Naturopatia per la felicità: psicofisiologia dell'ottimismo
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About this ebook
La salute dipende dall’approccio che si decide di avere verso gli eventi, dal legame o meno che si decide di tenere con la biodiversità e con la ricchezza della natura, e dalla volontà di respirare pienamente.
La terapia del respiro e del buon cibo sono senz’altro due strategie di alta qualità della vita, ma c’è un altro elemento indispensabile per coronare davvero la gioia: l’arte, in tutte le sue forme, nella sua capacità di rapirci e di farci vivere pienamente l’attimo presente. Attraverso le sue diverse espressioni ci prendiamo efficacemente cura della nostra anima. Siamo parte del tutto, in risonanza continua con gli altri e vibriamo sempre energeticamente insieme. Questo libro sarà utile per imparare a scoprire le diverse energie positive che ci circondano e per mettere in pratica i piccoli gesti quotidiani che possiamo fare “a costo zero” per star bene, con noi stessi e con gli altri.
Rosa Manauzzi
Nata a Latina nel 1971, scrittrice, giornalista, ricercatrice fuori accademia, si occupa di letteratura, culture, biodiversità, media, con approccio sociologico e interculturale. Laureata in Lingue, ha un dottorato in Scienze letterarie. Appassionata d’arte, promuove le varie forme artistico-espressive con una direzione olistica e positiva. Da molti anni insegna antiche arti cinesi (qigong, taiji). Si è formata in MTC (Medicina Tradizionale Cinese) e Naturopatia, in cui è diplomata con diverse specializzazioni.
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Book preview
Naturopatia per la felicità - Rosa Manauzzi
COPERTINA
naturopatia_felicita.pngNaturopatia per la felicità
image.pngPsicofisiologia dell’ottimismo
Rosa Manauzzi
droppedImage.pngHERMES EDIZIONI - ROMA
Copyright
Naturopatia per la felicità - Psicofisiologia dell’ottimismo
di Rosa Manauzzi
ISBN 978-88-7938-332-5
I edizione digitale
© Copyright 2013 by Hermes Edizioni
Via Flaminia, 109 - 00196 Roma
www.edizionimediterranee.net
Versione digitale realizzata da Volume Edizioni srl - Roma
droppedImage-1.pngRingraziamenti
image-1.pngRingrazio tutti indistintamente perché la vita e le sue mirabili sfumature sono il più grande insegnamento che non smetterò mai di apprezzare.
Sono grata agli autori dei tanti libri e articoli letti, ognuno dei quali ha lasciato dentro me la consapevolezza di un impegno comune verso un approccio olistico, rispettoso di questo Universo in cui abbiamo la fortuna di coesistere.
Grazie ai Maestri incontrati, per i loro insegnamenti teorici e pratici, per la curiosità che mi hanno trasmesso, per l’antico adagio cinese che recita devo ancora studiare
.
Grazie al lettore che ha scelto questo libro, unendosi al mio messaggio di salvaguardia del Pianeta Terra.
La malattia è il risultato di uno squilibrio.
Lo squilibrio è il risultato di una dimenticanza:
hai dimenticato chi sei tu.
Barbara Ann Brennan
Bene è ciò che unisce, male ciò che separa.
Aldous Huxley
Introduzione
image-2.pngQuesto libro propone un approccio naturopatico per una psicofisiologia dell’ottimismo
, un’espressione che ho coniato per indicare la risposta di tutte le componenti del nostro essere al vissuto e che, allo stesso tempo, intende saldare il legame tra microcosmo (essere vivente) e macrocosmo (Universo).
Da parte di chi scrive, c’è la vocazione a rendere pubblica una passione che dura da anni (lo studio della Naturopatia e delle arti orientali) e che vuole coinvolgere quante più persone possibili in un percorso di scambio di conoscenze e riflessioni. E soprattutto vuole suscitare positività nel lettore (specialistico o meno).
La Naturopatia è una disciplina olistica che comprende numerosi aspetti scientifici, da una parte, e contempla, dall’altro, un approccio profondamente umano e naturalistico. Coinvolge quindi un tesoro a tutti accessibile e da condividere insieme.
Non si può curare (e auto-curarsi) con la natura se non ci si mette al totale cospetto di essa, e lo si deve fare senza la pretesa di soggiogarne le forze; anzi si deve esprimere pieno rispetto e gratitudine per tutto quello che vorrà offrirci.
Ho voluto iniziare dal respiro
, e tutto quanto presuppone il prezioso scambio uomo-ambiente a livello energetico: il concetto di qi
, l’energia vitale che permea ogni forma di vita, l’importanza della consapevolezza di inspirare molto più dell’ossigeno ogni qual volta ci apprestiamo, volontariamente o meno, a compiere l’atto respiratorio.
L’inserimento del qigong
è stata una logica conseguenza, visto che questa antichissima forma preventiva e terapeutica basa tutta la sua potenza proprio sul respiro. Lo pratico e insegno da molti anni con numerosi benefici per me e per gli allievi.
Le emozioni, come la medicina tradizione cinese (MTC) insegna, sono anch’esse il risultato del flusso energetico e del continuo alternarsi di yin e yang nell’affascinante movimento della vita. Siamo immersi come piccoli puntini in una sorta di onda inarrestabile, tuttavia in grado di mutare il suo moto a seconda degli approcci che decidiamo di adottare.
La psicologia positiva, nuova disciplina sincretica tra saggezza orientale e buon senso occidentale, cerca di analizzare le modalità costruttive con cui possiamo affacciarci alle esperienze, che non sono mai solo belle o brutte, ma definite dalle nostre attitudini.
In particolare l’arte, il più alto esempio di modalità positiva, ha offerto i suoi strumenti a personalità capaci di rappresentare gli aspetti della realtà, mutandola in senso ottimistico, perché la sua rappresentazione è di per sé una selezione in positivo, una catarsi, percepibile oggettivamente.
La connessione tra gli esseri chiede urgentemente di essere riconosciuta, nel delicato equilibrio che stiamo vivendo a livello planetario, e la scienza ricorda, con le scoperte più recenti, che ogni nostra azione è sempre vissuta anche da altri, non necessariamente della nostra specie.
Persino la scelta di tenerci sani influenza ciò che ci circonda, in un effetto domino da tenere a mente. La natura, del resto, non ci fa mancare nulla affinché possiamo ripristinare qualsiasi equilibrio perduto: frutta, verdure, spezie sembrano solo in attesa di essere colte per arricchire la nostra forza vibrazionale, in modo da estenderla ad altri.
Ci sono abitudini che possono migliorare la qualità della vita: la selezione del cibo può accrescere il livello di energia; la meditazione, l’ordine esteriore, il dono di ridere, il riconoscimento del bello, il rituale del ringraziamento hanno la funzione di aprirci gli occhi su uno scenario positivo.
Il mondo mediatico, italiano in particolare, è rimasto un po’ indietro rispetto alle infinite possibilità, eppure qualcosa si sta muovendo anche in questo campo. Con sorpresa di tutti, le buone notizie si stanno facendo largo e stanno confermando la nostra via verso il progresso, che altro non è che un livello di consapevolezza superiore. Per parafrasare Edward Lorenz, possiamo essere parte del battito di ali capace di cambiare il corso del tempo.
Non permettere che alcuno ti convinca a curarlo
se prima non ti abbia aperto il suo animo,
giacché il grande errore
che commettono i medici del nostro tempo
nel sanare le infermità
è di considerare separati lo spirito dal corpo.
Non si può guarire l’uno senza curare l’altro.
Dalla mente procede sia il bene che il male,
irradiandosi al corpo e all’uomo tutto intero.
Platone, Carmide
La verità è che nessuna mente è molto impegnata nel presente: il ricordo e l’anticipazione riempiono
quasi tutti i nostri momenti.
Samuel Johnson, Rasselas, principe di Abissinia
1. Il respiro
image-3.png1.1 In principio fu il soffio, ancor prima del verbo
Respirare per vivere. È un atto essenziale per introdurre ossigeno nel corpo, tuttavia ha un altro scopo altrettanto fondamentale: liberarci dai prodotti di scarto, ovvero diossido e acqua.
Le cellule del corpo usano l’ossigeno come un’automobile farebbe con la benzina; nel nostro caso però il carburante è costituito dal glucosio.
La convinzione che i polmoni siano l’unico organo preposto alla respirazione è a dir poco limitata. Il diaframma (un muscolo di cui ci dimentichiamo troppo spesso) consente una respirazione più profonda, con effetti sul metabolismo. Sono coinvolti nella respirazione i tratti superiori: naso, bocca, laringe, faringe e trachea. Inoltre, coadiuvano l’azione respiratoria i muscoli intercostali. Lo scambio gassoso avviene all’altezza degli alveoli, piccole sacche d’aria che si trovano alla fine dei canali bronchiali, nei polmoni. Qui il sangue, giunto nei capillari, incontra l’aria, prende l’ossigeno e si libera del diossido di carbonio.
Per completare il quadro, siamo avvolti completamente da una membrana respiratoria che ci consente di liberarci delle tossine: la pelle, il più grande organo respiratorio ed escretore. Non dobbiamo poi dimenticarci delle numerosissime cellule che respirano all’interno del nostro corpo (ben 50 trilioni di mini entità che vivono in comunità strutturate e riproducono in piccolo le funzioni dei nostri organi).
L’ossigeno è vitale per l’integrità del cervello, delle ghiandole e degli organi interni, come pure del sistema nervoso. Possiamo fare a meno del cibo per giorni, dell’acqua per pochi giorni, ma senza ossigeno bastano pochissimi minuti per porre fine alla vita.
Il cervello è l’organo che ne richiede maggiore quantità in assoluto. Di fatto, si nota chiaramente che, in tutte le condizioni in cui l’ossigenazione cerebrale è scarsa (senilità, chiusura delle arterie), sia in caso di patologie vere e proprie sia in caso di respirazione errata (frettolosa, toracica), si possono avere sintomi di stanchezza, depressione, pensieri negativi, difficoltà uditive e visive, si raggiungono più facilmente stati di irrequietezza. Quando gravi occlusioni impediscono all’ossigeno di raggiungere il cuore si arriva all’infarto; quando questo avviene per il cervello si determina l’ictus.
Diversi ricercatori tedeschi negli anni Trenta-Quaranta del secolo scorso (in primis l’equipe del dottor Otto Heinrich Warburg) hanno ipotizzato che anche il cancro sarebbe causato da un’insufficiente ossigenazione delle cellule¹, una teoria avvalorata da una recente sperimentazione sulle scimmie, condotta negli USA presso la Baylor University: le arterie danneggiate sono state riparate con il passaggio di ossigeno artificialmente indotto. Altri interessanti conferme, che riguardano diversi tipi di cancro, provengono da uno studio dei nostri giorni della University of Georgia (USA).
Tutte le tecniche orientali yogiche, del qigong, del taiji e della meditazione in genere, si avvalgono della respirazione profonda. Era chiaro già dall’antichità che un’ossigenazione corretta e consapevole fosse di grande importanza; a maggior ragione dovremmo preoccuparcene ai nostri tempi, in cui si conduce una vita sedentaria e si trascorrono ore chiusi negli uffici o in casa, mentre il nostro organismo reclama a gran voce ossigeno. Il risultato, oltre all’irritabilità, è una serie di disturbi frequenti, quali astenia, raffreddori, malanni stagionali ripetuti, a causa di un sistema nervoso deprivato che non sostiene più al meglio il sistema immunitario.
Per rimanere giovani più a lungo l’elisir comprovato è il sangue purificato dall’ossigenazione. C’è un modo economico ed efficace per eseguire questa pratica: respirare a fondo!
È anche attraverso l’aria che nutriamo il nostro corpo e che possiamo ricaricarlo energeticamente (grazie al qi dell’aria), molto più di quanto facciamo con il cibo. Attraverso il processo respiratorio ci liberiamo delle tossine, con beneficio del cervello e di tutto l’organismo.
È evidente a tutti che i fumatori invecchiano molto prima; la loro pelle avvizzisce precocemente, come prova della saturazione tossica.
Gli scienziati hanno scoperto che alla base della produzione energetica del corpo c’è un composto chimico, l’adenosina trifosfato (ATP), che funge praticamente da moneta corrente energetica della maggior parte delle reazioni metaboliche. Problemi nella produzione dell’ATP generano scarsa vitalità, malattie e invecchiamento precoce. E l’ossigeno è fondamentale per l’ATP, essendo il suo componente più vitale.
Anche se il processo respiratorio avviene per lo più in modo inconsapevole, non si deve dare per scontato. Si dovrebbe invece prestare più attenzione a come avviene e a tenere una postura corretta che non impedisca il normale scorrere dell’aria fino ai polmoni e poi al loro interno. Basti pensare a tutte le volte che si assumono posizione inclinate o che si respira velocemente o si rimane in apnea.
Esiste una connessione inscindibile tra respirazione e stato mentale: l’una influenza l’altro e viceversa. A livello fisico, gli stati di tensione mentale portano a irrigidimento muscolare di braccia, collo e busto, cioè dei muscoli che muovono il torace e controllano l’inspirazione e l’espirazione. In un periodo prolungato di tensione nervosa o anche per lo sforzo nella concentrazione, si arriva a congelare
la respirazione senza accorgersene.
Il risultato è che il sangue è meno ossigenato e scorre più lentamente, con conseguente affaticamento del corpo.
Si tende a respirare in modo superficiale e troppo velocemente, non prendendo l’ossigeno necessario e non eliminando sufficientemente il diossido di carbonio, con perdita di vitalità e indebolimento del sistema immunitario.
Nel regno animale, l’elefante vive molto a lungo, perché respira profondamente.
La ragione per cui respiriamo poco e male è da individuare nel nostro stile di vita sempre più frettoloso e stressante; si reagisce emotivamente con gran facilità (con rabbia ed eccitazione per cose di poco conto), si è afflitti dall’ansia e dalle preoccupazioni. L’inquinamento circostante dà il colpo di grazia; il corpo si autotutela respirando meno per non inalare tossicità.
Le cattive abitudini, se ripetute, diventano consuetudine; il corpo infatti si adegua pensandole
normali. Per fortuna il processo è reversibile e possiamo cambiarle e tornare a respirare correttamente. Occorre però prima accettare di voler cambiare, e questo presuppone la volontà di avere maggiore consapevolezza di sé e di ciò che realmente ci fa stare bene.
Quante persone iniziano attività sportive terapeutiche come yoga, qigong, taiji quan ma dopo pochi mesi decidono di lasciare? Si tratta infatti di percorsi a specchio, in cui l’allievo, se pure seguito da un bravo Maestro, è messo di fronte ai suoi blocchi ed è l’unico vero terapeuta di se stesso. Condizione difficile da accettare perché vengono a galla i propri difetti posturali e respiratori, sinonimi dei blocchi psicofisiologici.
Il Maestro insegna le tecniche, l’allievo, soprattutto nei primi tempi (che sono soggettivi, mesi per alcuni, anni per altri), non farà altro che lottare con se stesso, anziché aprirsi al nuovo. Sono strategie difensive che servono solo a reiterare le cattive abitudini.
Qui non tratteremo in dettaglio di tecniche respiratorie, di cui si possono trovare abbondanti informazioni in manuali appositi. Tuttavia daremo dei suggerimenti.
Innanzitutto dovremmo respirare con il naso. Esistono studi che attribuiscono alla respirazione per bocca effetti nocivi sulla tiroide e persino ritardo nello sviluppo mentale dei bambini². Senza addentrarci su un simile rischio, è certo che i numerosi peletti presenti nel naso fanno da filtro contro polvere, impurità, piccoli insetti e in caso di freddo eccessivo le membrane mucose posteriori rappresentano un ulteriore filtro e scaldano