Il pavone e lo scorpione
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Info su questo ebook
Michelina Buono è nata a San Severo (FG) nel 1965 dove vive con il figlio e svolge la professione di insegnante nella scuola primaria. Lettrice instancabile, ha cominciato a scrivere sin da ragazzina poesie e filastrocche per l’infanzia. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti in vari premi internazionali, tra i quali: 2° posto al Premio “La mia anima nella tua voce” 2021; 3° posto al Premio “Città di Castrovillari” per la sezione silloge inedita 2021; finalista al Premio “Agitazioni Castelluccesi” 2021 per la sezione poesia; finalista al Premio “Wilde” 2021 per la sezione poesia a tema libero; segnalazione Speciale di merito al Premio “Jucunde Docet” Torino 2021; Attestato di Merito “Nuova Accademia Dei Bronzi” 2021. Nel 2021 con Oceano Edizioni di Bari ha pubblicato la silloge Io non dimentico.
Al racconto breve tratto dal romanzo Il pavone e scorpione è stata assegnata la Menzione d’Onore al Premio Internazionale di Arte Letteraria “Il canto di Dafne” Per dire No alla violenza sulle donne.
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Anteprima del libro
Il pavone e lo scorpione - Michelina Buono
Nuove Voci
Prefazione di Barbara Alberti
Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.
È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.
Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi
Non esiste un vascello come un libro
per portarci in terre lontane
né corsieri come una pagina
di poesia che s’impenna.
Questa traversata la può fare anche un povero,
tanto è frugale il carro dell’anima
(Trad. Ginevra Bompiani).
A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.
Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.
Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.
Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterly. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov
.
Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.
Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.
Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.
A tutte le donne vittime di violenza
e ai loro figli, che hanno subito quella assistita.
Introduzione
di Beniamino Pascale
¹
Michelina Buono è nata in Puglia, tra "angeli e diavoli, un po’ come tutti. Il romanzo, infatti, è intriso di figure angeliche e diaboliche – seppur di fantasia ma vere in tante realtà raccontate dalla cronaca o di quelle che covano sotto la cenere della paura e della compassione – che rappresentano
il filo della trama del libro che non è dissimile all’Amore di Arianna per Teseo. Ma a differenza del racconto mitologico, Teseo (Mario) non ucciderà il Minotauro ma la libertà. E il proverbiale
Filo di Arianna", servirà a Lara, la protagonista di questa storia, ad uscire dal labirinto della violenza inferta da colui che diceva di amarla.
Michelina Buono, poetessa, fa il suo esordio narrativo con un romanzo attuale e lineare, che ha l’intento di sensibilizzare, lettrici e lettori, sulla piaga infernale della violenza di genere messa a fuoco
con quella lente che scruta e descrive tutti i tratti del manipolatore seriale, peculiare caratteristica del narcisista patologico che si alimenta alle fonti dell’Ego e della violenza. Essendo maniaco del controllo, destruttura la vittima fino a farle terra bruciata intorno. Come in una sinusoide emotiva, alterna l’amore folle alla svalutazione del partner, vero obiettivo di questa figura dalla doppia personalità.
Il pavone e lo scorpione
sono le facce della stessa medaglia che racconta, nella spontaneità creativa di una narrazione che ben riesce all’Autrice, il narcisista patologico: sotto le mentite spoglie di creatura angelica, manifesta la sua natura diabolica.
Nell’intercalare del verso poetico, tanto soave, quanto reale, il romanzo è fatto di parole che non lasciano fraintendimenti perché la storia di Lara è quella di tante, troppe, donne vittime della violenza dei propri mariti, compagni e amici che al momento opportuno, alzano la coda morbida e colorata del pavone e pungono con l’aculeo velenoso dello scorpione.
Ma Lara ha l’antidoto: Michele, suo figlio. Bimbo che dopo averle dato la gioia della maternità, seppur vittima anche lui della cosiddetta violenza assistita, le dà la forza di liberarsi dal gioco di Mario. Un romanzo frutto della ricercata attitudine alla scrittura creativa dell’Autrice ma non dei contenuti e delle scene che colgono aspetti socio-economici e modi di dire, ormai scomparsi, appartenuti a quelle comunità a cui il libro si ispira.
Il romanzo di Michelina Buono vuol far emergere sempre, ogni giorno, tutte le sfaccettature della violenza e non solo il 25 novembre, nella Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.
Lara l’ha capito e lo racconta a coloro che incontreranno questo libro e lo avranno tra le mani. Ecco perché la storia comincia dalla fine, perché l’inizio della fine dell’incubo di Lara è: "Non sono mai stata innamorata di lui."
Da giornalista che ha raccontato, e che purtroppo continua a raccontare, queste storie di cronaca è una frase che accomuna le vittime del pavone e dello scorpione
. Ma, questo, le vittime lo capiranno solo dopo, perché hanno paura, perché non trovano un appoggio, perché restano sole.
A volte, lo capiranno mentre sono in attesa di una sentenza che dia loro, nella funesta ipotesi di omicidio, quella giustizia terrena che non vuol dire vendetta.
Quando muore una donna ogni tre giorni per femminicidio (dati 2021 in Italia) le istituzioni, tra cui la magistratura giudicante, devono porsi qualche domanda e agire in scienza e coscienza perché lo scorpione
è sempre in grado di intendere e volere.
1 Giornalista e scrittore, Beniamino Pascale è nato e vive a San Severo (FG). Nel 2015 è stato insignito (con menzione speciale) del Premio giornalistico nazionale Maria Grazia Cutuli
organizzato dal Centro culturale internazionale Luigi Einaudi
per articoli scritti in teatri operativi e che promuovevano la Pace.
"Un giorno mi perdonerò
del male che mi sono fatta.
Del male che mi sono fatta fare.
E mi stringerò così forte da non lasciarmi più."
Emily Dickinson
ONCE UPO A TIME
Questa è una novella al contrario.
C’era una volta un tempo inesistente
chiaro e senza nuvole.
Vivevano in questo ameno luogo
fate, libellule e spiritelli.
Si divertivano un mondo
senza sapere