raccolto d grani, che afiggeua la fame per tutto , e principalmente nel Milanefe , doue ci che poteua cauarfi, feruendo d'alimento, quantunque.^ fcarfo, alI'Efercito, il Popolo nella ftefia Citt di Milano periFrancefi ferrate le tratte.. Il Duua. In Proucnza haueuano ca diMantoua chiudeua ilP^ e i Venetiani, che pur'anche molto patinano, inuigilauano, acciochenon penetraffe grano
ftanza, e di fede.
i
Gouernatore a portami riparo, e quafi quel procinto da Sicilia, e d'altronde^ a leuare approdati alcuni vafcelli conformenti allalliuieradiGenoua, gior bi(o. \g>O dalU non fi foife fouuenuto prontamente al bifogno. In Corte CeStellici farea, per diucrtire il Bando Imperiale, e le confeguenze rigorofe, che fuol portar feco, dalVefcouo di Mantoua fi proponeua , che ad apparenza dell'Autorit Imperiale per contentare Guaftalla, alcuna terra dd Mantouanogli ii aifegnafCefitre eccitato da fe, e intanto nel Monferrato fi fofpendeifero l'Armi, per tratSpa tare qualche accordo co'Sauoiardi gli Ma MinidriSpagnuoli, giiHoli a partito, induffero Ferdinando a nuoue diuertendo qualunque ff^J minar fjuoui edit intimationi, portate a Mantoua dal Dottor Foppis Xonfiglieti contrai ro Aulico, accioche il Duca dentro il termine d' vn mefe al Duca Egli, per guadagnar fempretempo, ^ctT/pedt Commifsario vbbidilfe fuo Figliuolo fce iiVriJc compatimento, efpedi a Vienna il Principe,
il
I
la
tu-
Taffedio, f, in
vogenito
jniaggiore, ad humiliarfi a Ferdinando, &: ad cshibire ancora, il //>-//jr ottenendo rinueftitura diMantoua, d depofitare Caiii]c,6f Principe confidente 5 percuftodirfi a Monferrato in mano di
t:on Y1CC.
TT"to,
r.lia
praticalfe.
Il
s'
Principe,
al
buon accoglimento
che
con protefte
oppofe
iqucl viaggio
nou
ritrahcfie
il
Duca tuttaui a
fi
concili gran -
didimo
37S mdcxxhx dTiTmo applaufo, parendo, che, niente omectendof dal Tuo
LIBRO SETTIMO.
cantoverfoCefaredcldouuto rifpetto, all'incontro fi fuclaffero le cupidit, e rintentioni de gli altri, perche gli fu rirpcfto, Che, (Tuardandoft "per nome Cefareo Cafalc da gli Alemanni ^ che
conrf^"
m
la
'l.'rauaiio
[otto
Infegne di S-pagna
Gouematore
,
tenejfe
e che
loro
per
le
proprie ragio-
fin tanto che feguijfe accordo , fentenza, nel guai tempo fi chefuea fofpendefiero nel Adantouano t offef DitaH propofte facilmen- midefide tefiicopriua l'oggetto d'impofreffar di Cafale gli Spagnuoli, ^Jlfjf/J^'^
ni
,
.
e di fpogliarc del
Monferrato il Duca
di
Mantoua onde
5
il
Frin- ca/aU,
cipc, negando d'hauer fopra quefto poteri, partii bench V Imperatrice l'haueffc prima configliato di porre a' pie diCefare qualunque intercffe, e riceuer la legge di quell'autorit, ala quale non hauerebbe potuto refiftere. Pure, per dar tempo a'Franccfi, che applicar fi poteflero a gli affari d'Italia, il Duca
non rompendo totalmente il negotio , a qualche permuta fi moftrauadifpollo, e dalNuntio Scappi fi negotiaua congreffo in Piacenza, per accordarla 3 ma il Cordona vi difsenti, afermiando d non hauer facolt, che per ridur Carlo a riconofcere verlb partsndoi Ccfareildouuto rifpctto. Nel tempo ftefso per fecretamcnte^^''^^ ^^^' gli proponeua grandi vantaggi, f volefseconfegnargliCaiale.j '^etllumil Duca, per far conofcere, che fe mofse del Gouernatore novLotil^uca haueuano altrimenti tenuto per ifcopo il zelo dell' autorit Im- ^^^2=^^ '^'''' penale , inui a gli afsediati alcuni Stendardi con Aquile, accio- re s^offe/e. che fpiegati nel CaPcello, nella Cittadella e nella Citt conciliafsero rifpetto alllnfegne Cefaree j ma, accortofene Gouernatore, nonpermife introdurli. Trquefte negotiationi fafl (tendo Cafale, e guadagnandofi ogni giorno dalla parte del Duca di Mantoua, fe non vantaggi, almeno fperanze, arriu queir auuifo, che tanto in Italia fi fofpiraua d'efsere in fine laRoctefpra cella caduta Non haueua mancato il R d'Inghilterra, per fo~ Ir niia agli ftenerla, de gli vltimi sforzi, ancorch (morto il Bocchin'
^
'^A
l'
fofse afsai di quell'ardore, cheinfiammr.iiala 'guerra; perche, efpedita la terza fiotta fotto'l Conte d'Euibij in
eftinto
fi
gam)
'^
J/^^^^
ioccorfo, procur X nuouo d' introdurlo, ma, opponendofi ibrauamcnte i Vafcelli Francefijla Dicca tu foltenuca centra pi
Aa
tea-
574
MDGXXIIX tentatiui.
DLL'HISTORIA VNETA"
& &
Poi jilMare, infuriato con gran tenipefta5Conqiiars^ airineontro rifpctt laDicca talmeni Lcgnidegringlefi, all^_^te, che quali confpirafle alle fconfittedeirvna parte, glorie deiraltra, le xMaree, che nelincfe di Luglio 5 e ne gli Equinotti] foglionoeffere pi del folito vehementi, corferoln queir anno con tal placidezza ^ che non- l'apportarono alcun nocumento. L'Embij5fcorgendodi non potere fpuntar Fintenco, ftabilita per pochi giorni vna tregua , affine di ritirarfi con maggior ficurezza 5 s'allontan , e i Roccellefi , confumati i viueri &horamai alla fame mancate anco le cofpi immonde 5 veriffa di' dendo fpenta ognifneranza difoccorfojefalute, fi renderono [/i^eiucfie,^ 2. difcretione avventinone d'Ottobre. Soffri veramente la_j Piazza 5 durante FalTedio ^tutto ci 5 che dall'humana coftanza" pu tollerarfi 5 che fia (lato folito ne' tempi andati iuggerirfidalla difperatione Le ilrade , coperte di Cadaueri , rendeuano moftra pi di Cimitcrio d'offa infepolte, che d'vna Citt d viuenti^ i pochi fuperftiti fi trouarono , languir moribon^r^^4'?' di, quafifcheetri fi videro rapprefentare non meno i FuneraLode li di quella fuperba Citt 5 che fegnalar il trionfo de' Vincitori IH R 5 lafciatarla efpurgare per due giorni da'morti ^e dagl'inepnr,i~^{QYiYi , v'eutt foennementc il primo di Nouembre 5 reftituendoui il culto Diuino, e a tutti donando la vitale la liberCuUo alla Sorella del Rohan y che , colit, fuor che allaMadre , eshortationij e colf efempio hauendo prolungato la refa 5 Ic-^ volle ritenere in arrefto 5 non tanto a cafligoy che per hauer' vn mezzo da condurre pi facilmente ilDuca airvbbidienza. Leu i Priuilegi, abbatt le muraglie 5 fuorch dalla parte del mare 5 lafciando alla Roccella poco altro d'infigne, che la_i memoria di frti/lima piazzale la fama di memorabile affeo/gia- dio e co Fu veramente nel Coniiglio Reale affai contraftato,feIa !"^^^''^>^"| Roccella domata (i doueife tenere con forte y^vqMio a bri glia de gli fteffi Vgonottij & a reprefl'ione de gli flranieriy, ne il Cardinale difapprouaua ^ ambendo d'affumerc la direttione, e'IGouerno^ ma penetrato, che R, apprelfo il quale non ancora gmieua quelfalToluto arbitrio, che poi gli concili la lunghezza del tempo , e la kct de'fucccffi , l'haueuafecretamente p romeffa al Signor di Thiras , am pi toffa
I
..
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L- 1
d veder' a terra,
R O
SETTIMO.
&
^7>
che in altrui mano la Piazza , onde dalli^^*^^^"^^'^^^'^ cfnugnatione raccogliendo il pericolo, che dagli fatiche dell' ftelTi Comandanti , rinoltandofi contra il R, fopraftare poadditando Broag^.^ , trebbe v^^^^^'^^^^^ ne' priftini mali , che poche leghe lontano siVl mare hauea fatto fortificare per ficurezza delle Saline , che largamente fappliua a' beneltij ''riColue preteil , ottenne facilmente , che l'abbattimento delle Mura- [pacarla glie fi riputane il trofeo pi infigne, &c il maggior vantaggio Da tal' efito feliciflimo dell' Imprefa credudella conquifta inuidiatoda molti, i Configli del Cardinale to da pochi, il R, publicamentc atacquiftarono pi credito , e ftima , tribuendogli 1 merito, Faccumulaua d'honoria tal fegno,che efaltafidofi Rfla fortuna di lui, quafi ftella venerauafi da Francefi con auguri] di maggiori grandezze, e dall' Italia mirauafi per Polo deldj R le proprie fperanze. Laftagione auanzatalferuiua pera'Fattionarij della Reina Madre di grande pretefto , per riprouare il penficro di portare a Cafale foccorfo , e in particolare che '1 R andalTe in Italia, Diicorreuano in Configiio. L'Aru u,m mata effere janca, e te militie affannate da difagi d' ajfedio s Itm-^^^^^ ^^ go , Proponer/l hora 'vn viaggio immenfo d' attrauerfar tutto il "F^- Italia ngnn^'di fiiperarft le ftrade angufie e dimpate dell'Alpi , infefiate PJ^^l^^^ daWmfidie , contefc dalle forie nemiche Auanz^rft 7 F'erno e come ,jy^^ biella tra le neui^ efoprai ghiacci poterfi condurre l'BfercitOy e far paj^are il Kema^ fimi [iti in altri tempi effere ./^^^^^ Cannone r La natura di quegli afprif
4,
&
&
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'
(lata "vnta
te feffa dalla
hora co rigori della flagione ^incerjt l'arAggiungcrfi i Forti , /' armi , le forze de' Sa,
uoiardi
rifof-
a loro 'Vantaggia le Prouincie ^'vicine all'Italia, trouarjt infet^ In Italia medefima perire i popoli per la penuria de* te da pefle grani A che dunque ijolerft azsardare Vefercito vincitore della "Baccella, pi toflo le reliquie di quelli e hanno battuto gPlngleft non folo alle battaglie , ma alla contagione ,^alla fame hauerfi domato l'Oceano rifpnto il nemico , caligati i ribelli s ma da fidati meritarfi altri premij , che d! e([er condotti di la da Afonti al fepolcro^ come auanzi della gloria e non menoldella patienza 2{enderji incerto f Cafale pojjafofferire la dilatione di tal marchia , e f alla
. .
57^
DELL'HISTORIA VENET A
dunque pih accertato
,
mentre fi sforzano lAlpi, e penetra neiritiu , fi quale ftrada rcfiar pih aperta 4i progrefsi , che quella d' indelia^
corofo ritorno ? riputarft
configlio
,
mentre
la
Cagione per necefsita porta tempo , offeruare l*e/tto delle cofe , efplorare i coleri de' Prncipi e poi rifoluere la [rada o del neo-Qdell'armi. tali concetti s'aggiungeuano le querele^ tio,
le
ma dal Cardinale
,
confegHato
dtfoccorrer
'
lagrime d'amendiie le Reine, per efler Lodouico tocco da qualche indifpofitione leggiera, efclamando, che il Richelieu 5 non contento d'hauer trattenuto il R tra le paludi della Roccelia, e l'aria graue del mare, hora volefle efporlo a* freddi, a'difagi, all'acutezze dell'Alpi . molti pareua , che prima d'impegnarfi altroue le forze, conchiudere fi doueff^^ con gl'Inglefi la Pace, fapendofi anco, che ilRohan in Linguadoca teneua Efercito, e Piazze, e che, per dargli fomento, il Duca di Sauoia eshibiua d'entrare nel Delfinato, e fi prometteuano da gli Spagnuoli affiftenze, e, per concertarle in nome del Rohan ftelTo , il Signor di Claufel, andato coli' Abbate Scaglia a Madrid, haueua con TOliuares conchiufo, che, dandofi danari da quella Corona, egli infieme col Tuo partito continuerebbe in Francia la guerra. E perci il Richelieu, hauendo efperimentato pi volte, che, col tentar cofe grandi, la Fortuna faceua fortirle anco fopra l'afpettatione maggiori, infmuaua al R il giufto motiuo di rifentirfi contra gli Spagnuoli de* pregiuditij antichi, e deH'oifefe recenti, vendicandofi appunto de gli aiuti, a gli Vgonotti da loro promed, con foftenere la caufa giufta dVn Principe^, nato nel Regno, e con redimere l'Itaha dalloppreflon^- prefente, fodisfacendo a gl'inulti del Pontefice, airinftanze de'Venetiani. Confideraua, Alfoccorfo opponerfi le difficd-
&
Cafale
ta de' monti , della fi ag ione , de* nemici 5 ma nient' ejfer inuincibile al coraggio della natione , niente impofsihile alla potenza, alla
grandez3:a
effere
,
cos pio
Po fio
piedi in Italia
perfufcitarfit i fauori , e le partialita di pif. Principi, e quelli, che fiotto il giogo del timore prefiente gemono taciti la loro fiort
,
doucr
ejjer
i
.
fipezzar le Catene
primi a refipirare auidamente la liberta,^ a Fiacche di Carlo Emanuel ef^er le fiorze^per oppori
filmanti jtti,
i-n
monti,
L
f
le
y
B~R
SETTIMO.
refifi ere
Ili
a piedi
dclh^^'^^'^^'^'^^
,
Stdgnuole
,
"voleffero
concorrere, per
.
Ahi
Cos, precorrendo la
.,
Fama
fen^a [angue ^jincerfi fcnza [enia cone la Gloria Niente pero poterfi confcguire fenza la B^alc prefenz^a trailo che pe* l genio della nationc f caldamente intraprende , toquando l'occhio del 'J{ non ^ anima s' intepidfc e e fio anche e fedenon l* accende Condurfi le Guardie, gente agguerrita
rijchio ,
.
le
i
,
traherfi la
e Id
Nobilt florida
e inuitta
conferuarfi l'obbedienpericoli
,
la
difciplina
,
cerfi
battaglie
in perfona difiingue
de
patimenti
premio
.
e col
efpugnarfi t impofsibile fieffo , doue il coraggio dalla 'vilt , e quaft compagno e de rifchi, corona la 'vera 'vrtU con la laude Con l* Inghilterra ej?er in procinto la Pace , ne
ti
,
fofferirfi
difagi
fupcrarji
'vin-
meglio poterfi frenar gli ugonotti , che con auuicinare /* Armata alla I^inguadoca , dou la lor fede all' Italia , che 'vuol dire a quelle Promnce , fopra le quali machnano appik forte ,
In fomma concorpunto infieme con gli Spagnuoli i Sauoiardi rerui tante conuenienze , e ^vantaggi , che horamai sforiaua la
.
a fecondare i configli della ragione Affenti *1 R piea tentarla in perfona 5 perche, honamente airimprefa, ramai gLiftata con buoni fucceffi la Gloria , ambiua maggiori trionfi , e naturahuente teneua grand* auerfione a gli Spagnuoli , e grandiffima cupidit di reprimerli Ma il Cardinecefsta
.
deliherA
&
d'andarui
in
gerjma
medftftfj
dstlCardi
fi A, le
nale,
fi
gli affari
in
tale
ftato
d\z^
di sf
^c^n
porefse profittcuol mente venire con loro ad aperta rottura , piegaua ad ogni modo alla rifolutione di portarfi in., Italia, follecitato da vn' ardentiffmo defiderio di vendicarfi di Carlo Emanuele, e dall' intereffe d' allontanare il R di Parigi, fede propria delle machine della Corte, e partico-
s^''^
^'^^^'^'
larmente dalle Rcine , e dalla loro fattione , che non po- e d'efiinteua meglio eftinguerfi , indebolirfi , che con di ftraher- ^uere ne il R , e tri gli ftudij della guerra , hauerlo dall'occhio Tatianari}. fuo folo 5 e dalla mano pendente . publicare tal mofsa_. alla moffu il Signor della Salodie quafi precurfore , fpedito in_. faincmtra , e pronte Italia, per eccitare i Principi a dichiararfi, vnirfi, hodifpofitio. ra che il Re con potentiffima Armata all'Alpi s' auuicinaf7 delia. _ u. Giunto in Venetia ritrou nel Senato la fempre Qs]\\-'^h^iih>u^\
t
'
&
bita
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DE V K
TOR iA
NET
MDcxxirrfbita prontezza,
'
imperoche^ efakata la generofit del R, i del fuo principale Miniftro con laudi, vguali al la prudenza defiderio, con cui l'haueua foliecitato, augur hVicQ il paifaggio dell'Alpi, fuperate le quali afficur di concorrere ne* comuni difegni conia terza parte i quelle forze, che il R
giudicaffe ncceffarie all' Imprela. Impiegaua il Duca di Sauoia varie urti, per diuertire il concerto, fuggerendo con fe-
IVmo-
ni.
mezzi alla Francia, che la Republica ad altro non penfaua, che ad impegnarla, e lafciarla poi fola con gli Autriaci alle mani^ & aWcnetiani, |che fi ricordaffero dello^
cretiffimi
cofe paffate per la Valtellina, e delT antico difegno de'Francefi di portarli a rottura con Spagna, fenza curarfi di fecondarli. Ma, vano ogni tentatiuo cadendo, ftaua \ Cordoua^ grandemente perplelfo ; perche, f i Cafalafchi , cauando forza dalla fperanza di vicino foccorfo, moftrauano pi che mail refiitenza opinata, il fuo efercito indebolito non glipermet-l teua,e d' opporfi all' Alpi vnitamente co'Sauoiardi, e di con Cordo- tinuare l'affedio. Conofceua oltre a ci, e ruminaua lo flau amai fo to prefcnte delle cofe j il Milanefe efpofto, ifudditi non conuueniiio tenti, le piazze fguarnite, i viueri fcarfi, le prouifioni confunte, &: il danaro mancante, perche appunto in queft'anno l'Armata Olandefe , fotto il Comando di Pietro Hemio, Am^fer la Fot miraglio, inoltrata^ con nobihffimo ardire ne' Mari d'Ameta deprepreflb l'Ifola di Cuba prefa la flotta, di venti datada^lt Irica^ haueua Olande ft_ Nani comporta, che trafportaua in Spagna i Thefori, .tratti da quegli opulentiffimi Regni. Perci, dopo vncongrelfoin fpfdifce Pania col Naffau, e col Monterei, haueua follecitamentefpeM R, c^ diti Corrieri a Madrid per ordini, aiuti, a Vienna per
.
A Cefar e..
&
&
che
s"
a-
uama
affiftenze, e rinforzi . Di Spagna non potendo giungere che tardi ,ftauano ie fue maggiori fperanze nell Alemagna ripofte, doue, ogni giorno a gran palli la potenza, e hMcit di
in
AUmagf7a nelle
loneiutfte.
Ferdinando crefcendo, non gli reftaua, che pi defiderare^^ dalla Fortuna. In quelFanno dal Tilli s' occuparono Verden, e Staden j n pi trouana chi poteffe refiftere, eccetto qualche Ifola, afficurata dal mare, alcuna Citt, che, tenendo Porto, haueua aperta la ftrada al foccorfo Onde Ferdinando, prendendo cuore d tentare le co ie P^" /^4H^^ JPPJ^
.
^~
L
reftitairc
BR O SET TI MO.
19
e particolarmente a confegui- "^^^S!^ i Beni Ecclefiaftici, l'Arciduca, fuo Figliuolo, rArciucfcouato d Mag- do ad imre per padronir/i\ demburg, ch'era Itato conferito ad Augafto, Secondo geni- de' Beni di to dcir Elettor di SafTonia . Ma da Ferdinando foftenendoii Chieda la ragion con la forza., fi pretendeua, che, eiTendo i Canonici leffi decaduti dalla facolt, come incorfi in delitto di Icfa Maeftneiradhern*' a' nemici, foffero illegittimi i voti , il Ferno in' inualida perci l'Elettione. 11 Fridlandtfi farebbe fpinto quefom- ncir Ifole di Danimarca , f in quel Verno il ghiaccio del treferram mare gli haueffe, com* folito , permelfo ,il paffaggio, do nella f gli foifero flati proueduti i Vafcelli, che non pot confeca ti pa guire, bench, aHuntol titolo di Generale del Mare, ne pro- [aggio a f curale con ogni me^zo, e che in Lubeca il Conte di Suartzemburg per rimperatore, e Gabriele le Roij per gli Spagnuoli s'affaticailero, per indurre quelle Citt Marittime a_^ prouederli. Ma egli, cupido almeno d'impadronirli de' Porche,cadfi ti, tentaua la patienza del Duca di Fomerania con ogni for- togli' tifi te d'infulto, per indurlo a qualche difperato partito , che gh tatmo di porgeife pretelio di leuargi lo Stato Ci nongliriufcendo, Ponderani a,. applic a Rolloch, Impea Vifmar, Citt Anfeatiche, periali con importantiffimi Porti, Se occupatele facilmente , pa/Ja aWaf penetrato ancora nelf Ifola di Rugen, tendeua a Ifringerm^'^j^^ fedto di Siralfundt. Il R di Danimarca, per diuertirlo, haueua c-.straifm .Stralfdfidt Gupato rifola d'Vfedon, eia Citt di Volgaft in Pomeranca. Ma, accorfoui'l Fridlandr, con la folica felicit diedeal rompendo R tale fconfitta, che lo sf:>r2. a rimbarcarfi, reftandogli la lo ji efso Citt medefima in preda ^ n quefta aifenza di lui quei di Da0} venuto per Stra'riundt, Coititi fopra vn Force, fabricato dirimpetto alla^ diuertU" loro^Citt , lo prefero e demohrono, da che irritato gli cinfe neh. di ftrettirfirno aifedio , di modo che 5 prefto ridotti a gli eftremij capitolauano col mezio del Duca di Pomerania la refa
,.
.
&
&
&
quandpil Fridlandt> ficuro dell' efito, s'allontan, per pigliar' il poffellodelDiicatodi'Mechelburg, che l'Imperatore, fpogliatinei Principi, per hauer feguitate le parti di Danimar- e riduceffu ca, gli haueua conceffo lafciando la cura al Duca fteffo d(i io lapiaz t^n A capi* {Pomerania di riceucre la deditione della Cina, inrrodur li-are Lt m prefidio ^ Ma il R di Suetia , che con felici iuccc(linQ]hlt>refa,
j
&
Liuo-
5^0
DELUHISTORIA VENETA
5^
mdcxxhx Liiionia, e nella Pru/laguerreaua co' Polacchi, intefal'eftremit, nella quale per maacairicnro di poluere quella Citt fi tro-
S netta.
COrJttKUa
I
la difei'
\dsrfi
.
occupati i Porti del Balthico, foffero i Celarci non folo per foggiogare la Danimarca, ma per rendera fuoi Regni tremendi, ne gV inai abbondan fi a lui fkffo, te foccorfb, con promefla di\ maggiori affilTenie, onde gli habitanti animati, rottala capitolatione , pcrfeuerarono nella difef, con tanto sdegno del Valftain, che, s'era iblito con gran crudelt i maneggiare la guerra, proteftaua al prefente con ogni tccoS^o d' efercitar la Vittoria Ma nel fereno tante_>
uatia, dibbiofo, che
&
profperit da Stralfundc appunto infurgeiia quella picciola nube, eh' folita ne' gran mari, quando appena fi fcorge, fcop-
^^^! piare
f^/j<;.i,4f.
Corre
ali j
ben prclto con honende borafche 11 Mondo per, che jrauuenire nondifceme, adoraua come perpetua la Fortuna di Ferdinando, e l'Italia in particolare bilanciaua le fperanze de'
.
feftationi
Alemanne.
Oltre
a quefte grauiffime cure, i Venetiani, non trafcurando le cofe del mare , infeftato da molti Corfari, haueuano armati duc-^
gran Galeoni fottol Com/ando di Giouan Paolo Gradenigo 5 che, fcortati da due Galeazze, delle quali era Capitano AntoAleil:ind retta lui nio Cappello , detto Terzo, approdarono quando altrettanti [nglefi flauano forti cinque Vafcelli Franccii , da Corfb, entraci improuifamente , gli affalirono con certa fperanza di farli lor preda. I V^nm^z vifta delle proprie Iflfegne, non potendo foffrire Finfulto, prefi in protcttionei Francefi? I 'inferiori di forze, dopo dura battaglia fugarono g' f nglefi da acrmi H.w.,.. 6c i FranceGlafilutede* ITafcelJun^Tmch gradirono la difefa del Porto, wefinefii\\^ii{^ fe qucrclc, chc ne faceuan g' Ingleii, reilando con la_, .u ^^* 3-^gione preftamente fopite. Nella Citt poi pais quaIch-^ altri dt Fr ancefi agitatione degli animi per interefli priuati, che, per e/]er'infoliti , meritarono riHelfo Traifero origine ad diigufti tra due P^trtic Famiglie, cio la Cornara d Giouanni Doge, e la^ Rancori \tY due u "Lqxz di Renieri, Caualiere Quefii di fyvm krud haueua_ Y^^^gitc Pa elTcndo vno de^'tre -^^ pi occaftoni contra l'altra inuehitO) \nttie* Capi del Configlio d Dieci , s' era kmto dQ" autorit di quel Tribunale ^ per ammonire il Dge medeiimo, perche perGiorgio metteffe a'FipJiuoli trafcorrere con uerfe licenze
&
tra
'
LIBRO SETTIMO.
tra querti^Topra
il
i
sSi
MDCxXllX
quale pareua, che cadeirero rimpi-oueri, prefone grandiffimo fdcgno^infcio il Padre, Principe di ftngolnrc pietit, e di fomma moderatione ^ airali poco appreffo nel Piibiico Palazzo il Zeno, mentre di notte , vfcendo dal Coniglio de' Dieci, haiieua fcefe lefcalc^ a colpi di fciire, fe'guitaro da alcuni ficarij, tent trucidarlo. Ferito in pi parti, f tuttauia preferuato in vita ^ ma violata reftaua la public a Dijgnitjvn Configlio, (limato Sacro nella Republicaj la ftella
i
Gouerno. Il Cornaro,con gran celerit allentabandito dal Confeglio de' Dieci con capitali, e grauidtofi, fu jme pene, cancellato il carattere della Tua Nobilt, e nel luoIgo del delitto eretta memoria in marmo, adefecratione del Perci v>m fodisfatta la Giuftitia , che acquietati gli anifatto mi, il Zeno,rifanat0 5Continuaua ad inuehire foucnte da' pu- Che fri(c(. blici Arringhi coner tutta laCafa, e molti adherendo a Q^iiMnoAdhe-\ vni, a gli altri per affetto , per congiuntione , pareua__. s'^"'^-' che s'efacerbaffero gli animi ne' difcrf, ne' circoli e nell'otio del Foro. Dunque, dagli affetti priuaci paflandofi anco a'pumolti'l defiderio, che all'autorit defiderh^ blici affari, s'eftendeua del Conlglio de' Dieci, ch' vnode' fuprcmi della Republica,^';^""'^'^; foffe qualche regolatione opportuna j onde nellelettione de'tf/c^^-' foggetti , che lo compongono , folita di rinouarh' nel mefe d'A- g'^o e golto; incontrauano nel Maggior Configlio l'efclufione quafi ^'^"* Da' pi prouetti Cittadini tutti quelli, che veniuano propofti s'apprcndeuano i danni della nouit,{cmpremai pregiuditiale, quando fotto titolo di Riforma la mutatione s'intrude 3 tarlo peflmio, che, f non s'eftingue da prima, guaita preito, e corrode i meglio affodati Gouerni Tuttauia,a]la maggior parte conuenendofi dar'adeguato contento, dal Maggior Configlio furono eletti Niccol Contarini, Antonio da Ponte, Pietro Boodumieri, Battifta Nani, e Zaccaria Sagredo,per Correttori, 'affinch circa l'autorit de' Configli , e principalmente diqueljlo de' Dieci, dentro breuefpatio di tempo proponeffero le_ Correttoci
jLibertc del
I
&
Regole, itimate opportune Seguirono con pieniiTmi voti jper l'elettioni de' Secretarij , per la conccdione di Saluocondotti, altre cofe di non grande iriomento, ducrk. dehbe.
I
&
,
i^^i^ni
! '
che
DELUHISTORIA VENETA
impartita di ri no care De-: Configlio medefimo , quando per , com' foi
obligati
non
tioni, &a Itrettezze di v^oti. Fu anco da' Correttori propofta la confermationc dell* autorit, checompeteua al Confgliode' Dkex coir enumeratione \ molti cafi , e con la facolt d'eHer folo Giudice de' Parritij nelle caufe Criminali , attiue, paffiue,con arbitrio per di demandare ad altri Magiftrati quelle, che foA
fero di
fi
fopra ci
la
contefa, per-
che era quella appunto, doue Falteratione { dcfideraua da_, molti 5 troppo i-trano parendo, eh* ancora ne' cali pi lieui i Nobili foli foflcro al pi feuero giuditio foggetti, doue fi procede con inquifitione, con fcretezza, e con certo rigore, che chiamano il Rito. Ma i noftri Maggiori prudenti, conofccndo
,
che il Principale vincolo dell' Ariftocratia la continenza, e la moderatione di quella parte, che regge, hanno voluto imbrigliarla, perche dal comando alla licenza non vi farebbe, ch^- vn breuiffimo paffo, f non fi traponeffe l'autorit delle Leggi, e la feuerit de'Giuditij Reft il primo giorno della propofla indecifo nel maggior Configli il decreto, ma i voti, egli animi largamente pendeuano a rigittarlo . Di nuouo in altro giorno difcuffo, fu acremente da Rcnieri Zeno, Caualiere , contradetto e foftenuto da Niccol Contarini, ma replicando per Toppofita parte Francefco Contarini, Capo del Confi glio de' Quaranta Criminali, con eloquente difcorfo, di modo concit gli animi della maggior parte,che molti non contenendofi pi nel filentio, precorreuano con le voci voti, quando
.
falito l'Arringo, con l'autorit del concetto conciliato filentio, con la canitie, e con la grauit de' coflumi dando credito alle ragioni , Non mi nmm al difcorfo cosi parl
Battifta
Nani,
&
^^'^ ^^^ ^laiifibile , e grato che altrui gti fio piif. tofto , che alPuhlico e conferma- bene fauelU , Afa non abbandoner mai la liberta ne Configli , la
-goUm
aW
^^* [enfi ^ il coraggio nelle difficulta . mi fole e ita il prurito '"J^fJ\'^^^^>^^^ dell' ambitionc infatiabile ; la fperanza comune degli honori non mi auttem,
Non
perturbai non
della Patria
profitto
.
appkufi. Nelle auuerfita coftante , nulla temo nelle prosperit moderato niente Non miro altro Polo ; non tengo altro fcopo che quello, che
mi
agita
il
defiderio degli
,
han-
, ,
t
^'s*hanno "prcfifjh
i
KOS E TT
O.
,
385
della perpe MDCJOCirx
J
(
Maggiori, femore Siamo tutti a queft'obligo aftretti di trafmef Patria tuita della O" ineftnto a Pojieri quel lume di gloria e di li' tere inuiolabile Co" berta, che i noHri Padri ci hanno confegnato gi tanti fecoli altri i che regger gli nofcoi che l'huom non ha pi Diurno ofjitio^
noftrt
.
'venerabili
ma
altrettanto difficile: e, f
il
gouerno
quanto pi far arduo il comandare a gli'Vguali Aia quefia la che noflra gloria c'habbia lefue ^vicende la Maefia , e lobbedienza> reggere ^ ed' effer retti , che alla Dignit fi.imo 'vs^iUilmente capaci di Vita 'ambitiofa deW Imperio s'accoppij la njirtuofa moderatione della
,
Cos la noflra 2{epubli' giogo foamffimo della Legge i Cittadini , come e a aynodo d'iyn Ciclo difpofla, nel quale tutti appunto gli asri tengono per offitio neW'vniucrfale felicita influire,^
prillata
,
c^
//
con appetti diuerfi , cm differenti moti ^godendo alle uolte la piene z^zj' del lume ; bene fpejfo impreDoueremo dunque^ fandolo ad ahi tal' hora [offerendo gli Eccliffi
e
rifplendere
,ma
con^arij ftti
non habbia compartiti accufare la e i pofti Dunque anco nella Patria , doue e-'i offittj medefimi %tci formano ^n fupremo Con figlio, che con annue attende dannQ luogo al merito degli altri, ci conciteremo adinuidiai& a Jdegno
ProuidenzaDiuina perche a
, ,
tutti
Inhorridijco
a penfare
crjc 'vi
delh Giuflita,la feuerita delle Leggi, l'auDunque cifupponiamo rei da miHefJi, torit delConftglio de' Dieci ^"vorremo abolire la Giuflitia, e lo ft effe comane per peccare tmpuni
fa
do
riuolgiamo queiie inuettiue contra i delitti, abborriamo i delinquenti ^placitiamo le colpe , e ^veneriamo all'incontro quel raggio
Deh
fulmina gli federati fior t a agnnnocenti. Lafcio l'antichit fempre ^venerabile, di taleConftglio i fecoli^ da quali la fua autorit fi abilita-, eh' eletto da Noi, che di Noi ficff compofto; ch' il 'vindice delle Leggi, ilprejidio della Liche far a di Noi, e de nofri Figlierta , ti freno'' de fudditi della noftra difefa, crederemo oli^ f, mane and l afilo Sacrofanto l'ojfender impuni s e faremo licentiofamente fprez^^ti chi protegge la ficnrezja del'viuer quiedignit del'e perfone ideile Famiglie St^^e ciuile la fleffa -liberta del Gouerno, e hei folo Configlio de' Diee cou ci che ,\uniindo orauementc i delitti, comprime col Nome alterit i penferi ancora dell'attentarli Noi, infiacchendna CT"
di Diuinitai che
^
Ma
.t
cfpo-
?4
wIDi
DELrHI STORIA>ENjT;A
,
.
"^
:)i\^m
erpnendola allo fpre zio .crediamo diminuirci le -pene e ci proteo-^ hi amo t ingiurie Forf, ed -pre te[io di regolare gli abufi ^ alcuni tendono ad abbaffare il poter del comando fune fio di f (r no che traidijce n f me defirn o alla fua pofteritk le fperanz^ de' premij ^^
^c
i
dignit riguardeuole largamente impartiCce E' \Jcano qiiefli tali da Noi , che non fi fimano degni d/eTer Fi(rlmli di tanta J^pMica^ e chi 'vorrebbe dalle Leggi, e da caftig^hifot\che la Patria^ con
.
trarfe , meditando d'effer reo, pih che afpirando ad effer Giudice come moflro del ^vitio^ fta ripudiato , e recifo. Nella mfra 'Republic a quefta Li "vera ^ugualit non inferire , e noti patire l' n>
giurie.
Lunge
,
tali concetti,
che al
pii^
bole il freno
j
pene,
troppo
quiete
feueri
\d'
giuditij
^cjio
.
il
mfiri fudditi Alcuni Legifatort umifero la mentione d pena a ucrte colpe atrocffime , credendo, che non potef^cro in ben regolato
rona la i^bertay do u gii Ottimati precorrono coli' efem'p u pik freno , chi gode maggiore l autorit Padri, nella Gloriai
.
nort^
habhumo da inuidiare a qualunque degli Stati antichi ,o de' Principati moderni Neil' ampie zza del Dominio habbiamo di che contentare la moderatione de nofiri animi. Nella duratione della Liberta trafcendiamo qualunque 'E^publica , di fi delibera hoggi
.
Ma
a glifiranieri ,occafione alla fama. La F net a Nobilt (tutta ^vn corpo) nella pi augufla,e pih autoreuole delle fue radunanze con 'Veti uniformi decide che fc da Dio conofce ad ^vn parto me,
defimo tpmperio ,e la Libert, ella 'volontariamente allaGiufiita onfacrafeflef]a,e ^uol reggere i Popoli con tanta continenzj^., e foauita che , per impedire le colpe ,fceglie per fuo Foro il pihgraucper legge la pih feuera , per pena la pih pe/antc Aque^e^ afimili voci^elprelle congraukjSc accolcecon fomma attentione^fi citnabiarono talmente ropinioni^ei cuori, cheinolci^ arrof, .
centrano ,
fa
LIBRO SE TTI M
di
O.
^b^
MDCxxnx
Decreto, e due giorni appre/To fegui rdertione dc'iggetti, propofti pel nnouoConiglio de' Dieci, tra' quali con npplaufo il Nani fa aflunto, Se il fatto Tiregiilro ne* Publici Archiuij con memoria honoreuole del di lui
il
voti abbracciato
Nome
ANNO M DC X X
Parigi la
I X.
Attendendo dall'Alpi l'Italia foccorfo, e col foccorfo falute, vis'accoftaua con trentamila huomini Lodoiiico, lafciatain.,
Lodouico
J accoj-a
'
Madre
al
iJ
fimouef-
all'
iffi
Ambafciatore de' Venetiani canato parola da quel d'Inghilterra ^ che non fturberebbe Tlmprefi, anzi poco dopo fi conchiul la Pace , che con la morte del Bocchmgam horamai eflinte le priuate paffioni de' fauoriti, in pochi Capitoli confift, D riftahilire gli antichi trat,
,
colla
;
fi:a
}
Arrytaut
conchikfa
prima
Vacc
U*
coli'
\
In^hiltcrI
tati
rimette/ ti commercio
,
imponer
ten/toni di
ditioni del
rapf refaglie prohibirle per amicnire efeguire le conMatrimonio , amcabilmente accordando/i fc qualche
,
.
difhcuha interuenijfe Ogn'vno de' due R fi rifcrb libert d'a[:iil?re a'^Collegati fenza romper la pace. Gli Efemplari
del trattato fino alle ratificationi
furono depofitati in mano con fi^\ld:i de'Miniftri della Republica, che conia mediationc haueuano foagUArn acquiilato grandiflimo merito, in particolareil Contarini , che -ifciato> pafs fubito all'ordinaria Legatione di Francia. Dunque da_, f'^cfieti af'jre!t.ifi quella diftrattione fciolto il R verfo Italia marchiana , inuiato verfo 17: A
! ,
prmia a Mantoua il Signor di Landel a portarne al Duca l'auniio ^ha, /accendoin tempo^ben'opportunOjchelocombattcLia con occulte pro- r,e precor-' mefie il Gouernatore di Milano, e i'anguftiaua ilNafsau, che, rere as-ni condottoli i nuouo a Mantoua, e richieda didiiararione pre- Jo al Ni. .uen. cifa d'obbedire, refiftere, mentre il Duca fi fcherm.iua con acuit''.n generali concetti, gli proteft l'Armi, e laforza. Al rumore ttfn.z lo-j Guerra d-i ipolcia confeguitando gli effetti , Cefare ordin per compiace- CsUre |re agli Spagnuoh, grandemente della mofsa de' Francefi tur|bati, che il fuo efercito caiafsc in Italia. Per queflo il Duca, eccita Li
,
.
:
'.
anfiolo tii le
mciite_VK:ini,rieipedito
.
Pomar
Bb
coi
j86'
Kocxxix
IJelFhstoria veneta
co'Miniftri FKincd laRcf tiblica a dichiararf5& aiutarlo con vn ^roffo delle uieeenti, accioche, mentre il K sforxaua 1'
il Duca di Ghiui con l'Armata Nauale voleua tentare Alpi, lo sbarco, per ifpmcer'a Cafalc il foccorfo, attrauerfar fi p-
&
tefie,
attaccar'
mano, con
MiJasieie da queft* altra parte, per darli la diuerfione, con vnire le forze AlSenatoconil
.
ftandO) che deirArmata di Mare non corrifpondeua il vigore alla fama, & atfacciandofi molte diticult, che poteuanoall' Alpi incontrarli paruepi cauto configlio attendere, che'lR che %li so afncheilDuca poteflefoftenefi trouaffe nel Piemonte. Ma, znlnifira fettantamila ducati, e per tener re le fuc truppe, gli esbors dmaro. tutto pronto a fecondar l'imprefcdelil, ordin all'Eriz^zo, Generale, che in tali quartieri difponelTe Tefercito, che prettamente vnir fipoteffe, per dar calore al Duca, & alMilanef^^ d:(^.ribue Cos ripartiti no^^^^^^^^^fcr' ombra, quando Toccafione Io ricercaffe diedero alGo/cir^/a*. uemilafanti, e mille Causili verfo il confine, fi^' uernatoretal gelofia, che, perifpinger' a quel latovn groffodi genti, s* indebol nel Campo a fegno, che appenafupplire poteua allacuftodia de pofti, &: alla guardia delle Trincere. Cinque mila huomini di militia pagata il Duca di Mantoua tencuavniti con gran difficult, pe'I continuo biigno, in p affando che fi trouaua di foldi^ onde, per allettarli con qualche vanquelle del Cremonefe condIcI nel taggio, e trattenerli con prede, gli ipinfe nel Cremonc. 'tra Cafal maggiore, Terra ricca, e grande > guardata da otI^. tocento huomini del Paefe , che, atterriti all' accoftarfi de Mantouani,loro lafciaronla in preda, appena faluatifi col Cannone per barca Fu perci pofta af.JCCO,e poi abbandonata .Sabioncda, come akroue s' detto, era poiTeduta da vna Prinkipefsa diCafa Stigliana, che, non credendola ficura dalle^ Sai wHtda' forze de' Confinanti, Thauea confidata al Duca di Parma^,
I
" e ufiodi te
ma*
v^^^dame 'r\ic
ta daVar,
con grofso prcfido lacuftodiua, e con grandiffima cura, come vnDepofito, raccomandato alla fua fede da tutta.
l'Italia.
riGli Spagnuoli l'haucuano in quefta congiuntura genti 1 chiefto pi volte" di permettere a vn corpo ddk loro ingrefso, per trauaeliare il Duca di Mantoua, e i Vicini Ma, non trouata nel Duca prontezza, s'api'Iicarono ali arti
. ,
facendoui entrare
il
Nafsau
amm dso
dal
Marchete
di San-^
Vita-
S7 Gouernatorc, per riueren^a alnomeCefareo, e ne!Virale, loftefso tempo indiifscro il Principe di Bozzolo ^ cheteneua^^ foprn queJ'a Piazza gran ragioni, ad accortarfi , con dargli fperanza, che dal Commifsario Imperiale glifi farebbero aprirel Porte. Ma , penetrato dal Gouernatore il difegno, trono Principe difpofla la difefa in tal modo, che fenz'altro tcntatino fi ritir, & ilNafsau ftim bene d'vrcirne. Fi creduto, che anco Taunifo al Duca di Parma del difegno di Bozzolo proLienifse da gli fteff Spagnuoli , per in-lurlo con lapj'I
IB R O
E T
O.
"^j^fj^//^
difegnodc
5'*
Sp.*^''^''''
prenHoni di tanti pericoli a chiamarli a parte della cuftodia , il Bozzolo, ricore delhi difefa. Ma egli anzi la rinforz, fo a'Venetiani, accioche gli preftafsero mezzi, pertcntarnc fiirtiuamente Tacquifto, ft difsuafoda loro , e per la dificulr, che ne fortifsc l'effetto, e per T inopportunit d'attrahere in quelle parti rumori. II RLodouico, per facilitar-' _, rj tentali d4 j\> r ,1 r Il pafso ae montj, nuouamente tentaua di vincerei 3.n\mo\ udoutco di OxVc. Emanuele , offerendo d'aggiungere a' dodici altri tren- f^^^f^deta mila feudi d'entrata perle pretenfioni del Monferrato, ff.^^'^'^^/^ inuitandolo all'imprefli di Genoua con le lufinghe de' maggio- n>,;,^c-r ri vantaggi. Il Duca per, mifurando il genio del Cardi naie,/'' che daldefideno di vendetta fcorgeua efserfi portato in si horrido tempo verfo l'Italia, cred troppo pericolofo tirare, a_,
&
'
'
&
te conia prefenza del P^ , e delKliniftro, maliffimo afftto . Conidaua nella ftagione del Verno, nella natura de'fiti, nelle forze proprie , neToccorf di Spagna, e ne'mouimenti de gli Vgonotti, onde non dubitaua d'hauer cuore, per prmuoucr la buona, arte , per ifuilupparfi dalla cattiua fortuna. Scaltro fopra qual fi fia altro in venderfi caro al bifogno, iblitq Tempre co'fuoi Amici ad oftentare leneceflit) ma nello ffeffo tempo a fbffenere il decoro , cauaua dal Go- Cfje per uernatore tutto Ci, che s'imagmaua richiedere. Quefficon- attienfi il uenne inuiargli tremila foldati, che fu il '^^ che poreffe^^ , QOfiZaicSy non hauendo voluto al Confine de' Venetiani indebohrcle^-? iforze, ne dmcwr dairingroiiare Prelidij vcrfo il Mare_^ , iper dubbio dell'Armata Nauale, ancorch' cj. non coiiipa[nlse, perche le Miline, che v'erano dciiinate, furono ch^a-
&
Bb
R
?8,9
DELL'H r S T Ta VE N E T
he re'a
.tndebcli
mate adiiigroifar JaTerreftre. Reftaua perci fbtto Cafal^ con foli duemila fanti di n.iilitia pagata, e quattro mila de' Paefani , onde follecitaiia i Principi, obligati ad inuiar perditela del
I Pritcu
pi d'Itrilla
Milanefei lorterzij
in alcuni
,
ma
ne fcufauano
tutti, paren-
'.,
ono folleci
tati
da
Frenelli,:
^t
';
Spagna
comparire dell' Armi Francefi , fuaniffe verfo la Spagna infieme col timore prefente l'antico rifpetto. All'incontro iFrancefi premeuano, che volefTero horamai i Principi Italiani dar mano alla propria falute, vnendofi alla
al
do che
\h Pomefi.
'ce s'tppli'
Corona. iMa il Pontefice, confeguito l'mtento d'opporfi agli Auftriaci, hora che fcorgeua Tlnfegne Francefi al limiloro
te dell'Italia, iiegaua d partirfi dalla neutralit,
&
haueua_^,
i
i
Feneti
iK'iefeerie
dono a fot
!
to ''criuer
per Legato a latere, deftinato al maneggio di Pace il Cardinal Antonio , Nipote fuo I Venetiani , comprendendo, che la venuta del R non a baftanza riparaua al bifogo, per la calata degli Alemanni, e per efler'il Mantouano cinto m modo, che non poteua dalla Francia riceuerfoccorfo, aiTentirono a fottofcriuere la Lega con la Francia, e col Duca di Mantoua, che, douendo durare fei anni, per rimuouere i prefcnri pericoli, e ftabiiire la quiete, obligaua i Confede.
focarrerfi in cafo d'rn:i.ifione reciprocamente, il I{ con Trenti mila fanti, e mille Catialli , ^ye^ublica con dodici mila di quelli^ e mille duccnto di quefi ; // Duca con cinque mila de'
rati^
Di
primi
ueuano
attacco.
Nel procinto
di fottofcriuerla
non mancarono om
coMgra-
tulanzofi
del di lui
\
arritio
tn
\Jteiliaifff',
\
tu
rano
il
XyCt
d xna
bre, perche il viaggio del Signor di Botru, confidente del Cardinale, alla Corte di Spagna, a pretefto di proponere temperamenti perlecofe d'Italia, ma veramente per efpi orare 1' intentioni delfOliuares, e i trattati, che teneua con gli Vgonotti, fofpefe alquanto iVenetiani^ ma preio dileguati i fofpet, ti, efpedirono Girolamo Soranzo, Caualiere, Procuratore, per Ambafciatore Straordinario, che fi rallegraile dell' arriuo del R nell'Italia, reccitaffe a'progreffi, e raflicura/Te della loro vnione cIKante ne gl'iaterefli d quella Corona. Conuenendogli far lungo camino, per effer chiufi quafi tutti i paffi,
Girolamo Cauazza, Secretano, precorfe per via di Gno na, e del mare, bench, in paffand o appreifo A^- naco ,
LIBRO SETTIMO.
foffe
S89
davn
Brigantino di
piazza condotto al Marchefc di Caftagncda 5 Ainbafc latore Cattolico inGcnoua, che vi ( ritrouaua: ma, conofciuto perMiniftro della Republica , ne trouati i difpacci, da lui LodoH lacerati, e gittati nel mare , frelaffato. Giunto ilPcall'Orfo. Villaggio ignobile a piedi dell'Alpi, riempieua l'Italia delibo 2'^^^ nome, e della gloria delle Tue Armi. Il paiTo per in quelL-u^'p^ alcuni ridotparte da'Sauoiardi chiudeual con trebaricate, ti col Forte di Gelafsfpra vn Tafo battcuan la ftrada. Pi oltre , doue s*apre la Valle y che addita a gli ftranieri la pii ampia ftrada, per calar* in Italia, ft Sufa, da buona Cittadella munita, e poco piuauanti, curuandofi quegli a fpridimi monti incolline, giace Auigliana, quali cuftode della vicina pianura , che airiiora era fornita di oLimcrofo prefidio. Li tre mila huomini de gH Spagnuoli fotto Marc* Antonio B-elloni 5 efpofti . Piemontefe, guardauano i luoghi pi auanzati, Non banca il Duca potuto fermare l'Armata Francele , bench tentando inuiafTe al R il Principe Vittorio, che^ come Cognato, gli Carlo in portaife i teftimonij della maggior confidenza, perche Lodo- nano con vffin) lTco tutto al Cardinale rimettendo, e quefti , moftrando in- arretArlo fpugnabiJe coftanza in non ammettere offerta, che non portaffe ficuro pegno di icdc^ delufe ogni tentatiuo, offitio . sforzato Dunque , difciolto il negotio ? s'attaccarono da' Francefi , prC'llpajfo, lente il R, kbaricate con quclFenipito loro, che non ha refiftenia , e le occuparono co' Forti, e ridotti , alloggiando ad vn tratto inSufa, inueftendo la Cittadella. Il Duca, entra w dal colpo grauemente cornmofib, efpeddi nuouo il Figliuolo 's_^ "a. con pi ampi poteri, e con fecrete inftruttioni di conchiude-j
nrila
&
&
&
&
&
ad ogni partito I Francefi non haueano 1 animo affatto li- n Du:, bero dallecupe del Regno, n eeneuano perall'hora altro izo-nfoiutod p, che di mortificare il Duca , e prcferuare Calcile. Onde il appgliar fi a tutti Richelietr , confeguito in parte l'intento, conchiufeinSufacol partiti. Principe, Che alle trup-pe J^eali, -per afjdcir a Cafals, e per lo ritorno y dal Duca f^ero 'viuer y e alloggi i che a fpefe della fi forni s'accorda ^t rancia ma con grani del Piemonte dal Duca medeftmo Ji nunifazja In ol aggio confegnajjc la Cittadella di Sufa f la Pi: il
re
. j
,
Forte
li di
Gelafse
Bb
e! e poi
Qo
y
DELL'HIS TP RIA
VENETA
MDcxxixV f ^oH Cordona volontariamente leuajje l'ajjedi o. il 2{ afjcntma, n Suizjeri a nome di Ce far e -pevun mef guareh Nizja fofie dagli data do-po il qual tempo ft eonfegfiaffe al Duca di Aiantona^nn che non [offe ancora da Ferdinando inueflito S^ afiegnauano alcune fettimane a gli Spagnuoli yper ratificare T accordo ,e non atcettan.
deio, prometteita il
vird^re il
fnj'oni
Duca
,
J^
per in-
Afilane f
coft
^^
dauano quindici mila feudi d'entra* il Doca ogni cofa , e per ratificar* ta nel Monferrato . Approu H trattato con' pegni di maggior confidenza, ii port aSufa, molto contento d prcferiiare per all'hora da vna inondatioin/teme
Trino
n-e
Io Stato, e forf
anco d'impedir' a
>
gli Spagniioli
diCafale
racqoifto, con certa i]:>eran za che tali accidenti foffero per arriuare ben tofto, che non foto glifortiife di ritener Toccupato 5 ma di ricuperare Siift , e promiiouere i fuor vantaggi pi oltre . 11 Cardinale all' incontro godeua d' obligare \\ Corcoi} gedralla fama dell'Armi Francefi, memo di doua a leuarfi al folo nome, Tichtii7u, foccorrendo fenr alcun rifchio,^ impegno la piazza allalica^ alFinjGli pareua ancora d'hauer pofti i ceppi alia vanit, jcoitanza del Duca,epenfaua valerfi quelle forze, e del tempo, per dare agli Vgonotti l'vltimo crollo, prima che^ dz gli Spagnuoij d'altronde potefferoriceuer fomento. In effetto i dut eontrahenti non haueano mirato, che a guadagnar tem{>o con poco penliero d'effettuare le ccvfe promcife^ Ma, non fi penetrando in Italia cosi preito ^\ oggetti rec grande fiipore la voce improuifa dell'accordato di Sufa.^ . nandfiiSt2ii\:{t\o i Venfianf in procinto dinuadere il Milanefe^perRcpubika^ che,intefo eiferfi dal R sforz^ato il paffo de' monti, haueua"^ ^ folleeitatione de' Miniftri Francefi ordinato al lor Ge^*af!Ihu1i MiUneff, nerale, che s'vniffe al Duca di iMantona , per tentare le du uerfioni, e rimprefe, ch^ trouaffero fopra il fatto opporcihne L' Erizzo dunque, abboccatofi in Villa franca col Duca, conofciuto impofLbiIe il penetrare a Cafale a rrauerfodel Milanefe con viaggio di cento ^ e pi miglia tra tante Piazze,
.
&
&
mezzo, deliber, la/ciato il Candalescon convngrofo di genti dalla parte di Crema, per ingelofire di liinuadere fin/Spagnuolf, dVnirfi in Qftiano al Duca, e
con molti Fiumi
di
i
LIBRO SETTIMO.
il
,
.^91 DCXXIX
Cremonefe con otto mila, e cinquecento fanti e mille cin-^'M qiiecentoCaualJi della Kepublica, e con cinque mila cinquecento a piedi^e mille ducento a Caaallo dell^uca. Appun-
to, marchiando l'Efercito, conuennefar'alto, per auuifijche c^iunfero da Milano del Trattatodi Sufa, Si cred, che gli Spa- a gnuoii medelimi gli tacciicro lotto mano peruenire a Pictr ned
5
Wa:^
Antonio Marioni Refidente della Rcpublica, erprcffamente corder d Snfa per diuertire rinoafione da quella parte, che, per le poch<i_-; forze., con le quali fi trouauano , riufciua loro fommament^- e dello fi f molcfta. Ma del trattato reftauano i Venetiani all'ellremo fi mal fa icontenti, non tanto, perche il Signor d'Au, per indurli al- tisfiitio^ le mofc, gli feaueua accurati in contrario, quanto perche non pareoa preferuato Cafale che per breui momenti^ oude preuedeuano, che ritirato il R, e diminuito l'Efercito, farebbero dagliSpagnuoli ripigliati itentatiui, eprolungandofi pi torto, che curandofi'l male,fidaua tempo a gli Alemanni di calar' in Italia Carlo poi fi lagnaua jch-e fotto il ca- aicodole Jore d'Armata cosi poderofa , in vece degli fperati foccorfi, dofi li Y}u_,_.^^ rileualfe le pi grani perdite, mentre fi daua Trino, ampia cadiMm '""" tona. parte del Monferrato a Sauoia. I Francefi alkgauano a mee
&
afcufa lanecefiit di non_. foccorfo, intendendo a tali eftremit elFer laPiaz.z.a ridotta, che nonpotefle l'Armata giungere a tempo, fe_-: con la (pada hauefie conuenuto guadagnare il camino. In effetto il Gonziales s'allarg daU'affedio^fubito intefo il tratta- maraiu. to , e con le truppe foprauanzate prima a Frafiinetto, pai -fi grandoft'i ritir in Aleflandria,in apparenza fremendo, che dal Ducal^''^'^'"^;^" di Sauoia gli foffe di mano tolta certiflima preda , ma nel cuo- fur ufJ. re efultando, che, f il capitolato diSufa l'akauaCafe, pr.e-|''*^^. ^-^^ feruaua anche il Milaueie, efpofio all'hora per debolezia ^^.^:^^'^^'^^' forze, f foffe inuafo, a certiffimo eccidio. Cafale fu kibto' dl'^q^!t prouednto con quindicimila facchi di grano, introdotti da* Z^^" Francefi, e con altri forniti dal Duca diMantoua, al quale i f^7/ Venetiani diedero a quell'effetto trentamila Ducati, oltre ad /rfFr.M altra fomma, per tenere con qualche paga le fue militie con- ^.^"^^^^ tente . Nella piazza entr pure buon numero di Francefi fot,-j/^J to il Signor di Th oi-r as, Marefcial di Campo, pafiando pe'l Une.
rito la preferuatione di Calale,
&
ritardare
il
'^*'
^''1"^,^
Bb 4
Pie-
;w Dc:xxix
DELUHISTORIA VENETA
fortiti.
11
Spagnuoli
i
pungeua eftremamente
il
Gonza-
Francef giunti appunto , donde con tanto rumore di configli, e d'armi haueuano gli Spagmioli ftiidiato d* allontanarli, e tanto pi la di lui gelofia s'accrefceua quan, con gelosa to che penetraua andar' a Mantoua il Padre Giufeppe, Capdel Cordopuccino, conftdentiflmo del Kichelieu, a proponere tra moltanto pi ti inuolucri al 'uca,che,pcr rifparmiare le cure, e i franagli, eh Fiche^^^^^^^ ^^ Monf-er-ato alla Corona, che gli darebbe qualche^ Itcu offer /c.-D<?m/^|fouranita in concambio da uncino a gli Stati-, che pofTedeua
'''^,^.^'''^^^|nel
"^'^''*
jtuiti
Regno. Conobbe Carlo da quefti offitij effcre diradografoccorfi de Prmcipi grandi 5 e comprendendo a qual fiFrancefi cred buon configho, f riufcir gli pone miraffero
i i
affentire all'accordo di Sufa, ?;^w^l'vgualmentedairhoftiit dellVna, e dall'afliftenze dell'altra^, y^Kjra/ia-jCovona , Rigettati pctci dcftramente i progetti delCappuc-
Jljjff
jteffe
sbrigarli
ficcor^f^
il Marchefc Sttiggio a ringratiare il R de' focinfiemc con ampi poteri, per efeguire il trattato Ma, eadefetJcorf^ ^^^^J^'^^l ancorch in Ruzzolino, Terra pro/Tima a Sufa, conueniffero
cino,
iiTui
&
^f/^V^^^^fopra e io Deputati, e che i Mantouani ofFeriiTero a'Sauoiardi '^asauoa'h fcelta delle Terre in quattro cla/Ii diuiie, tuttauia Carlo E!
io[s7Han-
fctaiO'- Fie-
rtdo
i
rap.
nianuel,che ad ogni cofapenfaua, fuorch ad olTeruare l'accordo, prima con varie fcu f, poicol foprauenire di nuoui accidenti delufe il negotio. Giunto a Sufa l'Ambafciatore Soranzo, e trouato l'accordo conchiufo, lnon pot diuertire i pregiuditij, che f n'apprendeuano dalla Republica, procur
frefema a
Lcdouico
f{sY
'
prc
m.itura la
di Ini par-
almeno, che lefecutione fi cautelaft-^ difterendofi la partenza del R,edeirArmata, finch'C giungeiTro le ratificationi di Spagna Al R , & al C ardinale confideraua In fole -parole in pr.
tema
'
d'
.,
JtAua
quciL' Armi inmtte yjauer efl afenfo. Il grido , precurfore della Gloria di cos generofo Monarca, haucr da C a fa le rifpinto ii Couernatorc di Milano. Mafcmne ceffi ta , quafi da pre ojjeruarft breui gli accordi, dettati dal
mnu-
, ,
LIBRO STTIMO.
le nmfjime ne' Configli di Spagna , aficntirez^li , dell'armi che il f enfer Ma, f nell'inno da It affronto irritato fi lafci conofce il cuor ambii io fi , neW altro punto dai roffore t animo altiefi ro; in ambiduc dalla difficolta incitato il prurito dell'' ambitione, e dell' imperio, falfa ficurczja illudere l'animo di 'K cos nande
Unta
moderate
fchernir
,
pianta che foHegno, e pcfofopra [e fteffa fufftfie na all' offe f de' tempi all'ingiurie degli huomini
. ,
y
, sfrondata e lacera f prim^ fi ^encraua^poco appreffo fprez^rfi :B^fuonare dall' Alpi il nome felice della Corona Fr ance f in Italia; ma, appena
.
comparfa fparifce
il prefitdio
;
gli
Amici ben
,
nanamente
,
rifurti, ripigliar l'ardimento perche apparifcono^ e cadono in ^n'inflanfulmini tc^ llpa(fo,che fii crede aperto dell' Alpi , da g' Inimici poter in mol-
nemici^
da breue fpauento
Non
temer ft
modi [errarfi Auigliana fi ar fiotto gli occhi. Turino poco dificoflo ; per andar aCafale il P tra mez7:o Piazj^^^ impedimenti infiniti. Non mancar a' Sauoiardi^n a gli Spagnuoli mezji e prete i quando hahhiano tempo di meditarli adempierli Conuenifi
ti
i
,
non fi rallentafie la mano , ma della 2{egia prefenza i/alerfi , che e della confiernation de' Nemici, Douerfichiederpe'lDucadi
re
Man
grandififitmo ti^mbo
rigori.^ e
da quella parte prncipalme...^ ,*,... w^.. e.., Altrimenti, come poter l'Italia fihermirf da' dalle ^mdette degli AuHriaci, f, allontanando l 2{c
foni
,
.
fi'
abbandonati gli Amici fi creder che lofiplendore augufio del Nome Francefe non che ^nriuerbero , che fopra fi.a, l'Horizpnte d'Italia apparifca all'hora appunta ,che il Sole tramonta ? 'J'"'"'^o''^ iRicordaua poi molti CongrelTi a tutti i Miniftri, in^cLL H
infiacchite le forz^,
,
&
iparticolare al Richeheu, l'obligo della Lega , cosi di receii- "^'^^^^-^-i te contratta, la Republica, il Duca di Mantoua, col riti- ^'',,^;'-'^radi dell'Armi Francefi, reftando tagliati fuori, e cmti da^./?rir.vv maggiori pencoli, e da pi idegnati Nemici. Rimoftraua;^^'^^''-^-j nuouo ailedio, a alale imminente, olTeruandolo i\ Cordoua> j;''-'
&
:._
con
394MDcxx.x
deli;histokia veneta
&
altrettanto gelofo
:
dopo introdotte
ponderi-
Franccfi a prefidio. Additaua tener'egli le truppe ne ingrcffarle follecitamente. Confideraua^J pofti air intorno 5
&
rali dogli
molli
difficile^
che
la
potenza di Spagna,
tollerare al prefente il roilore d'hauer ceduto alla fola voce^! deirarmi. Rifletreua a' Icntmien ti di Cefare, alle protefte del Nafl'au, alla vicinanza dell'Armate Alemanne Diceua in fine non v'eflei'C iperanza? che in Spagna fi ranficaire l'accordo , s'efeguiffe in Italia, che fotto il calore d quella forza mede{ma,con la quale era flato conchiufo Ma, premendo al V Re.pi rkoVdurft^^ di debellare gli Vgonotti, concento dell'operato in Italia, Ih Lrr7gNa\ rpaff^ite l'Alpi, in Linguadoca fi riconduffe. Refi: in Piemondoc./,Ttpaf^^ in lui riledendo l'autoriil Riihelieu con valide truppe, [and Ic^ t, e la forza, tanto farebbe flato bafteuole, reilfau")re, calamita troppo efficace , non V haueffe poco apprefc> rapito, e feco tirate quafi tutte l'armi, lafciando a SufailChrichconfimila feguitandoo poco Fanti, e cinquecento Caualli, per cuftodia dc'pafli, e quafial j^^^^-^^^'^^'irafcolta di ci, che in Italia fguiiTe. La partenza del Cardinale fi veramente iggerita, e dalla geloiia foiita de' fauoriti , fem
gurdi.
.
&
pre imperienti di flar lontani dall'occhio, e dalla confidenza del PrincijTe , e dal defiderio di terminare preflo la guerra di Regli fimoli delfan or e ligione conia fuaprefenza, fnzaeompartirne ad altri la Gloria* Hauea'no gli Vgonocti in vn loroconucntoftabilitodinon farPacc, chc vnitamente col R d'Inghilterra^ ma daquefto fcepertmporfmai, parataiientc c:onchiu(o (come li d\{{Q) l'accordo, reftarono la Guerra '^t abbattuu d' ammo , e derelitti di forze Cari colli Lodouico im(intra fgomtt. mediate coli' Armi, aflcdiando Priuas, e fopragiunto il Cardi inale, con le lolite Arti guadagn alcuni Cittadini, vno de' afscdian^duQ Comandanti L'altro, nel maneggiare laref, fu trattenuto Pr/?/^f.to prigione, e ijieirencrarui guarnigione del R, il Prefidio tajgliato, iocendiara la Piazza fotto vari], e cafuali pretefti inced^jc'Dd. ci fpauenrati gli altri Vgonotti, e dal guado di tutto il Pae'^^y^^^-Jfe, altrettanto ne' propri; danai con&ii ( ritrouauano, quanto poco prima dimolirauanfi ne'pubHcimalioffcinati. Ma nel guaTajTf
j
unto da-
&
&
'
dagnare appunto
mcnie
confifleua la maggiore vittoria j & la Moglie xii lui, ch'in Venetia h ritrouaua , fecretafaceua fa i^er' si Scii aro, cffer te mpoagg iuilato , perifla
il
Duca
di
Rohan
bilire
bilire nel
fB R O
la
SETTIMO.
395
concordia ciiiile^ ondC; impicgandofiglif^^^^^^^ Amhafciaton della Republica, abbracciata dal Cardinale Top- dofi/aRe^ portunit^troLicbeilDuca, abbandonato dagl'Inglcfi, ^^ ([pugnare con vn popolo fopra le braccia altrettanto pronto neirauuer- la volont facile nella felicit a feguitarlo di Kohatf, it ad alienarfi , qiiant'era flato che abban npriua facilmente Torecchie a'pnrtiti : perche al trattato con ^^^^^^ ^^ per vna ri t irata, ^//iJ^/,^, gli Spagnuoli hniicua lafciato indurfi, come che gli rendefle pi facile, e decorofa la deditione. Stretto |p/r.^^^;/o/<r dunque col Rohan il negotio, egliconuocraflemblea, nel-j^'j'/^"/"'' Ih a fogget- p^rfuade il collo la qiiale perfiiafe gli Vgonotti a porger prefcriuere, gli f-^goyiot tarfi alle conditioni di pace, che paruealRc di ti aWvbii con abolitione delle cofe paTate, hberrdi confcicnza, go- dienx.a. dimento de' beni, rcftitutione della Cattolica Religione in_, prefssene
Rccnc
&
luogo come parimicnte delle rendite a gli Ecclefaftici , ntdalK** quali per cos lungo tem!e demolitione delle Piaz2Le> con le po l'herefia, e la nbellione s^haucuano refe temute. Al R la Citt di Nimcs, & ogn\altro luogo rpalanc^prontamen-,;/^^;^p7J^^ te le Porte. Montalbano fi l'vltimo a riceuerl accordo, &!2c/j'o;mper epilogare in f folo la gloria,^ .^^^^^ il Cardinale volle andarui, la i^j^^J^'^f^"/. di dom.are quella Fortidima Piazza, altre volte famofa per riunita in pochi mefi la lun bamjegh ref^ftenza, e d' hauer'inlem.e " ne " R<oa diuifione del Regno, enei tempo medefimooftcntata al- chelieuritalia la grandezza, e la fchcit della Corona Franccfe. Tutlauia in quella Prouincia, con T alTenza del R rallentata la Celare con forza, fi daua luogo a muouimenti maggiori perche il Duca chwde col di Sauoia non fi ilaccaua da gli Spagnuoli, e quelli, per ri- Datio per applicare Icuarfi dall'affronto, e dall' indecoro, affrettauano le imlcLiW Italia |de gli Alemanni. Cefare, per meglio Iccondare i loro ik-^ \la Pane . gni, conchiufe in Lubeca con Danimarca la pace aconditioii> affai meno fuanraggiore pe*l R di quello la congiuntura de' tempi portaua perche, promettendo egli di non inger^rfi ptiblicannelle cole dell'Imperio, e di renuntiare a' Vefcouati, gli firc- do cantra i ilituirono gli Srati prefi , e ^i laici godere od vno de' Figlila-. Froceftan. ri'l DecreChiefa di Breiiien Con quell'accordo , Ferdinando preia magc per liz^ cior confidenza, pi'blic m Alcmai^na rEciiitoper lareihtii- rejrtufno^ Ben none de' beni Ectclaftici, dopo la Pace di PoiTa, vfurpcJt' ,edc,^ vcnfillenano in due Arciucfco uati, do ucbief^ da' Proteftanti , che
logni
<^;
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.
le
con dillo
C;1C
;;
I'
!
opu~ che il Sallon^ tutto il fuo partito f ne doleua altamente, enegaiia^ 'dliTisr^^ don e ti Saf '"^''* che a Cefare folofenza la Dieta, e l'affenfo de gli Stati deirimperio tale autorit il douelTe. iMa lufingato con accorta prmefla, chela reftitiitionenon farebbe follecitata, che per via giudiciaria, e ciuile, knt poco apprefl deputarfi, per efefVAsma guirla, i Generali dell' Armi, i quali, confondendo il dubbio col certOj riempierono d' alterazione r Imperio, & i Principi Idi danni, e querele. Appariuala machina grande, perche l^-j> [pezze migliori e le Chiefe , e haueuano annefl i Principati fi farebbero aggregate a' Figliuoli^ e allaCafaj il refto, per j-^^.'^J^j', ^^ riforma della Religione, douea darfi a' Gefui^/^Sr/JP/^^^^"*^^'^^^ ti da Cefare con immenfe ricchezze, efaltati^ e creduti autori dello fteifo decreto, che, per la condicione de' tempi, an'co a' pi zelanti inopportuno pareua Qui non fermandofi i difegni , efpedi^ fotto il Generale Arnheim in Pr uffia vn' Efercito a fauor de' Polacchi, non tanto per grata retributione.-^ oi>prcf^
lenti,
MDCXXIX
di Badie, e Manafterij
heretici,
,.
**
,,
j
!
de'foccorfi, ne'pi prefsanti bifogni ottenuti dal R SigifII r1' J mondo, quanto per trattenere il R di Suetia in quelle parti implicato. Fu per dal configlio differente l'effetto, pe,rc;he ^mtA i Polacchi, per natura diffidando de gli itranieri,. in particolare auuerfi a'Tedefchi, fubito che fotte il calore diqueli' affift-enza cominciarono a refpirare con qualche profperita < aflrinfero il loro R a ftabilire per ki anni le tregue . Onde ,<^^^'^^^^!Guftauo cominci a riuolger con animo vafto grandi penfiea m<Khi IJ'"" ri, e prouocaro, cupido di preuenire Toffefe temute, dietiare conIf^^^^^^^l^^
&
'
\traClm^e
'rio
\
de orecchie a molti inuiti, che per nome de' Principi mal contenti, emuli de gli Auf^riaci gh perueniuano^ anzi , per tramare qualche intelligenza,. vnione, Qptd fecretamente a diuerfi Principi Vomar, Conte di Faremsbach.
&
&
in Francia egli trou per all'hora aTiioi progetti di muouere l'armi contra Ferdinando pi attcntione, che rilieffo, mentre le recenti guerre nella Polonia con relicit di progre/Ii haueuano arrecato pi torto gri-
m Olanda,
in Inghilterra,
&
Mz
do
al
di
prode, e
di
LI B R O
I
SETTIMO.
putnz;! troppo debole per cimcntarfi con la fortuna , <e 'potcnz.a horamai adulta , e ben radicata de gli Auftriaci . Nondincno il ivichelicu, che niente rprez^zana di proHtceuole,e grande, deliber d'inuiare occultamente Muiiftri a meglio (quadraIre
il
191 con la
iCH procfi
randa di
fcandagliarne P\
cenio,
.
&
il
potere del
R^
,
indinatio
ni
penetrato in Italia per incognite ftragiunto a Mantona nel procinto del calar de gli Alemanni , Ide 5 e indArno loiTeru il giuito timore del Duca , e gli offer diuerfione neirAlecon A'Iah^ mac^na , quando con pronto danaro delle impulfo , e modo alla_, tona, negft difpufitione del fuoR, pi ricco di coraggio, e di ferro 5 che tAndofi idi forze, e-d' oro. In fine, fcoperto il Duca in iftato \ ri<^^-|f7^'^^' nere, pi che (K\ porger' aiuti, pafs a Venena con lettere Crc-i ^5^^"! ' efc. dcntiali; ma nicnt'atro richiefe, che'l comodo dVna Galea per andar' in Dalmatia^illuo viaggio tendendo a Buda, ^^^^^^^^Tl* ^ '\n Tranfiluania al Kagotzi , fucceduto al Gabordefontoperifl:a-|^^7/; bilir'anucitia, e concertare anco da quella parte fenfibile, epid'jt'^ G^ogn' altra importante, contra Ferdinando le moffe. Tale fu iV^^/^f^'' principio , negletto da alcuni , e da altri derifo , del turbine, che sVdi ben prelto nel pi bel fereno fouuertir l'Alemagna. L^^ cure di Ferdiriando, fi diuideuano verfo T Italia, e l'Olanda , fortaftad per rcftituirc a gli Spagnuoli l'oro profufo, i lccorfi fpediti , eccitare il vantaggi con tanti s^yz procuratigli nell'occorrenze del- Tranfilhif.no conTencuano gli Stati delle Frouincie vnite con forte tra Ceffi, l' imperio . Efercito di ventiquattro mila huomini a piedi, e cinque mila a re. caualloafTediataBoIduch, Piazza, che col fuo Territorio forma parte principale del Brabante ; e che , tentata altre volte , ma dal fito paludofo difefa. hauea delufa latte, e la forza. Hora l'Oranges, dilpofte le trincere con largo giro, e conmaraiiigliofilanoni, la ierraua cosi fortemente, che efcludendo qual fi voglia (ringAfi foccorfo , e doue lo permetteua il terreno , auanzando gli approc- ^j\fS, ci,lalciaua inutile ogn altro tentatiuo agli Spagnuoli, morene, ^,^ della diuerfione. A quefta pure s'applicarono tardi, nata competenza tra' Comandanti 5 perche, conferita dal R la patente di Generale Supremo al Conte Henrico di Bergh, natio delle Prouincie di Fiandra, gli fbanicri in particolare gliSpa,'l'Imiierio
Il
'
Feremsbach
&
&
i?,nuoli5 foliri a
comandare, gli negauano l'obbedienza Lt-^ hne, aggi uilata la comnercnza, deliberarono di portare perj
3
Spa\pwolt per
.^//
I
98
DELL'HISTORIA VENETA
&
Tarmi in Olanda, per obligare non folo a leuarfi T Oranges, ma dare a gli Stati tal colpo, che, pofto in diforla Frifia
in confufione il Paefe, ritifcire potefl di fucitar^ dine, tumulti, e riportare ancora qualche conquifta importante idi far di' Dunque fopra il Rheno a Vefel, dcftinata per piazza d'armi, tterfione. giunfe il Bergh con trenta mila fanti fettanta Compagnie.^ di Caualli, e quaranta Cannoni, e dopo fparfe gelofie in luo\<e-ccawpan \thfi aVc~ ghi diuerfi, e finti pi attacchi, traghett improuifament^.^ \fd. quel Fiume, e forprefe vn pafo dell' Ifel, ftimato la pi forte trincea da quella parte,portandofi nella Velauia, donde con poco contrailo fino ad Amfterdam gli s'apriua la llrada. Nel tempo medefimo , in conformit de'concerti , ftabiliti in Vienna, il Conte Montecuccoli con dieci mila huomini di Cefare fopr'arriu, redando con altri otto mila il Conte Giooanni con YnfcT di Nallau, non molto lontano, efprefsamenteinuiato, accioZi fpedai che coir applaufo della famiglia, e del nome diuidelfe i Poti tC e fare, poli, e confondefTe il partito d'Oranges. Al Bergh fi rend s' ino/ ir A \ho con f. Amnfurt dopo leggiero contrafto. Hem cadde al Monte^paia!^^^ cuccoli in mano, riempiendo particol:irmente i Croati col iwpreje terrore della fame, e della Fortuna, e con le fcorrerie fin alle muraglie d'Vtrecht ogni codi di fpauento, e x ftrage S' applic poi da gli Spagnuoli air affedio di Hattem , poto fito^ che, oltre al tagliar fuori alcune Prouincic, e luoghi importanti, mirabilmente feruiua per ifuernar F Efercito nella Velauia, eh' e il cuor del Paei. Non era il luogo troppo forte, ne gagliardo a baftanza il Prefidio, tuttauia refift qualche giorno. Si credeua in Olanda, che a tante perdite non vi folle, cheneirOranges falute, ond'erafollecitatodai Configlio degli Stati ad abbandonare Bolduch, a foccorla Patria ne^ pericoli e/lremi rere Egli, t^n^ndo^ come L' Orar crederono poi gli Spagnuoli, col Bergh fecreti concerti , ges fmza volendo coglierai! frutto, e la gloria di Bolduch, horamairiIj'ctgltere da Boi jdotto a gh eftremi,, inui il Conte Erneilo Cafim ir con qualdach che truppa, e con ordine, che, animatele raccolte le Milifpedifce itie del Paei, tratteneile^ e nel modo migliore s*opponeile Uvht>a
Frifia.
rifoluono
\
'
..
&
'
i
.
Inimico
if^er
|le
qualche giorno a'nemici. Ilcafoporta gli affari di quelProu incie prefcntaneo^e pi fic uro riparo. Il Goue rnatore d"
'
LIB RO SETTI
,
M^ 0^_
99^
mo^xxx re d'Emerich, Olandcfe, fapendo che in Y^k fi trouaaa in-^ deboliro il prefidio, e che nella muraglia, per alz.arVn Bachiufa folamente con palificata, che per ftione, ftaua vna Torre per di qua la forprefe con fomma felicit, faiiorito da alcu-^'/v?7. ^ ni habitanti 5 per caufii di Religione alieni/Timi dagli Spagnuo-j il Montecuccoli li. A quefto colpo impenilito il Bergh, /^r^,>^ v' , grauemcnte fi-orditi, vedendofi da gli Olandefi tagliata p, arie dJt
1
1
&
idi.,.,
palio , per non perder gli ^'^^ '^J^'-' Eferciti, e rePcar fepolti ne' fanghi, e ne' Canali d quel baffo. "^'^/^^V^^^
ftrada alla ritirata,
viueri
il
i
&a
Pael, /limarono meglio, abbandonato Amerfurt, e raffedioV/Vo^w^ di Hattem, ridurfi con celerit in faluo nelle loro Prouincie. cadmoin Solo il Naffau reft in quelle parti, per vedere ci, che l'oc- Vou/ch[ cafione portale Ma , refofi in quello mentre Bolduch all'Oranges, fu egli pure coriftretto d'allontanarfi. Li Spagnuoli per Tapplicationi, tutte intente all'Italia, doue fperauano
.
grandi profitti, non rifentiuano le perdite altroue, anzi, in '^^/^"'^f vece di vendicarfi, offerirono alle Prouincie vnite di nuouo f//[sp^* le tregue, le qual da alcuni, ftanchi horamai della guerra yg^r^oitJu] intefe con applaufo, in fine dalla parte maggiore fi ^^^^^^^'^'^gf/^aZ no, dopo lunghe conteftationi, a perfuafionede'Miniftri Y^- iIr^^^J'J neri, e de'Francefi, che ve li rimoffero con gran premura ^'ca.edxH^ ^'''*"*^' per dubbio, che faldata quella gran dillrattione andaffe tutta la piena dell'Armi a traboccare fopra l'Italia. E ne teneuaino ben giuda cagione j perche, non oflante gl'impieghi akro|cii
vedeuano accollarfi a'fuoi confini vn forbiti/limo Efrcito Fcrdmando. Egh fece precorrere lettere a Cantoni d'HcljUetia, nelle quali chiedeua il tranfito all'armi \\\q pel loroPae
lue,
jl,
che a decoro, e ficurez,za delle fue Inlgne gli 'foffe permeffo con proprij foldati di cuitodire i paffi- Con ta-* Ile inftanza mirauano pi i Cefarei ad addormentar' i Grifoni ^^ clllZ7cn\ je ilorCollegati,per coglierli fproueduti, che ad ottenere quan nratage"\ to dimandauano da' ..antoni: n riufci fallace l' oggetto j per- rn.^dj^''} -^^''^^'^'^'^*! Iche, mentre con le folite lentezze fi radunauanogliSuizzen in uetia jBada, e che a quella parte con grande agitatione {\ riuoltaua nel pinta jno gli animi di tutti, e ^\ offitij de' Principi intereffati, rumi- li e 'so cht cenfultafl jnandofi nella Dieta le forme X negar'il paffo, mezzi dop- d'inti^edir*
in oltre
,
,
\
&
&
Meminghen
in
Sueuia, indi
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con
MDcxxFx
fi
Non
il
in luogo della diTefa;, preuamore^corfcrovguale fortuna nell'emir'/jXp' 1 m p eri fili pito ftelTo Maianfcit, e Coir, doue )\ Signor di Memin, Am-' a RhetiA che vi fi ntroiaua, fu arreftato, e cullodibafciator Francefe, coli arreIl Conte Giouanni Mcrode conduceua quella pardel Mi to prigione fjo
^_^ tm^aaen-
PaeiC)
endo
il
ci
di gente,
comedi
van^ujardra
cinquecento Cauali. A queft' opprefTione della.^ Rhetia trem veramente l' Italia, vedendofi imm inenti pi gra il Refidente Cefareo u pericoli . L' Ambafciacor di Spagna , per ftringerli con maggiori fofpctti, per tentarli in congiunni agi' itura di loro graue apprenfione, participarono a' Venetiani la mar^io^Tll^-k^ia di quelle militie, come folamente diretta, per foftenere_> tati^por-^in Italia le ragioni dell'Imperio, alle quali il R Cattolico anaer inatto qq^z tauto congiunto di fangue, e d'interelTe con Ferdinan^ll'In^predo, non potea negar Tafliftenza. Inuitauano perci la Repuadherire il loro partito acclablica a fecondare il difegno, mato dairoccafione, e dal Cielo, perch'ella ancora nella loro Amicitia ritrouerebbe quiete, e vantaggi. Il Senato, folito appunto ne'rifchi pi grani a dimoib-art pi ri/bluto, e coftanfanti, e mille
i
&
-^
&
te
con brcui, e grani parole corrifpofto all'offitio, alla propria difefa, facendo leuate, e con danari,
,
s'applicaua
viucri,
&
ogn' altro apparato, munendo le Citt principali, e le piazze. diuulgaua douer nel Friuli cadere le armi^ nondimeno ogn f^mhe i\.y^^Q credeua, che Mantoua foffe la prima colpita. Per clfer MmoiL'^^^^^0 Stato, coi'ie Penifola, interfcato dentro quello della_. ;RepubhcaIe premeua, icome proprio, il pericolo. Perci , jdopo hauer' efpedito Mr^rc' Antonio Buiinello, Secretano, per rifieder'in Mantoua, inui al Duca danari ingranfommc, munitioni, e Cannoni con guadatoti, e ingegnieri, accochc la_^ prouedeffe di grani, econfortiftcationiapremunirfe. In FrandeiibcYMdc?,triro-\S\
I
j
con grand' ardore inhfteua per diueriioni, eioccorfi. Mail R, fc bene per l'oppreflione dc'GnloRi, e perTarrertodclfuo
ifoffe ri! or
\Rc':t.Q,
-^.^
Ambafciatore fi dimofirafie accec di grauiilimo fdegno , ad ogni mod o, in ve ce i nccndtif. a^ Suia, ii ixltui a Parigi ,
fegui-
LIBRO SETTIMOfcgnitandolo
il
401
Richelieu con la Corte. Qucrto viaggio, che'"^^^^^'^ affliffe l'Italia, e colpi i Venctiani di grane difgufto, non tanto hcbbe impul/b dall'apprenfione del R, che vedeua molta no inferma, quanto dall^> bilta nel Tuo campo cader morta, che contra ilRichclieu l ttamauano dalle Reine in ter le mAmachine, chine,or<ii Parigi, e dalla ritirata del Duca d'Orleans per difgufto, che tecm.YnL^ _ jla Reina Madre, dubbioia, che rapiffe la Principefla sianz'RtcheUeiu per ifpofarla, faceuala nel Bofco di Vincenna quali cuftodi- e p^r aC"
&
re prigioniera.
tw j
Il
R veramente l'haiiea
il
quietare
^ d\fgufli
flirta
riponer'inliber-
ma con ordine al Fratello di ieco non accafari fenza hldefmd. Cardinale, creduto l'au-^^* volont della Madre j onde contra
concit vgualmentc l'odio, e della Reina, e del Duca, L'vna perci s'applicaua a tramargli l'eccidio, mentre l'altro , ritirato in Lorena , e ben'accolto dal Duca, auidilIJmo d'inuolgere in combuftione ciuile la Francia, public il qa^lpff vn manifefto, nel quale, ruppreffc le caufe delle fiamme amo- bltca vn ^^^^ rofe, eu:iporarono quelle dell'odio contra il Cardinale, phA'Mamfe^ citando la forma del prefenre gouerno . Reftaua dunque^/ c'entra n fopra i Venetiani il pefo della Guerra d'Italia, e la Francia j^^''^*^^^ gli conl'ortaua a ioltenerlo intrepidamente con promelfe delle maggiori afiren/:e, quando foffero in u il nel loro Dominio, parendo che il Mantouano, doue penetrare non poteuano l'Armi della Corona, docefl per ogni ragione reftar' a cura della Republica. S'efpedi tuctauia dal R il Signor di IndArna Ilaziier al Chrich con ordini, che preirafse Sauoia alFefse- Hr ignefi Sattoiad'At cutionc dell'accordo j indi , pafsando a Mantoua , confortafse Re ad efS' quel Ducajefollecitaise i Venetiani ad occupare ipafil della gure il
tote ditale ripiego,
li
per attrauerfare a gli Alemanni la ftrada; ma s' Trattalo, opponeuano troppo ardue dilHcult, tenendo horamai iCefarei in loro potere laRhetia, e per altre vie potendo difcen-' dcr nel Milanefe; onde conobbero Francefi efsere necefsario cambiare \(c2^UQyj e con pi validi mezz^i refifter'a' preconfittagiuditij, che s'apprendeuano da c[uel]a parte. Per quefto tetafiin?,t, nutofiin Parigi vn Configlio coiriiKeruento dell' Ambafciator rig -vnA SoranzOjaf sentendo la Republica Ai concorrerui per la terza Lent y a fpe^ecom;i parte, fu ftabilito, che vnitamente fi leuafsero quattro mila Suiz- m r.eli' zeri, co' quali aggregandoli quattro mila fantine ci iquecento Htiiitia^
Valtellina,
i ,
'
Ce
Ci^uai
40%
MDCXXX Caiialli
"DELUHISTORIA ve NEtA
Franceiiy fi tentcirc lariciiperationedc'padi per forza.(3pportuno^Configio per impedire a gli Spagiuioliin aiiuenire foccorfi^ e per tenerci Cefarei diilrattii tra que' monti impegnati, fc al calore delia dehberaeione foffe con celerit vguafe confeguitato refFetto. Ma^ mentre che fi de (lina al Coma tra mando di quelle genti 5 alladirettiondeHimprefailMarcicial di Bairompiere jC cbe quefti , fcorgendo il Cardinale verfo di lui male afftto, teme nel feruor deiropera non rabbandoni,elo perda; e intanto che vi - fofiicuifceilCourey che ina;uuenirefi ^r'^^^'^^-'chia'mer ilMiirefcial d'Etr, e che gli Stiizizeri^ei Grifonijme'^"^'imori delle co f gi nella Valcelliria fuccedute^ io ricufno cort "^^y^ 'apertiflimt offitij, ropportunit, e la Cagione fuanif onde quando il Bailompierej accettato finahnente Fincarico^ li porto tra' Cantoni, altro non oper che leuarVn Corpo di quella natione, per rinforzo dell efercito Regto,che ritornaua in Italia, fcufando ilRrchelieu col Sofanzo la mutation de' Confi gh col cambiamento de' tempi perche la pefte affiiggeua la P^hetia, {e neui chiudeuanoi paft j e fopra tutto gliSuizzeri con vari) riguardi riculauano di portar Trmi con fcopertehoftilit conCarfpJf er rinfegne di Ferdinando. Carlo Emanuel, c'haueua inftiVfftnttf-le gato r Imperatore a fpingere le fue armi in Itaha, e con mahi e de Ste 'Trran gHfiche offerte gli s'era eshibito per Capitan Generale ^ folleicitaua i Franceil, a rendergli la piazza ^\ Sufa^ aff rendo, che cefi. \t^lZ' ^^" la ritirata del Cordoua, col grano introdotto inCaftle^e ^e a Ceja colpafbpermeffb alle loro militie^ per prehdiarlo, haaeuadal fuo canto adempito l'accordo . Ma, nello {t&^io tempo fortificando Auiglianaje con gli Auftriaci firingcndo fempre pi confidenza, daua palefi argomenti d'animo irreconciliato, &hoi
&
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,.
Richelieti fece dirgli, che dalla Corona fi terrebbe il pafTo dell'Alpi fin tanto, che da Cefare quei della Rhetia foffero reftituiti a' Grifoni. Ferdinando all'incontro, redinftile;
onde
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jtegrata
I
la
//"^^^['
tor
Memin, non
ne
al
Duca
di
rinoeftitura, ancorch in ordine all'accor(do di Sufa, il R Lodouico col mezzo del Signor di Sabran.. ^'^^^Jl^m^-xxitmtmt la ricercal; anzi ogni cofa negaua fin tanto ^ U/AWnJ;c hcla Corona di Francia volcffe nelF Italia ingerirli , e pren/r 'f^,
''\'.
MantouacoHcedeua
deifr
LIBRO
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SE t t
la
O.
4o?
decifionc all'autoncd di MDCXXIX GliSpagmioli pure, allegando Tintroduttione lui compcteua dc'France/ nelMonferrato., diffentiuano dal ratificare lo iiief(o trattato diSufa, ma per giufHhcar' il ritardo, pi tofto per tentar gli animi, e tener' in rofpefo le Armi,. efpedirono a Parigi j1 Secretarlo Nauaixa col Prefidente Monfalcon > Ambafciator di Saiioia, per esfaibire, che, ritirando la Francia dal
dcrfi parte in quella caiifa, d cui
Monferrato, e dal Piemonte i prefidij , farebbero .ancora dai gli Sp"*. ^.. .y., loro canto riiTioffe al Niuers le mokftie, e le gelofie a gli al-'5^/'>-
Corona. 5i comprendeua da ci non mi-;'^7,"^;^ ad altro, che ad efcludere ogni difefa all'Italia, qx^^ confcrmx. l'armi diCefare fottentrando mutato nome, preteftorica- ""^^ r^"*''
tri
Collegati della
rarfi
Digineprecorrcuano da ogni parte gli auuid, e ncappariuano chiari g' jndj^tij impercioche altri none mila fanti, e mille cinquecento Causili diCcfare ftauano per fopraggiungere , e con alrre' vh'mgwj truppe gli feguitaua il Conte RambaldoCollalto, Vaflallo del- ^^"^'^ ''
i j
deife fotto
^^^'^''^''^
Republica, e decorato del carattere Patritio, ma che da farec7f! fuoi primi anni militando in Germania, di beni, e d* honori arricchito, fcruiua in quelVefpeditione a Ferdinando con carica di Comandante Supremo. Anzi, defiderando Cefare^
la
che lo fpauento fpianalle la ftrada all'Efercito, per diuertir col timore i Principi dalle dichiarationi a fauore del Duca_,
di
che lo perfuadeuano ad inuiar Comraiifarij , per tentare la via ^i amicabile accordo, che farebbe col feguito di cinquanta mila fol dati luoCommiilario Fndlandt, il m\ nome quanto era^ celebre per fortuna, altrettanto perla ferocia fi rendeua tremendo. Ma bench nell'anguftie, e tra' difagi della Rbetial non.potcflero lungamente fiiflf] ftere le Militie Alemanne, mamenti -^d ogni modo iouuenute con danari, e con vaieri dal Gouer^^^^^;;^^ natore di Milano , conuennero per qualche giorno fermarr!5''^f*^R^-'^perche, quantunque la moffa {^^mn^ foffe ad inrtigatione^*''''^^"^"''' de gh Spagnuoh , nondimeno , ellendo la Sede
jil
Mantoua,haueua
della Mo-.S../! narchia, e de Configli lontana, e tardo il genio della Na-' ^'^'/*^^; tione, non riufciuano , a mifura de' conceiti, cosi pronti!^'"' ^'"^ ilal loro canto i concorfi. Lo Spinola principalmente s\at-i/.5^7J''
Ce
tcn de-
404
I
DELTHISTORIA VENETA
in Italia, dcftinacoui
gli
itia la
MDcTxix
terdeua
ftro dell'
ranze a corregg,re
ch per
Itm-
arco.
armi 5 grandezza degli apparati egli prolung per qualche mefeilfuo imbarco. In quefto mentre trenta GaleoKii, venuti dall'Oceano, opporli a' tentatiprecorlcro per iicorrere il Mediterraneo , ui dell'Armata Francefe, che fi diuulgaua douer per la via del
,
con gran grido, e con valle fpcerrori del Cordoua , & a rimettere illufcarfezza dei foldo non fupplendo alla.^
&
mare
v'aggiungeua la^ fam a , che farebbero ancora penetrati nell'Adriatico ^ onde i Vcfpinaerc
fi rinfor-
cgfii parte
t
Fetietia-
nuiafdo
comandarono, che con dieci Galee di Dalmatia, e di Candia, armate di nuouo, s' accrcfceffe l'Armata e fi difponeffero per T occorrenze anco maggiori apparecchi. In Terra, con fomma follecitudine inuigilando, ordinarono l' ammaffamento di dieci mila foldatij fudditi,&: accordarono numerofe leuateFrancefi , che giungeflero di Prouenza per mare fotto il Duca di Candales , il Caualier della Valletta, e il Duca di Rohaa_>, che, per euitare le gelofie della Corte di Francia, s'era condotto a Venetia, & inuiarono a Mantoua, fcoprendo nella
netiani,
ibliti di
fi
tratta,
proffimit del pericolo vacillante la fede di quei Popoli, quatAl banefi , per armare.-*
lo
Arriuato tpwola in
/tff^/rrry?
alcune Barche nel Lago, esborindo daaltri quattro mila huomini '1 Duca fotto le_-^| , proprie Infegne leuaffe. Ma lo Spinola , sbarcato finalmente
&
VarKi^-\zt
con fettecento cafiette di pezMilano, e nel Caftello introdufse il da otto fi port a j^naro con pompa, accrefcendo con Porose col nome inmomenti Tcfercito. Ali hora gli Alemanni, che, giunto il Colmilitie, e
,
lalto, afcendeuano a trenta mila fanti, e cinque mJIa Caualli, marchiarono, &arriuati nel Milanefe 5 eftefro i loro quar-
Oglio , a' confini de* Venelungo Fiumi Adda , tiani. Di qua da' Fiumi predetti gli cofteggiaua Marco Giufliniano, Proueditore ftraordinario nel Bergamafco, col Colonnello Milander, & vn fquadron Volante di tre in quattro mila fcelti foldati, per reprimere qualche infulto, che l'infotieri
i
&
ma, affliggendo
incre-
Vene-
405 M DCXXIX Venete in gran difcipliaa. Continuando poi verfo ilMantoua no la marchia 5 tra la confufione, th'apportaua quella fuiia_ dcirarmi, il icoprirono anco rinfidic, onde in Viadana fu arrellaco vn'offitial Francefe, che col mezio del Principe di Guallalla tramaua di confegnar quella terra al Gouernatore di Milano, & inMantouaft publicaua congiura, ordita contra la vita del Principe. Al Duca di Mena, pure Figliuolo di Car-i?'^/^^' lo, accadde nello fteffo tempo, che , padando a Cafile, f^^^^/tiDu /i/^alla Pergola, a* confini del Piacentino, dal Marchcfe Malafpi-V^ prigione conleuargli qualche gioia, &c alquanti!^ #'" na arrecato ma, volendo confegnarlo ad vna compagnia di Ca-r^^^^^^'' danari ualli, per Icortarlo a Milano, il Duca f ne fuggi, & inCafalei fcbe'nefg penetr a faluamcnto. Tra si gran mouimenti lo Spinola oc-|fy''''^''''*f
,^,
LIBRO SETTIMO.
cultamente eshortaua il Duca diMantoua adhumiharfi, allog- y^^^" giando militie, deportandogli Stati, e rimettendofi fenz'ec-j
cettione alla clemenza di Ferdinando , Se alla piet di Filippo,' ^^^^^^^ Giulio Mazzarini, che, comefubordinatoalPanciroIi,Nuntio'^ queHo del Sommo Pontefice, cominci all'hora a comparire in nego-'^^^^<^ '{ tio, quafi tenue vapore,ch' poidiuenutofplendentiflmoaftroj^^^^^^^j d'Europa, portaua almedefimo Duca progetti per nome dello^ip/f^^ry? Spinola fteito di fofpenfione di armi . Non potendo ci prati- ^ ^^P^^^alle truppe quartieri ; fenza dar piazze in depofito, anzi, negando ilCollalto d'hauer poteri, per iftabilirela tregua, il Duca, moftrandofi rifoluto a* pi precipitod partiti, di- /''^'^^''^^ chiaro, che, elTendo fotto la clientela della Corona Francefe^^,!^^^^^!'^* conueniua con quella Corte trattarfi ogni propofta d'accordo-! rifiifWKo Dunque, non potendofi pi oltre differirei dannidellaguerra,!' ^'^'^^''''*| apparendo l'affedio diMantoua vicino, laRcpublica deli-i7fwc;r| ber difoftenerla con ogni sforzo 3 Perci,dopovn abbocca-jP^' u mento col Duca, il Generale Erizzo accamp TEfercito , che^'''''''*'^'^ confifteua in diciotto mila tra pedoni, e Caualli, in Valezzo,prX!/iz luogo, che, coprendo Verona, e Pefchiera, fi rendeua oppor- z^. tuniflmo per la propria Ma^ e comodo per inuiareaMan^J''/^''^^ IO Joua foccorfi. Il Collalto, pubhcato in Milano vn' Editto , ^' ' (hederlo col quale in nome di Cefare comandaua a' Popoli d alieOj}tM>iO narfi dall' vbbidicnza del Duca^ ricerc al Principe di Boz- fi da g" Imzolo la confegna d'Oibano , e nel tempo mcdefiir.o , fcnz' peri (ili.
carfi,
&
&
Ce
attcr.ccr
^Ot>
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DELL'HISTORIA VENETA
xxixUtcender nfpofta, lo fece dal Conte di Soragnalorprcndereiui> FOglio vn ponte > e fortificate le fponde con>. '^dfmolL ?:>ittato fopra '.ime ^f/<',preiidio di mille cinquecento foldati^ fi ferm FEfercito per '%^'c^ [qualche giorno, perle pioggie, che cadeuano neir Autunno, per lafebre, che, fopraggiunta al Collalto, Fobligdi fermarfi in Cremona. Ripigliata in fine la marchia, i primi
luoghi delMantouano, che patirono, fi pu dire, pi la defolarione, che il facco, furono Vogezzo , Cigognera, e Voa Piadene quinIcngo. Indi a Ifola quattro mila huomini, Viadana, luogo groffo , fu dici Compagnie prefero pofto
&
.-
immediate inueftito
la
e la
reffiftcrc,
anca
Rocca deboliffima dopo alcuni tiri di Cannone fi diede^ Non haueua il Duca fperato , che refiftefle ma , col taglio de gli argini penfando d'annegare nel P gli Alemanni, il colpo non gli riufci, per hauere Balduino del Monte, che ne teneuo; la cura, efeguito l'ordine fiori d tempo. Da altro corpo di
Cefaree fu occupato Caneto,alla prima comparfa abbanfolle nerfi, da Angelo Corramttc ce- donato, perche non era luogo da dendo fiU'i ro. Nobile Venero, chV efule dalla Patria , militaua alfcruitio forza deH \^qI Duca. Non trouandofi terra, che folle capace a refifte^^' re n efercito, ch'in campagna contendeiTe i progreiTi, fcorreuano i Tedefchi per tutto, defolando, e incenerendo ogni cofa,. con tanta itrage, che, dall'empiet militare violate l^^ cofe facre, e nientemeno incrudelitofi contra. le profane, con
militie
,.
'
'
inaudita fierezza d'incendi j, d'occifioni, e rzpme^ re flato per molto tempo queir infelice Paefe, altre volte n' pi ameni d'Italia,, vnhorridocampo,doue la Poflerit contempler per antht iJ gran ^tzz.0 le marche pi atroci della barbane o Nandauano
Confini della Republica , dopohauer'iCefarei Zcof. occupate nel Mantouano le Terre d'01b'a> e di Ponte molino^; ima, effendo in pi luoghi difpofte guardie di Cappelletti a^ ,y",^,vrJCauaIloy daquefli, e da' Paefani furono gli Alemanni fpeffo gtiaisJtLgttady e pi volte battuti . Sperauano zkuniy che il Serrsr glio pocefie trattenere per qualche giorno rEfercito. E queflovncircoitOy pocFie miglia fuori diMantoua, trapofto di paludi^ e d'alcuni lauori di Terra di gran giro, e difficile a foftener fi^ ad ogni; modo inriuanomoltiy che fi difendelTe^ P:^^^>
^^l*Jll^^^
affatto efenti
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effcn-
LIBRO SETTIMO,
.A^7^
effendo vicino'] Verno, e grinimici patendo per molte inco- M DCXXIK modit grandi/Timi sbandi 3 l'ananzo di qualche giorno ficomputaua per non leggiero profitto. Il Duca, ragioneuolmente trafcura.^ ta il Duca dubbiofo, che, non potendo in tant ampiezza ciiftodirfi per tut- la. cuflodtA to , in vna parte lo penetrafTero gli Alemanni, e taghalTcro de Serra glio. alle militie, perritornar'in Mantoiia, la ftrada , labbandon apiiica Dunque intorno la fola Citt doueua ridurfi lo sforzo dell' at- Job alta^ tacco, e la cura della difefii. E'Mantoua,per natura, di for-'Jt ffa dt tifTimo fjto. II Fiume, che nella fua origine fi chiama Sarga ^^J.^'^f vfcendodal celebre Lago di Garda, prende il nome di Mincio, firiue e pafando per mezzo Pefchiera, poco di fotto entra ne' Confini del Mancouano. lui, douerifiedela Citt , ftagna in vn_^ Lago, formato dall'arte in quei tempi, che le principali Citt deiritaha, lacerate dainteftine difcordie, gemeuano fotto la tirannide de' particolari Signori, E' perci Mantoua , incinta dall'acque, in mezzo di molte paludi. Alcuni Ponti l'vnifcono al Continente ^ i due pi lunghi terminano, IVno al Porto; ch' vna Cittadella con ben regolati Baftioni l'altro al Borjgo di San Giorgio, di molte Cafe comporto , madi pocadifela. AoprefTo quefto ponte fiede il Cartello, congiunto alla_j Citt d'antica rtruttura, e parte deirampiilimo Palazzo de'Duchi. Doue x)\\x alla Terra ferma s'accorta, tre altri ponti minori, chiamati della Predella, di Purterla, e del Th, feruono ad altrettante porte con qualche picciola Ifoletta di mezzo, de-ftinata alle delitie de' Principi. La Piazza perci non fi credcua facile ad efpugnarfi, le Artiglierie non potendo, che di lontano percuotere, gli approcci non s'accortando alle mura.,,^ n l'ampiezza del Lago tollerando circonuallatione si ftretta,? che non rertalTero aperte molte rtrade a' foccorfi. Il recinto! medefimo delie muraglie era ftato con nuoue opere egregiaf:. rtnto mente fortificato, effendo qiiafi annichilata la militia d^l]Ita d}ituot40\ Duca, fu accrefciuto il Prefidio da' Vcnetiani , oltre a' quat-^f tro mila fanti di gi inuiati, con altri mille a piedi, e cinque- '^'''^''"^^'^ ni cento a Cauallo. Si credeua la Citt in iftato di confumar g' co tyjbat inimici, e di dar tempo a' foccorfi, che pure s'attendeuano luta p r^'i .dalla Francia Sodamente gran dibbio nafceua dall'animo de- d^,ll'i,ffct:a\ de Tcrnet-l glihabitanti, piopenfi a gli Auitriaci^ perche, fotto il Do- ri
l
.
&
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Ce
minio
4o8
jM Dcxxixij^^jj^io
I
DELUHISTORIA VEN ET
^]Vn Principe grande, alcuni imaginandoii quiete, premi), tutti abborrendo i mali preienti, altri figurandofi inchijiaQ Je imminenti calamit, deteftauano il nuouo Signore, cht^ ^'^ '/^'^ine pareua cagione. QiKinto a gli altri luoghi del territorio , tu ftabiito col mezzo di Giouanni Martinengo, Sopraintendente dell'Artiglieria, inuiato dall'Erizzo a Mantoua, per ri^ tr^iiDtMi^<^^^^ ^^ fortincationi , che il Duca con fue militie guardale f^,^/4R^!Gouernolo, doue le chiufe dell'acqua feruono per inondare,^ pubhca fii^ p.j}y^del Lago, e che da Prefidio della Republica fi munifripartoNO fero CaiklGiuir, e Coito parimente, che fopra lerpond^_> \le di ff de luoghi del Mincio tra Mantoua e Pefchiera grandemente poteua_, gionare a'foccorfi. Ma Gouernolo, da'Mantouani con deboI
i
refiftenza abbandonato , reft a gli Alemanni, come anca Gazuolo, donde fi ritirarono alcuni pochi de' Veneti, che n ___ cadendon'aUu7i, per luogo , n per numero poteuano foftener ladifela. Tra le mamme delMantouano s'vdiuano ancora de'Monferrini le lale
i clamori 5 impercioche lo Spinola, fpinto a ValeniiMsnfeAgnmCy Filippo, fuo FigliuoIo, haueua inuiato Ferrante Gucuara con mente a fA *.^ ,^,1/, r?^r^.; ^ ^;i-i^.i^^r,.x^ r^>,..1K ^Jl v.^ i" quattro mila Fanti, e cinquecento Caualli, ad occupare quella \falandofi dagli S p a- parte del Monferrato, che inferiore fi chiama. ASanSaluatoin altri re il groffo dell'Efercito Spagnuolo fi trinceraua, p fti intorno Cafale, in cui il Thoiras, abbandonato ogn' altro luogo, eccetto RoflJignano, e Ponteftura, fi trouauacon tre mila, e cinquecento foldati . Non voleua per lo Spinola .r, ^ lafl/wl'neir aff dio della Piazza per anco impegnarfi, ma folo larga5fyC^/^/tf, mente cingerla, incomodarla, non tanto, perche s'auan-^ |f^^/.j5/^^ ,^^ j^ ftagione del Verno, quanto per tenere l'Efercitofciol|to, per opporfi a' Francefi, f voleffero di nuouo calare in_, 1
&
do pariAz^
&
&
j.^^^^*^^^'^'',
Italia,
dJiaRe-jabitta.
mentre che da gli Alemanni Mantoua fi conquiftaffe^Confeguita quella Citt , doueua poi attaccarfi Cafale dagli Spagnuoli, e TEfercito di Ferdinando tenerfi pronto, per impedir' ibccorfi Tali difegni giungeuano in Francia, & infreme i progrelTi dell'Armi condanni del Duca di Mantoua, &
.
quali ricordauanoinceffantemente--r
al
parola, la fede, l'intereffe^e il decoro della Corona, con gliilimoli, che incitar poteffero la natio ne bellicofa, il R magnanimo, 6^ \ fuo generofo Mini ftro
la
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& al Cardinale
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R O SE T T
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40P
Ala non riportaiinno che fpcrnn/.e, e promefe, giurando il MDCXXIX Kichelien, che non farebbe foffcrto alcun pregiuditio dell'Ica-
eftrcmi dell'anno,
( ritardarono da'Francef^ finoagli molle, per l'agitationi, non ancora ben' acquietate di Corte, perche, difficile credendo nelconcor-
dc]bKepnbhca5e
le
fo di tante torte in Italia, foftenere con felicit diiuccefl, vguali all'attentione del Mondo, la grandezza, e la gloria della Corona, vollero che sfogafTe quel nembo, e logorandofi ia_, quel mentre rArmate degli Auftriaci, fopraggiungere poi con armi puipoderofe, e pi frefche, per dare la legge pifacilmente a grinniiici confunti, a gli amici gi ilanchi
1
ri'oued'
.' efpedir
&
'dilieucol
IrL-^'/^F^^^''
hne, ridotti all'ertremo i mali, fu deliberato inParpi, che ill^'^'''^^ Cardmale fi moueffe con titolo diGeneraliffimo verfo \lt2iha/pcrZ7do e che, per tirare alla Corte in congiuntura della di lui affen- pori R za l'Orleans, che moltraua abbornrlo, s^accoftade il R ner'^,;^'"'?, ' '^ accoglierlo a' confini della Lorena, e gliconfegnafle, per con^ tentarlo con qualche apparenza , vn mediocre Corpo d' Arniata in Sciampagna, a cuftodia delle Frontiere. Vfci M Cardmale di Parigi con grand' appiaufo, tenendo in mano l'autojnta del R, e le forze del Regno, ma non colfanimo fciol|to da molte cure, che gli apportauano la fua lontananza di Corf'
'
mento. Molti per tanto periuano, altri languiuano d'infermit, altri procurauano con la fuga lofcampo. Ad ogni modo, accodato lefercito alla Citt minacciauano il , Borgo di Saii_ l^iorgio, credendolo, quanto debole, per refiftere, altrettan^ .to comodo, per alloggiarui. Il Principe di Bozzolo, entrato ,in Mantoua, cerc^^'^ '^'=^-^"'-'^' -^ ^^ lin ^ J-^ cerco di perfuadere al Duca alquanto da'pericoli,e
'
gh ordini, altrettanto precifi, quant' occulti della Reina_, Madre, che con leuere protefte della fua difgratia gF incaric G rion rompere apertamente con Spagna. Difponendofi ^ molie in Francia, Mantoua fofferiua acerbamente l' Afledio Oh Alemanm veramente declinarono prefto di forze; perche! n oltre a danni della Ihgione, e del Clima, auuezzineirampie'j;Zt 1 rouincie della Germania, doue, in vece di foldo, corre la_. g^y?^W.militare licenza, mancauano neiranguPciedelMantouano, ^ik ^^""''confunro dal ferro , e dal fuoco, non folo di preda, ma d'alia ^/f^r
re,
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Z^^';"^'''. ''''^'^^ [agh accidenti tur Lirbato ,e confufo, di cederlo, per moftr: re guai\12
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che
4T0
MDcxxiXj^^he riTpetto
DELUHISTORIA VENETA
alFInfegne Cefaree, dar tempo al negotio, eferImare refercito, che indebolito, e bifognofo di molte cot./ non pretendcLia, che preferuare il decoro di Cefare con qual.
che apparenza A tal configlio s'opponeua il Durante, Colonnello de' Venetiani , offerendofi di foftenere il Borgo con le fuc genti, e per qualche giorno fiancar', e trattener' il nemico , dal vigore confegucndo quei vantaggi, che malamente fperar fi poteuano dal mofirar debolezza Ma il Duca , troppo ini ijyro di 5^ G/or cautamente preferendo alle ragioni l'inganno, mand il MarS'^f'J^f'chcfc Federico Gonziiga a confegnarlo ali' Aldringher, che ^uca %i' in vece del Collalto, ancora indifpofto, comandaua a quell*
.
Gli Alemanni, tutto afcriuendo a necefit, e non a_, r^^petto 5 tanto lontano , che aflentnfero alla fi)rpenfione delUrLh'ft'a flainToV armi, fperata dal Duca, che anzi richiefero di prefidiare la \n'fuiennrt Cittadella diMantojiaje guardare vna Porta. Ributtati dalla Uhuje. tfp^j-.jj^7^ ^[ confeguirla, perche il Duca irritato fi moftr riimpcrtaiw-inm
,
\
rics
&
to eminente. Contra il perarequelpofto, col quale s'apriuano ringrefibnell'lfoladel Th, e poteuano, pi che altroue, alle muraglie della Citt ftefla accofiarfi. Ma,trouaro fiero contrafio, e pi volte con
rf/fM,
ttiufcam
hici.olt.
piantarono nel Borgo pi batteche vi ft in fito alquanCereio nindirizarono altre, per lu-
s\ipplicarono all'arte, accordando col ^Y^rtMo vna tregua di fi^le tre hore , nelle quali , efi:auando occultamente vna ftrada coperta, firprefi^ro ilpofto, acosiimprouifi) attentato fiiggendole militic, che lo guardauano con abbandono delle munitioni, e dell'armi, l Duraxnte, per l'importanza del luogo non potendo fi^fferire la perdita , e'I danno, poco dopo iortito, gli diicacci^con grande brauura_. , fortificandouifi in tal maniera , che refe in auuenire vani tutti gli sfi)rzi nemici. D'altra parte, fino alla met del Ponte di San Giorgio, fiotto '1 calore delle batterie s'erano gli fiefli Ale-
graue danno
rifpinti,
manni auanzati
fi
quando da
fi)rte, e
numerofa
iortita aflaliti
ritirarono addietro, lafciandc armi, e gabbioni in potere del Duca. La Cittadella del Porto col Cannone difticulraua loro r accefib 5 quando efli , artihtiofimcnte clpedendo a quella volta vn Trombetta, mentr'eg h a lento paffo s'au anza ,
,
'
^il
L Tb R
O
1
SETTIMO.
tiri,
411
per attendere qual meffaggio ^^^^^^^^ portaffe, piantarono vn gabbione 5 e fotte l'ombra d quello frcttolofamente diitendendone altri, fi coprirono con alz,arc_^ terreno I difenfori altrouc 11 rifarcirono , fcacciando da vn'ho- mentre s'i lleria fortificata il Nemico, che daua loro grande moleftia anche Ma f progrcdiua Tattacco, sauanz-aiia la fame nel campo, fame nei chinfi da' Veneti i paffi alla condotta de' viiieri , e de'grani , dQ',Cami>[ quali ancora tutta l'Italia miferamente patiua. Mancato alle militic il pane per pi giorni, ftauano in procinto di ritirarli,
S: ilprcldio intermette
.
.
/.
quando
dal
Dominio
il
pronedttto
d^llo Staio
EcdeS\
vendendo, prolttauano^^^;^^^^^^ grandemente. Se necommoflero i Venetiani,dolendofene5e mente di non tacendo, che a prez-zo di quel grano fi vendclfelaliber- s- w ^ tdj e la filute d'Italia. In Mantoua non mancauano viueri , ^"^^'/SJ^. perche la Republica 1 haueua per vn anno proueduta copio- u Rc^h^
,
gente, e la munitio- ^^^'^' ne fi confumaua;onde,conucnendo applicarfi alfoccorfo, s* ini.iarono dall'Eriz-zo mille fanti, con molte prouifioni da guerra, e con fcorta d'altri tremila a piedi, e quattrocento a Caualo, che fcnz-'incontrofiniftro giunti al lago di Mantoua, m\ che n^ non trouate, per error del concerto, le barche, per entrare '^'^'^^''^^'^ nella Citt, conuennero ritirarfi Tuttauia poco dopo, meglio rrarfe/Tce aggiuftate col Duca l'intelligenze, vi penetrarono falui con memefoc-^ ^^^^^' giubilo indicibile de gli afediati . Ritornando da conuogliarli Pietro Quirini, Proucditore della Caualleria Croata, e Albanefe, 6^ il Colonnello Milander, incontrati fettecento Caualli Alemanni, che afportauano alcune prede, gli batterono, fugandoli in modo, che lafciato bottino, non hebbero \)Qr\' fero, che d faluarfi. Da quefto foccorfo ammonito V A\- ^^J^,ldringher, qu^nt'importalfe la terra di Coito, vi fi conduffe gu a e*' con tre mila Fanti, e mille ducenro Caualli; n cosi torto vi '^'^J^^ s'accoll, che volle dar'vn'affako^ mafdal prefidiobraua-'^fJ^'J,^' mente rifpinto Poi condotto il Cannone , in pochi col'^i fit- \to ta apertura nella muraglia, nonioftc^nuta da'rerrapicni,ilGo-l,>j f.^^^^ uernatore Mantoua no , impaurito, la rend conrra la volont ^io \
iamf^nre
in tante fattioni periua la
.
ma
&
4T1
DELUHiSTORtA VENETA
'
Nation Greca, che featiuanodi fodenerfi^e [perci giunto in Mantoua fu pubi i(p a mente notato d'infamia j jonde chiufa reftando vna gran portaa'foccorfi per Mantoua, a/r^t/4 i^udianano i Venetiani di renerfi aperta almeno quella di Cafcimido /.ftel GiiiffrjdouerErizzo, Generale, fece entrarui tre com^^^^""^^^ipagnie di rinforzo, ecommife al Colonnello la Lunga, FranTroiie7a\ccfe^ hi Ciiftodia , &c il comando del porto. Eappuato glimfrada, penali , conofcendone Finjiportanza , vi teneuano fopra la miri*, maperlaftagione, e per non diuider le militiein pi parti,
ff-ticar perai
do/i
rifparmiando per all'hora la forza, v*applicauano l'arte, fa^^^'^^^ ^^ Giouanni Giacomo Pancirolo, NuntiodelPonteficc , tentare il Duca con leconfuetelufmghe di confegnarlo al
iwK-jCollalto, affinch da' replicati teltimonij d'ofsequio verfo l'InCefaree ammclito, piega/Te pur' vna volta a qualche^ ^df'r/oTo^^^^^^ accordo, almeno alla fofpenfione dell'armi. Il Duca, dalil Dh:h-> l'accaduto a San Giorgio fatto pi cauto, cfcludendo si perco' trattanitofe propofte, riponeua horamai la falute pi nella difefa, iti. che nel ncgotio. Trauagliaua con frequenti fortite il nemico, tenendolo in pi parti occupato , e diftratto, in vna notte particolarmente forprefe la Vergiliana , doue gli Alemanni che non reftarono morti, prigioni, s'affogarono nell'acque, per la rottura dVn Ponte, pe'l quale credeuano con la fuga_. faluarfi AfTent tuttauia a gli offitij del Nuntio, che per vn mefefi fofpendelfero le armi, ma vanamente, perche pretendeua ilCollalto, che in quel mentre gli foife lecito fortincarfi ne' pofti,che in Mantoua non s'introduceflero viuerijche da gli Stati lontani , e che Carlo fi fottofcriueffe Duca di Niuers ripudiando il ripiego, che egli per qualche facilit eshibiua, jdi fegnare col folo nome di Carlo, di Carlo Duca, fenz* Dunque continuando le hoftilit, a* ^.^^^ 'efpreflone di Stato . ^^ IJfidl'Fe nuoui foccorfi'l Generale de' Venetiani applicato, muiiotr.etiamgii to il Coutc Bartolomeo Soardo , Bergamafco, altri cinquesifitt. cento Soldati con poluere , e miccia, e furono perla maggior parte Greci, fortiti da Coito, cosi lanatione chiedendo, accioche con pruoue d'azzardo s'autenticaffc nonelTerla
e/
&
Tutti entrarono ialui, fcortati fin' appreib Coito da vn grcifodi Caualkria, che mi fece alto,
.
per
LIBRO SETTIMO.
k
4^^
DCXXIX
per reprimere ohi volcfle, fortendo, fturbarc il camino. Con M tale fiifTidio prefo niiouo vigore da gli nlTediati, multiplicafortite, uano femprc pi invna dal Cer e fo diedero gra-
&
ne colpo a' nemici. Horamai comprendeiiano gli Alemanni non v'cfferc fperanza ne d'affamare la Piazza, nd'efpu,
gnarla;
ma non meno
menG Ale mi
ni d}f$"f,u
ti
tre le fortite
delDnca,
ftradefangofe rcn-
in faluo
il
Cannone. Applican-
do perci a gli artifrij, fecero dal Mazza rini proponereal Duca qualche breue fofpenfione dell'Armi. Egli prima la rigitt per rifpetto verfo Tlnfegne Francefi, incaminare al bccorfo, lenza faputa del R non douend'egli far pafTo. In_.
fine, vinto dal
di con-
qutjar
U
j
Pf.<zt,a
chtedono
Mazzarini
coll'infiftenza, e
coll'energiadeliuo
ddl'armi'
conceduta.
|
dire, alfenti d'aftenerfi per dieci giorni dalle fortite. Tanto baft a gli Alemanni per allargarfi, e ritirare il Cannone , lafciando per per la fretta ne gli alloggiamenti con alcune
dal Ducei
a^erfnafio
,
tiediAiaz
munitioni qualche fpingarda, I Venetiani hauerebbero desi- z, arino, derato , che quell'Armata fi logoraffe pi tofto ne' difagi, e benchetio ^pprouata nelle fattioni intorno Mantoua, che darle com.odo di ritirarli daTetie inopportuni quartieri, e credeuano, che tali trattati feruiffero di freno pi che di fprone agli aiuti Francefi; n il Duca di Sauoia manc di tentarlo, efpedendo, per impedire il Richeheu, celcremente in Francia Tauuifo, che ftabilita la_^ folpenfione dell'armi, rifurgefle grande fperanzad'aggiufta-
ilCardmale, conofciuto l'inganno, e l'oggetto, continu lafua marchia. Gli Alemanni, f bene da Mantoua allargati, la teneuano tuttauia con varij porti blocata, ponen-
mento.
Ma
'
aquarttc
rato/i l'Ini
j
do
principaH quartieri indiuerfi feudi dell'Imperio, che fono all'intorno, comeNuuolara, Correggio, altri, e prendendoli per forza, doue fi negaua l'alloggio, come fepu nel Mirandolano con graue colpo di quel riftretto Paefe. l Duca di Modonafc ne fottrafle con efborfire danari, e con accogliere il Collalto, ancora indifpofto in Reegio, con le ug guardie In Caftighone, in Solferino per fomento de' Venetiani , che in cafodi forza promiiero le loro affiiknze, furono rigittati '-^ale Madri di quei Principi, ancora pupilli, anzi fotto nomede propri j Parenti in Solferino la Principefla, Donn a Mar1
njico
loma no da
Mk
&
'
tona
&
'
rijofpimo
da.
alcune,
Terrai.
cella
414
MDCXXIX cella
DELL'HISTORIA VENETA
Malafpina, Veronefe, introduffe alcuni ibldati della Republica. Il Duca, per dilatarfi, e perapnrfi col campo di Valezz,o il commercio, ricuper Curtartone, e Montanara, e
prefentato a
Marmirolo
il
Cannone,
advfcirnejancorche quelli a Coito la Terra foccorfo ; ma furono riprefl da due mila fanti , e vece(fitato Ad vjttre. mille Caualli de' Venetiani, che fotto il Principe Luigi d'Eftc incalorirono Timprefa. Termin in tal modo Tanno calamiAlemanni in Italia, vi s' inPe/itetia tofoi perche, coiringreiTo degli particolare la Pefte, la in Italia trodulfe ogni genere di mifcrie, fortat/ittt quale non oftante la fredda Ihagione, fi dilataua non folo ne* dagli y4U, loro quartieri, ma nel Mantouano, nel Milanefe, nella Valmannu tellina con tante ftragi, e progrefli, che chiaramente appariua l'ira d'Iddio co' pi fieri calighi riuolta a punire i luffi,c
a
altre
i
&m
le difroutez,xe
Nel fine dell' anno medefimomori m VcnetiaCiouanni Cornaro, Doge, carico d'anni, e di trauad'Italia.
glinon
meno
il
UPa gufto
col
tra
per publici,che perpriuati riguardi, infurtodifPontefice, e la Republica, pe'l Cardinale fuo Fi-
tri A in dtf,
^nflc
Vmttfiie
Vefcouo di Vicenza, al quale, promofTo da Vrbano al Vefcouato di Padoua d'opulentiflima rendita, ollauano le Leggi, altroue mentouate della Republica. Per quefto \ Senato^gli negaua il temporale pollefTo. inilando al Pontefice ,^ che in altri ne difponeffe. Il Cardinale medefimo lofupplicau, ma le n'efcufaua Vrbano con haucrlo fiettolofamenre in Conciftoro propofto. Hauerebbe il Cornaro rinuntiata la nuoua Chiefa, ma non volendofi ammetter' in Roma n meno tale ripiego, dur lacontefa anco Defonto \\ Doge, fin tanto, che morto Giouanni Tiepolo, Patriarca di Venetia, il Segliuolo,
nato (come lus patronato della Republica) Nomin a quefta Dignit il Cardinale 5 approuato parimente dal Pontefice, che alTgn poi il Vefcouato di Padoua a Marc' Antonio Cornato, Prii^iiceno di San Marco, e Fratello del Cardinale medefimo Non per questo folo difldio paffaua con la Corte di Romas perche le Galee de' Venetiani, a preferuatione del loro
.
Dominio
dei
Ancona,
la
ogm
i
orte
LIBR SETTIMO.
Ma
forre di legni. Vrbano Te ne doIeiLi pc'I prcgiuditio, che al Porto d'Ancona ne rifiiltaua; ma il^Senaco non li relafs fin'
iii_l MOCXXIX
a tanto, che venuto Bernardo Georgi, Ambafciator de'Ilagilfei,^ Vcnetia a dimandarh per gratia, fi content liberarli perche in-*' cotqtiaU dopo Tesbono della conrributione domita adempimento del partito , da' Coftagiiti con gli Alemanni fi condoi.
forfi portaiiano per la Sacca di Coro a Ferrara fj*^^!;^^* Senato v'inui Barche armate, e Galee, che ferma- \Zni!permenti, rono alquanti legni, e col mezxo d*Angelo Contarini, Caua- chetE/r. liere, Tuo Ambafciatore, replicando con grani doglienz,^^, mLm/* rapprefcnt al Pontefice quanto riufciffe pregiuditiale,chej ^o/w/^o dtzt^en primi inuiti alla Franci.-^, & alla Republica cambiati
contrattoj
il
Manroua
&
a'
comuni
\il[,f"" [Siali
prima a
f fteffo
Il
HISTO-
41 T
I S
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T orTa DELLA
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REPVBLICA VENETA
L
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1
OTTAVO,
^^fMp^^Sfunto
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Niccelh'
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^^^^S ^^'^t^
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deiranno Niccol Con-ferini al Principato m Venetia , la cura del ^^^^^P verfaua fopra la difefli di Mantoua y
la cui
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Do'iatc
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-.jo-ter.HriL^
A^ant otta r fi
applicatione attentiflfima Introduce per tanto nuoue militie , e prouifioni abbondanti , re..
e
j/uhlica
ftaur le fortificationf, pagando col propriodanaro il prefidio, mantenendo la lleffa Corte del Duca Marmirolo , e Caftiglione (denominato ilMantouano) conlemiliticdileifiguar-'
.
di tutto
*
il
dauano, abbandonato dal Buca Cu-ftartone, e Montanara^ pernondiftraherc in tante parti le forze Sep,uiuano frequenti, cfanguinofe fattioni co'pre/idij Alemanni drCafelluzo, Garzuolo ^ Borgoforre, Gooernolo^ e Coito con varia fortuna^ . Era pieno tutto il Paefe d'horrore, e di ftragi . La campagna
.
\aefe
defolaua, s'efpilauano i Tempij, ft trucjdauanoi popoliD'alcune Terre gli habitanti,, pref difperatamenre Farmi (cacciarono i prefidij nemici, ma nontencndoy per difenderli, vguale airmipatienza la forza, pagarono miferamentecon fuoco 3 e fangue la pena 5 in particolare la Volta , Terra groffa y
fi
,,
prona
LIBRO OTTAVO.
!proLi
il
,
417
M PC XXX
caftigo cos barbaro, e fiero, che non vi fu forte i crudelt pretermeffa . AlRichelieu precorfe in Italia il Marefcial d'Etrjdeftinato dal R con titolo d'Ambafciatore Straordinario a rifiedere in Mantoua . Egli giunto a Venetia , e feguitato
luiato,
Sabran 5 Gentilhuomo
in- Francefi
perjuado-
'
effi- no ilSentt-
il Senato ; accioche fpingefle contra to Amair magnificando con taFenergia la gene-'s'"':* 7^ rofit del R, la prudenza del Cardinale, la felicit dell' In.A^^''^^^* fegne, la forza dell'Armi, che pareuano ficuri gli acquifti,e quaf certe le fpoglie. Confiderauano, E(jere gli Alemanni da
il
Milanefe TEfercito
patimenti infiacchiti , e quali dalla contazione con[unti; l'Efercito il Duca di Sauoia confretto a feguidello Spinola diminuito ,
tare
neseffttato
,
ijolcndoft op-porre
tirarji
/'
bench auftliarie, foco meno che hoDunque alla 'J{epulplica per ogni ^erfo diminuirfi l pericoh,c^ ftili ^.ando mai douere fpezj^^rji la catena , che allont anarfi l nc/nico B^ia tanti anni tiene foggetta l'Italia:, je aU'hora non rifolneua dt fi
Armi
.
darle la fcoffa che confpirauano le 'volont , le forze , e gli fteffi accidenti. Dclikeraife il Senato felicemente di muoucre l'armi ^per,
e conciliale a [e fteffio la gloria chs Ceco portau quiete e incrementi perche il 'I\ liberalmente a fuoi Collegati donando gli acquifti contentaua della propria grandezsf 5 fi
nefit io all'Italia
,
le dello
Itrettanto
di Liberatore d'Italia Era ne' Francefi alcupa la rifolutione di non rompere con gli Spagnuo|li la guerra, quanto efficace il defiderio, che la Hepublica_, lo faceife. Ma ella, ancorch conofceffe tanto graue il prefentc pericolo che conueniOe trafcurare i rifchi venturi,
fplendido
titolo
-.
perfifteua ne' fuoi primieri configli 5 eshibiua d'inuadere, fubito che r efcrcjto Regio , fuperate l'Alpi, affalife d'altra^
parte gli Stati di Spagna 3 allegala per ifcufa il riguardo d' effcr foprafatta da gli Alemanni , e la neccflit di non allontanare da Mantoua 1' efercitc. il Cardinale l trouaua im-
pegnato coir attentione generale dei A4ondo di corriipondere con vguali attieni, e configli a quel gran credito, che
Dd
haucua
4i8
hi
DELL'HISTORIA VENETA
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li
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ticrfo
It/
Uia ^.fat\tando'
i
haueua la fama conciliato al fuo nome 5 onde iollecitamcnte marchiana, fuperando le difficult della fl:agione5e gli artifirij de gY inimici , che con varij progetti tentauano di trattenerlo In Ambrun egli vdi '1 Nuntio Pancirolo, &c alla prefendeir Ambafciator Soranz^o gli confegn vn progetto, che
.
conteneua
l'vfcita
de
gli
Alemanni
d'Italia, la reftituton^-r
\i ccl
*'"^^J^;ideiroccuparo5 rinueftitura a Carlo, e la libert de Grifoni. lieo Ma i Minirtri Auftriaci, affermando trouarfi fenx' autorit ^ per trattar de' Grifoni, inlifteuano, che i prefidi j Francefi foffero rimoffi daCafale, e dal Monferrato. Dunque tra si contrarie propofe difperata la pace col mezzo del Signor di Seruien fi voltarono le premure del Cardinale verfo il Duca di Sa e con Sa> noia, accioche defle il palfo all'efercito^ fomminiftralTe i vinoia,. neri 5 -& vnifse le Truppe fue all'lnfegne Reali. Egli, perfar perder'iltempa, allegaua horafcufe, bora portaua difficult il modo di (pra la ftrada,. che tenere doueffe Tefercito, prouederlo, in fine chiedeua,, che l'imprefa di Genoua fi rifolueffe, e che inuafo congiuntamente il Milanefe, non fi diponefsero Tarmi fenza Unter conquida Al Cardinale nulTaltroprcmeua, che mortificare quel Duca. Perci, dichiarando co'Genouefi amicitia, e public and di portar l'armi in Italia a folo fineci'incontrarui, e fl:abilirui la Pace decorofa, e licura, gli neg couftantemente ci, che gli haueua altre volte.^
Nf.^
&
eshibito, anzi,, moitrandofi dubbiofo, che Carlo con viueri fcarfi,, con incomodi alloggi,, e con altre arti tentafsediftrugger', e confumar quell'Armata ,. dimand che Auigliana d demolifle, non parendo decoro marchiar fotto gli occhi, e'I Cannon della Piazza, ne ficurezzalafciarlafi addietro. Infine fi concert dopo lunghe contefe,, che, fmanttilati inuouilauori,, folo trecento foldati entrailero nella vecchia fortezza
,.
5;
'.
che Fvna parte, confruando lo sdegno dia dt ri cercaua preteftr, e l'altra teffeuz infidie, meditando vendetnon fola \^J17rf^^' Dato principio alla marchia, viddero 1 Francefi ,t del Car "" dalla prcfenza le fortificationi in piedi,, ma la Piazza munxa din^le del Duca con tre mjlaCaualli, e quindicimila Fanti, militia delPaefe, frcttolofamente ad olientatione raccolta. II Cardinale non hgnoraua,- ma, moftrandofi accefo a tal vifta d' acertofto
fi
ma
fcopri,.
biilimo
LIBRO OTTAVO.
biTmofdegno, a maggiore
li
4^9
M
I
concit, quando vide il Duca DC XXX col groflb di quelle genti su le fponde della Dorafianchcggiar'^r^^^o la fua marchia. Alcuni de' Capi Francefi, fpinti dalla nacura^' f''^-'ferocia, configliauano, chepaffaco quel picciolo Fiume sVr-l'^''^^* tafle ne gli /quadroni de'Sauoiardi, che non teneuano di militare, che l'apparenza. Ma il Richelieu, che ruminaua altri colpi, ferm a Cafalette, dolendoli di non trouar pronte le prou fioni , e argomentando Y intentione di Carlo eifere di far perire di fame Tefcrcito Francefe, e dar tempo a gli Auftrialui and il Duca a trouarlo, parte ci di venir' al foccorfo fcufando, f qualche cofa mancaua, la penuria vniuerfale , e parte accufando la molla frettolofa di quelle militie. Ma in-, queir abbocamento non pafTando reciprocamente, che doglienze, fi fepararono con gli odij interi, e con maggiori fofpetri Tr si acerbe contefe l' Ambafciator Soranzo pafs a Turino per interporfi, fpinto dal Cardinale ad eshortar'ilDuca
.
pafaggio, e d'entrar nella Lega, offerendogli interpoj a nome del R, per allettarlo, il trattenimento di fei mila fan-! //(?/ VfZ{'| ti , e quattrocento Caualli di quelli, che, per inuadere ilMila-f^'^^'^/^ff tor Fenetc, nefe, foffe tenuto d'vnire all'Efercito de' Collegati. Forf che l'oggetto d Richelieu fu d' allontanarfi f Ambafciatore dal fianco, accioche con importuni configli, fapendo chea' Venetiani non compieua l'impegno delle forze Francefi nel Piemonte , non tentaffe fturbare i diuifati difcgni j perche, trattenendofi ancora il Soranzo in Turino, la notte de' diciotto di Marzo richiamate il Cardinale d'improuifo alcune truppe auanzate, e ripaffata la Dora, fpinfe due mila CauaHi aRiuoli, Cala de' piaceri in Campagna, per forprender' il Duca, e farlo infieme col Principe Vittorio prigione. lui Carlo fi tratteneua ^f/r^^'^ fermar. per oftentare, com'era coftume fuo, in delitie, e diuerti-''lo prigtone menti tra le cure pi graui, e in mezzo de gli ftc Ili pericoli, a Riuoli.] fronte ferena, e cuor generofo. Ma da confidente, cheffofpettato efler' il Duca di Memoransi , che teneua nel campo Francefe, auuifato, appena pot col Figliuolo in Turino faluarfi. Chiufe incontinente le porte, armate le mura, imprigionati alcuni Francefi, ch'erano entrati per vedere la Cit- c[foaTH'^ t , e fattine cuftodir' altri , che feruiuano alla Principefia^ ^[rino,
di facilitare
il
!
dolo con
l*
42 o
DELL'HISTORIA VENETA
M DC XXX f ladifefa difpofta in momenti, credendofi, che ilCardinalel voleffe fenza ritardo inueftir quella Pia^za. Se il Duca pe*lten-' ratino di farlo prigione anuampaua publicamente di fdegno , che gli foITefallito il difeil Richelicu fi crucciaua nel cuore, accomodandofi alle folite arti, efpedi'l Signor gno, e fubito ferrataO' diSeruien a Turino, acci che s'abboccaffe col Principe, o-j gniz'ia al cor Ambafciatore Soranz:o. Il Duca impeditogli per iVno, e negot9 per l'altro V acccfso, e col Soranzo medeinio deteftando, l'arti del Cardinale, e l'ingegno, neg, licentiandolo , dipreftare pi orecchie a qualunque apertura. Anz,iiniofpettito, che ^ infof foiTe flato partecipe dello fteffo concerto, alterato, che a' ^ pei tifo de MimR^^i \[i\oi fini s opponellero l'armi, e gli offitij della Pcepublica,dieiiaK e-\^Q congedo anco all' Ambafciator' ordinario, Francefco Corpublica . 'naro, c'hcbbe ordine dal Senato di paffare nella quahtftelFa alla Corte di Spagna. Il Cardinale, impiegando con vguale_ dellrez-za le finezze del negotio, e gli ftratagem deirarmi ,
.
finfe d'attaccare
fa, e le
Fichelieu
Turino, per attrahere alla Metropoli la difeforze. Poi s'applic a Pinarolo, facendolo inueftire
,
il giorno dal Chrichi confei mila Fanti, e mille Caualli appreffo lo cinfe con tutta l'armata. Sta la Piazza dodici mip^lp ad^f difcofto in fito eminente, doue, terminando 1' laccar P^^glia da Turino naroh, JAlpi , sboccauo alcunc Valli, che meritamente gli danno il noP^^'''^''m(t d'ampia, e facile porta d'Italia. Non trouandofi forte, & ipjrizl.'^vna parte del prefidio al pericolo di Turino effendo concorfa, la Citt non refift pi d'vn giorno. Nella Cittadella, ch' nel-
&
Conte Vrbano di Scalenglie_^ Gouernatore. Ma, vedendoli con fcarfi/Tme forze, e da pola
parte pi alta,
il
ritir
il
^'^>n Icitt al
fi
tente Efercito cinto, anzi coli' inimico fotto il calore primo abordo ad vnbaftion attaccato, fi rend
della_.
a' tren-
71!ff^^it' rende
il
le
Terre
fattifican
'
dota.
Lon
ap-
alcuni Forti all'intorno, recentemente conftiutti da'Sauoiardi, confeguitarono fenza contrafto , cfultandone il Richelieu , che ordin fubito di cinger la_. Piazza con Reah fortificationi , perche hn d' ailhora la de-
adiacenti, le Valli,
&
pnnfcrie
tead\yr,
ca
'1 fondamento de pi vafli diiegni. Al Duca pe danno , e per i' infulto commollo, ma impotente di rifarcirfene j andav ano per l'animo i pi crucciofi , e violenti
ftin per
__
penfie-
i ,
LIBRO OTTAVO.
infelice Vecchiezza
421
!
MDC XXX pcnfierij perche, da' fuoi primi anni propoftefi imprefe , e vittorie con incrementi di Stato, e di gloria, hora ridotto ad
vedeua conuife lemalTme, e lefperanze nel feno il nemico implacabile, e vincitore , ne fcorgeua altro fcampo , che di ricorrere a foccorfi degli Auftriaci, ancorch gli riufciffero poco meno grani, e
fconuolte. Teneua
molcfti, ben
tre a gli
aprinavna Piazza,
fpalancarne deH'alil
Alemanni
a gli
Spagnuoli
Dunque dopo
bi-
lancio divari]" configli, refo lo Stato Tuo Theatro dell'Armi non fpcrando di placare iFranccfi, deliber gittarfi nelle braccia degli Auftriaci. Lo Scaglia fu efpcdito alGouernatorc dif che, ah Milano, che pi efultaiia deF impegno de'Francefi diqucllo,^'^'^^''^^^/^, che s'affi iggeife delle perdite del Duca. Tuttauia, accioche:^^f^'^,\^*l non preci p ita ffe a fconueneuole accordo, inui due terzi dij Fanteria al foccorfc , infieme col Conte Collalto and m' ^^^^ aJ Carmagnola ad nbboccarfi col ]3uca . lui, chiedendo quefti ^0^/3 daJ pi vigorofe afl^ftenze, ne volendo per propri) difegni lo Spi-i-^^-^'^'^^, |noafmembrare le forze, iiirifoluto d'affiftergli con vn Corpo ^^"^^'^''"^^ Idegli Alemanni, ^\ che altr-i fette mila n'erano calati in Ita& Me. lia . Giunti per efli nel Piemonte col loro fiero inftituto d'emanne fercitare publico latrocinio, e crudeliflimo fpoglio, lafciauano inccrco, fc alla difera5 alla defolatione fcruillero degli Stati dei Duca. All'hora lo Spinola, credendo d'hauer'oppofto argine fofficiente a'Francefi, perche TEfercito Sauoiardo afccr.deua a venti mila Fanti, e fei mila Caualli,&: infieme col difegKan groiio degli Alemanni; fotto titolo di foccorfo^d'hauer polli dol Spino ceppi airinconftanza del Duca, deliber daffalire Cafalc,e con la l' cfp;.\ gnmtionei la fame, e con la forza efpugnarlo. Filippo Spinola, Figliuolo. cL7X' di lui,con quattro mila Fanti occup Pontefturajfortendone do-^ p breuc contrailo mjlle ducento Frane eli a patti di non entrar' in Cafide, ma di pafhir per via del Mare in Prouenza. Ilofli" guano Aziv'^dQo pure dt Franceii fu abbandonato, meglio
&
ilimando \ ihoiras ridurre il vigore della di fefli dentro la_. Piazza. Cinto fu poi nel mefe di Maggio Cafale con tutta_ ji' Armata, non ollanteche i Miniftri q Pontelce s affitijcaiTero con molti oi:]tij,pcr diuertirne il penficro e e ne n
,
te aff dio
rtndiuo.
DA
Car-
422
DELL'HISTORIA VENETA
&
MDcxxx'CardinarAntonio, Legato, paffafTe in AlelTandria , indi a Tual Campo Francefe. Ma in pi abboccamenti col Du' rino, ca, col Richelieu, e co'Miniftri Cefare, e d'amendue le Corone, frollati incrudeliti gli odi), e i foretti auanzati , ftim flai meglio tornarfene a Roma, lafciando il Pancirolo col Hroii-:tfn'
I^/i7'r-|Ma2,zarini nel
^ji^aie
!?./
Piemonte a profguir'il negotio. Dunque la^ H guerra continu a fpef, a danni de' Sauoiardi^ perche dal acquiCardinale, oltre alle ValliairintornodiPinaroloa ancoilMar-
&
^aluzzo s'occup facilmente. D'altra parte il R , entrato nella Sauoia in quattro giorni il Fratello, haueua ottenuto Sciamheri, clV la Metropoli, e tutto il re\^h^edei Frarfihfo ftantc, cccctto Monmiliano, Piazza forte per fito,eper arte il Marche/e d V'ignoles, che la blocafe, fi port /iTt*I ^^ lafciato cfejcer^n, u Tatautafia, doue, fuperate l'oppofitioni del Principe Toimafo, e pafTato il Monte d\ San Bernardo, fi fpalancaua per
chefato j^^^^/,^^^J accolto
d
&
[tutto la ftrada.
la
I
nmc/re dei
i*
Sanala,
sheinttA
cominci a fcuoterfi da douero; ma, non volendo fciogliereTadedio, fi content d rallentarne gli sforzi, per nuiars^ al Duca cinque compagnie di Caualli con fei mila fmti Alemanni, giunti di frefco al fbido della Corona Il Cardinale > per la dimi* nutione dellefercito (uo, non credendo di far pi progrcil, de-
fauore, cupido di riunirfi al R> fi port a ritrouarlo, lafciando ne'"contorni diPinarolo le Truppe, che ben torto fi dileguarono per gli accidenti, in particolare di peiie, che tratteneuano pijr''anche aPonmentre^ tondticefi infiacchiti gli Auftriaci, ei Sauoiardi. Per calieri immobili, RuhehcH^l^^ fteflTa caufa fi rallentarono anco dal R i progreffi^ perche annonar^^^^ fofpctti di pcfte indotto a condurfi a Lione^ f bene pochi LodouicQ
&
Val di Moriene airEferc!to,adogar '^^^^ aiTalto da febre pur'a Lione l riport, doue, contra ilgup rt^ci r epLeato fto di lui giunte amendue le Reine, con pretc-^io di SottrarTiagg: a lo da rifchf, acquali il Richclieu Tefponena, i^ViiWi^no tutto Ltp:ie per intepidire , a danno del Duca d Mantoua , i progrefl dell'armi, e per abbattere il Cardinale dal pofio. I confidengiorni appreflb
fi
reftitui in
ciniHi
Lom
due
,
hi7 tatto
\diJh
[Ut ine
il MarcheReina Madre vi rrauagliauano con arti, te di Mirabello, Ambafciatore di Spagna, con profliuiio dogtiale,^ Corte par tito, n ro, quafi fcopercamente form aua
ti
della
&
cl>.
pren-
LIBRO OTTAVO.
h
41J
'
ftcffa Regnante. Trqiie-I ^'J^^^T^l^ rcndeiia principalifTmo luogo nendc borafche d'Armi, e di Corte, il Mazzarini portaua pr- nendci' ne Se !^^'"*' i di getti di Pace , conu/lendo tutte le premure degli Auftriaci nel-
rclcluder dall'Italia Francefi. Il Cardinale teneua veramente l'acquifto di Pinarolo per prediletto, ad ogni modo dalla Rcina Madre preffato con impulfi, anzi con precifi comandi Il lafciaua, per facilitar la quiete, indurre a reftituirlo , efprinicnJo a* mediatori, che aggiuftate l'altre conditioni, non_^ Ma, non reflcr;,-hbe la Pace per caufa di Pinarolo ftuibata p'oiendofi cleponere da'Sauoiardi la diffidenza deirArmiFrancefi, n dallo Spinola la fperanza di conquiftare Cafale cadde anco quefta volta il maneggio. Nel Mantouanole fcorre- fe^^acW rie della campagna, g' incendij deMuoghi, gl'incontri delle e >Cff-| militie pailauano per indifterenti fucceffi. Peggio era, chela s^^#^^pelle da' quartieri Alemanni penetrata nella Citt, deiiaftaua/"* ogni co fa ^ onde quante militie vi s'introduceuada'Venetiani,' nello Stato de' quali il male andana pure ferpendo, non ferui- 2/J?/^i uano che a riempire i fepolchri. Nondimeno non fi tralafcia- wu^iafe-] uano i foccori, tanto pi neceflarij, quanto che internamen- ''<'^* ^'^ ^^'^^^^"'' te prendeua gran forza vn peggior'inimico , ch'era Talienatione de'Popoli dal Duca, e Tinclinatione della Nobilt verfo Cefre.i S'aggiungeuano alcuni, tanto pi perfidi, quanto pi coperti,' che , fingendo confidenza , hora tratteneuano il Duca con falfi mnmm. auuifi hora l'atterriuano con vani timori, rendendolo ne'con ^'^f'^"^J'. figli, e nelle rifolutioni fempre vacillante, incerto. Trgli J/L^,, altri peffimi frutti accadde, che da finte notitie ingannato, ^''
.
&
Rcpublica aKodigo,
Villaggio aperto, per forprcnder'vn grofo conuoglio di viueri, che verfo Coito crcdeua pnilaHe, e ricerc d'improuifo Zaccaria Sagredo, che all'Erizzo indifpofto erafuccedjito nel Generalato de' Venetiani , che dal fuo canto con vn Corpo di gente gli fofteneffc. And il Principe d' Erte eoa due mila Kanti, e quattro cento Canali^ hn'a Coito, ma non trouato concerto del Duca, auuiTo del conuoglio, le neritorno. Air hora Matthias Galaffo,che ftaua ofie'uando Top[portunit del colpo, quafi in aguato, con quattro mila Farn l i^ e ott o cento C angili fi fpinfe ad inuef:irc Redigo , conftrin-J
Dd
424
MDC
XX-X
DELL'HISTORIA VENETA
i
fsrfoccoY
rerh
I
(elle.
i
citandoli
Fransefi
foidatiad arrenderfi^cmcendoli tutti prigioni, bench libert promeiTa ne' patti. Flutcon la vita haiieffe loro anco tiiandofi dunque nel Mantouano e nel Piemonte la Republica follccitaiia iFrancefi^che aconfolatione del Duca non meno, a freno del popolo inuiafero qualche a prefidio della Citt,
gencio
&
daiU Kef-Mica,
la fcorta
dele^
tona con ricurez.7.a. Ma il Cardinale; a lei rimettendo tutta la cura di quella ditefajFeccitaua anzi a rifoluere con yno sforz.o tata, da^ Richelieu dell'armi fue di fcacciare gli Alemanni da' podi, che incomodala^iepubli nano la Citt, gi che ilCollaltoftaua nel Piemonte occupato ca a/hdit col pi valido neruo delle ix)r2:e Cefaree. Con grand ardore & re din/or. eificacia faceua portare Fmianza , e perci , conueneniofi delino dalla cit g' Poetare in Senato , Pietro Fofcarini , Sauio del Configlio perfua, dendo difodisfarla, cos parl. Se fifero i?iflefjMi le rifolmo^ ^J^::;;f/;; Princp e che con femptemi Decreti fi reggepro gli Stati in s enato] 72i de ^ i'inl}attza.\ r^y(,ll,Q ci;a,no inodro difcorfo^ e l acidume ragioni al prfnte -perche pih tofto, che cercarle col lume di prudenza, che Dio accende negli anii mi, fi trouercbbero nelle memorie ^ doue fi regiflrano le regole, non fi gouernano g' Imperij con mafjme ; ben fi re^ precetti che, prendendo da tempi e daWoccaftone (Tolano co Igro Intere/fi
onde
ecct
,
^
Ma
profpctto, rapprefentano ^arij ei4>enticonnjarieta di Configli Non nego , che fin hora il concetto di cooperare alla comune Liberta con
.
armi au [diarie
cini
i
non fia commendato daW efito ^ perche Tedefchi ,foflenHta A4antoua con opportuni fiancati , e confumati dato tempo al 2{ Lodouico di giungere altAlpi , ha merifoccorfi tato la B^publ'Ca il titolo giufto di feudo , e tutela della Liberta Italiana Ada farebbe troppo ofiinata prudenza continuare fempre negli fleffi penfi.eri , e fprercbhe finalmente a trauerfo quel ^ento che ha fin hora fauoreuolmcnte condotto. Non fono le medefime le Per entrarui ,e goder della cal_ leggi della nauigatione , e del Porto la, ma contiienfi cambiare ilgouemo. Afolto ha meritato, o Padri, la
fccorfe Fra-nccfi
i
,
.
^0 wfira
Italiana ' coflan\a di fcoprirui foli vindici della generofita d'opporui , e refifer a Principi potentiffimi , d'affifiere alla rapone del Duca di Adantoua, fofiener la giufiitia dc-llafua caufa, difendere quella Citta con ^oftri danari
,
me-
LIBRO OTTAVO.
glio
5
,
425
M DC XXX con Zfo^iri perigli dd quefio ilge'aio della gloria , che ogni pkciola nube y che k fi opponga, la deturpa, e l'cccliffa. ^Bi fogna
dirla molte
toua
ti
,
s' fatto;
ma
qualche
C(yfa
danni prefenda 'venturi pericoli Fino che fi troua cinta da* PoHi nemici^ che le ftanno quei quartieri all' intorno ; che i foccorfi le fono contefi che neuefito d'ogni conuoglio s^az^rda la fua fuffiftenz^ che fi laio temo a' patenti pericoli ^mrano trame intelligenza e molto Chi sa che qucfta notte medefima tra pi all' occultifjime infide
fi-
dall'affedio diffa,
non
pero preferuata
da
,^
noflri formi
che certa falfa ficurezja concilia e lufinga con giufto in foHenerla fin hora ,non fia A4anapplaufo del merito confeguito
,
,
toua forprefa , e dentro le muraglie di lei manomeffa la noflra flefangue fparfo , l*oro profufo , i pericoli fafalute che giouerebhe il f 'vinti da' nofi ri Configli , e dalle noHre riferue necorfi ^fefojftmo
nemico, fnidarlo ,fcaccarlo , e 'vendica, e la7^erra,'vgualmen~ fangue A4arauigliofo a dire ,che poc'anzj tanto corage te 'violati off fi shahba pofto a fronte d'^vnEfercito numerofo^ e cagiofo il Senato
ceffarioft rende allontanar il
re col
^^
,
rico di trionfi
che dall
la fama
che recano , quafi ombre della paffata Fortuna , fuperfiiti a* patimenti, a difagi ,alla contagione ^fo luiamo ci, Papochi prefidij
dri
.
con fi5 che nella Superiorit delle noftre forze gli combatteremo all' hora goderemo con quiete curczia,gli fcaccieremo con gloria^
il frutto
auuentura non fono quefti pochi Alemanni il miferabiie auanzn di quella 'veterana ?nilitia, e h abbiamo ncceffitata ad allargarfi
pericolo
egli per
^ual
puh
incontrarci
medefimi, che aguatando ad ognipaf non hanno mai potuto impedirli, non che fato
quei
,
che deono
il
quegli ftef
f non du-
che
s'
affacciano
fouente a
noflri conuogli
Ada
ncruo pi 'valido delle forze afcortar i jcciorfi , perche pauenteremo per maggior premio a cimentarci 'vna 'volta con la Fortuna Supponiamo per horrido cafo
Adantoua perduta
jlia
da
chi
ha
/'
Dcmi-
42(?
\u
DELUKISTORIA VENETA
^
DCXXX 'Dominio
fate
terli
Saranno forf dagli Auflriaci riputate minori tojfefe paC delt ingiurie -pre finti io non so 'vedere differenza da combatdalle muraglie di
Mantoua ^ ad
,
affalirlinelle proprieTrincere,
di Principi potenti ,
offefi
Troppo
c'ingan-
^ credere gli Anftriaci contenti delle noHre attioni paf. placanti per lo rifpetto prefente f delie cofe fuc cedute
.
Ma
non dobbiamo
offenderai
pentirci
vih- (Tuflij
perche 'vorremo a[tener ci da nuoui tentatimi , quanto non mirano, che a leuar loro il modo d*
fopr
io-
4a chi ci afficura^ che lemanni a mendicar il non <venf ano appunto fopra di noi a cane eli.ir e il rojfore dellamd riufcita intraprefa ? penferanno a pafxr in Italia quelli che de' loro compag'ni non ifcor peranno altre 've[ligia , che il [olo [epolchro Ala quanto faremo pi e[pofli all'offefe quando nelle noftre "vifceterranno il piede ne* pofliy e che tale il Alantouano pno dirft re doneranno a cofto di tempo , e di fangue forf nella Citta , che f cercar nuoui acquifii Aia 'vengano pure altre quadre , chi non 'vede , che le occupa il Piemonte i che il Duca di Sauoia le chiama, che le confuma la pefte, che la ^anchezja, e il difagio , appena,
[angue de'pri ni
,
.
(riunte
le
fente
le
de ,
ci
c^
inuafoni dell'armi Franceft attraggono al preloro attentioni , e le forze ; e pur noi ancora ad 'vn ^granAmico , che due ^oltc a noftra infanza ha fopra ighiac-
sbandai
l'
anzi ^^ ha trapafjate in per fona ^ dobbiamo quefla gratitudine di fecondare i fuoi attacchi coli' armi i altrimente io temo , che fi fiancheranno j 7. n rr. 7. ^ J: r^....:.y -. ...a..: ^^r.
da
fuoi potentifftmi
l'Alpi
vette
fo
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pi peculiare della Fortuna. AAa nelle cof ardue ydoue dal pericolo non s'afcolta ilConftglio .conuiene rimettere qualche pafo anco al Cafo , perche quando pure per impenfati accidenti l'eftto nongiu-
totalmente la prudenza, e la necefftta di que^h decreto, ci afsoluera almeno daUoftmi, e de rimproueri della fouerchiarijerua. Erano gli animi di molti da quella opinionerapiti, ma,
flificajfe
contradicendoui , oro per quelti Gomm Nani, Saiiio auguro del Configlio, in tale ientenz^a. A' Decreti della Patria de' tempi non pop lictiffimi euenti, A^la nella lroAia agitatione
altri
LIBR O OTTAVO.
427
M DC XXX trometterli , che quali la conditione delle cofe "permette molto anguNora la fperanza ne agita, hora il timore ne conincerti fti
turba
M^ l^ -prudenza
e ci fermi
co [tanti,
tra
le
Grande felicit
fortuna.
configli
,
della l^epublica
che a
n augurare miglior
La
e f
il
defraudato
cipe
;
Mantoua
s'
/'
Italia
nofri interefft
Confini fi trouano illefi , f non da minaccie ,e da pericoli, da inuajioni . Che occorre prouocare la Fortuna pik oltre , tentare
almeno
reftano alcuni Alemanni alla cuftodia qualche poflo j ma f fono tali , che ci paia di 'vincerli col folo di" di fcorfoy perche tanto 'vogliamo temerli, che lafciamo condurci adif-
<*
perati configli
ceffita
non
e'
induce
rimediando a
mali
preferiti ^
affrettano
pofti
,
le
'venture calamit
,
Cederanno forf di numero ^ma prcualeranno d'ardire, e di necef/it, perche non refla loro e he la Non s' ha ragione di fpr e zj^r li , gente ag* difperatione e le armi auuezza a combat^ (Tuerrita da gli anni, infierita da' patimenti che, f contra le muraglie di Alantoua ha tere folta a 'vincere, [puntata la ferocia, "vorr in Campagna^ doue inuincibile fuoi' efifere la natione Germana rifarcre con decoro i danni patiti di preda e di gloria. Io [limo queiTedefichi anco n" loro quartieri, epauento infeme di vincerli perche combattendo occupando que'pO'fi, mifchandoci co' "vinti incontreremo in pik fiero nemico. La Pefte infetter ti noftro Efercito e coli' Efrcito finir di contaminare quanto e di confumare lo Stato 'RJcQrdiumoci quante cure tempo ^ quant oro la raccolta di quelle genti ci colia ^ e (opra tali
fortificati
cufioditi
muniti
rifieffi dcic/er:aj7to
preferuarfi f deono efporfi ad inutili rifchi , a pik necejfari cimenti Lafciamo pure , che ne dif agi , e ne' morbi confumino i nofri nemici , che a noi non compie col pericolo fi del nofro eccidio (olecitare la loro ruina il Cielo fatto Aiinifiro
,
. .
co'
flagelli della
,
Natura
io
punifce
i
le
-,
loro fce-
leratezse
'
Dallvna
parte
lo conf'jjo
imo fi
nemici dall'altra
temo
428
uDcxxx^temo
i
DELUHISTORIA VENETA
fortuiti accidenti dell Armi,
,
noHre incontrarft
i
fm
so quello, che polla dalle che la fortuna fuol deludere accertati configli, s che puh fonuertir in momenti la Gloria
Non
^efio
so dijcuro,
Dunque
linea della
conuiene
rife
,
no^ra^e della comune falute Adifuriamo lo fiato, i tempik tofto con 'vn pi, le forze Speriamo forf con 'vna ^vittoria, vantaggio terminare la guerra rifurgera pik poderofa , e pikfieray quando 'vorremo riuolgerci a prouocarla Non pojjono forf retroce^ inuiav gli Spagnuoli <vna parte aere gli Alemanni dal Piemonte ,
.
mofe
rinforzino
pojti
e' in-
A4ancano forf
officina^
i
alla
Germania
che di guerrieri
,
foldati , e gli
,
Efere
,
iti
Armata per rifarcire fopra di noi pra che a grf truppe i loro danni e tinfulto Horamai Tjediamo Gi intendiamo ^ che il l^alHain s'ojfecalano di nuouo da monti.
la frada d' ine aminar 'vn
rifce et inondar
l Italia d'armati,
^
Alinijiri
ria
il
furore
e la crudelt.
diamo
da
Eferctti
cred' io ,rifpcttato fin ad hora le co f noflre , i confini per l'equit , e necefftta , che nelle noftre rifolutioni conuengono conjfe(jare i no-'
ftri feffi
,
Nemici. Ada f con armi offenfiue ^vorremo ferirli, ir* ritarli cV grande apparenza , che con pik graui colpi incitiamo fo^ pra di 77oi i re entimemi di due grandiffimi Principi, Ve' [oc corfs f Franceft non parlo perche impegnati nel Piemonte non "vha mo,
,
do di goderli 'vicini
gli,
Dunque feonuolt e
auantaggio
,
le
noftre
maffime^i Confa-
anzi
^K'^^ noftro
e foli muoiier guerra agli Auflriaci^ In cieUbcratione st graueponderia/mo cfitta.mente i prefemi co' 'venturi pericoli^ e f LaLi&er\ta il noflro I{egno, ricordiamoci che la moderatione, e la Pace:
,
\fcnofempre ftati i fuoi pik fedeli Cuftodi Dopo qualche fliittuaItione QQ^ animi, ognuno alle cole dette aggiungendo > \)Qt pi cautf g,.,iT.^J^ivna^ per l'altra. parte nel Tuo cuore motiui, a' Mi\ceti^ia.' ipreLialfero i pi generofi coniiglii &: a cGi ipiacenz aj.ie
,
'
nilb'i
LIBRO OTTAVO.
nillriFrancefi, fu
ftilfe la
429
^^^^'^
marchia,
&
gli
Alemanni, che
predetto
il
relcia] d'Etr
fcial
mMantoua con
dinario della
Corona Francefe, e
oftentare
tereffi
,
&
patrocinio, che voleua il R prendere diquegl'lnhaueua trouato il Duca molto turbato, e perpleflb,- ma. ilDu m^u^^
perche, folito egli per natura difcorrere pi tofto,&intrapren-/^'W>. dere le cofe grandi, che coftantemente pcrfettionarle , trafitto da cure acutifTme, pareua fotto h mole del nuouo Pnnci- peraUrui pato depredo. Non gli mancauano occulte lufinghe da glini--/'^'^''^^'^'** mici, e da' finti Miniltri peruerfi configli, effendo altrettanto circondato dalhnfidie , quanto abbandonato da' fentimenti fin- ^'^'^^/^ ceri. Difpiaccndogli tutto d, che s'operauaper fiia ialute ^^^Zltt non volle confpirar' a' concerti, acceler con gli altrui danni ligure! la propria mina. In vn abboccamento del Marefcial colSagredo rifolura l'imprefa di Coito, perefeguirficoH'Efercito, che laRcpubiica accampana in Valezzo^ {\ ftabih, che parte del Prefidio diManroua, fortendo, ingelofiffe altri p fti.' Ma, bench foller quelle genti della Republica,e ch'ofFenire d accrefcerle con altri cinquecento Fanti, e trecento CaualH, Carlo jadducendo, che reftaua con la Citt mal munita, vi diflenti! ^#^^
&
|cos
apertamente, che conuennero alterare \\ decreto, e jj-o- '^'^^^'^-' prefa di uarfi nuouo inficme i due Generali. In tale pendenza Mi-' Qoito chel Friuli, Proueditorc nel Veronefe, Icacci da Ponte Moh'no, e daOfliagli Alemanni. In quefta Terra, che, perlehabitationi, e pel fito fopra il P, di qualche momiCnto, haueuano prnna 1 Popoli tentato di tagliarci! Prefidio, ma vanamente, perche ritiratofi nella Rocca, e fopraggiunto da' luoghi vjcmi foccorfo, pot ricuperare la Terra, ancorch a fomento degli habitanti dallo Stato Veneto foffe qualche militia concorfii. Ora, prefi^ntatoii il Pnuli conmagc^ior'apparato, corJegul, che gliAlem.anni rabbandonaronofenza volerai difendere. Anche alla Volta il Quirini, Prcueditore della Cauallcna prefe pc fio, evi lafci a prefidio Cofimo de'Marchefi del Monte. Ma Timprefa di Co ito, chendla celerit confifte<^\
.
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4^0
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D UlIirU
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VIE N E T A
ua, f infclGemente dalle dilatiom corrotta^ perche, peneperlHn-\ ^ghezzem trando gli Alemanni i concerti, richiamarono con grande^ tenotta- celerit del Piemonte vna grofla banda di truppe, oc il GalalTo entr in Coito con venti Infegne di Fanteria, applicando a fortificarlo . Ad ogni modo TEtr , ilSagredo ftimaua, che, prendendofi pofto a Riualta, fi copriffe Mantoua e di Coito fi facilitale l'acquiiio. N meno per tal tentatiuo pot l'animo del Duca efpugnarfi, onde fi conueniuano cambiare ogni giorno i progetti^ anco fi ritardarono, perche il Signor di Sciabant, che portaua la parola tr*due Generali, cadde in vn'aguato prigione de'Tedefchi; onde, fofpettandofi,c'haueirerofcoperti idifegni, fu neceffario alterarli, dando fempre pi tempo a gli Alemanni di rinforzarfi . La rifolutione confift finalmente, che l'Efercito della Re-
___
&
&
forgendo'
fi
comma
rin.
o a
forzai
de
Ce far et .
centra 'quali fi
Wkouono i Veneti da
ValezzQ,
pubhca daValezzo paffafie a Marmirolo , & a CaftiglionL, Mantouano, Terre di gi preidiate, ma che hora pareuano opportune, per alloggiami col groiTo, affine di prender poi dall'occafionc il configlio, f Coito attaccar fi douefie, pur' affalire alcun altro de' quartieri Alemanni, almeno diuiderli, e incomodarli. Per ifpianare al difegno la ftrada, precorfe fina Villa bona, e Merengo il Valletta con tre mila Fanti, e qualche Caualleria, fcortatocon maggior neruo di gente dal Candales,edalQuirini, che a Valczzo fi ricondulTero fubito, che lo videro dentro queVpofti hauer dato principio ad aliare il terreno. Poco appreflb venne ad afialirlo con gran vigore il CaIa,iro, e f bene al primo empito folfe brauamen-
ma sbara
gliatt
,
auanz,are cinque cannoni, comodo quell'imperfette trincre, che i foldati, reftando fcoperti, cadeuano a lunghe fila slVI campo. Conftretti di cedere al furor degli aggreflbri, ch'entrauano da ogni parte, il Valletta ferito reftando infieme con alquanti Omtiali prigione, fi difperlero gli altri, ognuno cercando fcampo . Alcuni , tra le fauci delle fquadre nemiche paffando, peneti-arono in Mantoua, altri (i reftirnirono aValezzo, e quefti con maggior danno di quello haueiTero potuto infefatti
te rifpinto,
nondimeno,
minci a lacerare di
rir
<JQ^
gl'Inimici, perche
JJP e ricoli ^
In
LIBRO OTTAVO.
4.?i *^dcxxx
In effetto il quartiere di V:ilei7.o di graa giro^ e d:i deboli trincerc mLinito, rilentiiia alliii qiiefto colpo, e pe'l numero delle militie perdute, difperfe, &: anche per molt al-
tre, che i trouaiiano diuif in pi pofti, e non riufciua facile richiamarle j perche il Galaffo, fecondando Tafpetto di cosi
Fortuna, formato celercmentc con altra gente , che gli sVni, vn corpo d'otto mila fanti, e mille cinquecento Caualli, e marchiando a quella volta, non daua luogo a prouifioni,anzi appena a configli. Chiamata frettolofa mente confulta, fu col parere del Candales, e degli altri Capi dell'Armi deliberato di preferuare TEfercito, ^^l che non fi credeua di poter difenderai] pofto. Dunque col miglior'ordiil tempo, fu ritirato in faluo ilj^^''^''^/'f"J ne, che permetteffe il cafo, Cannone, aria la munitione, e comandato alle muitie d ni-'/> Eferco: caminarfi a Verona, a Pefchiera, per ripartire i prefidij s'allumaallo Srato. Il maggior numero tendendo per la vicinanzia^ Falezzo. verfo Pefchiera, il Galaffo, c'haucua fperato d'opprimere^ con vn iol colpo dentro il quartiere le truppe migliori della incamin dofi verfa Rcpublica, vedendo fallito il dileguo, lafciato Valezzo da_^ Vejthiera, parte, velocemente l'infegui, e paffando per pi hore fcaramuccie diucrfc, particolarmente a Caftel nuouo la mifchia_, fi rifcald con danno maggiore de* Veneti, de' quali alcuni, valorofamcnte combattendo, caderono, altri fi diedero' ''^/f-^i^'f* "'" vilmente alla fuga, lafciando alcune Infegne in mano a'ne-L'^yfo., mici. Fu veramente maggiore la fama, che l'effetto della vit-| chevien toria degli Aufiriaci, pochi efendo dal canto de' Venetiani:^""'-^"/'*' 1 morti , ma ni gran numero gli sbandati , alcuni de quali , timento, in particolare le Corazze, abbandonata la fede del giuramento, per Toccafione di preda, infcftarono con molti fualigi'l Paefe, ch'erano tenuti a difendere. Il Galaffo, non volendo pi oltre fotto le muraglie di Pefchiera impegnarfi> occup fenza contrago Valezzo, abbandonato da Cornelio Vimes, ocettpmdo che cuilodiua la Rocca, e credendolo pofto capace, per dan-jr^^zW^/?, neggiare la Republica, e per impedire aMantoua ifoccorf,!^^^^'*^'^ con pi riftretta fortifcatione Io cinfe. Accaduto a' trenta., di Maggio cosi infelice fucceffo, la fama fubito lo diuulg, dilatando in pi luoghi'! t imore, e col timore pericoli di pegfaiiorciiole
&
&
&
&
g,iori
M De XXX glori accidenti; perche, non folo gli Alemanni fcorreuano c dando/i campagna, inferendo moki danni, ma s Vdiuano pi fiere U car/eg. la [par U minaccie d'attacchi in Friuli, in Lombardia, doue due mila fanti con alquante Compagnie di caualli moitrauano d'affalire i confini di Bergamo , e di Crema, vn groffo d' Alemanni, che per la Valtellina calaua, fatto alto inTraona, paj
-Hi
&
&
pa/l de'
Monti)
;Wi|e.
i
\fempre Senato
Galaffo pure poteua, prefentarfi a Pefchiera , auanzarfi a Verona . Ma i vincitori di rado poffono intraprendere tutto ci, che la Fortuna configlia, e de' vinti fuorelfere fem|pre il pericolo maggiore del danno. Veramente in Venetiafi turbarono gH animi a tah auuifi; ma, niente vacillando la coIl
j
4
!
gouerno, e la fedelt de popoli, fi conobbe, che jfccondare le profperit folo da priuati, ma ch' proprio de* Principi contendere con le grandi fciagure. Fu del Senato la priIma cura confortare il Duca di Mantoua, promettendogli gajftanza del
I
giisdl7o,'^^'^^^^ pro-ntezza, gareggiando ognuna con offerte d danari j'^ggioyefe e di genti, e fopra tutte fegnalandofi Brefciaco!]'eshibire,che
l/omV
igliarde affiftenze, accioche dacafi auuerii abbattuto nons'abv/4i?<?C/?-'bandonaffe a' pi disperati partiti Poi a' Rettori delle Citt ^^^^^^^ animando i Popoli in si grane pericolo. manc in
.
huomini t\ Territorio prenderebbero Farmi apro\/cia prtl^. pria difefa , e per tutto ci, che occorreffe. Al Sagredo fu daUi^aisKhe. to per fucceffoie T Erizzo, con titolo di Proucditorc Generaile dell'Armi; duQ mila fanti, giunti per mare di Francia, fr^ifiprargiu irono di opportuno rinforzo a'prefidij, con altri due mila^ yeMiiine dell'ordinanze di Padoua, e Treuifo, ire Per aroiTe leuare furodifinbuitc patenti in Dalmatia, & in altre Prouincie oltraIrdmait ^^^ HemDA\ manne , vnendofi anco, e rinforzandcfi F Armata nauale mMta II Dyca di Rohan , condotto con groffo ftipendio e con obli^^ Icuare , Occorrendo 5 dieceinila foldati^ fu, per tr.^ttcnerh iam^.re.^^ lappreffo il Generale, efpedito. Con taH prouifioni afiicurate momenti da ogni atnxco le Piazze, non reftaua, che per \poffetr7f, M} [curo /<L^; freno alle fcorrerie degli Alemanni in campagna. A tal fine \Pi^z%.e, s'incorporarono a' polii cpporcuni mMtQ pagate co' Paefani, e Marco Giulfiniano, Proiieditore oltre, al Mincio, rimeffofi linj:ampagna con quattro mila foldati, s'accamp a Lonato dando
\t'AB-e
^^^''^^ ^^^^^
I
'
LIBRO OTTAVO.
dando
a*
4?5
^
-^
1.1-
Popoli grande coraggio j onde i Tedefchi in varijin-'^-^J^^^^^^^ in pi luoghi rifpinti, e battuti, lafciato preiidio p^v/Jo/^/f contri, in ValcziOjf riconduflero finalmente nel Mantouano. LaRc-j cefare. publica, inuigilando da quella parte al bifogno, ordin alFEriz:-! f^-^^>P^<?zo che per qualunque ftrada fpingeffe ad ogni rifchio in Man^^ tona mille Fanti con cento Caualli , e qualche danaro. Ma_, j^ykondlJo conuenendofi concertare col Duca la via dell* ingrelTo , Qg\i\nondMa con varij preteftialle gran diificult n'interponeua delle mag-!rt"^o. P'*' giori, a tal fegno cheTEtr ne viueua crucciofo, vedendolo! ^''"^ per le fuggeftioni d'alcuni, che teneuano co'Cefarei c:ontinueh^-^Y>^-^^^ ccrrifpondenze, difpoilo a qualche accordo, a riceucr^L- {^^roaor//-
&
i'^'^^'''||'
&
in P'.;rtoloro prefidio.
Viuamentegli dimoftrauano
col fe-parare
y
Miniftri
-p-
/ebeneco
Fraixefi,
&
Venetiani, Chcy
fi
dacomunii/uoipar-
ticolari trattati,
npHgnan ^'''^"^^
Lega
per
ftcureTja di ci, chegli^enijje promefjo, e che dall* ingratitudine efc Info per fempre il ricorjo agli amici , e riceauto 'vna 'volta il giogo de'
prefidtj
,
In fine
Duca
dopo
nuouo foccorlb Veniuagrandemen te contefo dalla difficult del camino, e dalia peftc, dilatata per tutto lo Stato di Lombardia con tanto terrore e mortalitacche fi confondeuano ben fouente neircfecutione i configli. Ad
gli, affcrK
Unaimm
tcaccata^
t'u
diriceuere
ogni
per ten-
da Caftiglione delle Stiuere alcune Truppe A]emanne,che tentauano d'inueftir quella Terra,s*jmpofer!> di Cancro, ira,refif'endo la Rocca,e fi3prauuenendo molta genite al Tocco rro,fi ritir Non riufcito con gente vnua introdurlo, :s azzard con fpingerne alla sfilata. Alcuni da' confini delVeronefe entrarono; altri ducente cinquanta dal Capitan Carlinxane condotti, affaliti per ftrada, reftarono dilperfi, non per in rnodo, che falui non ne giungefiero alquanti con qualche poritione di danaro, che in monete doro portauano addcfc. Dalila parte di Brefi:ia efpedito dal Giuftiniano il Caualier Gori, m pi Fiorentino , con altri ducento cinquanta Fanti, ammazzate fo- rdte/ co pra la ftrada alcune guardie Tedeiche, felicemente vi ca- ducono in pit. Ma le prouificni bimane a niente valendo conti a le MantQUatarlo, e fatte allargare
.
prefcrit-
.^
434
DELL'HISTORIA VENETA
MDC XXX prefcrittioni del Cielo , bench il Caualiere della Valletta, col fuo Tenente , e col Sciabant fuggito dalla prigione di Coito
da gli Alemanni fcalc, ponti, e pettardi , che probabilmente doueuano feruire alla forprefa di Mancoua, ad ogni modo la Citt , con negligenza guardata, pi tofto dcue aper con tradimento venduta, prono la notte dopo i diciotto di Ludal t^fi Gli Alemanni, accoftatifi quietamenTradmen glio il Tuo fiero deftino . nelfilentio del! ombre al Lago al poflo detto della Palata, te to la jira da. vi calarono alcune picciole Barche; fopra Carri condotte, tacendo vna guardia vicina de' legni armati de* Venetiani, perche da chi tradiua la piazza le venne importo di nonmuouerfi in quella notte, ancorch rentifFe rumore, mentre doucua introdurfi foccorfo . Dunque fenza difturbo pafati prima ti^ picciolo numero, e poi col rimandar le barche a nuouotrafporto, ingroflati, gittarono col pettardo a terra la portai tragittangli del Cafello, doue con la guardia di fue fole militie ftaua il dou alloggiaua l'Etr. Al primo rumore il Durante- alemanni Duca, ^dal lago che alla vicina porta di San Giorgio teneua il quartiere, voabbatto^ leua fortire, per dar fopra gli Alemanni al porto, douefeguirota Torafporta-i ua l'imbarco, ma, trouando le chiaui occultate, ta del Cate lemunitioni, fu priuodel modo anche di far dalle muraglie fidlo. fopra gli affalitori tirare il Cannone, e imofchetti. Fremendo per tanto procur con Francefco Orfino de' Duchi di Lamentana, che con le prime genti della Republica s'era in Mantoua introdotto , e nelf affedio haiieua dato pruoue-<^ di grande coraggio, d'incontrare il nemico, ch'entraua pe'i Cartello, e per la porta di San Giorgio, col pettardo abbatnon di- tuta, perche vn corpo di guardia, che alla met del Ponte^ fimbati hauerebbe potuto impedire ilpaffaggio, ingannato da' traditori coli' ordine fclfo, gi dato alle barche, haueua, permeffo, che vi s'accoftarte il nemico. Ma cadde morto al primo incontro l' Orfino, 6c il Durante, ferito in faccia, reft con
riferifTe prepararli
}
,
I
&
&
Onde, mancando! capi, s'ingombr il tutto di confufione, come accade nelle fa t tieni notturne, doue la virt non ofTeruata fenza premi) comaltri
batte
la vilt
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copre-
Solo
il
per
dift rahere
LIBRO OTTAVO.
rei
4M
^
forze, da Veneti fi difendeua; ma prefto fuperaie grida aiiuertiti , e dal clamore , che il nemi infieme le anche co, fatto padrone della Citt, fopraQ:giungeiJaallcfpallc, con-MiBenT^ uenncro cedere^ alcuni, cercando fallite nell'acque del Lago ^de^cnLtl vi s'afFor,arono > gli altri reftando in maggior numero tutti tagliati* Cosila guarnigione per, vccifi nel conflitto gli armajti, pofcia gl'inermi, trattine alcuni pochi, che preferendo la |Vta, e la preda all'honore, e alla fede, vnitifi a gl'Inimici parteciparono del Tacco. Il Duca colPrincipe,ecolMarefciaI J^r^^^-^ Id'Ecr al primo entrar deToIdati in Cartello, frettolofamen- /^l'^^^^J jte in Porto i ritir, doue la Principer Maria, ialnataii prima cainvou co' piccioli ^-g\\ invn Monafterio, e rispettata pe'lfeflo, eper/o.
tempo
ftcifo le
qiicfti dalle
la
parentela coirimperatrice, volle parimente introdurfi. Dej gli habitanri neffiino alla d\k\- fi moffe, anzi alcuni applau-| nsA dendo a' Cefiirei ,& efponendo dalle cafe co' lumi X hquX^^' cm
d prefcruarfi,
u
in
Ln periati ^crederono
fa
maprouarono qujnro
pof-
P^'^^'^
Tinfolenza di militic vittoriofe, e crudeli, perche da' foda-v^'JJ^^ ti non diftinguendofi , e da' Capi trafcurandofi quel!' inclinatione, che verfo l'infegne, Se il nome de gli Auftriaci haueua quei Popolo in-clice nodrit, niente di profano, di lacro redo illefo dall'empiet, dalla libidine, dalla fierezza. Il Tacco dur per tre giorni, ma l render per tutti i fecoli infame, perche Tafpetto d'ogni calamit vi fi videhorridamente con rutti glieccefli, che a' vincitori fuggcriuanola crudelt, e la licenza. La Citt, per molti anni crefciuta nell'otio, e_^ nodrita nelle dclitie , diuennc fpettacolo di deplora nda miferia; rapiti i Fanciulli, e le Yctrgn'^ fpogliate leChiefe, Taccheggiate le Cafe, ferro, e fuoco per tutto, ad ogni pafo apparendo cumuli di cadaueri , e d'armi, torrenti. di fangue, e di lagrime Haueuano i Duchi in lunga quiete raccolte coT^^ pretioTe con tanta pompa, che, profufi in oftentatione i TheTori, pareua al prefente, che il lulonon TeruilTe, che a' funerali della Fortuna, il Palazzo fu manomeffo, e per tutto fi trouarono tante rarit, opulenze, che il valor della preda Tuper la memoria di qualunque altro Tacco Fu tuttauiabrejjcmenre goduto, perche Ijio, giurto Tuperftiteatutti, debell bcnpre[fto i vincitori ccn la conrcigione, e con aceibifiiine morti.
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publica Fama, che Cefare fteiro,giuftamentecommoffo alle che vi f cf efecrando commeffb, dcre Ralle le \da Cefare l^effoquel cagioni , non che gli eletti di cosi tragico euento, e ch'Eleonola detc^a- ra Imperatrice deplorale eoa lagrime amare l'eccidio della^ bl Vitto Patria, e le calamit della Cafa Paterna, moki predicendo , che nel fangue d Mantoua douefle naufragar la Fortuna de gli Auftriaci. Ritiratofi, come s' detto, in Porto il Duca con.-, molta confufione, appena entrato vide per vltima linea deltraneceijita,\d\mQnto darli fuoco alle munitioni, onde conuenne accordar' \iolmca [\g^Q^^Q feguente laref con patti, che il prefidio della Repuliberamente partiffe. Egli, il Figlio, laNuora, i piei2j./yi!^;'it>lica ^7;2l?cW^JC)^^ Nipoti, e i'Etr, da due compagnie d'Alemanni a Cauallo fcortati , andarono nel Ferrarcfe a trattenerfi a Melara, e lanf.1. fu il Duca ini pure fouuenuto dalla Republica con danari, per foftenerfi. Principe, doppiamente infelice, perche all'acerbi ^ t della Fortuna, che lofcacciauadagliStati, s'aggiungeua la ^^^^^^^^ del Mondo, che gli afcriueua qualche parte di colpa, f' ^lln^ufe mantsnu'})^^'^^ in effetto egli non poteua efTer accufato di altrove non ch^
notitie di ci,
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HISTORIA VENETA
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l'i puffaft'n
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in particolare il Maixhefe Giouanni Francefco, cometradimento di Mantoua, e Carlo procura d'indagarli ; ma prima nella confufione delle cofe, e neli' impotenz^a , poi rimeiTo con la pace negli Stati , per rifpetta a tefare , didmulo , e (come Principe nuouo) conuenne afficurar gli animi, con fidarfi di tutti, e riceuere nello fteffo grado icolpeiioli, e gl'innocenti. Marc' Antoni oRufiuello, Refidente della Republica, fi permctteua nella Capitolati onedVfeiremfieme col Duca di Porto, fc vi fi troiiaiTe, cosi frettolofo c&ndo ato raccordo, che non fifa pe u , chivifofTe, chYmanca({<^^ Ma egli tra primi era llato nella Citt fuafigiato da ^i Alemanni y e tratteniito prigione, fin a tanto che Cefare^, riflettendo all'immunit del Carattere > ordin, che fi rilaiTaffe l iDurante, e gli akri Orltiali di guerra con groffo rifcatto ri-| quefio colpo della caduta d i^Mag[ cuperarono la libert .
rei del
zaga,
LIBRO OTTAVO.
437
^^^ tona grandemente turbati i Vcnetiani deplorauana con ragio- " ne tante cure, tant'oro inutilmente impiegato , tanto fangue con infelicit fparfo, e tanta gente miferamente confunta-^ altri perche, hauendoin piti volte introdotti in Mantoua, pofti quattordici mila de* loro foldati, fi numcraiiano quafituc|ti e/h'nti, ncllefattioni, da' patimenti, e da morbi. Dujbitauano anco, che le militic, ch'erano nella Valtellina, finigeirero da quella banda attaccarli j per diuertirevna parte del-| le loro forzie tra' monti, affinch quelle, che alloggiauano nel! aj^alita Mantouano, poteflero nelle vifcere pi viuamente colpirli Ad ogni modo, aggiuftandofi alla fortuna, &: al tempo, ordina-^ rono con intrepjde2:za la cuftodia de' loro contini, abbando-' ^^'^"'^^ nati, come inutili, Caftel GiufFrc, e gli altri luoghi del Man- '-^.^^^pj tonano, dopo demolite le fortiiicationi, e ritirato il Cannone., co^>^k. Gli Alemanni, contenti di cos importante conquifta, non s'j applicarono, che a gli affari del Piemonte, donde f lorofor- ^^^^^^ ^ fina i.\i fcacciar'i Francefi, e ferrarli fuori d'Italia, ben com- e efave no in preda. Pot,/? riuoU' prendeuano ceder'il redo in loro arbitrio, ^^''''^ per ci applicarfi la Reoublica a reliftere con minor difordine alla pefte , nemico pi fiero, che diuoraua ogni cola indi-;'^'^'"''"'^ ftintamente, togliendo lemilitie, i popoli, e i Capi, fendo! morti tra gii altri Giorgio Badoaro, Commilfario in Campo , e '*"'"^^^^Marc' Antonio Morofini, Caualiere, ProueditorenelBer^ama- fl!!fJ!l^J Jio mentre XT r rr \ r> r ri--TS Ico. Non omelia la cura dello Stato, rurono eipeaiti Proue-|i7 senato ditori fopra la Sanit, nel Padouano Giouanni Pilani, e Luigi'/?er/e/?roValareTo, Caualiere, nelVeronefc, mentre, anco in VcnQtia^'fi^^^^Pprorotto il male con gran violenta, dopo elTer andato per qual-j^^*"^""^^^ q'^^^^^^^ [che tempo latentemente ferpendo, fi ricercaua vigilanza, idifpendio infinito. Veramente n regole migliori, n ordini jpi puntuali poterono darfi, gareggiando con raro efempiola canta publica, e la piet de'pnuati. Onde, procedendo il igouerno contenere immutabile, mai s'omiferolefuntionide' j/oliti Magiftrati della Republica. Non fi ricordauano i Senaitori d'hauer veduto nello ftelTo tempo da tante parti la Pa!tvia velfata ; perche anche da quella del mare infurgeua ben grane borafca, accioche non ve ne foffc alcuna, che non_^ Maria_, jPortalfe trauapJio , e non ricercafie coftanz^a
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DELL'HISTORIA VENETA
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gheria. Figliuolo di Cefore, con RLimerofo ftiiolo di Calcele con pompa degna i tanti Principi , a Napoli giunta , intendeu di pafTar'a Triefte con la fteffa Armata Spagnuoiajin^roffata dalie folite fquadre de' Principi Italiani , perche il camino d
terra per
W\e Catio
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[d'^ghc-
Milano veniua dalla pefe interdetto Ci, per offendere il dominio del mare, non patena tollerarfi dalla Kepublica, ch'offeriua tutta, parte della fua Armata, per
,
Genoua
ricufaiiano gli Spagnuoli, allegando il timore, ancorch falfo , che foriero anco i legni de' Ve ncti dalla contagione infettati, L* Ambafciator di Spagna ,
la
feruir'al trarporto,
ma
credendo, che il Senato, diuertito da tante cure, folle per condefcendere al pregiudrtio, gli partecip il tianfito della Reina coir Armata della Corona, chiedendo, che f accade ffe toccare i Porti della Republica, vi foffe accolta con buon trattafa, di
menro. Ma in rifpofta fent con grani ragioni vn' aperta ripulche moftrando i Minitiri Spagnuolidifgufto, minacciauano di paftare anco fenza confenfo Fj per tanto dal Senato commeffo ad Antonio Pifani, Generale dellfole,. chevnita, vSc accrefciuta l'Armata con le Gaieg di Dalmatia, e d Candia, e con dieci Vafcelli armati per que(F occorrenza, s* cpponeife alfingreiro, e combateffe chi con Lco^n armati vokiTe tentarlo. Nello fleffo tempo fece alla Reina replicare-^ TofFerte di condurla con le proprie Gakx^, & efprimer' in Roma da Giouanni Pefari, Caualiere, Ambafciatore, & in Napoli da Marc'Antonio Padauino, Refidente, che, f alla corte.
ende git^^^
dell'
5p5fl/r: dell'
vfierr.e^
la Reina tra le battaglie r e i Cannoni nozze. Non ardiuano a tanto cimento azzardarla Minillri^ onde, fofpefo il viaggio tino a nuotii rdini dalle Corti, fu poi la Republica con degna forma ricbieiia di prei
Armi, conuerrebbe
Uolpa(Joyt
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con tale trattamento, e magnificenza, che nelf anguflia \f:e/pljud. d amere p de' Legni i vide abbondantemente raccolto tutto ci, eh un -'uri a ^Sni el emento fomminiflra alfvfo delufl, cz al decorQ _dene
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d'Abruzzo giunta in Ancona , Antonio con tredeci Galee fcttili e sbarcolla a Trie-
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LIBRO
Cattolico ne fu ringraziata.
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4'9
Haucua
jlrif.gofio pugnation diCafalc, horamai ridotto allellrertej perche, co- fortcmeu minciando a mancare leproiiifioni, e la guarnigione diminui- leCjJaU* ta ridueendofi in foli due mila fanti, e trecento Camalli, noii-^ reftaua, che nel foccorfode' Francefi fp^eranza, attefo da gli liabitanti, che f beneftanchi d'affanni s lunghi, conferuauano tuttauia verfo il Principe loro conrtantidima kde. Ferdinando, Duca di Mena , incaloriua con la prefenza fualadife fa, m^ il comando, la fatica, e la vigilanza s'appoggiaua al Signor diThoiras con grand' equilibrio del valore, e del gri- COH pin do di due si gran Capitani^ perche, f lo Spinola confdaua j corallo. che alfolo nome di lui, come a fatale efpugnatoredifortiffi-l me piazze, Cafalecedeffe, vgualmente la gloria, neirilola_,| di Re confeguita, ftimolaua l'altro a confermarla con fortifli-j me pruoue. Lo Spinola verfo la Cittadella haucua rinforzati) '^^'. gli approcci, che nel giro del campo erano quattro, ripartiti' '^^j!' ^'^^''^^* alle nationiSpagnuola, Alemanna, Napoletana, e Lombarda,, oltre al P fece fcacci are i Francefi con loro Ibage da v-l^j Forte lpra certa Ifola, che copriua i molini. Il Thoiras, in-\
I
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trepido a tutto, introdotte nella Cittadella a maggior preli- e de' Di. M"'^* ilio ale tuie Infegne Fraacel, affliggeua gli affedianti con fortiin vna particolarmente foprai Lombardi, amte frequenti-, mazzato il Conte Soragna con molti ioldati, gli fcacci d.\^ alcuni ridotti, diftruggendo i lauori L'imprefa non procedendo con la liippofta celerit , il Duca i Sauoia contra lo Spinola ftaua gr^uemente alterato j perche, trafcurando d\^\[^^^-\^^ loccorrcrlo con tutte le forze ne' fuoi grani pericoli, fifote^ conj tma^!Jsiiperanza di profittare delle dihii calamita, (otto Cafale im- lede tardi pegnato Efpedito perci lo Scaglia a Madrid, per accufaHo , ^f ^"'^ "^^ e per dolerli, 1 induie ad inuiargn pi validi aiuti, con eoe ,1 d/ naoi rallentando railedio, -diede tempo a'Franceh di fpinger' in., modo a il Italia nuoui rinforzi ltto i Marefciali della Force, e Scjombcrg, il Duca di Memoransi. Queft con le fue Truppe, chejppref che non eccedeuano tre mila huomini, verfo Pinarolo pal]an-j/''A'^c'?'^^ do, per congiungerfi a gli altri, fu appicffo Auigliana dar"** ""'"'' d^' S ii::c. Principe Vittorio allalito con c inq ue mila Fanti, e mille Cz-l^a^dt,
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440
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DELL'HISTORTA VENETA
,
MD ^^'^^^Jualli in llto angufto, doiie oltre palTato li grolb, il Duca fi fonq ^ 'rrouaua con foli feicento a piedi, e ducente a Caiiailo. Ma
in
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rotta
che non folo pafs, ma ruppe i Sauoiardi, tacendo prigione Pagano Doria, che comandaua la Caiialleria de gli Spagnuoli. Saluatofil Principe infiemecon pochi, fopraggiiinie ^^ Sciomberg ad attaccar' Auigliana, che fi rend dopo foftef^^r^^ltoI"ll"^to non pi che otto giorni laffedio 5 hauendo negato ilColc d:altre\]^to d fpinger foccorlo al Caftello. D'altra parte la Force ancora, haucua ridotto in fuo potere Saluzzo con prigionia del prefidio 5 Villa Franca, e Poncalieri cederono al vincitore & effendo al Ponte di Carignanoper impedir' il paffaggio del P, trinceratoli meglio delle forze Aii/lriache, rilcuarono grandiflimo colpo, perche afalite da'Francefi, e perduta vna mezza luna, abbandonarono il porto con danno grane , e non ipj'nor confufione. Ad ogni modo i Francefi non fi fpinfero
^
Ve-
ramente di miferando fpettacolo il Piemonte feruiua horaqualunque fierez'za, deualbto da gYlnica YloE'^'^^h ^^^^^ Scena di mmuele.nici per odio e dagh Amici con derifione. Tra tanti, e si
,
grani accidenti il Duca Carlo Emanuele, aggjauato dafeflanfermod'a- ^^ noue anni , ma molto pi accuorato da infinite afflittioni , /' da'ludubrij della Fortuna, verfo il fine di Luglio, forprefo r^umein ^ Ur/I)^/7/id'apoplcfIia, fluir in Sauigliano. Certamente nel pi angufto termine delle cofe fue la mortelo colfe,6f cgh appunto in quel fio tempo verfaua ne' pi violenti difegni. Ma con le fiamme n'abol la memoria, ardendo ne gli vltimi momenti molte fcritture, che conteneuano, per quello fi diuulg, a* danni del Milanese mtelligenze, e concerti col Valftain, che per Cefare calare doueua inltaha, tanto pi facilmente creduti, quant'era foccorfi il Duca contra li Spagnuoi per gh fcarfi , e prolungati
ccdutoin!
implacabilmente irritato, e'I Valftain diCefare difgu ftato oltre mcdo^ perche> meditando Icuargiiraifoliiro comando delue cond l' armi, voleua in Italia, quafi ad efiHo iptcoh inuiarlo^ma Fu "ionifi de tra tanti caftighi Dio nfparmi si graue itragc ali itaha. [cnmno. nodrito nell certamente Carlo Emanuel Principe grande , efperienze dell' vna, e dell\alti a ^fortu na j di mag nanimit,
,
di
co-
LIBRO OTTAVO.
,
MDC XXX di coftanza, d valor militare j virt, che l potrebbero dirc-^; contaminate dall' ambitione dalla libidine, dalla prodigalit j f i fiioi difetti rnedefimi, da viuaciflma arte conditi, non foffcro palliti quafi tra le approuationi, e le lodi. Al folointcref-
ilL-
immobilmente indirizz le fiie attioni , e niifurando a vn pado mcdcfimo il profitto, e la Gloria, nell'amicitie i fcopri fommamente incoftanre, pi che liberale del fuo, auidodeiraltriii, fempre pouero, non mai mancante, col danaro de gli amici
le
le
imperio, l'autorit nella Cafa, e con gli flianieri foftcnendo decoro, fu da tutti venerato, e ftimato. Nelle guerre cercando vantaggi, nelle paci feminando altre guerre, a'fuoi difegni mancato il fucceffo, pi che Tinduftria, comearchitetto di tanti turbini, fpir fepeilito tra le proprie ruine Con la
.
morte cambiarono d'afpetto gli affari , perche Vittorio di gUfuccede profonda egli pure, ma pi fedataambitione, afunto ilgoncT->'/w,vo. no 3 inchinaua alla pace, e non tenendo col Richelfeucaufedij s gran diffidenza j anzi, come Cognato del R, mo9cv2indo(v p]}^i^^ch\ alla Francia propenfo, non volle ftringerfi con gli Spagnuo]i,!(?ro aiu\ n totalmente da loro ftaccarfi Dichiarandofi perci d'adhe-l ^''^"" '
fua
\
j .
niftridel Pontefice
5 eshortaua iM-^^^'^^^'^^l ad mfiftereconnuouepropofte^ onderiufci ^>J^'''j]jJ/^'| nel Settembre al Mazzarini di itabilirevna tregua, che, f ben Vp^^^M / per le conditioni biafnnata da ognuno, fu ad ogni modo per| induca i\ neccdit efeguita da tutti. Durar doueua fino alla met del' ^^^^^'^ prodmo Ottobre, dentro il qual tempo dandofi a gli Spa-i^^^^^'^
chepifacihtaire
la
quiete
Cartello, doueuano effiVornirci'^^'^^^^^J confeguir\anco quella, f ndfpenjone tempo prefcritto non le giungeffe foccorfo. Imputauano in i^m quefto trattato alcuni a' Francefi, che, rendendo la piazza, cedelTero vn punto di tanto decoro, e lafciafTero modo a chefebc-^ nemici d'impedire i ibccorfi. Altri accufaLano gli Spagnuo- ne e e fura', lijche, la fame haucndo ridotto tutto a gli ellremi, foffero ta pcr\ accettuta folamente d'vna parte contenti, e per pi fettimane porgef^
gnuoli la Citt di Cafale
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il
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fero
con motiui conrrarij fi giu-j.., ciclici vitto a' Nemici . fi ftificauano guefti col fofpctto, che fcfTe vicino il foccorfo5'coroer|
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44-1
DF
F.
L'H f"ST O R I A V E N E T A
Dcx: ^>^^iqiic]li
lo.
non x^fere in iihtodi cosi prefto portarCi 5 che veramente indulfe gli Snagnuolijf il timr>re^ ^
coi dubbio di
che Vittorio alla Francia adheriffe , perche f nz' attendere ij loro confenfo auidamente abbracci prima d'ogn'akro iatrcr gua. Ad ogni modo lo Spinola ne fu in Madrid con grau^-y da gli il che aggiunto a' frequenti rimproneri, per o'a"nvoz c^'^fvsd. riprcfo, Sauoiardi patiti, Se a limitati poteri, che pergefi^lCf^pZ-jcagicne de' 'pj^^dri/i j]Qfj.> <ji certa fua corrifpondenza5che col Richelieu otfttiofamente nodriua, gli foprauennero di Spagna, vede ndofi riuote lo Spuo ^ofFefo il decoro, s'affann di talguifa, che, cato l'arbitrio, con deHrio di mente, e deliquio di forze, ricaduto infermo
&
inCaftel nuoiio di Sorii]ia,vi lafci in pochi giorni la Capitano, t^'attine qncii virimi giorni, fempre felice^ poco ma fcnza ecccmone fempre prudente. Dalla mercatura iiu. anni prouetti paffato al comando d'imprefe, e d' E f re iti, prima che al tirocinio dcrfarini, confegui nel conliglio, nell'intelligenza, nell'efccutioni credito tale, che nient'altro ha offefo lo fplendor del fuo nome ,che Tinuidia degli Stranieri, a' quali, fc ben foliri a giuilircare ringratirudine co'fofpetti, egli Italiano per fola cupidi,o,ia d gloria iruiua. Defunto lo entrato /;^ Spinola , il Marchcfe \ Santacroce ailiinfe il comando, e tehjtiogo il ^^-^Q^-,^^^ dentro Cafale le truppe, attendeua il tempo prea'lb , antaco-' i Francefi, col ^^^ ricetaerc la deditione della Cittadella, per C4-ihenefiitio della tregua ingroilanuoi, djfponeuano di portarle l'jV^^^^^'jfoccorfo. In tale pendenza conchiufafi neil' Alemagna h pa('.icorfidiXC-inQ giunfe impenfatam^ente l'auuifo in Italia. Teneua FerFr^hcia. Idinando per gl'intere fl dcirimperio,e della iuaCai inllaus^'"^^^J^/fbona la Dieta ^ doue concorfi gli Elettori, e prefo animo dal^/ ^mi-o la loro vn ione, con aperti (Timi fenfi detellauano, cora'inop''^^^^''-'portuna,& inG^iuRa la guerra d'Italia con molte doglienz^^, ct'wrZ^'he daCefarc/admdarizadegli Stranieri, fcnza fapLita, e conche^jffo-tYatGi edt i) ayii^^
&
fenfo de' principali membri dell'imperio fi fo/fe inrraprefL^ . ^sho-rtaiiano alla pace , &eshibiuaiio d'interporii j onde i Frana^t2T' /o//',^;,^cefi, per intereflarli, e per fottrarre il aegotio dall' affoluto
L^detiico
/^'//.^/-..
f^s^'^^^^-
arbitrio di Celare, e de' Minifiri Spagnuoh, vefpedirono il Signor d] Leon.coiraflilrcnza del Padre Giufeppe, Cappuc-
non
folo
il
Richeli eu
comumcaua
la
conhden
za
.
.
LIBRO OTTAVO.
!za,
{arcua jc'h:uicrre quafi ripartito nevano incarichi per aperture di Pace,
41->
tA
ma
ne XXX
cheprolfi^
"ano
r e le
;
plorare lo (kto delle cole, fomentare le renitenze ckgliElet|iori alla creatione del R eie' Romani, e con altri Principi dell'Imperio ihibilire fecondo l'opportunit quei concerti, che proruppero poco apprello. Horamai con la Suetia haueua il
tione d'Re\
de'Ko n:^'
ni
occulta-
mente pro
mettendoli
i.'.
fegretamentc trattato, acciocheinuadefferimLodcfti promefsogli qualche danaro, per la lor portione con- co danaro liperio, [correndoui anco i Venetiani, quando fofsero a tempo ^^^"i^^^^-|;'//X;!. |iic, per diuertire dall'Italia le Armi. Edi pure da' Miniftri Ce-!^o,>'^^^' farei col mezzo di Pietro Vico, loro RefidenteapprefsoFer-l/w/.w<7 edf Fe% dinando, inuitati ad inuiare alla Dieta Miniitro, non fenza_, vencini an fperan/-a cii laccarli per quefta via dall'amicitia Francefe,ef- cera, pedirono, per Ambafciatore Straordmario Sebailiano Venie- eh' a ri. chicca di' ro, Procuratore di San Marco, ma con incarichi d non lepa- Al m tiri rarl da' Collegati, e nel maneggio, e nella conchiufione de' Cef. rei nai^fo trattati Prima per, che rAmbafciator'arriuafse,fii la Pace A mbafc laja' tredici d'Ottobre accordata in breui conferenze de' Fran- tore ail.t 'cefi co'i Antonio, Abbate di Crembs MunfterjOtthone, Ba- Dista adet ron di Nofn'z ,& Hcrmanno, Conte di Qiieftemberg, princi-i F''^'^^'^
R Lodouico
pali Minilh'i i
fi
o\ a riftringeuano,!,^^/^,.^;^^^-^^
1
\mcnto
ci
ribellilo
rirnctteuano per
<^'ial-\^ll^^'^'^~
,
\ch^ af-parcnzjz
le -pretenjioii
Al
fci mLi feudi d'entrata yaccioche rinuntidfalla linea di lui Aiafeuliyva , a Carlo , le fue pretenfioni \Al Duca di Sapioia fi rifartiuano nel Alonferrato diciotto rriila fcu^ di annui, di rendite fi abili ^ e antiche y comprefoni Trino Al Du,ca Carlo , cio la Jtipplicherclbe , fi prometteua da Cefarei tlnac^fiitura de' duo Ducati dentro fei fettimanc , e poco dopo di ritirare
del Alanto'jafio
-per
Piemonte
,
il JWonferraio , e Cafale, e s^'vfciffc dal I Franceft parimente .fortendo dalla Cittadella di Ca-
falc
s'
.tif)ia,
trattone Pinarolo
LifciauiZ liberta
A le fi
a SaSu fa, yiuigliana, e 'jhiquerafco InC.t- al Duca di tenere pre/ulio alC'vfo foLto,
,
de
444
/Al
DELLHISTORIA VENETA
,
DC XXX
de'fuci predecejfori
\
fenia gelofta
de" ^vicini
effetto
in po(e(foy doueuano
i
da
Cittadella
ft
buonafede luoghi^ che ft teneuano in mano^ in fine da Ferdinando abbai terft i Forti, yiella "B^etia nuonamente confirutti, recando il Paefe in quella liberta^ che prima g^odena. Per efecutione di ci doueuano darft gli ojaggi^ e congegnarli al Pontefice , ouero a} gran Duca pure a qualche Principe dell' Imperio // Duca di Lorena in quefto trattato fi comprendeua anco i Ve,
,
guerra prefente^ da fendere, e di ridurre tefercito in i/ato di nejsuna gelofia a' 'viCini quando pero prima di fegnarfi 7 prefente , non fojfe [iato
,
rimojfa ogni moletia perla loro pure douendoft dar promejfa di non ofj
Tale fu del trattato di Ratisbona il compendio, che in vece d'efler' accolto con bencdittioni, applaufi, incontr il difguPco di molti, il biafimo di tutti, bolenali Duca d Mantoua i pota fa' che a lui coniienifle pagare 5 fi pu dire, le risele della guerra, e che gli fi laccrairero oM Stati. A' Venctiani pareua, ancorch foffero i loro intcreffi in lcuro, nella forma di quel[sfi. Feftefa mai corrifpoila la loro cofirante amicitia verfo la Corona Francefe . Sopra tutti fremeuano gli Spagmioi, auue/.zi al primato, d'effer (quafi accefforijj aliretti alla pac^-r ^ r arbitrio della quale vedeuano ripartito tra Ferdinando^ eia ma fudo Francia -Ma quefta volta anche i Principi contralienti, & !/^^e(:o-|i loro Miniftrinonhaueuano ad altro badatOjChe a propri; inhM//^t terefii , a prouedere in qualunque modo alle loro preienti oc\benn^^ corrente, perche Cefare icntiua horamai pungerfi dairarm" Suedefi, e la Francia temeua in f (kriamutationeimminen: te. Hauetia il R nel fine i Settembre in Lione pergrauc^ infermit corfo rifchio di morte,- onde il Cardinale, nell' ancrfione delle due Reine, e dell* Orleans vedcn(A fopraftare furiofa tempella, penso d\ componcrc le cofeftraniere, fperando, f il R Fifanafie, che non g\ mancherebbe modi d fconuolgere tutto ci, che accordato fi foffe. Non haueua per abbandonata Y appli carione air armi d 'ralia_^>
loro
efclufione conchiufo
&
&
'\
,.
'
&
perche
4^5 perche rEicrcito, fotto Marefcialli della Force ,& diSciombergl ingrgfiato a ventifci mila Fanti, e tre mila Caiialli, con
i
LIBRO OTTAVO.
M DCXXX
non inter-
mettendo
viueri per qiiindeci giorni, nello fpirar della tregua fi moffe, per Piche per portare alla Cittadella d Cafalc foccorfo. Vittorio non. lieudifpe dire ga haueiia difcaro, che riufciffe, credendo che con la caduta di gliardifoc quella Piazza in mano a gli Spagnuoli la pacedifficulcar fipocorfi
a Ca
ne ilCollalto teneua (enfi, e commifloni diucrfe, defiderando Cefare, per valerfi di quelle Militie contragli Suedefi, che per ogni modo feguiffe l'accordo. Per tanto ambidue lafciarono, che l'Armata Francefe, traghettato il P^paffalfe ficuramente pe'I Piemonte, ancorch alla larga con qualche
tcffe;
[ale
J
li
Genera
Fracej
t'atm
Cauallcria W
Ducala
cofteggiafic
Ma,
per
Francefila marchia, fi^praggiuiifcdaRatisbonaCor- fo della riero, che colFanuifo della pace lafci i Marefcialli grande- Tace mente perplcfT, re,auanzando,doueuano romper l'accordo, irrefolutim pure , arrefLandofi , perdere per fame TEiercito nelle vifccre del Paefe ncTiico. Deliberarono finalmente inokrarfi, perafinuiandoff ficurarc la Cittadella, a cui non haucua la pace i Ratisbona nondimeproueduto a bafi:anza,rperando alla loro comparfii indurre gli no verfo
i
guendo
Spagnuoli a qualche pi ragioneuole accordo. N riufc fallace \\ penfiero, perche \ Santacroce atterrito efpedi loro incontro i\ Mazzarini, eshibendo di riceuere i capitoli di Ratis-
la Tiaz.-
za
bona
, e fornir'ancora i viueri alla Cittadella per le Tei fettimane, dentro le quali Flnueliitui-a doiieua al Duca Carlo fpedir(x, I Francefi, conofi:iuta la trepidatione del Marchefe, fperando con incalzarla di cauarc migliori partiti, pretefero, eh'
pe'I titu-
bare degli
Spagnuo,
li.
egli dalla
Citt, dal Cafteilo, e da tutto il Monferrato con^ la fua Armata fortifie. Dunque, fpingendofi auanti, fi prefentarono a Cafale, doue dentro le pr 'rie Trincere ftaua T
Armata
di
jlibrarele
jnonvoleua permettercjchc totalmente preualeflero i Francefi. Oltre la Gattola, picciolilTimo Fiume, fi fchierarono quelli in gifchkjbattaglia, e con ordinati fquadroni dopo rilpinra qualche Ca-jfj^/"^'^ jualleria Polacca, che vfci anconolcerli, marchiauanodibuonU/J-j/far//. ipafib , per alTalir le trincere. Ma il Mazzarini, profittando della confternatione de'Capi Spagnuoli e magnificando le forze ,1'
1
e ia
per Opera
%arni.
'del MaT^-
JI-4^ ^ e la brauLira delle truppe nemiche, grindufT ad afsentire tuinakiiariamente al partito d'vfcire dalla Piazza. Ecco dunque, ch'egli, dalle trincere fortendo, e col Cappello, e con la mano accennando alle fquadre , che faceffero alto ^ trouati
i
DELL'HISTORIA VENETA
Marefciali, conchiufe l'accordo sul campo, nel quale fi .videro in momenti gli Eferciti palTare dalla battaglia a* congrefT , e da gli odij a gli offici)* Furono i patti, che^ e dal Monferrato , lonuengo- \Sortcndo immediate gli Spagnuoli da Cafale no infhme in apparente honore di C e fare ad 'Vn fuo ComJtconfegnafero i fofli mijjarie , che pero dimorajje in Cafale con la fua fola famiglia , n fpirato il in altro , che in dar il nome , doueffe ingerirft. Egli poi
, ,
termine
all'
e dalla Cittadella
ftib-^
.
mal rolen
tiei
i
to parimente ^fci(fero i prcftdij Franceff , fottentrando i Paefani Non cosi tofto conchiuib l'accordo, vfc'l Thoiras, gi decorato dal R con titolo di Marefciale di Francia, e fu accol-
(lac-
Ne
tardarono a
for-
taniofi da
Ciifa'e gli
Efsuiti
j-,
i
Spagnuoli, reftando tra le due Armate Calale, dopo decorata la gloria di due gran Capitani , vagheggiato vgualmente da chi lo faluaua, e da chilo perdeua. Perquefio nacquero alcune dilationi nell'efeguire il trattato, perche
i
Francefi, appena allontanatift venti miglia, vi gittarono dencinquecento huomini a piedi, e cinquecento a CaifcojiatOy nnilo con ifcuia, che non baftalfero gli habitanti, mentre fucedoui gli Spagnuoli , alloggiando vicini , poteuano ritentare l'acquiil
Frane e
f'^irar
lit'te .
mi
'
io,
\e
lo
Spa
ir
^anuGlo
\itandofC'
[ite .
eicpo "vart
m'iotat .
blocando la Piazza, che poteua prefto cader ne* primi languori, perche la penuria vniuerfale del Paefe non haueoa dato modo di munirla, che fcarlunente di vitto. Conuenne perci il Mazzarini , ancorch pe'l concetto d'hauere con lefucinegotiationi anantaggiati iFraacefi, fatto diffidente a gli iluftriaci, ripigliare j maneggio , & a capo di venticinque giorni gli riufci di concertare di nuouo l'abbandono reciprocamente de' polli. Ma dopo quelta ritirata perfiilendo gli Spagnuoh armati alle frontiere del Milanefc^ i Capi Francefi, c'haueuanohitt'alto, facili a folpetteftura, eqtialch'altro pofto,
ti,
a'prctefti, vi fpinfero cinquecento Suizzeri, come di nationc hbera^e indiiFcrcnte> Eflendodi quei, che mii tjtuj-
no neir
LIBRO OTTAVO.
e
43_
XXX
no nell'Efercito loro, il Santacroce , (iimandola recidiua, e M DC iafrattione al trattato, s'auanz. col Galaffo, che (partito ,
morto in Corra il CoUalto) comandaiia in Italia le truppe Alemanne, per ripigliare i pofti, Trouandofi iMiniftriPontiftij lontani, TAmbafciatore Soranto, che, per ncovLwA
per opera,
^di'
Um-
alla Patria, sera colI'Efercito Francefe portatofin'a Cafale,!^'^^'''''^'' ^'^^^^^^ intraprefe la mediatione, con la quale, degli SuizxeriefTen-
Mena colCommif^
concorde-
Ferdinando, e col prefidio de' Monferrini , acquali Bell'inopia di Carlo fomminiftraua la Francia le paghe. Fu dunque in tal maniera efeguita nel Monferrato la Pace di
metefe ne
ritirano
,
Ratisbona, non oitante, che nel tempo medefimo la Fran- l\ACCOY fi cia la rprouaffe; impercioche rifanatofi'l R, e ritornato dato di B^a in Parigi, tanto lontano, che contra il Cardinale hauelle- tisbona ro forza le machine, dalla Reina Madre tramate, che anzi bench ri gittata da egli fi trou non meno con arti accorte, che con gloriofiiliLodouico. me imprefe nel fauore di Lodouico a maggior pollo auanza- nel cui fato. Effendo la gratia de' Principi, come vna pericolofa na- uore sepre uigatione, che porta naufragi], ricchezze, fuperatiglifco- pia fi radi gli, e l'infidie, il Richeheu vcniua efaltato con laudi, hono- ca B^cbc lieu. ri, & opulenze. La Reina, tanto pi refa impatiente, proanftofa la ruppe in fine col R in apertiffme inftanze, acciochelofcac-| Rein^ del ciaffe dal goucrno, e dalla Corte. Ma con tah arti lo ftabili ^Smdifcac^ in vece di ruinarlo, perche Lodouico, gelofo della propri^t. amcnto Autorit, e de proprij affetti, per all'hora fingendo, f nonj'^'^'^'''^* di compiacerla, almeno di non /prezzarla, ritiratofi pofcia per qualche giorno fotto pretefto di caccia a Verfaglia, fe.
efegucndo
li
ce arredare
lo di lui
il
Marighac, Guardafigilli ,
&
in Italia
il
Fratel-i^^^^^^'^;
Marefciale,
editali configli. maggiore continu la direttione degli affari, e il filo de'luoi eglijibigran difi^gni. Ceffate per tanto le caufe, per le quali haueua Hjcifiniag al Capuccinofegretamentecomm.effo, che in Ratisbona ^d\^'Z^^,^j' (mulado ogni partito fi conchiudefle, finfe grande alteratione contra degiwper lui, il Signor di Leon, perche haueffero affentito a trac- U Tace di tato , nel quale , trafgrcdendofi i limiti delle cofe d' Italia., 'i\^lisbona ,
come fuggeftori alla Reina degli odij J^Z^'^faOnde il Cardinale, accurato, con aura' ^^j^^J'
&
VI
44B
MDcxxx
i^hbiofo
DELL'HISTORIA
VENETA
ihefcnadombrno
gliamci.
mentouate quelle deir imperio, e della Lorena , ambiguamente i Venetiani com.prefi, e la libert , e refti^^^Iq^q de' Grifoni non cautelata a badanxa. Gli premeua p^j-ticohrmente il dubbio, che a voci di tale Trattato, &:al-
^- ^-qJqiq
Tobligo di non afltftere a'Neniici, e a Ribelli , s' intepidiffero gii Suedefi, e que' Principi infieme dell' Imperio, a' quali haueua la Francia largamente promefTe adiftenz-e. Temeua pure, che smgelofiirero gli Olandefi, co' quali haueua di frefco rinouata la Lega con obligo di grandi foccorli, e con reciproca loro promefTa di non preftare l'orecchie per fette anni alle tregue, non perche veramente il Trattato di Ratisbona intereflafse quelle Prouincie, ma per dubbio, che con fe.cidiue frequenti negli accordi lenza riflefso de' fuoi CollegaS'aggiungeua, ti Ja Francia fi difcreditafse apprefso gli amici che gli llefli Olandefi , adombrati per la pace, di recente^ conchiufa tra l'Inghilterra, e la Spagna, con apertura di commercio, e con rinouatione de' vecchi trattati, che da alcuni anni in qua pareuano pi in nome, che colf armi interrotti , f s'infofpettiuano d'efsere anco dalla Francia derelitti, non farebbe ftata gran cofa, ch'abbracciafsero in fine i progetti di tregue, dagli Spagnuoliiincefsantementecshibiti. Perquefto il Cardinale con efpeditioni follecite di Corrieri affcur tutti gli amici della Corona, che il Trattato, conchiufo fenfretende\ '^^ le Commifiioni del R, e contra al gufto de* fuoi CollechTft'ri formi l gati, reftaua difapprouato , pretendendone moderatione , e Trattato n{ormz I Miniftri Francefi, preuedendo ci , che poteua auuenirne, li fermarono, con pretefto d'attendere gli ordiferla cu- ni del R, in Ratisbona: e Cefare, ritornando a Vienna , /orf o/cri j_:c! al Veniero fu feguitato, impiegando molte premure i Minijjowe in*fl.j.j^ feparandofi da accioche la Republica fottofcriuefse
.
,
e troncando gl'indugi , da lorointerpofti. Ma il Secon la nato ricus d'auanz.aTe alcun pafso, f non d concerto, 'frcfio B^publ. quella Corona, bench per gli difpendij , e per l'afflittioni, ca principalmente di pelle , ftanco pi della guerra , che di quel -che non contento , defideraffe, che fofse celeremcnte efeguiyuol niuo^^^^^^^^^ l'Italia, hauendo horamai da pi efperienuerfi selato y per acquiftarc UFrkcia.iLQ comprcfo, quanto fano difuguah, e pericolofe l'Am icitie
'^^'^^"^^^p^iFrancel,
.
449
'^dcxxx tra Stati 5 e Principi di conftitutione diLierfaj mentrc5Con tenore coftante procedendo gli vni nelle maflinie, e negli ogget-
per cambiar de'Miniftri, bene fpeffo per agitatione, e fempre per grinterefli de' fauoriti, conucngono diuertirfi, fermarfi. Ma il ncgorio procede con molte dilationi, e difficult, nonoftantc le quali, Ferdinando prefTato da' propri bifogni, richiam le Truppe d'Italia , lafciatene fotto il GalaiTo alcune poche, che prealterationi
5
j
per interne
richiama'
do Cefare
l'Efercito.
\
dall Italia
Quartieri, e particolarmente in Solferino, eCaftiglione che n'erano (lati elcnti fin'hora. Gli affiui dell' eommctaImperio cominciauano a prendere piega diuerfa da quella , do a mn-i c'haueuano fn'hora goduta, comprobando con fubita, e ftra- tarafpetl&i na mutatione, che a immoderati defiderijd'agg^randiregrfm- (^Fortuna] degli ^u perij fono per lo pi vicini i trauagli del perderli, tareffenHriaci, do il Defilino degli Stati, che s'accrefcano tra molte cur^-, con gli acquifli accrefciuto crollino facilmente, Se in fine-> , crollando, perifcano, per gl'interni dididij, per l'oppugnationi ftranicre. Sotto la fua mole, al timore de'Principi deirimpcrio5& alle gelofie vniuerfali d*uropa,la Monarchia de intiepiditi gli Auiiriaci horamai foccombeua. 11 principio appari inRa grElettOTt tisbona, donde trarre fperauano la maggiore grande^tajCon- neii'Eletio gregatiui di Ferdinando gli Elettori con pretefto d'applicare ne di /^ d rimedio all'afiittioni dell'Imperio, ma per collocare veramen- Bsomani te ibpra il Capo di Ferdinando, fuo Figlio, ornato delle Corone d' Vngheria , e di Bohemia, quella ancora de'Romani . Alcuni bialmarono Celare, che, tenendo con cento trenta.^ mila foldari, opprelTo, &c occupato l'imperio, conuocalTegh Elettori, che feparati tremauano, accioche vniti , conofcendo non tanto le proprie forxe, che l'autorit loro, &iIbifogno di Ferdinando, poteHero in grani, e (trane rifolutioni accordarli . S'abborriua l'Electione da'ProreRanti , e dal SafTone particolarmente , iciegnato per l'Editto de'beni Ecclefiaiiici Glii fleffi Cattolici defiJerauano rimo/k le velTationi del Fridlandt, e moderata F autorit, e la noteiu.a di Cefare fteflb. II B2'\opponed0^ uaro (opra o^<n' altro, ancorch da Ferdinando riconofceffe ilj/^'^^'^a' Tuo Vot(), tenendo come pi potente, anco maggiori apprenfero nel
,
Mantouano
lioni,
efpremeua pi liberamente
contra
il
Ff
450
DELUHISTORTA VENETA
difguiti
la
gli Aufriaci fomentata ^ e contra Francia contratta. Dunque fattofi meu'coUel''^ r Capo5& Autore delle communi querele dell'Imperio , prima efi Frane negaua di procedere all'Elettione di Rdc'Romani, non eiTendola Dieta per ci conuocata, poi s'efprimeu , Non e(fer deco^ con que ro del Collegio Elettorale rifoluere s grane negotio^ cinto darmi, rel. e d^ armati Gemere l'Imperio fitto la fiera feruitu del l^alftain che tutto confondeua tra lo fpanento de' Principi e lafflitt ioni de' Popoli A che feruire piU tanti Eferciti nella Pace dell Imperio che di
fegretiflmaLega con
Adiniftri alle crudelt di quel fierifsimo Capo egli nell efecutioni feuero , rigido nel comando nellefattioni auidifsimo , confumare ti
,
[angue dell Alemagna ejorquer loro delle Prouincie Donafie in fine Ferdinando tregua a dolori della Patria comune e con la piet fua j qiiafi confiparatione pik firte , che quella del fuoco di[lingue fse horamai in quel metallo , h iniquamente ejratto dalle "vifcere de'l^af' fallile s inutilmente profufo^le lagrime , e il angue di tanti inno^
,
.
centi.
Con
-,
appreffo
altro dotati di finifiima fede , render a quefl hora pik fi odiofa la tolleranza di efare , che la crudelt del Alinifro / fafpiri di tanti opprefsiy i gemiti trafcurati ejfere in fine per crollare
mania y per
t Imperio
fi
conuertono ne' pi pefanti caHighi difulmini e di tcmpefte Dun^ cos duro flagello ^ deponerfi larmi^ que douer horamai rallentar fi
.
efprimeua, e Io fecondauano gli altri ^ ma in priuato dau_> f/dgrand, e ficure fperanze, che^ reftando contenti $ farebbero giiaiirEcontutti nel! elettione d Ferdinando concorfi. Anz,i ^ vmti Valfiain ^^^^^ ^^^ ^^^ Eccefiaftici , kcc credere , che depofto il ^IT/cni ^ nclicfli del loro parere a chi confegnar fi doueffe il fupremo f/diofeprl comando di quell'armi, che reftafferoin piedi, firebbe da loIfoTie. inducono ro il medefimo R d'Vngheria infinuato, e propoflo. Conta* Fcrdinmli allettamenti l' Imperatore s'induife a sbandare quindici mila \ile a fpoCaualli in vn colpose poi a parte a parte il reftante, non rite'glu^rJideL che fcarfo numero di militie , oltre a quelle, che fi troit Miiitie, nendo uauano in Italia, vn corpo, che fotto il comando di Torquaf dal [enti
n2er:to
rtnduer
al J^alfiain leuarft l comando , e poi con animi quieti , e [enfi liberi procederfi ali Elettione di 2{e de* j^mani Cos egli publicamen
te
to
&
-
onti C---
il
Mar
Balthico
fi
^Valftain,
LIBRO OTTAVO.
tencrfi
airjmperatoreilpregitiditiojche vedearifultarnes mentre l'Alemagna, coH'armi domata, non poteua che col terrore delle
Prediceua riuolutioni che gliene importanti 5 alienationi diPrincip5C Stati, perche, e (Te n do di i'^^-^'^^")^ Reh'gionc diuifi, molti ofFefi , tutti in difgufto, f ilgiog^o del i^^/l'^^'"^ Fcrroirimouefle fcuoterebbero pi facilmente quello dell'obbedienz^a. Soleua egli dire, renderfiimpoflibile Cefare trattenere diecem ila foldati , ma facili (lmo foftenerne fin centomila j perche le grandi Proiiincie della Germania, d'ampie ppolationi nonfolo, ma di gente bellicofa fornite, alle picciole armate contender poteuano non folo i progrelTi , ma il vitto, e gli alloggi, doue le potentidime, facendofiftrada, ogni cofa domauano, e col timore, e la forza conciliandofiftima,& cfigendo contributioni, poteuano alimentar loro fteife^e guadagnare inleme al Principe veneratione , e rifpetto. Confi- configUa, dolo do. gliaua , che moftrandofi '1 vigore , e la sferz-a , Ratisbona fi mari im. cingelfc alla larga con vna portione dell' armata , e col refto fi perio coli minaccialfero gli Staci de' pi renitenti, e del Bauaro partico- JLYm larmente, per indurli all'lettione per forza. Ma Cefare, perfuafo di confeguire quietamente l'intento , non credendo di potere fenza maggiori fconcerti violare cosi altamente le conftitutioni dell'Imperio, preferi i placidi a' pi violenti
.
medefime
obbediente
Configli Fridlandt
al
efercitato con affoluto potere, e con altrettanto applaufo delle militie, quant'era l'odio de' Popoli.
comando,
Perci deput a perfuaderlo i Conti di Verdemberg, e di QueriihiedeU ftemberg , fuoi intimi amici , i quali a Meminghen accolti , fu- re sii cut IO rono prima prohibiti di parlar di negotio, ma dopo trattenuti deUoman in vari] diuertimenti gli aicolt con animo quieto , e tutto a' fuoi /'^ nemici afcriuendo, tra' quali, oltre al Bauaro , nunieraua gli Spagnuoli,&: i Giefuiti, predille il mal'efito, che rifultar ne doueua , con aculei , e con fcherzi, pi che con ragioni, mo- ^eglico
ftrando d'obbedire
figlio.
ma
glifi
d'approuare \ con- pun^^m Ricufata ogni fodisfattione di quelle , che ampiamen- y"te Cefare gli offeriua , eccetto che l'immunit del render cont o dcll'amminiilratione pallata depofe il comando, e fi rid ufTe io rende.
al
\
Decreto,
ma non
Ff
a'iuoi
452
M DC XXX a'fjoi beni
citarlo,
alienando
fi [libito la
>
DELUHISTORIA VENETA
reftando dubbio
,
f appariffe
,
nel lafciarlo
Ma
gli Elettori
pure non affentirono a cor ferire alRdTngheria laDirettione dell'armi, anii gli Ecclefiaftici , richicfti del loro fenfo da ri Ferdinando, propofcro ilBauaro pe' 1 Generalato , con grande apprenficne di Cefare, che afpiraire quell'Elettore aggiungendo quefto comando all'altro, che gi fofteneua della^ in iftaLega Cattolica, a rendrfi Arbitro dcirimperio , to di prefcriucr legge a gli Auftriaci. Tuttauia , diffimulando il difgufto , anzi fingendo d' applauder' al partito , tali conditioni a Maffimiliano propofe, per cfercitare la Carica^^, che, diffentendoui egli 5 tra le difficult , e ledilationi lafci, che ruaniffc il progetto. In quello ftato di cofe , e d'animi, Cuftauo Adolfo, R d Suetsa, inuitato (come s' detto) da alcuni e defiderato da altri , entr in Alemagna , fatte precor^ppref^o rere alla Dieta di Ratisbona alcune lettere, nelle quali fiqueImperarelaua, che hauefle Cefare prohibito a lui le leuate nell'Impettre conrio , dato aiuto a' Polacchi , intercetti i fuoi difpacci , prefe Naduoleft'l B^ di 6 ne- ni sul mare, incomodato a'di lui Regni'] Comercio, procutta rato con legni armati nel Balthico di pregiudicarlo, e colpirlo, &in fine dal congreffo di Lubeca, doue fi maneggiaua la fuoi Ambafciatotheafpe. pace con Danim^arca, foffcro fiati rigittati na ydto. ri. Poco haueua Cefare badato a tali dogliente , anzi alle^ lettere fteffe della Dieta tardi fcorrifoofto con termini generali, e con titoli fcarfi. Per tanto, aiuinti fpeciofi pre tefti di Religione, e di libert, per proteggerei Proteftanti delflmperio,e fottrarre gli opprcfT dalla domimrcione de gli Auftriaci, tnuouef vcrfo la Pomerania fi fpinfe, sbarcando nell'Ifola d Rugen, rerfo I4 (cacciato il preficio Cefareoda vn Forte, ftabili la fede Tom e ra- doue, ma sb^r~ dell' armi^ L'altre Itole che fono poco da quel Continente tendo eu> di/giunte, gli fi renderono fenzacontrafto. Ci vditofi d'irnpic"uifo, grandcm.entc commoffe gli animi de gf Imperiali j madifprs ma prefto iaputofi , che non haueua il R all'hora pi , che^^ tenue pnncipio , e cosi poca fauilla fi difIt-r ^uvl'^ki mila icldati, si molte delle mi 1/ 77^. r ezzo , fin' attanro che , aggregandoglifi
gli Eletto
vclontde
to, tantopifidimoftrarono alieni dallcleggere il R de' Romanisquanro meno crederono di potcrui efler conftretti. N
&
l'
litie,
j
LIBRO OTTr A V
litie,
o.
MOCXXX da Ferdinando sbandate, che, aiiuezze alla licenza del s"inUgol'armi, non poteuano viuere fcnza tarcfcrcirio, fi vide con_. rifce con vigorofinimo efercito, dopo prefidiato Stralfijndt , traghet- le sbiindn tare nella Pomerania. Bqleslao, Duca di quella Prouincia , tedaCcfa re gi dal Fridlandt oppreflb, e veflato, ricus i prefidij Cefa culprcj rei, fingendo di volerfi da f ftelfo difendere. Ma, ftretta.^ dijft rifili' con gli Suedefivna Lega, accettate in alcune piazze loromi- tuio da litie,& esborfate contributioni, fotto la prottetione di Gufta- qnellaViO uo fi dichiar. All'hora il R, tenendo vna ritirata ficura , fi uincia collega tafJ3nfe nel Mechelburg, per ifcacciare i Mini/tri, e le Guarcon U fi nigioni del Valftain , e con riftabilirui gli antichi Signori , con- SuetU ciliare applaufi alla caufa della Religione , e della publica li- auanz^nquefti progrefl s'oppo- dofi Gufta bert, che pretendeua redimere. no nclU il Conti con deboli forze , e con neiiano il Duca Sauelli , Germania incerti configli , perche cinti da' Proteftanti , haueuano ogni cofa fofpetta, mentre che il Tilli, al quale l'Imperatore era.., non msno ftato aftretto a concedere con limitate conditioni lafiiprema yctciUantc direttione dell'armi, raccoglieua nel Contado d Mansfelt il d' armi fuoEfercito. Ma horamai per tutto con le fperanze folleuan- che di com dofi gli animi, tra' primi i Cittadini diMagdemburg introduf- figlio fero Chriiliano, Amminiftratore di quell'Arciuefccuato, gi ( come reo di lefa Maeft ) efclufo da Ferdinando j e profcritto
.
41i_
'
>
ANNO M DC XXXL
Da
Comotlon
tali
mouimenti
della
dell^Impe,
riconofcere la quiete, bench per qualche mefe^ rio partofcnza pace, efenzaguerraagitaifc, mentre, ognuna delle par- rifcono h quiete in ti cercando ne'trattati vantaggi, egli Efercitieifendo fianchi,! Itdia e confunti , {\ guerreggiaua col negotio , e fi ncgotiaua tra Far- che dfer mi. La pcfte fpopolaua intere Prouincie j e nel Milanefe par- iafi dalla ticolarmente (all'ira del Cielo la fceleraggine humana lauorando i fulmini ) fi trou vna colluuie di gente , rimefco- vcfa pi feroce in lata d'Italiani, e Spagnuoli, che, inuentando nuoue foggiedi Milano morte, procur con pelle manufatta ePcinguere, per quanto dule [cele poteua,il genere humano il veleno di mifti mortiferij^: abomi- ratcz.'ZS Hjndi col folo contatto vccideua fenz'alcuno fcampo , mentre deg' huota l'Italia
.
Ff "1
mini
YhSi:^
454
M
Dcxxxi.'j' jj-ij^^ie
occulte i trouauano in ogni parte, eifendo per 1^ /Chiefc, e per le ftrade iparfe le ftille di s fiero liquore. Ino^ midi coftoro non meritano, che lobliuione ^delFattioni fccleratamente famofe giuftiffima pena. Seben veramente l'imaginatione de^popoli, alterata dallo fpauento, molte cofe fi figuraua, ad ogni modo il delitto fu fcoperto, e punito, ftan-i
in Milano rinfcrittioni,e le memorie de gliEdifiabbattuti, doue que'moftri fi congregauaao Ma nello statij pmofone^^^ de'Venetiani, e nella Citt la maligna influenza fupcraua i \^o^yl^l^}vmtd\]^ fin tanto, che votato vn magnifico Tempio fottoTu\tia, e /oltela d noftra Signora della Salute, trafinefia vna ricca lampa-' htato Ida d'oro a Loreto , e deliberato di follecitare appreffo il Pon^coivourfiu^f^^Q la Canonizatione del Beato Lorenzo Giuib'niano, Pa|J'!J^^/^ tritio, e Patriarca della Citt , oltre a publiche, e priuate prc-
do ancora
con elemofine, &aftinenze,Dio placato rimife ilflaJas&lute. Igeilo 3 onde verfoil fine dell'anno la Citt Ri con grande folenreriman\^\i^ publicata libera da mal contagiofo, ma le cicatrici reftaibcra, j.^j^Q pgj. i^fjg^ tempo, effendo in Venctia perite feflTantamila perfonc, e nello Stato della Republica pi d cinquecento mi-' la. Quanto astrattati, accettata da Ferdinando l'oblatione de* Francefi,che s'efeguiffe folamence per gli affari d'Italia la PaSpagnuoli ce, VI ripugnauano gli Spagnuoli, irritati da'poco felici fuccef^ difentono
\to}ia del-giy^^vQ
y
particolare l'Oliuares, lontano da'pericoIi,e dalle diffi crucciaua, che non foffero i fuoi difegni fortiti . l'ejfcttuar Inui il Feria per Gouernatore a Milano con nucue inflruttiolaTaceJn ni , per ifturbare pi toilio , che promuouere la quiete , in GerItalia. mania efpedi'l Reggente Villani, accioche ralentaiTe in Ferdida Ferdi- fi, nando nel- ficult,
&in
&
/^^
j
egl
\jj^ediJJe
j
or
diniper co
chiuderla.
follecitudme, con cui procuraua in Italia la pace ; eshibendo contra lo Sueco grandififimi aiuti, f, confcgnata Mantoua a gli Spagnuoli, lafciafle a loro cura la guerra di qua da'Monti Ma Cefare,rifiettendo alfefito de'paffati configli, e vedendo Tincendio dell'armi Suedefi auuampare perl'Alemala
.
nando
trasferen
gna con
voracififme
fiamme, inui
al
Galaffo
le
facolt, ac-
cioche in Italia lhbilifire5& efeguifie la Pace. Il con grcffo fi tiaio m renne in Chierafco, Terra del Piemonte, doue con la mediaCmrajco none de'A4iniflri d Vibano,e pn fente il Duca Vittorio, il Galaffo fi trou col Marefcial d\ Thoiras e col Signor di Serdc/t'mego
,
uien
,
i
LIBRO OTTAVO.
tiien,DepuratiFranccfi, acquali Traiano Vifcardi per
del
411.
nome
VIDC XXXI
Mantoua haueua ceduta la Plenipotenza. Per la iRcpublica Gin lanioCauaiza, Tuo Segretario, v'interueniua, Conte della Rocca, loro Ambafciatore le per gli Spagnuoli
Duca
di
il
inCiimirM
dtfi
tri
de'trattati nel Piemonte 5 partecipando pi delle notitie^che Que/ic publiche negotiationi fi facilitauano da pi occulti conde qua'ccrti della Francia co'Sauoiardi, fino alla conchiufione il Al haueua, f bene in apparema, per altre caufe ritardato
j
daaU
mrneg^
Fran-
gi occulti
de'
cefi co
Sa
,
Seiuien di comparire in Chierafco. Ne fu mezzano, non fenza fegreto confenfo del Pontefice, Giulio Mazzarini, il quale, per la felicit delle pafate negotiationi promoffi air. prefo credito, e maggiori fpcranze, con varie arti ridotto il da M -parino all'apparenza od Minifterio, haPancirolo al folo norne , ueua con grand' aura, e con altrettanta confidenza del Rina^ che chelieu, alTunta Tefenza de pi grani maneggi. Egli con_3 fcofo per^'ana fcgreti colloqui dichiar al Duca Vittorio , Bjjcre fuadcFitpace L occuf^erah\.t quella, che lo noiriua, di ricuperare con torio a cC' l^ole/a qualunque partito il Cardi- \derVinapatogli dalla Corona Franco
il
promotore, e
il
uoiardi
&
d'i
f.
amUtiofo di gloria ritener in Italia njna memoria dc\(uoi roloaque^ UCorona ampiffwii geji E da chi poterft qucjo penftero imp-dire f fer^ dinando, afflitto da grauiffimi inali ad altro che alla propria d^fefa^ non penfa Gli Spagnuoli, nel credito , e nelle or le depreffi , a non hauer potuto, ijoluto riparare foli loro vantaggi applicati G' Italiani con 'Voti ^niformi^ augurarle perdite del Piemonte
'
nale
ft
che tra
amenduc
le
Corone
,
fa
d'Una fola . Egli ftejfo a hafanza comprendere qual fa il prezz^ futi -^.ericoli poter horamai Contraponejfe al rilafciar d'^vna Zg della quiete , e del Principato della Sauoia, di Tarantafia, di A4oPiazza Cacquifo certifjimo ricna, d'Auiglana, d Sufa^ di Saluzzg, di %-icherafco , con tanper non patire l'arbitrio
e le gelofte
,
.
da paf-
te Inaili,
Fortiy C5^ altri luoghi che fquarciano il Piemonte , e gli quando credere con la forza fcaca (Tediano la Alctropoli flcffa ciarne i Franceii , che nella ^vicinanza poffono inoyidargli loStatJ, e con II ferocia , e la potenza afforkire il recante attendere forf
,
.
da Sp-ifna, che a titolo di patrocinio 'vorr 'Z/furpar/i altre p'aize figrificafSe dunque al genio infatiabile , che tiene il "vna picciola parte ^ come Pinarolo poteua Cardinale di gloria
t
foce or fi
Ff
dir fi
45^
|M DCXXXI dirji
DELL'HISTORIA
perche
VENETA
non m.^ncherebbero nyn o- torno , y aperture di ricuperar anco quefto , pik facile effendo (lane art nella cufiodia delle loro conquifte i Franceft col cedere , che col refiBere . Anzi offerirglifi al prcfente ^vantaggi importanti ^ mentre , daWar*
rejio,
bitrio de'Adiniftri della
redimegrato del
to
Corona douendo la dimftone del Adonferradipendere , f ne farebbe ad effo ^ infteme con la ceffone di Tri^
cos
no
ampio
.
riparto
ci
che
il
compenfato
appunto quello , che il Padre di lu haueua Effer per lunghi anni , e in mczsg a tanti trauagli cercato Sl poter il Duca di A/Iantoua dolerfii perche, a prezzo delle proprie con^ f quifte gli fa la Corona refiituire la Citta capitale hauendo preferuato Cafale coli' oro , e col angue , qual minor gratitudine renderfi a cos magnanimo 2{ , che pagando il prezzo di quelLi Porta , che
.
per fuafaluezj^occorrenze
&
prij intereffe
Penfajfe perche ,
FI t torio
,
^a
,
pr-
reftaua
la
Francia con quella Piazza ^on folo ma coWampiffime fpoglie della Sauoia, e del Piemonte. Effer ella horamai arbitra della quiete e dell'armi. In Cafale e(tender e la m.ano e l'autorit
y
N
ita
molto di
le
Mantoua
curarfe, lontana
,
dafuo confini ,
e bilancia-
da grandiffimi
il
acquifli
,
co' quali
fare
Qapcrpitr
e preualer
^^4y
'^
pealeri , perche dallVn canto allettaualoilderideiiodipace, eia fperanza di ricuperar col tratta^^^^^^^^^^^
to ci 3 ch'in altro modo non poteua ricaiiar da'Francefi j dall'altro comprendcua^ che rinuntiata lacuftodia dell'Alpi, e ddh
dal Duca.
onde efe
^ufc efila
Tace
tanta circonfpettioncj e lilentio, che Teffetto fra qualche meie ap pari prinia^che f ne penetrafle il motiuo . Vniti dopo tal maneggio^MinilkiinChierafco, flicilmentcriconchiufe aTci d'Apri-^ le l'accordo per Fefecutione della pace d'Italia, perche, ef^ fendo il piii lungo, e pi difficile punto la liquidatione dello^ Terre di Monferrato , che doueuano confegnarfi a Vittorio, Francefi lafciarono correre ogni vantaggio a'Sauoiardi , nonj diifentendoil Galafo, che defideraua prefo conchiuder^^'
i
et-
'I
LIBRO OTTAVO.
con Trino,
457
ottanta altre Terre delle migliori, aflumendo in f quel Duca la Dote di Margherita, e pe'l lopra pi, che poteflero rileiiare d'entrata, promettendo depofitare in Lione gioie, contanti. L'inncftitura di qiiefta parte del
& Alba
Monferrato doueiia darli dairimpcratore a Sauoia^aMantoua lanominatione alla Badia diLucediofilarciaua,e sobligauano diecemila Tacchi di i Sanoiardi a concedere annua tratta di grano a Cafale, che fenza la pi fertile parte del Monferrato poteua facilmente cadrne in mancanza. C^nantoallereftitutioni delFoccupato, poco altro s'aggiunfe al trattato di RatisAuiglianareftardoueffero guarbona, f non che in Sufa, nigioni di quei Cantoni dell'Heluetia, che fono alla Francia,
&
e alla Sauoia confederati, con obligatione di riconfcgnarle.^ rialla Francia medefima , in cafo , che nel giorno prefiOo non fi fi comtiraifcro dalla Rhetia le Militie Alemanne I Venctiani
.
sobligauano gliSpagnuofia prendeuano in ratificare il trattato, e a ridurre nel Milanefe Tarmi , fenz,'inferir' oiFere,gelofieaquei Principi, che a parte foifero flati dalla glimpermhmcon guerra prefente. Non fu cos torto il trattato conchiufo, che gli Alemanni tacitamente abbandonato Valezzo fi ritirarono y^^^^/Jf^ dallo Stato della Republica , ancorch poco prima certo ivtui- stm p^eto accidente hauelfe in qualche parte aiterati gli animi j mentre e^o per \i firada dello Steccato , nominata altre volte , tr'conlini di Bergamo , e Crema , pafiando certa Caualleria di Polacchi , che
ampiffima forma
,
haueuano'fotto gh Auftriaci militato, fu dalle guardie de'Venctiani ail^^Jj'ta , con m.orte , e prigionia d'alcuni , e preda di robe, edanari. Ma, dolendofene il Gouernatoredi Milano, eF Aldrlngher 5 fu poco dopo a'prigioni donata la libert, e redi- cenlndotuito il bottino. Pi vcliementi erano le querele del Feria per ^//e^e lecofe, conchiufe in Chierafco, a tal fegno, che, negando.^"^^^^^ d'approunrle, e di tenerne per Tefecutione poteri, difponeua apparati, cercaua pretefti, attrauerfaua la marchia fuori d' Italia de gli Alemanni, & inuitaua Ottanio Piccolcmini a^ reftare alfuo foldo con tre Reggimenti di guefta nation e, e
I
c/c-/
final-
45^
1
M-^X
DELUHISTORIA VENETA
fomentando
il
difguflo del
Duca
di
Mantoua per
I \
l'ingordo partaggiodel Monferrato, gli prometteua, fevolefcdpyomcf e adherir'a gli Auftriaci, non folo di redicuiro nel Mantouaf il Duca no, ma riltabilirlo in ognuno de' luoghi, che alienauano da Mi-into. fuoi Stati cosiprodigamente i Franccfi, ma Carlo, troppo ftiperche ateofi fi a mando pericolofo da gli odij recenti paffare aslofpette ami;U ^u. citie, contentandofi di querele , e d'occulte protefte, cred , che Ijrhci non gli compiclfe (1 urtare l'efecutione ddlt cole accordate onde i IFrancefi, ofleruando le agitationi del Feria, rallentarono Framefi per vfcir d'Italia la marchia. Onde a'Miniftri Pontiftij conjfingcrifi Dcnne di nuouo interporli, e perche il punto, che pungeua-^ fuori a Itti Ha pia le pi gli Spagnuoli, confiileua nella dimora de gli Siiizzeri in tarsiente, Slira, in Auigliana, fu conuenuto a'dicianoue di Giugno.che, mitrepcr 0' tutte le rcflittitioni Ji facef^cro a Sauoia a Alantoua, e a Grifacquieta [vegli Sp A, foni in 'vnfolo giorno y cio a n:j enti d'Ago fio , oueroy che in ^uclme-ntioli defimo giorno s'ahbandonajfiero da Cefarei i Forti della ^etia e jl C.ipitO' "Bricherafco da Francefi A' ijentifei fi relaffafjero a Sauoia Sufa la nuoita e Auigliana ^ Jdantoua Porto e C aneto Al -primo -poi d't^ c> tneuc' Settembre la Citta fiefia di Mantoua fii cedejjealfuoDucay e Piti s con fi narolo a P"it torio fi confegnajse \j\nii<ine Qeft'vltinio modo, come pili deiU par (curo, fu fcelto, e vi saggiunfero ortaggi j e perche non vo iti. leua il Pontefice, al qual doueuano confegnarfi , in ci, cli'afnegli ajf.7 pettaua a Grifoni ingerire, fu ftabilito. Che per "Bricherafco il ri feto dei Thoiras ft de al Duca di Sauoia ^ e per gli Forti della Kheta a la [{hetitZj [f tonvldo fu ci di Mantoua il Galano, In oltre limito^ che dal Feria fe fi. ingmrji'l mila Fanti e mille Caualli farebbero fuori d'Italia inuiati, e poi Totiiifice. difarmato il Milanef eccetto che de gli ordinarij prefidt] Le re-'
inutimtte
.il
Hii-)
&
,'
dacuiefal
tafi la
I
Kc
\publica.
\
ftitutioni, aMoro tempi gradatamente efeguite, dauano grande contento, e non minore fperanza , che l'Italia re fpiraffe-^
in fine
lj,ir.geM
{
dopo tante calamit, il Pontefice fcriife alla RepablicavnBreue condegni concetti, efaltando il merito di hiy nifiro Fra e nel foftcnere la Guerra, e nelpromuocerelaPace. TrattanUefe^ preisndo to, che lereftitutioni fi praticauano, il Signor di RazzJlier ^ laiipo>'je giunto per nome Ag K Lodouico a Venetia , non folo comuniIrfidioaCar c raccordo conchiufo 5 ma infl con grand'efficacia, chelai^ lo peri Le Republica porgeffe modo al Duca di Mantoua di rientrate nclripsrqji hciiotaiolo Sta to ^ rappr eie ntandolo, qual' era appunto, bifognofo di
(
alia qual
&
confi-
LIBRO OTTAVO.
li,
459
MDCXXXl
configlio, d prefidio, d'aiuto. J^j-paffaregli daWcJilio , e datU^^ ^ouena al Principato , ma non portar ui , chela perfna, i Figliuo-
(^
i
il
nome, fenia
mlitie^
Citta di
re
,
Mantoua
luoghi in folitndine
le
il
Territorio in Jqtiallcre
,
Poterfiforfc ca~
con,
uare
guarnigioni ,
da Sepolchri
,
Aduraglie
per la prefcruationc
di fatiche , e di s* haueua tanto projujo d' ero Ifangue La Francia lontana non tener in Aiantoua altro interefche d'ajf tiene et e di zelo . Incombere perci la cuftodia alla 2{e~ f puklica , come a <vicina Guardajfe ella di non credere troppo alla Pace , perche fono i colpi pik certi quelli ^ che fotto il manto della confidenza s'auuentano Alinor ejjere flato per auuentura il pericolo di quello che debba al prefente dall' inftdie temerft della guerra Non potendo piU gliSpagnuoli con la forza opprimere la liberta Itache altro farebbe, f Aiantoua liana , 'voler tentarlo con l^arte inganno cadcfje^ che ricolpire l'Italia nella cicatrice per qualche appena faldata per renderla incurabile , e pi dolorofa? cartcarftl diCafale, anzi dell 'vniuerfale cura d'Italia^ ad ogni rifchio
defuoi nemici y ad ogni cenno nuouo daWAlpi con potcntfde' Collegati promettendo fendere di Jtme forze Egli autore della pace colerne efer Cuflode Pregare la I^[epublica a coadiuuarlo in s generoft penferi , e s* era fiata
di qucfta Prouincia^
ad
ogni attentato
fua compagna coftante neW armi , fi coment afe in oltre di feco\ ma-dutenere l'accordo. I Venetiani, dopo vcffationi s lunghe!
defideroli
fommamente
di quiete,
dubitauano, checonnuoui
^^^,-l
emergenti , e con la ne uit d'introdurre prefidij ingelofendori ^0% Ln gliSpagnuoli, potelle alterarfi la pace. Si periuadeuanoin ol-yJ/wf^/'^^o; tre, che il Duca, qualche fuil^dio cauando da' iuoi Stati i f^^omji Francia, poteffe fupplire al prefente bifogno , con che fpera-^^-^^^* uano in fine, che moderati da gli cuenti i configL di Spagna, folle l'Italia per godere lunga, e ficura tranquillit. Pcrquefto s'efcufauano dal predare al Duca nucue a/]] (lenze pro, mettendo per, f infurgelfero altri difturbi di concorrere con lavigilanza,e prontezza, fohtade'loro antichi infituti, infie-^
di lui,
&
alla
comune
i
libert dell'
Ma
bifogni del
Duca
4^^o
DELUHISTOPvIA VENETA
MDcxxxi
Duca, n
netia
il
Mre/;/ijJar
rallenta nclofi i'inftanze del R, anzi inm'ato a VeMarefcial Thoiras , Ambafciatore Straordinario , per pefoal negotio conia qualit dicosifamofofoggetto, re-
'f''''^^^^^^''^1plicaua
con grande
infiftenza, che
hauendo laRepublica
lino
calamit fouuenuto Carlo con pronta liberalit, Icitata 4;Voleffc anco perfcttionare il benefitio con dargli modo di goLodouko.'.dQi'c leprefenti migliori Fortune, Jl Senato perall'hora deliber folamente di sbandare a* Confini qualche Fanteria, accioche, asoldandola, potefie accomodarfene il Duca; ma in_, fine il Feria non difarmando, e penetratofi, che col mezzo del
.^!^//o/"^jnel'eftreme
Commendatore Colloredo
mentre Vj^^
ji=-ma,fei
de'Francefi, e de'
|-
con offerte di grandiffme ricompenfe, e acreitituirli allo Itato la morte del '/rre/^rrl caduta in Goito nelpuntodi lafciar* altra prole, ched'vnFanM^j-/?^' Principe maggiore, lenza gniioU / ciullo anco infafce, e dVna Bambina, i Venetiani determi^|i5pa2,na
candli!r
'^''^^^"llnarono, a preuentione d'ogni molefto accidente, inuiare al ^^^'"^ fottol comando del Conte Francefco Martinengo mille
ogn'alFanti, e due Compagnie di Caualli, con munitioni, />mriwj tra occorrenza. Poi, accrefciute Tempre pi le gelofie, vjnliano foL troduffero altri quattrocento foldati, alTftendoappreflbilDu daufcbe. ca il Signor di Tauanes per la Francia a dargli ombra, e dedalle ne Corona. N mal fondati cadego7ationi coro col patrocnio Ai quella faffmdo :uano I forpetti, perche il Feria non eflendogli riufcito ridurre alle iilDuca egli col iiegotio a fuoi fini, tentaua occultiffime trame,
Tric//7e,!
&
&
\ftone della
'
pedona
Trineipef
fpinta a Mantoua l'Infanta Margherita con confolare laVedouanza della giouane Principela, fua Figlia, ma infatti perfeminare difcordie, luggerireMatrimonij, for-
pretefto di
fa.
[ehen
Ig
ahhdo^a
I
vedendo
I
ancQT
I
in
i
Italia
Fi ancefi.
che, diuidendo laCafa, e il gouerno, aprilTero l'adito a qualche fconcerto. Morto inoltre anco il Duca i Mena inCafale, nell'et tenera del picciolo Principe fi fcorgeuano per lafucceffione infurgere di nuouogeioiic, difegni, e fperanze. Ma il Feria con pi violenti apprcnrioniconuenne altroue diftraherfi, perche, quando credeuaiFrancefivfcitid' di Italia, fcopri in Pinarolo il prefidio, e l'infegne Ipiegate riferiti trattati, per quella Corona Tutto feQ;u in ordine a' oftaggio de'quali fcruiuall Cardinal di Sauoia, pafTato a Parig f "^
mare
partiti,
"
fotto
LIBRO O
fotto fpecie di
.
T T AVO.
i
451
complimento Ma Franccfi , moftrando forpet- U OCX XXI tOj che il Gouernatore non foflcper oferuarermceramente i quali ft l'accordo, fi doleuano, che non difarmaffe, e che trattencfic dolgono , alcuni Alemanni dello Sciamburg al fuo foldo, ancorch s'ad- eh* ti mn
ducefle dagli Spagniioli, effcr quel Reggimento particolare delia Corona, fctto le cui infegnemilitaua gi molto tempo,
JidjarniL
e che nel corfo delle paffate negotiationi fattane cader mentionc co Miniftri del Pontefice, haueflero qucfti ricauato da Francefi in voce, non intenderfi quello comprefo nelle Trup-
pe, che doucuano vfcir dall'Italia. Maquefti, checercauano fcufe , e pretefti , di niente moftrandofi paghi , diuulgando Tempre maggiori apprenfioni, finfero di chiedere, per aprirfi'l pafTo ficuro i ricondurfi in Italia, vna Piazza al Duca Vittorio. Egli pure, diflmulando i concerti, fcherniua il Feria col infeme, gi che lobligaua a neparticipargli Tinftanza, garla, con dimandargli aiuti, ma in tal numero, e dentro vn\coficop tempo fi corto, che non potcua preftarli Schermendofi'lGo-'"''^"'^^.'' ucrnatore parte con graui doglianze, e parte con varie, ^^o[\lrJl^c\ ambigue rifpofte, il Duca prefo dalle dilationi, e dalla ne- nendoio gatiua pretefto, public d'haucr ccnuenuto cedere ainftanze prffanti, e confegnare Pinarolo perfei mcfi alla Franciit^ Ma poco appreffo ruonc trattato fi diuulg , nel quale pareua, che quella piazza ccn le Valli adiacenti fofe alla Coro-:^*^^"^^f,^^na in perpetuo verdura, e che j1 prezzo ne f^^^qt^eldanaroip,!,^^,y^o7rt ( che a cmqueccnto mila Scudi alcendeua) il quale douendofo^/^^^w^ da Vittorio, a rifarcimenro c'i Mantoua, depoftarfi in Lio-\ d ignaro ne, horailR, fcaricandclodi quefto debito, l'addofsaua afc^^'^^^''^''^ fteffo. Se veramente il prcfidio Francefe, inefecutiondeirac-j^''^; cordo, da Pinarolo fortiffe, e poi ricntraffe, dopo che S^-bUmffeuoiardi, per liberaj^e gli ortaggi, diedero la fede della hbe- ne u venrationc delle Piazze, pure, che vns. parte ne reftaffe nelle ^"'^ ^-^^^ cantine, e ne'luoghi fotterranei nafcofta, fu alFhora agitato Corcna con dubbij difcorfi j ma in fine ha il tempo fcoperto, che, non fidandofi i Francefi d'abbandonare interamente la piazza,vna portione nVfc, altra vi dimor occultamente, il Conte della Rocca, Ambafciatore Spagnuolo in Turino, the voleua portaruifi, per vederne la confeg na efettiua , nefi diuertito da
&
&
&
Maz-
MDCXXX]
c
"fini-
uerfal
com
/'
DELL'HISTORTA 4^1 Mazzarini col terror della pefte, facendogli credere, che efer-. citaife in quel luogo le pi horride ftragi. Scofle d'improuifo
animi in tutta l'Europa, e principalmente in Ita-j lia, reftando a s gran nouir molti sbigottiti, alcuni fofpefi J altri contenti 5 fecondo gli affetti, e gliintereffi^ impercioche quelli , che per impotenza haueuano fin ad hora tenuti gli odij contra la Spagna fupprefl, refpirauano con defidcrij , e fpetal fatto gli
VENETA
\motionc.
conftife
indinaio-
ni co g in
ranzed'alterationi, e di cambiamenti. All'incontro chi nello ftato prefente quieto fi ritrouaua, temendo vgualmente il giogo, e il loccorfo, vaticinaua nuoue, e lunghi/lime calamit, f reftalfe in balia del genio inquieto , e feroce della nationc Francefe turbare inopportunamente T Italia, ma gli altri, che la delderauano in pari ftato di libert^ e ficurezza, fommafopratut- mente godendo , che ci entrafle a parte anco quella Corona^ ti godendo, fi perfuadeuano, che con la fama, e col folo terrore del none i\kbe^ me foffe per conferuarla pacata. Con ragione il Richelieu liett, fopra ogn' altro efultaua, horamai ridotto in fua mano l'arbitrio della pace, e della guerra, e vendicatofi confpicuamenrifarctoft te deiroiiuares, che f con clandeftini colpi, feminandofatfepraiSpa, giuol ion tionijC difcordie nel Regno, e nella Cafa Reale, haucua^ gloriofave procurato d'abbatterlo, egli all'incontro, coninfigni vantagdetta. gi nelle negotiationi , e nell'armi foftcnendofi , haueua quello difcreditato, e confufo. Confifteua in quefti due il deftino d' Europa, horamai refi fcopertamente emuli dall' ambicione.^ , dall'inuidia, dalle gare, e da gH odij a tal fegno, che ndi
il
Mondo
dendo
il
Appariuano gliSpagnuoli altamente commoffi, veDuca diMantoua ad onta loroftabilito ne gli Stati,
che d lui
fi
querela
noapprejfo
U Coni
e per genio, e per gratitudine alla Francia adherente, quel di i FranSauoia conftretto a dipender dalla fteffa Corona, ceficon riputatione, e con forze ftabiliti in Italia a dar' ombra, a contender' il predommio, fin'hora da loro goduto. Si doleuano perci a tutte le Corti, efaggerando dal Riche-
&
&
patti, turbatala pac^L^, fede, infranti Ma, vane riufcendo le querele in vn fecolo, nd quale l'inteperrelfe prefcriue le k^p^^ il Feria, oltre modo turbato che, con tanto Audio hauendo altre volte coU'occupationg^
lieu
edere delufa
la
,;
della
LBRO OTTAVO.
della Valtellina
4^^
procurato di precludere ogn' adito dell'Italia ine XXXI armando a gli icrnnieri, bora da'Franccfi nel Tuo gouerno la porta dell' fl Feria, Alpi i fpalancaflTe, arrnaua con gran diligenza, e da Napoli, cherichie affine d'cfplo- de aiuti da e da gii altri Regni leuaua genti, e danari, Trincipid rarc gli animi in tanta cominotionc dicofe, a'Principi d'Ita-
&
horamai infortiffime iia/ione delMilanefe imminente. Il Pcichclieu per non haue- injianx,e ua ancora in Corte compoftc le cofe, ne di fuori maturati difegni in modo, che con la Spagna rompere fcopertamente perimpe. potcile^ ma, prendendo vantaggi, miraua ad impadronirfi dirgli quei dele venute, e de' porti. Per quello, aperto il Piemonte_^ d Ilenialia
come
talA con]
i
f fofle
l'
djfe-
Milancfe i fccorfi dell'Alemanna. Ma, efcndo fenzarvnio- [opra la^ nc, almeno la fponda de' Vcnctiani diiHcile marftenere in yalteUina qnclPaefe l'Armata, li ricerc d'vnire a tre mila del R due dal Cardimila de'loro foldati, preponendo a tutti perGcnerale il Ro- nate han, a titolo di conferuare qtieipoRi, e la liberta delPaeie: ma principalmente perpreuenire i difegni del Feria, che, per rcorfoper in particolare nel- aljjien'^ rifarcirfi diPinarolo, potrebbe altroue, dalla KepU la Rheti a indirizzare i fuoi colpi. Il Senato, intento alla quieblica te ^ e dubbiofo, che progrediiero le amarezze tra le Corone S oltre, che nuoua guerra li fufcitafle , non folo neg di cooperarui, ma in tutte le Corti s'aiFaticaua con offitij gagliardi, ella U dinega, per rimuouere i torbidi, e per afficurare la pace. Tuttauia il Rohan, fenz' attendere licenza, da Venetia part, e portatofi ncll'Heluetia tra' Cantoni de'Proteftanti, doue per confor- pafiando ncW Hel. mit di Religione tencua grande ftima, s'applic a difponerj ama Uro le cole per gli venturi difegni, mentre ne' Grifoni 1 Signor del-j hay per\ la Lande, raccolti col danaro della Francia tre mila Soldati di' aggiujiare^
gnandofi
&
quelPaefe, fortiiicaua loSteich,e muniua altri pafli II Fe-| i concerti J ria, per contrapoifi , inui nella Rhetia il Cafati, fpinfc miliconfimi della Valtellina, follecitando l'Arci duca d'Infpruch ad occupare nel Contado di Bormio il porto
tic
a'
Como, &
con alte-]
rationede^
Feria,
i
di
'
Santa Maria, per aprirli la comunicatione col Milanefe^j^ ma conto e concitando Cefare a riientiri di cosi graue emergente. Ma tale di'J-\ Leopoldo, ammonite le tre Lcs^he adaftenerfidanouita inop- mulitione portune , non volle col procedere pi oltre prouocarddirtnrbi: d Cefare .\
i
e Fer-
4^4
MDCXXXI
f
DELUHISTORIA VENETA
chcfelle
la Spa gna afoi
^'ita
correrlo
neperkoli
deWlmpe.
rio
.
Ferdinando, conftituito in declinationc de' proprij intereffi, didimul T occorrenze d' Italia , contento, per compiacer' a gli Spagnuoli, e per redimere in qualche tempo i pregiuditij 5 di formare fegretamente vn decreto , con cui dichiar nulla rinueftitura, al Duca Carlo fpedita, fcfoffe alla pace di Ratisbona contrauenuto . Nel refto efort gli SpagnuoH alla fofferenza, & ad adiftere con tutte le forze alla cauta comune, che in Alemagna periclitaua. Per quello anche ilFeria, intefa la rotta imporrante 5 che appreflb Lipia diedero a Cefare gli Suedefi, conuenne fofpendere Icmoflc, e donare i fuoi rifentimenti alle congiunture, al tempo. Fin dal principio dell'
&
^"'^^ s'haueua intefo publicarfi nel campo Suedefc a erualde ndiimi la Lega tra la Francia, e Guftauo, per diifa degli amici comula \gatafi jZegfl tra ni, ficurzza del commercio nel Balthico, e reilitiiiionc d__.
\
Germania, e de' Grifoni. S'era queftiobhgato di progredire nell'imprefe con trenta mila Fanti, e fei mila Caual,
e quella di sborfargli quattrocento mila talleri all'anno Haueuano capitolato. Che ne' luoghi da occuparli reftaife la Religione, comeftatuifce la pace, che chiamano la Religiofa dell*
li
Imperio, e doue la Cattolica foffe, il culto Hbero le ne lafciaffe. Lo Sueco durante Tlnuerno affai progred, perche ifoldati^ per la natia freddezza del Clima, di corpo, e d'animo vguamen-;
t cui
noncedeuano a' patimenti,- onde occup in breuej tempo, nonoftante qualche contrailo, Griffenhagien, Gara, inoltra co gsntYofi Damin, & altri luoghi, tra' quali fu Neubrandemburg, dal Tillj pogre poco dopo riprefo con prigionia del Colonnello Cnifaufen, che lo guardaua, con grandi ffma ftra g del prefidio,e degh ha^
fere ito
E.
te robufti,
s'
a Francfort fopra l'Oder, Citt di maggiore momento, fi rifarci; perche, sforzatala d'aifalto, lafci, che la guarnigione fotto il filo della fpada cadeiTe. Intimorite da_* paUcito per HtU tale fucceffo le Piazze di Colberg, e diLandsperg gli fi diedei fono ro a patti , mentre nelalfedio di Magdemburg \ Tilli s'impe-,
bitanti
.
Ma
il
'
^gnaua . Teneuano i Proteftanti all'hora in Lipfia la Dieta, e pu-i blicauano fotto il calore del Patrocinio Suedefeque'intimenti, mentis che la forza di Cefare haueua per lungo tempo foppreffi; anTadunaH ji'J api idi zi pareuano maggiormente irritati, perche nella Sueuia, ritor^Tmcjiti nandod'Itaha le truppe di Ferdinando, haueuano, inpaffando ^i
\btirg
.
fi
ad
al-
LIBRO OTTAVO.
ad
aciini di quella
455
che fi coJ.
Religione
inferiti
rc haucua loro anco negato di riiiocare l'Editto lprala reftituiionc de'bcnf di Chicia, onde deliberarono d'armarli, e d' vnirfi a gliSuedcfi, implorando dal R per Magdemburg pronto, e vigorofo foccorfo. Cullano non lo neg; ma, prima....
giungon9
I
all'Infegne
di
Gujau9
volendo degli Elettori di Brandcmburg, e di Saflbnia accertar/], mentre negotiaua perconfcgna di piaz-xc, e per vnione
di truppe,
ched'dQ^
'
glipjccoyfo
Magdemburg
fuoco ,
defolata dal
p re fa d'aflalto, diftrntra dal ferro, con ftrage tale , che fi refe di terrore a'Profu
per
qudU
j
VkT^ld
con grauebialimo delTilli che parue, com' folito di molti, auuez,7.i alla buona fortuna, che incrudeliirc nelvederfi abbandonato all'anueri. In fine dopo reciprochi e vari] fucced di non grande momento, menteftanti, e d'horrore a' Cattolici,
,
crudeln I
te deutHa
ta dall'Ini
mico.
tre il Saffone s'armaua, ilTilli, per aflicurarfi de'finifuoi, Io ricerc d' vnione, di paffb, e d'alloggi, e non compiacendoIo TElcttore, egli entr nella Miiiia, per atterrirlo, &c occupate alcune Citt, attacc Lipfia, che ricufaua di riceuere^ prcSdio. La Citt d'ampio giro, e di fiacca muraglia dopo ilSaffone irritato sVni all'hora a gliSuedue giorni cede.
che s'inoli
tra
nella]
I
Ma
Mifna,
con la fua Armata , confidente di dodici mila foldati Cred Guftauo, che, per mantenere la tama, e gliacquifti, gli condcfi
.
conglttgn
dof
'jl
Sa-
Cu accrefcere le forz.e , uore della riputatione , e della fortuna . N pot, effendo trop- cher'folu po vicini glEferciti, il Till ricufarla, perche colritirarfi ce- to di ^,^ ^^ deua al vantaggio, e al decoro, il R incalzandolo, l' ^^-{"incdzlil uerebbedifordinato, e vinto fenza alcun rifchio. Si tronaro-ir/Z/K no dunque appreifo Lipfia l'Armate , pari di valore 5 e di nu- [quadro. mero, comandate da due Capi, che nell'armi non haueuano -^^^/^^^^ due l\j:rforf altr"o, che la dignit difuguale. In lunghiffme fila fi fedemate ap rarono gli Eierciti in fito , quafi clie piano , tramezzato da qua!- preffo Li che mediocre eminenza. A'Cefarei comandiua nel mezzo i\(pfik
,
dVnire ,
&
(ione
&
Firftcmberg a defira^S: ilPappenhaim a finiftra^ ,1 procura.^ De gliSucdeii tencua il R il Corno deliro, e deliniflroha- "^^^'j^^^'^. ueua cura con le fue g.cnti il Saiione. Dietro l'vno, e l' ^^- tuianln jtro ftauano alcune Truppe in riferua. Il Till con la pevt^taggio d^A 'di Capitano prouctto haueua fcelto il vantaggio del Sole--> ,|y7rf. j
Till
5
il
e del
^66
DELL'HISTORIA VENETA
^
1>CXJXT
arte niente minore, parte protrahendo il tempo della battaglia 5 parte piegando lordinanza nel caricar' il nemico, IVfurp in gran parte a f fteflb . Dunque a paffolento^e ben regolato il giorno de* fette di Settembre s'auan-
e del vento
R con
fquadre alcontlitto, apportando il Cannone con tiri reciprocamente confiderabili danni ^ maggiori per a gliSuedef, che ad ogni modo immobili confcruaronolordinppemm nani^a, attendendo il fegno alla pugnz . Il R finalmente comangeggiataf d^chc sVrtaifejn cosi torto Io comand. che d'amendue le parla batta ti fi videro gli {quadroni mefcolati 5 e confufi. La vita di tanti glia' confuro^ guerrieri faua riporta su la punta deirarmi, s'mfieriuanoi cuore rhnefcO ri ne' colpi 5 i feriti appariu^no la cumula, i cadaucn formaualandof i no alte catarte nel campo. Nei bollordel conflitto Capi mele
zarono
inceflanti
Cbatiiti
defimi s'impegnarono nella Battaglia, vguagliando la fortuna, e i pericoli. Pareua, che la Vittoria hefitaflc, quando dopo
iccemado ftriaci
UFit torta
daCefarc
qualche hora di dubbiofo cimento il Corno deftro de ^\ Auruppe, e sbaragli ilfiniftro de'SafToni. Ma il R dopo moire impre/Toni apri , e confufe il finiftro del Panpenhaim di
pi refiften^ia, por^ mc^ife le trup-j riferua, portarli rapidamente in aiuto al Sallone, e col-ma fero pire i CeCarci con tanto furore, che cederono il campo. All' ftmcntsm hora non vi ffi pi battaglia, ma ftrage, e fugaiin tanto, che ncftiti il fopraggjunra la notte, lalciarono piima di profeguire i vincitocedono :an-po ri , che di fuggire i vinti l TilU con molte ferite, e con pochifrimafa lai fima is^entc inHalla fi ritir. Fu detto, chearriuafTeroi niorri Germaiiai quindici mila,- fi difperiero gli altri, lafciando a gli Suedeu '1
tal
pedi
preda del]
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campo, e
la gloria col
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Cannone,
Elei tu' e
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laBohemia, con le Prouincie adiacenti, alK lafciando il reftante. Fu opinione fondata y che , f lElercito vnito auanzauaa dirittura verfo gli Stari Patrimoniali degli Auftriaci, non hauerebhc trouato contrarto j perQijefti fcele
che laconfufione, e il timore fouuertendoi config^h la celerit del nemico non dana tempo a' ripari. Ma ricuperata Linfia, e cjue^li mentre t Elettore occupauaEgra, e Praga con quafi tm to il Redella Su no Boheme, il '\ pieg verfo la Superiore Germania, e camipermea nando pi tolto y che combattendo, con vna carrje ra di proideila
'
'""
fperit
'
li
fn^^rir
R O
OTTAVO.
4^7
s'impofsefs della Franconia , e del PaIatinai-oInferio-| ^^'^^.^^^^ con mau re ..on gli Stati dell Elettor di Magonza, e tanc'alrri luoghi Ill- dica felici, altroue, che quafipareua haueffe minore vc- t'i di pr* go il xlneno, ocit la Fama inpublicar'i progreffi, che il R infoggiogarle grcjji
&
Venetia Lodouico Chrilloforo Ratfchio, Caualierc, Tuo Ambafciator'Ellraordinario, a parteci- che,comu pare i fnoi vantaggi, eidifcgni, tendenti al follieuG degli op- nicando'ili prc*'^, alla libert dell' Alemagna, alladcprel^one degli Au-n||'''^^^'* flriaci; or.de, giouar potendo alla quiete, e ficurt dell* ItaPio'.iincie. Iniii egli a
&
''^'^
chiedeu;! dinari, e foccorfi. Jl Senato, con parole offitiofe honorando la felicit di quel Principe , ad altro non condcli;.,
la rchie,
fccfc,
dica
rani memorare
il
molto
dalla
Republica contribuila
de d'aiuto
quale non knz2L^ cure, e difpend)) niente meno inuigilaua al prefenre. Penetrando di qua da'Monti le voci delle felicit di quell'armi, follecitauano con non lieui timori gli animi di molti, in partito alla libert.^ al
&
che mal volentieri vedeua vn R, pfognidfofienutoda forze grandi, e da tanta Fortuna, auuicinarfi air troimpMi Italia , douc per auuentura non minori de* preteiti hauerebbe Ytaft ci trouati i fomenti. S'accrefceuano le apprenfioni dalla Natura grido delle fueUrmi, e dalCafoj perche il Monte Vefuuio, che co' fuoi incendi] pare habbia prcHigite altre volte, Tinondationi de' Popoli, le grani calamit dell'Italia, vomit fiamme con tanto em- qnaftpro n ojllc^te pito, e con tale fpauento, che la Citt di Napoli tem, d' daU'irrtit_^ ,.,.,_ abififarfi ne terremoti, nelle ceneri di fepclh'rfi . Lo icuot-\tJm't-rri mento abbatt gli edifitij, arrcft il corfo a* Fiumi, nfpvfc Oi^cddFe croll, apri le montagne. Efalarono infine col^ fumo il Mare, oppofiti, &: horribili effetti acque, fiamme, e ceneri, dalle
colare della
Corte
di
Roma,
Komafo,
&
quali
non
,
dubit
folo reftarono oppre(Ii alcuni luoghi vicini , ma fi che leuato il refpiro deiraria,fofie quel Popolo nutro
per foffocarfi. Ma, placato il Cielo dalle publiche penitenze, vdendofi da per tutto gemiti di moltitudine, quafich^ innumerabile , fpir tal vento dalla parte auueri , che l^^ port a cadere oltre mare fin' a Cattaro, altri luoghi dell' Albania, e della Dalmatia. In fine, confumato nelle vifcere della Terra il fulfureo alimento, il fuoco s'eftinle . Ma_. tra* timori d'Italia lAlemagna prouando con ftrane vicend^_^
&
Gs
ipm
&
,
46^
MDCXXXII
i
delJhTstria deli; HI S T C3 R I A
veneta VENETA
pi feniibili danni, i Fortuna di Cefare, che minacciaua^i poco prima gliKcretui, hora ieruire non poteua acattolici
perche dal monte alriflnuo de' Di, fpiccatoqiiei faffo, che crolla g'Imperij pi ^.^^^^.^JuiniGiuditij s'era rrm'ri forti. L'Elcttor diTreueri, vedendo quel di Magonz.a eful^.-
(fi
i
dappo8;gio5 ndomb'-a
publca
/^ida'fuoi Stati, prefc motiuo di publicarc la protetrione, chefeTrotmQ grecamente gli haueua qualche anno prima accordata la Fran:
daCefare, per non hauergli aggiudiche pretencleua, s'era iretto 7J//^fil-|cara la Badia \ |con quella Corona , & hora aprendo le porte alle uie Armi , le m. dLV^M^JconfegnHermeftein. Il Bauaro, che aiiiaua andar traccheg^^'^^^i^^ giando, (enza ftaccarfi dagli Auftnaci, ma ne m^ao con loro ^^^^-^^^^^fi? haucuaxbpulato parimente nuouo trattato co' Fran^T^he'\ Baimoto cel , nel quale, nromettendogli queft la conferuatione del vonmui ac- to Elettorale nella iuaCafa s'obbgauano reciprocamente il R, cordstdo. ^ li Duca a difefa de gli Stati, all' hora pofleduti, con certo
"^*^^^'l:;cia5
quando
eg^i, offefo
San Marmino,
^^^f^^i"^,
diCaualli, e di Fonti. Con queft'alleaniailRichelieu ^";/ ^*i cono gu d'allontanare ilBauaro, come Capo della LegaCat^ '^/fcr-'tolica, dal predare alla Lorena afTftcnze, perche quel Duca, Ci '^io >i-^dopo leconfpirationi con gTIngei , djfoerando di poter pi placar quel Miniftro, non folo s'eradato alla clientela de gli Au^ '^/^T **^'^'^^^,ftriaci; ma, durante la guerra d'Italia, haueua indotto Cefare di confcguenza alla frontiera-. il quale ^ fortificare Moienuich, pofto di quel VefcGuaro, e poi a confcgiundittione congintGfi di Metz, e (^giinipe- gYzxg la piazza, accioche coprilc con quella il ilio Stato, nali, ^nfieme preftalTe, occorrendo, la porta per inuadcr la Franhora.^ cia. Haueua poi accolto T Orleans ne'fuoi Stati^ ^^y'^^^i bench indebolita fcorgcfTe la protettione, che dall'Imperanondimeno prouocando il R con oifeie^ , kam^^' ^^^^ attendeua, il Cardinale con difeufti , fi tir acerbe moleilie nel kno. Lo fteffoDuca d'Orleans, a fuggeftione della Madre, e della Coc^nata non meno, che de' Tuoi fauonti, affunto il comchc,7it mendato pretefto del mal gouemo, unprouiumente ii ritiro dalla Yfifi dalla Corte. Il R, horamai comprende ido, che con dome-' Cone. ftici , e con efterni fomenti dal ^ rateilo s'ambiua confeguir prefperarlo, l'incalguito dal ftamente il Regno, anzi che lungamente
numero
*^'
&
&
i'adlo
il
Duca, noiu.|
volenI
46'9
forza, ne d'alcun* accordo fidarli, iM^cxvxr part verfo Borgogna ^douc col Duca di BellagardajCcuerna-j/ '^^^'"^ tore diquellaProuincia, tramaua di gi intelligenze ,6 concer- z'cr^o^/;<2 lui pure fopraggiunto il R , e il Cardinale lo confrinfero ai ti Lo-, ^^^ndkco. pafFar nella Franca Contea ,0 di l ricouerarfi in Lorena douico , per ben aflcuraifi prima nel Regno , riform la Cortej ^rJJ^yn ^ alla Reina , fua Moglie , col dilcacciarne le perfone fofpette ^d>culu' mlb Lore col prohibire all' Ambafciatore di Spagna dipriuatamente ve-';;^. Pei conduffc la Madre a Ccmpiegne, e d'improuifo [riformisnderla do urtai] partendofi, ve lalafcifotto la cura del Marefcial d'Etr cula Moglie ftodita. Voleua pofcia, eh' ella a Molinsfi trasferiffe , Citt la Corte .| non forte 5 e nel cuore del Regno , dandole per honor' appa- e conduce rente ilgouernodel Borbonefe^ ma la Reina, interpofte dila- do a Copie gnda;).a,\ tioni con pretefto della fua fiacca falute, s'infinu colGouerdre natore della Sciappella , aftinch , introducendola , le confegnaff la Piazza , e con quefta confidenza , mentre il Cardinale 3 tiit to fapendo, per facilitarle la fuga, fece deftramente rallentare le guardie, ella nafcoftamente parti. Ma, giunta alla Sciappella , la trou premunita , eifendoui entrato il Marchefe di Var- ci} necefi tataiComc dcs , Padre del Gouernatore , opportunamente fpintoui dal Carprofuga, a dinale medefimoj negatole per tanto Tingreffo, ellaconuenne rcouevare paifare nella Prouincia d'Ano e di l portarfi a Bruifelles , 4 Biujfeldouc accolta con tenerezza dall'Infanta Labellafparfe per tut- les. to il Mondo querele della fua forte non fenza compatimento, che, profuga da vnfeliciffimn Regno, douehaueua comandato altre volte , hora in et grane cercaffe tra gli ftranieri 1 hofpitio, e fi pu dire il fepolcro. Sperauano gli Spagmioli d_. quefte domeftiche turbationi della Francia grandi profitti te [opra tali nendo in mano la Madre del R, il Fratello in cafa di Prin(^'^^^/^^^^ cipe Amico. Ad ogni modo non poteuano con forze, vgua\i%a;.dlfi a SI grandifegno, promuouere l'alterationedel Regno ^ mp\i-\ vunamite
.
mano alla
'
&
cati in
tre
da gli Olandefi, men-'I'"^/P'^^ per la Schelda tentare vclcuano qualche forprefa in Ze-I^^ '^''^;' ^^^"^"^^^'^ landa. Vcdeuano anche TOrleans non ben munito dalle forzc,e;dair intelligenze fuppole , perche quelli,' che fecondo i concerti doueuano armarfi , accendere nel Regno la guerra preuenuti dalla vigilanza , autorit delC^-,
Germania,
e battuti in Fiandra
&
& Gg
dinale,
470
M DCXXXl dinaie,
deli;historia vem
non haueuaiio potuta
,
A
con
la_^
foga lo/campo . Il Lorenefe^ che, (hndo col pegno in mano del Succellbre della Corona, fi credeua (icuro per maggiarmente legarlo, l'induiTe a fpodire Margherita, Sorella fLia, Princitale auuifo CorleanspQffi d gran virt , e di rara belleiza auiiamp iw/'^frmtfjLodouicodigrauiffmo fdegno, ilRichelieu, colta l'opporvendicarfi , Io perfuadette a fare iniicftire dal Murefcial t^:?.?!*^'^ ttmiu di
.
&
Lorena
cofdegno
di
Lodou-
Force Moijenuich, che, non potendo da' Celarci hauer foccorfo, ne il Duca di Lorena ofandofenra il loro aiuto pordella
co.
perfiiaf&
da
F{!che~
lieuadat
laccare
Moijen,
ttkh
ches' aY'
.
tamelo, in breui giorni fi diede Doueuano all'hora Tarmi Francefi progredire pi oltre, f Carlo, in perfona humiliatofi al R, non hauefie accordato. Di rin^ntiare ad ogni intelligenia,^'vnio^ nt, prgiuditiaie alla Francia di far fortire i "K^helliy e nemici del2{e dal fuo Stato negando loro in aimcnire l* ingreffo e di congiungerg all'armata "K^ale quattro mila Fanti e due mila Canalli , co* quali
.
.entrando
\C(^-'Utione
in Alemagna
il
il
Lore
nefehumi tre il
llandofi.
accorda
con la Co-
rona
accordo, ncirvltimo giorna dell'anno conchiufo, fi giudic veramente , che per parte del Duca non viuerebbe pi a lungo della neceffit chelodettaua al prefente. Il R, per far ap parirc, che quanto pi ilRichelieu dall'inuidia, e dall' odioera
le
,
confegnaHi per tre anni la -piazja di Aiarfal a Francefii men^ prometteva j fenza comprendercelo ^ di non far Pace. Ta-
che, tra'
fcoffo
altrettanto egfi lo
feruo
ri
Pari di Francia.
Onde
ilringeua al fauore , lo cre Duca, e congliapplaufi, co* quali, oltre alle vofi
deli Inni
dia, pro
muQi*e
maggior
Gradi
l
Cardinale,
raccolpo
fivendicauad' alcune inuettiue, che con fogli, fparfi da incognite penne, veniuano publicati da' mal contenti , da' Paefi baili particolarmente . Anche in Venetia, ricercandolo l'Ambafciatoegli
Fama,
&
re D'Ali
parimsnte
dalla
^.
/>.
publica,c
fu dal
pieno
pieni (lmi
voti
.
plaufoneli
Ordine de Tatruij .
HISTO-
.,
TO H I S DELLA
REPVBLICA VENETA
DI
L
Ora
"B
:^0
N N 0^
&
defcriuereino alcuni anni tranquilli della.^ Rci^ublica, refi pi lieti dalla memoria delle--' pafflite calamit, e dall' horrore de'corfipericoli, da' quali tra le fiamme, ilferrocon (aluez.a, e con gloria ella fu tratta, dopo Y
^
^v>^-Q''JS7^^^;^
(^ ^^ aiuto Celeile,
pramcfc^
77,-/^^,0
de' Cittadini, pi
Con
che dall'armi proprie, d^i Trndpe quelli tempi migliori cominci il Prin-j M^^f<
1
cipato di Franccfco Eriz,zo afiunto Do&e,dopo la morte di Nic-^^'^'^^^P j j V /-^ ^ r r Contarmi colo Contarmi, con grand applauio, per hauer in lungo corlo; toccatele d'anni diretta la Patria col con;-;glio. e difefala vnitamentecoll'I^/i/M^^m armi. E perche lofteneua il Generalato di Terra ferma gli fa di Genera. creato in quella carica, perfuccefore, Luigi Giorgio, all'ho-;
1
raProiiedaore nel
re,
^^.'^f."^^' ^^^^''^
furgendo
nuou'i
di-\
col
'
ben nonafiiiTero coll'armi l'Italia, diftrafferotuttauiagli animi colnegotio, Haueira Vrbano, dopo defonto Francefco Maria della Roueie , vitinio uca d' Vrb^no, riunito alla Chiefa quel nob iiiffimo Feudo. E perche, anco vincete ilDuca..,
I
j
Tontefice.
che nior\
to
il
Duca
d'orbino.
Gg
che
471
s'
DELL'HISf ORIA
VNETA
che in et decrepita fi trauaua , egli in quello Stato teneua vn Prelato, che afffteua a gli affari, hcbbe dopo la di lu mordromUedi qutlla Sta te cosi poca pena d'impolfefsarfene, che; entratoui conMilitie Taddeo Barberino, Principe diPaleftrina, a pigliarne quietamente il polfelfo 5 parue, che fi continuaffe pi tofto l'antico dominio, ch'altro nuouo f n'introduccffe. Staua di gi col pretefto delie commoiioni d'Italia il Pontefice armato, attendendo queft' accidente 5 affinch, f in tanta confufione dicofe_-> alcuno tentalTe turbarlo, potelfc foftenerc le fue ragioni con valida forza. Ma i Principi gli eshibirono anzi a gara l'armi, e l'eshortarono ad inueftirne r Nipoti , alcuni credendo obligarlo, altri collo fmembrare quello Stato, amando, che la Chiefa non tanto crefceffe di temporale Dominio Il Pontefice, rifpettando le Bolle feuere de' Predecellbri , apprendendo di lafciar' alla Cafa pi, che vn quieto dominio,, vn patrimonio d'agitationii, e trauagli, moitr di ftimare i fuoi Congiunti, pi degni del Principato col ricufarlo , che col ritenerlo . Solo conferi per fpoglie di s nobile acquifto al ^^-^.^'^"'^- Nipote Taddeo la Prefettura di Roma , dalla Famiglia^ della Rouere lungo tempo goduta. Ritiene qucfta Dignit y^.^^//5,^ ^pielaTre.ccrta antica, e veneranda memoria del Prefetto del Prete\fenura disoy a tempi de' Cefan cosi ftimato, autoreuole,- ancor^iloma. che hora nonne le refti, che rhabiro? e il nome. Di qua proruppe graue difguilo co' Principi; perche , pretendendo \perjaqua\ Prefetto Precedenza da gli Ambafciato-ri , che nelle pi /ey7rfi/|MJconfpicue funtioni afiiftono al Solio del Sommo Pontefice-/, sbilo Fri rappre/entando le membra della Chriftianit vnite al Capo, tutti vi dilfentirono . Tentarono i Barberini di guadagnarCevolendo qiiegLpre, fare, perche dal d lui efenipio altri Principi grandi doueuaceder gli no certamente dipendere, e non trafcurarono qualunque mezzo, con eshibirgli anco grandi foecorl, e poderofe adiftendoru ze. Ma in vano, perche l'imperatore, non volendo declinar dal decoro , e dolendofi > che fi mei-cantaflro per priuati riguardi le d lu neceffit, contratte in foltenere.^ vna caufa, in cui la Religione teneua la principai parrei, ordin al fuo Ambafciatore d'aftenerfi dalle Cappelle, e-^ lo fegui tarono gli altri Mmiftr i delle Corone , confid emnda
mpa.
.
jM prxxx!
&
&
'
iPoii-
LIBRO NO N'.
il
Pontefice in Cafa propria , in caufa de' fuoi congiunti, MDCXXXr non meno 5 che Principe^ Da quello dirguito coZio, e parte mune de' Principi infurfepoi il particolare de' Venctani; per- tra'lFeche, incontratofi cafuahnentein vna ftrada Giouanni Pelri^Ca- f!? elo
'
&
47?
Republica, col Prefetto, fermando S^Vlf,-* que/li la carozza e l'altro non ofleruandolo perlofcurit dell' fWo//V. aria, eliendo Thora gi tarda j bench officiofamente ne fa-'mrf/yco:, cefe paiar qualche fcufa , il Prefetto per , afcriuendolo ad offefa, appoftatamenrc l'incontr altro giorno, e corrotto il Cocchiere dell' Ambafciatore, che , fingendo gli cadelTe il cappello, arreft i Caualli, tir di lungo. Non cositoftoil Pelaria Caia fi riconduife, che da alcuni armati fu fpalleggiata la fuga del Cocchiere, per fottrarlo al caftigo, che meritaua. La Corte di Roma, che Tempre parla, fempreauida d fucceffi, miiurando le cofe coli' apparenze, e colFombre, giudica tali formalit niente meno di quello, che fogliano altroue ftimarfi le fanguinofe battaglie e le importanti conquide. Per quefto appariua commolla, e gli altri Ambafciatori, riputandolo comune interelTe, s'eshibirono al Vene- ordini la to per rilrcn-fi Il Senato, conofcendo per l'appoggio delf"^"^^''^* Zio eiTer pi forte in Roma il partito de' Barberini , ordin '''^^'^'" al Pefari , che a publico rifentimento da quella Citt imme- (Ir fenz.a diate partiffe fenza licentiarfi dal Pontefice, da' Nipoti, & (hiedsTt' al Nancio in Venetia fofpefe le Audienze Con tale difgufro mia to altro pure s'intrecciaua, perche Vrbano in tempo , che fu gidicato aliai inopportuno mentre ardeuala Chriftianit, <l^ li diftruggeua l'Italia tra la guerra, e la pefte,haueua nell'an- iuta paco no decorfo con vna Bolla decretato a'Cardmali, a gVi Elet- decretantori Ecclefiaftici, al Gran Maftro di Malta titolo d'Emi- dofi ruonenza , prohibendo loro riceuerne altro, fuorch da' R. La lo d Emi' Republica perci continuauaa fcriuere con le foite forme.^ nenz^ j nuouoe^ ma alcuno de' Cardinali, prendendo occafione dall'amarezze, citamsnl^
della
,
ualiere,
Ambafciator
Tre
&
&
che vedeua correre col Pontefice, e co' fuoi Congiunti, ricus le lettere con fcnfo grauilTmo del Senato . S'aggiungeuano acerbe contefe tra quelli di Loreo, xddm Wm^, e
a dlfg'A^h
che s'aaa
zana per
cagon
di
Ariano , che appartengono al Ferrarefe , douc il Car amai Pallotta , Legato , turbando anco i pi certi Confini
d'
Cofinis't,
Ferrarefe.
di'
474
M
CCXXXl'i
DELUHISTORIA VENETA
.
con ficen
de u ol in"
Juiti
-
,& altri danni^dimoftraua penmaggiori nouit, con alzare ftrade^inteftare il P 5 alterare il corfo dell' Acque N mancauano i Veneti, inferendo danni vguali, di rifarcirfi ; anzi entrato in Sacca di Coro Luca Pefaro, Capitano del Golfo, con qualche Calcale con Barche armate , fcrmaua i legni, che con viueri , merci, contra le leggi della Re publica per mare verfo Ferrara paffauano. Diflruffe anche nel Fiume le nouitde'lauori, fatte
de' Venetiani>coi far prigioni
ilero d tentare
&
per diuertire ilkio corfo 3 onde inafprendofi gli animi ,pareua, che ^i foiTe per progredire pi oltre, perche, ingroffate le militie reciprocamente a' confini, gli Ecclefiaftici alzarono vii.,, forte, chiamato delle Bocchette, e i Veneti ne contrapofero yn altro , nominato deila Donzella
,
..
ANNO
mtcftofi^ifi
'
DC XXXII\,
pri-
la
calore dell'armi, s'interpoler iMiniftri Francefi , propoFrancia per imp~ nendo fofpenfione d'offefe,cche s*allonranafero lemilitieda ftiriL que* confini , doue appunto , nel procinto di ftabilirne il concerto, accadde, che in vna fattione alquanti de' Po nteficij furono vccih,e trentatre nereftarono prigioni fcnz.a danno dalla parte de' Vcnetiani. Ma darafial RLodouico parola dal Pontealla quale 'prometto- fice, e dalla Republica di non s'offender colfarmi, e di rimuno le parti uere le foldatefche , reft maggior campo al negotio , col quadajitner/i le fi fopirono alcune delle difficultj impercioehe , aifermaiidall' ^r. do il Pontefice al Signor di Brairac,AmbafciatoreFraacefe-^,. mi di nonhaueredelfucceffo in Roma col Pefarihauuto antecementre ac quietanft dente notitia, n meno del leuarfidi Palazzo il Cocchiere^ datVonte- eiTcre flato partecipe fuo Nipore , fe n' efprcffe con parcicolar \fict ledif difcoDtento , e fece punire coirefilio i rei del trafcorfo. Diferenzeco chiar in oltre a'Cardinah effe re la Republica, comefufemFenetiani pre connumerata con gli altri R , nelfeccettione del^ titolo
j
.
mo
Eminenza comprefa , e loro comand^ che rieeueflero la^' lettere con le folite forme. Il Senato, reftandonc conrenco, ammife il Nuntio ali'auJienze, & inui Luigi Contanni, Cad'
u ah e re
per Ambafciatore
Ma
le-^
LIBRO NONO.
differenze per gli confini,
475
incontrnuano''^^--''''''-^
come
pi antiche,
difficulc, ancorch per terminarle fi flabililFc (\\ eccetto CommifTirij fopra il luogo, onde dal Ponrcfice fi mandare qi^dle de' deltinarono Ottauio Corfini, Preiidcnte della Romagna, e confini Fabio Chigi, Vicelegato di Ferrara, e dalla Kepuhlica Batti- don: JiJe ila Nani, e Luigi Mocem'go. Ma, non cofi rollo vnito il riinuHo Co 'congrelTo, il negotio incagli nel dubbio, quali fofsero i vecchi confini, da amcndue le parti interrotti con atti reciprochi di pofsefso. GH Ecclefiaftici poi pretendeuano foprai nuoui terreni, fiano Alluuioni, che pofsono quafi chiamarli efcrementi del P, douecon pi bocche, impetuofamente Igorgando, rompe 1' acque del Mare, e poi, incontrata maggior fona, rallentando il corfo, depone, e forma certe paludi, che, bora fcoperte, hora fpolte nell'acque falfe, variano fecondo il corfo del Fiume , e lo fpirar<^ de'venti , fito , fpatio e profpetto. Pareua ignobile la contefa, ma le parti la flimaiiano di ?,rand'importanza, principalmente i Venetiani, perche feco traheua i diritti, e la giuridittione del Mare , la quale bench confelfalfero gli Ecclefiaftici appartenerli alla Republica, i loro Commiffarij contrauertiuano ad ogni modo quelti nuoui parti dell'acque, pretendendo ftenderui fopra i confini . Alfmcontro i Veneti diffentiuano dal trattarne , come non comprefi quelli nel findicatoprefente{ quella la formula dell'autorit , che da'Principi a Commiliari s'attribuifce) n in quello del mille feicento tredeci ; quando della lleffL^i ^^ q materia de' Confini pur fi tratt fenza frutto , Dunque, non' rfnitato. conuenendo i Commilfarij medefimi, n pure fopra i princi \ne alcun' pij del negotio, il Nani, caduto infermo, fu alherto di riti-j#'^^<' rarii, e lo fcguit il Corfmi, riducendofi al luo gouerno, iispajiadnc Chigi , il Mocenigo , fletter vn tempo orioli j in fine fi ri \got(^to a
maggiori
&
duife
negotio in Venetia con la mediatione dt" Miniftri ^^nnU Francefi, e dur anco nell'anno venturo il maneggio, fempre dichiarandofi pronti i Venetiani d'accettar quei partiti, che con la giuridittione del Mare , delle bocche de'Fiumi, e della Sacca di Goro preferualfero gli antichi patti co' Fer rali
refi, e la
facolt didiuertire
le
che fono
ven e , e
il
47<^
"^7J^^J/^!diflfdjj
DELUHISTORIA VENETA
di
poco momento
ccaoarr^^^^^^^ s'auuicinaua tra la Francia, e la Spagna. Teneua hMofeUail R Lodouico tf la Mofella, ilRheno vn'fercito, per elj{}cno frenare il Duca di Lorena , che non deuialTe dagli accordi
&
/ ejcrcito,
recenti,
pcrrajfre-
nar la Lorena,
e dLitar
lefueTvd,
tcttioni in
Cattolici a ricouerarfi fotto la di lui proL'Arciuefcouo di Treueri (eruiua a gli altri d'efemtettione pio^ ma il Capitolo di quella Chiefa, non approuando le di lui rifolutioni, introdufle guarnigione Spagnuola nella Citt.
gna,
&
la Tua autorit in
Alema-
Treueri fu aiTalita dal Marefcia d'Etr,e dopobreC rmama, Perci teton- ue tempo efpugnata, l'Elettore vi fu ftabilito con prefidio tragiisf'a^ranccfe. Anche Coblentz, pure da gli Spagnuoli guardagnjdciirijaka^Q prcfa dagli Suedefi, fii confegnata alla Francia, com^.^ 'appartenente allo fteffo Elettore. Si fcopriua per, che hoj^//^J^^^^'^^ i Franccfi, inuidiauanola fehcit dell'armi, temeefpugnayl^'^"^^^'^ juano la vicinanza del R Guftauo; perci, efpeditogli, per prefdia Trei4cri. Ambafciatore, il Marefcia diBrez,proponeuano neutralit tkeuuta per la Lega Cattolica, e per Bauiera Ma indarno 3 impercio.
io[gna da
Suet,-
che, pretendendo lo Succo, che totalmente fi feparafle da_, Ferdinando, e che per ficurezza alcune piazze gli confegnaffe, oltre alla reftitutione del Palatinato, e di tutto ci, che
pngl'ln
Un(Ji
del
al
tempo prefente occupato, il Bauaro non v'affenti, e feco titron'dote r negli fteffi configli l'Elettore di Colonia, Fratello fuo j onde ilRjlafciati alcuni Capitani a progredire in Franconia, di lont e Veflifalia, s'auanz contra la Bauiera col maggior ncruo Cufam delle forze. Efpugnato Donauert, pafs facilmente il Danuchepajfa ad ajjalir bio, accoliandofi al Lech, fopra le cui fponde il Tilli haue USauiera, u la difefa difpofta. Ma Cuftauo fotto il calore di molti cof2 morte cannoni pafs con grandiflma ftragc de' Cattolici , tra' qua.
del
Till
li '1
lungo le ri ut del Le ih
raccolto
in
Till reft
morto, e
ferito
1'
Aldringher. Trouarono
gli
uluguja
da Trotejimti
.
in timori-
ccl'lteia
Suedefi in che sfogare la crudelt con incendi], e con fangue, e fatollare i'auidit con le prede in si florida, e popolata Prouincia. Monaco, Refidentia de' Duchi, e qualche-^ altra piaaza fi refe con poco contrafto. Ingholttat refift y ma 5 accolto il R in Augnila con incredibili applaufi da^ quei Proteftanti, s'accrefceuano i timori all'Italia, da vicino
va-
LIBRO NO NO.
dal
477
quella che quanto rende ifuoi Po-p^^'^^^i' vagheggiata poli con la d lei opulenta contenti, altrettanto con le ricchcize, con le delitiejcol fito allctta gli Stranieri. IlGoiiernatore i Milano particolarmente, dubbioro,chcdalR , collo fpingcrfi gente al Rohan, fi tentaile la Valtellina, efpedi militie a' conjiii. Ferdinando, temendo, che gli Suedefi \)qt\2l duhhado Baui-ra arijliilero i lioi Stati Patnmoniah per fianco, delibe- c<f:ue,m r a'graui mali applicare eftremo rimedio, e conofcendo, che ^"''^'"'''^ col danaro mancata la fede, e con la icdt il credito, non fi trVtl-: itati r <i> ^ A*' 1> A Armate > le non colloro, e con la hm-yrauimo. d'rn gran Cnpitan(>,tichiam il V'alftain, c'haueua vgualmente .jcquiftato gloria, e ricchezze, efoftenuto, non meno con '.^''^'^'"'* a'^jjluufo tri le militie, che con pcritia, il Generalato dell'Ar- ^^ ^''^^^'^ m mi., e gli accord tutte le conditioni, che feppe pretendere . Confifterono in vn'arbitrioafoluro, con cuDiregge^e la gueraitcordan, ra, e la face comandando a tutte t Armi che fi trouafiero nclt
.
R, come
^'-^^i'.
Gufare, deg:li Spagnuoli, della Cattolica Lega y le nipote ch il 'I{ d'y^mheria non and.'-:ffe in "Eohemia^ a Armata, ^Che^Ta'bi difporiclfe delle cariche, delle -pene , de -premij , de' gutrtieri , delie ^^'i^,
,-,
Im-perio
)lo
o di
con
contributioni^ degli acqtiiHj fenza la ricupera del Ducato di Adelchi' Iburg non Jiabilfie la -pace , in ricompenfa del merito ,
fi
,('
delle fpcfe
jfomma
con
alcuna delle Prcuincie hereditarie gli In fit alJeTnaJfe l'Imperio fi ripartiua tra Ferdinando, e ilVatftain, ma
.
tal differenza, che il Generale, fenz'attendere comandi, haucua arbitrio d'efegiiire ogni cofa, e Tlmperatorc comandar non poteua , f non ci , clVall'altro d'efegiiire aggradilfe Per ""''' f"^ ci fin dairhoraf giudicato, che ne IVno fi contenterebbe di ^I."''^^^^^ ftar priuato, n l'altro potrebbe, come Principe, lungamente mL:.^^.
.
loiicriiio^. Apphcatofi egli nella Morauia ad amma^fiire V E~ fercito, l'adempi facilmente, concorrendo al fuo grido, e al "^'^''P^' ^""^ fuo foldo d'ogni parte foldati. il Saffone mai lo ftuib^il''; intento folo nella Bohemia, e nella Sjdiaa gh
acquifti,e
in CUI
anco defiderofo, che qualche ireno fi Doneffe a gli imi fura- donando ti Krogreffi del R Giiftauo. Cefare a Princi:)i Cattoiici di- '''<"'' mandaua folleciti aiuti, a queft'effetto efpedendo in Italia r P" i'''.''' Baron di Rabata, e parendogli Caiifa comune di Rehgione
,
.
tork'l^r^r
apparteneffe
al i-'ontefice
coll'efempio precorrere a
p^'r'
'
luiti
\oUi T
ir
MDCXXXII
Cardinal Psfman, per mbafciacor'Eftracrdinario. ^fal volentieri fi fcnriua Vrbano preflato, perche le in(2^mf4r-:fl.anze non doueuano eiTer difgiunLe darimproueri, e da pril
478 grinui
DELL'HISTORIA VENETA
Tomfice^^^^^^
perci, .tcanJardo cfammeLrere tale Ambafciata, allegala, che il Cardinale, infignico della porpora, e del carattere facro, non poteiia nel leruitio di Principe fecolare impiegarfi II Paiman, huomo di profonda dottrina, e dicoftuir.i
grauiffimi
efaggcrando
;,
che rinterelTe
di
oblig?,ua cii\fcheduno,
particolare gli Ecclefiaflici ad afiimerne la cura, a procurarne il riparo, fi dichiar, che, f la Dignit, l'habito grimpcdiffe Tefercitio di quel Mini-
&m
Rehgione
&
flerio,rinuntiaua,
lica
a parlareanco
imminenti della Chiefa CattoprouedefTe . In fine conofcendo Vrbano, che Tefcludere rinflanze riufciua pigraue,chc'lnonefaudirIe,rammife,&vd chiederfi con efficace eloquenza foccorfo, come a Pontefice, e come a Padre ne' pericoli della Religione , e ncir vrgenzc de' Figh . Verfarono le di lui prime rifpofte in fcufe per 1 erario pouero, e per l'impotenza, che principalmente nafceua che f ne dairhauere in quelli vltimi anni TArmi Alemanne inopportufciij , namente vefi'ata T Italia, obligata la Chiefa medefima con molefte gelofie ad eccefliui difpendij. Onde, pungendo gli iMniflri [animi, pi tofto che fodisfar'airinftanze, i Miniiln Auftriaci ^^^y.^^j /(,^-^oJdeliberarono d'vnirc i Cardinah* Sudditi, e gli amici, che tewo?/ineuano in Corte, per aftringere i\ Pontefice col roflbre, e fioro, con le premure . Perci il Cardinal Borgia nel Conciftoro coiraffiftenza d* altri > che vollero oftentare inclinatione a_> poco con- gli Auitriaci ammonii Pontefice, e gli prefent vna protetribuifce fta iti fcrittura, quafi incaricandolo, che omettefle in yrgcnza s gruue le parti delloftitio fuo Paftorale, Vrbano, per giuftificarfi appretTo il Mondo Cattolico, publicin vece della Crociata, che gii veniua richiefta, vn Giubileo, col quale
in camicia.yurchealle ncceflt
fi
&
inuitiaChriftianit con publiche preci a placare Tira Diui-na , importo certo aggrauio fopra i beni Ecclefiaftici dell* Italia, ne traile per fomminiftrare a'bifogni di Cefare qualche danaro. Ma de Cardinah, c'haueuano ardito di prefentare la protefta, alcuni naffliife con lunghi, e grani difguftij
&
altri
LIBRO NONO,
altri
47P_
sform a ritirarli di Roma, come fu il Borgia , con rigo- "^dcwxii rofiffima Bolla, ch'obligaua i Vefcoui alle loro relidentic^ . Quanto al Rabata, egli non riport da'Principi, altro che il Duca di Mantoua in particolare gli addit ^^ fciife, piaghe, che con horrido afpetto frcfcamcnte verfauanofanoffer colleganza, cshigue. A'Venetiani ricerc aiuti, ^^^J^'^-^^* bendo alcuni Capitoli, a'quali affermaua preihrfi aflenfo da /c^emeJ eoa gli Spagnuoli, e dairElettor di Bauiera, per difendere la Cat-.rf^/* tolica Religione ne' pericoli dell'Imperio, Fu generalmente '^*5'<>' creduto, che non tanto la fpcranza di confeguire i foccorfi, quanto il dcfidcrio d'ingelofire la Francia, fugi^erifse il progetto, o/Teruandofi nel tempo medefimo giungere per nome! -^^^p^^-^ del Gouernatore di Milano, a Venetia il Senatore Picm2.vdvr^eiieridni ad atteftarc^ la retta intentione del R Cattolico per la psL-Ud vmrft ce, il defiderio dVnirfi a tal fine co'Princijn Italiani inftret-, ^^^^ in particolare, che la Republica vi contribuifta allean/-a, fe il configlio, l'efempio, e 1' opera. Non tacque le gelofie , che il Gouernatore tcneua perl'introduttionc di nouecento Franccfi col Thoiras in Cafalc, e ne prediceua inquietezzie
&
&
&
ficiofe della
Senato corrifpondeua con efpreffioni ofche d* ofleruare s'haueua preaiTo , nari and le (uc incombenze applicate alla pace, e ponderan- dichiarati do lo (lato d* Italia, appena rifurta da grauiffimimali, eshor- dofi nei*^ trali taua, che, impiegato il zelo comune alla quiete, fi rimouef^ fottragg fero l'apparenze, e le gelofie di recidine molefte. Simili era-'y? co/ pcf9 no gli orfici) fuoi con la Francia, menrrella vgualmentein- degU^^a firteua, eshibendo vnioni , e trattati Ma il Senato, per la^ ri d Italia ficurczza di Mantoua tenendo imnegnato Y interelfe, e le armi, ricufaua nel refto tutto ci , che accelerare poteTe nuoue eonvguali. turbolenze all'Italia, che quieta, ma intimorita, apprcndcuz\ffntimsnti ftrani, e maggiori accidenti Ne tra' minori fi computaua il;^i'^-'> fofpetto, che q)i Spagnuoh meditalTero la iorprefadi Alanto-^^J^^j-^ ; " u, per contmporla a Pinarolo, e a Ca afe, doue il Duca , vinto delle perfuafioni de'Miniftii Francefi, e dalle gchfiQ 5 che gli rapprefentcuano, con rifchi imminer>tr, haaeua (co-l/^'^^^/J^^ me s eaccennato)introdottoloroprcfidio. SidiuuK-^aua, chc:omtper fofscro anco gli {[c fii Spagnuoli per mcruderil in Sabioneda yMmom.
e rumori.
tutti*!
neutralit
'^
mari'
4^.0
MDCXXVIT e per S ab io
ne da.
DELL'HISTORIA VENETA
la
Stigimna a Gionan Carlo de' Medici , Fratello del Gran Duca, e fopra tal faina il Marchcfe l Pomar s'shibiua di tentar la forprefa, per dar la piazza al Principe di Bozzolo, a cui diceua s' appartenefse , quando la Francia, e^ la Repiiblica con le loro affiftenze volefscro porgerli mano. I Venetiani non credeuano, che conuenifse promuouere i mali, che temeuano pur troppo vicini, f il Duca di Mantoaa
maritando
morendo, e la Giouane Principefsa accafandofi, s'efponefse a nuoLie contingenze quello Stato, e le ragioni della Cafa fi diuidefsero . Perci in fi follecitaua la difpenfa del Ma-
Roma
trimonio trai Duca, e la Nuora ma negolla il Pontefice , \dal Tonte troppo inconueniente parendo, che fopra il funebre del Fis'eftendeLse il letto nuttiale del Padre. tutto ci, per \difpenfa~'J^^'^^ Carlo per dar corpo anche airombre, s'aggiungeuano grandi apparati \ifpof.tr la degli Spagnuoli in Italia, in particolare ne' Regni di Napoli, i^mti Q ^^ Sicilia, doue {i prouedeua danaro, s'ammafsauano genti, ^ s alleitiuano Legni con altri apparati, indicanti peniieri di dofnitaio guerra, edifegn d'impreie. Ma in finejiinbarcara ogni cofa, Spa^ ]gl gmoli u videro palTare in S^^agna fei mila Fanti , e mille Caualli a- per fame fomento delle foUeuationi di Francia. L'Orleans, dopo lilarels ri, centiato di Lorena in virt dellacordo, s'era ridotto appreftic la doni della Fra- fo la Madre iiiBruffelles, dando fperanze a gli Spagnuoli di
^
;
folleuare nel
Regno
a fauore fuo
vn grande
partito,
al
quale
per congiungerfil Lorenefe . Imuiaccrrfcenr l\ Francia poi continuaua contra il Richelieu rodio,e dofi gli dia, ombra folita de' grandi fauori, anzi femprepi saccrcff^^o;rfr4Jfceua, concitata dal fupplicio, che patii Marefciale i MaPuck/ie^.Ljgjj^^ che dallopinione comune ftimato, f non innocente, HddMj^^^'^^^^ reo ai colpe leggiere, fu decapitato per lentenzaac rigliac, 'Giudici, che il cred hauer pi, che al ddttOy mirato alfenfo feuero del Cardinale, che implacabilmente Todiaua. I! Duca di Memoransi, oltre a ci mal contento di non conicOjTertaf da Memo, guire le ricompenfe, che pretendeua douerfi al fuo merito rans la eshibiua alFOrleans la Linguadoca, che reneua in gouerno j Linguado ne altri mancauano per molte caufe, e con vari] oggetti ^ ha cdl Or pronti a ingroiiar la fattione . Li Spagnuoli promctteuano d 1 Icans ^fpingere vnEiercito oltre a' Pirenei a calore del Memoransi,
foiie
. \
'
non
non
ac
va
1
le Proiiincie alle
R 0~ N "N O.
49i
vncxxxii
&z vn'altro ne' Paei bafl all'Orleans confcgnanie. Il Richelicudcludcuada qiieita parte idiiegnijC col minacciare quel-
fpallecoU'EfercitOjChe ne' concorni diTreiicri tratrenena, e coir indurre gli Olandefi a forz,a d'oro ad pYogrede vfcire potentemente in campagna* Ali' bora il R, mentre al do Lodoui fiioEfcrcitod'Alemagna conbreue contrailo s'arrendeua Pont' co nella Germaa Moufon 5 occup Barle Due, e San MicheU &accoftatori a nia. Nancij5nduf]e Carlo, che con molte fcufc fi contorceua, per Jirettoh effergli entrato in Cafa il Cognato fenza fuo aflenfo, a farne- con nmni
lo vfcire, e
trattato
accordi, in
mo,
a ceder' alia
Corona
&
a confegnare
in propriet la Contea di ClermontjK^^^^^^j '^"'^^'^ le piazze d'Aftene, e di lametz per quattr' farpartire
il
anni in ortaggio. L'Orleans con ricouero incerto nonteneua pi,clie due mila Caualli, parte de' fuoi feguaci,e parte delle truppe di Spagna 3 ma gittatofi fenza forze, proportionate al difegno, in vn impegno s grane, per tentare gli eftremi, entr in Borgogna con fperanza di dar' il moto a vna gene-
Cogna.
.
to
eh' entra,]
Regno Il Cardinale, efaltato con pan iiiccefli dalla Fama, e dalla Fortuna, promouendola con ingegno, e con arte, haueua difpofte le cofe in modo, che nelfun ard d'aprire al Duca le Porte; ond'egli, ftretto a' fianchi dallo
rale riuolta del
to in
Boy
.
loina
Force incalzato allefpalle ,' conuennegittarfi nella Linguadoca, bench non foflero ancora ritari concerti maturi con alcuni Gouernatori di PiazzCjC che, d'Italia conlemilitie, non fi trodato Tarriuo de' legni attefi uafiero gliSpagnuoli pronti a muouere l'Armi. Ad ogni mo- racco lt<i do l'Orleans fu accolto dal Memorans, e d molti altri dcl-^^^^^^y^.. la Prouincia, che^vnita negli Stati lo riconobbe per Luogo-\(ioea. tenente Generale del R contra il prefente gouerno. Ma ili tmufer Marchefdi Foflez, Gouernatore diMonpellier, ricus dicon-!'"''^"^.^^^"i .'^^ ^^^* fcgnargh la Piazza, e da Narbona furono fcacciati alcuni che tramauano d'introdurre gli Spagnuoli. La difcordia poijj prec'p'-
Sciomberg, e
ad arte del Richelieu feminata > infurta per natura d 'f^f^l^^,\ Itali vnionij doue il Capo precariamente comanda, tracol-' '^'.^"''"'^i ini cGuifoit 'lo quel partito 3 perche j molti volendo la direttionc , Memorans, l'Elbeuf, &: il Puij LaurcnSj dc^br^rfil'E:' particolare il l'Orleans fauorito, fi difguftarono in guifa, che, per con-feraio.
io
&
Hh
tcn-
4^2
**^'^^'^''
DELL'HISTORIA VENETA
5
^tentarli
TArmata.
Il
confegnati gli Eferciti per cuftodia delle Frontiere al Principe di Cond, Scoi Conte di Soiffons5che5 per effere del Sangue Reale,, volentieri incontrauano col precipitio deir Orleans di promaouere alla Corona le loro fperanze, s'incarnin a quella volta follecitamente , ma il turbine toilo fpan\ perche laForcediffip alcune genti>che s'ammaflauanoycdiuerfi di/egni , che fi formauano in varie partii e lo Sciomberg appreffo Caftelnodar incontrato rOrleans5vnito al MemoransiV /a" i^f|j bilaneiando col vantaggio dVn pad ftretto le forre, che tc^ if^^^W^jneua minori, gli caric con tanto ardirete con si propitia formente aftuna, che ne' primi incontri, caduti mortici Conte di Moret, Figlio' pure 5 ma' fpuriod'Henrico Quarto, e quelli di Rieux,c
Tif
jdella
FueilMe 5 fu
il reffio
tutto difperfo
If
Memorarsi feri-
cadde in mano de' vincitori prigione ^ e l'Orlew^ns fi falu *^^^^olpo^&S^i^^g^"3^^11^^otta difcredito, la ^m^^om^^^^^^f^^^" ,^,^'"^'^'^^1 Nobilt, e le Citt principali fi diedero' a garajauuicinando'
fo/^/>rito
e con
/4 fi'l
fuga
dell'
means,
d
m^efii
R col Cardinale , per accogliere ladeditione d'alcuni. Se in fieme punire la contumacia de gli altri L'Orleans chiedeua pa ce , e perdona x conditioTii , che pareuano eccedere la fortuna
.
del
Memorandi
l'abo-
feguaci , la reftitutione dch piarle a Lorena, il ritorno' della Madre, e per f vn luogo di ficurezza^ ma rifolutamente fu fatto faperg]i> Che filo dal fuo] pentimento, e dalla\^ale demenza poteua il fallo co^rirfr^Jellecolf altrui non douer egli macchiarli j ejjendo il^ rijoluto yche horamai le ribellioni non haueffero pi:ricomfenfa i ma che non trouaffero m^r
ad accettarla
in
^ualiqjie
perci fenzafeguito, e fenza piazze, gli fu forza riceucre ogni partito, mirando il! Richclieu a difereditarlo dimpdoy che- (abbandonati dal Duca i fuoi partiali ) non vi foife chi
ardiffe pi feguirlo,
foggm.
quegli
a lui eonfdafTe appoggiarfi,^ Non cos tofto egli a Sciampegni, fua Cal^' campeftrc, fu ritirato^ che vdi hauer'il Memoransi con feuero , ma vtile cfempio' perfentenza del Parlamento diTolofa perduta laTeffa.- Morte , certamente indegna delle celebri attioni^ con le quali
haucua
tiegiati gli anni,,
lUiaptaw
'
~~~
j;
moL^
""che
4? rarmi coraggioia mente incontrata pi volte a fronclie, tra te tanti pericoli, fu con pari intrepidezza da lui foftenuta tra l'infelicit della colpa, e V ignominia della fentenza. L' Orleans, grauemente commoflTo, public, che il Signor di Buhaucffe nel fuo trattato la di lui indennit fegrctamente promeffa, e perci, dolendoli defere flato dclufo, fi rkondiifsQ fuggitiuo yn'altra volta in Lorena. Il Cardinale.-,
glion
gli
LIBRO NO
N.
MDCXXXIf
fieraniett
conturba
dofens
Orleans,
l'
indifpoltione rimeffo in falute , e fatto fcacciageinLore re lo Sciato neuf, Cuardafigilli, perche hauefle con occulte ma- na chine ardito d'afpirare al minifterio^ riufci niente meno felice tra Trein
dopo breue
che rifkg
nemici, di quello fofTe ftato mici fpargendo(ida< in fradicarlc d;^] Regno. S'efercitaua in Fiandra dal Conte_^ B^chelieu Henricodi Bergh il comando dell'Armi Spagnuole, non oftan- fcmi diSere rmuidia,remulatione, e i fofpetti di que'Miniflri,chegr iiiione* imputauano d'intenderfi coIi'Oranges, di cui eraftrctto congiunto, e che nel pafTaggio del Rheno hauelTe abborritocoir oppreflione delle Prouincie vnite d'eftendere la fehcit,e la dominatione del R . Vefato perci con molti difgufli Se offeruato con occhio gelofo, in fine precipit, ritirandoli d 'improuifo in Olanda, e di l paflando aLiege, di dmc nwt confcritcurc i Popoli a fcuotere il giogo, a rediaierela li- fenetra bert ad imitatione degli Heluetij,con ifcacciargli ftranieri. Fiandra, Raccolte col fomento fegreto di Francia alcune truppe , fi trasfer in Aquifgrana con fperanza di formare vn terzo partito, ma non vedendo concorfo conuenne , non fenza qualche difcredito,loggcttarfi alla protcttione de gli Stati. Conueniuano perci gli Spagnuoli ftar molto diftratti, attenti, con molta temendo ne' Nobili i fentimenti medefimi, e fluttuando la... gelofia dedifpofitione de' Popoli 5 onde, per trattenerli con fbdisfit- gli Spatione apparente , conuocarono a Bruflelles gli Ordini delle gnuoli, he con] Prouincie, coi*a, che come dannofa, e di rifchio,paffaua indimemo gii fufo gi molto tempo. N all' bora forti con profitto j perche Ordini a alcuni, ammeffi alla libert d opinare, e di chiedere, penfarono di moderare almeno, f non di fcuotere il Dominio di efpedirono Deputati airHaija , per trattare l'accorSpagna , do y ma gU Srati inftarono , che prima d' entrare in negotio |icacciaflero dal Paefe gli Spagnuoli , il che non effendo in_.
feminare difcordie ciuih
tra*
,
&
&
&
Hh
loro
DELL'HISTO RIA
ikiDCKXXH
VENETA
loro potere, trouandoli oppreffida Eferciti, e frenati da Cita ingelofir gli Spagnuoli tadelle, feruiua per a difunirli, di modo, che non volendo auuczzare pi lungamente i p-
&
pfcia ad
p,oli
a
fi
tali difcorfi, fu
abbaiona.
I
I
re
il
con-
'
approfitta
dofi
gli
molti conofcendo d* effer fatti fo-' fpetti, per hauer propalati liberamente i lorfenfi, partirono dal Paefe con miglior fortuna di quelli, che (troppo fidandofi) furono, f bene dopo qualche anno, fcueramente puniti. Gli Olandefi, profittando delle difcordie, inuitati da gli Suedcfi con folenne Ambafciata, e dalla Francia fofpinti con oro abbonblea
fciolgeiTe.
Onde
quiUe pdf
[ano [otto
Mi^firicbt
o
ndendof
loro a patti la
Tia'^
za.
con altre
delle
cir.
cottuicine.
gipene,
te
fra Corone
le
dante, dopoprefo Venl,e Ruremonda, attaccarono Maftricht, fortinima Piazza. Il Marchele di Santacroce, Generale dell'Armata di Spagna 5 conofcendofi inlbflciente al foccor-j fo, inuit il Pappcnhaim con doni, e preghiere j onde, abbandonato l'Elettore di Colonia, che molto da gli Sucdefi patina, venne con le Truppe Cefaree a congiungerfi feco , & affali con incredibil'ardire il Campo Olandefe Ma,dimorando trouarono gli il Santacroce fpcttator immobile del lucceffo Alemanni le linee cosi forti , e profonde , e di tanti Cannoni guarnite, che con grauilTimo danno furono coftretti a recedere. La Piazza dunque, dopo TafTedio di quafi tre mefi , trouandofi , perdute le mezze lune , da gli approcci riftretta con le breccie aperte, e co' ripari delle mine fconuolti, capitol ad honoreuoli patti la refa, vfcendone il prefidio, ridotto a mille ducento Soldati fotto gli occhi dell'armate, SpaAlemanna. A tale acquifto di grandilTma ftima-^ gnuola, confeguitarono quelli d'Orfoij, e di Limburg con altre Terre all'intorno , che llendeuano le contributioni per larghiflmo tratto . Ne haueua nel tempo medefimo il Conte di Soiffons
.
&
la
.
con
Guerra
Francia, onde gli Spagnuoli fi trouarono aftretti di porgli a fronte numero non inferiore di gente fotto Carlo Celoma In tal guifa le Corone, non per anco rotta la guerra ^efercitauano apertamente gh odij de' loro Miniftr[, i quali cimentauano l'ingegno con arte pari, ma con dil uguale fortuna perche al Cardinale la felicit deiuccefii precorreua bene fi^efio
.
defiderij,c
fuperaua
difegnij all'oppofito
il
Conte Duca
baita u,
LIBRO NONO.
485
>^e>cxxxti baibuia, che conccpife vn penfiero, per renderne leffetcoabortiiio, e infelice. Ma la morte del R Giiilauo pareua, che !^^'^^^'^o poteflc alterare per tutto gli affari. Egli, progredendo inBamera, haueua disegnato d'alfalire l'Aiiftrie con fperanza, chci "-^"^^^ nella Supcriore fi folleiiaflero i Villani, male affetti ^llofato'^auod-Jp prefcnte, eli fiifcitafrero gli animi, e le forz.e de'Proteftanti,/Jw^>// i che occulti, f coperti non formano picciola parte in quel trat- P^^''^ Haiicua per prima fatto nella Sueuia vna corfa, e tutto al- ^^^ '^"' co *^^^ * altri luoghi la fua comparfa rendendofi , Vlma, Meminghen , gli cadcrono facilmente in potere, Trattanto il Valftain nella
.
&
Morauia quietamente ncmpicua TArmata, e lafciaua, che con mentre il picciolo Corpo dal Galaffo inBohemiafi tratteneffe il S2.ffo'\^(%'^^'ad ne. Ma intefo, che alcuni de'Proteftanti, vniti in Torgau ^'ingrofare haueuano rifoluto di congiungerfra quell'Elettore, fi mode con Ef^rcm^
'^'
tutto l'Efercito , e fpinto a Praga, ricuper laCitt fenza mol-,"^'^'^ ^^'. ""^"^"^ to contrailo . Indi voleua colpir la Saflbnia , numerando i dan'
contentezze. Ad ogni mudoda'clamori del Duca Maffimiliano, e dalle preghiere, pi cheda'co- P^i^^"^." mandi di Celare richiamato, lafci il Galafso, che con nuoui ^^^'^p^^! rinforzi oftalfe airArnheim,General de'Saironi,e con lenta mar- ga\ chili verfo la Bauiera s'incamin, lafciando nel pafsare pe'l conpeficPalatinato iuperiore tante m.arche della militare fierezza, e ^<^.^'^"""", dell'odio iuo contra il Duca, che pareua andafle per minar- !^^'"/'^^''^| lo pi tofto, che a portargli foccorfo . Poi apprelTo Norim-i berg. Citt, com' noto, tra le Franche delle maggiori , ma'
infieme delle pi tenaci tr'Proteftanti, fi trincer. Il R non ""^^^ p teual offerirne l'eccidio, lenza perdere il credito, chefDfle-'f^/i"'^'! neua con quel partito j onde frettololimente vi s'accorta, &c,matoh
SI
valide torze, numerandoli ognuna di quelle Arm:iri_^ .,;^^,,,^a circa ottantamila foldati, oltre a'feguaci,c la gQnv.^ mic norim ^ che alcendcua ad incredibile fomma Tuttauia concorreuano;^''^
.
Capitani, che teneuano arte, e valore, non difuguale alla for-'f^/^^G' za. Ognuno pretcndeua di fuperare il nem ico, tentandolo|i^o
.
Hh
con
4-^6
MDCXXXl
DELL'HISTORIA VENETA
con incomodi, prouocandolo con ardire. Mail Valftain pi! fpcraua col prolungare la guerra, che con precipitare i confiche (fferi gli, & il R, hauendo tutto riporto nella fama, e nella fortu-' [ce la fu na, defideraua cimenti. Dopo prefentata vanamente battaalTali gli alloggiamenti Nemici, & al primo empito ceporta dofi glia, jopril Ini dendo i Bauari, che teneuano in quella parte Quartiere, fpemito r di fuperar le trincerei & in effetto le ruppe 5 ma,trouati_, maggior refiftenia dal fito arduo, e impedito, diede tempo da cui vie al Frid!andt d'accorrere, e ributtarlo. Tremila reftarono defpinto effendo il primo incontro, nel quale gli Suedcfi su 1 campo la fortuna, che defraudaffe Gultauo, non foffe ringegno, onderifel fi pu dire, quanto Te ne doleffe, e quanto reftafleoffefoquel usdaH^n che l'opinione comune gli attribuiua^ , %arfirer- titolo d'inuincibile, [q U Fran Accefodi gcnerofa impatienia per si lunga, & infruttuofa diconia mora, lafciato nella Citt numerofo prefidio, verfo la Franconia s'incarnino, fpingendo il Banier nella Bauiera, per iftaci
.
. ,
&
Duca,
gli Stati, perche, mentre llauano intorno Norimberg occupati gli Eferciti, haueua Maflimiliano col fauore de'Popoli ricuperato il perduto, e da gli altrui pericoli caiiando profitto , haueua inRatisbona, Citt Imperiale, introdotto prefidio. Il
checoacqufli s'a-
uan'zano
nella A. f^ nid.
difegn^do
ri'
infeflar
U
nia.
SaJJo-
doucfipor tCuftauo
lfoccorfo
R, che, alla volta di Vittemcamino, penfaua col tirarfi dietro i Cefarei di confumarli , e ftancarh , per vincerli poi pi facilmente dou occafione opportuna di dar batincontrare potefie luogo taglia , Ma , conofcendo il Valftain , che nel Verno vicino perdeua i migliori quartieri, quanto pi dalle Prouincie comode s'allontanaua, abbandonata la traccia, fi port nella Mifnia, occupando Lipfia, & ogn'altro Idogo di qualche momento Voleua nella Safsonia attaccare Drefda Refidentia dell'Elettore, non tanto per dinertirlo da'progrefli in ScCia, che per caftigarlo col porre nel fuo Staro i Quartieri. Indi alla Primauera penfaua fpingerfi nel Mechelburg, per ricuperar q'jelioj Stato, facendoui precorrere il Panpenhaimjche trattanto ncll
Valftain feguit l'efercito del
il
berg indirizzato
&
Inferiore Salfonia
teuaua
acquifti impojxanti.
Il
R, indotto
dalle preghiere, e da'pericoli dell'Elettore, anu dalle protelre, che abbandonato piegherebbe alla pa ce , riunito al Ban ier s^>
uio
LIBRO NON
Lii al
O.
487_
"i^^xxn
Tuo foccoifo j onde il Fridandt, richiamato il Pappenhaim, penfaiia d' occupare Naumhiirg, per attrauerfare iica" mino ^ ma , dal Re preucnuto ^ deliber di protrahere il tempo, e rinui il Pappenhaim, per {occorrere Colonia 5 da vn altro
Corpo
di Suedefi preflata.
N meno
i
il
chinaua,
ma, vedendo
indeboliti
Cefarei,
gli
feguit fino a
eimeto del
Lutren, picciola Terra, non molto da Lipfia lontana-. lui , la hattadubbiofo il Fndlant d'efferc aftretro con grande Tuantaggio 2:^1^1^ qualche cimento, richiam celcremente il Pappenhaimjche,
volentieri trattenendoli in feparato
comando,
s'era
impegnato
^^
allcfpugnatione diHalla. Ma il R tanto affrett la battaglia che il Pappenhain appena vi giunfc a tempo con alcuni de' Tuoi pi ipediti. Il feftodecimo di Nouembre fu il giorno , nel quale col (mgut fefanta mila foldati, che efponeuano in amendue quell'Armate intrepidam.ente Iavita,pareua,chc
f decidclfe la
Fortuna, e
la
gloria del
R,
e degli Aurtriaci.
Le truppe s'erano fchierate il giorno auanti con diftinta ordinania; le Imperiali, compofte di gran battaglioni di Fanti con laCauallcna, che le copriua a'fianchi^ le Suedefi in due
a cauallo Amenlunghilfime fila-interpofre di gente a piedi, due tentuano quantit di Cannoni alla fronte, n fi poteua.^ da ogni parte icorgcre miglior'ordine, n maggiore brauura.
&
Ad mo
ogni
modo
fi
protraile
il
conflitto,
apparendo
il
R d'ani
che per riputationc conuefoipefo,e turbato^ ma niua combattere, temendo per, che il Cielo voleffe punirlo, con far vedere a molti, che lo venerauano come Dio, ch'egli non era in fine, che huomo Nella notte ognuno guard 1' ordinanza, & il Valftain prefe grande vantaggio, guarnendo
s'efprefse,
.
Mofchettieri alcune folfe in faccia al Nemico. Fu perci che attAC intorno quefte al primo fpuntar del giorno il pi caldo con-'^^^^,,^^^,, cafiintoY flitto, a gh Suedefi riufci fupcrarle, ancorch, da folta ncb- noaialm bla impediti, non difcernelfero nella pugnai pericoli, nmt*>'efu^c. no i vantaggi. Occupati fei Cannoni, gli voltarono cantra il J['P^^-^^^' Cefarei, facendone grandi(Tima ftrage. Ad ogni modo que/lii'^y^"^^ rimedi rifpinfero di l dalle foffe i nemici , che laiciarono qujt- ^conmoUo (aniuedc' !tro degli fteffi Cannoni inchiodati, e due n'afportaronoPolonia , c\ cijarei [Ala finiftra degli Imperiah > dou'era la Caualle ria d
di
&
'
l
Hh
"4
la
488
itOCXXXlJI
DELL'HISTORIA VENETA
nel bel
principio
\
delta Ft-
tarla cade
\do evinta
CiiflaHO
I
con varia
[fama
i
del.
la[u:i
Jc
mor
Croata, pi aiiiiezza allecorfe, che ad ordinate battaglie^ corno deliro dei R, cede facilmente 5&hauerebbe icompigliato altre fquadre, f il Pappenhaim, rimettcndoj il combattimento, non haiiefle trattenuto il nemico fin tanto, che, da groffa palla trafitto, cadde eftinto con quella laud^^' di valor', e coraggio 5 che col teftimonio di molte cicatrici gli appariua imprefia nel volto. Il R, che ftimaua decoro, e debito di gran Capitano non vincer folo coH'altruifangue^ma, ordinate le fchiere, e difpofto il conflitto, combattere niente meno, che vn gregario foldato, anch' egli vi re ft 6 morto , lafciando incerto ^ e veramente prima vincelfe, morilT^s^r Vogliono alcuni, che nel principio della battaglia, paifando da fquadra a fquadra con pochi, vrtafTe in vna compagnia- di Caualli nemici, dalla nebbia coperti, e che mentre fconoiciuto con la Ipada alla mano fofteneua la propria difefa, da vn colpo di carabina gittato di fella, e per vn piede in faifa dal Cauallo llrafcinato buon pezzo, relIaiTe poi da altri colpi trafitto. Altri 3 c'hauendo nel corno defbo battuto 1 Cefarei, certo della vittoria, altrooe fcorreife^ ma da vna compagnia di gente a Cauallo, ch'andana alla carica, foiTe abla
inueftita dal
gli altri
ordinario calpeftato, e inGcme tra chi rapporti, e queiloil pi fondato racconto i coloro, che nella giornata l ritrouaro-
battuto, e
come huomo
fpogliato.
il
Non manca
alla
noj che
R, mentre
,
Verde
de' Finlandefi
Reggimento,
ili
inueiiiua in
vn grande fquadrone
di ottocento
Corazze,
co-
mandate da Ottauio Piccolomini , foffe cii piftola in vn braccio colpito, perche, incomodandolo la corazza per alcune vecchie cicatri, ftaua difarmato nella battagliarmi per non leuar' a' foldati il coraggio, tacendo la ferita, e volendo replicare l'attacco, aiirretto dal dolore haucTe conuenuco ritirarfi con pochi, & all'hora refafle con carabina nclLu>
fchiena ferito da vn foldato, che fu nella il:eiT:i miichia interfetto. Il Piccolomiini, ritornando alla carica, gli pafs ifopra il ventre, ancora fpirante, e lo lafci fotto vn cumula di cadaueri ignobilmente nafcofto. Non s' mai fipuco chij ipoteife di tal colpo gloriarfi, che tanto nelle batt aglie pre-
domini
R O N O NO.
4^9
mdlxxxu domini'! cafo, che, confondctido il Fato de'K con quello de^ jfoldati, non fi diftinguano dopo morte, che conia gloria, con lobliuione, onero che anche in quello la fortuna gli s' ha voluto diinoftrar' indulgente 5 accioche qualche huomo vlz^
non
vnR
cos grande
&
inVignar idei
vn cosi prode guerriero. Gli Sucdefi, continuando la^ pugna, terminarono la vittoria prima chefiiperne la morte_. Onde iioldati, accoftumati a combattere fotto l'occhio di lui, dal quale attendeuano i premi j, e le laudi, credendo, che infiemc con loro pugna(Te,c vincelfe, non ifcompofero Tordi nanza, ne intepidirono l'ordinaria brauura Solo Bernardo , Ducadi Vaimar, conofciuto ilCauallo del Re, che correui_. nifanguinato, accortoh del cafo, ma dal dolor' infciolto, furiato, per non dar remno d'auuederfene alle miitie, inueft con tal empito, chel'Efercito Imperiale fconftretto di cedere. La Cauallena d'ambidue i lati fugg, folo il Piccolomini reft vltimo col fuo Reggimento, e con pruoue di ftupendo
ficine
.
lafua
moY
tcpYofegi
dogi'Siif:;^ zeft V'Ito
ri
osamen-
te il
Con-
flitto.
&
ferttoui l
j
valore, dopo la morte di quattro Caualli, cadutigli fotto , fi Tucoiotrono con cinque ferite, che il Valftain con gcnerofo dono di i7iini con ventimila feudi medic, e riconobbe. Ma, volendo gli Suc- ammirabi a nanchi,!^' f ''^"'. defi cingere la Fanteria del Nemico alle fpalle, aaifuij co* la nebbia , che rifurle h\ fera , imped , e le tenebre ciella notte raggi). dopo dieci horefepararono Faipriffima pugna. Dieci con ti- dHfoj
&
tolo di Generale
Val lliin fu minacciato pi tolto , che ferito da colpo di mofchet to, che fauorabilmentc pafs tra la fonda,elacofcia,febeneal
morirono
tra
amendue
quel!'
Armate
Il
dalla notte.
iiC'mhH-<
timento.
]
l'tfcnitj]
colponon-fenzanota
di
(ouerchio tiinore,egli lafciaffecaderfi Imperiale Cauallo lo trafportalTe . Di notte ver- ntran lofl\ foLiplia i Cefarei fi ritirarono, lafciando i Cannoni nel cam- a ipfta e lo ^kt:^! po^ perche nel tumulto della battaglia erano i caualli del tira- '2;efsypriuo> glio tuggiti , Ma il Capitano al trionfo degli Suedefi manca- dclfuoCa ua^ onde, riempiendofi l'Efercito, che fmifuratamenre 'ama- po^empicn ua, di meftitia, e di pianto, deplorauano alcuni il fior dell' d>;idiUt et, altri il v^igor dell'animo; tutti infieme le qualit di grani^^ Principe, e di non minore foldato. Fu egli tr'cadaueririno-f/j'^.j.'^"^^! nato lacero da ferite 5 infranto dal calpeflar de' Caualli, fpo-i/t:;/ cigliato talmente, che n pur la camicia gli refto per trofeo di ^c^-Lr-icri
di
mano
le briglie,
&
il
'
'
tante
49o
MDCXXXIT
DELL'HISTORIA VENETA
dVn grandi/lmo
[tante conquifte, e
Imperio. R certamente, itrattonererrorc di Religione, dotato delle conditioni, e' hanno refi illuftri i Conqiiiftatori del Mondo. PofTedendo in pari grado ardire, e prudenza, f negli acquifti feruido, altrettanto cauto nel conferuar'appariua. Stando le fue virt confolidate, &c vnite, non fi fapcua difcernere , f alla militare peritia, alla ciuile attribuir fi doueffela palma. Tuttauia la fua vita effendo flato vn continuo efercitio dell'armi, pareuaj ch'egli le preferiffe. E veramente tanto in qucfte lo propiti la fortuna, c'hauendo fpefib combattuto, e fcmpre vinto, nello fleflb punto, che mor, cadde vittoriofo, e dopo morte vn lungo corfo di profperit , gli ha coronato di modo* il fepolchro , che
la
la
fuaVrna medefima
fi
pu
dir trionfante.
Tale
fu Tefito del-
battaglia di Lutzien, giudicata adambidue i partiti funefta,. co7dono\<2.\Vvno perdutofi'l campo, e dall'altro il R ^ mafequefliguail corpo ^jdagn la vittoria fcrmaj quello confegulafalute. llValftain,
Feijilfelt
j
tofi
ecekbra.
tcgli
ef.
iquieconle
i
ycmiette
anche
Talatino
il
ricoueran^
do
Frati
chentat.
chemuQre indi
poi in Bohemia , c^ gliSuedefi, condotto a Veiffenfelt ilCadauere, gli celebrarono i funerali con le vendette , e colFarmi, Lipfia al Saflbne fi refe, al Vaimar Chemnitz j al Cnifaufcn Pleiffenburg, e Zuiccau airForn,^ alRingrauio, dopo rotta la Caualleria Impealtre piazriale inAlfatia, Rheinfelt, Colmar, Haghenau, ze. Federico Palatino all' ombra della fleffa fortuna Suedefc-^ riacquift Franchental , ma dal cafo di Guftauo accuorato, mor pocoappreffo. Il Baudcfin, prefo Andernach, trauagli T il Ducato di Bcrgh. In queft'anno fuElettor di Colonia, rono anche funeftate con deftino infehce quafi tutt'e le Caf^
fi
ritir
&
&
pcco
per
cor doglio
diGiifi^iw
morendo
atprejfo al
tri
Trinci
pi dell Eli.
ropa
Carlo, Fra
tdlo
del
Reali d'Europa , perche in Spagna , mentre nella Catalogna il R Filippo teneua le Corti, mor Carlo, Fratello fuo, nel fior impatiente deirotio a_> deli et 5 Principe di fpiriti grandi, tal legno, che deftinato, per temperare con impieghi pi quiementr^ti'! bollor dell'ingegno, al gouerno di Portogallo, l'Infante Cardinale, pur' altro Fratello, s'inuiaua a quello di Fiandra, egli, accefofi d'ira, poco dopo manc, da tedio ^lidella fua forte, da diibrdini, haucndo, per cos dire,
&
{ Cattolici.
quefatto nel'ocio l'animo, e ne- piaceri confumate le forze delLa fama tuttauia n'accuf il Conte Duca , quali che_, la natur a
.
'
tCiiien-
'
LIBRO NONO
temendo
il
;
491
contrapofto del femore di Carlo alla fiia autorit, MDCXXXn ma non decente gli haucirc col veleno procurata la morte pruone pi certe accreditare fcelcratczze s atroci In., fen/.a Alenuigna Leopoldo, Arciduca d'Infpruch, fianco da colpij Leopoldo^ allo Stato, fpir, lafcian- arciduca. della fortuna, contraria allaCafa, do piccioli Pigli fotto la tutela di Claudia de* Medici , fua.^ moglie. In Polonia pure il RSigifmondo pafs all'altra vita, e Sigiy e ne' Comici; del Regno gli fu foftituitoVladislao, fuo Figlino-' mondo E^ lo maggiore. LaRepublica, per congratularfi della Corona ,' dVohn'u. juccediH. gli elefre Giouanni Pefari, Caualierc, per Ambafciator'Eftra-j dogli via, ordinario, che poidellinatoaltroue, lafci, che Giorgio Gior- dsUo gio, Caualiere, l'adempieile, e fu corrilpofla per nome del R con cui
.
&
dal
al
Duca
Olfolinfchi,
dopo
effere fiato
apreflar'obbedienia
rallegrali
|
Sommo
Pontefice
U Pyepubli
ca.
ANNO
me
le
DC XXXIII.
Per la morte del R Guftauo tutto il Mondo credeua , non i vantaggi dell'armi, che cooftante la Vittoria poftuma,
&
cos folfe
fi fpczzano in minuti(T5m: parti , per crollar la fortuna, e infrangerli quell'Imperio in niodo, che fi sbandafTero l'Armate, fi difuniflero i Principi, che dopo breuiffimo lampo non fi perdcfiro leconquifle, e reftalfero di quefto gran fulmine, che la memoria, e le cenep f^aalla ri. Ma tutto in contrario j impercioche, dopo ftabilitainSueCori'na di tia la fucceiTione della Corona in Chriftina, vnica Figlia del Sutia Defonto R, e pofla la tutela di lei, che noneccedeua l'eri Chrijiind, di fette anni in manode'piincipali Miniftri, i Capi dell'Armi, nell'Alemagna riftretti a configlio, nfoluerono di continuare la guerra tanto pi fruidamente, quanto che a' loro ftefi vantaggi fperauano douer'in auuenire cederfi la gloria, e le pret'.a (jx' de. Ad AxclioOxenftern, Gran Cancelliere, haomo d infii?,ne Jcrnla < talento, cederono la direttione de' comuni configli 6^ al Vai ma de ^v,'
l
.
mar demandarono
t lo
ilprincipal
maneggio
che a
dell'armi,
f {e(o
nonfenza
^,j
per la digni-
credeua douuto. Cos la guerra fotto Capi diuerfi,^e_, dtU con pi armate fubito fi dilat in mokeProuincie, con tanta.^ mi
ftrage
, ,
49
DELL'HISTORIA VENETA
de'popoli, che, s'ella per ordinano alimentari di fierezza 5 e di {angue, al prefentepareua, chefolo ildifertarc l' Alemagna h\{c l'oggetto dell* armi. Tra infiniti lafeUcit, e la fortuna, fuccederoeh s fui ita fucceffi, che, alternando _^ ncteseh no in varie parti , bafterd fcegliere i pi famofi, che maggiorMDcxxxin rLiagede'Iiioghi, e
dono adi' ^-^Q^iQ
/;o/?o/^r/4,^^^^-^
ali'alterationc de gli feniirono alriflefb deTrincipi, i Capi Suedefi firiparciuano i difegni, e le caCermania riche, il Fridlandt non lolo s allontano da Lipiia, ma da gh Stati dell'Elettore diSalTonia, bench col timore dell'armi Thauerebbe facilmente potuto ridurre ali' accordo ^ anzi, lafciate
&
Mentre
'
ilyain^Y^ocho. truppe inBohemia, fi port nella Slefia con pretefto di '\p(^^ opp^comx2i^orf\ a'Saffoni, che veramente iui dauano minore moAllegri gh Auftriaci per la morte del R Ttlt'}^^'^^:> ch'altroue. '"'^"''^'^ contrail loro Generale, accufanfincUaSk Guftauo, fremeuano per
accafato
[fm.
I
da'Ccfarei.
notfeniLa
tmore degli
spa.
gnuoli
dolo, che omeffa vna si gran congiuntura di terminare corL* vantaggio la guerra non efercitafle l'arti proprie di vincitore , ne lefuefolite di gran Capitano. Perci la confidenza di Ferdinando horamai degeneraua in fofpetto , che amafle la guerra e il comando j onde, per fatollarc la fua ambitione, pi torto perefplorare l'animo, gli fu per nomedegliSpagnuolieshibita gran fomma d'oro, accioche col Tuo nome, e co* Tuoi aufpitij raccolto vn Efcrcito , lo rpingefie contra gh Stati d' Olanda, acquiftando la Frida, della quale con titolo di R gh
donauano volentieri'!
poifeilo. Egli,
con
rigittare l'offerta..
accrebbe legelofie, e molto pi con introdurre progetti d'Accordo coll'Arnheim, Generale de'Saffoni,a Cefare giullaraenFridlandt conlefolite arti glifaceffefapenon haiiere per ifcopo, che deludere, e tener'a bada il *,.,., vArnnim .^^^^ rWo7fVj nemico. Anzi hauendo F Arnheim verfo Leitmertiz prefa la_ marchia, per attaccar'il Galafb, egli finfe di feguitarlo,* ma ;^;,^^^^^!d'improu!fo diede appreio Stenau fopra vn groffo di gente_,
te molejft
,
per
trai.,
coli'
bench
il
tati
,rfr;;^otf'aW!
.Armatadi
ITiOtcJa
e^^ti jlri.
I
gnea vitu.
ipcreuoli
ntcordi.
vecchio Conte della Torre, e dal Colonnello fopraprcfc talmente, che, alla dfcfa mancando TvJoM c il tempo, fi diedero quelle militie a vergognofi paril iPiOdo, titi di confcgnare i Cannoni, e rjnfegne, d'arrolarfi nelle truppe Cefarcc, e di lafciar prigioni due Comandanti, hn tanto che. gli altri luoghi dell a Slefia fi rendeflero a Ferdinando A4a ,j
comandata
,
dal
&
non
LIBRO NONO.
non volendo
49?
i Gouernatori obbedire a gli ordini del Tubald,]^'^^'^'^'^"' Torre, ad ogni modo il Fridlandc, quafi alternando con e del le imprefe dell'Armi i fbfpetti, che s'haiieuano ddc fue inrentioni, allVno inficme con molti offitiali diede la libert, e portati^n promo/Te la fuga dell'altro. Poi ricuper Lignite, Glogau,e alUmupe Fnincfort fopra l'Oder, e farebbe pafilito piti oltre, afpiran- ^^'^i^^^^^^"*^^*^ do alla ricuperatione d Mechelburg , fenza curare i danni 'maggiori, the Cefare altroue patiua, f non l'haueflero riuocato nuoui , e maggiori accidenti. Dopo la morte dei R Guitauo \i Francia vcdeua conftituiti gli affari dell'Imperio nel grado, che pi le compieua, cadente la felicit di quell'armi, che prima le dauano grand' ombra, e ridotto tutto
il
fiftenze la legge,
&
il
moto da'fuoi
altri
intereffi.
Perci, ricon-
eia ricon.
le
Capi
dell' Ar-'/^f?^
mate Suedefi'l trattato, che col R defonto teneua, eite-j^^'*^"^'^"^ ^^^'' folo con altri Principi di quella fattione , gli oblig ad ha-^^^^*^ nere per comun' inimico chi ardifle di fepararfi, conchiujdere la pace fenza 1' vniuerfale confenfo . Somminiftrando porge dapoi a Collegati danari, cominci anche a difponere di quelnaro a Col le forze. Onde, per diuertire le Prouincie vnite da'fohti ma'e^,a\ ncgg dQ tregue con Spagna, ottenne, che il Colonello Milander, che feruiua al Langrauio d'Hafla, folle fpinto con y^.^-j^^^ buone truppe ad vnirfi all'Oranges, che rinforzato pot occupa- yj d tJtl re Rimbergh,e tenere talmente diftrattc l'armi di Spagna, che il Dflm
Francefi a titolo di protettione d'impadronirfi di tut- ^^ ^j '^^^^ to lo Stato di Treueri fenza contrailo Nella Veftfalia poi'l Da- "5^'* ca Giorgiodi Luneburg, e Guglielmo Langrauio d'Haffia, pro-ndeJue-\ gredendocontraTFlettore di Colonia,e gli altri Cattolici di quel defi, e ck tratto,ruppero il Conte Giouanni Merode,che con Efercito di Trotcftan tredeci milahuominijraccolto col danaro di Spagnajdifendeua ti. uel Circolo,e voleua tentar' il /occorfo d'Hamelen 5 ma , poto in fuga da' Proteftanti, non folo lafci loro preda quafi tutta la gente col cannone, e bagaglio, ma la piazza fteffa, e
riufci alle
'
&
contorno. Il Vaimar in quefto mentre s'occupauanellaFranconia,e l'Horn col Banier s'opponeua all'.lettor di Bauiera, che , folo con le fue forze foftenendo in quelle
molt' altre di quel
parti
494
DELL'HISTORIA VENETA
parti gli affari de' Cattolici 5 era dopo la prefa diRaim penenella Sueuia con occuparm Meminghcn, e Cherapen* Bauaro s trato auazmcl Gli Suedefi veramente, ingrofati a Donauert fin a fette mila.. \USi4em. Caualli, e ventotto mila fanti y inferirono ne* di lui Stati acerbiflmi danni, impofs::flandofi di Monaco , del Vefcouato
w-'^'^^i'ii
mentre il
&
d'Aichftat, ma dairAldringherjche prontamente v'accorfe, furono conftretti d* vfcirne. Niente meno erano dal Ringrauio trauagliati gliAuftriaci nell'Alfatia, e per difenderla, hauee gV jiu. con grandi promelfe Carlo, Duca di Lorebriaci in, uano effi fufcirato a gli accordi, haucsigitno il na, che vgualmente pronto alTarmi, Lorenefe* u,a, per efeguire i trattati con Francia, confegnate al R alcune truppe, ma in tal modo, che preftamence sbandate, e di nuouo (otto nome di Cefare raccolte, infieme con altre, ch'egli finfe dilicentiarc, formando mediocre Eircito, occuparono altre piazze, che, fubito pofteinfua Haghenau, Colmar, chefi di mano, feruironoper prezzo al'impegno, e per ftimolo alle.^ thiaraper fue dichiarationi a fauore di Cefare. Egli fperauadi reprimere Cffare, la forza de gliSuedefi coll'armi, e di preferuarii dall' inuafion de'Francefi, con le riuolutioni, che l'Orleans prometteua di fuMa dall'vna parte fu dalla fortuna trafcitare in quel Regno dito il difegno, e dall'altra non corrifpofe alle fperanze il fucm MfJJfi ceffo y perche in primo luogo accorli gh Suedefi alla ricupc* i!iVo/w.l rat ione d'Haghenau , mentre Carlo tenta di portargli foccorfo, fu da loro interamente fconfitto^ onde, reftando la Lorena-. non meno che l'Alfetia, in preda a' nemici, il Ringrauio con molte fcorrerie acerbamente raffliffe* Lodouico poi, alTunte in f le vendette dell'offefe comuni, occup facilmente il Ducato di Bar, dopo vn'arrefto del Parlamento, chelodichiaraua deuoluto alla Corona , per non hauerne Carlo fatto ancora arrende ndofi San Michel, Pont'a Moufon, ChauHomaggio, altri luoghi di minor' importanza, s'accoft neS' Luneuille, a Nancij coir Armata Carlo, prouocata fopra i fuoi Stati la Werfo' guerra fenza mezzi di foftenerla, tentaua placare l R coa_. ^icfecto y^ijjp3j.titi difommiffione, e d'accordo. Ma il Richeheu non ammetteua per cautionedifuafede altro pegno, che ilDepoM^lpofi Duchi, to/i^l fito di Nancij, Metropoli dello Stato, Refidentia de' colnodrirele diffideiv Clj, e fortiffima piazza. Vedendo il Duca,
&
&
1'
&
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L
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I
.
BR O N O N
O.
4^i
fehene
gli
f.1
re, d'hauer precipitata ogni cofa, rinuntid'mprouifo al Cardinal NiccoraFfancefcOvfuo Fratello, coi titolo gli Stati, acciochc^ come nuouo a'difgufti, meglio poteffe mitigar'] rifen.
timenti.
Il
cede gli
Sfati
gt
1
Richelieu, fchernendo l'arre, e chiamando fraudo- Fratello^ il concerto 5 rigitt qualunque propofta del lente nuouo Duca', chebUn* ancorch fdepofta la porpora) ricercalTe per moglie laCom- difceilCar iinakv balet. Nipote diletta del Cardinale, ofFerifce in vece di Nancij
di confegnarela Motha, eshibifTe di far pafiTar' in Francia Margherita, il cui Spofalitio coli' Orleans fi pretendeua nullo da Lodouico, come contrario alle leggi del Regno, che pro-
&
hibiicono a'Succeffori della Corona laccafarfi fenia il Regio confenfo. Ma le ftefTe propoftefi conuertirono dal Richelieu indiffidenze, e in accufej impercioche Margherita, pendente
tale
traueftita, e
deludendo
le
fnJt
fifa
\
Guardie Francefi, che cingeuano da ogni parte la Piazza fi y falu con la fuga, e peruenne appreflb il Marito a Brufielles
maggior^
\
mente fof^
petto.
j
dopo hauer'erfato tr'bofchi, &c efferfi appena fottratta dal rifchio d cader' in mano d alcune partite di foldatiSuedefi,'on
de il Richelieu, afcriuendo tutto alla fede fallace de' Loreaefi, e fprezzando la parentela eshibita, gli aftrinfe finalmente a_, prometterci Di feparar/t dall' amicite Rranerey di nen ingerir ft
ntglt affari dell' gnarle Nancpj -per
per /<f/-
^4
della
.
I
Sorella
Confifteua nella piazza predetta la ficurezza de*patti,non meno che la Fortuna de'Duchi . Perci il Comandante per ordini occulti che da loro tencua, neg al prefidio Francefe ringrelfo,
,
e Corife- mente ad, herifeal" oji aggio , fino che il tempo , e le loro anioni mtU Cvrna^ tigafero le g lofte f e che il Matrimonio dell'Orleans fi fcioglie([e
^
.
Ak magri a
di ftringerji con
U Francia.
sformata*'
il R minacci tutto il rigore, e la forzai onde inbreui giorni fi riftabili lo fieffo trattato con aggiungeruirolamente, che a' due Duchi fo (Te inNancrj permeilo il foggiorno; patto, che tendeua reciprocamente alFinhdiej perche-,, tenendomi piede, fperauano i Lorenefi d mantenerfi pi forti ,&: I Francefi diuifaaano di cftodirueli poco men, che pri,^ioni. Come la forza fuol preualere airingegno, cosi'I Duca Carlo, non trouandopiii ne' fuoi Stati prefidio^ n da gh Stra-
&aIl4ncontro
attendendo foccorfi, conuenne focGomberej perfh^^ , venuto nel Campo Francefe a titolo di confidenza come {xr
nieri
,
eiire-
496
MDCxXXll;
DELL-HISTORIA VENETA
eftrcmo rimedio, ad hiimiliarfi al R, s'auuidefott' apparenza d'honore d'effer cuftodito da Guardie; onde conile une dar' e conuieordini precifi alGoucrnatore di Nancij, che v'introduceffe il ne aprire Signor di Brafac con guarnigione Francefe, di modo che, otle porte ahbmdo- tenuta la libert, ftim bene dipartir di Lorena, & il R, lanato laLC' fciatoui '1 Marefcial della Force con groffo Efercito , per incarena . lorire Tafledio di Brifach, dalRingrauio intraprefo, dilat fin' alle fponde delRheno i quartieri, e i vantaggi, hauendoconfeguito da vno de' Duchi di Vittemberg di jponcre nella piazeongrM za d Monbeliard vn groffo prefidio . Tutto ci tormentausu. in particolare gli Spagnuoli^ perche, f reappr enfio gli Auftriaci, ne degli ftafTero i Francefi al pofseHb della Lorena, e Te Brifach fi per^ufiriaci, defle, fcorgeuano impedito il tranfito aToccorfi per Fiandra, che rfol. che foleuano eftrarre d'Itaha per quella ftrada. Deliberaronono dfpe no che Ferdinando, Cardinal' Infante , paiTaffe a Milano, per dire Co ticrno in di l trasferirfi alfuogouerno di Fiandra, follecitati da doppia Fiandra il cura , e per la necedt d opponete alle procedure del Fridlandt Cnrdinar in Germania vn*altro Capo di ftima, e di forza, e per pr** Infante, uedere agli affari de'Paefi baffi, che, per la morte dell'infanta Ifabdla caduti fotto la direttionedelMarchefe d'Aitona^va-' cillauano,e perglihumoricommoffi de' popoli, mal contenti,[e per glivafti di/gni de' Potentati vicini * Non pot 5I viaggia del Cardinal' efeguirfi fenza grandi apparati, che conftimaro-no tempo, e danari, e fenza qualche apprcnfione de' Prin-' la cui an- cipi Italiani, che vedeuano riempierfi laProuincia d'armi, e^ data con- di prouiiionij e ftar gli animi de'Miniftri pregni d'acerbi di*
.
&
li
turhallta
fgulti
Ha,
e di graui penfieri, intendendofi efaggeratfoni frequenti del Conte Duca, che non farebbe mai per goderfilapa*
,
maneggia.
diiifiFra
ccft co' ne,
I
\^otatii
im
fsrt'icola-
\rcapprf^^e
Tltaha nelleffer di prima Veramente^ non appariua pi quelprofpetto d'autorit, e d predominio y che foleuano goderui i Miniftri di quella Monarchia^ perche ol* tre a/ Duchi di Sauoia , e di Mantoua, Fvno pel freno di Pinarolo, l'altro perlacuftodia diCafale, e del Monferrato, rd dipendenti dalla Corona Francefej vacillauano qtiafi tutti. Se alcuni per cauarne profitti mercantauano le loro inclinationi i horamai pofte in bilancia tra Tvna^ e Taltra delle Corone Arif-ilo ikllb Pontefice, ancorch ne gaffe al Daca di Chrich i_, efpedf
ce
,
non
fi
reftituiffe
497 efpeditogli dal Re Lodouico per la folita Ambafceria d obbe- MDeXXXIlTj dienza, d'entrare in quella Lega che gli proponeua, daiia_j per non ofcnri inditi] delle antiche parcialidverfo quella Corona, onde il Cardinale Antonio, iuo Nipote, haueua con.^ ricche pcniioni accettata laprotetiionc di quel Regno, e ben che vi ripugnale Vrbano con le pi ftrepitofe apparenze, gli Spagnuoli per 5 credendo pi occulto ilconfenlo, ne temenano pernitiofi difegni Per quefto efpedirono a Roma il VefcGuo di Cordona, e GiouanniChiumaz,zero in qualit di Com,
LIBRO NONO.
milTlirij,
Spagna,
ma
in effetto per
contraporfi allenegotiationi Francefi^ e f altro riufcire non Minijtnc molcfedi, potefle, per vendicarci difguftico'difguftij onde fi ftimaua, manie* chctencriero fegrette inftruttioni di chieder' vn Concilio , anguftiare ilPonteficc con minaccie, e conmoleftedimande. Certo , che Vrbano , negando d'ammetterli col titolo di Comautorit , miiarij, che pare fignifichi certa giuridittione, fianc tra le difficult^ e le lunghezze di modo ilnegotio, Se intepid anco il Vefcouo confperanze di maggior dignit, che raddoppia il R accortofene lo richiam , e conferito all' altro il titolo d' con diUAmbaf^iatore,mentre col tempo fi mitigaua il bollore degli anitoni mi,eperrauucrfir de'iccefli fipiegaua da gli Spagnuoli Tempre pjalla fofferenza/uan da fefteibil negotio, I Miniftri g* altri Francefi non celTauano d'imprimere ne' Principi gelofi pcnfieT rincipi ri 3 e d'eshortarli a congiungerfi infieme, per ifcacciare fotto Italiani f-'^. e il patrocinio della loro Corona gli Spagnuoli d'Italia, Creili fendo inuiairincontroproponeuano a tutti grandi vantaggi, eshibendo lail agarn dalleCoro^ col mezzo del Reggente Villani al Gran Duca grone penfioni al Duca diModona diconfegnare Correggio, picciolo Stato, che, con&fcato da Cefare a' Principi antichi 3 per imputatione di falfa moneta, io teneuano gli ftc^ Spagnuoli per hippoteca^ afline di mercantarlo co' Principi confinanti, A Parma oftentauano il Generalato del Mare, vna Vice Reggen/.a. cambio, in pegno di confidenza vna lena di fei perche dcfie a mila fantij per (eruirealllnfante nel viaggio di Fiandra Da OdoardoFarnefe quel Ducato fi poffcdcua, d'anni giouanili, e di piriti forf pi folleuati di quello comportaffe Fanguftie dello
&
&
&
&
&
fiato
498
MDCXxXni
DELL'HISTORIA VENETA
a'
genio viuace inchinaua Francefi 5 e quefti, coltiuatolo con frequenti efpeditioni di Miniftri , lo ridulfero in fine al loro partito. Adombrandofi perci degli apparati del Cardinale Infante^e del Matrimonio della Stigliana col Duca di Medina las Torres , Vice R di Napoli, quafi chevoleiTero ripetere Sabionedaj s'arilDucadi'^-^-^^^yj^^ e con quefto pretefto accoglieua fotto Tlnfegne fue /militie, che gli veniuano efpedite di Francia. A' Venetiani fi J^'^f^y^ //to/J;? dirizzauano fpra tutti le batterie pi gagliarde 5 onde ilRazmuaugii iziler, dopovifitati per nome del R Lodouico gli altri Prin~ " dalla Fi a- cipi, venne ad animarli non folamente di continuare nella cuftodia diMantoua^ ma adeshortarli di pagare in Sabioneda almeno la met delPrefidio^ ediprenderfi parte ne gli affari de' Grifoni, e ne'difegni della Valtellina La Republica^ coftan-te nel defiderioj che con la pace (i conferuaife lo flato preferite d'Italia 5 ad altro non condefcefe> che a meglio munire Manhlica contoua difoldati, e Cannoni , rinforzando le diligenze amifura, defcedefo. l'inquietezze, e i fofpetti^ per lo a fortifi. che in Cafa del Duca crefceuano '.ar Man.' clic pareua, chc la PrincipefTi col fomento di Margherita, fu \toua, jMadre, (olleuaffe l'animo a fperanze d'accafarfi coll'lnfinte , '^^"^^'^^: che s'attendeua inltalia, e colta T opportunit, che il Duca per diporto fuori della Citt, prefent fcrittu'/o/pS c4^o<^e/. ra alConfiglio, proteftando per nullo qualunque atto^ e con[lavnci fettfo^ a cui in tempo di minorit haueffe ne'" propri) intereffi f# adherito. Nouit, che turb grandemente il Duca, perche>^
naturalmente
e fottofcritta non fenz applaufo da' fuoi Miniilri quella fcrittura, egli con ragione temeua , che, diujfi gli animi de* foffe per fcr^e^re Popoli, e confufi di nuouo i diritti della fucceflione, fof/iiot/ofoggiacere loStato, e il Nipote a pi acerbe calamit. Ci iconico. li'ifaputQfj in Francia, e penetratofi, che da Milano era venuto alla Principefla il confilio , s'ordin dal R Lodouico con vio doj la di lente decreto, maneceifario, chellnfonta partiiTe, comefegui^
riceuuta
,
ItMadre,
Giunto il Cardinal
Infante in
MiUnO,
indi a Mi^ perche, ritiratafi a Caifel Gualtieri nel Modonefe, lano, fuanite conlafua lontananza le machine, nauig pofcij verfola Spagna. Approdato finalmente nel mele di Maggio abboccatoi col Duca di Sail Cardinal* Infante in Italia, uoia in Nizza, giunfe in Milano, doue accolfe TAmbafcia it^
&
&
de
LIBRO N O
de* Principi, in
no'
499
3ggYadi[ce
l'
congratulationedeirarriuo, e grad fopra tutde'Venetiani, follenuta con grande fplendore da_, ti quella Bertuccio Faliero , corrirpondendo coH'efpeditione a Venetia
del
Amba,'
fdatn del
lio
Ambafciatore
In quefto tem
ca,
Vittorio Amadeo di Sauoia , per pareggiarfi ne' p trattamenti all'Inrance , e per non condefcendere nelle:^ forme , di frefco introdotte co' Cardinali , aflunfc titolo di
Duca
e Urica-
Lia
pera^gua,
R di Cipro , con poca a^Dronatione del Mondo, ch'egli glkr/ allo dopo ceduto con Pinarolo decoro, che gli portaua la cura_, Jiefo,
il
Porta d'Italia, fi fregialFe de' titoli di quel Regno, che giace lotto la Barbara feruit de gli Ottomani, <l-^ con grane difgufto de Venetiani, che,rhaueuano per molti anni legittimamente goduto, e che, portandone querele alle Corti de' Principi dell'Europa, fi dichiararono difobligati da qualunque corrifpondenza co'Sauoiardi. il primo negotio, in cui s' occup il Cardinal' Infante, fu in decidere le controuerlie tra' Genouefi, &: il Duca di Sauoia, che,gi all'arbitrio del R di Spagna rimefTe , erano fiate da lui giudicat^^ a conditone, Che le cofe prefe fi rejiituiffero recprocamente : che a Genouefi ^Hccarello reftajje^ ma, col pagare in quattro termin
di cuftodire la
dofi dal Du
cadi Sa
ia
il
m
di
Titolo
di
B^
Cipro.
condifap
j
prouatio'
ncdeVcipi.
^ indO"
glin%aie
yenetiani
(opra
It
conuntiO"
ni trainile
Ctmiia.
lingref^o dentro
do
Che
dcciden,
dofi
dal
Cardinal'
il potere di terminare la diiferenza,& egli dichiar, Galea , da' Genouefi gi prefa doueffe refltulrj a Sauoiardi qual' appunto fi rtrouaua ; che lo feudo da shorfarfi per Zviccarello 5' intendere delle Stampe d Spagna e che oltre a dieci no-
Infante
la
Infame
non fi comprendelfe nel perdono alcun altro de' parche fofie d* altro delitto imputato. Gli aftecipi nella congiura fari dell'Imperio lo chiamauano a cure maggiori perche affine ^ di chiudergli ogni ftrada, per ifpingerfi in Alemagna, in^ Fiandra, oltre all'afledio di Brifach l'Horn, per compiacere a' Francefi , prefo per V Heluctia fenz-a dimandarlo a' Cantoni il paiTaggiojfi trouaua intorno Cottanza ; onde gh aiuti dell' armi S pagnuole veniuano follecitati da' pericoli d quelle PiaxztL^
minati dal
j
^,
&
Il
a'cla-
. ,
PO
DELL^HISTORIA VENETA
perle gelofie
del
FaW.oin
C9Srdtol
Imperato.
re
da'camori de Lorenel, e molto pi dalle gelofie, chedaua lontane Prouincie, trafcurando il Fridlandt col tratterierfi in le perdite, e i danni della Bauiera, dell' Alfatia, e della Lorena 5 che feriuano nel pi viuo gli Auftriaci Deliberarono dunque d formar' vn Corpo d' Armata, daini independente.
.
da gli Spagnmli
ametter in
piedivnal
tro Efcrcito.
fu rifoluto,
che pre-
per
Uvd
pa
il
correffe il Duca di cento Caualli, per aprire il paffojC foccorrere fenza dilatione le piazze. Per la frada della Valtellina, e di Bormio egli entr nel Tirolo, fenza che il Rohan dalla Rhetia fi curalR-j
tellina
fando nel
Tirolo
Feria,
congiuri'
\toaU\Al\
duingher
ma
la
trat-
tentitodal-
caduta
di Ratisbo
impedirlo, perche anzi godeua, che il Milanefe s'indebohfle di forze per gli difegni, che s'andauano meditando. Alla fa^ il Ringrauio allargarono da ma di quefta marchia l'Horn, Coitanza, e daBrifach lelor truppe 5 onde, fenza contrade vnitofi'l Feria all'Aldringher, hauerebbe potuto efeguire i concerti, f non l'haueffc /turbato la perdita di Ratisbona, che dal Vaimar, dopo hauer paiTato il Danubio, e prefo Neobiirg con altri luoghi , fi pu dir d'improuifo , fu con batteria furiofa in breui giorni efpugnata colpo, che, pe'I fito, e per Timportanza di quella piazza dal fuo partito acclamato, affliffe fommamentc gli Auftriaci, perche perduto anche Straubingh, e Decendorf temerono di Polla, Citt tripartita, doue l'Eno, e l'Iltz, confondendofi nei Danubio, formano quafi vna triplice porta della Bauiera, della Bohemi.i,e dell' Auftria N il Vaimar ne trafcurau l'imprefi ; ma,trouandola premunita,^ irrigidendo il Verno per conferuar le fue Truppe,diftribui loro all'intorno di Ratisbo-
&
na
(^lartieri
Onde
poflo ad prir la
'
alloggio
nella
te confufi, perche coniienneTAldringher retrocedere, per coil Feria fu aftrctto a fermarli, ripartendo con Bauiera, molto incomodo nella Sucuia in fparfi alloggiamenti l'Elerc ito,
&
'
ma.
difagi perirono molti foldati, e vilafci cgliftefper bora l'Itamuoreper fo la vita. I Venetiani, fcorgendo in ficuro mirauanotali fuccefl, e patimento ha, conattentione, maguietamente,
SuS'
tenen-
LJBRO N O N^O^.
,
5oj^
tenendo decoro, e a prcfidio valido corpo d'Armata, proua-]^^^^^'^^^ nano folamente co! la Corre di lloma agitatjoni, e tempre ^l^c^^f/^, pili acerbi difgnfi. Tcneiianoin AncOTa, com'c folito nc^Lio- (juet^ta ghi slVJ Mare vn Confule , e quelli era Michele Obcrti da Ber- da mouij gamo 5 famiglia , che per lungo tempo haucua efercitaco quel %^^^^^'j '^^^ ^^"^^ Mini/lerio , fuddito della Republica, f bene i molti anni habitante in Ancona Coflui , caduto in fofpetto del Gouernatore, quali che coirjndirizz.o degli aui^fi luoi hauefero le Galee della Rcpublica, per foltener'il diritto del Mare, intercetti alcuni Legni de'Ragufei, che nauigauano per quel Porto, vellato con varie perfecutioni, fu conftretto dipallar' a Venetia, per per agio informarne il Senato, ma, non cos tofto allontanatofi, gli ne del Con fu fatta dal Gouernatore vifitare laCafa infieme con le fue_ fjdcycb EL la tiene in robe , e Icritture , nelle quali fi conteneuano anco quelle del Miancona niilerio. Mentre la Republica f ne doleua, e che i Miniftri
j
Francefi, interpoilifi,
neprocurauano
il
la fodisfattione
il
Go-
putandolo d'hauer' eftratte in tempo fofpetto di pelle merci da vna barca, che da Vcnetia veniuaj ma in tale fentenz.a_, interpone pi appariua il pretefl:o,che la fua colpa, perch'egli fi gi- doft ilificaua d'hauerlo efeguito con ccnr.a del Magiftrato Ci accrefceua il fentimenco della Republica, evdiede a'Francefi e efu foggetto di rifcaldare la mediatione, con cim reft ftabilito , che, riuocandofi il bando, j>'ammettelle Y Oberti, non moftrandofi poi 1 Senato alieno da richiamarlo, e deftinarui qualch'akro. Ma nel procinto d'efeguirfi'l concerto, morto Michele, gli ffoftituito il Fratello, che, portatofi in Ancona, per efercitare la carica, fu dal Gouernatore prima fermato in prigione, poi relaffato, maconfeuere minaccie, e con cauticni di non pi ritornarui 4 Se ne dolfero altamente i Francefi, perche haueuanoapprelTo la Republica interpofta la loro parola , cheTelettione d< uefe feguirein quel foggetto^che pi allaftef- r^h per] fa aggradiiTe^ ma il Senato, conofcendo poco ficuro, e meno ciden litro' decorofo continuare ilnegotio, fofpefe il parlarne , interdicencati cff^itQ do per al Nuntio Vitelli le Audienze , c al loro Ambafcia- orili rie?otor Contarini prohibendo di prefentarfi al Pontefice Fu pur' li.itionscQl anche interrotta la negotiatione , che il Duca di Chjichi,, l'oniefice^
i
7',i-
li
ginn-
502
viDCXxxin
DELL'HISTORIA VENETA
nome
5
giunto per
Battifta
Nani
tra quei di
ANNO
Fenetian
foUecitati
ve XXX IK
affinch di concerto
da Lodoui
(Q
.
Dal medefimo Duca fu la^epublica fortemente preffataj, con la Corona di Francia fimoueffero di nuouo l'Armi in Italia^ ma, bench le di lui inftanze veniffero
,
poco appreffo rinforzate dal Signor della Salodie , fpedito dal !/!!T^iR^ con gli fteili progetti d'vnione e di guerra , il Senato per. pendono on inulti non volendo dipartirfi dalla prefiita neutralit 5Corrifpofe agi alla Tace^ inuiti con eshortationi alla pace, che, effe ndo maggior bcle Corone nefitio del Cielo 3 douena effere pitofto promoifa, che diftur-^ prefsando bata dalle profperit, chela Corona godeua. Con gli altri
gli
altri
Trincipi a
dichiarar.
Principi pafTauano 5 cosi i Francefi, come gli Spagnuoi, con tanta premura gli offitij , ricercando dichiarationi precife^fen
s'
adombrarono
al*
gli
pro^
poneft al
Tontefiee
dal
cunijcercarfi dalle Corone non meno preteft alla guerra, cte compagni nell'Armi. Per quefto il Gran Duca,piade gli altri commoflb , inui-l'Arciuefcooo di Pifa alla Corte di Roma a proponere vnalfiga tra' Principi Italiani a comune difefa, per bilanciare la potenza degli Stranieri, &opporri a chi preua-
quefta volta ancora, come Tempre, combattendo con grinterefli , molti reggendofi con feparati configli, e credendo pi compatibile Fvnione con gli Stranieri, che
Ma
co* domicilici , fuan la propofta nel filo principio tra le diffiJcult d'introdurla , I Genouefi in quefto tempo, per gli paffenoTefY^'-^^
\.egQtaJ^^
ioni
accidenti amareggiati da' Minifri Spagnuoli,&: hora per decifione, ftta dal Re, e dall'Infante delle controiferfie col
di
co
Francia,
Sauoia, maggiormente inafpriti, diedero luogo all' id Signor di Nouaglia, che,pairando a Roma^ eshibi loro le forze, e raffiftenza della Corona Francefe j purch, dopo hauere per lunghi anni feruito a' foli comodi de ^^l Spagnuoli, volefero ridurfi a decoro fa neutralit, onde^ valendofi quella Rcpubica della congiuntura , apri con J a-> Fran- /
infinuationi
Duca
LIBRO NONO.
&
50^
Francia corrirpondenza , e con molti decreti rilcu il luftro del T^dcxxxiv il vigor del gouerno . Si roffci iiiano tali nouit la Tua libert , dagli Spagnuoli con amari/limo fenf,* ma, Tempre pi applicati alle contingenze dell'Imperio, difTmuIauano tutto, ^ooUdlando. ftudiando dileuare ognigelofia a gritaliani, e per la imor^incgiispa. dell'Infante, e per gli militari apparati, fenza per trafcurare'-?'"^^^^'^^* gli auantaggi, che portauano le congiunture, perche riufc!-^'^^'^* loro d'indurre il Principe Tomafo a partirfi improm(2imQnt^clm7lvri dal Piemonte, e portarfi in Fiandra al comando dell'Armi cipeToma , efpedendo per ortaggi in Spagna i Figliuoli, e la Mogli^_^ . fo apajfar
Crederono alcuni, che Tomafo, e Mauritio, Cardinale, che, rinuntiata in Roma la protettionc della Francia, hauea alTunta quella di
in
Fiandra
al comari,
Duca,
dodeii^r
loro Fratello
af- mi.
e gli iludij d'ambidue Principi, dalla debole coftitutione del Duca preuedendo vicina la morte, mirauano di lontano alla fucceffione degli Stati,&: a quei difegni,che proruppero pofcia a fuo tempo, e vedendo la Cognata, con vincohd'interelTe, e di fangue legata alla Francia, fi gittarono di buon' bora tra le braccia, e fotto la protettionc degli Auftriaci Per
fine Ai ripartirli
con
artiftio TafFettioni,
i
due
partiti.
Ma in effetto
dFlttO-
fequeftr le rendite loro, e fofpe-'nopoco}/ f gli affegnamenti. I Francefi ad ogni modo, n meno dif^^-'^'^ lui interamente fidandofi gh ftrinfero il fi*eno, ingroffando Francefi in Pinarolo, e nel Monferrato l'armi, e i prefidij. In fine l'Infante, dopoftipolata co' Cantoni Cattolici dellHeluetia la Lega durante la vita del R, e del Principe, fuo Succeflbre^j mentre
5
quello, alteratofi'l
Duca,
ac
con obligo, che alla difefa della Franca Contea concorrcffero, '2 fi moife nel mefe di Giugno per la Valtellina, e pe'l T:ixo\o'giisnii^^ verfo Germania , accompagnato dal Marchefe di\ Leganes riCattolici incarnina con fci mila cinquecento fanti, e millecinquecento Caualli fi vcrjo Gi s' detto, quah fodero gli oggetti del Valftain col tratte- ^Icmanerfi in lontane Prouincic, mentre pericolauano le pi im- gna In. portanti, ma horaveniua minacciata anco l'Auftria, dopo h. fante perdila di Ratisbona, e l'Elettore di Bauiera pjoteftaua al- conprote ramcnte, che, f non foffe foccorfo, s accorderebbe con gli Hecfi lama do Eaua Suedefi ad ogni partito, aprirebbe loro il pafTo, per pc-, roapprcJL'
.
cordata la
/'
&
il
Cefare,
I
li
Ferdi-
504
MDCX'XXIV
'DELUHIStORf A VENETA
al
o^ni parte
Ifaccufe.
bifoguo 5 & accomandi aggiimgeua inilanze.epreghierc^chevoleffe* impiegare l'armi contra i pi acerbi, e plor-n {oc pipoderofi nemici Egli, con fommo liuore oferuando , e corfo d ^'^che foire-ro k farz,e Spagnuolc penetrate neininperio, e conoValjlain fcendo gliogetti di quella Corona 5 -tendenti alla fiiadepreffone, moffo TEfrcito quafi per venir* al ibccorlb, Faqquartier neilaBohemia, e diftribuendo nell'Auftria pi Reggimenti de* ma egli [noi partiali, pareua, chevoleiFe tener cinta Vienna, e Cefacon pone ^^Q^^ff^ ^^^^^iQ Q'i^ diede IVlcimo sfogo allVniuerfali querequartieri le^ perche, oltre a publici danni, fi prouauano da' principali nella BoMiniftri le prillate perdite, effendo fopra i loro beni le militie hemla. alloggiate con ogni libert, e con indiftinta licenza. Dunque moftrauano tutti zelo pari aliVrgeHza, e yeftendofi della publica caufa, additauano i comuni pericoli, e rammentandola fufdu da condotta del Generale^ i-nuehiuano particolarmente fopra i ca-
re& prontamente
che
ira
'^.
pitoli,
da
,
lui
gi
coirArnheim progettati,
gli
Spagnuoli
dalI'Ale-
magna
della forza,
con
cui
li
velenofa Pace nell'Imperio . N fi taceua afpirarfi fcopertamente dal Val ftain all'vfurpatione della Corona Bohema , machinarffH'^^-Si contra la vita di Cefare, e de' luci Figliuoli, tenerfi prati^^^^^^che con gliSuedeii, e co'SafToni, e kauer' introdotti fegreti temi maneggi col Cardinal di Richelieu, fin quando il Signor di Feuquieres trattaua nell'imperio co' P-rotelhnti. Precipitando ognuno i giuditij, e pronuntiando i faoi fenfiibpra le attioni delValllaio, e le pene, cheraeritaua, folo Ferdinando rellaua grandemente perplefTo 3 perche, f bene fpeffo T alteraua la_,
^'^
;
quali nel
tempo medelimo
,era pla-
tope^ero^^^^ dalla
deilimpe.ipunf
ratere.
memoria de'preftati fernitijc Bilanciaua ilrofToredi vn'huomo, cos benemerito, col danno di [o&rhio intuttoponderaua
il
|folente, e fopra
pericolo, cheCaccorgenda-
c/je/Wfilv^^lf^ain d'effer fatto fofpetto ) rifultaua non meno dal fuo. i^ichmando alla par iS'J^^^S"^5 che dalle fue colpe. Per quello,
focena cautamente infinuare la depohtion^ cow(^Q.j del comand o, e deirar mi^ per darVn'altra volta luogo alfm(ii/orre
i/
te pi
mite
gli
~~
uidia^,e
uidicije fegnalar
505 rvbbidienza. Eglijfpre/.zando promefTe, e'^'^^''^^^ non curando minaccie, li credcua nell' affetto delle militie, e, de gli olKtiali ^Kuro,haucndo fotto il fiio comando auuez,zato alla licenza
5
LIBRO NONO.
&
all'vbbidienza l'Efercito, Sz a riceuere dalle pene. In Corte pure, anzi dentro la fua iJ C^nfigiio, non gli manca'uano amici, trattenuti con doni promfi del danaro, e delle prede 5 ch'eftorqueua con ingiufte
mano
premij, e
rapine, onde, confidato nella forza, e nelFadlierenze, congregati i principali deirEfercito, gF inform deffer richiedo fopra di] a deporre il Generalato dell'Armi Numer le fatiche J^impre- che il Fall i di^ fiain tic\ f, le 'Vittorie fotro gli aufpitij del ho comajido gli anni ^ [agi delLt loro coyntme militia accuso l' etm-datione de* fuoi antichi]^ ^^l^^^^ Nemici non risparmiando Ce fare ftejfo , e i fuoi Conjiglieri, come ^^^o'P^^^'\ cpali deli' quelli che, per defraudare al Capo la gloria, a gli Offitiali i premtj, Efercito. afeldati le paghe cere affer con le calunnie pretefli d' opprimerlo ^mmcnto lacura, fempre da lui tenuta de'fuoi commilitoni fedeli^
.
'j
le
prede,
.
diuife
ca
lecontributioni ,gli Stati, e le fpoglie ripartite , e Gli ricerco infine dell'opera , e del conftglio ^ pere h' egli, (lani
quartieri
d'applicarfi , goderebbe lafciare^che la poflerita fpaffionata giudicajfe del merito , e della gloria tra lui, e i fuoi Nemici vi fii dubbio che
,
horamai
delle cure
e
molto pih
dell' injtdie
alla quiete
Non
|con clamori, pi che con voci ,0 ragioni non folle perfuafo, e quali che violentato a fermarli. Ne' Circoli, e ne' quartieri fi diffufe incontanente ildifcorfo. Tutti a gara cftoileuano le
fue laudi
j
e tutor de'
Soldati i
de rifchi, c^li Padre, vna vece e a chi farebbero in auuenire ricorft ,0 a chi rineceffna,
tutti
ad
chieste le ricognitioni
e le
paghe
f fi 'voleuano
,
all' Efercito
de^'idolo
a non
,
ftinar
re
i
nuouiCapi^ per
a
fepellir
in ftlentio
dall'
coW
obliuione
aboli~\
partire
preflati feruittf f
Fu dunque
1'
mato
non abbandonare
Efercito,-
ce ail-etto, e per militare crafcorfo^ da altri pi aftutamente, per promuouere col di lui eccidio le proprie fortune^,
Con
fcrictura, fegnata da tutti, s'obhgauano a comune concordia, alla difefa del Generale fin tanto, eh' eo^i dalle_ fpefe rifuxito, foller anco le militie de' loro ftipendij contente. Con tale trapalTo non rcft pi luogo alla tolleranza.
&
Il
di
tempo
5o5
MDCXXXIY
DELUHISTORIA VENETA
l*
eccidio , richieda improuifatempo al Valftain cramaua mente a Cefare Taudienza, coir intemento di pochi, e de'
confidenti Miniftri, efi^ofe lo (lato delle cofe, l'ardi re-^ le fue intelligenze, le trame , e i difegni. Lod .7^fZt ^^^ Valftain, o}opuj^ jxioderatione, con la quale Ferdinando, Principe ottimo , re l'u/im. bafciadore haucua voluto fin'aH'hora procedere . Conuenirfi ^veramente de Cattolici grandi 2\4iniflri diffimiiUre qualche occulto difetto , interpretare i dubbiojt , quaji [apportare i palejtyfino a quel fe^ fauoreuolmente pondera a gno pero , che non contrauengano alla fede , anima del 2\4iniHerio C efare i e hafc de gli Stati Del Val^atn efferfe d' auantaggio [offerta l
,
.
pregiudi
arroganza
linfolen^a
tijdeU'Im
perio.
la ftefa crudelt
t auartia
Hora
ejjer
} l' Auftria inuafa i affedia^ Imperatore , e i Figli fottofpecie di cujlodia , ta y^ienna ; prigione l* Che 'volerfi pi attendere forf l'occ afone ^ bla necef e quartieri /ita quefta non poter efer maggiore ; quella non faperfi augura^ re piU opportuna Effer il J^alfain temuto da molti , abhorrito da,
tradito l'Imperio, la
^ohemia 'vfurpata
Nemici
e tinuidia degli
Amici medefimi
dare la
y
ma
la
che gli
Suedef
:,
potcffero
mano
fua autorit
e la giuiitia
,
applaufi
e benedittioni
da
tutti, Effcr
'Veramente doloro fa la piaga , ma perche nelle 'vifcere ftk concen^ trata y quanto pikft'vorebbe fupprimere maggiormente allargarfi Ci, che fin hora e feguito all' ferc ito poterjt chiamare "vn trafporto pi tofto che ^vna riuolta Le militie efere fiate da infidiofe promeffe acciecate e da alfe fuggefi ioni delufe, I Capi hauer
,
,
pre fi at
l'
af
enfio
nodo
Con
'vn
effer
anzj preuenjre la guerra ciuile , che con le gelofe prouocarla Non refare pih tempo da perdere ; non occorrendo ConCi detto; figlio in ciOy che non fi pu lodare , che dopo efiguito
,
.
cnderfoL uefidifar
breue fu
la confuitc^,
alternando confufamente
il
timore, e Io
[^{q^^q^ q i'Ognate con efliggeracioni troncando i difcorfi . ,E)JJn.q"c fu rilbluto d'efpenmentare la fede delle militie ^per\7Iidui che il Galallb; il Piccolomini, alcuni altri de' comandanti haiieuano fegretamcnte a Celare eshibita T opera loro aderendo, che moki, per folo rimore hauendo adherito a fcgnaj
*
&
re
la
LIBRO NONO
dita
507
re la fcrittura, 3c a participare della colpa, erano pronti di ^dcxxxiv riuoltarfi ogni volta 5 che vedefTero vnCapo. Fa dunque efpeal Galadb, nella quale fi comandaua d'ob- efpedendo a tutti quelli, che voIefTero a Ccfare dimoftrarfi fe- fi Valenti bedirlo per alletdeli, feparandofi dal Valftain, horamai fcopertamcnte ribel-
vna patente
tarle
all'
quanto lubrica,^ fra h fede della fortuna, che da quelli volge il capo, da quail Principe ritira i fauori. Poche li volte s* veramente veduta fufTftere quella potenza, che, crefciuta fotte l'ombra della fourana autorit, tenta da lei fepararfi. Al nome di Ferdinando fi folleuarono i Reggimenti, fi ritirarono gliOffitiali, & capi, fegregandofi in vn momento da gl'infetti i fani Reilato con pochi, non credendo delTer ficuro in Pilfeiu. , doue li ritrouaua , ne lafci a vn fuo confidente il gouerno , e s'incarnino verfo Egra, luogo creduto opportuno, pere/felo.
i
Al publicare
vhbidim. HA*
il
Ts^ome
Cefar eo f
parade in
vn
il
fuhito
dalle fede,
lecontu
maci
ma
efs9
re la porta del Regno, per doue poteua, introdurre nella l^^^^,'^^^^,^^ tipe ricolo Bohcmia l'Armi ftraniere, faluaifi nelle vicine Prouincie. pOYtafi ai Haucua egli ricercato il Vaimar, che venifie celeremente al Egra ^ foccorfo, eshibendo di confegnargli le piazze^ ma, mentre il foUecit^
.
Duca
grane materia i vantaggi, &c i rifchi, e_> do gli che, per non azzardare le forze intere, fpedifce con vna par* Suexzef} afpedita' te il Birchenfelt nel Palatinato, per dargli calore, a Egra mentefocdi SalTonia, per ifcoprire i diTe* correrlo. il Duca Francefco Alberto gni, la fcena fi mut, e fuani Toccafioiie, Credeua il Val ftai:, che i fuoi adherenti, ftrctti da vincoH di gratitudine, e d'obligatione, folTero per correre feco qualunque Fortuna: meitregU ma non mancauano alcuni, che lo feguitarono per l'opportu- fi tramano nit d sfogare, col tradirlo, gli odij occulti, e le meditate inftdie da vendette j e perfperanza di confeguire daCefare grandiffimi glifteffico premi). Haueua feco il Reggimento Irlandefedi Gualtier Bu- fidenti teler, Giouanni Gordon della fteila Natione, il Terlica, fuo Cognato, ii Conte Lesk Scozzeie, fuo Capitano delle Guar- cbecon:er
bilancia in
s
&
die, rill,
Gonfdeiiti
riflettere
taglie
3
,
&
altri
cosi Offitiah,
Cominciarono
il
come
tano la di
hirnorteji
Se a difcorrere poi
pericolo
j
con
gli
amici, EJfere
nelle bat^
comune
ma
de
-pochi il -premio,
e la gloria
qui
opu,-^
aprirjL loro
"vn
Campo
fama,
lentif-
5o8
MDCXXXIV
deftre
,
DELL'HISTORIA VENETA
.
lentifjime [foglie
Difender
[angue
,
la Vittoria
da
,
loro
coleri
e dalle
lor.
tutti, che honore infteme con la fede 5 e con le piazze a gli flranierif Con'vn fol col^o fuenarjt la^vittima , efpar1 la colpa, placarci Principe'^ anzi obligarfi a retribuire heniy e
ribello infelice
Mrrrito da
"vuol 'vendere
/'
i j^gni a chi gli conferma l' obbedienza Tanto ball trucidati, perche og;nLmo era di gi perruafo dal proprio animarli 5 .^iii f''^^l^ ^Vintereffe, onde> datafi la fede tra loro, il Lesle^ il Buteler ^ e \ckni |.j Qqj.Jqj^ traffero alcuni altri, inuirati ril, il Terfica^ pi congm a cena nelle loro ftanze, rifcaldando tr'bicchieri'l difcorfoy ti. finta contefii, gli trucidarono, confondendo, violata i'hofpicol fiingue. Indi, per non dar tempo alla fa ^^o/fti vitalit, il vino alabarda ^ma, corfi alla Camera del Valftain, e sforzata la porta , men tr' egli fuegliato vuole affacciarfi a vna fineftra, per chieder' aiuto, e fgrida i congiurati, quefti lo trafiffero d Alabarda.^ con molti colpi. Poi, lafciatolo efangue sul fuolo , vfcirona aluffogarl^^ dal Caftello ad informare le mJlitie dei fiitto, con molte promefle. N pronarono grande fatica 5 perche.^, jeftinti i Capi, alcuno non ardi d'alterarfi. Il giorno feguen {te, lafciate chiufe le Porte, affinch non fi puhlicaffe lamorIfues-eniy^xc^ fortirono dalla Citt fotto titolo d' honore, e di fcorta^ econdmo. ^^\ incontrare il Duca Francefco Alberto, che yeniua per noni defim. arrcftato prigia^ me del Vaimar a ftabilire i concerti , loconduiTero a Vienna, do u trouarono grandi app]aufi,e ne ricchiffimi premi]** Tale fu il deftino infelice d'Alberto di Valftain, Duca di Fridlandt, c'haiieua altre volte domato col Farmi l'Imperio, Se atterita col nome T Europa, Egli folle u la Nobilt della nafcita con !a virt militare, che da infi mi gradi lo rapi a grandi fortune^ tanto pi rigiiardeuoli s quanto che portato dal proprio merito ^ non vi fali lopra le mine de gli altri. Tra molti vitij d'ambitione, crudelt
\gratie
&
&
&
&
&
5.
violenza, co' quali affliffe gli feffi runici, vi iodauano gllnimici la prudenza, IVxcortezza la difciplina. Parue, ch^ .fempre fopraileffe alla fortuna, ^a^cafi, pi rollo, che , ;prcuedendo, e fperando ogni coia, nonhauefTe a contendere con le difficuit, e con gli annerii accidenti. Era iolito a
,
vincer e, e
dh
ho.
LIBRO NO NO.
^^
509
MDCXXXJV
non volefehaucr viacondannauano certo empito nelle fueatcioni, che to. Alcuni lo rendeva feroce , ad ogni modo hauendo egli fempre aft ufi niotiui, facilmente fi difcerneua,che5 niente a cafo operando, non prcmiaiia fenza gLiditio,n fenza diftintione puniua. Qijalinqne fia fhita la caula, f vide con gloria , mor certamente con
fiKi
felicita
il
Mondo
ipcrj(Liadcua,che
"pare Opi-
nioni [opra
l
.
di Ini ca
Tuo cafo diucrfamenteconteftato 'idifcorfi, alcuni credendolo prima Traditore, che fententiato; altri 5 che fi gattarie nel precipitio, dopo vederfi perduto Per quefio varij fono ftati i giuditij , quelli coirinfamiadeirattioni predenti cancellando la gloria delle pafiate, queilijcoirattribuire
il
.
[prezzo.
Hanno perofopra
dina
de grand'impieghi, quafi compatendola morte di chi odiauano poco dianzi la vita. Ma in Vienna per riguardo de'parenti, e degli amici, che fi ritrouauano in Corte,
alcuni altri
fcinc in
1 difcorfi delle caufe, e del fatto , e puniti de'congiurati, firifoluto, che il R d'Vngheria v-
fupprefc.
ne
in
le
voci
Vienna,
breuemente fupprefii
campagna, perconfolarecon
la
doue rifoL
U fi tv[ci-
la fua
prefenza Tarmata
fede delle militie,e diuertire le competenie de' ta in Cam. Capi. Ci non pot feguire cosi prefto, che gli Suedefinon pagm del
contenere
prohttaffero
molto dalle
alterationi paffate
impercioche
I\
nel-
an-
TAlfitia ilP^ingrauio, rotti appreffo Tarn i Cefarei, pref^_^ tra' pi notabili acquifti Enshein , Friburg , e Rinfelden_. ;
fi diedero all'Horn Meminghen, e Chempen . L'Elettore di Safibnia , attaccata Budiffn , e con le Bombe prima incenerita , che prefa pafs a Gorlitz , che trono abbandonata . Poi, ritiratofi ne'fiioi Stati , lafci ali'Arnheim il comando Idell'Armi^ e quefti, prefentata a' Cefarei appreffo Lignite la ^battaglia , dopo lungo, e dubbio conflitto gli ruppe con morte di tre mila di loro, acquiflo di molt'infegne , e di nou^_^
gheria
Nella Sueuia
^Cannoni, occupando Stenau, Glogau , & altri luoghi impor- vigorofa tanti nello fteflb tempo , che anco il Banier conquiftaua Frane- ^"mau fort airoder, eCrofen. Finalmente il R d'Vngheria ,vfciio s'vnifcc al con valide forze e con la prefenza rincuorata l'Armata, s'vni Danaro, batte f{a. a'Bauari, c'haueuano ricuperato Straubingh, e cinfe Ratifbotisbona jna d'afledio, battendola con cento Cannoni. 11 Vaimar vis' accorto, trauagliando il Campo Reale , che non haueua ancora la circonuallatione fornita 5 ma per mancanza de'viueri
\
che con
con-
5IO
DELIJHISTORIA VENETA
premendogli di CQiiferuare^, quell'acquifto, volcua, congiunto all' Horn, replicare glisfor zi 5 ma, trattenuto da impedimenti, particolarmente nell'efpugnatione di Landzuth, doiie fu vccifo l'Aldringher, che tentaua portarui foccorfo, quando s'auuicin a Ratisbona , trou la piaiz,a perduta, Ali'liora THorn fi port nella Sueuia,
e l'efpu
&
il
lafci cadrgli in
al
Vaimar indebolito, non potendo afifrontarfi col R, mano Donauert, Sz altri luoghi, Premeua
d*vnirfi ali* Infante, e per ifpianarfi la ftraad attaccare Nordlinghen , che, refiftendo pi da , s*auanz di quello s'haueua da Cefarei fuppofto, diede tempo, & ali* ^r^rt^^r Armata Spagnuola di arriuare coU'Infante opportunamente
molf altre
R d'Vngheria
Vaimar di ricongiungerli ali Horn, /^w^e, y^ per tentare il foccorfo,, Que'due giouani Principi, comuni^^'<^ ^P'^jcando infieme il defiderio di gloria, non meno che i configli ^^'^^^^'^^ dVarmj non vollero abbandonare refpugnatione j onde il Vaimar, non potendo tollerare, che in fua prefenzacadeffe,
fi
aiiini^ rinrorio,
al
Duca
di
'
deliber la battaglia, fperando col deftino dell'armi Suedefi rfoltiono di rifarcire in vn punto con la Vittoria ci, che da qualche gli' Suez. J.tempo le Cefaree , fotto la felice condotta del Rglihaueuan jLcy/f/ii^e-v rapito. Afiali dunque il Campo nemico con impresone si nir a con rifoluta, che al primo empito sforz le Trincere, occup i flitto Cannoni 5 e prele vna meza luna, fugando per tutto gli Auftriaci. Ma, accorfi gh Offitiali, anzi lo ItelTo R, &:il Caranimato tutto dinale, fgridati i fuggitiui, rimedi i timidi, l'Efercito, facendofi in particolare dalla militia Spagnuola^ pruoue ftupende d'ardire, furono gli Suedefi rilpinti. L'Artiglierie, appuntate da'fiti fuperiori, faceuano in loro grande macohntperche, douendo pe'l fito del Campo falire lopra^
&
tut
ddlo^^^^^.^^
,
'^
/^?7f^'<^io Colline, conueniuano combattere, efpofti a'colpijconlamat'd/^io Ihgnit del luogo non meno, che co' nemici. Per non hauer' ^ ^o/"A' anco ben riconofciuti quei pofti, occupate le prime fortif-] i^'-^f'^'^'J'' Ica rioni, fi confufero tra di loro, alcuni, per auanzarfi, erran- ~^ f denti del do la ftrada, altri nel combattere trafgredendo gii ord:ni
-
..
furore^
peggior' accidente fu, che cafualmente accefofi fuoco in alcuni barili di poluere fopra la mezza luna, aggiunfe terror e al difordinej perche, du bitaivjoj
Il
fold^ati
LIBRO NONO.
Soldati,
511
non fuaporalfc vna mina, fi diedero in fuga preci pi- ["^^^^^^^^ tofimenrej onde gii Spagniioli non folo ricuperarono il porto, ina prefcro animo d infeguirli.- Il Vaimar, e l'Horn impiegarono tutta rinduftria per rimetter le loro truppe in buon' ordinanza, almeno per ritirarle col minore fuantaggio^ma tutto indarno 5 perche, lontano IVno dall'altro con le militie reUmo in ogni parte confu/, n s'intendeuano infieme, n da'fbl[confitti co dati s' vbbidiuano pi loro comandi Gli Aufriaci 5 col fa-^j grauilfimo liore dVn bofco poftifi d mezzo, impedirono loro di poter colpo riunirfic Onde la Caualleria, perleguitata da'Croati, voltando finalmente a briglia fciolta le fpalle, abbandon la Fanteria, che fu quali tutta trucidata sul Campo. Pi di diecemila cadcrono morti, e circa fci milareftarono prigioni. Tra quefli fi trono rHorn, cfTendofi faluato il Vaimar a migliore dcftino. De gli Auftriaci mancati due mila nel primo feruor del combattimento, non hebbe il recante altra pena, che d' fuggitiui, e di vcciderc, e fpogliare i vinti ^ Tal' iiifeguire infigne Victoria fu refa pi chiara dalle confguenze, perche flr taci mot Hailbrun, Herbipoli, Augufta, e molte altre Citt i diedero teCittvo. fpontaneamente ^ altre furono abbandonate da'prefidij Sue- lotariamei ikfu l Duca di Branfuich,& il Langrauio^ che per glipr^ te/rendo^: no prij vantaggi s'occupauano nella Veftfalia, moftrauano incliBrafuch, natione all'accordo, il Saironeafcoltauapropofitioni di pa- & altri de ce. N fi dubitatia, che i Comandanti Suedefi^ f fo (fero al- VroteHat lettati con qualche danaro, non abbandonafferorAlemagna,, piegando e la fortuna del partito cadente. Ma, calculandogli Auftria-^i'^'^'^^'^^*''^* ci fopra le fole fperanze, mentre rinfantc, chiamato dallVr-l genze di Fiandra fi fepara dal U 5 &c il K^ contento della! {/^('^"^!^' e'I i\ gi gloria, affretta di refiituirfi alla Corte , per goderne l'applau-' partiti, fo, il Richclieu, che dalle profferita degli Suedefi haueiia^ l'accolti per la Corona di Francia hrmend vantaggi, prpoi
.
I
:
&
ftifene niente
mmori
Rhcno
topodero-,
il
Marefcial della Force con potentiflimo Efercito^ il gli amici ta fi [finga oftentando gli aiuti, a nemici additando la forza. Vera- no:>ll\}e.\ inente rOxeftern^ che in Francfort direggeu coTuoi confi- no i Fran gli'! part"i:o 5 &i il Vaimar, che raccoglieua le reliquie del paf cefi. fato iiifirtuniO) non feppero altroue volgerfi, che verfo la^.]
fa
Arm^~\
&
Fran-
512
MOCXXXTV
a'
DELL'HISTORIA VENET
quali
dallo Sue^
co fi rinun
tlilacon-
mb^
^
I I
Francia, la quale in retributicJn de'foccorfi caulorodi mano la fortffima piazza di Filipsburg, che fopra la deftrafponda del Rheno apparteneua all'Elettor di Treiieri , come Vefcouo di Spira, e nel principio dell'anno era caduta in poter de gli Suedefi. Ci trafile nel viuo gli Auftriaci, vedendo!' Infegne Franccfi giunger non folo al Rheno, ma trapaffarlo,
oltre allo ftabilirfi T acquifto della
\con molto
\fenfo degli
Duca dcpofto
,
Ql-xudiQiy
Lorena, perche il nuouo Cappello Cardinalitio , e prefa per moglie Cognata di Carlo, diede cagione al Richelieu^ di
il
laufriaa.
concepire, di finger fofpetti, e di ricercare in pegno di Ci^ curez^za la Mocha, vnica piazza, che daluidipendeua. S'au\ob/slhiie iperditsdci udc il Duca, che le colpe fue, e le gelofie de'Francefi dure\laiorcna, rebbero fin tanto, che gli reftaffc parte alcuna de gli Stati , Per ci, negando la piazza, li riduffe a LuneuilJe, Caf d.i_> diporto in Campagna. Ma ad vn tratto cinto da guardie fu
I
ricercato d'entrare in Nancij a titolo d maggior ficurezza * Non pot ricufarloj ma fubito, accorgendoid'eirerui tenuta [iuouo Duil
d cui
\9kspofa uit,
prigione, procur, ingannate le guardie, diibttrarfi allafere conia Spofa per vna picciola porta in habito di giardinieri fortiro, fi ricouer in Beffanzone, indi a Firenze , per tenerfi lontano da' luoghi alla Francia fofpetti. Il Cardinale, inftancabile ne' profitti, e negli (d^gnj fece inucftire cadute le fperaw^ la Motha, che, caduto evnto in fittione il ilio comandanddi' Orle. te, s'arrefe. jVbbatuti in tal gm(:\ i Loreneii, refiaua l'Orleans in Bruifelles, ma priuo d'vn grandiiluno appoggio, e poco degli Spagnuoli contento y perche, hauendo fotrocrirti alcuni capitoli, prometteua in elT, Di non fare col Fratelli nefjun accordo fenia toro faputa e canfenfo e sobugaua di mxn^
ci fa hi afi
tenerfi nel
gli
loro "partito
impieg:^arui'l credito
il
e l'armi
douend(f
danaro y -per formar y e trattener ^rff>r>?^r?\'^-''^'^f^'''^^'^ y ^^^ ^^^ poteffe afalire la Francia, e conquiflar qua-L'r'^^cntr ejji con altro .corpo a armata mgelGjircbhero Le tdBYaHl(^'^s t'"^'^^' \h. frontiere. Ma, non potutifi dal Marcbefe d'Aitona adempie-, '"^ ^ concerti per le diftrattioni maggiori, e principalmenteperv i/f^^T ^^_^^Fo1^ Qfnaccie de'Franceli dalla parte di Treucri, fOrlcans pQf yjt^ iftanchezza, e per inconftanza , e fopra tutto indotto dal Puij Laurens, fuo fauorito, s'accord col R, fuo ^'rar ello^
^
i
Era
'
51^ ra flato il Puij Laurens gLiadagnato d/ Richelieii, ond' egl, s come per compiacere a' proprij amori con la Frincipeflli di FaJfpurg, altra .Sorella del Duca Carlo, haueua gi
fpinto l'Orleans al Matrimonio
ItBkO N N
&
MDCXXJflV
con Margheritajcosi hora ftan adefcato dal Cardinale con promeffe di gran ricompenfa, e delle Nozze con la propria Nipote, rinduie ad abbandonate in BrufTeies la Madre, e la_; ma fvno Moglie, a ricondiirfi furtluamente nel Regno. Ma tard ritornato poco il Puij Laurens a prouare la pena di fua fouerchia cre- nell\egno, pa(faaL denza^ perche, allettato cl Matrimonio, e nel tempo fteffo troalfup^ sfodrati niioui delitti, e condannato al fupplicio,con la morte plkio . lofci^olfe. Reftarono perla fuga deltorleans gli Spagnuoli delufi delle loro fperanze, e fi differ anco la forprefa dell'I fole d'Eres in Prouenzt, diui/ta da loto, per efeguirfi fotto Y CliSpa. Infegne Cefaree, a titolo di foccorfo,e diuerfione a Lorena j gnuoli dif. perche venticinque Gakcs fette grofl Vaffelliy conmilitie,& IferifcQ^o ogn' altro apparato, portatefi da Napoli in Sicilia, per vnirfi diportarff ad altre otto Galee, e per imbarcare foldati, trouarono ini ladnidelA laTrouenj s lentamente diipofte le cofe, che conuennero rimetterla all' anno venturo . Da tali Apparati, eda s vafti difegniicilmente
co
delle riieinclinariorii,
&
comprendeua effer vicina gran mofla d'Armi, Perci non mancauano i Venetiani di tentare con loro vfficij, efficace- con ejjly e mente portati da Luigi Contarini in Francia, e da Giouanni coFranceJ fi 'ndarm Giuftiniani in Spagna, di placare gH Animi, e moderare l'acer- aioprado^ r bit; ma il male, effendo nel punto , che doueua proromfi KiiV.a per pere, s'irritaua pi tofto^ onde le diligenze cadeuarktigljar no infruttuofe.e le ragioni sVdiuano fenza rifleffo, procurando anzi amendue le Corone con allettamenti, e promeffe di con*
fi
j
durre la Republica ne' loro kur cimenti , e con cambiare la mediatione in adherenza,
air
vna
<,
all'
altra
J^Fine
del Libro
Nono
Kk
HiSTO-
TO DELLA
REPVBLICA VENETA
DI
BATTISTA NANI
e AV A L
E
L
I
'B
E,
^0 DECIMO.
N N^O
no refo celebri gli odij di due gran Minirtri, daranno a pofteri giufta cagione di numerache trgrinfigniqueft'anno 5 in cui la Francia , e la Spagna vennero (copertamente airofFefe, e diedero principio a atroci ruccefli5nInnghiffima guerra con memorabili cail, rerpofti da negotiationi follaci , con vicende dell'Armi, Tolleuarioni deTopoIi , e fcherzi delia Fortuna Di gii ii fcorgena ^ che Temulatione tra il Richelieu, e FOliuares non poteua itacagiore pi a lungo fupprefla , n mancauano reciprocamente ni, pretefti, perche TArmate Naualidltalia, glEfercitini Spagna, i trattati colFOrleans, il fomite a'mal contenti, (coprepcV priuano d'auantaggio qual machina dagli Spagntioli li i FpS^.^"-^^ rafie; Si all'incontro Toccupatione della Lorena, ali Olanin Germania, i trattati con gli Sueded, & i fu(liaij da'Franccli. Sinda, additauano quali difegnifi difponeflro Conte >liui dal Cardinale il Conte di Botr a Madrid, & dal ca fu il Bcnauides a Parigi fpe dito , ma piup ^elpJor^^
re pi triugubrij
&
.
,Cuena,afertamete
rotta fra
le
Corone,
LIBRO DECIMO.
&
515
MDCX XXV che per conciliar confidenza 5 anzi, haiiendo effi fcambieiioloffitij, aculei, e punmente riportato, in vece di liifnghe 5 non credibile, quanto s'accendefiero gli fdegni, e s' ture, irritafero gli animi, refi dilicati dall'ambitione, e rifoluti alle vendette, per meglio fondare tra rarmi l'autorit, e follenere il fauore, e la gloria, Riufc al Richelieu, che in quelli preludij della guerra prouaua in ogni trattato, il pi felice deftino, conchiuderc con leProuincie vnite de'Paefi baffij daiiaFta, la Lega adoffcia, e difesi, che tanto fuegli nel Mondo i dAcworKhii*
fama, e fufcit negli Auftriaci tante ^(^"^ofne apprenfioni, e timori^ impercioche per gli articoli d'efk-. j^'^.^^J^^'j *' Voueuanft ajjalre da Collegati le Prounce obbedienti alla Scagna con forze ijnite di cinquanta mila Fanti ^ e diecemila Caualli dofcorfi, l'attentione, e la
,
p che con fi;hlici J4antfeHi fodero fiate inuitate , e -per tre mefi ad "vnirjt coli' altre in ^vn corpo coattef a fcMotcre il giogo ,
^
,
Liberta^ fa lai a ciafcheduno i fuoi priuilegi , inpar^ ma paffato quel tempo , fi deftinauano in : preda dell'armi, e fi diuideuano le conquifle onde ilLutz^mbur^,
rsine di
&
ticolare la "B^ligione
il
Namur
l'
Mano
,
r Artois , il Cambrefts alla Francia cedeffe Fiandra, di qua dalla linea, che da'Blacer.berDamfi tiraua comprendendoui^.pelmondaj il
,
efto agli Stati d'Olanda con promejja di lafciare per tutto la 2{eliSi accordaua di non far pace , gione Cattolica nell'efjer prefente
.
tregua
to, f
prima non fijfero da Paeft bafsi gli Spagnuoli totalmente facciati Si ^oleuano affalire le Piazje con alternate 'vicende , /' e l'altra dell' ajfegnate all' Olan'vna delle ripartite alla Francia da lafciandoft per della fc e Ita l'arbitrio a Generali Si concert aua oltre a ci 'vn Armata di Mare, e da'Franceft dichiarauafi la guerad ogn altro che per quefla caufa ^olefe inferire ra a Cefare , agli Stati, Tutto ci tendeua ad vn grandi /Timo sformolcfia zo, f nel maneggio dell'Armi fi foifero incontrati \gu:A g intereffi de' Collegati, come nel negotio fi trouarono difpuili glianimi,& i voleri concordi. Gli Spagnuoli, penetratoli maneggio , efaggerauano appreflb il Pontefice, a tutte le Corfclamanti contra i Francefi con acri inuettiue, come f efponeffero la dono git^ Religione in preda a gli Herctici, e che, non contenti dive-, Spagnuolil
.
&
Kir~2
'd^
5i(S
DILL'HISTORIA VENETA
,
MDcxxxvUgj-la col fomento delle loro aflftenzeiti Alemagna deprefla, tentaffero d'eftirparajanco in qaelle Prouincie, doiie fotto i fdamado- pietofi aufpitij della loro Monarchia il vero culto t\tn fede negliSpa^ tutto ci poco giouando, ripofta pi, che nelle querele,! gnuo l' la confidenza nell'armi, deliberarono di preuenire , con chiu^ der la porta, per cui, ailalendo le Prouincie alle fpalle , penfauano i Francefi di fpinger f Armata ad vnirfl con quella d'O-
Ma
da quali
fopref<u>
Trmeri,
fatto pri-
gione l'Elettore.
landa. Inuiato dunque dal CardinaFlnfantc il Conte d'Embdem a tentare Tacquifto della Citt di Treueri, gli riufc di notte forprenderla 5 per la negligenza, con cui l'Arnoud , Gouernatore de* Francefi la ciiftodiua, reftando in quel fatto la guarnigione tagliata a pezzi, e l'Elettore prigione, perche impedito dalla podagra non pot con la fuga faluarfi. Vienna fu egli inuiato, per render conto a Cefre d'efferfi foggettato alla protettione Francefe, e d' hauer' introdotti nell^-; Piazze franieri pre(idi) , contra le conftitutioni dell'Imperio
,
Nel tempo medefimo , la Fortuna applaudendo a' principi)", il Coionello Bamberg, che dopo lungo afledio haueua dataFiipsburg a
gli
Suedcfi
felicemente forprefe quella fortiffim a piazza. Aduecolpisgraui, &inafpettati fi commofTero grandemente i Francefi , ma infiemc, credencon altera do plaufibile V occafione di publicare contra gli Spagnuoli la tione della guerra, gi rifoluta, inuiarono all'Infante, per chieder conia arancia. reftitutione dello Sfato la libert dell'Elettore . Ma egh rimettendo a Celare la rifpofta, mentre profelfaua a' di lui ordini che muda /jjhauer'obbedito, s'efpedi dal R Lodouico vn'Araldo a Bruifelabair Cnerra a les, che intimaffe coH'antiche forme la guerra, e quafi nello
foffo
,
Bruffeks.
riiduvado
a Mr:7je
moffero nel Mefe di Maggio le Armi. L'Efercito Francefe da'MarefcialH di Sciattiglion, e di Brez ap^ preffo Mezieres era flato raccolto, e com' folito delle prime mofl, quando particolarmente s'intraprende la guerra per animofit, e per vendetta, ogni cofa foprabbondaua, ond^ il numero delle Militie eccedeua i patti, e le prouifioni militari pareuano fuperiori al bifogno, perche la Francia, trouanIdoli nel colmo della riputatione, e della potenza, numerauam tqi'.el tempo fo tto le fue lafegne in pi parti cento trentamila "~ ~~ huofieflb
tempo
fi
LIBRO
huomini a
DE C
5^7
^^^^^' XV
mero
piedi, e quindici mila a Cauallo, con infinito nu-| d'Artiglierie, abbondanza d'ogn altro apparato. In-
&
caminandoii v^erfoMartricht i Franccfi con pi di trenta mila! '^'^'^""^jf combattenti, e quaranta cannoni , il Principe Tomafo conu.j^ /v!'^'^ 'deboli forze appreso Auefnes tent di combatterai! paffo , c^youi'''ad fu con molta llrage battuto 3 onde, inoltraodofifenzacontra- ^Vw
jfto, fi vnirono colfOrangcs, che gli attendeua con venty^'^coU 'mila Fanti, e feimila Caualli, e ottanta pezzi d'artiglieria^, j^'i?*"''^"" JAppariua l'Efercito formidabile per numero, e per valore,
jdi
forza la felicit deU'iWe-wil jim])rcie. iMa, ben pre/iro a tanta moltitudine mancando ivi-'^^j^^io'^'z^ ucri, l'Efercito cominci a diuorarc f fefTo nell'inopia, ^i^^oranies^ coniumari] co' difigi. Il Brabante fu inuafo , e Tirlemont , terra grolla, ma debole, prefa per forza, prou ficramento^^! mm^i^Qe nella ftrage, e nel facco il primo sfogo della militare liccn-!^^^*"^^^^^ c^n, meter za. Stanano ^\ Spagnuoli col groffo appreffo Louanio ^c-'"^'^"^''*""' a facco Tir] campati, per coprire quella Citt di giro grande, ma fiacco, lemont. ^infieme con la Citt il vicino Paefe I Collegati, per tirarli a battaglia, finfero d'auanzarfi a BrulTelIes, nonfenza__, s'accoa fperanza nella confternatione vniuerfale, che lor fortilTc oc-Z^rS^ cuparla. Ma TOranges, ritardando la moffi , diede tempo a' gli Spagnuoli d' accoftaruifi. Contramandarono all' hora veril
gi
Mondo fupponeua
^paZtf'
vguale
alla
''
(b
Louanio i Collegati la Marchia, e con empito Tinuelirono, ma fu altrettanto valida la difefa, dal Baron di Grauendon, Gouernatore, foftenuta, coli' afliftenza d'vnbuonnu
pafa ad,
che rinforzaro- affalire Lo\ no ilprefidio. Rintuzzata per tanto la ferocia de oli airaliton,'''T^l'Efercito cominci a dileguarfi, perche gli Olandefi, piintal-.:^:^!,'^' mente alla loro armata ogni bifognofomminiftrando, fottra-nine. heuanoi viueri a'Francefi, i quali, le con le jforze, e coU'j /^ f^me jardire poteuano fuperare qualunque pericolo, prouauano la.^Ui^''^^?^'M lame, e la neceflit effere inuincibile nemico. Permiano mol--p'-''''^i^'l '''^^" ti, e il sbandauano gli altri, che furono in gran num_ero truci-'Frmcefe dati da' Paefmi, onde, indebohte le forze, e mancando l'alimento, conuennero i Generali leuarraffedio,e permettere a'fufcioltodai perditi, che ognuno fi prouedefle di falute, e difcampo,'lCaD,/r/r^^^^^^^^ eje reliquie dell'Armata fi ridulfe ro all'imbarco in Olande^ Adio
"
.
\
I
mero
II
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pvo^
si8
MDCXX5CV
^s' im'jitr
DELL'HISTORIA VENETA
prouerbiatidal popolo, e rcherniti, che di tanta gente, ch'afa grandiffimi acquifti, s icarfi refidui compahffero difor-. ano lerlllp^^^^^ a 'dinati, profughi 5 e fianchi. Non ha dubbio, che, come a A non s^z^a fentirono leProuincie vnite nello ftipularela Lega a qualunque Uontfto de partito, che induceffe iFrancefia rompere apertamente con \gli Oladeft Spagna 5 cosi confeguito l'intento jniuna cofa abborriuanopi, c'hauerli in vece d'amici, vicini. A' riguardi comuni delle Pro5fJ^"^^'Juincie s'aggiungeuano i priuati rifentimenti del Principe d'Oranundifgufl ges 5 perche il Kichelieu tra le lufinghe , e le confidenze hauedell' Oranua gi pochi anni tramato di forprendere in Francia la Piazza ges.
\
appunto d'Oranges5
fubitamente
il
ma
e la
fama. MaTaltro, diffimulandocon pari artificio, riferb all'opportunit di rifarfi, Se hora gode u , che, f nell'occupare importanti/Time piazze , haueua cenfatto
,
Spagnuoli acquiftata nell'armi, gloria di valore , e coraggio, hora nel fuperare il Richelieu coU'ingegno gli fi attribuirle dal mondo laude di politica , e grande prudenza Il Cardinale per , tenendo per la guerra intraprefa bifogno dell'adbe* ^jrenzadegliOlandefi, e dell'amicitia del Principe, per applicartutto wuUndoft fi alle maggiori, tra/cur le minori vendette. Quefta moffa, dal B^chc- contra la Fiandra con iftrepito, e con apparenza di migliori lieu. fucceilidi quelh, che s'incontrarono, haueua alterato il Red' Inghilterra, che volentieri tollerare non poteua l'ingrandimento in quelle parti della Corona Francefe; perci, pofta vn' artra gli
, .
Mare, olTeruaua l'efito delle cofe, e l'Imperatore, penfando quanto agrintercff comuni della Germania importaffein
mata
ro quelle Prouincie, inui fei mila Fanti, e quattro mila CauallicolPiccolomini in aiuto all'Infante. Non cos torto fu l'ai mata Francefe difperfa , che il timore , che prima turbaua i ihddti
della
Spagna, penetr vicendeuolmente nel cuore degliOlandefi, perche il Conte d'Embdem per ordine dell'Infante forpre-
perche la Te lo Schins Scans, che giace in iito, fopr'ogn'alrro importanfonunaar te, doueilRheno, diuil in due rami ritiene alla deftra il ino
ride Apro,
gre^
di
SpagH9n
nuouefor.
prefs
.
nome, & alla (niftra affume quello di Vahlj onde il Forre_ dominando alla nauigatione e agli argini , pu inondar^^
,
e leProuincie
al
fium^
apre
, ,
LIBRO DECIMO.
apre dall'altra nelle vifccre delF Olanda V acccfCo
.
/'
Oranges immantinente a ferrarlo di fortifTmo afledio , eftendcndo infiiiti lauori foprale fponde deTiumi- Sgrand'incen dio di guerra tra due R potcntillimi non pot concencrfi folamente
in quelle
Grange s a
ricuperare
lo
Scbins
dilatandoti in ogni parte, prruppe anco in Italia, prendendo ne Grifoni principio , doue per caftodia de'paffi, gi qualche tem- non il Signor della Lande,
Prouincie;
ma,
^'^^^^'
con-
po tcncua tre Reggimenti di quella nationecon alquanti Franprogredifhora,fpinte iniprouifamence per la montagna di Splu- cono nella cei; ga fei compagnie, occup fenia contraftoChiauena, Riu_, l\i)etia quegli altri porti lungo il Lago, nominati Frmcefi il Sarto Corbeio^ e altre volte; poi, feguitando ilRohan, per la via di Pofchiauo con cinque mila fanti, e quattrocento Caualli, confeguMor- mpadrobegno, &c ogn'altro luogo refl:ando in poifertb di tutta la Val- nit'ifi della VdUdlim tellina, e de' Contadi adiacenti. Il Cardinal Albornoz, che ,
traUati
&
dopo
partito l'Infiinte
gouernaua Milano , di profeffione alietrou air emergente oltre modo confufo. Ef,
Lago
di
Como ma
,
dalla
Germa-
principali foccorfi, e le diuerfioni attendeua, niunacofa potendo agli Auftriaci accader pi molert:a, che vederci palli
chiufi, e la
fi ren Jeua per im concorfo de' Veneinni Perci i Minifl:ri del R Lodouico, ricordando le premure, e le conuentioni, per redimere in altro tempo quei paffi additauano la congiuntura prefente eshortando la Republic: ricorrono a prendere l'Armi, e partecipare de gli acquifl.i* Ma quell dU E^epi. blica per diSpagna3efaltando i titoli generofi, attribuiti alla Republi ajjjhnze. ca ftefia di Scudo, e Tutela della Libert, e della quiete d'Italia, tentauano concitarla contra iFrancefi, come prouocatori importuni di si grane difcordia Parendo al Senato nelLi_, prefente delle cofe, nonhauer, che fperare , n coftirutione che temere da gli itranieri, debber di tenerfi in neutralit che pergodendlo almeno nel fuo Stato la quiete, dache non erano riu- >ncttendo. fciti i uioi ofiitij ballanti , per diuertire altroue la guerra Per fcahieuolmife a' Franccfi qualche ellrattionc di* viucri da' luoghi vici- mente comodi ali? ni, & il cranfito a' grani, che fecero venir d' Albania, oltre
fi,
Corone,
Kk
ad
520
DELUHISTOPvIA VENETA
5
comprati da Vafcelli in Venetia, affenci agli Spagnuoli'l traghetto da Triefte al Regno d Napoli di foldati Alemanni con Barche alla sfilata, e fenz'armi, il che,
&
poco auanti richiftone fotto nome delLodouifio, Principe di Venofa, che voleua farne la lena, haueua negato. Nelrefto , fi fortifica mCon(i;iK mimiti ipaffi. Se i propri) Confini con buone militie, e coli' inuiare Luigi Giorgio 5 Generale, in Terraferma, e Proueditori, Sebaftiano Veniero in Valcamonica, e Michele Priuli nel Veronefe, ftaua offeruando i fuccefl * Hauerebbero certamente i Francefi riportati ben grandi vantaggi , f, mentre titubauano gli animi de'Miniftri Spagnuoli per la forprefa della Valtellina, e^ per la debolezza 5 nella quale i\ trcua-aano confti-| tuiti, folle ftato da loro ilMilanefe dalla parte del Piemonte afalico . Ma mentre tardano , per meglio ftabilire i concerti con altri Principi Itahani 5 il tempo, che per ordinario faiiorifce la parte pi debole , diede modo a gli Suagnuoli di far leuate in Heluetia , chiamar da Napoli, e da Ska foccorfi, & accogliere quei del Gran Duca, che per rinueib'tura di Siena oblig,ato fomminiftrare alMilanefe, quando viene aggli spagredito. Il Signor diBellieure, dalRLodouicoefpedicaAllgnuoli hauend' agio jbafciatore llraordinario in Italia, giunto a Turino , ftringe^ i^i/^ir&l u Vittorio a dichiararli, ad vnire le armi , & entrar nella Lepergl'in-\ga., Sc prima i Sauoiardi, ftimabili pe'l iito, folen.ino eoa., l^^^'^.^^^'^idubbia fede imiitare alla guerra, horal'vna, hora Falera delle A//^^;Y^^^i Corone, ai preientepareua, che non poteilero altro, che ieonfortn condar laFrancefe, cinti dall'vna parte conPinarolo, e dall' fiani^Ft'zhr^. col Monferrato Crefceua nel Duca la gelofia al paiTo inemo, defimo, cheianeceffit Io ftringeua diftarVnito con quella^ Corona, perche f da' Francefi 1 Milanefe fi coiiquilliiiTe , fi conofceua alla loro mercede perduto pitofto, ch'efpoflo. Ad ogni modo nella Pace amico conueniua frfi anco nella guerra compagno, non fenza qualche fperanza, che>vnendo l'armi,
I
e partecipando
configli, fortiffe a' Tuoi fini, ta^ggi indirizzarle. Cosi a' Francefi col nome
a'
a'fuoivanadherendo, e
&
con
|il
le
maffime a
gli
Spagnuoli,
riufci
fine a quelli
mo-
lefto,
&
Duca
profitto, S'tfp^ dall' Albornoz d AJmti a Turino, per frafornarlo dalfegnare la Lega,
a gli altri di
poco
ma
a -
LIBRO DECIMO.
ma
indarno j perche,
f
521
\1DCXXXV
fo pafaffe
alcune dilationi fi ttrinfe a'Francefi. All'hora il collcgaft con LodoBellieure fi port appreffo il Duca di Parma, che nel bollore uko de gli anni, e delle paffioni cupido di gloria, e di guerra, hauena di gi co'Francefi cosi auanzato il maneggio, che poco a CH vni"' reft all'Ambafciatore d'afFaticarfi , per dargli IVltima mano, (cefi paYU\ con fentimento , tanto pi grane de gli Spagnuoli, quanto mcnteVar ma. che conofceuano d'hauerlo fuori di tempo irritato, pi che| con enti f impaurito, con difprezxi, e minaccie di promuouere al go- mento non uerno de gli Stati Aleflandro, Tuo Fratello maggiore, che , meno. come mutolo , giudicato da' parenti incapace della fiiccelTione , fi cufodiua nella Cittadella di Piacenza gelofiimente dal
modo dopo
bene ognuno condannaua Odoardo, che, intraprendendo guerra col pi potente , efercitaffe pi l'ardor delche la prudenza, il vigor delle forze, ad ogni l' animo, modo i Miniftri di Spagna concepiuano gagliardi timori, che che conti folfe il iMilancfe affalito per fianco, rellafiero da Napoli im- more degli pediti i foccorfi, s'introducefiero i Francefi in Piacenza, e Spagnuoli, forlc ancora in Sabioneda. 11 Duca di Modonafimercantaua con amenduc le Corone, tanto il penfiero di preualere al riuale rendeua al prefente a si gran Principicari,ef:imati quei, che foleuano altre volte fpvczzoAX. In fine, dopo hauer tratil Bellieure, che and a ritrouarlo , in_-, tenuto la Francia, lunghe fperanze, s'accord con la Spagna, fegnando con Franccfco di Mello il trattato d'adherire al partito i quella che attiCorona, & inuiarc fotto il Principe Rinaldo, Frattello iuo , gonoMGiio na. itre mila Fanti nel Milanefe in ricompenfa del prefidio, che! jgli fpermefib d'introdurre in Coreggio. A Mantoua fi volfe jairhora il Minifi:ro Francef con tanto maggior' infiftenza j;/"^^'^^'^, iquanto che la natione comune, e i benefici] recenti, P^^^^^^^'i^Ju^eaiJ jche conftringeTero , non che perfuadeficro il Duca. Ad'i.jLcgtd'< jogni modo egli refift quanto pot, e ricorfo pcrconfighoa Firaicin Venctia, fu riir.efib al fuo arbitrio, & alla fua prudenza il rl-
Duca
e f
&
&
foluere. Egli perci fottofcrille la Lega, ma non pot preftarui, che il nome, nonfouuenendololaRepublica perefeguirla ;
tali
piouocationi
Spagnuolij
com-
522
MDCXXXV
DELUHSTORIA VENETA
,
.
commoffi applicaflero maggiormente fopra Mantoua a qualche attentato rinforz Tempre pi quel prefidio Il trattato co' Duchi adherenti portaua lontane -per tre anni, e promcjfa del 2{ oltre a dieci miU huomini da trattenerci nella F'altellina d
, ,
mantenerne in Italia altri dodici mila a piedi ^ e mille cinquecento a Cauallo A Sauoia s^ aj^egnauano fei mila Fanti, e mille dticento Caualli j a Parma cinquecento di quefi , e quattro mila di quelli i a Aiantoua trecento de gli'vni, e tre mila degli altri. S* accordaua di non far pace fenza la reflitutione di ciOy che da^li Spagnuolifilfe fopra i Collegati occupato ^anto a gli acquici ,
.
che accader potejfero , ft rimettcua il riparto , dopo terminata timfrefa del Milanefe^ reftando incerto ognuno de' Principi vni-^
ly
quale douefTe effer'il premio delle loro intraprefc , ne fenza timore, che in fine il pi potente ne riferbaiTe a f fteflb r arbitrio 5 e il poffeiro. Haueuano i Mmiftri Francefi, dopo
(lUa
:r
rifolutiouc coftante de'Venetiani di ftarneutrali^ mMiMo differito per vltimo tentatiuo il portar'allaRcpublicarinftan-
quale f^oxitnz la
frenesia
ni.
ic, per farla entrare nella Lega, credendo, che pi dell^_j ragioni foffe a perfuaderla efficace, non tanto Tefempio de
gli altri Principi vniti 5 quanto Tinterefle, e il concetto, che, occupandofi'l Milanefe, conueniffe a lei ancora elTerne a parte, per aggrandirfi, e goder delle fpoglie. Per tanto non_.
come
cife
con incerte fperanze ,marinuitauanocon prepropofte di darle nella Valtellina Tirano ; accordarle^
gli altri
.
e coniu
Lega ne' Grifoni, e del Milanefe il Comafco, \^ Giara d'Adda, con tutto quel pi, ch'ella fcegliere volefe Giunto, nel procinto del muouerfi Y armi, il Bellieure a Venetia, e nel Collegio infieme col Signor della Tullerie, Ambafciatore ordinario, introdotto, cos parl * Se per nome del l{ Chri^ianiffimo io 'venifftaquefta Eccelfa ^public chiea ^ per
palfo, e
der' aiuti
aci
fata
'vantaggi , parrebbe pih interefche fmcera la di lui affettione , e amicitia Aia il mio 7{ ,
,
ad offerire
otti?no tra
s' contentato coir affifenza della Diuina honta^e della Giujitia debellare i fuoi ribelli ; poi njendicarfi de
maggiori
^ hauendogli
e battuti
//
ma
i fuoi congiunti , ^< amici a parte non piU de'perico^ de premtj'^ non de' difpenditj e tr uagli ma delle pfede
, , ,
con'-
LIBRO DECIMO
( conquile.
5^3
UDcyxx-,
Dio gratta fotto l'ombra et nun fotto la cura di prouido, e 'vigilante Ministro in T\ gukiffimo, tal grado di felicita e -potenza che , f in altri tempi nonera'vinla
"per la
,
Francia
medeftma hora 'vnita concorde obbediente armata rsfa fuperiorc a f fteffa Diro, che alla fua felicita niente manca f non quello che la bont del 2{ ^uole che le mancio il comunicare i fuoi beni a gli amidi il compartire la chi, flef
cibile
y
che da
lei
Ifa felicita
a fuoi Collegati.
Le Armi
rate
da
da 'voi medeftmi , fempre pronpih giufte , fatalmente anco ne' pafati fe^vi s' offcrifcono al prcfente non per redi,
tra le noflre conquide y ma per afficurare la quiete perpetua , la liberta , la dignit dela Voi tante cure, a Noi tanto anl' Italia , e ha coBato fin' hora gue Io mi pr tefio per primo cardine delle mie inflruttioni , e de'
l'
annumeriamo
fvoflri Configli
che dal 2{ fi rinuntia alla fle^a fper^mz^ di ri, tenere cofa alcuna in Italia. Siano noflre le fpoglie ^ gli Stati ^ le
le
fatiche y
difpendt]
pericoli^
alla
,
Natione Francefe ba^i la gloria di faper sincere i Nemici e donare a gli Amici le fue J^ittorie La P^oflra jR^publica amata dal^c, come Coetanea della fua ^Monarchia , primogenita de fuoi Collegati primitie della fua affettione in Italia che pegno pu ricc' ejfer pregata a racco^ ucre yyiaggiore della 'B^al propenfione che gliere frutti de' noflri trauagli , ad acerefcere l' Imperio , a dila.
le ruine de' fuoi impUc abili, antichi Nemigratia con grande fl'upore la difparita delle mafci Adifuriammo di jime e del genio di due Nationiy delle quali l'^na per affetto, t
tare
confini
fopra
altra per neceffita "v ojferifce amie iti a Chi non conofce gli Spagnuoli agente auara del fuo , auida dell'altrui, che per amhitione intraprende , per cupidit , e per natura conferua Noi alt incon.
tro, prodighi di
Noi
flefft,
prcgiuUttij
diffimulate con fouerchia pattenz^ refe cos arditi gli Auflriaci, che l' opprimer i noflri Amici , tir/ultar a Noi fiefjt, era conuertito in maffima della loro alterezza, in
,
m/tctie
Francefe
Ne fiete I^oi
medeftmi te/limontj
6
Pa^
R
524
MDCXXXV
A
I
D ELL' H I S t O
ci ha,uets
\^
ENET
eccitati a giufti rifentimenti , e Fra^ncia ptrend all' hora alienata lo diro fenz^ roffore , da Ce medcfima , rimproHcrateci con rag-ione le nes'li^'enze /^^ tirare la fua generoftbora il mio 'f\ che -pu con la potenza mif
-perche
taj da quali aufpitij ha cominciata la Guerra prefente y che dalren^ der giu,jlitia a fuoi Amici, ingiuft amente 'violati daW Armi Spa^ gnuole Se ha coluto difjmiilare pih 'volte le proprie offefe, non
ha
e chi dubiter
che
la guerra
non
s'
,
eferciti per
t auuenire
coli'
arti
medeftme
dalle
quali principia
to
,
'vendicata con tanti apparati^ e contanti difpendal mio che non fiano gli Amici ^ che 'vorranno adherirgli , per ejfere dij difeji dalla fua ^ale cofanz^, e refi partecipi delle fue P^ttorie, e trionfi certamente , s'io confider la propofla prefente ^ non occorre
,
f T ingannevole forprefa
in particolare di Lodouico . Egli 'V inuita ta de' 2{e Franceft , per compagni nell' imprefa del Milane j ma dona a Voi, a f
efemp
l'
de gli altri
Italia , fopra i quali le ragioni de' noflri fono cos chiare , e si giufe quelli y che 7iell' acquifarli , e nel perderli cofano a Noi tanto fangue^ hora fono Vomire conquifte Credetemi^ P adriache, f
.
StM
et
attendiamo
gerirceli
che
il
Cielo
ci
prefcrua
,
Configli
non pu fug^
la
congiuntu-
ra 3 con fomminiflrarci
la
forze
Ma
che dico
,
le
forze
tafa
che
ilfuo Nome S , Padri ^ queftocihftai e qua ft non altro y che queflo folo ricerco , perche l' Italia^gia fianca dalle guerre ^ dalle gelofe, dalle difcordie, che per tempo s
^epublica
'vi contrihuifca
lungo 'v hanno fparfe i fuoi perpetui Nemici, hora flleuata 'vnita 'Vuole fcuotere a 'vn colpo fo lo il gioir , e Sena^ f il 'voftro to ha tante 'volte generofamente procurato di feruir d'efempio, hora da Voi non ft richiede , che l' approuatione , e il confenfo. Non lo diffim^uloy quaft tutti i Prncipi Italiani fom digi, balla Spa,
gna Newci
aperti,
,
alla
Francia Amici
dono a dichiararci che il credito della Vofra prudenza Sta dunque in iwflra mano la forza, il configlio] il defino d' Itait^i. Io non ricordo i darmi antichi, le recenti gelofte , i perpetui fof petti
.
tremenda a
tutti,
te--
me
LIBRO DECIMO
rnTuTti
,
5^5
che teme
e che 'Vgtialmentc
immodc- MDCXXXV
rata ne
dir fi
^
f^li
Hora^
non che
daW altrui
fcrnata. Inuafty
prouano
pof.
pik
tofo il pefo
che
fmifurata potenza i n
// fono reggere ph a lungo la *vafia mole della loro grande zj^ Ajfilat/ef particolarmente , doue la fede della guerra hanno p fi a , la forza infieme , che per tanti anni ha ^vefato r Italia p chi pub
pih ripararlo
tante parti
Io so
,
,
>
e f P^oi
i
colete
da da fcampo
,
affalito
che non
>
mancheranno
d' allettarui
Aiiniftri Spagnuoli
che non fono gratuite le loro luftnghe , Prouengono dalla confo ienza delle prefenti fiacchezze j dal rimorfo delt ingiurie pajjate Anche la ferpe , che , torpente nel Iberno , ha fopi-
ma
credetemi
\to
^
ma
,
no'a ejlnto il
tocca
fi gira
ft torce
,
veleno , quando di nuouo il raggio del Sole la che farebbero fpi^'a in fine la morte
,
.
^altro
gli Spagnuoli
le
propitia 'vn altra 'volta afpiraf f la forturia, y i rifentimenti , e l'ojfefe , che, duran'vendette
r auucrfa tengono nel cuore (utv^'e(fe Non credete, cheftfcordino l Ingiurie prete f u che cada obliuione ^ o moderatezza ne // mio 2{ creder d' gli animi auuezji alfinfolcnza , e aW arbitrio hauer fatto afai, e fodisfatto alla gloria, e a f fleffo , mentre gliferura quefta coli' Italia pcr'vltima pruoua, s'ella fappia e f
,
.
Non
gagliArda
no dall'Audienza gli Ambafciatori Francefi, che il Conte del- trapoje Rocca con oppofiti fenfi difcorfe in tale Sentenza. Parlo ad dalla Coro 'vn Principe che per giura caufa ha fempre efercitate l'inimicitie mCattoliabbracciata Ut guerra Tanto mi bafta per indurmi a credere ca.
la
,
mente co-
,\
de""
fuperfiuo
cefi girar
che 'veshorti a
do
prudenza matura,
^.trano a'ioro 'voleri
e la j^ligiofa confcienza
i
Io 'vedo
:
Adinijtri
Fran-
per l'Italia
ma
f altroue ir^con-
adeguata l'ambitione,la cupidit de' Principiai' ingra\titudine ftcffa de'benefitij^ a molti dal mio ^conferiti, qui ritroueranno 'vnita la Prudenza,la Giuflitia,la Adoderatone Sia gloria della 'vo.
\ftra
2{cpublica
il guereggiare
rne
1
iVT^
525
\nCk'XXV
DELUHSTORIA VENETA
y
Mon
.
piO negarfi
che
ti
fuoco y che , f ad altro non giunge ^ arde , e confuma f fefChe di gratia fi imo la alla guerra ^refente le e au f forf di Trefo ueri y fiU addotte , cheterei quaft che, mentre in "^ti sbona fflze del
pulaua la -pace non fi fottofcruc fiero col 2{ Succo i trattati, e quartr do in Ghierafco tEfecutione fi concertaua, e che dagli Austriaci con ^era fede da Principi fi rendevano gli Stati le piazj^ i pofli , non fi meditaffero da Frane efi le forprefe , t infidie y leoffefefVo Giudice de'^y e che, chiamato in tefimonio giufto de -patti fnero 'vindice degl inganni^ hor amai gli condanna y e punifce , Trionfa in Germania la^eligione e la piet degli Aujiriaci. In Fiandra pugnano per mi i Cieli gli Elementi y la natura medefima
,
Vediamo 'vinti gli eferciti fenia combattere y adiamo efpugnate le piazze fenz^ tentarle Che altro fi pu attendere ne II' Italia y ou i pih ingiufla la caufa , quanto ne fono pik remoti i prete fti a che
.
tendono
te offerte
le propofitioni de'
Afiniftrt Francefi
che a ren-
dere quefia felice Prouincia'vn deplorando theatro di guerre eterne? ^eflo correbbero , o Padri ; dncerui col coftro [angue medeftmo^ e con fallace amicitia] per fogge ttar tutti y "vederui tutti tra "voii
fiefsi
nemici
Io non yoglio
difcutere
come
,
lo
raffigurano
data con legittimi titoli , fiabilita dal tempo forza y come cna gran quercia y che fopra
.
cfo
,
dalla fua
il fuo fuo pefo y decoro fufsiHe Pojfono i 'venti crollarla , agitarla ma fi sfiatano in combatterla prima , che ella fi fianchi a refifi ere e f pur cade Opprime infieme chi tento di 'i'iolar le radici Afa efamino le
il
^
,
disvantaggi
di conquifie
,
di fpoglie
che
ce-
da efempij
y
tra fatti antichi , nelle recenti memorie y non trouo , che funefi accidenti di Principi opprefsi y di piazje occupate , di cfurpate Prouincie , e f au Italia
Douunque mi colgo
non quadrano la Lorena Treueri e l Alemagna , come <?/?^r;^/7cle cefsiy interrogate Sauoiay e da' cofri Annali medefimi cauatc che Padroni , pruoue y che i Francefii dcini non pojfono efere Nemici Dunque ^ Padri darete la mano a quelli e haucndo all'armi la licenza per termine t ambitione per motiuo , coigeran^ no contro di coi quelle forze y alle quali la^o^ra potenza y e ami -\
,
'
'
"
citia
LIBRO DECIMO.
ciria h.iiiera.'vnito ^ijror
,
52^7
fortuna
Non me
dato
'V^i
,
ad
e lafciarm delle vittorie i ^antao-o-i , della guerra pigliano gli aufpitij dall' infrangere la fede] creAia f derete, che la}-lttoria, che fuol rendere tutti infoienti, li camhiera
in rcligioft
modefl Se filmano
la
muniier
tarmi fenza
lorofponda^
le
e afiflc/iza
>
piazj^
(Dio guardi da quejio infelice defi ino l' Italia) 'vna 'volta il mio l^, chi far ilGiudice y che decida la caufa che mifuri i Confini che ripeta il depofito io non 'voglio ofcntare con' pompa che la potenza S'pagnuola ha contribuito al decoro , allafcurta, ci alla quiete d'Italia. Per noi inuiolabili fono flati fempre i 'voftri e le armi^ confini; dentro i Mojri hahhiamo contenuti i penfteri non folleciti , che della pace propria, e comune Il mio ha 'voluto fempre confederato con la ragione t Imperio ^ e fl abilita nella 2\da le commotioyii prefenti , che conquaftranquillit la grandezza fano in ogni parte l'Europa, confondono il culto Diurno, propag:ano
, j
, ,
.
l'Herefa conculcano gli Stati feruano d'argomento e di pruoua quali faranno i prorrefsi, f tali fono i primi papi dell'armi Francefi. Io so , che gli artificij de' no (ir i Nemici hanno ne' tempi andati introdotti d/gufi, dipinte deW ombre , fparfe gelofie effendi eh' ignota / hanno e aufati danni, e difcordie j fofpetto tutto quello ma il fine fidato Giudice dell' intentioni e dell' Opere , ' Principi grandi fi fa troppo gran torto 5 quando mancano le notitie certe
,
, , y
de
loro
loro configli
potenza* Di
le
mo
fama , e fofpettarogni cofa della tanto bafln perche horami tempo, che lafciafofpitioni, gli degni , gli odtj , che ci hanno reciproca unente
,
tante 'volte ingannati. Io non poffo a quejia jR^publict fi'n hora grande , e prudente dar fi aggio pi ficuro dell' amicitia del 2{ che con offerire la fua 'Vnione , con ricercare il 'vincolo della Tjofira
alleanza. Se nella Vofira tutela 'verfaja qujete d'Italia, 'vindi:C^
mt.iHtf
Se bene da
oimj furono per qualche giorno gli animi va riamente agit ati, ad ogni modo^ riferiti al Scoiato, fa vnifor
tali
etilici
uio-
.cglivj^.
me
il
52
'viDCXXXVl,-,
DELUHISTORIA VE NET A
y
me
il
ma
d'aggiuftar^
iilima pari a g' inaiti di due R egualmente aftertionatije graditi, e con esbortationi alla pace,, la Spagna ala quale per conciliarla nella partialit di tanti altri, chedipi uideuano quafi vgualmente l'Europa, Tindiiferenza della Reufo ai
alla neutralit le rifpofte
ne
,
con
Ifatsfata^
che la
.
i
)
Fronda
cbieseper
Smela
{^ajfc?ite
rio
il
Senato.
foniti
Collegati
i i
Capagna
conofceua neceffaria y non che conferente . Da tali rifolutioni reftarono pi gli Spagnuoli contenti, che appagati i Francefi, acquali parcua^che tra le domeftiche cure^i^ haucfle la Republica depofte refterney e che non abborrifse gli Spagnuoli in Italia, purch foffero in- iltato compatibile con la libert di quella Prouincia. Prima che ti Bellieure da Venetia partiffe, preuedendoy che la Republica s'alienereb be dair entrar nella Lega, per le amarezze, che col Ducad Sauoia pafiaua, la ricerc d'ammettere alcuni temperamenti ma il Senato, lafci cadere in filentio l'infhnze. Dunque nel Piemonte i Collegati, nel Mefed'Agoftovfciti in Campagna tenendo il Duca Vittorio della Lega il Generalato fjpremoy il Chrichi comandando l'Armata Fxancefe, paifarono la_, Sefia, occupando con molto empito il Forte della Villata,Op
publica
fi
,-
&
d'alcune antiche trincere. Nel tempo medelma slMUnt, dal Duca d Parma fpinte oltre al P quattro Compagnie di ijcfifalua-\ Caualli con m.ofchettieri iagroppati , fu fatto faccheggiar^-^nello no Codagno-, per isfogo di priuate vendette centra la Cafa Triuul^ Stato delal tP quefte inuafioni , U [\epu. tia , alla quale appartiene la Terra . \blicay difaftri confuii i popoli del Milaiiefe fuggimore di maggiori uano a fchiere, per ricouerarfi nello Stato de'Verretiani, con quegli haueri , che il tempo ,e la comodit permetteua, che la ima perfuadeua afportarfi. VeramiCnte , f anco la Republi-1
Topoli^
le veftigia
&
ca haueife dalfuo canto aggredito, pareua, che non reftaffe grmrofaj pili riparo , ne fcampo , Onde la moderatione di Id veniua efalncltrafcH,. il R Cattolico fteflb a Giouanni Giuftiniani tata da molti ,
\rarioppor
tuiiit deI
&
Ambafciatore confcfs Di rconofcerc la conferuation delMila corrijpnde'-' nefe y dalU Gcncrofitk dei Senato, che^nonfrouocato
u confcruando ne loro "pericoli amicitia con quelli, de quali non' haueua altre i/olte nella loro maggiore potenza temuti p,i co.ifulIl Chrichi , dopo varie ne tollerati i fofpetti odij aprir ce, pollo l'affedio a Valenza, cred, acguiilandola >
^ ,
,
LIBRO DECIM
la
porta del MiJanefc, goderai comodi di buon tratto di paefe, MDCXXXV P, ammarali Duca Odoardo^e niente meno Vittorio a congiunger le forz.e. Supponeua eglidouer ad oj^erare, nufcire breue, efpedito Tacquifto , non oftanre qualche rinforzo , da gli Spagnuoli introdotto. Ma preilo sauuide, che da Franceico del Cardine, Gouernatore , brauamente difefa , fi ri- che con chicdeua pi valida Armata, per efpugnarla . Il Duca di Parma vigore fi difende. con quattro mila Fanti, e mille Cauali paflato pe'l Tortonefe , con grandiffimo f afto, per hauer battute in camino alcune truppe Spagnuole, che tentarono d'impedirlo, gli fi haueua congiunto .Quel di Sauoia , e haueua prima difapprouato l'attacco, tardo molti giorni. In fine fatto precorrere il Marchef^-^ Villa con qualche parte delle fue genti, vi ficondu ffe colrefto, che in tutto formauavn corpo di cinque in fei mila foldati. In quello mentre, non potutafi dal Chrichi per ifcarfezLxa di gente i^re la circonuallatione alla Piazza, haueuano gliSpagnuoli
oltre al
& &
Ma coll'arriuo de'
introdut
tini fo e cor
Sauoiardi cinta dallVna parte, e dall'altra del Fiume, pareua la fi dagli lua caduta ficura,feremulatione, e le gare tra' Collegati non Spagnmli haueilero fneruate le forze, e i configli. Perci, procedendofi
fiaccamente nell'efpugnare l'eilerne fortificationi prefero ar, dire Antonio Sotello, il Marchefe di Celada di dar fopra chebm\ 1 quartieri di Parma con tanto fuccefb, che, f bene ributtano il Cam ti, v'inferirono notabiliffimi danni, morendo tra gli alm Ric- \po France ciardo Auogadro,Brefciano,di nobiliiI5ma Cafa, Generale^ f. della Caualleria d'Odoardo. Da ciprefo vigore anco Carlo Coloma,che nnall'arriuodelLeganes di Fiandra comandaual' Armata Spagnuola, s'accamp nella Lomellina in fito vicino alia Piazza afediata, imponendo al Marchefe diTorrecufo la ditela d alcuni polti auanzati. I Francefi, col Duca di Parma, fi portarono oltre al P ne' quartieri de'Sauoiardi,
&
di sloggiarlo^
Torrecufo, foflenuto dal Coloma, tratteneua il Nemico, cinquecento foldati, carichi d'alcu^ ne prou]fioni,fortin d'Alefi^andria , entrarono in Valenza dalaltra parte tra quartieri mal 1 cuftoditi de' Parmigiani, e Francefi Ci intefo li Chrichi, dubbiofo, che gh adediati con_tale_nnfom) d eflero fopra ilJ ucKallQggiamento , vifinil
.
ma mentre
per tentare
ntrodiittefi
nella
pia^afoc
corfi.
con-
550
DELUHISTORIA VENETA
il
Colonia, vedendo opportuno il tcncariuo dVn generale foccorfo, lungo le fponde del P dillcfele truppe, e ricuper vn Forte a capo del Ponte , prima da' Sauoiardi occupato. Di l fpinfe in Valenza quanto Ri di biibil Chrich inutilgno, ofleruandolo otiofamente Vittorio, mente tentando con vna batteria di lontano impedirlo Qnefto foccorfo, leuando aXollcgati la fperanza d'occupare la_^ gli ohlig^a ritirarli coflrign Piazza, dopo cinquanta giorni d'affedio, 'a riw;o-' Ognuno de' Capi, non volendo del mal fuccefbelTere l'auto-
&
^^^'f^',re,
ri,
j
la cauf:!, riport feco le fuepaiTionije le icufe Il Chrich ardentemente tallaua la fede de\Sauoiardi , quafi ch^.^ , non amando quel Duca il buon'cfito dell' aflcdio hauefle ri.
' afe
bi etto li
!
si ifd ridono.
&' tardati i viueri, fiaccamente afaliti i porti del Torrecufo, in fine diiTimuhito ringrelfo al foccorfo. All'incontro da Vittorio al Chrich s'imputaua lotio, e la negligenza non folo
l'armi, ma; nelHmpedire l'adito a' primi rinforzi, dolendofi, che l'Armata Francefe di molto inferiore a' patti v e al bii'ogno, non hauefle coli' impegno di f medefima minel
muouer
gh Amici. Al Duca
di
Parma
vni-
uerlalmente fi rimproueraua l'ardore, e Tinefperienza d'efserfi con poche forze, e con incerti, e lontani foccorli cimentadal
cfice
Ton to contra
con
fndJiyffi.^
Pontefice, come Sourano di quegli Stati , l'haueua col mezzo del Vicelegato di Bologna ammonito a defiltere; maOdoardo, non curando F of-
vn
potenti/Timo.'
Il
l'!f/fy^t'o'^^^^"^'
&
Vrbano non
ad
nd'odc7r
do.
v'^^^
tofto
accufiuiana di negligenza il Pontefice, che a promuouer_-> cbeinte. etficaccmente la quiete. Il Duca con pochi ( port alla Corfiinwnmn-\^^ in Parigi, per informarla de'paflati fucceffi, e per rendeal Cardinale, a pruoua della fua core alR Lodouico, ^'l^-.y-^^'^' vn teflimonio confpicuo di fonimi (Iione_^", y(f .iT4-;ftantc adherenza ngi. e rifpetto. Vittorio, per cancellare i paiTiiti folpetti, occututorio p inficme col Chrich nel Milancfe Candia, e Sartirana^j facendo deboli Terre; poi a Breme piant vn Forte in opportuniihqudche nio fito fotto il calor dei quale non folo le Frontiere ^ ma_r
&
ro^^tjio
nel
Mila-
le
fi
rnfe.
vifcere flelfe del Milanefe poteuano grandemente int.eftar. Indi permife, che il Marchcfe Villa, conuoglian doJe_rg;
li
qu le
liquie delle
5Jl__ Piacentino , vi rimaneffs-^ MDCXXXV con alcune delle Francefi a fuernarui, dopo fupcrata nel Tormolti paretoncie Foppofitione d'alcune altre Spagnuole. fuccxfl della Campagna.'non haueflcro corrifpo/lo i u, che a'diiegni, e al decoro de' Collegati, ne meno alle forze lo
Truppe
B O E _^RParmaPnel C M di
I
O,
TacquiAo della Valtel- ^oJ^^^^j^ro, Se airattentione del Mondo.. iina, compenfando in gran parte gli fcarfi progrefT nel Mifi ri. Jancic, teneua anco gliAuftriaci d'Alemagna grauementc/^^ <^'/coo commoflj onde T Imperatore, partecipatolo con Tue lettere ^^f^^''^'^''' a' Venetiani/pedi militie per difcacciarne i Francefi. Parendo iifficilc sforzare quei pa{Ti,correua vna voce, che pe'l monte Tonale , e per lo Stato della Republica poteffero furtiuamente tentare la ftrada, 11 Rohan accortamente aggrandiua ilfofpetto ,eshibendo di venire con tutte le forze in foccorfo, quando foiero violati i confini, Preftamente fu la diuulgatione dimentita dal fatto, perche ilFernamont, fotto nome della Ve- doue cadoua Reggente d'Jnfpruch , raccolti quattro mila Fanti,e quat- lano gl'I m perialiyoc^ tro cento Caualli, cal a Bormio, e quafi fenz'oftacolo oc- cupandoui cup quel Contado, Indi, con altra gente ingrojflfato , voleua Bormio entrare nella Valle, quando d'altra parte vedefie pronto il Scrbellone a tentare lo ftefiTo, Ritardandofi da gli Spagnuoli ad ma fi riQkginvt il -concerto, gli Alemanni fi ritirarono nella Valle di tirano
Ma
effendo anco
il
fattane
flnr^e da'
Francefi
fi pugnaua, il Serbellone giunfe a Sondrio mila Fanti, quattrocento Caualli, e qualche Cannocon tre
ci.
Mentre
Il
di
qua
ne.
Rohan
fenz'altro refpiro,
che quello
ch'apportaua
il
contento della vittoria, volt a quella parte , fpinti per le montagne alcuni foldati , che coglieflero opportunamente^ ^ cheddu nel tempo della battaglia gli Spagnuoli alle fp^iHe, a' ^:i-\-\dono '^ul chi Ma la fama del fucceffo con gli Alemanni, precorrendo [spagnii-jH
&
LI
pi
551
DELUHISTORIA VENETA
MDcyxxvjpj della marchia, indufle ilSerbellone a ritirarli fotto il calore del Forte Fueiites , All'hora i Francefi, i nuoiio paflegpyofcgue-lgiando la Valle,
^^^^^^^^Y'jdiMontoficr
grcj/oni.
flurbatipe
rdaCefarei.
hepnrta
Ko^M^/c/jf
foccorjovd
Milanefe,
fi portarono a Bormio, & iui dal Marcheft.^ coraggiofamente alTalita la terra, il prefidio, procurandoli con la fuga lo fcampo, fu tagliato dalle guardie^, che ftauano a'paffi. IlMarchefe per, e di fafTo nel capo , e di mofchettata nel fianco ferito vi termin con lode di valoro*fo la vita. Anco il Forte di Santa Maria fi trou abbandonato, & i Francefi lo demolirono , tagliando per tutto le ftrade^ per difficultare a gl'Inimici V ingreffo Ad ogni modo gli Alemanni, alquanto rimeffi, ftando col groflb non pi di otto miglia difcofti, fpinfero di nuouo a reftaurarlo dieci compagnie di Dragoni , e tre Reggimenti di Fanteria che , alloggiane do in quei fiti, diedero con frequenti occafioni vn gagliardo All'arme alRohan, che applicau:^ alla fabrica dVn Forte a Ti* i Francefi pianrano , doue l'haueuano altre volte i Venetiani, tato ^ onde 5 comprendendo gli Alemanni, quanto riufcirebbe difficile pe'"l camino pi diritto fpingere nel Milanefe i diuifati foccorfi, deliberarono pe'l Ponte diRapfuil, e pe'lPaek de' Cantoni Cattohci fpedirui alcuni foldati. Il grolFo, che afcendeua a fei mila Fanti, & ottocento Caualli , alloggian^^ j^^jj^ Valle di Frael , meditaua di dar fopra il Campo del Rohan , che fi diminuiua per difagi, e per fughe j ma il Du. ,
&
ca, prefo dalla neceffit, e dal pericolo ardire, e configlio , f bene di gran lunga inferiore di forze, s'affacci fopra ccrr te Colline d' improuifo agli Alemanni , e minacciando il Signor di Canifij d'aifalirli da fito eminente alle fpalle, entr
in loro
non rtifc
to
toro
il
difegno di
yenir'addoffoall{o
hario
grande fpauento , che con dilbrdine fi ritirarono fotto il calore d'vn Forte non molto lontano. IlSerbellone, che non fapeua ci, che dall'altra parte accadefle , penetr fino aMorbegno con fette mila huomini a piedi, fette compagnie
si
di Caualli
cinti di
e cinque
Cannoni
Ma_, poco tard, che il Rohan, lafciato il Signor della Lande, yerb Bormio foprarriu, f bene con la gente da tanti viaggi si fianca, che molto azz,ardofo riufciua l'efporla a battagha_, on volen do per dar tempo a' nemici di riconofcer la dcbo ,
in quel
contorno
frequenti
leiza
L
lez,z.a
R O
DECI M
O.
55J
deTiioi, ne afuo d'efaminare la forza de gl'inimici, fi iMDCXXXV che por fpinfe coraggio/unente all'airalto , Nel principio la gente FrantatoftadH cefe a Caiiallo vacillaua , anzi piegaua alla fuga, quando il ueftY g*
Duca, rimprouerati alcuni, e rimedi gli altri, le fi pofc alla Inimici tcfta, vrtando con tanto furore, che le militie del Serbellone dopo breue contrailo abbandonarono il campo De'morti Spagnuqli'l numero non ecced fettecento, n molti furono prigioni j perche la maggior parte procur di buon hora faluarfi Tra queftiper fritrouato il Conte di Valenza con altri Offitiali,e tra quelli 1 Conte diSanSecondo,cheallaCaualleriacomandaua Dc'teriti 1 principale fu il Serbellone Vfciti gli Spagnuoli, anco gli Alemanni, non iftimandofi a baftanzaficuri
. i
.
Valle diFrael, s'allontanarono, lafciando al Rohan gloria, il quieto pofTe/To della Valtellina nel rimanente
nella
la_,
rima Ti]
drone del
&
Verno.
mancarono tuttauia pi interni, e pimolefti nemici; perche, non giungendo d Francia foccorfi , fi trogli
Non
dcljfj'^^^f''
molt^^.
afflitta
mancanze, tanto maggiori, quanto che, dal Tirolo penetrata nella Valtellina la pefk, haueuano iVenetiani interdetto il commercio 3 onde iljranfito dc'viueri, f non impedito, veniua rcfo almeno difficile dalle folite cautele Accefa in tan.
daiUpei\i\
lentia.
parti la guerrajla curiofit, e l'attentione del quafi 'che fi flancaua in offeruarne i fucceffi, ben fouente il riflef^ fo d' vno venendo da altro pi notabile emergente interrotjte
Mondo
to. In
mare
vfcita
l'Armata
di
la
^^,,,^.,
forza
la
que Galee , molti groffi Vdcdli, altri legni minori con^^fuori IM fette mila foldati , dal Duca di Ferandina, e dal Marchefe-- ^nraa di ^^^''^'^^^di Santacroce diretta. Datele vele a' vent5& alla Fortuna, appenas' accorto a' liti della Proucnza , che.da turbine furiofo l^'^^'^^''' rifpinta, fi ricouer a Capo Corfo, dopo perdute fette Galee, conqualfate l'altre, ^q quali molte, per faluarfi ^dit, tarono al mare artiglierie, Caualli, altri apparati. AlTaffa cuni Vafcclh fcorfero a Porto Longone per rifarcirfi, con^jaift^' ma.
&
tutto richiede
molto tempo. Ad ogni modo rimeffa, e finalmente approdata all'ifolc d'Eres, che fi chiamano di Sant'H onorato, e di Santa Margherita, le riufci fehcemente^
LI
'^
''''
h'o^^
d Eres
oc-
554
iMDdXXXv
DELUHISTORTA VENETA
occuparle, e, per conleruarle,' fubito v' innalz alcuni Forti. L'imprefa fi giudica di gran confeguenza; perche queirifocongrad' le, al Continente vicine 5 fono vgualmente opportune, per appren/otrauagliare IaFrancia5& il Contado di Niz,ia ^ Perci in Parigi della ne n'appariua gran fentimento > ma, per all'hora dato alle marine Francia mohopi quel miglior'ordine, che i tempo permife, il liichelieu conettmta uenne differire il rimedio, perche piti Io p.rcmeua il nembo nella Gerdall'Alemagna, f con rinforjLare gli Suedefi non hauefle promania. [curato impedirlo La Pace, dalSaflbne coli' Imperatore con
'J"^^'^^
farefnochMzi in confegucnza della Vittoria,- riportata da gli Auftriacilia colei a Nordlinghen y daua motiui di grande apprcnfione, perSi^one. ^[^^ haueua rMlettorenon per f folo> ma, a gui fa d'Arbitro Un P^^ ^"^^^ ^ Proteftanti capitolato, Che U ^{eUgtone ^
tlhpnfe
e
&
altro
defimo , in che jt ritrouamnjy per ogni ^(^^^^fi^ft^^^ f^fi^JJcro nello flato de del mille fecento 'venti fette, e quelli ^ fo^^ra refi tutione de' quali
me
di
F erdinando^verfiana
Ad AuguHo
y
daProteflanti,
Leopoldo Alher^at^ con l' amniflia 'vniuerfale , che [olayncnte efcludefie le eaufe Pa"Bauiera continuale il 'voto Elettorale e lo latina, e ^ohema
ciuefcouato di
cjS?
.
Alagdemburgy
aW Arciduca
Pace
Stato
il Ducato
di /Aechelbtirgy:
CiT* <*
y^olfemhutel y
Naumburg fii
reflituifiero
a primi Padroni ,
,
%-andemhurg tlnuelitura della Pomerana fi concedefje * In maquelli no di Cefar e refiafie la Piazza di Filipsburg e gli E[ eri ^ de gli Alemanni y che tion 'vole(fero a quefio trattata acquictarfi come Inimici comuni , al qtial foffero con armi 'vnite perfeguitati
, ,
fine in molti captoli fi concertauano congiuntioni d'Armate y il l^^f^' ^^^ ^'^I^^\\c ornando , le contributioni ^ e i quartieri. Bench fi doleffero vnimentod uerlalmente 1 Protefianti, che lSafione, aggiuftate le cole-* medefimi file, e riaffunca la vecchia inclinatione a ghAu/triaci, s'arroche poi al
di lui
efem
s ac,
pio
quietano
gafiela difpofitione degli affiri dell' Imperio; ad ogni modo egli, fcufando laneceffit delle cofe, e de' tempi, che non_^ permetteuano le folite forme, tir coli efempio F Elettore di Brandemburg, i Duchi di Branfuich, e d Laiienburg, cori
portando
fi egli
con
moire delle Citt Franche, e principalmente Vlma, FrancfortalMeno, e Norimberg ad accettare la pace. Spintopoi'lfiio j_vn Efercito contra gli Suedefi, eshibi al Banier,che li comandau ~
rniTio-
,.
LIBRO DECIMO.
,
5M
rifpinto
milione, e ducento mila Talleri, accioche fenz" attendere la for/.a rgombraflc dall'Alemagna^ ma, traponendo egli fcm^c e nella Pomerania riftretto e ritardi, fi trou incalz.ato
11 Baudiffin, che comandaua airEfcrcito dell'Elettore, attacc in quella Proiiincia Damitz. , per ifnidar gliSuedefi da*lLio-
ntlla
Tq-
merania.
con gr^ni
fconfittace'^
ghi pi forti, ma mentre s'opponeua al foccorfo, che il Ba- fine dall'i nier tentaua introdurui , fu quafi interamente disEitto, e di nuo- Elettore -| mentri uo mentre fi ritiraua a Chintz, colpito, conuenne cedere li_, gi ItyipeA Pomerania, e le piazze, c'haueua prima occupate, D*altri_, ria li pafparte iCcfarei, traghettato ilRheno, con grofla partita fct- fati di l
j
to Giouanni di Verth , fcorfero fin dentro le Frontiere di Francia , trattanto che il Duca Carlo di Lorena, a cui haueuano confegnato vn corpo d'Armata, nell'Alfatia occupaua pi luoghi, ilGalalfo con nobili acquifti lungo ilRheno, e nei Palati-
dalRhcnOy]
CQYfeggia-\
ne hvifla
della
&
FrU-
CIA
nato, ricuperauaFranchental, Gudaucmburg, Spira, Vorma- cantra i alni luo,c,hi Heidelberg non hauerebbe corfa fortuna quali iVnitia, \ diuerfa, f, refiftendo ilCaftello, non hauefle il Galaflb cre- lo a Sitezz^ef, duto effere i progrcffi pi profitteuoli altroue. Magonz,a fu \fpignc( 7 prcferuata, pcn he la Francia, vedendo, chefele auuicinaua Cardinal COSI grane tempc fta, fpinkad vnirfi alVaimar vn'Efercito in- della Fdtero fotto il Cardinale della Valletta , che, fopra la porpora., letta. in vertendo l'armi, compariua tra gli Eferciti, e i Lutherani. Gii polio fuga con s'arrefe Binghen , perche il GalaiTo , per lafciarlo inoltrare , fi- quz total fi mul d'allargarfi , e poi con fpedita , e numerofa Caualleria difpirftone gli diede la caccia di modo, che pot appena faluarfi con lun- dell Eferghifima marchia, lafciando none Cannoni man de' Nemi- rato attrfan. ci. Tal ritirata s'equiparo ad vna rotta, cotanta fu la gent^_-^ dofcne l{inel camino perduta per ftanchez.z:a, e per mancanza di vitto. chetieu. Di tah accidenti il Richelieu s'affliggcua , perche Autor dellu^. che i abguerra fi rcndeua quafi reo de'fuccefli . Rinforzando turtauia boccatof coli Oxe l'arte, e l'ingegno, e ftringendofi fempre pi congliSucJefi, fljrn in Co induile rOxenftern a venir'ad abboccarfi feco in Compiegno,- pugile. Al contrario di quello , che rifulta dalle conferenze , ambiane confeifarono la prefenza hauer'accrefciuto reciprocamente ere coniaci] dito, e pefo alla fama. Per genio, per talenti, per interefe_.' feco dpro vniformi, facihriente accordarono la continuatione della guer- '.i'guire la ra della qua'e , tenendo i fini medefimi , haue uano anco vguah Guerra, l
&
Li
lecau-
ih
\l
55^
MDcxxxv j^ caufe
.
DLL'HISTORIA VENETA
Stipularono per tanto vn trattato a confermatione de
gli altrijcon nuoui vincoli obligandofi , Di non fare fei^amt amente pace y e d tentare ogni sforzo, -per non rendere ci , che tenevano
.
Vainiar vacillaua alle volte, perche gli fi offeriuano a parte dagli Auftriaci grandi vantaggi; malaFran^^^ ^^ confeiinaua col pagargli gran fomma di danaro, acciotoTcdlra che tencfl vn Armata di dodici mila Fanti, e lei mila Cauallij rkopelfe in feruitio di lei 1' impiegale. ii_^4w/<zr*artiglieria conueniente ,
finadhora occupato
&
daliaFra^^^'
lafciaua in preda, &: Haghen dalla Francia. L'Afatia medefima, chela teneua, gli fu confegnata, con fpeciale promeira di non ftabilire pace , che di comune concerto , e fengli
fi
za che quella Prouincia al Duca refialle . Con tale bilancio dell'armi la Francia impedi, che non fbiTero debellati gli Suedefi, gi vinti, e che nongodefiero gli Auftriaci i vantaggi de' vincitori . Ma , f da gli accordi predetti fi difponeuano mezzi alla guerra, altrettanto diffcultati reftauano quei della Pace Per proponerla , e maneggiarla non fi fcorgeua nella iChriftianit , fi pu dire, altra parte incorrotta dalle fattioni, i Venetiani; perci fi riuolgeuano verfo JJspgna,^^^ il Pontefice, /r//m>^-|di loro gli occhi, e gli animi^ follecitandoli, e conoffitijaperdoflTon.ti^ e con taciti voti ad intraprendere la medfatione disiperi^'^^<^^jj.''*jcolofadifcordia. Il Pontefice, che per gli affari della Lorena "^^^'^ l'anno paffato efpedito Giulio Mazzarini, perNuntio S^?wpiH gare me-\^(^^^ordnavio a Parigi, col di lui mezzo a quella Corte, e dimonidicon gli ordinari] Minifri all'altre cshortaua tutti con efficaci Tace, preghiere alla pace, e laRepublica co'fuoi offitij, e con yguache con le premura infifteua, eftcndcndogli anco, doue con Principi feritore le non poteuano giungere quelli d'Vrbano intrapren di Religione diuerfa e particolarmente con le Prouincie d'Olanda. All'Oxenftern, dono 9 ch'efpedi a Venetia il Conte Galeazzo Gualdo Priorato, Vicentino, per dar parte dell' anguftie, nelle quali i trouaua, e per chieder foccorfi , port il Senato con grane maniera le rimoftranze medefime. Giouanni Craft, Configlier' Aulico , paffando in quefto tempo per nome di Cefare a' Principi Itahani, nemici di Spagna , per indurli alla pace, eshorto anche la Republica a cooperare a vn bene s grande , hebbein rifpofta precife efpreflQni del deiidcrio, che ella
.
,
.
&
&
-.
teneua
LIBRO DECIMO.
..te-
..
5S7
pace a mifura , che il Tuo intereffe ftringeua perche , migliorate le cofe, fperaua fenz,a fuantaggio comporla, & al Figliuolo rrafmettere la fuccefione pi tranquilla, e ficura. Per Cefare iti' quc/lo non abborriua la fofpcnfione dell'armi, che propofc il china alla Pontefice tra la Francia , e gli Aufriaci ; ma i fauoriti di Fran- tregua cia, e di Spagna, haucndo ridotti a publiche contefe gli fdc- propoja^ _ gni priuati credeuano reciprocamente non (incero il tratta- gli dai To ad /^^^J^^l to, e mai lcura la quiete. Ad ogni modo a richiefta, elempio d'Vrbano, che per Legato Latere public il Car- diFracia. dinale Ginetti, furono da Principi nominati i Plenipotentiarij, per trattare l'accordo, e dal Pcichelieu tanto pi volentieri, quanto che, vedendo da gli fteffi Fjancefipergrimprofperi enenti poco lodate le Armi, procur di fofpendere ilgiuditio de' Popoli con imprimere in loro fperanze di trattati alla Pace. Ma, mentre i Venctiani ftudiauano di conciliare le comuni difcordie della Chriftianit, s'accrebbero col Pontefi- tv quefli ce le loro proprie amarezze. Ripigliato veramente da'Mini- maneggi non mca, ftri Francefi'l negotio del Confule d'Ancona, era ftatoinfine
ua
la
,
,
&
compoilo, onde
l'Oberti fu
ammedo
alla carica, e
poco dopo
do a Vene
tiani nuoti i
dal Senato gli fu conceduta licenza di ritirarfi per qualche tempo da quella Citt. In confeguenza, rimefle le audienze, fi
difpia-'
ceri
con
ripigh la negotiatione de' Confini, trattandone inVenetiail Signor della Tullerie, AmbafciatorFrancefe, co' due gi Deputati, Nani, e Soranzo, con propofa di tirare vna linea_., che, fempre terminandofi in terra, non lafciaua altra ditficul-
B^ma,
aggusati
glfcoccr
d'^ncon>i
t, f non d'aggiuftare, che, da gh AlueidelPcambiandofi con rmfjit corfo,^ e caualcandp la linea, f quello della Donzella di \\merfilaf. paffafle, s'intendefle del Dominio Ecclefiaftico, allineo n-S/^re de-
&
venendo di qua, fofie de' Venetiani Ma dopo hauere nel corfo della negotiatio.
<^^M'.
ne cambiati pi volte partiti, nello ftringere fopra il predet' to progetto prctefero che Portouiro dalla loro parte reftalfe. Non qucfto, che vn veftigio d'Alueo angufto, pi
todo vn
foffo paluftre
ma
la linea
prcndeua,
DELLHISTORIA VENETA
volenano e(T preftarui raflenfo conapprouatione de'Francefi , che fi di moftrauano per la Nouit della pretenfione con-, ma quello tra i PontificijcoirmioflSo Da pi graue accidente fu poiverfo e^ ogni al ogn akro negotio con Roma fconil fine dellaniio quefto ^ tro [compi appena partito di quella Citt Luigi Contariiioko,- perche, gUatoft o ni, Ambafciatore, c*hebbe permiffione dal Senato d portarfi indi alla Patria, lafciando , in Tofcana ad alcuni Bagni, finche il Succeffore gmngefse, Franccrco Maria Roffi, Tuo Segretario alla Corte, fi fcopr jn Sala Regia ( queftala pi celebre del Vaticano, doue s'accolgono dal Pontefice le folenni Ambafciate de' R, le quali chiamano d'obbedienza ) perValtealterato l'Elogio, che commemoraua il merito, acquiftato ratione dell Elo- dalla Republica ridia difefa d'AlelIandro Terzo, Sommo Pongiod 4lef tefice, contra Federico Baibarofa, Imperatore , gi quali cin[androni indotto alla paque Secoli felicemente debellato coll'armi, ce. A tanta nouitRoma ftelTa ilupiua, perche le infcrittioni, dalle quali nella Sala seA^licauano le pitture de' g fti pi memorabili della Chriftianit, erano ftate fcclte in tempo di
y
mdcxxxv
&
&
&
Pio Quarto
Pontefice, da vna Confuka di Cardinali, e di Soggetti Eruditi, e quefta in particolare d'AleHandro cftratta da antichiflfimi documenti, dal confenfo d'Autori , infida infcrittioni, d pitture, da marmi, da aurenriche, nite memorie, e f bene in quelli vi ti mi tempi dal Cardinal Boronio riuocata in dubbio, fu (Tiftcua per il credito dell' alla Chiefa Hiftoria, e ne rifultaua alla Republica laude,
Sommo
&
&
conmolto
turhato"
ne del Senato ^
il fatto, decoro. Ora il fupprimeua la Vittoria de'Venetiani, e taceua tutto ci, che il benefitio impartito alla Chiefa, rileuaua il merito loro, Alfauuifo, che ne peruenne in Venetia, furono gli animi indicibilmente, commolTi, e non folo nelle confult de' Senamolti tri fi ponderaua con grani riflclTi j ma ne'circoh fteffi Pontefice, de' Cittadini fi faceuano lecito d'efiggerare,che \ dopo hauer dati tanti altri argomenti d'alicnationc dalla Re-
&
inpublica, haueife in fine voluto sfogare contra i maniii, poteua quietare ne'Sepolchri le ceneri, abolendo per quanto de'loro Magnel Mondo le memorie, e cancellando la gloria
&
giori.
'
^
Alcuni -
fi
di ricQiiO;
-
fcere
Prede cefhaueuano fdegnato di confeirarfi tenuti Altri, che fori non nella contingenza della Religione 5 da tante para ve/Tata, neldella Repiiblica, alla
LIBRO DECIMO.
quale
i
559^
MDCXXXV
fuoi
del Chriftianefimo, nella generale corruttione de' colhimf appIicafTe a contendere a Defonti la fama . Confeftutti non poter pi la Rcpublica inuiar'Ambafciatori a venerare ; com' folico 5 in quella Sala i Vicari] di Chrile difcordic
hmno
fto, fin tanto che reftaffero rofpefe5^ e fi pu dir condanna- che flaeil Senato fubito coman- aftdaqu^ te le di lei pi llluftri memorie d al Rodi 5 che partifle fenza prendere congedo dal Pont- iunque co*'
o
Ma
fice
dalla
Corte,
al
al
Nuntio
rifponderi'
r Audieiize , e comunicando a' Principi con efficaci ferifii fuccedo, dichiar, che altro partito, ripiego rion^ potrebbe mai appagarlo, che la reftitutione intera del prillino Elogio.
z^acolTo.tefce t
ANNO
Nel cominciamento
cofa, quali da non
di
DC
le
XXXFh
fi
riferirfi;
non
foffe
con
varij difcorfi
agitata forf pi di quello, che meritana Ritiene per immemorabile vu) rhabito lungo de'Patritij, la veneratione, e a_^ grauit de gli antichi togati ^ e ne' Magiftrati confpicui fi dftingue ad autorit, e decoro col colore, e con l'ampiezza ,
chiama Ducale , pi volgarmente a maniche larghe. Creili, che vfciuano dalle cariche di Configliere , di Sauio d(t\ Configlio, che tra le vrbane, e politiche^ tengono primi polli, e che nelle Ambafcerie apprelTo i R haueuano feroito alla Patria, riportandone il grado di Caualieris continuauano ad vfare la He ITa forma di velie, ma di
onde
fimil Velie
i^i
cale in
netia^
color nero^ durante la loro vita. S'ignoraua il principio di tale coftume, che vi foffe Legge, fmarrita dal tempo, che il tempo equiualefle alla Legge. II numero pareua alquanto diffufo, mentre certo dclderio honefio di rendcrfi dall' vniuerfale diftinti fpingeua molti a procurare gfim pieghi principali della Citt, e per meritargli animaua ad intraprendere gli efierni pi difficili, onerofi. Cominciarono alcuni con fuffurri, poi con pi aperti difcorfi ne'circoli,e neli'otio
&
fen mpe.
DELL'HISToRlA 540 MDCXXXVI del Foro a biafimarc rvfo, e la diftintione, non autorizzata da Legge, anzi ad accufarla, come ambitiofa inuentione di quelli, che non potendo per grinftituti prudenti della Republica continuare ne* Magiftrati , voleuano almeno ad oftentatione portarne rinfegne. Diceuano, In quelle Vefti non rko^
f
al.
VENETA
gna da
[q
,
eunil'abu
moderatone della "vita ^rinata 5 in cut la 'viciffttudint del comando regola l' 'vguaglianz^ de' Cittadini. Dou'effer quella Legge ^ che nella ^"j^utica, f la Uh erta e /ime daW Imperio de gli ftranieri , modera, e frena telatione, e le cupidit de'priuati Alancar forf a Cittadini gli honori y a gli honori i Cittadini , doue nell" 'Vgualita de' Natali godono tutti il fregio della Uh erta , 'vnita alla dignit del comando Efjendo il loro feruitio come "vn
nofcerft la
,
g'
debito, che fi prefla alla Patria, douer paffar fenza premio ^ e f impieghi fon breui, affinch ne fta l'info modefio, perche 'volerfi gli animi moderati de Cittadini pi i/na diflintione perpetuai
Ne
ornamenti delle dignit^ i monumenti delnodifcaro la gloria, le infegne , eie laudi. Altri diirentiuano da tal' opinione, credendo, che coirvniformit delle vefti i pretendelTe leuare i gradi, e la differenza alle perfone non folo , ma al merito in tal guifa, che indiftintamsnte ^i confondeffero le attioni, e i foggetti. Ad ogni modo da Antonio Veonde fi for niero, &: Andrea Morofni, Configlieri, Giouanni Battifta., ima ynDe Fofcarini, e Giouanni Cernouicchio, Capi de' Quaranta, fu propofto al maggior ConfigHo il Decreto, che, depoile 1^-^ Ducali da chi le veftiua, n continuate pi in auucnire fuori de'Magiftrati, fi riferbviffero folamente a' Procuratori di San
ad altri folidamente fondarfi gli
l
Aiarco,
fe.
Cancellier
Figliuolo maggiore, al Fratello de' Dogi, & al Grande, a'quah' vcniuano gi dalle Leggi pcrmefA'Cauaheri fu a decoro del grado conceffo, che forcola
al
verte portaffero habiti rofli, e Torlo della Stola con gli ornamenti della cintura dorati . Conforme l'inclinatione dd maggior numero fu anche abbracciato, ancorch ilDoge,eFranheny
ha chi pr ponediwo
i
cefco Ballidonna , Giouanni Pifani , Domenico Ruzzini , Configlieri, infiemc con Francefco Barbarigo^ Capo de'C^aranta, propoiciTcro, che non s'aboliifc, ma riformafTe pi tolto l'antichiflmo vfo, concedendo quella ye/ie per l'aiuenire^; a chi haue ffe due volte fo (tenuto il carico d Config lierc,_Q
dcrarlo
LIBRO DECIMO.
541
\4 ICXXXVI quattro quello di Sauiodcl Configlio, computandofi anco 1' Ambnfccrie, e i Reggimenti a tal conto. Immediate con cfcmpio iniigne di puntualit fi videro il giorno feguente le vc- offeruato puntdme. fti depoftc, reilando alcunidall et, dalla canitie, dal merito, tc(iati<lti
e dal
comune compatimento
affai
dalla veftc, decorati, e diftinti. Triuifano , Girolamo Pefaro, e dori di Comun, fu tentato di fofpendere ladeliberationcaccioche fofTe di nuouo con qualche riforma propofta , ma confermata 5 cadde pofcia in fileniio , dando a difcernere , che nella difcufTione de' negotij l'intelletto ne' Cittadini Padre dell'opinioni diuerfe; ma, dopoi decreti, la volont in tutti vgual Forz.ed'a mmduele Madre dell'obbedienza. Ora della guerra tra le Corone ripi-["'^^^'^ ''^''^"^ \Coronc fi gliando il difcorfo, fi preparauano le forze non minori degli aumenta. odij ^ n haueuano feruito a placare IVna parte i vantaggi , n no con gli ad abbattere l'altra le perdite, anzi dall'antiche efperienze, fUegni. da'nuoui fucceili parendo equilibrate le forze, tanto pis'accendeua Temulatione de gli animi . In Italia fi trouauano duran- uspagnuo te il verno gli Spagnuoli affai forti, e per lo fopraggiungerede'|/c nganuoui foccorfi, e perche, preclufi i pafliper Alemagna, eper'^^^^^'^^f^ Fiandra, conueniuano trattenetele militiein quefta Prouincia J^'^^^^^'^Air incontro i Franccfi, parte fotto Valenza confunti , parte} dalla naturale impatienza fbandati 5 appariuano grandem.ente'-^^^p'''?^infiacchiti. Ad ogni modo non mancarono diuerfefattioni. Il ^^fi^^^^^'^^^"'' Marchefe Villa allogiaua con lemilitie, che feruirono di conuoglio a quelle del Duca Odoardo nel Piacentino, e teneua ordine d'inferire qualche infulto nel Modonefe, per vendicare le adhcrenze di quel Duca, e la miflione de'Soldati a gli Spagnuoli . Per cauarne prete/lo , Io ricerc di dare quartiere a vna parte che nodieffendogli, comefupponeua, anzi deQde-'^^no inua delle fue genti, raua, negato, d'improuifo fcorfe nel Territorio di Modonai'^^'^''^^^^^' altrettanti Caualli, faccheggiando Caftel '^''"'^'' con mille fanti, altri luoghi con afportarne bottino. Il Duca, da_. nuouo, gl'incendij, e dalla foga de'ruftici intefe l'attacco, fi trono con molti grandemente forprefo, perche dall'armi di quel di Sauoia, confiiftonc'^. d quel Dui fuo Zio , gli perueniuano i danni , e fi trouaua affretto di ca a vcndicarfi con quello di Parma , vicino , cognat o , e fin
non erano Poco appreflbda Girolamo Avarino Bragadino, Auogapi^ che prima
&
&
&
MDCXXXVl
trouaua con lo Stato fguernito di genr Spagnuoli, conofcena pefante il roccorfo. Ricorfo a Venetianij trono, che, f tra le difcordie de
Si
DELUHISTORIA VENETA
chefoccor
noltraft'
guardauano la neutralit, molto meno tra' Principi italiani voleuano pigliarli altra parte, che di perfuadere, ^^^ procurare la pace 5 onde connenne yolgerfi al Leganes, che gouernaua Milano, & ^gli , prontamente abbracciando l'inuito, egli efpedi due mila fanti, e ottocento Caualli con ottimi Capi, che furono yincenz,o Gonzaga, il Baron Batteuille, & il Conte Arefe. Con quefti vmti tre in quattro mila huomini, tumultuariamente dalle militie del proprio Paele raccolti, fotto il Principe Luigi, fuoZio, che con permiffiogli eferi
nel
Tar'
ne.de'Veneciani
fi
port
wgimo
rfp'into
donde ve
eftando
migiano, doue s'era il Villa ridotto, il quale, adalendoli con gran brauura, mentre tendcuano yerfo Parma, gli aftrinfe alil Gonzaga, e quali tutt^ gli OfA'Modonefi tuttauia reft in manoRofleFiume Lenza vn picciolo diftretto del Par-
na, che oltre al migiano, a rifarcimento de' danni, pi torto a decoro apparente di qualche trattato. In effetto i Duchi, Odoardo,e Francefco, b^ueuano poca propeiifione a rompere tra loro la per opera guerra, e i Sauoiardi, lafciato correre a compiacenza della- dclTontc- Francia quel rifentimento, non amauano, che fi progredire. fice , Perci, elTcndo inuiato dal PonteSce Monfignor Mellino , Vefcouo d' Imola , accioche procu rafie l'aggiuflamento , benfedati in ch per airhora in riguardo de grinterefli delle Corone, che fepeto voleuano efferne a parte, non rottenelTe, confegui ad ogni diffidij tra e tacitaquei due modo , che in occulto reflaffero placati gh animi, Stati mente fofpefe le Armi. Ma gli Stati di Parma furono pi feueramente veffati, impercioche, affine di rimuouere dal Modonefc le offefe, pi torto per punire quel Duca dVho^isforzatamendalGouer lit, acerbamente attentate, e per indurlo anco nator di te alla pace, il Leganes mui quattro in cinque mila foldati Milano da con Carlo dalla Gatta nel Piacentino, ch'occuparono Cartel negiatofi alcuni Villaggi, allargancofi SanGiouanni, Rottofredo, graucnieu incendiare il Pac:'e_-> faccheggiare, te quello per tutto le militie a diVarma. con fierifTimi danni. Nel tempo medeiimo Vmcenzo Impe
i
.
&
&
riah
LIBRO DECIMO
fiali,
54^
,
trapalare
le
Montagne
del
Genouefato
occup Val
MDCXXXVI
Ditaro con
altre Terre, come Stato, dalla Famiglia Doria_> prctefo. Si trouaua Odoardo in Parigi, perci a tante inuafioni la Diicheffa, fiia Moglie, che in Tua vece gouernaua lo
che richie
de a
to
Man-
Sabionedaj richiefe al Duca _ Mantella d'inuiarui rinforz,o, credendo forf 3 che vaendoCisaUoncdn a queft' effetto delle militie de' Venetiani^ folfero quefti per interefkirfi nel foflenimento di quella gcloGfTima Piazza Ma il Senato nonafrcntendojchealtrque, chenelprefidio dMantoua f ne difponelfe, il Signor della Tour, che! per la Francia ftaua appreffb il Duca con titolo di Generale dell'Armi, rinduife a Ipedirui ducento Fanti de' propri], che cuilodiuario Porto, Furono tuttauia rimandati a Mantoua, dopo hama puliucrli appena introdotti, perche non vi fofle bifogno di coto cofeguis tenue foccorfo , perche , comprendefrero i ParmigtSS , leftri compiere per ogni accidente, che Sabioneda dipendeffe da mandano. loro, fenz^'introdurui l'Armi dVn vicino, che vi pret.Sdeua ragioni, e vi teneua intereffe. Peruenute in Francia le calamit degli Stati di Parma, il Duca parti per le Pbfte, carico di l'peranze^ ma, ginto in Italia, trou Jiauer dalla Cort^_^ riportato promelfe pi liberali , di quello' potefTe riceuer^..^ parthofi
Stato, confiifa
5
temendo
ti
Sauoiarde, affalireilMilanefe,&apren doli col ferro la ftrada, vendicare infieme i danni del fuoPaefe; 11 Chrich f ne fcufaua con varij preteiti, bora allegando il numero fcarfo della gente, bora additando vna infuperabiper lari, le trincea, che per contendergli 1 palfo lungo la Scriuia ha- lucra di ueuano alzata, e ben m'unita gji Spagnuoli. Prometteua pQ^l^emm r di foccorrerlo con diuerfioni; onde il Duca per difendere |-(!''"^^^''^1^ \peneir-ifie ir o li luo conuenne incognito, accompagnato da pochi per la j/iioz5Mfi. Ri'iiera di Genoua,eper la Lunigian penetrare neTuoi Sta-perdia er. ti,douefu da' Popoli accolto con grande applaufo Vera- ^''^^^^ mente di Francia veniuano gli ordini molto elicaci , che non S'^^^'^;" mouf.doft fi lafciaiTe difperare Odoardo, e perdere lo Stato* Il Duca di dalla Rjje^ Rohauj per far diuerfione, fu il primo a fpingerfi verfo il La- tia i/ i{o. go di Como, doue, occupata la Torretta, cli' fotto il Forte han. Fuentes, da poi la terra di Colico, tagliaua fuori il medefimo
le
truppe Franceli, e
&
>
For-
544
MDCXXXVI
DELL'HSTORIA VENETA
Forte con molta pena de' Miniftri Spagnuoli , e con terrore dello Stato. Il Duca per nonpoteua lungamente fermarri,non folo mancandogli mezz.i di progredir , e fuifiiterc, ma dubi-
che
jnti'
tando,
f s'allargaua,
non
entraflero gli
f
i Popoli, che altra Religione che la Cattolica nons'eeditto decretato, 'gli alefercitaffcjodiauano la Natione,& il Capo , effendo dalle mimanni in vari) m.odi vefiati. Contento pertanto di hadopo quali litie infoienti altre Terre diValfafna, ii ritir. che faC'i iier faccheggiate le Pieni, cheggio f Haueua egli richiedo a Venetianil paffaggio^per potere per m ritorna. Paefe amico a dirittura, e pi fpeditamente portarli al foc-
moritonon
calino
nella Valtellina,
doue
-pi
&
credefle, corfo di Parma, non perche veramente di confeguirlo meglio giuftima accioche dalla negatiua potcle la Corona per contraporfi , lo di(carfi col Duca. Gh Spagnuoli pure , mandauano per gH Alemanni, che calar doueuano dalTirolo
i
a gli altri Io ricuso, il Senato agH vni, nel Milanefe. il Ticol giufo pretefto della pefte,che affiiggeuancn meno tiani il p ufi il Rohan, entro per anco ritirato rolo, che la Valtellina. Milanefe, dall altra applicati il Chrichi,per rinforzare ladiuerfione nel 'dojilaFra parte, hauendo oltre a qualche militia, foprauenuta di Franeia co nuo forze j onde cia, indotto il Duca Vittorio a congiungere le u diuerEferciro di dieci in dodici mila huomini a piedi, e
I
ntgtofi
Ma
&
da'
Vene-
Non
joni
nel
conlaua
Milanefe
due in tremila aCauallo. Vigeuano fu minacciato, &efsendo di fcirfa difefa munito, fi ftimaua facile la caduta, con tanMilano to terrore di tutto lo Stato , c'horamai nella Citt di
di
lo fpauento
per
I
'
le
midal
padana a tumulto. Fu perci ilLeganesconftretto deuaad accorrerui con tutte le forze , richiamate quelle , che militie, ftauano il Piacentino, e lafciate al Serbellone poche
accioche, trincerato a Mus, faceife tefta alRonan nel ^oite mighore,e,bifognando,foccorreffe pe'l Lago di Como il le parti Fuentes. Ad Abbiagraffo poi s'accamp,percopnre ^ pi interne dello Stato, e riparare le hoftilit a que ^^"'^^> -Duca di in tal guifagli Stati del
delitiofo Paefe.
lie ricbia
modo
mate Couerna
\tore
appro(it-
landcft
Tarma
Refpirando ricuperare Parma, fu al Marchefe Villa facilmente permefo Caikl San Giouanni,e faccheggiati alcum Villaggi ^^;^f}"^Neil opalI'Efercito de' Collegati
fenza oppofitione vnirfi quejtMrretoUitt, portunit d'intraprendere moke cofeihuano efofpefi
fe
,
LIBR DECI MG
5^5
e fofpcfi in che doue/Tero particohrmenteapplicarfijnecon-j'^^'^*^^^^^^ cordaiiano il Duca di Saiioia, cilChrichi. Per qiicfo abbandonato il penficro di Vigeuano, e minacciando in pi parti, non ne colpiuano alcuna. In fine con alloggi, e con fcorrcrie
deua/lata per alcune fcttimane la Lomellina, s'inoltrarono nel
Nouarefe,
& efpugnarono
ma che
HO
Colle-
s\^/
^'
j
\
venturiero, militando appreffo Vittorio, colda mofchettata vi cadde eftinto. Indi patirono ad Dito leggio con penlero d'impadronirfi d'Arona, Caftello fopra il Lago maggiore, col poffcffb del quale non folo s'apriuano il paiib a ricche, e popolatiflime Valli, che poteuano nel
ras, che,
come
NcHArefe%
verno fcruire d'opportuni quartieri j ma lo chiudeuano aTocsSc a leuate, che d' Alemagnadoueilcro fcendcrc per corfi quella porta, che agli Spagnuoli loia reftaua. In ci pure procedendo con tardit, hebbero t(;;^npo i Conti Borromei, a' quali quel feudo appartiene, d munirlo, e di prefidiare gli
,
pi infigne allett i Franceii a fperanze di migliori fiicceffi col pailare il Tefino, Tempre creduto forte, e quafiinfuperajbile riparo del Milanefc- Scendendo dall'Alpi quel Fiume, e trapailando \ Lago maggiore, per qualche breue fpatio ilrectodarupifcorre precipitofamente tra' falli; indi, appianando(, irriga vna feconda Campagna, e fofferendok barche, (crue comodamente all'vfo di quel Paefe , fin tanto che con largo alueo, e con piaceuole corfo sbocca nel P. Doue la_^
trapzffano
[
ti
Tefr.o,
Pianura principia, i Collegati, vedendo ogni difefa abbandonata, e lontana, gittato vn Pontefoprale Barche, iui fopra i^Carri condotte, lo trapanarono. ATornauento, che non aiiqftartje randof altro, che vna Caffina , fu piantato l'alloggio, e fcruironodi Torn.i.itrincea alcuni foffi, anticamente fcauati,chechiamauanoPan to 'perduto. Ruppero immediate il Nauilio, ch' vn Canale , che a comodo del commercio conduce portione dell' acquc-j del Telino a Milano, con tanta confufione di quella Citta , con gran che figurandoli l'inimico alle porte, quafi che non vi foilo^ t:m:i!odi pi tempo, n fcampo, fugi fuggiuano molti fretto lofam e nts^ (con le fupelletrili pi pretioe verfo lo Stato de'Venetiani ili
(i
Mm
54^
^5?fl/
DELL'HISTORIA VENETA
Cardinal Triuiiltioy montato a Canallo, col credito, e colf autorit 5 chc grandifEma teneua apprerc i fiioi Cittadini Cardinal TrHultio per le flrade fcorrendj animaua alcuni, conFortaua tatti ^f/'orfra^'difribuite a gli habitanti le armi 5 preflffe guardie", ordini, mente min gran parte acquiet quel tumulto ^ fj-^j-^^ ]q fpauento, ^Bw-j^ro|^j^^ i Mmiftri Spagnuolij ritiratili jdubitauano pi tolto d'irai ritarc con la loro prefenza .'La Citt contra il Leganes freefclamco n^^^i^^ ^\^Q CQj^ fioritiffimo Efercito 5 non impedito quel pafso 5 otiofo a rimirare i pericoli 5 e idanni^ma^come ^dit^ 7i fi tratteneffe le^me^ accade in tali emergenti 5 regnaua in ogni parte pi timor y che configlio^ perche 5 f a Milano fi trepidaua/ftauano anche i Collegati perpleil mentre il numero della gente noiu. era fuanito il quadraua al difegno d'afialire quella Citts principal penfiero 5 che fu veramente di congiungeri col Rohan^ e con forze vnite fpingerfi, fotto Milano , rielle vi fcere delio Stato 5 per ^rreccare fpauento 5 e riportare qual-che notabile acquiito^ ma il Rohan troppo prefto, eilChrichi troppo tardi penetrati nel Milanefe non vi potendo IVao fuffiflere, n l'altro tentare progreffij vi caufarono pi rumore 5 che danno In oltre mancauario i viueri, efopratutto' non confpiraua ne' fini medefimi Tinclinatione de'Sauoardi . Niente meno il Leganes tra molti penfieri agitauafi. Coll'accoilare a Milano FEfercito temeua di portami fame, e rumori, f s'auuicinaua a' Collegati, per azzardare battaglia , nelF
&
&
&
In
fi-
che por/a
fifinalmete
it
contra
'}\(emL
co
ne, dopo pi giorni accorgendofi dal non progredir de' nemici ellcr confufi i loro penfieri, e moderate le forze perfuaCo pi da'rimproueri vniuerfali, che dal parere deTuoi Coi]figlieri, deliber leuarfi d'Abbiagralfo, Sz accofarfi a' nemici fenz'altro difegno, che di cogliere dall'occafione vantaggio. Trou, che per comodit de' foraggi i Sauoiardi s^'era-^ no portati di l dal Fiume 3 onde opportuno cred aflalirCj
di
Francefi. Caricata per tanto vna parte della loroj ,,Caualleria5 che fcorreua fuori del Campo, &: obhgatala cti i Forti. Fu oftinata, llrXt r^f^"r^rfi> attacc pofcia le trincere, ^^''^^ e faticofa la pugna in giornata lungha. Se ardente del mefe jdi iugno, a tal fegno,^che dopo pi hore, ftanche amen due
qua
ntiadedo^
&
"^
'
L I B O 547 le Armate, n potcuano pi i Franccfi rcfiftcre, ne preualere "'''^'^^T'''" gli Spagnuoli- Nel femore della battaglia parcua, che s^iAfl'^JlT iiantaggiafse il Leganes; ma il Duca Vittorio, ripaHato ilj Telino^ port al Chrichicosi opportuno roccorro5chc him-^' ci Ja Fortuna. La notte fepar, &ilLeganes,nonhauendo'/f Htl vicino pili comodo alloggio 5 ritorn ad Abbiagralfo Tram-,f^ ddl'\
decimo'
'
bcle parti furono tre mila incirca i morti, e de gli Spa-^^wi. gnuoli peri Gerardo Gambacorta, Generale della Caualleria Napoletana valorofo, e prudente. Per difccrncre lafuperiorita del conflitto, mentre ognuno f Tafcriueua, conueniui_, olferuare le confeguenxe, e perche nel Paefe nemico pare, che chi non progrediice fia vinto , fi aggiudic in fine a gli Spagnuoli il vantaggio, perche i Francef, fermatifi ancora qualche giorno ne'pofti, ripafiarono finalmente il Tcfino. Defiderarono per loggetto medefimo d'aprlrfi lafrada alle Valli, bench gi dette di fopra, occupare Anghierafopra il Lago maggiovanto at re, Romagnano appreflb la Sefia j ma non riufc onde fi tribuifcafi
l,
ritirarono
iro
il
Chrich a Brem con pochiffime forze, e Vittorio a Vercelli, per coprire il fuo Stato. Prorompeuanotrdloil
alle
Spa
gnuole.
difcordie^ il Duca rimprouerandoaTrancefi beneficio d'hauerli a Tornauento faluati, il Chrichia'Sauoiardi afcriuendo l'hauer mancato all'occafione, ea progrefle
fempre pi
&
Ma, f il Duca prouaua difgufti da' Collegati, il Piemonte nfentiua dagli Spagnuoli loffefe, perche Filippo di Silua,Ge-j nerale della Caualleria, fcorrendo ilPaefe, ricuper Annone, r^^^^^^^^nelle prime moffe da' Collegati occupato, e s'imoadron ^.''''^^''' di Gattmara, inferendo ftrage, e defolatione per tutto . Quello ''^'* di Parma , godendo breue paufa da'danni, raccolte alcune del le militie lue, e per la Riuiera di Genoua peruenuti alquanti '17'''' Francefi,;ento di ricuperare Rottofredo^ ma, da Martino d'|t~'
fi.
Aragona loppraggiunto con pi groifa partita Jaftretto a le J^..i.r.. uai-li. Maggior piena temendo dopoeifere fioggiati d^d Milanefe Francefi, inui a Parigi il Conte Fabio Scoti, de'Mini- che in1
uoi il pi confidente, accioche, com'autoredelconfiglio d adaenre a quella Corona, foffe anco miglior' inftromento per ottenere validi aiuti. Ma con tanta turbatione procedeuano gh aftari del Regno, che non reiaua,
itri
quietata^
nclU Ticcardia.
Mm
548~
^'^^^'j^j'^jlnmza di
gogna,
fa
DLUHISTORIA VENETA
&
Ducea
di
con/guir'aflfenze, perche gli Spngnuoliinuadeuano il Galallb col Duca Carlo di Lorena deuaPiccardia,
Sciampagna, patendo i Popoli miferamente la pena delle colpe non loro. Da'FranceG rinuntiata la neutralit alla Contea d Borgogna fotto pretef]r/2>;fy/'fl-Q ^]^Q nell'Allatia porgeffe quella Prouincia affiftenze a Cefarci 5 & a'Lorenefi, il Principe di Cond haueua cinto Dola Cond.
ftaiia la
Borgogna, e
la
d afedio
ma, dopo
il
conmolte^
lentezze corruppe
Lamboij,
lide forze
dato
dal
&
al
il
frutto della vicina conquifta, perche il Merci, venuti coll'infegne Cefaree, e con va-
foccorfo, mentre Farmi Spagnuole fcorreuano vittoriofe la Piccardia, aftrinfero il R a richiamarlo, e co]\ ad obfotto il badonare mandargli che fciogiieffe Taffedio . Gli Spagnuoli TiaT^ Principe Tomafo,e coiraflftenza del Piccolomini, inaiato la dairimperatore con buone militic, haueuano attaccata IcL-. Sciappella, sforzando il Gouernatore, Baron di Bech, areiimolte con derfi dopo foftenuta per otto giorni la batteria, IlCateletfeqtiijandoJ^giiit fefempiojma con minore difefa. Poi fcelfero Gorbie,
Tjeghsp^^-pQY afficurarfi
i^huoi.
i^-j
il
paflb della
Somma
mentre
l'alfedio dliraua,
y^j-j.]^^
jleria
piccolomini fco'rfero fino a Ponto con Caualardendo , e faccheggiando per tutto . Caduta la Piazjj
.
,f?^f^^^/i?^niolto prima di quello doueua, non fi ti-ouaua fino a Parigi gli Ererciti,ancorche vittorio(,tengono femmikfra ^Itr'oftacolo fofpetti , e difficult di quello s'argomenta da' prc maggiori da
Ma
Perci, attendendo a depredare il Paefe, perfufcitare le ftrida de'Popoli contra l'autore della guerra , e de mali ponetrcKtreat. 'iJ'jUano il Richelieu in grande anguftia, magli dauano tempo da tendono /cwfijl.:)T.' ripararfi Egli nel principio fi trono molto afflitto , e conofcendo la Citt di Parigi , facile ad agitarfi , difficile a reggerfi, ben foucnte fofpetta a R , e fempre inffta a' Mmiftri , haueua penfato di condurre ad Orleans il R con la Corte Ma nel Concon ndi figlio arditamente in quelle eflremit rimprouerato da altri, chil Ciu- che, f haueua portvito il Regno in pericolo, non doueiTe abcio d Bjbandonarlo fenza rimedio, fatto cuore s applic alla difefa chdm. Dall'odio contra di lui proueniuano in gran parte le grefenti fciagure , perche de' Gcuernatori delle Piazze cadute , fi crede'^^^ ^ ua che fofle fiato alcuno prima corrotto, ch'efi^ugnato e CI
vinti.
.
altri
LIBRO DECIMO.
altri haiicfrcro
549
affrettata la rcf,
e d'infelicit il direttore dd s'applic neiraiRicrfit ad altre arti da quelle, che praticare foleua nella profpcrit di Fortuna. Leu gabelle, diede armi
al
la
che ap"
venerarione, k il credito loro chiamaffe i foldati, e gli poggiatele tratteneflc lotto Tlnfegne, per gli di lui aufpicij abborite_- . oirmi (C II Soiffons fu il primo che apprellb la Fera, ingroffato frcttolo- Vr'mdpi famcnte l'Efercito, che gi comandaua, tentafc di reprime- debaguem procura re lefcorrerie de' nemici, ma, fendo da queffi il Reggimento no d'affre^ di Piemonte battuto, conuenne ritirarfi a Noijon, per coprire aurlinCHt il Paele, Hn tanto che l'Orleans fi trouafTe in campagna confioni. pili valide forze. Sotto ilMarefcial della Force, grandementel amato da' Parigini, prefero venti mila di loro le armi, per accorrere a danni, che la Borgogna,e la Sciampagna prouauano. IlGalaflb, dopo hauer lafciato ne grincendij , e nelle prede sfogare la ferocia naturale allaCaualleria de' Pelacchile Croati, con grolfo Efercito di quaranta mila huominialoggiaua a Fontana Francefe, e per ilfabilir'il piede con qualche valido acquilfo, tentaua occupare San Giouanni di Lolne^ ma richiamati dalHichclieu d'Alemagna ilVaimar, il Valletta.^,
&
per foccorrer' il
Regno,
fpinfero quefti
il
Conte
di
Rantx co-
si opportunamente dentro la Piazza , che , foftenuti i primi attacchi degl'Imperiali, diede tempo a'Francell d'ingroiTarfi con tante militie, che, bilanciando il .nemico, anzi preualendo con la cognitione del paefe, e col vantaggio de'fiti, l'obliajrfget garono, fenz'azzardare battaglia, a ritirarfi carico di fpoglie , ^^ a Yti' e molto pi di biafimi, ali'occafione, alla fortuna, a Sva~\rarfiilQa
j
&
lida
preda difugual ricompenfa. E'pe-jk^j^o. il Galaffo teneua giuftiffime fcufe r vero, che ancorcho,^ , occulte, hauendo da Cefare commiffioni fegrete di niente az-l zardare, e di non im.pegnare l'Armata in quel procinto, che inRatisbona fi maturaua l'Elettione di R cfe'Romani, pervalerfi del decoro , e della forza dell'armi, feil bifjgnoport-'ffe, per incalorire il negotio. Anco inPiccardia, fiancate, 6: indebolite le forze nello fcorrere, e nelfaccheggiare, non pteua r infa nte applicarli a maggiori progred^ diiratto anco
la fola
.
Armata parendo
Mm
dal!a~^
550
MDCxXXVI dalla
ediuerti-
DELL'HiSTORIA VENETA
parte d'Olanda 5 impercioche TOranges, ottenuto dopo lungo afledio perdeditione loSchins Scans, liana per compiaio l'I rifate da'progrcf cere a'Francefii in Campagna minacciando alcuni Forti, clie fi degno di fotto Anuerfa fono lungo laSchelda. Pot per tanto l'Orlandefi. leans ricuperare Roije dopo dieci giorni d^attacco, e di lpodel' Ar fto ralTedio a Gorbie, breuemente occupare gli efterni lauomFracefi per incalorire Fimprefa , e poi al felicemte ri. IIRftauain Amiens, perriceuere la deditione , la quale non p campo fi port, terono gli Spagnuoli impedire, ancorch minacciaffero Dorlans, perche il Soifsons loro s'oppofe . In tal guifa refpiraua la fortuna del Regno, e del Cardinale, impercioche an-
che
f
d'altra
parte appreifo
Ifolleuate
bidarono tongia,&: in altre vicine Prouincie molti contra Timpofte. Onde diciotto mila huomini fi videro armati fotto il Marchefe sagione dt di quel Chalais, al quale gi alcuni anni hampofmo' dlfodun, Fratello ua il Richelieu fatto tagliare la tefta . Tuttauia ben preilo fu m da que' folleuati IVna parte acquietata, e Taltra opprefla . Peggiore apparenza teneuail difgufto de* Principi, cliaueuano diedifgufis'.
i
l'Armate, perche, non cosi tofto la campagna fornita, fipidelsa,' s'annider d'hauer goduto Fimpiego, non fx^r efakarli al comando, ma per tenerli contenti, e che il Richelieu l vakua di loro folo nelle borafche, lafciando a gli altri le fatiche, e i pericoli y e per f raccogliendo i premij, e le laudi. L*Or* leans, che prima di terminare Ffmprefa di Gorbie, accortofi , che non feruiua nell'Armata che d^ombra , s'era ridotto a Blois 5 venuto dopo la deditione di quella Piazz^a alla Corte, per rallegrarfi coi R , parti improuifamente fenza vederlo col Conte di Soilfons, ambidue piiblicando d'hauer tenuti certif^ fimi auuifi, che la Carcere fruir loro doueua di ricompenfa . Il Cardinoale applic lo fpirito a riconciliare in primo luogo il R col Fratello, che non s*era aflontanato di Blois y n ^i
ft.
Trin rette
,,
riufci difficile
ia
il
Matrimonio con
Lorenefe farebbe approuat. Il Conte aFhora, indebolito per la feparatione delF altro, hebbe per ^ratia di poter pe r
quat'
'
5^1 anni foggiornare in Sedan, doiie fi ritrouaua. In VIDCXXXVI per quattro que (l'anno pure con nuoui tr.ittati la Francia con gli Suedef maggiormente fi ftrinfe, conchiudcndonc vno in Vuifinar, nel La Franquale corrobhorandofi tutti i paffati, fi ripartiua la guerra ne cia vnifce, gli Stari hereditarij de gli Auftriaci, toccando agliSuedefila fi co nuofii Boliemia con le Prouincie adiacenti, alla Francia le pi accordi fi proiTme al Rhcno. Guglielmo , Langrauio d*Ha(Ia , diede il pi retta mete alln nome allo ftefiTo trattato, accordando la Francia di pagargli Saetia. grolla penfione, e ducento mila talleri, per far fu/Iiftcre l'Ar- Qbbtij(ado mata. Ond'egli fece non fcarfi progreffi, perche nonloloo- fi co danajblig TArmata Cattolica, che affediaua Ofnaburg ad allargar- ro alLangrauio, fi, ma forprefeMinden, ad Hanau, cinto dal Lamboij cheprogre port opportunamente foccorfo , Ad ogni modo quelli non difcecotra bilanciauano i vantaggi de*Saffoni, da' quali dopo lungo afle- l ^rmi dio fi guadagn Magdemburg, e poi Verben, conuenendo il Cattoliche magBanier, che fi conofceua indebolito di forze, andar verfo il con giori proMare, per accogliere vn poderofo rinforzo, che glifdalla_^ [grejjiauan Suctia fpedito. Il R d'Vngheria,lafciato il comando dell'Ar- taggiate mata alGaiaffo, condottoli in Ratisbona,confegui finalmen- dalla Safte la Corona di R de' Roma ni, foftenuto dalla riputatione , fonia ilRdrn e dalla gloria, confeguita nell'armi, efiendo ornato di tutte gheriajgi quelle virt, che lo rendeuano digniflimo Herede della piet coronato e delle Corone del Padre. Impiegandoui gli Spagnuoli larga- fin P^tifmente oro, 6c offitij, gli Elettori vi furono indotti dal comune bona l\ de pericolo , che, venendo Cefare a morte, tra tante confufioni, &: Bimani. in et ca. accidenti non reftaife loro iibert," per nuoua Elettio/ie . II Badente acca] uaro prima alieno, hora, quafi fettuagenario,prefa in moglie fatofi'lBa Maria Anna, Figliuola dell'Imperatore, con la nafcita d'vrL_.' uaro,
LI
BRO DECIMO,
&
&
'
Figlio
godeua
curare anche fcefa ferui pi calore le cofe de gli Aullriaci Alcuno de* pi renitenti demente fu con danaro, e con doni cfpugnato. N baft? che fi di-j nel voto, moflrafe da' Francefi renderfi fuccefluo l'Imperio in quella Ca-' dartioma
,
primitie della fua poftcrit. Onde, per aff-j [opra tutti altri codea'fuoi fucceffori l'Elettorato, promoueua con
le
.
che, hauendolo lungamente goduto, lo pretendeua hora-| ncggiadofi la Pr meta mai per obligatione, e per vfo^ e che ofFerifsero le forze delle per veder ^Corone confederate, per foflenere la libert de* lor voti , anzi inu alida ^^^^ ^^^ nome dell'Elettor diTreueriinterponeiferoprotcftadi Elettione.
fa,
l
1
Mm
nul-
552^
'
DLtHLSTORlA VENETA
3
perche 'Elertione fcgu con pieno concorfo degli alapplaufo di tutto l' Imperio. Ondcinfurk ne' tratmpeimc tri 5 e con to aitava tati di Pace dura difficult, mentre la Francia, per Tefclufioce ne deifElettorc di Treueri dalla Dieta, non voleuariconofcer* infur^o il nuouo R de Romani, che per R d'Vngheria. N altri ne degli d intoppi inancauano , pretendendo le Corone confederate (dotrimolti po celiati in Francia i timori, nel corib de' quali s'haueuadal alla pace, per far'om.^ Richcheu moitrata gran propenfione col negotio all'ardore dell'armi} i pafiaporti per gli QleZtiier^^^ pdendof landefi , e per gli Proteftanti dell'Imperio, loro confederati, Legatr>a^ e negandogli Cefare, e gli Spagniioli a qiiefti, come a Vafcohma, {.j\\[. ^ gli altri com.e a Ribelli, e perci incapaci di compa^'^^^ ^' congreffo in qualit di Sourani. Ma non ottante, che *^^^^on efpedi a ILmiita ardui, e lunghi oftacoli fi preuedeffero , il Pontefice la Repiu Colonia, Citt deftinata alla conferenza, il Cardinale Ginethicaadef\t\^ Legato, il quale, paffando per lo Stato de' Venetiani, & /^!''^^f^^'^l accolto con honori decenti, inui alla Republica vn Brcued* che a cooperare alla mediatione della pace l'cshorc7^ ^^'^IVrbano, cnkcllainp.u2, con molta premura. Il Senato, diftinguendo i propri] j(^w34|difgutti da' Comuni interelli, l'accett, ecorripofe,eleggen' fcUdoreal'^Q per le iuftauze de'Miniftri di Francia, e di Spagna GioPefari, Caualhere, per Ambafciatore al congreffo In ^Ihorluite^^^^^^ toefofeco]^^^^'^^^^^ ^ rcftando horamai dalla pace, e dal tempo abolite i/?ny!/>.o;le memorie ddlc cofe pairate,iMinifrridi Cefare, e del R di
nulliti
ozliardo
'
/rfor>//fo
^^^'^^'
Spagna ripigliarono con quelli della Republica l'antica corri^^jfpondenza conia parit folita di trattament j onde a Vienna Jj^^^/^Q^'GiouanniGrimanif per Ambafciatore Ordinario efpedito,e ' da Ferdinando inuiato a Venetia Antonio lC9, j Barone di Rabata
ANNO
La
Stato di
Tan'fXi
DC XXXFII.
diftrattione de'Francefi, e la ritirata loro dal Milancfe, haueua ccnltituito nelle maggiori anguftie il Duca di Parma,
Joy teme te
addoffb l'Armata fotto il comando del Cardinal Triuultio , che , oltre alle publiche caufe ,teneua contro Odoardo particolari motiui d'inimicitia Nello
perche
il
Leganes
gli fpinfe
jfteiio
ma
R O
DEC IMO.
555
^DCXXXvil
occupato San Donnino, Citt, che gode ma, Dignit Epifcopalc, dcuaftaua lo Stato, e he chiamano Pallae Piacenz-a,
iiicino, perche altre volte fu confifcato da' Duchi a quella famiglia, eCild'As in altra parte halicuaconquiiiata per forza Ri-
&
groffo dell'Ai mata attacc Puiglio fopra la Lenza, etrouatauirefiftenza, non volle fcrmaifi ma fotto Piacenza port la fede della gllerra>eIosfor^odcll'Atmi lui , rinferratofi Duca , e munita la Cittadella, haueua ripolla la fola fperanz,a della difefa ^ ma , dopo qualche contraito, nel bel principio dell'oppugnatione perde l'Ifola con alcuni Molini che dirimpetto della Citt fi forma dal P , e ch'oltre alla moleftia, che con le batterie alla Citt fteffainferiua,
ualta
,
.
Il
pOYtandofi
/'
'1
Inimico
fottoTiiZ-
doueffor
tifica
.,
Qdo.
ardo
incomodaua
gerfi'l
la
Duca
che habile a foftener la difefa, Nonmancaua tuttauia in varie e rkcore Corti di procurarfi foccorfi. il Pontefice, ancorch di quegli agli altrui Stati Sourano , non eccedeua la m.ediationc , e gli officij di pace Joiiuegni. per mezzo del Conte Ambrogio Carpegna, il quale con pi non ricoglitd dal occulti , e priuati incarichi de' Barberini portaua offerte a O- .^.^^^^^ ^^. Tc?tefice; doardo di fegreti fuffidij di danaro, perche alla loro Caf aku- \he}ofivf'^ ne Terre del Ducato diCaftro cedefTe. Anche il Gran DucaM^^p^J mand a Piacenza Ci: Domenico Pandolfini, accioche s'in- ^^ terpcnefe all'aggiuftamento , e per indurui il Duca con la necefli:, gli negaua coftantemente ogni aiuto. Ne i Venetiani voleuano alterare la loro Neutralit , credendo, che mentre ili dalcrm Pontefice, come fourano j II Gran Duca Cognatoi i Francefi, c'dw^, ni Sauoinrdi confederati,non,gli porgeuano mano, non vi ioKc per' da yeneloro pi efficace motiuo di precorrere gli altri. Gli a/Iicnra-!'^'^'!' f^*^ uano pure con molte lufmghe ghSpagnuoli, che, come le fcor- CC)/0, rerie negli Stati del Duca erano foli rifentimenti de' danni , da lui al Milanefe inferiti, cosi, quando la forte delia guerra portaffe qualche conquifta, farebbe, refituita, depofitata in teftimonio generofo della m.oderatione, ccn Ja quale s'intendeua dal loro R contra vn Principe minore d'efercitare le vendette . Et in effetto ftringeuano lentamente Piacenza pi , [per indurre il Duca all'accordo , che per efpugnarla , non ignari in tal Cafo in quali imbarazzi per le p retenfioni della Chiefa
I
554
Dcxxxviifj
DELL'HISTORIA VENETA
fi
il
r!
Anco
pK^^^u^cimo infermo 5 finalmente inchinaua airaccordo, non vedendo '^^:?'*-!pi-onto foccorfo^ impercioche,fe bene l'Armata Francefe di mento Mare con qualche numero di Legni nel Mediterraneo comparuc, moftrando di tentare lo sbarco, per ifpingergli aiuto, ad ogni modo la Spagnuola con forz^e pari Io contendeua, &il Leqanes per terra haueua talmente muniti i pam, che diffici,
le, e
le
lungo farebbe fiato sforzarli. Dunque nel principio dell' anno,efclufo dalnegotiato il Carpegna , a gli Spagnuoli per de iiarinclinationi d'Vrbano,& al Duca per gli progetti
dal Pandolfini ftipuberini pochifTimo accetto, fii dal Melo , e conognife'l^^Q raccordo,c quafi negli fteffi momenti dalle parti appro-
..r
'
capitola
e celerit,
'^^^^^^^^''uato
perche, amando di non elTere nella negola celerit, & il fe^-^^ijj^^ fcoperti, procurarono vguahnente Parma, greto, quella, accioche i Francefi,che prcfidiauano
& adempito
Piacenza, non potellero apportami difturbo^quefto, & douendofi dal Duca rimettere Sabioneda alla difpofitione, dubitauano , che il Duca di Manalla volont degli Spagnuoh , i Venetiatoua s'ingeloCfle , e per rifpetto di lui fi rifentiifero fi argu la foltanza de ni. Dall'effetto pure,edairefecutione il prefidio Fiancefe,&in patti. Staua in Piacenza affai forte
flato, f del
refiflere,fe
perche,
maneggio
fi
fi
e di
Duca non
conuo-
conuenne feruirfi, fole del fegreto, ma dellmduftria Polo, che li comandaua in^ cando i foldati col Signor di San mi volluogo appartato fotto pretefto di dare la mofira, Cannone ,fcu{ata con breui parole la nenuenta^ tato contra di loro il loro congeofagace^ccStk dcU'accordo , con efpreflionicortefi diede Milanefe permeilo mente il j^ ocelli , ch'erano in Piacenza , fu pe'l j^^
&
Pj^^^'^'^/^vcrfo
'^'
trouauano iii_ la per lo fi ritirarono , e di il Ali hora Stato de' Venetiani sfilarono nella Vakelhiia. occupatigli, Duca redintegrato da gli Spagnuoh degli Stati Napoli polnelllegnodi di quei beni, che primadella guerra Col Duca di Modona al Fifco erano flati applicati . fedeua ,
altri,
che
fi
&
reftarono Ibpiti ^
difgufti^tornatafij^
'
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LIBRO DECI
M~0
".
555
all'incontro cede Sabioneda per prezzo della prtcc , e ^^cllep/^^j^^^^|j reltitiitioni, caiiandonela fua guarnigione, e riceuendo cento\ sabioneda mila fendi dal Gouernatore di Milano a titolo dirifarcimentoi^^^i spadi fpefe. S vide pertanto entrarui con Fanteria Napoletana S'^'*<^^'/ Tiberio Brancaccio 5publicandori5 per diminuire Tinuidia del fatto, che nel teltamento della vecchia PrincipeOa Stigliana, in quel tempo defonta^ne foffe nominato Gouernatore, ond' egli hauelTe ammaffata quella militia, per cuftodirla, finche da Cefare tra molti pretendenti foffe la cau(a decifa. Il tempo leu prello la fimulatione 5 conofcendofi chiaramente , che, re-
ftando la rendita adAnna5Giouane Principeffa, come s' det^ tOjaccafata al Duca di Medina de las Torres, Vice R di Napoli, il Gouernatore , &z il prefidio dipendeuano da gli Spaglinoli, i quali coir arte della patienza, e dell'opportunit peruennero finalmente a qtiel poffeffo il cui folo penfiero altre volte haueua fufcitato gelofie, e mouimenti . Grande fu l'amagraueme rezza, con la quale in Francia s'intefe l'accordo, il Richelieu te dfpiacomprendendo, che per contenere in fede vecchi amici, cinto il Ca acquiflarne in Italia di nuoui , non vi firebbe fiato mezo piti pitolatQ al forte, che validamente foftenere,e proteggere chi con tanto i^Pracia, feruore s'era fcoperto adherente a quella Corona, Ma, f h Francia con le fue diftrattioni fcufaua l'abbandono del Duca, egli con la neceffit giuftificaua l'accordo j ondcjammeffegli facilmente le fcufe, il R rafUcur del fuo affetto ,& il Duca conferunel cuore intera la fua inclinatione a'Francefi. Ilno-I me per, e grintcreffi della Francia tracolhuano in Italia per da cui fi ogni verfo j mentre anco i Grifoni , accorgendofi d'effere daw^'"^^^ Rohan oppre^,piu chefoccorfi,fcoffero il giogo, ottenendo j^f'^^. ^^ ^'^^"'* dagli Spagnuoli quei partiti, che nel trattato di Monzone fi doucuano loro procurare da Francefi. Col fuppofto deffere reftituiti al poffeffo della Valtellina, anzi per la promeffa, fattane dal Rohan, s'erano indotti a riceuere il fi-eno de' Forti, &aconfpirareairimprefa coll'Armi. Poi preffato il Duca dalle tre Leghe a riuiettcre in loro mano la Valle, hora porran dofcufjhora proponendo trattati, per vnire gli annui de' p> detiif'tj poh a uh antichi Signori, nffettaua lunghezze. In fine gli riu' ci dal E^htn con vane d qggiuftare vn'accordo , nel quale conueniuano tutti reltando ^/ promefis
, i
&
^_
h giu'
55^
fMDcxxxviijj,jgj-^^l|.-^j^
DELUHISTORIA VENETA
&
YValcelIini, e nella Valle permeilo Fefercico della fola Religione Cattolica, il Richelieu^ che^ perglidifegni fopraTltalia, defideraua trattener quell'acquifto , varie d il atio* in fine difapproii alcuni capitoli . Perci i ni interpofe> Grifoni 5 dal deiderio di ricuperare la Valle pailando all'impatienza, e da quefta al furore, precipitarono ad eftremi partiti ^ non potendo il Duca , che dopo la ritirata dal Milanefe^ era giacinto lungo tempo infermo, per l'indilpofitione impiegarfi in perfona, perdi/Tipar'i congrelT , n di lontano feruendo l'autorit , dopo hauer promelTi alle niilitie Grifone , che l folleuarono per mancanza di paghe fodisfttione dentro vn termine certo, non venendo il danaro, reftarono effe tanto pi irritate, e commoffe. Pertanto, ridotti pubicamenre in Ilantzi Comuni, inuiarono a Infpruch Deputati a chieder* ricorre a aiuti, per discacciare i Francefi, effendofi'l Duca fatto por(^"^^l'j^^jtare a Coir, per frenarli, deluderli con nuoue propofte, lufoitmga^^^^^^ 5 quanto difficile, che'! popolo fi lafci lungamente^^ dal giogo. 'ngannare, perche ft conobbe cinto da guardie, f bene alla larga, modo per, che non li cred ficuro di ritornarfene in Valtellina , doue d trattencua il Signor d Leques eoa. otto mila Soldati, In Francia gli s'imput grandemente tale riferua parendo , che lo flato de gli affiri chiedeffe , che fot fero preferiti gli eftremi,, e arrifchiati a'pniclenti,e cauti configli. Non dubbio, che> f ilRohan potcua a tempo vnirfi all'Armata , gli riufciua facilmente ci'opprimere quella moltitudine, che, f ardita tumultuaua nelle Diete, (i farebbe trouata in campagna, e auuilita, e confufa. Ma, datole tempo, &ardire, fi nella Corte d'Infpruch da' Deputati delle tr L glie con Federico Enriquez, Ambafciatore di Spagna, conchiui^rgnef io il Trattato, nel quale il Gouernatore di Milano s'obIigaua_j , Ut -pagare alle militie Grifone gli auanzj-.chepretcndeuano da Fran^^
&
la alle tre
non anco
a^cCafi
Leghe
Spagnuc
de' pafsi
con perpe^
faa alleanza trai AliUne , e la J^heTta , oltre ad alcune penfto^ f ohligo di trat^ li da pagarfi dal a Comuni,, a' prmati , [kndoFra tenere al fermiio fuo 'vn corpo di faldatefea di quella Mattone ,
Appena
ftabilito l'accordo
j,
le ratificationi
,J
,
vide
LIBRO DECIMO
vide in armi'I
tra
lina
i
557
'''^^^^^^vi
paefe
Forte del Rheno con ottocento Znrigani del Reggimento dello Smit, educentoFrancefi. In alcuni pad degli abbandonati fottentrarono immediate i GnTonij poi con fei Reggimenti della fleffa Natione, riempiti col danaro di Spagna j e coiraffiftenza d'alcune militie, dal Galaffo cfpedite, inueftirono il forte. Il Serbellone |s'auanz. al Lago di Como, per tenere il Leques diftratto ,
il
ritirarfi nel
che
ti
rifp'm
nel
F or "l
te ddL\hs.
'che, mancando dal Duca, affediato nel forte, d'ordini, fu 'fpcttatore otiofo d s graue fucceifo^ grandemente rimproueratone dal mcdeimo Duca, che, indarno chiefto a'Zurigani foccorfo, mentre perafTero il proprio,
tolare la deditione
.
ognuno
a' Grifoni applaudeua, chericuconuenne per mancanza di viueri capipatti , Che reflajfe guarnigione Furono
i
accordi'
,
Settimane
dentro
le
[emendo il Duca d'ofiaggio. La brcuit del tempo prefcritto bafl:,per darne in Francia V auuifo j non per afpettar'il rimedio Ad ogni modo i Francefi offerirono la reftitutione di tutto , purch fi dipartifiero le tre Leghe dal Trattato , nuouamentc conchiufo con Spagna 3 ma effe, rammemorando la vanit delle paffate promeffe, non vollero punto alterarlo Conuenne per tanto al Leques fortir dalla VctUe , e lo Smit confegn il Forte, ancorchetentato da' ^^^ Francefi di dichiararfi, e tenerlo per la Corona conpenfiero , nsda^^^i(uggerito dal Rohan , che il Vaimar , fpingendofi in quelle part y'tbelieu u anco dopo la refa del Forte, rifarcilfe l'infulto. Ma il Riche-!>'^^'^^^
dalla P^altellna^ e dalla
2{l)etia fortire i
, .
.
F rane eft
implicato in pi ardui affari cred per al'hora douerfi trafcurare la vendetta Cos dopo molti anni di fieriffime agitatio-j odertcr ni, i paffijtanto defiderati, reftarono aperti a gliSpagnuoli, ^^f^^^'-j ^^ '^^^^"*'i e ritorn la Valtellina a' Grifoni foggetta, non peraltro con"'^^* dannata a tante, e s lunghe miferie, che per feruirc d'in-'^'^
lieu
,
,
Corfe per qualche tempo prima, che s'adempieffe totalmente l'accordo, perche infurte alcune diffi- efegiicn doft pci culr tra gli Ambafciatori Grifoni, & il Goucrnatore d Milano, non cos to\ Ifi il negotio rimeffo in Spagna, doue in fine reft dopo due ftofi^ccorl Ianni deciib , Che la fola ^ligione Cattolica nella Italie s'efercitaffe do
greffo airitalia.
,
\
e per
,, ,
558
MDCXXXVII
DLL'HISTORIA VENETA
due perfune ,
l^
Governatore di AdiUno ,
j
altra dalle
aggrauati ft HimaJJero dalle fenten\e Y^^^'^"^"^^ La perdita della Valtellina fu in qualche compcn) de' Magiftrati^ Grifoni futafuotai pavw rifarcita dalla ricuperatione dell'Ifole d'Eresi perche^, perduadai penetrati dall'Oceano nel Mediterraneo trentafette Vafcelli UFranm ^^j^- ^^ j ^^iq^ai^te Galee, perdiftrahere lapplicationi degli
potefjero quelli, che
.
Spagauoli, diedero fopra rifola di Sardegna , occupando Oriftagno. lui la Squadra di GiannettinoDoria accorfc con qualIngeilLeganes v inui daAiilano Offiitiali, cnJche aiuto, col ricu perarfilL gniQn Sardegna progrefli Ma i Francefi, non fperando in foled'Ens n in quell'aria nociua volendo confumare le forze , fpiegarono verfo la Prouenza le Vele , Henrico , Conte d'Arcourt, ccmandaua l'Imprefa, d ifpirito feruido , e coraggiofo , <i^ niente meno prudente . Contra vn Forte, che guardaua lo sbarco, furono indirizzate h prime batterie de' Vafcelli con tanto furore, e con talefiequenza, che, in breue tempo Jeuate.^,
-
&
&
collo fpianare de' parapetti, le difefe, e fotto la caligine del fumo sbarcata la gente , e prefentato l'aflalto , il prefidio fu
Forte di Montereij,perche molti ve n'haueuano gliSpagnuoli conftrutti, corfcla ftcffa fortuna. Il Reale5e l'Aragona refifterono con migliore dikCa Quefto quafi^per vn mefe foitenne Yaffcdo,e poi hauendo aperta la breccia, capitol. L'altro con refi/lenza pi lunga diede tempo a Michel Borgia, che con le Galee s'accoftaile alfoccorfo. Ma_. non ofando cimentarfi co' Vafcelli, girate le prore, lafciche ilForte cadefTe. Il Gouernatore , che Michel Sardo fi nominaua, dopo foftenuto con fanguinofe fattioni per pi fettimane Tattacco, capitol, f in otto giorni non entraua foccorcome^ fo di mille fanti conviueri pervn Mefe, d ritirarfi
aftretto ad abbandonarlo.
Il
. ,
efegu con circa noueccnto Soldati. All'hora fenza ritardo altra Ifoa di Sant' Honorato fu inuafaj ne eTendouiy che vn l\Arma, folo Forte, Giouanni Tamaio dopo brcui giorni lo rel. Iii-, per rifarcire i fucceff della Campagna dccorfa , inuallfflmZ^^^^^^ di Fiandra , minipmita^^^^ i Francefi con tre Efercici le Prouincie ma tro. mente la 'audo principalmente all'cfpugnatione d Sant'Homer ^ Fiandra, uarono ^talmente munita la piazza, e circondata da tanti Fo rn_^ "' "^ ' "che, ^
[
1*
'
LIBRO DECIMO
559
MOCXXXVI che crederono opportuno di non tentarla. La Valletta j il Candales, che, flando otiofo nel feruitio della Republica, haiicua ottenuto per qualche tmpo dal Senato Iicen7.a,con maggiore klick occuparono nell'Han Sciato Cambrells, e, pofto rafTedio a Landrefij, pia2:za non grande, ma di molta ini porjoues'a tanta j fopraggiunfe la Migliare con valide forze a partecipare udlz/con
&
della gloria,
onde
in
fii
aftretta allarefa.
importanti
^^H^'^fl^
biigc
cadde
militiepermife
buona piazza,
alcuni giorni d'afTedio, e su le Frontiere di Francia dal Valletta fi ricuper laCapelle. dall'armi Olandefi minori fe-|
licita
fi
recife d
nuouo
da'
fecondate
Francefi
negotiationi d tregua tn le Prouincie, e la Spa- dayrogref. gna, rOranges, prima indarno tentate le forprefe d'Hulil, e -^ '^^<?''^^del Forte delle Filippine, fi volt poi fopra Bred con tant' ^"^"rj^'-^ empito, e tale celerit, che il Cardinal' Infante, non potm- Itwfa^ do a tempo foccorrere la Piazza, ne floggiar l'Inimico, s'ap- te fotta plico airimpreia di Venl, e Ruremonda, che, come deboli, ^*'^^'^trafcurate dal Principe caderono facilmente. Ma nel mefe d'
Ottobre Brcd pattu la fua refa. Piazza, che, dallo Spinola noue raefi con tanta commotione d'Europa e s grande confumamento d'oro, e di forze, venne al prefente in noue fettimane con fomma felicit riacquiftara . Veramente ili ogni parte la Fortuna confondcuai Configli dell'Oli-! hMabi uares,il quale contra l'opinione d'alcuni, che noncredeuano!^^^^''-'^^^ profttrcuole partito attrarre ranni dell'inimico potente in quel- ^"""^^ la parte, doue il proUocatore il pi fiacco, volle, perdiuergi eipugnata in
,
tire
da'Paefi bafii la piena, tirare i Francefi a' confini di SpaForm egli l'Efercito di quelle Truppe, gi deftinate a fomento dell'Orleans, fiora chiamati da Napoli nuoui, podcrofi nnforzi, e da Milano il Conte Scrbellone al coman
gna.
&
e paludi, cne occupati alcuni argini angnfti.efclude facilmente il liz/Xc/a io cccrio. Ne meno appariua l'Armata de' Francefi pronta a[diLmata
por^
$6o
MDcxxxvnJpQj.j..^j-}Q.
DELUHISTORIA VENETA
Q la piazza medefima ftaua cos mal proucduta , che l'egregia coftanza del Signor di Rarij , Gouernatore, in difenderfi, era in procinto di cadere in momenti . Ma lo Sciombergh, Duca d'Alain, e Goiiernatore di Lingiiado*
non oftante
ca, a cos gran pericolo conuocata la Nobilt, e la Soldatefca dellaProuincia, e dell'altre vicine con diecemila fonti, e poco pi di mille Caiialli 5 s'accoft alle Trincete, e fenza_,j dar tempo a gli Spagniioli di riconofcerlo, le affali, diroccandole incerto angaftiflmo fito. Per di l entrato la fera, conuenne dalla notte fopraggiunto far alto dentro il Campo nemico. GliSpagnuoli forpreli non poterono, non feppero opche il giorno fguente li rendecolrettd* porfij anzi ^ confiderando , fcaniar la battaglia, chetamente a fauore^; dhamTflvehbQ impoffbile deikmbre fi ritirarono, con lafciar libera Leccata, voto il Cam-, po,e quaranta Cannoni con prouifioni infinite in poter de'Fraiicefi. Da tanti fortunati fuccc/Ti (i lufingauano alcuni, che, fodisfattoalla gloria, doueife il Cardinale pi facilmente piegare alla Pace. Nondimeno pareua, che s'inuaghilfe di nuocadute le
propoje
ue conquifte, niente
uerfit s'irritaffe
.
meno
di quello,
,
Per quello
peiUf3fpe\{^^
Clone dell'
i^rmi
inrigaar
do aliepre
ufioni del
la Francia,
da Miniftri del Pontefice, e de' Venetiani vna tregua, e ^^^ il Generale de' Frati minimi da Parigi a Madrid fegi'ctamenre portaffe progetti tra due Fauoriti , niente tuttauia fu conchiufo j perche nella tregua li voleuano da' Francefi comprendere i Collegati, e ritenere gli acquifti 3 e i'vno, e l'altro fi negaua da gli Spagnuoli , per non trattare con gli Olandeii del pari, e pernonauuezzai"e i nemici al pacifico godimento per lunghi anni de'luoghi occupati Infurfero poi preftamente nuoncdifficult, negandofi da'Francefi, come altroue s detto , per di riconofcere Ferdinando Terzo, per R de' Romani , e Succeffore nella Corona Imperiale del Padre, che appunto nei
.
morto Fer
dmado II.
i
denzaCelefte, e com' efempio dell'humanc vicende. Da teze, nui p rincipi] , e da anguftiffimo Stato paff a grandi Iperan
e
]i>o
mefe diFebraio diqueftanno, cinquantefimo nono della fu3^ Prono quello Prinet, cede alla fragile conditione de'mortali cipe cos varij accidenti di cofe profpere , & auucrie , che pu vgualmente o^cruari, e com.e tellimonio aeLa Proui.
LIBRO DEC M O.
I
5^1
1
e poi a maggiore potenza, tra le oppofitioiii, &: infidie degli ftranicr5cdcTudditi^ ma qiiefti domati, e quei vinti, periuperare
e rinuidia, altro non gli manc , che la moderationede'configli. Efperiment per tanto il riflullo della Fortu-
^^^cxxxviri
anco
la gelofia,
na con tali percoiTe,^ che vide la fua grandezza fpirante lotto le forze dVnil, quali che ignoto, efprezzato. Ma la morte di Guftaiio, afcritta a colpo del Cielo^ la Vittoria di Nordlinghen, non meno opportuna , che grande , e la pace di Praga , che conPrincipali deTroteiianti , ftabilirono al Figliuolo la Di'tent jgnit fteda del Padre, Fu attribuito a gran marauiglia, anzi a patrocinio del Cielo 5 cheTElctrionediR de'Roma^ii cosi opportunamente feguiffe, e che dopo agitationi si grandijCtante calamit reftaffe al Succeflbr il Patrimonio intatto e cento diecemila huomini fotto le armi . Veramente a Ferdinando Seconi
,
do fi pu affegnare giuftiffimopofto tra' pi benemeriti Principi, che dalla Cattolica Rehgione habbianoriceuuto fplendore, perche egli con feruido zelo negli Stati hereditarij la propag, anzi fi pu due la ridabili coll'eiempio , co'decreti , e coll'armi
Ffingolare nellapiet, collante nella virt, infleffibile in qualunque Fortuna Gli attribuirono alcuni conniuenza fouerchia a gli arbitrii de gli altri, ardore violente nellefeguire ; indirtinta liberaht nel donare, e tolleranza troppo patiente di tanti eccelli, co quaU le di lui milifie,& i Generali affliffero TAlemagna,' Surcedegl eTltaHa. Male Virt erano fije i difetti s'afcriffero alla Fortu- FcoiDan- do III. a'tcmpi. Ora afTunto nel ventinouefimo dell'et Ferdi-i ._,__, na, co; cui la nando Terzo all'Imperio, i Venctiani cfpedirono a congratu kV^'^/^^^ larfifeco RcnieroZeno, Cauahere, e Procuratore , Angelo {^,^'''^'*^" Contarini , Caualicre j col mezzo de'quali folecitarono h con-fT* nfiemc^ cedione de'Paifaporti, per facilitare IVnione del congrefsodi ^o Polonia-, 'Pace, e cooperandoui con gli oiStij luci anche il R di Polonia, maneggia dofyper afurono dal nuouo Imperatore quelH di Suetia, e d'Olanda \gemUre ili accordati, a conditione per, che non folsero confegnati alle Co7ig:-(fo yer la Va-\ parti , f non dapoi che la Francia hauefse efpediti i proprij per ce,
,
&
&
'
'''
Imperiali. Ma, prolun- me nneo^' gandofi fempre pi il congrefso, furono in quell'anno in Ale- ^fieco prmagna i fuccefli dell'armi bilanciati reciprocamente, perche, nelU Tu A hgjjgndo gli Sue defi incalzati i S afsoni, refa nella Turingia riftgta* p
titoli, e qualit
i
con
'
i
Na
ErfurdT
5 ^2
DELL'HISTORI A VENETA
,
MDCXXXVT
altertan^
I
Aoft
\ctjjl
I
fucell'
armi ,
do
quelli , conErfurd, e penetrati nella Franconia, furono da rifpinti . lui ilBaeiuntifi colGalaffo, a lidi della Pomerania rifcoffe dmuouo , obligannier, rinforzato dall' Vranghel, fi paghe a realtri per mancamento di prouifioni, e di
gli
ch'era cuftodita da' cedere. Refafi poi alVerth Hermeftem, airElettor di Colonia fin Francefi, fu indepofito confegnata quella Piazza afpettanto, che la caufa di Treueri, al quale medeiimo Verth volle actaua/fi decidefse. Dopo quefto il al foccoril Vai mar accorfe velocemente coftarfi adHanau, li Duca Carlo battefle fo, che non pot riufcirgli, ancorch d'impedn^gh '1 cammo. VoltoHi di Lorena, c'haueua tentato d occupare per tanto il Duca nella Franca Contea tentando entro nel! AlBifanzone, Citt Imperiale ; ma indarno ; ond s'efpugnafie. Queiti, fatia. lafciaodo, che Hanau dal Verth conquiftata la Piazza, lofeguit, congiunto col Duca
&
Capi, e vedendo trattenuto il Vaimar lotperdita del Cannoto Rheinfeld, l'attacc, obligandolo con che fi ntrouaua^ mYto /ne a leuarfi In quefto incontro il Rohan , Rohan 4 mori j30co apprefib il Duca Bernardo, rileu tale ferita, che jihetnfeU allaRepubhca 'appreflb, lafciando l'armi, che foleua veftire,
Sauelli, e
dopo
con
.
altri
lafciaalU
Republka
It/ue
mu
monumento della IdiVenetia in dono d'affetto, Arche loafcrifle nel numero de' pi celebri Capitani del Mondo . per incalzarla., , I Cefarei, non contenti di quefto fucceflb, perderono la vittoria ^ mentre aLaufemburg, doueil Vaimar egfi fece apparire, quanto vas'era condotto, iaffalirono, di forglia il coraggio di Capitano eccellente, perche inferiore che gli ze, gl'incontro , e combatt con tanta iifolutione, Cannoil fconfilfe, tagliando quafi tutta la gente, occupando nel numero de prine, e il bagaglio, acquiftando rinfegne,e R'iemgioni pi infigni numerando il Verth, e l'Echenturt. premio delfeld, fotto la quale il Vaimar fi riconduffe, fu il
gloria,
& m
&
poiNcoburg,eFriburg, feguitarono. Ci tutpreiente m ita.ia tauia accadde nel profiimo anno ; ma nel Monferrato , il trafportata la guerra da gli Stati di Parma nel
la vittoria, e
torte di aiciocLeganes fupponeua grandi progreffi, trouandoli altro apparato to mila fanti e cinque mila Caualli con ogn Nel le Langjie_da dallefito la fperanza non fu fecondata.
.
,
Ma
Marti-
'
LIBRO DECIMO.
5^3
MDCXXXV/I
fi
Martino d'Aragona fu occupato Ponzone, per aprire la ftrada a' foccorfi del Mare, e la comunicatione col Finale. Gii d'
acqui fi a, dagli
Spagntto'-i IAs, volendo Nizza della Paglia forprendere, viginnfe a tante Vomonc 'horcdi giorno, che reft facilmente fcoperto. Non (limando 'dccorofa la ritn^ata^fif )rtifc in vnconuento^obligandoilLe'ganes, che per la debolezza del luogo ne fper breue l'acqnifto, a concorrerui con tutta l'Armata . N s'ingann, per[che dopo quattro giorni'l Gouernatore s'arrefe , fortendon^* 'quattrocento Monferrini^ ducente quaranta Francefi, e qualche e Nizza: 'Caualleria Sauoiarda* Indi tra pa(l:ito nel Territorio d'Afti or- co n fenfodi din a Fihppo diSilua Toccupatione d'Algiano, che riufc fa- Mantoua . della cilmente. Col Duca diMantoua, che fi doleua per Tinuafione Reptiblica* 'del Monferrato, e co' Venetiani, che non intendeuano volen- co' quali
'tieri
Gouernatore di Milano, allevfarerifpetto, doue trouafie preigando di noncfier tenuto ad 'fidij di quella natione,che con le moleftie,e conlegelofietormentaua le frontiere del Milanefe Terminarono prefto con-, quefto periodo i progrefT dell'armi Spagnuole j perche, ritorifuoi danni,
fi
giuftific
il
pero gtujfi
fica le
fue
inuafioni'l
Leganest
Francia ilChrichi, dou'era ftato per giuftificare lapaffata condotta, vnitofi con fi mila fanti, e due mila Caualli Rocca d'Araflb, poco prima da ghSpaa Sauoiardi, tent 1' gnuoli occupata; ma, approflimatof'l Leganes con tutto Efercito, fu conftretto di ritirarfi . Con qualche fcorreria fin poi la Campagna, e con gl'incontri, che furono d non poco termtnan momento tra Brem, e Vercelli, doue il Villa batt l'Aragona dofilefat' ttoni con morte d'alcuni Offitiali dal canto di Spagna, e tra loro di per con coffa de in^ gli SpaSpadino, promotore noto del primo afiedio a Cafale; Vicmanza dMonbaldone, cimentandofi i medefimi capi, pu- gnuoli . re la peggio fi riport dall'Aragona, che appena faluatofi con k fuga , abbandon fei Cannoni, e il Bagaglio. Gli accidenti poi della natura promolTero nuoui , e impenfati fucceffi ; perche ritalia, per la morte di due deYuoi Principi grauemente afflitta, apr'l feno a nuoue percoffe. Il Duca Vittorio a'fetMorte di jtc d'Ottobre in Vercelli nel cnquantefimo primo de gli anni P^ntortOm
nato
di
&
tennin fuoi giorni con vari; giudicij fopra la qualit del fuG male, non mancando alcuni, che a Veleno F afcrlfero , portog li dal Chrich, o per gH odij priuati di lui, per le pu bli
Nn
che
_5l
MDcxxxvin
DELUHISTORIA VENETA
(eguitato
\fodalPri.
^.mogenit9
\
che diffidenze della Corona , e voleuano cauarne argomento da vn conuito, doue col Duca fi trouarono il Conte di Ver* jrua, fuo pi confidente Minifiri-O) Se il Marchefe Villa, fide* liflmo Capo deirArmi, de'qiiali, caduti infieme col Duca in* fermi, il primo mori, e l'altro appena con la robuftezza della complellone fuper gli accidenti. Crederono altri, che la_j poluere del Diamante, datagli gi qualche tempo, hauefle le parti interne corrofe. Ma, oltre airefiere i Francefi da tali arti abborrentij non ha da parere cofa ftrana, che il Duca, macerato da molte cure, e da lunghe indifpofitioni in etauanzata, correfle la forte comune,* onde intaicafi dubbij. Se occulti, pi conueniente credere alla natura, che autenticare la fraude. Sia come fi voglia, lafci con tre femine , due mafchi in teneri/lima etv, a quelli la guerra per heredir e per patrimonio rinimicitia d vna delle Corone, e la diffidenza dell'altra, fenza l'appoggio d'alcuna fincera amicitia Francefco Giacinto^ ch'era il maggiore, gufl:ato appena il
&
del comando, fi dalla morte dopa breui mefi rapito , lafciando il titolo a Carlo Emanuel , fuo Frarimafati a \SiiCceifione tello. Defonto Vittorio la tutela , eia Reggenza fu a (Tunta dala Carlo la Duchefia Chriftina , allegando la volont del Marito efmuntteie prefla nel teftamento, che a lei fola la demandaua. I PrinciChrijltnay ginja a^ pi, Mauritio Cardinale, e Tomafo, pretendeuano d'efferne a volont parte, evi premeuano tanto pi, quanto che, credendodubdeAnribia la vita del picciolo Duca, d'et tenera, e di fiacco temtoya^vime\do ti Co- peramento, e che dalle leggi dello Statole femine fofferoefcluusrm f, apriuano il cuore a grandi fperanze, che potefle ricadere in loro la fuccefione. Per quefto il Cardinale, che in Roma fi tratteneua, fi parti dalla Corte, ancorch il Pontefice, dub..'biofo di quello accadde, procurafie fermarlo con oiFerted'imp.ir titoli ^enioMal pieghi, e Vantaggi. EgH,accoftatofialPiemonte,etrouatoa* rn'o dt Ro Confini vu'ordiuc della Ducheffa, che s'allontanaffe , con prma mefia in tal cafo di fodisfattione, e appannaggi, non e/fendo anancora
'
nonch
fa/ce
cora le cofe in grado dVfare la forza, fi ritir nel Genouefato . Il R Lodouico , fciolto da quei fofpetti , ne'quali la condotta af^ ienm^t ^^ ^W^^ ^ %^ce del Duca Vittorio \o tratteneua, fi rallejgraua di veder la Sorella Re^ci; ente, la quale, non potendo
LIBRO DECI M O
adherire a' Cognati, n di loro
fidarli,
.
5^5
rimancua aftretta ari- MIKXXXVM coucrarfi fotto la di lui protettione Airincontro gli Spagnuoli per quefta dipendenza 5 e congiuntione di fanguc pro- ofcruan do ne le Co .curauano, chcrdufafoire, almeno, che diregcflcil eoiicrno ZZ-'n.^ con autorit cosi limitata e riltretta , che non potclle inkrir [ceffi Ipregitiditij a* loro intere/Ti. Attendendo perci dal tempo ac.cidenti, poco il Leganes cur di profittare in quella congiun'tura colFarmi, f non cheilCaftello diPomar nel Monferrato 'occup, d'abbandon tofto , che vide il Chrichi riunito col ... Villa. S' erano quefti due Capi congiunti, non oftante i loro ua\noHrc diigufti , trapanati anco a publica diffidenza , dapoi che il Chri- cpprendtjchi, prcualendofi della morte del Duca, haueua tentatodigit-j^^o/z/^wor
!
itar prefidio
Francefe in Vercelli, &: il Villa l'haucua precorfo|''^'^^/^^i" ^^' con introdurui poderofo rinforzo , di militie Sauoiarde . L'altro' J^/^* {accidente, che diede non minoi-'apprcnfione all'Italia, fu la mor-| ^acufnc. |te di Carlo, Duca di Mantoua, a' ventuno di Settembre, fegui-'ce^e carit
nel feifantefimo primo della lua et. Egh, mentre viffe pri-i'^'^<> ^ uato, haueua tenuti varij penfieri, edifegni daPrincipe gran-|^^^J*.
[de
I
giunto con rara fortuna al Principato, tra e,raui trauagli!,-^ rutfu fi relie con genio, ecoftumi priuati. In Carlo cadde la Succef-|(///^ /r^fione, Nipote del Duca Defonto, e Figlio pure del Principe i''i^'^/^' CarloDuca di Rhetel, d'anni minori, eperci raccomandato j^^"^;^'^ e^ infte col teftamento, econvn codicillo dell'Ano alla protettione de'; mefotto la Francefi, e de Venetiani,& alla reggenza della Madre, Princi-' pefla di prudentidimi fenfi, la quale niente alterando lo flato della Madre. delle cofe prefenti , efig il giuramento per nome del Figho, inui a Venetia il Senatore Paraleoni , per ricercare le co'ntinua- per le cui
;
ma
&
injian^e a
te affiftenze
zando, so immediate con Cefare offitij efficaci , per diuertire ogni jien- te il Sena, fiero di nouit, & h\ Spagna port rimoftranze, accioche T to pYeJo\ k Corti ,\ Infinta Margherita non penfaffe di ritornare a Mantoua, per Cefarsa.c feminare moppoituni fofpetti. N fu diilcile il confeguirlo Cattolica impercioche, f bene a gli Spagnuoli non piaceua Tafliften- chepisHa] |za in Mantoua del Signor della Tour, Comandante France- mente con corrono ne fe, ad ogni modo, apphcati a maggiori vantaggi dalla parte le r ichQ del Piemonte , ftimarono bene pe r all'hora da quella di Man- Jle.
i
e la direttione del Senato . La Republica , rinfordopraftefaffine di preferuare quello Stato, le fue diligenze, paf- ficacemen
,
'
Nn
^tuF
, ,
5<?(J
;
DELL'HISTORIA VENETA
tona non promouere turbolenze. Cosi laRepublica, refendo dofi i l^ene -qinera,e ficura, riform, e diminu'! numero delle militie , tiarii nm che afairiguardeuole in Terra ferma teneua, e richiamato il folo d Sol(General Giorgio , lafci con titolo di Proueditore Michel Priudatefche , Itbe- jli. S'applic in oltre, conforme i fuoilnftituti, tanto pi demj^ f?jdo Fra, dita all'arti della pace, quanto pi in quelle pregiali di riufcir* irwda deeccellente, a fgrauare l'Erario da molti debiti per gli lunghi difpendij delle palTate guerre contratti , eilendo fuo antico collume nel tempo di quiete raccogliere le forze, per valerfene- pi validamente , quando la Fortuna prefenta nuoua occafion di franagli. Haueua ella perci riferbato non ifprezzabile thcforo per gli cafi pi grani, eftremi, accettando pi tollo danari a intereffe da perfone priuate, che tanto fuddite, quanto ftraniere, haueuano creduto depoiito certo quello della Publica fede. Ne rimafero punto ingannati, perche fu deliberato d cauare vn milione d'oro da' Puplici fcrigni , col quale, e con altre fomme, che da vendite di certi beni doueuano eftrarfi fofle fodisfatto in primo luogo quel debito, al quale per interufurio annuale pagana fei, e fette pei* cento, con facolt tuttauia a creditori di continuarlo per r^uuenire nella Zeccha_* ma con foli cinque per vfufrutto 3 con che diminuendofi'l cenfo, fu quefto foprauanzo applicato ad qftinguere la forte principale del debito fteffo
alle<i^ere
l'
MDrXxy vTi
&
ANNO M
Adinifri
DC XXXFIIL
Spagnuoli fegretam,
us'adpirti'
ToinVeglt,
Dalla Vicereggenza di Napoli traghettando per mare in Spagna il Conte di Monterei, e palTando perGencua nel principio dell'anno corrente, conuennero in Pegli i Miniftri Spagnuoli a fegreto e grane congreffo fopra lo flato degli affari,
,
Tortadof
I
Farmfot,
to
Brew.
e ladirettione della futura campagna, nella quale s'apriualoro Foccafione di grandi profitti Inuiarono a Madrid i loro pareri circa i'inuadere il Piemonte, e in quel mentre, che vemuano gli ordini, e Icrifpofte, deliberarono di fcacciare da Brem i Francefi, accioche adcuratc le Frontiere, anzi le viicer^.^ fteffe del Milanefe, con diftrattione minore poteffero contra_
.
gli
Stati de'Sauoiardi
"^
nel
m dh_i
Marzo
LIBRO DECIMO.
Marz-o
il
5^7
MDCXXLtlX
Forte fu prima iniieftito, e poi quafi fiibito cinto da tutto l'EfercitOa e per leuargli'l loccorfo, la Ripa del P fu talmente fortificata, che volendo ilChrich fpingcrui per barca rinforzo di alquanti fokiati, il tranfito gli reft prohibito
.
chiu't 9'
gni tentati
potendo egli acquietarli voleuaefperimentarlodinuouo, quando nell'ofleruare ilfito, per piantare vna batteria , cho? obligaffe gli Spagniioli a recedere 5 colto da cannonata, Lafci fopra queitcrrenola vita, infieme concetto di Capitano in Italia da tanti anni in qua pi nominato, che felice. AlTbora mancando di Capo 3 fi sbandarono quafi tutte \c militie Francefi, che non erano moke, e gli Offitiali ripaiTarono l'Alpi y onde al Leganes fu perme-To , quafi fenza contrailo continuaIl prefidio fenza fperanza d'aiuto fi dk(c ^Rai re l'imprcfa fiaccamente Cinque batterie erano alzate con venti Canno-
Non
HO a Chr'
chi
&
fctogliett'
dofi per la
dt lui
mer
te l'Efercir
t'.
indarno tentata, fu pofta mano agliapprocci^ che fi chiamano a core guadagnata vna dell'opere citeriori no, non pot conferuarii, perche gli allediati la ricuperarono. In fine, dall'attacco di Carlo dalla Gatta Napoletano pi che altroue prefkita la piazza, s'arrefe La guarnigione, che vfc in numero di mille, e ottocento foldati fu conuogliata_^
ni.
La
fcalata
rendefila
fu tagliata la tefta.
aGoueinatore, cheMongaiard fi cbiamaua , A coftuij che da viiffima nafcita era falito per fauore delChricbi a cosi importante goucrno, s'impua Caffle,
ini
,
&
'
decoLita
'i
c'haaefTe indebolito la dikfa coli'appropriarfi le paghe, affrettata la refa, per faluare gli accumulati thefori, ond'egli comprob col fupplitio, che di rado vilt troua fcampo,
&
Jouema
delU\
tare
Ma.
quando appunto pi auidamente f lo procaccia. Per diuertire la nuoua Reggente da concorrere con le fue forze a' tentatila d pre/riiare la piazza, e per farle credere dal Piemonte lontani pericoli, haueua il Leganes inuiato a Genoua l'Abbate Vafquez accioche col Caualiere Ogliani , efpeditoui dalla Due hciTa, fi diuifaiTero i mezzi di componere le differenze co' Cognati, e con la Corona di Spagna, Ma ne'difcorfi eiUndo difficile conferuare lungamente la fimulatione coperi
ta, fa prefto dif.ioltoil congrefTo, accortili i Sauoiardi, che tutto miraua a fofpendere gh aiuti Francefi, a dar tempo
&
>
Nn 4
cife.^
5<S8
MDCXXXIIX dtSpagna \0rdman9le
DELL'HISTRIA VENETA
ciky che nel Piemonte fi portaffero rArmi, che fi ibmentaffero i Principi, richiamando da Roma , doue s'^ra ricondotaggrefsioni to Mauritio , e di Fiandra Tomafo , accioche con la pcritia^ \delPtimmih'tare non folo 5 ma coirautorit del nome', e coli' affetto co(lretta de' Sudditi facilitaffcro alla Corona i progred Si trouaua la \i aline he grandidme anguftie, cinta da fofpetti, e da inDuchefla in \fa a capito fidie 5 gli animi de' popoli eflendo alieni , fcarfo il prefidio iar co'tr, che dalla Francia fperaua 5 perche , per ridurla al fuo arbitrio, il Richelieu amaua d lafciarla in pericolo. Il Leganes, per Tacquifto di Brem faftofo d'haucre (cacciati dal Milanefe i nemici, e con Tintelligenza , cheviteneua, fper and d'inj
fi
Me-
Maggio. All'hora la Dncheffa conuenne gittarfi nell^^ braccia de'Francefi conchiudendo vn trattato, che Tobligaua Di fare -per due anni la guerra a gli Spagnuoli c^ a Principi loro adherenti , 'vnenjo tre mila fanti ^ e mille ducento Canalli, a tredici mila cinquecento huomini , che il 2{ , fenza pretendere
,
rifacimento di fpefe , anzi pagando gli alloggi , s'ohligaua di mantenere in Italia . // che di prometteua di non far pace
confcnfo
comune
^ fenza
ra
col totale
nuilft^po
che fofje al Duca conferita l'inueflitu/' haueua ottenuta fuo P^dre . fteffo ^ che
Non
to,
il
del di lei
St atc^
ri
tempo, che portaua il trattaconofceua per efferfi la Sauoia talmente con la Francia impegnata , che non hauerebbe pi modo di fuilupparfi 5
oftante la limitatione del
mafo
all'armi France-
aW meroCiy clic non folo goderebbero a difcretione gli alloggi , ma j.^ma Ihauerebbero prefto d'ogni piazza fpalancate le porte. N and vano il giuditio ^ perche, non fapendo la Ducneila_. ;,^, prejidiand chi tra' fuoi Ridditi poter confidarfi , d'improuifo fotto f/r,fj0,^pp^rema di dare la moltra , introduce buon numero di rranceli per lua iicurezza tadciia. Turnio , e \q.\\^io vn Keggi-
mento
nome,
per colorire
il
tra-
Armi
il
giorno in
Italia
Cardiii^ils
della Fai'Csia
I
.
pafTo, ^\ confegn la cuftodia della Cittadella. giunfe in Italia, per comandare all'Efercito, \ Cardinale,^ della Valletta, non feguitato da forze proportionate al bifogno5 con tutto ci s'applic immediate a riuedere , e munire le piazze, entrato in Cafale fcopriJajtrama ,_che_vi
Poco dopo
&
telfeua
&
^__
teflcua
della
il
LIBRO DECIMO.
Lcganes
,
5^P_
MDCXXXnX
Vedoua diMantoua vi comandaua, col fuo arrefto fu difTipato ildifcgno d'introdurijii gli Spagnuoli. Ma del foccoiib di Vercelli non il trouaua il Cardinale in iftato di fperarc felice l'euento
j
della quale eflendo aurore con afTenfo] Principefla Ottauio Montiglio, ciie pe'l Duca'
che afs
le dall'
or*
ditegli in*
[idie.
forze Francefi , dyMiopt del Piemonte paffauano tra confufione , e fo- pero come tutte le icofe foccorrer fpetti. Nella Piazza fi patiuano grandi mancanze, perch;^^' Vercelli , fin dal principio dell' afledio fi trouaua di molte cofe sfor- m anche* di nita 5 con la guarnigione , difuguale all'ampiezza del giro , '/iole molte pr Il Marchefc Dogliani , Gouernatore, coli* ingegno, e coleoai/ioni raggio ad alcune fuppliua, tenendo con alcuni pofti, e corL_ frequenti fortite i nemici lontani. Ad ogni modo , perfettionata dal Leganes la circonuallatione che s eftendeua per ampilTmo fpatio, in riguardo del fito , e del Fiume Sefia , che e ^agitar d^jneite forma alcune Ifole, e Chiare, profeguiua caldamente Tattac attaccate, | co. Al Cardinale, che raccolfe con gran fatica l'armata , fu da pioggie inceffanti ritardata pi giorni la marchia. Infine, venuta la Ducheffa a Crefcentino, per dar calore alFimpredop quA fa, fi prefcnt egli alle linee, ma non hauendo vigore , per che contri isforzarle, il Leganes lo tratteneua con fcaramuccie dela^ fio. Caualleria, non intermettendo punto i'oppugnatione , anzi sboccato da pi parti nel fofib, prefe due mezze luned'affalto 5 e fopra vn baftione alloggi le fue genti Tuttauia il Dogliani relfteua intrepidamente, vedendo il foccorfo vicino , il Valletta in faccia, che procuraua introdurlo, circuendo il Campo, efplorando fiti, occupando pofti con maggiore applicatione, che forza. Corrotta, per quanto fi dille, vna_^ u'introdft ientinella , fpinfe il Cardinale per mezzo il quartiere degli ce rinforzi Alemanni, trafcuratamente guardato , dentro Vercelli mille foldati. Ma non ball, per rallentare TafTedio , anzi puniti cfemplarmente alcuni fltiali, incolpati di negligenza, il Leganes raddoppi gli sforzi, riftrinfe le linee, incalor i lauori, e minacciandofi da' Francefi, per diuertirlo , il Forte di Sandonal, ^gW fotto il Cardinal Triuultio vn altro corpo d' Armata, compollo d':x\c\m\ Suizzeri, e delle militie forenfi , per foitenerlo. Cosici Valletta, per non eflere colto in mez-
impercioche
oltre
alla
tenuit delle
ZO
DELL'HISTOIllA 570 MDcxxLiixJ2-Q^ conuenne allargarfi, ma per vltinio tenratiiio cfi concerto con gli afTediati procur cfocciiparc eerta Ifola della Sefiaje non effendogli ritifciro fintento in altro luogo con furiofa^ batteria, ftudi d'incomodare ii Campo nemico Tutto indarno j perche, hauendo la piazza perdute Felerne fortiFxcatioil Nemi e tenendo le breccie aperte le mine pronte 5 ma. Hm bafticne alloggiato 5 il Cardinale , faccheggiamico fopra vn jcfficienti to Paleftre , fi ritir , 6^ il Dogliani ad honorenoli patti nel rendefi a fatti d-f fine i Luglio s'arrefe. Da tal focceffo abbattuti d'animo
5.
VENETA
&
Francefi, e confufi
fortifica-
Sauoiardr, reftaua
comodo,
tempo
al
gmes^
iIITlI Leganes per maggiori progreffi. Ma , nire, e reftaurare Vercelli, poi caduto infermo^lafciaFranracciHfa cefco di Mclo il comando dell'Armi, che altro non conquidaI Venetiani eernot l'ono, chcPomar, doue demolirono il Caftello. to il Cafiel che, dopo le mal corrifpofte confidenze con quella Cafii, fenzaj lo. prenderficuraofferuauano g'intereffi della Sauoia^vegliauano Intenta la douepareRepublica con altrettanto penliero fopra lecofe dMantoua,
agi Intere]
s'intor-
Jidih/Untofta,
bidaffe la quiete. Ella, fubito affunto il gouerno ^ M. comemvela nofcere \ non volere pi folamente dipendere da quella CoroVrin.tpeJJa na; ma defiderare l'amicitia anche della Spagna, e fottoFom-
x'Hof Anco
aCefare con maggior ficurezza, e decoro. Le pareua^ CufonaCat che iFrancefi foller horamai in Cafale , e nel Monferrato pili tli e a arbit-i, che protettori. Perci introdufe a Vienna, e in Mie deV Im lano pratiche occulte, e per renderfi nel comando affoluta./ f ^ sta: ore confid alMarchefe Guerriero, fuo dipendente, il gouerno diPorto , e demand reducatione de. Duca al Conte Scipione Arrigoni, che prima alMarchefe Cauriani incombeira. Per tutgiarft
.
ia
bray e
la
con tmha
tione
de
.
Franieji
tocchi d'acutiflma diffidenza i Francefi inuiarono ^ Mantoua il Signor della Tullerie, che rifiedeua Ambafciator opin Venetia, ancorch il Senato non cr^dele per alfhora ,quella_, portuno irritare d' auantaggio F animo infofpettito d cori giouanePrincipeffa, oltre modo gelofa della faa autorit, ogni inftanze molefte. Ma, ftimando i Francefi d rompere altro trattato , colmoilrare d'hauerlo fcoperto y non fecero ^ che, rimoli 1 nuouj , fche accelerarlo. La Tullerie ricerc
to ci
3
,,
LIBRO DECIMO
&
571
Minillri, tWa continuaffe a feruidi de gli antichi, e de' pi MDCX7LIIX confidenti della Corona.; e la Principeffa, interponendo ragioni alle fcufe fotto pretello di volerne informare il R, prefe tempo, fofpefo in quel mentre per qualche giorno ai Mar- econoffi \ti) aggiunto all'i'-^ a di lei chefe Guerriero per apparenza il gouerno^
Arrigoni il Conte della Rofcie, Cameriero dei Duca Defon-j^r^I" IO. Non reftaiiano tuttauia i Francefi contenti, perche Mi- ^nucli in Venetia particolarmente rAmbafcia-' niflri Spagnuoli, tore della Rocca, ailunta nublicamente, fi pu dire, la protettione della Reggente, inftauano al Senato, che s'interponeHe per rimuoucre tali moleftic, &in(l:anie, chetendeuano adefercitare apprcfTo la Principeda prepotenza, e comando pi torto, che amicitia, configlio La Principeffa medefima, efpedito a Venetia, per Ambaiciatore Straordinario, a partecipare la Succeflione del Figlio il Marchefe Nicco!a_. Gonzaga, rinforzana gli ofttij, n il Senato rnancaua col La ?nnmezzo d'Angelo Corraro, Caualliere, Tuo Ambafciatore a^ eipejfa par Parigi, e di Luigi Molino, inaiato Ambafciatore Straordina- tictp4 ai Senato la rio a Mantoua , d 'impiegarfi per tutto, affine d raddolcir^^ Sficceffione le acerbit, e fopire le amarezze. Ma, efpeditofi da Manto- del t^lh, u in Francia il Vefcouo di Cafiile, per informar' il P^ de' fuccefli, e nel medefimo tempo a Vienna il Marchefe Gio- CQrrifgofa, uanni Sigifmondo Gonzaga, per chieder Finueftiture, venne cenfiraorappreffo la Priqcipeifa il Conte Federico Attimis con vn feAmbajcia gretario per nom^e deli' Imperatrice, fua Zia, fotto pretefto di confolarla, e fopr aggi unto, da Milano Diego Saiauedra a titolo i complimento,) fu ftabihto tra loro, e la Principeffa medcfim.a fegreto trattato, clic miraua a cacciare di Cafale i Minillri di quella Corona, il Prefidio Francefe. AU'hora fcopertolo, ma volendo diffimularlo , fi partirono da Mantoua; la Tuilerie, perche neirAmbafciata di Venetia il Signor d'FIufs gli era ffato fcitituito, ritirandofi a Padoua a titolo dicurarfi, e quello della Tour, come per diuotione, viaggiando a Loreto. La Principefia, godendo d'hauerfi allontanata la loro afiiftenza, inui il Conte Arriuabenc,fuo primo Segretario di Stato, a Venetia , per fiir fapere al Senato, che non hauerebbe per molti difgufti, che pretendeua, pi am-
&
I \
meffo
572.
'
MDCXXXnX ineflb la
eihatiir
fijjunto
il
Tour, anyJ, hauendo ella affunto il Generalato dell* armi, non teneua bifogno d altro foggetto di quella natione, che le direggeffe. Si dolcua, che al Montiglio fofle fiata in
Cafale per ordine de'Miniftri Francefi tagliata la tefla^eche to dea' Ay- fi credefle in Parigi lei non folo effer confapeuole, ma autritti) ad ef ce della diuifata traditione della pia^za All' incontro il Sici ufi OK e ritornato in Mantoua, follecitaua, che de" Fr art- gnor della Tullerie, cefi allontanafTe il Marchcfc Guerriero y nel gouerno di Porto rianche quel della Valle y creduto partecipe dell' ftabiliro ,
Generala.
&
dofi Cefu-
intelligenze, in Cafale fcoperte. La Prinoipeffa, delle trame profelandofi ignara , rigittaua Tinftanze , come aliene dalla., hbert di lei , e dalla dignit del Figliuolo Non s' acquietadichUran u la Tullerie; ma, fentendo in fine dichiararfi dair Impera.
yt di pr,
teg^erUp
tore, c'hauerebbe fpedito a Mantoua vn fiio Commiffario , f pi lungamente vi fi trattenefle l'Ambafciatore Francef^-^ ,
Conte Bonzi Fiorentino, per Refidente. in fine proromI Venetiani , vedendo , che i torbidi poteuano rinforzarono in Mantoua il prcpere in peggiori accidenti, fidio, fino a mille cinquecento Soldati, & altro numero n^
part, lafciandoui
il
prontamente introdurh, f il bifogno portafle. In quefto tempo accadde notabile incontro fra le Galee delle due Corone sul Mare. Rodrigo Velafco con_^ quindeci delle Spagnuole sbarc militie al Vado,- indi partito, fu colto dirimpetto a Genoua dal Signor di Poncurl, che con numero pari lo feguitaua. Fu fanguinofa la pugna, feparandofi con numero, fi pu dire, pari de* feriti, e de' morFranceii ne ti, ma con perdita difuguale de* legni,* perche i conquiftarono cinque, e tre gli Spagnuoli. Non pareggiaua
[frefo
Ce(
no fia
Jeacciatifi
da
per tareuento ifucceflf dell'armi, che riufciuano alcroue, o i deboli, auuerfij impercioche , portatifi contra Sant'Omer Tomaio, Marefcialli di Sciatiglion, e della Force, il Principe du^-^ prefo vn fito opportuno, per accamparfi, v introdufle
poi sforzato vn quartiere gli obligo a ntiraronde la campagna termin ne'Paefi baffi fenz'altra confu demolito, quifta, che del debole Caftello di Rentij, che dopo volaty del Catelet, che dal Signor d'Halier inueftito, due mine, fu ricup erato d aifa lto , ejaghatojMPgJ:^^ " "" "" dio ]
ioccorfo
;
pre/idio
dio di feicento
57? Spagnuoli . GliOlandefi, per fecondare queft* MDCXXXIIX imprefe, fortiti di concerto in campagna fotto il Conte Guglielmo dNafsau, s'auiiiarono con cinque mila huomini vcr- progyede doghOUn fo la Schelda, per occupare quei Forti, che, difendendo gli deji lungo argini, preferuano dall'inondationi'] pacfe e ne forprefero la Schelda alcuni, e quel di Cal particolarmente ^ ma,; giunti all'altro di Santa Maria, accorfui le truppe Spagnuole , furono rotti ma con
,
IBK O DECIMO.
con perdita di molti , af}op,ati nel Fiume, ed' altri caduti prigio- varU for^ tutta ni. L'Oranges, fenza sbigottirci a s infaufto fucce/To, tent colgroffo deiruoElerciro la piazza di Gheldernj ma, venuto al foccorfo il Cardinal* Infilate colLamboij, che conduceua.^ cinque milafoldati diCefare, attacc il quartiere del Contea Cafimiro diNaffau con tanta profperit di fucceffb, che, penetrate alcune Trinccre, ancora imperfette, lo fece prigione, &: introduiTe tale foccorfo , che oblig gli Olandefi a leuarfi con abbandono d'alcuni Cannoni nell'acque, che, tagliate da gliafediati in pi parti, inondauano tutt'ilPaefe. Nonf difiiguale la
rigatati
dalCardfm
nal' Infante
Fortuna de' Francefi a'Confini di Spagna, doue, per portare la guerra nella propria fede al nemico, il Richelieuhaueua deliberato d'introdurre le armi . Il Principe di Cond, raccolto nella Ghienna vn'Efercito di dodici mila huomini, giunfe al Porto del Paffagge ^ doue, occupando alcuni Vafcelli, che vi flrauano forti , altri ne abbruci, che fi fabricauano, allediando poiFonterabia, piazza Frontiera, e chiane della Na-
daQhe
dertt.
partatefi
da Cond
le
aggrefdiSpa*
ftonineCo
fini
doue il VidafTo sboccando, apre la foce, per accogliere la Marea dell' Oceano Non fi pu credere quanto f ne commouelfero i Kcgn d Spagna, auuezzi a non fentire in cafa il nemico, e fotto Ti prefidio dell'opinione, e del fallo, a godere tranquilliflima calma. Perci, correndo a gara le militie,e la Nobilt, fi form prontamente fotto l'Almirantedi Cartiglia vn'Armata,ches'approf fimo con forze valide al campo Francefe. L'imprefa per fiacchezza, "e difunione de'Capi, procede in lungo pi del fuppofto , dando tempo all'Armata Spagnuola di prefentarfi, la quale, d^mprouifo comparfi, s'affacci alle linee, per dare i'afaltOc Il Cond, i^ipendo, che da quella parte fLiuano a guardia del.
gna .
che mette
mconta^
nente
piede
vn Armatain
.
csn inopi-
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uca|;>ii?/Vg,
della
174
DELL'HISTORIA VENETA
principalmente tcneua fofpetti cfintelligenia^ con g? inimici 5 ne fpinfe altre a rinforzare quei pofti, ma , non volendo le prime cedere, conuertirono tra loro l'ofTefe, e le armi , lafciando quafi fenza contrafto a gli Spagnuoli 1* ingreflb . Il Marchefe di Torrecufo fu il primo ad allalire la circonuallationej ma quel di Mortara hebbe Thonore dipr correrlo nelentrarui per altra parte 5 fecondato poi da tutto con ifcom- TEfercito con si poco fangue, che foli fedeci morti, e cenliglio de' tocinquanta fi numerarono i feriti. Dal canto de'Francefi tutFr ancefi to fu confufione, fuga, e fpauento, refta^Klo a' vincitori il campo? pieno di preda, d'armi, e d'appreffamenti Alla Cor te di Francia pe'l danno, e per la vergogna fu con grande acerbit intefb il fucceffo , perche pareua , c'haucire mancato pi la fede, eia prudenza de' Capi, che la Fortuna, la forza dell' Armi Il Cond ne fu affai biafimato per la trafcuratezza j non difgiunta da grande cupidit di profitto , con la quale-> egli al Duca della Valletta rimhauGua condotta Tlmprefa, proueraua infedelt, e negligenza, a tal fegno, che quefti $ per fottrarfi dall'ira minacciante del Cardinale , in Londra fi ritir, il di lui Padre, Duca di Pernon, conuenne ridurfi e ahret-.ixWQ Cafc priuatc, abbandonato il gouerno fuo di Ghienna # Vittolt!!tw!. Acclamata in Spagna con grandiffime felte cos lieta grcuiade ria, il R con eftraordinarie preminenze, e vantaggi rimuglt Spagnuoli , ner il Conte Duca, quafi che dalla Ai lui direttione hauefle prefo vigore la Fortuna dell'Armi, non fenza grane mormoratione d quelh, ci/, efpofti a' pericoli, &a'cimenti nel cam.
.
&
&
mij, e le laudi. In tante parti fparfa, e dilatata la guerra, la variet de' racconti, che per ordinario diletta, hora, interrompendo troppo fouente il filo, quafi pare, che 9izncnt Afpiraua in Alemagna il Vaimar a ftabilirfi vno Stato SouraVaimar no, e bench col danaro, e coiraflflenza della Francia manegafpira /a_. giaffe la guerra, nondimeno a'fuoi vantaggi la direggeua *
.
Vittoria con le piazze occupate , poffedeua vn Demi- quafi tutta TAlfatia, Prouincia d'antico Patrimonio degli Auma flriaci, e pelfito fuo, e per l'ampiezza riputata di grande importanza. Ora i\ port ad inueltire Brifach, fortiflima,.
^flabilirfi
CermayjA
Dopo
la riferita
pia-
LIBRO DECIMO
575
MnrxXxnx
piazza, con vn Ponte su 1 Rheno, e in confeguenza comoda ejfedia per la nauigatione del Fiume, e per lo pafTaggio di terra, e Brifach. occupado pcrfettionato lafledio la sforz ad arrenderfi, hauendo impeUj fsnxa dita ogni diligenza de gliAuftriaci, per introdurui foccor- poter effer fo. Fu quefto il pi celebre cafo, che in Alemagna accadef- foccorftLj f, perche nel relto rOxenftern, paflato inSuetia,pcrdirpo- dagli jiuftriac ncre, e follecitare i foccorfi, sbarc in Pomerania con nuocontra i iii fupplemcnci alFArmata, onde il Banier, fatto pi vigorofo, quali pYO&: ardito, occup molte piazze, che il Galaffb, ritirandof , gredifcono abbandonaua Carlo Lodouico , Figliuolo del fu Palatino , nella Toeletto R di Bohemia, col fomento del R d'Inghilterra, e meranio-i ^gli Si-iez^ col fauor de gli Suedefi, che gli confegnarono , per piazza d' arme Minden , e Ofnabrug haueua raccolti nella Veftfalia_, cbenfiediecemila foldati, co' quali congiunto al Milander, Generale \me con de gli Had , voleua tentare la ricuperatione del Palatinato , Inghilter. ira fanm la conquifta d' altro Stato , che equiparar fi potefle,- ma fponda a incontratofi a primi paffi della fua marchia nel Conte d' Az- difegni del felt , Generale di quel Circolo, e de gli Elettori Cattolici Valatino , fu d modo battuto, che le fue truppe non poterono pi riu- abbattuto \daW ^7^\ nirli, & Ofnabrug a' Vincitori fi diede, che con pochilTmo
.
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fangue riportarono vn'infigne trionfo. Tra' prigioni reft in conprgio mimo a' Cefarei Roberto, Fratello di Carlo Lodouico, che, nia delFrt condotto a Lintz, i procur da Cefare di concambiarlo con teUo Gioiianni Cafimiro, Fratello d'Vladislao, R di Polonia, ca-j defidcrado l Impera.! duto in poter de'Francefi , mentre per Mare d'Itaha in Spa-1 toreychci^ gna pailaua Ma non volle la Francia aflentirui , perche , pre-j Francefi telTendo per caufa dell' arrefto , che il Principe andaffe per glieleper^l militare a fauore de gli Spagnuoli, e ricordando i danni, gidl mutino co inferiti fotto llnfegne Celaree dalla Caiialleria Polacca, cre-| Cafimiro diVotona] de il Richelieu oppoituniffimo incontro, trattando con quel! che nolo,
I
felt.
Regno
a dirittura, ftringer'amicitia, e cauando proftto dal; cocedono. cafo, impedirla gU Auftriaci i comodi, che foleuano goder'] chclil\e in Polonia, in particolar di leuate Per quefto niente gioua- publicac6\ rono, per liberare il Principe, gli offitij deTcnetiani, i qua- eftraurdili efpreiramente richiefti dal R Vladislao col mezzo del Ba- baftiaia ron Biboni, fuo Nuntio eftraordinario, a interporfi, haueua- chiedendo no a queft'effetto , per Ambafciatore cftraordinar io al R la dilu li.
1
j
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heratione,
Lo^
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MDCXXXIIX
DELL'HISTRIA VENE
eletto
impetri''
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yladiilao.
Angelo Contarini, Caiialiere : ma^penctrara l'inclinatione delR, e del Minifrro, ne fu la miffione fofpefa 5 onde conuenne Vladislaoefpediruiefprefla Ambasciata, con la quale confegiii la libert del Fratello con folenne prLodouico,
meffa, che Contra U Francia non "porterebbe pik tarmi; cheil'B^ inn (^ il2(egH0 non pretenderebbe per l'arrefio difguMo 5 che dalla Po* lon ta non farebbero per l'aunenire a Nemici della Francia permefje leu ate ) n co' medeftmi a pregiuditio di lei ^abilite alleanze il
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*^n appa
rendo pr in
pio
Tase,
di
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rone confe
negotio della pace al folito anche queft anno langu, nonoftanper? te le premure de' mediatori, per confeguire i pafTaporti che, oltre alFordinario deftino de'gran negotijdi prouarefempre arduo il cominciamcnto, s*affettauano da ogni parte kmalle fperan-r gheize , e difficult , per dar tempo a difegni, ze dell'armi . Anzi nel Mefedi Marzo in Hamburg tra il Signor d'Au per la Francia, e GiouanniSaluio per gli Suedefi, fu conchiufo trattato con promefia Di non efpcdire i Plenipotentiarij al Congrejjo, che prima non [t fodero ottenuti paffaporti per loro
,
&
dcratefor Aiiniftri^ e per quelli de' Confederati nellaforma richiefai che nel m^fi nuo- maneggio profeguir fi doueffe di pari pafo negl' interefsi d' amendue
do,
nato
dU
fcogliendo congiuntamente ; che in caf9 Corone , conchiudendo , di luno-a tregua ognuno refi aff al poffefo dell'occupato^^ accordandoft pace i l'^na Corona rompejfe per l'altra , f non foffero i patti ad alcuna d'efe dal partito contrario puntalmente offmati , II pi
le
Frfincefeil
acclamato fucceflb 5 che mem.orabile rendeffe queit'anno, fu in 'Francia lanafcita del Delfino a' cinque Settembre, che, dopo lunghiffimi anni di iterile Matrimonio, donato dal Cielo
I
R Lodouico
rallegr
feruilfe
fommamente
alle
d'augurio
armi> maneggiate venture felicit, perche fin'hora convgualit, e con bilancio, riduffero per lauuenire la fortuna a piegare in fauor della^
le
Francia,
Il fine del
Decimo Libro l
HISTO-
>
HISTORIA DELLA
577
REPVBLFCA VENETA
DI B
E
Ll'B'B^O
VNDECIMO.
in quefto
^MM^^r?^ Murath
Quarto reggeua
tempo Tlm,
J^tf/NSi'^I ^^'^^ Ottomano nel fiore de gli anni e nel KAmumth] colmo deirambitJone, nodiira da fpiriti belliraioYedeJi cofi, e da non minore capacita nell'armi , 'gli OttQ~\ ^^^^%. che ne' configli. Teneua egli prefifia la gloria manm* de' fiioi Maggiori, ruminandone le memorie
^^
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e fiudiando incelTanremente
gli
annali, e
i ,
gela
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in particolare d)
Solimano. La
robufl:ezz,a
dd corpo
ferocia dellanimo 5 la cupidit dell'Imperio, l'auidit vguale dell'oro, e del fangue lo rendeuano venerabile a' Barbari, appreffo i quali il terrore occupa il luogo della virt. Riuolgeua
futi d
Solimano.
nell'animo contra laChnftianit vaft penfieri, e f nello fteflb tempo fuole caminar del pari la concordia de' Principi Chrifl:iani,e la fede de' Barbari, Amurath fi faceua lecito violarla impu-
ne
al
prefente, che
con
&
infiaccbirfi.
Ma,
ineftinguibili odij gli fcorgeua lacerarfi, per bora lafciandoli inuolti nelle difcordie,
volgefi ai
ajjcnrar
t'
i i
applicaua a chiudere la porta, per la quale poteuano i Perfiani in pi Prouincie dell'Imperio Ortomano internarfi . Haueuano quefti occupata pi per intelligenza, che per for^a Babilonia , celebre pe'l nome^ ancorch non fia, chevn'
Imperio
contra
Terjiani.
i\
i
Oo
ara-
578
MDCXXXIIX
DELL'HISTORIA VENETA
tentata tn
'vano
Bahi
toma
ammafTo delle reliquie, e vn'ombra dell'antica fuperbia, meni Turchi infelicemente guerreggiauano gli anni addietro co' Polacchi. L'haueua Amurath tentata vn altra volta coii^ formidabile Efercito, ma dopo qualche ignobile acquifto', indegno della presnza fua, e di tanti apparati, dalla ftagione,
tre
dalla penuria de'viueri, e da molte altre difficult combattuto, ritorn in Coftantinopoli pi incitato, che diffuafo dalla
infelicit deirimprefa . In quefl' anno vi fi riconduffe con tale difpofitione, che oftentaua la forza di grandidmo Principe , e la prudenza di Capitano eccellente j perche ad vnEfercito,
replica le
aggrejstO"
che fi diceua tfafcendere trecento mila perfone , abbondarono non folo l'Armi, i Cannoni , le munitioni, ma i viueri, 6c ogn altro genere d prouifioni , e occorrenze con tal* ordine, e difciplina, che la moltitudine non fi confufe iru camino, e la lunghezza della ftrada, l'eftefa de' vafti-deferti non confum la moltitudine (tefla Si grande apparato indeboli l'armamento del mare; onde, accioche quello non rimaneffe incuftodito , &: efpofto , haueua commeflb a' Corfari di Barberia di venire con le loro Galee in Arcipelago ad chUmAn vniHi coH le fquadre Ottomane, Coftoro erano accrefciuti a jftfrfA!^fyjf3l fegno, che poteuano horamai dominare il Mare pi rollo, "^ile^^^^^conQrOy perche nel Mediterraneo l'Armate Chrillian^ mare
.
**
nu
gni Barba per la guerra tra le nelle fattioni, e per gli accidenti refebi ^ vari) indebohte, lafciauano, che iBarbarefchi ogni giorno pi
Corone
con prede , e confchiaui. N'efpedjronofediairobbedienza de' Turchi, le quali, ancorch fi chianialTeci ro Galeotte, eccedeuano tuttauia nella grandezza de' corpi, e in nel numero de' remi, e de gli huomini l'ordinarie Galee due fquadre fi diuideuano vgualmente; quella di Tunifi comandata da SufFader; l'altra d'Algieri d'Ali Piccinino, rinegato Chriftiano, il quale a tutte^ quand'erano vnite, prefiefi
rinforzaflero
deua come Capo fupremo Nauigarono dunque verfo l' Arci^ pelago, ma fempre adocchiando l'occafioni di prede, & inrofidfpre' da, tendendo l'Armata Veneta ritrouarfi m Candia, girate 1^^ trauiattprore, entrarono nell' Adriatico , per proittare d' vna corfa- doypenetra infeno nel Gol- improuifa, prima che poteflero efTere fopraggiunti, ed o al nc hjfirmo fo. guiti . Fu comunemente creduto , che miraifei~ 1
.
che deftde
Spo-
LIBRO VNDECIMO.
57P
MOCXXXUX
Spoglio della Caf:i di Noftra Signora di Loreto , luogo quafi che aperto, ma dalla Religione difefo, e dal braccio potente di Chi con infigne miracolo vi trafport pegno s raro . In_^ pafTando tiittauia piegarono a Nicotr nella Puglia, &iui sbarcati Taccheggiarono la Terra &c il vicino Paefe , afportando moltiTchiauij e tra quefti alcune Religiofe, che violentemenDi l trauerfato il Golfo perte fpofarono alla loro libidine ticnnero a Cattaro^ doue vn Vafcello cadde in loro potere, e teneuano oggetto, depredata rifola di Liffa, qualchaltra^
, *
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a /Mcheg'
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Vaglia
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nuouo verfo
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la
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lui
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ir * .
Il
colla fteffa velocit fortendo dal Golfo , fottrarfi al ca- arre ^ ^,, tatt y-> 1 Cielo armo prima i venti, e poi gluiuomini contrx da fo^rau^
'
federate intentioni^ onde, trattenuti qualche giornojC rin- ^^^^ /^. facciati da peri*.;olof borafca, fcorfero alla Vallona, dandop'J^;^^^_ all' Armata Ve- <:o<, ^//^ tempo a' luoghi pi efpofti di premunirli, quefta di ventotto Galee , P^aliona> neta di fopraggiungere* Conftaua e due Galca2Z.e , ma non tutte in vn corpo , otto delle fottili elfcndo ripartite in pi porti* Marino Cappello, fia Antonio, detto Terzo, che, comeProueditore, la comandaua, intefo trouarfi in Golfo Corfari, partito diCandia contutta_^ celerit giunfe a Corf in tempo, ch^erano in porto della ValIona* Soggiace a gli Ottomani quella Citt, e gode del Porto, capace diconfiderabile Armata, ficuro pe'l fito, e pe'l Caflello, che, ergendofi fopravn monte, lo batte* Ad ogni doueacc modo il Cappello delibero d'accoftarfi, perche le capitolationi fafil' Ar. co' Turchi permetteuano a' Veneti di perfeguitare in ogni luo- mata. Fenc go, e caligare i Corfari, vietando a* Com;indanti Ottoma- ta* ni ricettarli , e preftar loro fomento* Gli sfid, e gli batt col Cannone^ ma poco elfcndo il danno in qualche diftanza, e la fortezza con alcuni tiri dichiarandoli di volerli difendere, i Veneti s'allargarono, dando per fondo poco lontano, per tenerli afiediati, combatterli, vfcendo. Ci fegu ne glivltimi giorni di Luglio , appunto a' tre del mefefeguen- fuggiti fi te tentarono i Corlan la fuga fortendo la mattina col vantag- nalmerJe
s
&
&
i
che
ferendo
dal Porto .
Oo
Ad
A30CXXXIIX
58o Ad ogni
pi, rifolfe inleguirli, prima berfagliandoli coi Cannone, poi procurando di venire all'abbordo, maiCorfari', a tal rifolu-' tione fermando il camino , fi ricouerarono di nuouo fotto la^j di nuom fortezza, la quale batt i Venetiani per fianco, e da vn tiro' riparano la fpezzato vn Albero, i frammenti ruppero vn braccio a Lofolto 'ferte'^^a. renzo Marcello, Capitano delle Galeazze. Nel refto non vi fu graue danno, f non che i Corfari conuennero acconciare nel Porto cinque de' loro legni, afifai mal trattati da' colpi. Il Cappello a' primi porti fu obiigato ridurli , e non ofando pi i Barbarefchi efporfi alla fuga, al cimento, con la fperannjleaza, che i foliti accidenti del mare obligaiTero i Veneti ariti\taia f^crarfi, furono delufi da infohta, e lunga tranquillit, chepernetti mife per pi dVn mele tenerli a-fediati . In quefto tempo i Cor-
&mcal-
fari
non folamente
rifarcirono
legni,
fconfuha.
do douerfi
reprimerl'
oUraggo.
impercioche, temendo, che, folleuandofi gli fchiaui poteffero afportar le Galee, gli sbarcarono, ferrandoli invn Forte, in alcune Trincere, con le qimli proteggeuanole^ fkffe Galee, oltre al calore della Fortezza , nella quale Comandanti, corrotti da doni, preftauano a' Corfari Facceffo, e r ingreffo, anzi permetteuanolacuftodia, e l'arbitrio. I Capi dell'Armata Veneta in quel mentre verfauano in ardue confulte; perche, fendo intollerabile l'infulto , da' Barbarefchi inferito, pareuail loro caftigo non meno decorofo , cliegiufto; fenza che, f quetta volta andaflero efenti, accrefceflero coir impunit, e con le forze l'ardire, non farebbe pi rifpettato il Dominio, il mareficuro, la nauigatione protetta, preferuate l'Ifole, e le Prouincie^ anzi tuttala Chriftianit ben
fefa^
&
&
bench
trattenuti
*di^i ul-
ta
, e
rif-
prefto rifentirebbe gFinfulti, il corfo conuertendofi iii^ guerra, fi conuerebbe debellare, come nemici, qudiy cIiq fi poteuano punire al prefente , come Pirati. D'altra partc_* s'afFacciauano le difficult dell'impreia, ibpra tutto il nfpetto verfo vna fortezza, vn Porto Ottomano , che f be^ie ingiuftamente , e contra la Pace gli proteggeua, nondimeno cercando i Barbari pi l'occafioni, che lecaufe d guerra, ha-
&
&
mtti.
uerebbero forf auidamente abbracciata quefta opportunit d efeguire centra il Chriflianefimo i loro perniciofi difegni La
prui
\.
LIBRO VNDECIMO.
prudenza
de'
581
MDCXXXUX
che, hauendo auuifato i Barbarcfchi a Bechir, Capitan Bafs del mare , per folleciti mefl , efpedit dalla parte di Terra, il pericolo, nel quale verfauano, implorarono foccorfo, dimoftranoffefo il feruitio del do^M quanto farebbe vilipefo il decoro , loro comune Signore , f doueflero perire in vn Porto , e fotto vna Piazza 5 ch'innalza lo ftendardo Ottomano, e perderfi quella fquadra, che fenza difpendio del gran Signore feruiua_, d' incomodo efercitio a'Chriftiani ,e d'opportuno rinforzo dell' Armata Turchefca . Sopra quefto auuifo, e da tali ragioni (limolato Bechir con venti due Galee fi molTe , e con due Maone, oltre a qualche Vafccllo , pervenir verfo il Golfo ad incaalla notitia di che pofto fpcditamenlorire IVfcita a' Corfari te dal Cappello in confulta ci, ch'operare fi doueffe, fu ri-
irjHtato
al foccorfo
il
Capitan
Bafsi,
&
chemnO'
ue/$
/'
z'erf
Hadria
.
tico
rfolmm
^
foluto di preuenire , per non lafciarf cogliere in mezzo da,, i prenenirlo. due Armate, e sforzare, alla ritirata con poco decoro,
a difauantaggiofo cimento, che alla fine con infelici aufpicij rompeffe la guerra . Non c'era altro modo di combattere , e vincere i Barbarefchi, eh' entrando nel Porto, a quefto partito pure s'appigliarono iVenetiani, incerti per, fepiconuenilfe incendiare quei legni , onero afportarli ly ci rimeflTo fopra il fatto il configlio, la mattina de' fette d'Agofto l'Armata fi fchier in mezza luna , collocate alle punte de' corni le due Galeazze , per coprire da' colpi della Fortezza le Galee entr coraggiofamente nel Porto 5 doue i Corfari fottili, ardire attoniti, pofcia confufi, fuggendo a terra quel- \j^''^'^^^^^* a tanto li, chcftauano alla cuftodia de' legni, procurarono la difefa^ dammu' col Cannone, e co' mofchetti dal Forte , e dalle Trincer^^^ .^/p<'>'^<'.' La Fortezza non rifparmiaua il Cannone ; ma le due Galeazze, tiratefi fotto le muraglie, e co' pezzi pi groffi, alcuni tiri de' quali colpirono particolarmente nella mofchea con gran
&
&
reprimendo
la batteria
coprirono
Galee di modo, che s'auanzarono fotto le prore della_j Barbarefche. lui trouatele vote , alcuni Peraftini efacerbati dalla memoria de' danni , da gli fteffi Corfari gi non molto tempo alla loro Patria inferiti , faltati neir acqua , taglia-
Oo
rono
..
582
MDcxxxiix Irono
deTl'Historia ven et
r anchorC) e
le
al
doue s'im
f^dronifco
condHden dogliaCor
fermauano con tiri* reciprocamente inceffanti, ma con pocofpargi chio mento difangue, fole dalla parte de' Veneti di perfone di cori" to Giouanni Minotto , Sopracomito 3^ effendo reftato d mo^ fchettata feritoie conduffero a Corf con iifigne trionfo. Si trouarono fopra quelle Galee Cannoni, armi, &appreftamenti^
ftefl, gli
catene 5 che, legando i legni tra lord Lito. Cos tutti fediciprefe al rimur-
oltre a tutti gli arredi de' legni medeiimi , e qualche preda: ^ che fi preftamente diuifa. Gli fcafH poi, accioche perdefTei Turchi le fperanzedi mai pi rihauerli, s afCoriari, fondarono per la conftruttione del Molo a Corf, trattane l Capitana d*Algieri 5 che fu inuiata aVenetia ^ per conferuarfi
ro
&
apali!np(7. rtpo.
ftfi
per tro
mll'Ar fencJ dt Ve
feo
altra j che fi conobbe afpetTurchi, afportata gi in Barbaria davn tal tare al Signor de'
nell'Arfenale a
memoria, &:vn
Vniiierfalmente ffi magnificata la generofit dell'attione, in particolare nel Regno di Napoli, e da Sudditi fude'PopO' della Chiefa, che d acerbiffimi mali fi conofceuano prefer It, nati. Giunto in Venetia Tauuifo con la Galea di Marin MoliSopracomico, i Miniilri, Refidentf de' Principi, ne por- aggiunte no, le congra- tarono congratultione^ 6c il Pontefice erpedi Breue efpreiToj tulattoni nel quale, rammemorando le glorie, e l'iniprefe della Rpu^ de'Vrmcip della Fede, numeraua Fattione prefente tra le pi con vru blica a pr allChriftianit auntaggiofe, eshibeiido le forile Breue efa infigni, tmdoii^o^^Q per tutto ci, che occorrere Come l'occafione lo richiin audienz, il Nuntio ammeflb a prefcntarlo ife^tl m^- deua, fu inmima^ cou rendimento di gratie corrifpofe il Senato. Non furono in V^^^t^^ pubicamente permeili fegni maggiori d'allegrezza ^ "^lifan"' ^^ fo- rende gra. che di renderne gratie a Dio col fagrifitio d'vna Mefla ne della^ lenne. Donato poi di catena d'oro il Molino^ decorato il Vittoria [Capello con la dignit di^Configliere , e con quella di Cen&tnce^,^; ''" il Senadelle dell' foreil Marcello, retribuite laudi a gli altri, pendeua berationi to del' fentimenti 5 e dalle rifolutioni, che foffcro per dimoOttO'hiine, rtrare i Miniftri Ottomani. Ordinata perci efatta cuftodia
netia
Cicala fuggito
i/l'applau
&
d'pon
le
difefe
\
in tutte le parti
a'
alle
omunt-
neirifole,& a' Confini, partecip con lettere Principi Chriftianil fucceflb, dimoftrando d'hauere anco
(ando
\(eo.
\Ccrn'lfnC'
comune. I n Con-
fente il R in qualit diCaimecan ( quelli il Luogotenente del primo VifirJ gouernaua, fingeua di nonfaperTaccidente, non tanto per certa fua defterit, quanto perche , effendo le
5^5 fcoprinano veramente diucrfi oji affetti , MQcxxxnx Conftantnopoli perche alle prime voci dellaffedio delle Barbarefche nel Porto, haueiieno i Turchi fatto apparire qualche fenfo^ ma, riputando, che il Mare, a'Corfari aprirebbe la fuga, a' Veneti impedirebbe la dimora pi lunga, Mufs Bafs, che af- dopo
fi
LIBRO VNbECIMO.
qu al
chedtJfiTtH
lattone alle
.,
grinte vo-
contra Nemico potent^^, non ftimatia compiergli con querele, e gelofie prouocarfene altri. Ma quando Fauuifo peruenne di tutto il fuccelfo coir rtceuuto afporto delle Galee, vinto l'artifitio dalla natura, e dalla Barin Confi an barie, proruppe in ecce/fi difdegno. Poi, diuulgandofi'I fat- ttmpoH con ogni conditione acerbi[Jlto, l concitauano i principali Miniftri, ^0 fenti" di perfone , efaggerando la violatione del Porto , della Forforze lontane,
il
&
R impegnato
&
tezza, della
del
Gran
oltre all'afporto de' legni, al feruitio Signore deftinati. S'accrebbe poco appreflb la com-
Mofchea,
mento.
motione da'Corfari, alcuni de' quah, & in particolare il Figliuolo del Piccinino in mefto fembiante & in habito miferabile, com' folito di quella gente con lagrime, e ftrida>_, , riempieuano di lamenti'] Diuano,e le cafe principali de'Grandi, defcriuendo l'infulto , deplorando la perdita delle Galee, il
,
accrefcin
to
\
ma egli (era quefti Luigi Contarini, Caualiere, prouetto nell' efperienze di quafi tutte le Corti d'Europa) con altrettanta placidezza, e coftanza refifteua. Se adduceua ragioni , trapoinfieme con defterit dimoftrando nendo tempo al furore,
datici tr'danni le perdute! querele de' fperanzedi fcorrere il Mare, per diuorare, e rapire le foftanze Corfari, a' Chriftiani . Per quetto i Miniftri grandemente alterati, richiedeuano fuperbamente al Bailo la reftitutione de' Legni j onde i Mi
mftri chie-
numerando
dono alBai
loia reftttu
&
Itone
de'
\
Legni,
/'
in-
Allegaua leCapitoUtoni , q^ patti, attribuendo del magreffo le accaduto la colpa a Comandanti Tur che fchi , perche hauefjero contra la pace prefiato ricetto a Corfari, anzj chiedeua,che fojjero quefti efemplarmente puniti, come rei 'hauere per infatiahile cupidit delie
prede
"V'iolato il
[prezzando gli ordini d'Amurath , diuertito il camino , Dominio d' ^vn Principe^ amico della Porta Ottomana
e
.
co ragioni
Oo
In
584
MDCXXXIIX
DLL'HISTORIA VENETA
.
In effetto, fedati gli animi, poco appreflb detcftauano molti 1 imprLidenza,e la temerit di coloro , anz,i fu in Algieri condanda loro. nato, come tranfgreflbre delle fue commiffoni Ali Piccinino (f in poter di quel gouerno ginngeffe) a perder latefta. Gli Ambaiciatori de gli altri Principi di Chriftianit prefentarono vniforme fcrirtura alCaimecan, con acerbe inuettiue contra gli fteffi Corfari , per gli danni rileuati da qualunqu^-^ Natione, chepraticaua i Porti Ortomani, ancorch amiciflma della Porta 5 onde, approuando per giufto il riportato cache pane eipano rno ftigo , moftrauano d'intereflarf nel foftenimento dell'operato deratamA(\2i Qutzn Panie pertanto, che dalDiuan fi partecipaflfe> tejijHccef jji j^^ QQ^ qualche moderatione il fucceflb. Ma con altrettanm* dalle ta acerbit Tefeguirono la Sultana Madre, e laltre feminedel Sultaneri- Serraglio^ perche, da'donatiui de Corfari corrotte, cuporter con pide , che , per efercitare pi da vicino l'autorit , e godere^ pi acerbi" delle confuete dehtie , li reftituiffe quanto prima al Serraglio, tk al R, operarono tutto, affinch, abbandonate l'imprefe remote di Perfia, portalfe da quella parte le armi contra la Chriftianit. che per u mtoa'coft.lSi trouaua in quel punto Amiurath, giunto a Confini Perfiani, doue dcfuuto Bairau , Primo Viiir, huomo di fpinti moderati, v^erfiaf^ e naturalmente alieno dalle querele , haueua foftituito Meheinquieto. Incontramet, Bafs diDiarbechir, pi fupcrbo, ua coftui meglio nel! indinationi del R, con la ferocia refoi a tutti ^ perche fotto fpetie di miterribile a' fuoi Miniltri , litar difciplina sfogaua indiftintamente la crudelt per leggieriflime colpe , inferendo tal' hora di propria mano horrendi fupplitij. Abboriua particolarmente il fumo, e l'odor del tabacco, tanto familiare a Turchi, &, hauendolo prohibito, caftigaua con pena di morte, chi ardiffe d'vfarlo . Sempre pafcendofi, di fofpetti, di crucciati, tal'hora incognito,e di notte pafleggiaua nel campo , e tra' circoli, i padiglioni verfau , offeruando i detti , i fatti , d' improuifo poi con atrocit di tormenti hora l'vno, hora l'altro punendo . Gli pareua troppo mite, e pietofa la morte fotto il Carnefice con vn colpo difpada. Anz,i alle barbare forme de' Turchi, del gancio, del palo, e dello fcorticare, nuoue inuentioni di fupplitij fouente aggiungeua. Ad ogni modo tutto ci .q;1 feruiua a rifpetto
&
&
&
&
co
y
f
LIBRO VNDECIM
&
a terrore co'
co'foi,
Nemici.
Non
trouato contra i Perfiani tant'oicre impegnanoHpoten- to, egli pel fatto della Vallona, e per Tinfligatione dellei^ do da q^ueU Sultane fiirebbc ritornato a Coftantinopoli , voltando contra la (Riterr i Ycncinn le Armi. Ma, non potendo cos prefto sbrigar- dt/tmpe \\^^^^^^' fi, con follecita efpeditione comand per all'hora, che JBailo fi poneffe in arrefto , che foffero rifarciti in qualche parte i Corfari con dieci delle fije Galee^ chea prereruatio-i'"''^^''^f''l ne deireftante de gli Schiaui foffero efl condotti a Coftan-i^f/4m^^ tinopoii , per fortir poi a primo tempo infieme coir Arma- clBath. ta Ottomana. In fua alfenza nient' altro doueffe innouarfi , proteftando con feuere minaccie fi^pra la tefta a'Miniftri, de' quali fofpettaua la venalit , di non porgere orecchie a qualunque propofta, che non comprendefe l'et-ettiua reftitutioIn tal modo a 'Turchi iruendo 1cl_, ne de' legni afportati volont , e la violenza di diritto , non cos torto T ordine giunfe, che il Caimecan, chiamato il Bailo, moftrando ap- fema dia tioni e/parente moleftia d'eflere ingiufto Miniftro di pili ingiufto gmtofi comando, gl'intimo la fija prigionia, trattenendolo la notte nella ftanza del fuo Checai. N valfe, che il Bailo con grande coftanza alle ragioni tramettefle rimproueri della, violatione del lus comune , e dell' infrattione della fede , ne che gli altri Miniftri de' Principi , grauemente commof^i^ paffalfero inttanze efficaci, perche Mufs , confeifando] iniqua T attione , ma fcolpandofi col pericolo della fua tefta, fece condurlo in vna picciola Cafa di Calata , cuftodi- afciatgli to con guardic,enepofe alla Cafa, fohta Refidentia de'Bai- per liberi lafciando per in libert la fimiglia, e permettendo al '"^^'^"''^^ , Bailo medefimo vifite , conuerfationi , e negotio . Le Naui della natione , nello ftefso tempo fermate , furono relafsate reh.Jfatill
non
fi
fofle
dopo breuilTmi giorni, hauendo fatto i Turchi riflefso, che Tinterruttione del commercio, & il reciproco arrefto a loro danno vgualmente cedeua. Quanto a' Corfari non s' effettu
la
Legni f
.
ne li sAtV"
cantih
conceftione de' dieci legni, perche dubitando , che , condotti gli fchiaui in Coftantinopoh, il R f ne volefseferuire per le proprie Galee, fcanfarono con varij pretefti, enelI'Ar cipela go attefcro trenta Vafcelli di Barberia, ven uti efpref,
e
li
copicedii
atifi
dei"
I
Corfir,
'
famen-
585
ivlDCXXXIIX
DELL'IRIS TORI A
leuarli
VENETA
con difegnidifuernarein queiracque^econ offerta di congiungerfi a'danni della Republica a primo tempo co'Turchi. Ma qiiefti, horamai fcorgendo iCorfari troppo potenti, e temendo, che prouocaffero fouerchiamente la quefta congiuntura le Nationi Chriftiane, rompeflero ogni^ fi pretende da hmu. commercio con gli Stati Ottomani, li rimandarono. In Coraih coirti ftantinopoli i Miniftri fapendo , che i Venetianihaueuano afcambio a~ fondate le prefe Galee, per fottrarfi dall' inftanz.e molefte di gli Scaffi reftituirle, chiedeuano con alterezza al Bailo, che delle promw ac- prie ne confegnafsero altrettante, minacciando altrimenti la
famente a
cia
lO-J
.
Guerra
incontrar-
inulta
Principi
Chrifltani
ad vnire i
foiCor[u
guerra. Appunto il Senato per Araldi di guerra riceueua gli auuifi delFarrello del Bailo, infieme con tali dimande^ ma , coftante in non aflentirea pregiuditio, n a indignit, deli^ ber d'efporfi pi tofto a qualunque dififtrofo cimento. Partecip a'Principi di Chriftianit lo fdegno d'Amurath, l'arrefto del Bailo, le dimande infoienti de'Turchi , e i propri] decreti, accioche fopraftando grani, vniuerfali pericoli difponeffero le forze al foccorfo , e gli animi vgualmente alla pace, parendo di ragione, e di neceflt, che contra il comune nemico s' accordaffero anche i maggiori nemici . Per tutto non fi trouaua minore delf applaufo il compatimento. Alcuni per offeriuano mediatione, altri efcufauano le congiun-
&
&
il
Gran Duca
di
Tofcana
eshibirodi-
no
le
Republica comprendeua di nondouer per all'hora far capitale pi certo, che del proprio potere. Effendo ficuro configlio mai fp rezzare la fama, e le minaccie Turchefche, voleua per il Senato reggerfi con tale prudenza, che
ftratte, la
Apprefafi
fero
da /e
a propria ficurt profittando deiraffenza d'Amurath, e del tempo, con fouerchie gelofie non s' accelerafiero i mali, fi diuertife quel Principe da'fuoi impieghi prefenti. Dunque n volendo irritarlo, n lafciargli luogo d'offendere, non furono omefl, ma n meno efaggerati, affrettati i proucdimcn-
inDalmatia, che tutto fi teneff^,^ pronto per l'occorrenze, chefedici Galee, in Candia effettiuamente s'armafiero. Alle Galeazze due n'aggiunfe^ rvna-. comandata da A ntonio Pifani, che di tutte heb be l^ic-^tica^l
ti.
Comand
alflfole, Se
"LIBRO
di
VNDECIMO.
&
587
Capitano, Talcra da Sebaftiano Veniero. Neil' Arfenal^^'''^'''''''"' poi ogni cofa per maggior'armamento fi teneua difpofta,^- le Piazze Marittime fi proiiidero con rinforzo di gente a pie& a Cauallo. La cuftodia di Cattaro a Giouanni Paolo di Gradcnigo fii demandata, a Marino Molino quella di No- giiifiHcan
*
ue gradi, come Proueditori eftraordinarij* Tra le difpofitio- doft co letad tere ni per l difcfa non mettendo la pi ficura via del negotio, hmnrath* fcrifie il Senato lettere ad Amunuh, 3z al Primo Vifir, efaggerando rinfulto , e l'ardire de'ladri , giuftificando con la conuenicnza, e con le capitolationi il caftigo, e profellando fincera, e coftantc volont di non interrompere l'antica amicitia.^ ch'appog"
coirimpcrio Ottomano. Ma Timprefa nell'Afia, dalla ^^^^^l^r^aht'. principalmente dipendere doieuano i configli, e le rifolutio-'y^^^ow^^r ni de' Turchi 3 procedeua con pafT pi celeri del fijppoito 3 Impreja^ di i^abilo^ perche , appena comparfo Amlirath a' confini di Perfia, la- ma Piazza di Renan, debolmente cuftodita, s*arrefe. Nel tempo medefimo ad inftigatione de' Turchi sbech Tartaro, & il Gran Mogor moffero contra i Perfiani le armi 3 onde tanto pi facile riufc ad Amurath fotto le mure di Babilonia^ fot io di cui atiedaioji. accampaifi, Citt fopra le fponde del Tigri di vaftiflimo circuito, e da' Perfiani con tre fo(]e,c tre ricinti munita, mafcnza quella difpoficione, e quell'arte, che nel prefente fecolo rende inefpugnabili le piazze, anche di piccioli/limo giro
,
Emir Fetta n'era Gouernatore con prelidio di poco meno di trenta mila foldati . Non ballarono ad ogni modo ad impedire, che Amurath nel Nouembre non vi s'accampafie, &hauendo intefo, che il R di Perfia con fefianta mila huomini a chiari Cauallo s'auuanzaUa, per tentare il foccorfo, lo preuenn^_- , P^f^^^^^sr inuiando grofib numero di fue genti ad occupare le venute,''''*'''^
&
e
le
con buoni
pi del
prefidij
con molte partite fcorrendo il Paefe, tenendo per gli viuerificure, &aperte-r fuo campo quella neceflit, che temeua
il
affai
attacchij
Nemico. Diftribuiti pofcia coner Babilonia tre cocon numero pari di batterie, dell' vno diede niando al Primo Vifir; l'altro afiegn a MuftaB, & il Terzo
commife
a Deli Vffein.
Il
attacca da
tre
di
mano propria
volle al
primo
,
pam le
,
mura
affifteua
^^
Icor-
jSB
affediati
DELL'HISTORIA VENETA
difponendo 5 premiando, punendo con.,
efattiflma vigilanza.
,
quefti principi)
folamente col Cannone tentando d' impedir?^ gli approcci,^ ruinar'i lauori, poterono i Turchi facilmente.* da trincere coperti, giungere al primo foflb. AU'hora i Perfiani fortirono in gran numero, e con molto furore, penetrando nelle fteffe Trincere, doue tagliarono fei mila Gianhauerebbero inferiti danni maggiori, f nizzeri a pezzi, Amurath, accorfo co'principali, feco attrahendo il fiore del-
ma
&
l'
efercito, e la
ueffe
delle foldatefche,
rifofpinti.
non
de'
gli
ha-
EToIito
Turchi
con la fatica, e colFinduftria negli afTedij vincer Tarte, efpugnar la natura^ perche, di robuftezza di corpo, e d nu-
&
difenfori
con
indefeffitrauagli,
foprafanno con opere, e lauori marauighofi le piazze, efc^ altro mezzo manca, vfano eftender ponti, riempier folfc, aliopotra^a zar machine co* cadaueri fteffi de' trucidati In queft' oppu\%lofo lOe gnatione s'applicarono ad atterrare vna grandi/Tma foflfa, e riufci loi-o dopo ventitre giorni di continuo trauaglio, e meite oppofitioni degli affediati , col benefitio della quale , fatta pervn a pdbreaia breccia d cinquanta paffi nella muraglia, s'aprirono laviaaltmpadroni roccupatione del primo recinto . Due altri reftauano, forf tojidelpri con maggiori difficultj onde conuennero, per riempier' altra morsemi alzato vn gran caualiere con foffa, impiegar gran fatica; molti Cannoni, foprafaccndo le mura, tentauano di foggia
9<
&
re
difenfori.
N'oppofero
non
di-
per/r^pe-
jar^Ji
\tridue
al.
fuguale 5 e con pari numero di Cannoni ribatteuano le batterie i^Kt deTurchi . Poi con fotterranee vie sbeccando nel foflb,fcherniuano le fatiche de' loro nemici , leUvindo tutto ci , che di terra, d'altro v* haueuano , per ingombrarlo, portato Ma inftancabili i Turchi con gran tronchi di palmc.^, delie quali abbonda il Paefe, alzarono vguale al terreno Ja foffa. Voile all'hora Amurath, annoiato, cheilfanguelifpargeffe cosi lentamente , dar generale affalto, e con vn empito folo sforzare ambi due i ripari. Scelto il giorno, nel qual^-^ la Natiuit del Noftro Signore fi celebra da'Chriftiani , erano il g uarantcfimo dell' afsedio, ordin, che da due parr j
&
LIBRO VNDECIMO.
h
&:
589
^^
Citt
s'afTalifse.
Voleua
fu diuertito
ftefT la
con
foIennepro-L/;cl7e^^-
DallVn
Iato
il
Primo Viur
altro Muftaffi. Quegli, tentato indarno ogni sforzo, fopravnl ^^f Wcumulo di Cadaueri redo trucidato. Quelli 5vedendori moni mn' veci-
fuoi,prefo in mano con furore vno degli /i/ vaStendardi Reali, fali la muraglia, e ve lo piant. I Soldati \o'^^p(^!* fcguitarono con grande ardire, e morti alcuni Perfiani ^^^"^^-'^ J^cpluna rono nella Citt. Neffun altra difficult incontrarono nelF z-'te ir.utA, prirfi la ftrada in pi luoghi ; perche vno vinti i difcnforii/i<j pma canto quafi tutti
i
abbandonarono tutto. I Turchi, profeguendo, penetrarono anche il terzo ricinto con la ferocia, che non folo la natura, e la vittoria fuggeriuano , ma lo fdegno, il fangue
tarlmfe^^^ ^'*J^
^-^Jae^^^
&
Reftarono dentro
mati,
lo in vita
la Citt trucidati indiftintamente gli ar- cttfom e gl'inermi, gli habitanti, e i foldati, preferuatoli fo^ 'ifmo
con pochi
altri'l
tentare il fallo d'Amurath, e decorare il trionfo. Nell'aflalto , che dur lungo tempo, effendofi ol:inatamente,e con_o molto valore combattuto con la Sabla alla mano, perirono trenta mila Turchi , e fi trouarono pi di diecemila feriti . Raddolcito l'animo dalle lufinghe della gloria, e disi nobile acquifto, lafciaua Amurath da infolitofenfo di clemenza rapirfi, ordinando, che fi terminaffe lafl;rage,&agli habitanti fi perdonaife la vita, quando dimollrandogli Muftaff, alTunro fubito in premio del fuo coraggio al pollo di Primo Vifir, quanto verfo popolo cosi numerofo, e nemico fofic per riufcire la_, piet d pericolo , mentre, allontanato l'Efercito , potrebbe vn
giorno
il
huomini fofiero trucidati Cosi Babilonia cade, infieme perdendo quel vanto, che ledaua la flima di non effere fiata mai prefa d'affalto . Amurath v' entr fopra i cada- et>'entva ueri, tepidi ancora, di tanti vccifi, e tra il fangue quafi fu-l^^/^./^?''^ mante, crudelmente godendo di trionfare d'vna Citt, ^^!^}^^^!^^^ 5 daiicri. si famofa, e fuperba. 11 facco dur per tre giorni, e feffan-.'y^/^^J^^ ta mila corpi volle il R, che foffero lakiati infepolti, ac'ioftentatlo. cioche vn Ambafciator Perfiano , che attendeua, rell affe al-jw^.
tro mila
fc>'
lo fpet-
J9o_
Air>cxxxnxi]o
DELL'HISTORIA VENETA
fpettacolo hoiTendo d tanta ftrage atterrito.- Cosi k Tirperbia induce i Principi Barbari ad oftentare la loro grandezza con quei modi, co' quali , credendo dalla conditione co*
gli
mune de
bruti
e
huomini eccettuarli
decadono
in quella de'
AN N
A f!e carezze foknni
ve
XX XIX.
In Coftantinopoli con ogni genere d'allegrezr.^ per vinti giorni fi folennizz. la Vittoria^dopo la quale pareua non pi tnConflan dubbio, che Amurath, da cosi felice fuccefso accrefciuto d* tnopotiper la VtttQ^ animo, e di confidenza, non meditafse d'aggiungere a' Trionria fi Tuoi de'Perfiani quegli ancora, che gli prometteitano ^l^ difunioni della ChrilHanit* In quefla congiuntura di tanto fa* egli con efpref^ fio gli arriuarono le lettere de' Venetiani, fo Corriero ( i Turchi Io chiamano Olacco) rirpofe,- ma omefla ogni mentione dcH'arrefto del Bailo 5 s'era vincitore dell'Afia, niente meno minacciaua rEuropa. O'per ambitione, per itdegno non parlaua d' aggiuftamento Tuttauia varice imprefe gli s'affacciauano alla mente j perche contra l Polovari) di[e gni d' A- nia lo concitauano le inceflanti fcorrerie de'Cofacchi in Mar murai b IO nero, eledefolationijedifcordie della Germania verfo rViitra Chfighcria Tallcttausno , oltre ad vn antico penfiero d fcacciare Jiani inueftirne altri di Tua maggior il Principe di Tranfiluania , confidenza. Sotto pretefto di partecipar' a Cefare racquifto fpedifcear ti fitto fame di Babilonia, gF inui Indan Ag Capig Bafsi, ma in effette^parte- to per efplorare lo fiato di quegli affari, intendere gli etifare a Ce uenti . Certo , che douunque haueffe piegato quel furiofo fare la^ torrente , hauerebbe inondato , e rapito ogni eofa In quel littoria troncando mentre comand, che con gh Stati della Republica foffe il ilCommer commercio interdetto 3 le Nani, e le merci de'Venetiani ( f\tto coVequeftraflero, e buon numero Galee in Mar nero fi fabri- nettani caff, difponendofi ogn' altro apparato peri armata Naualcj
,
&
&
&
ordina ap-
frefamen
anali.
immenfa quantit dibifcotti. A tutto ci conueniua il Caimecan fupplire con inceffanti follecitudini ^ e temendo lo fflegno del R, mentre non haueua nell'Erario pronto contante, n'esbors del fuo proprio. A maggiof
&
in particolare
ere d*
LIBRO VN DECIMO.
59!
redito di tanti Nauali apparaci nomin Amurath, per Ca- MDCXXXO: pitan Bafs, il Salitar, fuo fauorito, credendo col di lui nome, che gli era accettiflimo; indurre le militie a fcguitarlo
pi prontamente sii'l mare. N poteua la guerra di Perfia_. gi /et alto pi trattenerlo 3 perche accoftatofi quel R, poco dopo l., fi dal Verfi ano caduta di Babilonia, con quaranta mila Cauaili, haueua fperato di cogliere alcuno di quei vantaggi , che nelle recenti conquifte fuole alle volte porgere la trafcuratezza de' vincitori, fparfi nel facco, nelFallegreiia diftratti, finalmente nella ficnrt negligenti. Ma, inuigilando Amurathper che cadu. tutto, gl'inui incontro diecemila Giannizzeri, con altri qua- te le /C- ranta mila foldati a Cauallo, e fu in procinto di fuccedere bat- fperanie. taglia , quando fmifijratamente gonfiandofi vn Fiume, che correua di mezzo, prohibi lazzufarfi. Il Perfianoconuenne per- mandagli applicando a penfieri di Pace, eflendo oltre Amhajcia ci ritirarfi, tore, alle diftrattioni ilraniere inquietato da domeftiche feditioni , riceiiuto inui Ambafciatore ad Amurath, che in Babilonia Taccolfe tra zi hor colFapparato horrido della ftrage antedetta. La rifpoftaalle'-^^.^tlf
&
propofitioni di pace
non
fu
meno
faftofa,
efprimendo,
c\Q\conmm'ac
cte
delblerebbe interamente quel Regno, f non gli relafTaffe tutto ci, ch'era ftato in altri tempi da gli Ottomani poffeduto. N il Mogor dichiaraua conditioni pi miti, richiedendola Prouincia di Candahar, per la quale l guerreggiawa nientedimeno il Perfiano, inferiore colFarmi, s'andaua nel negotio
,
fchermendo, col guadagnar tempo 5 come appunto gli riufci con vantaggio 5 perche Amurath conuenne da quei confini allargarfi. Dio, che fopra tutto odia il fafto de gli huomini , fuol punirlo con gli ftedi iftrumenti della loro vanit. Loftef^ per l'hornhUepefli jfo videi in Babilonia, doue caufarono quegPinfepolti cadalentia jueri cosi horrida pefte, che infetta l'aria periuano gli huomi- farteft di |ni in grandifTimo numero. Allontanatoli Amurath, e lafcia- Babilonia laReptibli\ to il Vifir a confini, e nella Citt groffo prefidio, inDiarbe- c^i perci chir fi ridufie, per paflar'm Europa. Al moto di lui acede- ^'(F'-'^^^do rauano anche i Veneciani le prouifioni, e le cure della difefa.'^^'*'^^^'^'-^'^* Nel fine dell'anno decorfo haueua il Pontefice, retribuendo applaufialla Vittoria, fpontaneamente fpedita alla Republica la^con tinuation c delle Decime fo pra il Clero, che ogni noue
,
anni
5Pi
MDcxjxix
^j^j^j
DELL'HISTORIA VENETA
^ folito rinouaiTi.
-!
Fu perla prefencationediqiieftoBre-
fkhiefia
jf
dd Tontcfice
Ci
egli, valendone ammeflo il Nuntio Vitelli in Colleggio, delloccafione 5 Injifi nel zelo d'Vrhano^erfo Caufa Comu^
&
U
,
inalza ad nei
,
IfpedirgU' da Turchi
f fofje
affalitit
Miniftro.
-pace
Ala
in
,
in/teme la follcctudine in -procurare traChrifianiU effendo di qtiefta con la 2\epHhlica la mediatione coma--
ne
me, Aia
praticarft
quel forma
mnifiri d'
Principi appariuano tanto tra loro diff gli affetti de' giunti negligerjt de gl'interpoftori gli offtij , f i mede fimi difcor-
ad altri la pace coli* autorit ^ e colf empio. In "B^ma donerfi maturare i progetti da portare alle Cor" e contra il nemico comune le difefe , e le mofe , ti, iui concertar fi Defidcrarfi fopra ci dal Pontefice i configli della 2{epuhlicay non
di, e diuift non perfuadcuano
meno
che
Ture hefc hi per indirizj^re le ri^ Aleno tra tante cure douerfi doueffe
,
.
crifi
per gli ajfari del Piemonte , doue gli affetti interni de' Principi deL la C afa faceuano giuoco a gli flranieri Che reftar horamai d'in.
tatto all'Italia, di
fano
alla Chrifiianita
il
Pontefice, e la 2{e-
publca almeno non confpirafero con gli animi, e col configlio a preferuare l'^vna col negotio di pace , l'altra coW'vnione dell'armi ef fere per tafito il Senato dalla congiuntura de' tempi , da gli 'vniucrfali hifogni
$]kele in,
ad
efpedirgli
AliniHrOy accioche
uifaffe
il
pofli in
comune
uia.
r^cco/fo
tali motiui deliberarono i Venetiani d'inuiar'a Roma vn'Ambafciator Straordinario con incarichi efpreffi, che folamente verfando in ci cherigiiardaua la caufa de'Turchi , il maneggio della Pace di Chriftianit , s' afteneffe da qualunque negotio, che tende/Te- a' propri] interefli della Republica, i quali per gli comuni v^oleua al prefentc lafciar da parte, e inlolpefo. Giouanni Nani 5 Procurator di San Marco , fi eletto , accioche con certa
,
penfiteri,fit di-
^"^ naturale defterit, e con prouetta efperienza , acquiftata promoueile negotij ^'^ngoUre ne' pi graui impieghi della Republica, \dtLMe.\ tanta importanza. Fu egli dal Pontefice con giubilo ac\lmio, jcolto, e con honori coipicui^ ma prima precorfo Fed erico^
^^Zitiom
^~
'^
Car-
1^
LIBRO VNDECIMO
'.9^
MDCXXXIX Cardinale Cornare , Patriarca di Venctia, andato (com' co/hime) a' Limitari degli Anoftoli, indiiffe Vrbano a cancelche aho^ lare l'Infcrittione, da lui pofta fotto la memoria d'Aleffandro lifce la no. Terzo, Pontefice. Non volle per rimettere lantica, tacita- u ifcrit mente lafciandone al Succefibre il penfiero, gi che aboliua '/io^;^' /J^ quella, della quale era flato Autore egli fteiFo. Il Senato, fti-/#3^ra mando ci, in quanto era vn primo pailbjneceffario alla per- -^^^ fettionc dell'Opera, non tralafci d'efprimerfi, niente altro poter contentarlo , che la redintegratione del prillino Elogio. In quella apertura di corrirpondenz,a con Roma allenti anche il Senato a diuerfi Prelati, a' quali nelle paisate penaltri Benefitij di Chiedenze erano (lati conferiti Vefcouati , fa^ efpedire le Bolle, e fopra la propolitione accollumata_^ de' Vefcouati medclmi nelConciforo effendoinfurta qualche a^nufld' difficultd, impercioche dal Senato l defideraua, che da Cardi- te alcune nali Veneti, de*quali1 folo Cornaro all'hora fi ritrouaua alla controHsr. Corte, foire tale funtione efeguita, fu in atto di confidenza fie adherito , che infieme col nationale anche Cardinali di Palazzo 5 Fratello e Nipoti dello flelTo Pontefice, doueffero farlo, injlmdo Ma ne' pi importanti negotjj l'Ambafciatore dimoiraua ad Vr-fPP'''^f^,?'^ bano , qual fofse il pericolo , che iopraftaua dall'Armi Turchef^J/.'^/^'J^'^. che. 'Babilonia ef^er ^'inta, e -perci in Perfida o terminata l' im- nedeVrin
&
Non
.
A-
cpi contrai
non fUggerifsero ta?nbitione e la potenza o-onfio , ardire Le interine ^ e lunghe difcordie de' Prinnuoui difegni, cipi feruire gi tanti anni di^fpettacolo a "Barbari , che attenti oj^ermurati?
C9^ ciato
i^T^^^^^-
, e di lagrimeuoliaifedij che tante [ir agi fojjerirfi per inutili acquifti, anzi per grani perdite ,
Nemici?
prefente poter il Chrijianeftmo folamente con la pace Douer orbano applicare' le preghiere, impiegare l'autorifaluarfi. t di Padre comune y e di Principe , per pacificare i Figli, e per ^vnirli contra la potenza de' Barbari Effiere ofifuio fuo tranquillare
.
Dal Naufragio
il
Mondo
raddolcire
2{
placare
Principi
fedare
tur-
pp
ini bi
594
M JCXXXX bini
,
DELL'HrsTORlA~VENETA
.
componere i Popoli La 'B^-publica non rifparmiare applicaimpiego j per fecondare le pie intentioni , tJT^ i di lai prusi Vederfi ella minacciata dall' ingiufto fdcg^no de'Tur-^ de ntif mi [enfi chi^ ma che ejfere il fuo Stato f non t Antemurale degli altri ^ con
tione
,
l'
em^
alla forza
S' ella piegaffe alla necefsita , foccombefe a che ridurft i \egni di Sicilia^ e di Napoli^ anzi lo Sta-
^cfla Provincia
fede della Liberta, e del Decoro non poter e(]cre in'vna parte imiafa da Turchi , che non rimanga opprcffa pvr tutto Le loro armitre-^
.
'Veleno , che ad'vna fola puntura irrepa-Corpo ferpeggia il Senato per bene io Colmifi:ne promettere i-nfofienere la guerra coflanza, pari alla generofita in prouocarla, Lepretenftoni elate de' Turchi tcn'er per oggetto d' efor-
Con la negatiua incon^ con gli ftcfsi flromenti della propria difefa guerra , con la concefsione aggiungerfi forze , e 'vigor al Nemico^ che non contento di tante fpoglie ^furpate , inftdia l' "ultifpirito del Christianefimo
mo
languente
La
^^publca
alle
loro ri-
hauer dinegato afiolutamente l' ajfenfo ; conofiere pero difaguall per confeguenza il pericolo Nientedimeno difponere /* Armi preparare la refifienza conferma fperan1{a che di Dio effendo lag.'-ieyra,e la caufa indiuifa tra la Chiefa,e la ^public a, abbonderanno le bcnedittioni del Cielo ^n mancheranno le terrene afsifienze^in parchiefte
le forze ^graue
,
,
Pontefice con graui rifleiiij moltecofedifcorfe, e fc bene pi difficile a rifoluere^S^ a porle ad effetto 5 ad ogni modo affermana, che^fopraauenen^, do IVrgenz.a, non hauerebbe lafciatodefiderare in lui applica_ r^7 VI j^m/lc5-| tione, ne sforzi. Permife perall'hora nel Tuo Stato leua di tr in Ui^wfrtfe. quattro mila foldati 5 e per promuouere pi vigorofmente la
ticolare del Vicario di Chrifo
.
Vd
tutto
il
ip-rl
er
d'i-li
effe-
dcndoaile
. ,
vna rregua, almeno ad vna rofpenfione d'Armi per Mare, trafmettendone a Roma i poteri, accioche fotto Tocchioje ladirerPontefice poteffe, quanto ftringeua il bifogno, altrettanto folleciramente ridurl i a perfettione il Tra tmo
tione
de Sommo
1
Vrbano.
R O V
ND
CI M
O.
595
Allo Iteib coopcraiKino gli Aiiibalciatori della llcpiiblica ^P^cSI'o' riufccndo per tutto fiacca, non accetta l'interpoitione d'aggradfco:
prctefto di particolar diHdenz,a feruiiia il d{- rio le dilu -We-iw^ogufto, che- dall'Imperatore 5 e da' Re di Francia, e Sp3gna (i "^* pretcndcua^ perche, fendoii perla promotione de'CardinaH nominato da Cefare il Principe Rinaldo d'Eftc, e dall'voa delle Corone Giulio Ma/.zarini , e dell'altra l'Abbate Peretti , il Pon- dfguHate ccfice, negando di compiacer rinftanze,cper coprire la poca f,^^^-^^fj-i inclinationc, che verfo quei foggetti teneua, allegando, che sig^ett non foilcro nationali, diiiCriua la promotione, ancorch re- alcardind ftaisero molti luoghi vacanti. Di ci le Corone niente con-^^^f tente infilleuano nella nominatione con tanto calore, che ini tutto difcordi , folamente conucniuano inqueftodi violentar-| volont del Pontefice, e pafsando dalle preghiere alle ili protese, $^ iille minaccie, fi lafciauano intendere di prohibire a':loro fudditi d'accettare tal Dignit ogni volta , che non vi fofscro i nominati comprefi In particolare i Francefi prcmeuano per Mazz.arini il quale , oltre a' negotiati del Piemonte, s'haueua nella I^untiatura ftraordinaria di Francia talmente guadagnato l'animo del Richelieu, e s'era dichiarato cos par fiale di quella Corona, che, tirato il Cardinal'Antonio alla di lei dipendenza, non folo pafsaua in Roma per lo pi confidente Minillro di Francia j ma , chiamato in Parigi , fu dichiarato Plenipotentiario al Congrefso di pace , non fenza difgufto e mormorationc d'alcuni de' nationali, che per le Porpore, e per gli pi graui maneggi fofsero preferitigli (Iranieri, quafi
i
che di merito, e d'habilit mancafscro tanti foggetti del Regno S'aggiungeuano poi, per inafprir gli animi, altri mino- ^ r^ ri accidenti, che nella Corte di Roma tengono per luogo tra" fr^^unuil maggiori negotij, perche efsendoftato bandito il Cauaknz-accdcnti zodelMarefcial d'tr, Ambafciator di Francia, per colpa di'*'', ^^'^'-j hauer Icuatodi mano a gli sbirri vnfuo famigliare, fu anco ve- ^*"^^^^^-^' '^^^"^^ cifo in campagna , mentre ancora al di lui feruirio i trattcneua , e la fua tciia in Roma publicamente fu cfpofta. Onde, riputandofi l'Ambafcrator vilipefo, intermiie d'andare all'Audicnze, da che nacque, che anco in Francia furono negate a Monfignore Sco ti, Nuntio Eilrao rdinario, con molto rigore,
.
Pp
& acer-
59^
KDcxxxix
DELL'HISTORA VENETA
,
acerbit. h\ fine fu conipofto il difgiilto, con la corret-j rione d'alcuni Miniftri , e con offici) di rifpetto e di ftima^chei il Cardinal Barberino pafs coIl'Ambafciatore in Cafa di lui J eil'endoui andato per viutare la moglie. Con gliSpagnuoli poij fopra l'antiche diffiden?:e s'inferiuano nuoue amarezze ; onde) lAmbaiciatore , Marchefe di Caftel Rodrigo, fofpefe parimente con Barberino l'Audienze, perche, fendeglil Cardinal^- Protettore della Religione Francefcana, haueua coli' autorit del Pontefice afunto al Generalato vn Frate, che nonincontraua la Ibdisfattione Reale: e s'accrebbero maggiormente le
.acerbit, quando l' Ambafciatore medefimo nella Notte del Natale fece in Roma apprefTo vna Chiefa arreftare il Prin/%Hic/e i^jpe (li Sans, di Cafa Dorefici 5 Napoletano 5 imputato di tradofipirci
inegotia'
to
mare
Tace,
concerti 5&:5inuiatolo al Vice R, gli fu publicamente tagliata la tefta. Da tutto ci s'intepidiua la negotiatione di pace, oltre al prolungarfi, per la difficult de' Paflaporti, l'vnion del Congreffo, e quanto alla tregua genequel
rale
Regno
da maneggiarfi
r
il
nella
Corte
di
i loro Collegati di Religione dij n r-moltrauano pronti ad inuiarui poteri, conlcij pero , rr.a dia ffc-iche da gli Spagnuoli farebbe tal progetto abborrito, come gita %ni- fegui, dichiarandofi'l R Filippo di non potere ad Vrbano uerjale aprire in confidenza i (noi fcnJi , mentre l'vno dc'Cardinali Ni7Le
e le dfjdc
conI{p\
non
vi poteffero inrerucnire
o^5(/oiticrla,
poti fi dimoftraua tanto partiale alla Francia Dunque la niiflione de' Nuntij.Straordinarij refa inutile dalla difficult, e_- perla qua poco gradita per gli diigufti, ad altro non feru, che a dar le imano cambio in Vienna, e in Madrid a gli Ordinari), il pef della i-fl(/opn'd mediatione, quafi tutto cadendo fopra gli Ambafciatori de' lajicpubh Yei^jcti-ini. La tregua fu da quefti a dirittura in Francia, Se ta in Spagna propoftaj ma s'incontr la fohtadifcrepanza, per.
che
cerne per
il
Richelicu
la
che^
'queUa
in.
fiemedntermeterl
firmi
pe^
,
tnare
ogn' vno rcftaffe al poirefo dell' occupato , e 1' Oliuares la prctendeua per breuiffimo tempo, a folo fine di maneggiare la pace, onero, f douefle durar lunghi anni, che h rendeffcro le conquifte N meglio forti la fofpenfione^ de ir Armi per Mare, che fu parimente propofia, pc rdare
.
^{nrur-
597 MDCXXXIK a* Turchi qualche apprenfione, perche eflendo le intentioni non meno, che grintereffi difcordi, qualche inclinatione, che vi dimoftrauano gli Spagnuoli diede argomento a'Francefidiri fiutarla, credendo che quefti foller indotti airaffenfo da debolezza, e dal timore decloro Nauali apparati. Dunque nel corlb di tutto l'anno corrente nient altro li fpuntperlapace, f non che l'Imperatore ad inftanza di Giouanni Grimani , Amfoto confo bafciatore della Republica, accord al Platinato il Saluocon- guendo da dotto, per inuiare liioi MiniftrialCongreflb. Quanto a quel- Cefare il lo degli Spagnuoli per le Prouincie d'Olanda, dopo hauereil Salmcondotto pe^l Cardinarinfante per pi mezzi vanamente cercato d'introdurTalatino re con loro trattato , l'efpedi , ma non fu punto accettato ; per- noiaccet,] che , efprimendo di concederlo A'Deputati delle Prouincie vni-,,...; ^., tatofidagU te de' Paefi baffi, pretendeuano quefle, che fi diceffe > Agli AmAol'^fidejilo bafciatori degli Stati Generali delle Prouincie vnite de' Paefi ro dal Car, baffi, e fopra tali contefe fi vers lungamente, non alfenten- dind' In-\ do la Spagna al carattere d'Ambafciatori, per non autentica- fante re la loro fouranit, ma volendo pi tofto lafciar in bianco la lafcUtift qualit, accioche a loro talento vi folTe da' medefimi Stati in- er tmto p'eneti in ferita. N meno ci piacque all'Olanda,* onde trafcurati i peabbad-o*)0.\ ricoli della Republica, e le minaccie, e gli apparati de' Tur- le cuma^ chi, tanto lontano, che fi facilitafle la pace, che anzi dubi- Ytime ditarono alcuni che dall' applicatione de' Venetiani alla parte frattion
1
R O V'ND E C
O.
'
'
^'
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del
Mare
^
fi
promoiielTero
affai
pertur-l^'^^'^^^f"
veramente pat ella ftrani, e pericolofi acci-' ^''/^^J^^',^^ denti impercioche, giunto nel principio dell'anno di Fiandra i^Mi>fc:;! il Principe Tomafo a Milano, tenne col Cardinale, fuo F'd^einita tello, prefente il Triuultio, il Gouernatore, l'Aragona, & i^ Ha GranCancelliero, ftretto, efegrctocongrellb, nel quale fu ri- gi in put foluto di portare l'Armi nel Piemonte. Circa il modo non s' toilVrin loui^m. incontrauano picciole difficult , perche i Principi con la di-rP^P^''!^
bare
l'Italia.
.
fpofitione de' Popoli, e colfintelligenze fpeiviuanod'acquifta-r"^//^^';'''^ re per loro feffi lo Stato, egli Spagnuoli, che v'impiegauanoj,;iofe
.
gente, pretendeuano, che a loro profitto cedelfero le conquide per bilanciarle con le perdite, che rileuauano, temeuano altroue In fine fu conuenuto,che ci,che con le Regie jt orze veniffe acguiitato, fi cuftod iife dalle mcdefime, e quanla
,
Toro, e
decidendo
fi il
mododi
copartir le conquije
P P
to~
MDCXXXIX
598 to fpontaneamentc
Principi
,
i
DELL'HISTORIA VENETA
,
quali
,
foggettaffe, cedefTe a difpofitione de' trafportaci da' loro interfli , affeiit irono, che
fi
dcftderanJ\Q (jye
^^^^^'.'^^J! gutto
Coronc
IVna
Imperatore erpedille vn corpo di fue militie in Italia, a' meno inuiaffe vn capOjper comandare quelle della natione AleCefare manna, che fotto le loro Infegne teneuano nel Milanefe, acche anu cioche s'autenticaffe col nome Cefareo la caufa &eglificonconduoitft ftituiffe Giudice tra i pretefi Tutori del picciolo Duca, ma di yeder il Conte di Trautmeflorf 5 pi fauorito Minirtro di Ferdinanfwevnar impegHAY
,
^nfl^l^lt\^^ T iemonte
^
aimulado
per
lot
la
ve
di
.
littorio
coHoca
in
Mauritio,
e
la
Tomafo
Tutela
teneua alieno dall ingerirfi ne gli affari di queftaProanzi dokuafi Cefare ilefTo con gli Spagnuoli , che per gli intere(Ti del Piemonte trafcurafTero i pigrauidelrimperio , e quegli deirAlfatia particolarmente che alla Cafa comune rileuauano tanto. Tuttauia, per compiacerli, dichiari nullo il Teflamento del Duca Vittorio, e decret iPrin^ cipi, per Tutori al Nipote, Con queflo titolo publicarono vn manifeflo, per attrahere Popoli, annullarono tutti gli atti della Reggente , la quale con altre fcritture, e con op>
^^
&
posti editti fofteneua le fue ragioni , e l'autorit . Ma dalla, penna ben toflo palTandofi alFarmi , anticipata da gli Spagnuo'7 cui Stato fnbita- li Tvfcita in campagna , vna parte dell'Efercito con Martin.^ meniene^ d'Aragona and fotto Centio, per aprir non tanto ipadi, che piefi di Mi per tirar* in quelle parti l'applicatione, e le forze Fra ncefi. L* litie . imprefa fu da Antonio Sottello adempita, perche l'Aragona,
te
.
del VjpO'-
riconofcendo la Terra di Saliceto a Centio vicina, colpito d mofchettata mori. In quello mentre il Principe Tomafo pure tij ^cqwfti con militie di Spagna forprefe la Piazza di Chiuas,poco da amn%an dofi Vn- Turino difcofla, e fu fermamente creduto, che col Gouercipi. natore tenelfe intelligenze j perche, f bene ruppe col pettardo la porta, non apparue in que' dentro per la difefa la_, difpofitione di quegli ordini, che percafi improuifi fogjiono compartirfi da Comandanti. Il Principe Cardinale vi fi trafferi, per commuouere in fuo fiuore pi da vicino i popoli , ma il prefidio, il Gouernatore vi furono ftabilfti dagli Spagnuoli. Tomafo, non intermettendo i prog re 1T5, appena prefcnt^atoH, occup Chieri, e Moncalieri, La Terra d'A gj^e perche
conpYopi
i
&
LIBRO VNDECIMO
&
,
599
MDCXXXTX perche volle refiftere, fu faccheggiata, Iniirca fu predi per a quali fi forza dopo breiie difefa. La Valle d'Agofta fi dichiar all' redono CO' obbedienza de'Principi, e perche s'apriuano loro a gara i cuo- cordemete e Crefcentino furono prefe, in queft' leVaz^/.e, ri , e le porte 5 Verriia appyoffi' vltiina impedendofi da gli habitanti la dife/alprefidioFranmatefi le ccfc Per liberarfi la nauigatione del P fu nel Aionferrato oc- aggreffio-cupata Ponteftura. Tomafo, accofatofi alia Citt di Turi- ni a Turi, no 5 riempi ogni cofa d'alteratione e fufurro a tal fegno , che no donde la alla Duchella fi rendeua pi temuto il tumulto del Popolo, che DucheJJa l'aggrellione dell'Inimico. N ci tanto nafceua dalla felicit fk Mar de'pallati fiiccelT, e da gli applaufi, che accompagnauano il altroue i Nome, e l'Armi del Principe , quanto dal gran numero de' par- Figliuoli tiali, e de' Confidenti, che in Turino tcneua, da alcuni de'i ^^'^^'^'hora con aperti difcorfi, fi <^on--r^^^^^ quali prima con occulti, citauano gli animi di tutti contra il prefente gouerno. ^Qrh, guemL
,
&
quefto la Reggente, inuiato il picciolo Duca, e le Figliuole '^.-owiFrtf, per maggior ficurt a Momigliano, conucniua interamente.- |cfy5._ ritiradofe. commetterfi alla cuftodia ,& alla direttione de'Francef Il V^alne Tomafo letta difpofe la difefa le fentinelle , e le guardie j onde il Popo- che non
.
lo, che futtuaua tra varij affetti, fu dal timore pi, che dalla fede reprefib . Il Principe, non vedendo a fuo fauore alcun mo,
affenteal-
lepropofte
uimenro , fi ritir Mentre al Valentino fi tratteneua , gli port 1"^;^,%^^^^ nidiVace, "" il Nuntio Caffarelli , che pe'l Pontefice rifiedeua in Turino , per adoprannome della Ducheffa vantaggiofi partiti di pace j ma fenza effet- dofi Fra' to, efcludcndofiin efii la fua entrata in Turino, elaparticipa- cefi con tione nella Reggenza,che il Principe pretendeua I Francefi ten- AImrnOy per diuitarono il Cardmale, riputando grande vantaggio, flopotefderlo dal fro fi:accarc dal Fratello, in lui (come in Maggiore) rise- Fratello
'
dendo
pi legittimi della fuccefiione, e della tutela . Ma nel volo di cosi propitia Fortuna, non volendo du^>-> Fratelli, condiuiderfi, indebolire le fperanze, e il partito, fi ftrinfero anzi tanto pi con gli Spagnuoli, e Tomafo, al Leganes congiunto , fi port ad affalire Moncaluo , e prima , che rendelTe, ftaccatofi con alcune truppe, forprefe Villa noua d Atti Poi fi portarono ambidue i Fratelli ad Aiti , Cftt non munita , n per fortezza, ne per prouifioni , npcrfuliciente ^rc{\di o; anzi, effcndoui dentro a lcune Compagnie di Piemonrefi,
i
titoli
ciyabidue
pia toftoft
fnifcono
maggior-
men/e
progreden
do nelle co
cjufce
.
occupano
pacfica
itt
,
te^fti
Pp 4
la
6oo
WDCXXXIX al
nome
fi
diedero fen-
che n'era Gouernatoza difefa re, fi ritir nella Cittadella, n lafoftennepiu di tre giorni, elTendo debole, angufta, e battuta da vn picciolo forte fopra la Collina, occupata da gliSpeignuoli. Tuttauia, perche noa_' 'attefe il Cannone , f> fofpettato , ch'egli prima dell attacco fof-penutou f gi vinto, dall'eictto verfo i Principi , da qualche altro 'ariftedere JQtereffe. La Cittadella rellando in potere de gli Spagnuoli ^ fii dcardma j^ Citt a' Principi coafegnata, in ordine a' patti, perche vollontariamente s'arrefe, pure perche , effendo efpofta a chi 'preuale in Campagna, il Leganes non fi curaffe d'occuparui prelidio, tenendola ili briglia con la Cittadella^ che reft in .^^'^^''.J
II
Commendatore
Balbiani
Frateiiodi fiio
potcrc. Il Cardmale vi ftabili la fiia Keiidencia^ ma, co|minciando,infieme col Fratello, ad accorgerfi di feruir d'infiiffferfo ftrumento alla feruit fiia, e dello Stato, defiderauaao formar' li vn corpo di gente , per intraprendere feparati da gli Spagnuoli per ajol. occupar Piazze, e formare vn terzo partito, che glirendelTe dar mli- pi ftimati a gli ll:ranieri,& a' Popoli accetti, edimandauano tiey chiede in conformit de gli accordi danaro al Leganes, per fare letiado danaro te. Egli appunto fcarfamente fupphua, accioche con le forze \al lega, proprie non prendefTerc libert , e cuore d'emanciparfi dal parnes. tito Spaglinolo. Trattante, profittando della confufione dell' inimico, e del fiuore, ma anche della debolezza de'Principi, ches'auan %.anelMo promoueua i vantaggi della Corona, progredendo nelMonforatoi onde, sforzato il Caftello di Moncaluo, ficondulTe^ ferrato alFailedio di Trino. Mille foldati, che ftauano dentro noiu* fiippHuano al gran giro, a molte fortificationi, che cingoattaccado ui Trino, no quella Piazza. Per queflo, non riufcito al Valletta preueintroduco, nir col foccorfo l'attacco, forti agli Spagnuoli non folo occunoqmUbe pare le mezze lune d affalto , ma entrami mefcolati co'difenfo ccorfo fori, che fi ritirauano. In tal guifaCafilereitauablocato; onFraccfi in de il Valletta, raccolti di Francia alcuni pochi rinforzi, folCafale, lecitamente v'introdufle ottocento foldati , e n alfegn al Signor della Tour il gonerno, eflendoui morto il Duca di Candalcs, \pYeftdiano forze da potere in le TicT^e che prima vi afTiftetia. Ma, non hauendo e qualIp'. cfpojk pi luoghi refiflere, mun Carmagnuola, Chierafco ch'altro luogo, pi opportuno, fofpcttQ,abbandona tc_con
uifano di
. .
&
"
'
Aba
LIBRO
Alba alcune Terre
,
V N D E C
M
A
O.
60
^^^^^^'^
fauorc de' Prinincapaci di foftenerfi . cipi anche Cuneo fi dichiar, che fcrui, per aprire loro la_^ ftrada di Villa franca, e ferrar quella de' foccorfi per Mare a Francefi, e Sant'I fi diede agli Spagnuoli, onde, fuorch la.^ Metropoli, non reftaua quafi altro d'intatto nel Piemonte. Per opporfi a tante perdite il Valletta forti da Turino , ricuper infieme col Duca di Chieri tagliando a pe2:zi '1 prefidio,
.
&
Longauilla, venuto di Francia con qualche truppa, marchi verfo Adi , doue con intelligenze fperaua di forprendere la Citt , e fir prigioni idue Principi, che vi fi trouauano dentro Per ftrada intefo , che s'era fcoperto il trattato , cambiato camino, fi condulfe aChiuas, ponendomi campo. Non fu a^
.
tempo
ibccorfo, che , auuedutofene , inuiaua il Leganes ; ne giou, ch'egli, per impedire i viueri, alloggiaffe col fuo Efercito tra la Piazza, e Turino; n meno, che aifalendo 1^-^ linee tentafle sforzarle 3 perche, foftenutevalidamente,faftretil
_._,. attacdn
docbuas
to di abbandonarlo
te qucftoaffedio,
onde
il
Baron
di
Sebach
Gouernatore_>
ches* ar.
prouando mancanze
il
occupando in
Nizza, portatofi yerfo quella parte , camino Cena con altri luoghi, trou, che l'inintrodut
tofi
troduttione fua nelle piazze predette veniua liurbata da'Franccfi , che con diciotto Galee, e ventiquattro Vafcelli i teneua-
no in quelle acque, quando, allargatifi al comparire d'alcune.^ Nani Spagnuole, per tentarne la preda, Gouernatori gli aprirono le Porte, refiftendo folamente la Cittadella di Nizza per
i
i Car.
in
dinaie
^f^'^^'f^
qualche giorno. IFrancefi vollero coifEfercito tentarne il foc- ^ir^^a, corfo ; ma, non giunti a tempo, hauendo nella marchia occu,.i paro il Cartello del Bene, Folfano, e Mondoui, luoghi di non molta difefa, deliberarono d'atraccai-e Cuneo, ancorch rintel-[yj^^yj^-j;,j ligenza, che vi tenevano dentro, folfe llrata fcoperta . Tdlvdolendoft 0,' peMaouchef^ conquife, e tentatiui non poteuano alle perdite, ^^ laDuchefla efclamando, per otte-/"'* ^^^ ricoli equipararfi ; onde Francia nere dalla Francia pi vigorofe afliftenze , venne a Turino il vuol in Signor di Sciauigni , Segretario di Stato , non tanto per con- mnol'ar. folarla, quanto per intimarle. Non ^'ef[ere fcr l altra "va di bitriodUo
^
&
falute
lo
Stato in arbitrio
del
Stato,
6ol
ftlDCXXXIX
DELL'HISTORIA VENETA
,
del con
^ mano
il
quale
aW bora
,
impegnato di ripHtatione^
le
e d'int erefe
,
.
'valida
con tutte
forze
concorrerebbe al foccorfo
Proueniua il Configlio dal Richelieu, che , vgualmente fiflb implacabile nelle proprie vendette conne' vantaggi del Rj er i Sauoiardi , preferiua rvtilit , ofFertagli dall' occafione ^ ad ogn' altro riguardo. LaDuchelTa , refiliendo quanto potond' ella u, conuenne in fine abbandonare a'Prefidij Franceft Carmafinalmentt gnola, Sauigliano, e ChierafGofin'attanto, che gli SpagriuoficcettiLi i Principi ritenelTero le loro conqoifte , e reilftabilitOy
&
Mo^e^>J^>
&
\mdelh[Che
alla fine dell'anno -piegando, s' abbocche^ rebbe micino all'Alpi con la Sorella, per concertare l'afsijfenie , e
'X/erfo l'Italia
il^3
^
.
Popoli con
si
confpicua^
Ma
pi
miferabil^*^^
precipit maggiormente gli affari^ imperper focco rr ere Cuneo , e dimaggiore cloche, marchiando ilLeganeSj ....,.^.^.. fcompiglio uertireda quell'imprefa i Francefi, fi fpicc il Principe ToacdaToma,\mi{o dall'Efercito con mille fanti , e due mila Cauaii, ^Icoftatofi con fcale, e pettardi a Turino, doue non mancali^ faito di notte il baftione, che chiamano verJ?^^^^"^^^ abbattuta la porta del Cartello, fugati alcuni pochi deTurinoM^y Francefi, che accorfero afl'improuifo rumore, occup la Citt . La confufione fu quale nelle forprefe fuol nafcere dalle-/ tenebre, dallo ftrepito, dal furore de' vincitori, daltumulto,
caio confufe, e
tutto
in
&
&
e terrore de vinti . Il Principe contenne , f militiedal facco, per non irritare il Popolo
al
Mccorfi
i
ben con
,
fatica, le
Francefi a
fortificare
nome Per tale fucceffo conuennero Francefi immediate leuarfi da Cuneo,& accolarfi alla Cittadella di Turino, per rinfuo
.
la
Cina.
delia
appena haueua hauuto tempo di faluaruifi mezza fueftitaconi Il Leganes , corL^ alcune Dame , e con qualche Minifro
.
doueyfaL
ucflaDu.
ehejpi
.
d'ifcnto-
no iTin
grr.cs.
grandi/lmo fafto per tante profperit entrato in Turino, Voleua, che s'efpugnafle la Cittadella; perche , occupatala^^ > come non gli pareua difficile quella conftitutione di cofe y s'efcladeuano dall'Italia i foccorfi Francefi, e Cafile gli reftaua in preda ficura. Ma, perche egli intendeua di prefidiar-
pi dal le la
Principi con oppofitifini, auantid'applicarfi ali'oppugnatione, chiefcro ficurczza, che quella, e 1 altre
con fue
miiitie,
Piazze
LIBRO VNDECIMO.
60^
MDCXXXIJt
Piazze acqiiiftnte fcnza dubbio dwil nome 5'dairaLira3dalI apre fenza loro, pii che dall'Armi Spagnuole 5 fodero confegnate in lor mani. Cos la difcordia inriniiandori5sVen la felicit di quell'Armi 3 quando pareuajche fcorreflero con migliore Fortuna. Tale (tato di cofc caufaua grande apprenfione in Italia, dubitandofi,che tutto in fine cedendo a vantaggio del pi potente 5 la grandezza Spagnuola folle per eilenderfi all' Alpi incitauano i Principi I Francefi 3 valendofi di quefto rifleflb Italiani, e col timore de' progreffi di Spagna, e con lefperanze de' loro foccorfija prenderli parte nella caufa de' Sauoiardi. II Pontefice dubitando, che tutto tendefle a diuidere tra le due applicane Corone quello Stato jprocuraua con ogni forte d'offitij diriu do.fi'il To, nire i Principi alla Cognata. N per la diftrattione verfo il tefice a cd~ ciliare con Leuante erano efenti i Venetiani dall' inftanze d'amenduele laDtichefCorone, impercioche il Signor d'Vfs per la Francia folleci- fa i CognA taua,chc prcftaffero al Duca diSauoia affiftenze , e confpiraf- ti.
,
mentrat
MiniHro
Frane ef
fsllecitah]
Hsptihlica
coli, quafi rimproueraua, Chcj [cordati gli antichi infittati yfer Non -piU trattar/i al p'c.offcfe p-iuate ometteffero il fuhlico bene .
'
ma
Dunque
eter- a difender
U Co
I
che
egualmente amano
,
la liberta di quejia
ronn-
la->\
Prouincia, e che t/ tengono gtintereffe comuni. Trattarli horamai Sauoia della fozq^ettione di tutta l'Italia e mentre fi temono gl'incerti pericoli dalla
Caufa
di
.
gnuola
lia
,
danaro,
col
fangne ,e
co'
Configli
anzi
co'
pr-
trafcurandolo Jaficiaua hora tutto in pref finalmente Spagnuoli In altri tempi a cenni, alle minaccie^nonche da a gli aiiinuafioniy effierfi giufl amente commofja ; h^uerinuocati gli Amici; concitato il Adondo i oppafi e le forze: hora diuerfa da f medeftma, abborrite l'antiche quafii [cordate le hoflilita recenti degli eni
prij pericoli
,
otiofamente rimirare l
e
efitto
delle
cofie
Con
gli
schiuder fii
,
del Piemonte efcluderfi i fioccorfi ali Ita, lAlpi alla Tranciai ma che importare ci al "B^ Loil
dome
trattone
Amici, fie
pif-
utilmente puoefiendcre
o4
MDcxxxix (l^yg altroue
to
"v't
i
DELL'HISTORIA VENETA
confini, e dilatare le conquije ^i -peffjajjeil Sena^
, -perche tali erano horamai le non poteuano pik ripararfi; molto meno oti
perdite
che con
o
officij
.
Difenderfi gli Stati , conferuarfi gli Amici-y pr* teggerft l publco bene con le rifolutinni , coli' armi , coli' opere , non con a fouer^ interpretate da nemici a timore , le cautele e riferue
defiderij
Configli
>
[opra
la
chio rifpetto.
iepa efpo
nedofidal-
loSpagnuo
lo l'equit
dell' inten
concetti contraponeua il Conte della HocSpagna, per rimuouere le gelofie, non ca, Ambafciatore meno efficace difcorfo . Afficuraiia , Dal fino 2^' non tenerfe in^ tcntione che d affiftere a' Principi , per vantaggio del Duca , gli
tali
di
toniB^a."
li.
Stati del quale [otto preteflo d'aiuto oggetto occupare da' Francefi.
e di Patrocinio fi
^edeuano
fpon^
,
Ad
efifere
t ane
amente
,
concorfo
il
pre^
gato implorato da Principi ftefifi , e da' Popoli Mentre la Duchef-^ portele le piazze a prefidij Franceft , perche all'armi fia apriua le Spagnuole non ejjere lecito opporft, e preuenire quelli, che meditauano coW'vfiurpatione del Piemonte , l'oppreffione d'Italia Dunque che i Frana' Principi riujcir pi fofpette le guarnigioni Spagnuole
,
cefi prefitdij
e in Cafiale
qualfojfe
l'
efitto
da
Sauoia
di
nel prifiino ejfiere l'Italia, ^eficlufit i turfi rimettejfie batori della puhlica quiete ,foJfe poi Giudice il Mondo, qual de' due alla Pace. con mente pi retta fi portajfie alla GiuHitia ,
Mantouai
&
Preineua egli pure, accioche foffe ammeffo all'Audienze il Conte della Manta, da Principi a Venecia inuiato, a titolo oggetto, d' informare la Republica delle ragioni loro, ma ad per auuentura pi occulto, di procacciarfi qualche fegreta^
indeaffiftenza, per iftabilire quel partito, che meditauano, ft ricufato dVdirlo, rifponden^e/olocon pendente dalle Corone. Franl'inlrapre, do nelreflo il Senato con efpreffioni vguali a Miniftri di neutratutto fa cia, e di Spagna, eshortando alla Pace comune, efopra lit, folpettidall alla tranquillit dell'Italia. Allegaua i fuoi giufti
COYv'fpO-
Ma
eshortale
maggiori prpublica in apprenrioni,e trauagli, tendeuano a valler, per ce. greffi contra tutti i Chriftiani. Se tali ragiom f henhh Repubhca^ rendere i due R contenti della neutralit della umo. niente
ne aliava
Coro
Armi
del
Turco
le
quali
f al
prefente implicauano
hi
Re-
LIBRO
ta la guerra,
i
V N D
II
O.
605
'^^'^'^'^^
niente giouarono 5 per conciliare la pace, Tempre pi chiaramente apparendo, cheper lecaiife iicffe, per le quali s'era rot-
doueua continuar lungo tempo. Poco^ pertanto potendo Venetiani albifogno loroafpettardi fo e co rfo, mentre vedcuano trafcurato il pericolo, applicarono a qualche componimento co' Turchi , che valeflb almeno a differire quel male, di cui non per anco appariua difpofto il rimedio. Giunto, cos'
rimlgendcji pereti)
lefiir
ag
,
me
detto,
giujiafnen
'
fino a Coftanti-
ti col
Tr-
nopoli profeguir'jl camino, perche infierita la pefte haueuadiffipato quafi tutto l'Efercito, e le reftanti militie s'erano follenate contra il Primo Vifir, mormorando del medefimoR,quafi
co.
che ,
folito di palliare
donati i loldati allapefte, e a'difagi, perdefi^audarea bella__. pofta quelle ricompenfe, e quei doni, che da' R Ottomani s* agli Eferciti Vittorio- eh s s ut vflmo a compartirfi tra' benemeriti, Vifir acquietatele con fatica,follecitato dal proprio peri-'^''^^'^'^ ^^ fi. Il colo, configliaua Amurath afermarfi in quelle Prouincie, pro-j^J.^^ ntino nc'fticando altrimenti, che 1 foldati nellaffenza di lui perde- jf^i*. rebbcro ogni difciplina , e rifpetto, e con altrettanto indecoro reftercbbero efpofti gli acquifti, con quanta gloria s'erano -confeguiti. Ma queiti medefimi riguardi affrettauano appunto perfottrarfi dall'auarfione iTiiiitare,e per il Re alla partenza, e non elfere fpettatore fnza forze di ci, che poteiTero tentare-
&
col
Per leuare ogni ombra,e ogni capo che potcffe^ folonome dar fomento alle feditioni, gi che i Turchi fuori della Cafa Ottomana non fono foliti cercar' i Signori , efped,mcntr'era in camino, ordine a Coftantinopoh che a Mui
Pcrfiani
ftaff
, fuo Zio Quefto infelice, aifaggiato fofle leuata la vita appena due volte l'Imperio, ftaua cuftodito in f:rettiiTima_. carcere, fempre odiando la vita, e temendo ad ogni momento la morte L'ordine fu al folito imniediate efeguito ancorch non rcftaife del fangue Reale, chcvn Fratello d'Amurath, creduto itolido. 11 R, proicguendo il camino, vot follennemente al fuo falfo Profeta di non polare la fpada fin tanto , che non haueffe foggettati ai fuo Imper0;e alla Legge iChrilliiani. Ma Dio alfhumano furore ha limitati niente meno, e he al mare, i confini. Amurath, per la robuftezza del e orp o
,
.
ftoh-
6o6
MDCXXXIX'
DELL'HISTORIA VENETA
ftolidamente feroce, fi daua in preda ad ogni ecccffojdelyino paTticolanience. Il genio gli feruiua di Legislatore, an-' corche con difprezzo dell'Alcorano , che lirettamente lo vieta ,& il ftio efempio preualendo all'autorit della.Legge, d'e-' briet fi addomellicaua co' Turchi. La complelTiorie del R^
cadegra
uttnenie
'
infermo*
inJiicen
dolo
!
il
n;a
le
a rifolu-
toni
I
dipa
ce,
[apra la
j
quale con\juUaofi,
dilibcra
j
'
benefort(I]ma5nonreriftendo airinceflante difordine, cr^ lo finalmente 5 e nel camino foggiacque apericolofo accidente. Si fenti di modo infiacchito, che, moderando lelatione dciFanimo, pieg a penfieri di Pace. In Smith, non molto lontano da Collantinopoli, volle tenerne confulta,& iuifi lungamente confiderato, eferetto in Afta diflnttto La guerra di Perfia non -per unco finita difficile fpinger in Adare Armata potente ^donendo trenta. Galee per f-enare i Cofacchi nauigar il Adar nero, I Venetiani hauev'vtilmentc profittato del tempo ^'munite ti ^
fc
U
,
fole
e le
pronte
le prouijloni,,
d accettar
la.
Rifoluettero dunque fegretamente di piegare all'accordo ; ma, qual'appunto il coftume di quel gouerno,dimoftrarfene anche alieni, per foftenere il fafto, e migliorare i partiti. Rifuonauano perci i loro grandi apparati, altrettanti n'apponeuano i Venetiani ^hauendo eletto 'ProueditoreGeneraledel Mare, con autorit di Capitan Generale , Luigi Giorgio, Procuratore di San Marco, accioche armafle , vfcifle a' pi chiari argomenti, che s'hauelfero dell'animo hoftile de' Turchi. I Tartari, che chiamano del Crim, dipendenti dalla Porta Ottomana, fecero in quefto tempo, per vendicarfi de' CofiicchI,
&
&
e per armare di fchiaui le Galee Turchefche , fcorrerie nella Rufi^ia, afportando gran preda , e numero d' huomini, che venderono (com' folito) a' Turchi per vililTimo prezzo. Ma,
giunto Amurath in Coftantinopoli, non v'entr col diuifato trionfo; perche, percofTo dal paflato accidente, non poteua reggerli vigorofamente a Cauallo ; folo condulfe alcuni principali prigioni, e gran quantit doro, che con ikupovc ccczdeua la fomma, eilratta per la guerra Perfiana, tanto fogliono gli Ottomani cauareprofirti dall'Armi, che agli altri Principi feruono per conliimar' i Thefori Subito kcQ intendere al Bailo,, che non lo riputaua pi Miniftro d Principe, ma ofaggio de' legni rapiti dentro il fuo Porto. Dcpoito Mufs.
.
Cai me-
LIBRO
V N D E C
r
.
O.
Coj
Caiipxcan, ordin tuttauia :i Miiftaffi) nello ftcflo carico fo-f'^^*'"^^'*^ Fu amniellb il Conftituito 5 che aprille Y orecchie al negorio tarini all'Audienza; c'I Bafs, quietamente afcolcate le ragioni del fatto, e larifolutionc coftantiffima del Senato di noii_, coni'egnare a cambio Tue proprie Galee, pieg in fine all'age ncfcgue giuftamcnto, che confift , In -prometter/i dal "Ballo qualche dain re- mento ndra, come in farcimento de' danni ^ alla italiana inferiti quello fcaffo -preferuato^ per e fjcr proprio de' Ture hi i nel re fittiirft ^fio fopirft qualfijla pretensone j comandarft a Carfari di non moa' Gouernator delle FoUezse di non accetIcfiar i J^enetiani tarli ne" Porti f prima non preflaffcro cautione di non inferire diPoterfi da Comandanti della 'E^cpnblca punire glifleffeCor^ (urbo riaprirji'l commercio in conformit de' Capitoli antichi e fariy alla Cafi comcfegui, rimanjeftituirft'l 'Bailo alla liberta^ jdandolo il Caimecan con vefle d'oro, eh' il folito honor^_- jde' Turchi. L'auuilo di tale accordo, giunto inafpettatamendifcorrenjte aVcnetia, fufcit ne gli animi (come auuiene delle cof^.^^^'^^^^ ^; dofene d, Igrandi, e improuife) diueiTi pcnfieri , mentre nonmancauano'^ej-y^j^^^,^' uerfamenalcuni, che, confondendo iriiledi del gouerno co'dircorridel,rei/^'e tVolgc, ftimauano che farebbe ftato buon confi;2,lio afficurarii tia Icol Ferro, pi che coll'oro, per dubbio, che i Turchi, fimuland la pace, voleffero con falfafcurc^za protrahere le vendette, e lotto finta tranquillit fino a miglior congiuntura coMa il Senato, dairefperienza de' prire gliodij, e i difguli tempi andati , e dalla congiuntura delle cofe correnti difingan- ma da rilefft de nato delle Tperanze degli aiuti Chridiani, pofatamente penfan- J* PyCpubli do a' pericoli, a'difpcndij, alle confeguenze della guerra, eh' ca appro' ejfercitare fi poteua pi tolto con gran coraggio che con for- nato ze vguali, e con buoni fi.iccefii, hauendo gi com.andato al Bailo, che procuralfe Faccordo, n'approu la conchiufione , partecipando a' Principi d'hauer conuenuto procacciare honeco .oppiati jfte conditioni di Pace, gi che lo flato d^lla Chrifiiianitfacefo degi al. u conoicere inopportuno il trauaglio. Da tutti, e dalPonte- triVriud" |fice fu la rilolutione approuata, iffimando, che da' Venetianijfi. fi folle prudentemente procurata la quiete con lode vguale_' alla generofit, con la quale haucuano incontrato il pencolo. insklto Accadde nel procinto ci'c/cguirfi l'accordo, che Turchi a'con- cbii'ukTfi.
^ . -l
,
>
-^
fin
6oS
\iDCXxxrx (ini rumoregtra gia ndo i
Turchi
Dal, matta
*?f //.4
Dalmatia per priuare coniefe, che fono frequenti qnei vicini, entrarono armati dentro i Territori) dell_, Republica 5 onde Marino Molino, ch'era ftaco afllinto al carico di ProLieditore Generale i\ Caualli, per reprimerli, ^^
della
attacc in quattro luoghi , in quelle fattioni rcftando vccifo Muitaff , turbatore principale della quieto^, acquietaf fu il rumore eftinto con la fua vita. Celfaua in Coftantinoih fitto poliogni caufa contra la Republica, e qualunque apparato d' ma non il fofpetto, che contra la Chriflianit in altra Amurath Armata, fretta di parte nonf machinalfc j perche Amurath rimetteua alquanto [Kicificarfi la filute, e le forze, e col Perfiano follecitaua la pace. Quel [col VerfiaacR, dopo allontanato Amurath, haueua riprefo Renan 5 '.no cordatoli con Osbech Tartaro , gli era riufcito battere il Mogor, e reftare al polfeilb della Prouincia ^\ Candahar . Ad ogni modo perche le guerre co' Turchi non fogliono eflere a' Pcriani di gran profitto, defideraua egli la pace, e per trattarla haueua efpedito Ambafciatori alla Porta , doue s'era ridotto anche il Primo Vifir La difficult fopra Renan confi(l:eua,che Amurath defideraua gli foffe reftituito, ilPerfiano, ritenenper porta- dolo , intendeua, che fi riconferm affer folamente Je condirei A^w/:tJoni , al tempo di Solimano accordate . Deliber Amurath di contra i rimandare in Perfia gl'Ambafciatori convn fuo Miniftro, che Chrtjiani. penetrafferintentioni, oflerualfe lecofe, per meglio pofcia direggere i configli dell'Armi, gi che in Europa vedeua germogliare vari] accidenti, moho opportuni alfine fuo di portarle contrai Chriftiani. Il Principe di Moldauia , haueua dalla Porta ottenuto co'foliti mezzi dell'oro di lafciare quella ProP^fl^f^;(,j ^^-f^/j^-n juincia al Figliuolo, e d'elferefollituito al Valacco j maquefb', publicando, che l'ordine non proueniua dal Re , ma da' Miniftri r"ucch^'^ corrotti, fi pofe in difefa, e, fattoli incontro a quell'altro , lo ruppe 5 e lodifcacci. Amurath, che non fa pcua ci, che in Valacchia fi tentafse, pure, per copri rfindecoro deirefito, fingeua di non fiperlo, sfog contra il Caimccan il fuo fdegno, quafi che corrotto dal Moldauo, gh haueffe occultato T affare , e lo fece ftrozzare nelle fette Torri, confifcandogli ogni fuohauere- Non poteua tuttauia digerire l'affronto, e difponcuale cofc, accattando prctefti, p er turbare di nuQuo il Vaf'wor/tf|
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credeua, che il Tranfiluano,e| liPolacclii non hauerebbero di quel Principe foffcrto l'eccidio,' .^e forf Celare vi fi farebbe ingerito, f bene alerone grauemenJte occupato. Mail Cielo diuertiqnefto colpo, perche fu forprelo Amurathda pi pericolofo accidente , ne* timori del quaji'-dal Mufri, e dalla Madre esliortato, votd'aftenerfi perTauucnire dal vino , per caparra del giuramento facendo rompere 'pretiofiflmivali, ne' quali bcuaia. Rihauutoli appena, &im[memore del corfo pericolo, e della promeffa, ritorn a diIfordini cos eshorbitanti , che ricaduto , fpir la notte (J[q''^"^^^P^^ jfettc Febraio dell'annofeguente, nel trentcfimo fecondo dell' J^ "^i et, e quinto decimo dell'Imj^erio. Di pi figliuoli, c'hebbe,tfre. ncifuno recando fuperftite , i diuolu l'Imperio al Fratello EbraM, che fi trouaua ineti di ventifctt'anni, pc'l terr- [uaedcdo re della mone, che ad ogni momento attendeua, per la fo-l^/WFr^/f/ litudine della carcere, doue applicato a puerili eicrcitij fi trat--^'^^^'"''^' tcneua, d'ingegno Itupido, e ottufo. Con fatica fu indotto a credere, che gii fofie toccato in forte l'Imperio^ anzi, temen-
Vngheria ,
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Polonia , perche
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to 5 che non gli fu portato il del quale elclam con voci non fciocche, efler morto vn gran -He , ma infieme vn pi crudele Tiranno, Paifando perci in vn
volle vfcir dalla ftanza fin tancadauerc del Fratello , alla vifl:a_.
che L.fcU
l
ammini.
prigione all'Imperio, nuouo a f ftefib , non flrttione che a'negotij, ne lafci alla Madre, a Muftaff^ Primo alla Ma. dre, c^ ai Vifir, la direttione. La Kepnblica^ conforme alfolito glideVrimo vi llina congratularfi, per Ambafciatore Straordinario, Pietro fir. Fofcarini , al Bailo diede, per Succefibre, Girolamo Triui- t^afsandcne fano . Veramente a quefta muratione di gouerno in Cofiantino- la Kifit^ poIi,paruecheia Chiifiianitrefpiralfe^ ma poi fi conobbe bile ai ini quanto fiano ciechi gli humanigiiiditij) e che, doue preualc ^pilj di coiigratiila forza, i renda ella pi formidabile, f non viene dalla ralatioic gione corretta. Ci fi riferba agli anni/cguenti. In Turino le Fvai'iLcft dilationi haueuano dato modo a'Francefija' quali la Duchcffa ha- h^tifio caucua aisolutamenre rimeffa la difefa della Cittadella, di me- po difo; lificare la glio prcfidiarla, e munirla 5 onde refa pi dificilelapacc, perCiit.ideiU che cadeua la propolla de' Principi , che infieme con la Citt la 'di Turino
momento dalla
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mede-
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h^^^'^^^^imedcfima fi guardaffe da'fudditi , confidenti ad amendue i partiy4it:i)riufc finalmente al Nuntio d'accordare vna tregaa da* quat\dofi \$regua - |cro d'Agofto fino a' vintiquattro d'Ottobre > che fi puntalmente f)oco ^^-jefcguitam Italia, bench in Francia5& in Spagna foffe con fenfi '^^^^^^'^^^ vniformi, ma per caiife diuerfe , riprefa. A' France fi tuttauia fij<iiniolto profitto, impercioche il Duca di Longauilla con cowns lemilitie, dcftinate perTItalia, pot nella Borgogna, e ncll* Alfatiafare non ifprezzabili acquifti^ onde tanto pi ne fu in Spagna biafimato il Legancs> quanto che oltre , airarreftar^^ al trattenere in la fortuna nel piti belcorfo delle prolperit ,
I
&
Italia
impegnate le forz,e 5 dauamodoal nemico di rinforxarfi, Fu dunque da Madrid efpedito il Marchefe della Fuente a Milano, accioche, rimproiierato lerrore al Leganes efficacemente gli commetterle d' applicarfi a Ca.
fendala CUI conquifta chiaramente l'Oliuares fcriueifti5non efterfi alcuna cofa d momento con tanti progred efeguita. Ma ^naaiuc^,\^ Italia le cofe non procedeuano con le facilit , che di lontano ' -^Uifta di ii Conte Duca fi figuraua, perche 5 tentandofi quella pia 2: za.^, poteuano molti Principi ingelofirfi, e per vfarui la forza , conueniua pervaderne il Principe Tomafo 5 il quale, f per dubbio, chela Cittadella di Tunnocadefse in mano a gli Spagnuoli, haueua precipitatala conchiufione della tregua^e sforzato il Gouernatore di Milano a preftarni l'afsenfo^non era facile,che finceramente cooperafse alFoccupatione di Calale , che patena il pafso maggiore alla fcnjitideiritalia3&: alI'opprefiSone del Piemonte. F tuttauia per induruelojinuiato dal Leganes il Melo a Turino * gli Spagnuolijl'Imperatorc proferVarmiy I^ quefte negotiationi verfiindo mpegnate uando i pi fenfibili colpi altamente \ querelaua5e della tregua...
'mirandoft Tale,
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impegno in quella ProuinciadeirArmi,mentre egli f^^*:^f ^^'^iperdeiia rA!fatin5& il Banier, ingrofsato a poco meno di trenta !^^J^J^7^^jmila combattenti, tendeua verfo la Bohemia per guadagnarui
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tamc.
Spagnuoli all'Imperatore, che fortifse in campagna a comandare rEfercito, confufo dalle diicordie5& emulationi dc^Capi,& a retributione deToccorli,che da lui riceiieuano in Fiandra, oltre al foldo di k mila Soldati Vngheri gli efborfarononolto danaro. Ferdinando per', abborrendo il difpendice il pencolo, chefeco portau a Tafsumer' il com ando
quartieri
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Coniigiiauano
gli
LIBRO VNDECIM
6ii
dell'armi, lo deftin all'Arciduca Leopoldo Guglielmo, fuo ''ri^Q"^^^''^^ Fratello,- ma, per fare qualche sforzo capace di fcacciared'A damo peri lemagna gliSuedefi, ricorfe al Pontefice, chiedendogli node- cititi dati Vonttficc. rofe affiftenze . Vrbano ( n' efcufaua , perche non eilendo ali* bora fopite le differenze de* Venctiani col Turco, profeflaua, che a quella caufa , abbandonata da ogn'acro, gl'incombeife ri- ane di uolgere V animo, e tutte le forze. Dunque dalla Spagna fola- ricoucrare l rifatta. mente dipcndeuano le fperanze di Ferdinando ,e fommamente premendogli la ricuperationc d'Alfatia, inui, Ambafciatore Stiaordinario a Madrid, Annibale Gonzaga, dal quale fu con- conmens coll^CaC chiufo trattato di componcre per queir imprefa a fpcfe comu- tolico ni vn'efercito fotto il comando del Melo. L'armamento non hebbe proc^rcffo, a'difej^ni dell* armi fottentrando le fperanze perlamor del i.egotioj perche, defonto in Neoburgil Duca Bernardo di te delibai. Vaimar in et d\ trenta fei anni, da breue indifpolltionel nel mar maggior progreifo deila^loria rapito, crederono gli Aufriafperando altri Prin ci coll'oro, e co' vantaggi guadagnare l'Erlach, dattruhe.\ cipali Comandanti , che teneuan-) in gouerno Brifach, e le Piazre con Loze di ftima. Ma del Richelieu coll'afcendente fuo folito del- YO alcuni Fingegno, e della fortuna, furono pi celeri, e pi felici laliiC'iipi, trattati j perche cattiuato con grandifTima fomma di danaro r*;f^<^^'^^| animo di quelli, acquali il Duca haueua nel fuo teftamento'^^^""^^^'/ demandua la cura dcl'Efercito, accord con effo loro. Che ^""^^j ^^ accet.affero ilDuca di Longaulla per Generale, e s* obligaffe^o di della Francia, la quale pagherebA intere militare a comodi ffi he r Efercito, e la guarniggione di brifach, che fotto il gouerno^J^^ ^'"^^f. deW Erlach farebbe compoja d*Alemanni, e Francefi. Accadde, |J/r^'^"^'^
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che non cosi torto giunfe a Carlo Lodouico Palstino, che-^'' in Londra fi ritrouaua, la fama della morte del Vaimar, ch'egli incognitamente attrauerfando in diligenza la Francia , tent di portarli a quell'Armata con fperanza , non tanto per confor- 9
mit di Religione, di coftumi , e di lingua , ma per l'oro , e per le promclfe del R d'Inghilterra, d'indurla ad accettarlo per capo, onde poi diuifaua , con la forza , co'trattati , concambiando facendJ\ l'Alfatia, ricuperare il Palatinato. il Richelieu, che con mole i'^'^^sor^oi
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clploratori inuigilaua per tutto, auuertito di tale intentione,'2^''^^'!J^''^ fece a Molins nel Borbonefe arrecarlo, n prima lo relafs ^ iatko^^\
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DELL'HISTORIA^ENETA
^u ^,... che non
i^ d'Inghilterra nefacefTe non fenza querele Tinr^/fo il f.-of-f^^^ ^/-. \;-^;.-v,^.-/: r^^.,,V^ r>^> folfe il trattato de' Vaimareiicfeguito. Cos
della Francia
in
che con
l.
adep
erfil'
accordo
vna Piazza, vnaProuincia, vn'Efercito con molto rifleffo de gUSuedef5e maggiore degli Alemanni, c'hauerebbero amato la Corona affiftente, e vicina, ma non tanto auanzata nell'Imperio. N mancarono
cadde
momenti in poter
Prouincie di Fiandra , bench nel principio della Campagna il Piccolomini rompcffe il Sifaefiba^j. gnor di Fichieres, che affediaua Theonuille, e lo condufl^ con molti altri in quella Piazza prigione, impercioche all'incontro il Signor della Migliare, fcorfa la Contea di San Polo, otto mila Caualli fotte s'accamp con diecimila Fanti, Hefdin, ftimatiffima Piazza, e fatte volare due mine, e dati auan7.n. tre affalti, l'occup, effendoglifi refa a patti. Il R, che per defi le pr, incalorire l'imprefa, s'era trattenuto col Cardinale in Abeuilpenta del f le, entrando in Hefdin per la breccia. Se aggiungendo i prela Frcia, mij alle laudi, lo cre Marefcial di Francia. L'Infante, prefo pofto a Borborg, vanamente haueua tentato ci'introdurui foccorfo j anzi, fecondandofi dall'Oranges l'imprefa, hora con minacciare a Gheldern attacchi, hora contentare sbarchi al
alla fteffa
Corona
anche n
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Saffo di Gant haucua conuenuto diuidere in pi parti le forze. Il principale configlio del Richelieu confifteua nell' incomodare gli Spagnuoli su le proprie frontiere , dimoftrando al cQnJglata\J\^Q Lodouico, Che^inuafoin eafa propria il Nemico ,Ji fcoprir^"
,
daicardi-\^^yQ
naie ad af
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gli
Spagnuoli
nella pro-
fuc dcbolez^ , mancherehbe a quella Adonarchia il 'vigore per afjtflcre in tante parti alle [iraniere occorrente , e ben tojio ap'par irebbero molte Prouincie contumaci, tutte gemendo fotto il goIc
pria Sede
uerno di fuperbi Afinifiri , con poche forte zj^ fenza fermo preftdio , con le militie per lo pi mercenarie , e flraniere , quando in particop'e s'amiedefero difoggiacere a "vn domnio^ pe fante in pace , e
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Prth
ture dflla
guerra infelice. Penfiero, cheriufci forf, oltre alla credenza dell'autore medefimo, con tali cafi, e cosi graui emergenti, che il Mondo hebbe grande occafionedi credere, che
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per lo pi da gli euenti dipendono gli humani configli, a' configli del Richelieu la Fortuna accomodaffe g\i euenti. In queft'a-nno ne gitt i fondamenti, coll'inuiare verfo i Pirenei prima Piazza , il Principe di Cond , dal quale Sziks fu pr efa,
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LIBRO VN DECI M
O.
613^
che s'incontri artWefso il Marc Mediterraneo al confine di Spa-' AlDCXXV.Ii gna, k bene fu dopo alcuni mefi daFilippo Spinola ricuperata .| Maggiori /peranxe haweua concepito dell'armata di Marc che comandata dairArciuefcouo di Bordeos in numero di pi di fefCanta Vafcejli, fcorfe le corte dell'Oceano, mariufcironodifuguahgli efftti, perche altro non le riufci, che lo sbarco a_> Laredo con preda, e incendio d'alcune Naui, e facco di qualche debole luogo a Marina. D'altra parte rileu laSpagnuo- Conformi la notabile colpo, perche, dopo ritirato il Bordeos a' Porti di dahle^r jFrancia, fpiegarono verfo la Fiandra le Vele feflantafette Va- metta s in. tiiano gli {cQU^ tra quali alcuni ve n'haueua di fmifurata grande^Tia , Spagnuoli con (opra carico di molte militie, gran quantit d danaro, afoccorrer altri apparati, per portare a' Paefi baffi vn valido aiuto la fidr-a. La ftrada, per paflare a quelle Prouincie, efsendo per Terra da ogni p^rtr impedita, e per prouederle di danaro, il cambip diuorandone grandiffima parte, s'haueua rifoluto in Madrid di f:ir'vno sformo per Mare di concerto col R d'Inghilterra, che , gelofo della grandezza, e de'difegni della Francia, amando di vederle foccorfe, e munite, permetteua rico- ma corag uero, e ficurezza a Legni Spagnuoli ne' Porti. Ma non si to- giofamete rto quell'armata nel Canale di Cales comparue , che Martin prouocati Tromp, Ammiraglio d'Olanda, con tredeci piccioli , maleiii, appreffo CalcsdagU e ben guarniti Vafcelli, f le affacci, prouocandola con incre Olandefi, dibilc ardire al combattimento. Altri fedeci poi gli s'vnirono, e per la vicinanza de' porti di Zelanda, e d' Olanda riceuendo ogni giorno rinforzi , fi trou in breue accrefciuto a tal fegno di valida Armata, che Antonio Oquendo, Generale della procurmo Spagnuola , k ben fuperiore nel numero , e nella mole de' Legni, disfuggire non ofando di cimentarfi, ftimbenedi ritirarfiin Inghilterra ileofinto. alle Dune , fperando , che gli Olandefi , che conueniuano trattenerfi nel mare , fofsero da difagi, da' venti aftretti ad allargarfi. Il Tromp perfifteua non folo nel porto, ma cannonaua gli Spagnuolijfouuenuto di poluere , che gli era mancata , da' Francefi di Cales. Vna nebbia in fine fauoriTOquendo di forte, che tredici groffe Naui con buon numero di militie , e con tutto il danaro, fenza ertere fcoperte, traghettarono a Doncherche. 11 Tromp, che horamai fi troUviua con cento, e
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5x4
DE L UHISTORIA VENETA
modo
di tal pafTaggio dolente
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tanto pi s'otiinana in non permettere 5 che il reftante della preda fuggiffe J 11 R d'Inghilterra, a cui pel decoro de' Porti grandemente i/'^rwrfr^jpremeua lefito di que (l'incontro, inui alle Dune quaranta-^ ingicfeac. Vafcclli, acciochc polii in mezzodiuertifTcro la battaglia f correndo e fen7.a rompere con gli Olandef^ che ftrideuan con mi^ per mpe nacciofe protefte, fpalleggiaffero la ritirata degli Spagriuodirlo li. Non perci allontanandofrl Tromp^ TOquendo aftretto a combattere, a confumarfi> tent fotto folciirit di foltiG e la Spiisfugg quefl:^ gnmla no fima nebbia verib Spagna lo fcampo^ Ma non vigilanza del Tromp^ che, in mexzio a' legni nemici volta la f ne poteri dofvttrar. fpingcndo prima Vafcelli incendiari] poi le natii da guerra ^ , re . alcune degli Spagruoli, e prenderne altre , feitpot arderne nella rpiaggia^rertaza quelle, che, vrtando nelle fecche^ rono Taccheggiate, e incendiate. L'quendo in Dortcherche con poche fi ricouer, &:ilfoprauanzofcorf alla volta di Spa-^ co pochi gna lacero, e mal trattato da' Nemici, e dal Mare^ eflerdd refi diti fi" periti pi di k mila huomini tra marinante foldati^con Ja mag-^ ne ritorna. gior partede' Legni . Il Tromp, condotti irl Trionfo a Rotterdam Tedici Vafcelli con grandiili ma preda ^ vi fu accolto cori fommo applaufoyclendo annouerato il fuccefTo tra' pi celebri, Lodouko che frano accaduti nel Mare. LVltimo periodo della Campa-j s'abbocat gnadcue chiuderfi nell'Italia, doue n'hebbe il principio.^ GiurfUsare U, to finalmente il R Lodouico a Granoble , conforme ai concerto, laDuchefla di Sauoia fi port in quella Citt y pet riporre di lei /i|con viue lagrime grintereffi fuoi, e quelli del Duca nelle bracdiuidecon\Q\2^ del Fratello, e del Richelieu, pregandoli a difendere quefta caufa innocente colla fteffa frza , e gerifofit , con la quat^pronuyt vdciameJ^^ rcndeuano formidabile la Corona Francefe.- Vdi ella chiete [occor- derfi in depofiro Momigliano, &: infinuarfi d'inuiar'il Figliuorerla lo a Parigi, accioche col Delfino {\ educaffe conficurezza, e decoro. Ella non rifpofe con altre ragioni che con vu pr1
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5 e fu ella fperanze di prefti e potenti foccorfi* L'EfercifO d'Italia, taj ali ^r efendo morto il Cardinale della Valletta, refl in quel mentre (ctnt. raccomaudato ad Henrico di Lorena, C onte d^Arcour f , che
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LIBRO VNDECIMO.
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515
uocy KXix
grado vguale pofledeua gran coraggio, e prudenza. I Vene tiani, a diuertimento de' mali maggiori, follecitauano il Pontefice a procurare con tanto calore la quiete, che apparilTc douerda' Principi Italiani per la ficurezza propria, e per ladiFefa comune impiegarfi le preghicrjjeglioffitijjebifognandoanche l'armi . Vrbano fi content d fpedire Antonio Feragalli .Segre-
accioche a Milano, &: in Piemonte tcntaffe altnuanopi9 menodi prolungare la tregua. Sidoleuano gli Spagnuoli i ^^,^^^,_, curatoft il Principi,che fotto l'ombra della tregua medefnna hauelfe la Du- ^/^^irc clieflaconfegnatc a' Francefile piazze, equedifiquerelauano, Utngua, che dal Lcganes s'impedifTe Tingrefo in Cadile ad alcune mili-l tic , che vi furono pofcia furtiuamente introdotte. Vanamente- fi ritorna perci difcorfi alcuni ripieghi per prolungarla, fpir la fi^lpen- agli affiditi fione dell'armi, e ne diede fegno il Cannone della Citt di Turino, e della Cittadella, che ricominciarono a batterfi fieramente . L' Arcourt fi teneua con mediocri forze di quattro mila huomini a piedi, e due mila a Cauallo in campagna, accadde, che quafi nel tempo medefimo, che per varie ftrade egli pcruenne a Chicri, il Leganes vifopraggiunfeconvndici mila combattenti, cingendolo alla larga con molti quartieri Mancarono perci ben prefto i viueri all' Arcourt, bench il NiarcheO? Villa, paHando tra mezzo ipofti de gli Spagnuoli da Chi cri ^' vi fcortaffe vn conuoglioj ma, non effendo folficiente al bi-i^'"^^^^ *^^"'^* fogno, conuennero i Francefi rifoluere la ritirata. Dunque vfciti di Chieri, fentirono fubito d'hauer gli Spagnuoli alle fpale, e giunti al ponte, che dalla Rotta fi chiama, trouaro^ no il Principe Tomafo alla fronte. All'hora T Arcourt confo nitario delle Ciffre,
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non dando tempo, che il Leganes col groffo arriuaffe, attacc i Sauoiardi con tanto furore , che gli conftrinfe a cedergU'l pafTo. Sopraggiunta per la notte non volle
ardire,
la marchia, ma Timpieg in fortificare quel Ponte allefpalle, per trattenere gli Spagnuoli, come gli riufci; onIde, il giorno feguente progredendoli camino, ancorch gli [spagnuoli lo tenta'^ero con varie fcaramuccie, non lo pote-
continuare
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rono impedire, n rompere. Coft veramente quell'incontro ^-^^g^'^'?^'' la vita ad alcuni de' fuoi foldati , e ghconuennelafciar'addie-j mici. tro qualche carro del Bagaglio i ad og n modo fu riputa ta_>[
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DELL'HISTORIA VENETA
fattioni pi infigni,
che rendeffero
in Italia
Tuo nome, hauendo raccolta grandiflima gloria fuole numcrarfi tra' maggiori pericoli .
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X L.
Dalle difcordie del Piemonte s'aggiungeuano alla pace genedifficult , i Francell chiedendo i Paflaporti per di hifuYgono rale niioue pa/^P^ce Miniflri del Duca a\ Sauoia^con pretemione, che vi s'elprimefle se.pemag la DuchefTa iMadre con qualit diTutrice, e Reggente, il che, gton difficfTendo contra i recenti decreti di Cefare , fi denegaua da gli Auiiiltk Non apparendo per ci fperanza di paftriaci coftantemente ce , cadde in difcorfo la generale fofpcnfione dell'armi^ ma , di nuouo fcoperte Imclinationi contrarie delle Corone, e Cefare opponendouifi , per non reftare con gli Suedefi nelle vifcere delrimperio , e de' fuoi Stati, il progetto iiiani N per prolungare 'quella d'Itahai mediatori medefimi molto fi rifcaldarono non piacendo loro 5 che fi lafciaffe il Piemonte in potere delle Coro ne. la ripugnanza maggiore tuttauia apparue dal canto de gli Spagnuoli, e per la pretenfione di comprendere nella tregua la Contea di Borgogna , e per la fperanza , che daua il Leganes d* occupare Cafale , con che ftimauano di reftare in Italia cosi prepotenti , che con gli acquifti in quefta Prouincia fi bilanciaflero le perdite altroue S'aggiungeua il non faperfi da loro , doue facilmente potefle impiegarfiTEfercito , effendo chiufi i paffi, ricercandofi, per ifpingerlo altroue, lunghiflme marchie . fegretame All'incontro Francefi , per lo vantaggio del fito nel centro de temaneg-}g\ Stati Auftriaci , poteuano inuiare leloromilitie, douepiT gmdofi^ i opportunit le chiamaffe . Tra quefti trattati infinuauano i FranFramcft celi di pifegrete pratiche co' Principi di Sauoia, ftudiando fferdfun, di fepararh da gli. Spagnuoli , e diuiderli tra loro ftefdue pra tutto ,e fi , onde a Tomafo offcriuano di fmembrare , a titolo di gouer\Tncip no vna parte del Piemonte, acci oche Io godeie, come in Stato Sourano. Egli, non fidandoli di tante lufinghe, vipreftaua nondimeno l'orecchie, per tenere in gelofia il Gouernatore di Milano, e ncauarnepi facilmente fodisHittioni , e danari. Il Cardina l Mauritio , pi confider ato per le Piazze di Nizza ,
.
LIBRO VNDECIMO.
6ij
M ncxs e Villafranca, che tcneua in potere, fi rendeua anche meno dif- aM<tttrit9 ficile al maneggio,e fpcndofi, che inchinaua d maritarfi, la Du- la Cogmcheffa gli fece proporre Maria Lodouica, fua Figliuola map^gio- txpreponc re, come vnico mezzo d'aggiufiare le pretenfioni , e le differen- in Moglie la Figlia ze per Ja Siicceflioncjfe mancafle il Duca di vita Se bene all'ho- m<'ggioYC, ra non fi conchiufo , ad ogni modo il Cardinale alquanto pieg con timo con gran gelofia de gli SpagnuoIi,e dd Principe, Tuo Fratello, il re dcldilt quale a' fini fuoi>& a gl'uitereffi della fua Difcendenza fi feruiua Fratello, e del nome diMauritio. Chiaramente fi conofccua,cheidifcgni, degli Sp-i" gnuoli e gli apparati degli Spagnuoh centra Cafaletendcuano, anzi'l e hanno Leganes oftencaua faftofamente l'imprefa, e tenendo con la U mira a
,
.
Principefla di
Mantoua
deua
d'auuiarfi acertifTma
-acquifti
fatti nel
Italiani, perche, f
ti altri
,
Piazza intelligenze,crepreda* Se ne rifentiuano Principi con quel di Cafale fi fofTerb confblidati tantrattati, e nella
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Cafale,
no fcn%a
fi'.furro
del
l'Italia,
Piemonte , fi formaua fino allAlpi cosi forte muraglia , che non fipcreua Iperar pi di sforzarla. Suggeriu^no ancogelofielevocide'Minif:ri Spagnuoli/exJel Conte della Rocca , Ambafciatore in Venetia, particolarmente , che, numerando horamai Cauile tra le pi ficure citquitfe , non taceua, che farebbero i'gr mi progredite pi oltre, accennando di Mantoua, e d'ogn' altro luogo, doue qualch'ombra apparine del nome, deirafFettioncFrancefe. Tenendofi dalla
infofpett
taper voci
[parf.
Francia Cafale fotto la turela de (noi prefidij,anzi ftimandofi quafi depofito delle lue glorie, per hauerlo altre volte preferuato col folo terrore del nome,e foccorfo con tante difficult, non poteua il R al prefente permettere, che cade/Te. Ma, trouandofi con le forze applicate ad altri difegni, e la ftagione ancora gelata rendendo diffcile \ paffaggio delle Alpi, pareua che trafcuraffe il pericolo, fingendo anco d\abbandonarla per in, durre i Principi d'Italia a prenderfene ladife/. IVenetiani, molto penfiero veramente f ne prendeuano, e trouandofi in_, i e lperi iftato dopo laggiuftamento co' Turchi d foltenere con decoro Cli prgliofficij, eshortauano Vrbano adarmarfi,& ad impiegare per mitOUOrO la quiete lefue diligenze. Il Pontefice, ancorch nientemeno gli Vffittji della Rep'ublica apprendelfe i pericoli, verfaua per tra gran- de rene- tiani ap di riferue. Allegaua il dubbio di dare gelofie a gii Spagnuoh, prffso ii\ e di prouocarfi infiliti, e trauagli^ ne valcua, chelaRe publica Pontefice
j
l'affi:
^iS
eh vichi
\dc ladilO:
\
DELL'HSTORIA VENETA
YoFnione
fecondarlo nelle rilolutioni, e di fofteiierlo ne' pericoli, perche fi lafci intendere, chead armarfi, advfare offici) efficaci non era percondefcendere, f prima laRepul'aisicuralfe di
&
nonhauefle ftipulata fecovna Lega. Si comprendeua_,^ che il Pontefice, vedendo la Tua Cafa a gli Auftriaci fopetta , e poco agli altri Principi confidente , miraua con tale vnione a conciliare ftima, e rifpetto a fefteffb, e dare appoggio a* Parenti. Ma per gli pericoli pr /Ti mi di Calale, pareua quello h efpu^ Venetiani troppo lento rimedio, anzilocredeuanoapDunto gndtwncdi capace difuicitare le gelofiene gliSpagnuoli, dalle quali poi CaJaUpcr. facilmente, e pi prello fi trapaflalte a quella rottura che , ci affretfolamente con decorofa apparenza di rifolutione, e coftanza tafi a agli diuertire fi poteua. Quelle negotiationi , non incognite a gli Spagnucli, Spagnuoli, feruidano loro di ftimolo, per affrettare Timpreia, fperando, che confeguito in breue l'intento, e foprafatto ne gl'Italiani IVn timore dall'altro, non ardirebbero pi dapplicarfi a pregiudiciah attentati, a colleganie fofptte alla loro Corona. Per tanto il Leganes, fpinti due mila huomini ad attaccar' il Cartello di Roffignano, accioche non difturbafie la^ eh e p affa condotta de' viueri al campo, fece nel Mercoled Santo, che no ad Atta cadde ne' primi giorni d'Aprile, inueftirCafale dalla Cauallecario,. ria, &: il Venerd apprelfo vi fopraggiunfe con tutta T Armata, Non fi trouauano dentro pi di mille, e ducento Fanti
blica
e trecento CaualliFrancefi, fotto
Tour, e
i
bene a
gli habitanti
comando
concerti de gli Spagnuoli con la Principefia doueuano da lei pi tofto riceuere impulfi allarefa, che conforti per foilenerfi.
,
sifcarfo prefidio ja guardare la Cittadella, e il recinto della Citt, s'aftenn^-> no diflur 'dalle fortite, lafciando, che il Leganes quietamente formalfe tati. che damo le linee, e difponeife il Ilio campo lnz'altro ritardo, che quel-
JDunque
la
che con infolitc pioggie impedi per qualche Tre furono diuifati gli attacchi con due batteSc>nio i lauori 'Id'in'tel peri ne Fra la Cittadella , e il Camello s'impiegaua lo sforzo mag^!/ Uigez^eton pi tofto dell'apparenza ^ perche, 'gli habita giore dell'oppugnatione, che il Popolo , pr eualendo al prefidio, preoltre alla fperanza, "leftifsime
lo della ftagione
.
pioggie
LIBRO VNDECIMOmdcxxxx flamente cede/Te, teneiia il Legane s concerti d' elTere introdotto in Caftello , e cosi occupata la Citt diffegnaua biocare, con piantar Forti all'intorno, laCittadella5& all'hora con tutto l'Efercito, penetrando nel Piemonte, farfi incontro a' Franccfj f voleflero prefentarfi alfoccorfo. Sopra tal confitrafcuraro denza trafcur leflerna circonuallatione , non potendo darfi _^^..,^^ in forti fi credere , che i Francefi > in tempo s brcue , in numero l'carft le. roportionato roflero per auanz.arfi Scrifle egli alla Republica ganes t moffa dell'Armi , publicndo gli oggetti, e l'nitcntioni del a fuo R tendere folamente alla pace, la quale f confeguire non farticpA fi poteuafinattantOj che conPinaroIo, e Cafale folle in poter ni l'intende Francefi il turbarla, appriua efiere Iofi:acciarli motiuodi doni della conuenienza, e di zelo, noti pretenfione di prepotenza, cu- Corona^ pidit dVlurparfi quel d'altri* Nel tempo medefinio inui a_._ afsicuran Mantoua il Conte Mandelli^ per afficurare laPrincipeffa, che\ do Uvrn tra r Armi ad ogni potere hauerebbe rifpettati gFinterefli del^'/'^^'^
i
"^^
Duca, &ella,
per corrifpondere,
mand
il
Conte
Gabioncda|'^i^^|p^^^^^
a rifiedere nelcilmpo, ad oggetto (per quanto diceua) di pre-/cff Mini'fcrua^-e il Monferrato da i danni, e dalle veffationi delle mi- firodcam htic, ma confini pi occulti d'autorizzare con la prefenza dP con pallia fiioMiniftro i'imprefa, diuertire i Paefani dal prendere Tarmi, tipenfieri, &:cshortare i Cafalafchi alla refa, prima che fi)fierire gli eftremi* Tuttauia, per coprire tali intentioni, ricercaua di confihenchc ri glio i Venctiani , pregandoli d'inuiarle pprefib vn loro Micorradalla niftro, e infinuando, che, mentre la caduta diCafale per le ^ Republica debolezze de' Francefi preua imminente, fi propone/Te di\prcdfi^io confegnarlo in depofito al Pontefice, accioche a fpefe comuni
Republica i preferuafie al legittimo Principe* Ma, n i Francefi poteuano per decoro publicare Timpotenzadifi)ficnerlo, ne la celerit ^ con la quale profeguiua nell'Imprefa^ ilLegares, daua tempo di negotiarlo* Fece il Senato pattare a Mantoua Andrea Rofib, che fi trouaua in Terra ferma per quale Segretario col Generale Luigi Giorgio. Credendo poi necel^ (tcconfenle farij pielficci rimedi], affent di trattare con Vrbano la LedicoUe^ar ^^^^^^^ ga, riputandola dccorofa air Italia* di vigore alla comunz^fiT'-i Tolibert, di ficurezza a'Contrahenti, &c a gli altri Princioi tefice. imr^anche d'efcmpio, & efpedi, per Ambafciatore Straordi-1
la
con
nario
6lo
^'.^^
DELUHISTORIA VENETA
.
vinario a Roma, perche il Nani haueua hauuto licenza, Angedi negotiaroiriTr^o Contarini, Caualiere, Procuratore, co' poteri
"UmbafcaW'.
dore.
s'incontrarono 2' primi pafii graui e d conchiuderla [difficultfc e molte lunghezze; onde malamente-poteiiafi preferuare Cafale, f dalla brauura, e generofit del Conti? d'Aroppugnacourt non fi foflero applicati pi pronti rimedi]
,
.
Ma
Gouernalungo di tione tiraua pi fuanite nel Caftello Tintelligenze , e tore di Milano fuppofto, ^efKromUppreiTb glihabitanti alla propenfione della Principefla preuai^'^^^'^f'llendo la naturale auerfione al nomeSpagnuolo. Anco Roffiil
SLii'gnano brauamente
Ad ogni modo il Leganes mefela fofpenfione dell* Ar[proponendogli 1 Ferragalli pervn difegm. mi, la ricus non fenza rimproueri , che il Pontefice miraflea foccorfo. L' Arcourt trattancon Off or dar tempo a'Francefi divenir'al umiocorag to, radunato frettolofamente il pi, che pot delle Trupp^-j gio;cflwi Savoiarde, e Francefi, s'auanz verfo Cafale con fette mila mtofi al [^uqj^Ij^ a piedi, tre mila cinquecento a Cauallo,e dieti Canfoccorfo noni, con fperanza , che , efiendo aperti i quartieri degli SpaArcQUVt gnuoli, e per gran tratto difgiunti , conuerrebbero abl^ndofi
difendeua.
l*
.
dop ftu
UHI.
tenta-,
nar qualche pofto, , cuftodendoli tutti , gli lafcierebbero deboli in qualche parte. Il Leganes, intefa la marchia de' Francefi, s applic, intermedi gli approcci, alla circonuallationc di fuori; ma al giunger loro, tutto eflendo imperfetto, fi troArcourt , a fuoi additando la piazno oltre modo confufo . za, per fatale, e triplicato trofeo dell'Armi Francefi, kdi^^ per l'aflalto quella parte doue la Gattola fcorre . lui fopraftanno alcune Colline, che il Leganes non haueua voluto nel le recinto comprendere, e per l'ampiezza del giro, e perche cred per gli fanghi impenetrabili a' Nemici, e molto pi a Cannoni. Vi alz folamente alcuni Fortini, i quali l' Arcourt mpedillera fece inueftireda qualche truppa, accioche non gl'i incomodit paffar' oltre col grofib, e poi fuperando qual fi {'n wm battedel camino, e delfito, piant nella parte pi alta chejtauaria, con la quale percuotendole MilitieSpagnuole,
noiielleTrincere, le sforz a ritirarfi. All'hora, poftoUailY campo da queltefta d'alcuni Squadroni , celeremente entr nel mentre nel temp o meila parte, che ^\ chia ma San Giorgio ,
defi-
LIBRO
diuifi
,
V N D E C
M O
621
M oc
Xt.
defimo iMarchefi Villa, e Pianezza co'Sauoiardi^e i Signori di Pleffis Pralin , e della Motha Odancoiirt co' Francefi inuadeuanoda pi lati. Gli Spagnuoli, combattendo fparfi, e
;
loro Caualleria , prefa_^ prima la fuga, poi inutilmente tent di fiir tefta. Gli Ale- prefenu il Le- incpinau manni prouarono di trattenere alquanto il Nemico, i ganes fcorreua in pi luoghi, per rimettere fuggitiui, e rior- mmecadinare i confuf. Ma i Francefi in ben ferrata ordinanza nonM
refifterono
.
poco tempo
La
&
diedero tempo, ne lena i ripararfi. Solo raccoltifi infiealcune Truppe foprauanzate , il Gatta, il Sotello, il Batteuille, e lo iteffb Leganes , fopraggiunta la notte, non_,
gli
me con
infeguiti,
di ritirarfi alla volta di Brem. In tal guifa foccorfo, anzi liberato Cafale, e diffipato Tefercito de' Nemici , rcft alFArcourt cos chiara vittoria, che (ci che di rado fuccede) s'accordarono in celebrarla i vincitori , i
hebbero perbene
&
. I morti dalla parte di Spagna non trapaflarono i tre.^ mila 5 ma, efendo maggiore della ftrage la fuga , grandiffim riufci lo sbando di quelle militie , Oltre a molti prigioni , reftarono i Cannoni , il danaro , le fpoglie , e le ftelfe fcritture a' Francefi, che tra quefte trouarono l'Originale del Trattato, gli con la Principefla di Mantoua dal Saiauedra conchiu/b . Ta-| mnpmm le fuccefTo lafci refpirare dalle apprenfioni Tltaha. Ad ogmlintermnte modo continuarono per qualche tempo i trattati della Lega_.j'^^^/^j^o tra il Pontefice, e i Venetiani, anzi reilarono accordati al- ^^^" ^^^^^ Leg^, cuni capitoli,' Che a difefa comune s* allefltffe , ^er fortire , occorrendo ^ in Cam-pagna 'vn Ef ito di dodicimila Fanti, e tre ere mila Caualli con proportionato numero di Cannoni . De gli huomini a piedi fette mila toccafjero alla "B^puhlica co due terzi della Caualleria, e del Cannone JJ ohligatione del reciproco aiuto haad 'vno de' Collegati fojje intimata uejfe luogo , quando la guerra , inuafo lo Stato h% tal cafo anche per Adare douejfero farft lei diuerfion opportune Sopra la Carica di Generale dell' Armi , con oggetto d' auantaggiare la Cafa.^ , nel Prefetto ,' aflai pre menano i Barbe'e di firla cader
vinti
'rini
cito,
e la Republica in fine alfenti, che, vnendofi^ l'Eferil Pontefice col di \q\ beneplacito Io nominafle . Con
quelli partii
Senato
volcua, che
fi
publicaifc
il
tratta to
,,
per
6iz
M
DC XI
,
DELUHISTORIA VENETA
ma perle
pretenfio-
njdeyoK'
ufnij.
per diTcuterfi poi qualche altro punto di minore importanza ; perche com'intendeuano i Venetiani, che nel cafo della difefa fi comprendclTe tutto ii temporale Dominio, che pofTedcuala Chicfa, COSI da Mniftri del Pontefice fi pretefe d'abbracciare Quefto parue al Senato pun Feudi, che rilcuano dalla ftcffa : radice, perche poteua accadere, che volefleroi to di pi alta Barberini imbarazzare la P^epublica ne'loro difegni fopra il Regno di Napoli, doue fi folpettaua, che foflero a parte dell'in.
telligenze, che vi teneuano i Francefi, ma il tempo comprou poco appreflb , che pi tofto miraflero ad impegnare la Republica d*eflere a parte, almeno di non fturbare i rifenti-
menti , che meditauano fin dall'hora contra il Duca di Parma Tentato per vanamente con molte ragioni di rimuouerne il adtre i/ Pontefice , fi riuocarono dal Senato i poteri, pernonlafciare rrattato, p^j^^^j^j.^ pj{^ ^ lungo SI grauc negotio, che daua gran fafti^ dio a gli Spagnuoli , & eHendo caduto infieme il motiuo dell* Ambafc/ Ita eftraordinaria , fu ilContarini richiamato a Vene!!^'f!?i! dofi dalla tia. Ora le gelofie, concepite per gli oggetti deirAnni SpaF\epub'ica 4mba 'gnuole, fi conuertiuano in ftuporedel coraggio delle Francefiiadore Ifi^ perche TArcourt con foli diecemila huomini haueua intraTurino atpYcto l' affcdio di Turino con immenfa circonuallatione , dotaaawft occupato il Poutc SU 1 P, il Conucnto de Cappuccini , &
j! Z'^/c/V
'
teduiiM'^^^^^^^ del Valentino. Guardauano la Citta pi di tre mila_, foldati col Principe Tomafo , oltre a buon numero d'habitanimru ti, attiflimi ali armi . Si riputaua perci Timprefad^impoffibile riufcita, e tale fiata farebbe, f lacoflanza, il valore dell*
&
Arcourt non Thauefle con gloria vguale intraprefa, e perfettionata, ancorch fi trouaffe pi v^olte aifediato, pitofloche affalitore, e folle creduto vinto , quando appunto appari trionfante. Durando pimefi l'afiedio, in quel mentre fi fop in-. Francia vna pericolofa folleuatione di Normandia , che, f bene compofla di gente plebea , nondimeno riceueua fomento, e dalla caufa, ch'erano le impofitioni, e dal parlamento , che^ tiene credito non minore dellautorit Efclamananoi Popoli?; che li Richelieu , profittando de' publici mali, fofse l'autore del.
guerra, i'inuentore dell'impofte , col folito deflino de'fauoriti', che, confiderati pefanti in guerra , e molefti in pacs-^ ?
la
fono
LI
BRO VNDECIMO.
&
61^
fono ncll'vna, e neiralrra fortuna condcteihtioneiibboiTiti; ^ C XI ma egli 5 fj)intOLii '1 Signor di Gaflion con militie, il Cancelpronta, liere coU'aiitorit, didip la riiioJta, moki efscndo puniti^ tutmente jL il parlamento interdetto per qualche tempo La meiuriio ti fugati , ^^^ interna del Regno facilit altrouc i progrefrid'eirarmi,'-)'^^^^"^^^^ quiete perche Arras fti affediato da'Marefciali di Scion di Scmi-'aiieriuoln i glion, e della Migliare con potcntiffimoEfercito. Si trou la ^^'^ '^'*"'"'^^" Citt quafi che fproueduta, hauendo i Francefi con finte marchic non folo diuertito altroue i nemici^ ma indotto il Gouer-,^'^* ^^^ ratore, ch'era il Conte d'Ifemburg a fortirnc, per munire al-! y"-J^/at:(^e* tri luoghi E' Arras la Metropoli delI'Artois, Citt popolata, p^/T^^t? e grande. con buone Fortificationi, e fituataintalmodpjchc ^ due Citt paiono abbracciate da vn folo recinto . I Francefi vi fono ^^ ras. piantarono il Campo, e fi trincerarono con fortifiima circon- doue s'ap uallatione, preuedendo , che, quanto debole la difefa fi troua- prcfsano ua, con altrettanto sforzo farebbe da gli Spagnuoli tentato il gli Spa ^ foccorfo , In effetto Filippo di Silua con parte dell' Efercito s l^^^'^^ accoft, poco dopo gh sVni l'Inflinte , bench l'Oranges, minacciando molte piazze, tenefie vn corpo dell'Armata Spagnuo- impedifco Riufc all'Infante d'impedire i viueri no ivineri la di continuo diftratta a gli ag^ al Campo Francefe, onde iiRLodouico, che col Cardinale grejfori conuenne fpedirne grolla prouifione (otfi trouaua in Amiens to la fcorta di dieci in dodici mila huomini, raccolti frcttolofamente, parte di militiedel Paefe, e delle guardie Reali, parte di Nobilt, che dalle vicine Prouincie, per compiacere al R,& alMiniftroin numero grande concorfe. Si concert da' Francefi, che nel tempo medefimo, che tale foccorfo s'approflimaua, lo Scion, e la Migliare fortiffero dal Campo , per afficurargli la ftrada.Dall'altrokanto tra Commandanti Spaf^iri gnuoli fi difcordaua 5 alcuni fentendo,che s' andafie incontro al X"Lo! conuoglio, per impedirlo, altri che s'affaliffero l'indebolite.^ ?-ofl/c5/<j guardie delle Trincete 5 e quefto configlio, come pi^fpecio-5^''' fo , preualfe^ onde, allontanatifi alquanto i due Marefciali f il Campo affalito, penetrandoui gli Spagnuoli in pi parti con occupatione di qualche pofto . Ma la Migliare, ridotto con che con' molta celerit in ficuro il conuoglio , ritorn cos a tempo , ,,,,, in dott9 che, durando ancora la pugna, aftrinfe gli Spa gnuoli a v-^ficmo,
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abbandonare ogni acquilo. La refa della ph^^^ fappreffo, entrandoui a dieci d'Agofto rinfegno P ?2^ guit poco "^ dell'armi loro 5 e con altrettanti^ con aume Franceficon fomma gloria to alle glo- cofternatione del vicino Paefe. Il R Lodouico 5 ftimando
M ^^ ylrarfi,
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&
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dalla prefente
abbondantiffimofrut-
uico.
felicitato
d.iiU nafci
tadvnnHO
;
a Figlio.
infofpet-
tendofiper
feti-
limte
\citk
to, fi riconduffe in Parigi 5 doue con incremento di felicit, Figliuolo, che^ fu nelMefe di Dicembre arrichito d' vn altro d'Angi Labuonaforfi chiam Filippo, con ttolo di Duca tuna feco portando fempre il fuo aculeo riufciuano tante prodi gelofia^, fperit della Francia ad alcuni d'inuidia, ad altri e per T emula* a g' Inglefi particolarmente perla vicinanza,
.
non mitione. Nel tempo medefimo il R di Danimarca con Iglc/e. nori fofpetti miraua i progrefT de gli Suedefi j onde credeneilDano do gh Auftriaci opportuna loccafionedi rinforzare il loro par\follecitnt(y il Conte Curtio tito, fu dall'Imperatore inuiato in Danimarca [degli ^u a Londra da gli Spagnuoa proponere Leghe , e concerti, \firtad. Vellada, e Maluezzr, per infili s^efpedirono i Marchefi di nuar Matriraonij della Primogenita del R Carlo col Principe Principe di Galdi Spagna, e reciprocamente dell'Infanta col all'inclinatione del R Dano il Senato di quel Regno les. e quella dell'Inglefe fu diuertita davna generale-^
lln.
\
&
Ma
s'oppofe,
di proporiuolta degli Scozzefi, a quali haueua egli tentato furono ngittateda nere certa forma di riti, e preghiere, che ogni conditione di perfone con aperto tumulto Fu creduto , perche ilRichelieu, occultaiviente fomentaffe i rumori, negotiache veramente lo tentafle , per rompere cosi gelofe
.
tioni
auantaggi, e precorrere ben fouent^ all'incontro confondere, e turbare^ i di lui fteffi difegni, diqueltidue quegli del Conte Duca, quafi che dall'antipathia li cagiograndi Miniitri f proueniua la difcordia d'Europa, dopo la rela^ naffe anco la difparit de gli accidenti. Poco lungo relto quella di Turifto , doue l'affedio afiai
ftimaffe, ch^effendo egh, per in tutti 1 dire cos, in quefto fecole l'Intelligenza del Mondo, conjiglio . principali ncgotij influifle, coli* opera, col applicalie, Certo , che pareua, che la fortuna ad altro non
fi
che a promuouere
gli
&
d'Arras arriu
da
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vrij cafi, e
^
li
li a_aitro^>
L* Ar-
-^
LIBRO
V N D E C
O.
6 25
L'Arcoiirt non cosi tofto s'haucua trincerato in vifta di Tu-] ""feVuendo vna riJ intanto fot rino , che gli coniienne rifpingerc molte fortitc,
&
Ponte, ma , efiilorati liti, & infcftato il campo con alcuni cannoni, volt a Moncalieri, per tranaOare il P fopra vnPonte, che vi l tronaua d\ Legno. Ma, hauendolo rotto i Francefi, egli incaric Carlo della Gatta di rifarcirlo, ancorch^
potele comodamente poco pi alto tentarne il guado . Lo contefero iFranceljfn'a tanto e he feinto il Signor di Turene,
^i
'
uta-
w.
che gli comandaua e rallentata \2l pugna , fi fortiftcarono dal Gatta alcune Ifolctte pi a baffo, al coperto delle quali gitt il Ponte. Pafs all'hora il Gouernatore alla Purpurata,& inper tagliare le ftrade, ui il Gatta a Cologno impedire da' Monti i foccorfi, & iviueri all'Armata Francefe. Anche l'Arcourt, per incomodare Turino, leu IVfo de'Molini5di, ,
&
llertcndo la Dora, ma gli afeJiati la reftituirono, egli \\\ col Cannone gli fracafs. Nella Citt fuppliuano tuttafine
uia
&
all'
mcontro
il
nel
campo
le_->
i*vnt>an^
p^f^'iato
^'^^'^
^'^
fame, mancando, pane , ogn'altro alimento, fuor che alcuni pochi legumi che fcaffamente fi com
mjlitie
riduffero prefto
all'
ac;onia della
,
&
pattinano a'foldati ,e pure la natione, per natura impatientif-i*"'* fnna dvl difigio, fofFeriua ogni cofa, mantenendola \\ Generale con deflerit in difciplina, e confortandola con buon^^ parole, e con liberali promelfe. N a pi ftretto partito poteua r Arcourt ritrouarfij perche, della ritirata tra le fauci de g' mingici l'indecoro confideraua pe'l danno minore, il
'x
&
non poteua
Anzi, haucndo, per nodnre Turino, e la piaz,za di ChiuaSjahro non gli reftaua, f non d'abbandonar con |fegreta fuga ogni cofa in preda a gli Spagnuoli, con accordo sforzato confcgnar loro le chiaui del Piemonte. Ma laialute gli prouenne da gli ftelTinemicijilperche, eflndo non folo
jd'ollinata rifolutione all'eccidio.
d'annni
ma di
il
J^rincipe,
&
il
Rr
Gouer-
m
tna
l
6i6
DELLTIISTORIA
VENETA
si
tro d^jcui-
dando
col
'iiihC.fe.
liilDnOYl-
accordo. 11 Ltganes, troppo credendo, perche troppo temegenerale affalto d concerto col Princine in_. rijolh d' u, deliber vn Francefi , horamai pochi , & laitaaarda tante parti 5 che non poteifero pi pvju i infiacchiti, in tutte refiftere^ e firebbe fenza dubbio riufcito ,lmn(,Q. rmtento, f l'efecutione foffe ftata cos ben praticata, com' era ottimamente difpofto il configlio. Ma de'CapiSpagnuoli, che doueuano efeguire gli attacchi alcuni giunfero troppo tardi a' polli , che erano lor deftinati , altri gli affalirono con fiacchezza, Se alcuni n pur l'adempierono. IlLeganes, arriuato al quartiere dell'Arcourt in tempo, che il Principe^, dopo fats'era ritirato , ftim bene far' alto. Solati i loi tentatiui rottoloda mente dalla parte della Porporata Carlo dalla Gatta ruppe il ynfol9 quartiere de Francefi , ma la di lui Fanteria, arreftatafi nel facco delle baracche, fi confufe in talguifa, che dalla p;eda paftn* con s facilmente alla fuga, perche Francefi rimeflifi ricuperaroannodfgl vn Forte, ferrando il Gatta, che con due no vna trincea, Inuaforh milaCaualli, per lo camino intrecciato da molti alberi,^ lentamente auanzauS. Il Principe Tomafo , fortendo, lo disimper iducene l'introdufTe in Turino , doue ferui a pefo, e a tracoldo lapiuT^ gno, lo, confumando perglihuomini,e pe' Caualli tutto ci che muy.utri. niua la piazza. All'incontro, indebolito il campo Spagnuolo abbandonato dal Gatta Cologno , dalla qual di Caualleria, parte s'impediuano, pi che d'altroue al campo i conuogli ilTurrena neconduffe vnotant'abbondante, cheriftor notade' gufili bilmente l'Armata Mutandofi dunque le forti,anco la dilcordia tanto pi fcamtra il Principc,& il Gouernatore crefceua riprendendofi tiHonji Campo bieuclmente^ di freddezza, diprecipitio. IlLeganes, ripaiFram efe fato il P, il conduffe a'primipofti delle Colline , |^^^!^"^^ crefcendt aperti i pafli de' Monti a' Francefi, anzi molto pi fi farebb^j ledijiiirdie Fhaueffe il Principe minacciato di accordare tr'iVtn- allargato, f non
Huip.oieje
\
is
daue
oiiernatore, queRivoIeua vincere con pi lunghi, ma cauti -.onfiglii quegli folIecicaLia, che fi prccipitafle ogni cofa,Sc all'i inftanze accoppiando minaccie, e protefte, fece fa pernii, che! f in quattro giorni non foffe la piazza foccorfa, e fcacciato' infieme farebbe il fuo il nemico 5 egli capitolerebbe la refa,
&
di
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tipe
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Il
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in_vano
^
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LIBRO VNDECIMO.
(^27
pcixhe l'ArcourCj ri(l:retto il primo giro delle fuc linee, le cu- M DC XL fto iiua con gran vigilanza. Notabile fu i' iniiencionc di Franccfco Zignoni, Bergamalco, c'haiiendo aggiunto forza a' trabocchi, co' quali fogliono gittarf le Bombe, alcune palle_^ non folo con lettere, ma con poluere, e con farine volando per l'aria , gittaua dentro la Citt, appreffb alle mura, ftupendone Francefi , e confeifando, per non poter' impedirlo che Telemento dellaria il pi libero dal dominio, e dalla violenza deli'huomo. Tuttauia pi (limato riufci l'ingegno, che proportionato il foccorfo j perche, oltre a graue difpendio, la quantit non fuppliua al bifogno. Deliberarono pertanto in Turino , che il Gatta sforzafTe di nuouo il paffaggio , per ricondurfi alLegancs. Il Principe, per diftrahere,inlintamente attacc da vna parte. Carlo ruppe le linee dall'altra, ma incontrata grand' acqua (era quella la Dora, che,diuertita da'l mal corFrancefi, ftagnaua ne' prati) mentre trauagliaua, per trouarj''^//^^^^^''"qualchc guado, caricato da' nemici, conuennericondurfi aTu-"^'*^''^'*^" rino. Si conobbe dunque ncceiTario altro sforzo, e dal Principe fu multato, e perfuafo il Gouernatore a nuouo cimento, eshibendofi egli d'affalire, occupare certi Forti tra* Cappuccini, il Valentino, e dapoi anche il Leganes dal fuo canto aifalifle. Tomafo non defraud il coraggio , leucnto, perche affali, occup quei pofti; ma, morto, fuggito, chidoueua con alcuni razzi farne ilfegno a gliSpagnuoli, il Gouernatore, ignaro dell' efito, fi trattenne, il Principe, dopo attefo buon pezzo, abbandonate lefue conquide, fi ritir. Trartanto l'Arcourt crefceua ogni giorno d rnfoYi^ forzejimpercioche alla fama d cosi nobile affedio molti coli- lofi L'jir. corrcuano volontarij dalle vicine Prouincie,e feimila foldati, co'wrr. in due volte con moke prouifioni furono condotti dal Marchefe di Villeroi, Gouernatore di Lione, e dal Signor Cartel- accorda. lan . Inccffanti dunque feguiuano le fcaramuccie, le fortite, gli>jy; Urefa e attacchi ma in fine, mancando i viueri, il foraggio, danari, ca-j ''^"^^^ pitolata la ref],Turino a' ventiquattro di Settembre fu confegna-j ^'^^^''^'
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pC5rortendo,conchiufe per fc vna tregua d'alcuni giorni, dentro \iivrnci^e qnali maneg giare fi doueffe il fuo aggiuftamento, &: a Liurea {{{Tomafo,
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D ELL'HISTORI A VENETA
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ricufando , per vantaggiarfi collo ftare d mez,io tra le lufinghe^ele gelofie damendue le Corone, qualche preldio, iJie gli eshibiua l Gouernarore di Milano, &arcoltaQdo le prpofitioni dell'accordo che da Giulio Mazzarini , erprelTamente per quefto affare dal Richelieufpedito in Italia, gli veniiiano portate per nome del RLodoiiico. Poi, contraponendo gli Spagnuoli a' progetti A Mazzarini altre offerte , ratific certa fcrittiira , da fna Moglie in Spagna accordata , nella quale fottometteua fefteffo, e laCafa alla protettione di quella Corona. A quefto col Mazzarini fingeua deffere llato indotto dal deiidcrio di ricuperare la Moglie , i Figli , in Madrid trattenuti. Anzi col medefimo Mazzarini, per meglio ingannarlo, con chiufe poco dopo trattato 3 nel quale s*obligaua, Dlcondurfind princ i-pio delprofjtmo anno a Parigi; ricercar' agli Spagnuoli, oltre alla Adoglie , a Figli-) la reflit ut ione delle Piazje al Ni^ pot e non confeguendola , procurarla congiuntamente con la Fran eia col mezjo dell'Armi 11 R prometteua all'incontro , Di catiare i preftdij da' luoghi che teneua in dcpojlto quando anche la Spagna, Icpiaz^ acquijiate rende (se Per la Succefjione ^ f il caf porta fida morte del Duca,dichiaraua di proteggere il diritto de' Principi, di quelli per, chefujfero alfuo partito adber enti A Tomafo nel rcfloftlafciau ingouerno ci , che teneua infuo potere al prefente infinattanto che col Nipote e con la Cognata Jt componeffc, affegnando grojje penfioni a lui^ alla A4oglie,^ a Figli,per "vno de quali fiface u[per argli l Ma^^^^^^^
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Sotto la fede ditale trattato.che fi defideraua per all'hora fcgrcto , la tregua fi prolung per tutto il Febraio del prollimo anno Ma tra' maneggi d'Italia s'allontanarono di modo le fpc^^^^j^Q della pace vniuerfale, che il Pontefice, ftanco deldifpen^^^ X ^ deirindecoro di trattenere otiofo in Coloniali Legato, Io richiam, lafciando per Nuntio eftraordinario Monfignor Macchiauelh'jPatriarca di Coftantinopoli, al quale il Roffetti fu poco
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non lafciauano apparir'i ripieghi di conciliaintcrefl Gi s' accennato , come l' iuares con
.
O. 6^o con arbitrio affoliito rcggcffc in Spagna non meno ilR^che gli Stati, con elatiflimo genio, con mafifime fcuere, e violenti
configli. Egli s'Iiaucua propofto d'cfaltare la potenza, e la_, gloria del R, al pari del titolojche glihaueua fatto afTuncrc,
LIBRO
VNDE CIM
M DC XL
Grande j ma la Fortuna con euenti infelici fecond cosi maiafluite ilpcnfiero, che pareua offufcatoin gran parte lo fplendore dalia mala le della Corona. Perci appreflbgli efteri fi nlafciaua quel timo- fontina re, che, conciliato dalla potenza , folena contenerli inrifpet- ddlQmt to,e nell'animo de' Sudditi, auuezzi fotto vn velo di ripiitatione, res. e di profperit venerare gli arcani infillibili del gouerno , fotdi
tcntraua lofprez,z.o,erodio verfo ilR,& il Priuato. Non era ofcuro il penfiero deirOliuares , d'allargare non folo la Monarchia, oltre a' primi confini, ma ne' Regni medefimirtabiliro.^ alfoluta l'autorit del Monarca, che in alcuna delle Prouincie
circonfcritta da
il
e dallefae
Leggi , da LidultijC da patti , pareua quafi precaria, e che nome pi, che la for?.a della dominatione godeffe. A cilofofpingeua principalmente il bifogno d'oro, e di gente, perfupplirca tante guerre ftraniere ^ perche, dalconfenib de' Popoli conuenendo dipendere , non riufciuano le prouifioni, vguali allaneceffit, ne pronte all' vrgenza Dunque penfauadi abolire, almeno di riftringere tanta libert , che
.
che tende.io
a mo-
derare iC A
talani
.
j
da grandi!lmipriuilegij& immuni da molti pefi,cuftodiuano la loro liberr con Zelo non minore che la Rehgione Gi alcuni anni, tenendo il R in Barcellona le Corti , refifterono
,
pi volte alle fodisfattioni deiroliuares,dal che irritato egli nofempre nel cuore concetti di reprimerli, e d'abbafiarli. I R foleuano veramente rifpettare quella natione per natura.^ feroce, e f.er lo fito importante, perche laProuincia, f dalla parte del mare per limportuofit impenetrabile, da quella
dr poi
di
Terra pare ioacceda perle montagne; anzi quelle, internandofi, in molti rami diuife, le formano altrettante trincere,e ripari, ne" quali fi comprendono Piazze forti,Citt popolate, Terrc,e gran numero di Villaggi^ tutta laProuincia potendo rafTomigliarfi a vn poderofo Bafi:ione5munito di pi ritira-
&
te .La vicinanza poi allaFrancia,i paffi de' Pirenei, l'ampiezza ^gjjirojla po pulatione,c l'inchnatione ma rtiale deglihabicanti
Rr
laren-
(Tjo
M DC XL
DELL'HISTORIA VENETA
ma quando
flim, che
la
rendeuano confiderata 5 e poco men che temuta. Ad ogni aio" do il Conte Duca applicaua il pender all'opportunit di fre"
narla,
fortuna raprifFe,
non
s'auui-
de, che infiemeportaua il precipitio allagrandeziza, & alla, falutedi tutta la Spagna. Habbiamo di fopra offeruato, come ilRichelieu, ftuz.zicando da quella parte i confini, fperaua
di
dopo
I
la ri
promuouere grani accidenti, e particolarmente d'irritare 1* animo de* Popoli tra gFincomodi della guerra, e i danni dell'
armi. Cosi nufci puntalmente; perche, perduta Salfes, conucnnero gliSpagnuoli, per ricuperarla piantare la Piazza d' Armi nella Catalogna, ottenuta la d lei deditione, vi lardarono a quartiere Tefercito,* onde, f durante l'alTedio fu la Prouinciagrauemente afflitta dal paffaggio delle militie, dopo rifenti la licenza , tanto pi dura , quanto n'erano menoauuezziquei Popoli. S' vdirono eftorfioni , aggrauij, profa,
\cttperatio~
\ne di Sai-
lafciaap.
&
IpreJJo dt lo
ro aqquar-
\throte
\
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Militi e,
Tempij, violate le Donne, rapiti gH haueri , a' quali ccIboccanone gli ejremi cefli iCapi non riparando, fi formaua concetto, che FOliuaidclielicen- res, per imporre fotto tiflo di neceifaria difefi il giogo a_i iZ". quel Principato , volentieri lo tolleraffe . Certo , che da frequenti lettere di lui ftimolato il Contedi Santa Coloma, Vice R, a cauare genti, e danari dalla Prouincia,airmbra deHefercito fenza badarY priuilegi, & attender Faffnfo de gli Stati , fi etggunte. che alla difpofitione della uil'efectt' valfe in Barcellona di certo danaro tioni de Citt apparteneua,e perche vno de' Giurati (Magiflrato pi riyicers. guardeuole) s'opponeua a tanta licenzaj&infifteua, chefoffero anco trafcorfi delle Mihtie corretti , lo carcer Tanto bad per commuouere vn Popolo, che tolleraua Fvbbidienza; ma Furono prcfe Farmi aperte che com non conofceua ancora la feruit le carceri, corfele ftrade, con sigraue,& vniuerilile tumulto , mmuono a 'furore che il Vice R. impaurito, ilim nella fuga folamenteripofto lo Topolo fcampo. Si riduffe perci ali Arfcnale, doue ne meno e/Fendo ficuro,- perche il Popolo, dato fuoco al Palazzo, lo cercaua per tntt05fece accollare vna Galea j ma, mentre s'incaminaua
I
che
tra-
&
nati
il
al lido perimbarcarfi, fopraggiunto da'folleuati, reft trucidato x^ll'hora \ Popolo,parte inhorridito dal ^iio medefimo ec. ceObjparte tra le apprenfioni della feruit,e le apparenze delia \L be rtj iauaghito,e confuib>rput.che non vi fofl pi luog o al fiip
.
pen-
LIBRO
V N D E C
MO
AtaVefempio
pentimento, n alla Reale clemenza. Scodo il giogo trafcorfcl ^fj^^-J^] a gli eftrcmi, e la confufione non potendo da f fte(arLifTftere5!fo?7|^^o fu data forma a vn'indepcndentegoucrno col Configlio dc'Cen-j pia1tavn
to, e degli altri antichi Magiflrati della Citt.
s'
^IJoli^to
Principato 5 e nelle Terre, e Villaggi prefe Gouerno vniuerfalmente Farmi, le genti Spagnuole furono trucidate, e cosi improuifo accidente l'animo del Conte Duca {cacciate. commofTo , n aixliua palefarlo al R , n poteua tacerlo . Procur di firgli credere, che non vi foife, che vn Popolare tumul- al i^ ma [che rdofi to , che fuanirebbe da f , con la forza preftamente fopito var dal Mini, rebbe a rendere pi illuftre l'autorit del comando, perche fot-J/i"oir/to l'Armi potrebbe non folo la ribellione domarli, ma il fallo de'\muUo abolirli quei priuilegi , che gli rendeuano contuma- che , ap. Catalani, prefo gaci . Ma, ncir animo fuo con pi tacite cure riflettendo ali'im.gl'iJirdam^ portanza della Prouincia , alla qualit del fito , a danni mag^ te il peri, giori, mentre vi s'introduceffero iFrancefi,bilanciaua, f la de- colo. ferita, la forza doueife pi vtilmenteimpiegarfi. N mancauano dubbij, ch'altri Regni ,6 l'Aragona particolarmente foffeperfeguitare l'eiempio. Tent prima con le perfuaiioni della vecchia DuchelTa di Cardona che appreflb il Popolo di Barcellona godeua molta veneratione, autorit, e col mezzo d' vn Miniftro del Pontefice, che vi rifiedeua, fedare gli animi e placare il rumore , e riufcendo ci inutilmente , deliber di vfare la forza, con tale potenza, e con tanta celerit, chey^!.^^^ n il Popolo potefie refiftere, n i Francefi giungere opportunamente al foccorfo. Procur dunque d'ammaffare l'Efercito, comandando i Feudatarij, e inuitando la Nobilt, e tra quella molti de'pi fofpetti, particolarmente i Portoghefi,accioche feruiffero infieme di foldati,ed'oftaggi. Le prouihoni
alter qiiafi tutto
il
&
&
&
tuttauia
i
non poterono effere cosi prontamente allellite, che Catalani non haueffero tempo, e di munirfi con molta co-
baite fido
ftanza,edefpedire deputati in Francia a chiedere aiuti . Non Catalani fi pu dire quanto il Richelieu , e' haueua gi con le folite,^ difpedi'ia aiti coltiuate le prime loro difpoficioni, gli accoglieUe aui- Francia damente^ gli accumul d'honori, gli caric di promefleima confcru- nel tempo medefimo , volendo godere dell' occafione , che la applicai il cafo gli prefentaua , non folo app lic a nodrire nelle vi- f^^e.
comodo
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DELL'HISTORIA VENETA
ma
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foce orfi da
di ridurre la Catalogna alfcere della Spagna la guerra, d'arrenderli alla foggettione Francefe . Inui il Sla necefi; t gnor di San Polo con alquanti Officiali, e per mare alcune
militie^e cannoni, accioche quei popoli prendeffero cuore d* efped il Signor di Plefls Beco' Caftigliani, ,,_ raunato- infanguinarfi e d'acutidmo ingegno a riconoZo fanzon,Miniftro eloquente, ft intani .Jr dall' Oliua raccolto cer ^^ difpofitione degli affari, edegli animi. trenta mila combattenti afcende^^^^^"jclairoiiuaresrfercito,che a CtiO, ua , fu confegnato al Marchefe de los Velez , di nafcita Catala-
&
Ma
fornico della fteifa Prouincia,verfo la quamando del no, e deftinato per Vice Ics yek'^ le tanto lontano, che teneffe difpofitione d'affetto, che anzi
haueua caufe d'odio, e d'abborrimentOjeffendoglili dal Popolo in Barcellona {pianata la Cafi, e confifcati gli haucri. Nel mefe di Dicembre egli da Toi-tofa fi mofle. Citt partecipe WHQtieft della folleuatione j ma che, per Tinclinatione de gli habitanti daTortcfaj per le minaccie dell' Armi, fu la prima a rimetterli in obbe dienza. S'auanz a Balaguer, per tutto rendendofi molte Ter re,inhabili alladifefa. lui f bene l'anguftie de' palli poffono effere impedite da pochi, ad ogni modo le guardie de' Catalani non ardirono d'afpetta rio , onde , il Marchefe , fpirando terrore, e feuerit progred fino a Combriel, piazza d'Armi de' foltrouatn leuati. Il luogo debole, fprezzando i patti, che per isbandar refifien'^ quella gente il Marchefe oferiua, ardi per cinque giorni refifteaCobriei* rcjdopo i quali, volendofi rendere, non fu riceuuto , che a difcrej
tioncjreflando defolata la Terra, impiccati gli Offitiali, tagliapezzi lefoldatefche. Da gueflo fangue pullul ladifperaac'wg' tione per tutto. In Barcellona particolarmente s'animauano ?:^5^7fM vno coir altro i Cittadini a fofferire ognieftremo pi tolto, tona eidV' cadere in mano, efottoil gouerno di vincitor cos fiero, Ha difpera che d'vn Vice R incrudelito . Trattandofi della libert, e della e ta difefa
te a
fleffa falute
,
il
Mongiouino , Se
vacillante
fen'XaafJi-
Jcnz^e
d'
apo^^io
vncndofi gli animi pe'l comune pericolo, fi procede nel gouerno, e nelle rifolutioni con vigore, e concordia. Temenano tuttauia di non potere a fcoffa cos poderofa fenza_j forte appoggio refiftere. Da' Miniftri Franceli fapprenfione T l fomentaua, e loro additauano dall' vna parte imminente dimoftrando , no n eccidio , dall'altra vicino il foccorfo . Ma
"""
conue-
"LIBRO
VNDECIMO.
5.??
M DC xr conuenire, che la Corona, per procacciare gli altrui , abbaiidonalTe i propri/ vantaggi , infinuauano tra i timori , e i difcorll, quanto compiefse obligare vn R cosi grande a foltenereper per le opportune m decoro, e per interefse quel Principato. Colpi Tartificio , per- ftnuationi che il timore del pericolo 5 e la fperanza de gli aiuti indulle i de' F r anCatalani a confegnarfi alla protettione , &c al Dominio Fran- ceft. cale con molti patti, che preferuauano i priuilegi, quei principalmente dell'ailenfo de' Popoli per Fimpofte, e della colla- v'tenfott tione de'Benefitij di Chiefa, e delle Cariche a'nationali, ec- PatvQch
't
parte per defiderio dicofe nuoue,iremplici per concetto di cambiar' in meglio la forte ^ i pi fciuij per eflerfi accorti, che dopo i primi paffi vn'merfal" mente da' delia Ribellione, qualunque fi fofTe la libert, la feruit , Cateltni non poteua prouarfi, che con ftragi, e calamit non difugua- ajJeniitQ, li. Ci accadeua ne gli vltimi giorni dell'anno, nel procinto, che il Portogallo pur' anche, fcoffoil giogo, rauuiu con anche i nuouo R l'antico nome del Regno. E' naturale lemulatio- To 'tughe ne, che pafla tra i Caftigliani, Se i Portughefi, impre({ad3.\'\firfleto lanafcita, crefciuta col late, e per heredit tramandata da'^?'''^'*^'^ loro antenati, an^i era diuenuta abborimento, e hnpatien-S^^^fJl'_ za, dopo che a quefti conuenne piegare il collo fotto la do- pio. minatione della Cartiglia . Haueuano i Portoghefi applicata pi volte l'attentione, e la fperaaia a varij accidenti, che potefifero far cambiare la Fortuna prefente Mala potenza, ^_->
.
eflere ftraniero
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Corona
haueuano
fin
ad hora, tenuti
gli
ad jogni modo maggiormente crcfceua, e feruiua ad incitarlo V [oggetto de' Duchi di Braganza, che, difcendenti da Odoarjdo. Fratello d'Henrico R, erano appreffo molti altrettanto preferiti nelle ragioni, quanto alla forza del R Filippo haueuano conuenuto foccombere . Il prefcnte Duca Giouanni , offeruando fopra di lui l'occhio de'Caftighani aperto, fi dimoftraua altrettanto alieno da ogni applicationc, enegotio, elTendo pochi anni addietro accaduto tumulto in qualche Citt, vditofi acclamare il fuo nome, egli s'era contenuto con tale modeftia, che fu creduto vg ualmcnt e alieno d all'ami
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DELUHISTORIA VENETA
&
che eccedeuano
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chicmano
qticlDuca
bitione, e dall'inganno. L'OIiuares confiderando, e leragioil fauore del Popolo , ni della Cafa , oltre alle riccheize
re sconci- afficurarfi
le
Uam e n^
Cor
,
li alia
te
sfuggecau
conditione di Vaffallo, per di lui^rinuitaLia alla Corte conpremij, impieghi, e con fmulata confidenza gh conferiua cariche, e titoli, il che fi cred mirafTe non ad ornarlo di dignit, ma adefpor-i lo a' pericoli, accioche efercitando particolarmente il fuo impiego di Coneftabile, falifle fopra l'Armata, entraffe nelle Fortezze, doue fiiflero ordini occulti d'arreftarlo prigione Giouanni , con varie fcufe fcanfando di condurfi a Madrid con tali riferiie in tutto fi gouernaua , che f non poteua sfug
&
tamente
g inuhi
almeno diuertiua fiioi rifchi. L'Oliiiares fi valfe della riuolta di Catalogna, e della fama, che il R voleffe vfcire a debellarla , per inuitare la Nobilt Portughefe, e tra quefta con maggior premura il Braganza a_i
gire gli altrui fofpetti,
i
concorrer colla perfbna, e colle forze in cos (gnalata occa fione. Ma la fteffa congiuntura feru a'Portogkfi, per ifue
gliare in loro gli antichi penfieri^
fi fanti'
onde molti
nelle priuatcj
,
conuerfationi
foliti
a frequentemente lagnarfi
rirno da f
gno famofo,
&
che vn Re-
Mondo,
foifc
ridotto in Prouincia, e diuenuto appendice al Dominio de* loro naturali nemici, hora confiderauano la Nobilt oppref
fa
,
il
fneruato
Popolo conculcato e per le gelofie del Conte Diica_, il Paefe, i Grandi pcrfeguitati j infranti i priuilegij)
,
e sfigurata quelFimagine, che al Portogallo reftaua di libert, e d'apparente decoro. Paffando poi dalle querele de' tempi
quafiche ne'Portoghefi mancaffe quell'ardire e quel cuore, che cosi altamente nobilitaua il Popolo Catalano . Diuifauano la facilit d'efeguire ogni grande attentato 5 retti da vna Donna, e da vn'odiato Miniftro con pochi prefidij, e prouifioni minori in tempo, ch'era tutal
fteffi,
,
rimprouero di loro
forze diftratte, il R impotente a refifterein tante parti, e pronta la Francia alfoccorfo. Margherita, Infonta di Sauoia, fofteneua il titolo di Vice Reina, il gouerno per rifiedeua in alcuni Caftigliani, &in particolare nel Segretario Vafconcellos,che le afli/leua, e che, confidente deirOliuares , e dal fuo fauore innalzato, tutto tirata la
le
Spagna commofa,
al-
LIBRO
iia
V N P E C
TM
O.
65
mafTmc, d' abbalTare i Grandi , e d'efercitare W DC XL ailoliito comando. Per le congiunture veramente pareua_j , che, per follcuarfi, folle maggior pericolo in ifcoprircipcnfieri, che in praticarli, onde ridotti alcuni Nobili nel Giardino d'Autan d'Almeda in Lisbona, vi fu chi pcfatamente di- cdchtuden moftr Efjer horamai ph graue il tedio e il pefo del giogo -pre- dft di ri. ^^^^^ fente, che il timore de* 'venturi "pericoli , Il Dominio de' CaHigla-por iH^p'-.
alle di lui
> ,
,
non fiimarfi pijs^ ficuro^ che nella duriffima ferrigno nell' uith de' F'afialli ; apparir in fine quel tempo, da' loro Padri i?nplo'\^^^^'^^<^^ '""" coro rato con gemiti , e con tanti deftderij da loro [efft augurato A
ni gelofo
,
e fcuero^
che pk hadarfi
dunque
Portogheji ftar
,
meno
attenti
i
ad
intra-
Casigliani ad
ferro
il
attender/i forf , che ^ debellati i Catalani , laccio, pena, e 'vindice de'penferi, e de' fofpetti
prefenti
de
'volefero tutti infeeme ardire qualche co fa di grantemcj^e ognuno da per se la proferiti ione, e il fupplicio Di chi
,
Se non
jpauentarfi , f fono i preftdij voti i i C alleili [guarniti; indebo' femnile il gouerno ; pochi i Caftigliani t J^conofcejfero in lito giorno ( ci , che la natura a gli animali pili, fieri non nega) quel
,
Nobilt confidaf" Calculaffero a quanti Porf toghefi ogni Cajliglano il freno reggeua , e per confeguenza , 'venendoft all' Armi , con quanto pochi rejaffe a combattere Si rifolueffcro pure perche ad ej^er liberi la rifolutione folamente mancaua, tali voci^ tutti infiammati fi diedero reciprocamen- ^irrefoimi te la mano, e la kde di fegretezz^a, e di non mai abbondo- per nella
le
^ vnita gcnerofamente
il
la
popolo tutto
fopra il rifoluere , quale del nuouo comando fcegliere fi doueffe la forma. AdalcunijcolTefempio de' Catalani, aggradiua l'inflituto delle Republiche, impercioche l'Imperio delle Leggi, ftabilite dal comune confenfo, pili legittimo, pi dureuole, anche pi dolce fi rende, che vn arbitrario Comando: e non negauano, che la feruit, douendo hauer luogo, era pi honefta fotto vn_. R poLcntiiimo, che fotto vn'vguale, vn Principe nuouo. Ma confider dalla maggior parte la confufione, che ieco porta rinnouare gouerno fopra vnPaefe, auuezio all' iArbitriQjTvn folo. Si voltarono pe rci alBraganza.nclqiianari!
.
Stanano alquanto
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requifiti pi principali, e
Fortuna
ferifcono
^auuidero quefti, che al Duca s'affaccia uano tra varij penfieri l'imagi ni di molti pericoli, procurauano di fgombrargli il Finto particolarmente, tramettendo al'ogni dubbiet , le ragioni, &: alle preghiere minaccie, e protefte, gli dichiar, che anche contra fua voglia farebbe R proclamato, agli altri foffeper fenza, che dalla Tua renitenza, a fc, raccogliere , che riichi maggiori di pi certe perdite . l Duca a oggetto s grande, e improuifo della Corona, titubaua chea'gs^ ne'fuoi penleri^ ma fua Moglie, Sorella del Duca di Medirierofi nm na Sidonia, effendo d'alridimi fpiriti. Io rincor, rimproue\pY oneri della Mo - randogli la vilc di preferire alla Dignit delflmperio la caducit della vita. N mancarono i Francefi, confcij di quanyie, to fi tramaua, con fegretillimi Medi di confortarlo, e ani, marlo con ampie promeffe di afiiftenze , e fomento, facene dafiimo i daUa_, dogli credere tanto pi ferma douer'effer la Corona fopra. FranciLi il fuo Capo quanto che gli additauano vacillanti l'altre fo , psrfuafo. pra quello del R Filippo. Dunque s'induffe apreftarui l'afienfo , e fu concertato il tempo , e il modo per dichiararcondefcen fi . Se bene in quefto negotio il fegreto era il pegno della [de mfne a Fortuna, ad ogni modo la notitia effendo fparfa tra molti \ricsucrla ne trafpir qualche cofa alla Vice Reina, la quale non manc d'auuertire il Conte Duca pi volte de'difcorfi, e difegni de' congiurati . egli , folito di preftar fede a f fteffo pi tofto, che ad altri, lo cred troppo tardi. Dunque, il primo di Dicembre, molti Nobili effendo andati a Falazzoj, al battere delle noue hore della mattina , ch'era il fegno accordato, a vn colpo di piftola fnudarono Farmi, e carica-
per ragioni al Regno, e Gli efpedirono dunque feparatae Giouanni Finto Riberoarappreofferirgli lo fcettro, e perche s'
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Ma
acclamato
fircpitofa
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guardie della Vice Reina, le quali inermi, e sbandate , ogn' altra cofa attendendo cedettei-o facilmente. Occupato il Palazzo, i Nobili gridauano libert, infieme ac-
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piazze,
Miche f
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Michel' Almcida di veneranda canitie, ammando il Popolo, e concitandolo air armi, fu s grande in pochi momenti ilconcorfo , che, come f vn folo fpirito mouellc la moltitudine , non
^^'^'-^
protetta^
^^^^'-
iuchidiffentinc, chi titnballe. Vna compagnia diCafti-'f leuatonc g\nn\j ch'entraua d guardia al Palaz7.o, fu dai furore della ^^ ^,.^,.^^ plebe conUretta alla fuga. Antonio Tello con altri feguaci i^/i/:,o s' Tonma sforzate le ihinze del Vafconcellos ,che5 intefo il rumore, era in certo armario rinchiufo, lo ritrou, e trucidato lo git,
t dalle finellre, accioche nella Piazza folTe fpettacolo all'odio del Volgo, e teftimonio infieme quanto poco fangueco-
mutatione dVn Regno. L'intanta, cuflodita in potere de' Congiurati, fi trattata con molto rifpetto, a(lretta__. per a comandare al Goucrnatore delCaf:ello,ches'aftenerie di tirare il Cannone, altramente Cailigliani nella Citt farebbero tutti tagliati. Egli non folo obbed all'ordine difofpender TofTefe , mafubitamente, per timore, perneceflit trafcorfc alla refi, allegando deffere cosi fproueduto che all' inuafione del Popolo non hauerebbe potuto refiftere Fi marauiglia , vedere Citt come Lisbona, grande , popolata, commofa, rcitare in breuiflimo tempo in potere di f medefima, ma con tant ordine, e con tale quietezza, che neifun comandando 5 ogni conditione di perfone al nome del nuouo R prontamente obbcdiua. Giouanni, intefo l'accaduto in Lisbona, fattoli proclamare R ne'fuoi Stati, entr in quella Citt il; fedo porno del medefimo mefe con indicibile pompa, erice-' ^"^^"^f^^] uuto il giuramento da' popoli, lo prcff reciprocamente per ""l^ionl^' Fofseruanza de' pnuilegi DifFufi per quel Regno la fama , non coappUa tard alcun luogo a feguitare l'efempio con tanta ymon^^ fo di tma\ de gli animi, che non pareua mutatione di gouerno, ma che '*^v^.2^^' follmente o\ R fi cambiafse nome con infolito gaudio de'po{:{{c la
i
.
Caftigliani, fparfi in alcuni prefidij, e quelli di Saru fito , forprefida fatale ftupore, n' vfcirono fenza contrailo . L'Infanta fi accompagnata a' confini, &: alcuni de'Minifl:ri Calliglianireftarono prigioni, per
poli.
I
ficurt di quei Portoghefi, che foifero in Madrid trattenuti. In otto giorni ii rida ie tutto il Regno ad vna tranquilla obbedieniLg Fino nell'Indie deirOriente,neI Brafil,nele colle d'Africa,e
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538
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DELL'HISTRIA VEMEt"
e di tutte
lei\egiQni,
fcifcrte
'dalla
Coro
neirifole, che fi numerano tra le conquide de Portoglieli , quando da Carauelle, in diligenz,a fpedite, ne fu portato T, auuifo, quafi che foffe attefo, abiurata con vniuerfale confenfo robbedici>za a Cartiglia, il nome di Giouanni Quarto^
nadivor.^^
ti'gnllo
,
riconofciuto
c acclamato
ANNO M D C
,
XLI,
Se alle prime inuafioni a' confini de* Pirenei s'haueuaprouato 5 che la Spagna , vota di viueri d*oro , e di gente, appena pteua nella propria cafarcfiilere
Oluarcs
5
horache nellevifcerefelefco.
pronofticauano mali peggiori L'OIidkhbiofo iVlonarchia,e doae pili uares, accortoli, che, in vece di promuouere la conueniua effa della propria falute contendere, igerejX^i prepotenza, [tcntaiuii \^Qii potendo contraftarc da due parti , ftaua in dubbio , doue s* jcrg'ieja |-,^^yeifero a riuolgere le maggiori cure, e gli sforzi . In fine giugjm ozna j -^^ mcglio coutra la Catalogna applicarfi , fperando , che non infieme temendo, che col dar temriufciffe lunga l'imprefa, il foccorpo, la fortezza del Paefc, la ferocia del Popolo, All'incontro, ibde'Francefi, la difficultairero maggiormente. eficndo tipetti i confini, pi lontani gli aiuti, i Popoli meno in Lisbona fola potendofi debellare tutto il Reagguerriti, in otio, eno, fi fisjuraua, che lafciati Portughefi in ficurezza , l'I* f rf elatiliimi non applicherebbero a premunirh, e che i Nobili, per natura, non foiferrebbero a lungo il comando d'vno, a molli emulo, a tutti vguale. N vano per auuencura farebbe
priuano tanti nemici,
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penfiero, i a' di lui configli non fi folfe fatalmente oppofta fempre certa difauuentura, che ad alcuni attrauerfaua l'opportunit, ad altri leuaua la forza, tutti vgualmentecon.dannaua ad infeliciffimi euenti. Dunque in Catalogna pro/tolos Feguendo anco nel Verno la guerra , los Velez (\ port ad QiUe'T^aU'atpugnare Tarragona, che, dopo la Metropoli del Principato, \tnciO di luogo f ma, Tar vago- tiene per l'ampiezza, e per la Nobilt il primo
fortito
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efiendo cinta di vecchia muraglia, bench il Signor dEfpenan con alcuni Franccfi vi s'introducelfe, preftamente s arref, non ad altro feruendo il foccorfo, chea capitolare fottonome de gli ft efi Francefi, anco a gli habitanti la falue zza de]Ie
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LIBRO
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-^^^ facolt, e della vita. Da quella perdita gliaiiari, e glianiuii de' Catalani pareiiano molto abbattuti, e come accade ne gli i Francefi pafTiuano rimproueri , euentifiniftri, tra loro, quelli acculando la tenuit deToccorfi, quefti prouerbiando ki; losVelez., giunto a vifta di Barcellovilt della refiftenza. na , contra ogni Tuo credere trou la difefli cosi refoluta , e dif-
Ma
il Mongiouino, cosiben munito, che , non riufcenpofh, dogli occupare alcun Forte, l ritir, per lo rigore della... ftagione, per la mancanza de* viueri, e delle prouifloni. E' incredibile, quanto s'animaffero da ci i Catalani, fprezzandogli fdcgni, e Tarmi del R, e foftenuti vedendofi con pi valido polfo da'Francefi, giunti ingroflb numero fotto la di rettione del Signor della Motha Odancourt. Quefti fubitocin-
&
dagli Spagnuoli fu rifoluto d porin vano tarle ad ogni prez,z.o il foccorfo, e refegui'l Duca di Feran- tentando dina con quaranta Galee, non (nxa contrafto coll'Armata na- di ritupe. uale di Francia, che non hauendo, f non grofli Vafcelli, ^_ varia Fra non potendo, che fulminare col Cannone alla larga, altro non Cffu conlegui, f non che molte delle Galee Spagnuole,impaurit<i_^, non s'azzardarono, onde folovndici tra le naui, e TArtiglierie de' nemici entrarono nel Porto. Non poteua per la Citt pev gl'Injdurar lungamente j onde, accrefciuta TArmata di Spagna a fct trodottjoc jtantavele, felicemente replic iltentatiuo, e perche laFran- cor/i. jcefe con gran negligenza fi lafci cogliere quafi coirAnchore in acqua, vn gran numero di Barche, e di legni minori entrajrono in Tarragona Per quefto conuennero i Francefi allargarfi, fciogliendo rafTcdio, e per nleuare gli animi de* CataTani con qualche profperit/corfero l' Aragona, occuparono Tamarit, e foccorfo Almenas, coftrinfero i Caftigliani, che v* portarM haueuano porto il carrpo, a leuarfi. Per aprire a foccorfi i '*^'^"'"^^" pafli de' Pirenei, il Principe di Cond, entrato nel Ronciglio'^//fX* ne, vi prefe Canet,^Argilieres, Elna. Di quQe fnttuatio-lpicfitto di ni di Catalogna profittauano i Portoghef, irtradando quieta-; ^^'^^^"^ mente il nuouo gouerno, e munendoli o'amicitieftraniere^ .'^^ Con la Francia rinouarono gli antichi trattati con facolt a eh er inoli. le coiiuen-i Portoghef, di prouederfi in quel Regno di munitioni, d'ar- t'Oni IO ti' mij^ e foldati, e per ratificarh, and a Lisbona il arefcial t randa.
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Tarragona d'afTedio;
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con gran pompa, e con Tquadra numerofa di Naui, acapplaufo. Confifteua il princolto con altrettanto gufto,
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infidiando il macecino, interrompere la nauigatione dell' Indie , Altrimenti ne donenano ^vnr gli 0ire predare le flettere i thcfor ^^^defi, co' quali pure fi ftipul dal Portogallo vna tregua per
dieci anni,
OiamUfi
che riguardauano la nauigail traffico 3 particolarmente nel BrafiI, e nell'Indie, tionc, accordandofi, Che ognuno refraffe in quelle parti alp'>fJefo di quanto teneua , e fi procHra([e di (cacciare da ogni luogo i Ca^oltre alla linea dell' Equatore , per la disianza , dopo aliani mn anno doueffe hauer luogo il trattato, feruendofi le Prouincie^
con molti
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NalTau, che nel BrafiI comandaua, accioche dell'opportunit profittafie celeremente, com'efegui, occunando nelle-> cofie d'Africa San Paolo Loanda con alcune Ifole, e luoghi acerbifTmo fentidi grand' ifiiportanza con molto danno, mento de'Portoghefi, che tuttauia conuennero diffimularlo . Ma, non mancaua loro qualche interna, e pericolofaborafca. 'Arciuefcouo di Braga haneua in apparenza adherito allariuolca; maconferuato nel cuore alla Cafiiglia partialiflimo affetto, nodrendo confidenza collOlmares, dal quale fegreta-
&
(liei
mente riceueua impulfi, e fomento. Egli conferi i fuoi concetti a Luigi, Marchefedi Villareal, e lo trounonmenopropenfop onde, animatifi l'vno coli' altro, il Marchele vi tir ,
quafi per forza di preghi, e d'autorit,
il
Duca
di Camine_->,
ilMarchefe d'Armamar, Figliuolo fuo ilprimo,e l'altro Nipote. Concertarono d'ammazzare, a' tr di Luglio, il R, la Reina , & i ^'igli, incendiare in pi luoghi la Citt, e f n\xconcerta Vafcelli nel Poito, accioche conMo il V eccidio icire potefle, anco i applica!k-i della C4- Popolo, & in pi parti diftratto^ e atterrito, non Fecale ^ a foccorrere il Palazzo Keale, n ad opprimere Congiuracon va.. ti. Indi iVrciuelcouo , huomo di grane autorit, Crocifiifo alla mano doueua acclamare , e perfuadeic 1 obbedienza a Caftiglia. N a' confini doueuano mancare pronjie-^ te militie, per introdurfi in quei luoghi, doue la confufio
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congiuntura chiamafTc. Per Io pi ellen do incompatibile il tradimento, e ilfegrcto, a Gioiianni ogni pcrtaft la egli, con fimiilatione occultando, conuo- Cengitira.. cola furi neh ta, c vnConliglio, nel quale interueniuano Congiurati, effcudo ridotti nelle ftanze, pi interne del Palazzo, fece arrefipunifu ftarli. L'Arciuelcouo fu nelle carceri trattenuto, gli altri con 'publicofupplitio efpiarono la colpa. Giouanni con arte vgua- eh alUn le procuraua contra iCaftigliani di vendicar!], tentando il Co- contro Ycorre dal gnato filo. Duca di Medina Sidonia 5 accioche fi riuoltafle con Cognato, 'Andaluzia, doue tiene gran credito, e Stati Ne farebbero perche ri. fiate vane le diligenze, perche agl'inuitide'Portoghefij&air belli t^n arti del llichelieu haueua il Duca aperte Torecchie, e promeP dalH'^a fo ricouero all'Armata del Marefcial di Brez fotto il calore della quale doucua poidichiararfi; ma, fopraggiunto l'auuifo del foccorfo di Tarragona, e dell'afTedio difciolto, apprendenma dal do il fucceflb, neg d'accogliere l'Armata Francefc ne' porti pYopYope e fapendo, che TOliuares haueua penetrate l'intelligenze, per viglio amcfpurgarfene sfid il Portoghefea batterfi feco prouerbiando- nion'to. lo di traditore, e d'infame. Poi, non clfendoquefti, com^_^ procura poteua fu p porre, comparito nel Campo, tafs la di lui tefta_, dipurgarfi con appacongrofi/Ima taglia. Di tanto per il R Filippo nonreftan- ren%,c di^ do contento fu il Duca chiamato alla Corte, Se egli nell'Anda- fede luzianontrouando Talienatione da'Caftigliani, n perfequell' aura , c'haueua fjDcrata , obbed con tanta prontezza , che fece fuanire, almeno diffimulare i primi fofpetti . Mentre il PorCombattu togallo fi ftabiliua, in Catalogna trauagliauano TArmi, il totlByiche Richelieufacilmehte fperaua, che gli refiaifero in preda gli lieti Stati d'Italia, e di Fiandra, in quelF empito d foituna gli farebbe riufcita ogni cofa, f ilcorfo di felicit non folfefia to impedito anche in Francia da poco difuguali accidenti, ancorch con celerit, e felicemente fuppreffi. Altroue s' detto, come l'odio contra il Cardinale con le prorperitc s'accre- del Ile a~ iceua cfendo gli humori corrotti, e mal contenti ammaf iter/s ctn de nuhon fati a tal grado, che il vigore del goucrno, la riputatione , tenti e la forza medefma non U conofcenano ballanti, per digerirli, purgarli. Si dubit, che ilDuca di Vandomo inuiaffe_nlcuni per ammazzarlo. O' vero , fallo , che folfe^^ ^
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DELL'HTSTORIA VENETA
per effere il Cardinale in concetto di penetrare tutto, e di non perdonare cola alcuna , il Duca pafs in Inghilterra , doue la_, Reina Madre pure l tratteneua, e vi faceuano capo altri difguftati, e fofpetti. Anco i Parlamenti del Regno ftauano pieni d'acerbit, e quello di Parigi particolarmente^ perch^^, hauendo voluto opporfi ad alcuni Editti, era Itato dal R f* ueramente riprelo con imporgli, che in auuenire non s'ingeriife in ci, che appartencua al gouerno. I popoli poi in geprimi ad applauderea' fanerale, come fono ioliti ad efFere eflendo anche i piti pronti ad efecrarli, non fi pu uoriti, cos dire, quanto abborriffero il nome, e l'autorit di quefto Mi^ . Le guerre obligauaao a grandi fili ne fpefe , e le rendi/Tjj-eme?. niftro lo// dalle te Regie eflendo mal regolate, (i prou.aia, che niente pi gra* [Guerre lue rielcc della publica mopia, perche, mancando il danaro i^^^^'^"^^' all'Erario, era dimeilieri con laforz,a canario da' ricchi, e da' '^''^"^^* poueri eflorquerlo con le veilationi. Tutto pareua pieno di gemiti; ma ognuno veniua oHeruato da efploratori bene fpeffo, non eflendo impuni le lagrime, e patendo calunnia gli lleffi (rpiri . il dolore , fatto in fine troppo feroce , non fi poreua reprimere pi col timore, e s'erano vietati, e puniti i difcorfi , abbondauano le fcritture, che riempieuano tutto di maldicente, e inuettiue. Si folleu in finevn gran nembo, e fi Sedandivde lamaifa raccolta inSedan,dichiaratadal Duca di Bu ^lion, mene ^che lapolfedeua in fouranit, publico afilo de' mal contenti ricetto Egli teneua con la Corte difgufti, e prefl:o a' fu 01 s'aggregaroi
no anco
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Duca
di
Regno
Ghifa, preteifenJo il comune follieiio del con ogni forte di calamit Rapminifterio di lui come ^n officina lugubre delle
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fi,nto luflro
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il angue delf^tanto ej pilare i thejori , confumare gli [piriti , gno , e per confruarft nel pofio ambitiofo , flar cinto da efercit Raffigurauano In lui la crudelt, e l'auaritia, con 'vgual hom^
dezja dar/ila mano, per coprirlo dalle minaccie,che fempre temeua Niente rear nella Francia d'intatto. D'alcuni de'fuoi nemici coi yupplicio cjferft mendicato; altri di pih illuftre innocenz a effere pk
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occultamente -periti. Adolti haucr conucnuto nella fuga cercar falut e M ne xr. e di tutti hauer il Cardinale,}) "vfurpato afe fteffo, ripartito tra fuoi tra'huif ,.__^^^, congiuntile e arie beagli hauer, e le fpoglie Dunque per quefte pu-j^Wom da bliche caufe^e per purgar' il Regno da moftro s infefto.che tutti, '5^/#^< haueua ofFeibj a tutti minacciaualaftragc^dauano a credere di .^^/^^ ''^^^
,
prender l'armi, proteftando al Re perfetta obbedienza Ma non mancauanOje forf pi efficaci, altri priuati motiui. Il Soiffons per gli fuoi fpiriti generofi 5 e viuaciera temuto dal Cardinale, e perci, per legarlo con ftretti vincoli di confidenza , Thaucua tentato,che in Moglie vna delle fue Nipoti prendeffe. Ma il Conte publicamenre fprezzando per l'inugualit de' Natali '1 partito, il Cardinale pafs dall'ambitione allo fdegno, e dallo fdegno a meditare vendcttc,attrauerfandogli appreffb il R le fue pretenfioni. Il Ghifi daua alla Corte quel fofpetto , ch'era infeparabilc da' Lorei7cfi , a' quali s'haueua leuato con gli Statile co' Gouerni, ogni autorit nella Francia. Egligodeual'ArciuefcouatodiRhems con altri beni di Chiefa, Se il Cardinale, defiderofo di farne lofpoglio, per impouerirlo, gli affegn vnbreuiffimo tempo , accioche riceueffe gli Ordini Sacri, fapendo, che inuaghito d'Anna di Niuers, Figlia del fu Carlo, Duca di Mantoua,afpiraua5piche al Sacerdotio, alle Nozze. Dunque, differendo d'obbedire, fpriuato de' beni, e ridotto adanguftiffimo ftato, fenza permettergli, ch'alcuna cofa potelfe rinunciare a'Fratelli. Per iftabilirfi con forze ftraniere,conchiufero i
.
refs,
con Michele
di
Salamanca, che
verrebbe prefbmente ad vnirfi. Carlo, Duca di Lorena, con-l^'^^^'^^*"' fpiraua ne'mcdefimi fenfi, ancorch, nel principio dell'anno andato a Parigi, haueiTe accordato dirinuntiare al partito Au- concorre ftriaco, &: adherire finceramente alla Francia j dalla quale gli dotti il Lo renefe fi reftituivna parte de q} Stati, reftando per Clermont con Stenai), Dun, e lamctz in propriet alla Corona, e Nancij fino alla Pace generale in depofito. Egli , che non haucua_, mirato ad altro , che a ricauarc qualche piazza di mano deFrancefi, ottenuto Y intento, fi ritir dalla Corte, e s' ap-' plico a rac cogliere foldati, facendo per credere di voler'
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1
DELUHISTORIA VENETA
,
per feruitio del R LodouiJ co. Cos lariuolta de' mal contenti fi rendeua coniiderabile^i cpit OC. per leforzefiraniere, e forf per l'interna di/pofitione, paren]CtiUifome do fuori di dubbio 5 che, f riufciffe a' Principi vniti col primo Iti' inoltrarfi calore di qualche vantaggio penetrare nel Regno, nelleProuincie, confeguirerebbe vna generale commotion^^ della Nobilt 5 de' Parlamenti 5 del Popolo. N de qualche apparen7.a mancaua, che allo fteflo R grane horamai riufceiiil predominio del fauorito, fo/fe dogli'l fafto fouerchio, ;/ e ordina grata alcuna opportunit d'allontanarlo, e abballarlo . Il Carle a UH to hora le for^e opponendo , diede di \^d'!fpon il dinale hora il configlio, riparo. alladifela. Si ftrinfe col Principe di mano alleprouifioni, Cond, al di lui Figlio, Duca d'Anghien, dando vna fua Nipote per Moglie, perche a quella Cafa fommamentecompieua reprimere ilSoifsons, e' haueua aJ^unto il titolo di priiiio inui con vn' Efcrcito la MigliaPrincipe del fangue Reale, con dtie re, perdiuertir gli Spagnuoli dal porgere a lolkuati foccorEfati. fo, e con altro il Marefcial di Sciattiglion contro a' Principi vniti. 11 primo, pafato il foffo nuouo, noto confine. Se antico tra 1j Francia, e l'Artois, fuperati alcuni Forti, che lo difendeuano, pofe l'affcdio ad Eres , importantiffima Piazza, non ivnopOY folo dalla narura con molte paludi all'intorno a 'Ti cu rata, ma.^ ':t--}dofifoc dall'arte con ogni genere difortificationi di dentro, e di fuoito Efes, ri munita. Lo Sciattiglion, approdi matofi a Sedan, hebbea' tahioin mal coneoniramio fei di Luglio incontro il Lamboij, inieme co' Principi
DCXLi vnirfi al Marefcial di Sciatniglion
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a Sedati
tenti.
L'Armata Regia
Colline con gran piccioli bofchi. AlFincontro quella de' Principi, prelfata dall' \i Tris. angultia del (ito, era pi tolto confufa, che ben dilpoPca y 'Pi vni ma, non potendo fcanfare il cimento , fu da alcune crupp^ dello Sciattiglion caricata con tanto furore, che, ^aperti alal primo cuni fquadroni, altri ncirarili dietro l'artigliena, s additaua \iipc: ofcd dalla fortuna a'Regij vn' nnigne vittoria . Accorfo al diiorIp-gli^ti dine de'iuoi il Conte di Soiffons, coperto di tutte armi con lavifiera alzata, e con pochi compagni, mentre nella pugna rniafoii foldato della compagnia dell' OrK^'lioif fi mifchia 3 colpito da leans di pifiola nell'occhio, cadde rouefciato_d.al^auailo
\convair,tt
:
a L ijarei,
LIBRO
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^4)
parola, e lai M D3 XH :ntreci >..-.^v. ...* all'Armata viv-jiv- v-v/iii\-i meli xivciii VILlI* xyxv^iAv.* %vita. Mentre ^^-^ doiieiia VI.AX ^ ^x ii.iii,i.u, del Re confermar' il vaataggio, accadde con oppofito cafo 5 che la Caualleria prefer '^^'^'^'^'^^ vilmente, fenz-'hauer chirinfeguifle. Iatagano perche nioki'|^j^j".^,J abborri/lero lofpargimentodi tanto fangue ciuile, chealcu-i^^y^o;^^^, nigodeflero difuneftar quegli aufpitij, fotto i quali credeua- neamente no di militare a priuate vendette del Cardinale L'eiito tu, che, afuggire arreilatifi da loro medeimi nel co rio della profperit i vincitori, anzi voltate lefpalle alla fortuna, diuennero vinti, perche le Truppe Cefaree , e de' Principi icagliatefi fopra la fon- ^^^^ la cade ^^ tcria, parte ne tagliarono a pezz,i , parte ne condulfero con confegmia tutto il Cannone, e il Bagaglio cartina in Sedan. Quafi tutti >icri<?* gliOffitiali coriero la forre medefima d morte, di prigionia, faluatoh a penaloSciattiglion con pochi altri. Ad ogni modo con infigne efempio dell'indulgcnia della Fortuna verfo il Cardinal diKichelicu, eftinto ilSoiffons, ch'era l'anima, pi toftola furia de' mal contenti, i frutti della battaglia non cederono a beneHtio de' vittorioi, ma degli fconltti j perche, le bene ilLamboij occup Doncheri, picciolo, e debole, luogo, fu per tale, e si lunga per pi giorni la refiftenza, che diodQ tempo allo Sciattiglion di raccogliere in Rhetel le reli quie delle Tue genti con nuoui rinforzi , al R di fopraggiun ma fi vr,^,^f., gere conefercito svigorofo, che non folo ricupei Donche-^^mrr^ o.j rial primo coni oarire dell' Armi j ma, minacciato Scdand' i:'F'^^''^51 affedio, indulTe ilBuglion airhumiiiatione,& all'accordo. La/^^^j'^^'""H piazza veramente perfito, per lauori, per munitioni finume-k^^-J,"^^'^! ra tra le pi forti j tuttauia il Duca, confiderando effe r' eftinto! che mL ilCapo di quelmouimento, deboli gli altri, e tutti atterriti ,^tciye-j ddn. la Spagna vefTata da tante parti, il Lamboij conftretto d' accorrere a'bifognidi Fiandra, procur ditrouare nella gratiadelR la falute^ onde ftipulraccordo,confeguendo neutralit per la piazza, perdono perse, e per glifeguaci,cc ecb umilia-
Cam p,
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loro Cafe, altri non vollero punto fidar- U\Accor li, ma fi difperfero in varie Prouiocie, fi ridufTero ia_, d fclokliquelle di Fiandra , lafciando al Cardinjle il merito , hi^ *" fortuna d'hauer', anco perdente, domata la rib ione, lenzaif,,;.
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646
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DELL'HISTORIA VENETA"
]^di
^Mintermettere in tant' altre parti radfteiize agli amici, agi* inimici rofFefe. L'oppugnatione d'Eres era in que(l:o mentre proceduta con grand ifiimo ardore, a fegno che. oltre ad in-^ '^^/^.^i*'! roje 'j^J^'fij^iiQ fattioni, vna niezz:a luna particolarmente fu occupata^ e perduta pi volte. Reftata in fine in poter de'Francefi, diede modo di Itringere niagQ;iormente la piazza, guadagnaci! aflalti, ftabilire fopra il baftione l'alefpitgna, fofTo, e dopo mine, Ens loggio. Airiiora la piazza capitol, non hauendo giouato a^ taft Miglia. gli Spagnuoli, per rimuouere la Migliare dall'afledio, affligge[r. il Paefe air re con grolle fcorrerie la Contea di Bologna, intorno. Anche Ginep fi diede ali'Oranges il mcdefimo giornelloflef no, che Eres cadeua, ma per gli Francefi la conquida fu di fo plinto breui momenti, perche, colLamboij congiuntoli 1 Cardinal' che Ginep acqwUaft Infante, gli ferr cosi da vicino, che, mancando i vuierija^ ddl Oran. Migliare pot appena allargarfi lnza reftaurare , e munire la piazza. Sottentrarono perci gli Spagnuoli nelle TrincereL-r, ma cojret e ne' pcfti , abbandonati da' Francefi, ad inltanza delle vi^tiiFrace cine Prouincie, che, temendo levelationi dell' inimico, offefiadabb. rirono genti, e danari, Eres fu riaffediata. La Migliare, non donare \Tiaz.z,a hauendo potuto da Terauana fpingere dentro foccorfi , s* attacc alIaBaffee, e gliene riufci ageuolmente racquifto Al Marefcial di Brez Lens parimente s'arrefe, e non pi cli^-*^ noue giorni fi difcfe Bapome . Fu anco fcorf la Fiandra, ^-/ minacciato Armentieres , non potendo opporfi' 1 Fonten , che teneuavn corpo d'Armata, perche l'Oranges ingelofiua dall' altro lato il Saffo di Gant, e moftraua di paflarei Canali. Ma riattacca. gli Spagnuoli ftimauano il nacquilto d'Eres da preferirfi ad ogn-' ta da gli Spagnuoli altra perdita, e lo confeguirono finalmente negli vltimi giorfi Y acqui- ni deifanno. Non fu per interamente da quelle Prouincie goduto il contento perche l'Infiinte mori con eiremo cordoglra
&
&
&
&
la.
.
fmeftanl'
\doJenc
!
allegrezza
dalla morte deli! In.
'
\fiute.
Popoli. Egli all'ingrelfo in quei Paefi lianeu acquiftato grandiflimo applaufo; perche, dep )^tO il faife, e la feueritj che pare contratta da' Principi nella Corte di Spagna, haueua alle prerogatiue eccellenti di piet, e di virt aggiunta lafoauit, e gentilezza, che fingolarmente da'
Fiamminghi
fi
gradita.
in
Ibfpctti, effendo
fempre gelofi
gouerni lontani
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larmea-
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larmcnte
P.
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O.
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47
M DC
xir
da Principi del iangue Reale, e fo! tenuti dall' Arrnij^ipendofi anco, che Francelil'haueuanopi volte, con offerirgli in Moglie la Figlia del Duca d'Orleans, tentato ad
diretti
occupare per s quei Pacli, eshibendogli tutte le forze loro, e quelle d'Olanda. Sperauano veramente in quefta congiuntura i Francefi qualche riuolta nelle Prouincie, il R s'ac|Coft col Cardinale alla frontiera, ma reftarono quiete, e parenti pLitollO;che del nuouoGouernatore,che fu Franccico! di Melo, contente. La Germania inqueft'anno vide in Ratisbona vna Dieta, da Celare congregata, affine di rompere al- uku in tro pi gelofoCongreifo, che i Principi dell' Imperio in Frane- '^l^^i^^o^^ fort voleuano vnircj ma l'Imperatore vi ficrou ingraue peri-l'^^-^^-^.^^^'""" ^"'' colo, perche da Erfurt il Banicr, con rapida marchia portatofi l'armi Sue defi. ne' contorni di Ratisbona,efrendo il Danubio agghiacciato, cominci a flirui pallar le fue genti , circondando quella Citt con grandi fperanze di far prigione l'Imperatore , almeno aflediarlo, e diiTpar la^Dieta. La diMz difponendofi tumul- C6ngr.in -...^.-... tuariamente,difgel il fiume per fliuore fpeciale del Cielo \n\p^^i^olo pochi momenti a tal fegnojche, conuenendo il Banier dall' j^^^^ ^^"^^ ^^^^^^' altra parte far' alto, quelli, c'haueuano trapafHito, reftarono rotti, e prigioni. All'hora il Banier s'allontan, e portatofi a Chcim, gli riufci d'occuparlo. Il Piccolomini , circondato lo^*""* "^" Schlang, General di Battaglia, e dato tempo all'Arciduca dico^a^dd} foprauuenire col gro{ro,per riceuere l'applaufo della deditio- Inimico nc, 'oblig a renderli, infieme con quattro mila huomini a Cauallo, tutti prigioni. In tal guifa indeboliti, conuennero gli Suedefi recedere, preffati dall'Arciduca, e veramente fece il Banier apparire eccellentiffima arte^ perche ritirandoli,' .^^^^P^^^ inferiore di forze, fempre in faccia al nemico, e paffato il cTcffJei Fiume Egra, non rileu alcuno fuantaggio j ma ridottofi iii_, aiufpaUc Alberllat, forprefo da infermit graue, mori. Erano gli Sue-! defi per tutto incalzati da' Cefarei, quando il Conte di Gue-'^ic^'^;?. brian, ch^ era flato al Longauilla foiliruito nel comando de' porinforVainiarefi, molfa quell'Armata, port loro opportuno rinior- "^to zo. Stana nel Ducato di Luneburg la forte piazza di Volfenbutcl, ftrcttamente affediata da' Proteftanti , il Piccolomini , accoftatof, per tentarne il foccorfo, fu r ifpinto con graue pcr-
&
&
S( 4
colia.
^4^
M DC
DELL'HISTORIA VENETA
Ad
ogni modo, refiftendo ancora validamente, furono
XM coffa.
gli
aggreffori conftretti diritirarfi. All'incontro Dorften nella Veiifalia cadde in mano airAzfclt. Seminano tutti qiiefti fuc-
pi tofto a protrahere la guerra, che a terminarla 5 (e benepareua, che alquanto pi, che perlo paffato fi facilitafferole negotiationidi pacej impcrcioche l'imperatore accorinfine co d finalmente a gufto delle Corone confederate iSaluocondotdcfccjo Ce iti a' Principi dell'Imperio, e col'interpofitione del R di Daali [fare Inimarca fu in Hamburg dalLut?:au, dal d'Au, e dalSaluio, \^. ce or do] 'de Saluo iMiniftri diCefiire, di Francia, e degli Suedefi, conchiufo il condotti, jtrattato, che chiamarono de' preliminari, col quale, rrafpordi Colonia jtato ilCongreffo, che per innanzi doueua tenerfi in Colonia, inferita, [ir. aMunfter,& a Ofnabrug, Citt, che fi lafciarono neutrali, fi l'^ijiem beaaMu 'e fenza prefidio , fu concertato, che in quella fi negotiaffe tutall'Olanda s'apa 'toci, che a gli Auftriaci , alla Francia , \fer, Ofmhrug, parteneffe , in quefta l' intereffe di Suetia,e de' fuoi Collegati tra pori en coirimperatore,&: adherenti Quando per fi cred dar princidofi sepre pio a'miineggi di PacCjinfurfero altre difficult, e Cefare pens 'inHluppi [alla [ace. difpianarle con publicareinRatisbona vn'Amniftia, fia geneanche C rale obliuione e perdono delle cofe paffate , ma pi tolto le cfeguitaf accrebbe; perche, efcludendo lacaufa Palatina, con rimetterla a da' vene. particolari trattati, molti non f ne dichiararono contenti. Tra
ceffi
'
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&
&
'
&
tani
col
Turco.
perturba.
le agitationi vniuerfali
laRepublica diVenetia,
reftituita alla
inda contcnt'wni in
Balmatia.
quiere, prouauafolo qualche mouimento per contefe priuate in Dalmatia tra' confinanti, prodotte dalla pefiima volont d'Ali Be5e Duratjfuo Figliuolo, che dominauano nella Vrana Se be.
ne il principio apport qualche moleftia, entrando i Turchi con gente armata nel Territorio di Zara con danno della Campagna , fu nondimeno prelhmente fopitOjinuiando la Porta fopra le querele di Girolamo Tnuifano, Bailo, vn Chiaus in quelle-- parti, per riftabilirui la quiete. Accadde, che, coftuiapproffimandofi al confine, quei di Verpoglie, Sudditi Veneri, a_. rifarcimcnto d'alcuni danni patiti, n'inferirono di maggiori al Paefe Turchefco I Minifri perci alterati voleuano vendima con decarfi fopra i Territori] di Sebenico coll'Armi della Prouin^ fterit Giouanni Battila Grimani , Generale eia, mentre Luigi Mah piero, che comandaua la Cau alle.
,
LIBRO VNDECIMO.
ria, foccorrcun a' luoghi pi minacciati, grindiifie al
6'4S>
nimento, confermandofi lamicitia, con reftitiiiiTi '1 cio, e demolirfi da' Turchi certo niiouo recinto, flibricato a co piacere Verueco. Volentieri alla Porta vdirono la quiete, perche^ , dell'Ottoftabilita col Perdano a' patti antichi la pace, l'Armi Turchef- mano, che sapplicauano alFacquifto d'Afach, fortidima Piazza alla che^uppa ficaio con palude Mcotide, cuflodita da que'Cofacchi, che fotto la proTerfi a. tettione del Mofcouita inferiuano nel Mar nero acerbiffimi riuolgc danni, fino a villa dello ilcfb Serraglio. IVenetiani perci, ainictra. fciolti anco da quella cura,fl:auano immobili tra l'inftanzcche UValude con of'erte d grandi vantaggi loro portauano le Corone, per Mcotide ycr[oko tirarli ogn vna al proprio partito. Additauano i Francefi carone'mmu dente quella pianta, che poco prima adombraua l'Italia, e 1 table L-Uf inuitauano a raccogliere infeme con gli altri Prin- B^puhlica Europa, cipi italiani opulentiffime fpoglie, volentieri cedendo il R frutti dinobiliffimiacquifti. Air incontro da' chei'mut le fperanze, &
l"
,
compocommer-
VT
De
VI
'.quietate.
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ta
adacqui
confideraua, che, feruendo di sbarra, e trincea, per impe- fri. dire 'innondationi de' Francefi nelle vifirere dell'Italia, doueua efere con forze vnite foftenuto, e difefo. La Republica_, alla quale pi premeua il defiderio di quiete, di quello , che__^ ftimolafle l'opportunit degli acquifti, rifpofe a gli vni, C0YY'fpOt^\ gli altri con voci vguali di ftima, e di confidenza. Veramen- de agli yfft te gli affari nel Milanefe paffauano con grande fcompi- cij con agglio; impercioche, nel principio dell'anno hauendo il Princi- gradimene ti vniforpe Tomafo difdetto il trattato fuo con la Francia, adinftan- m i za di lui il R di SpagnahaueuarimofroilLeganes,efoftitui-^';J/^^;to nel gouerno il Conte d Siruela, la direttione, e la forza re-Um^/Mi ftando affai indebolita, e per gli talenti di lui pi fiacchi, e per-i^'^^f/^^F khe la potenza della Monarchia, in tante parti diilratta, nonj''^^"'^^^' ipoteua afiiftere all'Italia co-n vigore, vguale al bifogno. P^r|^/,fjJ^^./^, Iquefto il Turrena, ancorch con mediocri forze, ricuper fa-|i/5'/raf/.T. jcilrncnte Moncaluo, e per compiacere al Mazzarini, che da racquifla-^ iTomafo fi riputaua grandemente offefo per la delulon dt ^^^' ^"^l trattati , fu attaccata Inurea in tempo che lo fteffo Principe fi l^^^dHg trouaua in Milano aflabilire colGouernatore i concerti, &: a c^^affcdl chjeder' aiuti. La difefa tuttauiabrauamentef foftenuta dd^\t(iinurca,
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Siluio
6$o
M DC
XLl
DELL'HISTORIA VENETA
.
Siluio di Saiioia, Fratello naturale dei Principe, e Milanefe, lino Maria Vifconti, Maftro di
te
furtiuamente vi s'introdufle pocofcH- approuafle l'imprefi, vedendo il Turrena impegnato, fi porcernente ,k al Campo, e procur con generale arilto di terminarla; ma, foftenuto, e rifpinto con danno de gli aggreffori, vide poco apprcffo per negligenza delle fue fentinelle entraruil Barone di Prel con quattrocento foldati. Non per quefto fi ritir 5 ma il Principe Tomafo , che, perdendo la piazza , reftaua fenza luogo di ritirata a difcrettione de gli Spagnuoli, follecitaua il Gouernatore di Milano, che s'affaliflero letrincere Francefi. Il Siruella all'incontro, ricufando d'azzardare ad vn foi colpo ogni cof:i, aflent pi toilo, che? per fardiuerfione s'attaccaffe Chiuas, doue, non riufcita vna fcalata> improuifa, fu piantato l'affedio. Per dargli foccorfo, fi ritirarono i Francefi dlnurea, e gli Spagnuoli, confeguito l'intento, fotto Chiuas pi a lungo non dimorarono. L'Arcourt, prefiflbfi pi importanti difegni, di ftringere il Principe Carallargarfi i dinale, d'aprirfi la comunicatione col mare, altri luoquartieri, occup facilmente Cena, Mondoui, portadofi ghi in quel tratto, ponendo in fine l'afledio a Cuneo, Piazl^rcotnt 2:a, che per le fortificationi, e pe'l fito fopra le fiildc dVn.*
neo^^
& &
vanto di non mai eflcre ftata efpugnata_f [per forza. Ma dopo molte fattioni, e duri contraili il Te^^^'nente Colonnello Cataneo, che vi comandaua, a' dodici di ^^^ ^iSettembre l'arrefe , vani elfendo riufciti gli sforzi del Prindef.^^^ Wpri^i'cipe Tomafo, e del Siruela d'inuiarui foccorfo, e di tentar di,
^""
monte, portaua
il
Principi d Sauoia, e gli Spagnuoli, ma dal fucceffo di Monaco furoi^^f/V'^^'f''^-'^^^^^^^^^"^ Piazza_^ jLe^^^glp^ ^^^^^^^V^^^^'^^ d'alcun'altro, colpiti. Sta quella Promontorio spagni^Mi ^opra certa eminenza, che fpinge in fuori vn moitopi del Mare, e cuopre vna fpiaggia pi tofto, che porto, doue \cggrauati ]2 riuicra di Genoua termina a confini del Contado di Nizdi^Mom.'^^^^ D il nome a picciolo Principato, gi molto tempo pofo^ guernita^^^^^^o dalla Famiglia Grimalda. Fin del mille feicento, /orejcinque gli Spagnuoli, allcttati dall'opportunit di qutl fito , [con
M^nritio; net fioni, AfflJlTe la
perdita di
Cuneo
'Miiite.
Prln-
LIBRO VNDECIMO
'1
6^1
DC XLl
Principe di Val di Taro, Zio, e tutore d'Honoraco, Prin- M cipe di Monaco, alUiora minore. Vi rifiedcua vn Goiiernatore per
Corona, ch'efercitaua bene fpeilo, oltre al comando, foucrchia licenza; anzi che, da Milano per le occupationi correnti tardandoli ad inuiare alla guarnigione 1q->
la
paghe) conueniua
il
foJenza, esborsarle del proprio danaro. Era poi la ixia Cafa hofpitio comune di quanti traghcrtauano d'Italia, e di Spaopprello per ogni parte_* , gna , onde l trouaua fmunto , cauando da certi Stati del Regno di Napoli, e niente poco
&
diiienute
da penfioni, in ricompenfa dell'mtrodotto prefidio, affegnate. Vogliofo per tanto di fcuotere il giogo, introdulTe fegretiffinie pratiche co'Franceii, fenza poter per pi anni confeguire l'intento, hora non cfTendo pronti i Francefi hora_^ il Gouernatore vigilante. Infine, flando forte ilprefdio, pafsando per di l Monlignore Grimaldi, inuiato dal Pontefice alla Nunciatura di Francia, fu creduto, che il Prncipe , come a Congiunto, gli aprifse i\ penfiero, e ch'egli col Richelieu maneggiafsc il negotio. Il Cardinal di Sauoia, concepitone non leggieri fofpetti , ne port al Siruela l'auuifo ; ma egli, non facendone cafo, ammon folamente il Gouernatore a ftar vigilante, e qiiefli rifpofe con molta iattanza , eshibendofi, quando lo comandafse, di condurre il Principe a Milano prigione Poco apprefso , per gli bifogni del Cardinal di Sauoia, gli fii inuiata vna parte del Prefidio di Mo,
grani
al
Trincpe^
che difpo^
fio d darft
alla
eia
.
Fran
I
&
arridendo gliloccafione
e, per
Principe prefe occafione dalla renitenza di Roccabruna, fua Terra, d'esborfare certo danaro, che feruire appunto doueua , per pagare i foldati, indulse il Gouernatore ad inuiaruene fefsanta in alloggio, per caftigarla. Da tal' occafione inuitato, fece egli chiamare a f' di notte alcuni fuoi
&
fudditi,
mentre
i!
che fotte colore di varij delitti teneua carcerati; e Gouernatore, altri Officiali ftauano fepolti nel
&
fonno, conciliato dalia letitia, e dal vino dVnacena, nella quale gli haueuail Pnncipe lautamente trattati, comunic loro il defiderio, e l'intentione di fcacciare gli SpagnuoH
,
ridotti a deboliflmo
-
numero, ^all'iiora
in
fm ma
trafcura-
tczza
6^2
M Dc
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DELL'HISTORIA VENETA
purch voleiTero tenere
,
|^-^2:za
nedifcaccia
i
pre.
Ijdij
\
dUa
Corona
Cattolica,
'rimunera^
la mano a liberarlo da fotte la quale gi tanti anni innocentemente gemeua. Tutti perla libert, che loro promife^afsentendo alla comune falute, fciolti i ceppi, prefero Tarmi, e con quei della Corte pollofi dell' vna fquadra il Principe (tefso alla tea quella dell'altra il Figliuolo, s'auuiarono ad afsalirc fta, da pi parti la guarnigione > che, ogn'altra cofa attendendo, fenzadifefa reft diirmata, e dopo la morte d'alcuni, il reftante prigione. Efpedil Principe fubito al Conte d'Ales, Gouernatore di Prouenza, che, tenendo difpofto il foccorfo di prouilioni^e foldati, l'inui fenz,a ritardo per mare. All' hora il Principe rimand al Siruella fanti prigioni, eT
fopiti,
quella moleftia
&
chiufo di riceuerc dal R Lodouico quello dello Spirito Santo, di tenere in. Monaco prefidio Francefe , Se in ricompenfa di altroue perci che in Napoli, delfe , goder' in Feudo il Du,
&
fioni per
pe
'1
Figli.
nolo
//
55^
HISTO DELLA
DI
REPVBLICA VENETA
BATTISTA N A N J
CAVALIERE,
I
'B
E
L
DUODECIMO.
MDCXM
Guerra in
Italia
.
:
no la Chrifh'anit la Guerra, infurta niioiiamente in Italia, f non grande per le cagioni, per gli effetti, per lehitcioni, almeno celebre per la contcntionede gli animi, curiofa
,
variet de grintereffi, importante per la qualit de' maneggi. Se n'afcrifcTongine ad alcuni difgu f:i de' Barberini, Ni poti d'Vrbano, con Odoardo, Duca di Parma, e ne prouennc il fomento dalFamareize,^^''^'^'^'' gi concepite da pi Potentati contra il Pontelce , e la fua Ca y//-^, ^^^) quelli vltimi tempi'] Pontih- loucadi fa; [cerche, reggendoH da' Nipoti cato con arbitrio affoluto (horamai Vrbano fotto il pefo de ^lirvama,
per
la
,,
e d'autorit) pareua
conec-
tece
il
Cardinal Prancefco
ne' penfieri
prof >ndo
a'
foelfo irre-
folutO) lempre
jaH-ctci
amico de'fuoi
configli, facile
fofpcrti, e negli
ticri
I
ti;
tenace. All'incontro il Duca Odoardo era difpiritial, fenfibile ad ogni difgulto ; pronto a' rifentimennel rci o ornato di arti militari, e delle fcieniCciuih", in
,
e viuaci
^5^
/vi
DELUHISTORIA VENETA
grado, che niente mancaua a farlo paflar tra Principi pi commendabili 5 e grandi, f non che gli hauelfe, la Fortuacercfcitina donato imperio, e forze pari all'animo, la prudenza v\io da pi guagliato Tanimo alla Fortuna, e alle forze. Gi neiraccenaddenti nata guerra, dal Duca con ardire fouerchio contra la Spagna, intraprefa, qualche feme d'acerbit s'era fparfo tra lui, e i Barberini, perche al Duca parefle, che il Pontefice con freddezza interpofto fi fofle, perdiuertire i pericoli, anzi la ruina imminente a'fuoi Stati, perche haueffe fcoperto dalle propofte , che gli fecero portare in quella congiuntura i Nialienare a loro profitto alcune delle fue poti, di vendere, mira di quella Cafa pi al priuato comoTerre, eftenderfi la do , che airintereffe di Stato . Poi , condottofi Odoardo in_* Rcuia del mille feicento trentanoue, pi fcopertamente proruppero i difgufti, perche non trattato con quelle forme, eh* >^ mpar egli aflertua eiTergli fiate prima promeiTe , ne promolTo al iicolne Cardinalato il Principe Francefco Maria , fuo Fratello, nella.,, 'perilvag quaFinftanza, con grandi fperanze di confeguirle, pur'affergi a ^g. da' Barberini impegnato, ottenne ma del maua il Duca d'effere ftato folamente da Vrbano facolt di minorare il cenfo de' MonDuca ^ nuoti d'vn mezzo per cento , fopra il quafauanzo , fondato uo accrefcimento di capitali, gli riufc ritrarne non ifprezzabileiomma.. Si chiama in Roma danaro de' Monti quello, che in Venetiafi dicedi Zecca, depofitato da perfone priuate a conditione di annuo cenfo, che da'Farnefi era flato aflegnato fopra le rendite di Caftro, Ducato , che teneuano in feudo dalla Chiefa, e che, per la vicinanza diRoma,feruendo loro di comodo, e luflro, non daua per gelofia a' Pontefici , mancando di qualunque fortezza. Tentaroiio i Barberini copertamente, quafi in prezzo della gratia otrenuta^,; l'animo d'Odoardo,accioche cedeffe alcune Terre di quello Stato, contigue a' loro benij ma, rigittata l'in danza, fi canv biarono i fauori in diiguftij onde, f ben dal Pontefice non Nipoti, e fu riuocata la conceflionc, fu per attrauerflita da'
DC XLI
tal
&
e diminuita . Da fuapo.ci il Duca irritato, affrett la partenza da Roma, e non vifitareji k l'amarezza, publicandole alla Corte,, col
con varie
dilationi
e difficult prolungata
~"Bar-
LIBRO D V
Barberini, Se
al
O D
IH
O.
^55
DC X
Francefco, e la commofl'e Vrbat-io fin'alle kigriiiicj ma predo fi coniiertiroin acuti rifentimenti, perche, godendo il no inifdcgno, Duca per conceflone de' Pontefici le tratte de* grani, Vrba- nuocate in quefti confillendo l^_j no improuidimcntc le reuoc, dai Tonte rendite migliori di Caftro, mancandone l'efito, i Siri mer- fice le tri.1t 'canti, a' quali per nonanta lette mila feudi per anno lehaue- te degr^n 'ua il Duca 'ocate, le rinuntiarono: onde, non potendo pi 'efigerf quel danaro, che feruiua per pagare i Montifti, riottennero, che folfc il Duca_^ corfero queiHa'TribunaH, 'giudiciariamente citato. Tutto egli afcriffe a' Barberini, quali -che miralTero a fpogliarlo di quello Stato, e vedendo la perfona di Giudice non di/giunta da quella di fuoi Nemici , cred di foccomberej e perci, fprez.z,ata la via de'giuditij, deliber centra la forza munirli non folo di ragioni , ma d' JArmi, inuando con qualche prefidio a Caftro, per Gouerardo fo ni natore, Deliino Angelieri, Gentilhuomo di Monferrato, e ficaiofi C& facendo intorno la terra akare mez,ze lune, e ridotti. Ci flro, afcriuendoli da'Barberini a delitto, quali che volefte al Sourano reliftere, sVdi publicarc dall'Auditore della Camera, ddcfrpr&^. Monitorio, nel quale prefgendo al Duca trenta giorni , per cedec'otYt demolire le fortificationi di Caftro, e sbandare il prelidio , di lui CGftV lo dichiaraua altrimenti incorfo in ribellione, in fcomuni- momtorijj^ ca. il kilmine horama vicino fi preuedeua, perche raccolte frettolofamente da'Barberini militie , fi trouarono Hi mila fanti, e cinquecento Caualli con alcuni Cannoni in Viterbo fot-
&
&
&
&
to
il
Prefetto
come Generalidmo
&
Jdfpon
il
Matthei, Maftro di Campo Generale, con grandi apparati . Rifuegliaua qucfto improuifo armamento jattentione ne' Principi,e ne'popoli varij diicorfi; perche nel Pontefice,che nell'et meno grane haueuacon tanta cura coltiuata la pacCjfi conueniuano credere grandi jK^nficri , e ftrani difegni f neireftremo de gli anni rifolueife turbarla e tanto pi in_, congiuntura, che la Chriftianit Incerata, Se cfangue richiedeua dalla cura paterna di lui quiete , e riftoro, e l'Italia, efpo'fta jn preda a gli ftfanieri , fofpiraua dal la concord ia deTuoi
I
togelofa
de Vrin^
pi,
I
Prin-
6<6
DcxvtTjpj.j^^^^j-pi
DELL'HISTORIA VENETA
j-j^^g^lJQ^ e ialute. Iinnutauaii tutto a Nipoti, e s* accufauano Je loro intentioni, riuolte ad aflcurarri delDu^ ca, con prillarlo de gli Stati vicini, efefe , come per lo pi fi crcdeua 5 ad oggetti pi vafti . Sopra ogn'altro il Vice R prlnpal \me)itcado^(\\ Napoli / ne iiioftraua gelofo, perche fapeua , che alle tra'Mtofcneu-y^Q de' Francefifopra quel Regno haueuaaoi Barberini preftal'orecchie, e forf lopera con alcuni Baroni. AFerdinani^ilpo r^ Ido poi, Gian Duca, niente meno fpiaceua vcder'a'fuoicon'/j jfini armato il Pontefice, in penfiero i far nuouiacquifti,
,
&
hauendo oltre a' propri), e comuni riguardi ^i non lafciarlo crefcere d potenza, prouata la volont de* Barberini, dal fuo Stato oriondi , cosi aliena dalle ^uq fodisfattioni , che in
accaduto di riportare, pregiudi]^raiep!e tij, diigufti N difuguali fentimcuti verfauano nel cuore ghi coiiJQ g]j altri ^ ognuno moftrandofi fofpefo alla nouit, & alcuJi^gotio, ^^^ coprendo con lapparente gelofia dell'armi, la fperanza de' profitti , f qualche torbido fi promouelfe Sopra tutti crucciandofi'l Vice R, perche il nuouo fofpetto a' confini gh prhibiua efpedirein Spagna, a Milano i ricercati, e neceffarij foccorfi, inferuoraua la fua mediatione, ricercando al Pontefice, che contra Odoardo fi procedefTe folamente con. le forme giudiciarie , e ciuili Anche il Gran Duca interponesome pur' il Gian u all'oggetto ftcdo gli offitijj e credendo, che a Parma pure Duca vi folle bifogno di moderare il feruore de gli animi, efpediil Marchefe Guicciardini a perfuadere il Duca di temperare lo ^degno , e dar luogo al negotio, e per induruelo quafi per forza, haueua denegato il tranfito a mihtie, che da Odoaido s n uiauano a Caftro, e prohibite alcune prouifioni, che, per meglio munire la piazza doueuano eftrarfi dalla Tofcana. II \fcf;z.ape Pontefice con foftenute, e concif rifpofte, fenz'akro efprijy^j^ery.mere, che la rifolutione di mantenere illefo il decoro d'humi*'*' liar'il VafTallo, e farfi obbedire, non daua campo astrattati. In tal congiuntura non fi teneua dalla Republica altro Miniftro in Roma, che Girolamo Bon, Segretario, gi per eifer celiate le cauie, ch'induiTero ad inuiarlo, ellendo flato riuocnto l'Ambafciatore Straordinario, e nell' Ordinario nonapplicandol all'cipeditione, fin'a t anto che veniffe redin tegrato
chepvom
gli era
. .
qualunque negotio
&
.
quanto momento farebbero! aferi prefenti , non potendo procura le dichiarationi del Senato ne gli dofi f ti^ fiipporle fauoreuoli a' Barberini, procuraua almeno di tenere dormenti* gli animi 5 diuertiti, fopiti, bora ponderando con art^L- re la l^eimminenti dall'armi ftraniere > bora fchcrxando publUa i mali all'Italia con derifione fopra la caufa di Caftro , come cofa di lieiie moammaflandofi formento In fine crcfcendo gli apparati , anco dalla parte del Bolognefe , egli adicuraua effer tutto ze, ad oggetto di quiete, e per reprimere qualche capricciofo tentatiuodelDuca diParma^ quando anche fi doueflero dal eh' eceit" Pontefice inuiarc alcuni pochi Soldati a Melara di qua dal P! tata all'in Ma il Conte Ferdinando Scotto,che,i ^*^^^^^'^* a* confini della Republica f bene a g\i ftipendij della Republica , feruiua in queft' occorrenza al Duca di Parma , d cui era nato Vaffallo , con oppofiti ofttij rapprefentaua ne' correnti affari molto diuerfe le_^
l'Hlogio. zc e quefti,
nel
il
comprendendo
di
'
&
caufe degli odij, e le intentioni de' Barberini Allegaual^-^ ragioni del Duca; efaggeraua la violenza , che gli s' inferiua infiemc col marefcmpio i pregiuditij, che ne rifulterebbero a' Principi tutti. Chiedeua dal Senato configlio, per ben.,
.
&
aiuti per refiftere alT armi . Comugouernarfi nelnegotio , nic il pcnfiero del Duca , effendo Caftro aggredito , di portarfial foccorfo, mentre che, foftenendofi quella piazza , piegherebbero fenza dubbio i Barberini mortificati alla quiete che fe'cedefle, fatti elTi per la felicit altrettanto faftofi, potrebbe trafcorrerein Lombardia l'ardor della guerra, e trarne a parte l'armi delle Corone , tanto vogliofe d'interelfare gl'Italiani nelle loro differenze . Del Duca efpreffe l' intentioni altrettanto procliue ad vn giufto accordo , quanto rifoluta_* con qualunque precipitio , e cimento di foilencre le cofe^ il fuo diritto , In cos grane emergente non poteua_. fue , il Senato, che ftare perpleffo fopra il modo col quale reggere fi doucffe , vgualmente difpiacendo , e le caufe de* nuoui rumori in Italia, e gli effetti de' tentatiui de' Barberini. Effendo perci i fentimcnti diuerfi, congregato il Senato, Giouanni Pefari , Canal lere Procuratore , tent pcrfuader^> , Che il Duca foffe prefo in protet tione dalla Republica..
&
&
Tt
orando
DELL^HISTORIA VENETA"
in talefentenza
e generojl dei
,
dJi
e 'z^antaggia -praticati pih 'volte , ha prefa ragionici uole confidenza^ il Duca di Parma di ricorrere al Patrocinio della no-^ fra J^pubiica^ Pare ad alcuni remota La caufa ^ e forf picciolo t
y
intereffe
ma^
trapaffando
il
ra
da
aWArmi
pericola,
^uefio Senato ha
y
CuHide
'vindice
Principi
oppreffi
quella-,
Ma in
quA caufapuo
altra
fi
in cui f daW'vyia parte milita ta pajs ione colt intere fic, dall' fcorge la ragione defiituta di forze che 'vn Pontefice, quafi
:y
ottuagenario s'armi
gran
penfiero
Ada
che
e gli Efercti , rifoluano l inuafioni , clpefiino i Principi, wn gvandifsimo fatto , Certamente il colpa non tende doue chewra, ma f tutti fon minacciati , ragione , che i fal sino tutti a refifiere . Uamhltione ha ilfiuo centro ; ma non liini eref
neggino
i
Tkefori
3,
mita la circonferenza ^ Tutto appe tifc e , c^- afforhey e fi dilata ap" punto doue parcy chs cerchi termine Cafiro colpito alprefente^ jMa e he tanti aprpafcechi per luogo debole ^ mal munito y fenz^altra
,
..
nome
e
che quello
il
gli
da
y
non faranno immuni Parma e Piacenza^ che non parr facile al fajo ^ alla cupidigia de' 'Barberini l chi dunque ardir di chiamar poca cofa VfPgritndijfimo mcto 'vn mcendioy che s' accrefcera da f ficjo colf efica di tanti difegni,^ interefsi gliSpagnuoli , fempre cauti y temono del j^gfia di Napoli. Il Gran Duca, prtidentifsimo Principe j apprende
la piazza fi pajfer oltre
domato
Duca Odoardo ^
per la Tofca?ia
perche
f chi
offende,, anche-'zmol'vendicarfi, chinaci e ojfefo da 'Barberini Hanpermetto no i Principi tollerati pi 'volte impuni i loro difprezsJ ;
a qualfegno giunger armo iloro attentati Ghisa, che i Nipoti dVrb ano, f apendo dhaucv irritato molti y non vogliano premunirfi da tutti i o che nell'et cadente del Zio fcorgendo traboccare il dominio non difignino con mano Armata di fofienere, f non nelle proprie perfine hereditano n comando y almeno il Pont ifi.cato continuo' n" loro dipendenti y nelle loro ma f ime ne loro interefsi l Io non inuito il Senato a rifientimen tij n J
la violenza
LIBRO DVODECIMO.
n ricordo
l'off'efe
,
559
MDC
difgtifli
i'amarezjc
confpicuc al prefente le memorie de* loro attertt:iti cantra la Dignit nnfira , e la piet de* mfri degni Maggiori. Anzi eshorto col getjerofo dipprez^g de" proprij
ri(ruardi
Alarmi
donare aitene del Chrifianefimo il molto, che fi potrebbe pretendere Ata che fi permetta l'opprefsione del Duca di Parma portetolleri <vn incendio , eh* arder non folo l^ Italia , ma traf the fi
.
rotele fae fiamms in tutte le Prouincie Cattoliche , ecciter i anti , rifcalderk i ^Barbari, non ?nio conjglio i e [e i "Barberini in fi [hreue y c^ auuentitio comando, trafcurano le confeguenze di mali s
le
de nono omettere
Principi
a* quali
con la perpetuit
,
del Dominio
dd Dio
fi
raccomanda
e la cura
[
Afondo
, ^
cpij
corra
affinch lo [oce difenda: altrimenti j e cade^ e che con quefto colpo difer-
Parma,
impegnino tarmi , far cos lunga la guerra y e foprauuerranho cos impenfati accidenti^ che i pk alieni faranno afiretti a prenderfene parte Se col mofrare folamente la forza pofsiamo confeguire la paperche ^uorremo lafciar correr l'armi con tante flragi , e Jt efece fe calamita, che forf i pofleri ne deploreranno per pk fecoli le me morie e gli autori io tengo per fermo, che bafli*l dichiararfi , e \far comprendere a l{oma^ che non fono per tollerarfi le nouita^ le ''violente ^ le aggrefsoni , Adheriranno t Barberini a partiti quando 'Z^eda?io non riuf cibili l*armi, e con l'equilibrio de' Principi , e col decoro di chi ne far flato l* autore , conchiuderafsi la pace , ftabi.
7 maggior benefitio , che dalla 2{epublica noflra fi poffa predare all'Italia^ alla Chrifiianita alla Chicfa medefima. Se bene inchinauano alcuni a quefto partito, ad ogni modo al maggior numero patena ancora immaturo il rifoluere. Perqu-elti Vincenzo Guffoni 5 Cavaliere, parl. Effendo la guerra l' ultimo Decreto della potenza, e della ragione de' Princpi giuf amente "vi lento ^ e fi <va a paffo f ^i precipitano i Barberini, a noi fpetta contraponere la riferua al furore e coi prudenza frenar le 'pa[sioni. Io confeffo, che a' Nipoti del Pontefice farebbe la moderatone di lode aguale e di debito; ma anche al Duca di Parma no n bifogno di fprone ; Principe arden te, che da f Hefio incitato
Isndofi
, ,
, ,
corre
66o
MDCXtl
DELL'HISTORIA VENETA
al -prel ente d'aggiungere Prounca. Langue -pur tropp accefjioni a^ mali di quefi"* afflitta per la guerra , che ^ f ben* arde nelle eftremita , attrahe pero il nella fangue , il danaro , gli animi , le apprenfioni di tutti
^_
..jJiglL
NoH
tempo
Ma f
che refta intatta dal fuoco , 'vorremo tagliar le ^ene , c> i infine 'vn* nerui , che altro riufcira , che 'vn eftremo languore , i deftderij de* infelice caduta fotto i difegni de gli (ranieri, guerreggiare con le fole forze de Italia non puh pih barbari
parte
V
.
H' Italiani F concorreranno auidamente amendue le Corone e confondendo i noHri co loro interefsi relegheremo le fperanz^ di pace a quei Congrefsi doue, per non terminarli, non fi principiano i Non hanno fin hora potuto cauarci dalla nofira neutratrattati fsimi ^', le congiunture lit gt inulti, le promeffe di due potenti con giufiitia le fperanze di grandi vantaggi ; perche de* Tempi hahbiamo fatto conofcere al Mon, e prudenza moderando i configli do non efjerui caufa, chefenz^ caufa pojfa perfuaderci la guerra
, , ,
. ,
Hora
delle
comuni
difcordie,
^vi
conofce , che f non crederancidenti , dali altrui 'volont . no i "Barberini di poter giungere allo fcopo de' loro difegni , s'appog-
condotti
da
cafi
da
gli ac-
gieranno alla fponda di maggiore potenza , t9^ inuitati a gara da amendue le Corone, ftara a loro arbitrio fcegliere le dichiarationi di quella^ che riufcira conferente, che parr fortunata Cos i
foccombenti accoftandofi
contrapoflo
,
aW'vna,
l'
.
intrufa
chiamata
Dunque 'vederemo
mediato
ri della pace comune del Chrijianeftmo tra loro flefsi alle mani , con bifogno d' interpofitori ^ o pik toRo d* aiuti il Pontefice appariil Senato Veneto 'vorr contradirji quel "vanr cinto d'armati
&
nemici della Chic fa impugnata lafpa-* non i pik quieti confglt , da f Io non nego , che anche , feguitando violenza la^ pojfano nafccre tali emergenti, che ci contendano con Nepoti quiete, anzich preuedo facilifsimo ilcafoi perche , f i del Pontefice /vorranno alterare l'Italia , turbare le cofe^ e coli* armi di Prncipe sfogare le priuate 'vendette , ben so , che conuer-to
,
d hauer fempre
contra
Ma ^fe^on
fegHre
P.
O D VOD
E C
O.
,
661
jh gli
fegutre fi potefsc
il fine
DCXLl
Spagnuoli, f il Gran Duca j f ogn altro ^ ph intercjpto , "vicino tiene la "via de gli offitij , perche ^vorra il Senato portare il primo la face all'incendio , e non pih toHo con le ragioni con le preghiere
,
e con gli ^ffi<^y tentare di fla.hilirc la quiete ^ almeno in altro e u n^ to giuftificare le armi Per quella opinione fu deliberato con pie-
ni/fimi voti, e
il
Nuntio,
&
in
il
Roma
Ponte-
cdelibc^
ra d'esbor
con
la
voce
,
&
alla
comune fodisfattione
tan
Principi che con defiderij vniformi s'interponeuano per la_, quiete, dando tempo, e ripieghi al negotio. Al Duca, fup-
dt\^^^^^'^l^^\ no ^^ ^
quiete,
ogni mentione d aiuti, fu configliata la_. moderatione, & infinuato il rifpetto con qualche humiliatione, a cauarlo decorofamenche valefle a placare il Pontefice, te d'impegno. Ma, mentre con offitij di pace volauanoi Corpreffii nelle rifpofte
&
tione
dU
'
&
bumilia-
doard$
Barberini (per non lafciarfi foprafare dal comune confenfo de' Principi ) ad ogni potere le molIe,con fer- mftpre mo concetto, che occupato,come non era difficile, Caftro, {\ cipita in rallenterebbe ne'mediatori'lferuorede gli animi, fi protrahe- Rjamaagl' impegni. rebbe con tali rigiri '1 negotio, che fiancato l'ardore del Duca,(5^ illanguidita per altri accidenti, che foprauuenire potrebbero, T opera de gl'interpofitori, cedefle finalmente a loro profitto la gloria dc'confighj il merito dell'imprefa. Fu gran parte (Xi quefta rifolutione,e d'altre, che foprarriuarono , al Nuntio Vitelli imputata,che,perfuafo da falfi fuppofl:i,e da voci del Volgo, offitio, non fof- affigcdofi che i Venetiani oltre a qualche apparenza iiuoua Boll fero per ingerirfi ne gli affari di Parma , imprefie nella Corte di
rieri, affrettauano
i
&
&
Roma
il
la
,
contrai
<i^ Odoardo.]
tentare pi oltre. Dunque altra Bolla fu affifsa, nella quale fi jprolungaua di quindici giorni'l termine,prefcritto aOdoardo Ma , nel tempo medefimo vfcito a' ventifette di Settembre coli' entrato nel Tetri- etccchpa^ Efercitoda'quartreri'lMarchefcMatchei, ^ torio di Caftro, fi prefent alla Rocca diMont'aIto,ch' verfo'^^'^^-^^^^i il Mare, e la trono abbandonata da cinquanta foldati, che la^j^o.
&
guardauano, Altri quaranta al Ponte della Badia con coraggio foftcnnero la vifta, e qualche tiro del Cannone j ma infine^; anch' efli a Caftro {\ ritirarono Lunga di pi miglia , e faf.
Tt
fofa
DELL'H ISTORI A VENETA" 66z MDCXLI][foia montagna cinese il Dominio Ecclefiaii-ico da quella parte interrotta da qualche Itrada, intagliata a mano con molta fa-l
ica.
j.l
verfo il Mare declina, termina in piano, e formai ^iiai vno icogiio diturib, Ibpra il quale Caftro rifkde. Serue! all'afce^a vna fola Itrada, che il Duca d'alcuni Fortini haueua fatta munire. Comparib rhfercito Pontiitio, quelli cederona pieftoj onde ilMatthei, piantato contra la TerrailCannonC) e gittate alcune bombe, mdulFe col terrore gli habitanti c-u follecitare il Gouernarore al'a refa, fen// attender' il loccorfo,
Doue
d^-l
Gran Duca,
di
il
Conte
cin-r
lav^ita,
e l'hnuere a'Sol-
&
il
a'
Cittadini
il
prefidio in
nu nero
i>-rti
.
du ento
quanta corch tentaffe efpurgarfi, accufando de'Paeni, che, ricoucrati nella pia/. z:a, preferend* la lakit^ alla Qdii ^ e aldecoro, l'haueuano indotto sl:brz,ata.nente al'3
L'
!
con fiero
cowmcm m'ca.^
^i'-|yy)fo della
Duca
voleua portarf a quella Volta. Altrettanto efulBarberini di cosi celere acquilto, R )maabbon^ dando quella forte di gente, c'h radulatione.^^ei-cenlo, s'eftlaprtlaufi, la dilboitione, la contaua c" n molti difcori, jdotta, Viri prera,e rammemorando , che n^r quella (trada ii folfe al faccoigi. ilDua di B rbon cond)tto a.refj)Ugnatione, 'di Roma , (i ceiebraiia con gracidi eccomi) il Ponteficato d'Vr-i j^*'^'Jj^|^p:)ano, e la dirernone de'fuoi Nipoti , nerchc, con la rumio-
ch'egh tarono
fteifo
&m
&
&
.,
d'Vrbinoanicurato IVn Ranco, bora fi corriffe colloccuoa7^^:t^fice tione di Caftro inefpugnabilmente Taltro dello Stato Ecclefia "Hi- iHco. 1 Barbcrmi poi godeuano vg,ualmciite della gloria^ pufeti-, loro ibjica, e de'priuati vantaggi, haucndo polii a conerro beni, e le Terre dallo fdegno, e da gl'infuki del Dura, eprcI cherfol uedendo, che, f mai ricuperalTe lo Stato, la di lui vicinan^^ riufi irebbe loro altrettanto molefta, quanto eran^-^ ftat^-^ ^^^^^i pi l'occupa^^i^uio ^^c<'^ibe le offefe, determinarono di non rendere
fuiufid
'a
IV-:
^
I
I
I
di rcllilere coli'arte, e col'armi a chi voletle interpoInere otl-itJJ, impiegare l:i forza, tenendo per krmo, ch<i-> ine i l Duca hauerebbe vigore, per operar da le fteflo , n altri
,to,
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O D V O D
E C
O.
663
, col porgergli aflilen- mdcxli inimicarfi'I Pontefice.; Haueua Odoardo, i>er redimerfi 7.C5 da prcgiuditi;, che nel Foro poteflero gli .atti corfi portargli, fatto prefentare all'Auditore della Camera vna proterta, in cui
dichiaraua per fuoi Nemici i Barberini, macompreadeuanon Kiiavgi altro giudice, che la for^^a, ne fperaua fuffragio, che da^Ii amici. Perci rephcaua le confiderationij, e l'iuftanze ^.pprefb i Venetiani, e per honeftarle eshibiua gni conueniente humiliatione al Pontefice, purch fapeife in ch,e incontrare il fuo gufto . Moftrando poi dubbio d ePiere affalito ne-
Senato mille Fanti, e cento mila feudi per preiidiar', e miinir quelle Piazze, odoardj) Lallepublica, perfiflendo anccra nella via del negotio, volle /^(^";'^*''^^'* /"^ replicare a Roma gli offici], accioche, intermeffi, e fofpefi quegli atti giudiciarij, che portauano l'yna parte ad impegni,] e l'altra a difgufti, foller ammeffe le humiliationi del Duca,' aperta ftrada al trattato, pe'l quale non.fimoifraua aliena 'yf' IT/ a eipedir vn Anibalciator Huraordinariio al Pontehce Appre(-':^e fo i Barberini variarono fopra di ci i pareri^ perche approuauano alcupd d'impegnare la Republica in mediatione, accioche li tenelTe lontana da dichiaraduni , e da predare al Duca
gli Stati di al
j)^"^^^,
.
fomento,
tio
,
&
ingannato, pi facile a rifencirfi, il pi potente tra quelli Italia; onde meglio foife efcluderladnlla mediatione, perche, rimoffa l'occafione de gl'impegni., e, di rifcaldarfi negli offirij a follieuo del Duca , crederono , che continuerebbe pi rollo attenta all'occorrenze generali d'Europa, a furceffi dei Piemonte, e del Monferrato, che applicata ad yn inrereff^L-?
&
d'
&
particolare di poco
f ftefki.
offitij , lortatigli
momento
j
all'lralia, e
anzi, traicurandoli
non
fenza diiprezzo , neg d'intciTornDefe il corfo od 7,fuditio, d'ammettere Mediatori tra il Sourano, e il V^aOalio, dal quale intendcua d'e^i^\ere hiiiniliationi, perii lendo, ch'andaffc^j. r .^ in peribna a renderglil dcuuto rifietro. N- d^ gli aicri i^rin-^j^,/^i offeruandoi i^</pofi ^: ^^'^^"^^t^o ^ Barberini maggiore apprenfione
&
Tt
'" iT
664
Mi DCXLl
DELUHISTORIA VENETA
Miniftri di
5
che
gelofe
Spagna , ancorch fluttuanti tra grauifTim^^^ procedeuano per con grande moderatione, e Aml'
bafciatore Francefe, nonoftante la protettione, che il fuo R' dimoftraua tenere del Duca Odoardo , procedeua con tepidezdahifpet delle za, e riferua, amendue le Corone concordando nelle ma (mej ]t9 Comtie, e nell'intereffe di guadagnare pi tofto, che inimicarfi'l Poh-' tefice , e la fua Cafa II Gran Duca poi, e gli altri Principi Itae dai ti' liani. Arando il Pontefice armato, pareuanopi in fofpetto di more de'^ncQUCTC molcftie, che habili ad inferirle, e tanto pi quan, ^"'^^^/'^jto che i Barberini ghtratteneuano in negotio con maggior placidezza difcorrendo in particolare di varij ripieghi col Marche f^ti- chefe Montecuccoh , fpedito a Roma dal Duca diMcdona, e iamfolo confiftcuauo qucfti , in depofitare Caftro in mano del Cardrjnald^Efte, Fratello delmedefimo Duca, fin'attanto, che, connciQii(yl chiufa da* Barberini la compera di Pontremoli (che per bifo;gno di danaro fi trattaua dagli Spagnuoli di vendere) qnefto fi confegnafTe a Odoardo, e quello alla Chiefa reftaffe; ouero che 5 aflumendo la Camera Tobligo di pagare i Montifti , rifarcifle i Farnefi con altri Feudi in luogo di Caftro Fu anco propofto, che, per afficurarfi da'prefenti fofpetti, prefidio Ecclefiaftico dimoraffe in quella Piazza per qualche anno, e poi? rimoffe le gelofie, a' primi Signori ogni cofa liberamente fi rimetterle . Preiio tuttauia il Cardinal Barberino fi dichiar che difficilmente farebbe ammeflb ripiego, chericercafTe la_ reftirutione di Caftro, e Mont'alto, ma quanto al Paefe pi
.
aperto accennaua, che, per renderlo, non s* hauerebbe trouata nel Pontefice gran ripugnanza Tutto incontraua grai difhcuk, in vn for oggetto accordando le parti Ai feruirfi d' arte vguale, per goder' il benefitio del tempo, e protrahere delufione il trattato, dallVn canto i Barberini propone ninhl^^^"^ do partiti, per confumar' il Duca, e ftancare i mediatori, e d'ciHft.
.
afcoltandoli, ancorch rifoluto di niente cedere, per meglio armarfi, procurarfi amicitie, e ben' imprimere le fneragioni,&ifuoi intereffi a tutte le Corti . Mabea^ prefto il Duca di Modona, comprendendo a qual fine tendet
dall'altro
il
Duca
il Gran_. negotio, richiam ilfuoMiniftro da Roma, ,t;^t2flcoo:.i)yea fi di moftraua ftanco, non hau endo potuto impetrare d.t^
;
tmi
fi\fe il
&
-'
.
.
....
__
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,
R^
DVODECIMO.
66 y_
Vrbano termini, e
n dal Duca, che in_* mdcxli neganatto d'oflequio inuiafle a Roma il Figliuolo maggiore, do egli coftantcmente di riporre in mano deTuoi Nemici 'l Succeiibre dello Stato. Si conteneuano i Venetiani in filenin effetto^ pi tio; ma, interpretandolo i Barberini, com'era di fodisfattione per torto argomento d'amarezza, che inditio
ritardi al giuditio,
le riportate rifpofte, pentiti dell'acerbit d'effe,
no
al
Nuntio, che
il
riattaccaiTe
blandita
'perli^e
.
me
additaua,
il
guerra^ fi^^f'
fatto
[do fero
Poi notabilmente ingrofllite a Ferrara, e a Bologna le militie coll'afliftenza del Prefetto, e di qua dal P tracciandofi Forti aFigarolo, eaMelaracon numerofi prefidij , il Nuntio lo rapprefcntaua , Come cautela necefiaria,fer freno a trafcorfi delDucayche torbido^ e feroce s^armaua, quaft che %;olefJe temerariamente contendere col Pontefice di ptenza, Ci niente valeua a mitigare le gelofie,& e di ragione colfourano del P i difgufli , perche non folo il fortiftcarfi su le fponde colFerrarefe j eracontra gli antichiffimi patti della Republica ma poteua apportare pregiuditij eftrcmialPolefene, Paefetr i'Adice, e il P irrigato da molte acque, e dotato d'altrettanta efopulenza, quarito fguernito di piazze, populatione, pofto fenz' altro riparo, che quello gli porta la natura del fito con gh argini de' Canali, e de' Fiumi. Contuttoci, non ba- fenr^d tf. dando all'efpredioni del Nuntio, il Senato rinforz i P^^^^^U '^1^^ ^^^{"^ efped a quel confine quattro mila fanti con alcune ^^^J^.y-^^^^; vicini, compagnie di Caualli . In Roma fi fulminauano in quefto|po/eyVafJ i Breui, citandofi 'I mentre l'vn dopo l'altro i Monitori], Duca alla Corte con Saluocondotto,nel quale gli fi prefcriue- ^^;^e<f<i' u l'accompagnamento di fole cinquanta perfone Mail D\X"'pont\iit'Ji ca public va lungo Manifefto alle flampe, che, f benepo-^fr^/ami. co apprelTo corrifpofto per parte de glicclefiaftici, fu non- ^^^}^.J^^' dimeno fentito dal Mondo con grande applaufo , perche con |^^L^^^^ toni molta moderatione, e modeftia deduceua patti, priuilegi, e del Dt*Cii, [ragioni, che foftcneuanola fua caufa Dichiar infieaied'elpedire vn'Ambafciatore adVrbano, perportargh l'oOcquiofuo, jC quei motiui, che non haueua potuti allegare in gi}5Klit[o y\
Duca
&
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La
piiblicatioiie deI-1
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[fcrifce la
chiamano contuniaciali , quanto , per-^ [fcntcz^a [per caufu che cdendo nella promotione de'Cardinali comprefo il Rag^ <iUn pro- gi, Auditore della Camera^ al quale incomheua la publica* tione de'Breui 5 la Carica fu per alcuni giorni vacante. Nella promotione predetta vuoile finalmente Vrbano, conofceiiinemcm do non compiergli di continuare per qucfta caufa in mag^rcfiiCar giori difgufti, allettare i Principi con efkare alla Dignit \iiimU no 3widf/(/Ji,Cardinalicia il Principe d'Erte, il Ma^zarini, e il Pererti y
!
diiFer
;ie
CO/ oe'
nominati
eia
Ce fa re
cda amendue
le
Corone* Per
la
Re-
\ancoMar\pii\ylQ2 Ri
i^'-''*"^^/"^'
iiohhonO'
tetto.
comprcfo Marc^Autonio Bragadino, Vefcouo di Vicenza 5 FAuo del quale fcorticaro barbaramente in Cipro da Muftaffa, dopo valorofa difefa di Famagofla, refe il Nipote tanto pi degno di quella porpora, che appunto fintai nel iangue de' Martiri della Fede Cluiftiana
.,
ANNO M
Le
Gclofic
D C XLII,,
gelofie,
&
peiifieri
gli ftranieri, i quali, vedendo i Principi^ d'Iarmarfi feruidamente , non /limando , che la caufa Jo meritaire, credendo,che facilmente compofta, foffero poi per eccitangli volgerfi a maggiori clifegni , procurauano a gara d afficurarfi iSpaga^oli a propo- delle loro volont, e di trarli alloro partito. Proponeuano particolare gli vSpagnuoIi, che, polla per hora da parte \zealllta\ contefa di Caftro , con qualche focile ripiego accordatat , LIA . sVnifsero in Lega i Principi Italiani con la loro Corona, e concerrafTero la difcia e la quiete comune con la manutendubbiefa. rione delio ftato prefente delle cofe In Italia veramente ilarj
ipcrCaJro
I
deuano anco a
talia
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fofpefi gli
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DC afp:ra
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percioche nel principio dell'anno, in ftagione rigida, il Ri col Cardinale da Parigi a Lione portatofi , e precoriodal Marefciale della Migliare con fioridi/limo E.krctOy lafciaiia in dubbio, f conrra la Catalogna, contra l'Italia tendeife casi grande apparato E f bene fi videro poco apprefio fotto h Fortezza di Perpignano impiegarlI_gli_si:orz5 jion.
'
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L
dimeno
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MO
CiG-^i
^^" penetraua l'animo del Cardinale ciierc nuolto, occapata ipediramenre, come in breue fpcraiia, la Piazza, a_. e poi di fpingere poi rarmi in Italia pruna, che la Cam pachila fi ter^ minalfc. Ci diuifaua d far con tanto ma.e,gi(;rc f()ndam,en^ -^^'^^^^^-^ Principi di Saiioia_.'fc. to, quanto, che nel Piemonte s'erano accordati con la Cognata, e dichiarati in confec^uenza dd^accordut] partito Francefc con vn trattato, in cui A Manritio, oltre a^'^'^^^^^'P^ ^^"^'^^^'' tromctnrzitji in Mo(rlie la Prncipe ff.i Lodfuicn Alari a fua Ni"pot, fu- taf Ciato in puvrno Nizj^t con le Jiie appartenente come pure a Tomafo Inurea con titolo di Lunjotenen'-e il "Bielle f Alla Duchelfa re fio del Dvica jinch^eTii in minorit fi trouajfe
-^
^
di
la qualit,
e
i
l'autorit
liecrgente
,
(enz[altra oUijatione
eh:
di
Cognati al Configlio quando fi trouafjero in Corte , e particpar loro le pik grani materie , fpettanti allo Stato , Con quello accordo com;>ofti i Principi, ma lacerato il do- appurato
ammettere
minio , fi lafciaiia al Duca poco altro, che il Nome, e_^ impe fi vedena fpalancata a Francefi quella gran Porta d'lralia,'^"w^^f ^^^ che d' Sauoiardi eia fiata lolita di chiuderfi hofiilmenre^^.j'^-'^*'^;''^ d' anrirfi con grandi riferue I Francefi poi haueu.inol ^|^^/''j^| a' Principi p^omeni grandi auantaggi , & in parti colaro^r y^^j
o;^^t/i
1^^,.,^,;
tratrenenano Tomaio in fegrete fperanze, e concerti d'aife-j'^^^f m' gnarli in fduianita annoia portioneciel Milanefe, quan'.lo conj"^''^" ^ armi vnitt- fi conqu /laife- Non manc veramente il Gouer- K"^'^^"^''', natore di Milano d'im. Piegare < gni offitio, per tenere quei ^^^^^.o.! Piincipi congiunti alla Sotina, ma Tenti ricercarfi per nome tian loro, che, apparendo nel K di Francia difnofitione di canai"' ^o^o, ei
>
d quelle Piazze, che nel^e palTte riuolutioni g]i^'^i^^haueua la Dnchella atxidate, voleilero gli Spa^nuoli ancora rimettere -'aitre, trattone Vercelli, e Trino, che potrebbero tenere in mano fn'alla pace generale, e fin tanto, che i Francefi godefiero Pinarolo, e Cafiile. La rirpof:a fu quale, prinia cieirinftnnza, ca Hata luppolla, perche il Gc^uernatorc, allegando di culi-cdrc quelle piazze per maggiori-acilit del- dodcpre-] la pace, nel cui Tiattato s'haticrcbbe a parlarne, ricus Ji ^e^/^^A^i Cam jkuarM prefidij. Ben si con Tomafo fdegriato, perche noii_.
i
prcfid'j
ivolefe adherire alle propolle, e fecondiir le ine voglie. riuoj: da Inurea alcuni cento lldati con pr eci pitolo confi-
glioT^
66S
MDCXir glio
5
giogo
fece chiudere loro in faccia le porte, quando il Siruela, pentito del fuo trafcorfo , gli contramand con viue inftanze ,
rj^Pj.^^^_
7/ a'Fr^wcefi
accioche foffero ammeffi. All'incontro il prefidio, che col Maftro di Campo Tuttauilla fi trouaua in Nizxa^non volen-. do quietamente partirfi, ne fu conllretto dalle minaccie di Mauritio , che, raccolti tre mila huomini delPaefe, voleua Scacciarlo. Cosi, cambiata in Piemonte la fcena,^ fortuna arridendo a* Francefi> gli follecitaua ad intraprendere in Itaha certiffimi acquifti, e perci i progetti de gli Spagnuoli per ftringere IVnione) veniuano da' Principi di effa vditi, e
pi del pafTato confiderati^ ma, nella torbida congiuntura., de'prefenti contraili, non potendo tutti congiungerfi in va., partito, che potefle contraporfi agli ftranieri , crederono ma^j^ /^^^^i le minore non adherirc ad alcuna delle Corone. Perci fumaTv}^^^^ rigittate anco le propofte de'Francefi, che, fimolauar mone \ no in particolare il Pontefice, col rimoftrargli la gloria, e T Trinciai opportunit di valerfi di tante armi, ammalate ad oggetto pi nobile, che dell'acquifto di Caftro, tentando infieme con C^ ilTon. le forze poderofe della loro Corona di fcacciare gli Spatefice . gnuoli d'Italia, il che nello flato prefente, che quella potenza non fi poteua pi dire diftratta, ma lacerata in tante parti, e quafi abbattuta, rapprefentauano facilmente poter concfferendo feguirfi. Rimetteuano, per allettarlo, al fuo arbitrio la difpoj7 Bearne fitione delle conquifte, 3c eshibiuano la Corona di Napoli di^fipolt. a* fuoi Nipoti, promettendo di coadiuuarc con fei" mila huomini, e coll'armata Nauale Timprefa, ftimata tanto pi faci-, le, quanto che, oltre all'antiche intelligenze con molti Baro-| jffedendo^^i ^^ popolo , ftanco dall'intollerabili impofte, defideraua_. Minflro jmutationedi Stato. Vrbano, conofcendo pi fpeciofi, che /rj'copfe. facih tali progetti, li ricus. In quefte fluttuationi fu d^\\^^ |!'^J^^^^^';Francia inuiato il Signor di Lione in Italia, per incalorir^^
*
,
1
I
'^iivama\^^^
*
per la caufa di Parma, ma molto pi per olferuare, e cogliere le congiunture opportune, ad introdurre i Principi Italiani nel partito di quella Corona, fin tanto, che il Cardinal Mazzarini, acideftinato,fopraggiungeffe. QuaiL. to a Parma, i\ riduifero prcfto gli affari a difperatiflmi_pjC "~
offitij
''
'
^fi
per
LIBRO DVODECIMO.
.{5;
669
\
perche,
non ottenuta da
!c
che pur vollero replicare iVenctiani, ributtati di con feuere rifpofte, remora allafcntcnza , dopo quegli nuouo
da
quelli,
accidenti , che per breui giorni , come s' detto , port Tordine Icontrcul della cau, fu dichiarato Odoardo incorfo nella rconuinica_,i///M/fm maggiore, priuo de gli Stati, de* Feudi, della Dignit, che ^^fciicn^' dalla Santa Scd^ tencua , e condannato in tutte le fpefe fatte , e i beni fuIn efecutione di quello i Palazzi in Rotna , 'da farfi efpolH airincanto , e di Caftro la Camera prefe il polfeffo, rono
I
&
differendo per Vrbano la dichiaratione di comprenderlo nelle cogaghar rigorofe Bolle di Pio Quinto , che prohibifconoogni alienatio-M;^ codone di ci , che alla Santa Sede fi riunifce. Commoffi grauemen- f;^"^ .^^' Trincipi te 1 Pnncrpi, quali che folle da Barberini ogni loro initanza_^ irritafprczzata , altrettanto Odoardo f ne concit , moftrando per mento del intrepidezza , conuocata la Nobilt , e i principali del Popolo Ddca eloquenza deduffele caufe della guerra , l'odio con energia 5 de' Barberini, le ragioni fue, eshortandoliafede, ecol:anza_. . che trotta Vdito con applaufo , non vi fu chi non promettelTe obbedienza. 'powf^ o\ Fece per egli partire dal fuo Stato i Religiofi Foreftieri, Se il Ve- ^<^^'''"K. fcouo di Piacenza, accioche coU'offeruanza delle cenfure , "^ W^*'
1
&
&
con altri mezzi non comoueiTero il popolo* Corfe ilLiona Parma, ^a Roma con vari) partiti, ma fcopertamente fcorgeuaii re* Barberini alienatione dal rendere, e ripugnanza nel d'vdire qualunque ripiego; impercioche alla permuta... efdufi ho. nella quale pi che in altro s'infifteua da gF interpofitori , c^> ramai li dal Duca di Modena in particolare , c'haueua di nuouo tfpedito n/ic^/7;. il Montecuccoli a Roma, oftaua rimpoflibilit di trouar'altro Stato, che per le qualit, per l'ampiezza, pel fito a Cailros' equiparalfe. Qualche Matrimonio tra i Barberini, e iFarnefi,
Duca
che placaffe
prefenti difguiiy
&
vendette, fu progettato,; ma indarno; onde di nuouo fofpefo il ncgotio , i Barberini folamente fi lafciauano intenderQ_-> d'affentire ad vna tregua col difarmo reciproco; impercioche, quantunque fprezzaffero le forze del Duca, apprende-
uano ad ogni modo la viuacit, e l'ardire di uy ma egli , fcoprendo, che rimoffo il difpendio, e fpenta la gelofia , fi fa^cb be maggiormente raffreddato inRomailngotio,vine g
jj
6^o
MDcxLii
il
DELL'HISTORIA VENETA
&
almeno da lui accreditata, & aggrandita, che, in ordine al ruppollofi Matrimonio dVna Figliuola del Prefetto col Duca della Mirandola, guarnigione EcclefialHca doueife in quella Piazza introdurfi. La voce per qualche giorno corfe con credito tale, che da Milano il Gouernatorev'inui il Conte delMwgen'\\^ Riuiera; da Mantoua v'efped il fuo Medico la PrincipefTa, ^^ I^^P^^blica fece pafTarui Giouanni Battifta Ballarino, Se^^Mkhl^V M^J fcr grctario di Luigi Giorgio, Generale di Terraferma. Ma fi
Umfan:x.xo\xo l'auimo delle Principelfe 2vladre> e Zia, che gouerna<^o^^ nano il Duca, ancora pupillo, efiere totalmente da tali penfieri alieno 5 onde altro non accadde a quei miniftri, che ritornarfene, dopo conciliato qualche difenfo domeftico delle medefime Pnncipefle, che poi , poco apprefibrifurto^fdinuo-
fuo confenfo. Per tanta alla rottura velocemente (icamitia ogni giorno nafccn-j u, infurgendo bene ^^(t^o accidenti, do difguftij e fofpetti. Appunto s'agitarono gli animi per cer^ ta fama, che poi fi giudic inuentata dal DucadiModona,
de' Venetiani
.
in_^
Ma
le Principef-
fe, dall'altrui gelofia fofpettando, che, come il Duca di Modona haueua dato corpo al rumore , cos mirafie d'intruderfi
Piazza per Decreto Cefareo, che publicaua d'hato che fo uere con facolt di porui, bifognando, prefidio , v'introduffefYAcmdiiYo con fodisfattionc de' confinanti alcune militie del lor Ter[(gnilDu ritorio . Terminato appena tal moto , s'vdirono pi graui emercadMo genti; impercioche, ritiratofi'l Montecuccoli nella difperatiodona ne i niente conchiudere vn altra volta da Roma, giunfe a_^ Modona vn tal Religiofo, per trattenere il Duca affopito con vari] progetti di pace, non diffimili da' gi difcorfi in Roma: ma, mentr'egli vi prcftaua orecchie, dilapprouati furono da an^me del che vieti Barberino, e comparue a Modona d'improuifo, a chieder il paflb all'Eferyichkflo Prefetto, l'Auditore del Campo, improuipi citocontra Parma, e Piacenza. Molto il Duca f ne turb ,
ion fofpet
in quella
Tar.
Principi conuicini, a' quali egli n^_-r diede l'auuifb, perche pareua, che i Barberini, vVip^^k l'interpofitioni di tanti, miraifero a cofe maggiori, certo eifen-
niente
meno gh
altri
ma.
do, che
il
Duca di Modena
LIBRO DVODCIMO
<^ona co' quartieri
5
671
^idcxlti
e col paflo, i pericoli di quello di Parma, conicguenza Io fconiiolgimenro, e la confiifione d'Itae per lia . Ad ogni modo i Barberini tenciiano altri oggetti, per-
credendo con quefto rumore apparente di farprendere i Principi, non ancora perlaguerraalle(titi,rperaLianoinconfcguenza, che, neiruno ofando d'opporfi, reftaflc il Duca di Parma talmente atterrito, che, affine di preferuare il reftanche
5
cofe perdute ,& affentifTe alla tregua, e al difaimo. Haueua egli follecitato di raccogliere qualche militia, nondimeno al bifogno riufciuano inferiori le forzx. Il muam Modonefe poi era totalmente fguernito, non tenendo il Dii^^ per fermt il Gran Duca ah-^^^^^^^If^ ca, che mille fanti pagati. I Venetiani, borrivano di venire all'armi, f non per eftremo rimedio j ad impegna' dofi il G, ogni modo a tale auuifo, oltre ad ogni credenza, turbati , Dtca^ la comunicando in fretta i configli , deliberarono paflare col Pon- I\rpublitefice offitij vniti, e conformi, acciochefofpendcffe lemoffe. cayC teCo Nelle medefime inllanzeconcorreuano anche iMiniftri di Fran- rane .
te, s'acquictaife delle
&
Spagna. Vrbano, iHmando, che quefta comune apprenfione fofie appunto il frutto promefTogli da' Nipoti della generoiita, e celerit de' configli, tanto pi perfiiieua in negare qualunque ritardo, per non dar tempo al Duca, agli altri d prender cuore, e darmarfi. Dunque il Duca di Modena venina fempre pi flretto a concedere il pafso, e dalle richieile dell'Auditore efsendofi con generali rifpofte fchermito, and il Conte Ambrogio Carpegna a portargli minaccie, accennando a' confini fuoinel quartiere di Caftel Franco l'Efercito di diciotto venti milahuomini ftar pronto a pigliarlo per forza, il Cannone eOendo montalo, allenito il tiraglio, e tutto ci, che conueniua alla marchia. IlDuca,moffo da tah proteite , l'accord per vn mefe a condition^-,
cia, e di
&
CQJrettOy
il
Duci
.
ad' accor-
darlo
D'ejjere fei giorni "prima, che fi monete l'Armata, aumfato accioche foteffero dijvorre {[^l alloggi i in altri quattro fojfe fuori de fmi pronto p efi confini, e marchiaffie in quale he difian^a dalle Piazse, e Citta prin- ro a vcn ii
cipali.
Nel parteciparlo
a'Principi egli
il
fe;^'^^-^'^^^^^
fi
itrouaua pronto, quan(io haueTc afiiftenze, a rifentirfi di talyiachi violenza , conticiftando il pafTo quan do fi differiffe pi oWfccondi
i
^'^^^'S'
tre
6'-]%
DELL'HISTORIA VENETX
per cuftodi re
le piazze, tre in quattro mila de* Suddi-
MDcxLii.tre del
(^'p'^^wej
mefe prefcritto, cogliendo alle fpalle TEfercito J (quando fofTe entrato ne gli Stati di Parma . Arm egli in gran
fretta,
ti
; e iti quel mentre Odoardo fi pofe in campagna con| Dragoni, mille ducente Caualli, e cinque mila Fanti Munito Puiglio, voleua fopra il Fiume Lenza accamparfi, per
lloJcjfopU
fuoi
UoOdoar
mille
contenderla* Pontifici) l'ingrelTo,' ma, elTendo difuguali le forze, prefto le vide anco dalie fu^lie diminuite permancamen^rimfose. iQ (ji foldo. Non riufcitogl d'hauere foccorfi dal Gouernadi Milano, che, per cauare vantaggi , per coprire le f/Tf ^^^^ ^^ ^"^jfue debolezze, gli eshib qualche gente a conditione per , I* mo/^f// ch'egli fi dichiaraffe del partito SpagnuoIo,& ammettere a ria' l^UaRepu. (Qd{^re nella Tua Corte vn Miniftro di quella Corona, in ft
t
'^|^^'^\^^,Venetiani,
'^
gran Duca per pronto fouuegnodi danaro, e di gente, Dubitauano quefti, che ne gli Stati del Duca haDiica uefle i Barberini qualche fegreto concerto, e che fcoppiaffe qualche mina nelle cofcienzej onde i Popoli, f bene Ci moftrauano pronti, e obbedienti, reftafiero, all'apparire delllnfegne Pontifitie , dalPArmi , dalle Cenlure, atterriti , almeno, che, conuenendo per la difparit delle forze rinchiuderfi Odoardo nelle Fortezze, reftafTe in preda il Pacfe . Perci, non amando, che il Duca perifTe, n che Barberini s'auuezzadcro airefico felice de' loro configli, inuiarono fubito a- laRepublica, m^no'*,^^^^^^'^ fettanta mila feudi ^ quaranta mila cio & il refto il Gran Duca, con opportuno fuiTdio, che feru
^'"^'^
j
.
& al
che concepirono fperanze di maggiori foccorfi Non intermedi nel tempo medefimo in Roma gli officij per Iju, riy/7oW fofpenfione, furono lette a Miniftri di Venetia, e Firenze dojmF^ d Monfignor Bichi, Auditor d Rota, pernome d Barberiefprimerfi , ?,1.^:i!f^^^? alcune ambigue rifpofte, nelle quali pareui \MiniJtn, fofle certo di che il Pontefice fofpeuderebbe Toftel, quando nonriceuernej ma infieme aggiungeua, che occupando gli Stati del Duca, gli reftituirebbe quando, S: a chi ftimafs^ & al Fra conueniente per lo decoro della Santa Sede. All'Ambalcia:
U(fe
tore di Francia chiaramente fu detto, che. per leuare le gelofie , fare bbe abbracciata la fofpenfione dell'Armi, qua ndo
"^
dagU
L Ij
R q^ D V O D E e TM
f
O.
6^i
ckfTe parola, eh* egli rifpecterebbe wdcxlii da gli Amici del Duca lo Stato Ecclefiaftico, non intermettendofi per il giuditio , n pi parlandofi della reftitutione di Caftro, il quale, e per Io credito de' Montifti , e per lefpefe della guerra, la Camera conp^cx riputnua per Tuo. Non fodisfaceuano a' Principi tali rirpoH:e_^,pr^i/"/aia nedc'Tt e molto pi difpiaceunno rinftanz.e, che il Prefetto al Duca di Modona per mezzo del Carpegna replicaua, che di l a fci/^^'* giorni, che cadcuano a' dieci d'Agofto, in conformit della promeffa, aprille all' Efercito il paflb . Dunque , credendo necelarij pi rifoluti partiti , e che fopra tutto s'impedifce la marchia, per diuertire quegli accidenti, che fi temeuanoda fuccefT dell'Armi, fu deliberato dalla Re publica d'inuiare tre' fpedend mila Fanti, e trecento Caualli fotto il comando d'Alfonfo An-// perde tonini, Commiflario della Caualleriaj affinch, vniti a due I^^^'^^^fmila, che, dal Marchefe Guicciardini condotti, s'efpcdiuano ^ul^^
effendofi indotto, idlica' quel Duca a promettere d'opporfi, e contendere il paflTo con dc in tali a(liftenze^ e con parola, che gli port GiouanniBattifta ^^A/^ di^
dal
il
Modonefe
f^
Republica, di maggiori fu (ldi j, f ^odom.^ ilbifogno lo ricercale. Tutto ci s'era concertato reciproca-] mente fottola parola, e la fede, il tempo non hauendo fer-j uiro per pi efp redi trattati ma, conofcendofi neceiTario di ftabilirli per gli cafi venturi, giunfero in Venetia il Pr^ncL^e Luigi,' & il Segretario, Giouanni Domenico Pandolnni, quefti pe 1,''^^^^'"^^',. Gran Duca , e quegli pel Duca di Modona,& il Senato deput ^rHap^ a trattar con loro Battifta Nani, e Vincenzo Guffoni, Caualie- imn.'ao'i re, nffinche fi difcuteflero i mezzi della comune difefa. Se i i^e,'ui.^ii modi, per conferuare la quiete. Ma, comedal canto de rrin>.'^^^^^'^y
Ballarini, Segretario della
-,
j
Per
fcoffero grandem.ente Barberini alle voc!,e delle "^'^ '"[ moflcje de' trattatij&il loro cfercito,che,di gente nuoua compo-i^^j^.J-^f:
ali
Ci
i
hora
fto;,crcdciia
intimor di
d'andare nel Parmigiano a facile,e ficuro crroufo, s' ^^''JcL tal guifa, che, a groife fchiere fuggendo i foldari , li trou in momenti grandemente diminuito. Il Prefetto p..b!ic! di_ritardarc la molTa, inui il Carpegna a Modona per rij
&
Vu
ccr-
574
MDcxLii; cercare
5
DELL'HISTORIA VENETA
che
in
cafo d'oppofitione del Duca Odoardo, glifofifepermeiro nelModonefe far' alto. Preuedeua egli di gii la^ rfpofta, che fu per appunto, non poter pi il Duca di Modena difpcncre dello Stato fua, e di fefteffo fenza participatione, e confenfo della Republica, e del Gran Duca, n ladefideraua diuerfa , per hauere occafione di protrahere la marchia, informando in quel mentre a Roma dello ftato delle coanco rinforzi. Vrbano centra la^ |fe, per riceuer' ordini , Tua credenza, vedendo, per la commotione de Principi vicifen%apm ni, lollacolo forte, chiamato a s l'AmbafciatoreFrancefe, richieder j, .....,. le bene airhora non veniua richiefto, fpontaneamente accerfhf corda ^v^ vna fofpenfione d'Armi per quindici giorni. Inqueftoproche, f bene lontano da gl'inZTtrc' cinto accadde in Roma rumore, terefl correnti,grandemente ferui ad accrefcere la conhilone gua, dotte per neiranimo de' Barberini. E fu, cheil VefcouodiLamego, efcagione peditoAmbafciatore diPortogallo^per rendere obbedienza al
&
dell'
^m-
bafciata
di
Sommo Pontefice,
tenendofi
ancorch nonammeffo in
in
,
Tor~
\
togallo
Marchefe del
Velez
Roma,
llrada,&
!
azzuffiitefi le fiimiglie
ne nacque ftrepitofo
conflit-
fucccde
tumultuo.
^
fa fanione
Vefcouo in numero tato, accorrendo i le, che, obligatigliSpagnuoli a ritirarficon morte d'alcuni, io fteflb Marchefe fi preferu appena con la fuga. Imputando
Francei in aiuto del
cograue
(cntimcto
degli Spa'
gmoli.
gliSpagnuoli a'Barberini il fuccelTo, ancorch accidentale perche haueffero ammelfo il Vefcouo, e trafcurati quegli ordini, che potefferodiuertir difconcerti, fi dimoftrarono cosi altamente fdegnati, che l' Ambafciatore a Napoli fi ridufe, Queua mdifpofto, fi i Cardinali della natione, trattone la ritirarono a Frafcati. Anche l' Ambafciatore Cefareo , per moftrar' vgual fenfo negl'intereffi della Cafa comune, ad Albano fi trasfer. In Roma, Citt naturalmente loquace, fi formauano vari) difcorfi di pi pericolofi emergenti, effendo aconde i cefi gli animi tra le fattioni di Francia, e di Spagnaj diiponere Barberini turbati conuennero rinforzare militic, e
,
&
quiete.^. guardie con ordini tali, che poteffero contenere la per quelto Diftratti d'animo tra l'apprenfione, e il negotio emergente, tanto pi volentieri promoferolafofpenlioneclcii
armi
^75 armi, al cui auuifo Icmilitie della Rcpublica , gi incamina- mdcxi.h ^ te, fecero alto nel Mantouano, e le Fiorentine nella Lunigia- ^^^-^ na. Lagnanafi per il Duca di Parma di relbrelbccombente tenete, alle gelofie, e gli altri Principi pure lePiorenal pcfo delie Militie, fofpefi pi, che ceifati i pericoli, daftimarfian-K^^^/^//'^conofccuano ^^^'^^ zi in auuenire altrettanto nnaggiori , quanto l'animo de Vy^.i'A'^^ bcrini fi fcopriua non folo alterato contra il Duca di Parma , ma irritato contra tutti quelli, che s'erano dichiarati da' loro dif.cgni alieni. Perci i Deputati della Kepublica, e ^"^"^^^^^ ^1^^-!^^^ de Gran Duca, e di Modona fi ridulTero in ftretti, e i^'t-MiraDi-
LIBRO DVODECIMO.
&
'
Ile
quenti congreffi, per comunicare i configli, e concertare^^pr^ri in nfolutioni in cafo , che dopo i quindici giorni della fof- ymtU penfione li continuafero da Barberini le molle. Voleuano alcuni, & in particolare i Modonefi, preualendofi della confuoncprefcnte, preuenire, e fpingere nello Stato EcclefialHco l'Armi, per ifcaricarfi delle proprie militie, e coU'indurre sforzatamcnte i Barberini alla Pace, afiicurarfi, dal dubbio, che, rimcffi di cuore, e di forze juon tentaffero maggiori , e pi fegnalnte vendette. Teneuano anche per oggetto cauare pe'lDcica loro dalle prefenti turbolenze qualche importante profitto j onde, fotto il calor della Lega alcuna cofa occupando, ^gli riufciife flirfi in parte ragione del molto, cheprctendeua trartenerglifi da' Pontifici). Ma i Venetiani con pi difinteieffati configli, contenti d'hauere cfentato il Duca (Xi Parma dalle inuafioni , e dmertiti i danni dal Modonef^^ , non alpirauano con la Lega ad altro, che ad auuertire i Barberini della difficult, c'hauerebbero a' loro difegni incontrain confcguenza piegarli pi facilmente alla pace te, tali fenfi adher finalmente il Gran Duca, ancorch ilPandolfini prima inchioafe a tcntatiui '^-i'm rifoluti Fu dunque condouc a di chiufi Lega tra laRepublica, il Gran Duca,& ilDucadiMo-'^,p^
&
uona, ciacco n dona, tratto il motiuo dalle moffe prefenti deir Armi contra c/;;Wf cane mone preienti aeil contrc chiudevna il Duca di Parma, le quali potendo apportare maggiori turbo -; Leg(t
lenze all'Italia, dciderofi i Principi della mcdefima d'allon tanarle, procurando la conferuatione propria, e la pace co-l
con
in cafo,
6"j6
f
DELL'HISTORIA VENETA
-,
MDcxui jdifefa d'altri Principi Italiani operare accadeffc . S' accordaua^l Di comporre 'vn Efercito di dodici mila Fanti, e mille ottocento C^-i ualliydel quale la met toccaua a Venetiani del re(io i due ter 2^ al a Modona il rimanente , con la proportione medeff-l Gran Duca , ma douendoji con le prouiftonijO col danaro concorrere, occorrendo,
&
fi rimetteua a quello de' Principi Collegati , nel cui Stato doueffero maneggiar/i , e firmar fi ma in luoghi neutri alla ^publk-a col confenfo degli altri fi riferhaua la nominazione del Generale Uinuafo reflaua efente da con^
accrefccre le forze
Il
comando deWArmi
mentre doueua acudire con le fir^e aL la propria difefa alla quale doueuano concorrere gli altrij confi)C'\ con aiuerfi-ine corfoj conforme farebbe concertato al bijogno , Ns\ pace n tregua poteuano che di comune confenfo trattare , contribuire
,
, , ,
,
aW Armata
comune
chiudere iContrahenti
ne obligar fi
ad
altro trattato,
che derogajfe
quelli i Capitoli publicati j ma s'aggiungeD'aiutare il Duca di Parma, occorrendo, e d* amua in fegreto metterlo nella Lega , quando lo rcercafie , con quei meizj e pat-
alprefente.
Furono
ti^
Non
del
maneggio precorfa
fi
fi
la
fama)
diimlg, che da Principi variamente fuintefa. I Barbedimoftrau.ano molto forpefi, e colpiti, e Io fteffb Pontimetodd tefice fegretamentc fi querelaua , che rhaueflro con falfi fupTontcjke pofti delufo i propri) Miniftri, i Nepoti impegnato tant' e con ac trefcim en oltre. Airincontro Odoardo ne concep altrettanta baldanza, to difidu" perche, dal patrocinio della Lega pofti gli Stati di Parma , e ia in 0. di Piacenza a coperto, fperaua nello ftcrdimcnto deTuoiNei^oardo, \^\q\ aprirfi la rtrada^ alla ricupera di Caftro, alFoGCupatione d'altro luogo, che valefle per concambiarlo. Dunque otteche dal pm-Q dal Duca di Modona il paffo, s'auui contra lo Stato Ecclefiaftico coo circa tremila Soldati a Gauallo, gente fcelta fmimna e fenza- Ificomrat pel coraggio, ma fenza Fanterie, fnza Cannoni, SiaioEc^ jqualunque apparato, che ad oppugnationi importanti feruirpoA.r..n:.^ ileftalico tcffc . Tcncua per buoni Capi, a quali per dignit ilMarefcial d'Erre fopraftaua, che, a fodisfattione de' Barberini
to
conrfcn rini
&
'
rimoib dal R di Francia dall' Ambafciata di Roma fi tratteneua appreflb il Duca, dando credito all'Armi, e ^^J^ moffe, quafi che la Francia con tale apparenza vi co ncorrele> '
(
Ma
B
,
OD V O D E C
Q.
^77
qualche poco danaro a fcon-] mdcxui, todi fue pendoni ) altro la Francia non contribu a fauoredelj Duca, che oftitij. Solamente il Lione gli eshib due mila Fanti a conditione, che feruiffero nc'prefid ij j ma il Duca gli ricus, infofpettito , che cercaffero di nuouo i Francefi la via d'introdurfi nelle fue Piazze. Tali moffe grandemente di/piacquero a' Venetiani, e al Gran Duca 5 impercioche, prono- contra candofi da Odoardo la guerra, ch'e(T con gli offitij5e colle ap-'f^^fi ^^^^^ parenze fperauano di sfuggire, dubitauano, eh' egli, inter-i^^,^^''^'^ nandofi nello Stato Ecclefiaftico , foprafatto dalle forze nemi- |^cfl/'^'* che, viperiffe, che, ritirandofi con difcredito, condifordine, e rotta , fi tiraffe dietro l'Armi Pontiticie nel feno del fuo paefe. Perci dal Senato gli fu fpedito incontro Giouanni Bactiila Ballarini, che poco prima era ihito a partecipargli L-u, conchiufone della Lega, per rapprefentare il fenti mento de' Collegati, e quei riguardi, che conpificuri configli, in vece di vane fj^eranze 5 poteuano apportare inbreue a tutti la quieoltre allesborfo di
.
Ma veramente
te,
&
Il
a' Principi la fua moffa, haucua allegata per ifciifarim-*' potenza diibilenere pi a lungo nel fuo Stato le truppe, trouandofi bora in camino con gran faftojC baldanza, interpofe nelle rirpoile conviuaci concetti ragioni alle fcufe,e continu la fua marchia. I Venetiani, il Gran Duca conuennero far' entrar nel Modonefe le truppe , gii fermate al confine, per co-i prire quello Stato da' pericoli, che la perditione, creduta cer-'^^^^^^f^^*! ta del Duca di Parma, produrre poteife. Ma Odoardo, pene- ra^oni J traro nel Bolognefe apport tanto terrore a' Popoli, all'Efer- profteguc cito del Ponteiice, che,queili nel cafo improuifo non mifurando ^a^. ^.,j.. :.\ ji j :i ..^..:_.|^^ 1. r laforza,e quefto temendo pi deldouere ilpericolo^ fi vidc m vide h\ momenti tutto in confufioncje infcompiglio. Il Prefeti fi rirefetto
nicare
&
..
&
fi
dalUp-ta^
I
Matthei con le preghiere , coll'autorit, col co- rafomt^r. mando a fermarne ne pure vn picciolo corpo, che pot ffe op- >^Jo/?r porfi al Duca, almeno infeguirlo . Cosi fenza fangue,fenza bat- M'.^^*^^ tagliajdiflipato rEfercito,refi ad Odoardo aperta la ftradaad 7;'^''\^. |vn viaggio, che fu de'pi memorabili, perche in paefe nemico fpaUnctu mcglio riufc re non poteua alla pi fo rmidabile Armatela .via,
il
i
i
non valendo
'
Vu
None
^78
mdcxiii
DELL'HIStoai A VENETA
ifitimori
fcc
Bolo
Sina
dubbio |, c^hauerebbe potiico , occupando alcun luoJ nerPacfe nemico contnbutioni, e quaitieri , et ncgotiare poi con la permura la reftitutionedi Caftro* Ma_, ,1 con animo ciato afpirando a ricuperarlo col rumore deirArmr,! e portare ftrepitofamente fin dentro le muraglie di Roma il terrore del nome, tratreneua le fue militie con sivaftefperanze di prede, e di Tacchi, che, oltre a certa Tua decorofa famigliarit, per la quale i foldati lamauanofenza timore, e_^ Tobbediuano fenza difprezzo, ognuno lo feguitaua con ficu^ ro concetto d'eftraordinarij profitti . Da San Ccfareo s* acco\Q: per vna notte col quartiere alla Citt di Bologna, fcriuen do lettere al Cardinal Durazzo, Legato, a gli habitanticon eshortationi di perlfere verfo la Santa Sede in obbedienza co (tante, egli pure verfo la medefima profeifando immutabile> olfequio , mentre non veftiua , che a propria difef l'armi centra l'oppreflione de' Barberini Non oftante, che quel numerofo popolo non hauefle foggetto di temetegli Eferciti pi poderofi, fu ad ogni modo ne gli animi de' Cittadini cosi gran de il timore, che non folo alcuno non forti a turbare i fon* ni del Duca; ma per non irritarlo , f omcttelfero l'offitiofit ,
Non
go,
ftabiiire
&
con lettere di molto rifpetto II. giorno fegucntL>, Iprofeguendo il camino, e ligando con la fola vida alcuii^^ mohgt compagnie di foldati, che verfo Bologna incautamente niarijfnifcc le chiauano , gli furono dimola inuiate incontro le chiaui dal Co ihiaui uernatore, non potendo impedirlo il Cardinale Franciotti, Lejriipofero
.
.
gato del|a
Romagna
trouandol
minacci A
di qualfrfia prouifione fguernita . Ricufatele il Duca , l cort^ ^^ ^^^ '^'^j tent di cuiodire le Porte, finche le'fue Truppe tranfitaffera
sfoy':^ato
^W,
Citt, il che f con tale ordine, e con tanta quiete cfeiguito, che paruevn paifaggio di gente amica. Faenza dimoer di ferrare le Porte j ma, dal Duca minacciata, ilGouernatore fi fece calare dalle muraglie per incontrarlo, e placarlo appena confegui, cheficontentaifedel paffa. AFurli,che, come di ma?,giorgiro,e pi popolata, tentaua refiikre , finfe d'attaccare il pettardo, edi voleMncenerireil Paef all'intorno onde li Veicouo,& il Guardiano de'Cappucinf,fortiticonlagri^-^^Qno di plac a ri o j egli la riceu a dkre tonCj '^>
la
per
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LIBRO
D V OD
E C
MC
6-^9
falue per gratiale vite, l'honor delle donne, elcChiele. Non.|viDGXi.ir v'infer turtania maggior danno, che d'alloggiarui vn giorno
intero, per rifarcire le Tue genti da qualche Itanche/.z-d jC dalle pioggic, dalle quali folamentc nafceua qualche difficult nel gara camino. Iviueri, per dubbio di flicco, e dmfulti, concorre-, CdU uano,n v'era luogo, che nonofFcrilfe fj^ontaneamente d'aprire |J^J^.^'J,^[^ Ui viurr |]e porte. 11 Duca, per abbreuiarcla ftrada, e per ifcanfare^^ per ijchi io Stato Eccleilallico, doue per natura, e per arte pifortc- uare U iU" Ipiegando allaMeldola entr verfo la terra del Sole in Tofcadell Jip |na, per giungere per ftrada pi breue nel Perugino, e di la petimn ^fpingerfi a Caftro. Nel tempo fteffo , che ne toccaua i con- inoltra/i: ifini , mand a chiedere il palfo al Gran Duca , che l'accord nella Ter'] [Vedendolo impegnato s oltre , ma inficme inui il Marchefe va del Sole Lorenzo Guicciardini, chelo conlgliaffe a far' alto, perla accorda togli Ipafi jvia di Pontremoh ricondurfi a Piacenza j parendo? q\\^l^ , \fodalGran fcnz'cfporre lecofe fue, e de gli amici a maggiori pericoli jd"^ haueifc a baftanza col coraggio fodisfatto al Mondo, alla! cvb'if gloria, mortificando contanti vilipendi) ilnemico. II Duca_ ,'f'^^f t non ancora giunto alla meta de'fuoi difegni, volle progredi- P"_ ^^^\^ re nel Perugino, doue a Caftiglion^ del Lago, nonoppontn-Z^^'^^^'^i;'^'^^ idofi'l Gcuiernatore, leuati quattro Cannoni, arriu a Cittv^o^^/.tc. al fuoco qual-^'i ncnelTc ideila Picue, e condann alle contributioni, che luop.o, che tir fopra alcuni de'fuoi Foraggieri. talr tunno. progred crefceua inefplicabilmente in Roma il timore ; Citt, eh' effendo compofta, d'habitanti vili/limi, difuiari a' [{orna imi pericoli, di ftranieri , che fi nutrifcono della fama , delle rnoritiiaL\ la dififa nouit, e de gli accidenti, appariua confufa da varij affetti, alcuni temendo ilfacco, altri defiderando ildifordine, e tutti jfff^^^^
, \
&
&
diftri
|
buite le guardie, ripartitele cuftodie a' Prelati, poftamanoa Fortincationi ,& apparati. InOruieto, e Viterbo fi rinfor-
guarnigioni, e per tutto s'ammaifarono le militic,'^;/'-'^f'''^' *^ if/Uerocac Koma dalle Carrozze i Cauali, per montare i xnjciKtuii jfoldati. 11 Prefetto fu richiamato alla Corte, contra dilu in\p refi dio furgendo le mormorationi, perche haucfle dimoftrato altrettanta vilt nel pericolo, con quant'auaritia efercitaua j1 coria nd. 11 Cardinal' Antonio, con maggiore viuacit fupplenle
zarono
Icuandcil in
'
'
'
Vu
do
68<
DELL'HISTORIA VENETA
Roma
col Bali Valanz, Francefo^ , vaIororo5& efperto foldato, e diede in pi luoghi qualche ordi-
Cardinal Francefco, ricorfo all'arti del negoftim confperanze di pace deludere ilDuca, e trattene,. ... nepiUo, t^o> Dall'Abbate de' Bagni fece in Roma eccitare l'AmfofdnavQ la Lega /fc/j/f/e.Jbafciatore del Gran Duca, e dal Cardinal Bragadinoinfinuare i^"''^''^^"^^|a Vcnetiani, che s'interponeffero col Duca di Parma; e nel di Fontane propofe ildepofito dello ^^i^S'-'^^^^'^^P^^^^^^^^^^^^^^^ Stato di Caftro fin tanto 5 che poteffe il negotio comporfi . ofcuri difcorfr, .. Ma, per guadagnar tempo conequiuochi, ^;^^J.^|"|rratteneua i Collegati , interpellandofi in Firenze il Gran Duconfidarli. In Roma al profittorfi cz ^ in mano di chi douefleil depofito /- 'Refidente diModona inftauailBichi, Auditore di Rota, f^- coZ/f l^'-'f^K^- 'adempito il depofito, fi dichiarerebbe poilaLega a fauore^ ne
alla difefa. Il
.
*
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&
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J^li^J'Vi'h^no. Il Vitelli in Venetiacon parlare pi lungo,& amper difcreditare la mediatione de'Francefi, accennaf^p/^/^o biguo, ;7it/f/poua fofpetta laloro intentione, quafi che, afpirando ad hauer tfico. Caftro in depofito, non foffero poi per l'opportunit di quel infinuaua, che alla Refiro, per cosi facilmente lafciarlo, pi volentieri fi fiderebbe Non cosi pubiica dal Pontefice tofio per haueua accennata l'offerta , che , conuertito altroue il dilcorfo afiScuraua cffer facili , e molti del componimento i ripieghi, quando in Roma vi folfe chi finceramente gli maneggiaffe co' necelTarij poteri gli conchiudeffe . Tutto ci miraua ad indurre il Senato adefpedire a Roma vn'Ambafciatore; perche, pentiti fempre pi i Barberini d'hauerne
&
haueuano poi comandato di proil 5eM^/o' curarlo. Il Senato, comprendendo, che al prefente la volonfent'mhi x^^ dal timore sforzata, non durerebbe pi a lungo dello fteftimore, moftraua defiderare, per rifoluerfi pi precife ^'l7rT'l^^
eftderang^tt^te leinfinuationi, gli
,
iffcfnoi
\ca^ho effrwcwrfo
7;
Orcin
e meno ofcure propofte . All'incontro il Gran Duca fimando, QQ in qucl bollorc de gli animi, l'odio dal timor folle vinto , ftringcua negotio, cfprimendo , che nella Lega, almeno -^^ yp^ ^q' Collegati poteua depofitarfi, pure ne' Cenodifinterellati
i^^:
'r^r^j^;
Ccr'j'irx^
<?/
.
'uefi, neutrali, e
.Nel tempo
fteflb
l'Eferci-
to fuo di otto mila fanti, e mille Caualli con ventidue Cannoni e fi: ggiaiia il confine con gran dubbio de' Barbe rini ^
LIBRO DVODECIMO
6Hl
che volefse preualerfi del tempo, per farfi ragione d' alcu-p^DCxui ne pretenfioni, per rifentiifi de'pafsati difgufti. Egli per nonmiraiia, cheafollecitare la quiete ; ami col nie/.z.o del! ^^f'^o/i di, Principe Matthias, Tuo Fratello, iniiitaua il Duca di Parma a\^l!Z quiete ritirarli nella Tofcana, offerendogli alloggio jaccioche, rima- perche fi 'ncndo impegnato dentro lo Stato Ecclefiaftico, non riceuef- rimuoua effe ve i jfc qualche colpo, che, rimettendo l'animo ne' Barberini, diffii trattati. volle adherire al configho, ftioi St^ti] 'cultafse Odoardo non adOdoar, 'ma, aqquartierato tn Monte Pulciano, e Chiufi, teneua in doinallog'^ [terrore, incontributioneil Paefe, pubIicando,cheilPrinci- ^_ jpe Francefco Maria, Tuo Fratello, con quattro mila fanti, e cin-rc/j^ow! quecento Caiialli per la Tofcana giungerebbe in rinforzo. Il ^ff. accampi!iDuca di Modona foUccitaua i Venetiani a permettergli con le nj>, tufi loro militie, che nel fuo Stato teneua, d'entrare nel Ferrarefe, Cbiuftiche cfsendo tutto confufo , efenza prefidio , gli apriua il campo in ricompenfa di quanto pretendeua |a progred confiderabili le mojfe doucrglifi da* Pontefici. Ma il Senato neg all'inftanza Taf- medila te fenfo, ami viuamente Io difsuafe dall'accrefcere imbrogli aX'daT.odo negotio, &c incendio alla fiamma, che con tanto ftudiofipro-j^ curaua d'aggiuftar. Se eftinguere. Non mancaua il Cardinale] >oi/i/"Barberino con ogni arte a s ftefso,e mirando non folo a ne-|-y^^[^^^^^ gotiare co' Principi della Lega, ma infieme adombrarli, prcponeua al Vice R di Napoli d'vnire il Pontefice conlaCo-| rena di Spagna. I Miniftr Spagnuoli conoicendo fimulatO|y^v//>.oil progetto, credcuano, ch'egli pi tofto con la Francia y-'I^\,i cot\ folucfse di ftringere, e procurauano d'imprimere anco ne\yicerhdi] Principi collegati fofpctto, che i Francefi, hauendo infieme-^tTv(^fo/z col Principe Tomafo facilmente occupato Crefcentino, e Niz-i''""^^f; mcf\ za della Paglia, afsediafsero alprefente Tortona con oggetto }^/a'Mi'\ d'auuicinarfi a Piacenza , obligare col fofpetto , e con la for- n^jln cat^ za il Duca a cedere Caftro Haucndo quefti trattati interpofta toic, qualche dilatione a'progreffi del Duca Odoardo, che, nicntcj '^^W-^^^'' meno , che il Gran Duca.ftaua in grande fjicranza di tciiiinarli'^"'"'*^^.^^^^^^^ con vantaggio,e decoro, ilCardinarAntonio haucua fllecita-j J^,,V:' mente ammafsati dodeci mila fanti, e tre mila Caualk, gent^_^!/;afi;// f^ii tumultuaria, e poco agguerita, ma diretta da buoni Capi, Hpicdt r.:'j quji^Ii crederono bene non azzar d arla si tolto ad vn conflitto, 1'^'^''^^^
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Mr.oLii ne
DELXTIISTORIA VENTETA
auuilirla col ritirarfi fotto le
meno
mura
di
Roma,
liia
lentamente auanzandofi col calore delle Piazze d'Oruieto, e U/^f.(//r#y/j Viterbo 5 riftringer'a Odoardo i viueri, & i quartieri. Barspada conliyQYl^yj fccondaua il Configlio, Ond', erpedito il Cardinale ^^^"^^^^r Spada con titolo di Plenipotentiario al Conftne, oftentauala maggiore prontezza ali accordo Del depoiito pi non pareua fine li controiiertiire^madelmodo li ncgotiaua, perche il Duca d Parma haueua chiaramente detto al Lione che non afientifi ncgotd Tjj'^bbe al depofito, ie non con (curezza che gli fbde reftitui/!j/m modo di dentro vn tempo prefiffo, il Cardinale Spada affermaua depofitar jdi non potere per certa decorofa apparenza capitolarlo 5 ma CdflO che 5 con tacito affenfo, con dirlo all'orecchia deldepofitario, ne lafcierebbe correre 1 efftto. Sopra ci conucnneil Lione far molti viaggi all'vno, &c all' altro, e in quel mentre Barberino continuaua a trattenere il Gran Duca con varij quefiti j fc col depofito farebbe la Lega contenta ; f vorrebbe poi a faiiore del Pontefice dichiarare , f ne'Francefi, pur nella Lega il depofito feguire doucfe , &: in tal cafo, doue foffero i Miniftri per accordarne le conditioni ? S'accorgcua il fcr maggior cde-lCran Duca tutto tendere a dilationi^ ad ogni modo rifpontcffete.dcua, che, l'oggetto de' Principi vniti eflendo la redintegradoilcran x_\qy\q d'Odoardo ne g:i Stati, e nella gratia del Pontefic^^, Duca [e coll'effetto di ci farebbero certamente contenti . Pronti pur* jUfiOAi anco \ riccuere il depofito, e non efsendo giunti i Miniftri cckcrlo lefaft <j'de gli altri, eshibire f ftefso, ricordando, che nella celerijp^m^c- ^^ confiftcua ogni bene. Trattanto il Duca di Parma, anda^^ ^^ Acqua pendente. Citt in fito eminente, e da buon-, fcaodoar prefidio munita, l'ottenne a patti dal Gouernatore , chefila00. fci vincere dallo fpauento. All'hora il Cardinal' Antonio , grofsamente guarnite le Piazze, s'auanz con fette mila Fanti, e due mila Caualli da Viterbo a Montefiafcone, per riffringer'l Duca, e contendergli nello Stato di Caftrol'ingreffo. Due volte anco verfo Acqua pendente fimofse, ma, accennando il Duca di montar' a Cauallo, e incontr^irlo, ancorch con forze cos difuguali, il Cardinale fi ritir, amando meglio vincere con la prudenza, che azzardare la torruna . Ma, disl oggiando i\ Duca da quel tratto pjC mancam ento di
\
=
&
forag-
R O D V OD E C
il
O.
683
I
forag?,io, e fermandofi a Ponte Centine, anche l'Efercito 'MDCXLM EccleruUlico a San Lorenzo delle Grotte ilabil'! fiio quartiere.
Le pioggie (eflcndo
i
in-
comodauano
tendeua con
la
tempo, d'inchinare
depodto
nella
Lega ^
ma non
trouarfi
ft flrHge
il
Miniitri, co'quali negociare potefTe le conditioni. Perleuar' il pretelto, il Gran Duca fi port a San Onirico s'l confii Vcnetiane i Il Duca di Modona v'inui Fuluio Telti, ni, pi a compiacimento de gli altri , che per concetto, che riufciie il negotio, v'cfpedirono Angelo Corraro, CauaUere, ch'era Proucditore con le militie nel Modonefe. Prima che quelli giungcfle, il Duca di Parma, il Principe Matthias, il Tcil col Signor di Lione s'erano efpreffi in fcrittura.-., l'vltima loro intentione ellere, Che tutto ci, che a Cafa Farfuori, di 'B^md s^apparteneua , al Duca di Modona nefe dentro in de-pojto J confcgna\je -per renderlo dentro il Dicembre profjmo a chi di ragione parere. La Lega, oltre alle cofe diCaflro, e fue
negotio,
I
&
&
il
dipendenze ^ dichiarar/i niente altro pretendere attender/i dentro termine di due foli giorni con la rfpofa tafjenfoj ogni lunghe zc za. , alteratione douendoft interpretare ripulfa * d tal forma moilrando il Pontefice ienroj^: il Gran l^ucamedefimo non
'^
Ma
approuandola, come troppo feuera, coitinu ancora per alquanti giorni il maneggio. Il Cardinale Spada, cooperando all'intentione de' Barberini di trattenere^ quanto pi lunga fi pteife , la negotiatione^inui pe'l Padre Virgilio della Congregarione dell'Oratorio, Fratello Tuo, ad offerire al Duca di Parma, che il Pontefice, Per fua propria clemenza per l'intercef/to ne di
,
ediSpada^
s'
tanti Principi
la
fcomunica
per l'indennit de' Popoli l'hauerehbe affoluto dalcongegnato in depofito al Duca di Aiodona Cafiro
i
inuiano
al
d'i
partiti
quali di
e depofitate le
,
Duca,
nuoue Fortif^cationi disila piazja ricauate l'armi, e le munitioni introdottetii a conditione , che il Duca fi ritraffe in Lombardia fenza toccare lo Stato Eccleftafico , e difarmt'js ; i Co Ile (rati pure doueffero di tanto chinmarfi contenti allargare da confini
,
^fclejaftkij^ militie
-
Il
fi
rimifea
ci
!
I
MDCXLII
folamente
re-j
che
I
fi ri-
\r/icttealla
rezza
Francia
Inonnfife
iojcbe nel
la reflit n-
Caftro doiieffero demolirli. Solo infift nella ficu-l che dal Depofitario gli fofle Caftro reftituico . Ci' fuori di dubbio parea , perche il Cardinale Spada haueua, pi volte replicato al Lione di 'preftarui tacitamente ralTcnDuchi di Parma 5 e Modona pafTaua concerfo. Perci tra to, e fcrittura d'efeguirlo prima, che terminaffe Tanno corfteriori di
,
i
tione
di
.*
rente. Tenendofi
dunque
Se
,
ficuro l'accordo,
il
Lione lopubli.
Cajro
c per conchiufo.
Ma,
,
Lione
certa
onde
ne
Iparcipa
\egU a Col
^legati
\
/'
Riccardo.
mar^ret
,
to de
viue
In,
qn^fi
Ifm'^^amii
litie .
che il Cardinale Spada sfuggina di fottofcriuerlo, allegando a pretcfto, non conuenirli farlo, come per forza, e con Tarmi alla mano. Proponere per tanto per cinque giorni la fofpenfione dclTarmi, e perche il Duca a tale mancanza di viueri, e di foraggi fi trouaua ridotto, che non poteua fuffiftere momenti , offerirgli quartieri tra i Fiumi Pa* gha, eie Chiani. Subito, poi riftringendo Tofferta,.gli s*eshibiron due miglia di defolato paefe , dal quale ogni cofa neceffara al viuere humano, abbruciati prima i fieni, era ftata afportara . Non facile da raffigurare , quanto fremeffe Odoardo, e quanto, ardente per genio, fi trouaffe da tali procedure acutamente incitato, ma delle fue truppe alcuni erano da' difagi periti, altri dopo grandi bottini sbandati. Per le refcanti non fi trouaua alimento, n la ftagione permetteua pi d'inolquefti fece fapergli,
trarfi,
di fermarfi in
rfolue d
I \
ritornar^
.
vguale all'inopportuna celerit delTingreflb, gli offer nel fuo per qualche giorno viueri , alloggi per dub] chiedendo bio, che da' Barberini, rimoffa Tapprenfione, i fconuos,c(fc^ \l pajfo d Duca confoGran Dh- ro i trattati. Odoardo, /degnato, che il Gran uerchie fperanze di pace Thaueffe prima trattenuto dal noii_^ ica, auanzarfi neTimprouifo timore fino alle porte di Roma, poi giungere a- dalle d negato gli hauefse d fecondarlo coITArmi, per ctiiojferte Cailro, fprezz le offerte, e lafciato il Marefcial d'Etr , che nutjotif- com odamente conduceffe le reliquie delle fue ggnt ij^ P^J^^i?
\fene
&
\Jatto
Lem-
LIBRO DVODECIMO.
Lombardia perle pofte.
tato,
685
Non
per quefto
fciolfe
ma
per
mezzo
,
di fuo Fratello al
gi inaiati al
alteratione, f
lato
non quanto, che per l'offeruanza del Capitodefideraua, che s'obligalTe la Lega. Teneua per mira di
far nafcere tra gUnterpofitori qualche difguito, q di gi i d- (lo rompe. chiaraua il Lione rifultare d'indecoro alla Francia, che, oltre '^o/i la ^''"''^'^* alla di lei autorit, altra cautione fi riccrcaffe. Di quefto fane cile pareua il ripiego, perche, nella capitolatione lafciandofi l'apparenza, e l'honore a' Francefi , eshibiua che con ifcrittura a parte la Lega cautelaffe il trattato. Maggiori nafceua,
propofte, perche, non riufcito a Barberini d'indurre il Vice R di Napoli ad vdiretrat tati di Lega, meno a preftar l'aiuto, che gli chiedeuano, come douuto per lo feudo di quel Regno, anzi ne pure a concedere ad alcuni foggetti d'andar' a' loro ftipendij, lo perfuafero in fine di proponere vna fofpenfione d'armi, perlaquaal Gran Duci?. Corrieri, premendo ,acle fped a Venetia, cioche a Odoardo fi perfuadefe accettarla. In quefto tempo che il Nuntio in Napoli s'affaticaua col Vice R, accioche nel trattato volefte prenderfi parte, e che al Gran Duca s'infinuauano per nome di Barberino concetti di vna Lega dc'Principi Italiani^comprefiui gli Spagnuoli,il Cardinale Spada tratteneua il Lione in difcorfi dell'opportunit d'impiegare tante armi,pronte, e vicineinacquiftare il Regno di Napoli, del quale a Odoardo potendofi dare ampiffima parte, Caftro non farebbe gran cofa , che lafciare ( volefe al Prefetto . Tra il Gran Duca, e Parma con grand'arte fi iminauano anche gelofiej a_, quello procurandofi di far credere, che Odoardo, per confeguir' il fuo , offerifse d'affalire infieme col Pontefice la Tofcana? a quefto, che l'altro eshibiffe d'abbandonarlo, purch Caftro medefimo gli fi confegnafle. L'artifitio fempre zoppicando da qualche parte, erano tah progetti nel tempoftefso-^f^'^j'*''^^ vditi , e derifi 3 i Collegati n pur vollero proponere a Odoar'r^aftlh^i jdo la fofpenfione, meglio ftimando infiftere nell'accordo planai inj-tanto^au anzato , che alcuna delle parti non poteua recede re tcmone
no
&
&
&
'
fenza
6S6
DELL'HISTORIA VENETA
Ma, perche
il
[n!
pi vacilaua nelle propofte , crederono bene gli Ambafciato-I ri di Francia, e di Tofcana chiarirfi delle vere intentionidel Pontefice, parlandogliene efprefsamente . Egli, alla me nt ione d depofitOj moftrandofi nuoiio, e turbato, poi perplcfro, in fine non alieno dal confegnarlo alla .Lega, confefs, che 3 Cardinale Spada reneua poteri per trattare, ma non conchiudere. In hnty hauendo lo Spada e/lefii Capitoli del trat rato col Mirchefe Ricciardi, Miniftro del Gran Duca, eco! inuiatili a Roma, Barberino in aggiunta tre punti Tefti, propofe, non folo contrari) alle cofe negotiate fin'hora, ma inammidibili da'Collegari. S'haueua fempre fuppoilo, chz^ la Francia chiedelTe dal Pontefice i alTolutione , il perdono pe'l Duca di Parma, affine d'euitare molti impegni, e quei pregiuditij, che Odoardo a'fuoi interefli nelauuenire temeua Hora il Cardinale intendeua, ch'egli ftcfTc^lodimandaffcche foireroin oltre pagati i Montifti,il che dal Duca non fi ricufaua, quando le loro ragioni reftaffero nel effer primiero. In' fine, che i Principi della Lega fi dicbiaraflero non folo perle cofe d Caftro contenti f ma rinnntiaflero ogn'altra pretenfio ne, e interefse, che tenef ero con la Chicfa Parue a' Confeon[degno derati infoiferibile tale partito, trattandoli d negotij , e ra\de Co U, gioni importanti, le quali, gi correndo d'antichiifimo tempo, f per lo pafsato non erano fiate promefse coir Armi , meno doueuano in auuenire turbare la quiete, tanto pi che, non efsendo nella Lega mentouate, comprefe, non cadeuano nel prefente (oggetto , pe'l quale reftituito Caftro li dimollrauano interamente contenti Da ci chiaramente trafparu, che cefsato il pericoIo,terminaua l'inganno, onde, riical* che perla dati nel negotio, e per la delufione fdegnati i Principi fteffi, elufione fi difciolfe il congrefso, dopo il quale acerbi rimproueri s'vpr meati dirono de' Collegati contra il Lionjche de' poteri non fi fofse afficurato a baftanza, e di efso contra il Cardinale Spada.. ,
&
&
che, con moftrargliene vna fiilfa copia, rhauefsc delufc Fu apprefso molti dubbio, f il Cardinale predetto fofse veramente delufore, delufo, e fopra ci corfero' varij manifefi, e fcritture> Ma i Collegati, mirando all'efito del nego-
tio
E.
687
a'
Barbe- MDCXLII
penfauano a'rifentimenti. Il Gran Duca per, 3c il Duca di Modona con qualche riflellb mirauano in tal congiuntura i progreffi de'Franceri5dapoiche per l'acquifto di Tortona, ancorch fotto nome del Principe Tomafo, al quale fi diceua doucr cedere in fouranit , Il vedeuano le loro armi
rini,
nell'Italia
internate, e vicine
da quella Corona foprafatti con qualche rifentimento Ad ogni modo^preualendo gli (limoli del Duca di Parma, e i re- yi//,^(j;,(, centi difprezz.1 de' Barberini (fenz:a che con hmoi'tQ del Cav-^ divectica dinal di Richelicu, negli vltimi giorni dell'anno accaduta, fi re i dif-,
effer
riputarono eftinti molti de'fuoi difegni)ri moftrauanoaltret-l/""^^^"' tanto rifoluti a non fopportare l'ingiurie, quanto i Barberini in prouocarli coftanti. Dunque abboccati i Duchi di Modo- l'oggetto na , e Parma , comunicarono a' Venetiani '1 Iopo peniiero d'oc- ^^^^ ^'j cupare nello Stato Ecclefiaftico qualche quartiere, per foUe-i^^m"'*/! uare, durante il Verno, dagli alloggi'I proprio Paefe, chie-L^q^artic dendo, che, almeno per conniuenza, fofreloropermeffofer-, mr//e//o uirl delle militie della Republica, trattenute nel Modonefe_-.|-^'^^o ecII Senato, & il Gran Duca, non approuando, che rvnos'ef-I^J^^^-^j^^.poneffe a maggiori pericoli, e l'altro fi feparaffe da' comuni configli^ gli eshortarono a fofpendere le moffe in s horrido SenaiOyt' tCiT:po del Verno, in cui la dilatione niente leuaua di vigor' dal Gran Dhc<i alla forza, anzi accrefceua forza a' configli. Se ne appagarodapcrfc no Duchi 3 principalmente perche a quello di Modona era_, fl'ffocaQt-, con la prigionia, e morte d'alcuni, nel procinto dello fcop- do per le piare, fuanita vn intelligenza in Ferrara, doue fpinti fotto al- fuamteoc tri nomi ad arrolarfi in vna compagnia alquanti de'fudditi cafioai jfuoi doueuano quefti , elTendo di guardia a vna porta , ri imetterla al Duca . Anco quello di Parma, che miraua ad occupare Cento, luogo che da' Territori) di Ferrara, e Bologna poteua elgere contributioni importanti, dal Cardinal' Antonio, venuto in quelle parti con fuprema autorit di LeigatOjh diiiertito con munir', e fortificar quella Terra. In_, quelle agitationi haueuano i Venetiani fpinte nella Sacca di Gero, per efercitare la giuridittione del Mare, alcu ne Ba rche,
\
armate
588
MDCXLTI
predatifi
DELL'HISTORIA VENE TA
le
'
quali, trouatiui alquanti Vafcelli di grani, e d'oc,I5 gli haucuano, com' folito, inuiati a Venetia, dal che^ intanto dA incomodo ne*yiueri prouando Ferrara, e TEfercito, yenctial. qualche tra Magnauacca, e Volane aliati alcuni curii Ugni furono da' Pontifici]
armate,
con otto Cannoni , per ifcaricare legni fotto il loro calore, ma prouati inutili , poco dopo gli demolirono Tutto veramente con le difpolltioni degli animi, e.con gli apparati delle forze s'incaminaua alla guerra^ onde, ritornati a
ridotti
i
.
per l ceti y^nctn il Principe Luigi, Se il Pandolfini, fi ripigliarono co' Barg'f#nf^ Deputati, Nani, eGuifoni, i congrelli. Frocurauano "' glia m berini di renderli alla Francia, Se alla Spagna gelofi, fuggeFenetia Principi Italiani non s'erano tanto vniti per 1^_^ procurano rendo , che i Barberi. coie di Caitro, quanto per formare vn terzo partito, ch^_>
i
i
fp eterne le Corone.
bilanciale l'Armi , e prendere moto dalle occorrenze , quafi infinuauano agli volendo dar legge ad amendue le Corone , progetti di Lega, fopra i quali, e per haSpagnuoli continui trattenen dole con uer pretefto di reintrodurre Miniftro, s'inui dal Vice R di propofitio Napoli a RoiPia il Reggente Cafanate. Ma egli non giunfe nidi Lesitofto, che, effendo rimoflb dal Cardinal Barberino il timoihe re, non lo trouaffe lontano dalle fue ftefle propoile, anzi in fomiglianti trattati implicato con la Francia, ancorch foffero i Tuoi oggetti pi veri di trattenere amendue le Corone fenza conchiudere. Gli Spagnuoli^, per allettarlo, faceuano contrapo. (perargli, che, con loro ftringendol da Vrbano la Lega, l'auni dlnfof
&
Jie
il Gran DuCattolico indurrebbe Modona, jperanTj ca afiicilitare l'aggiuftamento di Caftro: Se il Conte della. d Tomc- Rocca, G,i da Venetia partito, fi port a Firenze, a Modofce. ina, e a Pirrna, per eshortar quei Principi alla pace con of'ferta della fua mediatione, e con pronofte a Odoardo, che,
da 6pa
con
gna
torit elei
&
econdlct adhcvQDo al partito Spagnuolo, gli fi f^wcr^^ ^i(-j,xj^P (ji Caftro, ricompenfando nel
""
Tarma.
procurerebbe la re/Hdi Napoh' con proaltri Siatil Prefetto. Tutto cadde preftamente, perchei gli Spagnuoli variauano dali'intentione, getti de' Barberini a e quei degli Spagnuoli a' Principi non teneuano fondamento Trattante gli affari ftranieri palfauano con importanti accidenti , a grand'eftremit elfendo ridotte le cofe in Germania per grauiffimi colpi riieuati dairArmiCefaree, l 'vno app i'eiso
Regno
LIBRO DVODECIMO.
rotto
5
6^9
ilRheno, doue dal Conte Guebrian, Capo de'Vaimareli, ^l^'^S^I il Lamboij totalmente fconfitto; l'altro nella Slefia reftandoui /'^j^^^/^i
e prigione Francefco Alberto, Duca di SafTonia Lauem i^ qu^^u quale, ancorch Lutherano, l'Imperatore haueua con- mentre di biirg, fegnato vn cor]M> d'Armata con fperanza, che /eruirebbero fot- sfai tifi da gli Suez." toil comando di lui volentieri molti foldati della ftefla credenzeft i Ceza, e vi concorrerebbero quei del contrario partito, nel quale fareiegli haucua militato pi anni. In confeguenzadi quefto di- e nella altri luoghi fi die- Sitfta. faiiro Ohnitz, Metropoli di Morauia, dero agli Suedefi . tutto per difficile non farebbe flato il riparo , f l'Arciduca , che col maggior corpo d'Armata teneua afi'ediata Liplla , Citt fatale alle grandi battaglie, noiu* folle flato daTorftenfon, che volle tentarne il foccorfo,in-, anchefc teramenrc disfatto,* onde, reftando fenza difefa gli Stati Pa--^^'*;^ arciduca trimoniali, e libero il campo a' Nemici fin'a Vienna, fu egli a otto Litale la confternatione degli animi in quella Citt, che nient'^//^ , altro la preferu, che la dilatione deg ^ucdeil nel profguir'j il vantagc^io. Cefare perci comandando al fuo Ambafcia-l^^r,yfy;_! tore di ricondurfi a Roma, chiedeua foccorfi al Po n te lico^,' corre ai
\
al
&
>
ilRabata in Venctia dimandaua al Senato con inlolita, e^ grande premura tre miafoldati> per difendere i pafT del Danubio, e la Citt di Vienna 3 acciodie, trattenuta l'Armata., Suedefe, non saccoflaiTe coll'infolenza, folita de' vincitori ,
&c
all'Italia,
voutefce]
P^^fi<^(^or
'^'
^^J.
i^pnbtica\
a' confini della l*.epubh"ca. Vrbano neg VafTi faenze, col preteflo delle gelofe, nelle quali verfaua, e con' ^,^^/,,,^g poco differenti concetti rilpofero i Venetiani additando V e"l altro Italia da' Barberini turbata, e fconuolta. Anche il Signor di /frr<?^eLion, venuto a Venetia, dimoftraua la fortuna, e la potenza Z'^'^^''/"iegli Aufriaci in ogni parte abbattuta,* efaltaua ^intentloney''^^'^.^ iC delK Lodouico, che, non ambitiofo che della gloria iua, e dell'altrui libert, haueua coU'Armi acquiliata Tortona , o^ con generofit al Principe Tomafo confegnatala ., Inuitaua all' vnione conia Francia, alfacquiflo delMilanefe, del quale la [\eprt hica pur [alla Republica offeriua quella poitione, che ellafcegliere vo,
&
&
coftantemente il Senato in noningcrirfitr^/,-^^^//;le Corone, f non in ci, che richiedeua la mediatione di pace vmonicon Oltre a'progrefl in Italia, che fi fono accenna ti, {onodc gnijrancia, X di
j
Ielle.
Ma
inuacori
perfiil
6'po
DELL'HISTORIA VENETA
racconto gli accidenti della Corona Franccfe^ > che, portando vittoriofe in ogni parte fuori del Regno le ar" mi, s'agitaua ad ogni modo internamente con fiere tempefte* m CUI ere Il Richelieu, accumulando per f e per fuoi dipendenti fmifce dif furate ricchezze, rendeua tanto pi nfofFeribile a'popoli la.^ mij uva la publica inopia del Regno; e coll'oftcntare la fua iautorit , potza di e preferire la fua gloria a quella del R, gli fi rendeua graI^cheliiH ne, e importuno. Era Lodouico per natura fofpettofo, ma tunido; onde, non hauendo i Principi guardie, q\\2 pollano preferuarli dalle noie, li crucciaua in continui penfieri , conicjuw hora di gelofa per lo fouerchio potere del Minillro, horadi eT^a d' meftitia per la necefTt di fofFerirlo. Il Cardinale, perefploanimo di rare le di lui intentioni, lo teneua cinto da fuoi confidenti , Lodouico, che gli riportauano le parole, e i cenni. Inchinaua il R a trattenerli ben fpeffo domelticamente , quali per isfogo de' fuoi affetti, con alcuno de' famigliari 5 onde il Cardinale g* infinu facilmente in gratia il Signore di Cinq Mars, della_ Cafa d'Effiat, e l'efalt nel fiore degli anni alla carica di appreffo Scudiere, che in quella Corte chiamano Monfieur il il quale i* Gran infinua il Grande, con tanto progrclfo di propitia Fortuna, che in_. CiqMars. ,breue tempo f affettione del Re giunfe a fegno d'adombrare jil primo Miniftro, e d'infuperbire il giouane confidente.-; . Yfoluefi Rifoluta r imprefa di Perpignano, il Cardinale al R perImprefa fuafe d'andarui, conducendo feco la Moglie, e il Fratello ,
,
/'
MDCXLII d\ parcicolar
di Tcrpl-
gnano
e lafciando
di cui era
cuftoditi nel Bofcodi Vincenna, i piccioli Figlia Gouernatore il Signor di Sciauign. Mormoraua.* infieme col popolo tutta la Corte, che il Cardinale, dalla-, fiacca filute del R argomentando vicina la di lui morte^ col condurlo infieme con la Reina, e colf Orleans all'Efercito, da lui dipendente, e comandato dalla Migliare, (uo Nipote, e col depofitare i Figli in potere di fuo confidente, miralle in ogni cafo a difporre della Reggenza, e fi pu dire della ftelfa Cafa Reale, e del Regno. Ma la Reina- ,
,
opponendo
di reftare
le
lagrime fue
a'
'
R, raccogouerno di Parigi ai Principe di Cond, e la dimandato aXon; ifefa delle Frontiere di Fiandra con moderato Efercito
a San
il
Germano
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LIBRO
ti
D V O DE CIMO.
691
Ghifcie, part, precorfo daiMareiciale--> mdcxlii della Migliare, Tempre fcclto dal Cardinale airimprefc di
d'ArcourtjC
di
maggiore momento. Pcrpignano in poca diftanza dal Mare, VI s mca 1' e da' Pirenei, Capo del Ronciglionc, riguardeiiole per cfqiuiite Fortificationi della Citt, e Cittadella, & all' bora guernito di numerofo prefidio. Non credendofi perci facile J'efpugnatione con la forza, fu rifoluto blocarlo , & impeGli Spagnuoii con.^ dendo i viueri, vincerlo con la fame eilher quattro mila Mofchettieri vi fcortarono da Coliure vn grolTo d occupa. conuoglioj onde fi conofciuto necelTlirio chiuderla porca_j re Coliure del Mare, occupando quel luogo, dal Marchefe di Mortara tra que. difefo con tre mila Soldati. Per tutta h Spagna gli a p para ti, j^^-^^^'^'^^^
.
f Francia haucuanofurcicata grand'appren[tuiofidd^ fione. Ma tra tante perturbationi il Conte Duca public nella Corte per /LIO illegittimo Figlio vn taleHenrico; fin' all' vn figlia^, bora non folo nafcofto, ma derelitto a tal fegno, che , na- fuo nath' uigando difperatamente all'Indie, haueua paffati pi anni in rais. efercitij fordidi, e vili. Ora l'Oliuares , per isfogare certo genio d'ambitione, e di potenza, l'introduRe con gran difpendio, apparato al feruitio del R, indotto ilConcftabiie di Cartiglia a dargli la Figliuola per Moglie, con fcando- induce do
la
molfa del
di
ni
man
&
Grandi, che non coftumauano in Spagna pre- parimente R a di ferire ridolo del fauore alla chiarezza del fangue- Amando chmrare pofcia, per ammantar' il trafcorfo, d'hauer' il R per emulo per fuo Fi del fuo efemjMO, l'indaffe a dichiarare, per fuo Figlio, Don glio Don. Giouanni d'x^ullria, all'hora di tredici anni, nato di Donna g/o^^m vile, & ofcuramente allenato , & a conferirgli'! titolo di Ge-i^^'-^^Ai^ neraliflimo contra il Portogallo coirafliftcnzadi qualche configlio. Tutto ci feguiua con ifdegno, e mormoratione di moki, perche nelle maggiori premure delia Monarchia , C^^ndonsla vedeuano diiratti gli animi, e conuertiti thefori in attio-K^'^^ n5& in {pck inutili, e indegne con abbandono de' Regni ,1 e con difprezzo del legittimo heredc, che ancora fi trattene- feruda. u focto la cura, e fi poteua dire , catnuit della iMoglis^; mente im
gli altri
il
i
lode
Le voci, S: voti di tutti follecitauano l'vfcitadel |il R ad vfcire di Madrid, & alla Frontiera accoftjrii, men Hj' contra tre quello di Francia s'intendeu a giunto inNarbona, accio-] z.o(/o^fo.
ideilo ikiTo
Oliaares.
vLnandofi
Xx
che,
69Z
MDCXLII
DELL'HISt'ORIA
VENETA
f rvnoalle conquide veniiui in perfoaa, l'aicroalla dialmeno di lontano fi prefentalTe. L'Olinares, dubbiofo, chc Rvfcendo, de gli atEiri ^'illuminarle , cheTinformaiTero altri dell'i nfelicit della di lui direttioae, bora con^
che,
fefa
artiltio
occultando i pericoli, bora efaggerando gl'incomodi, e fopra tuttole fpefe, che la moffa del R necefaria menla
\diiceft
chiedeua , tentaua fermarlo . Il R tuttauia, preualendo con volont fua quefa volta a quella delFauorito, volle portarli a Saragozza, ma con lentezza tale, che, vfcito da Madrid non con militare apparato, ma quafia diuertimento tra delitie, e hiftrioni bora arreftandofi per goderli , bora dil camino fempre progredendo pocbiffimipa'Ti, taruercendo ordinato di arriu, e pi tarde riufcirono le moffe dell'armi Non pofi per da tendo Cobure attendere tante lentezze, ordin il Conte DuOliuares Hfoccorfo ca, che ad ogni prezzo f le portafTelbccorfo, e noneflendo di Ccime l'Armata Nauale allellita, fi tentaife con k^to corno i\\ Caualeria d'introdurlo per terra L'efecutione riufciua pi difficile del comando, perche conueniua attrauerfare la Catalogna con Fiumi,e Montagne d mezzo,fenza viucri, con gl'inimici al Fianco, e alle Spalle . Ad ogni modo il Conte Duca, lontano da! foUecta pericolo, e folito nelle cofe difficili arrogare a f ftefib l'efitol dolche f prorpero,e deli'auucrfo incolparne la fortuna, gli efecutori, n-^ neanifchi ftaua, che s'azzardafie , anche con euidenza di perdere Dunque, fcelri tre mila buomini a Cauallo, com polli per la maggior parte d'Oifitiali riformati, fotto il Marcbefe di Pouar, fu tentamanda a to il paffaggio ; ma il Signor della Motha Odancourc feguitani Paefanifottrahendo i viueri, e tagliandole ftrapcrderfi jdogli, nferame (\q^ fi trouaroiio prcfto gli Spaguuoli fcuza pane, e fenza fo^^^^f*^'" raggi tra' Monti, cinti talmente, che, nonv'eifendo modo di ^-"i^^taglia , n fcampo fi raffegnaronocoirinfegnejcoiri^nn;, ^rndendo e co'Caualli prigioni Cos fenza fangue sfiorato il mcgb'o delfi CoImre, e sat /.ile forze Spagnuole quelli di Coliure continuauano per la dkmo mfie fa^ quando la Migliare, penetrate le muraglie, con mina fece vo^^^^ ^"^ cifterna^ onde per mancanza d'acqua capitolarono,& in^^onde atfienie il Caftello di Sant'Elmo in fito vicino, eminente All' taccafi Terpigna hora f a Perpignano porto l'affedio, honorato dalla perfona '^del R Lodouico,mentre il Cardinale languiua in Narbo na per male
eglcon- te a
,
&
&
DV OD
,
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O.
69S
molto tempo. I Francefi p,ue, e pe' tagli 5 crcdcuaiio prclla? e felice l'imprefa, fiipponendo, che nella Piaz.z,a qualche mancaiiiadiviaeri (i prouaiTe. MailMarchefe Flores d'Auila, Gouernatore, liripartiua con grande mifuIo cnicciaiia gi
doffl
Car
dinaie indifpofo'm
occultaua, appunto per fomentare il concetto, che pertalcaufa douefle prefto cadere la piaz,za; onde i Francefi dalla fpcranza delufi, rifparmiafTcro ii fangue, e la forza>^ , e protrahendo l'affedio, fi delfe tempoa'foccorfi. Durando perci qualche mefe, procedeuano in Fiandra le cofe con f- con pr.. ' licita de gli Spagnuoli , impercioche il Melo, non potendo ^t!!!l per la dilanza inuiare in Spagna foccorii, procuraua d'apportare follicuocon diucrfionctrouandoficon inftrutiflimo Efcrcitodi venticinque milafoldati Ricuper per tanto Lens con facilit, e laBaui gli fi refe. Di uife le forze, minacciaua_ pr egre de poi d'inuadere da due parti la Francia, e per opporli, effen- dogli Spi gnuol in dofi feparato in due corpi l'Efercito de' Francefi^ riun il fuo fiandra affali dentro i Quartieri il Conte diGhifcie, d'improuifo, lo Sciatellet t'afcuratamcnte fi tratteneua . Il che appreffo Conte fi fiiUi con la fuga, lafciando il Campo con ci , che dentro vi fi trouaua, in preda a' nemici. Da quella parcon disfa te, eh' molto efpofta, poteua il Melo penetrare fin appref- cimeto del fo Parigi, e ve lo configliauano alcuiii, perprom onere nella LinmicQ, lontananza del R in quella vafta Citt confufioni, e tumulti. Seminano altri, che al Rrieno fi portaffe l'Armata, e riparaffe quei danni, che dopo la rotta del I.amboij rileuauano i Cattolici da'Vaimarefi. Il Melo, tenendo dal Conte Duca_, precifi comandi di non impegnare TEiercito in cofa, che di^ fi dHCYt i uertire poteife le forze da quei vaili difegni, che machnvuzyfi'^^^^ ^^. corruppe il frutto della vittoria. L'Oliuares fondana nel!' in^'^^[J^^; tclligenze col grande Scudiere, il quale, ricambiando con_,^i deiC odio i benefit!] della fua efaltatione, mcditaua contrail Car- b/-i//^r^^. dinaie vendette, perche que(ii gli haueffe impedito l'honorem fondati odij] d'entrare nel fegretoConiiglio, il titolo d Duca, e Pari, e sugli del Cinq le no/.ze ccn la Principeffa Maria d Niucrs. S'haueua egli'^^ lars co.i |auueduto nelle confidenze col RvC, che il Richelieu gii CiitraB^chc ircndcua moleilo, in confeguenza era p: tollerato, ch?_i[/^>
ra
,
gli
&
&
ama-
<554
DELL'HISTORIA VENETA
5
MDcxLK tannato
il
'
di valerfi de' mezzi , che poteil'ero abbatterei Cardinale. Ma inefperto, e dallambitione rrafportato, err nello fceghere laftrada. Conorcendo d mancare di partito y perche non baftaua il prinatofaworedelK a munirlo contra la puWica autorit, che ftaua in mano delCardinale, cerc altri amici ^ e prima dVfcire col R di Parigi, sVni, ePfendo Mezzano il Signor di Thou, col Duca di BugHonj&am(tccoftan duft^uegli bidue poi airOrleans s^ap poggiarono , per hairer l' applaufo a Buglorty e il nome dVn Principe del fangue Reale., Staua rreans y oltre airimpatienza della vita priuata, contra il Cardinale irritato, e per antiche caufc, e per nuouo foffetto, che moche con. rendo il R 5 egli penfafie d'aflumer'in f la Reggenza. Fu e^rtam la perci rifoluto disfariene per ogni modo, &: offerendofi dal morte del Bughon Sedan, per piazza di ritirata, cad3e in rifleffo, che Cai di naie /offo to-niancauano di genti, di danari, e di credito, per fo-ftenerffy \londiprox per intraprendere.- Per procacciarfene i modi, inaiarono Spagna il Signor di Frontailes, che con fegretczza profnIS"^!^'^.^!^^ 'Pi e tra da coiroiiuares conchiufe trattato , nel quale a titolo di prk Coi me muouere la pace generale , il feruitio dello ItelTo R Lopublicauaf eifer' opprelTo dal Cardinale , fu conuedouico^che tonchH' nuto 5 che ridotto [''Orleans in Sedan gli canfegnajje il I\ Catdendacol. tolico dodici mila Fanti ^ e cinquemila Cauall con qnattrocef^tff toliuares
,.
mente permeffo
&
nuoue genti , / necefanj apparati di qu eJi^ Armata daueffe comandare il DuCannoni.. e ca feffo con due Adarefciali di Campo , che farebbero flati il 'Buglion y (^ il Cinq Alarsi ^ella di Fiandra fecondajfe di buon^ concerto l'imprefe Al Duca coll'afsiflenza d'^vn Adiniftro Spagnuo^
,
-per
Iettar
lo ft
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pcrmetteffe d' accordar pace- , neutralit con quelle Promndel ^gno y che la ijolefjero chiedere , cfclufa pero la pace gele
nerale tra
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Corone
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con^
gli Spagnuoli
doJiperl''gajJ'^
Lf'^^'/^yj'^M/^/-/
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miraua da Contrahenti molto pi oltre, che alla loia enmnz del Cardinale 5 perche, f afpirauano gli Spagnuoli alla |difcordia,& alla d iuifione del Regno , 1 Orleans anhe laua
il
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Conqueftotratf"
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LIBRO DVODECIMO.
69$
alIaSouranit, almeno a partecipare della Reggenza Gli 'MDGXLTl altri poi, penfauano divendicarfi delfauorito^ diprocacciarfi vantaggi. Ma perche credeuano i mal contenti vnicamente opporfi alloro difegn la perfona del Cardinale , deli- di cuiU berarono d'ammazzarlo, e che ilCinq Mars TefeguiiTe, non fciafiVefc\ folo come pi ardito, ma perche tra le guardie encraua con_. i:utione al minof oiferuatione, e maggior confidenza. E l' hauerebbe CinqM^rs gli nel viaggio appreflb Lione potuto adempiere a Briara, elfendo che ve lo trou mal cuftodito j ma f n aftenncj defiderando, che in si gran mutatione dicofe l'Orleans foffe iri_. Corte, pure, con oggetti forf pi vafti, giudicando , che legato cosi prefto il Cardinale dimezzo, reftaffero languidi, e difcrcditati i tentatiui,che s'appoggiauanopriicipalmenteair odio comune, contra di lui concepito. Il Cardinale, penetrati i difegni, giunto il R a Perpignano, fi tratteneua, come!A<'P^''f/;
'
detto,
rezza,
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&
inNarbona, credendo di i^are lontano con pi ^^^^-?-^^r^^f^ anche ne'cafi eftremi non l'abbandonando laviuaci-j^^?^';J^^^
dell'mgegno, faceua da* fuoi dipenden-
anzi da'Cirugicifteili publicare la vita fua deplorata j accioche con tale fperanza s'afteneOero i Congiurati dal macchiarfi nel fanguedi chi la natura doueua ben prefto eflere pi gifta homicida , Il R , per diffenteria, nel Campo s'ammal gra-
co
molta
contingenza della fua vita infurfe in Corte toyifufton^ g^an diuifionc, anzi in tutto l'Efercito , alcuni adherendo alla <ieiucou\ Aiigliar, chefofteneua il partito dei Cardinale, altri allo Scu-^^!!'^^'^^^'^! diere, che fi dichiaraua per l'Orleans. La falute, breuemen-j te ricuperata da Lodouico, diflip quel rumore, dando per mo- ^^^ '^f^j do allo fteflb Scudiere, per trattenere il R nell'auerfioiie con- ^^^ tra il Miniftro, di cauare dal fucceflfo argomenti dell'autorit fouerchia del Richelieu, e de'penfieri fuoi alla Reggenza Il Cardinale, accortofi di non tenere pi nellafFetto di Lodouico prefidio, e vedendo anzi allombra della di lui conniucnzacrefcere il partito de' malcontenti, pens di ritirarfi da Narbona,dojue non fi credeua flcuroj ma, prima di farlo, fupplicilR, pregio il, _ che andaile a vederlo, per ilhccarlo da' mal contenti, per|^'*^^/''''|-'*i
nella
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uemente, e
jniuegliare in lu coll'eloquenza
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coli' arte
rifentimcnti''*^''''''^
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69^
p/iDc^LniefTer
DELL'HISTORIA VENETA
totalmcnto perduto, e perci a gran paffi , ancorch in '"''^'^'^'^^ftagione peruerfa , fi fece dalle Tue guardie portare a brac'faudito j' cia'in certa ftanza d legno, doue in vn letto pofaua, verfo allontmui. bagni di Tarafcona, per auanzarfi poi in Delfinato, e in-. Prouenza, doue Finuitauano iGouernatori di quelle Prouincie, eh' erano di fua dipendenza. Gjunfe in tal congiuntura rauuifo, che alla Frontiera di Fiandra il Ghfcie era flato rotto, e che Parigi fi trouaua in grand' apprenfione. Non_. mancarono giuditij di molti , che , efiendo il Conte ftrettanel blfo' congiunto del Cardinale, caufaffe per negligenza affetgno mag mente tata quel finiftro accidente, accioche nella confufione delle^ nore cofe il R conolcelTe 5 quanto gli folle neceffario il Miniftro,
;
ripofaua . In effetto a Lodouico altro efpediente nons'affiicci,che d'inuiare dietro al Cardinale vn Corriere con mftanze , che a cos repentino emergente applicaf'e gli opportuni ripari, a migliore difpofitione de' quali defideraua egli feco in alcun luogo abboccarfi. Ma s come laftefia Fortuna contraria del Regno allaprofpera del Cardinale feruiua, cos riport egli molto maggior pr.fitto dal Cafo ^ perche , continuando il camino^con modo incernel quale
l'
intelligenza del
Regno
fi
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*^^i"
tiffirao gli
venne
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in
mano
al
il
Mcorda.g}^ Spaguuofi
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Egli
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,
il
leans con
gli
lui
fteiso
e la
Spa^
gnuoli,
nuialo (
diua, l'ingratitudine dello Scudiere, eia perfidia degli altri^ pergli affetti allo fdegno , portofi[^ a Narbona, accioche fuori del Campo con ftrepito minore feguifse i'arreiiojfece porre prigione il Cinq Mars, ilThou, ordiItalia fegretamente , doue il Buglion s'era portato nando in al comando dell'Armi, che lo ftefso di lui s'efeguifse. Poi s' iui auanz a Tarafcona , doue il Cardinale fi fermaua , abboccatifi sfogarono fino con le lagrime ^\i affetti, 6c i paf-
Lodouico-
abbandonando
che ftc
duce
(u>
Se iui,
&
Isicrhona
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tiitncfia.
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Con-
&
giurati,
abboccafi
poi
in
Tarafco.
chegh
nel
nacol Cdr
diuiie.
!
icdc^c potenza confiftefse contra- concetto, che le forze iln:niere,e i'infidie domeftiche il maggiore piefidio^.
nella di lui
'""""
In
LIBRO
In
tal
DVODECI M O
6o'j
c^^^-'^^^j^i^corlJi
perdono al R 5 che gliele accord aconditionedipiu nonve-'^^'^/p^j,^^! derlOjeche con ducento mila franchi d'aflegnamento fi ritiraf-'o//'or-' fc a NiTsi, Terra a' confini della Sauoia. Il Melojfuanita hUfins.
fpcranza di Tufcirare in Francia s grane borafca, fi port apprefTo Scdan, almeno per indurre la Madre5ela Moglie del Buglione , ch'era fiato in Italia fermato prigione dentro Cafale , ad ammettere nella piazza prefidioSpagnuolo. Non gli' riifcij perche crederono quelle Principefe di non hauere della_,
vita del
il
preferuarla
Dunque,
dalFArcourt, terminarono gli Spagnuofi la CamIpagna dalla parte di Fiandra. Sotto Perpignano riconciliatigli animi del R, e delMinifl:ro, econ la concordia inuigorit^-- [anco dcll'Armara le forze jconcorfa molta Nobilt dalle viciIne Prouincie,fipreparauano i Francefi di refifl:ere a'tentatiui Ipii rifolut5che publicauano di voler'azzardare gli Spagnuo-
gendofor%.a all'arai
mi.
L'Armata Nauale di Spagna fotto il comando del Principe Gian Carlo de' Medici, Generale del Mare, doueua fecondare per acqua ilfoccorfo, che ilMarchefe diTorrecufo tentar voleua per terra Ma , ritardando fmoderatamente le mofle Perpignano confiinti dopo pi mefi d'afiedio i viueri, & il PreifidiOja'Marefciali di Sciomberg,edel]a Migliare finalmente fi Idiede, mentre il R fi trouaua con fiacca falute alquanto difco;flodal Campo. Fu la perdita di quella Piazza importante a igli Spagnuoli,e grauifiima alConte Duca, che,perdiuertirla,
Ji.
.
,
rendefi]
T?eYpgniU
Xo
crucciaua particolarmente il dubbio, che, f la profperita'^f^c-/e?;e| jde' fucccfifi foileneua il Richelieu tra tante contrariet, la^olmre jmala fortuna llancafie in fine verfo di lui Taffett ione Reajle Fu fama, che nel Gabinetto del R s' introducefie querulo 5 e addolorato , e che pofl:o a' ginocchi con lagrime.^
.
Irarfi
fuenarfi
Mondo,
che lo perfeguitaua, e che il R, chiella con! aUasadti] apprenfione la caulii, intefa efre la refa di Perpignano Jja di er- 1' abbracciaflC) e lo confola ffe^ tutto a fcriuendo alla difp o-te^^^<?-^^|
&
fitione
^pg
DELL'HISTQRIA VENETA
Dopo Pcrpignano anco Salfes cadf"^^^ ^^ tempo fotto il Marchefe di Leganes ^" ^"^ Slt'^^^5 Cora di comparue l'Efercito, che confifteua di venti mila Fanti , e fei
MDcxLTiIf^tionc de' Diuini voleri.
\Sa!fcs
i
ccfnparfo
mila Cauallij ma, tentata battaglia col Francefe, ch*erainfe rioredi numero, nel principio pieualerono gliSpagnuoli^ma
infincle,
fercito
.
con poco
profitto.
occupandofi fouerchiamente in ritirare tre Cannoni guadagnati nelle prime mirchie la Motha Odancourt , rimeffe le genti, caric la vanguardia, difordinandola Sopragin fine,
,
.
ben toflo
confumaft
decapta-
giunta la notte ambidue gli Eferciti fi ritirarono , ognuno afcriuendol la vittoria. Gli Spagnuoli, occupata Aitona, debole luogo, e pi debolmente guardato, prefto fi confumarono per ifcarfezza di viueri, che doueuano di lontano, ^^ con eccedente difpendio condurfi 11 Rtchelieu trionfaua de gl'inimici interni, non meno che de gli ftranieri^ perche-^ ,
.
toft a Lio^
Perpignano5f in Lione al Cinq Mars, al Thou tagliane Cinq ta la tefta, e minacciata la ftefla pena al Buglion, egli firifMars y e *catt con la confegna di Sedan al R, alla quale il CardiThou nal Mazz.arini tra* terrori della Morte, e le fperanza di gran efalnatofi ricompenfa ve l'induAe. Serui al Richelieu fommamente in_. Baglio n
refo
.
&
con
la
con
d
.
il
defiderio
fegna
StdoH
hauendone egli alcuni ftipendiae tutti fi pu dire dipendenti, impiegarono col R gli offitij, e l'Oranges particolarmente, poco meno che con pretefli, kcc dirgli, che nel creduto precipitio del Cardinale.^,
rij,
contra l'antiche fue inclinationi haueua configliatc 1^-^ Prouincie a porger' orecchie alle tregue con Spagna temendo, che, mutandofi maflime col cambiar del gouerno, alterar fi potefle con nuoui fauorici la fede della Corona verfo i muore mi Tuoi Collegati . In quefto tempo la Reina Maria , Moglie , fcTMHmt Suocera, e Madre de' maggiori R dell'Europa pellegrinan, te in Colo ^ do fenza ricouero , a fpettacolo dell'humana miferia , in ConiaUl{ei lonia mori in hofpitio pouero, e mercenario, fcacciara dal na didre Parlamento di Londra, efcluf da gli OlandsfijC derelitta da ci pure gli Spagnuoli . Anco quell'accidente dal Cardinale , come_> annouera {prezzatore della fama, fi connumer tra le fue felicit giuntofi tra la ne gli occhi del Mondo al pi alto punto, ma felicit di te veramente Fjchdieu in lui contaminate dalle inquietezze, e dalle infermit. Haegli
, >
ueua
RO DVO DECIMO.
& m
egli per Tvlrima
699
MDCXLTI iieua fcopcrci molti delle guardie Reali compartecipi nelle..; chefioper particolare il Signor di Treuiltrame del Cinq Mars, ti altri co^
le,
pruoua
plcinelln
chiedergli, che lo Congiura della fua autorit, e della paticn^a del in oltre, che per feco abboccarli fi trasferiffe del Cinq licentiaffe,
&
San Germano , e permettefe , che le guarporge nuo die di lui s^interzafTero con le Reali a fua maggior ficurezza ueHHanSe ne turb veramente il R, che amaua il Treuille, ecom- T^edB^ prendeua quanto foife la dimanda infoiente, ma dopo qual- che non che giorno di refiftenza, proteftando altrimenti T Cardinale pumndi m^nonon di ritirarfi, Io compiacque, credendo, che la guerra, dall'amcontentar bitione di \\\\ promoffa, e gli affari, inuiluppati dalle fue ar- lo. ti, non poteffero foflenerfi, e fcioglierfi, che dal fuo ingegno. Ma, quando il Cardinale fi credeua quafi efente dalle maconfuvicende della Fortuna, la natura volle efercitare le fue ragio- mato da' ni,' perche da vari] mali confunto, la morte lo rapi a' quattro mali
fuori del Cartello di
,
.
Mars.
Dicembre nel cinquantottefimode'fuoianni. Fu Armando, ^rmai Cardmale, e Duca di Richeheu, di nobiH, ma ordinari; Na- muore.
di
tali,
raro efem
pio dipYQ
tidime tenebre, non lafciano difcernere, dou'habbiano a ten- digiofafor dere del Deftino \z leggi, s'applic ne' primi anni agli ftudij, tma poi alla vita .\ Chiefa. Sempre a cofe maggiori anhelando , diede a conofcere, che da ogni angolo di Fortuna fi pu giungere ad nltiflirni gradi, purch Thuomo ardifca di crederfene
degno, e
nel
di
promuouer
Corte,
s*
, e riufci, nel feminare difcordie, comporlc, tanto eccellente, che l'arte mai gli manc, e poche volte labbandon la Fortuna Se nel fauore s'introdufse, f lo god, fu contra il genio del Principe, che l'innalzaua. Inimic il R con la Madre, col Fratello 3 ii pu dire, con f medefmo^ conftringendolo a concedergli Tautorit, bench
.
to dal
li,
R, ma fempre
infidiato dagli Stranieri. N mai delle profperita fi fianc, n difper delle cofe auuerfe, nelle quali, il cafo gli comunicaua accidenti, l'ingegno gli iw^'gmu^ configli . Difarmata in Francia THerefia, abbattuti i Grandi, fneruato
il
popo-
700
MDCxLiijil
DELUHISTORIA VNETA
popolo, & i Parlamenti, ftabili '1 vigore del Regio comando. AirincontrOjVfiirpato tutto il potere a f i]:effo,temen^ do la ficurt della pace, e pi ficuro flimandoii tra Fagitationi deirArmi, fu autore delle guerre, e di lunghe , e graui calamit, con tanto fpargimento di fangue, e di lagrime, dentro, e fuori del Regno, che non marauiglia, f molti l'habbiano publicato per huomo nella fede fallace, atroce negli odij, infleffibile nelle vendette. Ma certamente, lafciandofi
pi efatti giudici) dell'intentioni, e dell'opere, non., gli fi pofTono denegare quelle doti, che ilmondo folico d* attribuire a' grandiilmi perfoniggi, accordandoli inconfefla re co'fuoi partiali gli fte/T Nemici ch'egli^tali , e tante n^- pofiedeua, che, doue haueffe diretti gli altari, hauerrebb? portata la felicit, e la potenza. Quefto pu dirfi, che., riunita la Francia, ioccorfa l'Italia, conftifo l'Imperio, diuifa F
Dio
Inghilterra, indebolita la spagna, egli ftato rinirumento, fcelto dalla Prouidenza del Ciclo per la Cataftrofj dell' Europa. Il R honorata la di lui morte con lagrime, eia meJagrmata'j^^QYi^ con laudi, agit tra molti penfieri intorno alla fcelta_* nuouo Miniftro per dubbio che dopo vno si grande, e si \7itadaLo^^ accreditato, folfe ogn altro fpre^zato da'mdditi, e non ftimadottico cheflmJto da' Principi Amici. Guftaua anco la libert del comand tua f//' fenxa l'ombra d'vn Fauorito importuno. Ma, pi to (co auuez.\ikttione 2,0 a lafciar'cfeguire gli altrui, che a proferire i propri] confttiufciua timido, &irrefoluto. il Richelieu, difponenda MintirO' B^h lanche in morte della Reale volont, haueua lafciato hercde 'del pofto fuo il Mazzarini, pregando il R a Ibbiliruelo, 8c mantenerlo per importante feruitio della Corona; mentre, yifJbll ^
,
j
&
-.
fceilMa':^inf:rutto
%frim
da lui de gli afEiri, de gl'intcreffi, e difegni, l'haueua trouato in tutto d'ingegno tanto eccellente , che pareoa nato a quel folo, a che veniua fecondo le occorenze variamente impiegato .11 R , confortato dalla Moglie , non inchinaua a lafciare la direttione delle cofe a' confidenti del morto, per l'odio, che vniuerfalmente vedeua contra il di lui nome. Perci afpirauano molti altri al fauore,ev'impiegauana J'artidi Corte, che vuol dire, fraudi, e rigiri, di che ^\^\ naufeato , ouero temendo , che con la mutatione^ejioujtde Mini^
'
^^
L
,
R O DJ/OJD E C IM^^
aif.iri,
il
701
dell' vidcxlu
eia felicit
i Maggiori di con nobili, ancorch ma, (degnandone primi dalla militia , che Capitano di Fanteria eferclementi , cit in Valteihna, paffando al negotio di Piemonte, daquefto alla Prelatura, & alla Nimciatura di Francia, e di l alla ftretta confidenza di quella Corona, con la di lei nominatione al Cardinalato, pareua giunto doue non gli additauanon
primo porto, e
fliuore.
Venendo
lui dalla Sicilia, egli era nato in tenui, principi] della Fortuna :
Koma
Richelieu cadente, fotto Perpignano, egli pens d'allontanarfi dal fulmine, e procur d'efler'inuiato in Italia fotto pretefto d'aggiuftare le differenze di Parma col Pontefice; ma, ricufandolo il Duca, come fuo diffidente, per vecchi difgufti, per la_^ dipendenza, che il Mazzarini dal Cardinal'Antonio teneua , feru quell'intoppo di sbalzo alla fu a fortuna; perche, col rifurgimento del Richelieu dall' infidie , continuando alla_. Corte, pot fuccedergli anche nei pofto. Egli per eftero, e fenza appoggio, anzi coll'odio, che dalle ceneri itefie del' Richelieu furgeua centra quei , ch'erano itati fuoi confidenti, conofceua defercitarc vn precario comando . Perci fi gouernaua di modo , che , a Lodouico lafciando del gouerno il guito ma allegerendogii'l pefo , pareua Minillro pi torto , che direttore dell'intentioni Reali. Verfo gli altri poi procuraua, ciie CI, ch' tanto inuidiofo, folfe in lui refo grato dalla modeftia. Cosi con oflequio al Principe, con liberalit a* Cortigiani, a tutti grato ,ecortefe,s'introduire con general' applaufonel porto ,& infieme sefpofeall'attentione del Mondo, doue forte per terminare cosi grande sforz-o della Fortuna
le fue
meno
proprie fperanze.
Vedendo
il
ANNO M
Fl la di lui
DC
XLIII,
che ajjlcu
prima cura aficurare i Principi Collegati della raucofla Corona,che non farebbe cambiata coitanza di perlirtere nella lo-j ^^ ^"^/-f^/^
roau.icitia, e co' Principi d'Italia ftudi di conciliare la mag-^^^'j.J^' gior confidenza, come quegli , che fotto il Ciclo mede li no nz-^^cola coro to, e negli affari di quella Prouincia verfato, vi teneua Tin- U^.
1
cima-
yox
MOCYLIir clinatione
\e
I
DELL'HISf ORIA
,
VENETX
pacificare
,/coPrf>'
[ma.
migliore, e perci fi di aio ftr foilecito in procurare la Pace tra il Pontefice il Duca di Parma . Nel putv to perocch voleua incalorire la mediatione, accadde che l'Ambafcatore Fontane col Lione fi ritirarono dalla Corte di i^oma. Picciolo n'appariua il motiuo, perche, hauendo Vr-
&
jin
de' Domenicani*! Padre RidolCapitolo, tenuto da quella Religione.^ Genoua, perche gli Spagnuoli, riferbate le ragioni al Rifcifina nel
il
j^^^^^^^^dolfi, elefTero
Francefi con gl'Italiani 1 forcFmrt-Mazrarini, Fratello del Cardinale, hauendo il Pontefice annullato il Capitolo, accioche a nuoua elettione fi procedeffe, cefe TAmbafciatore di Francia pretefe, che ci folTe contra la parola datagli di foftener il Maz:zarini, e forti dalla Corte. Parendo troppo lieue il pretcito, bench'egli mirafie principalmente a renderfi propitioil nuouo fauoritOjCfaggeraua altri difgufti, e tra quefti,che non fofle ammefib l'Ambafciatore Portoghefe, e che fi folfe fprezzata la mediatione del R nella delufione de' trattati col Duca di Parma La Corte per in Parigi malamente fenti, che s'impegnaffe tant'oltre, Io felfo Cardinale abborrendo, che fiotto il manto del fa uore Reale comparifiero cosi prefto al Mondo i fiioi priaati interefli. Per quello procur, che l'Ambafciatore con qualche fodisfattione apparente in Roma fi rimetteife, 3c a nome del R furono i Venetiani richicfti ad interporfi, non oltante la loro confidenza si fcarfa col Pontefice per le cofe correnti. Ad ogni modo impiegarono offitij, ma il negotio fu pre/lamenperche, conferita al Padre Mazzarini la Carica.^ ^^ ^opto cheref ^^ Macftro del Sacro Palazzo, e allettato con maggiori (pi^vftrejt ranze, lafci cadere facilmente le fue precenfioni al GeneraUiifce t
i
. .
-^
Roccamora,
&
Im^i da Bar
,berinoon vaile pr
poftef co.
Dunque, reftituito l'Ambafciatore alla Corte, s'impiegaua con maggior calore, che per l'addiecro, nel componimento di Parma. Tutto per fcnza frutto, perche il Cardilato.
fonde
il
maneggio'
che ne' trattati, e perci, inuiato l'Abbate de' Bagni a Firenze, proponeua al Gran Duca, Che a Odoardofi defje l'affolatione delle cenfure con le for^ me contenute nel Cerimoniale ^ che al Figliuolo Maggiore Llnue-nal Barberino pi confidaua nellarci,
,
l'occupatole e e tto^
LIBRO
Calh-o
,
D VOD
E C
MO
705
Aionralto
Cannone fon aff s Tali propofte, conferite dal Gran Duca a' Venetiani, furono di comune configlio rigictate, parendo inam- venuto a yenetin il milTibili al Duca di Parma, e poco decorofe alla Lega, che Duca di fi dichiaraua proteggere queirintereffe. Per quefto in VeneMoiona trattati, elfendoui giunti il CauagliereGiotia l ilringeuano uanni Battiila Gondi, primo Segretario del Gran Duca, per
i
&
il
Duca
di
Modona,per
affinch le
';
[ne preter
raccomandare al Senato, oltre a' publici,anche i fuoi priua- (ioni co' Hauerebbe egli defiderato , che fi comprendeiTe- Vontefici ti intereffi ro nella Lega le fue pretcniioni co' Pontefici j ma quefte, im-^^^P YC. portando molte, e grani difficult, non poteuano, che trop-Lj'^'^"^"'^^^^j p altamente turbare l'Italia, fenza che ogn'altro de' Colle- nonpuh^ gati hauerebbe hauuto ragione di produrre le proprie di non 'co^/^^mVt?! minore momento. Fu per tanto rifbluto, che i primi ogget- Untemo^' ti non s'abbandona {fero di proteggere il Duca di Parma. , procurare la quiete, e rifentirfi anche del difprezzo delle tratAla nella pendenza di tali negotiationi il Duitationi pallate ca Odoardo, follecitato dallo fdegno, e dal feruore del genio , efpedi fotto i Marchefi di Sciabuf, de Odoardo Scotto circa tremila huomini a piedi, atrauerfodeirAppcnninoper la Lunigiana, a imbarcarfi, doue sbocca nel Mediterraneo la odoardo^ Magra, fopra alcune Tartane, frettolofa mente raccolte, con medita la [forprefa fperanza, che, fmontati alla fpiaggia. Se occupata con faci
.
.
improu'fz
debole Roccp, di Mont'alto, riufcifle loro impofleflar di C<ijro fi di Cartro nello ftordimento improuifo della forprefa. Per fecondare il difegno., e per diuertire le forze nemiche, egl con mille cinquecento Caualli voleua, come l'altra volta, entrare nel Bolognefe L'horrore del Verno, e la difficult di m<irotii\ ialla len- fuperare le Neui, ritard tanto la marchia della Militia,che tc7^. ne precorfero a Roma gli auuifi, onde vi fu tempo d'alleftire la difefa, e rinforzare la Piazza. Ma ne meno vi giunfe[or ro i foldati del Duca, perche, appena imbarcati, e fciolt^_-> e dalla t una idif jle Tartane dal lido, le rinfacci cos fiera borafca, che,fpin gn. ite a Gcnoua, a Porto fino, conuennero gittate l'anchore, j& iui faluarfi . Mancati i viueri, che fcarfamente furono caricati, &i danari, parte della gente peri, &c il relfo sbanlit
la
&
VENETA
,
dH Ambafciatore Spagnuolo che opportunamente Tinui a rinforzo del Gouernatore di Milano, che Da quefto accidente publicauano i Baraffediaua Tortona berini 5 comprenderli, che la Fortuna del Cielo haueua militato a fauore della loro caufa su 1 Mare. Moftrando poi dufl/;/?j'e^<fbjj-3j.e^ che il Duca, irritato pi torto, che fianco da mali ^^^'(^^-rucceil, difegnaire occupare quella parte del Ferrarefe, che ^^"^^^^p oltre al P confina con la Republica, diuifaua il Cardinal* parecchij, Antonio piantarla Lago fcuro vn gran Forte, eilender'vi-L^ Ponte biVl Fiume, e tirami catena, la quale ftaua efporta fopra gli argini con ogni a imparato, per fortificarli di qua dal
affoldata
.
P, e fpngerui gente. Se i Venetiani s'erano nel principio commoffi , quando da* Barberini vi s'niuiarono alcune Guardie, e s'abbozz qualche Forte , che, per euitare all'hora le (he corn- geoie,fLi prellamente intermcilb , fi alterarono al prefente muotiono tanto pi. quanto che fi vcdeua il dileguo di chiuder' il FiafiTflfl^^^ a gli altri, e facilitare il tranfito ali'Efercito loro, che^, i yeneti. paffando di qua dal Fiume, poteua fcorrere fn^all'Adice, oc,
a fuo piacer^^ cupare, almeno deuaftare il Polefene, lafciauano per tanto mtendere di non effer per inondarlo. Si orsndecorn. tollerare la nouit, e la violatione d'antichiflimi patti, mettono dinarono a Giouanni Pefari, Caualiere, e Procuratore ,foftialGeneral tuito nel Generalato di terraferma a Luigi Giorgio defonto, Tcfari che con valide forze nel Polefene fi portafle a indennit delle cofe loro, e per impedire la fabrica del Ponte, per diche [pitiftruggerlo, f lo troualfe gi fatto . Egli, fpingendouifi fubip^ nel gafi Fanti , e groffb numero d CaualTolefel" to con fci mila cinquecento douepJ^aQrh^ caus, che il Cardinal'Antonio ne fofpefe l'effetto . to iw^fy-i Irritati in tal modo gli animi, fi pungeuano in ogn'incontro . ^romfegU i j^^ s^^ca di Goro vn Vrca Fiamminga, carica per Ferrara
&
&
ZuarliE^^no,
.
Barche armate, che, fintifi pefcatori doue il mie Ivi s' introduilero, forprefa, e condotta a Venetia, impeden,\]Slunto y chiedendone la rilaffatione , hebbe in nTporta, vodofi con ler' il Senato efercitare la Tua Giuridittione del Mare. Conlegni ar~ iifcato il carico, fu il legno a preghiere de gh Olandefi reflir/,iitlcd. da vna Galea mereIO d tuito a' Padroni* Altro Vafcello fu pure leuato F Ci rara. btro la Torre di Mag nauacca. Ma non oiante , che tutto alla
fu da'ibldati di
rottura
LIBRO
&
D V D
E C
7o>
rottura tendefle, i Collegati difapprouauaaoi frequenti tenta- ^j-r^^^"/ ^* '''^'^ tini del Duca di Parma, perche, non potendo fortirbene per do Codela tenuit dcWc forze , gli euenti infelici diminuiuano vgual- giti alle armi. Egli ad ogni continue il credito delle fue mente il vigore, modo /mpre inquieto 5 e impatiente chiedcua il paffo per la prouocatlo nidOdoar Tofcana, per andare con mille, e cinquecento Caualli, e po- do ca gente a piedi al riacquifto di Caftro . 11 Gran Duca lo de- (he richic
i
.
concerti in Venetia, fi de Upafo Anzi per reprimere_^|^^ ^*"^^ rifolueffe con maggior fondamento ^^'^^ qualche licenza , che poteffe prenderfi , inui gente alla cu- ma non ftodia de palli , mentre dall'altra parte il Principe Matthias cfcgueni con fette mila huomini guardaua il confine, che teneuano gli dolo. Ecclefiaftici armato, per le voci tanto frequenti delle moffe del Duca Odoardo. Eglifapendo, che i Collegati inchina- confa peuano a dichiararli pi fcopertamente a fuo fauore , mentre uole dell* in Roma dalSauelli, dal Cafanate, e dai Fontane, per nome intentione delle Corone , viuamente interpofti gli offitij, haueua pi chia-i^^^^'^'^^^'^ ramente comprefo non poterfi col negotio fpuntare la reftitutione i Cafro, inui a Venetia il Conte Ferdinando Scot- fpedifiea * Ito, non per partecipare a Congreffi, ma peroiTeruare i ma-i^^"^^''* neggi, e le rifolutioni Anzi, richiefto d'entrare nella Lega, come non lo ricus , per non difguftare Principi contrahenti, cos amando impegnarli, e ilarfene fciolto, trapofe diucrfedifficult, particolarmente fopra il comando dell'armi, che anche ne' loro Stati pretendeua a vicenda col Gran Duca, e col controller Duca di Modona . Ci non arrefaua la negotiatione de Depu- tendofi da Deputati tat5che conueniuano in tutti i punti,eccetto che i Fiorentini procon varie poneuano di formare due Eferciti,rvno in Tofcana,e l'altro nel CQnfiilte Modonefe,per operare da pi parti , Se i Venetiani diffentiuano di tanto allontanare le forze,per dubbio,che i Barberini faceffero diuerfionc in Polefene5ma proponeuano d'occupare con le loro forze al primo paffo dell'Armi le ripe del P,per aflu^urare il traghetto del Fiume,coprire lo Stato loro^e facilitata la congiuntionedegh' Eferciti,aprirfico' Collegati il commercio. All'incontro il Gran Duca^conofcendone la conuenienza,e il profitto, jdubitaua di rcrtar'egli in quel mentre efpofto a'perico]i,e perque-
neg
fin a
fto inlfteuajche
prima di tutto
fi
Yy
To-
MDCXLin
70 5 Tofcana con le forze fue^ con lemilitie i trounuano nel Modoncfe, e con altri
le Caiialli,
DELL'HISTORIA VENETA
della
Republica, che
e
la
ripartiti tra
il
Duca diModona,
Republica,*
l^/^.^^^^jHaneua lecoiei deboli Reggimenti di Fanteria di pi nationi, Se altrettanti a Cauallo, con vn di Dragoni, otto pezzi d'
-and la guerra, quando pi appanna abbattuto, tronco le_^ %o;/Pd lunghezze delle confulte, facendo fapere a' Collegati ^ che, la ;zc.^.r/;V;SyiecefTit elfcudo in lui horamaiconuertita in ragione, per non dojt Dnca< pQ^Qj^ pjj^i foftener le militie , conueniua condurfi nel Paefe Nee ^"-^^ ^Yico Alla participatione and congiunto Teffetto, perchedi forze gi in marchia fi ritrouaua lungo ilP, chiedendo al Duca di Mantoua per lo Tuo Stato, nel procinto di pigliarfelo, il paffo. j-^ pc, Minuto r, -j-T^ r ledati
,
cosilafciauafi fguarnito ilModonefe, nel quale, f fi fofTero i Pontifici), non foloopprimeuano in_i pochi giorni quel Duca , ma , diuifi gli Stati de gli altri , refta^l^]^^^ i^^^o i difcgni , i concerti fconuolti . Per pi fcttimane ( berimdm uigGY-ft. idibatt querto punto con gran comodo de' Barberini di validae/^fo ,-nente armarfijc di fpingere a Ferrara, a Bologna milite* ^^^ }^ Ducadi Parma, con animo fuperiore alle forze reftau^ .* Ijarloa'Col farha'co . .\ ,, ,,
ftefla.
,
Ma
internati vi
&
&
r-JLTn
&
Artiglieria;
fortificato
ma, accioche
il
camino^
che giace fopra T ramo di P, che chiamano di Volan^^j UhUbban doueil Panaro con altri canali vi entra, era flato munito ^'^^^^ FortiPicatoni da'PontiScij per ferrar l'apertura tra ilMo, ^vlrn^i'ia '^ |donere,& il Fiume. Francefco Murriconi, Napoletano, che \ni da qHali con cnqucccnto Fanti , e quattrocento Cauallilo cuftodiua , '^f'^g^iefia f bene dal Valanz confperanza di pronto foccorfo confoi\tclata. j.^^^ .^ refidere, appena vdita vnafcarica dalle genti del Duca^ 'oppraggiunte nell imbrunire della fera ^ vicinanza del ForJt^ cadtn" doin iQ)o te, f ne fuggi, feguitato dalprcfidio, in Ferrara, dou'heb* pvtcYc, bepoi tagliata la tefta. L'occuparono dunque knza fingu ^^^^^"'^S^^j>e per non dar tempo a' rinforzi 5airalirorto la StelT'cTt ^'"^^^ *^^^^> ^^ ^^^'^^ meglio difef per quello portauaranguftia ' ^laiAutL del luogo, cadde tuttauia inbreui momenti. IlCardinal'Ani^/.' /Irli Uiio- gip cr tomo per oftare a m^tggiori progred delDuca, 8^ ofieruare ^ jo/-';-'u/;t>/i.|cij che poteifc intraprender aLega, s'accamp immediate a HjIIcchefuz^JAuQo deliro di quel
da Tonti. lafciatala con la Fanteria, che feguitaife a entr nel Fcrrarefe , e giunfe al Bondeno,
paflb pi lento,
&
LIBRO D
V O D
E C
O.
707
^^^^'"^
a Hofleria niiLia, opportuniffimo (ir tra Ferrara, e Bclogna. 1 Collegati, fcntendo le molle del Duca, conobbero, che troncate lediHcLilt, coniieniua conchiudere, mentre , doiiendofi miioiie re l'armi, compieuadi farlo prima, che, i popoli fi rifcuore/Tero da quell' improuifo fpaiiento, il Cardinal' An-
le forz,e, battelfe, fcacciaffe il Duca di Parperci a*ventifei del mcfe di Maggio fottofcntto da_^ ma. Fu quei Mini (Iri, e Deputati, c'haucuano llipulato anche l'altro onde con in Venetia, vn nuouo trattato, nel quale inherendofi pure a sdenta accrefcere a diciottomiU concbiudo quello dell'anno paffato, fi ftabiliua, a qual maggiornu-miCoUe. due mila fctteccntoCauallile forzs fanti, e """'' mero l'occoyycnza -portaffe , Due corpi J ^oleuano formare d'Armata, gati
tonio, raccolte
t'Vfw in Tofcana
to
il
gran Duca con altri mille Caualli^ e due milafanti ^ f foffero oltramontani ) ouero tre mila, f d'altra natione che gl'inuierebbero i Collegati L'altro doueua'v?iirft nel 2\4odonefs^^ in ambidue lo Stendardo della Lega fpicgarfi In ognuno^ per direggere l'operationifi (labiliua 'vna Confulta col ^oto de* Collegati, de* quali la pluralit preualcffe L'occupato haucua da tenerft a nome comune,fina tan,
.
il
Duca di Parma
.
gli Eferciti di
Tofcana
,
e del
ALodonefe
il
fofe prefente
a 'vicenda
ohlgaua a contribuire tre mila fanti, e quattrocento cinquanta Caualli, quando offe inuafo alcuno de' Collegati , Quanto alla mofla dell'
concerta
Venetiani occupafero le ripe del P ^ e nel tempo medefimo le genti, ch'erano nel Aiodonefe, potendofinire anche quelle di Parma, fortendo in Campagna fecondaffero il tentatiuo Poiyfpingendo i Fenetiani oltre alfiume l'Efercito ,fi formafi due corpi,e s'inuiaffe il numero pattuito inTofcana fero fenz^ che
fi
Armi
concert
Che
do in dir e
YemojTe
la confulta del
Adodonefe
potejfe
impedirlo.
Da
liomafi richiama-
AliniftrJ ; da t^enetia , e Firenze fi licentiauano i Nuntt'i^ fequeslrauano le rendite de' "Barberini , e della 'vera intentione fi della Lega , portata folamente alla quiete al rifarcimento del
i
,
nano
^
5
Duca
yini .
'''^^'
di
Parma ^
fi
daua parte
a'
le
gelo-
fi^-iChefi
Le ga
le difpofitioni
ma,
'
il
buon ordine
^d'efe-~
Yy
'joS_
MDCXLIII d'cfeguirle
DELL'HISTORIA VENETA
fdavarij accidenti turbato , perche, f ben^_ grand'vnione, e coftanza appariua ne' Principi, ad ogni modo effendo gli Stati^ e le forze diuife, bene fpeflb fi perdeua gran tempo in comunicare i configli, e concertare le rifolutioni. Accadde in quello procinto, che, accrefciutofieftraperduh- ordinariamente il P, temerono i Venetiani, che il Cardinal* hinonfie Antonio tagliaffe gli argini, per affogare il Polefene, &: imnomipedi pedire le moffe dell'Armi 5 colformarfi d'acqua vnavaftatrmte dal tacea. Perci comandarono frcttclofamente al Generale,che gli glio delT non ancora foffe pronta la mofprcjame occupafe,benche nel Modonefe \u'mpojo fa. Confifte quel tratto di paefe, che appartiene a Ferrara, in \fi al Te- due ftrifcie pi lunghe, che larghe La maggiore5di cui la terra \fari^che s' capitale Trecenta , fcorre da confini del Mantouano fino alla iwp/idro Polefellajdoue con breue fpatio lo Stato de' Venetiani, affacnifca degl'i ciandofi al fiume, interrompe l'altra, che oltreaCrifpino tieargini jnc pochi altri luoghijC pafa dalla Polefella fino a' confini d'ANella prima, trouandofi qualche For/^Jdria,pure de' Venetiani ^P^^p
.
^^^ca'tificationcjC prefidio,fpinfe il Pefari tre corpi di re tre par Melata dalCarrucci, Colonnello delle nationi
te
t'ite
gente^ IVno a Croata, e Albanese diretto, l'altro a Figarolo pinumerofo col Caualiere della
.
Valletta; aLagofcuroilterzo, dal Conte Giouanni Battifta_ fuhhame Porto guidato Per tutto furono i pofti occupati con facilit, te f tim. nella parte di fott05abbandonata da' Pontifici] , baffo inuiare e chine prendefeil polfeffb. Il Pefari a Trecenta fi conferijper rifiedere,& ordin,chefoffero migliorate le Fortificationi dilaa Figarolo in particolare piantato vn go fcuro, e Melara, Forte Haueua a queft' acquiffo afpirato anco il Duca di buon Parma; perche, effendo dirimpetto alla Stellata, voleua dilatare per le fue genti le contributioni, e i quartieri Appunto s'accoftaronocon Barche alcune Militiealle ripe, ma dalle Venete fi trouarono preuenute, non fenza qualche amarezza del Duca_.
&
dell'interefe,
.
chela Repu-
Seguita l'occuparione predetta, anche dalla parte del Modonefe vfcirono, prendendo [or ti [cono ^^^'^ Chicfa roff^a, l'Armi della Republica con alcun^ parmen P^^^ le^nelMQpoche dcl Duca, perche le Fiorentine, conforme all'arbiDnca-^ \do}2(fe, itrio, che conccdeua il trattato , erano flate d al Gran
bblica vi teneua,s'acquiet facilmente
ri chi a-
LIBP. O
DVODECIMO
&
109
richiamate iiiTofcana. All' bora i Venctiani iniiiarono oltre I^^dcxliii al P altri fci mila Fanti , e mille Caualli, per accompiere all'obligoloro, bench il Pefari ) che vedciia il nuouo acquifto delle ripe reflar pi debole , !k efpofto a qualche accidenaftretto da ordini replicate, malvolentieri vi difcendeffe 5 ti gl'inuiafe in due volte, prima la met fottoii Valletta,&in fine il recante con Camillo Gonzaga, de' Principi di Bozzolo, vJtimamente con carica di Generale dell'Artiglieria condotto a gli ftipendij della Kepublica . Il Cardinal' Antonio haueua a gi ilCar effendo la Terra a fronte- Cento trasferito il fuo Campo,
&
din al'jln
tonio
ac^
fi
fortific di
,
di Ferrara
campato/i
Collegati sloggiarlo, e fu inuiato il Valletta ari- a Cento, i conofcere il pc^o con fette compagnie diCaualli, e quattro- donde Collegatt cento Molchectieri ma per difetto di guide giunto tardi, ^_-> procurafcoperto, attacc ad ogni modo vna guardia auanzata . ll^nodislog Matthei per foilenerla, forti con groilo di Caualleria, e fiigarlo. rifcald la fattione a tal fegno, che, preualendo i Pontifici] di numero, il Valletta fi ritir, foftenuto da altri ducento huomini, e da'Mofchettieri, difpofti con buon'ordine lungo le ficpi. Se i foffi. Scoperto con tale fcaramuccia il quartiere del Cardinale, pm del fuppofto forte, e munito, verfarono ma fco^ tra molte fluttuationi le confulte, e gli animi de' Collegati j\P^^^^^<*^ opponendofi allofpedire le militie concertate in Tofcana, Sc^*^^^^^^^^ munito tentare progrefll il diflurbo, che dal Duca di Parma infurgeua, perche, hauendo i Principi tenuto per fermo, ch'egli nonfoiie per ritirarfi da quella vnione, ch'era conchiufa per fuo Patrocinio, aiuto, haucuano ne' riparti fatto capitale eccitano delle forze di lui in quel numero, ch'egli pure haueua eshibito, il Duca di Tarma a cio di mille quattrocento Cauallijfeicento Dragoni, e mille concorre, feicento Fanti . Lo follecitauano perci a fottofcriuere alla^ reinqiid. Lega, almeno a contribuire alllmprefe la fua perfona, e che ini io le armi. Egh con varie fcufe, di fortificare porti occupati^ all' Imprs odi riftorare le Truppe, e col chiedere , che afblutamente fi. fttrahe s'obligaffe laLega alla ricuperatione di Caftro, le ne fottradofi egli
auanzarfi,
i
,*
&
heua, perche,rtimandod'hauereconleguito l'intento coll'occupationedi quei porti, i quali per la nece/ita delpaflb dd P
con efcufa
tioni.
~'
Y y"~s
iCol-
710
r-;
i
DELL'HISTORA VENETA"
,-
Collegati erano aftretti di foftenere non fi curaua pi ofrre5& hauendo tanto in Tuo potere, che baftau^per fargli re-^ ftimaua meglia rinianerfene fciol-' ftituire lo Stato di Caftro ro Cominciarono dunque nel bel principio a languire tra corfeggia TArmi nel Modonefe. In Mare impiegauadojii.tan ritardi, e. difgufti to da' F no i Venetianivna parte delle loro forze, infeltando con fd le ne ti Galee, e con barche armate fin'ad Ancona le fpiaggie q-j \fpagg.sd' rompendo il commercio. Occuparono anche dopo qualche- \idmonx tiro di Cannone la Torre di Premiero , che poco appreffo da
MDCXLII.
,
.
^
I
I
sbarcati
ItlCefena
ticOjlo da
sbarcarono alCefenatiquaranta Fanti, con quaco, dou erano diprefidio duccnto ranta Caualli, e prefa la terra per forza, fu incenerita dal fuoPontifici) ricuperata, fu demolita, e
ncggo
progrcdc
dopitre
<i'
Confni^di
torco
co, che nel combattimento s'accefe. Fu puranche apprelfo Premiero occupato, e demolito vn picciolo ?orte, hauendone gli Ecclehaftici fatto vn altra pi addentro, & a confini di Loreo Niccol Delfino, Proueditore, forprefe di notte coiu. che, detto delle Bocchette^ vi haueuano gli Ecfcalata quello clefiaftici negli anni addietro coftrutto. Le Torri deirAbbatey e di Goro s arrefero , minacciate le guardie della Forca , f vo
,
occupato
ieiferoafpettar'il
groffa, e facile da
per
\
le t^r
de a^grefde
Collegati
\fioni
\
auuiando
diede. Egli fcorfe all'hora oltre al P, e deuaftando il Paefe ,fug due compagnie di Caualli, che ftau a no in quartiere a Cologna. Poi afllili Codegoro, dou'erano raccolti feiceiTtoFanti,educento Caualli, per tentare la ricupera d Arriano, per altro difegno,& iuile militie Albanefi, infuriatefialla vifta del fangue d'alcuni loro offitiali feriti, entrarono con tant empito, che, indiilintamente tagliati a pezzi quafi tutti gh habitanquel ti,e ifoldati, e pofto il fuoco, incenerirono fieramente
. ,
[jlCardi
j
luogo IlCardinarAntonio,oireruatalt fofpenfione e la tarnaie ve/fo danza de Collegati neirinuadere ilFerrarefe,e dimando, col \UModone portare loffefe nello Stato di Modona , d'impegnare ni^S^^" di Caniente l'Armi loro in quella difefa, v'inui dalla parte douefor Caualli,- che ^/'itelfranco il Matthci con mille Fanti,& altrettanti
iprcnti
\cHne
\^''
\
tsr-
apci^i
dit
-Mon-
LIBRO DVODECIMO.
Montagna.
Il
711
con tutto F Elercito lofeguit, coftcggiandoli'I Cardinal' Antonio noii_.' to dei Me molto difcofo. Deldcraiiano i Collegati tirarlo a battaglia, de fimi perche, f non maggiore il numero, era certamente delle loe
,
Duca coIProuedicoreConaro,
ro militie pi veterana, e prouetta la diiciplina. Rifoluerono d'inueihrc fottogli occhi di lui Creualcuore, buona Terra del inuiarono, per tentarla,con milFerrarefc, ma niente forte, le Fanti, e quattrocento C;?ualli il V^alletra,che,diuifa laFanteria in tre parti, Ihm d'occuparla con vn femplice aflalto .
che
rifot.
nono d^nt
ta:are
&
Creualcuore
.
Trouato il Folfo largo,&: acquofo^fece condurre due piccioli Cannoni, per aprire la muraglia, il che diede tempo al Cardinal'Antonio d'introdurui foccorlo, e d'attaccare ilValetta, il abbandonato dalle Coraz-LC, fu donde quale con poca fanteria, ailretto a ritirari con difordine , 6c a lafciare nelle ftrade.^ coperditi ^ fangofe vno de' Cannoni impegnato. Haueua egli lllecitatoj/s'nwia tutto rtfercito.cheftaua non molto lontano, a muouerfi^ ma-wowo il Duca , e gli altri della confulta, per quello fconcerto mutato configlio, e ponderato quant' importerebbe, f accadendo qualche finirtroreftaffe in preda il Modonefe a nemici , fecero alto. De' Pontificij poco fu il danno oltre alla morte d'vn Capitano di Corazze Francefe. De Collegati ne mancarono circaducento, e tra quefti vn Capitano di Fanteria, vn' altro reftando prigione. Profeguendo pofcia i Collegati ftcffi la^ marchia, confeguirono di far'vfcire dal Modonefe il Matthei, abbandonati tutti i pofti, eccetto cheSpilimberto. Airiiorali \ Cardinal' fermarono per qualche giorno a Buon porto, Antonio s'aqquartier a SanGiouanni. In quel mentre il Granj
&
&
Duca,
portatofi a SanCafciano, haueua fpinte le Armi i^]Jycfomir Campagna fotto il comando del Principe MatthiasjC la divct-cowmdo' efperto Soldato ,Uelvriui: tione d'AlcirandrodalBorro, valorofo, Barberino gh fpinfe incontro tra PitiglianojC Sorano vn cor- ^Z^^. Mdt-i
{^^^?'^J^
&
fa milafoldari (otto il comando del Duca Fderico Sauelli, che, come Barone Romano, e fuddito della Chiefa conuenendo obbedire alPonrcfice, tu da Cefare^, ad inlhnz.a de' Collegati , depofto dall' Ambaiciata, che per nome di lui ffteneua in Corte di Roma. Non ottante per tale oppo fitione, s'inoltrarono i Fiorentini nello Stato Ecdi
cinque
^^^'
in
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eie-
Jl%_
c(nnota
acqui
DELL'HISTORIA VENE TA
il
MDCXL'Ir cleisafticojcpiefo
bili
della Piene 5 don* il datijappena attefo il Cannone 5vrcrolamente armato difpada. pimeYna. tefi nello Di l il Borri con ottocento Caualli, e due mila fanti fece fino ad Staio Ec, Oruiecovnacoriajobligando il Sauelli a ritirarfi pi addentro. clefiajiico Airhora Monteleone s'arrefe5& accoftatefi appena l'Armi a l'^irmidel Fabio della Corgna , che in feudo lo CraDHca Caftiglione del Lago , iati Le- poficdeua, vinto, per quello fi diffe, prima dal Gran Duca con gni pari, occulti trattati 3 lo diede quafi fenza difefa. Fu perci dal Ponmentefccr tefice con fentenza, e ccnfure, dichiarato Ribello. Tale acquila^ rotto lo tir feco quello di PafTignano fopra il medefimo Lago . Spiaggia la fpiaggia RodiF\Oma. Anche le Galee del Gran Duca fcorreuano chiedenti mana ^ ma egli inftaua alla Republica , che gli ( rpedilfero cone<>li o a maggiore rinforzo dell'Armi le genti, nel trattato promefueniiLi Yin fe. Dimoflrauano i Venetiani d' hauer non folo adempite le
i
forte paffo di Buterone, attaccarono Citt prefidio , ancorch di mille cinquecento fol-
forzidalla
obligationi, con inuiar' oltre^^al P tutte le genti del loro riche dima parto a difpofitione della Lega^ ma anche di foprabbondaJra hauer re, guardando a comune comodo le ripe di quel Fiume con fupoaio propri) foldati, diftrahendo con altro corpo di gente a' confiobbligo ni di Loreo i nemici, &obligandoli con barche, e Galee aldell' .ACla cuftodia di lungo tratto di paefe^ oltre che conueniuano cordo fornire air Efercito nel Modonefe viueri , carri, e cannoni col loro tiraglio, e prefidiar' il Finale, terra pure del Modonefe, che', pofta tra: f acque del Tanaro , mirabilmente feruiua alla comunicatione co' pofti, guardati da' Parmigiani , e colPaele, occupato di qua dal P. Ma ogni fconcerto veramente da' due Duchi nafceua, Fvnonon riufcendo d'aiuto, e l'altro ferB^publica
l
.
forte ag.
uendo
grauatada
Tarma , e
Modona,
Fiorenza
qualche
numero
Mi'itie
di
.
impercioche Odoardo ftaua ne' fuoi Forti, otiofamente mirando i fuccefT, e quello di Modona, non potendo difendere i fuoi confini, perche non haueua in campagna pi di mille fanti, e cinquecento Caualli, tratteneua tutto rfercito de' Collegati occupato in coprirgli lo Stato j ancorch la Republica, per difimpegnarlo,gli eshibifle il f^oldo di dm mila Fanti , f potefe raccoglierli de' iuoi {udditi-, degli Stranieri. Perci il Gran Duca fi content, che per alCaualli gli s'inuiaffcro fin' attanto, che i l' hora qi^ttrocenro
di pefo
,
tre
'
mila fanti
che dopo
"'
"
mo lte
LIBRO
D VOD
E C
O,
715'
Republic.i haueiia dalla Francia ottenuto d far leLiar*inPro-|^^^c-^^"' iien?:a, sbarcaiTcro a Liuorno, per fermarf inTofcanajdouel ^.?^^^"^'^''-j il Senato inui Bertuccio Valiero con titolo di Proucditore, per afliftere apprelFo il Gran Duca alle confulte, &: alFaltrc ^^''f^|^''} occorrenze. Non s'abbandonaua tra qucfte moife, pito- ^Ji^Arr ilo fluttuationi dell'Armi il negocio da*Miniftri Francefi, im- h^iator percioche l'Ambalciatore d*Am prefent vn foglio in Vene- F>anccfe. tia, che il Marchefe di Fontane haueua riceuuto in Roma da '^^''^^''^^2?' Barberino, in cui fi conteneua Di,reftituire lo Stato di Caftro ^i/I^^Jq
al Ducei Odoardo
,
demolite
la
le
Fortificationiy e riferiate
ritirate
,
le
ragioni '^Hoj'if^i^'
^ biotte
a Montifli
il
quando
Lega^
l'
Armi
di\
Duca
e perdono, offerendo Pontefice fegretamentc fpedito , per redimerlo da pregia^ , quando col preflare l'af^enfo agli ch'egli tcmeua d'incorrere
chiedejje ajfolutione
^b^^'^^'^^^^^^
atti corftj
:,
alle
fcomuniche
.
autenticafe
le
colpe di fellonia
Ma
non
eh e da
e ar
|
da'Miniilri Francefij che Barberino follecit i Cardinah Spagnuoli fa gnuoli a proponere al Gran Duca la fofpenfione dell' Armi, proponer il de polito d Caftro in mano di lui con Breue a part^^ j'tregua'd
dindi Spa
&
che
g'
quando
le, I
impartilTe facolt d renderlo al Duca di Parma_, ^iGraDHca.] egli praticaHe Thumiliationi, delle quali fi conuenif-
Collegati, oltre airamarezze, concepite per le pallite-- ncgotiationi, coniprendcuano, molti equiuochi, e futterfugij contenerti ne' progetti prefenti, e fopratuttoinfofpettiti, che cosi frequentemente li cambiaffero mediatori, e propo- dffentta fte, riprouarono la fofpenfione dell'Armi, dichiarando pcr^'^^^^^^''^^^' a gli Ambafciatori d'amendue le Corone, la volont loro eler^fj^^^^^^oj,. inclinatiffima alla pace, quando confeguirc fi potefle con tali no aliava conditioni, che la rendeffcro durabile , decorofa, e licura ,\csfidicbia\ Elfcndo in quefto tempo giunti a Venetia il Conte della Roc-/'^'^''.,^':'^'! ca, An:bafcjator'Eftraordinario di Spagna, e Giouanni d'E- '^/f^^'^l^J ralb a Firenze, non infiftendo effi, che fopra le cofc mede- ^e. fime gi rigittatc , non riportarono differenti rifpofte. I Car-' ^dinah Spagnuoli per in Roma vdiuano nuoue propoft^-^.^^'^^^^^J^^^^^^ M'vnionc del Pontefice col R Filippo, che il Cardinal^^ .^ ^;o^;;| Barberino non ceflaua di fuggerirc, per dar gelofia a' Collega- co/ /\ cat\
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^ E L r H I^ST O R 2 A V E NETA
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JMncxniTl^^M^cirid lene dolfe con protefta, jch'ella all'incontro haue-j adherito a gFinuitij che gi tanto tempo le faceuanoi' >o^^^^^^ pt^riff/lFrancefi di llringerl con quella Corona , che il R immediadetfa i\e.
te
;
recideiie. Anz,i
^fnhlca^
Napoli
hauendo richiefto
il
Pontece
aiiacone
'"^'^'^^'*^'
^^ J'inueftitura di quel Reg'io, doiinti in calod'inuafionedello Stato Ecclefiaftico, gli furono denegati, pernonefferquefta cauia della Sc\nta Sede, ma della (u caia, e de' funi congiunti , Veramente per Focc^upationi, nelle quali fi trouauano inuolte, e molto pi per lo (tato delle coie domeiliche^,
Corone non haueuano modo d'ingerirfi, che con mediatione, e con offitij, perche in Soagna con la depreflone del
le
Miniftro,
nVoyw^fojuej-no. Il
&
R
il
in
j(^^/^'
ueua verfo
morte delReficambiauailgoFilippo, da Saragozza ritornato ni Madrid , haConte Duca nel fuo cuore alquanto raffreddaFrancia con
la
folTe, che
gli veniffe
mo
verfo
affai
a noia l'infelice direttor de gli affari pure, che fifffe auueduto, effergli ftate fin' h ora dal fauorito rapprefentatelecofe
cambiato
il
Conte Vi*
Horamai molti
lafciata
dalla nc1'
da parte
adula-
fimelato
dall' vni-
ucrfali
fiereUo
dVwj&to"w
il timore, a parlar chiaro, ma neffuno ardiua d'eftione, fer'l primo, fin'a tanto che la Heina, foilenuta dall'Imperatore, con lettere di propria mano al R, e con la voce del Marchefe di Grana, fuo Ambafciatore , non deliber di romper' il velo, e fcoprire gli arcani. All'hora tutti prefero ilfeanco le perfone pi vili, con memoriali, con pugno, adafbliche voci folecitauano il R a fcacciar'il MiniRro , fumer'in f ffeffo il gouerno. Egli, marauigliandofi d'hauer* ignorato fin ad hora le caufc delle difgratie, foprafarto al lume di tante notitie, che gli ^\ fuclauano tutte ad vno tratto, vacill prima tra f medefimo, apprendendo la mole del go-
&
&
&
fo.ilp r'mmO'i e
e[tg^'^do^\iQX^do
il
Corti 5 ma in fine al confenfo di tutti non porefifiere, gli ordin vn giorno improuifament?, diriti-
Loeches. L'efegui prontamente l'Oliuares con intrepi%mtt^\czzz, vfcendo fconofciuto di Corte per timore del Popolo,
^^'^^'^^%:ix{\ a
7^.
che,
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I
B RjP
D.V_0
DECI
M^O.
.
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sporto dclln^gratia, e della grandciz,a , molto pi tenta di cai- I^^^'^l"^ tale rifoluciopcftarli 5 quando fono dalla fortuna abbattuti nc tutti applauderono con ccceflb di gioia. 1 Grandi prima
concorfero a fcruirjl R, a rendere pi maefofa la Corte; & i Poj)oIi offeriuano a gara_, gente, e danari , animati dalla fama, che il R volelTe affiimere la cura del gouerno fin' ad bora negletta. Ma, fiancandoli alpcfo, nuouo a gli affari, e con pi.nuoui Miniallontanati,
opj^reflj
&
&
ricino il
tnedeftmo
nel tedio de'negorij, e nelle difficult d varij accidenti, ficadeua infenfibilmente nel priftino affetto verfo il Conte^^
firi
Oliuares
arifurgC'
re negli
af
Duca,
f tutta la
Corte non
fi
foffe
[etti Rea.'
.
fufurro, anzi f lo fteffo Oliuares non haueffe precipitate le li fue fperanze; perche volendo con publicare alcune fcricture efpurgarfi, offcfe molti a tal fegno-, che il R ftim meglio mapofia d'allontanarlo ancora pi , e confinarlo a Toro. lui, non- corretto a portarft auuezzo alla quiete, annoiatofi^ com' foito de' grand' inge pialun' gni,- termin d mcfiitia breuementc ifuoi giorni.' Egli verag mente pofcd grandiffime parti di viuacit difpirito, e d'at- per oppref tentione a gli affari, ma, corrotte dalla violenza, che ne' fion d'ani mo muore configli lo trafportaua fpeffo a gli eftremi^ defraudate dalGrande, la fortuna y che fempre gli attrauerfaua i difegni. Non fi lama
j
I
sfor-
fci
mai contaminare da
gli
ftranieri^maglis'imputaua, che
tunatoMi
nislro
coiradulatione, col filentio tradiffe alle volte il feruitio Reale. Elercit cos gelofamente il fauore, e l'autorit 3 che per ogn altro. Impiearrogarla a f folo, ne priu i configli, gana pochi > e qucfti de'fuoi dipendenti, ma riufc casi sfortunato faggiatorede gl'ingegni, che di quanti adoper, ad alcuno la diligenza rhancando, a molti fhabilit, atuttil'approuatione, fu bene f]>eflo per le colpe, e per gli errori altrui condannato dal Mondo. Egli ofknt fempreilpotere5manon accumul grandi ricchezze^ n mnn contra la publica autorit la priuata potenza con Piazze, con efercitij con gouerni. Per qucffo, la d lui direttione f non fu acclamata, n ftierio firepitofa riufcl la caduta, n confiderata la morte. Il R veramente, ancorch publicaffe in contrario, non poteua, non voleua da s fola reggere il pefo. Onde Luigi d'Has* ro, Nepote, ma Infieme dell'Oliuares nemico, lenta mente
&
fottenfra-j
toalFauO]
re
Lnigi
.
Haro
'
infinu
yii?
MDCXLiii infinu,
DELL'HIStORlA
VENETT
e, con grande mode(Ha moftrando d'obbedire al R, tempo ramminillration del goiierno. Ma in ^con mag- Francia, conforme alia natura de'popoli, pallauano pi lregior tmiul pitofele mutationi; imncrcioche, l trouaua Lodouico tra le Hofegucdo dell'animo, e l'agitationi del corpo con eftremi languori in Fracia cure ^lemHtatio infermato. Per la tenera era del Figlinolo verlaua tra grani [ni penfieri Ibpra la direttione de gli affliri , e niente meno s'agiper la mot tauano i principali Minillri, reliquie della fattionedel Riche_ ialeinfer'jc/'lieii temendo, che contro di loro per gicorfidilguftilaRei'mt na , peruenuta all'autorit della Reggenza, fi vendicale. Rij{, dotti pertanto a feriofe confulte fopra laloro fortuna, il Mazzarini, il Bottiglier, fopraintendente delle Finanze, e fuo Fi jgliuolo Sciauigni, Segretario di Stato, tentarono d'imprimer' ^^ R del pericolo, al quale efponeua la Corona, e l'herede, iwxxi'^1'/
afsunfe in brciie
.
\la
Coo/jd.fe
il
gouerno
nella
gli affari,
Icv'tfigiiato
ma
']^af'dlafiiaj^2.
ncmica , vcrfo
non haueua
ella [>erduta
mai
incli-
^^'^jj'^^"
uerno
ordina fo^
ipralofief^
natione, e l'affetto. N riufci male il configlio, perche Lodouico in forma i Teftamento ordin la difpofitione del gouerno nella minorit del Figliuolo, Lafc'uindo alLi Aloglie il Nome de IL ^g^cnza^ ma Li forzj , e Teffetto cC Adin'ifin Al FraA tello dcmcindatio, la Luogotenenza delLi Corona, alCond il pime]
.
-per
^
all'Orleans
Stahiliua
il
iVIazc
il
e per Corjiglicri
de''
aggiungeua
Gran
Cancelliere
,
il ''Bottiglier
ci
il
Sciauigni
effer'efcluji, che
per delitto,
e ciuili
per morte
i
Da
cariche militari
,
e fubrogarft
occorrendo
A4inillri del-
lo flejfo conftglio
Nella
Eccleftafici obli.
gaua
a feguir il fentimento del Cardinal Adazza.rint Ordinaua pur anco ^ che allo Sciatoneufy gi Guarda figilli i&^l~ "^" la Duchejfa di Sceurofa foffe interdetto il ritorno nel A^K^'^^^ ^
la
odi altri
^ina
e full,
al Configlio
egiuraffe, lFcp'> Volle, che dalla Reina, e da' Principi fi fegnaffe, volont. Non poJyvifi u e dal Parlamento ^\ venficaffe quefta Tua ^ma, Jt la Reina, non tenendo partito, opporfi, ancorch il Duca
L
di
R O D V O D
O.
'717
in San Germano 5 fauorc fi dichiarafTc , ^^^^^\f'Sc^!^l il R giacciia infermo , fi formafTcro conucnticolc , e varie fat-jJ."^"^J^^^'* tioni. Ognuno fcorgeua^chc a' dipendenti delRichelicucon-';, tinuaua non folo il fauore, ma fi Jafciaua dal Re lafuprcma-,! autorit del comando, e che il Ma^zarini n'haiicuala migliori parte, perche, oltre alla dipendenza del Clero, che conladiilributione de'beneficij fi rcndeua parciale, vnendofi a'tr^ altri Minftri, preualeua co' voti, poftofi in mezzo tra la'
Boforc a
fiio
&
rendeua arbitro, doiumque piegafle Try^y^^^^^ quefte commotioni d'affetti, e difcorfi il R con inligne piet ukoxiii
Reina, e
gli altri,
fi
Maggio, nell'anno quarantefimo terzo dell'et, & appunto compiendo del regnare nello fteffo giorno il trentefimo terzo. Hauendo coH'Armi ampliata la forza la fama , la Maeft del fuo Regno, riformatolo con
refe Io fpirito a
Dio,
a'dieci d
buone
leggi,
&
illuftrato
Principi di maggior grido, f alle fue laudi non fi foife interpofJa la gloria delRichelieu, al quale il Mondo afcriife i configli, e glieuenti. Viffe, emorifenza faperfi difendere dall'arti de'fauoriti^ fu ornato di molt^> virt, di Piet, Religione, e Ciultitia, ma toller de' Mini/tri eccedenti difetti. Se Therefia fdifarmata in Francia, fi vide Egli parco nel vitto , nel veftifuori fomentata , e promoffa to, e, trattone la caccia, continente da qualunque piacere, lafci le foftanze de'popoli in preda alie profufioni de'fauonti. Col titolo di Giufto copr molti efempijfeueri ,riempitafi la Baciglia d'innocenti pi volte, e maneggiata la fpada del Carnefice a priuate vendette de' fuoi confidenti. Il Fratello fu' profugo, la Madre fugata . Per f la grandezza del nome del| Richelieu oifufc ne' farti illuftri la gloria di Lodouico, lo fot-, trafle anche da molti biafimi, fuor che da quello, che gelofo, auaro della fua autorit co' parenti, di fouerchioncfof-,
tamente connumcrato
tra'
&
prodigo co' Miniftri Lodouico Decimoquarto, che noii_> compicua ancora vn luftro della fua et, alfunfe \ nome d\ Re, e perci II vaticinauano grandi riuolte, mentre aliinterne confufioni, che la Reggenza d Donna Spagnuola, la nouir del goucrno, gli affetti de'Minillri , eie pretenlioni, e difgufti de' m al con tenti ad ditauano pr onte s' aggiung cuano
.
^^Wf'^^,'
'^^^^J''^
forze"
7iS
MDcxLiii Je
DELL'HISTORIA VENETA
forze Straniere, e rEfercito del Melo, che di diciaftV^ mila Fanti, e (tte in otto mila Caualli fi moftraua alle fronilMelos tiere, per porgere inuito, e fomento a chi volefle tentar co'^/'''''^-fe nuoue. Hauend'egli attcfo, durante rinfermit del R , je otiofamente pi giorni 5 deliber in fine d'inuadere la Francia, per promuouere il torbido pi fortemente con certa fpefi^^'^^^ ^'ranza di non trouar refiftenza , e che fpirato il R, fi fconaffettare uolgeile il goiierno. Entrato dunque con accrefcimento di pf a lugo. nuoue forze, l'Efercito nella Tirafche, e deuaftati molti luoghi col ferro, e col fuoco, inuefti Rocroij, picciola Piaz.noltr^tofi za, alla frontiera della Sciampagna, che fola credeua gli ine Ila Tioftalfe, per giunc^.ere fino a Rheims,e di l forf a Parigi rap.he. apuaB^yeTctmQnte il Cielo molto partiale Ci dimoftr in quella con^^^^ giuntura alla Francia^ perche, f il Melo, ritardando lamoffa, fofteneua in credito l'Armi, f, riufcendo il penfierod* occupare la Piazza, hauefie potuto verfo Parigi inoltrarfi a-, fomentarci partiali, e confondere gli altri, certamente dal fepolcro di Lodouico rifurgeua la Fortuna della Corona Spagnuola. Il Duca d'Anghien, Figliuolo di Cond, che, appena vfcito dalla pueritia, comandaua l'Efercito in quelleparti, col; 'affi ftenza del Marefcial delf Hofpital , e del Signor di Gaffion , alla notitia di tale attacco, ammafs prontamente-^ , /ocy?^M| quanto gli fu permeflb, di forze, che non afcendeuanoapi uicina l di quattordici mila huomini a piedi, e fei mila a Cauallo, e ^nghim s'accoft alla Piazza, fituata in vna pianura, cinta d paludi, e di Bofchi 11 Melo , perfuafo di facilmente efpugnarla_^ , facendou perche teneua cinque baftioni imperfetti, con alcune fortifipenetYHT cationi di fuori, e fcarfo prefidio, haueua trafcurata la cirfcccorfo conuallatione,il che diede modo al Gaflon di fpingerui dentro tra le fauci de gli Iteffi battaglioni nemici qualche miliil Melavo guarnigione rinforzata forti, e ricuperagliojo d'in tia, con la quale la centrar la ta vna mezza luna, diede tempo al groffo, che col Duca foh attaglia. prarriuaffe , con tanta rifolutione, che dimoftraua non ricufare la battaglia. Il Melo, fuperiore di forze, s'applaudeua la vittoria, e tant' lontano, ch'euiralfe il cimento , che anzi te.
neua per fermo rapprefentarglifi queil'occafione dalla Fortuna, per ifpianare loftacol o di guelfarmata aTnoi grandi d ifegn
"
S^al-
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r o d V o d e C
o.
719
I
allontancTcialr attacco di Rocroij , per^irchierarfi nella pianLira,eprerentar la battaglia; ma perde fingolare vantaggio,
^^i^^l'^^^Jl
na la Ti.
perche da alcuni anguflillimi pafTl tra ilbolcho, e le paludi, non potendo T Anghien s prefto dilimpegnare FEfercito, fu mn tra* dalla notte forprefo con la gente diuifaj&ilMelo non cur d^^^f/attaccarlo, con pretcfto d'attendere anche il rinforz:o del Gc*'oopportuni ncrale Bech,che veiiiua con quattro milafoldati^eper vince-' u. re, come fi vantaua,ad vn colpo non vna parte fola, ma tutti nemici. Durante la notte i Francefi fi riunirono celeremente, e giunto a Capi l'auuifo della Morte del R con ordine efprcllb di non azzardare in quella congiuntara la battaglia lo tennero occulto, per non leuare Tanimo a' Tuoi, accrcfceconfidenza a' nemici, gi che fi trotiauano paflati tant* olre tre, che con ralaezza,e decoro nonpoteuano ritirarfi, L'Efergifche cito dunque in ordinanza fii poito, e GalTion con l'ala deftra rato con fcelfe firo di tale vantaggio, che alfalire poteuacomodamentei^r^^. gliSpagnuoli pcrfianco. 11 Mclo,con errore duplicato, non cnAzioUGaL randofi piLufattender' il Bccli-^pe'l quale haueua la fera trafcu-l/^*^ rato il vantaggio dibattere vna parte de' nemici, accett pron- accetta il ombatti. tamente il cimento, e m)\ princpio g\ riufci di rompere,e fugare mento tutta Tala finiitra^ con acquifto di otto Cannoni, prigionia del Signor della Fert Seneterre, e ferita dell'Hoipital Ci non o/tante l'Anghien con intrepido ardire fofteneua \\ comando, e iiigge'^''^
&
rendoglifi ,fe
rrK^rie,e gli
non dairefperienza, almeno dalla nafcita le meftimoli della gloria, nmetteua le truppe rotte, e
conduceua
pi intere alla pugna. 11 Ga/Ton collempito naturai de' Francefi vrt l'ala finiiira degli Spagnuoli in'tal modo > che la Caalcria non pot ioftenerlo. N'era Generale il
le
|E>uca d'Alburquerque, pcruenuto aquel grado perfuiore del 'Melo,& egli a;ipunto, immemore del pericolo publico, e del [proprio decoro, fu il primo a darfi alla fuga; onde ilrefto lo jfeguic facilmente All'hora il Gaflon diede alla coda dell'ala
che vittonofci, profegiiendo il vantaggio appena ha potuto alquanto arreftarfi dal Signor di Scirot, che opueua iportunamente coi corpo di riferua {\ era mollo a incontrai la. iMa^d^improiiifo fentendofi alle fpalle colpita, pieg, in fine, cede totalme nte. La Fanteria, che confifteua d fi orita milijdiritta,
,
&
tia
"JlO
MDCXLIII tia Italiani
quanto le venne permeflb. Il Marchefe di Fonten, fuo Generale 5 haticndo per la podagra impedito iVfode'piedi.mori in fedia allatefta de' Battaglioni con gran numero di fol dati, de' quali fi videro giacere i cadaueri in ordinanza, tant' immobili s'haueuano tenuti nel pofto. Molti , lafciate farmi , con la fuga procurarono lo fcampo, e tra quefti'l Melo dopohauer dato pruoue pi d'ardire, che d' efperienza , gittato per non-, elfere conofciuto , il bailone del comando , fi falu di buon paifo. Altri cinque Squadroni , riftrettifi infieme , foftennero lungamente l'empito delGafTion, non volendo vendere la vita, che a prezzo digrandiilmofangue. Ma quefti abbandonafaltiadofi con la fu tile cinti da'Francefi,che voleuano infine far condurre il Cannone per efpugnarli, fi conuennero rendere Sq mila furono prigioni, che col cannone, bagaglio, enumero grande d'Infegne reftarono in potere de'Francefi.de' quali R trono non pi d due mila mancarne . L'Anghien , caldo dalla battaglia , e per psjlando la vittoria feroce , fi gitt nel Paefe nemico, non tanta con inadiri fcfia- cendi) rifarcendo i danni alla Tirafche inferiti, quanto fperan re il Paefe do in quella confternatione d'animi qualche grande riuolta_, ^ nemico. Ma i Fiamminghi, ofleruando anche la Francia, per la morte del R, vacillante, fi contennero quieti. Applic pertanto a pi profitteuoli acquiftijaffediando Theonuille,che, per l'im({pugnato portanza delfito nel Lutzemburg tentata altre volte, hora doThconiiil. po fmguinofo aifedio fi diede, e poco appreifo Sirch corfe Ja le. ftefla fortuna. La Reina in quel mentre fpirato il marito, fi csircb. condufie co' due Figli da San Germano in Parigi, tra lunghiddi San entrata col nuouo R in ParlaGermano me fila del Popolo armato,
fitto*
. i
,
&
,
gi coditi
tafila Rei
naaTari-
mento, affi ftendoui l'Orleans, e ilCond, efprelTe con lagrime , quafi pi che con voci additando i Figli , come pegni dell'affetto fuo, e della felicit del Regno , non iereftare, che la vedouanza & il pianto Alludeua all' ordinatione de R fopra il modo della Reggenza, alla quale l'Orleans, e il Con5
dichiararono d'hauere preilato l'affenfo folamente per non contaminare con renitenza, e con difgufti la quiete de gli vltimi refpiri di Lodouico. molti del Parlamento medefimo pareua inammifi^ibilc non meno, che nuoua. Perc iabolita
{\
LIBRO DVODECIMO.
con
721
pienifTmi voti, reft lalleggenz.a decretata alla fola Ma-| '^Ij^^ cofipieno dre del R con arbitrio afsoluto . E' per vero , che , per ha- conftntiuerne ilconfenfo de' due Principi fopradetti, fhuagi concer- fnemo le fi
tato, chela Reina gli confermafse nelle cariche, dal Re con- degretix il totAc ^y\ ferite, e continuafse nel configlio gli ftefli Miniftri. Per pribhriodeLl mo atto della fua autorit, affine di riparare qualche interno aprilaBaftifconuolgimento , la Reina richiam gli efuli, glia, e per acquiftar applaufo, imparti cariche, e doni, a_,
&
che nella Reggenza fua fperaua di far apparire tutte le virt, e nefsuno de' diAmici co- aff(cura. fetti del pafsato gouerno. A' Prmcipi Collegati, do Colle. ftantemente afferm, che farebbe perfeuerataneiralleanLejC, ^. ^ negli affetti delDefonto Marito. Quanto a' Miniftri delCon-!/ceJ,C^*^ figlio prefto appari, che defideraua introduruiperfonedimag-nc/zu/Zi?. gior fuj. confidenza. Pochi erano quefti, e foprauanzi delle ''^.e. perfecutioni del Richelieu, negletti pitofto, cheprefcruati,! ^ff^] per lo concetto di pochiffima habilit. Perci (gli altri co- ^^^ouarc minciando a temere la caduta) il Cancelliere, per foftenerfi Mimj} impieg quanto pot di danaro, e quanto feppe d'arte, gi- dd confi. dagnando quelli, che, piufamigliari della Reina, le dimoftra-^^^*^^ uano a tempo Fhabilit fua neirunpiego , e la facilita , conia quale non tanto fcrupolofamente lafciaua piegarli alle fupreme
chi
&
non ifprezzabile per la nuoua_ "Reggenza. 11 Bottiglier, tenendo dell'Erario le chiaui, come il Figliuolo maneggiaua la penna de gli Arcani di Stato, hauendo con cariche tanto confpicue, e con immeni ricchez
volont del
,
comando
qualit
ze concitato l'odio del popolo, e l'inuidia di Corte, ftim conferente a preferuare il reftante la rinuntia della fo)ramtendenza, che dalla Reina fu ripartita tra ilPrefidente Bailleul, fuo Cancelliere, il Signor d'Au, ambidue in concetto di firicera, e difinterefsata virt. Tuttauia poco apprefso anco lo Sciauigni, a titolo di vendita , conuenne cedere la Segretaria di Stato al Conte di Brienne, foggetto di efemplare inregritje de'; "^^'-''^Z^ pi vecchi fornitori della Reina . Alla canea di primo Mniro,' ^^.,K^^^' pari gra- riponendo difficile dadifporfijC da fbftenerfi,perche richiedeua do confidenzajC valore,deftin il Vetcouo di Bous dal Richelieu, // f^Jcoho hn che vi ( se, tenuto lontano . Ma egli,efsendo prima n conc etto. Bous
&
</^"
Z z
di
, ,
722
IMDCXLIII di
DELUHISTORIA VENETA
>
Corte nella catrou vn'aria nuona, & ligine di tanti affari, f/jfcifcojofcura, e paffando alla publica dalla vita priuata, parue cotra U ceme vn Fiume, che nel Tuo alueo correndo puro, e tranquillo, f/anf d quand'entra nel Mare diuiene torbido, fluttuante. Pecc nel principio centra la Tua fortuna, col non allontanare il ri* MaTizarini , credendo di trattenerlo a beneplacito fuo,per informarfi, e inftruirfi. Ma prefto conobbe, che TEccellenza deir ingegno tiene predominio in tutte le cofe. Il Cardinale, in quefto Ecclifl della Fortuna abbandonato da tutti quelli, che poco prima l'idolatrauano, non fi fmarr, nicL^ fingendo di accomodarfi al tempo, con tratto ciuile, e fomprobit
alla
e ibfficienza, giunto
appena
&
interefT,
fi
perde
tra
lamb
/'
tionCi e
inefpen-
meifo commoueua il compatimento, e gli affetti lafciando che il Vefcouo li perdeife nella granita degli affari, inuanilfe nell'ambitione del poflo . Veramente tutti quelli , che-* negotiauanofeco, fi difgultauano della di lui inefperienza_. ; ma fopra tutti fen'oifendeuanoiMmiflri della Lega d'Italia , perche, hauendoegli col fauore affujita l'ambitione d'ornarfi con la porpora, ottenuta dal R lanominatione al Cardinalato , fi dimoftraua partialiffmo alla Corte Romana . Il Maz,
zarini,
da' configli
cerniti
lontano, allegando di non poter pi comparirui, efclufo dal prillino pofto^ onde il gouerno prefto rifent la debolezza , e la nouic de'Miniftri, e la Reina pinuoua di tutti, non-.
rapeua<.
che configliare, rifolucre. Non dubbio , che-- verfo il Cardinale appariua della fteffa Reitia cert'aftctto, del ilCouemo altri ancora, che nel gouerc!Sa <li^2^cil Vefcouo ingelofitOjfufcit tenere gran parte, a formare vn partito, per a cheriloV^o di Jui fpcrauauo
dando
a
titubarne
uetfi
la
difcacciarlo
fu
d'ammazzare ilCardipublicato, cheilDucadiBofort nale,e l trouarono nelle ftanzCjC ne' Gabinetti di Corte diffeniir manda nati bigbetti con acute punture Da ci la Reina commofla fero ^cw^^lcearrellare prigione ilBofort, e comand al Vefcouo di ritialla fua refidentia. I Duchi di Vandomo, e di Mcrc/tr/'*i^^^^^ ilX'/tei<^urio, Padre, e Fratello delBoforr, vfcirono di V^ngi Cosi la Corte, c^xvc^ndo alilMa7^i.a\k n'allontan la Sccurofa
B^ina.
.
Ynu
'petto in
momenti,
diede
campo
al
K^azzarini di
ft^ ^bih^j_j
"LIBRO D
Nella mancanza
tiali
V O D E C
MO
7^5
d'altri
difleminaua, Non ben comune o-pportuna non efpndo oblig^ato allefatzi g:iudicarfe al tioni de Princip ^ o efpojio alt odio de' Grandi, I Naturali hauer parentele , ricchezze j partiti^ ne' quali confidammo trouare fcufa a Egli ydejlituto d'ogni difcfa,nonpo^ trafcnrji, o perdono alle colpe Volentieri efporfi a gli odi] i ere ,cJ9e nell'innocenza fperare prefedio. de' torbidi pronto a fottrarre alle fatiche gli amatori delU quiete,
,
.
Applaudcuano
tutti
fanoredi lui, minarlo Moki, non potendo vgualJ, piegarono pi tolto ad nale fi vide in momenti giunto quale il Richelicu nel progrelfo
&
tali
fofterire la fuperiorit
vno
ftraniero.
Cosi
'I
de gli Cardiche
a quell'apice d'autorit, alla di molti anni appena arriu con tante difficulta , direggendo egli come ftraniero , quel Regno, c'jhauendo ripofta la gloria nell'Armi, molte volte al fauore de' fuoi nahaueua ricalcitrato al comando de' R , Non vi fu difficulta, che la Reina piegalTe, efTendo turali. nuoua agli affari, e defidero ili di quiete. L'Orleans, ftanco degli efiilj, e delle agitationi pallate, di genio per altro pieglieuole , bora contento del pofto , e defiderofo d'impiegarli neir Anni,godeua qWq fommi/Toni,e lufinghedi Maz,
con
granirti^^^
&
&
ftinaua per
Fanno venturo
al
dra.
pure, aiiodato dopo le fluttuationi dell'altra Regintento ad accumulare ricchezze, perci amico de' genza, feuonti, da' quali ritraheua profitti, fi trouaua della conditione prelnte contento, feruendogli'I Cardinale, per impetrare dalla Reina tutto ci, che nnterefTc gli fuggeriua pretendere. L'Anghicn, luo Figliuolo , che guftata felicemente la prima
Il
Cond
&
gloria
djH'ArmijUon fpiraua,cheg"niornartiale, fi proteflad* ua tenuto alnuouo Miniftro, che, deftinatolo al comando Armata, gh formua anche quei mezzi perfoftenerfi, che fcarfamence
i
gli contribuiua la parfimonia del Padre. Nelrefto, Gracidi rrouandofi fenza piazze, e fenza gouerni il pooolo ,eshau(to di foflanze,e di fangue,neiruno poteua ODporfi, anzi iapplaudeuano tu:ti al Cardinale, che in quel principio oiten-
Zz
tana
724
MDCXLIII caua di e con mo
DELL'HISTORIA VENETA
non appropriare
a s le ricchezze, igouerni, gli honoris ma le fole fatiche 5 con rigor' infleflbile tenere i parenIderatione ti lontani,* ricufare le gratie, benefici] della Reina 5 e foefcmpUre (fcfme pra tutto, confidato nella fua fede, e ne'feruigi, che inten\
&
deua di rendere alla Corona , abborrire i prefidi j , e le guardie 5 contento della fna cafa e della modellia di parca famiglia. Tali furono gli aufpicij del fuo gouerno, nel quale preualendo fempre in rauore > ad ogni modo a tutti era caro Gli ftranieri per non poteuano perfuaderfi ftabile il minifrerio ,
,
lunga la quiete del Regno, e pure appar preftamente , che fi ftabili, anzi s'accrebbe di Stato, e di gloria , effendo cosi eftefa la potenza , e rautorita, che la mutatione di Miniftro , la morte del
l
f condado
li defid'erij
\jria
acoKifola-
\tone
de
a^
R, il comando di Fanciullo, la Reggenza di Donna e la direttione dVno ftraniero non valfe punto a crollarlo La Reina in quefli principi]" moftraua defiderare la pace, il Cardinale , per tenere il Popolo con tale fperanza contento, fecQ efpedire a'Miniftri di Spagna i Paffaportij&affenti, che fi defie apertura a*Congrefii> acquali '1 Pontefice deftin
&
Ufa
si' elee
Fabio Chigi, Vefcouo di Nardo, Nuntio in Colonia, e la_f Republica v'efpedi Luigi Contarini, Caualiere. Ma in Italia
tra gli auuifi dell'occorrenze fh-aniere s'ofleruauano attenta-
'^
Ila
per Tase
.
Duca di Modona
\diftraheft
[ndproprio
[Stato da'
Tontifitif
f
dond
ejji
\poicdqual
\che per dIla
f
ne
ip^zrtono.
mente i fucced dell'Armi Pontificie, Se de' Confederati Haucua il Duca di Modona, col parere del Co mmendatore-^ Vgolino Grifoni, che in queir Efcrcito a/liileua pel Gran Duca^ deliberato d'accamparfi in vifta di Caftel franco , bench il Corraro haueffe creduto pi proprio, che fi portaffe al Finale, per incomodar' il Ferrarefe, e tenerfi pi vicino a' pofti di Parma , al P 3 &allo Stato della Republica. Il Cardinal' Antonio, pre* uedendo la marchia, fpinfevnagrofla partita ne' monti del Modonefe, onde fu il Duca coftretto di feguitarla con la fua gente 5 e con duemila fanti de'Venetiani.reftando il groifo a Buonporto Voleua poi, che fi mouelTeanco quello; ma il Corraro lo deneg, perche de'viueri non haueua fctto il Ducaleprouifioni opportune , n meno haueua il modo di farli condurre dietro l'armata per la Montagna. Confeguitofi dal Matthei l'intento di teaer'Qmotoi Collegati, e nell'impegno della propria difefa , egli vfci fub ito dalModoncfe , non perdendo,che vna com pa-^
gnia
LIBRO DVO
LE
CIMO.
725
gnia d Caualli, che f disfatta dal Duca. All'hora il Valan- ^i^cxlu;' z con tutta TArmata fi mofle verfo il Finale, & il Bondeno minacciando d'attaccare alcuno di quei Forti, e perche il Duca di Parma 5 eh' altro nonhaueua operato, che romper* a San Pietro vn quartiere di quattrocento Cauall5fi trouaua ridotto foccorfo 7 a non pi che mil- Duca a deboljj'Timo numero di gente a piedi, (t\ le aCauallo, conuennero i Venetiani predargli qualche mili- Tarma tia , per guardare T efterne fortifiicationi del Bondeno . li Cor- da' Ferieraro poi , che coflreggiaua la marchia dell' inimico , fu nel quar- tiani ^ifine di tiere di Campo Santo aifahto dal Valanz con tre mila Fan- ^^^^^^^^ enfio dire ti, e cinquecento Caualli ; ma lo foftenne, e rifpinfe. ^^^i\irBonde} fentiua, che,reftando il Duca a guardare i proprij confini ,!o. gl'inuiaffe i due mila Fanti, c'haueua feco della Republica_^, rifpigncdo quelli] per inuadere il Ferrarefe, con che non folo s'hauerebbe di- gLi[ialti\ uertito il nemico da moleftare lo Stato del Duca^ ma fi fareb- deli lni-\ bero tenuti coperti i pofti di comunicatione,e leripe delFiu- mico. me, configlio, che V euento poi comprob quanto farebbe
&
'
opportuno, Ma,preualendo nel Duca il defiderio d'en- che per trare nel Bolognefe, per tirarfi dietro il Cardinal' Antonio, impedire fu rifoluta la marchia, munito prima il Finale con altri cin- iloro difequecento Fanti, che i Venetiani inuiarono oltre al P, accioche nell'aiTenza dell'Efercito non tentaffero i Pontifici] di far qualche colpo, per rompere la comunicatone, e tagliar fuori J'Armata Volendo dunque congiungerfi'l Corraro,&:il Duca, il CardinarAntoaio, che rifapeua tutti iloro dire8,ni, fece, nerim attacca pedirli, attaccare Nonantola da quattro milafoldati . l iuvOgo '^lonarir oltre al Panaro fenza ditfa di fortificati()ne,e vcniua guarda cola Joftcnti to da* Venetiani con due compagnie fotto il Colonnello San ta/i con Martino, che volle ad ogni modo foftencre l'attacco, e a. dar tembatteria di due grofl Cannoni, dando tempo al Duca, che a po ut [oc Modona fi ntrouaua, di venire co* fuoi, e co' duemila font .Q.f. de' Venetiani al foccorfo. Giunto qucib' al Ponte del Nauicel- confirin^ lo , trouollo da quattro Compae;nie di Cauilli occu pato j ma fu- do oli ug. grcffo/i a gatele peruenne a Nonantola, &oblig allancirata il nemico-, . <-io conleguito in momenti, egli pure f ne ntornaua, quan L^^ do l troa incontro il Cardinale, e f bene la marchia haue- f^e/ ri. Ila fiancata la gente, ad ogni modojvolle il Duca attaccarlo. Mor^g.
ftato
.
.
,
.
Zz
Appe-
e
-725
DELUHlstORI A VENETA
fi
,
,
molle, che prefero i Pontificij la fuga., nella quak con morte d'alcuni e tra quefti di Francefco Gonzaga, in fug Sergente General di battaglia , poco manc , che il Cardinale a Toritificij cui Ei vccifo fotto il Cauallo, non reftaiTc tra i prigioni, che arriuarono al numero di ducento I Collegati deliberarono^demoli[pianata ta Nonantola per non impegnar prefidio in s debole luogo , di honanto, paflar'aSpilimberto, donde entrarono nel Territorio di BoloU da' Cd gna, fcorrendo fin alle Porte della Citt, con danno, e terrore del legati
Mncxui]
Appena
(tendo
inieguici
che (cor
ronofihs
le porte di
al
comparire di ducento Fanti, e cinquecento Cauarir, fi occupato Il Barone di Deghenfelt, che comandaua la Caualleria della Republica , riceu in deditione Bazano, e non ftima ndolo facile a foftenerfi, l'abbandon. MaiPonrilcij, hauendoui introdotti trecento Soldati, diedero motiuo a' Collegati di rioccuparlo,comefaciImentefegu,dandoii'l prefidio a patti, che non furono
o{Ieruati,per eflerficontra il loro tenore trouata certa poluerc^- tra il bagaglio i onde jfpogliati per jftrada,reftarono tutti pricomean- gioni. In Tofcana haueua in quel mentre il Sauclli ricuperato che iriTO' Paflgnano, tagliando a pezzi ducento huomini del prefidio, fcam con prigionia del Comandante, e poi indarno tentata col pettardo Citt della Piene . I Collegati haueuano occupato Paciano,eftando l'Armata del Gran Duca con otto mila Fanti, mille quattrocento Caualli, e trenta Cannoni accampata nel pia-
no diCaftiglione delLa^o,daua tanto terrore a Perugia, che il Prefetto, che vi fi ritrouaua, non fi credeua ficuro, e dubitaua di qualch'emotione degli habitanti j onde ilSauelli, ritirato fotto quelle muraglie TEfercito,
non ofaua
allargarfi.
Sarebbero veramente
molto fcnfibili anche nel Bolognefe i progrefii, come non erano piccioli i difegni de' Collegati, f il Cardinal' Antonio non hauefle di nuouo con fpiritofo partito fconuolti i loro conligli. Egli, vedendo da quella parte coiifilkre tutto ilpefo dell'Armi nelle forze della Repubhca, per obligana alla propria difefa, & a richiamar le
flati
lue truppe, fece di notte gittarc tredici barche nel P, e pftiui fopra celcretnentc quattrocento huomini, gli fpinfe poco di fotto di Lagofcuro ad occupare di qua dal Fiume le ripe.
Gli s'opijofe
____.
il
Capitan Triton o
i
che batteua
le llrade
con
vna
LIB
RO DVO DE
O.
727
MDCXT.iri per far
diucrfone
j
vna compagnia di Corazze, ma, foprafacto dal numero, conucnne ceder Io sbarco. S'inuiarono (libito 1 Pontifcijal pollo mcdefimo di JLago fcuro, mal fortificato, e pegi^io munito di gente, e bench il Conte Giouanni Battila Porto, & ilCaualiere Marc'Antonio Strozza vjlorofamente lo rofteneflero per Tei hore , cffendo per in quefto mentre paflato di qua il Valanzcon tremila fanti, mille cinquecento Caualli, e qualche Cannone, furono infine efpugnat, e fatti prigioni Alle prime voci del traghettar de' nemici'I General Pefari efnedi Marc' Antonio Brancaccio con cinquecento fanti, per dar' al pofto affalito foccorfo,- ma, giunto alleChiauiche, & intefane la.^ caduta, fece alto, fino che il Generale medefimo, che purs' era mollo, fopragg'ungefic. Seco non haueua il Pefari, che mille ottocento Fanti, e tre in quattrocento Caualli, i mol.
pajfano
Tontificif
a lagofcH
YO
,
\
non tau
dando
il
Tefari ad
efped'trui
foccorfo .
prefidij, e le frequenti efpeditioni oltre al P, hauendolo eftenuato di forze. lui fputo, che con la libert, e ficurezza del pafTo il nemico fempe pi s'ingro/Taua, deliber di fermarli, per attendere rinforzi, chiamando dal Finale gli vltmii cinquecento fanti, che v'hauena inuiati, due Compagnie di Caualli da Mantoua, efpedendo ordini, auuifi per tutto, per coprire il Paefc&ingrofare le forze. Abboccofti
&
&
11
li
Parma, chiedendolo, che volefle congiunger- ma Odo , hauendo pochiflima gente, configli, ardo confi che s'attcndefle dal Modonefe r Armata. Tutto ci palTando glia atten con molto ritardo, il tempo ferui a'Pcntificij, per piantarui derfi l'uir itnata dati vn buon Forre, dirimpetto pure alraltro,che oltreal P pari^ 'Modofjefel mente di Lagofcuro fi nominaua. Nel Polefene veramente, iniaito e in Rouigo era ftato a quefto paflaggio grande il terroro^, approfitma 1 Pontificii, non volendo chiuderfi tra quei Canali, fi tmdofi
di
col
Duca
feco^
ma Odoardo
contentarono del confcguito vantagc,io, folo con quakh^^ Tontificif fpintaf fcorreria arriuando al Paulino, 8c a Fieflb. Il ^^enato da^ dalseuato queft' emergente commoffb, fpin f quattrocento foldati a.^ foldatefca Rouigo in prelldio, & opportunamente vi giunfe Michele^ a l\pu '^0 Priuh, Proueditore di Terra ferma, a rincorare gU animi arriuato ni a tempo, de gli habitanti. Comand in oltre, che s'i^niflero quattro il Tronemilahuomini dell'ordinanze^ che da' confini di Loreo fi tra- aitocj uagluijero i nemici, e che Lorenzo Marc ell o, Proued itore Triuli .
,
Z~z
deli'
^72B
viDCXLIII
DELUHISTORIA VENETA
^^
con buona fquadra in quell acque. Il pi pronto foccorfo dipendeua dal richiamare il Corraro, a cui1 Generale haueua efpedito ordine, che ritornaire, lafciando propria difefa al Duca duemila Soldati. Se bene il cafo della non ammetteua conlgli, ad ogni modo nella confuka di queir Elercito fu rifoluto, abbandonato il Bolognefe, ridurfialP, moftrandoiVI Duca contento di reftarecon foli quattrocento Antonio a foldati de'Venctiani. Con marchia, dal Cardinal' g'mati ji infcLtata^giunferoi Collegati al Bondeno , & mi lalmente diuerfi pafT il CorraroapproYCoUega-\ tra Veneti ftell furono i pareri diuerfi^perche
dell'Armata, venifre
!
;
\td Bon.
P, o^^erandofi per diucrlione, e^ \iino di Lagofcuro. nello fteffo tempo actaccandofiambidue i Porti tra Fe-j che xMa il Peiari , foftenendo non elTere valide tanto le forze, temendo non folle il e gono lif- fi poteffero con iicurezza diuidere, partrinel- Forte di Figaroloaffalito, ordin che l'Efercito traghettale perladiuerfitdeiropinio .-eCefulte il chefegu con qualche lunghezza animi ni, delle quali, nonfenza qualche contentione de gli f ne riport volle ognuno de' Capi informarne il Senato, che alla pluralit de' voti di quei che erano fopra alla Confuka, l'Armata in faccia di Lago il fatto. Si fpinfe il Pefaricon tutta hebbe incontro, per riconofcerlo , mille caual! , nepcten fiFO!tn fcuro, rifpintij nefegui do ;Po.* fette fquadroni diuifi, che furono facilmente i Von. " " dentro le loro lificijsfor- altro cimento, non potendo i Pontifici] eflere fortificationi sforzati, n loro compiendo fortire, per non-, efporre a dubbi] euenti quel gran vantaggio del pofto, in cui tanto giouaua loro di conferuarfi I Veneti , a quali parimen; di te non conueniua il dare battaglia, per non lafciare in cafo \ft cngono da Ventti finiftro fucceffo in preda a' nemici vn Paefe di tanta importancon quau za, ma di modo aperto, che non poteua, che coirefercito tieri conferuarfi, fi riduilero a Fiefso, per piantarui vn quartiere, fella dall e col Forte diFigarolo dall'vn canto, e con la Polc
uaua, cheli
leffe di l dal
i
&
&
proaltro, penfauano di ftringer'il nemico, e tener lo Stato il Duca di ogni modo,per non abbandonare prio coperto.
Ad
ideitiTfO
i
Hoditori'n
Campo ,
Modoue^jgli furono due mila huomini rimandati, accioche trapoco uagliafse il Ferrarefe,e difendefse il fuo Stato. Il Senato, elefi^ delle rifolutioni contento, non meno che de'fuccefii, e_gi^erano^, 1^ Proueditore in. Camp o ilPriuli,& il Corraro, ch
_
.
vnoin
ylF"
MDCXLII:
vnoin Terraferma, e l'altro nelModonefc, e nel Generalato foftitu Marco Giiiftiniani , Procuratore , chiamato il Pefari a difcolparfi di varie negligente , che gli s'imputauano,^ dalle
quali, meglio dilucidate lecofe, fu poi aflbiuto , anxi di l a pochi anniaifunto al Principato della Republica. II Giuftiniani,
efnfltui
to al Tr^fa
rllGiufli'
nian
giunto all'efercito, abboccofl co' Duchi di Modona, e Parma, eflendo a quefto da'fuoi Stati giunto qualche rinforzo di ^.-r^nu genti, e frilbluto, che, inuiando il Generale oltre al Po^ll^*l'^^^ qualch'altra militia, s'attaccaffero nel tempo medefimo i due due Forti Forti diLagofcuro. Appena fciolta la conferenza, dimanda- di Lago rono contra loftabilito i Duchi tanta gente, e tanti apparati, [curo, bench che lafciauano il Generale fenza forze, per efeguire dal Ilio furbato canto i concerti. Quello di Modona ncafcriffe poi ad Odo- dalle riardo la colpa, quafiche non voleflc riduru ad operar cofa a-chiefiedc
cuna. Dunque, bench il Giuftiniani altri mille cinquecentop^'^^'^^' fanti offeriffe, tardando i Duchi con varie fcufe a rifoluere \^^'J^^^^ forf, perche conofcendo ardua veramente Timprefa, nonvoJ^^^y5^/(^7,^'^ " lelTero azzardare il decoro, e le forze, fi port q^ fotto il ftifiam Forte, diuidendo i quartieri, il fuocol Gonzaga di fopra y V accampa
"
na
il
CarcimaF Antonio
di notte,
tofi'l
Car-
dinal"
An,
fpo
tonQ dall'altra
meno
comodo
da.
fpefsogli ftefli quartieri , bench fofsero i fuoi tcntatiui fempre rifpinti. La pifegnalata fattione fu, c'hauendo vnfolda- efpngC' to Corfo con la fuga dal Campo de Venetiani portato il Nome dofoccorft a' Nemici , pafsarono quefH in numero di tre mila fotto il Conte Federico Mirogli , e di notte afsalirono ilpofto del Generale. Datofi all'Armi, v'accorfe il Gonzaga, e furono ghaggrefsori conftrage rifofpinti Molti s'affogarono in P 3 ottanta recarono prigioni, e trquefti'I Mirogli con alquante ferite Non fu per fenza danno de' Venetiani , perche vi morirono il Carrucci,Colonello valorofiflimo d'Albanefi, e Croati il Colonfa , loro Sergente Maggiore , oltre a due Capitani , conofcitt ilCupis, Ingegniere Non olante quefto vantaggio, il G- taladiiji. ncrale s'auuide, che perla ficilitdeltranfiro , e delfoccorro|c/fa
.
&
da' Nemici
goduta, non
fi
onde
rac-
^{imprcfa
7Jo
MDCXLUr raccolte in
DELL'HISTORIA VENETA
vn foo quartiere le genti, fi ritir al Poazzo con buona ordinanza. Il Friuli infermo, poco appreffb mori, e fi ritirano gli fu fubrogato Sebaftiano Veniero, che a' confini di Loreo ycnet roftenena del Delfino, parimente indifpofto, le veci. Prima d venire in Polefene, haueua egli impediti i tentatiui de' Pontificij di paflare pi volte di qua dal Fiume 3 Anzi , fpinattacc in Cologna vn quartiere di treiurbadofi gendo d l militie per .m^re cento foldati^e con incendio della Terra, e morte di nouanta, ilcommerl i^'2L{port altri cinquanta prigioni . Anche none Galee, e due Galeazze col Proueditore dell'Armata fcorreuano il Mare,iny.^.'^J^"^^^ icomodando il commercio a'fudditi della Chiedi; n altro acchiefa cadde d notabile, f non che, d paflTaggio battendo Sinigaglia, vn colpo di cannone della Citt leu la vita a Tomafo Contarini, Gouernatore d Gale^z^-a, foggetto di giouanile et, ma nelle cofe del Mare d altifTima afpettatione. Noil, \pn ivhir, 'kruendo per pi la ilagione, poco pot da* Collegati al Mani c/i/ to re applicarli; difpofero folo per Tanno venturo rinforzi, fo'j tefice perche nel Mediterraneo il Pontefice , chiamate a congiun^^/^^^^^- Igerfi con le fue le Galee di Malta, haueua obh'gate le Tofcaterraneo H^^ ^^ Htirarfi, i Venetian cshibirono al Gran Duca, non effendo le loro Galee accoftumate a quella nauigatione , d ar^^^^ ^ fpcfe ccmuni qualche groffo Vafcello, e da quel Luo /equefra ancora nella ventura Campagna trauagliarei Nemici. A'Mal^tefitqtil |/j/^e%v. tefi furono in quel mentre iequeftrate le rendite nel Dominio if/e?*Wi,! de' Principi vmti, ancorch s'efcufsafero quei Caualieri di non potuto negare di feruire al Pontefice, loro Sourano ^staiT%^^^^^^ fijcceffi meno felicoegati}\^^ Tofcana veramente fi compenfauano ci dell'altra parte, perche, quantunque il Gran Duca leggiercheprogre] mQniQ indifpofto, fi fofle ritirato a Firenze, e che da'Ponti^ s'occupafTe Monterchio, ad ogni modo, non intepidcn^ta^vV^}^^^^ c/f/li:J*^^^ l'ardore dell'Armi , furono quefti da SanCafcianoripinneilaTO' ti 5 e da* Collegati fi ricuper PafTignano. La Magione, ricfcma^ ca Badia del CardinaFAntonio , fu faccheggiata, e rotta certa muraglia di grande momento, che, fofpingendo Tacque nelle Chiani a pregiuditio della Tofcana, le diuertiua dai Tenere, doue, altre volte cadendo, apportauano a Roma inondati oni, e grauilTmi danni. Monte Cotognolaf anche sforzai
:l
to^re-
LIBRO DVODECIMO
751
|.MDCXLIII' to, rcftando prigione il preldio d'alcuni cento foldati (Quattrocento Caualli, trecento de' Venetianifotto Girolamo Tadmi, e cento del Duca di Modona dopo qualche di!:itio- douc fo.\ ne, per lo fuccelTo del P, giunfero finalmente in Tofcana , ^^^^j;^?^^ e qualche militia delle leuate Francefi cominciaua a sbarcare >^^
''
n Liuorno5 onde rjifcrcitoinuigoritodaua non poca appren-j congr^n ftone a Perugia. Per diuertirlo Vincenzo dalla Marra, Ca. 'ti^nore di ^^>^'^' ualiere di Malta, Napoletano, e Maftro di Campo Generale, effcndofi per indifpofitione ritirato il Sauelli, meditando
vn'incurlone in Toicana, e la forprefa di Citt delia Piene, vi s'auuiaua con tre mila Fanti, ottocento Caualli, e quattro daivrin Cannoni. Ma incontratofi col Principe Matthias, che 2.ttr 3.- beMathi. uerfogii la ftrada, fece alto fopra il Colle della Madonna i\''//l!^fff^^' ""''" Mongiouino, col Cannone berfagliando la Vanguardia del u To Princine; maque'la, obligata ad affrettare il nalfo, occup tifkij
libito
,
vn'altro (ito eminente, dal quale batt i Pontiftcij talmente, che qucPci , abbandonato il pruno pofto, procurarono ridurli fopra vna pi alca punta del Colle medefimo. All'horaincal zati,e prendendo Cornelio Maluaia, Tenente Generale della
Caualleria, con ducenro Caualli la fuga, relarono gli altri a difcretione de' Collegati. Il Marra, rinferratofi con pochi in certo Cartello fen^.a difcfa, vedendofi cinto, s'arrefe prigione con quattro Maltrj diC^mpo, fettantaOffitiali di varia qualit, e circa mille foldati, lafciando tutte riifegne, e iVp.oCeguen
cannone 5 con ogni altro apparato in mano dc'vmciton dojyindi Monterchio fu all'hora ricuperato j Cartel Leone con l^iegaio ^"'^ "i^^^\ occupato j Montalere, e Mo;ini di Perugia bactuti. Mapre- 'l^^Toul'f [\o fi vide in piedi nuouo Elrcito di fette mila Fanti, e iS\- p.,,jUmcn\ ciafette compagnie di caualli fotto il comando delCommen tcaU,ar\ datore Nari, e di Tobia Palauicino, per efeguire il difegno ^^-^^^ ^'^'j ce* Barberini d'affalire da pi parti il Gran Duca, mentre ri-^**'"^'v:/.j
.
dotti
nropria difefa, l tre uauano efli con le forze pi fciolre, e non hauendo predate il Gran Duca orecchie a' particolari Trattati, pi volte proportigh , per diuiderlo dalla Lega, fpcrauano, i colpirlo coir Armi, col terrore indurlo ali' accordo, e poi con Da tre parti d oueuano tutte le fo rze cadere fopra i Vc netiani
i
Venctiani,
&
il
Duca
di
Modona
alla
'
Ice Lire
7^2,
MDCYLTTT fcguire
c'jpdimfain.
DELL'HISTORIA VENETA
no
con. tri-
plicate ^'g.
grefforiid'
Tofcana gli attacchi, a Pitigliano col nuouoEfercito del Perugino , a Piftoia per le Montagne con quello del Bolognefe^ & in fine il Signor di Codr Monpenficra Generale
della
Romagna,
nio, che , me efnoila, e debole, era anche malamente guardata. Nello ca , (ledo tempo tramauanodifpinger nel Parmigiano il Conredi San Secondo , che pretende dalla Caia Farncfe occupargUfi diueri luoghi, collo fpalleggio del Colonnello Garnier, che fotramando pra le terre di Bozzolo, e nel Mantouano raccoglieua tacitaalvn tepG mente Soldati. Anche trecento Caualli, guardato il Panaro, ai Piejio doueuano per la pianura del Modonefc dal Cardinal'Antonio fafinuade volta mandarfi, con molt* apparenza, c'hauerebbero re il Var, a quella danni , e fufcitata confufione nel paefe . Penetrato il dimigiam,^ inferiti fegno, il Duca di Modena defideraua, che filafciafTe a'pre^'^Mo^O' j^j-j-i Caualli paffare il Fiume , e poi da fiti opportuni , colti in.^ j n (f, mezzo, fi tagliaflcro a pezzi. All'incontro quella di Parma, che fitratteneua alBondenocon debolilTi me forze, ftim mea Mantoua, accioglio impiegare offici) efficaci a Milano, alle leue del San Secondo, e del Garnier che (come gli riufc) ma fi ripa impedito il progrelTo. Ma^contra la Tofcana mofTofi'l rarinftda fofle Valanz con quattro mila Fanti , e mille Caualli per la via della Poretta, andfpra Piftoia cosi d'improuifo, che non pot il innata inintrodurui rinforzo, Ad ogni modo la Citt, antanto dall' Gran Duca ^rmi'Vo- corch debole , rifofpinfe col coraggio de gli habitanti , e di tificiem- qualche foldato lafcalata, che tent il Valanz, il quale, defYOuijam fraudato del principale dilegno, fi content d'inferire qualche tevijoia. danno nel paefe airmtorno , e di guadagnare quattro Cannoni, Se Toccupatione d Pifl:oia hauefle for <.he trou per la ftrada da f co tito reffctto, voleuano i Pontifici) fpingerfi verfo Firenze , e col
ilCraDu,
"
attaccare
&
3^^!''''// mente le
rijojpigne.
terrore del ferro, e del fuoco commouendo gli animi ,&acchwaith libert, tentare Talteratione del Popolo. Vi ri verameitc qualche timore nella Citt , non auuezza gi molto tempo a fentire l'inimico vicino, ma Tauuifo del fucceffo acquie-
t lubito
diede
rante
al
il
per moftrar confidenza, Popolo T Armi, alche i Medici non s erano pi, duioro goucrn o , arriichiati. Il Principe Matthias ac^
i
cuori,
&
il
Gran Duca
corfe
LIBRO DVODECIMO
733
ma5la-|^^^'^LTii
corfe con quattro mila huomini al maggiore bifogno; fciando efj[3olto il Scnefe, raggredirono pure da quella P^i'tel^p'^^^'^^J i Barberini. Il Gran Duca chiedeua a' Collegati foccorfo, ^Mauhias. i Venetiani, bench con niolt'apprenfione alla cuftodia dell Polefenc ^i tenefsero (ffi, inuiarono oltre al P altndue mila^^^^^^^ycinquecento Fanti, e trecento Caualli col Veniero 5 e col Val- dalla /Reietta, per vnirfi air altra l'or gente, e diuertir'il nemico. Il pubUcami Duca Odoardo oftentaua defiderio ^d'accorrere in aiuto aP^^^'^// '^ '^'*^'^'^' Gran Duga, e fenza credere di confeguirli, chiedeua quattro mila fanti, e mille Caualli a Venetiani, che,eiTendo delFotio d lui non molto contenti, {limarono meglio, che i loro Capi operaffero, eshortandolo a trauagliare in quel mentre nel Ferrarefe
il
nemico
Non
mouendofi c^
il
Duca
di
Modena
vn a cinque mila huomini de' Venetiani mille, educento fanchcmuoti de' proprij, e ottocento Caualli, fpingendoli per la montagna alla coda del Valanz. Il Marchefe Colombino , Modo- ^^";/;'''; nefe, faccheggi Kocca Cornetta, il Conte Raimondo Mon-^'^^^''*' tecuccoli sforz Vergato, da ducento fanti con feicentopae-
vna compagnia di Caualli, alle Porte di Caitel franco, e fi-no a Bologna. Bazano fcorfe fu ripigliato con morte di cento cinquanta fanti, e feffanta., Dragoni, che lo guardauano, ma il Conte Montecuccoli relloui ferito Monteuia , Serraualle , & altri Caftelli murati doue i popoli haueuano polli in iluo gli haueri, furono parimen11 Commendatore Panzetta con parte del prefidio te occupati di ModonaforprefeCreualcuore, groffli Terra, tagliandoui a
fanidifefo.
Il
Valletta, tagliata
nclEohgnefe.
pezzi '1 preldio di circa trecento, ma ifoldati, per dare il fac- diuerten^ co, hauendo trafcurate le guardie, il Codr Monpenfier v' ofiperci diftgv. entr, facendo prigione Io ftelTo Panzetta, ammaizando, ^ .^
&
Cinquanta nuomini con vn Capitano di Corazze, mentre-Lj; dcQ alla fuga il re/tante. Alla mofTa de' Collegati con t:i- con dar li fucceffi il Codr fi diuerti dal penfiero di tentare la Citt goalGra del Sole, il Valanz, fcorgendo il difegno, che teneuano;^"^^^^!"' di tagliarli la ftrada , perduta qualche gente nella Monta-i ^^^J^*^^^^^ gna, (i ritir nel Bolognele . Pot dunque il Gran Di\c2l^' frontiere applicare tutte le forze dall'altra parte, doue il Cardinal '&r-',dd seneIberino, portatofi in Acqua pendente, haue ua inuia to Tobia [A
fi
^
&
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"Palla~
754
n\
[^''^^'''''''i
DELL'HISTORIA VENETA
Borgo San Scpolcroxon cinque mila foldaGoaernatore della Piazza, fortito con due Compagnie
yna partita
d trecento col loro
Comandante, onde il grolTo s'allontan j ma poco appreffo de gli Oddi > Comminano Generale della Caualleria,
paccioli.
adliendo neirEfercito il Cardinale R^aPer k\ giorni fu dal Maftro d Campo Grifoni taicam che con ottocento hiiomini vi comandaua, foftenuto TattacTPglia. co In fine marchiando il Principe Matthias a quella volta no. lo Strozzi, Sergente Generale d\ Battaglia, preuenendolo fi Ipoie in Campagna con duemila fanti, e fettecento Caualli y frettolofamente raccolti, e da Sorano auanzato a Cafone, at^ hZwr^^ tacco vna groffa partita de'Pontifitij, che cor rena quel tratfpauetoft to. Gli riufci di batterla, e difli parla con tanto- fpauento del m irefto, che, entrato vn panico terrore nel Campo, fu leuato jcon gran confusone, e con aperta fugarailedio. Lo Strozzi, \ccfircuia mkgucndo quelle atterrite militie, ne diffio buona parte, II ;/^(>??2^-ar ^Cardinale Rappaccioli fi fafu con veloeiffima fuga. Barbeche Ci trouaua da Roma in camina, per ponarfiadani'^^^'^^iVrino, ^ ^ r ^ taio dell \ ,.-r.^ mare con la prelenza fElcrciro, manco poco, che non ca* Gra Dh def[Q prigione. Otto Cannoni quattro pettardi con molte_j^ lnrcgnc,e tutto il mih'tare apparato reft preda de' vincitori. Dal Comandante di Cafirell'Ottieri nella Tofcana fu occupato Montorio, e i Pontifici), c'haueuano di nuouo guadagnato Montercbio, 1 abbandonarono, dallo Stato del Gran nel corfo. Duca totalmente fgombrando Terminata con quefto fuc^^^ ^^^"^ ceffo di vgual decoro, e vantaggio la ftagione, pi propria ^noflfdl^^ maneggio delFArmi, furono diftribuite le genti a'quartieefendo quegli de' Collegati intorno la Fratta, Tobia-. 7{cjiore. ri, Pallauicino, incautamente da quel luogo fortendoy fu fatto prigione All'incontro il Conte dal Maefiro, Sergente Generale di battaglia, cadde in potere de'Pontificijy che in quel tratto ricuperarono Val di Ncftore, efurante il Verno.. In-. PoIeHnc le pioggie Autunnali, caduteeon eftraordinaria ab* bondanza, haueuano prematuramente mipedito il campeggiare, eilcndo quel paefe baiTo, e fangofo. Reftaua flamen-' re da Veneti per via del Mare incomodato il Nem ico, Sc ah
!o/iip*,airedi Pitigliano,
tifc:j
at-
&
la
Gar-
L
la
R DV O D
dal
E G
O.
755
DelHno fugati cento cinquanta fonti ^ con ^^^^^^''' altrettanti Cauaii, e da Antonio Grimani alla Zocca quattro Ip^p^i^t-c/ccompagnie i Dragoni con incendio del Paefc all'intorno Jdoif^cne Nel Modonefe aHogiaua il Vcniero a Spilimberto con le mi- ^^ litie de Vcnctiani, e i Pontiicij con tre Cannoni in groffoj numero andarono per attaccarlo. 11 Valletta > fortendo, per. cha^pL non fidarfi del quartiere, debolmente fortificato, and con ^{^^f^^rto
Garda furono
.
la
Caualleria ad incontrargli , e fbftenuto da cinquecento huo- ^/fP^^K^"'* mini a piedi, gli oblig a ritirarli. Poi coir indirizzo d'vna ^^ '' comi:iagnia di Croati, paflata dal irutio de* Barberini a quel-, pafmdo Io della Rcpublica, alfali di notte il quartiero di Cartel fran-,^ fame co, donde, tagliare due compagnie, afport alquanti Canal- '^^'^s^"^' li. Il rigore del Verno imped finalmente in ogni parte anche |^^^"''^^ le pi leggiere fattioni, lafciando, che con mag^gior quieto^ ndfraco
cf animo s'applicaife al
negorio, che tra il maneggio dell'Armi non s'era intermeflbj perche Aleffandro, Cardinale Bi- ^^^^^^^^ chi, inuiaco dalla Corona di Frvincia, per interporfi, giunto ^^^f>.^;, in Italia, induiie il Pontefice, e i Principi Collegati a nomi-^iafpedito nare Pleninotcntiarij, affine di trattare in vncongreffolapa-/'^"^"^/^* ce; e vi fi dellmarono da Vrbano il Cardinale Donghi, da''"f^"^''^^' Venctiani Gicuanni Nani Caualiere , e Procuratore, dal Gran ^^^ Duca il Gondi, e da Modona \\ Tefti. Subito infurfe difficult fopra il luogo, perche il Donghi chiedendo, che, per rendere qualche nfpetto al Pontefice, nello Stato di lui fi tenelfe il Congreflb, vi diflentiuano i Collegati, per non mofirare,che altro interef'e , fuor che il priuato della Cafa Bar berina, con cui (faluo l'olTequio verfo la Santa Sede) profeffauano hauer la contefa , maneggiar fi doueffe Dunque.- proponcua di conuocarlo in luogo neutro, in particolare nel Manrouano, quando da Celare nominatofi'l Piincipe di Bozzolo, e da gli Spagnuoli'l CardinnT Albornoz per intcrucnirui, il Bichi, che {blamente alla Frdncia, Se a svolcua, 4 cl^\ che il merito f n'afcriueffe, lafci caderci! progetto, ma_> ? ^f ^^^ ^^^^ Hc neportatofi nel Modonel, propofe in icrirtura a' Duchi d ^^i^-got linoni^ i"pa, e di Modona, al Proueditore Corraro , Che l'al[olutio-\coj^ririti f^c gli fi refituif \pidcli<t^Le\ il perdono fer Odo ardo fi chcdefje da altri fcre\g,9, fero gli St ati rej and le ragioni de' Alo nti/li nel iriftlno c[
,
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'il
&
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'
EshlT"^
7J^
MDCXLIIi
DELL'HISTORIA VENETA
Eshibiua in oltre, per cauare le pi vere intentioni, l'opera Tua! con la mediatione della Corona, f i Collegati pretendeflero altro. Al Gran Duca 5 oltre a quefte propofte, accenn qualche fofpenfione dell'Armi. Volle poi andarfche a Roma, per portanPontefice , e per afficurarfi del volere de' dojiiufoi moftrare rifpetto al a B^nia Nipoti 5 non hauendo in Bologna trouato nel Donghi quell'amp(r ([ir Ipiezza di poteri, che neceffiiria fi giudicaua. Scopr in effetj
quiare
ii
Pontefice'
to Vrbano
propcnfo non folo, ma cupido fommamente 'di quiete, perche aggrauato da gli anni, e fianco dalle cure, che porta la guerra, bench da' Congiunti gli s occultaflero le
effer
cofe molefl:e,e gli s'alteraffero le notitie de' fatti, gli perueniuano tuttauia i clamori de' Popoli per tante deuaftationi, cs* accorgeua di perdere il proprio per defiderio di ritenere quel
chcafieti a nfii
tuir Caflro
per tanto alnegotio con la reftitutione di Caler, e preg il Cardinale ad accelerarne laconchiufione, per goder della quiete nel poco refiduo di vita, che poteua foprauanzargli. In Barberino trou ilBichi le folite durezze, perche, efTendo in quel tempo, che col palFaggio del P credeua d'hauer pofto il Ferrarefe a coperto, e che meditaua l'inuafioni nella Tofcana,cercaua ogni fcanfoionde, per deludere le propofte del mcdefimoBichi,fece egli aCefare infinuare di confegnargli Caftro in depofito, e f ne compiacquero grandemente gli Auftriaci,per interponere nel trattato il nome, e l'autorit Imperiale, e per efcludere i Francefi dalla negotiatione,e dal Depofito fteffo. Ma iPrincipi della Lega, Tempre pi dalla variet delle propofte adombrati , teneuano le loro intemioni coperte, non volendo efprimere ancora, f folamente di prcferuare grintereffi di Parma foilero per reftare confine contra la Tofcana con indecoro, e con tenti. Suaniti danno i difegni di Barberino, anche il Cardinal* Antonio fi port a Roma, per richiedere molte occorrenze, alle quali non fi poteua fupplire,che con grane difpendio. Inform infieme dellofato dell'Armi, e della neceflit de' rinforzi 5 narr il pefO:che per gli alloggi portaua lo Stato ;i gemiti de fudditi per le defolationi del Paefe, e le difficult in ricuperare il perduto, in confeguire acquifti fopra de Collegati. Perci la
d'altri. Affent
Congregatione
lione
LIBRO ______^
fionc ditale affare, foftcnendo la volont] del Pontefice, con-l^^^] chiiife , che Caftro s'haueffc a rendere al Duca Odoardo . Non' ^^^-^^^ poteiia il Cardinal Barberino pi a lungo refiftere airinclina-irfj stat tione comune, ancorch ftimaffe, che con la rcftitutione di! indottoui\ Caftro, dopoguerra infelice, foffe per riufcirne indecorofa_j /''' ''f^^ ^*''^^""* la pace. Ad ogni modo ritrattatofi dal Pontefice fco* Miniftri
Ce/rei'l partito dcldepofito, quafi che foflc flato picafuale difcorfo , che preci/a propolla , fu a Bichi confcgnata /crittura
Ci
ragioni fopra Ferrara , almeno quelle di Comacchiofoifero dalla Lega protetre a fauore del Duca . I Venetiani ftimauano bene di non infiftere in altro, che ne grinterelTi di Parma,' ma di non efprimerfene fin' a tanto, che non fotfe^ fopra tal punto la mente di Barberino pi certa, accioche, ficuro da maggiori molcfie, non intorbidafTe di nuouoi trattati. Ma il Gran Duca , che il pefb della guerra graucmente lentiua , fi dichiar col Cardinal Bichi ,* che ,ya Roma andan-doaVcnetia, pafs per Firenze, che, faine le proprie ragio- Vericta, ni, e gli antichi intereffi, farebbero i Collegati della redintegratione del Duca di Parma contenti. All'arriuo del Cardido ne tra' nale in Venetia vi giunfero i Duchi di Modena, e Parma, e Dentati gi vi fi trouauano il Gondi , Se il Tefti, difcutendo col Nani,e dijcuteft y col Guflbni, che dinuouo il Senato vi deliinjnon tanto i pro- guatmcfite fopraUva 'getti di pace, che andauano foprauuenendo, chei concerti dell' e Ci e [opra Armi 3 f la trattationc fuariiiTe j onde, per rimediar' a' mali , UGucrrct.
le
non
haueua fatti prouare nella palfata difegnaua di ponere inliemc trenta mila huomini a piedi, e fei mila a Cauallo, 6c vncndo in vn corpo fedici mila di'quelh , e quattro mila di quefti, cuftodendofi col refto da ognuno le proprie Frontiere, fi dcilinaua di tentare Fimprcfa della Romagna, Prouinciai^l)bondantedi viuc[ri, mal munita di Piaz,z,e, e che inoltratoni lEfercito, potela diuifionc delle for2:e
fi
che
con podc
rofcfQY'xe
campagna,
perla vcn
'iurafiagio
ne.
cUheTit!
va
I
prouifioni, e rinforzi. tal fine , ha-jj'^ acci e juendo i Venetiani deliberato d'accrefcerc con fedici Galee Yfcinjyciu, Armata, cslibiuano d'impiegarla a fpalleggio dell' impref^-*'^''''''^-
riccuere dal
Mare
do
y e re
Aaa
Terre-
75H
DELL'HISTORIA VENETA
MDCXLHi Terreftri, d<: orferiiiano danaro al Duca di Modena, a^ ciccon csh'che d militie fi proiiedefe, per cfeguire anche dal fiio canto bYfolio d Modena i concerti. In raccoghere gente confifteua in efi-etto la mag.
difficulta-
dofi le le-
nate
per opera
de gli Ecclefiafiii
.
epertif
ddW
fa
i
JlY-
ciduchef.
pajfi
del Tiralo
ad inflanz,a
dtlU
^fuhlica
che accori
dagli
tri
al.
della
Bietta,
giore difficult; perche, quantunque la Republica hauefK- molte leuate difpcfte, non folo nello Stato Tuo d'Italia, &in in Francia, conduquel d'Oltremare, ma in Alemagna, cendo tra gli altri al fuo foldo Gii d'As, Capo di molto credito, con obligatione di ammafare tre mila Tedefchi, ad ogni modo le diligenze de'Pontificij, per opporli all'effetto, preualeuano in molte partii onde alcuni de' cantoni de gli Suizzeri, fiifcitati dal Nuntio, impediuano apertamenteipafL*Ambai Grifoni gli negauano, per mercantargli. faggi, fciator di Francia pur'anche nafcoftamentegli attrauerfaua,dubbiofo, che le reliquie de'Vaimarefi, concorrendo al nuooo foldo , fi dileguaffero affatto. All'incontro, appunto. per diffar quell'Armata, TArciducheffa Claudia d'Infpruch, richieftane da Luigi Contarini, Caualiere, che andaua alCongret fo di Munfter, apr quei del Tirolo, e Girolamo Cauazza^ Segretario in (ine accord quelli de' Grifoni, con laricognitione di qualche danaro^ cooperandoui il Vefcoiio di Coir, ancorch feueramente minacciato da'* Barberini. Il Pontefice, conaggrauar'i fudditi di molte impofte, formando iGenoueii con eftrarne gran fomme dal Cartel/pra di effe partiti , lo Sant'Angelo di quel, ch'era ftato da'Predeceffori raccolto per le guerre contra gl'Infedeli, e per gfi bifogni pivrgen-
&
&
&
proueden.
ti, s'era di
danaro
affai
&
fice,
fegretamente il dendo Vrbano cadente, e la Francia fenza partito nella Corcheattra- te di Roma, defideraua appoggiarfi a quello de' Barberini, he da per armarli i natione,da lui dipendente, per potere in qualche tutto Mmodo promuouere nell'elettione del futuro Pontefice i van-
nendoui
mano
&
iitie
ANNO
LIBRO
&
D V O D
E C
MO
719
ANNO M
ro
al
D C XLir.
Tali contefe, che fenza profitto ygualmente apportauano a Ppoli eccidio Vi finalmente cedettedanno a' Principi,
la
quale
f a*
Trattati
d Vtile non mino- '/rr/^W re, che di gloria. Giunto ne gli virimi giorni dell* anno de-|^^> i**^^^ Gorfo il Cardinal Bichi in Venetia propofe fubito, che rafTo-j^"' *^f lutione, e il perdono li chiedeile dalla Francia pe'l Di^caOdoar-'g/Jj^j"^^ do, e che a quefto Caftro fi reftituiiTe, reftituendofi pure al- yenetia.
cc/Iaria,.che decorola, a Collegati riufciua
a*Montifti le ragioni l'occupato da' Collegati , prima 5 e perche la maggiore difficult egli s* reftaffero come auuide confiftere nella diffidenza,, che teneuano i Collegati deJl'intentione de' Barberini, in efeguire ci, che fofTe accorefiandout dato eshib la parola della- Francia condGhiaratione,epro- [^diffide meffa , che i'Armidi lei farebbero contra chi all' efecutione del z.ade ed Capitolato mancafTe.- Se bene il Gran Duca s'era efpreflb col, ^^^^^' Cardinale di contentarfi di Caftro, ad ogni modo ne* Con- r''^'"'"^"^ greffi in: Yeneria il Gondi infifteua, chefiprohibifle nelle Ca1^5X1/4pitolationi a' Pontifitij il rifarcimento di quella muraglia abbat-'r^y/w?tuta, chefofpingendo nelle Chiani Tacque, inondaua il Seneie .'"oi di Ma da* Veneti gli fu fatto comprendere , che , promofl gli inte- ^^"^"^^^ reffi d'vno de' Collegati, conueniua aprire nel trattato la porta anche a quelli de gli altri, con lunghezza, e difficultadelnegotio.. Il Gran- Duca perci firimoffe, &i Venetiani,fpianati quei Forti , occupati daloro appreffo Loreo , prouidero in qualche modo da quella partealdifturbo.chenerifulraua a'confi-|'J"J^rik^ a' ni SofFeriuano i Miniftri Auftriaci con grande impatienza d'ef Mhiflri fer'efclufi da quefto trattato, e TAmbafciator Cefarco mortra-j./^^Awci u in Vcnetia plenipotenza, per interuenir'a'congre/Ty ma i^'^M^M^ Collegati s'efcufauano facilmente ; perche , poib le conditioni ^!*^"^^^ di pace da' Barberini in mano del Mediatore Fraacefe, non_,]^^'''^ poteuano effi fc non vdire chi portaua pi ampie, e pi ficu-' re^ propofte,. S'auuanzaua per tanto il negotio, f benequal-' '^r^^^^'^ che accidente dell'Armi fi traponeua 5 perche i Venetiani ^^^ordT. haii euano tramata: la forprefa del Fo rte di Lagofcuro di l poje,.
la Chiefa
,
'
&
Aaa
dal
7 52 MDcxLiv'dal P,
le
DELTHISTORI A VENE T A
ma da pioggia, per tre giorni incefTance, inoiidat^^ firade, fa furbatoil difegno, L il CeardinaF Anconio, fii.
bodoratolo, rinforz la guarnigione, e per dubbio d'intelligenze cambi il Comandante Anche Marino Badoaro da Figarolo tent quella dell'altro Forte di qua ma giunti alcuni pochi foldati a' raftelli , per occuparli , cfendo ftati fco perei , obli^ garono gli altri, che gli feguitaua, a ritirarfi. Giacomo da
,
dinfultan-
boftjcamtieuolmC'
egli Efer
tti.
Zocca^, e le Barche armate de' Venetiani dopo qualche contrago n afportarono da Premiero alcune di grano. Per rifarcirii di queft' infiliti i Pontifici] affalirono vn quartiere de' Venetiani alla Schienta^ ma ributtati, e da Giouanni Paolo Gradente go. Pagatore in campo, e dal Valletta infeguiti, il rifcald apprefso Lagofcuro oltre al Fiume lamifchia, e termin con fuga, e danno de gli aggreflbri^ impercioche ilCardinarAnil
Riuariufc di rompere
nel duh bi
y'iSa
delU
d'yr^
tonio, che, da Ferrara fortito, tent foftenerc la fattionc.^, appena pot faluarfi per la velocit del Cauallo , lafciando de'fiioi pi di cento morti sul campo, e circa cento cinquanta prigioni, tra' quali '1 Vice legato di Ferrara^ Caraffa , Antonio Doria, Gouernatorediqucl Forte, altri ffitiali, e Capitani Francefi Poteua al trattato apportare grand' alteration^-?
&
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\n4 tregua
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ItgAfi,
morte , f fofie auuenuta , d* Vrbano , caduto grauemente infermo, onde il Cardinal Bichi affrettaua la conchiufione , e dubitando di non effcre a tempo , propofe fofpenfione dell*3rmi, f per cafo foffe foprauueniita la Sede vacante. ICol-^^ legati, ancorch tale accidente, che non poteua pafTare (cnza grandi riuolutioni nello Stato Ecclefiaftico, e nella Corte di Roma, apriHe loro a molti vantaggi la ftrada , non vi diffentiuano per quel ri(petto,che profeffauano verfo la Santa Sede, e perche, conia morte del Pontefice, fpirando anche T autorit de'Nipot5cadeuano quei motiui, c'haueuano feruito alla_, mofla dell'Armi. Anzi'l Gran Duca alle prime notitie dell' infermit, che fi credeuano eftrema d' Vrbano, efped lettere al Cardinal Montalto, nelle quali, giuftificate appreffo il futuro Conclaue le fue intentioni , s'eshibiua Interpofitore appreffo gli altri Principi, per iftabilire la tregua. Arco il Senato fcriffe al Cardinal Bragadino, ricercandolo in ognf
euenro
LIBRO
DVODECIM
delle fue MDCXLIV eucnto, che la Sede vacafTe, di aflicurare il rette intentioni alla quiete , ma veramente cred, che il Gran Duca foflctrafcorfotropp'oltre, con feparare gli ffitij,e con_. eshibire ci ^ diche non ancora veniua la Lega dalla Corte di Romarichiefta. Per quefto egli , efcufata la celerit dell'efpeditione col dubbio , che non reftaffero al Pontefice tanti giorni di vita, quanti fc ne richiedeua per intendere gli altrui fentimenti , riuoc gli ordini a Montalto, e lafci , che fopra V inftanxc del Cardinal Bichi in Venctia ne'foliti Congreff fi confultaffe, Odoardo additaua la congiuntura di vendicarfi de* Barberini , di tentare conquifte , e col mezzo di effe d'aflcurarfi la_^ pace . Il Duca di Modona , a-ccennando pure ropportunit,che s'apriua approfitti, fi riport nondimeno, come infine anche fece Odoardo, a pi fani configli j ondefii ftabihto ,^ C/*? la tregua s'accettajie, durante la Sede "vacante^e qualche giorno do-po lEletrione del futuro Pontefice quando per "venijfe per nome del Conclaue rchiefla.e che in quel mentre 'vna lettera fi fcr tuef^e a Cardinali in
^
O. Conclaue
741
nome
di tuttala
offerire le
.
forze tutte alla ficureij^, e liberta dello flejjo Conclaue nel procinto di rifpGnderfi a Bichi, le notitie del migUoramento del
Ma
Pontefice perfijafero omefia la trattatione della tregua , ad affrttan nondmt accelerare la conchiufione della pace. In piCongre/I s'era- fi no, miglia no ventilati gli articoli-, dal Cardinale propofi, e riprouatine rato il Vd. alcuni, altri corretti, infine fi ftabilironodi comune confenfo tefice , gU il Cardinale volle in diligenza a Roma por^ Aggmliade' Collegati, tarli, accolto in ogni luogo dello Stato Ecclefiaftico con ac- mmti. clamationi, e con voti da' popoli, defiderofi di quiete . N trono in approuar' il progetto alcuna difficult nelPontefice,ne Nipoti, da' quali fiirono fi)lamente alterate poche parole di ncfruna importanza. Dunque, con la follecitudine fi:effapaffando per Firenze, fi riconduce a Vcnetia col trattato fegnato hcnche\ dal Donghi,e co' poteri di lai,fi)pra i quali defideratafi da'ColTarma Icgati neirefpreffione qualche riforma, fu facilmente accordata. yipugna. Il Duca di Parma ricufaua d ammettere il trattato in altro modo, che nel concertato in Venetia 3 ma dalla Lega fu fatto fapergli,che,conuenendofi ncll'effenza, n punto alterandola le p,
&
"p'r,
Aaa
che
74^
DELL'HISTORIA VENETA
MDCXLIV che cofe in Roma cambiate 5 efTendo adempito il finC) per cui s'erano vniti i Principi, quando i poteri del Donghi foiTero giunti nella forma defiderata,c'intendeua di progredire alla conafTenfo, Con quefta protcfta , e Bkhi'mdH chiufione anche fenzail fuo
cendolani
Mcquetaruift.
il Cardinale Bichi fece a Parma, per rendergli quel rifpetto, che ambiiia, egli pures'indtiffe ad approuarlo . Fu dunque fottofcritto in Venetia per la Francia dal Car-
Duca,e per Modona dal MarchefeHippolito Eftenfe Taflbni,ne' qualifitrouauano lePlenipotenie, Erano le Capitoktionidiuife, Fvna col Pontefice dal R di Francia accordata in ci, che concerneua al Duca di Parma,- il quale per V offeruania delI^-> promefTehaueua dato fcrittura al medefimoR,raltra a dirittura conchiufa tra
Collegati. Nella prima, premefle alcune folite efprefloni verfo'l zelo del Pontefice per la lo fk-pplcatia d'aj^olutione , e -perdono al Duca Odoar* Pace , // do. Onde y refando l'interdetto dal [ho Stato rimojp) foffe egli redinte^'ato nella gratta d'F'rhano , dal Duca medejtmoy coW himtilta^ che Jtconuiene , richiefta Poi fefjanta giorni dopo le ratificationi do ueua Odoardo ritirar/i dalla Stellata , e 'Bondeno , demolite le Fortificatoni, e dal Pontefice renderft Cafiro con ogn altra co fa conficcata e occupata , demolite pure le Fortificationi, e reciprocamente ritira^ te le munitioni , e l'armi introdotte A' .Adonti[i refi mano come auant la guerra, le loro ragioni Si refituiuano i prigioni , e fi perdoil
i
Pontefice, e
:,
rafferma
teftiongli
parte fruito , obligandoji' l Duca al difarmo, eccettuati i prefidij conuenienti al fuo Stato ^ Tutto ci, come s' detto , paflaua tra il Pontefice, e il R, il quale con
nana a
\u4ftnftd
aflenfodel Pontefice ftelfo prometteua d'impiegare l'Armi contra quello, che dal canto fuo mancafTe all'efFettuatione delle- Fracia tra L'altra capitolatione, correlatiua alla fopradet'l Tmtefi, cofe promeffe . Cf,e i Col. ta,e fottofcritta nel giorno medefimo,dichiaraua. Non peraltro legfttikcoU Collegati hauer prefe l'Armi, che per la redintegratione del Due a^ itcntmi odoardo ^ fermi nel re fio ne' loro coantifsimi [ojfequij ^erfo il Pontefice , e la Santa Sede j fi conueniua di fofpendere , dopo la fottofcrittione , le hoftilita, e prometteuano i Principi 'vniti^ efpedite le
.
ratificatani
di ritirare dentro
proprij confini le
Armi^ recando
ifoli
LIBRO
i
VO
,
E C
le
O.
,
74r
ritirate
gliomi
anche
luoghi predetti
demolite
Fortificationi
lemunitioniy e l'armi di loro ragione , ^ciprocamente s' accordala di demolire dentro lo Stato proprio le Fortificationi "verfo i Confini per occaftone di quefla guerra inalzate , dando ognuno debili altri
,
uiare Aiiniftri a
cederne
Tra
lo
non e^endoulftata nouita di momento fi lafcjua tutto nello fiato prefentc , la controuerfia delle Chiani rimettendo fi all' antiche capitoLitioni tra il Pontefice^e il Gran Duca, Alle perfone^^a
Tofcana
fi
fifiero dati
all'altro
partito, fi
,
perdonaua
liberauano
il
il
i
Duca
della Cornia
y
nominandofi efprefiamente
,
prigioni
ritorno
,
qucftro
ti
Chiaramente fi
la guerra y s'cfcludeua ogni pretenfione di rifarcimento per danni infieriti , e fi prometteua il difarmo , eccetto che da" Ve^netiani , quali, fioliti auanti di quefi a guerra tenere 'vn corpo di genti ^ pr-
metteuano di ridurle in luoghi, che allo Stato Fcclefiaftico non fo/fero di fofpctto Per lefiecutione di tutto quefto al 2{ di Francia fi dauano
.
ofiaggi^^ il2{ confiodisfiattone del Pontefice, e de'Collegati dichiaraua,che l Armi fiue fiar ebbero in fauore di chi efeguifje laccordoxontragl inofferuanti Peruenuti i poteri del Donghijaggiuftati a fodisfattione de' Collegati/.nel primo giorno di Maggio con Meffa fo.
Tenne publicatainVenetianellaChiefadi San Marco la Pace j^arcopu. Glioftaggi^confegnati inCafarcjfuroilo pe'l Pontefice' il ContQ incataft Federico Mirogli, pe' Venetani Ridolfo di Sbrogliauacca^ am- M^<?ra? 'bidue Sergenti maggiori di battaglia, il Commendatore Gri-/^^'^'^^^^ foni pe'l Gran Duca 5 e perModona il Marchefe Taffni. Il Duca di Parma 5 giunto in Venetia, refe gratie del Patrocinio venuto a al Senato, dal qua[e fi dichiarauii riconofcere la reciintegra- ^^'^^^^''^ ^^^^'^'^ tione degli Stati . intera efecutione del trattato per altri tren- ringratia ta giorni di comune confenfo fi prolung, perche Topera-. re il Sena delle demolitioni ricerc maggior tempo, e fatica, che non to, i Venetiani preftarono i Guailatori mammx' s'haueua fuppofto , deper quella del Bondeno e della Stellata, poco curandofene tafiU molitonf |ii DucaOdoardo, come luoghi daTuoi Stati lontani. Accadde' FortU
.
ein San
'
&
Aaa
de
J74 4
MDCXLIV de pure qualche difficiilt, perche da' Venetiani pretendendofi, che foffero fpianaci alcuni lauori di Comacchio , i Pontifiicij ricufarono di farlo, come di luogo non tanto vicino a'i Confini 5 non fenza fofpett'o , che da ci cercaffero qualche in-
toppo
cnde con
alla
Pace.
Ma
laRepublica, per
leuar'
pretefti, affen-
che nelrefto fi profeguiffe, lafciando quefto punto indecifo, pronta a rimetterlo ali'interpretationedel R di Francia, t ione dica CosCaftro fu refo, e da ogni flroilDuca come Mediatore della Pace rintegrajt parte efeguito l'accordo , con piena laude del Cardinal Bichi, negli Stati che nella mediatione conferm, il concetto di non minoredefterit, che prudenza. Alla Corona di Francia per Tinterpofitionefua fece ilSenato rendere pieni flme gratiecol mezzo deirAmbafciator' Ordinario Battifta Nani, Autore della prefente Hiftoria, Figlio , e Nipote, di Giouanni, e di Battifta, Fratelli ambidue, per molti impieghi mentouati pi volte Il Gran Duca v' efpcdi efpreflamente vn fuo Gentilhuomo,&: il Mondo da quefto particolare aggiuftamento d* Italia form^ buon'augurio per Fvniuerfale delieCorone; accioche, dopo s lunghi anni sbandite le
ty
ia reflitu,
.
deU
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L
Pa-^
ce.
S.
l
A
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1
l
le
Ca-
lce di mcrcantia,
126'.
Lifont,o,
&
i
ajfalito
da'Fe-
Llmper.e sbanda i Trincipi dell'vnione, 195,. 2 2 S entra nel Valatnato, 2 29, prende (, inliers,2^o. affedia ^ergopxod,i^'i.firitira:r
^6
fame in iflria
bia iiS. vccifo 119.
Jigofilno Ispani
co. fortifica
Rw
^'n^maltrat-'
tato dagli SpagniioU, muore. ^Ibaprtfa da' Sauoiardi , 14.127 445 Alberto di ^dUain fedele a Ferdinando 73 ro.| Amuiach Quarto- fmcede aW imperlo de Turchiti 5 1 .fuc qualit, 5 'j-j. rifolue l'imprefa di pe il Mansfelt ? 2 3 .fatto Duca di Fridlaati oc Babilonia 5 'jS.cbima i Barbarefcbi alla ch^ cupa il Mechdbmg 355. inuade il Regno di Hodia del Mare /^jSfue crudelt 5 ' ^.irritaDanimarca 3 5 .con molti progreff^ySinueto cantra la 1\epHblica,per l'afporto delle Ga* Jito del Ducato di Mechelburgjiringe Strai
t,
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^yj.fermail
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diSuetiaappyejJo '\orim-
fedia Babilon ia, 5 8 /.e lefpugna <^^<).rifpOi^ defaHofamente alle lettere della Republica
5
48
^^o.apparati coltra
il
Generalato
jo^.
605. indifpo^0y6o6^ p^pub.606. e co Ter fijni,6c S.appHca'ndo aliarmi pi toHovcr' folaFalaccbia, 6 c^. muore, 60^..
rerfo Conflantnopoli,
la
muore ^
219. Andrea
Fenela
Ferletich capo
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maneggia, e conchiude
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63 ^.fue opinioni,&
attieni nell'Ar^
parte, 158.
72-5.
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Anna Maria,
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CoHantinopolfacifuieta
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efecutione deUapace coP^ Ferdinando 149 Varigi co Figli , 6qo> limitatagli dal creato Doge ji^p. muore . 260 marito la }\eggenza .716. l'ottiene Ubera dal Variamento 72. e. vml introdinre nuo- Antonio TriuifanotVceifo in yn tumulto d mi.
re-in
ni
Mmi^n^^
Antonio jimelmi B^fidcte negli ra la Lega 169 mandato alla Mrandolaper 6 70 agginHare quelle Vrincipej.
9^
^ichelieu nominato dall\e alCar^
0'i-entranelfciuore, e nel minife,
dmalato
rio f'A'
Antonio Barbaro Generale in ijlria cade infermo, spi. ritorna a quel commdo. i iJ^.Vr*
ueditor Generale del
nella Terraferma
.
2.S').bi.afimatd
fuefcufe 519. fue doti, efue aiti -^zi^fopi fce i rumori dell{egno ^2? .fcuopre i concerti
tAntonio Barberino Cardinale Legato per la pici d'Italia ^S^ fen'^ frutto ritorno a Koma
contra la Francia i"^^. procura diudcre gli ugonotti ^^^, tenta l'affedio della Roccella
^zi. accetta laprotettione di Francia: 497 comandai' armi ptr opporfi al Duca diVarma.yg. 68 .prouoca congelofia iKenetiani 'jo^,s' oppone al Duca di Tarma,^ a Col legati, 106. inuadc il Modonefe 7 1 o. 72 4.
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Duca^iS
tod'MefJandretta iZq, Troueditoe dell' armata infieguei Corfari Barbarefchi^j). gli affeda nel porto della Vallo na 580. afA
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porta
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loro Galee
581.
eletto Conftgliere.
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582.
^Antonio Donato,punito
di peculato
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Antonio
Antonio
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Fdfcarini impiccato
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epoi conofciuto
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Giorgio, tradito
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intorno LadojGenerale nel Friuli flringe Gra~ dfca j 1 5 delibera andar sul Carfo 1 1
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campo
159
Sauoiaoi. configlia il R aportare l'armi 612. odiato vniuerfalmente nel regno 64 1 da chene infurge grane tempefia
da' Trincipimal contenti 6.^1.f ne ripara, e
Antonia
l'ifaniy
i
aW Armata
gli abbatte
altri ne cajiiga 277. fuga ale uni Carfari, conduce laf{cna d Vngheria da ancona a Triejie ^^^SXapitano delle Galea'^. 586 ointonioTrlulii Generale in Terraferma 21.
&
refo grane alto fteffo P^ F^ l'Imprefa di Terpigna, no, afpira alla Reggenza 5 o Congiura contra dilu il Cinq Mars coli' Orleans, e con
6^^.
al
690'ptffuaie
&
affetto del
Re in-
Generale dell'Armi
))
Commlffa)
io
per l'
69 y
dispaia
confpir atione
69%,
muoreo
NDICE.
<5f?9 rnucYcifuo Elogio nauale di Francia preda qualche dana^^mnta
138. 15P. e Barbarefchi chiamati da' Turchi aliacuHoda del mare 578 entrano nell\4diatico 578. Di Spagna; tenta in vano l'imprefa iSufa iSSjfuggcl incontro con la Turchefc a 1 88 fi rlcoueranoalU gallona <^^o. dall' armata Veneta fono kuate le loro galee 581. iringelaftfce i ycnetiani 219. ^c^.prctend e
cupare Cadi^jC depredare la fiotta .
^ l
rincora i popoli dell ijlra i j^ apume il fu, premo comando dell a\mi 1 c).foccorrc Gra^ difca ^ <& affalifce i quartieri de' Venetiani,
1
ritano Turchi,
58^
f^ngheria^^^S. s'alleHifceper intprcf cen- Battaglia di Vraga co vittoria de'Cattolici- 199 a Ober Ersheim con rotta del Dorlach 239. tra la Francia 5 i ^.forprende 11fole di Eres
il
dell'
Ih erHat-
240.
^65
.
De' yenctau , s'oppone n II' inuafione degli Spagnuoll neU\Adriatico i ii. fi difende nel
porto di Le/ina
1
4^87
,
Suedefi
5
2 S .rinforbata co'
mtoui ar
io
,
ntamenti 11^. efce lentamente dalportodi Cur/Lola eonira gli Spagnuoli 125. co' quali
fi
di SoiJJons
cimenta
1^6
co disfacimento
6Z9
di I\p troif con "pittoria ie Frane efi . 71f Ugni l 5^. iSy. fi rinforza con (alee di Ca dia iSj. d la caccia a' Barbarefch ^7 9' le Battigia Aani foftiene f autorit del Configlio de' Dieci ^^i Commiffario a Confini di Lou le loro Galee dtilporto delia FaUona 5 8 deputato a trattarne co' MiniHri reo 7 ^ armate di Francia, e di Spagna s incontrano Franccfi ^02. <y-^j^ diputato a trattare la con danno di quefia 572
i
.
/|
L ega
co
'
C71
624
Spagnuo
B^di
Francia per
{a
mcdiatione deliapaee
744
dal Duca di Sauoia 61. fi rende a Belcure ^wbafciatore di Francia a^ Trincipi ditali <j 5 1 o. eshoita la B^epublica a vnirft Trincipi di Sauoia . ^00
difefa
eccita la I{ep^
colfuoEj;^
522
. 36,, Benedetto da Legge Troueditorenelfifri'aba. dito dal Conte di Teta'^^o 70. tenta disfare ^u^ria fupcriore fi folleua yj] 'punita dal Ba,
Duca di Mantoua
uaro
_j
le fa line di
Trief{e,&
retto.
70,71.
Dogi.
<:ff^ediata dallo
25
Spinola , defcritta
)S
$
babilonia affedata da Turchi
falto.
5
24
il
49
P^ di armi 48 9.
6- romf.
589
9 j.
tenta
r
J
gben
^^e
c.jijrir/ge io'
i
Fmncef
neliJlfati^j
^^
Bt r taccio
ri
Ca rdinali
V -
infan^
. 1
IN Die
Infante /^gj^-Trouedtore in Tofcana .715 IBethtem Gabor muouerarmi in Fng hera 1 7 j
E.
efpedifce
Amba^
fa tregua
gli ottiene 262 .sfor^iatamete fi quieto 2 9 Setlnme^mbafciatore di Frandain Italia^ 5 precura fofpenfione dell armi io i^efpedito a I{oma per gli affari d Faltclma<> 26$
3 5 ^Jpingemilitie nelCretnonefe ^ejrcorred yemtian 3 B.fifchermifcedalCommifsario Imperia Je^S .raccoglie colfuo danaro genti in Fraeia ^^.manda il figliuolo a Cefare^yzn e
le ca-
S Sufa
IP i
uerno 166. offerifcono la Cotona a molti Trincipi 175. ladanno al Valatno 175. riu s' intereffano corrono a Turchi 175.19^. a Uri Trincipi 1 77. yotti a Traga. 2o i
sente alla fofpenfione dell' armi fon. fa j^'i^o.af %a effetto 4I 3 e poi con pregiuditio 4I 5 . ri.
Bolduch affediato dallOrges 397.fi ^'^e .^gg Bormio importante pel ftto ; ricuperato da'Gri.
foni)
infidie do-
& abbandonato
iS 2
206.207.
defcrittione
meniche 42 2 .4 2 <). confo rtato da' Francefi e da' Fenetiani 4^s*fi ^^tira in porto 43 5/i
Yende,epafsaa Melarafouuenuto dalla Kepuhlica^^6.rcflitHto negli Stati 458. il Tontefice , gli nega la difpenfa per accafarfi
Bred
286- ricuperata
559
5
conia
nella
Lega con
la
67
Frantia 521 .muore . 555 Carloy Duca di I^hetel giunge a Mantoua, fpofa
la Trincipefsa
,
C
Camillo Triuifano Troueditorede Caualli^^,
fcorrenel canal di 'B^n'Zna<p^^^poffal Liripaffa ilLifoniao.
460
5
(5
di Mantoua^
,fuo dfegni
^06 478
478
Tafman
aggrandirei Stato.j.gliferue dioccafone la morte del Duca di Mantouafuo genero 8 fi configlia fopr a flmprefa del Monferrato-,
1 2. e
al Tontefice,
vi fi rifolne
3 forprendepi luoghi
Carlo Conte di Bucquoij dopo molti vantaggi mito a Bauarijncalza lefercito del Vaiati
no,e
lo
i-^S*caJtga la
Fenetiani i^.fi giufifca congliSpagnuoli I <j .confida nel Gouernatore di Milano iS.ft
difgufla in
Morau^a 202 CmiO) Duca di Lorena s^appoggia agli Ausriacii&acc&gliel'Orleansne fiiOStati^68.s' humiliaalJ^di Francia ^70, fi riunifce a'
o. che
C efarei 49 4, c^ affalito
da Fr ancefi 494.
&
495
conuiene
rendere alK l^^ncij 495. fd nuoui trattati con lojlefso I{iegli rompe , ^45
fi duole de Ile conditioni impofegli dalla Spa gtia 3 8 .fuo coraggio 3 9. sfugge la vifta dell'
CaTloyDucadiJ^uers entra
difegni contrai
INDICE.
della V^f.pcrlapacc 4^..|P. deftdera lapromeffa rcftie a gli Spngntiolij^^-con loro [enti mento
47
pajfo
a'
Francefi 3 70.
a congimgerfi in
effetto 5 5
370. tenta di feminarc gclofie tra la Francia , e la B^epublica 3 78 ricufa partiti offer.
.
da quella Corona 3 Sj. foccrfo dal Gouernatore di Milano 3'^-] . procura fermare il Ki di Francia -^^^^ e difecopacificaf ad ogni partito
tigli
tioni-,
& accufa
quelle di
^Sp.fcmfad'efeguire il trattato di Sufa^^ s'cp. poggia alf Impcratore^oi .tenta di fermar i Frati"
!
cefi
41
S' fugge
e ne fegna
il
trattato 6
s'off'erifce alla
flriaci^i
&
k intentioni
del Toledo ?
aiuti
fcuopre infidie j
e fi
muore 3
egiitditiofopra la
da Trincipi Sf.e ^piiblica S'y.da cui li confeguifce 9 o ajfcnte al- Carlo Emanuel Ih Duca di Sauoia, la fofpejtfione deU\irmi 1 01 .penetrale trame del Carlo Lodouico T alatino va vcrfo l'^lfatia 6 rejato prigione in Francia, e liberato Duca di '\cnnirs 1 01. rompe la guerra cola Spa-
daila
440 ^ ^4
1 .ar-
6n
I
fi
batte in e a
moglie l'Infanta
oS progredifce
^
j
nel
le infidie
refli-
8 .tenta difoccorjcr Fi
di ffudla
rcelli r
.commofo per
il
tulre
U caduta
.
piaT^a
afjulifce
.
Milanefe
iS^Jiioi
j^j^.s'oferifcea Fcnetiani 145 co ijuali ft ftrin^e 1 5 5 rende ^occupato a^li spagmseli 1^5. /
510
60 foccorre i Bohemi 1 69
2Z
applica all'lmprefa di
lefoUeuationi di Scotia
2J1 fi difgufta per non effer fecondato da' Fenetiani ij. tenta,
ijy. ft muoue'contra. Gsnoue fii^yconprogrcjfiig6. difguflato del D'ighie,
to dagli Spagniiolt
ben difefo 3 7
alla Icrga
dife/o dal
fifciogite fajfedio
1.
da Francefi ^9
cinto
^cs. fretto
4:1. 43
9>
uien ritirai fi 301. tenta indarno Sauona 3 o i ./ccorre Fcrrua 3 o^.foccorfo da'Francefi 3 04 alte
r*it
Thoiras 43 ^.foccorfo da FiWcefi 4 4 con trattato vantaggialo 44.^ mane^^gi (i>ca. il mododiprefidiarlo 446". v' entrano i Francefi y
/^y 9. congiura [coperta di dar lo agli Spagnuoli 6 Q rinforzato dal alletta 6 co. cfjdiato dai
=)
fofpende farmi
(ofe di
Leganescon commotione
corfo^e liberato dall'
. Mantoua^efiUrittgecongli Spagnuoli 347 fprezzale propofle della Francia 349. 353. /i Caflel Giuffr rinfcr^^ato da' Feneti 41:. ahbando^ Uiiclc pel Matrimonio della Nipote eoi Bjoetel nato, 4? 7
^ rceurt
do
1 1 1
I
Cifr.e
r
alla guerra "^ 5
.
N
effettua
r>
e E
i. tra
munito dal Duca diVarma fno d qucUa fi az.'xa espugnata cmtte dal Marchef Luigi Matthet 66 \.fi ri
frue di [oggetto
Bfefciaje
Cremo'
contefi
47 3 forpre'^
mandano Commfarvjperaggiufiarli*
[olite in
744
47 5
548
.
gnml,
Franceft
:
638
*
55
.
file, ,
^Q
Configlio d^ Dieci fm autorit 381.381, IcbiuasforprefodalTrincipe Tomafoy^gS. ricupeconfoato d'ancona (aufadi{Jidij tr'iVonlcficey& la B^epublica 50 1 fi aggiufla di nuouo tentato da gli\ rato da Frane efk 60 5^7 6$o.\corbieprefadagUspagnuoli$^'^. ricuperata da' SpagnHoli
Chiamrettoprefo da Veneti
p.5
. 1 . , .
3.
550
alT alatino
Hoctj
& a Burgjie
di
2 5)1
infuri 2
6 r. muore.
Chrijiiano
del
riaci,e della I{ep.t %j.i%o.rimeffay 552 2 77 .2p2 mmue l'armi cotra l'Jmp Corfari puniti, 36. 325. rotto a Luther ^ig-foceorfoda altri Trin Cofimo Gran Du:afoccorrel Duca: dMantouaio. propone matrlmonoyt Lega, 31 cipi^^o. efpedifce Umbafciatoriper riceuerne ricu. Coure jlmbafatore Francefe in Italia ^9>fen%a de'maggiori 5 5 ; .infeguito da' Ce farei 534 frutto 40. richiamato 42. efpedito neW Heluetia fate da lu dure conditioni dipace inuafo nelproper comandare larmi i 26^ conchiude la pace coli Imperio' prio \egno 53 5 i op 624 Crefcentino prefsruato da vnaforprefa > 395 .s'ingelofifce degliSuedefi.
i^
Danimarca applica
alla reflitutione
V alatino
6$o ChriHina Duchefa di Sauoa^e i{eggente ^6^.tcta Cuneo prefo da' Francefi , ta dagli Spagnuoli 567 coHretta a Hringerficon la Francia 5 S. mal patita lafua I^egge ^J da'po. Daniele ^intonino batte gli arciducali 78.6 vccifo
80.
forprefala Citt.di Turino Daniel Francai amma^j^to da Veneti, 79 fifalua nella Cittadella 602. s'abbocca in Grano- Danuilierespref&d<! Frane ef?^, 5 5P accorda co'Trincipi Diete in Germania per gli affari di Bohemia 178 hle col K_ di Francia 6 1
1 .
^J
661"
\
ChrifiinafuccedealPadrenetta CoronadSueti^Q 1
Cbrijloforo Suriano Refidetenell'Heluetia^Zn 01. maneggia la
farcymafen^a effetto ^37 di I{atifbona per l'eleitionediB^ de Romani j{^i. altra in detta Citt
co rifchiojche rimp^cadainpotere degli Sued, 6^"]
Lega
Vf
26
Duca
Cnq Mars introdotto dal Richelieu nella cofden'za del R Lodouco 6^o.congiura contra il Cardina.
le
69
decapitato
<5p8
Cometa pr enuncia
IRegnodi
delle calamit di
Germaniai
,
1 6'_,
27. richiamato f 2 8- foccorre il Duca perordine Regio 1 54. ruienein Viemonteperle cofe di ValtctiinaioS offfrifce alla Rep. vn'Efer
in Italia
1
-
cito 2
og.comanda
5
1
u 2 p {.conpoco credito
301
contefi
INDI
di
E.
Duca DorUch Marchcfe affile al Valatino.i^ g, rotto dal Ebrainfuccedc >7ell Imperio Ottomano , 6oy Tili prede gli Stati 240 .intrapredc de [opra CAI. Eleonora Imperatrice pafaper lo Stato della RepU'
Mantom ,
^60
blica, fata,& rcpYcffo 552. disfatto dal yaljiain 55 5 2JI di Carlo Pj d'fnghU- Elogio d'AlcJfandrolL alterato in Rma congran Sentimento della Rcpublica ^" .cancellato ilpo. teira gareggia col Richelieu 28 5 .non ammjfo in
>)
trancia
324
sbarca [opra
/'
ifoladiKh^^g
^
fi ri-
HouidaFrbano^
Eres afiediata da Francefi 6^^. trefpugnata mafubito ricuperata dagli Spagnuoli,
raj.'
tira :^^i.vcci[o.
574
Frattcefi in Italia
,
64 6 64 6
'
'
ValenTia 528.// ritira difguflato col Erneso^Contedi MansfeU offerifce gente ai Ducadi Sauoia 1 0%. accorre al torbido diBohemia, Duca di Sauoia ^ ^o.inuade il MiUnefe ^^^.pafy't occupa Tilfen 1 68 1 p.rotto dal Conte diBnquoiJj failTefmo 545. afialito dagli SpagnUBli fi ritira
5 <5y
vccifo ap^
pnjfoSremy
.
667
Duca di Feriagode del torbido nella Frettai ji.afcol ta leshbitioni de' FalteUini 2 o 5 e cauaprofif.. io IO) .fconuolge il trattato di Madrid 218 tardi
foccorre a'Cenouefi ipp. affcdia
124. condotto agli flipendij della Rep. porta l'armt nelTalatinato 2ji?- [occorre Haghenau^.1. fua marchia verfo ipaefi bjfi\ 1^}. combatte a Fleurtj 245 s'vmfce ali'Orangcs
in Alfatia
2J4
'
ne ritira
ft
i^jfoccorreBcrgopT^om 2^d.riceue danariper ajjalire la Franca Coiea 2 5 6 prcferifceilmilitar in Germania 7 6o.ma vie rotto 2 6 2. dalle Corone di FrandajC d'Inghilterra affluito per ricuperare
ilTalatinato
2
yedef i Franceft in Tinarolo 460 pafia in Alemagna con efenito 5 co. vi muore. 5 00
67
Duca i Lerma fauorito diFilipptlII. alieno dal Duca di Sauoia \ 5941. inchina a trattar U pace
tra la [\ep e l'Arciduca
lato 2
1 r
fio
cticc.
mioy
Etr'g
3 5
ii.aJJ'unto al Cardina-
la
.dcpojo daifauore ,
216
Rep.et
17.
Duca
entra in
Mantoua ,
^2^
accettato i
Fabio Gallo morto apprcfio Triefie 5 pi! Fara occupata dagli SpagnuoUy
'
7
14
Duca di 7{cmur scongiura contraquel di Sauoia 102 Fduoriti in Francia,e loro potere ,
s
j j^ 02. negatogli ilpafso Federico Cornaro affunto alla porpora 32 fatto Ta. 6. triarcadi Fenetia 414 "pa Romj, eprocura l'a^ 1 06 da" ^ranctfiifi ritirale fi accorda bolitione dell'Elogio di . leff^niro li i, Duca di I{phan Capo degli FgonottifoUena la Lingua 595 doca ^^i.concbiudelaloropacccol I{ ^9<^ paf Federico Elatoi e T alatino dmertifce l'elettionc di
'
R de' Roniaui l^.nongj rirfce impedire quella] deiUmp' lyi-accettala Corona di Bohemia 175 -j
fi
45^
l'occupa
7 8. difgufla
Bo-
545
fcac
aUaliepiiblica,
5^2
ceder'it
1
hemi i jpprcfcritto dyCcfare \^6 fugge da Brnna\ c/'j .^ono maltrcttate le d lui armi in pi, imo tri i^Sjc)(p.fu^gedaTra;^a 201 dfordininclfuo
i
o.pri
'
gouerno 201.fi ritira in Olanda ziS.paff'aall'Ar mata del Mansfelt 2 $ 9-fe ne ritira 24?. ricufa le
condiiioni
24
INDICE.
2 42.i54.wwor',
Federico
St^tjj.fouueniito dagli SpagnuoU 77. renitente allapacTj, indarno tenta d'efcludere l'ambafciatore
mando deh'armi delle Tromncie vigile 1 84. efpi*, ^4 Bolduc 399. (uoi rifenment col Eichelieu. 518. efpugna lo Sch ns S cans y 5 o. e Bredk 559 tenta GheUiern infelicemente. 56^
,
1 j 5.
afpira
dal
Gran Ducafoccorfo
'/^.eletto
imp. y^,au.
1
{Ferdinando Cardinale y e D'acci d Mantoua ricufa, che Mariafua l^ipote ^lifia leuata d C>^fa 8 fi
.
nella caufa di
6 .e /i confegmfce 1 6. ricorre al Gouernatore di Milano l-al quale nega dimandare la "J^ipote 2 o efpedifce ^mbafciatore a Venetia 3 o. foccorfo
1
Manto u dipende da
per Commifiario
il
T^ajfau
6f,applicaper ricu3
Duca 3 oMlqiulefenteprGpo(ie dima. trimonioy e di Legaci- facilita l'accordo con Sadal Gran
jp, muouc
l"
publica V editto de
B era.
mia 3 5
6.
mola
fira di facilitare
paced'^fiij4. fi rfente pemmueinuafioninel Monferrato ^()^ muore i 347 Ferdinando Cardinal' Infante paffa di Spagna in Ita. Ua^g^^pS . arbitra le dijfcrenT^r, tra Genoua , e Samia 495? pajfa in Germania 503 .s'viiifce al i\
d'Fngheria, gi^adcgna
ghen^epctffa in Fiandra
i
4o^.le richiama 449. conuocagli Elettori in Bjtisbona^^^.dfarmallFalfiain^SO'VUolelapace in Italia^^ ^^.occupato contragli Suedefi
di{J.
la battaglia
diNordlin-
mula ci e he ^i emerge ^63 afflitto da quelle armt 466. chiede aiuti al Tontefice , aVrincipi d Italia 477 47S muore , 560
5 1
cmitore
ajfifte alla
Ferdinando Duca
i
di
Mena
646 Ferdinando III. proclamato I\d lungheria 1^1. affum il comando dell'armi ^op.ricuperaB^tishO'
na
^
1
diffa di
o.dfledia '}{ordlinghcn
460
i
Ferdinando i
il
Cattolico gitta
fondamenti della
o
1 .
eletto
B^ de B^muni
5 5
i.fuccede
padre 56
rimette al
C efare per
Duca
il
la caufi di
Maniona 3 6^ propone
,
al
chiede aiuti al
Vont.& a ycnetianl
6^$
cocambio degli Stati ^-ji. ingelofAo dell' Ferrante de' J\offi General j dell' artiglieria de' Fene armamento del Tont.6<) 6.procura la quiete 6 $6. tianifpedito a MatGua lo.al Campo in Friuli, 9 ?
foccorre con danari
I
il Duca di Tarma 6jz, e con Modona 673 ,configlia alDnca di militie quello di Tarma U mode rettone je^.mofira a" Barberini la
Duca d'ingi
nafce
^24
Spagna fue maffime , 4 lo Stato Ecclefia/ico con progrefji 711- follecta Filippo ni.!{di Spagna difapplicato dalgouerno 5 ordina il Duca d Sauo'iache renda l'occupato nel gli aiuti de Collegati 7 12 -fa acqnifii nel Terugino Monferrato 31. prefcriue le conditionidellapact 716. con varie fattionty^o. affdito da pi parti
Filippo li. Redi
ne riporta vantaggiy
732
d'Italia
principi intereffati^
Ferdinando I Llmpsraftmapnma^Ircidiicaalterato
centra la liep.pcr laforprrfa di T^loui B .ricufa la
fofpefione d'armiio.fi duole dell' inuafione de fuoi
37.58.
ma il B^ viperfijle
40.
&
efplica meglio
lefueintentini ^g.fauoYifcel'Arciducacontra
t.
1
NDI
la direzione al Conte Duca z 1 J. [occorre la Fvan tianell'afjedo della Roccela ^A^.gradifce la rieu
E.
>
^^2. creato Doge^ 471 ti d'Memagna 1 3 6. morendo ordina la nflitutioqualit , a i d. 1 1 7* Fraacefco Giacinto Duca di Sauoiafaccede al padre ne della Valtellina -Jue muore y 564Filippo IF. B^ di Spagna fuccede al padre 2 ly.lafcia
France[co Giuflnianofattoprgione,econcambiat9
clConfeffore dell' ^Arciduca, pp. 100. pubica Don Gioid'tAn/iria Francefco Martinengo Generale de' Caualli leggieri va al campo in Friuli , per [ho illegittimo figlio 6^ u efce da Madrid per 9j [taccia ilcte Duca 7^. Francefco Morofini Capitano delle T^uh 1 26 opporfi a' FranccftQi afiume al[auore L f.igi d'Haro , 715, Francefco Orftno morto in Mantoua , 454 Filipsburg CQn[cgndto a'Francefi 5 f i.rcupcrato da FracefiVrincipi malconteti turba}o ilRegno ^l ,efpe, di[cQno aTurinOyt^ aycn./\2.saggiu[lano con la $16. Ce[arei,
tralit della !{ep. 528
.
Fonterabia liberata dall'affedio de" Vranctff 5 7j France[co Barberino Cardinale e[pcdito Legato nFra eia j 88. inutilmeteri maneggia lapace $oj-par
te ^oj.HHiato in
7 5 per la prigionia del Principe di Cond predono afauore della B^cinaMadre 160.195 l armi 85
.
&
Spagna
^ o^Jmgenio 65?,
cusa
la tepitutiene di Cajiro
&
ri-
1 <?.
difpongono il[oc^
555. progre(Ji delle loro armi nel Tiimonte ^^o. altra gucra ciuilefufcitatad
malcontenti.che refaaovinti,^ abbattutilo 41, Tarma , e delude i Collegati 242 e^^.'joi.poco inclinato allapxce Fr anchental occupato dagli Spagnuoliy 7^7- Friuli; defcrittione di quella parte joue fu la guerra^ 7^6. infine ri piega , 7 2 .prime tnuafioni dell'armi Fenete -] 2. [correrie' Wrancefco Contami ^mba[ciatore all' Imp.- ^ .a Co^
680 ^8 1-684
fanioni, e tentatiui. 78> 294. i^i Doge zo muore SauoialicentiaTrancefco Cornarojimbafciatorein to dal Duca^parte per Spagna, 40 Galee di mcrcantia predate da Fafcelli d^ll'OfiiKa 11^. la Uep.neprctedeU nfitutione 1 3 8./^ F>'^.. irfe^a L Franccfco di Melo romice i Francefi 69
fi'jntinopoU
t,
S.rotloji g.
eia s interpone
Franccfco Duca
li,e
di
dall'OfHna
^'^anz.idifficuUata
5 i,fnalmentc
adempita dal Cardinal Z^ppata^ 231. ne caua vantaggi 521. affdito da' Fr^mcefi , e da' ^Parmigiani *) ^l 'ricorre alla I{rp,hficcQr[o G^[p<irodi Gu[fi^n Conte Duca dOlHarcsa[inmciit
dagliSpagnuoli ^^i,fi[o[pendonoami 542. s' interpone per[opire le differenze tra il Toni, t^r d
Spagna
7;^ col
-j.
finge cofide-
racefi a' confi5 5 6 infelicemente attrahe l'armi F ni di Spagna 5 5 p.e[alsato dal Kper lo [occor[odi
tell'!g7;c-iFerrarajma[ono [coperte
da' potificij nel [ho flato
63 J.afflito
T ortogallo
la Catalogna
55 H.publica vnfmfidiuertirc
il
gluiolo illegittimo
6 ^^l. tenta
RdaU'j
Bologne[e-jz6- [occorre
il
deW arciduca 7
Cbiauoretto c^6
U Monpefier 3 2
.inchina allc[cconde
noT^
mi ^figliuola
j
deWuca diTSIuers
3 6i i[gu[ato
Bbb
mato
N D
C
tinopoli
,
E.
la
da per giurare
6cp
poi finconcilia col fratello^! z .attirato col Psiche Cefuiti non ammcfj daUa I^ep, ad inJlanT^del Pont, e dd Re di Francia, liu saggiufta 5 5 ;<// nuouo confpiracotradi Itit , 2 1 J. e conchiude trattato con gli SpagnuoU5^4. chiede GheUiern infelicemente tentata dagli Olandefi 573. perdono al i\ ^j.daciti lafciato Luogotenente Giacomo l{ d' Inghilterra eshibifce aiuti allaRepub.
della
C or ona.yij.
72-^*;
contra
^enouej rinforzino gli Spagn.conloromilitie f.odiati dal Duca di Satiomi 7 1 fi rip^nifce il loro
Stato tra la Francia
,
di pace i Turchi ?7 flndiofo la procura anche per Sauoia^U'S ^.fue titubanze j e fuoi
,
e quel
Duca 2^6
affatiti fi
2p6i
il
2p6
Bohemi^ yj .promette afilmHrimonio delfgliuoh coli' Infanta di Spagna 2 1 ^.debolmente affifte al genero 2 2 ?. 2 9- 242 irritato contragli Spagnuo Li chiama il Var lamentose lo licentia fenica frutto 266. muore, 184.
:i
^^.turljatiper vna congiura [coperta, e per mi. Giaiques Vicre viene frau dolentemente al feruitio
deUa I{ep, i 57. machina tradimenti i 5 7. fatto naccie degli Spagnuoli^edi Sauoia ^66'ftfottrag. i j8. niorire, gono dal predominio di Spagna , 502, ijirolamoBon Segretario Veneto in Roma. 6^6, Giorgio Badoaro morto dipefte, 43 7. 38i(' 'd clamo Caua!^^ cfpedito dalla Rtp. a' Trincipi d .Giorgio Cornaro bandito, Giorgio Giorgio Ambafciaiore in Francia 344.25* al Jtiilia lyg. Refidente in Zurich lp.fatto prigo, ne dai Trincipe di Monaco ^SS.affile al trattato Kh di Volont, 491. di Cbitrafco 45 5 . accorda ipaffi de' Grifoniper la Giorgio Giustiniano ^mbafciatore infide per lefecn
iGirolamoCornaro
fiocchi 6j. ammef Ferdinando dopo lapace 149^ Bailo a Coftantinopoly bafciatore al Vontefice , 160. 1^4, 'Girolamo Giufiniani Comiffaroper l'efecutione del- Giouanni Bafadonna , Luogotenente di Fdinev al
rsfpublica,
758.
joallaudienT^
149. CiroUmo Cu^iniani^mbafciatoreinF rancia. 1 49. (Qirokmo Land iAmb^fciat in Inghilterra , 2 j Girolamo Marcello fatto prigione dagli ^fiocchi , e
i
Campo
Gioti'^inni
8. dijfuade
/'
di Tarma, 24. 677 Crolamo Triuliy^mbafciat^eftraordinario nFrcia Giouanni Battifia Fofiarin Trouedtore in Campo
rilaff'ato,
208
perjuadeif-
RI
tellina ^og.riefpedto in
diVal 95. 9 5 ricupera la Tonteba , Francia i']6. comandato Giouanni Battila G rimani generale di Damat.6^8>
.
dalla Rep di non entrare nei Gcnouefato , 29^, Gio.'BattiJlaTadauino tratta per la B^p.cogli Suix.' Girolamo Soranzo ^mbafciat. a C efare conchiude il 7^ri,e Crifoni'p i .pa fcacciato dalla i^/;f/i<t.i 48. trattato per gli VfcQCChi l 5 .i d^ma tratta li re- ciou^ nni Bembo, Doge di Fenetia , 75. fituone delle cofc predate daWoffuna, 153. Giouanni Cafimiro Trincipe diTdoma prigione de' ^mball^diSpjgna.iij.alTont^zo.alRdi F ranccfi; non fi libera per inftanx.e de' Fenet. ma Francia 583 cshorta il\ a non abbadonare ilta folo con vn trattalo con quella Corona, 5 75. 5 7^ Ha 5 92 'V a Turino,& ilDHcasinjofpcttifce 415) Giouanni Contedi TSlaffau conduce tre milaOlandefi aggjujia il modo di prcfidiareCafale ^^j .tratta de' alfoldo della Rep. 1 6. fuegare col Medici iiy confini di Lorso co' MimHri di Francia^ 5 01.5 $7. prende forti de nemici sul Carfo 1 S.muorc S9i^irolamo Triuijane dcjlmato ^mbafciatore in Olan. Giouanni Cote di T^affau Cmiffariodi Cefare a Ma1 t
te u
. .
I
toua
5
N D
e
5
E.
6j. fTnge il Duca con mflanT^ 568. 385. il Marchese di Dorlach 1402^1. 26 i.iVroteHantiigi, il R el'^lberftat.
progredifcecotra
T 704. 70^. difende ilToUfe ^29 Magdcmburgi e lo defok 46 5 rotto ali ne, 72-. 47'6 Qiouanni Tifani Vrouedicorefopra la Sanit nel Ta pfia^66 morto i douano 4 j 7 Conftgliere, CiouanniCornaro Doge 294. ammonito da B^enieri 540. Zeno^l%o muore 414. Qiouanni IF. acclamato Kdi Tortogallo 6^6.trat ta con la Fr ancia yC con gli Olandefi 6 5 9.6.\Q.fcu9 Gio: de' Medici comanda l'armi della B^p. in Friuli
.
,
qud ^^3^4
pre congiure.e lepunifce 6^1 follecita a ribeUarfi 9g. tenta diuerfioni al nemico 1 1 J. i 1 5 . fueg^re col t^afau II -j.fue majjime 1 1 7. ritarda iproil Duca di Medina Sdoniiy 64 r. ii8- Giuliers prtfo dagli Sp^rgnuoli, a 5 o. greffi, Ci: Giorgio Elettore di Safionia afJifleaCefare con, Giulio Mazzarini ne^otia col Duca di Mantoua
trailValatino
i
Bohemia ^6 6. fi riconcilia con Cefare 554 (JioiCiiacomo Tancirolo Nuntio delpont.pgr la pace tra Ccfarey& il Ducadi Mantoua, 411. 6io: Giacomo Tifcina ^mbafciatordi Sauoia in F.
la
cupa
^o ]. conchiude TC'iua nel "Piemonte ^d^i. perfuade il Duca ai Sauoia a lafciare Tinarolo alla Francia 4 ^.preferua Cafalc coli' aggiuf amento
COnchiuforrgii Eferciti Francefcy e Spagnuolo,
^45.
confidenti/fimo de la Francia
(celto
per
netiaj^^.fuoi
cjfitij,
4.-},
fuo Tlenipotentiario a trattati dipace $9$-efaltatoalla porpora 666. herededelfauore di Ricbelieu appreffo
il
,
R. 701 dopo
c^
la cui morte^
Ci: GiuliimaniJimbafciator in
Spagna
,
abbattuto riforge
anche
Gio
G rimiini^mbafciatore a Cefare
J5 2
722
Giufeppe Cappuccino infnua 'al Duca di Mantoua la lavariet de' progftti del Ducadi Sauoia ij.gV permuta dagli StHi con la Francia J92 efpedit 44a infmua che renda l occupato nel Monferrato ij, dalRichelieu alla Dieta di Raiisbonay
Duca 1 8 s arma 2 o.fimuoue con. Giusi' Antonio Belegno , s oppone ali' incurfione de' 1 li. Duca predetto 3 o.tratta con rigore ci ambiVafcell dell'Offuna ndlJ-driatico due i Duchi d Sauoia^&di Mantom 3 4 ricerca Gotto occupato dagl'alemanni ^ivfi trattadaFe. ne ti di ricuperarlo laTrincipfffa MariadiM.antoua ^yjlrmge Sa, 4 j o^ uoia al difanno, le tnuoue l'armi comra 47. fa GonTLalcsdiCovdouaGouernatore di Milano manda brica il Forte Samioual 5 o pajja il TanarOjfpoifi genti a confini di Mantoua , e de' Vcnctiani ^ 5 p j^.perjuade al Conritira 54. ricerca aiuti da' Trincipi d Italia 5 6. fi duole del Duca diiihetel^ 5 troua dijficult nell'efpHgnationed'^Hi o.accudi Spagna- 1 Imprefa di C afate 555. accrefiglio fatoinSpagfla,i^aJ^olutodalR. j6fciiitele fu^conmilltie de Gcnouefi ^%6. fi Gio: T^ani dijfuade la Lega della Rep. con gli Siati muoue cantra Cafale , &' efpedifce Taolo R/7 a
confidente del
il
tra
d'olanda 18 i-f
intorno
^ c}2
.
Fcmtia
:j
57* -^
64
bandi [ce
5
,
il /
uca di Sauoia
e.
Principi
odierne per lo foaorfo de' hancefi a Cafale ^70. occupa pi luoghi del Monferrato ^ 7 i .pcrplcffoper la calata de Frart. 388cefi in ndia^yS. indebolito fono Cafale
minaccia i Genouefi
744
fnitira,
S9^'
.
.
Gio* Vaolo Qrademgo comanda ig.ikoni della Rep. ^o.'Proued.aCaltaro 5 Sj. pagatore inCapo 740
'
Goritia difcritta
"^ '
"
Clio
ah b 72:
85./i^-
I
.
N D
E.
^o^calatai& ajfaltofenxa effetto 8 1 ritirate le 8 2'HrettagagUardamete 113-119120. Henrco Conte d' r court ricupera leifole di Eres 558.)/ ritira da Chieri d i 5 lbera Cafale daU'af foceorfapi volte 1 3 S.i^o-perfduarU il Toledo fedio 6to.afedia Turino 6 zi. l'cfpugna 62^, gli diuerfione i^O' ^j.fofpenfione dell' armi in fa
batterie
fortifiono altri acquifli nel Viemonte. 6 5 o. 145. ordine allapckce conchiufa. la Bspublica dagli Henrico Conte dalli Torre Capo delia folleuatione di Gregorio Barbarigo procura per
SHT^eripa(}iie enate^
loro, e
ritira
174.
da' Grifoni ^yta conchiude con due Cantoni 5 7. 78. paffa all' Ambafcma d Inghilterra ,
condotto al foldo della F^publica 2TJ*pafia as ^ello di Dmmarca 3 3 ^. rotto dal yalsain 4^2
liberato. Gregorio XF'Tofttefice 112. follecitato dagli Spa. 4S5. gnuoli per t intereffe di Valtellina 2 ly.riceuegli hlcnrico Conte di Berg , comanda tarmi Spagnuole nella Fiandra l^T^fi riuolta,e tenta formar'altro ^mbafciatoridef^enetianiy egliricercat che la
accetta
partito
48^..
6.12^ zjp- Hesdinprefada'Franceft. il Honorato Trincipe di Monaco fcacca Upreftdio Spa ricercati di Legale dipaffo dalla i^c/j&. 45 G/oi gnuolo,e fi dfotto laprotatione Francefe. 55 1 ^l.negano tutto ()i, discordi tra loro i^f' 148.
muore
&
concordii lo^.fi muouono cantra UyakelUonin felice fuccefo i2z.oppreffv dall'armi di Leopoldo.
gliano di nuouo tumultu marne nte le armi
Inureainuano tentata da Franceft^^.vien'ejclufo il prefdio Spagnuolo , 66 8. Ifola di t{ ajf alita dagiinglefi 3 39 foccorfa da Fracefi,
54<^'nt
22 i.deluftyC diuift con tratati del Feria 255. pi- Ifolc di Eres occupate dagli Spagnuoli 553.. ricupe^
rate da' Prancefi' 2^5. 558;. ingannati con propone di tregua 2 J 5 forpreft dal Iftria, Hofiilit in quella Trouncatr^'yeneti ,egli arciducali 68.70 yz fattone appreffo Trieste l'arciduca fono affiniti da' Collegati a 7 S-forprefi
i
\
daWefercitoCefareo^^^Ja Francia chiede la re^ ftitutione de quei pafji ^02. fcaccianoi Franceft* dalla aiteli, e fi compongona congVi Sp tgn. 555. Guerra del Friuli caufa commotione ne' Vtinsipi 73
yo.defcrittionedellaVrQuincia.
Italia cuore d*
gnuoli 4.
71. Europa 3. lafciata inpace dagli Spa^ che per prouano d' aggrandir uifi > . abl
bracciano
ft
opportunit
lorofentimcnti.
75
defuoi Vrincip
iOuerra rotta
ccjco
L
Guerra tra le due Corone
fu; cagioni
>
e progrejji
Vontifictj
jt 7 >for tifica739-
514
.
il Laniresij occupato d Francesi . Guerra per lo Stato di Cajlro tril Vottefice^ 5 59.. P armale da che originati Duca di 6)S- Lega de'Vrincipid Italia cred'Ha inopportuna 3 1. Gusauo R di Suetiafoccorre Stralfundt i%o.perle Della B^epublica co' Grifoni oppofta d:i Francefi 4f cgli Sui'i^eri coniraji.ita di gb Spagnuoli 45 cofe deli' Imperio cjpedifce Ambafciatorc a diucr
Ji 7. inuuo
tentato da'yenetiji;-^
fTrncpi 169. entra in ^Icmagna coli' armi ^$2. progredifce^5:^, rompe g Imperiali a
conchiufa co
fon.
di-ie
Cantoni
57
peiua da^
ra:ia,e di Sp-^g'ia
7:
Lpfa^66~ma>id<i ^nib^fciacor'a yenetia 467. fHOprcgrefsi nclC Imperlo, e cantra Bauiera 47^
Co
alURepublta
48 5
4V0^
nella hatt-^gUa di
lutzen^^i' fue
(.ondioni
17^.
.^^publicata
79.
68
.
'
I
Della Jicjfa co
le
N D
I
r
E.
del
R d'Inghilterra 28 J. g
il
1 1. procura di farap .1
187 appianata da' Principi del Settentrione . lega tra la Francia, la B^cpuhlka^e S moia progetta.
tainLone 237. 2 j 8./c?;c altcramgli Spagnuol il'.ft conchude 254 conditmi di eja 255. fini
diucrfi de Collegati,
prouar e
fratello
trattato di Monz.on da
[mi
Collegati
del
pel Matrimonio
^zo^-va
in
270
5
Fra
2 ^(j. y Francia ^e Iolanda , la Francia , e Sauoiacontrai Genotiefi %-} Fra partecipata a' yenetani. 5 1
la
49;
(^fpugnata la Baccella
vi
le opinioaincl
fuo Configlio
[opra ilfoccorfo di
Fra Spagna ,
piedi dell'Alpi 1^9. sforiailp.-.ffo7S9. ritorna inLinguadoca contragli ugonotti JP4. e poi a
Fra la Franaa^la J^cpubiica, e Muntoua , ^3S Fra la Francia , e U Rcpuhlicaper ricuperar iptilJ
de' Grifoni
Tarigi^oo.ripara
il
40
.fpinge
40 1 .non cjegm.i.
402
Cardintlein Italia 4? 5;. riconciliato col fratello entra nella Sauoia , e fi riconduce a Lione 422*
muda Ambafciatori alla Dieta di Ratisbona -^42 promette danaro al l\ di Suctia 44^ infermo in
.
568 Fra U Francia^e la Dncbcfia di Sanoia , lega propoja dal Vonteficc alia Ripitblica 6 l'. fi 6ii tratta 6 1 1 -f' difcioglie il maneggio .
I
Zowe444. infegue il fratello 468. 470. fne armi inMcmagna^j. i(^ in Lorena 4.^1, affifle agli
Suedeft.^^9^.confeguifceFlipsburg 512. ajfalito nelproprio l\cgno dagli Aifflriaci^^j, s'abbocci
in Granoble conia forella
&
6t
t^.rifente
lafouerchia
no'^,eftcQnchiude.
Leganes, Goucr^fatJi sfilano cfpugna
Vercelli <!^6^.')69*a(iediaCafaki&h rotto
707
Brcm 5 66.
&
iVrincipi malcontenti
620
559
58
i
pigna
6c) 5
,
64 5 v all'affedio di Ter.
691.6^1.
la di lui
dopo
morte fi d
nuouo
in potere
defauoriti
rio
1
del gCAcr-
717
,
71 Leopoldo Guglielmo, Arciduca iproucduto de' beni L^reizo Marcello Capitano delle gale a'^^e , ferito fatto la gallona 580. detto Ccnfore , Ecclcfiafici 3 ?5- comanda Carmi ndi Imperio, 5 8i Sp Loren:^ Fcniero , generale in Dalmatia , forprendc ii-rottoaLipfia,
(
49 1
Lodouico XIF.nafcc
7 6 fuccedc al Tadrc
Lione Riandato dal R di Francia in Italia 66S saffati(^a comporre le differente tra il Tontefice ,
popoli
dell' Jjria
e tenta
Moi
&
sfida quelle
1
il
6, in
Fcne-
2C,
S7
tia
6^9.Loumo ajfcdiata
confumano folto l'Efcrcito , Lodouico XIII. R di Fraciaingelofito dell'autorit] 517 del Marefcial d\Ancr i ^ o lo fa amma-^^re] Luigi Contariui , ^mbafciatore in Inghilterra 3 44. conchude la pace tra quella Corona , e la Francia i^i fida in preda al Luines 1 3 z. applica alle co
152. ma preflo f ne raffredda 3 3 f premegli Spagnuoliper U reflitutione di Fer celli
d'Italia
i i
8 j.^'imb.ifciatore in Francia
585
a lloma^y^.
'
5 6. s'interpone nella
caufa di
yc-
jituifcelarcl'gione
affari di
ValteiUua
al
lontra gli Vgonotti 12 '^.accorda loro la pace z:6 per Icuate della l\epublica , trafiUradifoccorrerBred 285- 2o4.,difguft(to LuigiContarini^mbafciatorein Francia
,^
73 S 513
Luizi
Bbb
,,
1.
INDICE.
Vgi Giorgio
negga
i
oo.comanda l'armi in ValteUinct ^o6^ generale in Terraferma ^yi. 520. eletto Troueditore generale del mare o.generda in Terrafermamuore y 704 Litigi Malipierocomada U Caualleriadi Dalm.6^^ Luigi Moccnigo Commif^ario a confini di Loreo 47 5 uigi Molino ^mbafci-tore a Mantoua , 571
nimici
ferma 7 2 ^.affedia Lagofcuro, e fi ritira , 719 Marco Loredana generale nelljfiria , 7 Marc adriatico dominato da Fenetian , 41^ Mare Balthico, dfegno iegl Aujriaci di dominarlo
con commotione di motti V^rincipi
ceffione di
3j
(j
Mantoua ,
^<r^
Margherita Infanta di Sauoia moglie di Francefco Duca di Mantoua 6. refando redonafifngegrauida 8 'fi ritira apprefio il padre 1 r ritorna a Ma
figlia 4^0, n' e fatta partire da Francej^^S.Fice B^ina di Tortogalifcaccia
toua appreffola
Veronefe
^^j
I\h
6ij
Luines concitali
Mare^ Maria,TrincipeJfa di Mantoua deftderata dal Duca fcial d'onere 1 5 r glifuf cede apprcjjo il K nel di Sauoia iC dagli Sp<^gnuoli in loro potere S. Ferfauore 15 2 fuoi difegni cantra gli Vgonotti 2 1 5. dinando fuo zio ricufa di darla, magli Spagnucli fatto C9nefauile muore . 2 27 VinfiUono 8. 9. ri diffentono Matthias Imper. e la Reggente di Francia p, loftpenfadi maritar Maffeo Michele generale nelllHria , 1o la al Duca di Bj^etel ^^6,& da luifpofata j 5 o
Lodouico Xllhcontra
.
il
la F{eg
dagli^kmanni
C afa le,
619
publica^i i.^ii.gli^lcmanni s^alUrgano 415, Maria B^inad' angheria, yiene in Italia 458. la rinforT^ta da ^enetiani 416. 4 j ^ tradita^ forB^epublica le nega ilpaffoper mare ^^S.paja con
prefa,efaccheggiata^-^ ^.rcflitnica a.Duca^eprcfidiata dalla f{epub.^6o. rinforT^ia,
le di lei galee,
4^8
Maria B^ina Reggente di Francia aliena della guer5 72 Mantouano defolato dagli alemanni 40 ripartite ra in Italia , impiega vjjtij af<fuorc del Duca di le difefe in pi luoghi tra la B^publica , il DuMantoua 2 1 .efpedifce .Ambafciatoriin Italia ^p
.
&
ca
408
diuerfe fattioni ,
di
4t6
Flcen^apro.
8 5 .imprigiona
il
Cnd 8 5 -rilegata a
Blois
152.
665
R^efidcnte della
Marc'^ntonio Bufmello
Rep
in
Ma
teuaprigio -le degli A lemanni, e rilajfato , re in Colonia , 6p8 45p Marcantonio Cornaro eletto Fefcouo diVadoa 414 Marino Molino Troueditore a Islouegradi 5 87. coMarcantonio Covraro mbaf latore al i^ d in' mandala Caualleria in Dalmatia, e reprme i ghilterra , Turchi 608 311 Marc^^ntonio ManT^no configlia d' efpugnare Co. Marfcieuille Ambafciatore di Francia nclllmperio
ritia, fomenta iTrincipi contraCefare ^ 5^8 75 Marc-Antonio Memo Doge muore , j6 Martino Tromp Mnmir aglio d^ Olanda rompe l'arMarcantonio Morofmi muore dipeHej mata di Spagna ij 457 Marcantonio Tadauino Refidente in 7^apoli,y^^8 Maffmiliano Arciduca muore , 168 Marco Giujiniano cojleggia l'armata degU^leman Maffmiliano Duca di Baui era ricufa la Corona Im
ni d^o/^. s'accampa a
<jr ilfoccorfo di
Lonato ^^
.
tenta Caneto,
in
periale
Mantoua 45 j generale
Terra
1 6^. occupa fAuJirafuperiore ipS. anco Traga dopo rotto il V alatino loi- gli vien
&
con-
o
.
IN
ncralato
T>
C
I
.
gli Spagnuoli fi rimette fott^
ranccfi
.
7onfcrFoHvoto elettorale 2^^, tratta con Fr3-\ cai^^. ccon Inghilterra l'^.^y ingelofito della
Monaco prefidati) da
lapYotettione de
f
650.651:
potenzia di Cefaren ofapcrfcpararf da lu 5 57 Monferrato prctcf) da' Duchi di Sauoia.defcritto i-^,fipoponsd.viJi Spagymli il fuo concambio, cfcUma contra ilFalUain ^^o-prcpoUo'pe'l G
deW'Armi
-;
5 2 .fijiringe a'
Fraccfi
4'8 484
-oppYcfJo da ogni parte lo^.diuerfe terre occU' late da' SAUoiardi 108.1^9 i2j. altre prefidiate
datrimonio reciproco tra FraiciayC Spagni, contefo da Trincipi malcontenti j^':) cfegwto 75. dei
Vrinclpe
i' Inghiliora
no
5^j
'uh
l\ic
2^1 Mome di Tlurs caie mo. 1 6g MatthiasGalaffoj rompe vn corpo d gente della Monte Ffuuo getta fuoco ^ /^6j I97 ByCpublica j^2 .rinfoy^a Coito ^'^o.fcaccia il FafMoraHiafi fbllcua j^.veJJtada' Cosacchi letta da' polii del Mantonano,& nfcguifce i Ve, Mujaff'ajuc<ede ad ^cbmet neW Imperio Turche^ fco 1 26.depOiio 5 2 riuJJutOje deporlo 2 JO.25 nctani^T, .occupa yaleT^o^'; i.inmde la Fra morto 60% eia ')^9 fi ritira con poco f uno , ^49
;
i
1
il
mmta^e fug.
g da l\lanLji 512 I\epub''j'i. nomina Commiffa) ijper la pace 81.' Kicfol Contanni perfuade il Senato ad aiutare it DucadiSamiaS ) Troueditore nel Campo del cede la Corona di Bohcmia a Ferdinando i ^ ^
non
affi fie
all'
arciduca contra
/a
procura d'acquietar'
Bohemi
66
ngeiofito di
pace
Comm'iffario per lefcctitione delU 1 l' 1^0, Troueditoredil dal Mincio, 22 o^ 4"'i Doge ^i 6. muore.
Friuli
M^(*ritio Cardinale Vrincipe di Scuole s oppone agli J<liccol Delfino acquisla diuerfi luoghi de' Tontifi-
cij
71O
March- fi
de'
'Jsljcccl de'
TonteficeinFaltellina, 27;? J 5 yidafranca 601 .inchina a maritarft^ 6iy^ Taccola Donato Doge^ Mauriiio Trincipe d'Oranges foccorre BergopTipom Ts^/^^z.^ della paglia affalita da Sauoiardi 29efpu'
: 7 1 ^5 gmta dagli Spagnuoli , 2 47. nongli riefcefoccorrere Bred .82. neforpredere la Cittadella d'^nuerfa 2 8 ^. muore 28(3 T^ouiforprefa da' Feneiian 68, lorogiuflificationi, 6Z Melchior Chfelio Cardinale fauoriio di Matthias\ e doglianze dati Mcduca.
\
'
imperatore
A
alla
Republica vn
Aoma iC^
& afioluto
68
di lei artnatariportata
Meldok fcuote
ilnegctio,
Barbarefchi
.eshorta
ad inuiare
Am
66 1
Trincipi vicini
:>
s aggiufia
bafciatorea
ip2
Duca diVar
ma'^-j. troppo fi p)
'nette
de Fenetiani
cam-
&
730
fatto
707
Spagiuol
Marefciale di
/'
Q
Odoardo Duca
di
Francia 6
4P7
imprcfa di Terpignano
69 1 .efpugna Coliure^i
Bbb
a^alito
affalito dagli
D
fue u,
E.
l'
Imprefadi Geno
2
'0 5 5
.'f.'^^
e la conchiude j 5 4.
7^
mmifce D Girolamo Truifanoper approuare il trattato di MonT^on, ^16, Cafro 555. ricorre alla I{piUca6 $j.66^pu hlica vn mamfefo 66%.fcorf2umcatoprocedcalla Di Simeone Contariniper differire le rifolution a fauore del Duca di Mantoua, ficure%7^ delle cofejlie 669, efce in campagna ; 3 5-7, lo Stato Eccle- Di Domenico Molino d* opinione contraria, chiede aiuti 6-j 2. fimuoue cantra 5 60. viaggio 6j6.delHjo dopo Di Battila ^anifopra l'autorit dei Confglio d fiaflico con memorabile
qmit,e[noi d'ifgufl
co'
Barberini 653.
Dieci ^ jSa* fi ritira a'fuoiStati S^.replica i mare yo^. vorrebbe anco farli per DTietro Fofcmnypet ifcacciaregliMemanni da' poHi aWintorno di Mantoua 4^4* la Tofcana 705. non inchina ad entrare nellaXegajo$ fmiioue,& occupa il Bonieno-e laStd Di Giouanni TS(aniper l'opinione contraria 42 6. a/ tra di lui alVontefice, 5 93 lat2L'fz6> confonde idfegni de' Collegati col non fecodarii.yop.j i.nofoccorre laRepilicayiy^ Di Giulio Ma'X^iniper indurre il Duca, di ^auoia
yani trattati
ientatiiper
'
dffiiult^ af-
45
742, DelBellieure ^mhafciatore di Francia per perfuafente alla pace, $i2. dere al Senato la Lega col fuo B^, Olandefi leuciti alfoldo della' I{epubUcai 16.^ con ne que- Del Conte della Rocca ^Imbnfciatore Spagnuolo ,. gran commotione degli Spagnuoli,chefe
I
spagnuoii ^99. battuti appresola Schelda, e\Di Giouanni V efari ^accioche la Republica prenda itt protettione il Duca di Tarma 658. 3 fatto Gheldcrn', 57 J* ^i.^2.\Drincent.o Guffoniper diuerfaopinione, 6^9. Onegliaajfalitajeprefa dagli Spagnuoii* Qratio Baglionz configlia profeguir fopra il Carjo i Ornano gouernatore delfratello del I^ , promuoue
.
che la diJHade, 515. relano col Totefice ma s'acquietano dalljlmha[datore delia Rep. 117,/^ coUegano cop^eneta- Del Signor dHufs che la ricerca d'aiutiper il Duca di Sauoia, 60 j. ni iSaJJiHono alTatatino iQj.nonfoccorrono la Baccella 945 ricnfanole tregue eshibitc dagl' ^pelC^imbafciatore Spagnuolo in contrarioy 604.
.
''^
il torbido in Fracia^ io. fuaprigionia,emortei22 Ofmanfuccede nsll imperio de Turchi 1 5 x JepoHo 159. rnfoccorfo a Gradifca,& vccifo, VCCifOy 2.4^.250 per concitare a WHOuere l'armi Qratione in Senato ^
vantaggi contragli^ttHriaci
iS.tentaimpedir
&
io contrario,
42^.
di Francia 77.
145.
f^z.
64.
la
Rep-
Rcpublica,e l\Arciduca fi
ma neggia in
pCYcbiedere.auti,.
85.
'
anco
1
1
Corte CefareaS^fs trasferifce in Spagna \\\*& il trattato di quella tra la- '^pagna^, Sauoia
1 .vi giunge
^mbafdatore
Cefareo
^ 6. fifa-
fpenie il parlar ne i^j.fi trasferifce in Francie inMadrid 1 3 Z.ft conchiude in Tarlgi^e s'eflende i/^l.conitianidi efja 14,1 s' approua dallaP^pu
di Francia',.
1% 184. 2 09.
i
hlica
42 jmorche non contenta defuoiMinifiri Tiemonte 1441 4? ./J concerta l'efecutlonc ps'l
1
47-
5 S'l'[
cambiano le
i4P_,'
^cl Conte
Hamfelt a'fimfQldat^
24^1
efidiputano
c ommiffarif
s'cCs^
..
! i
N D
re
la
1
E.
diato dal R di Piada nperfona^i^firede 6gy r 5 omaneggia in Tcfchicra fortificata 5 -jy Tarigi ^oy. fi concbiiide in MonT^on ^ 11. cond- Tcjc in Italia /^i^Mifl-ruggr gli eferdt^l 2 .fpopu
tioni
Mantoua 41
^. deii.isii lo
caccia Citt di
la
Rcpublica lapproua.
l
318.
.
manufatta in
552. 385. Tace tra la Irr andane o cfeguita 402 Tietro Barbarigogencrde in Terraferma 7 r .giunTace di Sufa 384. ge in P filili y.cjchi^mno^-^.affulifcegli Arci ^ Danimarca. 395 Tace tra l'lmperatorCi&
Inghilterra,
il'
444
ejegnita
m Tiemoce^^j.
I
i
.^
58.
ac.
diftpproiiJta dalla
nuo- TictYoContarinijt'nhafdH re
CJrd. FafcelU alferniiio
in Inghilterra
dtUi l\fpitblicai 151, .^.^-- -^ . -r trattato .. ^ , ^v.- a Chierafco 4^6.458. con doglianze ^^ Pietro di Toledo inuehifcc contra la pace d'^Jiij J del Gouernato e di Milano 45 7. s'efeguifce.^^ 8 giitnge Goucrnatore a Milano^e vi rnforT^aiar^ Tace tra la Spagna^e Vlnghllicrra. 4 ^8.
.
V rotella
5 5
mi
difcay&
ingclofifce
di lei confine
S i mira a
re-
per inuiaper trattarla vn Legatocela Repitbiica vi deflina vn'jimbafdatoYe 553. 5 60.// ejpedl.
perii trattato
lOiContra
il
fcono alcuni p affaponi 56^1 597 trattato tra la Fi andatela Suetia in ordine al manegglodipace
.
T^emurs
oi
<^y6.fer/jpre
maggiori infwgono
le difficitk6\6
citia de Tenetian
Tiemonte i 55, Crema i^j. rende Fercelli^i^^^ Francia. Tace del Tontefice co Principi della L^ga.e col Du< Tietro Fofcarini configlia d feacciar gli alemanni da poflivicin i a Mantoua 424 jmbafcatore maneggia da' Minijri Trancefi cadi Tarma
\^<y,nedificulta l'efecutionein
62 8.648. s'apre il Congrego. 724. 554. Tace tra la Spagnay& il Duca di Tarma . Tace de" Vrincipi di Sanoia con h Cognata, e con la
ferrato 128- affediayer celli 1 1 8 e hfpugna 1 3 3 inuade i cofini della Rep. 14 .publicapoi lipace
;
66 y.
trarne cogiura in
fi
^.difliirbata da
propone
di Barberino a gli
il
CofiantinopoUy
^0%
Cardine BichiyC Tietro Girone, Duca d'-Offima Vice R di Is^poli in gelofifce per mare la F^p. y 2 . arrefta le di lei nafinominano Tlenipotcntinij 755 .fenfi de Colle. 1 2 .firn vari] difc^ tii 1 2 ^.fomentagli Ffcocchi gati j ^9- propone dtl Cardinal ^ichi in Fenetia vafcelli nell'adriatico 1 2 r .pt4bU n^Q. s'apprende dijurbo dalla infermit del Togniizi fpinge
Spjgmioli
3.
vis impiega
j^o^chefirifanaj^i .fi conchiude ieflcdcn dofenegii articoli in due Capitolationi 742 -fi pi*
tcfice
blica^efiefegiiifce.
743.
citare
a ca Imprefe contra i Turchi , e chiede^ le galee d'Italia 112, ma pi tosj tenta di con. Trincipi Turchi contra la I\ep. i 2 2., 1 2 4. mand.i^
.
Talatinato occupato da'Banari e dagli Spagnuoi 2 2 cj. 21' foccorfo dal Mansfelt.
bidipenficri
Spa
Turchi
i
>
teme che per la 211. Valtellina fi rompa la pace 2 o mime Tattiarca di Fenetia nominato dal Senato . i p ?
92
\
tcflitutione dcde cofe cantra la confi^lia nuoui teniatm predate i > 3. Veneti a-. Rcpub. { 5 2. partecipe delia c^inginram
Vafcelli
1 5 ^.ir^ipedifce la
^ <9 conlinuaaia'^UfireUn^p^l^&
^J^'
*
~J.Ji-
iiagllar-
N D
I^
E.
,
agli SpagnuoYlepa'j^iLeddTiemonte H^7glkrU con cfpeiitme d yafceUi in corfo 189cupido d mantenerfi nel^onerm i S^.in^elofifce 90. va in Sp^^gnUi e Quarnaro Golfo defcntto, il \ychcgli dfuccejj'ore
1
657
ij
^c
muore in carcere 19
eprcfi da' Fenetan
^,i
,
ip
Kagufeifomentano
publca
12
danno
pace .11-112 ta conchiude Heinio uimmir-igUo d'OUnda preda Spagniiola che vcniua dall'america ,
conrotta^
140
la Flotta
armata Veneta
414-4'^
145 doro
578
7J-+
Upergratiay
di
ColUUo comanda
l'armi Cefarce
665
t^fringe il
405.405 Duca
di Sauoia alla pace ^o.la conchiude fotto /ifli 64. Tempeo Giuflmiano condotto agli Hipendif della l'armi nel Friuli 71. ab B^tiibonaprcfa dal Faimar > OQ.ricuperata dal l( B^^ptiblica s 7 comanda
di
d'Fngheria
1\eneri
muore.
91
Tonteba,
5.
fitofito
9 ToYtogaUofifolleua.
ricuperiti da Feneti,
96
633
Duca
j\o.Ambafciat>al
Giorgio Cornaro
t{()ce U frenata
Tragaprefa
da' Cattebcly
20
dichiara afa
Prefettura di I{oma conferita dal ToteSce afuo "IS^,/. pot con difgufio de' Tri/,cipi^-j 1 .gli ^mbafcia
tori de' quali s afcngono dalie cappelle
471
in
contro di quello dFenetia colTrefctto^j-^. fi compone il difguj.o infuno per quefia caufa tra il
Pontificete la J^epublica
.
demolita
37j
&
474
interejji
,
in par-
g 45 Germania approuanoirifentimenti della Kepuhlica contra l arciduca 77. per timor e de d: armi Spjgnuolefi dijunifcono 228 Principi d' Italia inuitati dalla Kcpublica a vna Le-
ijs ingelofifco-,
S.
gnuoliil, 615 yiprefa da' Francefi. 6<yS' 127 Damiano prefa da Sauoi^rdi ,
nodclla Francia i^^. di nuouo eshortati dalla S. Germanoprefa dj gli Spagnuoli per tntelligen!.a 118 Kepuhhca alla Lega 1 54. 175?. tentati dalle Co. 1 04.inueita da' Sauoiardi
Francia^ e di Spagna f2S. 497. fottratti dipendenT^ di Sp^-igna^jS conferifcono infieme per firingerfiin Lega 502. non ammettono: 6S gCnmti di Franciajedi Spagna y
rone
di
Re di Francia
dalla
558.572
128.129
5 Martino di Cufca indarno tentato da' Feneti, 113. 501 97 Sauona indarno tentata da' Sauoiardi ,
echini Schans, forprefo dagli Spagnuoli, ajfediato
5.
Duca loro
Isljpote
dagli olandefi 5 1 8 e ricuperato. 98. 599. defiderano huuer forze proprie 600. tentati da Sciapelle prefa da gli Spagnuoli 54S. da' Francefi Franctfi afepararfi duglispagn'v.siccordano
50
ricuperata
559
5 5_^,
fon la Cognata^s col B^ di Francia 66"] .chiedono | Sciato Cambrefis occupato da" Francefi .
I.Hyi*!"*''
'**
Scrifa
INDICE.
Scrifa prtfd da Veneti
'
oo
Sdafiiauo fremevo pcrfua de al Scmtoda Lega con le Trouincic mite d'Olanda 1 84. i/imbafcatore
al\atsbona.
Titolo d'Emnenz,a decretato dal Totttefce a'Card.t ' nali caufa difguf con la I\epublica 47 j afaucre
,
.-,^.1
A14.\ Sauoiafacchegga Canda 5 c.di fende la Sauoia \c6.va Venetia i g^.pafia afer
uiregl Spagnuolin Fiadra '^o-^,yitorna in Italia
il
Tontcfice
in
Campo
730
1
76
I
4^
1 1
urino y e S 97-foyprende Chuas 5 p8. s'accoda a richfa conditioni d'accordo 5 p^Joforprende 60 2 yi affrdito 612 fi rendere tratta coFracefizj
].a
prncipi d'Italia
peratore
chi z^i
2 5. .(;;? cftguito ,
i
eC arciduca 29
e d
Milancpcr nccorda.e
touafcrfLd frutto
.
Uucindi Sauoia ,
Maa
>
alipedi Francia
in
Senato per
Duca Tra gli j ufriac i di G ^rmanra, e di Spagna , 155 di Mantotia 557 Di Madridper la FuiteUina 21-, difficultato dall' Siniici fpcd in Terraferma , 1 p arciduca Leopoldo,edut Duca di Feria j 21 Solleuatione d Bobema 16 i 4' ^H^ria,e Morauia Tra i Duchi di Sauoia , e di Mantoua , ma fen%a ef fcttOy 175. d' lungheria ij^,di Valtellina lO'S- della 268.269 Santongia 5 joMi Normandia 62^. di Catalogna 7^(11 Haijacontragli^uftriacinon concbiufo 305?. 6 lO'diV ortogallo. 655 3 IO Spagnuoli moftrano d dcftderare la quiete in Italia Trattato del Ducadi Lorena col B d Fra.^jo,6^^ Ddla Tranciale della Tolniapcrla libera tione del 1 J.fenfi di quei configli circa la pace d'^Ji 74.
tenere in fofpefo Is rifolhtianiafauore del
.
.
e la guerra tra U RcpHblicaiC l^rciiuca 77.8 1. Trincipe Giouann Cafimiro , 575 procurano dHirtre il R di Fracia dalle cofe d'I Della Hepublca to' Turchi per lo feguito alla Fallotalia 153. loro oggetti npromouere ^crd^nando sa,
Imperio i^^.difguflutideTenet.iyp. 187- De' Frane efi co Faimaref , fpcrano vacaggi delle interne duifioni della Fra Della Francia col Vrtncpe Tomafo
ali
^07 612
di
. 63 j Francia malconten-
^45
OS accorda la differenzia.
StrJfundt ujfcdiata
uetia.
221 De preliminari concbiufo in Hambwgperlapace dal Fridlant, foccorfa dal R d generale, 648
579.^80 Di pace
la
tra
il
Tontefice,
&
il
Duca
di Tarrraartifi;
Sue de fi dopo
i
morte delFccotinuano
n^U magna
82
armi 53 4 5^1-575
Di4cadO)leans, e Spagnuoli ,
d'altri
6p4
i
647.
Sui'^erifi muonono infoccorfodc" Grifoni
ei.
e?
106
con
228
.
poco fi Ulto 106. difcordi tra loro 237 ricufano d' entrare nella lega per la Faltellna . 255
2 1 >>
T
Taragona
ajfedata da' Francefi^ efoccorfaper
mare
da gli Spagnuoli,
6:^Z .6^<)
Thoiras difende lifola di B^^-^o.entra in Cafale ? 9 fatto Marefciale ^^.^mbafciator alla Republi.
ea
Tra le Corone propofla^e rigittata. 5 <Jo.5P4. 5 96. 6\6. In Tcmonte concbufa , cfeguita 6 1 o s'rfclude
&
la prolungatone
'
616
^60
vccifo a Fontanetto
545
F ran-
N D
5^^
Spagn.600
d'jl.
e
alla
E.
fi
"yranceft ^62. da' quali fi prende la Citt ^^6 ma ricuperatapcrforprcfa dagli Spagnuoli; l'Elettore
fatto prigione,
Riua 138
defcriuono queifiti
288 -ediuerfe
e dagli
1 2 2.cjferifconoaiutialla l\cp.
i^.igiiaaime
'
,& nefono in
FrancefinelTorto
& aggrandii
380
cn.
to.
l .t
Diicadi Sauoia alla pace 14. ce colTlmper.^^^y efacerbati per lofucccffo della Venetiani eshortanoil aiutano queldi Mtztona 6. richiamano l'ambaapplicati alCacquifodi 4lach6j^9
gallona ^^^
TminOimmito
fciatore in Turino
\c^.s
armano
2 o.moleflati dagli
daiCMcomt 612^62
). fi
fiocchi 2 I offediano Segna 29.fi rinfori^no 5 4 procurano lapace 44. afcoltano il Vifcina ^4mba-
rende
V
.
^"^1
ValenT^afcdiata
529
galletta difcacciato da'pofti del Mantouano , e fatto anni ^-^o. /^ge 45 4- tenta prigione dagli
Ffcocchi 46. nuiano I\enicri xeno a Milano^ Turino per lapace49 femprepifimunifcono ^7. entrano per cautione del trattato d'^fli 6 ^.mode-
&
Mem
.
rano
le ajfiflcT^
Mantoua 65.
nelFerrarcfe vn qhartierc
e CrcualcHore
de' ^ontificij
^
709.
7
^
rifcftirfi
contragli
armi 70. inuadonogli Stati deli jlrciduCiH -]i f negiunificanojj allargano da Gradifca i'afjedio
^2. rigettano le propofledipi duri partiti ^zJopo
r arie confiihe deliberano difoccorrere il Duca di Sauoia ^o procurano d' aggiuntarlo cm queldi Mantoua lop. moleftati dall' Ofiima s'armanoper
marei
gono
ano gli aiuti di' Tur chi 10. ricuf
i
noioyda
zooma
z^-fi doli
Trin
trafporta il Spagn.fi trapongono difficult ii3.fi (/etrattato a T^oina 2 3 .^$- in Madrid fi parla di
5
ad vnirfi i zy.accrefcono a Sauoiagli aiuti 1 27. rcuocanoda Madrid ipoteriper la pace 155. inuafi dal Toledo 1 44 s'armano fempr e pia per mare 1 5 i negano ilpafiopermare a'foccorfi per Ferdinaio i 54 nuouavnionecon Sauoia 154
pi
d'Italia
parte co' Grifoni fofito 2}7,'il Feria conchiudc a gli Spagn. eshih'fcono il dvpofitoalVonttf.^ ^^4 c lo riceuc z 5 8 con difguflo de Collegati
difimulano lefcoperte congiure 1 5 9. negano aiuti a Bobemia 169.1 79-^ meno singerifcono ne'loro
ncgotiaii a CoflantinopoU 1 9 5 .richieHi d'aiuti da moltTrincipi ig^.li negano al Tranfiluano zozcolpiti per la riuotadi FakelUna lo^.nefolleci,
!
1 5 7. 2^9- zz.con ajfenfoper delKA-mbafcat. Siilerijz^. ma poi i Fracefi mutano fo) ma ai negotQ
con profpcritd da' Collegati 219. con rfenumenio l' del Tontef. e degli ^u^riaci 2 S-progrcdlfcono
rimedio io<^ -in particolare da Fracefi 2 e 8 dai Tontef. ii^.dal l{ d Inghilterra 215. accor, dano leuate con Sauoia 222. aiutano gli Olandefi,
tano
il
22 6 fi fermano
il\
^c
I
j{di Fracia
N D r CE.
Manteua
^yo.fofpefiper lo fucceffo
alla
vy6- ft mtmtfconozjj blanditi dagli Jiufrinci non fi fiaccano da'Frmcefi 2 9 1 rigittano l offerte de Tur chi d'aiuti 295. configlanoVn^ uafionedelMiUnefe 29^. ma no TfCgliono cfferfoli
2 94- J02
.
F'aUona
contra i Barbarefchi
Tiemonte
& approdano
.
60 4,
piegail
ainterporfiper
& al Re
di
Danimarca
la quiete d'Italia
tra
il
<y.6iy.riJoluono intcrporfc^
j 5 z. j tona 351 allettati da' M'mfri Cefarei ^')^> portano in Spagna offitij per la pace 557. con[ulta?io
fopragl'Ittereffi
Ma
dAlantoua^^j. deliberano
d'af.
lo con-
T?ont.& il Duca di Tarma 66 r 66^, offitij efclufidalnei^otio 66 s. s' ingeloftfcono ^55, anco per voci de difegni de Barberini fopra la Mirado. la 6'jo.fi porge foccorfo di danaro al Duca di Tarma 6'j2.e di militie a quello di Modona 6j^.nega
no di concorrere alCinuaftone
dello Stato Ecclefia,
369
377' 3^5'
3-70. ^
I
^^f^^^o
danari al
Duca
di
ifoluonod^inuadere
Hico^L
ra
il
68 g,
dil\pmaprocH'
rano di rimettere 1 02. ingelofiti a confini delPole^ fene vifpingono militie 70 \ comandano l'occupatione delle ripe joj.elpingonooltrealfiume
l
efer
ito'io%.impiegano aco
le
for^e di mare 7
o.fop^
^ lemmi da
disordine di
2. prole
flano alla Spagna In cafo d vnione col Vont. 7 J. dano militie al Duca di Tarma 725 [occorrono il
di
vano del Ducaper introduruipoluere iz^j affalito 150 il Diica procura il foccorfo 50.// rendx 133 reHituito al Duca i <;p.riaJfcdiato dagli Spagnuo
1
li
'y6^.non ricfcea'Francef
il foccorfo
dijgujiati col
dCn,
^6^.fi rm y7^'\
50 1
37. rlcuf^no
It loro affifen'^
ali Imi>erato.
co certi circa
Sauoiardi, 5 o^ Duca di Sa- Fefcouo di Bertinoro procura lap.7ce di Temonte*2 o uoia dopohmer qncfli ajjanto il titolo di K<? di Ci- Fefcouo di Bous primo MinJfiro della IXeggente d pro 4P9.e di fniifcol [\di Francia ^oz. fiabili F vanciz non- riefce nella dir et t ione 7^ J nella neutra'it trle due Corone 5 1 9. 5 2.1 .procu F^com di Mantoua ^mbafdatore a Cefare ^55^
re ^'j%corncpuc
defsereapute de'
Sabioncda
4 i?8.c dicorrifponderficol
'
ilp:i<fo
a Franceft ,
di
&a
66
propone partiti per laTace. 5 7^. Aia FefcouQ di Lamego ^mbafciat.di Tortsgallo in /\0ma:,s incontrale fi batte con quello di Spagna
^74 J
^
pp,
5
e la Vrinc^pcffa di Fcfi a
j'\
Fionot.
I
i^gonottldjunitii 2
N D
5P5. ^06-
CJE.
^^j Jngeloftto daSJ^
quefii,
%2$i.lorQMggusameto colR
^"J' debellati,
&
Viadarjaprefa dagl'Imperiali -
yncen%o Duca di Mantoua vorrebbe fpofare la 7\(i fote^^j. muore, 347. Fimtxfi GuJJoti^mbafciator della l^epublica alDu cadi Sauoia richiamato 19 al [\h di Francia 77.
ri/ita nel viaggiai "Principi del Bjpeno jjjrichia'
Corone 5 5 5.5 3 7 concede fpontaneamente alla Republicale DetP^^ [opra il Clero 591. cancellai' Elogio da luipoflo " Sala Regia 595. difguiidluiconle Corone ^96*
5 5 o. * tr^ le
Duca di Tarma
procura di riunire
Trincipi di
Samia con la
Co'
gnata 60 j
61
mato di Francia i/!^^. ora in Senato [opra le QCCOY' ren"^ tr il Tontefice, il Duca di Tarma 555?. deputato a trattare la Lega. dyj. Vienna afediata dal onte della Torre 174. VieuillefauoritQ del Kh di Francia dura poto .2 6^,
&
maia Miniftroin Tiemte per procurare la (quiete 61^ propone Lega aia B^publica 6 iS.inuecchi<f
to lafcia l'autorit
il Duca losa de'Trincipi 655 fermo Tarma'yj.contta il quale proftegue con Bolle, di
in abbattere
9
-
7.
e con armi 66 1 ,efcfude la mediatione della ^epu, blica 5 promoue al Cardinalato i [oggetti richie
\
irritato
da Pranceft a muo-
J^ di Srancia 1 60. tenta indarno Sauona 301.5'! oppone al p affo de Franceft^ jo. rotto dal Duca di
[ato
il
timore
Mmors^^p.fuccedndDucatoalpadre^:\i,ce[
deTinaroloa'Frcefi:{^6.4'^\.afiume iltitolodi\
B,hdiCpro^9g.s''vnfceallaFracia<^%o inuadeil
6 >^.nega
aiuti a Cefare
ri[ana,
741
il
'
5 6ji
47 r.
i.loro origine
49 1
dopo altri
eccejji
Spagnuoli
6 j.
che tentano di
Republicafeneduole l.ef affediare Segna 29, continuano per gl'infulti ^^.perche foffero folleratidagU Aitfriaci 66- fuccejjo a Scrifa 67.s'aC'
crefionocogt infulti di[gu(li 68. fomentati
;/
T^pote Lega
duU
pedifiemilitie^
Z 150. p la pace. Zaccaria Sagredo Generale in Terraferma ^2"^ concerta le mo\ie contragli
/^
19.
566. gato^ 88. Loda la Fjpublica confuo BreueperU Zecca fgrauata da de biti . 149. pace d'Italia 458. riunifce il feudo di Vrbino alla Zemino occupato de Veneti 1 1 5. reflituto . Chiefa 47 1 con[erifc la Trefettura di Rom al Zttccarello prefo daiSauoiardi 52. feriie apreteflo
,
'^ipQte ^ji,
fi
delUguerraconOynoHi^ft
^73-
i
Ilfine dell' Indice
NOI
,
R E
dello
O R
M ATORI
,
Studio di Padoua.
HAuendo ofleruato per fede del Padre Irquifitore noa efTerui nel Libro intitolato HISTORIA DELLA REPVBLICA VENETA DI BATTISTA NANI, Caualier, e
Procurator di San Marco, cofa contra la Santa^ Fede e parimente per atteftato del Segretario noftro niente contra Principi , e buoni cofumi, conccdemo licenza, che pofla eflere flam* pato &c. Data I23. Febraro 16^1.
,
'
i
AL
VHel' iPitndarJi
LETTORE.
f
Za Stxmpi de e la fate delle Lettere , It e cura hen Jpeffo ien le fue omhrt^ ebe fino gli emfl . Ng icorgerai in queji' Opera y forf pi del douert^, ma cempattfcine le cagioni fenx.a tercarle, fuorch nel geni pena di leggere t'Hifioria. Vene negligente dell'Arte. Di quefi fcorri la ferie feguenle prima che darti /arann di sfuggili alla cenfur^y perche in /ai effire tanta l' humana Racchette*., ck faUifee ^ anche quande
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18
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