Sei sulla pagina 1di 35

A'

T Q 't: vo1J 'tWV avw a'tQa'tllyLa


TQL: U::1J-&vo1Jaa <:pwa<:p6Q<.p 6y<.p
TtQ 'tE XaL a'tumv
- 6y<.p y:Q alJ'twv xTt1JQoiiaa 't: <:puaEL
VllV a'Oov ELXVUELV TtLa'taam l -
'tO' o"Qavo' Ttt]Qoiiaa
2
XaL 'tV aLftQa
Tt1JQoiiaa
3
xaL a<:pLyyo1Jaa n)v
xaL Ttav'taxoii TtaQoiiaa
xaL XWQoiiaa xaL
IO OTt01J t]m x J)u'fr01J vm'ta'tm,
'tol 'tWV QYUVOL5
aUTtLyyo xaL aoiiaav aTtLa
6

Eva'toxov XLVELV
ywaaav xa't' X'frQWV, OTtOV
L'fr1JVOV Ev'fra 'tTl
'tfJ afJ EVEa'tL a1JYYQU<:pELV 't:
7

Lq> y:Q Tt8TtOL'frw O J)amE'
TtQ 'to' ywva 'tWV J)aQJ)uQwv
a1J'tv oI 't:
20 UTttQ at 'tV x'tLaav'ta TtQoax1JvElv
oI yviJmov V'tXEa'frm 'twv v6'frwv,
v6'frov t TtUv'tn TtQoaJ)aElv 'tol yVt]aLOL'
TtaQ' oI 'frE6 'tL <:pQ6vw
Sulla natura ignea delle creature angeliche, cfr. SETTANTA, Ps., 13,4; vedo
Hexaem., 166-167,881-883; Bell. Avar., 52 5.
I
o Trinit, tu che con la tua parola apportatrice di luce con-
duci alla condizione salda e ardente di luminosit gli immate-
riali eserciti del cielo - infiammando con la tua parola le loro
nature tu sai creare una materia immateriale 1 tu che
riempi i cieli
2
, e l'etere infiammi
3
e l'ecumene cingi, tu che in
ogni dove sei presente pur senza muoverti
4
, tu che in nessun
luogo procedi e pure accorri l dove la preghiera dal fondo
dell'abisso in alto si leva [IO], concedi ai deboli strumenti
5
del
mio intelletto l'eco della tromba e lo scudo della parola! 6 1n-
segnami a muovere con sagacia contro i nemici la spada di cui
dispongo, la lingua, arma tagliente e aguzza! Conducimi l
dove concesso di descrivere i prodigi della tua potenza! 7
infatti accaduto che l'imperatore, ubbidiente al tuo comando,
si schierato contro le minacce degli empi barbari, per i quali
legge adorare le creature pi di te stesso, che sei il Creatore
8
[20]; per i quali legittimo attenersi al falso e illegittimo sem-
pre aderire al vero; presso i quali viene creduto stoltamente
come dio un cavallo bardato di tutto punto, vanamente ado-
2. Cfr. SETTANTA, Ierem., 23, 24.
3. Cfr. Hexaem., 162.
4. Cfr. Hexaem., 1613.
5. Cfr. PLATONE, Phaedr., 250 b Ot' lluogoov gytvwv.
6. Cfr. In Chr. Resurr., !I2.
7. Cfr. Hexaem., 897-898.
8. Ha qui inizio un breve excursus contro le credenze religiose dei Persiani.
Sulla religione persiana dell'et dei Sassanidi, cfr. A. CHRISTENSEN, L:Iran sous
les Sassanides, Copenhague, 1944
2
(fotorist. Osnabriick, 1971), pp. 141 segg.
74 EIl: HPAKAEION TON RAl:IAEA KAI EIl: TOYl: IIEPl:JKOYl: IIOAEMOYl:
EV03t.O LJt3tO
O EL E.EyXOV tOV 3tAaVOV
vvv 3tQOaXVvELtm xa 3taALV 9.
'l'Q xaQbi.a
3tW tep 3taQ' a'tWV
xa
30 Ka tii o'
tu bt TtQoaaA yd Ttvxv
"YbwQ bt xa TtVQ, t fvavtla cpuaEL,
-frEO' lO TtaQELaayoVatv AA'Y]AOcp{}6Qov,
AUatV fvavtLwv.
'AAA', W atQat'Y]yt tWV aocpwv
to' btxov A6yov"
AEU{}EQOL yaQ ELatV fX
x ao AaAELv imox,Qlan.
<Q ov A'Y]{}1) twV A'Y]{}WV
40 XQLt1) cpav'Y]{}r tiiabE tii atQat'Y]yla
yEVOV bLXaat1) KEA tLXO 'Pilvov 3tAtov 12
yQ o'btv W v6{}ov -,
yEVOV bLXaatil" AA blbov,
cp' oI bL' vcplataaar
tWv yQ twv fV OL t6VOL
13 tatOQELV aov twv Tt6VWV
t 3tOLxlA.a tE xa bLmQtaEL,
xa t1)v bL 3tavtWV 1pVXLX1)V
Tv tOi YWatV E'{}ttW
5 tV vov 3tAatuva fV atEVwan
Et t fTt' aXQov
AtyoVatV o'x 3tELX6tw 14,
xEla{}w t AOLTtV fV xaxoi t IIEQalbo,
avtLatQ6cpw bt tWV xait'
t bVUXEQii tQa3tEtEV E
. 9'.A partire da ERODOT<;>, VII, 40; 55, si ha notizia del culto dei cavalli presso
1 PersIam; CURZIO RUFO, Hzst. Alex., III, 3, I I, parla in particolare di un cavallo
del di grandezza, che, preziosamente bardato, era oggetto di
specIale venerazIone. Il poeta trova strano che si potesse adorare come una divi-
2. I, 24 55
75
rato, il quale, a dimostrazione dell' erroneo culto, ora ado-
rato e poi di nuovo frustato 9. Miserabile disastro del cuore!
Come possono attribuire nello stesso tempo onore e puni-
zione ad un animale che essi scelleratamente venerano?
Quando adorato non partecipa dell'onore [30], quando
frustato prova grande pena per la punizione. L'acqua e il
fuoco le nature opposte - essi propongono poi come divi-
nit lO che l'un l'altra si annullano, venerando la dissipazione
di cose tra s contrarie.
Orbene, o stratega di saggi consigli Il, accogli con benevo-
lenza le mie parole; esse sono sgombre da adulazioni perch
hanno appreso da te a non profferir menzogne. Mostrati
perci giudice veritiero di fatti veritieri; di questa mia spedi-
zione [40] su giudice migliore del celtico Reno 12 - credo
invero che nulla di ci che io dir sar da te tacciato di falsi-
t -; sii giudice, ma concedi perdono se per causa mia tu do-
vessi subire un danno: la forza del mio intelletto troppo de-
bole 13 per riferire alla perfezione la grande variet degli inten-
dimenti e dei molteplici sviluppi delle tue fatiche e il supremo
ardire del tuo animo, che tu applicasti compiutamente alle
battaglie dilatando la mente nelle strette degli avvenimenti
[51. Se vero, come a ragione si dice, che le energie vitali,
giunte al culmine del rigoglio, crollano e decadono 14, giaccia
allora in rovina la Persia, mentre invece le difficolt che assil-
lano la nostra parte si cangino in forza e vigore: sempre il
nit un animale, che poi si continuava ad utilizzare e a frustare come una bestia
qualsiasi. Per le restanti fonti antiche e per la relativa bibliografia, cfr. A. PER-
TUSI, Giorgio di Pisidia, Poemi, I. Panegirici epici (<<Studia Patristica et Byzanti-
na, VII), Ettal, 1959, p. 139.
IO. Fra le numerose fonti, cfr. ERODOTO, I, 131; DIOGENE LAERZIO, Vl'l. phi-
los" I, 6. Celebri erano soprattutto i tempIi persiani del fuoco, ai quali pi volte
fa riferimento il Pisida; ved., per es., In rest, Crucis, 13-14; Heracl., II, 201.
I I. Se. Eraclio.
12. Secondo un'antica credenza Celti avevano l'abitudine di immergere
nelle gelide acque del Reno i bambini appena nati: il superamento dell'arduo
cimento da parte del neonato provava la fedelt coniugale della donna che aveva
partorito; fra le molte testimonianze, cfr. GIULIANO, Or., 3 (2), p. 156,24 segg.
Bidez; Ep. (spuria), 191, p. 247, II segg. Bidez; Anth. Pal., IX, 125 (anonimo);
Corpus Paroemiogr. Gr., II, IO Leutsch-Schneid.
13. Cfr. In Heracl. ex Ajr. red., 86-87, nota ad loe.
14. Cfr. IpPOCRATE, Aphor., I, 3.
76 HPAKAEION TON KAI
deL yQ QOUOCt 1:0ii xum
V1:L01:QOepU 1:e xCtl !-'e1:CtnnooeL epQeL,
onm 1: nuywv nCtV1:Ctxoii oeomo!-,vov
!-,6vq> epu,CtX'ftU 1:41 E>41 nov X1:Lo!-,U1:mv.
60 TIUV1:Ct LCt1:Qxoumv OL 1:CtXd ,6ym
1:U ,en1:61:T)1:L <PUOt
01:CtV nLQCt'ftwm 1:oii nQ o Q6!-,ou,
n6'ftq> 1:Qxoum xCtl
XCtt nO,,uxL o 15 nu,LV
YQu<poum, !-'1) YQU<POV1:e
eIO!-'T)Qo, OV ,youm nT)y1)v 1:WV ,6ymv 16
- 1: yQ ,U,OU XeLVO 'QUVeL
XCtl 1:0 ,OyLO!-,O 1:fl <PQV
nUQeL XCtt X1:Q<pet,
70 !-,Vet 1:e n,tlQT) nO,,UXt XVOU!-,VO 17 _,
1: Ct'1:Ct,<pOU Q1: XCtt OUV1:Q6<pou
LTIOL 1:WV ,6ymv novtl!-'CtOr 18
n,1)v vuyXT)" O' yQ XQ6vou
eL;CtV1:0 VQLCt 1:E XCti <PQOVtlOEm
XCtt 1:WV ov Ct'1:CtL XOtVv OLXT)1:tlQLOV.
, A,,' e'LneQ .T)'n6QT)oe 1:fl Ofl dx6vo
XCti 1:1)v 1:e,clCtV EiQev, OO eEI., epumv,
depEL 1: no,, 1:WV ,6ymv !-'U'ftEU!-'Ct1:Ct,
1:1)V lPUXLX1)V !-,6Qepmmv, eXet, o,m
80 nQoo'ftei elxvu 1:WV Qe1:WV OuvT)!-,!-,vmv
!-,LCtV L' U!-,WV 1:e1:QU!-,OQepOV eLx6vCt.
EL N01:oQo yQ oU,,Ct,oiiV1:0
EQYOL !-'e,L1:1:WV ;O!-,OLOL 1: m6!-,Ct 19,
nw O' nQ <lXQOV 'ftCtU!-'Ct1:0
au,ov V ooi 1:WV epQVWV !-',ouQyLCtV
20
V 1:41 y,uXCto!-'41; Tv yQ tV O'X eXL
O nCtV1: <lv'ftou EX,yt 1: XQ1l m!-,OV
15 TI poeta a precedenti poemi da lui composti: all'In Heracl. ex A/r.
red. e, molto probabilmente, a un perduto carme sulla ricostruzione delle armate
bizantine, su cui cfr. in/ra, II, 178, nota ad ioe.
16. Cfr., fra il molto, PS.-PLUTARCO, De Hom., II, 6.
2. I, 56 - 87
77
fiume scorrente della vita reca rivolgimenti e mutamenti, af-
finch solo il Dio delle creature rimanga ad assicurare ovun-
que solidit e saldezza.
Le parole veloci si effondono [60J quando ritraggono con
artistica finezza tutte le altre nature; ma quando tentano la
strada che porta a te, il desiderio le esorta a correre e il timore
le persuade ad indugiare, e sebbene gi molte volte ti abbiano
ritratto 15, vogliono ancora una volta effigiarti, pur non riu-
scendo a riprodurre con precisione la tua immagine. Omero,
che tutti dicono fonte dell' eloquenza 16 - invero egli slarga le
vene dell' eloquenza e sgorgando irriga i pensieri che animano
le menti dei giovani e quei pensieri nutre abbeverandoli, e ri-
mane sempre colmo pur molte volte vuotato 17 [70] -, le
virt insieme nate e insieme allevate suddivide tra i suoi due
poemi 18; ma perch vi costretto: infatti non gli era toccato in
sorte il tempo destinato a mostrare colui che la comune di-
mora della forza e della saggezza, e delle altre virt che ad esse
si accompagnano. Non c' dubbio che se avesse potuto di-
sporre della tua immagine e si fosse imbattuto, com' era neces-
sario, nella perfezione della tua natura, messe da parte le
molte favole dei suoi versi, aggiungendo ovunque la speciale
conformazione dell'animo tuo, avrebbe mostrato [80], grazie
alla tua persona, l'unica quadriforme immagine delle virt tra
s unite. E se Omero paragona la bocca di Nestore, che soa-
vemente discorre, all' opera delle api 19, come non sarebbe
giunto al culmine della meraviglia nel vedere l'immateriale
produzione di miele
20
del tuo animo effondersi con dolcezza?
Tu non possiedi veleno, ma da ciascun fiore prelevi quel che
17 Cfr. infra, II, 5 L
18. Se. l'Iliade, .poema del coraggio e della forza eroica, e l'Odissea, poema
della saggezza e della prudenza. Le virt a cui si riferisce il poeta sono
virt cardinali (coraggio, giustizia, temperanza, saggezza), che secondo 1 dettami
della panegiristica ogni buon retore doveva attribuire al persona&gio encomiato;
cfr. MENANDRO RETORE, Ilegl metX1:txwv, pp. 84 segg. Russ.-Wils.
19. Cfr. OMERO, Il, 1,249.
20. Su questa rara accezione del termine IJ.fougyla - di norma equivalente
a canto, musica cfr. R. ROMANO, Pisidiana, in Vichiana, X (198r),
P196.
78 HPAKAEION TON KAI ITEPl:IKOYl: ITOAEMOYl:
l navta xaLQ6v, O yQ l eaQ Jl6VOV
21

1: XvtQOV, W JlLLta, tO v6Jlo'U XEL,
9
0
d' ox clVatQEi:, OO n1]ttEL l flaito.
EL no'U yQ EUQOL a1;Lov nfJyfJ Jlo,
tO Jlv v6Jlo'U, w xvtQov, cmoi: nQ qJ6flov,
qJelon o navtw' xaL t xvtQov nOaxL
nfJ1;aL nQonfJO(i xat naLv o'UOtEtat,
t oQaOtLXv o o'UJl3taitE: xQato'ilJlEvOV
EJlELVEV clQy6v' 22 xliv yQ o1;dav QonT)V
Exn, OL' UJlWV EOEflw clJlfl'ilvEtaL,
xat OLn6v, WOnEQ X qJLavitQOmo'U naito'U,
t XvtQOV clvt. nLXQta JlL 23
100 'A' V naQExflaOEL JlE tOu nQOXELJlVO'U
il twv xawv OO'U tEQnv6tfJ cln1]yaYEV'
OitEV nQ at tOu 6yo'U t aaxa
naLV YEWQYWV etoayw t onQJlata.
oH v1; Jlv il Jlat va twv vavttwv
et mloav e1;1]nwto tT)v OLXO'UJlVfJv'
x6Qo yQ ox llEQOLXij clnTJoda,
d' 1;tELVOV t OQ1;EL et qJ6VO'U

24.
llT)v El clqJEyyfJ xa. tooa'iltfJv onQav
nQ unvov at OOaJlw JlEtEtQanfJ'
I IO twv yQ OL' ilJla qJQOvttowv il n'Uxv6tfJ
x oou tv unvov lx6tw clnotQEqJE.
llOOL O flo'U xai otQatfJyta v6Jlo'U
atOL xait' auto
EqJaoxov w XQT) tOU flaOLw t xQato
v tai: clvayxaL tij JlaXTJ naQEOtaVar
iMOL O to'iltm, wonEQ x tovavtto'U,
dvtEOtQat1]yo'Uv O'UOJlaXOUVtE v 6ym,
nLOqJa yOvtE eLVaL t xQato
nQ t tolJlo'U JlflaEiv nEQLOtaOEL'
120 tLV O xaL o'ilYXQaOLv 1; clJlqJoiv Jllav
v tai a'Utwv Xt'UnoUVtE xaQol
aL
25
21. Stesso verso in Hexaem., 1604.
2. I, 88 - 12 I
79
utile in ogni stagione, non soltanto in primavera 21. Tu, al pari
dell' ape, hai per pungiglione le leggi, ma non uccidi, n colpi-
sci in profondit [90]. Se mai tu trovi un membro che merita
d'essere colpito, dispieghi le leggi - in guisa di pungiglio-
ne - per incutere paura, ma sempre elargisci il tuo perdono;
e il pungiglione molte volte balza fuori per colpire, ma poi di
nuovO si ritira, e la sua tremenda efficacia, vinta dalla compas-
sione, rimane inoperosa 22: per quanto sia incline a colpire con
veemenza, grazie al tuo intervento la sua forza risulta pietosa-
mente attutita, e cos, come per l'intercessione d'un senti-
mento filantropico, il pungiglione stilla miele in luogo di
. 23
amaro assenzIo .
Ma mi accorgo che il diletto suscitato dalle tue virt mi ha
condotto lontano [100] dall' argomento che mi sono proposto;
ritorno perci a coltivare di nuovo il mio campo e a seminare
le sementi nei solchi stessi del poema.
La notte cupa dei nemici era calata su tutta l'ecumene; sa-
ziet non conosceva l'ingordigia della Persia, che anzi aveva
esteso le sue brame fino a compiere stragi 24. Ma di fronte a un
buio cos pesto e tetro tu non ti abbandonasti affatto al sonno:
senza alcun dubbio la tua costante preoccupazione per noi
tutti [I IO] teneva da te lontano il sonno. Molti, delineando
con calma nelle loro menti i progetti e i piani per la condotta
della guerra, sostenevano che l'imperatore, con la sua autorit,
avrebbe dovuto prendere parte personalmente ai pericoli della
battaglia; altri, al contrario, erano di tutt' altro avviso e dispu-
tavano vivacemente paventando l'eventualit che il sovrano si
trovasse esposto ai rischi futuri; altri infine, operando nei loro
animi
25
un'unica sintesi fra questi due opposti pareri [120], in
22. Cfr. Hexaem., 445 segg., dove ricorre l'immagine di Dio come arciere pi-
gro nel colpire, che tende 1'arco, ma che volentieri abbassa il dardo e allenta la
corda.
23. Sulla filantropia del principe, e sui vv. 89 segg. in particolare, cfr. M .. GI-
GANTE Sulla concezione bizantina dell'imperatore nel VII secolo Synteleza V
Napoli, 1964 = Scritti sulla civilt letteraria bizantina, Napoli, 1981,
pp. 56-57 all . . d gli . 6 6 d l
24. Si riferisce e conqUIste persiane , anlli 1.3- 20" qu.an o non so,o
gran parte dell' Asia Minore, ma anche la Sma, la Palestma e l EgItto caddero m
mano nemica.
25. Stesso verso in In Heracl. ex A/r. red., 82.
80 EIL HPAKAEION TON BALIAEA KAI EILTOYL nEPLIKOYL nOAEMOYL
OOepLOt'Lxro WOt'E XaL
xaL t'a'L t'oi 'yroOL OUVt'QXELV
26
,
'AI,J..: t'. XOLV. t'rov 6YffiV 'valna'
ou y.Q 3tOVYJQV ELXOV al. t'Q63tov
27
,
, ot'Qauly - xaL y.Q t'rov OffiV -
xai t'all'ta aut'
3taOLV EffiXffi t'ov aELV E;ouo"av,
8EV LxaOt'TtV t'rov tl(1)ffiV ELQYUOffi,
130 "03tOU 3tlot'L 3taQf}vo 3tQOQXEt'm,
EUXTtV EXEi:f}EV 3tta
<EoQt'uoa t'TtV
v ft t' XOLVV E;aVOt''fl t'ov yVOu
d vf}E6v t'E xaL vav tlVU3taOLV,
EUf}' aut'Ttv
28
Mffioa
xat'aot'Qat''flYEL q,aQaffi t'0' EUt'QOU
29
,
EL EUt'EQ6v n oux yffiv
t'v w tl'flf}ro 3tQrot'ov EL
t'TtV f}Eiav t'E xai
140 xdv'flv t'i] YQaepi] t'i] 'YQUepou,
XELQE oux YQa"Pav30 - tl' v dx6vL
6 3taVt'a xal ta3tUt't'ffiV A6yo
VEU YQaepi] w aVEu 03toQa
XU'flOLV aUt'6, w 3ttot'at'm, epQEL'
XQi]v y.Q aut'6v, w t'6t'E 03toQa lxa,
oihffi t'u3to'of}m xal 3tULV YQaepi] aVEu,
26. La propensione di Eradio a partecipare di persona alla spedizione per-
siana non manc di suscitare, come attesta il poeta, viva e qual-
che polemica negli ambienti di corte che avevano influenza sulle decisioni del
sovrano: invero a partire dal V secolo era divenuto sempre pi raro che un im-
peratore scendesse in battaglia al comando dell' esercito.
27. Cfr. Heracl., II, 122 segg., dove si dice che le chiacchiere circolanti fra
i cittadini, allorch Eradio decise di ritirarsi in un palazzo nei dintorni di Co-
stantinopoli per predisporre la spedizione. non erano dettate dall'invidia, bens
dall' affetto che tutti nutrivano nei confronti del sovrano.
28. n 5 aprile 622, luned dell'Angelo; cfr. TEOFANE, p. 302, 32-34.de Boor,
29. Se. il re persiano Cosroe II (591-628). L'imperatore come novello Mos
un topos risalente a EUSEBIO DI CESAREA, Vita Constantini, I, 12; 20, 2; 38, 2; II,
c R P.O $ ...
HISTORIAE
NOTIA APPENDIX
OPERA GEORGII PISID,.E
THEODOSII DIACONI
ET CORIPPI AFRICANI GRAMMATICI
c o M P L E C T E NS.
R.OMAE
BENEDICTUM FRANCBSIUM
CI::>. Ioce. LXXVII.
PRAESIDUM ADP]lOBA1'IONl1.
Frontespizio dell 'edizione a cura di J. Quercius e P. Fogginius
(Roma, 177 7)
2. I, 122 146 81
modo sottile argomentavano che l'imperatore dovesse per un
verso rimanere, e per un altro preoccuparsi di intervenire nei
cimenti della guerra 26. Tuttavia la generalit dei discorsi non
aveva alcunch di riprovevole, perch le diverse opinioni non
erano dettate da malanimo 27. Allora tu, o stratega - lo eri
infatti di tutti -, dopo aver valutato di persona e con il
simo scrupolo tutte le proposte dando ad ognuno facolt di
parlare, rendesti Dio giudice di decisioni tanto difficili e
certe. Dove la fede procede casta e pura [130], l si adorna di
candida speranza.
Dopo aver celebrato il giorno solenne nel quale il genere
umano risorto ad una nuova e santa rigenerazione, subito
nel d seguente 28, ad imitazione di Mos, guidasti l'esercito
contro il secondo Faraone
29
, ove mai non sia un errore dire
secondo colui che in verit primo nel peccato. Prendesti
lora la divina e veneranda immagine del dipinto che non
pinto [140], che mani d'uomo non dipinser0
30
- com' noto
il Verbo che ogni cosa ha creato e plasmato viene raffigurato
in immagine priva di pittura, allo stesso modo in cui fu conce-
pito senza seme: occorreva infatti che come allora venne
cepito senza seme, cos venisse effigiato anche in seguito senza
pittura, perch attraverso l'una prova e l'altra permanesse la
12, I; vedo anche inlra, III, 415 segg. In Beli. Avar., 495 segg. e in Hexaem., 1828,
il patriarca Sergio ad essere paragonato a Mos.
30. L'immagine di Cristo che Eradio prende con s nel partire da Costanti-
nopoli con ogni probabilit la stessa che il sovrano stringe nella mano mentre
all'esercito (cfr. inlra, II, 86 segg.) - del tipo achiropito (= non di-
pmto da mano d'uomo), cos detto per indcarne l origine divina (cfr. J. LAFON-
TAINE-DoSOGNE, Acheropita, in Enciclopedia dell'Arte Medievale, I, Roma, 1991,
PP; 88-92 ). Secondo PERTUSI, Giorgio di Pisidia dt., pp. 142-143 - il quale si
attiene a E. VON DOBSCHUETZ, Christusbildet; Untersuchungen zur ehristliehen
Leipzig, 1899, I, pp. 52 segg.; II, pp. 128 segg. -, si tratterebbe della
lInrnagme Camuliana (se. proveniente da Camuliani in Cappadocia), e non
-:- come voleva]. QUERCI, Opera Georgii Pisidae, in Patrol. Gr., XCII, c. 127-
quella Edessenica, il sudario sul quale secondo la tradizione Ges avrebbe
i tratti del suo volto e che secondo una ipotesi formulata da I. WILSON,
Tbe Shroud's History Belore the 14th Century Proeeedings 01 the 1977 U. S.
C.0nlerence 01 Researeh on the Shroud 01 Turin, Albuquerque, 1977, p. 31, coin-
Ciderebbe con la sindone di Torino.
4 GIORGIO DI PISIDIA.
82 EI2: HPAKAEION TON BA2:IAEA KAI EI2: TOY2: nEP2:IKOY2: nOAEMOY2:
01tW bL' 'tOU Ayou
't 1tLO'tV 'tf) Evavf}QW1t1]CJEW,
'tWV Pav-ramaCJ'twv 31 't1)v J't-aVYJv _,
150 'tO'U't<p 1tE1tOLitW 't<{) itEOYQa<p<p 'tVJ't<p,
f}Elav aJ'taQx1)v
32
'tWV aywvwv EQyaCJW.
"'EbEL yQ 'tV CJuvi]YOQOV Ayov
J'tav-rw 1taQELVm 'tf) btXl1
TU bEU'ttQt b 'tf) OQ'tf)
CJEau'tv EUihJ 'tai: o-xam
'tv uYQv E'tVW 1tQov,
xaL b1) J'taQf:1t-EL EUit eHQala 't1tOU33
oihw yQ a't1)v EX 1t-aVYJ
'tf) 1tQLV xQa'tovCJl1 btabox1)v
r60 ew E-rQE'tpa,
't 'tf) 1t-aVYJ Et
b 'tOV'twv 'twv 'tJ'twv
myu 1taQE-iteIv v a'toL ELQyaCJw
vayxo fCJ'taL yQ 'taXa
xaL 'tOL CJLW1(1)
'A--' v 'tou CJX01tOU 1ta-Lv
36
itf:-ov'ta 'tv
n J'taQQyw 'tou -you 'tv tJ't1tta
CJJ'tEVCJOL xa'taCJXELv 'ta'i a<pwvOL
170 'l"Hv V'tou J'tvEvCJav-ro d 'tovav-rtov
CJuv-r6vw 't
xai a<pEyy1) xal
bL1t-f)V avayxl1v 'tf)
L bt, xQa'tLO'tE, 't1)v aU1tvov CJJ'ttQav
El1tEQ 2CJ1tf:Qav
xa-ELv 1tQOCJi]XEL 't1)v bL'
pwv1) b' aJ'twitEv
't CJ <pQf:va
x yQ bUCJ'tuxw
.3
1
. Eretici che negavano la natura umana di Cristo, cos detti dai loro avver-
TIMOTbEO COSTANTINOPOLITANO, De recept. haeretic., in Patrol. Gr.,
I, 57 .
2. 1,147 179
fede nella incarnazione del Verbo formato, e risultasse confu-
tato l'errore dei Fantasiasti
31
-, riponendo dunque fiducia in
questa da,Dio dipinta d.esti piamente princi-
pio
32
ai tuOl CImenti: era necessano che il Verbo, te con-
corde e unanime, fosse sempre presente ora che SI era mossa
la giustizia.
Nel secondo giorno della festivit ti imbarcasti senza indu-
gio, e di gran lena traversasti 1'equoreo stretto, subito dop-
piando la di questo e:a il nome le veniva
dato in ossequIO alla tradIzIone che dIscendeva dall errore pa-
gano un tempo dominante, fino a che tu, piamente mutandolo
[160], volgesti in gloria
34
l'ignominia dell'errore pagano
35
.
Nel rammentare questi luoghi tremo al pensiero di passare
sotto silenzio il pio gesto che di recente vi compisti: forse il
tacerne costituirebbe un danno anche per i posteri. Nessuno
dunque s'ingegni a cuor leggiero di trattenere me cavaliere
del poema con le briglie del silenzio, mentre desidero di
correre una corsa utile alla vita deviando ancora una volta 36
dal mio proposito.
L'austro spirava avverso alla rotta [170] e le correnti scor-
revano con impeto contrario; la notte cupa e senza luce e i
marosi ribollenti raddoppiavano la pericolosit della tempe-
sta j7 , Tu, o potente sovrano, come d'abitudine trascorrevi la
notte vegliando, se pure giusto dire notte quella che per tua
grazia si mut in giorno. All'improvviso, da lontano, un suono
di acuti gemiti sopraffece con grande strepito la tua pia mente:
sfortunatamente una nave, sospinta dai marosi, era andata a
. 3
2
: Interpreto <l:rtUQXTlv nel senso di <lQX1)V; cfr. L. R. CRESCI, Note a Giorgio
dI Pmdia, Exp. Perso I, in Orpheus, n. s. VIII (1987), pp. 152-153.
33 Promontorio di fronte a Calcedonia, che la flotta di Eradio dov supe-
rare uscendo dal Bosforo (<<l'equoreo stretto). Su questo promontorio, a
quanto pare, sorgeva un tempo un santuario in onore di Era, poi trasformato in
luogo dI culto cristiano.
34 Se. della vera fede.
?5 Non chiaro a che cosa alluda il poeta: forse a un restauro degli edifici
saCrI del promontorio fatto eseguire da Eradio.
3
6
. Cfr. supra, vv. 100- 104.
37 L'episodio qui narrato omesso da tutte le altre fonti.
84 ElI HPAKAEION TON BAIIAEA KAI ElI TOYI nEPIIKOYI nOAEMOY1:
180 o,x JtQoOEoxlQT1l0E JtETQal<i> Jt6.Y<i> 38,
JtO,'t QE'UIl6.TWV
TV u'\jJwoaoa Tat JtTQaL OOV
;W TV <pQV YQLW VJtT'UE,
xai JtQoOQaYVTa Toi ,l{}m T xUllaTa
X nv WOJtEQ VTLxQO'UOIl6.TWV
OJtt vtHlQa ;JtEIlJtOV UYQ(i oola
Xat JtQ TOOaUTllV OL JtWTaL f3Lav
J 1l1lV EIVaL TWV VEXQO'UIlVWV 3tOV'
VEXQO' yQ aUTO' V TE{}aIlIlVO'U
I 9
0
TfJ v6.yxll o TQ03tO.
'A' EU{}' 3ti xat JtaQ' Jtla <p{}6.oa
Eall'\jJa aUToi v {}a6.TTU <pwo<poQo,
T <pw 3tQOELXV' i1lo'U y'Ux' 3tov'
Ilv yQ olEv X3t'UQouv T oWllaTa,
o' T xaQLa.
Ka, t) 3tQ aUTt)v EXQallwV Tt)V x6.a,
x6.Il
VWV
E<pcL,xo'U 3t6.vTa Et 3tQo{}'UIlLav
Q'U{}QtwVTa E03tOTO'U 3tovo'UIlvO'U
V TU TOOaUTU TWV xa,wv aTo'UQyl(l,
200 Kat TWV TaX'UQOIlWV yQ E{}' x6.wv
T 3t,fJ{}O EL EV ETOVW O'UVTQEXE,
xai ml V OJtOt f:OTQaTE'UIlvO TOTE
Qt'\jJa T TO;OV xat JtaQEL Tt)V .oJtLa
JtQ T WYQO'U O'UIl3tox
KaTO' TO' TElloVTa EvoLa OY<i>
TWV TEXVOJtmwv QY6.vwv T 03tQllaTa
39
d TaT O'UVTQXOVTa Q(iv TOTE
Tllll{}VTa OUV Tt)V <pUotv Tt)V aQQEVa.
Oihw EXaOTO o'UIlIlETaOXEtv EX IlQo'U
2 IO TWV OWV iQWTWV i1W Tt3tEtYETO'
OIlW U3taVTE oo, 3tQoofJyov Tt)V X6.QtV
UIlLV Jt(iv T JtQaX{}v
OJtW 3t6.VTWV IltO{} El Tt)V aLTLav
Xat TTtV <pOQIlt)V O'UVQ6.llm TOU 3tQ6.YllaTo.
OL IlV
40
yQ W{}O'UV X {}aaTTlwv ,L{}wv
WOJtEQ .v6.YXll T ox6.<pO,
OL va'UTLXOt Toi Jtooxolvm TOVm
2. I, 180 217
cozzare contro una sporgenza rocciosa
38
[18o], Alto ed
enorme risuon nell' aria un fragore gorgogliante di flutti, che
con forza selvaggia rovesci un gran mare di schiuma contro
gli scogli; le ondate, infrangendosi ,co.ntro !e rocce e rimbal-
zando con violenza, emettevano sCIntille d1 equorea essenza.
Di fronte a tanta furia la gente a bordo pens di essere ormai
condannata alla fine: la natura del pericolo che li minacciava li
aveva resi in breve morti e sepolti [190], Ma a un tratto ecco
la speranza, e tu giungendo contro ogni speranza, come fiac-
cola apportatrice di luce risplendesti dinanzi a loro sul mare,
rivelando una luce pi dolce del sole: il sole sa abbruciare i
corpi, tu invece ricopri piamente di rugiada i cuori. Invero tu
accorresti presso quella nave, e dandoti da fare trascinasti tutti
ad esser alacri, e li facesti arrossire perch essi vedevano il so-
vrano lavorare e impegnarsi di persona in una cos nobile e
degna azione. Allora subito la pi gran parte delle navi veloci
[200], con pronta energia, si precipit in quel punto, e ogni
uomo in armi, gettato via l'arco e abbandonato lo scudo, si
prepar a combattere contro l'equorea zuffa. In quella circo-
stanza fu possibile vedere accorrere in quello stesso luogo per-
fino coloro a cui - mi si consenta il dire - era stato reciso il
seme degli organi genitale
9
, quasi che intatta fosse rimasta in
loro la virilit. In questo modo ciascuno da parte sua si affret-
tava a condividere con piacere le tue fatiche b IO]; nondi-
meno tutti erano riconoscenti verso di te, e tu curavi con sol-
lecitudine l'intera operazione affinch il contributo di ognuno
concorresse a rimuovere la causa e il motivo di quanto era ac-
caduto. Da una parte, gli uni
40
tentavano di spingere lontano
dagli scogli lo scafo che vi si era radicato come per una forza
ineluttabile; dall' altra, i marinai, imbracata la nave con corde
38. Probabilmente la punta estrema del promontorio di Erea.
39 Perifrasi per indicare gli eunuchi. E possibile che in Elvola .6Y4> di v.
2;?5 sia presente un giuoco di parole fondato sulla paraetimologia di Elvoiixo da
EUVOla; cfr. CRESCI, Note a Giorgio di Pisidia cit., p. 1)4.
40. Se. i soldati che venivano trasportati sulle navi.
86 EI:E HPAKAEION TON BA:EIAEA KAI EI:E TOY:E nEP:EIKOY:E nOAEMOY:E
dxov, m vfJv, 't)V oXelOa,
Eoo E'O..XUOaV Ilt
220 't)V vav nEOOOaV V oayfJvn 't<tlV l{}oov.
l' Q oUllna{}t qJQvrJlla XaL 'VUxfj 'tVO
xaL qJQOV'tL clQXf:OaOa 'toi om Il
la
'
neltV IlEQtIlVQ. XaL neltV xa't
ll
el
XrJ
V
OUVeln'tEt' oot yQ {}aa't'tla
xlvouvo OQllfj, oot 'tfj yfj
'tfl ofl naQf:OXEV yxomv nQo{}ulll;l'
' m OOc:p 'tL V XUf3EQvfJOEL 41
XELllfuvo aUQa f3f:nooV
't'tE nf:OV OElxvum 't)V E'tExvlav,
23 XaL 't<p oytOIl<P 't 'tQtXullla c:p{}elOa
'tf:Il
VEL
't QElla 'tfj clVa'tQf:XooV
XEvoi 'tE nuxvfu 't)V J3lav 'tO nVEulla'tO,
oihoo xQa'tf1oa 'tOU f3tou 'tO' aXf:Va,
XEtllfuvo OV'tO xai 'taQaxfj nQaYllel'tooV,
c:p{}elVooV Xelo'trJv OUllqJoQfuv 'tQLxUlllav
42
nfl Il
tv
OLa'tf:Il
VEL
, nfl ot 't)V f3lav XEVOL,
nfJ ot nQ V'VO EOEf3fu <lVa'tQf:XooV
yfj xaL {}ael't'trJ 'tV OelOV Xa'tOJ3Eoa 43,
'IO)v ot 'tau'ta XaL O'tEVel;a O cIJ{}VO
24 - nO)v yQ yvoo nEnOv{}f:Vm
f3f:nooV 'tOOOU'tOU V J3QaxEi: OEOooOIlf:VOU _,
nf1't'tEL 'tV aXQov 'tOU noo OOU OelX'tUOV,
au'tv, m mXE, 1l0Qc:pwoa l{}cp'
{}EQIl) O' aLlla'to xum44
f3eln'touoa 't)V yfjv XaL xaouoa llelQ'tuQa'
XQfjv yQ UIlLV l clllEloo'toV XelQLV
'tfj EOEf3Ela nQOOIlf:VELV 't o'tlYlla'ta.
'AM' m XELVO 'tfj .VelYXrJ 't OXelC:PO
xai 'tfuv 'tOOOU'tooV XUllel'tooV clC:PtlQnaOa,
2)0 't)V XOOIlLX)V anaoav OV'too oXelOa
01,' Ullfuv Ilf:XQL nav't X
O naV'taxou OXnooV OE 'tOU 8EOU Ayo,
41. Cfr. Suppl., 770.
2. I, 218 252
di giunco, cercavano per quanto possibile di trascinarla via,
finch ebbero la meglio e riuscirono con gran fatica a liberare
la nave caduta nella rete degli scogli [220].
O spirito sensibile, anima eccelsa e mente che da sola basta
ad ogni cosa! Di nuovo sei in ansia e di nuovo combatti con-
tro la tempesta: il pericolo della procella marina, n la tem-
pesta che imperversava sulla terraferma fu di ostacolo al tuo
zelo. Come 1'esperto nocchiero 41, nel vedere le raffiche vio-
lente d'una burrasca tempestosa, allora soprattutto d prova
della sua abilit e, facendo tesoro del proprio intuito, sa schi-
vare le onde enormi b30] e spezzare di slancio il flusso della
tempesta, e con maestria rende innocua la furia della bufera,
cos tu prendesti fermamente nelle tue mani il timone della
vita in tempo di burrasca e di grande turbolenza e, preve-
nendo in ogni circostanza i marosi sciagurati 42, talora ne in-
frangi la violenza, talvolta la dissolvi, talaltra, levato piamente
lo sguardo al cielo, sedasti l'uragano della terra e del mare 43.
L'Invidia vide tutto questo e gemette - alla vista di s gran
numero di vite umane in breve tempo salvate [240] comprese
che grave danno gliene derivava -; prese allora, a quel che
sembra, l'aspetto d'una pietra e colp la punta di un dito del
tuo piede. Caldo un fiotto di sangue sgorg
44
, che la terra in-
tinse chiamandola a testimone: occorreva che rimanessero su
di te le stimmate della tua religiosit per ottenere una grazia
ancora pi grande.
Ors, come tu strappasti quella nave dal pericolo di ondate
tanto enormi, cos il Verbo di Dio, che ovunque ti protegge
b5o], possa salvare per mezzo tuo e per sempre dalla tempe-
sta la nave tutta del mondo,
42 . Cfr. ESCHILO, Prom., 1015.
43 Sulla raffigurazione del sovrano che, esperto nocchiero, mantiene saldo
nelle mani il timone della vita (sc. lo Stato) - topos assai diffuso a cominciare da
-, cfr. TH. NISSEN, Historisches Epos und Panegyrikos in der Sp'tantike,
In Hermes, LXXV (1940), p. 322.
44 Cfr. OMERO, Il. , V, I 13.
88 EIl: HPAKAEION TON BAl:IAEA KAI EIl: TOYl: nEPl:IKOYl: nOAEMOYl:
IO
20
B'
TtQ6E'frE
45
O1JV Tta.QQflolc
6ym XQa.'tO'OL' 'ta.Qa't'to'U V'V q:>6j3qr
c:pltTtTtO OV TtaQEO'ttV, ' O OEOTt6'tfl'
xlvo'Uvo OVOEl, xa.i mWTt1v EL Tta'frm,
xmvoo UTtaVtwV Xa.t Xa.OO
ot 'tOOV 6ywv
TtQ 'tO Tt' Qxi] a.'frL
Dv y.Q Tta.QtoXE yxOTt1v 'ta.i oxamv
EW OLE'fr()V 't1v oov 'toov
a.v'ta.i ETttO'tfl 'ta.'i II'm47 ,
'fr()v TtQoo06xfl'to
'EVtE''frEv, WOTtEQ Ttflya.lo'U Tt6Qo'U
EX q:>Ej3oov 'toov v j3a'frEt
o'Uvi]Tt'tm xa.i 't. QEi'frQa. O'UyEL,
v 'ta.i ot Ttmxlw
ov'tw &voU;a. 't0' 't. 48
'tf1 TtmxLn OO'U Xa.t OOq:>f1 OtmQOEL
Oa.'U'tV 'ta.: 'tOOV
Tl y.Q O'tQa.'tfly6; Ba.mE TtQ 'tOOV OWV.
Tl
IIav'tE TtQ EV'frt'tW &Ttj3ETtOV.
Tl 'tOOV OE6Vtwv &O<Jla.1 j30'Uflq:>6Qo;
IIatv TtQ QOTt1 'tOOV
<Q E XQa.'tO'Oa. ov 8Eq>
ov y.Q Tto'UTtQ60WTtO &Va.QXla.,
. XQa.'tO'Oa. ov 8Eq>
45. Identica esortazione nell'In Alyp., 29.
46. Vi qui l'eco di un aneddoto narrato da ESCHINE, De legat., 34 seg.: De-
mostene, inviato come ambasciatore presso Filippo il Macedone, giunto dinanzi
al re, mentre tutti attendevano di ascoltare la sua forbita eloquenza, impaurito
dalla presenza del sovrano, non fu in grado di pronunciare il suo discorso e tac-
que. Il Pisida unisce al ricordo di questo aneddoto il topos retorico gi utilizzato
nell'In Heracl. ex Alr. red., 89: in sostanza il poeta novello Demostene - in-
tende rincuorare s stesso nel caso di una eventuale dlaillance, in primo luogo,
perch non c' ora motivo di avere paura essendo Eraclio un sovrano d'indole
2. II, I - 26
II
Fatti avanti, Demostene
45
, e parla in piena libert! Adesso
sono i discorsi a tenere il campo. Non essere ora sconvolto
dalla paura: qui non Filippo, ma il nostro sovrano. Non
corri alcun pericolo, anche nel caso in cui tu taccia, poich
tutti sono stati senza eccezione e bellamente sconfitti
46

Il discorso ritorna ora velocemente indietro e di nuovo mi
appresto a correre a volo lungo il percorso gi prima intra-
preso.
Invero tu non desti sosta alle navi finch non traversasti la
via del mare fermandoti alle cosiddette Porte
47
Ero], dove
giungesti inatteso dopo aver navigato un giorno intero. Da
quel momento, come l'acqua d'una polla sorgiva emersa da
vene profonde, che insieme si raccoglie radunando le correnti
e che poi si suddivide in mille rivoli, cos tu, slargate le vene
del pensiero 48, con sapiente e varia ripartizione ti dividesti fra
i diversi compiti che le circostanze imponevano. Chi fu il con-
dottiero? L'imperatore prima di tutti. Chi insegn alla perfe-
zione le leggi della tattica militare? [20] Tutti volgevano op-
portunamente lo sguardo alla tua persona. Chi fu sicuro con-
sigliere nell' angustia del bisogno? Di nuovo lo sguardo di tutti
si volgeva alla tua figura. Come saldo e potente, con l'aiuto
di Dio, il tuo potere monarchico! Non c'era infatti l'anarchia
dei molti che aspirano al comando, ma la tua sola monarchia,
potente con l'aiuto di Di0
49
Essa tutto vivifica e amministra
completamente diversa da Filippo; in secondo luogo, perch 1'argomento da
t:attare arduo non solo per le sue forze, ma anche per quelle di chiunque altro,
sIcch risultare sconfitti la sorte che tutti sono chiamati a condividere di buon
grado (su tutto questo, cfr. J. D. C. FRENDO, The Poetic Achievement 01 George
oj Pisidia = Mator. Classical,. Byzantine and Renaissance Studies lor Robert
Brownmg, ed. by A. MOFFATT [Byzantina Australiensia, V], Canberra, 1984,
p. IRa).
47 Localit della Bitinia, forse da identificare con l'odierno porto di Gemlik,
non lontano da Nicea (l'attuale Iznik).
4
8
. Cfr. supra, 1,67.
. 49 questi versi si trovano esposti come in sintesi i principI' basilari della
politica bizantina: il fondamento divino dell'autorit imperiale; la supe-
tlOtlta del potere monarchico su ogni altra forma di governo.
90 HPAKAEION TON KAI
ti 3tUVta ftU,3tEL Xal tEU%VEL ,6yQ.>
Xal t Cttuxtou XtQ03t CtVatQ3tEr
outW yQ OUV W Ctta;La v600
30 EQ3tOUOa UXVEL xai. a3tavQ. t1)v ouolav
xai. trov v aUtn XaLQLwv xaftU3ttEtaL.
'A,,' EL ftE,T]OW trov ,6ywv t 3tOLxL,a
xai t taq>oQ LOtoQElv trov q>Qovtlwv,
ooa 3tQO%jlW Ctvft' o,wv uq>lotaoo,
Lttf] ajlaQtOOv ,3tlO XQLftT]oOjlaL
ro jlll ta'ta t(9 ,6yQ.> 3tEQLYQu:pwv
jlrt xai. ,ywv t XalQLa
50
.
t oo jlv EiQYuow OtQatrtyla,
t o taxtLx1)v EUtEXVlaV'
40 ooi xai. xai tQOq>T} xai 3twjlata
t6;OL 3taQEOxEUaoto xai tat Ct03tlOL.
'PL, oou 3ta 3tQaxtLx6 tL 6yo
Quftjl6 tE 3tUOrt xai. xavoov
yQ EUQOOV t 3tQLV x Qaftujlla
* * *52
dta;la yjlOvta,
ftattOV xatoQftol xai. ,6yOL xaL 0XT]jlaOL,
tU3trov, LaLQrov, ELXVUWV, U3toYQaq>wv
ro 3taLaywy trov v63t,wv YQajljlatWv.
'l'Q vo' LaQxT} 'QxEavv jlLjlOUjlEVO,
50 XUX,rov tE t1)v yfJv xai t 3taV 3tEQLtQXWV,
XaL 3tUVta aQwv xai jlVWV 3tE3t,rtOjlVO5J.
"Ooa jlV o-6v jlEtf],ftE V XQ6vQ.>
a,a 3t' a,,aL cpQoVtlwv tQLxujlla,
3tQuttWv, jlEQLjl vrov, 3tQoYQaq>wv,
03tW t 3t,fJfto tO' OtQato' ouvaQjl60n
50. Cfr. ESCHILO, Choeph., 582; Sept., 619; SOFOCLE, Ant., 72 4.
51. indica qui propriamente l'altare per la celebrazione dei sacri riti
(cfr. anche infra, v. 107); sUlle funzioni religiose nelle armate bizantine, cfr. A.
PERTUSI, Una acolouthia militare inedita, in Aevum, XXII (1948), pp. 146-
148.
2. Il, 27 55
con razionalit, rimediando alle confusioni e alle deviazioni:
nessuna cosa cos come la piaga della indisciplina si insinua e
fa sentire il suo morso [30], e consuma le energie soffocan-
done i tratti essenziali.
Ma se io volessi esporre la molteplice variet dei discorsi e
la serie multiforme delle sollecitudini che tu con zelo affronta-
sti per il bene di tutti, sarei accusato di tradire una duplice
aspettativa: da una parte, mi dimostrerei incapace di descri-
vere nel mio poema tutte queste tue attivit, dall' altra, mi rive-
lerei inetto a proseguire e a narrare perfino gli episodi sa-
lienti 50,
Fosti tu a concepire i percorsi strategici da seguire, e le tue
strade non furono altre che la genialit della tattica; fosti tu a
procurare ai tuoi soldati armati di arco e di scudo la mensa
51
,
il cibo e le bevande [40]. Ogni tua parola era semplice, effi-
cace, regolatrice e principio d'ogni saggio consiglio. Trovato
un esercito avvezzo alla scioperataggine ( .. ,)52 e soldati indi-
sciplinati, trasandati, in brevissimo tempo li correggesti sia
con le tue parole sia con gli esempi, disegnando piani, dando
spiegazioni, offrendo dimostrazioni, tracciando schemi, come
un maestro che illustra i principi elementari della tattica di
guerra.
O mente inesauribile come l'Oceano, che la terra cingi e il
tutto abbracci [50], che a tutti elergisci la tua acqua senza mai
restarne privo! 53 Tralascer di buon grado le grandi difficolt
che, una dopo 1'altra, dovesti superare in breve tempo,
agendo, affannandoti, facendo preparativi, notificando dispo-
sizioni, per radunare in bell' ordine il grosso dell' esercito
, 52: La, lacuna di un verso venne congetturata dubitativamente da PERTUSI,
Gzorgzo di Pisidia cit., p. 98, sUlla base di Heracl., I, 122, e di TEOFANE, p. 303,
24 d.e Boor, dove, in contesti simili, si accenna anche alla codardia e alla paura
che l soldati bizantini avevano dei Persiani, un concetto che qui invece man-
cante.
O
)3. Cfr.supra, I, 70, dove il medesimo concetto adoperato in riferimento a
mero.
9
2
EIL HPAKAEION TON BALIAEA KAI EIL TOYL TIEPLIKOYL fTOAEMOYL
Tto 'tfl yfl EOXEbaoJ.lvov J.lQ1154
- bto yQ ov qJauov, mO'tE J.ll qJ{teloa
't btaLQE{tV'ta 'tou o'tQa'tou oov 'tuYJ.la'ta
OXtOU TtaQE{trov EV J.lOOL o -
60 xaL mo 't Ttvxv TtoUXL
J.ll ovvbQaJ.lv'ta 'tou OXOTtOU 'tai TtLOL
yvroJ.laL imEo't11QLtE
xrov TtaQT] oro' xaL yQ av't, boTto'ta,
'tooau'ta TtQu't'trov av{tuvELV 1;EXVelOro,
OTtro 't XOLVV J.ll J.lE'tUO'XOL 'tou Ttvov.
"OJ.lro ovvl1{tov, WOTtEQ ; oQov 'tLV
Tto E'XOV'tO ;o'Xu 'tE xaL {tOEL
XQOVVOL QOV'tE 'tQ> TtovOXLbEi TtQq>
'tav't ovv'tQt'XOVOLV EX 't(OV O'XLOJ.lel'trov.
70 'EJ.loL be {tauJ.la TtQooqJQro :TtT]Q'XE'tO
mo 'trov OyLOJ.lroV 'trov 'tooou'trov 'XUOL
'tQ> 0Q> OyLOJ.lQ> oroqJQvro 'tU't'tE'tO' 55
TtT]V, w EOLXE, bQao'tLx aEOU Ayo
'tOU'tOt ETtLO't OV J.lOVOV 'to av'Xtva
EXaJ.l'ljJE TtUV'trov, '' OJ.lOU xaL xaQblo..
'ETtEL be 'toI ooi TtQoobQaJ.lV'tE 'L'XVEOLV
uTtav'tE, mOTtEQ x J.lLa. oVJ.lCJlrovla,
't OV {tEOO'tT]QLX'tOV UJ.lV110aV xQu'to,
xaL 'trov 'tQoTtaLrov 'to xOJ.lroV'ta av'Xtva
80 TtQ yflv ExLvav w J.lE'taQoLov qJya56,
OL OVV'tE{ttV'tE EV'tQ'Xq> TtOLxLJ.la'tL
XT]Qvxt ELOL 'tax'tLxrov XLVl1J.lel'trov
TtQQro{tEV Eyy 'toI OOL OQroJ.lEVOL -,
XOLVV be TtUV'tE X'tEvro EVEQyt'tl1V
dVl1YQEVOV xaL xQa'touV'ta bEOTt'tl1V,
't qJQLX'tV av't 'tou {tEOYQUqJov 'tUTtOV
54. La concentrazione dell' esercito bizantino ordinata da Eraclio dov avve-
nire in un luogo non molto lontano dalla localit in cui il sovrano era sbarcato
provenendo da Costantinopoli: quindi fra la Bitinia, l'Onoriade, la Frigia e l'EI-
2. II, 56 86
93
sparso nelle zone pi diverse del paese
54
- peraltro esisteva il
pericolo di non poco conto che il barbaro giungesse ad assa-
lire le schiere ancora disunite del tuo esercito riducendole a
brani -; tralascer anche di dire in che modo tu sostenesti
con ragionamenti acutissimi le innumerevoli decisioni [60]
che non raggiungevano lo scopo che ci si era proposto: tacer
perch tu stesso, o sovrano, nel compiere opere cos impor-
tanti cercavi di mantenerle nascoste, affinch la generalit dei
tuoi sudditi non ne dovesse condividere il travaglio.
Nonostante tutto le schiere del tuo esercito si radunarono,
simili a torrenti i quali, attraverso innumerevoli diramazioni,
scorrono da un monte che ha molti picchi e molte valli, e che
infine, sgorgando dalle fenditure, si raccolgono tutti in uno
stesso punto. naturale che meraviglia mi colse [70] per il
modo in cui il riversarsi di menti tanto diverse e numerose fu
sapientemente disciplinato grazie al tuo solo intelletto 55: ma, a
quanto pare, fu opera del Verbo di Dio che, stando sopra di
esse, non pieg soltanto le cervici, ma anche i cuori di tutti.
Quando finalmente le truppe che erano confluite al seguito
delle tue orme ebbero inneggiato a una sola voce al tuo potere
stabilito solidamente da Dio, piegando a terra, come alte fiam-
me 56, le chiomate aste degli stendardi [80] - questi, combi-
nati con rapida variet di colori, annunciano i movimenti tat-
tici da lontano, e sono visti come fossero vicini quando
tutti ti ebbero con fervore acclamato comune benefattore e
potente sovrano, allora tu prendesti l'immagine veneranda
lesponto, regioni non occupate dai Persiani. L'armata era costituita in parte da
truppe regolari - tali essere i contingenti fatti trasferire gi l'anno
precedente ?all'Europa (cfr. p. 302, 29 de Boor) e quelli che Eraclio
aveya portati s dalla parte da mercenari originari delle varie
La truppe, di razze e di lingue diverse nell' esercito
I Eracho e attestata dal PlSlda stesso; cfr. in/ra, vv. 164 segg.
55 Cfr. Heracl., II, 153 segg.
. . 56 .. Con il poeta allude ai vessilli di cui erano dotati i r<:parti bizan-
Hm; tah vessllli erano detti pi comunemente c.pxf.tOUa, dal latino jlammula.
94 HPAKAEION TON KAI
,uf3wv ouvrIlW eCPTl-
'EIlOL Il
V
Vll ro OECPO' 0XOL
XUL 'tii f3uOLEla 6 'tQrtO OUVtlQIlOOEV'
90 yQ 0' 'toooihov v
OOOV rtQO,UllrtLV V rt-6<p
VIlO yQ 'tal rtav-6Q<lmot f3lm,
(\ < '58 - ,
a Tl WQaVVL 'tot Vllot av'fi'WrtLOEV,
dvrEWUYLV vUV n)v CPLuv-6QWrtov
xai 'tal 'tOOaV'taL 'tt'/V IlLav,
l 'tal vuyxaL 'tal VEyX,tl'tot ei
'to' di 'tE-6v'ta Vllou.
'Eyw Il
v
OU'tW xUL 'tQrt<P xaL OXtlllaU'
O'tO59 O Xotv xaL XUL OEOrt'tTl
IOO XUL 'tWV xa-6' o'tQa'tEullu'twv,
Il
EW
o o'tQU'tTlyELv O'tlV ocpao'tEQOV,
OL' o 't VLxv O'tlV
q, rtErtot-6w xaL 't vvv cpLYIlvo
t: '7,,!> e _
w El acp UIlWV rtQ rtvou 60.
IIQrtEL yQ TJll, ro xElvou rt,uolla'ta,
XWQELV xa't' X-6QWV rtQOOXUVOVV'tWV x'tlOlla'ta,
OL 't 't lllx'tou aLllu'twv
'-6QOL aLllu'twv IlLmcpVot-
OL 't Ox'tou 'tWV rta-6wv xxTloLa
IlO V XQaLVOUOLV llrta-6EO'tU'tm-61
OL 'tt'/V CPU'tOuQYTl-6Eloav UllrtEOV Ay<p 62
-6OUOLV
01.' (, EV-6W
ll
axu
QI.O drtwv O 't 'txva IIEQoLoo
rt'tQm rtQOOUV'tXQOUOEV 6.3 .
Oihw artuvru U''t EX Qa-6uIlLa
y<p Et rtQo-6ulllav'
OU'tW o'tQa'tTlYv rtav'taXov xai OEOrt'tTlV
8EV rtQO'tU't'tWV 't xQU'to.
57 supra, ,!, 139 segg., e nota ad ioc.
58. Pl.U che alllmperatore Foca - come intendevano sia QUERCI Opera cit
c. 12 18, Sla PERTUSI, Giorgio di Pisidia cit., p. 15 1 _, il poeta allude sistema di
2. II, 87 119
95
dell' effigie da Dio dipinta 57 e brevemente dicesti: Il carattere
la natura del mio potere di imperatore ha unito voi a me
fratelli, e io proclamo che 1'autorit imperiale non ri-
splende tanto paura [90] quanto ho
per mia dI ora vlOlenze
che la tirannIde 58 schIero contro le leggI, la forza dell amore
gli uomini, e di opporre a quelle violenze quest'unica
soltanto, la quale sempre nelle sventure di cui non si ha
colpa rafforza le leggi giustamente sancite. Tale io sono per
natura e carattere; ma Questi
59
il nostro comune imperatore
e sovrano, e il condottiero dei nostri eserciti [100]: con il suo
aiuto pi sicuro il comando; per mezzo di Lui pi giusta e
pia la vittoria: in Lui fiducioso sono proprio ora qui giunto,
e come uno di voi mi armo per affrontare le fatiche della guer-
. nostro dovere, in quanto sue creature, marciare contro
.u ..... u ..... \,e ... che adorano le cose contro nemici che con la-
di sangue omicida insozzarono gli altari incontaminati
dal sangue dei sacrifici, e che con i piaceri pi violenti e impe-
tuosi inquinano le chiese finora non tocche dalle umane pas-
sioni
61
[I IO]; contro nemici che con barbarica spada ago-
gnano di estirpare la vite coltivata dal Verbo 62, per i quali Da-
vide divinamente ispirato tuon dicendo: (( Beato colui che i
figli della Persia abbatt e schiacci contro le rocce" 63 . Cos
parlando facesti in modo che tutti passassero dall'indolenza
alla premura e allo zelo; cos preponendo ovunque Iddio
come stratega e sovrano fortifichi il tuo potere.
governo tirannico dei Persiani; cfr. GIGANTE, Sulla concezione bizantina cit., pp.
62- 63.
59 Se. Cristo, la cui effigie Eraclio nelle mani durante l'allocuzione
all' esercito.
60. Cfr. infra, III, 95.
61. Si riferisce alle profanazioni dei di culto e alle stragi perpetrate
nelle bizantine conquistate dai
6.2. GIOVANNI, 15, 1-5.
SETTANTA, Ps., 136, 9. Sull'antitesi fra Greci e barbari, fra civilt e
e sulle fonti erodotee ed eschilee (soprattutto Pers., 401 segg.) di questi
GIGANTE, Sulla concezione bizantina cit., pp. 60-62.
96 Ell.: HPAKAElON TON BAl.:IAEA KAI Ell.: TOYl.: ITEPl.:IKOYl.: ITOAEMOYl.:
120 Kui 1') JtUQU{t 't1')V UJtQ{tOLV qJ{twu
'X,ULVWV JtaQXn 'tOV O'tQU'tOU )'1JIlVuOlla'twv.
II6{to 1l0l 'tL v{ta JtQOOf)QXE'tO 64
(ELV 't 'tEQJtv 'tf} llaXT) JtQouiltU
qJ6[3ou 'te XWQi LO'tOQf}OUL 'tv qJ6[3ov'
OIlW e qJQL'X,'t1')V 'twv ywvwv O 'tQ6Jto
'X,ut 't1')v 6'X,T)OLV cLoaywv JtQOOf)QX'tO 65.
yQ EVOJtO
oamyyE EV{tU 'X,UL qJauyyE OJtlwv,
ULXllul, qJUQ'tQUL 'X,UL [3T) 'X,UL qJaoyuvu,
130 'X,UL LV O'X,Eiluo'to (twQa'X,wv 'X,6vo
t'X, 'twv OLT)QWV OUIlJtU'X,- UqJUOlla'twv
v OL U!l3t
'tui: v'tUIlOL[3ul OOOJtEQ v'tLall'ljJEOL
o'tl[3)O'l v otQuJt1]qJ6Qov.
e ouv'tuyv't w VUV'tlOL
UU't(ov OqJuw 't 'taYIlU'tU,
WqJ{tT) 't 'tf:lXT) 'twv v6Jtwv 'X,'tLO'lla'twv,
'X,UL OUQQuyV'twv 'twv O'tQu'tEulla'twv owv
Ilev OJtL 'X,ui 't OJtLu
140 w{touv [3LULOL Jtuv'tUXOU oUY'X,QoilUIlUOL,
'X,ui IlE(u)'t Jtowv ULlla'twv 't qJaoyuvu
O UXT)IlU'tLOll 'tf} llaXT) d'X,VUE,
'X,UL Jtav'tu qJQl'X,'ta, 'X,UL qJ6[3o 'X,u. oilnuOL,
'X,UL JtQ qJ6vou uilvvUOL u.lla'twv Lxu.
yQ mhoi: IlqJQ6vw
JtQ 'tfl vay'X,T) 'tfl vay'X,T) 'to ('tQ)6Jtou,
OJtw E'X,UU'tO 'tfl 'X,Lvilvou OqJuyf}
u[3wv qJOQll UqJuU1:Qo IlVOL.
AylV Ilev ov E'X,UU'tU 'X,ui 't JtOL'X,Lov
150 'X,ELVO 'X,uLvoilQyT)IlU 'tf} 'txvT) YQaqJELv
1101' 'tf} 't6llou 'X,uQLu
O vou vuilq> 't0 qJ6[3q> 'X,ovoilllVO.
'A' oooJtQ d allJtw'tLv 'tLVO [3tu
JtQ60w 't QEUIlU uuv't6vw w{toilIlEvov,
oihw E'X,LVU 'tou u'tQu'tou 't 'X,i1IlU'tU
't0 00 6yq> 'tQXOV'tl oUy'X,lvoilllVU
t JtQ 't UV JtQ6uWJtov 'to"'vuv'tlov
2. II, 120 157
97
Allora subito, troncando ogni indugio [120J, iniziasti nuove
esercitazioni dell' esercito. A quel punto io provai desiderio 64
di assistere ai dilettevoli preludi della guerra e di descriverne
la terribilit, pur non trattandosi di vera e propria terribilit;
tuttavia il carattere dei combattimenti rese ai miei occhi pau-
rosa anche la finzione 65. C'era uno schieramento di soldati
perfettamente armati, comprendente trombe, falangi di scudi,
aste, faretre, frecce e spade; tremendo si produceva il tumulto
delle corazze [130] intrecciate di fili di ferro, sulle quali la luce
del sole splendeva con riverberi di rimando, emettendo un ba-
gliore folgorante. Quando furono divisi in due fronti contrap-
posti ed ebbero saldamente serrati i rispettivi ranghi, risulta-
rono all' occhio simili a bastioni di edifici stipati di uomini in
armi. Awenuto lo scontro fra tutte le truppe, lo scudo respin-
geva la spada e le spade gli scudi, ovunque con zuffe violenti
[140J; e sebbene si trattasse di un combattimento simulato, si
aveva l'impressione che le spade grondassero di molto sangue,
e l'intera scena incuteva terrore, e c'era paura e agitazione nel-
l'animo e tutto somigliava ad una strage che non prevedeva
spargimento di sangue. Invero con molta saggezza tu sapesti
mostrare ai tuoi soldati la variet dei pericoli a cui sarebbero
andati incontro prima ancora che si verificassero nella realt,
affinch ognuno, prendendo esempio da quegli scontri in-
cruenti, resistesse con pi sicurezza durante le battaglie.
Certo a causa del mio cuore pusillanime, la mente, scon-
volta dalla paura che ancora le sowiene, non in grado di rife-
rire tutti i particolari, n di descrivere le molteplici innova-
zioni della tecnica militare [150]. So solo dire che come la ma-
rea sospinta con vigore verso il riflusso da una qualche forza,
cos le ondate del tuo esercito, mosse tutte insieme dai tuoi
rapidi comandi, o avanzavano verso di te o retrocedevano con
64 Cfr. EURIPIDE, Med., 57 LIlEQ Il' l"1tijl'te .
. 65 Sulla base di questo luogo, oltre che di Pers., III, 131 segg., possi-
b,lle che il poeta partecip di persona alla prima spedizione di
Eracho contro i Persiani.
98 EIL HPAKAEION TON BALIAEA KAI EIL TOYL TIEPLIKOYL TIOAEMOYL
dV1:LnQoo<nq.> T<l) 1:UXcL 1lC'tT]QXctO.
Kat nQ tOOOU1:0V O'X n<xvfJoa x6vov,
16o d' cLXc alhv xai Ilct}-cLAXc tO t6vou,
EtattE, vttat1:E, EVt}-a t0 6yq.>
1:Tj OTj QonTj t vEulla OUIlIlEtcOtQU<pfJ.
TIoo :7tQ 1:000UtO nTjt}-o 1l6vo;
Kai noo yVfJ 1:ooaiha xal nOu1:Q6nwv
La<poQ xat <PQEVOOV La01:UOcL
1:0' OOU 6you XQOUOvtO c'JQUt}-Ilq.> t6vq.>,
ovx WOnEQ ao IlUt}-LX 66 t t}-fJQla,
nQ aUtv cIXc, nQ YV<llfJV IlLav,
yWttOOv tOOOUtWv OUYXUOCL IlEt}-aQIl60a;67
170 Ill)v ovx nCLx 1:o' navaylou TIvcUlla1:0
xal vuv VcQyT]Oavto, ovXi :7tuQ<p6Qq.>
y Wttoov taLQoEt tE xat t}-cwQlQ. 68,
y<1:t n tn On 1:l)v XatuMfJOV XOQLV
aV1:o' xal nULV tO' TIVcUIlU1:0
oihw anaV1:a 1:0 nQLV
t}-attOv cIXE fJ'tQcnLOIlVOU.
'Ey< xat nQ61lavn O'X WV
69
, onOtu,
<pt}-uoa t0 nQ<tq.> 6yq.> 70
ro o'v xat YQU<PWV
180 1:0I ooI OtQatfJyol naV1:UXo' t OUIl<PQOV
tlllaQ1:c O'V, cLncQ V oV1:l yc
1: ooi naQaotv cVt}-W ouvQallcv.
o'bullOO 'VcUOIlVOU
nQaxttXT] oou toov <PQcvoov
'EV1:EUt}-cV 0' taQUt1:0UOLV
ov <pQovtlbc XUUVOUOL tl)v nQot}-ullluv,
ov oUIl<poQai bUXVOUOLV, ov x6no
QW yQ nEQLtQXWV
ct t vuyxa xui ncQL01:UOCL nov
190 VcUQOOV OUVLOt(i 1:0 t6vou tOu oUQxlou.
66. Se. Orfeo.
67 Cfr. supra, vv. 52 segg.
6R. Allude aJla Pentecoste; cfr. Act. apost., 2, 3-4.
2. II, 158 - 190
99
rapide manovre contrapposte. Di fronte a una mischia d! tal
fatta non ti tirasti indietro, anzi ne mantenesti alta la.
ne saggiasti pi volte le energie [r60], facendo schIeramenti
controschieramenti, quando, dando ogni volta seguito alla
espressione del tuo comando, veniva cambiato l'ordine.
Come fu possibile per te, che eri uno solo, bastare a tanta
moltitudine? Come facesti, con l'accento armonioso della tua
parola risonante, ad attrarre non verso te stesso - come fa-
ceva con le belve l'altro personaggio del mito 66 -, bens
verso un unico intendimento tanta gente cos dissimile per
razza, per variet di costumi e disparit di sentimenti, accor-
dando la confusione di lingue tanto diverse? 67 Non impro-
babile che ci avvenne per l'intervento del santissimo Spirito
[170]' che anche ora non cessa di operare, e che ancora una
volta instill la grazia appropriata alle circostanze senza mo-
strarsi attraverso la suddivisione di lingue infuocate 68, bens
attraverso la tua lingua: in questo modo riuscisti ad addestrare
in brevissimo tempo tutti quei soldati che prima erano indisci-
plinati, e li avesti pronti e preparati. Senza essere un profeta 69,
o sovrano, io gi nella precedente opera 70 ho avuto modo di
dire in anticipo che niente sfugg alla tua premura, ma che
anzi, prescrivendo ai tuoi generali ordini su tutto ci che oc-
correva fare in ogni circostanza [18o], mai commettesti un er-
rore, se nel momento del bisogno subito concepivi l'idea riso-
lutiva. La saggezza pratica della tua mente rivel che io non
mi ero affatto ingannato.
Da allora in poi non c' paura che riesca a turbarci, n
preoccupazione che smorzi il nostro impegno, n le calamit
ci avviliscono, n la fatica ci fiacca: trovandoci ravvolti nel
tuo pio amore, accade che le forze e le energie del corpo si
sentano ancor pi rinvigorite di fronte ai pericoli e alle avver-
sit [190].
69 Cfr. ESCHILO, Choeph., 758. .
70. Non si tratta dell'In Heracl. ex Alr. red., ma probabilmente, secondo una
ipotesi formulata da Giorgio dI: Pis!ia cit., pp. 20 di un perduto
carme sulla ricostruzIone delle armate bizantme databile al 620
100 EU': HPAKAEION TON BA'kIAEA KAI EI'k TOY'k ITEP'kIKOY'k ITOAEMOY'k
<Q ov aocptatt'J tOl tUtQLxol ,6yOL
JtEIQuV auvt'l.jJu o"'x cpfptE tt'JV v6aov
XQUJttW vJtoa,.UJXOUaUV d
d,,' E"'{}' E;XO'l.jJE tq, ;tcpEL tel.HOV,
l XUUatLXW Ecp,E;EV xu{}uQalep
l' EVOV U"'l'fl Exxu{}uiQwV UttLu
196 a. E,Eu{}EQoI t aWflU uax6,ou Jtt{}OU 71 ,
OUtW t aWflU tO' atQUtEvflUl'O t6tE
EVQ)V XUXW{}v EX v6aou
t3ttaXE U"'l'O tfl xuxfl Jt,fJatLu 72
200 ,6yep XU{}tQU t Q;EL tfl
KQUtELV yQ EyVW Qiatu twv EVUvtLwv
EV tV atQut6v aou QU{}fllau.
'EVtE'{}EV VflLV E{} EJttEQWflVfJ
vlXfJ ttQOafl,{}E IIEQaLXWV aXU,Euflttwv
ttQ tfl fltXfJ cpQouau VLXfJl'i]QLU.
'EJtE yQ dXE OV
d,,' E;JtEflJtE EXQOfl EaUv{}l'ou
LJtJtEl EJt' aYQuv ttUVtUXO' tUxuQ6flOU 73
JtuQflauv oi cpQOVl'E EV XQ6vep
2 IO OX EXUtucpQ6VfJl'u 'I1fJQlwv yVfJ,
d,,' E;XOvtU xu XQUl'O'Vtu tq, {}QtaEL
xu JtO,,tXL tl)V JtuQOLxLuv.
, A,,' O tU'tU, XUlJtEQ Ovtu {}fJQLu,
tO' ao' JtUQflxU fli} flEtuaXElv
"OflW t Jto,, V'V CPE JtQOEL,6flfJV
l' Jt,fl{}o UtWV E; V LUYQtCPELV.
IIuQflv tL QXlcpu,o E"'t6,flOU yvou
t l'WV :IUQUXfJVWV 74 ttYflU tWv Jto,Ul'QLxwv
7 I. L'immagine del medico in riferimento al sovrano un topos retorico
ricorrente sia in poesia che in prosa; cfr. NISSEN, Historisches Epos cit., pp. 307-
3
08
- ritorna spesso nei poemi pisidiani (In Bonum patr., 86 segg. I02 segg.;
Heracl., II, 34 segg., 66 segg.), e il poeta dimostra di possedere notevoli cono-
scenze in campo medico attraverso l'uso di parole provenienti da testi medici
(cfr. PERTUSI, Giorgio di Pisidia cit., pp. 41-42; J. D. C. FRENDO, Special Aspects
01 the Use 01 MedicaI Vocabulary in the Poems 01 George 01 Pisidia, in Or-
pheus, XXII [I975], pp. 49-56, il quale si rivela tuttavia alquanto scettico sulle
2. II, 19 I - 2 I 8 101
Come lo specialista, che allo studio della medicina abbia
ongiunto 1'esperienza, non lascia che la malattia consumi di
1'organismo fino a. il danno m.a
ubito amputa e taglia con il bIstUrI, oppure cauterIzza o eh-
le cause intrinseche con un purgante, e libera il corpo
I
li" 71"' Il il
dalla spia cevo e aueZlone ,COSI tu, trovato a ora corpo
dell' esercito afflitto da una esiziale malattia, mettesti il freno
alla deleteria ingordigia dei soldati 72, guarendo con la tua pa-
rola le loro brame rovinose [200). Invero tu sapesti agevol-
mente vincere i nemici, perch disciplinasti il tuo esercito con
la santa fede in Dio. Fu per questo motivo che subito la vitto-
ria alata ti venne incontro, recando prima ancora della batta-
glia i trofei delle spoglie ""
Poich nulla avevi lascIato al caso, ma faceVI compIere al
tuoi uomini sortite ottimamente preparate, ovunque si aggira-
vano soldati a cavallo per rapide esplorazioni di caccia 73 .
Poco tempo dopo questi soldati si presentarono portando con
s un'orda di belve di non scarso valore [210J, anzi veramente
notevole e di intrepida possanza, che gi pi d'una volta aveva
devastato il territorio circostante. Ma, sebbene fossero delle
belve, neppure queste ti piacque di privare della tua clemenza.
Da parte mia, onde evitare ogni lungaggine, preferisco descri-
vere quella massa di belve riferendo di una soltanto fra esse.
Si trovava in quei luoghi un capo trib di razza ardimen-
tosa, che guidava seco un' orda di Saraceni 74 dai lunghi capelli
effettive competenze del Pisida in materia); pi in generale si veda 624
segg., 1356 segg. - li verso 196" omesso dai codici vat. gr. 1126 e Pam. suppl.
gr. 139. .., .
72 . Forse allude a richieste di stipendi sempre pI altI parte dell.esercito.
73 Di queste incursioni di soldati bizantini nei territon cc;mtrollatl dal ne-
mico d notizia anche TEOFANE, p. 304, 13 segg. de Bo?r: mar-
cia di avvicinamento al nemico verso oriente, mandava InnanZi drappelli dI cava-
lieri a scopo esplorativo e per veloci azioni di disturbo. .
74 Di questa banda di Saraceni vi menzione In PORFI-
ROGENITO, De admin. imp., 16,6-8 Moravcs.-]enk., la CUI testimOnIanza consente
di al settembre 622 l'episodio qui Pis.ida: Si evide!lte:
mente dI un contingente mercenario al servIZIO del PerSIanI,
vere e proprie dei Saraceni nei territori bizantini avrebbero avuto InIZIO soltanto
dopo il 634, quando gli Arabi irruppero con forza nei confini dell'Impero.
l 02 HPAKJ\EION TON KAI EIL TOYL
a.ywv ov u't0 xu JtEQLOXOJtOOV OJtW
220 uihbv EJtd}OL t0 otQUt0 oou JtQ
fI1)v W ClJtilotq> OtQUtl1ylQ.
X'lVat itEilou a:t ClvtEXJttEtO 75 ,
XUt 'tol Jtoolv OOU 'toi' 'taxo
'tV JtQLV O'tQU'tl1YV EwayouOL
<Q JtQOOilXitl1 't0 XQatEL OOU,
(:, '(1)V JtOUOtVUxtov
EXELVO d EUitQUV,
(:, EtUXOO, EL yELv
oo yQ JtQOOEit<bV t1)v tUXl1v _,
230 QL1ttEL t 't Qu
E'tQE1pEV Eit d XUQv
fIo1)v itttov t1)v vuuy1)v
O:vtLO'tQOcpT}v XQLVE tT}v oW'tllQluv,
JtaLv o'tQU'tl1yELV Jtlau 6 76,
Oihw 6 vou oou JtOLxlw
xut tOL JtoMaxL OtQUtEUEtat,

XUL 'to ClJtLotou cpXEtat.
Kui 'tuU'tu OOL oWCPQvw EJtQat'tE'to'
240 t0 O'tQu'tl1y0 ti) JtaVfl 77 tClvuvtlu,
o QYov dXEv oQyavwv xu
xut yuVULXOOV XtoJtov
OQXl1OLV d
o'tQUtl1Y ti) oocpi) JtuvoJtlu,
hQJtou oQyavwv
'tv itELOV EvttitEt tu
dXE JtuQitvwv
toov ooov t ClJtQVOU 78.
'ExELvo dXE 'tT}v OEilVl1v 79,
75 Cfr. In Chr. Resurr., 58.
7,6 .. Con questo capo trib saraceno pass con tutti i suoi
UOmInI al servIZIO di Eracho.
2. II, 219 - 249
13
per tentare di assalire di nascosto il tuo esercito e farlo a pezzi
[220]. Ma poich combatteva con un esercito quanto mai in-
saziabile, volendo sorprenderti, fu lui invece a rimaner sorpre-
so 75, e cos colui che fino a poco prima era un condottiero,
subito fu trascinato davanti ai tuoi clementissimi piedi, impri-
gionato e incatenato. Come si accost alla tua potente per-
sona, o sovrano, nella lagrimevole sua condizione di prigio-
niero, subito si trov ad essere libero, e quello sventurato, in
modo veramente fortunato, se mai occorra dirlo - infatti ap-
pena giunto in tua presenza ebbe mutata la propria sorte -,
gett via le catene, e tutte le sue sciagure [230] volse all'istante
in gioia. Considerando il brevissimo tempo in cui s'era verifi-
cato un cos grande mutamento, giudic che la salvezza meri-
tasse un cambiamento, giacch il prigioniero torn a sperare
d
, t 76
1 essere nuovamen e un capo .
in questo modo che la tua mente si prepara abilmente
alla battaglia e molto spesso combatte con l'intelligenza della
ragione, e preferendo adoperare 1'arma del perdono, invece
della spada, attira a s anche i barbari infedeli.
Questo quanto tu facevi grazie alla tua saggezza. Di tut-
t'altro segno erano invece le azioni che compiva il generale co-
mandante i nostri nemici pagani 77 [240], il quale si preoccu-
pava di circondarsi del turpe suono di crepitacoli e di cembali
e della danza oscena di donne che, eccitate, finivano col denu-
darsi. Tu al contrario, o stratega dalla saggia armatura, ponevi
nel tuo cuore la voce del Signore, traendo diletto dai canti che
si effondono dai mistici strumenti, e nelle sacre danze delle
vergini riponevi le pure e caste speranze dei tuoi pensieri 78.
Lui aveva speranza nella luna 79; ma quando all'improvviso ir-
Se. il generale Shahrbaraz.
Sul motivo topico della contrapposizione la lascivia del comandante
le virt di Eraclio, cfr. NISSEN, Epos cit., p. 318.
le divinit minori del pantheon persiano - a noi note da fonti
non - figura anche il dio della luna, Mahj cfr. CHRISTENSEN, L'Iran dt.,
pp. 175 segg.
104 HPAKAEION TON KAI
'toiJ oou thx't'tov JtQooj3a-6V'to 80
ex,-Et'!'tV a''t vcplo'ta'to.
T JtiJQ x,Elvo dXE JtQOOX,UVO'f1EVOV
8
1,
iJ,!,O'f1EVOV O', X,QU'tLO'tE, 't ;'-OV.
To''toU fl-oV W JtQ U,!,O
't TIEQOLX,V JtiJQ d f1U'tfJV vf]Jt'tE'tO.
'EJtd yQ Et XELf1WVa JtQ 't TI6V'tLOV
x,-Lf1a La'tQl,!,a ouv't6f100 O j3uQj3aQo
't ELOj3o- x,a'tOXE 'tfl ooiJ cp{}uoa 82,
O 0'tQa't6 OOU UOXEQEL 't ELOj3UOEL
uJta; JtQO-fJCP{}El dXE 't JtQ fl-LOV
83
,
elV'tLO'tQOcp1)v EV'taiJ{}a OUV't0f100'tU'tfJV
x,aL OXfJf1a'ttof1v JtmvE'tfl Jt-ao'touQyla
;EUQE, W X,QU'ttO'tE, f1V j3aQj3UQOL
d;a JtQ6000JtoV x,QOf1fl ,!,EUOf1VfJ,
-&i]yoov 'tV voiJv mO'tE x,al 't1)v at'tlav
* * *84
265 a (U-U-U) 'tV 06v, W E'f1fJXUVOO
o'tQacpd Ex,dvOL 't OO' vcpaQJtuou.
Tou UOOEj30iJ {}U't'tOV
'tQlj3OL 'tE -o;al x,aL JtaQEx,'tE1;Qaf1f1Vat
W JtQ 't OV :7tQ6000JtoV E;ooQf1fJx,6'to,
270 V'ttO'tQcpEL O' mQoowmp oxi]f1a'tt
x,aL JtQW'tO E'{} EVQ1trJ O E''tEQO
OU'tOO E''tUXW JtQOEX,'tQXEtV
x, ooiJ OX,E-tO{}Et UO'tUXW VJtOO'tQcpEL.
OU'tOO o'tQa'tfJYwv x,al OOcp1)V Jt-aO'touQyLav
f16vo x,a'toQ{}ol x,aL OOcp1)V VJt6X,QLOLV'
x,a. 'toiJ'tO f1U--OV 'toiJ OX,OJtoiJ 't JtOLX,L-OV
'tO' j3aQj3uQou EVflx,EV d Qa{}uf1Lav.
80. La rappresentazione dell'imperatore come sole un topos retorico ricor-
rente oltre cne in/ra, III, 7 segg., anche nell'In Bonum patr., 49 segg., 130, e in C.
Sever., 673; cfr. NISSEN, HtorJches Epos cit., p. 323, nota I.
81. Cfr . .rupra, I, 32-33, nota ad loc.
82. N. OIKONOMIDES, A Chronological Note on the First Persian 'LU/7tpU:t}!.fI
Heraclius (622), in and Modern Greek St., I (J975), p. 3, mt(:rpllllg:,endlo
con una virgola dopo yftQ di v. 256 e dopo OlO,'Ql1pO, di v. 257, lllt(!rpt:eta
2. II, 250 277
15
ruppe il tuo sole
80
[250], dov rassegnarsi alla rapida eclissi
del suo astro. Lui era adoratore del fuoco 81; tu, o potente so-
vrano, adoravi il legno sublime della Croce: quando questo le-
gno si lev alto nel cielo, fu chiaro che il fuoco della Persia era
stato inutilmente acceso.
Quando infatti sul far dell'inverno il barbaro, dopo essersi
trattenuto presso la del Ponto, giunse rapidamente
per primo ad occupare i passi della strada 82, e il tuo esercito,
per una volta vinto sul tempo, trov difficolt ad attraversare
gli ingressi che conducono verso oriente
83
b60], allora tu, o
potente sovrano, fosti 1'autore d'una rapidissima diversione e
d'una manovra di encomiabile inventiva, giacch desti ad in-
tendere ai barbari 1'esecuzione di un finto attacco: in realt,
aguzzando la mente in modo che anche la causa ( ... )84, af-
finch rivolto a loro tu potessi carpire i valichi con destrezza.
Non appena quell'empio cadde nell'inganno e attraverso sen-
tieri tortuosi e obliqui usc allo scoperto per lanciarsi all' at-
tacco di quella che riteneva essere la fronte del tuo tu
effettuasti una diversione con una manovra su due fronti
[270 J, e subito ti trovasti ad esser primo da secondo che eri:
fu cos che il nemico, credendo di compiere un vittorioso
balzo in avanti, venne da te beffato e fu costretto per sua sven-
tura alla ritirata. Guidando in questo modo l'esercito, da solo
fosti in grado di realizzare una manovra di sapiente inventiva e
di abile dissimulazione; e fu soprattutto questa grande variet
dei tuoi disegni che gett i barbari in uno stato di paralizzante
diverso questo luogo: Mter having spent the winter (i. e. in the
reglon of Pontus, the barbarian (i. e. Shahrbaraz) moved quick.ly managed
occupy the access of the road ... , da ci argomentando che il primo scontro
tra Eraclio e i Persiani si sarebbe verificato non nell'inverno secondo la
cronologia stabilita da Baynes, Pertusi e Stratos, ma nell' estate (luglio-
agosto).
83 Shahrbaraz, per sbarrare la strada all'esercito bizantino in marcia da
ovest verso est alla volta della Armenia Minore e della Persia, schier le proprie
d'u
ppe
sulle alture del Ponto Polemoniaco, le quali, per chi proveniva da occi-
ente, dovevano superate per entrare in Armenia.
,84. PERTUSI, di Pisidia cit., p. I53, pensa che in questo punto si sia
vy-tfcata lacuna un verso e mezzo, e forse pi, per un errore di omeo-
te euto fra ti v. 265 (.<l'V 'Voiiv waTt:) e il v. 266 (.'V ao'V, O)).
106 EIl: HPAKAEION TON BAl:IAEA KAI EIl: TOYl: I1EPl:IKOYl: I10AEMOYl:
Ou yaQ 'tL OlJ'tW YQlw 1ruI-lOUI-lEVOV
v'tw'tQ6qJql JtUQ'flttE Q6I-lql,
280 OU' iJ..o LJtJtO'U llVLOXWV 't
JtQOElXV Qttlw JtUQQXE'tm,
W O XQU'ti10U 'tO' O'tQU'tO' 't llvlu
imo'tQXwV JtUQ'flttE ; v'tw'tQ6qJo'U,
Xut 'tV JtuQuJ3a'tllv JtUQuJ3UAWV JtAUOI-l<P ;Vql
JtQ 't'fl l-laXll qJ'flxu E, V'tLo'tallV.
"Ex'tll t mJtv XQUI-l0UOll llf.!QU,
't 'tWV U'U'tOU O'Ul-lqJOQWV I-lllVUI-lU'tU
JtQoooxi1'tWV t::LXEV ; xo'Uol-la'twv.
IIoJ..i) t qJQOV'tL 'tWV qJQEVWV XOVO'UI-lVWV
290 XU'tELXEV uu't6v, xu AOyWI-lWV O'UYXUOEL
'tV VO'V JtEyv6qJwOUV OXO'tWI-lVOV.
Ou yaQ 'tL I-lLxQ6v onv J.. XUlQlOV
et xul n I-lLXQV o O'tQU't JtUQEX'tQXEl,
JtoAwv I-lE'tU; 'UOXEQWV XLVO'UI-lVWV
'tOL J..oqJum etx6'tw O'tQU'tEUI-lUOL.
All-lOU yQ UU'tOL xu qJttoQ JtoA'U'tQ6Jto'U
XUL 'tWV i1wv et J3aJ311v yxQ'Ul-ll-la'twv
xu 'tWV QLO'tWV et l-laXllv JtQoAlll-ll-la'twv
V'tEUttEV xlv'Uvo" J..' E'tL JtAov
300 euxvEv uu'to 't J3AJtELV 'tv
DV JtQoOX'UVOUOLV w ttEV 't'fl IIEQolo,
v 'tu JtuQu'ta;EL 'tij l-laXll VUV'tlOV
85

EQ;llv I-ltv ov yO'UOL A'UOOWEL 'tQ6Jtql
I-ltr;m ttAoV'tu 't LEO'tWOU qJUOEL
uwQ JtE'tQwom XUL ttuAU't'tWOUL Xtt6vU
86

Kul I-lm OXEL 'tL o'to EUllttO'tU'to,
85. Anche se la manovra attuata da Eraclio non risulta chiara nei particolari,
chiari ne sono le linee essenziali e il risultato: i Bizantini finsero un attacco in
massa contro i Persiani appostati sulla zona montuosa del Ponto, ma in rea1t le
truppe che mossero all' assalto erano solo una parte del loro esercito. I Persiani,
credendo di avere a che fare con l'intero esercito di Eradio, lasciarono le proprie
2. II, 278 - 306
17
inerzia. Invero nessuno mai sopravanz con una corsa di aggi-
ramento una belva cos ferocemente infuriata, n auriga [280]
mai super in corsa dei cavalli fingendo alla perfezione un tra-
gitto obliquo, cos come facesti tu che, prese saldamente nelle
mani le redini dell' esercito, scavalcasti di corsa il nemico con
una manovra aggirante, e che quel criminale sapesti ingannare
con un accorgimento di insolita trovata, lasciandolo in una po-
sizione del tutto opposta a quella in cui si trovava prima della
battaglia. Infine, dopo sei giorni, il nemico venne informato
dell'infortunio occorsogli da voci che gli giunsero inattese.
Enorme fu allora la preoccupazione che lo colse e che gli agit
il senno, mentre un confuso rimescolio di considerazioni
[290] gli obnubil la mente ottenebrata. TI fatto che il tuo
esercito fosse riuscito, sia pure di poco, a scavalcare il nemico,
fu di non piccola, ma di essenziale importanza, poich facile
comprendere che lo schieramento awersario si trov da quel
momento a dover affrontare molte difficolt. Da allora in poi i
barbari corsero il pericolo di dover patire fame, perdite mol-
teplici, agguati nascosti e rovinosi, oltre al rischio di esser pre-
venuti nella conquista delle posizioni pi vantaggiose ai fini
della battaglia; ma ancora di pi li angustiava vedere il sole
[300], che essi adorano come dio della Persia, levarsi di fronte
a loro quando si sarebbero schierati in combattimento 85.
Si dice che Serse, per un gesto d'ira furiosa, volle mescolare
le nature tra s distinte, e che per questo motivo petrific il
mare e mut in mare la terra 86. Anche a me pare veramente
posizioni per i nemici. A quel punto i contingenti bizantini che ave-
vano finto 1'assalto retrocedettero trascinandosi dietro i Persiani, mentre il
trl!ppe di Eraclio, con una manovra aggirante, occup le alture. Solo
0J{o seI glOrm - dice il Pisida - Shahrbaraz venne a sapere dai suoi informa-
d<?rl della trappola in cui era caduto: si era verificato un completo rovesciamento
l fr<,mte, e ora i Persiani sarebbero stati costretti a combattere con il sole negli
occh1, vo!gendo le spalle ad occidente e il volto ad oriente.
Allude al ponte di barche sull'Ellesponto e al canale dell' Athos fatti co-
dal re persiano Serse (ERODOTO, VII, 22 segg., 36 segg.); sul topos reto-
neo, cfr. NISSEN, Historisches Epos cit., p. 32 3.
108 EIL HPAKAEION TON BALIAEA KAI EIL TOYL ITEPLIKOYL ITOAEMOYL
o Tai: aTaxTOt T o'aia
TQnELV al)y')('ilaEL ELQyaSETO,
O TO' A6.xwva87
310 m TroV VaVTUOaEWV,
')(EQaoI T Q Ei:t}Qa , TO' lt}Ol),
Xl)xrov TE naVTa XaL aTQ<pWV XaVTLaTQqJWV
ETLXTEV O'X a'
O TroV xai OQWV
dVt}oQot}ETiiam T ]nEtyETO'
O nQ TOaaUTTJV XTQOn'Iv OLt
T aEnTV aUT0 xai qJtOV XaL naTQLOV
UWQ O'X ')(WV Ot}EV
T'lV 'ilTTav aUTOU T'lV aVQ.TTOl)aaV
320 Kai TaUTa noLa a'TV wt}o'ilaTJ
c'YWQ onw ')(EQaatq>
xai yii nEQ0TO T0 t}aaTTLq> n6Qq>,
onw yE t}(iTTOV E'XOWTQaV T6TE
6v LEt}WV TO' EVaVTLol) qJt}6.aOL'
nOVOl) QQlOl) TE
n6vol) Toao'ilTOl) EL
t, XQ6.TLaTE, T <p'ilaEL,
a aaE'ilaa TO' OQOl),
xal
330 TO' ao' naQiit}E E'')(EQOO EVaVTlol).
O'EL : omv EunoQo T0
v Tal Tii av6.yxTJ n6Qo,
d' anoQla d TanElvwmv T6TE
TV oyxov aVTaTQE'!JE Tii n6.QaEw.
II TI yQ a'Tv T6TE
XaTEt')(E, xaL xaTonLV TOU aou XQ6.TOl)
EnELt}Ev d av6.QQonov,
d' TOU axonou TavaVTLa
ai]ol) naVTa')(Ou T
340 nfl ' v6.yxTJ T KLLXLa da6ol)
xai T'lV l)aaVTTJ xaL XaTEaTEvW!lVTJv
TE xaL Tii 6ou t}mv
87. Se. i Greci.
2. II, 307 - 342
19
stolta la persona che con disordinati cangiamenti pens di po-
ter cambiare 1'essenza delle cose, non producendo altro che
confusione e sconvolgimento; che insuperbita al pensiero di
atterrire gli Spartani 87, simile ad un prestigiatore abile nel tra-
sformare le cose nel loro contrario [310], mut in terra
asciutta le correnti e in liquide onde le pietre, e ogni cosa tur-
bando, volgendo e rivolgendo, produsse non sbalordimento,
ma stoltezza; che s'ingegn di distruggere le basi fondamentali
di confini saldamente fissati; che pervenne a tale perverti-
mento da sferzare il mare, a sacro, amico e patrio, non sa-
pendo come spegnere la frenesia che urgeva nel suo petto.
Quale forza lo spinse a tanto? [320] Egli mirava a tagliare il
mare con un percorso asciutto e ad attraversare la terra con un
passaggio marino, per raggiungere prima del previsto i nemici
attraverso una strada che allora riteneva pi comoda; tuttavia
invano si sobbarc a cos enormi fatiche in luogo di una fatica
pi modesta e di un'impresa pi facile
88
.
Tu invece, o potente sovrano, non sconvolgesti la natura
delle cose, n turbasti i confini stabiliti, ma avanzando senza
fatica e procedendo con calma, sorpassasti facilmente i tuoi
nemici [330].
A quel punto nessun valico era pi percorribile per il bar-
baro ormai preda degli affanni del pericolo; anzi fu allora che,
a causa dell'incertezza del momento, dov mutare 1'arrogante
sua boria in umiliazione. Da un lato, il sentimento di ira e di
stizza che allora gli pervadeva 1'animo lo persuadeva a ritor-
nare indietro e a risalire su per i monti all'inseguimento del
tuo esercito, ma vedendo che ovunque i passaggi erano incerti
e pericolosi, paventava di' ottenere un risultato opposto a
quello desiderato; dall' altro, si risolse per necessit ad inerpi-
carsi in tutta fretta per i passi della Cilicia [340] e per un trac-
ciato difficile da scalare, angusto com' di dirupi e di burro-
88. Sulla suggestione esercitata dai Persiani di Eschilo sul modo in cui viene
qui presentata la figura di Serse, cfr. M. GIGANTE, Giorgio di Pisidia e i Persiani
di Eschilo, in La Parola del Passato, CXLII-CXLIV (1972), pp. 133-134.
I IO EIl: HPAKAEION TON BAl:IAEA KAI EIl: TOYl: nEPl:IKOYl:
dva'tQf:XELV WQ!11l0EV' S9 ) ...A XVf}UE
dva'tQonT} Xa'tELXE 'tT}V yVO:>!1llV nUALV.
Til , AQ!1EVLa yQ a'tv
eaXVE, !1'ilm evf}Ev cpf}uon
xat noav aQllV llEQola.
Ka. nOAA A'U't'tWV 'toi V6f}OL
AOyW!1V ElxEV Oa!1o'
350 dAA' wonEQ EXUALO'tO ao'ta'to ALf}o
nELyE'tm !1v nQ xa'tuQQonov
d ' V'tQELO!1a VE'tQunll,
olJyoo ALof}'iloaV'ta 'trov
't noAA 'tO'E 't0' ALf}o'U X'UALo!1a'ta
'tai CJ'ta'toUOaL xcpoQai: Wf}oU!1Eva
YVO:>!1aL VE'tQnOV'to 'tai vaV'tlm.
"0!100 lm'ilxf}ll xat xa't6nLv X'UV lXllv
OELQai Ef}V'tO vuyXll ELAXE'tO.
ELxft !10X{}WV xat !1U'tllV novou!1EVO
360 LnAo' Q6!10'U d bv !1lav.
, AAA' w 'tol!1OL xat nQollocpaALO!1vm
'tai: 'tax'tLxai: OO'U E'tExvLaL
aVE'UQov av't(p 'tT}v !1UXllv
xAonT}v !1EQL!1VQ. xat naQEoxE'Uul;E'tO
CJ1JVEQYV 't0' oxono' 'tT}v ECPQ6vllv' 90
nQ yQ nEAEUOEL Aomv E'tQEnll;E'tO
l;ll'twV cpEyyf] xmQv d 't XA!1!1a'ta.
'End 'tv cpooo'tf]Qa 'tv !1Eft"
'tT}v vux'ta na!1cpatvov'ta na!1cpaf]
370 eAEyXov ELXE 'tf] xAonf] 'tT}v Aa!1nua,
xat 'tT}v oEA'ilVllV AOLnv oo vaV'ttav
'tT}v nQLv 91 EtXE
xal no'U xaft" av'tv 'UocpoQrov
vo' !1T} nQ 'tQf:XELV
A'ilYELV !1AAOV 't1V f}EV 'tf] llEQolo.
89 Shahrbaraz, informato dello smacco subto, decise di spingersi verso sud,
in direzione della Cilicia, incamminandosi per una regione aspra e impervia:
2. II,343 - 375 III
ni 89. Ma anche qui un ripensamento gli occup di nuovo la
mente. Infatti lo angustiava la strada dell' Armenia, poich te-
meva che tu, irrompendo da quella parte, lo precedessi e met-
tessi a ferro e fuoco tutta quanta la Persia. Reso assai furioso
dalla inconsistenza dei suoi disegni, non fu in grado di pren-
dere alcuna decisione ferma e risoluta, ma nel modo in cui una
rotolante e instabile pietra [350J precipita in uno scosceso
abisso e urtando contro un ostacolo salta e rimbalza, cos i fre-
quenti cangiamenti dei suoi pensieri, suscitati dagli instabili
moti del suo animo, come i capitomboli della pietra si capo-
volgevano in decisioni contrarie. Nondimeno si trov soggio-
gato, costretto a trascinarsi dietro di te come un cane avvinto a
una catena. Invano pen e inutilmente si affatic, coprendo
per due volte il percorso su di un'unica strada [360]. Ma
quando si trov di fronte alle abili opere tattiche che tu avevi
allestite e predisposte, e cap che la battaglia avrebbe avuto
per lui un esito fiacco, almanacc un'insidia preparandosi ad
utilizzare la notte 90 come complice del suo disegno. Si teneva
perci pronto a sferrare 1'attacco cercando 1'ora del buio pi
fitto per il suo inganno. Ma quando vide risplendere a tutto
tondo l'astro che dopo il giorno illumina la notte, ed ebbe la
celeste lampa a rivelatrice dell'insidia [370], allora anche la
luna, che egli prima venerava 91, fu da lui giudicata alla stessa
stregua d'una esecranda nemica: senza dubbio, tra s e s adi-
rato, il barbaro supplic in mente sua che la dea della Persia
non si levasse crescente nel cielo, ma che piuttosto declinasse.
sperava che Eraclio, j?reoccupandosi di difendere l'Anatolia sud-occiden-
lo seguisse offrendogli la possibilit di uno scontro in una posizione pi
vant osa. Ma l'esercito bizantino non si mosse. Allora il generale persiano,
o che Eraclio potesse marciare verso est e invadere la Persia, fu costretto
a ntornare precipitosamente indietro, costringendo le sue truppe a percorrere
per ben due volte un cammino tutt'altro che agevole (v. 360): trovato l'esercito
avyersario schierato sui monti, tent un attacco notturno che non sort alcun
esIto (vv. ,61 segg.).
Alla lettera: la benefica; cfr., per es., ESIODO, Op., 560; PINDARO, Nem.,
7,3; ESCHILO, Ag., 337.
91. Cfr. supra, v. 249, e nota ad loc.
112
IO
TON BALII\EA KAI ElL TOYL nEPLIKOYL nOI\EMOYL
EIL HPAKI\EION
r'
"E'X,EL'4'LV EOXEV il 1tE "C1; IIEQolOo,
X,EL'4'LV EOXE tat ycp taL nQaYl1
an92
.
oIl1at O, 'XalQEL IIEQOLt1; ,(3a(3l1 xa:LV
cp1tlvo'Uoa taL 1lyo'Uoa I1Eto'UI1
V
l1
dd yQ ail"COL I1.OV EtEmELV 1tEL
finEQ nQoal1nELV O'UooE(3fu "CLl1mI1v119;;
<HI1. O Ul1n illo'U "Coi! OEOn"CO'U
1tano'Uoa taL VUV ;aVan"CEL "CO' yO'U,
tUL ct>oi(3o ill1LV EiloE(31) nQoQ'XE"CaL
naV"Ca ta1talQmv x, x,a1taQOLO'U yO'U'
"Coi! Ao;to'U O "CO' OQO'U (30ElJ1:;E"CaL
"C o"CQE(3 q:lEvymv "C1; na
v
l1 aLvlYl1
a
"Ca.
"H
O
l1 O nofuv V I1OCP tLVO'UI1Vmv

';' naL
"CQEi nEV"CaQL1tI1OL otn V l1
0UV
1111
V al nauo"Cw EL yfuva x,"CQ'X
WV
nQ "C naQa"Ca;EL "CV
'0 (3aQ(3aQo O taL yVEL taL "Ccp "CQon<fl
Oilt dXE "Coi! voi! nav"CEfu "C ilvla'
X,UL noatL yQ "C1)V l1aXl1
V
nOXE"CO
20
tai nQ "Cooau"Cl1v aLOX
UV
l1
V
, O"CL
tu1t' il!1

Qav OOL nQoo(3UJV aVE"CQ


an
l1,
ci'tO!1
a
"CO!1fuv taL "CQ'Xmv no"CQocpa.
"OQl1 !1V OV tU"CELXEV ro aL OOQtaOE,
&tn "CE n"CQa wonEQ OL n"CfutE cp(3cp.
t aOtonOV O 'XQ1;!1U "C1; novl1Qla,
taL "Coi!"Co nQa"C"Cmv E1tW iltOX,E"CO'
ci o'Uo(3a"Co'U yQ nQoOta"C"CQEXEV "Cno'U,
onm cpoQ!11)v Et nQ1tEOLV a(3OL
"C1; 01; "Col!1wv "Cfuv O"CQU"CE'Ul1a"Cmv !1
a
'Xl1.
. 6 . cfr N H BAYNEs, The First Cam-
l
., 'f' il 3 gennmo 23, . . . )
9 2 . Tale ec SI P . En lish Historical Review, ,p.
paign ofHe;acltus agamst A ical Note cit., p. 5, a gludizIO del
7
01
1
(tu.ttavla lunare 28 luglio 622; vedo anche sUPd,
qua e S1 tra:ter
d
loc) Secondo la testimonianza di TEoFANE, p. 305, 4 ..
II, 2581: n
l
? a. a
bbe
iu'ogo proprio nella notte del tentato assalto notturno d1 cui SI
Boor, ec lSS1 e
2. III, I 29 113
III
Un' eclissi sub la dea della Persia, un' eclissi sub e di nome
e di fatto 92. Lo so bene, essa gioisce di causare la rovina della
Persia quando decresce, declina e va scemando, poich sem-
pre desidera eclissarsi dinanzi ai Persiani, piuttosto che ri-
splendere ed essere empiamente adorata 93. Quanto a me, la
lampada del sole del nostro sovrano 94 che mi riscalda e che
ora riaccende il fuoco dell'ispirazione. Febo santo che mi
precede, tutti purificando con la sua parola purificatrice [IO];
tuttavia egli detesta gli oracoli del Lossia e rifugge dai tortuosi
enigmi del paganesimo.
Gi si erano verificati molti movimenti di truppe tra i due
eserciti, ed erano ormai trascorsi quindici giorni durante i
quali tu ininterrottamente ti spingevi in avanti per combattere
e serravi le file del tuo esercito in ordine di battaglia. TI bar-
baro, vuoi per stirpe vuoi per indole, aveva perduto del tutto
il controllo delle facolt mentali: spesso promise di dare batta-
glia, ma, mancandogli il coraggio per osare e sapendo solo
correre in ritirata, conobbe l'ignominia [20] d'essere messo in
fuga ogniqualvolta si lanciava contro di te. Occupava le alture
alla maniera dei caprioli e stava tra le rocce atterrito come
fanno le lepri. Tale fu il risultato prevedibile della sua perfidia,
perch agendo in questo modo fu subito preso. Si era precipi-
tato ad occupare luoghi inaccessibili per assicurarsi la possibi-
lit di ritardare lo scontro con le tue truppe gi pronte. Tu
parla supra (II, 361 segg.): sembra quindi di poter dedurre dal racconto pisi-
diano ch' essa sopravvenne quando il chiarore lunare aveva gi rivelato ai Bizan-
l'insidia nemica. Teofane aggiunge che fu l'eclissi lunare a gettare nel panico
Il superstizioso comandante persiano, persuadendolo a procrastinare nel tempo
la battaglia finale. Si tenga presente che, da quanto afferma il poeta nei vv. 13
segg., lo scontro decisivo narrato in questa terza acroasi dovrebbe essere avve-
nuto almeno due settimane dopo il fallito attacco notturno di Shahrbaraz, per al-
in un contesto strategico diverso da quello descritto nella seconda acroasi:
Infatti i Persiani si trovano ora attestati su alti picchi montuosi, mentre Eraclio
schierato in pianura (vv. 23 segg.).
93. Sul rifiuto delle cose create ad essere sacrilegamente venerate si veda an-
che Heracl., II, 222 segg.
94 Cfr. supra, II, 250, nota ad loc.
S GIORGIO DI PrSIDIA.
114
3
5
60
HPAKAEION TON KAI
A {rr o :rtQ yfJv Eu'ft'tW
'tv ov o'tQa'tv :rtQOOf)YE ll''tQE:rtWJ.lvov,
/tal :rto'U O/to:rtf]oa s oQo'U o
't'lv /tat'tE'XVOV /tal omp'lv O'tQa'tllylav,
/taL 'tlv 'tooav'tllv /t:rtayE. Eu'taslav
E:rtllSEV a''tou o'v 't 'tuYJ.la'ta
/taL 'tOL L'ftm fJ.lEtVE O'UL'ftOVJ.lEVO.
Ou/t fon 'tau'ta :rtQ 'XUQLV /tE'XQwOJ.lva
a:rtoL o :rtuv'tw 'tf) ll'ftela 6ym 95 ,
oi et Otw:rtf]omJ.lEv, aL :rt'tQat 'tu'Xa
" ''i: - J.. 96
<:pwva a:rtoQQll"::>O'UOt 'tWV :rtE:rtQaYJ.lt VWV .
'E:rtE. o :rto lV f'ftO'U U:rtQ'ftEOt v
'tOV :rtaQEL'XEV OEtavoQla
OEt yQ WV /tCl'tOJ.lO, voQELo J.l6vov
v 'tU OO/tf]OEL 'tf) J.lU'Xll <:paLVE'tO'
't :rtaQa'tusEL EL'XE J.ll /ttvo'UJ.lva
oihw yQ LO'toQllJ.lvat J.l6vov
w t;wYQa<:poumv OL YQa<:pEL 't EL/t6va -,
/tv'tau'fta 'tOJ.lQ. 'tft , AEsuvoQO'U :rtOV 97 ,
/tQU'tLO'tE, yVWJ.lll, /ttVO'UVO'U OL'Xa.
OU'X WO:rtEQ EL /tLvo'Uvov O' 'ftWV 'tQ'XEtV
d o<:paf)vm J.ll 'ftWV
yQ o o'tQa'tlly o<:paf],
d' O''XL 't6J.lm O'tLV o<:pao'tEQo98.
KaL 0l J.lE'tas' 'trov O'tQa'tE'UJ.lU'tWV 't6'tE
O/tllVlV E:rtllsa, E''XEQEL :rtQ 'tlV J.lU'Xll
V
OtOo' <:poQJ.lu /taL 't OEL:rtvov v J.locp
E'tmJ.lOV om o'XllJ.la'tWJ.l<1> /taL J.l6vcp
o vou yQ uJ.lrov o'/t OEOJ.lU'tWV :rt6'ftov
d' et 't O<{lt;ELv d'XE 'tlv :rtllo'tLav
99

Oihw /tElvwv o<:paro /ta'tE<:pQ6vEL
ua 'XOQllYrov /taL 'tooav'ta /taL sva,
o:rtw Ot' au'trov savu'Pn 'tlv J.lu'XllV
oihw QE'ftLt;wv 'tV /ta/touQYov, w /t'Uva,
EO:rtE'UOE a''tv d :rt6EJ.lOV u<:paQ:rtuom.
95. Cfr. ESCHILO, 11. , 176; EURIPIDE, Phoen., 469.
2. III, 30 - 64 115
allora conducesti il tuo esercito schierato alla perfezione su di
un terreno convenientemente pianeggiante [30], e il barbaro
mirando dal monte questa abile e sapiente manovra, stupito
da tanto ordine e disciplina, trattenne per paura le schiere
nella posizione ch' esse occupavano, standosene fermo e im-
pietrito come i sassi che calcava.
Questi fatti non li ho coloriti per piaggeria; pure e semplici
sono in assoluto le parole della verit 95: se io le tacessi, sareb-
bero forse le pietre a far sentire forte le voci di quanto accad-
de 96 [40]'
Poich secondo il solito la vilt del barbaro produceva un
lungo indugio - essendo un vile e un codardo si mostrava
coraggioso solo quando fingeva di essere pronto a dar batta-
glia: manteneva ferme e immobili le truppe, la cui unica fun-
zione era di starsene in quei luoghi fisse come in un dipinto,
nel modo in cui i pittori le ritraggono nei quadri -, allora tu,
o potente sovrano, osasti pi di quanto seppe concepire la
mente di Alessandro 97, ma senza correre pericolo. Non
perch tu non volessi affrontare il pericolo [50], ma perch
non volevi fallire per imprudenza: sicuro il condottiero che
si attiene a prudenti consigli, ma non certo pi sicuro se agi-
sce con temerariet 98. Orbene, tu facesti allora sistemare una
tenda al centro del tuo esercito per offrire occasioni propizie
alla battaglia; nel bel mezzo ti venne approntato il pranzo, ma
unicamente per finzione, poich la tua mente non provava de-
siderio di cibo, ma soltanto brama insaziabile di salvare noi
tutti 99. In questo modo con ostentata sicurezza tenevi in gran
dispregio i nemici [60], porgendo loro un numero veramente
straordinario di occasioni con le quali cercavi una via per at-
taccare battaglia: provocando in questo modo quel malfattore,
cos come si fa con un cane, ti a trascinarlo verso il
96. Cfr. LUCA, 19,4.
97 Un pi articolato confronto con Alessandro Magno ricorre in Heracl., I,
I 13 segg.
98. Cfr. EURIPIDE, Phoen., Suppl.,508.
99 Eraclio si fa imbandire mensa al centro delle sue truppe per simulare
molle trascuratezza, nel tentativo di spingere i nemici ad uscire allo scoperto e a
combattere.
I 16 EIl: HPAKAEION TON BA:LIAEA KAI EIl: TOYl: nEPl:TKOY:L nOAEMOY:L
80
'A' O'X EnEt:fi'E tOutOV EXtQXEt.V Oc.o,
OUtE nQoto!1WV OUtE nul;c.ov tl
V
!1aXl1
v
'
tU yQ OXllOEt. tU nUQl1!1
E
l1!1
V
U
< T '\.1..
11 m'l xutuq>Q6Vf)at., c.o Ot.!1ut., nJ\,t::OV
tO (3uQ(3aQo'U E(3UEV d yc.ovluv.
'EVtEUilEV o'Ei E'XEQro !1
Et
llQXEtO
Ti tWV xuil' uutV E;EnllU tUY!1atc.ov
navtE yQ wonEQ otl1c.o!1VOt.
oXl1vil til oil 11 ;
V
l1 ilEc.oQlu
toi (3uQ(3aQOt. !1V q>QuY!1 cvtExtl;EtO,
tEixo O tOL ooi OLxtm xuillotuto.
- 100
Mluv yQ 11 tQXO'Uou nuvtuxO'U U xl1
toi oq>uOt. O' nUQilxEV l1!1

Quv,
d): E;X0vtU (3uQ(3aQc.ov OXl1
vw
!1utU
EmntOV uQl1v. !:'U!1noxl yQ noaxL
t0 nl1at.a;ELv EX !1Qo'U EylvEtO'
ti ti _. l.. 101 6tC
0!1c.o ExuOtOV tc.ov UQt.Otec.oV t '"
!1
6vo
nUQEoxEUu;E EL nQoil'U!1
luv
,
dEi nQonl1wv EoilEVW v tui !1
a
xm
xui t6;ov EXc.oV xui nQotElvc.ov conlu
xut navtu nQattc.ov vil' oc.ov nQ trov oc.ov,
L' WV ExuotO Eil
xlv'Uvov EUQdv !1a.MOV i1 tOU Eon6to'U
novouvto oVtc.o !1l !1EtUOXELV tOU n6vo'U.
Kui na. tL wv Uto!10 d u!1a. (3nc.ov
tV vouv !1EtEOXEuu;EV d E'tO!1
luv
'
q>QELV yQ OLEV EQyOV EL EnQu;luv,
atE nQ navtc.ov Eon6tl1 onl;EtUt..
Kui nou tt. ELnE nQoourov t0 o'U!1!1aXQ.l'
<PEU til vayxl1" (3Uat.E xui Eon
6t
l1
7' - h '\.lr 102
c.o EL uq>' l1!1c.ov nQ !1uXl1V on", ":;.Etm
_ xui vuv at.l1QOU cvti nOQq>uQu xt.trov
Oq>lyyEL t vwtU xui (3UQEL tV u'Xvu,
X6VL nol o'U!1nuxEiou tU x6!1U
!10Qq>l
V
tOOUUt1l o'UyxuUntEt. -'
100. Se. la giustizia divina; vedo anche supra, I, 153
2. III, 65 99 117
combattimento. Ma n rischiando per primo n scherzando
con disinvoltura a fare la guerra, ci fu verso che tu lo persua-
dessi a compiere una sortita: a mio avviso, la manifestazione di
tanta noncuranza e il tuo disprezzo finirono col gettare i bar-
bari in una angoscia ancora pi grande. Nessuno dunque si
lanciava in inseguimenti a caso [70J o balzava fuori dal pro-
prio schieramento, ma tutti erano fissi come tante stele: l'inso-
lita visione della tua tenda apparve agli occhi dei barbari alla
stregua d'una insuperabile palizzata, mentre fu un autentico
muro di protezione per quanti erano al tuo servizio. Invero la
. 100
gIuStlZIa , ovunque accorrente, non concesse un solo giorno
ai nemici, ch, anzi, gli alti padiglioni dei barbari giacquero al
suolo completamente distrutti. Spesso, quando i reparti veni-
vano a contatto, si verificava una scaramuccia parziale [80]:
nondimeno in quei frangenti, col tuo solo esempio, predispo-
nevi ciascuno dei tuoi uomini migliori 101 ad intervenire con
coraggio, poich sempre con forza gagliarda tu balzavi innanzi
nelle battaglie, tiravi l'arco, protendevi lo scudo, e ogni gesto
compivi sostituendo ti a tutti, e in favore di tutti. Ognuno
perci si sentiva subito stimolato ad affrontare il pericolo piut-
tosto che ad astenersi dalla lotta, poich vedeva il sovrano im-
pegnarsi in cos grandi sforzi. Tutti quelli che avevano bisogno
di coraggio, guardando alla tua persona, mutavano in ardire lo
stato der loro animo [90J: un'impresa pu giungere al suc-
cesso, quando il sovrano ad armarsi prima di tutti gli altri.
Allora un soldato si rivolse al suo compagno di fila e disse:
Ahi sorte! Il nostro imperatore e sovrano si arma per com-
battere come uno qualsiasi di noi 102 - ed ecco che una tu-
nica di ferro, invece che di porpora, gli stringe le spalle e gli
opprime la nuca; polvere in quantit gli impiastra i capelli co-
prendo la grazia di un volto cos bello -; tuttavia riesce a sop-
Forse allude agli optimatoi, un contingente di soldati scelti ai primi
postI della gerarchia militare. '
102. Cfr. supra, II, 104.
I 18 EIl: HPAKAEION TON BAl:IAEA KAI EIl: nOAEMOYl:
100 TV XaUOTLXV () TO'UTOV il..LOV OTyn
L()QroTL t}EQ!J.0 JtaV'ta)(o'U
OV clVUYXTJ TroV !J.E..roV OcpLY!J.
VroV
JtVO XcpQEL TO'U OW!J.aTO.
<Q EIJtEv, X !J.ya
xat ouyxaTQQEL T0 ..Y) T ()UxQua.
'0 () JtQ aVTV EVt}
'A....' OV TOOO'UTOV TTJV !J.TJV Jt..i]TTEL cpQva
T ()UoJtat}o'UV'ta V'UV OQUV TV ()EOJtTTJV,
OOOV !J.E JtOLEi TO'UTO on
I IO JtQ T clvuyxa JtELyETaL,
xai TQ'4'LV Evm TO JtVOU
KQaTrov yQ al)(!J.TJV Jt..OV
XQaTrov T oxi1JtTQa Ti1
CpQEL () TaUTTJV E!J.aQro TTJV clOJtt()a
!J.u....ov, W TO OT!J.!J.aTO
xai JtQlv ()L' TO cpVOU 103
JtU..LV ()L' JtQ cpVOU
Kal vv !J.E..a!J.Jt()L.ov XTEtVroV Jt()a
TOi: !J.TJ JtQJtouolv onv EVJtQEJtOTEQO
120 xai TOl: JtEVL)(Qoi TL!J.LWTEQO !J.
VEL
'
yQ aVTV TU t}..EL
JtOLroV QUt}QV llEQOLXroV 1; aL!J.UTrov 104
llola ..Lt}W()EL OV !J.a..uTTEL xaQ()la;
llola L't..!J.ou ov cpQva;
llELt}EL TE QQOTa JtuV'ta xtV()UVOV CPQELV,
O OJTE !J.TJTQ TU CPL..OOTQY) cpUOEL
OUT' a TOOO'UTOV Toi TXVOL 105 clVt}..xETm
OOOV JtQ XJtuQOTm TU O)(OEL.
TaTa JtQOOELJtWV xat QYL..ov
130 ov T0 OTEvaY!J.0 TO cpvou
TOUTOL, XQUTLQTE, xat ouvi]ot}TJv EtXTro
103. Se. alle stragi perpetrate da Foca; cfr. In Heracl. ex Afr. red., 49-5
104. Il rosso porpora era il colore dei calzari imperiali. Questi versi riecheg-
giano un epigramma che, a quanto pare, il poeta aveva composto nel momento
2, III, 100 - 131 119
portare questo sole che abbrucia [100], nonostante sia tutto
inzuppato del caldo sudore che l'aspra fatica inevitabilmente
cava fuori dal corpo, quando le membra sono costrette a que-
sto .. Cos parl, molto gemendo dal profondo del
cuore, e mSIeme con le parole scorrevano le lacrime. L'altro
subito gli rispose: In verit ci che ora colpisce la mia mente
non tanto la vista del sovrano che duramente si affatica'
piuttosto quel che suscita la mia meraviglia il fatto che egli
corra incontro ai pericoli di buon grado [IlO] e che senta
come un diletto le fatiche della guerra. Quando brandisce la
lancia appare pi bello di quando ha nella mano lo scettro del
potere; inoltre regge con destrezza lo scudo e, a quel che
vedo, mostra di portarlo con assai pi piacere della corona im-
pe:iale;.e se ha posto termine alle stragi 103 per amore di
n?1 tuttI, dI nuovo per amore di noi tutti si arma per com-
pIere stragI. Ed ecco che protende il piede rivestito di neri
sandali, e sebbene questi sandali non gli si addicano affatto il
suo aspetto risulta ugualmente il pi nobile, e anche se i
sono di umile fattura, la sua figura rimane pur sempre la
plU augusta [120]: invero suo desiderio tingere il piede con
un colore insolito, arrossandolo col sangue dei Persiani 104.
cuori ?i piet:a non grado di ammansire? Quali
a?lml codardI non rIesce ad eCCItare? E sa persuadere assai fa-
cIlmente ad affrontare ogni pericolo, egli che n nei confronti
della madre n nei confronti dei figli 105 animato da un tra-
sporto d'amore e di predilezione pari a quello che lo accende
di affetto per noi. Mentre pronunziava queste parole e ge-
meva con sdegno, sospirando perpetrava stragi [130]. Natu-
ralmente, o potente sovrano, da un lato, io mi sentii gioire in-
in cui Eraclio salp dalla capitale per dare inizio alla spedizione persiana (cfr in
questo volume, bpigr., I IO). "
red lO')'. madre di Eraclio, ,Epifania, a?che nell'In Heracl. ex Afr.
'.' ')2'hn !3.ejl. Avar., 255, e ID Heracl., I, 165; l figlI del sovrano sono menzio-
natI e lnJra, VV. 428 segg., oltre che nell'In Bonum patr. II6' in Beli Avar.
2')8; ID Ieracl., I, 166 segg., e in Hexaem., 1813. "..,
120
14
IS
160
EIL HPAKAEION TON BALlAEA KAI EIL TOYL nEPLIKOYL nOAEMOYL
x,aw x.ut O'UV" yT)OU nov
.Q.' - S. ' V
106
t:U t:a'Ut:t:T)t:t o'UyX'UueL t:WV uax.Q'Uw
x,at nv XUQv yQ nOax.L XUQ
x,at Oax.Q'UOtV t:L ;eYELQeL Oax,Q'Ua'
tl(JLV (JV oiJt:w cl'UnU Oax,Q'Uu.
llrtv ov nQOoi}x,EL o'Uyx,aiJ'\pUL t:0 yc.p
t: llEQmx.V x.a'U(J(Ju t:f] navo'UQyLa.
OIOEV yQ UVt:O' tl OLOaOx.Uo naVT)
x,at o'U(J(Jaxouvt:u OELX.VUELV .yvw(Jova
t: yQ t:f] X.Ux,o'UQyta
dci naQ' uvt:Ot d V(Jov (Je'frLat:ut:uL.
'EQw O nfioav t:ov ox,onou t:rtV uhLuv 107.
Ka yaQ t:L avt:wv d t:V (JnQOo'frEv XQVOV
nQoou'Ut:o(JofJoa t:0 ot:Qut:0 OO'U
- O(JW O llQOT) (x.a t: nfiv
Eoo;EV cl Val nLOt: .mot:lu
x,a OLnV tl(JLV O'U(J(JUXELV
V t:0 ot:Qat:0 OO'U hat:t:Et:O.
"HOT) O t:OUt:c.p t:et:t:aQwv t:E x,a Ox.a
imf]QXE X,Ux,O tl(JEQWV nT)Qo'U(JVWV,
O'tE nQ UVt:O' O'UOt:'UXW t:O'
naLVOQO(Ji}ou .Ot:at:OL
gl'tpaonL WOnEQ c1JQ'frT) t: OeUt:EQOV'
OVx, .ox.6nw O t:OUt:O nQat:t:wv
-. 'il 108
ai yQ t:T) Ut:OI\,(JtU XQ VOL
Enn'frov uvt:V naLV t: llEQoloo
mx,Qat:i}oEL t:f] (JaXT) Ot:Qut:EU(Jat:a.
'A' OVOv uvt:v v (Joc.p
t: o; t:aut:a t:ov Oo'U
Tf] x,aQota yQ .ot:at:w X.LVO'U(JVT)
o'Uvaot:at:ouoa dXE X.Ut t: nloa
vavt:tu O naVt:axou t:
x,a t:oi: OyLO(JOi: dXE o'U(Jnuvw(Jva.
Trtv yQ x.Qat:ououv t:wv
x,ai t:rtV v avt:oL x,nuyci .t:o(Jlav
106. Cfr. supra, II, 126, nota ad loc.
2. III, 132 - 166 121
sieme con questi soldati cos savi e sensati, ma, dall' altro, av-
vertii una sofferenza ancora pi grande, dovuta al fatto che
nutrivo i loro stessi sentimenti, e fui sommerso dalle lacri-
me 106, Spesso la gioia alimenta altra gioia, e con le lacrime si
suscitano altre lacrime: cos le mie erano lacrime prive di do-
lore.
Ma non bene che rimanga nascosta nelle pieghe del
poema l'ingannevole perversit dei Persiani. Infatti l'errore,
che il loro maestro, sa rivelarli stolti anche come alleati
[140]: l'abitudine connaturata ch'essi hanno alla malvagit, si
trasforma sempre in legge presso di loro. Ora esporr l'intera
ragione di ci che intendo dire 107.
Uno di essi, un barbaro che tempo addietro aveva disertato
passando nel tuo esercito - quantunque Persiano (scrivo
tutta la verit) sembrava essere fidato pur venendo da una
razza infida, e d'altra parte appariva desideroso di combattere
al nostro fianco -, era stato convenientemente reclutato nel
tuo esercito. Nel frattempo erano gi trascorsi quattordici
giorni CI 50], allorch ci si avvide che, a causa del suo porta-
mento instabile, aveva disertato per la seconda volta e che era
sciaguratamente ritornato presso i barbari. Tuttavia, nono-
stante avesse agito sulla base di un meditato proposito, i suoi
calcoli si rivelarono errati: erano stati gli episodi di pusillani-
mit dei tempi passati 108 a persuaderlo che gli eserciti persiani
sarebbero prevalsi nuovamente in battaglia. Ma i suoi disegni
tortuosi e ingannevoli non gli furono di alcun giovamento
[ I 6o]: come instabili erano i moti del suo animo, cos prive di
fondamento si rivelarono le sue speranze; e le sue azioni otten-
nero sempre un esito contrario, errate com' erano al pari dei
suoi intendimenti. Colpito invero dai perduranti infortuni che
si abbattevano sui barbari, oltre che dalla loro pusillanimit;
vedendo le speranze farsi amare a dispetto di ogni speranza,
107. La vicenda del disertore persiano, che il poeta si accinge a narrare, '
riferita anche da TEOFANE, p. 305, 12 segg. de Boor,
108. Cfr. infra, v. 194.
I 22 HPAKAEION TON KAI
t:E mXQ Jtta JtaQ' Jtta,
JtaLV JtQ avt:avilQXEt:O
xaL t:V Oyov, t:V av Oyov
170 EilQWV,
oi1t:J aJtavt:a xal t:QXoVt:a JtQoaX!l
xaL t:QxoVt:a 109 d t: xX!l
'EXEtVO Jtaaav
t:WV t:1)v
xal JtOlJ a'v at:oi t:Ot OyOL
01)t:J L t:OlJ t:o vaVt:lolJ 110
w dOLV aQ"CL JtaVt:E
0 111 t Jtavt:axou
ELVOV t:L x
180 OLEV yQ ro t: Jto xat JtEQlat:aOL
t: ELV t:tXt:ELV x OlJ 112.
Ka. (1) xat:' at:v t:fj avaYXfJ t:v XQOVOV,
wQav ro EV'frEt:OV,
Ot:E JtQoxu'\jm x JacpoQo
JtQOELOL ayyEo t:fj
EL t:QEt iat:(i t:v at:Qat:v taLQaEL
V"CLJtQ6aJJta t:ip OXeLV t:
t:ai aai av oq>
t:1)v Xoy1)v t:o' at:Qat:ou
190 EXQlJ1.jJEV at:o t:wv cpaQayyJv v
oJtJ xdvJV XQayvt:Jv x
JtQoaoxilt:J xal JtaQ' Jtla
t:L t:wv awv
Twv yQ cp'fraaavt:Jv t:fj XQOVJv 1 D
t:L Jtt at:v
ro dJtEQ EV "CL aou at:Qat:o' lJ'frfl
t:QoJtfj oLa'fro d t: Jtav
, A' ox aVElJt:Qmat:o
t:fj afj ft at:Qat:fJyla.
200 I1QLV yQ ft t:1)v
JtaVt:a at:o' t:o oOlJ
t:ai aai e'frolJ 114,
t 'frdJ t:v at:Qat:v xa.
JtQ t:1)v at:o, ftvLxa
2. III, 167 - 204 12
3
ancora una volta ritorn di gran carriera presso di noi, e pur
non avendo mantenuto fede alla parola data, trov pronta ad
accoglierlo la tua parola, e subito fu salvo [170]: in questo
modo tu accogli tutti quelli che accorrono verso di te, e quelli
che non accorrono 109 li ricevi allo scopo di salvarli. Quel Per-
siano ci descrisse fin nei particolari la grande paura dei bar-
bari, e parlando si augur di vedere per sempre i nemici 110
ridotti alla condizione in cui si trovano ora, vale a dire tutti
sconvolti e atterriti.
Il barbaro 111 intanto, ovunque incalzato, meditava di osare
un' azione di straordinaria potenza: generalmente anche l'an-
gustia del momento [18o] sa partorire per la paura i progetti
pi arditi 112. Difatti nel momento di maggiore difficolt il bar-
baro, attesa 1'ora che gli sembrava pi propizia - quando Lu-
cifero spunta dal profondo e avanza, luminoso messaggero del
giorno -, suddivise in tre scaglioni 1'esercito, fingendo con
inganno di predisporre le truppe di fronte alle tue schiere;
aveva invece radunato i reparti scelti dell' esercito tenendoli
nascosti tra i dirupi [r90]: quando inaspettatamente e contro
ogni previsione avessero fatto irruzione da quei profondi re-
cessi, sperava di gettare nello scompiglio e nel panico una
parte delle tue truppe. Lo tradiva la speranza, in lui radicata,
che si ripetessero gli episodi di pusillanimit dei tempi anda-
t
, 113 . , h d . l
1 ,sperava ClOe c e, metten o tn rotta un so o settore del
tuo esercito, la predisposizione alla fuga si propagasse all'in-
tera armata. Ma la perizia pronta e sicura della tua strategia
non si fece trovare impreparata contro il nemico, poich gi
prima della mezzanotte [200], grazie alla tua consueta e previ-
dente sollecitudine, eri venuto a conoscenza di tutti i segreti
inganni approntati dal barbaro 114. Allora, dopo avere dispo-
sto e schierato in modo esemplare 1'esercito, tu in persona lo
. . 109. Allude all'episodio del capo trib saraceno catturato dai cavalieri bizan-
tIni; cfr. supra, II, 2 17 segg.
I IO. SCo i Persiani.
I l l. SCo il generale Shahrbaraz.
II2. Cfr. EURIPIDE, Hel., 514.
II 3. Cfr. supra, V. 156.
114. Probabilmente attraverso un ben organizzato servizio di spionaggio.
124 EI:l: HPAKAEION TON BA:l:IAEA KAI EIL TOYL flEP:l:IKOY:l: flOAEMOY:l:
T lPrn vLoxwv TO vavTlou JtO.LV
O GEJtT aVToi: ll.LO 115.
Kai 11
TOtl OOtl OTQaTOtl, XQOTLOTE, TOlnou oJt.loa
ov Toi OJt.OL TOGOtlTOV W
2 IO 'EJtEL y,Q WGJtEQ Et
TV Jt.aOTV a{}L
lPEilyOVTE. Oi t
TfJ X.oyfJ XetVO T OTEQQV VlPO,
X TrnV i].wV XJtEo6vTE av.oxwv
aVTO T<1> OXetV JtElPEuy6Ta.
AVT t ToilTOL TOXO
TO OO QLGTOU 116, xai JtaQ' .Jtla T6TE
JtQOOOXi]Tql JtQoOQaYVTE GUVTOOEL
T6. VrnTa Toi OOL OLXTaL JtOTQElPOV.
220 'l' Q VOtl LaQXt') xai lPilm
xat JttlQ V LaTQXOV'
T JttlQ xai xat lP.yEL,
O G VOtl, XQOTLOTE, .EuxaLvEL T mlv
{}O.JtEL TE JtOVTa TU JtUQWGEL lP.yWV.
'0 t TV 6.ov
eilQffiv taUT<1> X TOVVaVTlou 117,
O.OU JtQOJtfJ.v TOL TQaJtELOL
X TrnV aUTOtl JtTQEJtEV'
JtEL t XaVTO ElEV
230 XaL JtLJtTOVTa OXTql
JtQrnTOV aUTOtl TO JtQOOTOTa
XaL {}.TTOV TO
UWQ XEVWGa XaL T JttlQ
KaJtvotl JtO.., GUyxilGEL
X.JtTEL T lPEilyELV xai TV yv6lPov,
xat VilXTa JtOLet Tt')V
EUQWV TE xat OTEV,
TE JtETQrnV xat
W{}EL xa.il'\jJa T<1> yv6lPql T6.
115. Cfr. supra, II, 299-302.
2. III, 205 - 239 I25
conducesti fuori in battaglia, non appena il sole, che i barbari
adorano, spunt all'orizzonte e abbacin ancora una volta i
. 115 A l f .
nemICI . que punto, o potente sovrano, acesti avanzare
un reparto del tuo esercito formato da non molti uomini, che
tu avevi muniti di sapienti consigli piuttosto che di armi. Co-
storo, spintisi innanzi come per attaccare battaglia [2 IO], a un
tratto finsero a bella posta di farsi prendere dalla paura e si-
mularono una fuga. I barbari - il forte stuolo di uomini scelti
di cui s' detto - balzarono fuori dagli occulti anfratti e li
inseguirono, ingannati da quella fuga apparente. Ma tu con
una rapida manovra facesti uscire contro di essi i tuoi uomini
migliori 116, e allora, a dispetto di ogni previsione, sbaragliati
dall'inatteso assalto, i nemici volsero le spalle ai tuoi soldati.
O spirito valente, o natura acutissima b20], e fuoco che
penetra nella profondit dei pensieri! Il fuoco tuttavia ab-
bruna e brucia; il tuo spirito invece, o potente sovrano, rende
candida ogni cosa ed elargisce a tutti il suo tepore senza che la
sua fiamma provochi ustioni.
Allorch il barbaro si rese conto che l'insidia, che egli aveva
ordita di nascosto, rischiava di trasformarsi in una tomba per
lui stesso 117, ordin che tutti i soldati delle sue schiere accor-
ressero incontro ai commilitoni in fuga; ma quando vide che
anche questi si lasciavano prendere dal panico e che in breve
volger di tempo erano divenuti preda di una irrefrenabile
paura [230], dapprima bestemmi i suoi numi protettori, e su-
bito dopo, recando oltraggio agli di che lui venerava, rove-
sci acqua al suolo e spense il fuoco 118. Cos facendo provoc
grandi ammassi di fumo, e trasformato il giorno in notte cerc
di coprire la sua fuga con l'aiuto delle tenebre. Trov dirupi e
angusti passaggi, tortuosi e inaccessibili picchi di rocce e, na-
scondendole nella caligine, spinse le sue schiere e gli sfortu-
II6. Cfr. supra, v. 81, nota ad loc.
117. Cfr. SETTANTA, Ps., 7,16.
l 18. Shahrbaraz si premur di proteggere la fuga con dense cortine fumo-
gene: facile l'ironia del poeta sull'uso disinvolto ch.e i Persiani fanno degli ele-
menti che essi adoravano come divinit (cfr. supra, I, 32-34).
126 ElI HPAKAEION TON BAIIAEA KAI ElI TOYI IlEPLIKOYL IlOAEMOYI
240 XUL 't Exdvoov 'UO't'UXEL ouvmxla
Jtg6 a.XQOV ihpo xuL xU'taQgoJtov
'EV'tEt}EV U1'tOL OU!.U:pOQOOV Jto'U'tg6Jtoov
O'U!-tJt'too!-ta'toov tE XUL <:p6voov XUL xuo!-tatoov
xlv'Uvo fJtQJtLO'tO y!-tOOV.
Kul JtOU tL utOOV E; vayxfJ fJU;UtO
{}ELV Xu{}' ulJ"t01J o'UvtO!-tO)'tEQOV ;l<:po'
ao vO)'tm LJtJtLXOL
!-tE'tOOQo llQ{}fJ 'tu 't01J o<:plY!-tu'to'
JtOOL 'tELXO 't xU!-tfJEto'U t6tE
250 JtE'UQ. il JtEQlotum
XQfJ!-tVOU 'tE JtavtE YQloov Utyoov lxfJv
<:p'Uyf] EXJtfJi]!-tU'tU.
eH 01) JtUOU 't01J otQut01J o'Uvmxlu
E<:pQulvovto tU {}dg. XQlOEL
't! 'tf] Jtugu6;0'U {}UU!-tU'tU O'tgutfJylu'
yQ ox EJt'tEQoo!-tVO'U
v tf1 'toov otgutoov tUotaOEL,
XUL Jtu 'tt il!-toov Ex6oo
Jtg6 t EJta;n tOOV <:puQayyoov t v6{}0'U,
260 V UL 't6 Jtf]{}O EXX'U{}vtoov
Jt'UXVOO VEO'tg<:pOV'tO !-tl XLVOU!-tEVm.
, A' OL !-tv v 'tOOuutn <:pQov'tloov
tUQQOV'tE W 't XU!-tU'tU,
a 'tUL u'U'toov xQO!-tUL W{}OU!-tEVU
't !-tv JtQ6 hpo x VQXEtat,
t. JtQOJtlJttEL XUL JtaLv xmulVEtUL'
outoo xdvoov tOOV 'tax'tOOv tuy!-tatoov
v toi: vugm X'U!-tU'tO'U!-tvoov l{}m,
t! !-tv Jtg6 u'Vo x vi]gXEtO,
270 t Jtg6 ut tOOV xa'tOO t tQ!-tUtU
JtlJttov'tu Jt'Uxv ouyxuon
Ou'too EXUO'tO <:pg6voo 'UOtUXEL,
JtQoJtlJttoov Jtl<:p{}ovo !-t6vov'
mi yg Jtug' U'tOL E't'UXl XglVE'tO
o JtQ6 't6 {}vnOXELV EUgitrJ 'tO!-tW'tEQO.
'H!-tLv JtUOU XUL yui]VfJ XUL xaQL,
'tQ'VL !-tuov il JtQOOi]QXE'tO'
2. III, 240 277 12
7
nati reparti che le accompagnavano [240] verso alte cime di
monti e burroni scoscesi. Da allora in poi grav su di loro il
pericolo - carico di tormento di disfatte d'ogni genere,
d'infortuni, di stragi, di rovine. Fra di essi ci fu chi, prostrato
dall' avverso destino, si auspic che una spada giungesse al pi
presto a trafiggerlo; altri, che stavano seduti a cavallo, furono
sbalzati in aria dalla violenza della ressa; molti nella confu-
sione del momento trovarono riparo nel fianco dei cammelli
[250]; e tutti come capre selvatiche cercavano i burroni per
allontanarsi e fuggire. L'intera compagine della tua armata gio
per il giudizio divino, quando assistette agli straordinari por-
tenti della tua abile strategia: infatti lo spazio che divideva i
due eserciti era inferiore alla gittata d'una alata freccia e
ognuno di noi poteva guardare ai fasulli ripari dei dirupi, nei
quali la massa traboccante dei barbari b6o] si aggirava accal-
candosi senza procedere. Andavano vagando in un grande
mare tempestoso di preoccupazioni, simili a onde che, so-
spinte dal loro stesso moto, ora dal basso si levano verso 1'alto,
ora precipitano e tornano ad incavarsi. Cos era di quelle di-
sordinate schiere fluttuanti sulle asciutte pietre: ora dal basso
si levavano verso l'alto, ora cadevano fin verso il limite pi
basso [270] provocando scompiglio e confusione in quantit.
Cos ognuno di loro si trovava stoltamente in disgrazia, e sol-
tanto chi rotolava in basso era oggetto di invidia, perch rite-
nevano fortunato chiunque fra essi fosse pi lesto a lasciarsi
cogliere dalla morte.
In noi penetr tutta intera la serenit e la gioia, e un
sentimento di gaudio piuttosto che di panico. Ognuno in-
1 28 HPAKAEION TON KAI
'XUL ni nQ U'l1o 'tep 9Eep 't(OV
't. Xt::LQu O'V 'tU 'XuQlQ.
280 'XUL 'tep O'tQU't11Yep OUV'tvw n11UXE'tO.
IIav'tE y.Q oi nQLV !-t11 IIEQOL'Xt)v 'XVLV
iELV O'ttyOV'tE o' 't. O'X11v. 't'tE
'XUt}EtAOV, ')..): E'XUO'tO EIXE O'Xtn11v
OU'tw epfJ'XEV O)onEQ nEn11y!-ttv111l9
'to' nav'tu 'XVEt
,OUJ8 epQe1:0V x 'X'tf]VOU 't'tE
'XU{}E'i.EV o'EL, OU'tE !-tt)v 'tt)v yUO'ttQU
'tQoepfJ VEnf]QwOEV, OU'tE 'tL yvu
'XLvu uepQo' 'to' nvou ELQyal;E'to,
290 d')..' d 'tE 'XUL nuvw!-ttvu
EUU'tO' v
'XQLVUV ELvm 'tt)v epuyt)v OW't11QtUV.
OU'tw 'tcl nocl 'Xui ;tvu yvWQw!-tU'tU
nQ 'to' ept}aouv'tu V'tt!-tE'tQf]OU XQVOu
t}ELuv 'tt)v O'tQU't11yLav.
Tl y.Q 't IIEQooov UO!-tUXw'tU'tOV ytvo
ijml;E OVUL VOO'tU 'Pw!-tuLwv
Tt v 'tOOUU'tUL ou!-tepoQOOV 'tQL'XU!-tlm
ijml;EV d'QELV 'Xui yaf]v11v v !-ttOq>;
300 TL v 'tooau'tTI 'toov vay'XaLwv onavEL
'tQoepfJ !-tE'tUOXELV 't. nEL nELt}E'to,
EL !-tt) L' U!-toov 'to' aO'toQa naLV
E'X 'tfJ 'Xut}' yEL'tovo nUQOL'XLa
!-tu'XQ.v (} naV'twv ilUOE Zuyoo'ta't11;
'A' ro 'toouu'tTI OUYXUOEL !-tE!-tLy!-ttvOL
dnELrtov il11 'tt)v oi
O' !-ttv, 'XQa'tLo'tE - 'XUL y.Q ilt}EE !-ttVELV
'tOOV ooov OyLO!-tOOV nQ nvou nUQou!-ttvwv -,
nOcl epoQ!-tcl E'yOU VEnaow
3 IO fttwv ouvELvm 'tep o'tQu'tep 'XUL oUV'tQtXELV'
End 'Xu''t. 't. nQ EontQuv ytVfl
di Eradio sono cos sicuri che i Persiani non sarebbero pi
che non si curano di distruggere l'accampamento nemico:
da riferire ai Persiani, conformemente alla interpretazione che
2. III, 278 31 l 12
9
sieme col cuore protese le mani al cielo verso il Dio delle crea-
ture, e con ardore rese grazie al suo stratega [280]. Tutti co-
loro che nel passato non avrebbero sostenuto neppure la vista
della polvere sollevata dai Persiani, in quella circostanza non
si presero nemmeno la briga di abbatterne le tende, ma
ognuno lasci in piedi cos com' era il padiglione di cui s'era
impadronito 119. Intanto il timor panico incalzava tutti quanti i
barbari: in quel frangente nessuno di essi pot portare via con
una parte delle ricchezze ammassate, n riusc a riempire di
cibo il ventre, n alcuno, piegando in fuga il ginocchio, fu in
grado di compiere con agilit e sveltezza le fatiche che neces-
sitavano, ma tutti, precipitandosi in preda alla paura verso re-
moti passaggi e camminamenti sperduti [290], decisero che la
salvezza fosse da ricercare nella fuga. In questo modo, commi-
surando i molti e straordinari segni del presente ai tempi pas-
sati, ognuno si rese perfettamente conto che 1'abile manovra
strategica era stata da Dio ispirata. Chi infatti poteva sperare
che l'indomita e invincibile stirpe dei Persiani avrebbe vlto le
spalle di fronte alla spada dei Romani? Chi, tra queste enormi
ondate di calamit, poteva sperare di trovare nel frattempo an-
che la calma e la serenit? Chi, in tanta penuria di generi di
prima necessit [300], poteva credere che le citt avrebbero
avuto cibo in abbondanza, se Colui che giudice di tutti non
avesse spinto per mano tua ancora una volta quei maledetti
lontano dal territorio a noi circostante?
Non appena i barbari, travolti da una confusione senza mi-
sura, rinunziarono a combattere, tu, o potente sovrano - era
tua intenzione di rimanere, perch i tuoi pensieri ardevano di
affrontare le fatiche -, concepisti molti pretesti ben ragionati
per restare insieme col tuo esercito e partecipare ai combatti-
menti [310]. Ma poich anche i popoli d'Occidente, com'
loro abitudine, continuavano senza posa a comportarsi in
di questo luogo d TEOFANE, p. 306, :2 segg. de Boor (cfr. PERTUSI, Giorgio di
Pisidia cit., pp. 159-160); viceversa sia QUERCI (Opera cit., c. 1249), sia L. STERN-
BACH (Studien G . Pisides, in Rozprawy Akademii Umiejetnofci, Wydzial
filologiczny, ser. rak6w, 1900, p. 23) riferiscono oXTlva ai Bizantini, in-
tendendo che questi ultimi non tolsero l'accampamento, come avrebbero dovuto
fare secondo l'uso, prima dello scontro con i Persiani.
130 EJ:E HPAKAEION TON BA:EIARA KAI E1:E TOY:E nEP:EIKOY:E nOAEMOY:E
amtOVOov ElxEV ; e'fro'U im:O'IpLuv 120,
u''frl 'tE 'XaLVOOV <pQonlOwv
'tf) af) II6-L nUQo'Ualu,
6 o a'tQu't6 ao'U 'tov'tO nQa't'tELV d OOV
OEL'to no-- 'XUL 'fr-wv 'XUL oU'XQuwv
'XUL 'tfl II6-EL yQ
'XUL aov a'tEQELa'fruL
nEL'frEL 't -otn6v' ou yQ OlJLW Eu'X6-w
320 'tL 'tEQnVV a--o
W 'frii't'tov UU't nQ n6vo'U.
oIo O nL<J't 'tQ6no
- E'X 'tOOV novllQoov aQnaywv 'tE 'frllQlwv
'X'U'X-W'fr:V UU'tOV 't
nfl 'tQunfl nQ 1:T]V
O: nunuxov OLU1:QXwv,
E'i nw nUQ' u'1:00V aQnaaot 1: 121
OlJLW 1: ma1:V 1:f) -OyL'Xf) yVO
.'Xaa1:01:E
330 'X 1:00V nla1:wv 'frllQlwv
O: 'Xut nEQL1:QXEL EL
'XEL'frEv EV{}EV nunuxov
Oub'Xwv, 'X1:QXwv, UnOa1:Q<pwv,
Et nw U'U1:V V1:l-'U1:QoV ELaaywv
-E'U'frEQWaEL 1:
(lO'frEV wnwau nanu aW<pQOVL 1:Q6n<p
'Xu. 1:<p a1:QU1:rJy<p 122 1:V a1:QU1:V
'Xut 1:<p E>E<P OO 1: n' u'1:0I .n:lOu,
na-LV nQ UU1:T]V 1:T]V II6-LV ao'U a'Uv1:6vw
340 1:oauv1:u nQa;u 'XUL 'XU1:oQ'frwau 1:QXEL.
Ou yQ 1:0 ywvu 1:f)
'V'UXT]V O: 1:T]v aT]v a'Uy'Xu1:wQ'frwau n.ov
UU1: yQ nO--a'XL
'tov aov 1: E1:Qavo'U 01:L
BLO XQ6vov 1:oaov1:ov EV
1:UU1:U 1:<p E>E<P 1:
120. Si allude probabilmente ad una aggressione che gli Avari (<<i popoli
2. III, 312 - 346
d
120' h" . .
mo O sospetto ,e pOIC e nuove preoccupaZIonI tornavano
ad affacciarsi rendendo necessaria la tua presenza nella capi-
tale, e il tuo esercito, considerata la necessit del momento,
chiedeva con insistenza che tu vi facessi ritorno, e versava la-
crime mentre esprimeva questo voto - era animato da un
sentimento di viva partecipazione alle sofferenze della citt e
riteneva che sarebbe stato per essa un danno se fosse rimasta
priva della tua persona -, alla fine ti persuase: nessuno si di-
mostra cos facilmente pronto a godere di un diletto [320],
come tu ti dimostri subito pronto ad affrontare le fatiche. Alla
maniera autentica d'un capopastore il quale, vedendo il suo
gregge circondato da bestie feroci e rapaci, non sa dove vol-
gersi per sostenere la lotta, ma nondimeno si affatica correndo
da per tutto per cercare di strappare la mandria agli artigli
delle fiere 121, cos tu, ogni volta in cui vedi la famiglia fedele
del razional gregge circondata da belve infedeli [330], sei
preso dall' angustia, ma nondimeno ti affatichi e sempre corri
di qua e di l, ovunque dandoti da fare, colpendo, inse-
guendo, operando sortite, mutamenti di fronte, nel tentativo
di affrancare il tuo gregge dalla strage proponendo te stesso
come prezzo del riscatto. Per questo motivo, dopo avere di-
sposto ogni cosa con saggezza e dopo avere consegnato l'eser-
cito al tuo generale 122, affidate a Dio le speranze che poggia-
vano su di loro, ritornasti celermente verso la tua citt carico
delle vittoriose imprese che avevi compiute [340]' E i tuoi
successi non furono soltanto quelli ottenuti nei cimenti della
guerra: ancora pi straordinario fu il frutto che facesti matu-
rare nella tua anima. Tu stesso infatti, quando in pi d'un'oc-
casione ti soffermasti ad illustrarmi il corso della tua vita, eri
solito dire con franchezza: Dopo avere trascorso tanto tempo
nell' ozio, decisi di consacrare a Dio questi giorni della mia esi-
d'Occidente) minacciarono contro Costantinopoli durante l'assenza di Eraclio,
nell'ir:verno 622-623; cfr. A. N. STRATOS, Byzantium in the Seventh Century, I,
trad. mgl., Amsterdam, 1968, pp. 145 segg.
121. Sulla similitudine, cfr. NISSEN, Historisches Epos cit., p. 320 .
. 122. Sconosciuto il nome del comandante al quale Eraclio affida l'armata
prIma di rientrare in Costantinopoli.
I3
2
Ell: HPAKAEION TON BAl:IAEA KAI EIl: TOYl: fiEPl:IKOYl: rrOAEMOYl:
Ka. 'toi,,[O f]OV' OV yQ XaUlllla'tL
'lJEUOU rtQOD'ilXEL 'tlv ai1t}ELUV OXf:rtELV.
Nuv yQ 't TIEQOWV 'tf] nelvT} IlUO'ti1QLa
350 yUllv nQ6ELOLv' clQ'tl 'tf] XEXQUIlIlf:VT}
uQa 123 naQ' aU'tOL rtoUXf:epao rtelVl1
Eva nQo'tElvELv a;LOL 'tV avXf:va,
OV vuv Et ayav t}aullel;0IlEV
<HQaxf:o 124 'tux6v'ta xaL OEm.OIlf:vov.
Otllm f:, xav'tv aLXllelro'tOV v 'telXEL
O'lJEL Et}f:V'ta 'tV QelxoV'ta XooQ6T}v' 12'
Et Ill 'tL 'tf] lXT} urtouQylav
ro E'LnEQ UIlLV Xo'fi], 't a;la
elt}OL naQEt}oov EV 'tLllroQla.
Kal IlOL OYWIlWV nOelXL XlVOUIlf:vrov
av't xal:' Ellau'tv epT}V 'telE'
EL 't EV clmQOL o TI'tOEIlULO 126
xaL nQ 't Ilf:OV dXEv
nw ou nQoE;i1YYELEV oIov epum
En' EOXel'troV Ilf:EL OE eprooep6Qov
, A' E'irtEQ EXEivo dx6'tro aQa
'tf] yf] 'to' oQou
UIlVEL o IlclOV 'toi IlE'taQolOL 6YOL"
'tf] EXQOIlf] f:, xaL nMov 'twv amf:Qrov,
370 ev OOL 't no XLvi1lla'ta,
'tlv 0lv aLxlvT}'tov UIlVT}OE epQf:va,
Uov VEOUQyT}t}f:v'ta 'toi Xel'tro n6ov
'tv vouv 'tv EV OOL 'tep Ilat}oov 6y<p.
Tau'ta, o'tQa'tT}y 'twv Ooepwv
v 'tai aXelvt}m 'tf] llelXT} nErtEYIlf:va
EUQOOV 't t}ELa 'twv rt6vrov 'twv owv Q6a,
Uvt}T} 'tE nOM 'lJUXLXWV Qrollel'trov
'tWV owv OyLOIlWV ouvayayoov 't Ortf:Qlla'ta,
123. Se. Cosroe.
124. Pi volte il poeta, con facile giuoco di parole, chiama il sovrano col
nome di Eracle: cfr. In Bonum patr., 7; Bell. Avar., 57; Heracl., I, 70, 78; II, 21; C.
Sever., 69; allo stesso modo, nell'In Chr. Resurr., .104, anche il di Eraclio,
Eraclio Costantino, viene apostrofato col nome dI Eracle (Eraclide al v. 120).
2. III, 347 - 378 I33
stenza. Ed chiaro: non si deve coprire la verit col rivesti-
mento della menzogna.
Ora le mene segrete della falsit dei Persiani si rivelano
nella loro nudit; adesso la falsit dalle molte teste del serpen-
te 123 che si nasconde [350] fra di essi osa protendere una
delle sue cervici, e nel vederla noi molto ci meravigliamo,
perch riuscita a salvarsi pur dopo essersi imbattuta in
Eracle
124
Ma io credo che fra non molto tu vedrai imprigio-
nato e incatenato il drago in persona, Cosroe 125: se nessuno si
addosser il compito di fare giustizia perch venga consegnato
nelle tue mani, potrebbe fra breve sfuggire di soppiatto alla
punizione che si merita.
Molte volte io fui indotto a riflettere [360], e meditando tra
me e me cos parlavo: se vero che Tolemeo 126 ebbe cogni-
zione perfetta delle rivoluzioni che gli astri avrebbero com-
piute anche in futuro, perch mai non previde quale astro ap-
portatore di luce la natura avrebbe finito con l'ammirare in te?
Ma se avesse saputo scrutare con precisione i corpi celesti che
trascendono i confini della terra, avrebbe magnificato con su-
blimi parole soprattutto la tua persona: volgendo lo sguardo ai
movimenti innumeri delle tue spedizioni, superiori per quan-
tit perfino ai movimenti degli astri [370], avrebbe magnifi.
cato il moto perpetuo del tuo intelletto, e in modo sorpren-
dente avrebbe appreso che la mente ch' in te racchiusa
come un altro polo celeste di recente creato a vantaggio di
quanti abitano sulla terra.
Queste splendide rose delle tue fatiche, o stratega di saggi
consigli, io ho trovato intrecciate alle spine della battaglia, e
raccogliendo i semi dei tuoi pensieri, simili a innumerevoli
125. Cfr. ESCHILO, Pers., 81-82: (Serse) ha negli occhi fosco lampo di san-
guinoso drago.
126. Claudio Tolemeo, il celebre astronomo del II secolo d. c., autore, fra
l'altro, dell'AI-magesto, trattato di astronomia in 13 libri a base geocentrica, e
della Tetrabiblos, opera in cui la prima volta si d veste scientifica alla astro-
logia. La citazione del Pisida a scopo encomiastico nei confronti di Eraclio: se
Tolemeo fosse stato veramente cos bravo nel prevedere i movimenti e le rivolu-
zioni dei pianeti e delle stelle, avrebbe dovuto vedere in anticipo che la prodi-
giosa mente dell'imperatore sarebbe divenuta una sorta di nuova stella polare
(<<un altro polo celeste, v. 372) per l'orientamento della umanit!
134 EIl: HPAKAEION TON BAl:IAEA KAI EIl: TOYl: nEPl:IKOYl: nOAEMOYl:
OOL T6vot TttXTV oT<pavov a.XllQ(lTOV
380 tL!-l&VO aQTL Tft a.llittla 127 <pQW.
"O!-lW o !-lLxQiV xaL J3QaovoQ6!-lq> oxa<ptL
Tt)V Ot)V itaauav XTttQv tlitLO!-lVO
oov !-lt) OLaTtf;uoa OllV'
OQO yQ d aTttLQOV OX 128.
'A.).:, W T&V avw XaL T&V XaTW 129
- TiV yQ 6yq> OOV Tt U<ptoTaTaL 6yo
xaL TtaVTa TiV oiV OVVTQXEL itt11!-lan'
o Tt)V aJ3vooov TiV XQaTEL,
Ttmti o Tt)V yftv V !-lOq> !-lETaQOLov'
390 TO oQavo o Ttana a'l.!'LOo otXllV
TiV oiV XaTtLEi, m ittL, TtQomaY!-laTL'
oOL Ttoa ooull T&V oQW!-lvwv <pUOL
xaL T&V UTtQ vouv Ttoa ouvoovo XTLOL
aT6, xQaTLOTE T&V owv TtaVToxQaToQ
xaL T&V xait' f]!-l TtQaY!-laTWV oLmQTa
xat yQ otmQti TtOLV, m itEL, !-l6vo
T o VEQYEi T&V xaQtO!-laTWV o6ott 130 -,
T d o OV!-lTt11QwOOV f]!-l&v Ttloa'
v oOL yQ ox eVEoTLv tTtt) XaQL'
400 titvvov aT TV o6v, w TtlmaOaL,
UTtOOTQaTllYOV 131 Ttana TtQOTTELV , m itEL'
Ttot1l 00V aTV TtLmV omoll<P6QoV
T&V EOEJ3&V OOV TtaVTaxOU TtQOmaYIlOTWV,
OEI1;OV aTV Toi vavTlm <p6J3ov,
XaL Tt n 6<pvo El aL!-la TQXWV
TOUTq> TtQOXO!-l'l.!'tL ouv TQ6!-lq> TV aXva'
TtOLllo0V aT(p T&V <pitaoovTwV TtTaLOIlOTWV
LOQ&Ta, OU EOTa;EV, d xaitOQOLOV' 132
oJ3m XaT' XitQ&V OLTT VLXllT11QLa,
410 oT11om TQ6Ttma XaL Ttait&v XaL J3aQJ3aQwv'
127. Cfr. EURIPIDE, Hipp., 73-74; identica espressione usa il Pisida nella
mpQuyi, che chiude l'Esamerone (vv. 11-12).
128. Cfr. In Heracl. ex Afr. red., 86-87, nota ad loe.
2. III, 379 - 410 135
fiori fragranti di aromi spirituali, vengo a recarti in dono que-
sto serto composto or ora dall'incontaminato prato della veri-
t 127 [380J. E se, com' mia abitudine, ho deciso di traversare
il tuo mare servendomi di una modesta e lenta imbarcazione,
non ho affatto errato a non averlo percorso in tutta la sua im-
mensit: ci che limitato non pu proporsi l'infinito come
confine 128.
O S d
, '1' delI 129 . 1"
tratega ei Cle l e a terra - ognI paro a e sotto-
messa alla tua parola e ogni cosa si adegua alla tua volont; tu
con la tua potenza sostieni l'abisso e nel centro fai stare so-
spesa la terra; al tuo comando tutti i cieli [390J racchiudi a
formare una volta, secondo la tua volont; tutta la natura delle
cose visibili ti asservita e insieme con essa l'intera creazione
delle cose invisibili ti sottoposta -, tu, o potente sovrano
signore assoluto dell'universo e dispensatore della nostra esi-
stenza - tu solo, secondo la tua volont, distribuisci a noi
tutti i doni efficaci delle tue grazie 130 -, da' compimento alle
speranze che noi riponiamo in te: in te non c' penuria di gra-
zia. Guida tu stesso, come sai [400], il tuo luogotenente 131
perch compia ogni cosa secondo la tua volont; rendilo
ovunque fedele scudiero dei tuoi sacri comandi. Fa' che egli
sia il terrore dei nemici, e ogni barbaro accorso per compiere
stragi piegher con tremore il collo dinanzi a lui. Fa' che il
sudore, ch'egli ha versato, gli sia di espiazione per gli errori
commessi nel passato 132. Che egli ottenga una duplice vittoria
contro i nemici: che trionfi sia sulle passioni sia sui barbari
[4101 Colmalo, come tu solo sei in grado di fare, di amore
129. L'invocazione a Dio segna l'inizio dell'epilogo in forma di supplica al
Signore.
130. Cfr. Ep. Cor., I, 12,4. ,. . . . .
13 I. Se. Eraclio: l'imperatore e il rappresentante di DIO terra, ne
esegue fedelmente gli ordini; cfr. EUSEBIO DI CESAREA, Vtta Constanttnt, IV,
29,4
132. Allude forse alle seconde nozze di Eraclio con la nipote Martina, figlia
della sorella Maria (cfr. PERTUSI, Giorgio di Pisidia cit., p. 160). Queste nozze fra
consanguinei, celebrate nel 613 dopo la morte prima del soyrano,
provocarono un e il favore ne
ChIesa n del popolo; ad esse e probabile che SI faCCia rIfenmento anche nell In
Bonum patr., 160- 16 I.
I 3
6
HPAKAElON TON KAI nEPLIKOYL nOAEMOYL
Jt:rlQwoov a,rt6v, W JtLotaoat J-l6VO,
tii d O: itEQJ-l6tlltO, W tv 'Hlav,
O xJtuQwoa JtQ ot vouv xaL xaQlav
JtUQL JtQ ihpo dX6tw
xal ETI;OV a'tV Jto'm Mwoa VOV
V tU xal' XitQWV JtavoJtlQ.
tv OtauQv XtELvovta twv XELQWV JtOV 134,
MwOiiv XElvov O xaL JtUQ
t1v 01V V <p6ya
420 Xal t1V J-lvouoav O' JtE<pEYJ-lVf]V' 135
MwoiiV O W<pitll OaQXL OOL J-l6v<p J-l6vo
XaL oaQXtXn OE itEwQLQ.136
t6.xa JtQOELXV' XaL ElEV oaQXOUJ-lEVOV'
XaVtEuitEV, oIJ-lat, oUaEi OOL XaL t6tE,
<I> ouUaulv EJ-lEE XaL oaQxOUJ-lV<p137.
TOLOUtOV a'tV XaL tQOJtaLO'XOV J-lyav
XaL ov OtQatlly6v, W itEL, t6.Jtaoov.
LUVEU6YfloOV tq> OJtoQEI t oJtQJ-lata 138
XaL t itELOV tOUE tO' OJt6QoU yVO
430 XQatELV t 'PWJ-lll Et tO YEWQyta.
TuJtwoov a'tOL JtatQLXWv J-lOQ<pwJ-l6.twv
t E'JtQOOWJtOU w allitw Etx6va,
OJtw EOOLvtO JtatQ ELXOvl0J-lata,
x6.toJttQa mot JtatQLXWv yVWQLOJ-l6.tWV 139,
tv VO'V tELOL, tO' tQ6Jtou EUitEQOL,
JtQaEi t JtVE'J-la, OUJ-lJtaitEi t1v xaQLav,
lJJ-lIV JtQOOllVEl xal xat' XitQWV OQYLOL,
XitQWV tO' itEO' tO' JtQOO<P6.tOU,
XEIQa VJ-lOVtE lJJtwJ-lva,
440 OtaJ-lva t JtQ t iiJ-lJ-la tf) Jt6.Vf],
Jt6a JtQ aIJ-la J-lllaJ-lro XLVOUJ-lVOU I40,
Et ' al} t Jtavtaxou taxuQ6J-lou.
a'trov t VOllt EL06ou
133. Cfr. SETTANTA, Reg., IV, 2, II.
134. Cfr. SETTANTA, Exod., 17, II-I2. Sull'imperatore nuovo Mos, cfr. su-
pra, I, 135-136, nota ad loe.
2. III, 41 I 443 137
ardente verso la tua Persona, come Elia, che per te infiamm
la mente e il cuore e che dal fuoco venne giustamente rapito
l
'al d' . li
n3
M .
verso to ei Cle . ostra a tuttI che egli il nuovo
Mos, quando nella sua pia lotta contro i nemici protende la
croce pi che le mani 134: quel Mos che vide il rovo in fiamme
e riconobbe nel rovo la tua fiamma, e il rovo rimaneva intatto
bruciare 135 [420]; quel Mos che col suo corpo si pre-
sento a te da solo a solo e che con la vista dei suoi occhi cor-
porei ti contempl 136, forse per significare prima dei tempi
che anche Dio si sarebbe incarnato: per questo penso che an-
che allora parl con te, perch era stabilito che parlasse con te
h d
. . 137' h
anc e quan o ti sarestI Incarnato . Fa c e egli conquisti
grandi vittorie e che sia il tuo stratega, secondo la tua volont.
Insieme con il seminatore benedici anche la sua semente 138, e
concedi agli augusti discendenti di questa semenza di regnare
per sempre sui fertili campi di Roma [430]. Imprimi in essi i
tratti belli e autentici delle forme paterne, perch siano imma-
gini del padre, specchi fedeli dei lineamenti paterni 139: di
mente perfetta, d'indole liberale, d'animo mite, di cuore com-
passionevole, benigni verso di noi e tremendi verso i nemici
i nemici che adorano le divinit recenti -. Fa' che le loro
mani piamente si dispieghino, pronte tuttavia all' azione contro
i vantaggi accumulati dalla falsa religione dei pagani [440]' Fa'
che i loro piedi mai si muovano per perpetrare stragi 140, ma
siano veloci a donare la salvezza. Custodisci gli
mgressi delle loro menti e rendili inaccessibili all'invidia. L'in-
Cfr. SETTANTA, Exod., 3, 2.
Cfr. SETTANTA, Exod., 33, l L
. 137. Allude a Mos che assiste alla trasfigurazione di Ges e che discorre con
LUI (MATTE?, 17 .. 3; MARC:0 ' 9, 4; LUCA, 9, 30)'
.138. Se. I figlI dI Eracho. Nel 623, quando il Pisida compose il suo poema
nati da Eudocia, la prima moglie, Epifania e Eraclio
ftantll!0; .la Costantino e forse Teodosio, e altre due
,emmm.e di CUI Ignonam? I noml. probabile che gi nel 623 il problema della
al trono . co?trasti: ,un di ci. potrebbe essere
1 del poeta ali mVIdia suscItatnce dell OdIO dI fratelh contro fratelli
(m/ra, v. 450).
139. Cfr. Hexaem., 1815.
140. Cfr. SETTANTA, Ps., 13. 3 = Ep. Rom., 3, 15
13
8
ElI: HPAKAEION TON BAI:IAEA KAI ElI: TOYI: TIEPI:IKOYI: TIOAEMOYI:
xal o'UofUn:o'U rtoll100V at tip tp'frvep,
tU xa{}' <vttrtlrttOOV oolQ.
Eioo'U :otL xaL yvo'U <UtQLO,
Ooo O d unotamv tpQOOV
OOXVELV t1V aoov unotamv,
tpLou OLatQroV xaL tfjv OXmv,
450 Ex'frQaL <OEtprov to' OEtpO' OUlJrtxoov
xaL tfjv OEtpfjv XtQtpoov unxQLOLv.
<Q LxuUa xaL XOQU(30L
v tfJ 'fraOttU tou (3Lou rtEQLtQXEL,
xaL toi: ooumv ox 'Oouoooo IJvov 141,
rtOOl1 O oaQx YQloo xa'frOrttEtaL.
cI>UattE, XQLOt, to' (3aoLoo xooou
x ti) tooaUtl1 tOU tp'frvou xaxouQyLa,
tpQOUQl100V ato' tfJ IJEt' ELQ1lVfJ oXnU
IJv1llJl1V EXOvta natQLxrov OLoaYIJOtoov,
460 IJv1llJl1v OLaQxi), xaLYE xaL nelotl1 ate
ati) EL oov t rtQoYlJata.
141. Cfr. OMERO, Od., XII, 235 segg.
2. III, 444 - 461
139
vidia in contrasto con la nostra essenza e risulta estranea per
genere e per specie: senza recare il bench minimo beneficio
all'esistenza, suole ledere l'esistenza di tutti gli uomini, divi-
dendo gli amici e separando gli affetti, intrecciando l'odio di
fratelli contro fratelli [450] e allevando l'ipocrisia, che le so-
rella. Simile a Scilla e alla selvaggia Cariddi si aggira nel mare
della vita e con i suoi denti assale con ferocia non soltanto
Odisseo 141, ma qualsiasi uomo. Proteggi, o Cristo, i rampolli
dell'imperatore dalla grande perversit dell'invidia! Custodi-
scili con il baluardo della pace! Fa' che serbino memoria degli
insegnamenti del padre! E che sia una memoria perenne, so-
prattutto quando [460] le circostanze lo richiedano nei mo-
menti di pi grande necessit.

Potrebbero piacerti anche