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Psicosofia Karmica: Comprendere lo scopo della vita per guidare il proprio destino.
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Psicosofia Karmica: Comprendere lo scopo della vita per guidare il proprio destino.
Ebook208 pages2 hours

Psicosofia Karmica: Comprendere lo scopo della vita per guidare il proprio destino.

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About this ebook

È solo la paura del dolore che ci spinge a fare, o a non fare, qualcosa di importante per noi?

Esistono delle potenzialità innate e dei talenti a nostra disposizione dalla nascita e che portiamo con noi da una eredità antica?

Già nei Vedanta nell’Ayurveda, nella saggezza medica antica, nei grandi filosofi, e, in Occidente, nelle neuroscienze e nella fisica quantistica moderna, si trova il filo conduttore che unisce tutte queste conoscenze ormai sia tecnicamente che scientificamente, secondo l’idea comune, dimostrate avere un fondamento di realtà.

Questo libro è quel filo che unisce le antiche conoscenze del passato con le nuove scoperte del presente dando la possibilità nel lettore di poter giungere a comprendere pienamente il suo ruolo in questa vita, il suo compito e, grazie a questo, guidare il proprio destino.

Di cosa si parlerà in questo libro:
  • Le leggi del Karma e le similitudini con le neuroscienze
  • Le similitudini con la fisica quantistica
  • Conoscere il proprio compito nella vita
LanguageItaliano
PublisherOne Books
Release dateOct 29, 2021
ISBN9788833802459
Psicosofia Karmica: Comprendere lo scopo della vita per guidare il proprio destino.

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    Book preview

    Psicosofia Karmica - Sergio Audasso

    Introduzione

    La Psicosofia Karmica è una modalità di incontro che si orienta sulla realizzazione della dimensione profonda e originaria dell’uomo, da sempre dominio della ricerca spirituale – la Sophia – e, insieme, una scienza della psyché (anima). Da qui il suo nome composto in Psicosofia. Fortunatamente il termine Psicosofia è poco diffuso e poco inflazionato benché si possano ritrovare tracce del suo utilizzo nell’idea di scienza dello spirito formulata da Rudolf Steiner¹.

    Già il livello etimologico del termine sta a indicare che la Psicosofia è una disciplina differente dalla psicologia, in quanto la psicologia utilizza, quale base strutturale e applicativa, il suffisso dialogos, significante lo studio sistematico, scientifico della psyché.

    La Psicosofia, in particolare quella a orientamento karmico, invece, sonda e sviluppa sia il sapere che la presa di coscienza profonde legate all’atteggiamento esistenziale. Affronta quindi i tre modi di percepire la realtà rappresentati da tre costituenti primari: io penso; io sento; io faccio; e come questi influenzano il quarto aspetto dell’esistenza: l’Io Sono.

    Compito della Psicosofia è quello di permettere l’entrata in contatto con l’Io Sono trans-personale per cambiare gli agiti all’io penso, all’io sento, all’io faccio. Non solo. Comprenderne anche il significato simbolico e la correlazione con gli elementi della natura, rappresentati dall’aria, dall’acqua, dal fuoco e dalla terra, i cui quattro stati energetici sono correlati al pensare, al sentire, al volere e all’agire.

    L’aria corrisponde al pensiero, all’ io penso;

    L’acqua alle sensazioni/emozioni, all’ io sento;

    La terra all’azione, all’ io faccio;

    Il fuoco alla volontà, all’ io sono.

    Ogni uomo, prima di poter scoprire la sua vera psyché, ovvero la sua anima, deve acquisire la consapevolezza e l’ardore del fuoco, cioè del suo vero io sono; la tenacia e la perseveranza della terra, rappresentata dall’azione e dal io faccio; la duttilità e l’intelligenza attiva prodotta dall’elemento aria, la parte del io penso. Questa scoperta è stata resa possibile grazie alla complicità dell’aspetto acqua con le sue suggestioni, sensazioni ed emozioni promosse dal io sento. Tale scoperta modifica positivamente l’idea di esistenza in quanto libera la sorgente trans-personale connessa a se stessi. Proprio per tale ragione, per non incorrere in confusione, a questo punto della descrizione, è importante definire, della Psicosofia Karmica, sia il suo rapporto con la psicologia che i livelli che la compongono.

    Il rapporto con la psicologia

    La Psicosofia Karmica raccoglie in Sé varie indicazioni che sono alla base di tutte le grandi tradizioni spirituali. Ecco perché la Psicosofia non cerca di riadattare la persona alla normalità sancita dalla società moderna, né punta allo sviluppo delle potenzialità personali² disgiunte dal vero aspetto animico, né all’autorea-lizzazione³ intesa come elemento egoico ma utile nella società dei consumi, né tantomeno allo sviluppo della propria autenticità personale⁴ quale elemento esclusivo nel mondo della personalità, o per meglio dire: di un aspetto della personalità, volto al raggiungimento di una solida posizione e di un solido ruolo sociale. Identificabile. Riconoscibile. Accettabile. (tutte azioni tipiche della psicologia). La Psicosofia Karmica vuole, invece, risvegliare l’individuo alla realtà della sua esistenza permettendo al suo vero Io Sono (trans-personale-monadico) – liberato dall’influenza della mente ordinaria, delle emozioni turbanti e delle azioni automatiche abitudinarie – di esprimersi in lui e attraverso di lui. In questa azione egli diviene autentico, auto-realizzato, libera le potenzialità personali sotto la guida della Sophia, della saggezza e, grazie a questo, come conseguenza potrà rivestire un solido ruolo sociale nonché conquistare una solida base economica. La differenza è che queste caratteristiche sociali sono e saranno la conseguenza naturale del risveglio interiore e non il fine del lavoro su di Sé.

    I tre livelli della Psicosofia Karmica

    La Psicosofia può essere considerata a tutti gli effetti un vero e proprio trattamento per l’anima secondo le tradizioni della scienza dello spirito, e ogni strumento utilizzato è orientato in questa direzione. La Psicosofia Karmica è un percorso di integrazione di relazioni umane, comportamento consapevole e neuroscienze a orientamento trans-personale. L’idea promossa dalla Psicosofia Karmica si occupa non solo dei processi mentali e della nascita delle emozioni, ma favorisce la conoscenza trans-personale di ciò che è oltre la personalità, in quanto, in questo approccio, la personalità è intesa come maschera.

    In effetti la maschera era utilizzata dagli attori nelle commedie latine come amplificatore della voce; da qui la parola per-sonam, ossia: attraverso il suono prodotto dalla maschera. Questa maschera da cui sfociava il suono nascondeva, e lo fa tutt’ora, l’essenza dell’essere umano. E l’essenza dell’uomo non risiede solo nella parte visibile della personalità. Per la scienza dello spirito, a cui la Psicosofia Karmica fa riferimento, la personalità dell’uomo è composta da più corpi. Sono corpi invisibili all’occhio nudo ma perfettamente visibili con strumenti idonei allo scopo. I corpi fondamentali della personalità umana sono quattro⁵. Questi quattro corpi sono: fisico, eterico e/o vitale, astrale e, in ultimo, mentale. Questi corpi assumono anche il nome di poli metabolici perché sono in stretto contatto con alcune parti del corpo fisico. Il polo metabolico del bacino, il polo metabolico del cuore, il polo metabolico della testa. In più essi non hanno solo una residenza fisica ma anche un proprio ego. Abbiamo così:

    Una intelligenza enterica: polo del bacino, sede del io faccio;

    Una intelligenza emotiva: polo del cuore, sede del io sento;

    Una intelligenza cerebrale: polo della testa, sede del io penso.

    Tre intelligenze di per Sé autonome che influenzano il tutto vitale, quel Io Sono generalizzato volto alla esternazione della volontà. Tre intelligenze. Tre ego. Ognuno dei quali dice la sua. E tutti in-sieme soffocano il nostro vero Sé. Soffocano la nostra vera natura trans-personale impedendo, a ciò che deve compiersi karmicamente, di potersi manifestare nella vita che viviamo. La Psicosofia Karmica, per tali ragioni, si riferisce alle più alte consapevolezze, tra cui e in particolare, alla dimensione spirituale del Sé.

    L’approccio trans-personale promosso dalla Psicosofia Karmica mira a trascendere i limiti dello stato mentale ordinario, iniziare un dialogo diretto con la parte profonda di se stessi, comprendere le leggi del destino, comprendere il perché delle malattie, capire il perché della paura e realizzare la coscienza trans-personale, in cui il senso dell’identità si estende oltre la personalità. Questo approccio permette ampliamente di superare disagi esistenziali comprendendone, nel contempo, il loro significato profondo. Tale comprensione apre a una dimensione di conoscenza e coscienza di Sé in grado di prevenire, nel futuro, l’insorgere di disagi esistenziali e blocchi relazionali.

    Prima di accompagnarti nella lettura del libro e con la speranza che tu possa farne buon uso, lascio una pillola di riflessione di un filosofo a me molto caro, Søren Kierkegaard: «L’uomo si deve decidere a diventare ciò che è».


    1 Rudolf Steiner nato nel 1861 – morto 1925 – è stato un esoterista e teosofo austriaco. Fondatore dell’antroposofia nonché divulgatore della scienza dello spirito.

    2 NdA: quali potenzialità? Basate su cosa?

    3 NdA: riferita a cosa e per chi veramente?

    4 NdA: l’autenticità di quale io?

    5 NdA: per alcune filosofie ne esistono di più. Ora, in questo libro, ne considereremo soltanto quattro. Quelli da tutti identificati come base.

    1 - Leggi del Karma e il valore del destino. Premesse teoriche per la comprensione della Psicosofia Karmica

    Dharma – Karma e Destino: cosa sono e quali sono le differenze

    Sono sicuro che molti tra coloro che leggono questo libro conoscono il significato della parola in lingua sanscrita Karma. Karma normalmente assume il significato di legge di causa ed effetto o legge di restituzione. Vale a dire: a ogni azione ne corrisponde una uguale con moto contrario. Per questo motivo nei precetti di molte correnti spirituali troviamo le seguenti indicazioni.

    Induismo: questa è l’essenza del dovere: non fare agli ciò che causerebbe dolore se fatto a voi;

    zoroastrismo: buona è soltanto quella natura che non fa agli altri ciò che non è buono per lei;

    Buddhismo: non trattare gli altri in modi che tu stesso riterresti dannosi;

    Confucianesimo: questo è il massimo della bontà: non fare agli altri ciò non vorresti che essi facessero a te;

    Ebraismo: ciò che è odioso per voi non fatelo al vostro vicino;

    Cristianesimo: tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro;

    Islam: nessuno di voi crederà veramente finché non desidererà per gli altri ciò che desidera per se stesso;

    Sik: non fare agli altri ciò che non vorresti sia fatto a te.

    Per il Karma, ogni azione compiuta, ogni gesto o comportamento agito verso gli altri, tornerà a me in egual misura. Vi è un ulteriore elemento che, purtroppo, molti dimenticano: il Karma viene creato o si estingue con il Dharma. Tutti i precetti elencati pocanzi, a un lettore attento, assumono la caratteristica di precetti etici e di comportamento. Il Dharma, in effetti, è il principio etico in assoluto. Si può tradurre la parola Dharma con: legge cosmica, legge naturale, oppure legge dello scopo nella vita.

    Vivendo in accordo con questa legge, è possibile porre fine al ciclo delle nascite e delle morti – nei Veda detto saṃsāra – e alla sofferenza a esso collegata. Per vivere nella propria vita la legge del Dharma e poterla realizzare pienamente, è necessario conoscere i tre aspetti principali di cui è composto il suo nucleo centrale.

    Il primo stabilisce un fatto inconfutabile: ognuno di noi è qui, in questo istante, per scoprire da Sé che il vero Io è spirituale. Ossia che dentro di noi risiede ed esiste una realtà divina, e questa realtà divina deve assolvere a un compito preciso. Ognuno di noi deve, quindi, adempiere al proprio destino spirituale. Perché questo? Perché ognuno di noi è, in essenza, un essere spirituale vestito di una forma fisica utile a manifestarsi.

    Il secondo aspetto è rappresentato dal cosiddetto Dharma dell’esposizione.

    Nelle varie scritture vediche, religiose, teosofiche o gnostiche, esistono delle indicazioni precise, come ad esempio: ama il prossimo tuo come te stesso; ecco, questo è il Dharma dell’esposizione. È un tipo di Dharma specifico. Esprime una indicazione assoluta a cui adeguarsi. Può essere un precetto morale o una via da seguire.

    Il terzo aspetto è il Dharma dell’esperienza diretta; ovvero, la realizzazione. Per vivere l’intensità di questo Dharma è necessario per prima cosa accettare che siamo dei portatori, più o meno consapevoli, di una realtà divina; in secondo luogo è necessario ascoltare, leggere, mettere in pratica gli insegnamenti applicando l’esposizione e, così facendo, si potranno sentire le suggestioni interiori della parte divina presente in noi. Se comprendiamo i precetti e le suggestioni interiori e li mettiamo in pratica, faremo esperienza diretta del vero Dharma, cioè il Dharma che ci trasforma. Un elemento importante che contraddistingue il Dharma da ogni altra possibile suggestione: siamo nel Dharma solo se vi è trasformazione. La Psicosofia Karmica, la scienza dello spirito e le tradizioni iniziatiche dell’occidente, indicano questa trasformazione come rivolgimento interiore fondamentale nella sua parte iniziale, e trasfigurazione nella sua parte finale. Nello specifico, il primo aspetto del Dharma, ci invita sia ad accettare la parte divina presente nel nostro cuore che la realtà della forza divina da essa emanante. Questa parte e questa forza divina sono un tutt’uno e assumono il nome, nelle varie scritture, come scintilla di spirito, o fiore di loto, o bocciolo di rosa. Al tempo stesso, questo primo aspetto del Dharma, definisce, in modo incontrovertibile, che la personalità di ognuno di noi è il contenitore della realtà divina, ma che noi, in quanto personalità, non siamo divini. Questo primo aspetto ci dice anche che esiste un piano per far emergere la parte divina e, soprattutto, lascia la libertà a ognuno di decidere e/o di accettare sia la parte divina che il piano correlato. In sintesi quale è il piano? Seguire il Dharma che libera dal ciclo ripetitivo delle nascite e delle morti. Uscire dal Karma evitando di crearne di nuovo. Applicare il Dharma equivale a dire: ridurre il Karma; non applicarlo equivale, invece, a incrementarlo! Prima che in molti lettori, in questo punto del testo, nasca la domanda: Come si fa ad agire seguendo il Dharma se la spinta ad agire è Karma?. Ecco la risposta. L’essenza del Dharma-Karma è identica al Wu Wei dei taoisti: agire il non agire. Alla nascita, nel nostro campo di respirazione – quella parte invisibile di noi che ci circonda con variabilità di colore e da molti chiamata aura – sono presenti delle linee di forza karmiche che tutti conosciamo bene. Alcuni chiamano queste linee di forza carta del cielo, tema di nascita, zodiaco, firmamento aurale oppure Lipika.

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