Non solo Storie
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Sono storie che destano un’accesa curiosità, a metà strada tra l’avventura e il mistero, e si prestano a coinvolgere i lettori più giovani ma non solo.
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Anteprima del libro
Non solo Storie - Liliana Maggioni
Liliana Maggioni
Non solo Storie
Racconti per ragazzi
© 2022 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma
www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com
ISBN 978-88-306-6074-8
I edizione luglio 2022
Finito di stampare nel mese di luglio 2022
presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)
Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa
Non solo Storie
Racconti per ragazzi
Ai miei nipoti,
mie fonti di ispirazione e miei primi lettori.
L’UOMO CHE DIALOGAVA CON SE STESSO
Seduto sull’argine del fiume un uomo si infilava faticosamente un paio di calzini sporchi e rotti.
Nel cielo i raggi di un tiepido sole tentavano di riscaldare una giornata presumibilmente primaverile.
Da tempo non si curava più delle stagioni e delle date. L’ora per lui non aveva la minima importanza, la sua vita era regolata solo dai bisogni corporali: dormiva dove si trovava e mangiava quando aveva fame, o meglio, quando trovava qualche cosa da mettere nello stomaco.
Era intento nel sistemare due pezzi di spago che dovevano servirgli da lacci per le scarpe, quando alcuni gabbiani gli si avvicinarono.
Erano attratti dai suoi alluci che sembravano grossi insetti, coronati da unghie irregolari e circondati da un collarino di fili pelacciosi.
Spiccavano sul colore indefinito delle calze: deformi e grinzosi com’erano, avevano un’aria malinconica, ma trasmettevano ilarità.
«Scio’! Scio’! Scio’! Via, bestiacce!» Sventolava due calzature sgangherate e spaiate nel tentativo di farli allontanare. «Scio’! Scio’! Via! Non avrete scambiato le mie dita per delle succulente prede?» Maledetti uccellacci sempre pronti ad avventarsi su qualsiasi cosa in movimento!
Una volta non la pensavi così! Un tempo amavi gli animali, li avvicinavi, li sfamavi, ti intenerivano.
Una volta, una volta! Non mi ricordo più quello che pensavo una volta!
Si incamminò lentamente senza una meta, la testa bassa, il viso affondato nella massa pelosa dei capelli e della barba.
Una mano chiusa a pugno nella tasca sfondata di un indumento indefinibile e incolore, l’altra fasciata in un brandello di lana e appoggiata su un bastone storto e nodoso.
Osservava la sua immagine scura e informe nelle vetrine dei negozi e stentava a riconoscersi. Si sbirciava di sottecchi e non percepiva nessuna forma umana a lui familiare.
Certo che metti proprio paura! Capisco perché i bambini quando ti incontrano scappano e piangono e quelli più grandi ti beffeggiano.
Non li sopporto quegli stupidi mocciosi e se mi vengono ancora vicino, quelle piccole bande di delinquenti, li rincorro a bastonate.
Ah! Ah! Ah! Ma chi vuoi rincorrere? Non vedi che a mala pena ti reggi in piedi e non riesci quasi a camminare? Una volta sì! Eri bello ed elegante, forte e atletico, allora nessuno si permetteva di prenderti in giro!
Se ero come dici, come ho fatto a ridurmi in questo stato? E poi... una volta è tanto tempo fa... non mi ricordo più come ero una volta!
Quando si trovava in prossimità di una panchina libera, affrettava i piccoli passi insicuri, si avvicinava guardingo e ne prendeva possesso sdraiandosi completamente.
Fingeva di dormire, ma in realtà osservava il via vai e studiava il comportamento e il modo di vestire dei passanti.
Guarda un po’ quelle ragazze! Il viso impiastricciato, le gonne microscopiche, le camicette trasparenti... sono praticamente nude! Non c’è più morale, è scandaloso!
Non c’è niente di male, mettono solo in evidenza la loro prorompente bellezza. Un tempo non le