Destinazione appuntamento: Appuntamento da rifare, #7

Susan Hatler ha una capacità speciale di scrivere libri che mi catturano fin dalla prima pagina!

— Books Are Sanity!!!

La Hatler ha un modo spiritoso di scrivere i dialoghi che ti fa ridere con entusiasmo dall’inizio alla fine dei suoi racconti.

— Night Owl Reviews

Susan ha talento per il dialogo spensierato e per descrivere con verve l’incontro tra Holly e Dave... Non perdetevi questo delizioso bocconcino.

— Tifferz Book Reviewz

Un appuntamento inaspettato è la lettura splendida e perfetta per una giornata di stress o di follia.

— Cafè of Dreams Book Reviews

Libri di Susan Hatler

La serie Un amore di Natale

Sogno di un bianco Natale

Il magico bacio prima di Natale

Un Natale Confetto

Un marito finto per Natale

La serie La donna che sussurrava ai matrimoni

Un gioiello di matrimonio

Il bouquet di matrimonio

Appuntamento al matrimonio

La scommessa di matrimonio

La serie Appuntamento da rifare

L’appuntamento milionario

L’appuntamento disastroso

L’appuntamento impossibile

L’appuntamento SOS

L’appuntamento alla moda

L’appuntamento da fiaba

Destinazione appuntamento

L’appuntamento in città

La serie Appuntamento con l’amore

Amore al primo appuntamento

Verità o appuntamento

Il mio ultimo appuntamento al buio

Un appuntamento da salvare

Le regole dell’appuntamento perfetto

Licenza di appuntamento

Appuntamento all’improvviso

Progetto appuntamento

L’appuntamento di una vita

L’appuntamento incidentale

La serie Sogni preziosi

Un appuntamento inaspettato

Un bacio inaspettato

Un amore inaspettato

Una proposta inaspettata

Un matrimonio inaspettato

Una gioia inaspettata

Un bambino inaspettato

Destinazione appuntamento

Susan Hatler

Destinazione appuntamento

Copyright © 2021 di Susan Hatler

Tutti i diritti riservati. Senza alcuna limitazione dei diritti di cui al copyright sopra indicato, nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, archiviata o inserita in un sistema di ricerca e reperimento, o trasmessa, in qualsiasi forma, o con qualsiasi mezzo (elettronico, meccanico, fotocopiatura, registrazione, o altro) senza il consenso scritto del titolare del copyright di questo libro. Questa è un’opera di narrativa. Nomi, personaggi, luoghi, marche, media e avvenimenti sono il frutto dell’immaginazione dell’autore o sono utilizzati in modo fittizio.

Note sulla licenza

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Design Copertina di Elaina Lee, per The Muse Design

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Indice

Capitolo uno

Capitolo due

Capitolo tre

Capitolo quattro

Capitolo cinque

Capitolo sei

Capitolo sette

Capitolo otto

Capitolo nove

Capitolo dieci

Capitolo undici

Capitolo dodici

Capitolo tredici

Capitolo quattordici

Capitolo quindici

Capitolo sedici

Capitolo diciassette

Capitolo diciotto

Capitolo diciannove

Capitolo venti

Capitolo ventuno

Epilogo

Destinazione appuntamento

Susan Hatler

Al mio dolce maritino,

che ha ritenuto divertente

che visitassimo Tahiti.

Capitolo uno

Non ero incinta, ma dopo tutte le ricerche del giorno prima su come combattere la nausea mattutina vi ero preparatissima, se e quando il Principe azzurro avesse mai scelto di saltar fuori. In tutta sincerità, si sarebbe potuto tranquillamente dire che ero il più lontana possibile dall’essere gravida: non sposata, zero fidanzati e da mesi nessun appuntamento con uno che fosse sia impiegato sia non ricercato dall’Agenzia delle entrate per evasione fiscale.

Non che avesse importanza, comunque. Oggi avrei dovuto aiutare la mia amica Jill Parnell, super avvocato e sposata col ragazzo più dolce del mondo ma incapace di superare la parte della nausea della gravidanza. Ma niente paura: Krista Clarke viene a salvarti! Be’, almeno così speravo…

Ciao, Jill. Scusa il ritardo, dissi lottando col peso delle sporte di zenzero fresco, zenzero essiccato, zenzero in tè e zenzero in capsule (sia cristallizzate sia no) che le avevo comprato.

Buongiorno, Krista, disse lei facendomi sbattere contro al pancione del terzo trimestre quando mi abbracciò. Cos’è tutta questa roba?

Mi cadde dalle braccia una confezione di cracker, che rimbalzò un paio di volte sul vialetto di cemento prima di crollare di lato come un cartellone pubblicitario rivolto ai passanti. Mi allontanai per raccoglierla. Non sapevo quale marca si sarebbe rivelata più utile alla nausea, quindi le ho prese tutte, dissi, come fosse stato evidente. Poi feci un cenno con la mano alla mia barista preferita, che se ne stava sul marciapiede dietro al suo chiosco. ’Giorno, Courtney. Il solito, grazie. Un macchiato decaffeinato per Jill.

Molto premuroso da parte tua, Krista, disse Jill sorridendomi mentre si posava una mano sulla pancia. Non dovevi, davvero, ma ne sono grata, disse rivolgendosi a Courtney. A breve tornerò alla caffeina vera.

Nessun problema. Courtney Carmichael aveva il miglior chiosco di caffè di tutta Sacramento e indossava le magliette più luminose e allegre di tutta la California, e mi fece l’occhiolino quando prese a prepararmi la mia solita bevanda: tripla dose di espresso con due di caramello e una bella mestolata di panna montata. Era assolutamente l’unica cosa che mi teneva sveglia nelle lunghe e noiose giornate di lavoro. Be’, quello e la ricerca di cure per la nausea mattutina della mia amica incintissima.

Quando bilanciai le sporte per frugare nella borsa in cerca dei soldi per Courtney, Jill mi mise una mano sul braccio e scosse la testa. Offro io.

No, aspetta… Scavai nella borsetta, facendomi saltar via dal braccio e fin sul manto stradale una piccola confezione di tè allo zenzero. Ops. Mi accucciai per raccoglierla.

Courtney, disse Jill distogliendo lo sguardo da me, dovrai vedertela con un avvocato molto incinta e molto ormonale, dovessi accettare un singolo centesimo da Krista.

Courtney finì di preparare il mio caffè e lo posò sul chiosco d’ispirazione tiki. Spiacente, Krista, disse accettando la carta di Jill. Vince la briscola dell’incinta.

Jill sorseggiò il suo macchiato decaffeinato con un sorrisone vittorioso.

Non dovevi pagarli tu, i caffè, Jill, dissi incuneando sotto al braccio un pacchetto di tutine con scarpine di lana abbinate per riuscire ad agguantare la panna montata lieve come l’aria e dolce come il paradiso. L’intenzione era acquistare un solo regalo per il bimbo per tirar su il morale a Jill, ma è proprio impossibile smettere di cliccare ‘aggiungi al carrello’ davanti a tutti quei piedini allineati uno dietro l’altro. Non era mica colpa mia se il nascituro avrebbe avuto un outfit nuovo per ogni giorno della settimana. Sei tu quella incinta. Tu crei la vita. Questo è il minimo che possa fare per rendermi utile.

Mi hai aiutata tantissimo coprendomi lunedì al giardino di quartiere, disse lei esaminando le tutine, tutta uuh e aah. Sono in debito.

Jill Parnell aveva fondato un programma non-profit che si chiamava Amicizie fondate e che dava ai senzatetto l’opportunità di rimettersi in piedi tramite counseling, alloggi e posti di lavoro. Il giardino, con frutta e verdura fresche e le erbette, per i partecipanti costitutiva un modo fantastico di appropriarsi della propria vita e inorgoglirsi del proprio futuro.

Ma visto che soffriva di nausee mattutine debilitanti, e addirittura fino al terzo trimestre, quello e altri aspetti di Amicizie fondate avevano un tantino perso in perfezione. Adoravo farci volontariato, e ricevevo un’enorme soddisfazione nell’aiutare e vedere i risultati del mio duro lavoro.

Ma figurati, Jill, dissi, e poi bevvi un sorso della mia deliziosa bevanda. Davvero. Lo sai quanto mi piace fare volontariato.

Ma lunedì non dovevi lavorare? chiese.

Scacciai la domanda con uno svolazzo della mano. Mi sono presa un giorno di malattia. Niente di che.

Courtney finì di servire il cliente successivo e mi lanciò un’occhiata con le sopracciglia sollevate. Ma i giorni di malattia non sono, insomma, per quando si è malati?

"Be’, ma era malata lei, dissi con un cenno del capo a Jill e un sorriso imbarazzato. E io stavo male al pensiero che il giardino venisse trascurato. Quindi, tecnicamente, è stato un giorno di malattia."

Courtney rise prima di tornare alla lunga coda di clienti sotto al sole del primo mattino.

Mi sento orribile a non poter essere all’associazione più spesso, disse Jill con una mano