Raccontando Nughedu San Nicolò
()
About this ebook
In sommario le testimonianze orali di Angelina Arghittu, Antonio Arghittu, Franco Arghittu, Minnia Arghittu, Vergineo Arghittu, Paolino Bebbu, Sabina Becciu, Nicola Bullitta, Teresa Campus, Mario Carta, Rosa Carta, Vittorina Casu, Cristino Cau, Giovanna Cau in Girone, Giovanna Cau in Sechi, Lucio Cau, Paolina Cau, Giovanni Cherchi, Lorenzina Cherchi, Nannedda Cherchi, Mariuccia Cocco, Salvatore Cordedda, Salvatore Corveddu, Antonia Cucurazzu, Giovanni Culeddu, Caterina Delogu, Enrica Demurtas, Minnia Fadda, Recuccio Fadda, Uccia Fadda, Egisto Fenu, Pino Fenu, Rosa Floris, Teresa Floris, Corina Frau, Antonio Fresu, Antonio Francesco Fresu, Leonardo Fresu, Paolina Fresu, Emilia Langiu, Cristino Lisai, Bastianina Mameli, Lia Mameli, Rosa Mameli, Raimondo Mannu, Giovanni Antonio Marras, Salvatore Masala, Antonio Molinu, Sebastiano Molinu, Cosimina Monteacuto, Giovanni Battista Morittu, Antonia Mulas, Lucia Mundula, Francesco Mundula, Maria Mundula, Paolina Muredda, Gavina Murgia, Antonio Pala, Cosimina Pala, Baingio Pani, Caterina Pani, Giovanni Antonio Pani, Rosa Pani, Antonio Pedde, Maria Pedde, Antonia Peronnia, Maria Peronnia, Claudina Piredda, Pierina Piredda, Antonio Pischedda, Gavina Pischedda, Minuccia Pischedda, Antonio Puddinu, Antonia Re, Antonio Re, Peppino Re, Pietrino Re, Raimonda Re, Nino Saba, Rosa Sanna, Luigi Satta, Teodora Satta, Tinedda Satta, Maria Francesca Scottu, Nicolina Scottu, Pietrina Scottu, Giovanni Sechi, Lorenzina Sechi, Miuccio Sechi, Paoletta Sechi, Lorenzo Succu, Filomena Tanda, Giovannino Tanda, Antonio Usai, Antonio Zappu, Rosalia Zappu, Giovanna Zappu.
Il presente e-book ripropone in versione digitale i contenuti del volume "Raccontando Nughedu San Nicolò" di Rita Valentina Culeddu (Editoriale Documenta, 2019, Isbn 978-88-6454-415-1), ad esclusione del repertorio fotografico.
Related to Raccontando Nughedu San Nicolò
Related ebooks
Raccontando Santadi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRaccontando Gonnosfanadiga Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRaccontando Guasila Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCome le fragole a primavera: Guida sentimentale alla cucina e alte storie Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRaccontando Ballao Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRaccontando Lunamatrona Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRaccontando Gesturi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRacconti di Natale. Dieci storie di gusto da portare in tavola a Natale Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCarpi Qualità: Il sogno in un diario Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRaccontando Illorai Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa mia Pasta Madre: Il pane, i dolci, la vita in montagna Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRaccontando Nule Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsScaccomatto: Cuochi si diventa Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa cucina gallicanese in oltre trenta ricette. Ricette tradizionali e storie di vita Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe Donne Del Pane. Cuti: storie di rughe, profumi e memorie Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl profumo dei ricordi: Zibello. Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPane, amore, fantasia e...poesia! Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRaccontando Sant'Antonio di Gallura Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRaccontando Esterzili Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUna storia nella Storia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRaccontando Ghilarza Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl pane carasau: Storie e ricette di un'antica tradizione isolana Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSulle spalle delle donne Rating: 5 out of 5 stars5/5Raccontando Tertenia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'inadeguata Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMi sono mangiato l'albero di Natale: Piccolo ricettario del pane raffermo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa mia vita Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe migliori ricette di spaghetti vegetariani Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLucia.. Vita di una Medium nata nel 1936 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsA spasso nei mondi Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Modern History For You
Il Lato Oscuro della Luna Rating: 5 out of 5 stars5/5Apprendista libero muratore. Manuale ad uso degli iniziati Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDossier Brigate Rosse 1969-2007: La lotta armata e le verità nascoste Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Sud Borbonico e le Verità Nascoste Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSTORIE E STILI DELLA FOTOGRAFIA - dalle origini al 1950 Rating: 5 out of 5 stars5/5Storia in sintesi, anno quinto Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsStoria di Cosa Nostra in Sicilia: Dalle sue origini alla fine della Prima Repubblica Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa Difesa della razza Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLife. La mia storia nella Storia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI Savoia e il Massacro del Sud Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl diritto di contare Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Risorgimento Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRoma 1922-1943: La "città di pietra" sotto il fascismo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRequiem per il popolo istriano Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa guerra senza radar: 1935-1943, i vertici militari contro i radar italiani Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa guerra dello Yom Kippur: Il conflitto arabo-israeliano del 1973 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe origini del totalitarismo di Hitler Rating: 5 out of 5 stars5/5Garibaldi: il Massone dei Due Mondi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa storia sommersa: i misteri dell'Italia repubblicana Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa Marcia su Roma: Scritti e discorsi degli anni 1921-1922 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa supertestimone del caso Orlandi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsGiovanni XXIII e il Concilio Vaticano II Rating: 5 out of 5 stars5/5New Wave Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Reviews for Raccontando Nughedu San Nicolò
0 ratings0 reviews
Book preview
Raccontando Nughedu San Nicolò - Rita Valentina Culeddu
Rita Valentina Culeddu
Raccontando Nughedu San Nicolò
ISBN: 978-88-6454-437-3
Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write
https://writeapp.io
Sommario
Prefazione
Nota editoriale
Ai miei tempi
Lavorare per campare
Pane e càule
Tempi difficili
Cavarsela nonostante tutto
Vivere in povertà
I ricchi-poveri
Il potere dei ricchi
Lotta alla sopravvivenza
Prima, durante e dopo la guerra
La tessera annonaria
Tutto regolato dalla tessera
Stratagemmi in tempo di guerra
La fame nel dopoguerra
Sos soldados
S’arzola
Pro una die de arzola
Sos terrinos
Lavorare in campagna
Il lavoro nei campi
Sa tanca a navones
Le varie mansioni in campagna
Ciò che ci offriva la campagna
La piantagione del lino
Il lavoro a sas baddes
Il pastore
Su massaju
Lavorare per campare
Il tuttofare
Sa crisi
Il lavoro
Sos trabàglios
Sa zoronada
Il lavoro a conto terzi
Ricordi di vita passata
Sa coghidora
Il lavoro alla Galbani
Su calzolaio
Il falegname
Il muratore
Su buttegàiu
Su fraile
Sa conza
Il maestro di scuola
Lavori mal retribuiti
Il contributo dei più piccoli
I doveri dei piccoli
Sas faìnas dei più piccoli
Sos cumandos
Una mansione per ogni età
Imparare a cavarsela fin da piccoli
Alle dipendenze di famiglie benestanti
Contribuire al sostentamento familiare
Lavorare dall’età di cinque anni
Piccoli contributi
Abituati al lavoro fin da piccoli
Il mancato riconoscimento per le nostre fatiche
Sottomettersi ai ricchi
Sa terachedda
Ricompense
La raccolta delle mandorle
A bentulare su trigu
Dae s’ispiga a sa farina
Tutto fatto in casa
Tempi duri
Sapersi arrangiare
Imparare a cavarsela
Accontentarsi
Mangiare quel che si possedeva
Tutti a tavola
Le provviste
Le cose fatte in casa
Mezzi di sostentamento
I prodotti della terra
Metodi di conservazione
I lavori di casa
Mansioni domestiche
Dal grano al pane
Su fresi
Lo scambio
La retribuzione con i prodotti
Su tùccaru pro su casu
Gli animali domestici
La macellazione del maiale
L’asino, prezioso alleato
L’asino
Erbe curative
Alimentazione semplice
Il cibo di una volta
Un’alimentazione varia
Sos mànigos de campagna
Una vita fatta di cose semplici
Il valore del cibo
Mànigos pòveros
Sos mànigos de su tempu passadu
Il cibo in tempo di guerra
L’alimentazione del dopoguerra
I piatti della nostra infanzia
I piatti tipici
Sas retzettas antigas
I cibi sardi
Produzioni proprie
Cibi prelibati
I vari condimenti
Il lardo
Su minestrone a s’antiga
Sa frittada
Il latte d’asina
Patate e zucchine
La frutta
Le castagne
Su pane nieddu
Su pane purile
Il desiderio di qualcosa di dolce
Fint che tùccaru!
I dolci di una volta
Rarità
Il miele
Sa merenda
Merende alternative
Il caffè dei poveri
Il vestito per la Prima comunione
Il pane degli sposi
I pranzi di nozze
I dolci della tradizione
Su capude
Sa Madonna de su Canale
Sa festa de Sant’Andria
Venditori di sindria, castanza e musta
La festa di Sant’Antonio Abate
Sas festas
Le offerte
Sos giogos de Santu Giuanne de làmpadas
Sos Santos
La cena per i defunti
Sos Santos e Sos Mortos
Le tradizioni del Capodanno
Su Carrasegare
Carnevale e Pasca de Aprile
In sos meses de làmpadas e de Cabidanni
La vendemmia
La generosità verso il prossimo
Aiutarsi l’un l’altro
La solidarietà
Una famiglia agiata e solidale
L’importanza del lavoro
Difficoltà della vita
La fame, costante dei nostri giorni
Ricordi d’infanzia
Cavarsela in tempi duri
La mia infanzia in campagna
Un’infanzia piacevole
Il lavoro e il divertimento
Il privilegio di viver bene
Sas chiriasas, sas càules e sa pira lada
La mangiata di ciliegie
Su cucùmere
Sa timbada
Su pizu de su latte
Golosità
Il gelato
La liquirizia
Una prelibatezza per pochi
La passione per il buon cibo
I ritardi a scuola
Il braciere
L’asilo
Giocare con la neve
Sos tzocculittos
La capretta
Su cane pastoreddu
Altro che festa!
Sa musta
Gli aiuti degli americani
L’arte del cucito
Riavvolgere la lana
I miei nonni
Disavventure di un’estate
Una famiglia agiata
Sa secunda mama
Nughedu paese più ricco di Italia
© EDITORIALE DOCUMENTA
www.editorialedocumenta.it
in copertina
Ritratto di Mimmia Nieddu
Proprietà letteraria riservata
Prima edizione ebook: novembre 2021
ISBN 978-88-6454-437-3
Prefazione
Racconti come immagini, ricordi come ritratti, storie come schegge di vita di un tempo perduto che rivive nelle testimonianze documentali, ora intense e vibranti, ora flebili e periture, degli abitanti di Nughedu San Nicolò, protagonisti di un'antologia di pensieri sulla storia sociale ed economica del paese all'alba del Novecento. Brani vergati di seppia per riecheggiare, sul filo di una memoria divenuta storia, uno spaccato di vita comunitaria, sospesa tra racconto e fantasia, mito e leggenda, all'ombra di un passato che è nostalgia, malinconia, tormento, ma anche inviolabile eredità storica e spirituale, da custodire e tutelare.
Nota editoriale
Il presente e-book ripropone in versione digitale i contenuti del volume Raccontando Nughedu San Nicolò
di Rita Valentina Culeddu (Cargeghe, Editoriale Documenta, 2019, Isbn 978-88-6454-415-1), ad esclusione del repertorio fotografico.
Il volume raccoglie una selezione di testimonianze orali di abitanti di Nughedu San Nicolò. I testi, trascrizione di interviste realizzate sul campo nell’arco temporale intercorrente tra i mesi di maggio 2014 e marzo 2016, riportano il contenuto dei documenti orali originali con larga fedeltà alle forme sintattiche e semantiche adottate dagli informatori.
Ai miei tempi
Quand’ero bambino, le cose erano molto diverse rispetto a oggi. Ogni famiglia viveva dalle cose che produceva con il proprio lavoro, come grano, formaggio e ricotta. Non si andava certamente al supermercato per fare la spesa: ci si recava nei negozietti giusto per comprare zucchero e caffè, a volte la pasta.
Anche il pane si preparava in casa ed era una gran fatica occuparsene perché si produceva in quantità periodicamente.
Sin da piccolo sono stato abituato al lavoro. Dapprima andavo con mio padre a lavorare alla giornata, poi, prendendo dei terreni in affitto, siamo diventati pastori. Prima della guerra, le cose erano certamente più semplici, dopo est arrividu su fàmine.
Una cosa non è cambiata rispetto a oggi, in passato come ora c’era chi stava meglio e chi era più povero anche se il lavoro, a dire il vero, non mancava. Sinceramente non so spiegarmi il perché, forse perché si era disposti a svolgere qualunque mansione pur di portare a casa qualcosa da mangiare.
Antonio Pala
Lavorare per campare
Erano tempi duri i nostri e se volevi sopravvivere dovevi darti da fare.
Io feci di tutto, andavo a lavorare in campagna e, anche se la paga era bassa, mi andava bene lo stesso perché l’alternativa sarebbe stata morire di fame. Il pranzo, che in genere era costituito da pastasciutta, insalata, pomodori o altre cose semplici e genuine, me lo portavo da casa. Non avendo un orto da coltivare, compravamo tutto ciò che mangiavamo.
Iniziai a lavorare da piccolo ma ricordo che i miei sacrifici venivano ripagati al rientro a casa da mia madre, che non mancava di farmi trovare tante cose buone preparate con le sue stesse mani, come la pasta, i dolci e soprattutto sas origliettas di cui andavo ghiotto.
Franco Arghittu
Pane e càule
Quando mamma e nonna andavano a fare il pane presso altre famiglie, essendo ancora piccolo per esser lasciato solo a casa, mi portavano con loro e fia che catteddu sutta sa banca. Non c’era però nessuno che potesse interrompere il lavoro per starmi dietro e, mentre loro pensavano a fare il pane, trovavano qualcosa da fare anche per me. Mi mandavano quindi al mulino cun su saccheddu de su trigu a pala dove consegnavo al mugnaio il grano, aspettavo che lo macinasse e, sempre con lo stesso sacchetto, riportavo indietro la farina che veniva utilizzata dalle cuoche. Per questo mio lavoro a fine cottura mi ripagavano oltre che con la solita pagnotta anche cun d’unu pane fine, ossia una spianata. Ma mamma, che doveva pensare a tutta la famiglia, invece di permettere che lo mangiassi, era solita portare a casa il pane che mi davano per dividerlo con gli altri. Allora un giorno la mia nonnina, impietosita, prese una spianata e me la diede di nascosto. Contento, in compagnia di altri amici, andammo in un orto e ci servimmo strappando dal terreno i tronchi del cavolo, perché comunque tutto quello che entrava nello stomaco era ben accetto e amus immulzadu cun pane e càule!
Giovanni Culeddu
Tempi difficili
Il pane non ci è mai mancato ma molte altre cose sì. Soprattutto la carne, mancu si ti la ordinaiat su duttore ti la podiasa manigare!
Si mangiavano per lo più minestrone e fave e lardo. La pasta ce la potevamo permettere una volta a settimana, la domenica, quando rincasavano gli uomini dal lavoro in campagna, praticamente quando si stava tutti insieme.
Davo il mio contributo in casa facendo di tutto, attio sa linna a cùccuru, andaio a samunare a su trògliu, lavatotio, faghio su pane in domo.
Quando si andava a fare il pane per conto di terzi, io e le mie due sorelle ci alzavamo a mezzanotte pro suìghere. Quando la pasta era pronta, una di noi andava a chiamare nostra madre per cuocere il pane. Sa zoronada fit de 500 francos per tutte e quattro e poi ci davano àtteras cosas de domo per completare. Quando si andava a cuocere il pane, sos padronos a immulzare nos daiant sa saba de su binu pro nos iffùndere su pane purile, per colazione i padroni ci davano il mosto cotto per inzupparci il pane non ancora lievitato. Custa cosa fit indigesta e mi faceva male, allora dissi a mia sorella che non ne avrei più mangiato.
Si andava a raccogliere le ghiande anche con la neve, c’era la fame e bisognava andare a lavorare, nessuno ti regalava nulla e se chiedevi qualcosa, in più venivi anche derisa e ti preguntaint: « Dae inue mi lu pagas?». Erano poche le persone che stavano bene e non potevi scegliere se lavorare per uno o per l’altro. I tempi erano quelli che erano e bisognava adeguarsi.
Cosimina Monteacuto
Cavarsela nonostante tutto
Mio padre faghiat su carrulante, guidava e trasportava merci col carro, e noi figli, in compagnia anche di altri bambini, andavamo con lui per dargli una mano.
Generalmente il suo lavoro veniva pagato con il cibo. Se si occupava di lavori di aratura per qualche massaio, ad esempio, il suo lavoro veniva ripagato con il grano al momento del raccolto. Se invece si facevano dei viaggi col carro per i pastori, e questi non avevano denaro per pagare, corrispondevano il dovuto con latte, formaggio o ricotta, a seconda delle disponibilità. Un viaggio corrispondeva circa a una petza de casu o a duas petzas de regottu. La mia famiglia possedeva anche un terreno nel quale coltivavamo il grano. Durante l’anno, quindi, possedevamo sempre un gran quantità di grano da portare al mulino per la macina. Con la farina, mamma preparava il pane in casa: ricordo che ne faceva anche di più di quello che ci occorreva.
Questo ci permise di cavarcela alla grande quando, in periodo di guerra, per la gran parte della gente il cibo scarseggiava.
Giovanni Cherchi
Vivere in povertà
Vivevamo in povertà ma non avevamo pretese di nessun tipo, ci