Introduzione all'arte Contemporanea: Appunti e commenti per un percorso sull'arte contemporanea
()
About this ebook
L’arte è un sistema di comunicazione la cui lingua è il codice artistico.
Per studiare un’opera d’arte dobbiamo innanzitutto porci alcune domande fondamentali (problematizzazione): come, quando, chi, perché; cioè interrogarci su autore, cronologia, tecnica, funzione e, infine, significato. Studiare in modo corretto un’opera d’arte significa quindi stabilire la cronologia, riconoscere il codice artistico e inserirlo in un contesto storico-cuturale, appoggiandosi a discipline quali l’archeologia, l’antropologia, la mitologia etc.
Si parla di arte contemporanea in riferimento alla produzione artistica dal Neoclassicismo ad oggi.
Read more from Serena Rapisarda
Cos'è il sistema dell'arte Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIntroduzione all'arte Antica: Appunti e commenti per un percorso sull'arte antica Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIntroduzione all'arte Moderna: Appunti e commenti per un percorso sull'arte moderna Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Related to Introduzione all'arte Contemporanea
Related ebooks
Introduzione all'iconografia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPicasso Rating: 4 out of 5 stars4/5Wassili Kandinsky Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe avventure del filosofo sconosciuto: alla ricerca e nell’invenzione della pietra filosofale l’apologia della grande opera Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Seicento - Arti visive (53): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 54 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl secolo d'oro del Rinascimento Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsArte contemporanea - Parere della critica e movimenti artistici Rating: 5 out of 5 stars5/5Arturo Reghini e la ricerca ermetica di Francesco Maria Santinelli Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSonata 1924 e pianismo modernistico di Igor Stravinsky: tra citazione neoclassica e personalizzazione espressiva Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsContemporanea: Appunti di storia dell’arte dal Neoclassicismo a oggi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCorso di storia dell'arte. Dal Duecento al Primo Ottocento. Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsWriting. storia linguaggi arte nei graffiti di strada Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Quattrocento - Musica (43): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 43 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl lungo viaggio di una chemise Rating: 5 out of 5 stars5/5Antichità - La civiltà romana - Musica: Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 18 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Settecento - Musica (61): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 56 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsChe cos'è l'arte contemporanea? Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSu ciò che viene chiamato «arte»: L’arte vista da Tolstój Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Medioevo (secoli XIII-XIV) - Letteratura e teatro (35): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 35 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsGalleria Borghese: Guida alla visita Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'antica Roma - Le città, l’esercito e gli imperatori Rating: 5 out of 5 stars5/5Il Quattrocento - Arti visive (42): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 42 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Ottocento - Musica (67): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 62 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Novecento - Arti visive (71): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 72 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Seicento - Letteratura e teatro (54): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 55 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Quattrocento - Letteratura e teatro (41): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 41 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Seicento - Musica (55): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 50 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI fiori del male Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti Rating: 4 out of 5 stars4/5Dizionario Arte: Critica Iconografia Museologia Restauro Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Art For You
Un'Ode Alchemica di Fra Marcantonio Crasellame Chinese Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCorso di storia dell'arte. Dal Duecento al Primo Ottocento. Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsHieronymus Bosch. Insigne pittore nel crepuscolo del Medio Evo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa Musica: risonanza fra Dio e l'Uomo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsChe cos'è l'arte contemporanea? Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRoma Esoterica Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSTORIE E STILI DELLA FOTOGRAFIA - dalle origini al 1950 Rating: 5 out of 5 stars5/5Latte dell'Anima: Il seno e l’allattamento: immagini simboliche dell’archetipo materno Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPer la diritta via Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl catechismo maggiore di San Pio X Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsBomarzo Ermetica: Il sogno di Vicino Orsini Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsArte del risveglio: Come scoprire i codici segreti nascosti nell’arte e diventare maestri di se stessi Rating: 5 out of 5 stars5/5Il Medioevo (secoli XIII-XIV) - Arti visive (36): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 36 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsResina Epossidica - Progetti Creativi per Principianti Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsTerapia del colore Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Cinquecento: Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 48 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAvadhuta Gita Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL Ottocento - Arti visive (65): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 66 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDizionario del sesso e dell'erotismo Rating: 5 out of 5 stars5/5Prima di noi: La storia è da riscrivere - Siamo stati creati da una civiltà antidiluviana? Rating: 3 out of 5 stars3/5Come Allestire Le Luci Per Uno Studio Fotografico In Casa Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'abominio della desolazione nelle profezie dei santi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsItinerari turistici di Napoli - 1 SpaccaNapoli Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Settecento - Arti visive (59): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 60 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDonne all'opera con verdi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI simboli maya, inca e aztechi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa via segreta delle Rune: Gli antichi simboli di potere dei Vikinghi Rating: 4 out of 5 stars4/5La storia dei colori: Il significato e l'uso dei colori dall'antica Grecia a oggi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa vita della Madonna Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Related categories
Reviews for Introduzione all'arte Contemporanea
0 ratings0 reviews
Book preview
Introduzione all'arte Contemporanea - Serena Rapisarda
Il neoclassicismo
L’arte del neoclassicismo sorse principalmente come reazione contro il virtuosismo e la retorica del gusto tardobarocco ma anche contro le frivolezze del rococò: la reazione quindi non era soltanto estetica, ma anche morale. Punto di partenza di questo tipo di arte era la volontà di cercare un nuovo classicismo (da qui il nome) che potesse ancora recuperare l’arte antica, per una ricerca di rigore e oggettività che era in linea con la filosofia illuminista e che prendeva le distanze dall’arte contemporanea. Ciò che differenzia il neoclassicismo dai classicismi che lo precedettero, è soprattutto lo spirito che animò le ricerche dei neoclassici: se in passato il recupero del classicismo era anche un recuperi di valori, nel tardo Settecento gli artisti diventarono consapevoli che quella civiltà antica che volevano recuperare non sarebbe mai più tornata, e di conseguenza l’arte neoclassica si tinse di quel senso di nostalgia che pervade tutte le opere realizzate in quest’epoca. L’arte neoclassica tuttavia rispondeva anche a una precisa visione illuministica dell’arte, in base alla quale le opere d’arte dovevano farsi portatrici di intenti etici. Il neoclassicismo inoltre si distingueva dalle forme d’arte contemporanee perché la ricerca del bello ideale, che doveva trarre ispirazione sia dall’arte romana che dall’arte greca antica, doveva spogliarsi da ogni sorta di dramma, di sentimento e di passione umana: per questo, le opere neoclassiche appaiono sempre composte e pacate anche laddove si consuma una scena altamente drammatica o dolorosa. Il canone neoclassico del bello ideale fu reso esplicito da quello che probabilmente fu il maggior teorico dell’arte neoclassica, il tedesco Johann Joachim Winckelmann, secondo cui il bello ideale era riassumibile nella formula nobile semplicità e quieta grandezza: la nobiltà
si riferiva alle forme eleganti dell’arte classica, semplicità
in quanto dovevano essere ben lontane da virtuosismi bizzarri e stravaganti, mentre la quieta grandezza
è quella dell’uomo classico (e quindi neoclassico) capace di controllare, in modo razionale, le proprie pulsioni. Il bello ideale era quindi ricerca razionale che doveva mirare a forme semplici ma contraddistinte da una grazia che si traduceva in un equilibrio e una compostezza quasi idealizzati. A livello etico, il neoclassicismo riproponeva il concetto, tipicamente classico, di unione tra bellezza e virtù, in aperta polemica contro le bizzarrie dell’arte barocca, vista come eccessivamente virtuosistica e stravagante e pertanto lontana dalla razionalità, soprattutto nelle realizzazioni illusionistiche dei più grandi pittori del barocco. Il neoclassicismo era anche contro le licenziosità dell’arte rococò, di cui criticava la frivolezza e soprattutto il disimpegno. L’arte neoclassica tuttavia non fu ovunque uniforme in quanto fu un linguaggio internazionale che trovò declinazioni diverse a seconda del paese in cui l’arte veniva prodotta (quindi diverse esigenze morali e sociali) e anche dell’inclinazione personale dell’artista. Il maggior esponente del neoclassicismo in Italia, nel campo della scultura, fu senza dubbio Antonio Canova (Possagno, 1757 - Venezia, 1822), l’artista in cui la ricerca di bello ideale teorizzata da Johann Joachim Winckelmann trovò la sua massima espressione e si esplicitò in un assoluto equilibrio tra idealizzazione e forme naturali. Però, malgrado la ricerca del bello ideale avesse trovato in Canova uno dei suoi maggiori interpreti, l’arte canoviana non era contraddistinta da un profondo impegno politico come quella di molti suoi contemporanei (soprattutto francesi). Infatti lo stesso Canova riteneva che l’arte dovesse superare la tendenza a piegarsi alla politica contemporanea e farsi, invece, portatrice di valori più universali (come la lotta della ragione sulla forza, rappresentata da una scultura giovanile dell’artista veneto, Teseo sul Minotauro, 1781-1783, Londra, Victoria and Albert Museum). Grazie anche a questo suo mantenersi al di sopra delle parti, Canova riuscì a garantirsi committenze provenienti da ambiti politici anche contrastanti tra di loro. L’arte di Canova si rifece al repertorio classico che l’artista seppe rivisitare con la propria sensibilità alla ricerca di una astrazione che divenne evidente soprattutto nelle scene che dovevano presupporre movimento o concitazione, come le Ercole e Lica (1795- 1815, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna) dove le espressioni dei personaggi rimangono imperturbabili e sembra di assistere più a una danza che a una lotta. Canova inoltre raggiungeva la purezza ideale che voleva trasmettere ai propri soggetti anche con una particolare lavorazione del marmo che conferiva una levigatezza rimasta insuperata, grazie alla quale l’artista poteva realizzare opere contraddistinte da una elevata raffinatezza e una grande morbidezza. La natura sensoriale tuttavia non è del tutto assente dall’arte di Canova: la si può ravvisare soprattutto nelle sue opere a soggetto femminile, a cui Canova infonde una leggiadria, soprattutto nei movimenti, e una bellezza pura non priva di un certo grado di sensualità che si evince soprattutto dalle pose, pose in cui comunque non manca quella ricerca di armonia ed equilibrio tipica del neoclassicismo. Questo filone dell’arte canoviana è evidente soprattutto in uno dei massimi capolavori, ovvero Amore e Psiche giacenti (1788-1793, Parigi, Louvre), opera nella quale Canova suggerisce la sensualità dell’amplesso attraverso l’abbraccio dei due protagonisti, che diventa simbolo della loro unione, pur senza dimenticare una ricerca di equilibrio neoclassico in quanto il movimento dei due amanti costruito secondo un preciso schema di linee diagonali. Per trovare un interprete più astratto e rigidamente formale del neoclassicismo bisogna osservare le opere di Bertel Thorvaldsen (Copenaghen, 1770 - 1844), artista danese a lungo attivo in Italia e ritenuto all’epoca l’unico scultore al mondo a poter competere con Canova. Il recupero dell’arte classica da parte di Thorvaldsen fu infatti molto più radicale: le forme dei suoi soggetti si fecero più pure (basti confrontare i nudi femminili di Thorvaldsen con quelli di Canova), e i sentimenti del tutto sopiti. Al contrario di ciò che succedeva nell’arte canoviana, in Thorvaldsen manca del tutto il movimento, che in Canova esprimeva la volontà di conferire alle sue bellezze idealizzate un contatto con la natura, il cui studio non era stato accantonato dallo scultore veneto. La scultura di Thorvaldsen, che prendeva ispirazione direttamente dai canoni dell’arte greca antica, fu quella che forse più di ogni altra si fece interprete di quella volontà di rigore e astrazione formale auspicata dai teorici del neoclassicismo (Giasone con il vello d’oro, 1803, Copenaghen, Thorvaldsens Museum): ciò nondimeno appare di gran lunga più fredda rispetto a quella di Canova. Canova ebbe un vasto stuolo di seguaci, ma i due scultori che meglio interpretarono il neoclassicismo dopo di lui, seppur non raggiungendone il livello tecnico e formale, furono Carlo Finelli (Carrara, 1782 - Roma, 1853) e Adamo Tadolini (Bologna, 1788 - Roma, 1868). Adamo Tadolini si dimostrò un fedele continuatore dello stile canoviano, che trovò i suoi massimi risultati in monumenti celebrativi o comunque di ampio respiro. Carlo Finelli, che nel primo Ottocento diventò uno dei più importanti e richiesti scultori di Roma, propose un’arte molto elegante e raffinata che però riusciva a raggiungere una maggior astrazione rispetto a quella di Canova: in effetti in molte opere ne temperò la sensualità e ne diminuì la carica dinamica (Le Ore danzanti, 1824, San Pietroburgo, Hermitage), pur senza raggiungere i rigidi formalismi di Thorvaldsen. La cultura neoclassica si diffuse anche nella pittura, dove gli intenti politici del neoclassicismo si fecero molto più evidenti che in scultura. Mancando però riferimenti diretti all’arte antica, i pittori neoclassici non potevano che rifarsi ai grandi geni del Rinascimento maturo, come Raffaello o Michelangelo, oppure ai classicisti del Seicento. Maggiori esponenti della pittura neoclassica furono Andrea Appiani (Milano, 1754 - 1817) e Vincenzo Camuccini (Roma, 1771 - 1844). Andrea Appiani fu uno dei pittori favoriti di Napoleone Bonaparte, ed ebbe notevoli e numerosi incarichi ufficiali. Formatosi studiando i pittori leonardeschi e l’arte di Correggio, Appiani si impegnò soprattutto nella celebrazione dell’imperatore Napoleone che raffigurò in ritratti dal sapore fortemente idealizzato in cui ne esaltava le virtù, fino ad apoteosi che richiamavano la pittura classicista del Seicento, ma anche in ritratti, anch’essi idealizzati, in cui la forza di Napoleone traspariva soprattutto dall’intenso sguardo che Appiani gli conferiva. Capace di composizioni di grande solennità, Andrea Appiani seppe però adottare un registro più delicato in dipinti come il Parnaso (1811, Milano, Villa Belgioioso Bonaparte) ricchi di riferimenti alla cultura raffaellesca. Diverso fu l’impegno di Vincenzo Camuccini, che non fu minimamente intaccato dal culto di Napoleone e preferì invece dipingere scene di soggetto storico, tratte perlopiù dall’antichità classica (Morte di Giulio Cesare, 1798, Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte): le scene, concitate ma equilibrate e con sentimenti sempre espressi in maniera sobria e composta come volevano i teorici del neoclassicismo, si fecero portatrici di elevati valori morali di una valenza universale, rendendo tangibile il suo impegno civile. Per il pittore romano, l’arte doveva avere un preciso intento educativo: per questo manca del tutto nelle sue opere il gusto per l’aneddoto. A questo Camuccini, invece, sostituisce la volontà di una narrazione che da un lato racconti l’evento senza forzature e nel modo più oggettivo possibile, e dall’altro riesca a comunicare all’osservatore le