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Delos Science Fiction 228
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Delos Science Fiction 228

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Fantascienza - rivista (52 pagine) - Nel numero 228 di Delos Science Fiction con uno speciale su sport e fantascienza.

Come saranno le Olimpiadi di Toronto 2112? Come si giocherà a calcio? Quali degli attuali sport sopravviveranno, magari in forma diversa, e quali invece spariranno? I robot sostituiranno gli atleti del futuro? Queste e ad altre intriganti domande su come sarà lo sport nel futuro, prossimo e lontano, la fantascienza ha cercato delle adeguate risposte, fin da quando la ditta I. Asimov, M. H. Greenberg , C. G. Waugh provarono a rispondere con l’antologia Le olimpiadi della follia (The Science Fictonal Olynpics, 1984), in cui figuravano autori del calibro di Bob Shaw, Jack Vance. Arthur C. Clarke, Robert Sheckley e altri.
Sport e fantascienza sono stati per molti altri editor e scrittori un argomento da sviluppare come romanzo o racconto, perché in fondo non sono poche le cose che hanno in comune.
Ne parliamo nello speciale del numero 228 di Delos Science Fiction, approfittando di Andrea Pelliccia che come scrittore e come editor a quest’argomento ha dedicato alcune antologie, tra cui ricordiamo La vittoria impossibile (Delos Digital, 2018), la prima antologia di ucronia sportiva, Olimpiadi di Toronto 2112, appena edita sempre da Delos Digital, in cui undici tra i migliori scrittori italiani di fantascienza offrono la loro visione del rapporto tra sport e fantascienza. È l’argomento è anche attualissimo, vista la recente vittoria degli Europei di calcio da parte dell’Italia e delle Olimpiadi di Tokio che sono in corso proprio quando questo numero della nostra rivista di approfondimento viene pubblicata.
Nella sezione rubriche, segnaliamo un articolo di Giuseppe Vatinno sul film di fantascienza Occhi dalle stelle, un film sullo stile “incontri ravvicinati” tutto italiano e una riflessione a tutto tondo di Marco Settembre su Io sono leggenda, il capolavoro di Richard Matheson. Ancora parliamo di programmi radiofonici di fantascienza nella nostra classifica e dell’uscita sul mercato anglosassone della nuova antologia del meglio della fantascienza americana a cura di Neil Clarke.
Vincenzo Graziano ci introduce nel recentissimo romanzo The Calculating Stars di Mary Robinette Kowal il primo della serie di "Lady Astronaut", mentre Arturo Fabra firma l’editoriale e ci racconta della delusione per il film La guerra di domani (The Tomorrow War), diretto da Chris McKay e disponibile su Amazon Prime Video.
Il racconto di questo numero è di Tea C. Blanc.

Rivista fondata da Silvio Sosio e diretta da Carmine Treanni.
LanguageItaliano
PublisherDelos Digital
Release dateAug 3, 2021
ISBN9788825417265
Delos Science Fiction 228

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    Delos Science Fiction 228 - Carmine Treanni

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    Profezie dal futuro

    Articolo di Arturo Fabra

    L'avventura si svolgerà in visioni futuristiche di metropoli come Detroit, Shanghai e Montreal

    L'avventura si svolgerà in visioni futuristiche di metropoli come Detroit, Shanghai e Montreal

    Inutile far finta di niente, stiamo vivendo in un romanzo di sci-fi sociologica.

    Dall’inizio della pandemia, giorno dopo giorno, abbiamo imparato a cambiare i nostri comportamenti, e con noi stanno cambiando la società ed il mondo in un susseguirsi di eventi che è stato descritto in toni profetici da tanti autori di fantascienza.

    Ovviamente nessuno ha davvero predetto nei minimi particolari quanto oggi viviamo, e la prova, se vogliamo, ce la offrono, visivamente parlando, quelle produzioni cinematografiche o seriali che tornando al passato delle proprie storie introducono tecnologie incongruenti con i primi film o serie nate nella seconda metà del secolo passato.

    Ma i concetti generali no, quelli sono stati evidenziati con precisione, spesso in racconti o romanzi che potevamo giudicare addirittura eccessivamente pessimisti o angoscianti.

    Qualche citazione a braccio. The Space Merchants di Frederik Pohl e Cyril M. Kornbluth nel 1952 che racconta lo strapotere del commercio in tutte le sue forme, e dell’esistenza umana giustificata solo in quanto consumatori/acquirenti di prodotti sotto la guida di una pubblicità sempre pù intrusiva; la rete di comunicazione mondiale con i suoi problemi di sicurezza descritta in The Shockwave Rider, di John Brunner nel 1975; una presidenza USA che ricorda da vicino quella appena conclusasi in The Panchronic Plot, di Ron Goulart nel 1977 e tutto questo ovviamente senza scomodare i Grandi Classici come 1984 di George Orwell che nel 1948 descriveva non solo il perfetto controllo della popolazione ma anche il costante revisionismo storico e culturale per rimuovere eventi, artisti e opere giudicate scomode, fino ad arrivare  alle decine di romanzi che hanno indicato in una pandemia o nel riscaldamento globale l’innesco dell’apocalisse.

    Sempre noi lettori cresciuti a pane, Libra, Mondadori e Nord (in stretto ordine alfabetico) eravamo, però, abituati ad intervallare romanzi e racconti di questo tono con altri che ci portavano a spasso tra le stelle, in mondi fantastici ed avventure mozzafiato. E questo provocava divertenti confronti tra quelli che amavano un certo tipo di storie rispetto ad altre. Durante una di queste dispute bonarie mi capitò di sentir dire da qualcuno che la differenza tra i due tipi di autori, storie e lettori era che alcuni preferivano camminare con gli occhi puntati alle stelle mentre altri guardavano solo alla Terra e ai suoi problemi.

    Se all’epoca tutto questo poteva sembrare più una questione da fissati (i termini nerd e geek erano ben lontani dall’essere coniati) a ben guardare la nostra attualità non lo è più tanto.

    Ogni opera letteraria ha una sua dignità, a qualsiasi genere appartenga, ma lo sguardo di chi si è dedicato a una qualsiasi delle sfaccettature della fantascienza è da sempre guidato dalla curiosità di immaginare cosa l’umanità possa combinare nel suo cammino evolutivo. Oggi, nel 2021, stiamo apprezzando la nascita del Solarpunk, che tende a fornire una visione positivistica del futuro ma che, purtroppo, può apparire ancora più utopistico di quanto potessero sembrare i romanzi sopra citati quando uscirono.

    È vero, abbiamo bisogno di sogni, ma anche di incubi, dobbiamo guardare a stelle e pianeti senza dimenticare che per ora ne abbiamo solo uno, e sarebbe nostro dovere averne cura visto che è la nostra casa comune. Insomma la chiave di volta, così spesso raccontata dalla fantascienza, è quel decisivo momento in cui l’umanità intera si unisce contro una minaccia comune e la sconfigge e, dopo averlo fatto, capisce che rimanere uniti ed aiutarsi gli uni gli altri è l’unico modo per vivere da cittadini dello spazio.

    Nel romanzo che stiamo vivendo questo momento non è ancora arrivato, e forse non arriverà mai. Guardiamoci attorno.

    Siamo ancora chiusi nei nostri piccoli gruppi e ci affanniamo ancora ad usare gran parte del nostro potenziale solo per mantenere diritti e privilegi di un ristretto status quo, non riusciamo a sviluppare un vero sguardo planetario, non riusciamo a capire che senza confrontarci apertamente per riuscire a prenderci realmente cura di tutto quello che ci circonda, ma forse resta per noi troppo alieno, su questa Terra non andremo da nessuna parte.

    Magari questa consapevolezza potrebbe arrivare se, in un guizzo di pura utopia, decidessimo di aiutare ogni occupante del pianeta

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