Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

L'uomo a colori
L'uomo a colori
L'uomo a colori
Ebook252 pages3 hours

L'uomo a colori

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Durante il mio percorso ho sperimentato più volte la meraviglia e la gratificazione di svelare a me stessa, passo dopo passo, aspetti nuovi di un universo uomo che non si finisce mai di conoscere, e ora parte di questa meraviglia non posso non condividerla Quello che mi piacerebbe vi restasse alla fine della lettura, non sono le parole e le nozioni più o meno complesse di cui leggerete, ma il concetto al quale quelle parole e nozioni vogliono portare: la consapevolezza profonda di ciò che siamo , di ciò che è l'Universo intero: LUCE.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateJun 25, 2021
ISBN9791220343411
L'uomo a colori

Related to L'uomo a colori

Related ebooks

Medical For You

View More

Related articles

Related categories

Reviews for L'uomo a colori

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    L'uomo a colori - Lilly Tagloff

    BENVENUTI

    La chimica del vivente è la chimica del carbonio, questo ci hanno insegnato a scuola. Pochi elementi sono indispensabili alla vita, senza i quali essa non sarebbe mai nata:

    -il carbonio, intorno al quale la vita si è formata

    -l’idrogeno, che legato al carbonio ha dato origine ai primi idrocarburi, le molecole organiche più semplici che esistano

    -l’ossigeno, che insieme agli altri due elementi ha formato i primi zuccheri

    -l’azoto, lo zolfo e il fosforo, a formare le prime proteine, grassi e acidi nucleici

    E questo era tutto l’inizio. Poi l’evoluzione ha fatto il resto. Ora noi ci ritroviamo organismi coscienti, composti da una enorme quantità di sostanze, e con una organizzazione complessissima della nostra fisiologia, basata, come pensavo tanti anni fa, sulla biochimica.

    E così ho cominciato a pensare il mio corpo come una specie di laboratorio chimico a cui rifornire continuamente materiale, perché potessero essere continuamente sostituiti i materiali consumati. Chi di noi non ha mai fatto il calcolo delle quantità di proteine, grassi e zuccheri? 40-30-30, o 50-20-30, o 20-40-40, insomma da impazzire, ogni esperto nutrizionista con le proprie percentuali. Per non parlare del calcolo delle calorie, o delle integrazioni dei vari nutrienti.

    Poi ho scoperto l’importanza dell’acqua: la vita è nata dall’acqua, è nata nell’acqua, e senza acqua non ci sarebbe vita. Siamo composti da molecole di acqua più che da tutte le altre sostanze messe insieme: il 99% del nostro corpo, in numero di molecole, è acqua. E con questa nuova consapevolezza ho cominciato a fare ricerche sull’acqua.

    Quando cominci a conoscere l’acqua la tua vita cambia. Vedi un mondo che prima non vedevi. E così il mio corpo non era più un complicato laboratorio chimico, ma una grande orchestra, in cui la legge del Creatore si poteva manifestare come una magnifica sinfonia, attraverso la perfetta armonia tra gli strumenti, governata proprio dall’acqua.

    Ma più cerchi e più trovi.

    Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo. Ed è proprio così. La vita è un percorso di conoscenza continua. Studio, ricerca e apprendimento si succedono indefinitamente in un ciclo continuo, che, alcuni dicono, non verrà interrotto nemmeno dalla morte. E spero sia davvero così, perché l’unico limite alla conoscenza è il nostro tempo.

    E allora : Fiat lux! dissero gli Elohim della Genesi, e la luce fu l’origine di tutto. Senza la luce non esisterebbe il mondo, e visto che luce e colore coincidono per i nostri sensi, possiamo anche dire che il mondo è colore.

    Dunque luce e colore prima di qualsiasi altra cosa, e sopra qualsiasi altra cosa: è la luce che governa l’acqua.

    E ora la sinfonia del mio corpo si arricchisce di luce: tanti colori che guidano la musica dei miei organi.

    7 note, 7 colori, su una scala di infinite ottave sapientemente coordinate e armonizzate tra loro da una legge universale con cui il Creatore amministra il mondo.

    Pensate: da quando veniamo alla luce a quando torniamo alla luce, la luce riempie la nostra vita, e non solo, ma noi stessi siamo luce, e non in senso metaforico.

    Sei la luce sul mio cammino diciamo ai nostri compagni di vita, o al nostro maestro spirituale; Sei la luce dei miei occhi diciamo ai nostri figli; Sei un guerriero di luce diciamo alla persona che opera per il bene, Sei un illuminato diciamo ad una persona saggia e giusta e con la mente aperta. Tutto quello che è riferito alla luce, e dunque al sole, è bello, gioioso, saggio, giusto, buono…

    Una persona solare, un ambiente luminoso, un’azione fatta alla luce del sole, una giornata luminosa, ci capovolgono una situazione di tristezza, di rabbia, di paura.

    Tutti, ma proprio tutti tutti, ne sono convinta, hanno sperimentato la sensazione di malinconia, malumore, fino alla depressione che attanaglia alcuni, nelle buie giornate novembrine, uggiose, senza luce; e la maggiore grinta, il dinamismo, il vigore, la carica che dà una bella giornata luminosa primaverile. È chiaro perché è la luminosa primavera la stagione del risveglio, della rinascita, e non il buio autunno?

    Eppure poche persone hanno la piena consapevolezza di che cosa voglia dire veramente vivere di luce e di colore.

    Io stessa, nonostante mi occupassi da anni dell’aspetto energetico dell’organismo vivente, evidentemente dovevo arrivare a questo momento per avere la mia illuminazione.

    Qualcuno dice che c’è una trama al di là del mondo fisico che guida la vita di ognuno, che porta, lungo vie più o meno impervie, alla meta destinata a ciascuno. E a volte mi pare anche di ravvisarla questa trama. A volte avvengono svolte, incomprensibili ad una mente razionale, che si fa anche molta fatica ad affrontare, ma che poi ti rendi conto ti hanno portato ad un punto che senti ogni volta più tuo. E allora non puoi fare altro che osservare, apprendere possibilmente, e proseguire.

    Questo libro è frutto e strumento insieme, di gran parte della mia ultima svolta. Condividerò con voi una piccola parte del mio percorso, ma soprattutto qualche conoscenza di come funzioniamo, affinché possa risultare utile a qualcuno di voi.

    Molte delle informazioni saranno anche molto tecniche: alcune fanno parte dei miei percorsi di studio, altre costituiscono una ricerca che vado facendo man mano.

    Cercherò di essere sufficientemente chiara ed esaustiva, perché mi rendo conto che l’argomento può essere anche molto complesso per chi non se ne è mai occupato.

    E d’altronde questo libro non è certo dedicato ai superesperti, ma a tutte le persone comuni che, chissà come e chissà perché, se lo sono trovato lungo la loro strada. A queste persone, e dunque a voi lettori, dico: c’è un motivo se vi trovate a leggere questo libro, forse lo scoprirete alla fine della lettura, forse tra qualche mese o tra qualche anno. Forse riguarda voi direttamente, o qualcuno vicino a voi. In qualsiasi caso c’è una risonanza a qualche livello tra voi e il libro, se ora lo avete in mano. Sarebbe bello se, almeno a qualcuno di voi, ispirasse qualche riflessione.

    Cercherò di darvi alcune basi tecniche, per quello che è possibile, perché sia più chiaro quello che voglio comunicare. Se non abbiamo le basi per capire, la nostra conoscenza sarà parziale; magari abbiamo una grande capacità mnemonica, e possiamo incamerare e ripetere quello che ci hanno detto o abbiamo letto senza nemmeno chiederci il perché delle cose, ma con quale consapevolezza?

    Nel corso degli anni ho attinto a ricerche di persone che hanno una profonda conoscenza nei loro campi di studio, che vivono tutta la vita tra indagini, intuizioni e sperimentazioni, e operano con grande cognizione e chiarezza, e spesso fanno scoperte importantissime e rivoluzionarie, stravolgendo dogmi fino ad allora intoccabili. La scienza si arricchisce grazie a questi geni.

    A volte si può leggere di novità, nel campo della ricerca scientifica, che poi si scopre non sono affatto nuove, ma decenni, secoli, addirittura millenni indietro, alcune menti geniali e ispirate avevano già avuto quelle intuizioni. E magari quei geni erano stati osteggiati, denigrati, boicottati, salvo poi capire, dopo tanti anni che in realtà avevano ragione. Evidentemente erano menti troppo avanti per la loro epoca. I geni di ieri e i geni di oggi mettono comunque a disposizione di tutti le loro conoscenze, e chi ha una mente aperta e priva di pregiudizi e condizionamenti trova in loro una grande ispirazione, al di là della approvazione ufficiale della scienza.

    Durante il mio percorso ho sperimentato più volte la meraviglia e la gratificazione di svelare a me stessa, passo dopo passo, aspetti nuovi di un universo uomo che non si finisce mai di conoscere, e ora parte di questa meraviglia non posso non condividerla. Dico sempre che la condivisione è la base della consapevolezza: mentre cerco di spiegare a voi, chiarisco a me stessa. E poi c’è il campo di coscienza universale, in cui tutti immettiamo e a cui tutti attingiamo: ognuno dovrebbe dare il proprio contributo per quello che può.

    Quello che mi piacerebbe vi restasse alla fine della lettura, non sono le parole e le nozioni più o meno complesse di cui leggerete, ma il concetto al quale quelle parole e nozioni vogliono portare: la consapevolezza profonda di ciò che siamo , di ciò che è l’Universo intero: LUCE.

    E LUCE SIA

    Nel mio primo libro Homo energeticus – raccontato al mio amico Valerio, spiego in modo molto semplice ed accessibile a tutti, che l’essere vivente, e dunque anche l’uomo, è un insieme indivisibile di materia ed energia (fisica, psichica e spirituale). Per necessità didattiche – esplicative, e anche per il nostro contesto culturale, siamo indotti a pensare che queste componenti possano essere separate, ma nella realtà esse non sono mai separabili.

    Così la nostra vita è un continuo apprendere, un continuo dare e ricevere, una continua relazione tra noi stessi, e tra noi stessi e gli altri, tra noi e l’ambiente, in qualunque modo noi lo facciamo: che sia attraverso un alimento, un farmaco, una camminata, che sia una chiacchierata con un amico o la lettura di un libro, andare a fare la spesa, provare un’emozione, avere un pensiero, una preghiera, una partita a carte, una meditazione. Anche se per convenzione e praticità attribuiamo ognuna di queste azioni all’una o all’altra componente, la verità è che stiamo usando l’uno o l’altro dei numerosi punti di accesso alla totalità dell’essere vivente che siamo.

    È come se un minuscolo moscerino si posasse su una enorme ragnatela: da qualsiasi punto anche remoto di quella ragnatela, il movimento del moscerino arriverà al ragno. Da noi si dice: tutte le strade portano a Roma.

    Ma c’è differenza tra una strada e l’altra, rappresentata dai tempi, dalla scorrevolezza della strada, dal panorama…: questi non sono gli stessi che si percorra l’autostrada o si scelga una stradina di campagna, o una provinciale, o una panoramica. Da che cosa dipende la scelta? Da tanti fattori: dalla distanza dalla meta, dal tempo che si ha a disposizione, dalla velocità che si vuole tenere, dai paesi che si vogliono attraversare, dal tipo di mezzo che si guida… Ma anche dalla propria consapevolezza. Proprio così, consapevolezza. Perché non è la stessa cosa percorrere una bella panoramica, fare magari anche delle tappe per godersi un paesino o un bel paesaggio, arrivare freschi, riposati e arricchiti, o percorrere un’autostrada più veloce sì, ma più banale.

    E nonostante spesso si abbia anche tempo a disposizione per fare un percorso arricchente, ci sono quelli che percorreranno sempre e solo autostrade, e quelli che non le percorreranno mai. Come sempre il meglio sta nel giusto mezzo e nella scelta consapevole.

    Dunque mi sento di fare una affermazione che io personalmente ritengo sacrosanta: non c’è un’unica strada, non c’è un’unica verità.

    Riguardo l’argomento benessere, e in senso ampio l’universo uomo, non c’è qualcosa che sia più variabile, multiforme, esteso, e meno classificabile, meno schematizzabile. Qualsiasi tema si affronti nascono pareri diversi e discordi, qualsiasi contenuto molti modi di esaminarlo, qualsiasi strumento molti modi di usarlo, qualsiasi procedura sarà ideale per alcuni e deleteria per altri.

    Questo è dimostrato dall’esperienza quotidiana di tutti noi, e in ambito benessere in particolare, dal fatto che esistono una miriade di tecniche, metodiche, procedimenti, proposte, di cui alcuni sono entusiasti e altri respingono, per cui alcuni ottengono risultati miracolosi e altri proprio niente. Ho sentito persone quasi litigare su quale fosse la migliore dieta da adottare, senza rendersi nemmeno conto che tutti avevano la loro ragione. Esistono nel mondo centinaia di migliaia di combinazioni dietetiche diverse, e c’è chi afferma una cosa e chi esattamente il contrario. Chi ha ragione? Sempre tutti, ognuno la propria.

    Le persone dovrebbero essere aiutate a comprendere, in modo che possano fare ognuno le proprie scelte, in maniera consapevole. E tutti gli operatori del benessere dovrebbero tenere conto di questa varietà, adattarsi e adattare i propri interventi alla persona che hanno di fronte, e soprattutto tenere sempre ben presente che se il loro contributo non ha i risultati sperati, forse ciò non dipende dalla metodica in sé, ma spesso vuol dire che quella strada non è percorribile da quella persona, per chissà quali e quanti motivi.

    Nel mio lavoro in ambito riabilitativo, quando capivo che il mio approccio non avrebbe portato al cliente i benefici sperati, più volte mi è capitato di chiedere l’intervento di qualche collega con altre conoscenze e altre proposte.

    Tutti conosciamo, almeno di nome, la medicina omeopatica, la MTC, l’ayurveda, la medicina antroposofica, e ovviamente la nostra medicina ufficiale, tanto per citare quelle più autorevoli. E poi una miriade di altri interventi, altrettanto importanti, ma ancora non ufficialmente accettati dalla nostra scienza biologica. Ne cito alcuni: fiori di Bach, cristalloterapia, terapia craniosacrale, EFT, NMT, biorisonanza, pranoterapia, la stessa omeopatia incredibilmente ancora non riconosciuta. E l’elenco è infinito. Non ci sarebbero tanti tipi di intervento se uno di essi fosse la panacea per tutti.

    La grossa divisione tra le varie medicine è soprattutto tra approccio biochimico-metabolico, capofila del quale è la nostra medicina ufficiale, e approccio energetico-olistico, del quale le maggiori rappresentanti sono le medicine orientali.

    L’approccio biochimico-metabolico è, forse, la strada più veloce, ma non sempre la più sicura, e nemmeno la più gratificante. Tutti l’abbiamo percorsa almeno una volta nella vita, essendo l’autostrada della nostra medicina ufficiale. Chi non ha mai assunto un antibiotico, un antidolorifico, un antiinfiammatorio?

    Si va direttamente al sintomo, lo si cancella (quando si può) con una sostanza chimica, di solito sintetizzata in laboratorio, e felici e contenti di aver fatto in fretta torniamo alla nostra vita quotidiana, accollandoci il rischio, non sempre in maniera consapevole, della miriade di effetti collaterali possibili.

    In compenso è quella medicina che ci viene in soccorso quando abbiamo un grave sintomo acuto e dobbiamo controllarlo in fretta, e dobbiamo ammettere che spesso ci salva la vita.

    Ma l'organismo umano è interessato da molti aspetti che non sono biochimici, ma sono prima di tutto riferiti a campi biofisici, energetici e informativi, comprese le emozioni. La fisiologia umana non è confinata entro se stessa, ma è determinata da fondamentali interazioni con l’ambiente attraverso campi energetici, tradizionalmente di pertinenza della fisica, come magnetismo, elettricità, elettromagnetismo (luce), suono e informazione. Ed è sempre attraverso campi energetici che un organismo si relaziona con tutti gli altri organismi viventi, come rice-trasmittente di una grande quantità di informazioni.

    In ambito medicina l’approccio energetico all’organismo uomo è, o dovrebbe essere, secondo me, un intervento di prevenzione, quella vera, quella primaria: mantenere il corpo-mente-spirito sano e in equilibrio, affinché non si arrivi alla malattia. E quando la malattia c’è? Beh, si corre dal medico e si fanno le cure opportune, ma nel contempo nulla vieta di appoggiarci alle pratiche energetiche che aiutano il corpo-mente-spirito, in qualsiasi caso, a ritornare in equilibrio e potenziare quella normale capacità di mantenimento dell’omeostasi, quella naturale tendenza all’autoguarigione che è insita in tutti noi.

    In ambito bagaglio di conoscenze personali, il concetto che la vita è energia e informazione dovrebbe essere diffuso, a cominciare dalla scuola; bisognerebbe incoraggiare i bambini a vedere con occhi diversi ciò che siamo, bisognerebbe istruirli a considerare la materia fisica come ciò che i nostri sensi ci permettono di percepire, ma che prima della materia, campi energetici la strutturano, la forgiano, e la governano. E bisognerebbe far capire alle persone che tutto dipende dai campi di energia: il nostro benessere o malessere, i nostri pensieri, le emozioni, e il nostro rapporto con noi stessi e con il mondo, il nostro rapporto fra di noi.

    Devo dire comunque che oggi sto notando una bella apertura da parte dei sostenitori di entrambi i fronti, materiale ed energetico, e questo mi fa ben sperare, perché detesto davvero, mi infastidisce molto, chi afferma che la propria sia l’unica verità. Una bellissima frase di S. Kierkegaard bisognerebbe diffonderla al mondo: Ci sono due modi per essere ingannati: l’uno è credere in qualcosa di sbagliato, e l’altro è rifiutarsi di credere in ciò che è vero.

    Quindi quello di cui vi sto per parlare è una verità, e non sto dicendo che sia una possibile verità, perché la luce è davvero ciò di cui siamo fatti. Ma non è l’unica verità.

    Dunque, come dicevo, pur tenendo sempre ben presente il concetto di unitarietà dell’essere umano e di tutti i viventi, per motivi esplicativi devo per forza essere riduttiva, perché l’uso delle parole implica una classificazione dei contenuti, mentre il sentirsi un’unità e insieme parte di quell’infinito frattale che è il mondo, questa è una esperienza che non posso descrivere con il linguaggio verbale.

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1