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Fiele e miele
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Fiele e miele

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Questo è uno dei pochissimi libri che ho accettato di introdurre perché ho scorso tra le righe due ingredienti fondamentali per il raggiungimento di un obiettivo quale la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere e domestica in particolare: la professionalità e la passione che può tradursi nell’alta motivazione a far pervenire un messaggio.
Davide Sinibaldi, Sostituto Commissario della Polizia di Stato di Tivoli, che da lungo tempo si occupa di violenza sulle donne e maltrattamenti e abusi sui minori apre il libro con un’accurata analisi delle origini della situazione della donna nella storia e della sistematica negazione dei suoi diritti nel corso dei secoli, cui fa seguito una prospettiva critica inerente gli stereotipi di genere, l’epidemiologia del fenomeno e un’interessante prospettiva maschile che si chiude con un invito rivolto agli uomini di smettere di essere parte del problema per iniziare, invece, a diventare parte della soluzione. (...)
Nella seconda parte del libro, Cinzia Merletti, musicista e scrittrice eclettica, estremamente attenta alla tematica già trattata in precedenti testi, si concentra sul dar voce alla sofferenza di una serie di donne maltrattate e doloranti delle quali narra la storia con un realismo non privo di tinte poetiche che talvolta si mescolano provocando una profonda pena in chi riesce a immedesimarsi in certe biografie.
L’Autrice (...) invia un messaggio potente (…): occorre lottare per l’autoconsapevolezza. Bisogna smetterla di raccontarsi storie, ma occorre imparare a prendersi per mano, farsi aiutare, elaborare e riacquistare la dignità perduta. Un gioiellino nel suo genere.
Che dopo la prima lettura viene voglia di riprendere in mano.
LanguageItaliano
Release dateMay 31, 2022
ISBN9788830663749
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    Fiele e miele - Cinzia Merletti

    Fiele_e_miele_LQ.jpg

    Cinzia Merletti e Davide Sinibaldi

    Fiele e miele

    La violenza contro le donne

    spiegata e narrata

    con il contributo di Marisa Graziani

    © 2022 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma

    www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com

    ISBN978-88-306-5752-6

    I edizione maggio 2022

    Finito di stampare nel mese di aprile 2022

    presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)

    Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa

    Copertina disegnata da Massimiliano Cerri

    Fiele e miele

    La violenza contro le donne spiegata e narrata

    Dedichiamo questo libro alla forza dell’amore.

    Proprio così... alla forza dell’amore.

    L’amore non è un concetto astratto, siamo noi e le nostre azioni.

    Amiamo con forza quando ci immedesimiamo in chi abbiamo di fronte, quando sappiamo andare oltre il nostro Io.

    Amiamo con forza quando siamo felici nel dare e non pensiamo a ricompense e ad obiettivi da raggiungere. La vita stessa, nella sua bellezza e profondità, sia il nostro obiettivo e sia vissuta con pienezza, con dignità, con gioia e gratitudine.

    Amiamo con forza quando lo facciamo a testa alta, nel pieno delle nostre convinzioni e del nostro Essere. Amiamo con forza quando Tu sei pienamente Tu ed Io sono pienamente Io, in armonia e parità.

    Amiamo con forza quando nessuno sente il bisogno di comandare, di prevaricare, di sottomettere, di umiliare… né di essere sottomesso/a.

    Amiamo con forza quando lasciamo sbocciare e crescere il fiore nelle nostre mani, e lo curiamo guardandolo con tenerezza e meraviglia.

    Dedichiamo questo libro alla forza dell’amore, e a chiunque ritrovi tale forza, pure dopo aver attraversato l’inferno.

    Nuove Voci

    Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterly. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    Prefazione

    Mi è capitato spesso di leggere racconti e saggi in materia di violenza sulle donne, un argomento estremamente caldo e molto battuto negli ultimi anni, anche e soprattutto a causa di quel fenomeno che prende il nome orribile e inappropriato di femminicidio. Lo definisco tale perché ritengo sia più opportuno parlare di uxoricidi o, meglio ancora, di omicidi di donne che vengono uccise per mano dei loro ex o attuali partner per ragioni molto diverse dal concetto di appartenenza al genere femminile.

    Forse di femminicidio si potrebbe più opportunamente parlare, posto che il termine rimane a mio avviso orribile, riguardo a un tipo di esito differente dalla morte fisica cui può andare incontro una donna vittima di violenza: la morte psicologica ed emotiva, lo spegnimento morale, l’omicidio dell’anima, quel tipo di omicidio che trattai ormai dieci anni fa nel mio più famoso libro I serial killer dell’anima.

    Questa tipologia di omicidio, invero, avviene molto più di frequente rispetto a quello fisico, ha luogo prevalentemente tra le mura domestiche, viene perpetrato da soggetti che sono effettivamente spesso misogini, se non latentemente omosessuali, e che, per tali ragioni principalmente, odiano le donne.

    Parlo della violenza psicologica, quella forma di violenza endemica in certe famiglie, che non si vede, spesso celata dalla vittima stessa e che porta questa a una graduale perdita della dignità, della sicurezza, dell’autostima e della voglia di vivere.

    Trattasi di vero e proprio attentato al sistema identitario da non intendersi necessariamente di genere, poiché il fenomeno può anche essere trasversale e contemplare vittime di sesso maschile, consistente nell’oggettualizzazione dell’altro, non riconoscimento, denigrazione, umiliazione, svilimento, derisione, deprezzamento posti in essere attraverso comportamenti ad hoc e violenza verbale.

    Fino al 2012 se ne parlava molto poco, ed è per questo che mi ritengo precursore e apripista di un argomento tanto delicato; negli ultimi tempi se ne parla fin troppo dal momento che, come sempre accade quando argomenti poco affrontati vengono sdoganati, per molti è diventata soltanto una moda da cavalcare.

    Mi riferisco a testi, articoli, interventi televisivi, blog e altro infarciti di banalità e luoghi comuni a volte, per chi nella materia è letteralmente immerso da più di vent’anni, assolutamente imbarazzanti.

    Manipolazione, femminicidio, violenza psicologica sono tutti termini che rimbombano nelle trasmissioni televisive più trash o svettano nelle rubriche appositamente dedicate da dozzinali riviste o danno corpo addirittura a libri scritti da improvvisate e improvvisati del settore che si ergono a paladini e paladine delle vittime di violenza di genere.

    Alcuni di questi mi sono autocostretta a leggerli un po’ per farmi del male un po’ per potermi lamentare di un sempre più basso e dozzinale livello culturale privo di etica. Privo di etica a mio parere perché tratta da povero imbecille il pubblico di lettori, costituito perlopiù da lettrici, giocando sul grande bisogno di comprendere dinamiche poco chiare se non incomprensibili che provocano e lasciano ferite emotive (e non solo) indelebili.

    E se la soubrette televisiva di turno che si spaccia per grande esperta di argomenti dei quali non ha mai sentito parlare, il tuttologo più in voga che promette filtri magici e guarigioni dal mal d’amore, o chi per loro, si sono da un lato procurati ancor maggior visibilità cavalcando un argomento tanto in voga; dall’altro lato non pensano, con la loro testolina vuota e le pupille a forma di dollaro, che potrebbero creare problemi seri a chi si affida alle parole di ciarlataneria improvvisata e sensazionalista di un manipolo di incompetenti.

    Ai tuttologi basta vendere, di qualunque argomento si tratti; vendere e far parlare a tutti i costi di sé.

    Questa premessa per dire che richieste di prefazioni da improvvisati e improvvisate del settore in questi anni me ne sono arrivate tante e alcune le ho trovate finanche offensive.

    Questo è uno dei pochissimi libri che ho accettato di introdurre perché ho scorso tra le righe due ingredienti fondamentali per il raggiungimento di un obiettivo quale la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere e domestica in particolare: la professionalità e la passione che può tradursi nell’alta motivazione a far pervenire un messaggio.

    Davide Sinibaldi, Sostituto Commissario della Polizia di Stato di Tivoli, che da lungo tempo si occupa di violenza sulle donne e maltrattamenti e abusi sui minori, apre il libro con un’accurata analisi delle origini della situazione della donna nella storia e della sistematica negazione dei suoi diritti nel corso dei secoli, cui fa seguito una prospettiva critica inerente gli stereotipi di genere, l’epidemiologia del fenomeno e un’interessante prospettiva maschile che si chiude con un invito rivolto agli uomini di smettere di essere parte del problema per iniziare, invece, a diventare parte della soluzione. Detto da un uomo ai suoi pari genere suona più forte.

    Oltre a una datata preparazione sul campo il Sostituto Commissario Sinibaldi dimostra anche una solidissima preparazione teorica. Al di là che i suoi paragrafi sono corredati da statistiche e dati verificabili, la descrizione che fa delle vittime e degli abusanti è assolutamente realistica e le sue analisi concrete ma allo stesso tempo empatiche aiutano ad abbattere quei preconcetti spesso in voga verso le Forze dell’Ordine "tanto denunciare non serve perché poi

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