Alle sorgenti inalterabili della gioia
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Omraam Mikhaël Aïvanhov
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Alle sorgenti inalterabili della gioia - Omraam Mikhaël Aïvanhov
Omraam Mikhaël Aïvanhov
Alle sorgenti inalterabili della gioia
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Indice dei contenuti
Cap. I - Dio, origine e meta del nostro viaggio
Cap. II - Mettersi in cammino
Cap. III - Il pungolo della sofferenza
Cap. IV - Cercare dentro di sé le risposte di Dio
Cap. V - Alla Scuola della vita: le lezioni dell’Intelligenza cosmica
Cap. VI - Come un pesce nell’acqua
Cap. VII - L’impegno preso dinanzi alle entità celesti
Cap. VIII - Avanzare senza paura
Cap. IX - Soltanto la luce dello spirito deve guidarci
Cap. X - La nostra appartenenza all’Albero cosmico
Cap. XI - Cosa significa andare a lavorare in un paese straniero?
Cap. XII - Gli inimmaginabili tesori della pazienza
Cap. XIII - E trascinerete tutti gli esseri sul cammino della gioia
Cap. XIV - Imporsi sempre una nuova vetta da raggiungere
Cap. XV - Affinché l’amore non ci abbandoni più
Cap. XVI - Aprire le porte del sogno
Cap. XVII - Il lungo cammino verso la gioia
Cap. XVIII - La visita degli esseri angelici
Ebooks
– Catalogo Prosveta –
Collana Opera Omnia
Collana Izvor
Collana Brochures
immagine 1Il Maestro Omraam Mikhaël Aïvanhov (1900-1986), filosofo e pedagogo bulgaro, si trasferì in Francia nel 1937. Benché la sua opera affronti i molteplici aspetti della Scienza iniziatica, egli precisa:
Gli interrogativi che ci poniamo saranno sempre gli stessi: come comprendere chi siamo, come scoprire il senso della nostra esistenza e superare gli ostacoli che si trovano sul nostro cammino. Non chiedetemi, allora, di parlarvi di altre cose; io tornerò sempre su questi stessi argomenti: il nostro sviluppo, le nostre difficoltà, il cammino da seguire e i metodi che ci permetteranno di percorrerlo."
Omraam Mikhaël Aïvanhov
Alle sorgenti inalterabili
della gioia
Collana Izvor n. 242
immagine 1Edizioni Prosveta
Il lettore comprenderà meglio certi aspetti dei testi pubblicati in questo volume se terrà presente che il Maestro Omraam Mikhaël Aïvanhov ha trasmesso il suo Insegnamento solo oralmente. I curatori e l’editore hanno inteso rispettare il più possibile l’atmosfera e lo stile delle sue conferenze.
Edizione digitale del libro: Alle sorgenti inalterabili della gioia, Prosveta Edizioni, ISBN 978-8895737041
Edizione originale in francese: Aux sources inaltérable de la joie. ©Copyright 1986 Éditions Prosveta S.A., France, ISBN: 2-85566-901-4 ©️Copyright.
I diritti d’autore sono riservati alla Prosveta S.A. per tutti i paesi. Qualsiasi riproduzione, traduzione, adattamento, rappresentazione o edizione non potranno essere fatti senza l’autorizzazione degli autori e degli editori. Parimenti non potranno essere eseguite copie private, riproduzioni audiovisive o con l’ausilio di qualsiasi altra tecnica senza l’autorizzazione degli autori e degli editori (Legge dell’11 marzo 1957). Éditions Prosveta S.A. – ZI du Capitou – 1277 avenue Lachenaud – 83600 Fréjus (France)
Cap. I - Dio, origine e meta del nostro viaggio
Cosa credete che gli abitanti degli altri mondi conoscano della Terra e dei terrestri? Non molto. Per questa ragione, in certe contrade dell’universo, esistono scuole con professori che tengono dei corsi per tutti i curiosi che vogliano conoscere quella strana progenie: gli umani. Dapprima, inviano dei palombari ad immergersi nella nostra atmosfera, che è per loro altrettanto opaca e oscura delle profondità del mare; una volta là, questi catturano con le reti alcuni campioni e li portano nei loro laboratori. Il giorno della lezione, il professore, armato di pinze, presenta agli studenti il prodotto di quella pesca
sulla quale tutti sono felici di poter fare delle osservazioni, seguite da rendiconti dettagliati oltre che da commenti… E che commenti!
Alcuni fra voi si stanno chiedendo se stia parlando seriamente… Ma no, non preoccupatevi! So bene che oggigiorno circola una vasta letteratura sugli extraterrestri, i quali vengono con i loro dischi volanti a prelevare degli umani, che in seguito riportano indietro oppure no… Ovviamente, la Creazione è talmente ricca e diversificata che molte cose sono possibili; tuttavia, ciò che finora ho letto o sentito raccontare sull’argomento è soprattutto – io penso – il prodotto di una fervida immaginazione.
Le entità del mondo invisibile che sono incaricate di vegliare sull’evoluzione degli umani non hanno bisogno di venire a prelevare qualche campione per andarlo poi a studiare da qualche parte, non si sa dove. Conoscono molto bene gli esseri umani, anche se la mentalità di questi ultimi appare loro sempre come qualcosa di molto, molto speciale. Allorché gli esploratori europei scoprirono certe popolazioni dell’Africa o dell’Oceania, con che curiosità e con quale stupore si interessarono ad esse! Ebbene, agli occhi delle suddette entità, gli umani appaiono ben più strani ancora, e ciò che più le riempie di stupore è il fatto di vedere come essi esprimano la propria opinione e diano dei giudizi: sono ignoranti, e tuttavia si pronunciano su qualunque argomento. Quindi, ovviamente, commettono errori e soffrono, ma si ostinano in questo senso, e le entità che li osservano sono stupefatte e si domandano: «Come possiamo aiutarli?»
La ragione per cui gli esseri umani commettono tanti errori di giudizio e di condotta, e conoscono tante sofferenze, sta nel fatto che non sanno cosa siano venuti a fare su questa Terra. Vengono, e se ne vanno. In quale disegno cosmico si inscrive il loro destino? Da dove vengono, e verso quale meta ripartono? Essi lo ignorano. A questi due interrogativi, esiste una sola risposta: Dio. E in realtà, questa è anche la sola certezza.
Noi siamo usciti da Dio e ritorneremo un giorno in Dio. Cosa ci sarà fra quel punto di partenza e il punto di arrivo?… Nel corso delle nostre molteplici incarnazioni, per quali vie passeremo, prima di ritornare verso la Sorgente? Questo dipende da noi. Per noi esseri umani, Dio ha previsto un destino eccezionale. Solo di tanto in tanto ne abbiamo un’intuizione, delle visioni fugaci; poi, di nuovo, il cielo si oscura e le incertezze e le tribolazioni ricominciano. Ma a tali fugaci visioni dobbiamo aggrapparci con tutte le nostre forze, e non metterne mai in dubbio la realtà. Tutto quello che ci può accadere lungo il cammino rappresenta soltanto delle tappe, e queste non devono mai cancellare o farci dimenticare la visione di ciò che saremo quando ritorneremo in seno all’Eterno, ricchi delle esperienze che avremo fatto, e delle qualità e virtù che avremo acquisito e sviluppato.
L’entità vera che aspira alla luce è sepolta in ogni essere umano sotto la polvere e le macerie di qualcosa che non è l’essere vero e proprio. In ogni modo, ciascuno diverrà un giorno tale e quale Dio lo ha pensato e voluto, e tal quale egli è già nel suo Sé superiore. [1] È questa certezza che deve dare un senso a tutto ciò che stiamo vivendo. Anche se è difficile, niente deve fermarci lungo il cammino che ci conduce verso la luce divina. Sappiate infatti che gli altri cammini si rivelano ancora più difficili e ancora più dolorosi.
Il viaggio che abbiamo intrapreso tanto tempo fa non avrà termine con la nostra vita attuale. Questa vita non è che una tappa sulla via che tutti gli esseri devono percorrere una volta usciti dal seno dell’Eterno. Quante regioni diverse dovranno visitare prima di ritornare al luogo della propria origine! Noi non siamo che viaggiatori su questa Terra, non bisogna mai dimenticarlo. Eppure, anche fra gli spiritualisti, pochissimi sono capaci di mantenere costantemente in sé l’idea di essere dei viaggiatori e di non doversi fermare da nessuna parte per mettere radici. Il cammino da percorrere è lungo, molto lungo; dobbiamo incessantemente osservare, studiare e trarre delle conclusioni al fine di continuare nella giusta direzione e, per non perdere coraggio, dobbiamo tenere lo sguardo fisso alla meta da raggiungere.
Guardate il sole sorgere, lasciatevi assorbire da quella vita, da quello splendore, e le sensazioni che ne avrete vi daranno un assaggio di ciò che proverete quando ritornerete in seno a Dio. In quello zampillìo di luce, in quello sfolgorio che è un’espressione dello splendore divino, mettetevi alla ricerca del vostro vero Sé. [2] Il giorno in cui lo scoprirete e imparerete a identificarvi in lui, saprete che non avete mai smesso di vivere nella potenza, nell’amore e nella luce, e che con la vostra vita e le vostre attività, potete partecipare al gigantesco lavoro che si svolge nell’universo; e sarà allora che le parole di Gesù – «Mio Padre lavora, e io pure lavoro» – acquisteranno per voi un senso. [3]
Quanti esseri umani sulla Terra, in realtà, non fanno che distruggere il lavoro di Dio! La Creazione è in movimento ed è in perpetua trasformazione, a partire dalle profondità della terra e dei mari sino alle stelle, e lo è anche nelle anime umane. Fermatevi a meditare più spesso che potete su questa attività divina che tocca al tempo stesso tutte le regioni dell’universo, che partecipa all’esistenza di tutti gli esseri e soddisfa i loro bisogni. Dio assicura infatti l’esistenza presente e futura di ogni creatura, senza dimenticarne alcuna.
Quando viaggio e arrivo in una nuova città, vedendo tutta quella folla per le strade, penso che ciascuno di quegli uomini e di quelle donne ha la sua esistenza, la sua storia, i suoi problemi da risolvere, le sue sofferenze, i suoi amori, e che c’è un Essere che li sostiene tutti perché vive in loro. Ogni tanto, cercate anche voi di formulare questo pensiero; amplierete così il vostro campo di coscienza, e scoprirete nuove regioni dove entrerete in contatto con entità superiori.
Anziché smuovere ogni genere di preoccupazioni inutili o futili, le quali non fanno che indebolirvi, concentratevi sullo Spirito universale, il Padre Celeste che ci ha creati, che ci porta, ci sostiene e vive in tutte le Sue creature. Sfuggirete così alle pesantezze dell’esistenza quotidiana, sentirete che il legame fra il vostro sé terreno e il vostro essere celeste si ristabilisce, e un giorno potrete dire come Gesù: «Il Padre mio lavora, e io pure lavoro».
Per il momento, conosciamo soltanto il punto di partenza e il punto di arrivo: Dio; tutto il resto è incerto. Tuttavia, quali che siano gli avvenimenti che sopraggiungeranno lungo il cammino, dobbiamo continuare a camminare, poiché solo la vita divina, la vita eterna, merita il nome di vita
.
Direte: «Ma è difficile, tanto difficile!» Sì, ed è per questo che non dovete mai dimenticare di essere abitati da uno spirito che è una scintilla scaturita dal seno dell’Eterno, dal Fuoco primordiale, per incarnarsi nella materia. Quella scintilla porta in sé tutti i progetti divini, e il suo peregrinare attraverso la materia non ha altro scopo se non quello di realizzare quei progetti. Per sopravvivere, la scintilla ha bisogno di nutrimento, e uno dei simboli del nutrimento, sia fisico che spirituale, è il pane.
Gesù diceva: «Io sono il pane vivo… Io sono il pane disceso dal cielo»; e la sera dell’Ultima Cena, egli benedisse il pane e lo diede ai suoi discepoli dicendo: «Mangiate, questo è il mio corpo». [4] Il pane rappresenta dunque gli elementi della vita divina. Venendo sulla terra, noi siamo già in possesso di alcuni di questi elementi. Coloro che li hanno sperperati nelle proprie incarnazioni precedenti non avendo vissuto in modo ragionevole, devono sforzarsi di ritrovarli, altrimenti continueranno il loro viaggio in mezzo a grandi difficoltà.
In una Scuola iniziatica, non facciamo altro che riempire i nostri sacchi e i nostri granai interiori – vale a dire il nostro intelletto, il nostro cuore, la nostra anima e il nostro spirito – del pane vivo disceso dal Cielo. Che cosa sia quel pane ve l’ho spiegato spesso, e vi ho spiegato anche in quale momento mangiarlo e come masticarlo. [5] Ogni giorno, quel pane è a nostra disposizione affinché possiamo continuare ad avanzare lungo il cammino che ci conduce fino alla nostra predestinazione di figli e figlie di Dio. I Signori dei Destini hanno previsto tutto affinché possiamo farcela. Forse non ci rispondono quando li interroghiamo, ma lo fanno soltanto per tenerci sulle spine, affinché possiamo spingerci sempre più lontano.
Note
[1] Cfr. La vita psichica, elementi e strutture, Coll. Izvor n. 222, cap. XIII: «Il Sé superiore».
[2] Cfr. Meditazioni al sorgere del sole, Brochure n. 323 e «Voi siete dèi», Parte III, cap. 4: «Il sole, immagine di Dio e immagine dell’uomo».
[3] Cfr. «Cercate il Regno di Dio e la sua Giustizia », Parte VII: «Il Padre mio lavora, e io pure lavoro con Lui».
[4] Ibidem, Parte VI, cap. 2 (III): «Chi mangia la mia carne e beve il