Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Le sette direzioni
Le sette direzioni
Le sette direzioni
Ebook201 pages2 hours

Le sette direzioni

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Le sette vicende narrate, nei loro più svariati aspetti, sono indipendenti tra loro, sebbe-ne ognuna rispecchi sempre l'impronta dell'autore, anche quando si cala nei panni dei suoi personaggi femminili. Egli elabora il messaggio a trecentosessanta gradi che intende inviare, iniziando con la prima storia, in cui traccia il più alto livello spirituale dell'uomo che sorpassa anche quello degli stessi dei; successivamente nella discussione allegorica tra la pace e la guerra per bocca di due donne; più avanti nel sogno incantato di un bambino; in quella seguente con l'evento universale del grande Spadaccino; poi l'erotica e violenta esperienza, la prima voluta e la seconda subita, di una giovane adolescente. Di tutt'altra impronta, invece, il dialogo tra un prelato, un cavaliere e un libertino, nella conoscenza durante il loro viaggio con uno strano vagabondo. Infine, l'esperienza riassunta di vita vissuta e in parte romanzata dello stesso autore in fabbrica, narrata per bocca di animali, simbolicamente nei ruoli dei titolari e dei dipendenti, senza, però, venir meno alla realtà di quegli ambienti di lavoro collettivo.

'Le religioni sono fatte per le anime, non per lo Spirito' www.armandodolcini.it
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateOct 25, 2022
ISBN9791221434415
Le sette direzioni

Read more from Armando Dolcini

Related to Le sette direzioni

Related ebooks

General Fiction For You

View More

Related articles

Reviews for Le sette direzioni

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Le sette direzioni - Armando Dolcini

    NON STA FORSE

    SCRITTO CHE VOI

    SIETE DEI?

    Mentre i possenti dei oziavano annoiati nel proprio Olimpo, un ricercatore tutto solo accedeva nel loro reame suscitando in parte la loro curiosità.

    Dopo aver sentito parlare in modo indistinto nel corso della loro esistenza, che sulla Terra quella creatura che miravano a volte sa padroneggiarsi con arroganza come assoluto dominatore, in altre circostanze invece, sa dichiararsi umile alla stregua della più piccola creatura vivente, alcuni di essi si chiesero difronte al curioso incontro con quell’entità che su una barca a vela solcava tranquillo l’Oceano cosmico: - Ma chi è questa potenza divina così piccola ma capace di entrare nel nostro regno?

    Chi è questo navigatore e scrutatore di orizzonti senza fine, che sa amare e odiare più di noi e che, oltretutto, osa andare oltre i nostri confini con estremo coraggio e audacia? Che viaggia col potere di una forza che lui chiama amore, o a volte anche conquista?

    Eppure, questo nume così piccino in confronto a noi, mosso da buoni o cattivi pensieri, nasconde in sé una volontà che nemmeno noi possediamo.

    - …È l’uomo! Rispose una Voce tuonante che sorprese i titani.

    - In lui ho posto l’inizio e la fine di tutte le cose, l’evolversi e l’involversi della vita, i mutamenti del Cielo e della Terra.

    In lui ho posto il bene e il male, la luce e le tenebre, la storia passata e futura in un presente drammatico gioco esistenziale, nel quale Io mi celo in lui con tutta la Mia potenza e conoscenza, da renderlo così capace di sorprendere tutte le Mie creature universal-cosmiche, giacché l’ ho fatto a Mia somiglianza.

    A colui che prenderà la sua barca per navigare oltre i confini del mondo duale e che Mi porrà al di sopra di ogni cosa materiale e di limitazioni religiose, Io gli aprirò le porte della conoscenza trascendentale, fino a condurlo alla Mia quinta sfera, il suo scopo finale, nella quale Io Stesso iniziai la Mia creazione celandoMi nella foggia Trina e poi scendendo via via nei mondi fenomenici.

    Nessun ricercatore sincero ha mai arrancato nel buio dell’ ignoranza, poiché ad ogni trivio del suo percorso, da vita con vita nei vari piani esistenziali, ho posto delle stelle che illuminassero loro il cammino, in modo che nessuno potesse sbagliar fine, giacché la loro Casa è al di là del vostro reame e che soltanto l’uomo vi può giungere.

    E voi sarete tra quei fati che gli illumineranno l’ultimo viaggio.

    Le parole si dileguarono nello spazio infinito e gli dei, dopo aver ascoltato quella Voce di un’autoritaria dolcezza, azzittirono guardandosi a vicenda sorpresi e meravigliati.

    Compresero quindi, che quella piccola creatura che osservavano era l’uomo, ed era assai più grande e potente di loro.

    Alcuni di essi, mossi da umiltà e curiosità, vollero fare la sua conoscenza.

    Sulla barca stava un vecchio seduto con la testa appoggiata al gomito, lo sguardo in avanti, gli occhi trasognati e un sorriso da bambino.

    - Buon uomo, chi siete? Come vi chiamate? Chiese un possente.

    - Oh! Il mio nome l’ho lasciato sulla Terra dalla quale provengo, come pure tutte le cose che mi appartenevano.

    Quando decisi d’intraprendere questo viaggio, capii che dovevo perdere ogni cosa per essere veramente libero e poter seguire la mia meta. Unico mezzo, il cuore, che è questa barca e che mi porterà dove solo essa lo sa.

    Ma, adesso che mi avete svegliato non so più dove sono, o dove devo andare. Ho forse sbagliato strada? O sono già arrivato alla mia meta? Domandò loro il vecchio trasognato.

    Le divinità lo guardarono quasi con venerazione e scuotendo la testa sorridenti gli risposero: - Non hai smarrito la strada, ciò che tu aneli, probabilmente è oltre quell’orizzonte! Gli indicarono i giganti a braccio teso.

    - Non puoi sbagliare, non ci sono più trivi da qui in poi, anche se, fino a un momento fa, pensavamo che questa fosse l’ultima meta paradisiaca. Quando una Voce, invece, ci ha detto che sopra di noi c’è ancora qualcosa di più grande e infinito, e che per giungervi bisogna passare attraverso le esperienze e le rinunce dell’uomo. Ecco perché nonostante noi siamo divinità, non abbiamo ancora potuto conoscere. Ma adesso nutriamo il desiderio di farci uomini, per ambire a quella meta finale.

    Il vecchio rimase sorpreso di trovarsi già per incanto nel regno degli dei e non lontano dal suo ultimo traguardo.

    Lacrime di gioia versarono i suoi occhi felici e senza lasciarsi attrarre da quella magia e con l’augurio e un po’ d’invidia da parte dei colossi si avviò; però, le sue forze nel ripartire stentavano a riprendersi.

    Allora, alcuni di essi per aiutarlo nell’ultima navigata, soffiarono forte sulla sua vela gonfiandola, spingendolo verso quell’orizzonte infinito, dove loro in quello stato d’essere non avrebbero mai potuto andare.

    L’uomo mentre si allontanava, li salutò ringraziandoli…

    - Aspetterò anche voi.

    Gli dei lo osservarono intanto che scompariva nella polvere di stelle.

    - Ha proprio avuto un grande coraggio e una fede insormontabile! Esclamò ammirata una divinità.

    - Sì, è vero! È stato molto coraggioso. Confermarono altre.

    Poi, riunitesi in gran consiglio con premura, proposero alcune soluzioni sul da farsi perché anche loro potessero un giorno andare dove quell’uomo era diretto.

    Tutti gli dei furono d’accordo e favorevoli nel voler scendere subito sulla Terra, per calarsi nelle spoglie umane e sperimentare la vita e la morte antropica, più e più volte, con tutte le sue dualità temporali.

    Alcuni di loro, però, riflettendo preoccupati dissero: - E se nel frattempo, dopo la nostra dipartita arrivassero altri uomini, chi indicherebbe loro la strada per giungere all’Assoluto?

    Essendo noi gli ultimi fati che gli illuminano il terminante viaggio, come c’è stato ricordato?

    Arrivando qua, alcuni potrebbero pensare di essere giunti alla meta e concludere la propria ricerca come pensavamo noi, oppure, di aver perso la strada e perdere fatalmente la speranza.

    - È vero! Potrebbe esserci questo rischio. Confermò all’unisono la maggior parte dei presenti.

    Dopo varie proposte, stabilirono che, per aiutare quelle ardite persone, sarebbero discesi sulla Terra in ordine di classificazioni, dovuto a un preciso disegno Divino, nonché, di volta in volta con la stessa frequenza di quanti uomini sarebbero ascesi a loro.

    Di conseguenza, anch’essi a tempo debito, avrebbero potuto entrare così nella quinta sfera, nell’origine stessa di tutte le cose create e succedute.

    DUE RAGIONI DI

    VITA E

    UNA VERITA’ SOLA

    Un giorno, la pace e la guerra per bocca umana e sotto spoglie femminili, decisero d’incontrarsi e cessare per un momento le ostilità, per stabilire una volta per tutte, chi poteva aver più logica nel momento di far valere le proprie ragioni, secondo i mezzi e i modi che ciascuna disponeva.

    Così, decisero di vedersi in un campo neutro e con un simbolico testimone.

    Sotto le fronde di una secolare e maestosa quercia, si trovarono faccia a faccia la guerra e la pace.

    La prima era robusta, una vera amazzone, tutta agghindata di armatura; aveva la fronte corrugata e gli occhi un po’ sospettosi, capelli corvino, labbra rosso fuoco e un sorriso fiero.

    L’altra invece, era più esile, chioma bionda come il frumento maturo, labbra rosee e un sorriso dolce ma determinato, con uno sguardo che dimostrava di essere serena e fiduciosa, una vera diplomatica insomma, però, entrambe intenzionate a far valere le proprie ragioni.

    - …Hai visto che si può discutere anche facendo tacere le armi. Affermò la fautrice della pace con voce pacata e una punta di orgoglio.

    - Certo che si può!

    Quando però nessuno ti aggredisce, o si dimostra ostile nei tuoi confronti. Rispose invece sicura e fiera la sostenitrice della guerra.

    - Lo sai almeno quante persone ti odiano e ti detestano per il modo che hai di far valere la tua ragione? Incalzò la bella bionda sapendo di avere un dato a proprio favore.

    - Secondo le dichiarazioni pubbliche sì, giacché sono pochi quelli che dichiarano apertamente di amarmi ma, quando si presenta il momento in cui la tua ragione non ha la forza di far riflettere la controparte, ecco che i singoli rappresentanti o i governi, ricorrono alla mia persuasione che è determinante.

    Allora, cominciano a diffondere al popolo la mia ragione e questi, comincia ad accarezzarmi e ad amarmi nel modo di nazionalismo, patria, gloria e avvalorando nei militari esempi di eroismo. Non puoi negarlo questo, è comprovato da secoli e secoli e non solo nelle dittature. Le rispose convinta.

    - Non lo nego. Ma io ne faccio anche a meno. Preferisco sempre persuadere pacificamente che non con la forza. Ribatté la diplomatica piuttosto indignata.

    - Bene!

    Allora comincia ad abolire le frontiere e a far chiudere le fabbriche armiere.

    Solo con questi principi di distensione, potrei forse non servire a niente ma, fintanto che non cambieranno le mentalità con le regole del sospetto e della supremazia della forza, nonché quello della superiorità di razza, io esisterò sempre per taluni a proteggerti e per altri a minacciarti o a sconfiggerti. Sappi, che è proprio quando gli uomini sono in te e cioè in pace, che essi si impegnano maggiormente a costruire armi sempre più potenti, col dire di non usarle mai, ma, come dichiarò un famoso generale e proclamatosi poi imperatore, ‘con le baionette si può fare di tutto, tranne che a sederci sopra’. Concluse l’amazzone con un sorriso ironico.

    - Con la mia stessa diplomazia, non ha mai pianto nessuno, né ho portato lutti nelle famiglie e odio tra i popoli.

    - Sì, però quante ingiustizie!

    Ci sono Nazioni ancora da riconoscere e popoli sfruttati per il vile interesse egoistico di pochi e di chi sta bene, nonché per il solo sviluppo socio-industriale dei medesimi.

    In quanto ai lutti, ogni giorno nel mondo in tempo di pace, centinaia di vittime muoiono solo per alcol e droga, altrettante quelle che vengono uccise da chi è sotto questi effetti, poi vanno aggiunte coloro che periscono sul lavoro, o sugli altari delle competizioni tecnologiche e sportive in ogni campo, non di meno, a mo’ di pazienti in quelli farmacologici sulla salute fisica e mentale e questi decessi, tutti giustificati quando serve, come errori umani, o ben mascherati nel modo di fatalità inevitabili.

    È vero, che molte volte la scienza, ma più la chirurgia, salva delle persone, ma spesso la prima ne mantiene in vita molte altre come clienti più che pazienti e poi li fa morire per altre malattie da effetti collaterali.

    - Non ha niente a che vedere con l’odio e col sangue che spargi tu nei combattimenti fra le civiltà di ogni cultura. Ribatté l’esile bionda, sentitasi disarmare.

    - Ah, finiscila con queste sciocchezze propagandistiche! Il sangue lo si versa anche quando ci si taglia casualmente, o per qualche incidente proprio o dovuto per distrazione di altri, e in quanto all’odio, io rimescolo le carte delle alleanze tra le Nazioni; i nemici a volte diventano amici e viceversa, e dalle rovine risorgono poi città ed economie più forti.

    Comunque, carissima pace, sappi, che tu ed io siamo solo gli effetti e non le cause dell’uomo.

    In questo caso, avremmo dovuto prendere a movente lui, che è l’artefice di tutto quanto nel bene e nel male, ma siccome si nasconde sempre dietro a tante apparenze fatte di convenienza e perbenismo, tanto vale che ne discutiamo ancora noi due e chissà che a qualcuno non gli cada la maschera.

    - Su quest’ultima analisi concordo, ma non su quella precedente! Puntualizzò pacatamente la diplomatica, però, sempre determinata a spuntarla.

    Rifacendosi al discorso appena esposto, la cavallerizza guardò la controparte in modo più amichevole dicendole:

    - Strano a dirsi, eppure, quando la mia ragione prevale, durante i conflitti, o in missioni eroiche, possono nascere fra i soldati grandi amicizie o fratellanze e dar loro un senso e un significato alla vita che in tempo di un marginale pacifismo, non li avrebbero mai toccati.

    - Sì, però, solo in alcuni casi. A chi è toccato il lutto e la distruzione, non credo che ti amino o ti esaltino per il modo che hai di farti conoscere.

    - È chiaro, che io non sono la risoluzione perfetta del modo di dialogare dell’uomo, ma tu non devi vedere solo da un lato, giacché nemmeno nel tuo stato di assoluta pace mondiale, miglioreresti l’uomo spiritualmente.

    Io, su questo, sono più realista di te, dacché so che non avrei ragione di esistere se ciascun uomo camminasse sul proprio sentiero, perché in codesti animi, non essendoci una causa di ostilità in loro, quindi non ci sarebbe di conseguenza il mio effetto.

    Però, come ben sai, o forse fingi di non sapere, tu, nel tuo stato d’essere in generale, purtroppo, non sei di questo mondo, ma puoi sussistere soltanto nei cuori dei sopraccitati uomini individuali. Concluse la scura di capelli con parole argute.

    - Hai detto bene!

    In quei cuori non può esserci il tuo effetto, perciò, non può che albergarvi la mia causa e dovunque!

    - Tu non sei la pace che è nel vero uomo e che io ammiro, tu sei solo pacifista o pacifismo che io combatto e detesto,

    - le rispose in tono aspro, poi continuò - in questo mondo duale non puoi esistere senza di me, cara pace, poiché nel tuo stato di vita apparentemente tranquillo, ribollono animi perversi, dilaga il materialismo e il fanatismo con i suoi rispettivi idoli materiali e religiosi.

    Sappi, che si comincia a litigare ancora da bambini, nonché tra fratelli, poi, alcuni da grandi con i genitori.

    Successivamente nella contrastante vita sociale e di quartiere, dopo, per qualche schieramento sportivo o di partito, per arrivare infine al nazionalismo politico e alle divisioni religiose.

    L’uomo, via via, nel perdere la consapevolezza della propria coscienza, si abbandona così a violenze strumentali di ogni genere, da quelle fisiche a psichiche, nonché quelle perpetrate legalmente o meno, nei vari laboratori quotidianamente, sia sugli uomini che sugli animali e quest’ultimi in più, nell’essere uccisi anche a mo’ di sport o per interesse. Puntualizzò tristemente l’amazzone.

    - Appunto perché ci sono già queste violenze e questa mancanza di fratellanza o, diciamo pure d’intelligenza, che ancor meno è necessaria la tua ragione.

    - Non capisci, che finché albergheranno negli uomini quei sentimenti, la tua ragione è solo un’idea astratta, faziosa e bugiarda, essendo mascherata di buonismo e pacifismo religioso. E, a proposito di quest’ultimo termine, che tu sbandieri volentieri come tuo baluardo, sarebbe bene fare un po’ di chiarezza sulle religioni monoteiste, soprattutto quella di casa nostra, la Chiesa cattolica apostolica romana, che per ipocrisia eccelle in tutto.

    Basti pensare alla doppiezza nel proclamarsi a parole paladina della pace e poi benedice le mie armi, affinché i militari possano usarle senza sentirsi

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1