Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Come la musica ha cambiato la mia vita
Come la musica ha cambiato la mia vita
Come la musica ha cambiato la mia vita
Ebook526 pages3 hours

Come la musica ha cambiato la mia vita

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Il libro intitolato "#Un po' di me – Come la Musica ha cambiato la mia vita" Non è solamente un racconto autobiografico in cui l'autore Piero Fidelfatti, personaggio a tutti noto, racconta fatti che nessuno conosce raccolti in oltre 50 anni di carriera. Denominato come il "MAESTRO" per le sue Scuole, Corsi e Workshop in tutta Italia. Non tralasciando la sua attività come Autore e Compositore, le sue produzioni discografiche hanno fatto ballare tutto il mondo. Un libro ricco di immagini che attesta la sua professionalità, un libro che non può mancare nella vostra biblioteca.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateMay 11, 2023
ISBN9791221475470
Come la musica ha cambiato la mia vita

Related to Come la musica ha cambiato la mia vita

Related ebooks

Antiques & Collectibles For You

View More

Related articles

Reviews for Come la musica ha cambiato la mia vita

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Come la musica ha cambiato la mia vita - Piero Fidelfatti

    QUESTO LIBRO È DEDICATO A FRANCO STORCHI (RIP)

    ROOM 1 STUDIO FIDELFATTI - VINYL - RECORDING ANALOGIC/DIGITAL

    ROOM 2 - VINTAGE

    PREFAZIONE DI RICCARDO SADA

    (Giornalista - Scrittore)

    Non mi hanno mai chiesto di scrivere la prefazione di un libro. Le ho sempre lette con attenzione e ho sempre pensato che fossero un traguardo importante per chiunque. La prefazione è come la prima vergata di pennello su un quadro, gli occhiali giusti per la giusta occasione. È curioso poi, permettetemi, che mi

    si chieda di introdurre un libro che parla della storia di un amico e di una professione con cui ho sempre avuto, e ho tuttora, un rapporto così controverso e agrodolce, quasi di Stranamore. Come la Musica ha cambiato la mia Vita di Piero Fidelfatti, l'amico di cui sopra, è un racconto onesto, di chi le sette note le ha vissute in modo intenso, di giorno e di notte. Sempre. Faccio il giornalista da più di 30 anni e stare dietro le quinte dei dj mi ha cambiato la vita, mi ha fatto riflettere, mi ha fatto anche immaginare come sarebbe potuta essere una vita da dj. Sicuramente straordinaria come quella di Piero. Quando sei un dj vedi tutto con occhi diversi: l'esperienza, i successi e i traguardi si inanellano, ma in un attimo possono anche nascere dal cassetto dei sogni e scomparire nell'album dei più impolverati ricordi. Ogni serata resetta, ogni evento porta a dimostrare qualcosa a qualcuno e la competizione è intensa, costante, pulsante. La storia dei dj è la storia di Piero. Una storia da raccontare con orgoglio ed enfasi, mettendomi da parte vi invito a proseguire a leggere questo manoscritto che narra di un percorso speciale, di come la musica abbia davvero cambiato la vita di un professionista sincero e trasparente come Piero Fidelfatti.

    @Riccardo Sada

    NOTE DELL'AUTORE

    Questo lavoro mi ha dato certamente delle grosse soddisfazioni, l'ho desiderato tanto, ho lottato contro i pregiudizi, superato il giudizio di chi mi ha detto non ce la farai, ho superato diversi ostacoli, ma non sono mai sceso a compromessi. Ho cercato di qualificare il mio lavoro e quello dei miei colleghi. La mia attività e creatività artistica rispecchia la mia empatia e sensibilità. Devo però ringraziare alcune persone che sono state fondamentali nella mia carriera: Sandy Dian, Tiozzo Gianni, Glenn White, Lucio da Ru, Dj Point.net e l'insostituibile Franco Chip Storchi (RIP). Da un città di provincia sono riuscito a crearmi una fama nazionale e internazionale, i DJ ospiti all'Ocean rimanevano stupiti dal mio genere che li influenzava poi nelle loro scelte musicali. Impagabili sono le emozioni che ho provato mentre il DJ Alfredo suonava il mio disco Just wanna touch me all'Heaven a Londra: al solo pensiero della bellissima interpretazione di The dock of the bay di Glenn White al Cocoricò di Riccione mi viene la pelle d'oca. Indescrivibili le albe passate con gli amici dopo le serate in discoteca a raccontarci storie di vita. Emozionanti sono state le parole di Ricci DJ: Quando sono assieme a te sento qualcosa a livello di pelle, mentre ci gustavamo un gin tonic al bar dell'Area City di Mestre. Mi riecheggiano ancora gli applausi e la standing ovation ottenuta dopo una serata Baila Chico da un pubblico soddisfatto, esausto ma trascinante; tutto partì da un applauso, seguito da due applausi in un crescendo con tutti i presenti nel locale in uno scroscio appagante. Mille ricordi passati in studio di registrazione, nei negozi di dischi e nelle discoteche a organizzare, con la mia ex Associazione The Art of Djing, alcuni tra i più importanti eventi dedicati ai DJ.

    Ricordo la frase del giornalista Bucciarelli, conosciuto a Rimini: Si vede dalla faccia che sei uno buono rammentandomi come in questo ambiente questa dote non aiuti ad arrivare, se non accettando compromessi.

    La mia carriera ha smentito le sue dichiarazioni. Ma la sensazione più bella è quando sono in consolle: sono passati tanti anni dalla mia prima volta, ma ogni volta è come fosse la prima volta. Mi sento emozionato prima di iniziare a suonare, con i miei dubbi e le mie incertezze, ma dopo il primo mixaggio tutto diventa magico, la musica che suono si fonde con il ritmo e i movimenti dei corpi del mio pubblico.

    Questa pubblicazione è dedicata a tutti i DJ e gli appassionati di musica, tra le righe di questo libro troverete certamente delle risposte alle vostre domande, altri si rispecchieranno in certi aneddoti o nei racconti in prima persona dei colleghi che mi hanno aiutato nella stesura del libro.

    IL PERCHÉ DI QUESTO LIBRO

    A volte mi chiedo il perché stia scrivendo questo libro. Sono anni che i miei followers sui social me lo chiedono, e non solo perché influenzati dai miei post o dalle manifestazioni che ho organizzato con la collaborazione della mia ex associazione The Art of Djing, ma di questo ho scritto abbastanza.

    Il primo giornale che ho composto risale al 1970. Composto è il termine giusto, perché lo creai con ritagli di giornali non solo musicali, ma anche di moda e cronaca, il titolo era L'universo (numero unico). Mi iscrissi come supporter della testata Nuovo Sound, con tanto di tessera su cui c’era scritto che ero un collaboratore e di facilitarmi nello svolgimento del mio lavoro. Scrivevo degli artisti e dei loro concerti nella mia città e nei dintorni. Dal 1985 iniziai a collaborare con il Gazzettino, scrivendo settimanalmente un riquadro dedicato ai DJ, con alcune foto, una piccola biografia e una classifica.

    Sono passati esattamente vent'anni dalla scrittura del mio primo libro dal titolo The Art of Djing, per fortuna l'avevo stampato, circa 250 pagine, perché l'hard disc mi creò problemi. Poi nel corso degli anni collaborai alla stesura con JO ALAIMO del capitolo Disco music, un libro a fascicoli sulla storia della musica. Nel settembre 2007 uscirono sul mensile Trend DJ STORY cinque pagine dedicate ai DJ, l'accorpo era per cinque puntate, visto il successo ottenuto da DJ STORY, DJ CLUB TUTTI DJ, GUIDA TUTTI DJ PRODUTTORI CON L'AZIENDA MAGIX. Queste erano le pubblicazioni a puntate per l'editore D'Argenzio. Molti articoli su prestigiose riviste: SUONO, InSOUND, TOP DANCE, SUPERFLV, IL GAZZETTINO, JOCKS MAG, DJ CLUB. Nel 2015 la mia ultima scuola, dopo l'esperienza del primo DJ CONTEST della Pioneer mi presi una pausa dedicandomi solo alla mia discografia. Intanto cresceva in me un pensiero costante: quando smetterò di partecipare alle decine di collaborazioni con la mia ex Associazione The Art of Djing?

    Chi continuerà la mia mission di trasferire l'esperienza ai giovani, che mai come adesso hanno bisogno di comprendere che la cultura, in generale, è la base principale per mantenere non solo la passione, ma la professionalità di questo lavoro soppiantato dalla tecnologia? Questo è il perché di questo libro, termine riduttivo per i suoi contenuti, dove molte persone troveranno degli aneddoti della loro vita, troveranno materiale esclusivo raccolto in anni di lavoro, arrivando a una nuova qualifica, quella di giornalista, ottenendo da D'Argenzio l’incarico di scrivere altre due puntate della DJ STORY, a cui seguirono altre 2 pagine per festeggiare i 20 anni della rivista TREND. Per me è stato motivo di un grande orgoglio. Questo è un libro che racconta la mia storia, dalla nascita all'evoluzione del djing. L'hashtag #unpodime ci sta tutto, se si pensa ai numerosi capitoli come a dei post.

    Un libro scritto da uno storico MAESTRO.

    DJ SI NASCE O SI DIVENTA? - LA GAVETTA

    Frequentare dei corsi o imparare da soli? I corsi per dj sono interessanti o inutili? Tra le varie iniziative legate al progetto The Art of Djing il sondaggio sulla professione DJ ha fatto trasparire un aspetto importante, quello della formazione dei dj. Sono pienamente d'accordo sul fatto che questo sia un lavoro che si apprende con la pratica, acquisendo esperienza e capacità con il passare degli anni, però ritengo che sia importante una formazione di base. Fondamentale per qualsiasi attività o disciplina, soprattutto se artistica.

    Per molti anni le scuole per DJ hanno rappresentato per i giovani qualcosa di affascinante e determinante per la loro professione. A parte alcuni casi, queste scuole o corsi sono però ora considerati inutili. All'estero invece ci sono addirittura delle cattedre universitarie che integrano seminari sulla professione. Proposi il corso per DJ e operatori musicali nel 1982, creando una vera scuola con relatori tra i più importanti del panorama musicale, non solo disc jockey, ma anche tecnici e discografici. Ancora oggi dopo avere contribuito alla formazione di alcuni tra i più validi disc jockey del panorama italiano, alla domanda Come posso diventare dj? rispondo di affiancarsi a un collega, seguirlo per assorbirne i segreti e i consigli, ascoltare e imparare dalle sue scelte e dai suoi errori, perché prima o poi l'occasione arriva: al suo primo mal di testa o per qualche impegno artistico, si può essere la persona più adatta a sostituirlo. Ma poiché non è facile trovarsi in questa condizione, per molti l'alternativa rimane quella di imparare da soli. Tuttavia la sola passione non basta.

    Dal 1972 nella mia gavetta le domeniche pomeriggio ho frequentato la discoteca Cichito, cercavo di immedesimarmi come il DJ, avevo imparato tutte le sequenze dei dischi. Il locale era prevalentemente estivo e io insistessi col proprietario per farmi proseguire la domenica pomeriggio in consolle. Il tutto durò due mesi poi, essendo un locale privo di riscaldamento, il proprietario chiuse il locale. L'anno seguente trovai un ingaggio alla discoteca Daikin, dove suonavo negli interventi, i riposini del gruppo.

    Oramai stavo entrando nel giro. Era il 1974.

    Poi lavoravo in un night sempre con la DJ Agengy sul lago di Garda tutte le sere escluso il Lunedì.

    Mi successe un fatto particolare: un cliente mi chiese se potevo suonare un brano di Frank Sinatra, così gli chiesi: «Va bene Stranger in the night?» Mi disse che andava bene e mi allungò 10mila lire (credevo fosse una leggenda metropolitana).

    Anni dopo che la discoteca CICHITO diventò OCEAN, una famosa marca specializzata di t-shirt chiese l'autorizzazione di stampare una locandina della discoteca Cichito, per la moda dell’epoca un cult. Io la acquistai in un negozio di moda a Padova.

    FOTO GALLERY ANNI '70

    CON LE COPERTINE DI CIAO 2001 HO COPERTO UNA PARETE DELLA MIA STANZA

    … QUESTO È UN VINILE

    La frase di apertura dei MASTER PER DJ - SCHOOL OF DJ: «Sembrava una palla da hockey, invece era un vinile prima della stampa di un acetato». I partecipanti erano stupefatti nel toccare con mano questo oggetto che dopo vari passaggi galvanici sarebbe diventato un vinile.

    LE MIE ORIGINI

    La mia cameretta era un punto di ritrovo per la mia compagnia di amici. Il sabato e la domenica pomeriggio erano dedicati alla ricerca di nuovi passi per valorizzare i 45 giri di successo, per divertirci in discoteca. Ognuno di noi portava i propri dischi e la particolarità era che i ragazzi entravano nella mia cameretta dalla finestra. Mia mamma lo sapeva, ma era contenta di ascoltare musica.

    Il vantaggio di essere sempre aggiornato veniva da mio fratello maggiore, suonava in un gruppo musicale, I Ragazzi Di Strada, li seguivo alle prove e ai concorsi che organizzavano. Li aiutavo a sistemare e smontare gli strumenti. Imparai molte cose, e con il tempo acquistavo sempre di meno gli album progressive dedicandomi ai 45 giri per farmi una mia discografia da discoteca. Dopo il mio giradischi Europhon acquistai un modello della Philips, con i cursori slide per bassi, medi e alti. Iniziai a propormi per fare delle serate nei locali in spiaggia, uno in particolare, lo stabilimento Sirenella aveva una consolle con due giradischi, ma non aveva il mixer né il pre-ascolto, solo un fader per passare da un giradischi all'altro. Allora dovevo ingegnarmi in mixaggi in sfumata e a strappo. Ma ero troppo giovane per dare una continuità e propormi tutte le sere, perché il giorno dopo lavoravo nell'azienda di famiglia di idraulica. Gli inizi di molti DJ erano simili ai miei, la cosiddetta gavetta: 1974/1975.

    I FESTINI

    I giovani non avevano la possibilità di frequentare i pochi club aperti di pomeriggio. Per motivi di età l'ingresso era riservato ai maggiori di 16 anni. Allora le compagnie trovarono un'alternativa creando dei festini nelle proprie case quando mancavano i genitori. Ognuno portava qualcosa, chi le paste, chi le bibite e naturalmente non mancava la musica dei 45 giri. Inizialmente si ascoltavano con il mangiadischi Penny, poi con le prime fonovaligie. In quel periodo girava una leggenda metropolitana: chi non aveva la ragazza doveva ballare un lento con una scopa.

    Ritornando alla musica, in gran parte degli anni Sessanta e metà Settanta dopo i lenti si usava creare una sequenza di balli come il twist, cha cha cha, rock’n’roll e samba. Il supporto più usato dai disc jockey era la radio. Gran parte delle hit stampate in Italia erano reperibili nei pochi negozi specializzati d'importazione. Esistevano anche degli abbonamenti come quello di Billboard, in Italia la Lab 3 di Milano. Uno dei DJ più fortunati nel reperire le novità era Fred Tay, musicista e disc jockeys con una fidanzata hostess all'aeroporto di Venezia-Tessera. A ogni viaggio di ritorno da NY gli consegnava le novità acquistate. Una particolarità di Fred era che quando presentava una novità diceva: «Questo è un disco di contrabbando».

    Ancora oggi i collezionisti di vinile sono numerosi e sempre a caccia di rarità nei mercatini. Tra i più ricercati i 45 giri che contenevano la canzone intera divisa nelle due facciate del singolo, parte 1 e parte 2. Le tecniche di mixaggio tra 45 giri erano principalmente sfumate o a strappo, molti usavano delle doppie copie per allungare la durata del disco. C’era anche chi usava i giradischi Thorens con trazione a cinghia e delle copertine di 45 giri o delle buste di nylon per migliorare la manovrabilità dei dischi.

    VUOI FARE IL DJ? ALLORA PAGA

    Questo è un approfondimento di un mio post pubblicato su Facebook tempo fa, in parte ancora attuale dopo il periodo delle restrizione dovute al Covid. Sembra comunque che sulla bacheca dei post e nei gruppi stessero ritornando i flyers pubblicizzando le feste come eventi, suonando in posti dove anni prima non sarebbero mai andati.

    Già a settembre del 2011 un amico, Enrico dj, mi aveva raccontato che aveva fatto una richiesta a uno dei locali più importanti, posizionato proprio di fronte alla mostra internazionale del Cinema al lido di Venezia. La richiesta era semplice: il DJ avrebbe portato l’impianto audio e si sarebbe occupato di realizzare i flyers in cambio di un compenso forfettario. Il gestore, alla proposta, rispose: «Non sei il primo a farmi questa proposta. Io non pago nessuno, ma se vuoi organizzare lo spritz party mi dai tu un tot di euro e ti arrangi a fare tutto, inclusi i permessi SIAE. Vedrai che con la pubblicità che ti fai grazie al nome del mio locale verrai chiamato per tantissime altre serate».

    Questa è solo una delle tante realtà che mi vengono raccontate quotidianamente e ne ho raccolte alcune per tracciare una verità che nel corso degli anni si è radicata nel mondo dei DJ. Personalmente non voglio giudicare nessuno o sentenziare su chi abbia torto o ragione, ma certamente anche i DJ hanno contributo a questo sistema del gioco al ribasso pur di lavorare anche in nero. Le modalità sono sempre le stesse: a fine serata il DJ viene chiamato in ufficio e con la scusa che non c'è stata gente o che i clienti hanno consumato poco viene offerto metà del cachet con la clausola prendere o lasciare. Questo capita spesso perché ci si affida ad accordi verbali e non si scrive quasi mai nero su bianco, soprattutto se non si è un DJ di fama che si affida alla propria agenzia di booking.

    Un caso lampante è quello accaduto a un mio collega dopo aver lavorato a uno spritz party, previo accordi con il gestore di un gettone di presenza. Al termine della serata ha dovuto assistere al pianto del gestore che con le solite scuse ha trattenuto 30 euro di consumazioni dalla metà del compenso pattuito. Non si pensa mai alle spese del DJ che per lavorare in regola deve iscriversi a una cooperativa per l'agibilità e la fatturazione, contemplando pure le spese per ottenere la licenza della SIAE per le copie lavoro. Ci vorrebbe un Sindacato serio, che esiste, ma a cui nessuno si iscrive. Poi ci sono le associazioni per DJ, ma questo è un terreno che ci porterebbe a una spesa unilaterale per l'iscrizione, con la sola soddisfazione di ottenere una tessera che li qualifichi.

    Vuoi fare il dj? Allora paga è solo una metafora, ma è la verità.

    IL 45 GIRI.

    IL SUPPORTO PIÙ USATO DA DISC JOCKEY E SPEAKER

    NEGLI ANNI '70/'80

    Nelle immagini notiamo una particolarità per capire quale lato del 45 giri era più suonato dai mangiadischi o dai jukebox: l’etichetta è più usurata, quindi è il lato più suonato.

    DISCO MUSIC PART 1

    Da una mia ricerca sulla discografia dei 45 giri sia italiani sia d’importazione a partire dal 1977 è emerso che non è mai apparsa sulle copertine dei dischi la dicitura Disco Music. Diversi brani suonati in discoteca e trasmessi in radio erano soul e funky, perché l'avvento delle nuove tecnologie, soprattutto delle nuove tastiere e dei synth, ha portato nel tempo a sostituire le sezioni di fiati e l'uso dominante delle chitarre. In Italia i dischi da discoteca venivano creati delle serie su 45 giri tipo Soul Explosion, Discoteque special e Disc jockey Series. Il fenomeno della disco music esplode con il film Saturday Night Fever e i brani erano contenuti nel doppio album che vendette all'epoca oltre 30 milioni di copie. Era il 1977.

    L'uso del termine venne naturale dopo il film La Febbre del Sabato Sera che faceva ballare tutto in mondo. Il fenomeno coinvolse un aggiornamento dei dancing e delle cosiddette sale da ballo; anche il pubblico si adeguò con la moda di andare a ballare il sabato sera, dopo una settimana di lavoro o di studio frequentare la disco li faceva sentire i protagonisti della pista, non più balli di coppia o al massimo in compagnia. Copiosa è la bibliografia dedicata alla disco music, certo che Giorgio Moroder fu tra i primi, con l'album Love To Love You Baby, a creare un nuovo sound, ma con la canzone I Feel Love e il remix diventò un cult della disco music. A conferma questo estratto: nel 1977 a Berlino Brian Eno e David Bowie erano in studio

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1