Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Figli del Caos
Figli del Caos
Figli del Caos
Ebook159 pages2 hours

Figli del Caos

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Nella prima parte dell'opera l'autore cerca di definire l'ABC della formazione manageriale in maniera molto sintetica e senza voler essere esaustivo . Gli argomenti indicati si riferiscono ad argomenti che hanno attinenza con la sfera comportamentale degli individui a completamento di qualsiasi tipo formazione specialistica scolastica , che si da per acquisita .

In aggiunta a questi punti che sembrano di per se deterministici ed assoluti l'autore ricorda che tutte le vicende umane vengono vissute all'interno di un sistema " caotico" dove a nessuno è dato conoscere il modello matematico che lega gli eventi tra loro . Persino le scelte formative di ogni individuo che possono apparire volontarie in realtà sono il risultato di un iter decisionale al quale hanno lavorato inconsciamente molte persone al di fuori di noi, loro stesse guidate da una legge sconosciuta.

Nella seconda parte dell'opera sono elencati i personaggi che hanno inciso sulla vita e l'attività manageriale dell'autore e che hanno contribuito al suo profilo umano. Ancora una volta la sequela di personaggi descritta non è sicuramente frutto di una volontà messa in atto dal protagonista ,ma il risultato di una casualità straordinaria che ha prodotto effetti formativi unici e irripetibili.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateJan 17, 2023
ISBN9791221456639
Figli del Caos

Related to Figli del Caos

Related ebooks

Psychology For You

View More

Related articles

Reviews for Figli del Caos

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Figli del Caos - Sergio Benini

    PARTE PRIMA

    Noi siamo nati deboli, abbiamo bisogno di forza; impotenti, abbiamo

    bisogno di aiuto, sciocchi, abbiamo bisogno della ragione. Tutto ciò

    che ci manca alla nascita, tutto ciò che ci serve quando arriviamo

    alla proprietà di un uomo, è il dono dell’istruzione.

    (Jean-Jacques Rousseau)

    PREMESSA

    Nella storia della cultura aziendale abbiamo assistito ad una evoluzione di concetti e principi che oggi ci sembrano scontati mentre in realtà ci sarebbe risultato difficile comprenderli fino ad alcuni decenni orsono .

    La verità è che il profilo del manager si è adattato progressivamente ai bisogni del sistema macroeconomico in misura più rapida dell’adeguamento delle materie di insegnamento scolastico in un mondo che cambiava velocemente.

    Ci fu un momento nel quale il problema era PRODURRE ed allora abbiamo visto che la carriera all’interno dell’azienda vedeva il bravo tecnico diventare capo reparto ,poi direttore tecnico poi ancora direttore generale . In altre parole in azienda faceva carriera chi aveva un bagaglio di conoscenze tecnico scientifiche . Una volta poi risolto il problema di produrre bisognava VENDERE i prodotti che tutti erano in grado di fabbricare ed ecco allora che il manager di riferimento diventava il commerciale , l’uomo del marketing il quale saliva tutti i gradini possibili della carriera, da venditore poi capo area, poi direttore vendite poi direttore generale.

    In Italia con lo Statuto dei Lavoratori ( Legge 20 maggio 1970, n. 300 )

    ed in altre parti del mondo con evoluzioni culturali diverse si sono rese indispensabili al manager competenze di tipo sindacale e psicologico-comportamentale che fino ad allora erano rimaste trascurate . In questi anni per produrre e vendere con profitto ora bisognava motivare i collaboratori e quando c’erano da fronteggiare vertenze sindacali bisognava negoziare e trovare compromessi . In quei momenti gli uomini del PERSONALE cominciavano ad aumentare progressivamente il loro potere ed ecco allora che da reclutatore di maestranze si passava a responsabile alle relazioni industriali , a direttore del personale fino a direttore generale specialmente in aziende labour intensive .

    La crisi petrolifera degli anni 70 ha trasmesso una grande fragilità al sistema economico industriale ,molto più evidente in Italia che non in altri paesi europei.

    Il problema in quegli anni e nei successivi era di capitalizzare le aziende oppure acquisirle per formare gruppi più grandi e più solidi , o addirittura liquidarle. L’importanza della FINANZA divenne essenziale ed irrinunciabile per cui in azienda il potere andava concentrandosi sempre più nelle mani degli amministrativi e finanzieri , i quali, da ragioniere della contabilità potevano salire fino ai livelli più alti della direzione generale .

    Negli anni moderni , caratterizzati da un alto tasso di innovazione ed una altrettanto alta diffusione delle business school , il manager ha assunto una connotazione ORIZZONTALE per distinguerlo da quella VERTICALE della carriera sviluppata all’interno della funzione aziendale di provenienza . Per manager orizzontale si intende una figura di professionista che abbia acquisito conoscenze e maturato esperienze nelle diverse funzioni aziendali come produzione, vendita, contabilità, personale ecc . Questo nuovo tipo di manager, già diversi anni orsono, doveva aver acquisito competenze eterogenee ed avere una formazione la più completa possibile in ogni ambito aziendale . In aggiunta alla preparazione tecnico specialistica ( Ingegneria, Marketing , Finanza e Contabilità , Personale ) , doveva curare e fare propri i principi delle SCIENZE COMPORTAMENTALI che sono di chiara natura analitico-psicologica , materia che normalmente non si trova nei piani di studio di ingegneri, uomini di vendita e amministrativi.

    La tener presente che poi la completezza della formazione garantisce un miglioramento personale dell’individuo anche nella sua vita privata in quanto pone al centro l’UOMO con la sua natura , le sue debolezze e le sue qualità.

    L’uomo che s’incammina verso la carriera manageriale, alla stessa stregua di qualsiasi uomo nel percorso della sua vita, evolve in ragione delle relazioni umane , personali, e collettive che la sorte gli riserva . Il termine sorte altro non è che lo pseudonimo di altri concetti come destino , fortuna, caso che nessuno è in grado di prevedere per se e per i propri cari. Nessuno potrà dirci in anticipo chi incontreremo e ,anche se fosse possibile, non sarebbe certamente possibile sapere come questo incontro potrà influenzare il nostro essere e il nostro destino futuro. La variabile tempo concorre poi a complicare la previsione di scenario . Le espressioni: l’uomo giusto al momento giusto oppure essere nel luogo giusto al momento giusto sono entrate nel nostro linguaggio comune e testimoniano l’impotenza umana di assumere il ruolo di regista della propria della vita . Quando non riusciamo ad interpretare una legge cosmica e quando ,smarriti , ci rifugiamo nella religione allora ci sentiamo veramente fragili poiché la nostra mente razionale non può accettare di rinunciare a spiegare i fatti , tutti i fatti che vengono messi in un unico contenitore chiamato caos . Certo abbiamo fatto tutto quello che si doveva fare , abbiamo studiato, abbiamo imparato, siamo anche cambiati, tuttavia il percorso della nostra vita potrà essere influenzato da ben altro . Ciononostante non dovremmo essere fatalisti inerti e rassegnati, ma continuare ad evolvere mettendoci del nostro per essere almeno un aiuto-regista. In altre parole è consigliabile affrontare l’indeterminazione del caos opportunamente equipaggiati di cultura e formazione.

    NdA

    Nella nostra dissertazione si trovano solo alcuni principi fondanti del MANAGER ORIZZONTALE ben lungi dall’avere la pretesa di dire l’ultima parola sull’argomento . L’unico criterio adottato è stato quello di essere semplici e chiari .

    Nota :

    Istruzione è imparare ciò che non sapevi nemmeno di non sapere.

    [Education is learning what you didn't even know you didn't know].

    Daniel J. Boorstin, 1970

    LE COORDINATE DEL NOSTRO ESSERE

    Se osserviamo la bilia di ferro che si muove all’interno di un flipper possiamo osservare che la sua traiettoria non è per niente prevedibile . Da destra a sinistra dall’alto al basso ,poi ancora a sinistra ma un po’ più basso ,poi un po’ meno in altro e poi fortemente in basso . La forza di gravità la spinge verso la parte bassa del piano inclinato e la costringe a subire diverse sollecitazioni di piccole leve comandate dall’esterno e da azionamenti automatici che agiscono su di lei quando vengono sollecitati.

    In alto nel display di un quadrante si accumulano punti di merito derivanti dal tipo di percorso della pallina e determinano il grado più o meno eccellente del percorso stesso prima che si inabissi in una fossa che la fa scomparire e la dichiara fuori dal gioco .E’ ovvio che poi un’altra pallina verrà lanciata e subirà la stessa sorte caotica ed imprevedibile ,ma le due palline tra loro non hanno nessuna relazione mentre tutto quello che avranno fatto insieme compare cumulato sul display del contatore punti.

    Nella vita di ognuno di noi ricopriamo inevitabilmente il ruolo della pallina del flipper e finiamo per avere più o meno la stessa sorte.

    La forza di gravità che determina il moto altro non è la vita a cui siamo stati chiamati ed il tempo che scorre. Le sollecitazioni che riceviamo e che determinano i nostri piccoli o grandi cambi di rotta sono generate da fatti imprevedibili contro i quali andiamo a sbattere inconsapevolmente ed anche da spinte o attrazioni generate da azionamenti mobili comandati dai nostri simili con i quali siamo entrati in contatto casualmente senza una reciproca volontà apparente.

    Ora la pallina del flipper a cui ci siamo paragonati è diversa da noi solo per il fatto che è inerte , priva di volontà propria , mentre noi pensiamo di poter influenzare la nostra rotta comandando le nostre azioni ed i nostri comportamenti . Anche se questa convinzione è parzialmente vera dobbiamo sempre tenere in grande considerazione gli effetti del caos nel quale siamo immersi forse da prima della nostra nascita , effetti che noi non riusciamo a controllare , ma che possono condizionare continuamente il nostro essere e la nostra personalità. Le persone che incontriamo nella nostra vita non le abbiamo sicuramente scelte noi da un elenco teorico ed il modo con cui siamo stati influenzati è almeno simile al modo con cui noi abbiamo influenzato loro.

    Se è vero che lo stato di un sistema riassume in se tutta la sua storia passata allora ognuno di noi è un soggetto irripetibile ed unico , simile forse ,ma mai uguale. E se tentiamo di misurare la nostra caratura in un determinato momento della nostra vita dovremmo per forza accettare l’idea che noi siamo quello che siamo stati ,includendo in questo tutto lo scibile , cultura, preparazione, esperienze, carattere, errori, successi, persone, loghi, situazioni e così via , chi più ne ha più ne metta.

    LA MOTIVAZIONE

    L’elemento motivazionale è fondamentale in qualunque processo formativo . Senza motivazione tutte le forze che vengono messe in gioco sono quelle della fuga , della rinuncia, e dell’inerzia. Con la motivazione tutto il nostro potenziale umano viene messo a disposizione dell’individuo , comprese doti e risorse che non si pensava di avere.

    Secondo Maslow è possibile classificare i livelli motivazionali degli individui ed è possibile capire conseguentemente lo stato dei bisogni che l’individuo tende a soddisfare .. La scala di Maslow classifica i bisogni in maniera progressiva ( è una scala !) partendo dai bisogni PRIMARI o IGIENICI che sono bisogni legati alla fisiologia dell’individuo come respirare, mangiare, dormire . Si arriva poi ai bisogni di SICUREZZA che sono quei bisogni di protezione che spingono l’individuo a proteggere se stesso e la famiglia ed a trovarsi a disagio quando avvertono dei pericoli. I bisogni di PARTECIPAZIONE sono quelli che condizionano la nostra azione quando , soddisfatti i bisogni primari e di sicurezza , noi vogliamo concorrere alla presa di decisione , quando vogliamo essere attivi ed esprimere la nostra opinione. Il bisogno di affermazione nella vita pubblica e privata costituisce l’elemento che determina la nostra motivazione . Lo status sociale e l’opinione che gli altri possono avere di noi , cioè la STIMA, diventa un obiettivo da perseguire al quale normalmente dedichiamo molte energie. Una volta appagati uno dopo l’altro tali bisogni ,nell’esatta sequenza su indicata , ci poniamo il problema di trovare conferme ed apprezzamenti per quello che siamo stati , per le azioni intraprese e per qualche importante decisione che abbiamo preso nella nostra vita . Il bisogno dell’AUTOSTIMA normalmente iniziamo a riscontrarlo alle soglie della maturità quando ci poniamo la domanda di chi siamo e quando ,alla fine dei nostri ragionamenti . la considerazione che facciamo è che siamo quello che siamo stati e questa affermazione può anche diventare una sentenza inconfutabile.

    Da queste considerazioni è evidente che l’elemento propulsivo delle nostre azioni è la MOTIVAZIONE nel cercare di soddisfare ,uno dopo l’altro, i bisogni umani . E’ quasi certo che il tentativo di soddisfare tali bisogni saltandone qualcuno possa produrre in noi un grave stato di grave squilibrio che poi rimane difficile gestire

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1