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Sei ragazzi e lei
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Ebook172 pages1 hour

Sei ragazzi e lei

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About this ebook

La rivelazione della passione saffica. Ester è una studentessa universitaria, nonché aspirante giornalista, alle prese con la frenetica vita milanese e due coinquiline. Dopo aver classificato il genere maschile in sei tipi, un sabato, si trova in casa una donna, che la stravolge. Cosa vivrà Ester nei giorni seguenti? Dimenticherà la donna, o si farà dominare dalle forti emozioni della passione repressa?

LanguageItaliano
PublisherThalassa
Release dateApr 3, 2022
ISBN9781005770419
Sei ragazzi e lei
Author

Thalassa

Thalassa Author è lo pseudonimo di un autore che ha deciso di rimanere anonimo e non ama far parlare di sé. Ha iniziato l’attività di scrittore col romanzo Dolce sporco sogno erotico, pubblicato su Amazon Kindle Direct Publishing il 1° settembre 2021. Il nome è ripreso dalla divinità greca del mare, mentre il logo ha come simbolo la stella marina, che rappresenta resistenza alle avversità. Se perde un braccio, questo ricresce. Il genere letterario di Thalassa include scene di romanzi di formazione, narrativa psicologica, avventure sentimentali e storie contemporanee.

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    Sei ragazzi e lei - Thalassa

    Sei ragazzi e lei

    PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA

    Copyright © 2022 by Thalassa

    1° edizione digitale | Pubblicato il 3 gennaio 2022

    Distribuito con Smashwords

    3 aprile 2022

    Thalassa Author | www.thalassaauthor.com | contact@thalassaauthor.com

    Autore

    Thalassa è lo pseudonimo di un autore che ha deciso di mantenere la propria identità nascosta.

    Ha iniziato la propria attività di scrittore col romanzo Dolce sporco sogno erotico, dopo il quale ha pubblicato L’angelo che dormiva sulle nuvole di lava e Il silenzio delle tenebre.

    Avvertenza

    Quest’opera contiene temi forti, accompagnati da un linguaggio esplicito, il cui fine è riportare la realtà dei fatti, denunciandola. Pertanto, non è da intendersi alcun fine denigratorio.

    I personaggi descritti sono frutto dell’immaginazione di Thalassa. Qualsiasi coincidenza o somiglianza con persone reali è casuale.

    Ideato pensando alla comunità LGBTQ+, ai loro cari e a tutti noi sostenitori.

    Dedicato anche a tutti coloro che hanno subito razzismo, bullismo, sessismo, classismo e ogni altra forma di violenza e discriminazione.

    Indice

    PREAMBOLO

    INTRODUZIONE

    PARTE I – I sei ragazzi

    Amukh, l’Improvvisatore

    Il Business-Involved

    Angioletto di Mamma

    Faccina Pulita

    Il Bad Boy

    L’Influenced

    PARTE II – Lei

    La mia routine

    La vista di Arabella

    La vera storia

    CONCLUSIONE

    RINGRAZIAMENTI

    Preambolo

    Milano, ottobre 2017, ore 08:42.

    Ester aspetta la metropolitana e la città scoppia già di gente, pronta per andare al lavoro.

    Nessuno guarda in faccia gli altri. Ognuno tiene lo sguardo fisso nel vuoto o sullo smartphone, immerso in un’altra realtà. Un signore anziano risalta nella folla per il solo fatto di leggere un quotidiano cartaceo, e non elettronico.

    La giornata è molto soleggiata, ma non c’è tempo per fare una passeggiata. C’è chi dovrà stare rinchiuso nel proprio ufficio, chi dovrà correre da un appuntamento all’altro, chi dovrà servire i clienti ad un bancone, chi dovrà tenere una conferenza e chi dovrà stare fermo, come un burattino, pur di comprarsi un trancio di pizza con cui sfamarsi.

    Ester è ancora giovanissima, ha solo ventun anni, ma sa già che, ben presto, la sua vita cambierà, richiedendole di abbandonare il mondo fantasioso degli adolescenti per entrare in quello faticoso e noioso degli adulti.

    Nel mentre, ella vuole godersi l’ultimo momento di spensieratezza, come se non ci fosse un domani, ascoltando la sua musica del cuore.

    Introduzione

    Si dice che il mondo sia bello perché vario. Per la mia limitata esperienza, posso confermare che il mondo sia veramente molto vario. Sul fatto che tale varietà possa sempre ritenersi bella, invece, nutro forti dubbi.

    Mi chiamo Ester Rossetti, sono nata a Cervia, nota località della riviera romagnola, il 19 ottobre 1996 da padre veronese e madre cuneese, e cresciuta a Bussolengo, un paese della provincia di Verona di ventimila anime che, a mio parere, è perfetto solo per dormire. Chi desidera un po’ di movida, o va a Verona, o si reca alla Grande Mela, il centro commerciale più vicino.

    Una volta completata la Maturità linguistica, nel 2015, mi sono trasferita a Milano per studiare Scienze della Comunicazione, col sogno di inseguire una carriera nel giornalismo. In particolare, mi affascinava diventare giornalista di riviste di moda. Vogue era il mio mito assoluto, ma mi sarei accontentata anche di Glamour. Invece, non mi avrebbe convinta Cosmopolitan per il troppo sesso.

    Si dice che chi, come me, è nato sotto il segno della Bilancia sia perennemente alla ricerca dell’equilibrio, molto socievole e, soprattutto, romantico. Io, tuttavia, ritengo di stravolgere le regole dell’astrologia.

    Se sono alla ricerca dell’equilibrio, è perché sono una matta totale. Preparo un tema, lo leggo, mi piace, ma poi lo correggo, lo cancello, lo rifaccio, voglio ripristinare il contenuto originale, ma non lo trovo più. Oppure entro in un negozio, vedo un abito che mi piace, lo indosso, vado alla cassa, ma poi ne vedo uno più bello e, alla fine, non compro nulla, ma a casa mi balza il pensiero di un altro abito ancora, visto nel negozio.

    Sul fatto che io sia una persona piuttosto asociale, nessuno è in disaccordo. Alle feste, sono sempre quella che si allontana dal gruppo degli amici degli amici, tutti che fanno i fighi sui social, ma nessuno che si ritiene soddisfatto della propria vita. Ai pranzi in famiglia, come quello di Natale, i parenti mi riempiono di carinerie, ma solo per prepararmi la lista delle centocinquantamila cose che, secondo loro, dovrei fare nella vita.

    «Hai trovato il fidanzatino?» zia Rosina era solita chiedermi.

    «Quasi.» mentii.

    «Come quasi? Devi procedere.» insistette.

    «Ehm, è ancora presto.»

    «Come si chiama?»

    «Ma che bella collana!» distrassi la zia pur di cambiare argomento.

    Infine, sono una delle persone meno romantiche del mondo. I cartoni animati raccontavano storie di donne che nella vita non attendevano altro che il bacio del principe azzurro, con cui sarebbero poi convolate a nozze.

    Io, però, non sono come le altre donne, in cerca del loro principe da amare e da cui essere amate.

    Ho incontrato una persona che mi ha aiutata a manifestare ciò che tenevo nascosto, a ricredere su quello che si dice sul genere femminile. Genitori, amici, parenti ed insegnanti mi hanno imbevuta di teorie su come conquistare il difficile genere maschile, non curandosi di cosa io possa arrivare a provare per qualcuno appartenente al mio sesso.

    Il maschile mi ha sempre affascinata, è innegabile. Ho individuato sei tipologie di uomo, che ho riscontrato in ragazzi che ho conosciuto, più o meno approfonditamente, e che descriverò nelle pagine seguenti. Tuttavia, in nessuno di loro ho trovato ciò che voglio davvero in amore: questo me lo ha trasmesso solo Lei, che ho conosciuto per ultima, e a cui dedicherò la seconda parte del libro.

    Parte 1

    I sei ragazzi

    AMUKH, L’IMPROVVISATORE

    Amukh l’Improvvisatore è il moroso di una mia collega di famiglia benestante. Si tratta del classico caso di opposti che si attraggono.

    Cristiano, nato il 25 giugno 1992, era originario di Rio de Janeiro, figlio di Jorge, un geometra di ascendenze portoghesi e tedesche, e di Maristela, una casalinga, nonché ex modella, afrobrasiliana. Sebbene fra i due vi fossero venticinque anni di differenza, i genitori erano molto affiatati e, per questo, venivano tanto ammirati quanto invidiati dalle altre coppie.

    Tragicamente, quando Cristiano aveva solo cinque anni, il padre morì a causa di un tumore ai polmoni, dovuto all’eccesso di fumo sia attivo che passivo. Ciò costrinse la madre, priva della licenza superiore, a cercarsi immediatamente un lavoro per mantenere i tre figli.

    La decisione della madre di lasciare il Brasile

    Dopo aver lavorato in un call center per un anno e mezzo, desiderosa di far crescere la prole in un contesto sociale migliore di quello sudamericano, Maristela decise di emigrare in Italia, precisamente nel milanese. Tale destinazione le fu suggerita da una cara collega di origini italiane, la cui sorella Iolanda viveva a Bollate da otto anni e avrebbe potuto aiutare la donna a inserirsi più facilmente nel nuovo contesto.

    Maristela non aveva mai viaggiato così lontano in trentatré anni e, all’idea di affrontare una nuova vita, senza un uomo forte accanto, provava non poca ansia. Ella temeva di riscontrare problemi culturali, oltre che razziali per via della pelle nera, e, quando comunicava ai suoi familiari e stretti conoscenti che avrebbe lasciato il Brasile per l’Italia, costoro le ribadivano che una donna come lei non sarebbe stata in grado di resistere nel secondo paese.

    Nonostante i messaggi di scoraggiamento superassero quelli di incoraggiamento, la madre di famiglia non cambiò i piani e, così, il 20 marzo 1999, sbarcò all’aeroporto di Malpensa, dove ad attenderla vi era Iolanda insieme alla figlia sedicenne Dafne.

    L’aiuto della sorella dell’ex collega semplificò notevolmente la vita di Maristela. Infatti, quando quest’ultima iniziò a lavorare come addetta alle pulizie degli uffici, mansione svolta in orario serale, i suoi figli erano accuditi da Dafne, che si offriva pure di insegnare loro l’italiano mentre lavorava come babysitter per altri bambini.

    La capacità di fare colpo… sulle over

    Anno dopo anno, i tre figli crebbero e si adattarono alla cultura italiana, tanto che arrivarono a considerarsi degli italiani di origine brasiliana, sebbene non riuscissero a ottenere lo status di cittadini. Cristiano diventò un gran bel ragazzo, i cui geni fortunati erano stati ereditati dalla madre, ma anche il fratello Rafael e la sorella Paloma erano di bell’aspetto, seppur assomiglianti più al padre.

    Cristiano aveva i capelli rasta, essendo un fan sfegatato di Bob Marley, neri e lunghi fin sotto il gomito, tenuti fermi da una coda bassa. Gli occhi, sempre neri, avevano una forma un po’ allungata, il naso era grosso, ma dritto, e la bocca larga e carnosa, da cui spuntavano denti dritti e bianchi ad ogni sorriso.

    Il fisico era mozzafiato, tanto che, in piscina, si sentiva gli occhi di tutti, e di tutte, puntati addosso. Un pomeriggio di luglio, all’Idroscalo,

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