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In un roseto d'Oriente: Un messaggio Sufi sull'amore, l'armonia e la bellezza
In un roseto d'Oriente: Un messaggio Sufi sull'amore, l'armonia e la bellezza
In un roseto d'Oriente: Un messaggio Sufi sull'amore, l'armonia e la bellezza
Ebook299 pages4 hours

In un roseto d'Oriente: Un messaggio Sufi sull'amore, l'armonia e la bellezza

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About this ebook

Messaggi Sufi di tipo mistico, filosofico, religioso e pratico, applicabili nella vita quotidiana.Questo volume raccoglie discorsi estemporanei dell’Autore degli anni 1918/1920. Essi abbracciano riflessioni di tipo mistico, filosofico e religioso; ma anche di tipo pratico, poiché tali principi vanno applicati nella vita quotidiana, se li accettiamo e se crediamo in essi. Eccone alcuni esempi: – Quel che cerchiamo nella vita, dobbiamo concederlo agli altri; se è la gentilezza, concedetela; se è la bontà, concedetela; se è la solidarietà; concedetela. Il segreto della felicità consiste in questo. – Noi esseri umani amiamo alcuni, proviamo avversione per altri; consideriamo uno degno di molta stima, un altro di nessuna. Per Dio, invece, tutti sono la sua creazione. Dio è amore, e ha creato l’uomo per amore. Egli è pertanto colui che ama e insieme l’oggetto dell’amore. – Tutte le religioni derivano da una sola religione: quella della Natura. La natura insegna ad ogni anima ad adorare Dio in un modo o in un altro, nella forma più adatta a ciascuno. Non importa il modo in cui una persona adora la divinità: importa soltanto la sincerità con cui lo fa; ciò che importa è che il cuore di chi adora sia puro e che la mente sia in contatto con Dio. Dopo aver letto questo libro si capirà che in questo giardino meraviglioso che è la Creazione, in questo roseto pieno di fiori e profumi, il giardino, il giardiniere e i profumi sono la stessa cosa.
LanguageItaliano
Release dateJun 10, 2014
ISBN9788827225288
In un roseto d'Oriente: Un messaggio Sufi sull'amore, l'armonia e la bellezza
Author

Hazrat Inayat Khan

Nato nel 1882 a Baroda (India) da una famiglia di musicisti, fu egli stesso musicista di grande valore. Tuttavia, preferì rinunciare ad una brillante carriera in campo musicale per dedicarsi completamente alla diffusione del Messaggio Sufi in Occidente. Fu M suo maestro spirituale a dargli il compito di diffondere la saggezza del messaggio Sufi, poiché questo era il compito al quale Dio l'aveva destinato. Egli si recò quindi negli Stati Uniti nel 1910 e successivamente passò in Europa. Il Divino Messaggio fu da lui chiamato il Messaggio dell'Amore, dell'Armonia e della Bellezza. Tornato in India nel 1926, Hazrat Inayat Kahn vi morì, nel 1927, a New Delhi.

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    In un roseto d'Oriente - Hazrat Inayat Khan

    COPERTINA

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    IN UN ROSETO D'ORIENTE

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    Un messaggio Sufi sull'Amore, l'Armonia e la Bellezza

    HAZRAT INAYAT KHAN

    Traduzione di Enrichetta Pedrazzoli Cavazzoni

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    Copyright

    IN UN ROSETO D'ORIENTE Un messaggio Sufi sull'Amore, l'Armonia e la Bellezza

    di HAZRAT INAYAT KHAN

    Traduzione di Enrichetta Pedrazzoli Cavazzoni

    Titolo originale dell'opera:

    THE SUFI MESSAGE OF HAZRAT INAYAT KHAN -In an Eastern Rose Garden © Copyright 1979 by InternationaI Headquarters Sufi Movement -Gcneva-Svizzera

    Per l'edizione italiana:

    © Copyright 1988 - 2014 by Edizioni Mediterranee, Via Flaminia, 109 - 00196 Roma

    ISBN 978-88-272-2528-8

    Prima edizione digitale 2014

    © Copyright 2014 by Edizioni Mediterranee

    Via Flaminia, 109 - 00196 Roma

    www.edizionimediterranee.net

    Versione digitale realizzata da Volume Edizioni srl - Roma

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    Dedica

    Questo volume è dedicato

    a tutti gli amici dell'ordine sufi,

    a tutti coloro che cercano di essere guidati,

    confortati e incoraggiati

    nei travagli della vita quotidiana e a tutti coloro che,

    animati dallo spirito divino,

    si trovano irresistibilmente attirati

    verso la contemplazione di Colui

    il cui amore per gli uomini è sempre presente.

    Nota introduttiva

    Il contenuto di questo libro consiste in rapporti verbali dei discorsi estemporanei tenuti da Murshid Inayat Khan in diverse occasioni negli anni 1918, 1919 e 1920. La versione, che qui appare, è stata approvata e autorizzata da lui stesso.

    Prologo

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    Un innamorato e la sua amata passeggiavano una volta in quel grande giardino che è il Giardino d'Allah. Benché a ogni creatura ne venga assegnato un lotto, dove stare a coltivare i frutti che preferisce, accadde che questi innamorati, passeggiando, si allontanassero dai lotti loro attribuiti. Un giorno, incontrandosi per caso, si trovarono a contemplare i fiori che crescevano qua e là, in un dato giardino, il Giardino di Inavat. Rendendosi conto del godimento che le procuravano, l'innamorato indugiò a raccoglierne un mazzo da portare aU'amata nel suo giardino.

    In seguito dopo un certo tempo, ritornò il Giardiniere e trovò che il mazzo che era stato raccolto dall'innamorato profumava ancora ed era stato custodito con tanta tenerezza. Egli vi aggiunse molti altri fiori e diede loro un potere magico.

    Divenne possibile, da allora, spargerli lontano senza che il mazzo divenisse pio piccolo, mentre i suoi 'IVaria ti profumi divenivano sempre più ricchi, a misura che cresceva quel magico potere.

    Il vagare dell'innamorato e della sua amata fu così giustificato, poiché la fragranza del Giardino Persiano penetrò nel Giardino del Signore, ne alleggerì le tinte troppo severe e fece scintillare la grande, unica Verità, al di sopra delle gemme pio brillanti.

    1. Amore, Armonia e Bellezza

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    Come incantano il cuore di chi ascolta le parole « amore, armonia e bellezza,.! Ci si potrebbe chiedere che cosa c'è in queste parole da esercitare un simile potere naturale sull'anima umana.

    La risposta è che se vi è qualcosa nella vita che attrae l'anima umana, è proprio l'amore e la bellezza. Alla domanda: « E che cos'altro oltre a questo?,., la risposta sarà: « Oltre a questo non c'è nient'altro!» Perché è Così? È Così perché è la natura stessa della vita. L'amore è la natura della vita, la bellezza è il prodotto della vita, l'armonia è il mezzo col quale la vita realizza il suo scopo. La loro assenza conduce alla distruzione della vita.

    Quando riflettiamo sull'intera creazione, non possiamo fare a meno di vedere che il suo scopo è quello di esprimere un ideale di amore, di armonia e di bellezza. L'amore non avrebbe potuto manifestarsi, se non ci fosse stato nulla da amare; gli occhi non avrebbero potuto vedere, se non ci fosse stato nulla da vedere. Cosa avrebbe potuto fare l'amore, se non ci fosse stata la bellezza? L'amore sarebbe stato muto. Si può dire che l'amore esiste soltanto quando passa dal silenzio all'espressione.

    Si pone quindi la domanda: « Cosa ha creato la bellezza? ». La risposta è che è stato l'amore a creare la bellezza. Quando un Sufi vi chiama « Beneamati da Dio» è questa l'idea che egli ha nella mente.

    Qualunque cosa Dio abbia creato, Egli l'ha creata per amore, l'ha creata per amarla e quindi, qualunque cosa Egli abbia creato, tutte le Sue creature, sono i Suoi beneamati.

    Noi, esseri umani, abbiamo i nostri pregiudizi: amiamo taluni, proviamo avversione per altri; consideriamo uno degno di molta stima, un altro di nessuna; per Dio, invece, tutti sono simili, tutti sono la Sua creazione. È proprio come se ad un poeta fosse andato distrutto o smarrito o fosse stato disprezzato il foglietto sul quale aveva scritto la sua canzone. Come potrebbe egli cantare senza una traccia per la voce? Così è per il Creatore; Egli non può essere lieto quando i Suoi figlioletti non vengono apprezzati.

    Dio è amore ed Egli ha creato l'uomo per amore. Perciò come può Egli essere contento se provate astio o pregiudizio verso un altro uomo, dimenticando che, per quanto sgradevole possa apparire, egli è pur sempre il beneamato da Dio? Dio lo ha creato per amarlo. Quindi Dio, Padre e Madre di tutti gli esseri, è ugualmente compiaciuto di tutte le sue creature.

    Ma non c'è forse una cosa più bella di un'altra, un oggetto più bello di un altro, una persona superiore ad un'altra nel suo essere, sia interiore che esteriore? Quale ne è la ragione?

    La ragione può essere trovata, quando consideriamo l'opera di un artista, di un poeta, di un compositore, di uno scrittore. Possiamo vedere che una composizione è migliore di un'altra. Un quadro può essere il più bello che l'artista abbia mai dipinto in tutta la sua vita. Il poeta può chiedersi: «Questo verso è stato scritto da me; da dove può essere venuto, è tanto superiore a tutti gli altri? È meraviglioso come mi sono venute queste parole ,..

    Proprio come osserviamo ciò nel singolo, così possiamo anche vederlo nell'opera del Creatore. L'amore è, allo stesso tempo, l'unico potere che abbia creato e che possa creare.

    In questo modo Dio diventa allo stesso tempo colui che ama e la manifestazione o l'oggetto dell'amore. In sanscrito, ciò viene chiamato dai mistici Shiva e Shakti, oppure Purusha e Prakriti, oppure Ishwara e Maya -queste sono le tre coppie di parole. Una parte è amore, l'altra è bellezza. L'amore ha creato la bellezza, affinché potesse amare. Dio è amore, perciò Egli viene chiamato il Creatore. Solo colui che ama ha il potere di creare, e ciò che Egli crea lo crea perché possa ricevere il suo amore.

    Nel Corano si dice: «Dio è bello e ama la Bellezza,.. Tuttavia la parola «bello» non si riferisce alla forma di Dio. Dio è senza forma. Egli non ha personalità, fino a quando Egli non Si manifesta a Se Stesso. Quindi non è la Sua personalità che è bella, perché Dio è superiore a ciò che comunemente viene chiamato personalità.

    Quale è allora la sorgente della bellezza? Dio è bello, perché ha creato la bellezza. Se non vi fosse la bellezza in Dio, non ve ne sarebbe neppure nelle Sue manifestazioni.

    Se non vi fosse bellezza nel pensiero del poeta, egli non potrebbe scrivere versi bellissimi; se non vi fosse bellezza nel pensiero dell'artista, non avrebbe potuto dipingere il quadro. Non si può vedere la bellezza nel cuore del pittore, ma solo nel quadro che ha dipinto. Non è solo il quadro che è bello, è bello soprattutto il cuore del pittore. Perciò siamo in grado di vedere la bellezza non solo nella manifestazione, ma anche prima che si manifesti: e prima di manifestarsi esisteva già nell'amore! In altre parole, possiamo vedere che la bellezza era nascosta nell'amore; la bellezza è nascosta nell'amore e la bellezza che l'amore ha davanti a sé da amare è la propria bellezza. Quindi, nella misura in cui è bella la bellezza, è bello anche l'amore; anzi ancora di più, poiché il Creatore è più bello di tutte le cose che ha creato.

    Tutte le cose che noi facciamo, sono opera delle nostre mani. Noi ne siamo i creatori. Siamo molto più 4elle nostre mani. Così è-con l'amore. L'amore è più grande della bellezza, perché l'amore è il creatore della bellezza da lui amata nella sua vita.

    Senza alcun dubbio, amando, l'amore viene limitato, limitato come bellezza: ma questo è proprio lo scopo dell'amore. Se non ci fosse la bellezza, l'Amore non avrebbe potuto realizzare la gioia latente della propria natura. La gioia della sua esistenza si sarebbe spenta.

    Appena riusciamo a pensare in questo modo, ci accorgiamo che colui che ama è più grande, incomparabilmente più grande dell'oggetto che ama.

    Il vero amore, la vera bellezza sono in colui che ama. L'oggetto che egli ama è molto più piccolo, anche se, per il momento, colui che ama non è consapevole della differenza. «Tu sei l'oggetto davanti al quale mi inchino. Tu sei l'oggetto al quale penso giorno e notte e di fronte al quale sono indifeso. Tu sei l'oggetto che ammiro e adoro» così pensa colui che ama. Eppure egli non capisce l'immensità del suo amore, anzi, per essere più precisi, l'amore è più grande di colui che ama.

    Quando le persone cominciano ad imparare la lezione dell'amo-re, esse tendono a spaventarsi per le difficoltà, le pene e i dispiaceri a cui dovranno far fronte proprio a causa dell'amore. E quando confrontando la propria condizione con quella dell'essere amato, pensano che l'essere amato sia in una situazione molto migliore della loro. « Colui che ha preso i miei pensieri, che mi fa soffrire, che ferisce il mio cuore, è molto più felice di me. Facendo un raffronto tra se stessi e l'essere amato, pensano che egli sia molto più felice ». E continuano a pensare: «Se io fossi l'essere amato, sarebbe molto meglio ». Ogni anima ha questo pensiero, ma -una volta che riesce a superarlo -comincia a conoscere l'amore. L'anima che non riesce a sfuggire a questo pensiero, non riesce a realizzare la pienezza dell'amore.

    C'è un altro aspetto dell'amore che si deve evitare, l'egoismo. Colui che ama veramente dice: «Darò ogni cosa, sopporterò ogni cosa, tutte le torture, tutti i tormenti che devono essere affrontati nella vita. Mi piegherò umilmente davanti a tutto ciò che mi accadrà. Darò tutto ciò che posseggo. Sopporterò tutto ciò che mi capiterà, crederò a tutto, spererò in tutto e mi rassegnerò a tutto ». Ma l'altro aspetto dell'amore dice: «Sei matto? Hai perso la ragione? Tu sei sciocco. Perché questo lamento? Guarda quanto è felice l'essere amato. Sii felice quanto lui, e mettiti nella sua stessa posizione esaltante invece di questa posizione di umiltà e degradazione. Penetra in questa grandezza e non nella distruzione! ». Egli allora comincia a ragionare e alla fine comprende. Un aspetto· porta alla distruzione, l'altro promette sicurezza. Nella distruzione, però, c'è la mano di Dio, mentre nel· la sicurezza c'è la mano di Satana. Tutte le cose egoistiche sono insegnate da quella potenza e da quella conoscenza che è nemica del genere umano. Satana è un nemico perché svia l'uomo dallo scopo della sua vita. Egli tenta di fare in modo che colui che ama prenda il posto dell'amato dicendo: «La tua posizione è migliore della mia, ora vorrei essere come te ». E forse aspetterà tutta la vita per raggiungere questa agognata posizione -attesa che però non sarà mai soddisfatta perché l'amato non cederà mai la ricchezza quando la fortuna è dalla sua parte.

    La vita di un uomo cambierà completamente dopo essere stata fusa dal fuoco dell'amore. Il fuoco dell'amore lo esalterà a tal punto che il suo potere influenzerà animali e uccelli; sia i saggi che gli stolti saranno attirati da lui allo stesso modo. Una volta purificato, « bruciato dal fuoco» dell'amore egli diventerà l'attrazione di ogni anima, di ogni essere, sia invisibile che visibile. t solo l'incitamento di Satana che lo trattiene da ciò.

    Maestro è colui che soffre. Molte volte riflettiamo sul fatto che Gesù Cristo lavò i piedi ai suoi discepoli. Quanta bellezza in questo gesto, in questa umiltà! Sarà mai possibile trovare simile bellezza in un uomo orgoglioso? Può un uomo orgoglioso conquistare il cuore del mondo per secoli, secoli e secoli? L'uomo orgoglioso è guidato da Satana, è egoista, interessato, freddo; la sua presenza agghiaccia chiunque, poiché il suo contatto è simile al ghiaccio e non dà conforto.

    Invece, quanto diventa indulgente colui che è passato attraverso tutte le sofferenze! C'era forse qualcosa d'altro nella vita di Cristo se non perdono e tolleranza? Egli dice: «Perdonate sempre, perdonate sempre, tollerate sempre ». E questo perché nel cuore del Maestro l'amore era Così grande da attrarÈe tutti. L'amore era l'unica filosofia che i suoi pescatori potevano comprendere, e se l'amore fosse stato anteposto alla filosofia e alla religione, come sarebbero divenuti devoti i fedeli! Gli animali e gli uccelli sarebbero stati attratti dal potere del cuore umano infiammato di amore. Così com'è, l'uomo fa fuggire l'amore al primo accenno del suo apparire e l'amore non vuole più tornargli accanto.

    Quante volte oggi la parola «amore» non indica altro che un semplice divertimento, un piacere, un passatempo, una cosa degradante. L'amore è molto più elevato. Non è una cosa che si possa dare ad una persona o di cui si possa dire: «Lo posso coltivare ». Non lo si può apprendere, non lo si può studiare su un libro; c'è solo una cosa da fare: alimentarlo nel proprio cuore. Non si può vivere senza cuore e il cuore non può vivere senza amore. Una persona, per quanto possa sembrare fredda e senza amore, per quanto possa sembrare malvagia e crudele, nonostante tutto ha in sé l'amore, ma nascosto da una spessa parete. L'amore non ha mezzo per venire fuori; viene tenuto continuamente dentro a questo guscio ed è inquieto e agitato. Ecco perché l'uomo diventa freddo e infelice, sempre desiderando non si sa che cosa, perché non capisce l'unica vera inclinazione. Il potere dell'amore è rimasto imprigionato in un grosso guscio, un guscio di freddezza, la parte congelata dell'amore, e questo guscio non permette l'uscita del flusso dell'amore, del potere divino che cerca di emergere attraverso il cuore. Se un uomo non lascia fluire questo amore,· diventa un peso per gli altri, la sua presenza diventa sgradevole per coloro che lo circondano, la sua influenza diventa un peso per se stesso. È proprio questo che spesso ha reso alcune persone sgradevoli. Ed è per questo motivo che alcuni possono anche impazzire. Non sapendo cosa vogliono nella vita, rimproverano sempre gli altri di non averli amati e compresi o di non essere stati gentili con loro, Queste persone non si rendono conto che la ragione di tutto ciò è dentro di loro. che è nel loro cuore il potere di aprire e di sciogliere il cuore di un altro. È proprio il nostro potere che può portare un altro ai nostri piedi.

    Chiunque imparerà questa verità, smetterà di rimproverare agli altri di essere freddi, scortesi o poco comprensivi nei suoi confronti. Capirà che la causa è in lui. Cercando la comprensione e la disponibilità di un altro egli chiude il proprio cuore e gli impedisce di esprimersi. Il potere dell'amore desidera sempre venir fuori e imprimersi sull'ambiente circostante, eppure è come se le porte fossero sempre state chiuse per impedire a Dio di uscire e di realizzare lo scopo della Sua creazione.

    Quanto sono belle le parole del Profeta Maometto quando dice che: «Il cuore dell'uomo è il tabernacolo di Dio ». Com'è vero! Si deve cercare Dio in una moschea, in un tempio, in una chiesa o in un luogo dove si cantano inni e si prega? È possibile trovarLo dove non c'è amore? Non si deve cercarLo nei luoghi di culto costruiti dall'uomo, Questi sono solamente scuole e parchi-gioco per bambini. I bambini amano trastullarsi con dei giocattoli, ma ciò facendo si preparano a qualche altra cosa. Quando si riuscirà a conoscere la vera bellezza di Dio, si capirà che essa dimora in un sol luogo: nel cuore dell'uomo! Dio è amore e si trova nel cuore dell'uomo!

    Colui che comprende questo, può perfino adorare Dio nell'uomo perché, seguendo questa filosofia, sarà sempre cosciente che sotto ogni aspetto e in ogni momento egli può oltraggiare o ferire i sentimenti di Dio; spezzando il cuore dell'uomo, rischia di infrangere il tabernacolo di Dio.

    Si potrebbe pensare che i filosofi, i mistici e i saggi, tanto prossimi e in intimità con Dio, possano prendersi ogni libertà con il mondo. Sono invece i più teneri e i più sensibili degli uomini. Sono pronti a condividere i dispiaceri di chiunque, a partecipare al dolore di chiunque, a spartire la disperazione e lo scoramento di tutti. Sono pronti a consolare ogni persona con le loro parole, ad aiutarla con la loro assistenza, a dare la loro comprensione a chi ne ha bisogno. Non indietreggiano davanti a nessun sacrificio sia di tempo che di denaro, di piacere o di comodità. Come Gesù Cristo insegna: «Se uno desidera essere accompagnato per un miglio, accompagnalo per dieci ».

    Cosa ci insegna tutto questo? È una lezione di comprensione dei nostri simili, che ci insegna a partecipare alle loro difficoltà

    o alla loro disperazione. Poiché questa gioia della vita, in chiunque realmente la provi, diventa talmente grande da colmare cuore e anima. Non importa se questi ha meno agiatezza o una posizione inferiore a quella di molti altri in questo mondo, perché la luce della sua gentilezza, della sua comprensione, del suo crescente amore, la virtù che scaturisce dal suo cuore tutto colma l'anima sua di luce. Non vi è nulla, a questo punto, che gli manchi nella vita, poiché egli ne è diventato il re!

    Una tale persona diventa un guaritore, un vero guaritore. Egli guarisce con uno sguardo, con una parola gentile, con il tocco della sua mano, confortando per mezzo della sua stessa natura. Che guarigione è questa! Senza pretese, non appariscente: la vera cura è quando un uomo è partecipe del dolore altrui e porge una mano soccorritrice. Egli è in possesso del vino vero. Colui che può lanciare dai suoi occhi uno sguardo che provi quanto sia ansioso di dare aiuto e comprensione, che potere di guarigione ha! Non è come prendere un uccellino sotto ali protettrici. Tra i diversi modi con i quali molti cercano di curare il prossimo non c'è processo di guarigione più bello!

    Ci si può domandare quale sia allora i'oggetto dell'amore in questa vita. C'è forse un oggetto particolare che può essere raccomandato all'amore dell'uomo? È meglio amare i propri genitori o i propri amici; amare un solo essere o soltanto l'amato dell'altro sesso? Si dovrebbe amare qualcosa di astratto, qualche Spirito, qualche ideale, qualche Nome o qualcosa che è aldilà della natura umana? Oppure si dovrebbe amare qualcosa che idealizziamo, come il Dio che adoriamo? Molti dicono che non vi è altro amore proficuo, se non l'amore di Dio, il resto è senza valore. Qualcuno dice: «Non posso amare nessuno dell'altro sesso ». Perché? «Perché sono già stato deluso una volta ». Un altro può dire: «Non amerò mai un essere umano, preferisco amare il mio cane o il mio gatto. Questi non mi deludono, mentre l'uomo già una volta mi ha deluso ». Un altro dice: «Amo il mio denaro, perché quando sono nel bisogno è l'unico amico che mi viene in soccorso. Il deposito che ho in banca, fa per me più di quanto possano fare gli altri. Perché allora non dovrei amare i miei soldi?». Un'altra persona potrà dire: « Se Dio è tutto, se è a Lui che è dovuto tutto l'amore, perché allora non amare la sedia, il tavolo, un libro o il lavoro che fa una persona -un'opera d'arte, un brano musicale, una scultura -non è forse lo stesso? ». Tutte queste domande però scaturiscono da cuori che sono stati una volta delusi o infranti. Queste persone hanno subito un crollo e si sono chiuse in se stesse e una volta che le porte del cuore si sono chiuse non c'è più luce che possa illuminare il sentiero. Ecco perché è tanto bella una canzoncina inglese: «La luce di tutta una vita muore, quando è finito l'amore ». Non c'è più luce quando l'amore è finito. Quando l'amore è finito il cuore è chiuso.

    Spesso si incontrano persone che si lamentano perché l'amore da parte dell'amato non le ha soddisfatte e ha causato loro disperazione e angoscia. Cosa impara da questo il Sufi, il saggio? Impara che trionfano coloro che amano. Coloro che, pur avendo amato, non hanno continuato ad amare, sono i vinti. La ragione per cui sono tornati indietro, prima di compiere il loro destino, era che dipendevano dall'oggetto dell'amore e che questo oggetto Ii aveva delusi. Il Sufi è conscio di questa immensa voragine sul suo sentiero. Ogni volta che l'innamorato che è stato attratto dalla bellezza cessa di amare, significa che egli dipende dalla bellezza. Egli amava la bellezza e poteva continuare ad amare soltanto fino a quando la bellezza fosse rimasta il suo ideale. Chi ama si eleva nuovamente quando, esaminandosi, dice: « Creerò un ideale che permetterà alla mia vita di essere autosufficiente. L'ideale sarà il mio movente, ma in realtà io innalzerò il mio amore. Ogniqualvolta l'amore è stato infranto è avvenuto solo perché l'ideale non si era dimostrato all'altezza delle aspettative di colui che amava. Eviterò quindi di accecare i miei occhi con la vita esteriore, ma costruirò nel mio cuore il sentiero su cui procedere. Quell'ideale sarà sufficiente e compenserà le mancanze dell'amato ». Colui che ama in questo modo è il vero innamorato perché anche l'amore ha la sua bellezza ed egli produce dal suo amore la bellezza che magari manca alla persona amata e di cui egli non nota più la carenza.

    Da questo momento l'essere amato diventa il suo stesso amore, perché egli l'ha plasmato nel suo pensiero, nelle sue immaginazioni e può quindi sempre contribuire alla bellezza della manifestazione.

    È in questo modo che è stato celebrato il canto dell'amore e della bellezza nel corso dei vari periodi della storia. Sa'di in Persia, Dante in Italia e tutti i grandi che hanno amato e attratto il cuore dell'uomo, tutti hanno lasciato delle parole che, ancora oggi, penetrano nei nostri cuori per la grandezza dei loro ideali. Essi stessi hanno creato gli ideali nel loro cuore. Per loro non può sussistere il problema dell'amato, che non si dimostra degno dell'amore. Colui che ama diventa il creatore dell'amore. Ma non è stato forse Dio a creare l'amore? Non avete forse ereditato questa bellezza da Dio? Non potete forse pure voi creare l'amore? Quello che potete creare dipende da voi.

    C'è un altro aspetto: l'ideale dell'amore creato dall'uomo dipende dalla sua evoluzione. Se è materialista, egli apprezzerà la bellezza materiale di una persona o di un oggetto. Non può fare diversamente, non è colpa sua. Egli ha diritto di ammirare ciò che direttamente lo attrae. C'è chi preferirà la bellezza della mente, della virtù, della personalità, delle buone maniere, di certe gentilezze che lo attraggono; egli apprezzerà una bella personalità, una presenza piacevole. Altri apprezzeranno forse un'anima, poiché troveranno in essa i loro ideali di ispirazione, di intuizione, di pace mentale. Troveranno in ciò i loro ideali.

    Per questa ragione non si può considerare un oggetto particolare come l'unico degno d'amore, perché la bellezza è conforme solamente all'evoluzione di una persona. Colui che ha un grado di evoluzione inferiore, non può amare oggetti superiori. Ma una persona di evoluzione superiore può amare sia l'inferiore che il superiore. Colui che ha una volta amato, non può più odiare. Colui che odia è colui che non sa apprezzare, l'odio si trova nei gradi inferiori dell'evoluzione, e non in quelli più alti. Quanto più l'evoluzione procede tanto meno prosperano 'l'odio e il pregiudizio. Nei regni più alti non vi è veleno, poiché lo scopo è più nobile, il livello più elevato, l'orizzonte più ampio. Quanto più elevato è il proprio ideale, tanto più in alto si giunge, ed è innalzando, passo passo, il livello della bellezza che ci si eleva sempre più su, fino all'Alto dei Cieli.

    È sempre progredendo e restando sul sentiero dell'amore che, anche dal livello più basso, l'anima può raggiungere il cielo più alto. L'uomo può sempre elevare il suo ideale all'altezza in cui egli è in grado di amare il Dio senza Forma, il Dio senza no. me, che è al di sopra della bontà e della virtù e che non può essere limitato alla virtù, poiché Egli è oltre la bontà.

    Ci sono saggi che si commuovono fino alle lacrime, pronunciando a se stessi una sola parola della Verità Essenziale, della Verità Astratta. Cosa può provocare questo effetto? C'è forse un dolore nascosto? Forse viene detto qualcosa da risvegliare la compassione? No, il loro ideale è così elevato che essi vedono la Bellezza Ideale nella Verità. La Verità dell'Essere diviene per loro splendida. Dio diviene per loro l'essere amato e

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