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Il Protagonista e altre storie - Memorie di mio padre
Il Protagonista e altre storie - Memorie di mio padre
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Il Protagonista e altre storie - Memorie di mio padre

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About this ebook

Con grande affetto per il genere umano e in memoria di mio padre ho deciso di pubblicare questo libro, perche non vada perduto.

Si svolge in tre parti;

un diario di miei ricordi

alcune storie che scrisse mio padre per regalare a famiglia e amici, dedicate all'amicizia e relazioni umane. Scriveva per spingerci a ricordare chi siamo veramente. Ci voleva bene.

Da tutto questo nacque il suo libro "Il Protagonista" , mai pubblicato. La storia di un uomo, la sua esperienza di perdita e rinascita e dei suoi sogni d'altri mondi. Un altro granello di sabbia.

A 25 anni dalla sua scomparsa, questo suo racconto potra' finalmente trovare un pubblico di lettori curiosi.

Quante persone credono di essere speciali e io per prima! In effetti lo siamo tutti.

Siamo gli artisti e l'opera d'arte.

Siamo tutti Protagonisti!

Vi auguro buona lettura creatori potenti. Io Sono.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateOct 12, 2022
ISBN9791221425154
Il Protagonista e altre storie - Memorie di mio padre

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    Il Protagonista e altre storie - Memorie di mio padre - Elena Divitini

    CHI ERA MIO PADRE.

    IL PROTAGONISTA E LE SUE STORIE

    2017

    Un omaggio a mio padre, un libro alla sua memoria.Per lui che visse per creare bellezza, abbondanza e amore, una vita gioiosa e felice. Anche se poi le cose non vanno sempre come si vorrebbe.

    Questa è la migliore occasione per dimostrare la mia gratitudine, raccontare come la sua personalità ha influenzato e alimentato la mia crescita. E far pubblicare i suoi racconti.

    Da piccola pensavo che tutte le persone nate qui, solo per il fatto di essere vive su questo bel pianeta Terra, quando si incontravano erano contente e si diventava forse buoni amici. Pieni di curiosità di imparare cose nuove, fare esperienze diverse, ricevere e dare buoni consigli e nuove favole e risate colme di sincero affetto.

    Conoscere qualcuno di nuovo per me era bellissimo, era come aprire un nuovo regalo, un nuovo gioco, un nuovo libro.

    A quei tempi mi dicevano spesso: Chi trova un amico trova un tesoro.

    Con il passare degli anni, poi, la vita e la società mi hanno fatto capire che questa mentalità è naïf, ingenua, stupida. Che delusione rendermene conto… e poi che vergogna! Quante contraddizioni! Sentire che tutto il tuo mondo è stupido! Sentirmi ignorante e sentirmene pure in colpa.

    Io che mi sentivo così forte e coraggiosa, che ero così aperta verso tutto e tutti.

    Ho cominciato piano piano a chiudere porte e a nascondermi dentro me stessa. Solo i mie genitori sembravano capirmi, con un infinito amore che ho sempre rispettato moltissimo.

    Mi resi conto di avere avuto un’infanzia meravigliosa, piena d'amore e di natura, ma molto più tardi.

    Se fossi ancora piccola direi: "Mio papà è bravissimo, aiuta sempre la mamma con i pannolini, ci cura quando non ci sentiamo bene, ci fa cantare in macchina, per non stare male, Bella ciao, Quel mazzolin di fiori e Vecchio scarpone, sulle strade piene di curve della Valtellina. Ci dà un sacco di baci e pizzicotti e ci fa il cavallo a casa o il delfino in mare! Quando ogni tanto si arrabbia e ci grida, perché siamo tre figli scatenati, mi spaventa ma non ho mai paura di lui, non è mai veramente arrabbiato, dopo dieci minuti già ride e scherza, non è grave e se ne parla subito!

    Lui sorrideva facilmente, molto spesso, ci rallegrava e ci incitava a fare, alla gioia, a vivere la vita. Nel bene e nel male.

    L'attenzione che mi dava era… tutto. I suoi occhi verde-grigio cambiavano colore a seconda del tempo e dell'umore.

    Mi faceva sentire viva con quel suo sorriso così simpatico di forte intesa e profonda complicità.

    Era un artista, a modo suo. Un libero professionista, costruttore, architetto, creativo, inventore, viaggiatore. Amava la fotografia, l'archeologia, le antichità, la pittura. Aveva molti amici pittori. Il caro Elvio Mainardi, con la sua bella famiglia, fu nostro vicino per anni.

    Direi che mio padre ha vissuto una bella vita in un'epoca incredibile, la fine di un secolo, di un millennio.

    Mi mandò a studiare all'estero, con il mio accordo chiaramente, e per tutti quegli anni, e fino alla sua morte, ricevevo una sua telefonata tutte le domeniche.

    Grazie, papà, per tutto, per essere stato, per questa vita meravigliosa. Ti adoro.

    Dopo tutti i miei viaggi sono tornata un bel giorno al garage di mio zio, dove c'erano ancora degli scatoloni dell'ufficio di mio padre. Li presi e vi trovai vecchie foto, diapositive, un filmino V8 e anche il proiettore. È così che ritrovai anche i suoi scritti. Non potevo buttarli nella spazzatura o bruciarli, e l'inchiostro su quei fogli incominciava a svanire. Se li avessi tenuti in una scatola per altri anni… ma erano già passati più di vent'anni da quando mio padre ci ha lasciati e almeno trenta da quando li ha scritti. Mhm… nessuno li avrebbe mai letti! Che spreco di tempo e buona volontà sarebbe stato.

    Non potevo.

    Ho pensato: Proverò a farne un libro in sua memoria. In questo modo tutto sarà salvato e conservato per gli anni a venire e più persone potranno leggere il suo messaggio e ricordare.

    2020

    Dedico questo libro a mia madre. Lei è meravigliosa e si merita tutto il meglio.

    A lei, che è sempre stata presente nel qui e nell'adesso con infinito amore. Lei che mi ha svegliato con dolcezza ogni mattina, preparato la colazione, pranzo e cena tutti i giorni, per anni, senza contare tutto il resto.

    Grazie!

    Ha dedicato la sua vita dedicata a dare piacere a tutti intorno a lei con la sua bellezza e il suo sorriso.

    Che nobile esempio mi hai dato mamma.

    Ti amo, e questo libro è per te.

    Nella mia vita ho seguito il corso del fiume dell'amore. Mio padre ci ha amati molto, tutta la famiglia. Per questo adesso lo voglio ricambiare scrivendo le seguenti pagine per lui, a titolo di memoria.

    Mio padre ha scritto un libro che non fu mai pubblicato.

    Questa è l'occasione di farlo per lui, è arrivato il momento.

    Ho deciso di lasciare il suo libro e le storielle tali e quali come scrisse a quei tempi, negli anni ‘80, con le sue correzioni e magari qualche ritocco.

    Carl Jung, The world will ask you who you are, and if you don't know, the world will tell you.

    Chissà chi era tuo padre… il protagonista. Bene, il protagonista sei tu. Ognuno lo è, ed è quello che mio padre vuole comunicarti in queste sue pagine.

    Con la sua gioia di vivere voleva bene a tutto il mondo e provava a risvegliare il più possibile le persone intorno a lui.

    Con questo libro ha provato a espandere le sue parole oltre quella solita cerchia di amici e conoscenti. Ma era un po' avanti e non ha avuto abbastanza tempo per realizzare questo suo progetto.

    Lo ricordo come un vulcano di idee, di allegria e creatività in tutti sensi dell'immaginazione. Ricordo svariate volte in cui mi diceva scherzando questa frase: Forse un giorno ti chiederanno ‘Chissà chi era tuo padre.’ E ridevamo. Lo trovava divertente. L'aveva sentito dire in un famoso film tragicomico italiano.

    Ora è nei miei ricordi.

    Adesso è anche qui, per chi legge: Chissà chi era tuo padre. 

    Mio padre nacque nell'ottobre del 1939 nel nord Italia, vicino alla Svizzera. Sua madre ebbe in totale quattro figli e dodici nipoti. Era la mia nonnina cara e dolce, passavo molto tempo con lei e mi ha insegnato a parlare il tedesco fin da piccola. Lei veniva da Davos, e suo marito, italiano, è stato il nonno che non ho mai conosciuto. Morì per una ferita in guerra, per la scheggia di una bomba che lo colpì, all'età di 44 anni, lasciando vedova la moglie. 

    Mio padre, essendo il maggiore, consolava sua madre e non la lasciava mai sola, per paura che facesse qualche sciocchezza. Lui dormiva ai piedi del suo letto. Era molto sola e triste, molte volte me lo raccontava. Mio padre partì come militare ancora minorenne, nell'aviazione, per liberarsi in fretta di quell'obbligo, e iniziò presto a lavorare per mantenere la famiglia. 

    Ricordo quando mi raccontava del suo primo lavoretto, quando era più piccolo. Noleggiava pattini a rotelle ai bambini che poi potevano pattinare sul grande spazio dietro casa sua, la cosiddetta balera, un vecchio posto dove si organizzavano feste e balli all'aperto durante l'estate.

    Anche io ho trascorso parte della mia infanzia in quella balera giocando con i miei cugini a palla, a mondo, a guardie e ladri, a mosca cieca, e nascondino, saltando con l'elastico.

    Quando veniva l'autunno e si raccoglievano le castagne nei dintorni, mio papà e mio zio ce le arrostivano sul fuoco nella padella con i buchi. Ancora sento il profumo, erano deliziose.

    Intorno alla balera c'erano anche quattro grandi alberi di noci ed erano buonissime. Le raccoglievamo, le sgusciavamo e le pelavamo per la nonna che ci faceva un croccante profumatissimo!

    Nel 1996 la nonna ci lasciò e dopo tre mesi, esattamente il 23 settembre, all'età di cinquantotto anni mio padre la seguì, così restammo tutti mezzi orfani.

    Lui se ne andò, ma per me solo fisicamente. Parlo sempre con lui tutti i giorni, e lui a volte mi manda segnali. Quanto mi manca il suo sorriso confortante!

    L'anno prossimo compirò cinquantotto anni e questo è il buon momento per occuparmi di lui, dei suoi scritti. Perché non c'è solo un libro, ma ci sono anche varie storielle che scriveva da regalare a tutti a Natale e a Pasqua.

    Astrid, una cara amica, e io disegnavamo per lui le illustrazioni e poi le fotocopiava e ne faceva dono, contento di mandare un buon messaggio a tutti coloro che amava e conosceva bene.

    Torniamo un po’ indietro, a quando avevo otto anni. All’epoca ci trasferimmo più su in montagna, non molto lontano, a solo un’ora di macchina da casa. Precisamente a Bormio, dove trovammo un posto bellissimo, fuori dal paese, una valle di prati fioriti e boschetti ai piedi delle montagne.

    Da giovane mio padre accompagnava qui mamma a sciare e usavano gli sci di legno.

    Si sposarono giovani ed ebbero presto tre bambini. Io ero la secondogenita.

    Andammo quindi tutti e cinque a vivere lì, nei prati alpini, dove lui aveva già costruito una bella casetta. Poi cominciò ad acquistare terreni lì intorno e a costruirci villette splendide, fino a quando sorsero tre piccoli villaggi residenziali, con i loro nomi bizzarri che inventammo insieme e che si popolavano nei periodi di vacanza. 

    Noi cambiammo casa tre volte; ogni volta era più grande e bella, in un luogo incantevole. 

    Le ville venivano progettate da lui per essere inserite nel paesaggio naturale della valle senza disturbare la vista, migliorandone e valorizzando l'ambiente.

    Vedere e creare bellezza era una sua grande qualità.

    Era un artista, un futurista, e se ne andò proprio all'inizio di questa era tecnologica del nuovo secolo, a metà degli anni Novanta. Peccato, chissà cosa avrebbe fatto con tutta questa rete di comunicazioni. Non ebbe il tempo di vedere uno smartphone.

    Lavorò sempre di buona lena per tanti anni, potendo così soddisfare i bisogni di tutta la famiglia.

    Ogni estate i nostri genitori ci portavano in vacanza con loro, mentre d'inverno si facevano sempre un bel viaggio da soli intorno al mondo e noi figli restavamo dalle nonne. Hanno visitato molti paesi in tutti i continenti.

    Io aspettavo sempre con ansia il loro ritorno per rivederli, assieme a regali nuovi, e per sentire l'odore di tropico fuoriuscire dalle loro valigie. Che desiderio mi infondevano di viaggiare, di scoprire, di conoscere il mondo. Ma c'erano anche tutte le fotografie, le diapositive e i filmini che guardavamo tutti insieme durante le serate in famiglia o con amici, con i nonni e con la solita lotta tra bambini per chi poteva cambiare la diapositiva con il pulsante!

    Vidi il primo televisore che trasmetteva in bianco e nero, poi a colori, e poi la magia: il telecomando!

    Ricordo ancora l'entusiasmo di mio papà

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