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Solip: System
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Solip: System

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Fantascienza - romanzo breve (56 pagine) - Chiuso nel corpo del suo peggiore nemico per salvare il futuro della Terra.


Dopo il successo di Hardwired (I guerrieri dell’interfaccia, 1986) Walter Jon Williams ritornò qualche anno dopo, spinto dai lettori e dal suo agente, alla storia messa in risalto in un romanzo considerato tra i capolavori del cyberpunk.

Dice l’autore a questo proposito: “L'idea iniziale di Hardwired non era esattamente sconosciuta nella fantascienza, cioè che le colonie spaziali della Terra avessero messo in atto una rivoluzione per ottenere l'indipendenza dal pianeta natale. Ma, a differenza di altri libri che utilizzavano questa idea, le colonie di Hardwired non cercavano la mera indipendenza politica: una volta distrutte le difese della Terra, trovarono la visione di un pianeta indifeso troppo allettante per resistere.    Dominavano il loro pianeta natale ed erano unite dal desiderio di sfruttare le risorse rimanenti della Terra per migliorare le proprie economie. Alla fine di Hardwired la mente di Reno, uno dei protagonisti,  era stata trapiantata nel cervello del boss dell'Orbitale, Roon, tramite il programma Black Mind. Con una riflessione attenta sulle lacune nella mia cronologia futura, ho deciso di scrivere una storia su Reno.”

Solip System racconta dunque la drammatica vicenda di Reno all’interno della mente del suo più grande nemico, il mostro Albrecht Roon, responsabile di atroci crimini nei confronti dei terrestri. Con grande astuzia e coraggio dovrà portare a termine un’incredibile opera di sabotaggio, che lo vedrà affrontare difficoltà di ogni genere, tra cui lo stesso Roon, ancora vivo e folle all’interno del suo stesso cervello.

Apparso come chapbook per la casa editrice amatoriale Axolotl Press nel 1989, e poi, nel settembre del 1990, sulla prestigiosa Asimov’s Science fiction Magazine, Solip:System rappresenta una sorta di seguito a I guerrieri dell’interfaccia. Con questo romanzo breve, inedito finora nel nostro paese, continuiamo a presentare il meglio di un autore tra i più vivaci e validi della fantascienza moderna. Ricordiamo inoltre che in questa stessa collana abbiamo presentato opere come Emersione, Elegia per angeli e cani, Il giorno dell’incarnazione,  La Piramide Sommersa della Dinastia Tang, e Argonautica. 


Nato nel 1953 a Duluth nel Minnesota, Walter Jon Williams si è laureato in letteratura inglese all'università del Nuovo Messico, dove attualmente vive e lavora.

Autore di una ventina di romanzi, tra cui ricordiamo Hardwired (1986), La voce del vortice (1987), Stazione Angelica (1989), Aristoi (1992), Metropolitan (1995), di sceneggiature cinematografiche e televisive e di numerosi racconti, ha vinto due volte il premio Nebula, la prima nel 2001 con il racconto Daddy's world e, successivamente, nel 2004, con L'era del flagello (The Green Leopard Plague), pubblicato in Italia nella collana Odissea Delos.

Autore eclettico e dotato, Walter Jon Williams ha attraversato varie fasi nella sua carriera. Dopo un inizio influenzato da Roger Zelazny, è poi diventato uno degli esponenti di spicco del cyberpunk degli inizi degli anni novanta con il gradevole I guerrieri dell'interfaccia (Hardwired), per poi raggiungere la piena maturità con opere come La voce del vortice, Stazione Angelica, Aristoi.

LanguageItaliano
PublisherDelos Digital
Release dateMar 29, 2022
ISBN9788825419948
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    Solip - Walter Jon Williams

    1

    Da qualche parte una voce sta urlando. Reno si muove alla velocità della luce, e intorno a lui l'universo piange per il dolore. Una luce intensa abbaglia i suoi occhi. Odori gli pizzicano le narici. Sopra di lui nuotano le stelle, e la loro morbida luce è offuscata dalle lacrime.

    Giace disteso sulla schiena. Qualcosa sotto di lui fa uno scricchiolio. Le stelle lo fissano con pupille scintillanti di luce.

    Reno muove il braccio. Una cosa semplice, ma aveva dimenticato come farlo. Vuole asciugarsi le lacrime dal viso, ma si tocca per sbaglio le tempie e sente qualcosa di diverso, un filo conficcato nella sua testa. La sua coordinazione si è notevolmente deteriorata. Il corpo sembra sbagliato. La gola gli fa male. In bocca ha un sapore nauseante.

    Ricorda dove si trova, cosa aveva intenzione di fare in questo posto.

    Ricorda che le urla erano le sue.

    La stanza è ampia e alta, non c'è una singola linea retta ma solo curve che precipitano. Moda orbitale importata sulla Terra. Reno si rende conto che le stelle sopra di lui sono degli ologrammi, appesi sotto il soffitto freddo della notte.

    È sdraiato su un letto, su una pila di fogli stampati al computer. La stanza puzza di sudore. Cerca di sedersi. Nella sua mente le stelle turbinano sopra la sua testa. Inspira profondamente.

    – Reno? Reno? – Una voce nella sua mente. La sua voce.

    – Ce l'ho fatta – dice Reno. – Sono entrato.

    – Allora va tutto bene.

    – Funziona. Ora lasciami in pace. Parlerò più tardi.

    Qui c'è un cattivo odore.

    Gira la testa, analizza la stanza. C'è una console per computer, sedie, monitor video, una scrivania con una pila di piatti sporchi. Una porta semi-aperta conduce a un bagno. Il letto ha lenzuola di seta color bordeaux, un piumone giallo. Indossa dei pantaloni di cotone bianco fermati da un cordoncino e nient'altro. Reno tira i fili via dalla testa e cerca di sollevarsi. Fallisce. Il morbido tappeto lo assorbe. Striscia verso il bagno. I fili del tappeto gli pungono i piedi e le braccia, sembrano chiodi infissi con un martello. All'interno del bagno, la carta da parati è stampata con fotografie a grandezza naturale di bambini profughi, facce sudice, piedi nudi, vestiti strappati, enormi occhi scuri.

    Reno raggiunge il piano in marmo del lavandino e si solleva, rimanendo finalmente in piedi. Ondeggia mentre si guarda allo specchio e vede un volto che non ha mai visto prima. Gli occhi dei bambini sporchi echeggiano il suo stupore.

    Ricorda cosa i suoi amici gli hanno chiesto di fare, in cambio di certi favori.

    Ricorda com’era stato morire.

    Una volta era stato pilota di un aereo usato per il contrabbando, successivamente uno speculatore, pronto ad affrontare l’andamento del mercato e fare soldi su ogni flusso finanziario. Il corpo di Reno era morto settimane prima a causa di un incendio; ma prima che il corpo si deteriorasse del tutto uno schema della sua mente era stato salvato in forma analogica, conservato in una vasca di cristalli liquidi all'Havana, nella Zona Libera della Florida. Gli amici di Reno stanno clonando un corpo per lui. La sua mente verrà trasferita nel clone, e Reno rivivrà.

    Gli amici di Reno, che stanno pagando tutto questo, non sono certamente disinteressati. Era stata scoperta una cosa chiamata Black Mind, un progetto creato come arma segreta dagli Stati Uniti poco prima della loro sconfitta nella Rock War. Un progetto basato sull’uso della tecnologia dell’interfaccia neuronica contro la volontà del soggetto, che non avrebbe semplicemente messo a disposizione della mente le nuove informazioni, ma l’avrebbe sovrascritta con altri dati.

    Dopo la sconfitta degli U.S.A. nella guerra contro le colonie spaziali gli scienziati chiusero il progetto, forse perché erano privi d’immaginazione e non avevano ricevuto disposizioni, o forse perché avevano paura della tecnologia, del potere che rappresentava.

    Gli amici di Reno non sono senza immaginazione e non hanno paura. Adesso Reno è lui stesso un potere orbitale, con un cervello a lettura analogica, grazie alla Black Mind, all’idea di un uomo che si chiama Albrecht Roon, un responsabile della Rock War, secondo molti un criminale di guerra, un uomo che è, grazie a una lotta per delega e a considerevoli frodi azionarie, il nuovo presidente della Tempel Pharmaceuticals Interessengemeinschaft, e sta per volare dalla sua residenza personale nella Cordillera Orientale alla sua gigantesca fabbrica di farmaci nel cielo.

    Reno si guarda allo specchio, vede un trentenne senza barba, con un innesto sul cuoio capelluto, occhi cerchiati da un trucco – kohl – denti corrosi. Ci sono prese di interfaccia in ceramica scura sulle sue tempie e sopra le sue orecchie, ognuna decorata con chip di diamanti. I suoi muscoli sono rilassati, e la carne pallida cade sul petto e sui fianchi. Reno non è più sé stesso: è morto, è passato attraverso il fuoco, è rinato.

    Il salvatore della Terra.

    Non può fare a meno di ridere.

    Albrecht Roon era un vecchio di ottant'anni, trasferito nove anni fa, tramite l'analogo cristallino, in un corpo più giovane. Il trasferimento del cervello è una scienza inesatta, e talvolta porta a problemi di adattamento, trasfer incompleto, cambiamenti di personalità. Fino a quando Roon non riuscirà a dimostrare che la sua mente è rimasta integra rimarrà in una posizione subordinata. È per questo che è sceso dalla stazione orbitale, per dimostrare di essere ancora il migliore e potersi così riprendere il suo posto di comando. Era sceso proprio dove Reno e i suoi amici potevano catturarlo.

    Dove Black Mind avrebbe potuto fare il suo lavoro.

    Ora tutto questo sembra una follia. Reno non crede di essere capace di portare a termine il suo compito. Pochi minuti fa, quando la sua consapevolezza consisteva di

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