Osteopatia Energetica, oltre il test: Integrazione alla diagnosi osteopatica
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L’osteopata, come la Medicina Osteopatica espone nei sui principi, deve avere una visione globale non solo fra un distretto e l’altro o fra l’esterno e l’interno ma deve relazionarsi con tutte le dinamiche biologiche, energetiche, sensoriali ed emotive contingenti, in caso contrario il suo operato è superficiale.
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Anteprima del libro
Osteopatia Energetica, oltre il test - Giovanni Trimboli
PRESENTAZIONE
Uno dei miei antichi Maestri, Jean-Marc Kespy, si raccomandava di dimenticare il sintomo
, questo è stato lo stimolo nella mia pratica clinica e nella mia docenza in ambito sanitario e osteopatico da oltre 35 anni più altri impulsi trasmessemi da altri colleghi e amici come Alain Bernard, Laurie Hartman e Raymond Richard.
L’osteopata, come la Medicina Osteopatica espone nei sui principi, deve avere una visione globale non solo fra un distretto e l’altro o fra l’esterno e l’interno ma deve relazionarsi con tutte le dinamiche biologiche, energetiche, sensoriali ed emotive contingenti, in caso contrario il suo operato è superficiale.
In questo testo spero di aver dato informazioni sufficienti affinché questa curiosità si accenda, relazionando due nature dello stesso Universo che interagiscono con linguaggi apparentemente diversi ma profondamenti simili.
Appena un paziente entra nel mio studio, a parte le comuni osservazioni dinamiche e comportamentali, guardo la lingua e ascolto il polso, da qua inizia il mio cammino diagnostico. Serena lettura.
INTRODUZIONE
È risaputo che è possibile trasformare la materia in energia (sarebbe meglio dire la massa in energia), e nella fissione atomica, lo sviluppo di energia è enorme.
Nulla è solo energia, nulla è solo materia. Variano solo le proporzioni e la natura dei rapporti.
(Van Nghi, 1982, p. 195).
Una energia, quella vitale, che non dovrebbe stupire più di tanto il fisico, abituato ormai a verificare come la materia può mutare continuamente, e come tra questa e l’energia vi è possibilità di trasformazione reciproca.
Tutte le particelle possono essere create dall’energia e possono scomparire in energia. In questo contesto, concetti classici come ‘particelle elementari’, ‘sostanza materiale’ o ‘oggetto isolato’, hanno perso il loro significato; l’intero universo appare come una rete dinamica di configurazioni di energie non separabili.
(Capra, 1989, p.96).
Un universo inscindibile e in continuo movimento e trasformazione. Una caratteristica peculiare della struttura della materia è il movimento: elettroni, pianeti, galassie, tutto ciò che è materiale è in movimento e possiede energia cinetica; quindi tutto ciò che esiste si muove e possiede energia.
Il fisico nucleare non vede le particelle, ma si accontenta delle tracce del movimento lasciate da queste in una camera a bolle; per così dire vede le tracce del loro passaggio.
Vi sono numerose forme di energia di tipo extrasensoriale; ad esempio l’energia chimica, quella nucleare, quella della stessa natura della luce che cade fuori della portata del nostro sistema visivo.
Si dirà, ovviamente, che tramite apparecchiature di rilevamento, è possibile verificarne la presenza, mentre invece l’energia vitale non possiede questa particolarità.
Niels Bohr (1885-1962) diceva ai suoi allievi:
Qualunque proposizione io pronunci, deve essere intesa non come mia affermazione, ma come una questione da discutere.
; questo è il pensiero di un vero scienziato, sempre pronto a discutere anche ciò che non è ancora scientifico.
Se i corpi sottili sono veramente composti da energia vitale, come propone da millenni l’antica gnosi tradizionale, dovremmo attendere un giorno, non si sa quando, che qualcuno escogiti un sistema per verificarlo. Fino ad allora dovremmo dire che sicuramente quella dei corpi sottili è solo frutto della fantasia demenziale dei nostri avi.
Con ciò, non si vuole accettare tutto ciò che Induismo, Buddhismo, Taoismo e altre discipline ci hanno tramandato, ma almeno asserire che forse, probabilmente, potrebbe anche esserci un fondo di verità. D’altronde anche il fisico moderno ormai tratta la materia sotto l’aspetto probabilistico e, strano a dirsi, tra misticismo orientale e meccanica quantistica si hanno molti punti in comune.
Quando queste corrispondenze tra la scienza occidentale e il misticismo orientale saranno accettate, sorgeranno moltissime domande sulle loro implicazioni. La scienza moderna, con tutti i suoi raffinati macchinari, non sta semplicemente riscoprendo la sapienza antica, nota ai saggi orientali da migliaia di anni? I fisici non dovrebbero quindi abbandonare il metodo scientifico e cominciare a meditare? Oppure, può esserci una influenza reciproca tra scienza e misticismo, o forse persino una sintesi?
(Capra, 1989, p.355).
Materia ed energia manifestano quel dualismo facilmente riscontrabile nelle dottrine orientali.
Due presenze opposte e complementari, formanti un codice bifacciale nel quale la mancanza di una, impedirebbe all’altra di essere.
Nell’induismo come nel taoismo, la natura, e l’uomo quale suo aspetto, necessita di un terzo polo, un riferimento centrale, un asse creante una triade.
La vita si manifesta in triplice veste come materia, energia e coscienza, o, se vogliamo, come corpo, anima e spirito, ecc.
In quest’ottica tutto è vivo; anche l’atomo con il suo dinamismo degli elettroni in movimento attorno al nucleo è cosciente della propria attività: la sua è una coscienza di tipo vibratorio.
L’energia oltre che materia avrebbe anche coscienza, quindi una energia vitale, una materia vivente, una vita cosciente.
Tutto ciò che è cosciente è vivo e tutto ciò che è vivo è cosciente. Ciò che è doveroso sottolineare è che la coscienza si diversifica per i gradi di appartenenza, per i livelli e le gerarchie: tutto vive ed è cosciente ma un sasso avrà un livello di coscienza minore di un cavallo.
Ma se l’energia non è che un aspetto della materia, possiamo asserire che anche l’energia è cosciente ed è quindi viva; ecco perché possiamo accettare che l’energia sia disposta per gradini qualitativi e vi siano energie più coscienti di altre; così l’energia che anima il sasso avrà meno valore di consapevolezza di quella che anima il cavallo.
Eccoci a prospettare la presenza di una energia vitale che ci porterà in seguito a capire perché la fisiologia tradizionale si riferisce a corpi energetici composti da energie sottili, con gradi di sottigliezza tanto più impalpabili tanto più ci si avvicina ad un grado superiore di coscienza.
Tutti questi termini andrebbero virgolettati, ma non possiamo che accettare di togliere le virgolette, perché in caso contrario, buona parte di questa esposizione andrebbe virgolettata.
Ma se risulta, per il momento, scientificamente impossibile verificare la presenza di una energia vitale, lo è ancor meno quando si vuole misurare lo stato di coscienza di ciò che esiste: materialmente o energeticamente.
La coscienza si conosce interiormente, è uno stato in cui la mente può trovarsi; ognuno possiede la propria coscienza, essa può essere allargata, trascesa, ma comunque è in essa e per essa che ci si sente vivi.
Chiamare l’energia vitale il mezzo o, se vogliamo dire, il carburante per il mantenimento di un certo grado di coscienza, ci permette di comprendere i termini materia sottile
o corpo sottile
; tanto più sottili, tanto più la coscienza è sublimata.
Nel Taoismo diviene la forza attraverso la quale si manifesta la sostanza della coscienza, che nell’Induismo chiamano Prana, che permea tutto l’universo; nulla può esistere se non vitalizzato da questa Energia Vitale (E.V.) cosciente.
Quando si ammette la presenza di un campo di energia nel quale sarebbe immerso il corpo materiale, si indicherebbe proprio la presenza di E.V. che, come un guscio ovoide, avvolge il corpo; tale guscio sappiamo viene chiamato aura vitale.
Una fisiologia delle energie corporee che si stacca totalmente dalla conoscenza medica contemporanea.
Ma anche ricercatori contemporanei hanno avvalorato la presenza di una E.V. e di uno stato di coscienza nelle controparti sottili della materia.
Abbiamo trattato gli esperimenti di Reich, la scoperta dei bioni e le possibilità date dalla costruzione della camera Kirlian.
In Russia, il corpo composto da materia sottile viene chiamato con il nome di Bioplasma o forza aggregatrice biologica, o anche corpo bioplasmatico, intendendolo come controparte del corpo fisico, quindi riferito a quello che abbiamo chiamato corpo eterico o doppio eterico.
Anche per i russi, in accordo con la fisiologia tradizionale, sarebbe il corpo bioplasmatico a mantenere in vita quello materiale e questo avrebbe una propria circolazione energetica collegata alla parte fisica ma indipendente da essa, tanto da poter svolgere le proprie attività vitali, senza la compresenza del corpo materiale.
Nella costituzione sottile dell’uomo vi è un corpo sottile chiamato mentale
, sede del pensiero e magazzino della memoria.
È in questo corpo sottile che possiamo rintracciare il principio cosciente che anima gli esseri viventi.
Anche l’animale pensa, così come, in questi ultimi anni si attribuisce una forma di pensiero anche alla pianta.
Ogni essere vivente è cosciente del suo stato di coscienza; questo gioco di parole è voluto, per indicare che andare oltre la propria coscienza indicherebbe aver ampliato la coscienza che da quel momento sarebbe la nuova coscienza.
Attribuire al computer un grado di coscienza e intelligenza al di fuori di quella vibratoria propria della materia inerte, è utopico.
L’energia mentale o psichica è una forma dell’energia sottile, una costituzione più sottile di quella che forma il corpo sottile astrale e il doppio eterico.
Questa energia mentale è superiore a quella vitale perché coordina e indirizza quest’ultima.
Vi è un tipo di energia mentale che alimenta l’animale, e un’altra che alimenta l’uomo; ma attenzione, non tutti gli animali e gli uomini sono uguali tra di loro.
Solo l’uomo evoluto, superiore, il pneumatico degli gnostici può giungere alla contemplazione, al silenzio interiore, all’uso del linguaggio metaforico.
La consapevolezza mentale si presenta diversificata negli uomini, e tanto più il corpo mentale vibra di energia mentale sottile, tanto più lo stato di coscienza e quindi di consapevolezza si avvicina al suo massimo grado: quella cosmica.
Nell’uomo comune è il suo ego
che gli permette di autoidentificarsi; nell’uomo spirituale l’io è solo l’aspetto individuale condiviso socialmente con una mente collettiva umana.
Tanto più questa identificazione con il collettivo si realizza, tanto più il sé
individuale si trasforma in io superiore, o anima spiritualizzata, o atma.
Quando l’energia mentale si è completamente liberata dall’influenza dell’energia dei corpi sottili inferiori, si avvicina a quello che nello yoga viene definito come sospensione dei processi mentali: uno nel tutto e tutto nell’uno.
Abbiamo così aggiunto all’energia vitale una seconda energia, quella mentale, che gerarchicamente è posta ad un livello superiore, perché è da essa che l’E.V. viene coordinata.
L’energia mentale è la direttrice di tutte le energie vitali. Essa è l’unica in grado di controllare le singole E.V. e nel contempo di autogovernarsi.
L’autogoverno dipende dal grado di coscienza raggiunto, alla fin fine non è tanto il sapere dell’esistenza di E.V., quanto il valore spirituale dell’individuo.
Nella pagina seguente riportiamo un modello che vuole ricapitolare le principali energie e porle in relazione con l’energia mentale.
Abbiamo ormai appurato che l’uomo antico, in particolare quello orientale, considerava gli esseri viventi costituiti da corpi composti da materia sottile e che l’anatomia tradizionale si discosta da quella medica, pur mantenendo sul piano fisico delle corrispondenze: ad esempio tra ghiandole endocrine e chakras.
La differenza sostanziale tra pensiero antico e scienza medica contemporanea è che in quest’ultima si accetta la presenza solo del corpo fisico e alcune volte anche di una psiche, ma questa seconda presenza interessa normalmente lo psicologo e qualche volta lo psichiatra.
Nella anatomia tradizionale, l’uomo è composto da più controparti o corpi sottili, nei quali si svolge una circolazione energetica che, pur essendo condivisa tra le varie controparti, presenta delle proprie caratteristiche peculiari a seconda del corpo sottile interessato.
Man mano che si scende verso il corpo materiale, aumenta la densità della materia e diminuisce la presenza di energia.
Al contrario, tanto più si sale verso corpi sempre più sottili, tanto più aumenta la concentrazione di energia vitale.
Per curare le malattie è quindi essenziale per l’Induismo, così come per il Taoismo, Buddhismo, Lamaismo, la conoscenza delle strutture dell’anatomia e fisiologia sottile.
Ognuno dei sette chakras svolge delle funzioni proprie connesse alla circolazione dell’energia vitale. Un concetto di circolazione energetica che troviamo esposto chiaramente attraverso l’utilizzo di modelli di riferimento impeccabili nella medicina tradizionale cinese: i canali nei quali circola ritmicamente l’energia vitale Qi. Nell’India è il Prana che circola nelle nadis.
La fisiologia dei corpi sottili è globale, riguarda tutte le parti che costituiscono il sistema umano: i suoi corpi sottili, i suoi organi in mutua relazione, e l’ambiente con il quale, continuamente, ogni essere vivente interagisce.
CONSIDERAZIONI OSTEOPATICHE: in questa introduzione si evincono i principi della Osteopatia sull’unità del corpo, sulla sua capacità di autoguarigione e sulla struttura che è interrelata alla funzione, praticamente un microcosmo nel macrocosmo. Ogni essere vivente, qualunque sia la sua origine, è esposto alla natura che dobbiamo rispettare sempre, anche quella del paziente. Ogni dolore, disagio, sconfort, malattia etc. ha una propria natura ecco perché è necessario seguire l’individualità di ogni persona in tutti i suoi compensi.
CAP.1 – L’UOMO NELLA MEDICINA CINESE
EMBRIOLOGIA ENERGETICA 1
Quando ci si accosta allo studio di una qualsiasi medicina tradizionale, è opportuno rammentarsi che non si tratta di una scienza equiparabile alla nostra medicina moderna, basandosi infatti la prima su nozioni metafisiche, che affondano le loro radici nel mito.
Uno spirito scientifico moderno rifugge, pressoché in modo costante, il sapere trasmesso attraverso la Tradizione. Quello che differenzia maggiormente questi due metodi conoscitivi è che, nella scienza moderna, ogni nuova scoperta sostituisce, rende obsoleta, la nozione che nello stesso campo la precedeva.
Al contrario, una scienza tradizionale è una scienza rivelata, o mediante un’iniziazione oppure direttamente, nata perfetta, in un’epoca della quale nessun uomo ha ricordo, che si è impoverita attraverso le innumerevoli trasmissioni, da uomo a uomo, sino ai giorni nostri.
Questo rende conto del fatto che gli scienziati moderni ricerchino e lavorino sulle opere più recenti, mentre che i tradizionalisti si affidino a quelle più antiche.
Quello che contraddistingue ulteriormente la scienza tradizionale è la sua appartenenza ad un sapere comune, profondo, identico per tutti i popoli della terra, a condizione chiaramente, che la loro memoria storica ne abbia permesso il ricordo e la trasmissione.
Allora, parlare di medicina cinese, egiziana, africana, incas... significa parlare della medesima medicina, vale a dire della Medicina Tradizionale.
Una delle caratteristiche costanti, in questo tipo di approccio medico, è che l’uomo risulta interamente responsabile dei mali che lo affliggono.
Il primo dovere dell’essere umano, quindi, è nei confronti di sé stesso; egli deve mantenere il suo corpo nel miglior stato possibile di funzionamento e, per fare questo, deve rapportarlo, principalmente per quanto riguarda l’aspetto fisiologico, all’ambiente che lo circonda. Ogni essere dovrebbe essere in grado di riconoscere l’atteggiamento migliore per acquisire e mantenere uno stato di buona salute e, nel caso contrario, tanto peggio per lui!
Il medico della Cina antica è stato, prima di tutto, un educatore. Il suo ruolo consisteva essenzialmente nell’aiutare i suoi pazienti, attraverso consigli sul modo migliore di nutrirsi, di comportarsi (facendo svolgere, per esempio, pratiche di tipo meditativo o inerenti alla conduzione del soffio, Qi) e nell’indicare il modo migliore per rapportare le proprie regole di vita alla natura. Era inoltre suo compito regolarizzare le energie dei pazienti attraverso l’agopuntura, il massaggio, gli esercizi fisici, le erbe medicinali, al fine di evitare, quindi, la comparsa della malattia.
È per questo motivo che il medico era ritenuto responsabile della loro salute e, se i suoi consigli risultavano sbagliati, perdeva allora la sua reputazione.
È comunque risaputo come, in ogni tempo, l’uomo sia stato tentato dai più vari atteggiamenti scorretti capaci di alterare il suo stato di salute. Nel primo capitolo del Huangdi Neijing Suwen si legge:
"Per gli uomini di oggi, niente di tutto ciò! Dell’alcool, fanno la loro minestra,
della cattiva condotta, la loro norma;
entrano, completamente ubriachi, nella camera da letto, lasciano che le passioni prosciughino le loro essenze
e la dissolutezza dilapidi la loro Autenticità".
Come si vede, secondo queste poche linee di testo, che trasmettono a noi la conoscenza tradizionale, l’importante è la conservazione della propria Autenticità, il rimanere fedeli a sé stessi e