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Fantascienza - racconto lungo (51 pagine) - Dall'apprezzata penna di Laura Silvestri, una divertente storia femminista sulla diversità, i modelli sociali e la sorellanza… al ritmo del caro, vecchio rock'n'roll.


Tempi duri per le starkatz, le gatte stellari come Quinn, in un universo unificato con quarantuno specie (più una) che anelano tutte a una cosa sola: la popolarità! Per questo c'è "Popularity", il programma di punta della TIVVÙ™ che mette in palio ricchi premi… insieme a importanti penalità riservate a chi, come la riottosa Quinn, resiste all'omologazione. Tra prove di abilità, stylist invisibil* e due pittoresche competitor, Quinn combatte contro qualcosa più grande di lei, verso una prossima e completa disfatta esistenziale. Ma forse non combatte da sola.


Laura Silvestri nasce a Roma nel 1982.

Sin da bambina ama leggere e inventare storie. A ventiquattro anni si laurea in Ingegneria Gestionale e inizia a lavorare nell’ambito del Project Management e, successivamente, nella Logistica Internazionale. Parallelamente, si cimenta con i primi passi nella scrittura creativa, prediligendo il genere fantasy e la fantascienza, che le permettono di spaziare fra i temi più diversi.

Agli inizi del 2016 comincia la sua collaborazione con la casa editrice digitale Wizards & Black Holes, con la quale pubblica a febbraio il racconto lungo, di genere fantasy, Come la luna e il sole e il mese successivo partecipa all’antologia 3000 ab Urbe Condita.

A luglio 2016 pubblica il suo primo romanzo, Nel nome della Dea, con la Giovane Holden Edizioni; il testo si è aggiudicato la vittoria nella sezione romanzi della Quinta Edizione del Premio Letterario Nazionale Streghe, Vampiri & Co.”.

A ottobre 2016 torna a pubblicare con Wizards & Black Holes il racconto lungo di fantascienza distopica Il postulato di Cleopatra Wilson.

LanguageItaliano
PublisherDelos Digital
Release dateFeb 22, 2022
ISBN9788825419467
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    Popularity - Laura Silvestri

    I. Cominciamo bene

    Starkatz f. s., invar. – traduzione in Linguaggio Semplificato Interspecie: Gatta Stellare [la lingua starkatz impone la prevalenza grammaticale del femminile sul maschile. Es.: le sedie e i tavoli sono rosse.]; esemplari presenti nel sistema Arbantrabax: 210.523 (valore aggiornato secondo l’ultimo Censimento Interspecie). Caratteristiche della specie: sistema di governo gerontocratico di stampo matriarcale.

    (dal Registro Enciclopedico, consultabile tramite abbonamento Standard alla TIVVÙ™ – Trasmissione d’Intrattenimento con Visione Virtuale Unificata – disponibile su tredici pianeti e otto lune abitate del sistema Arbantrabax)

    Essere una gatta stellare non è una passeggiata.

    Quinn rimugina mentre, in barba al suo stesso pensiero, si trova a passeggio per le vie del mercato. Ma non può dire di camminare con serenità, davvero no. È un procedere assorto, il suo, a tratti cogitabondo. Un po’ troppo, per i suoi gusti.

    In realtà la vita da gatta è una ficata. Tranne quando fa schifo. Tipo oggi.

    Sotto tettoie di polimeri dai colori fluo che fanno a pugni con i palazzi austeri, la folla s’incanala a fatica. Il sussultare di corna, antenne, proboscidi e becchi rallenta dove le bancarelle intralciano il passaggio; poi ritrova lo slancio, lasciandosi alle spalle contrattazioni reticenti e pessimi affari. I curiosi bighellonano con le appendici nelle tasche, le narici sature di odori pungenti.

    Quinn guarda tutto senza vedere niente. I pensieri si spintonano dentro la sua testa come gli avventori in mezzo ai carretti, e allo stesso modo restano incastrati in improvvise strettoie e brusche svolte.

    Eppure, lei detesta rimuginare. Non comprende il perverso piacere che provano certe creature a flagellarsi col ricordo dei fallimenti passati. Preferisce darsi da fare, afferrare con gli artigli avventure e occasioni.

    Ma le occasioni, da un po’ di tempo a quella parte, sono un problema. O meglio, lo è la loro tragica mancanza. Quante aspettative aveva avuto, quando si era trasferita nell’ecumenopoli di Arbantrabax… Quarantadue specie distribuite sulla superficie di un intero pianeta, senza soluzione di continuità: le opportunità avrebbero dovuto rincorrerla, roba da sfregarsi i cuscinetti. Invece, al momento, l’unico a darle la caccia è il padrone di casa, che non vede l’affitto da tre mesi. Quanto alle mani da sfregare, se ne stanno affondate nelle tasche dei calzoni sdruciti e giocherellano con la scheda monetaria. Scheda che è parte integrante del dramma. Quel mattino Quinn è uscita per fare la spesa, pur sapendo che il sacchetto con cui tornerà al monolocale sarà troppo leggero. Sono settimane che mangia per bontà della sua coinquilina, ma anche Zoe non naviga negli intercrediti. Deve trovarsi un lavoro alla svelta.

    – Ehi, bella micetta, me lo fai un sorriso?

    Se le avessero acciaccato la coda, Quinn non avrebbe sobbalzato con la stessa violenza. Su un aeromobile che staziona a un paio di metri dal manto stradale, una creatura anfibia agita un arto molle verso di lei, gli occhi bulbosi fissi sulla sua coda.

    La gatta snuda le zanne in modo tutt’altro che amichevole. – Sei un uomo-pesce! Ti pare il caso di rompere le ovaie a una starkatz?

    – E dai, ti stavo solo facendo un complimento – blatera il tipo gonfiando le sacche sul collo.

    – Il complimento te lo puoi ficcare su per l’ovopositore!

    Ovop… – boccheggia l’anfibio. – Non sono un insettoide, e soprattutto non sono una femmina!

    – Meglio. Vorrà dire che sarai più tenero e saporito. – Quinn fa schioccare le mascelle. Lui rimette l’appendice sul volante e sfreccia via. Alleluia. Chissà cosa passa per la testa, ai maschi della Capitale, quando decidono di disturbare una femmina immersa nelle sue questioni. Fastidiosi e con poco istinto di conservazione, ecco come sono da queste parti.

    Quinn affretta il passo quando fiuta l’odore che sta cercando. Il banco alimentare del buon Frankie profuma sempre di pesce fresco, senza l’alone di eau de palude che a volte emana dalla roba dei venditori. In mezzo alla via, un capannello di scommettitori è in procinto di farsi spennare da un mustelydes col gioco delle tre campane. Quinn si fa spazio a spintoni e svolta alla prima traversa.

    La bancarella occupa il solito posto, la mole imponente del proprietario se ne sta seminascosta sotto il bancone, dove lo snailoon sistema con cura pacchetti di granaglie.

    – Ehi, capo. – Quinn lo saluta con la zampa e scorre con gli occhi la mercanzia. Anche se è una cliente abituale, dev’esserci un limite al credito che Frankie è disposto a farle, e lei teme di averlo raggiunto.

    Mentre valuta se chiedergli una confezione extra di toposnack, il vecchio snailoon stiracchia le antenne per puntarle in viso due grossi occhi rotondi. – Bè, non mi racconti niente? Non avevi un colloquio ieri? Com’è andato?

    – Ehm… insomma. – Ecco. Adesso capisce che ho pochi soldi. La gatta cerca di ignorare la tensione. Merda. Se continuo così mi toccherà tornare a casa da mamma, a rassettarmi la cameretta e sentire rock col volume al minimo.

    – Pensi che ti richiameranno?

    Potrebbe mentire, se solo sapesse farlo. – No. Credo di no. Io ho

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