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Gli scappati di casa: Storia semiseria della fondazione di Zancle
Gli scappati di casa: Storia semiseria della fondazione di Zancle
Gli scappati di casa: Storia semiseria della fondazione di Zancle
Ebook68 pages53 minutes

Gli scappati di casa: Storia semiseria della fondazione di Zancle

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About this ebook

“Adesso cosa vogliono questi scappati di casa?!” pensò, “sicuramente vorranno rubare la nostra terra e tutto quello che ci appartiene!”. Si ritirò dietro un albero di alloro, deciso a fare rientro al suo villaggio il prima possibile, per avvertire tutti.
“Finché sarò vivo, questo non accadrà mai!”
“Siamo sempre lo straniero di qualcun altro. Imparare a vivere insieme è lottare contro il razzismo.”

Tahar Ben Jelloun
LanguageItaliano
Release dateMar 3, 2022
ISBN9788896351406
Gli scappati di casa: Storia semiseria della fondazione di Zancle

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    Gli scappati di casa - Mazzù Morgana

    Morgana Mazzù

    Gli scappati di casa

    Storia semiseria della fondazione di Zancle

    ISBN: 9788896351406

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    https://writeapp.io

    Indice dei contenuti

    Colophon

    Morgana Mazzù: biografia breve

    Capitolo I - Terra! Terra!

    Capitolo II - Gli stranieri

    Capitolo III - La Sacerdotessa

    Capitolo IV - Il Pirata e il Contadino

    Capitolo V - Compromessi

    Capitolo VI - In tre

    Capitolo VII - Vendemmia

    Capitolo VIII - Il Figlio di troppo e l'Assassino

    Capitolo IX - Fuoco e Rabbia

    Capitolo X - Solstizio d'inverno

    Capitolo XI - Alluvione

    Capitolo XII - La nascita di Zancle

    Capitolo XIII - Rito di fondazione

    Nota dell'Autrice: la fondazione di Zancle

    Colophon

    Morgana Mazzù

    Gli scappati di casa – Storia semiseria della fondazione di Zancle

    ©Yorick Editore (2022)

    ISBN 9788896351406

    "Siamo sempre lo straniero di qualcun altro.

    Imparare a vivere insieme è lottare contro

    il razzismo."

    TAHAR BEN JELLOUN

    Al giudice più severo che io conosca

    e che ogni mattina mi guarda dallo specchio.

    Morgana Mazzù: biografia breve

    Morgana Mazzù è nata a Messina. È laureata in Archeologia del mediterraneo presso l’Università di Messina e specializzata in Archeologia classica presso la Scuola di specializzazione di Matera con Massimo Osanna. Nel 2015 ha fondato Archeo-Promo che lavora per e con i Beni Culturali. Ha pubblicato " Vento di Greco (Armando Siciliano Editore 2003) e Andreios lo straniero" (Yorick Editore 2012).

    Capitolo I - Terra! Terra!

    Quando Periere mise piede sulla terra ferma – il piede destro, quello che non portava più il calzare – sentì di nuovo il calore della sabbia sulla pelle e si precipitò con tutto il corpo fuori dallo scafo, finendo per cadere sulla spiaggia con tutta la faccia, tossendo e sputando sabbia,

    Terra! Terra! - rideva e si affogava – Basta acqua di mare! Terra!, si affogava e sputava sabbia.

    Ami più la terra che il mare! – Lisippo, fracido di acqua salata, lo rigirò a pedate, come fosse un otre gonfio di vino – Che razza scadente di pirata sei?! Ma quello ormai non l’ascoltava più, rideva e tossiva,

    Acqua, acqua… per carità! – sospirò, poi si sollevò a mezzo busto e indicò con il dito teso la barca semi tirata sul bagnasciuga, - Acqua dolce, però!

    Periere! Periere! – Agesilao lo chiamò più volte, alzando sempre un po’ di più il tono della voce, - Dove diamine siamo approdati? Tu lo hai capito?!

    Periere bevve ancora per qualche istante, ignorando di proposito la domanda, poi si asciugò la bocca con il dorso della mano, si guardò attentamente intorno, indugiando ostentatamente su ogni dettaglio, con l’aria di chi la sa lunga,

    No! - rispose – Per niente! e ricominciò a bere.

    Menandro sbuffò e gettò a terra la sacca che portava in spalla, mormorando improperi contro il suo comandante, poi si accinse a misurare a lunghi passi la distanza tra il punto di sbarco e l’interno,

    Ma come è possibile?! – gli altri sentirono la sua voce ormai già abbastanza distante – Ancora mare?

    Quando lo sparuto gruppo raggiunse il temerario che aveva osato sfidare l’ignoto, lo spettacolo che si trovò davanti fu sorprendente: una falce a mezza luna e uno specchio d’acqua più calmo di quello che si erano lasciati alle spalle; il sole sorgeva dietro di loro, illuminando la terraferma, che era ancora un passo più distante.

    Periere, per Zeus! – Menandro diede un calcio al sasso grigio e tondo che aveva davanti, facendolo piombare in mare – Che ci voleva a correggere la rotta e farci arrivare direttamente sulla costa invece che in questa lingua di sabbia?!

    Menandro, Menandro, amico mio… - Periere si voltò impettito, con un sorriso a metà tra il sornione e l’offeso – tu che sei uomo di mare dovresti sapere che la luce di Eos mentre si naviga non aiuta certo la vista! – si avvicinò al suo compare e gli mise una mano sulla spalla – Ora basta solo arrivare fin lì!, disse indicando alle sue spalle. L’altro lo guardò stralunato,

    Vuoi portarti la barca in spalla?!

    Ovviamente no!

    Fu così che i pirati di Cuma, dopo aver riportato l’imbarcazione in acqua, approdarono sulla vera terraferma. Il loro comandante, che aveva affrontato quell’ultimo tratto di mare piantato sulla prua occhiuta, dritto come l’albero maestro alle sue spalle, scese finalmente a terra come si confà ad un capo, con entrambi i calzari ai piedi, senza cadere come

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