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FC Mezzi 1-5
FC Mezzi 1-5
FC Mezzi 1-5
E-book210 pagine2 ore

FC Mezzi 1-5

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Info su questo ebook

Il FC Mezzi è una squadra di calcio mista, della quale fanno parte anche due ragazze, Ursula e Anna, che ricoprono il ruolo di centrocampisti. Il capitano del FC Mezzi è Marco, un fan sfegatato del Barcellona in cui gioca Messi, e insieme a lui ci sono anche i suoi migliori amici Nicola e Luca. È un gruppo davvero affiatato!I giovani giocatori vivono le loro prime emozioni in campo, le prime trasferte e condividono le prime vittorie. Riusciranno a fare valere la squadra e a passare di categoria?-
LinguaItaliano
Data di uscita1 lug 2021
ISBN9788726774115
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    Anteprima del libro

    FC Mezzi 1-5 - Daniel Zimakoff

    FC Mezzi 1-5

    Translated by Louise Nørgaard Hansen

    Original title: FC Mezzi 1-5

    Original language: Danish

    Copyright © 2014, 2021 Daniel Zimakoff and SAGA Egmont

    All rights reserved

    ISBN: 9788726774115

    1st ebook edition

    Format: EPUB 3.0

    No part of this publication may be reproduced, stored in a retrievial system, or transmitted, in any form or by any means without the prior written permission of the publisher, nor, be otherwise circulated in any form of binding or cover other than in which it is published and without a similar condition being imposed on the subsequent purchaser.

    www.sagaegmont.com

    Saga Egmont - a part of Egmont, www.egmont.com

    Marco:

    Adora il calcio, viene prima di ogni altra cosa. È bravo ad analizzare il gioco, è veloce ed è nato per correre. Non gli piacciono i contrasti violenti. Sogna di giocare professionalmente nel Barcellona – come Messi.

    Nicola:

    Si allena spesso in giardino, ed ha un sinistro potente. È sempre ottimista e di buona compagnia. È forte, pieno di energia, ed è il fratello minore del campione Kevin.

    Luca:

    Ottimo portiere. Para la maggior parte dei tiri in porta. Sa tutto sul calcio, conosce tutte le squadre e le loro tattiche. Il suo unico problema è che odia correre e perde facilmente il fiato.

    Ursula:

    Una delle due ragazze che fanno parte del FC Mezzi. L’altra ragazza si chiama Anna. Ursula è una giocatrice veloce che gioca soprattutto sulla fascia destra. È brava a passare la palla e non ha paura dei contrasti. Ursula è innamorata di Marco (ma non dirlo a nessuno).

    FC Mezzi 1 - La rottura

    Capitolo 1

    Eravamo sotto di un gol, e giocavamo sette contro otto. Dovevamo intensificare la difesa e sperare di poter passare all’attacco. Mi coprii gli occhi dal sole primaverile con la mano. Il nostro portiere, Luca, aveva il sole direttamente negli occhi. Il campo era morbido e irregolare, il che richiedeva una buona tecnica.

    Simone non riusciva a controllare la palla, così la intercettai nella fascia centrale del campo. La palleggiai avanti e indietro con il mio amico Nicola, fino a rimanere da solo di fronte al portiere della prima categoria. Lui si avvicinò, io feci una finta, scartai a destra e mandai il pallone direttamente in porta.

    Grande, Marco! gridò Nicola. Luca e Nicola erano i miei migliori amici, e facevano parte tutti e tre della seconda categoria.

    Bravi!, gridò Stefano, l’allenatore della prima e della seconda categoria.

    Avevamo pareggiato, ma eravamo ancora sotto pressione. Stefano aveva fatto le squadre in modo davvero ingiusto. Aveva messo insieme tutti gli otto giocatori migliori, contro gli altri sette.

    Che squadra del cavolo, borbottò Nicola. Tra un po’ c’è la partita, disse Stefano. La prima categoria deve allenarsi a giocare insieme.

    "Bello... per loro", disse Luca, il nostro portiere.

    Perché devono essere in otto? chiesi. Hanno bisogno di un po’ di fiducia in loro stessi, rispose Stefano ridendo.

    Facemmo barriera davanti a Luca, e la squadra di otto giocatori non fu in grado di segnare. Luca si prese cura delle palle che riuscivano a passare, ed io cercavo di trovare un modo per andare dall’altra parte. Anche se un pareggio sarebbe stata una vittoria, essendo solo in sette, volevo vincere.

    Federico dirigeva la sua categoria, la prima.

    Era il figlio dell’allenatore, e secondo lui, era un campione. Ora era arrabbiato perché non riusciva a battere noi, la seconda categoria.

    Questa volta era Matteo che aveva problemi con il campo irregolare. Intercettai la palla. Nicola corse a sinistra. Gliela tirai bassa, in modo che la potesse prendere correndo, e poi scattai davanti alla porta. Nicola tirò con il sinistro, e la intercettai con la fronte, poco lontano dalla porta.

    Di solito esitavo a fare il colpo di testa, ma questa volta chiusi gli occhi e tentai di mandarla diretta sotto la traversa. Mi immaginavo di segnare, e di sentire il pubblico gioire, ma improvvisamente mi trovai in mezzo a due difensori, Federico e Andrea, che cercavano entrambi di ostacolarmi, e caddi a terra.

    Accidenti, che male. Mi vennero le lacrime agli occhi. Dovetti lasciar tirare il calcio di rigore a Nicola, ma... invece di fischiare per tirare, Stefano li lasciò continuare a giocare!

    Era calcio di rigore per Marco! gridò Nicola.

    Ci dobbiamo abituare al gioco duro, disse Stefano.

    Federico si arrabbiò con Matteo, perché mi aveva lasciato prendere la palla.

    Mi rialzai e zoppicai all’indietro.

    Non sembravo avere niente di rotto, ma mi facevano male il petto e una spalla.

    Prima che riuscissi a rientrare, la prima categoria fece gol.

    Ora avevano due giocatori in più di noi.

    Stefano fischiò la fine della partita. Andrea e Federico batterono il cinque, soddisfatti. Avevano vinto 2-1.

    Stefano mi raggiunse.

    Tutto bene, Marco?

    Annuii.

    Ok. Avete giocato bene. Tu e Nicola siete stati piuttosto bravi. Ci vediamo mercoledì.

    Mi diede una pacca sulla spalla dolorante.

    Capitolo 2

    Tirai il freno a mano, in modo che la mountain bike scivolasse per l’ultimo pezzo di strada fino al cancello, evitando in quel modo di dover mettere i piedi per terra.

    Nicola era in giardino e si stava allenando a tirare in porta. Indossava la maglia del Barcellona. Il pallone si trovava sul marchio, esattamente a sette metri dalla porta. Lo avevo aiutato a misurare. Nicola ed io avevamo costruito la figura del portiere, Lind, con una tavola di legno. Il nome Lind derivava da Anders Lindegaard, il portiere del Manchester United.

    Una piccola rincorsa. Bam! Il pallone passò a sinistra di Lind, che non aveva nessuna possibilità di parare. Nicola aveva veramente un sinistro potente.

    Applaudii.

    Ciao Marco, arrivo subito. Nicola saltò in bicicletta, con la sacca del Milan fissata sul portapacchi.

    Pedalammo sei chilometri e mezzo, da Pesino a Valesino, dove dovevamo fare l’allenamento. La primavera era arrivata.

    Pensi che un giorno passeremo alla prima categoria? chiese Nicola.

    Forse la prossima stagione.

    Lo spero.

    Sì, sarebbe veramente bello. Avevo raccontato a Nicola che Stefano ci aveva fatto i complimenti. Mi immaginavo la mia futura carriera da giocatore di prima categoria, giocatore della nazionale e giocatore professionista nel Barcellona, il più giovane nella storia del calcio. Pedalammo attraverso Ciseno, oltrepassando il mulino e la casa rotonda che era in vendita da cinque anni. Ci fermammo davanti alla casa di Luca, che era l’ultima casa del paese. Frequentavamo tutti e tre la quarta elementare, nella scuola locale di Pesino.

    Luca sapeva tutto del calcio. Conosceva tutte le squadre e tutti i giocatori in Inghilterra, Germania, Olanda e Spagna. Era bravo a giocare a calcio, ma era un po’ sovrappeso e non aveva molta voglia di allenarsi.

    Fummo costretti a pedalare molto velocemente per non arrivare in ritardo, avendo dovuto aspettare Luca per quattro minuti.

    Giusto in tempo, ragazzi, disse Stefano. Cominciamo con un po’ di corsa.

    Luca sbuffò.

    Nove o dieci giocatori dovevano prendere parte a una partita, ed essendo solo in 17, non eravamo in tanti per fare due squadre da sette. Probabilmente se ne sarebbero aggiunti degli altri, con l’arrivo della bella stagione.

    Nicola ed io eravamo i migliori a correre e quelli più in forma. Sicuramente perché andavamo spesso in bicicletta e perché giocavamo a calcio sia a scuola che a casa. Luca arrivò per ultimo, rosso in faccia e molto affannato.

    Adoro giocare a calcio, ma odio correre, disse Luca.

    Dopo il riscaldamento, ci esercitammo a fare dei precisi passaggi interni, in tre postazioni diverse. Io ero stato piazzato con due giocatori della prima categoria, Federico e Andrea. Era un segno? Tiravano più forte del necessario. Nicola e Luca si trovavano in un’altra postazione.

    Non così forte, Federico! gridò Stefano, il papà di Federico. Devi usare la testa, disse battendosi le dita sulla tempia.

    Allora, ci alleniamo a fare il tiro di testa? domandò Federico.

    Gli altri si misero a ridere. Risi anch’io, perché non volevo creare problemi tra me e Federico, essendo lui il capitano della prima categoria. Andrea e Federico avevano scherzato troppo, e per punizione dovemmo tutti fare 20 flessioni.

    Andrea frequentava la nostra classe, mentre Federico e gli altri frequentavano la scuola a Valesino. Anche noi saremmo andati a scuola a Valesino, alle medie.

    Dopo l’allenamento, Stefano ci disse chi doveva giocare il fine settimana, e in quale squadra. Per prima cosa elencò i giocatori della prima categoria. Io ascoltavo attentamente, nonostante non avessi grandi speranze di far parte della prima categoria, ma poi... al numero 7 venne chiamato il nome di Nicola. Nicola mi guardò, sorpreso e felice. Buon per lui...

    E Paolo è il numero 8, disse Stefano, e il numero 9 è Marco.

    Forte! Nicola mi fece l’occhiolino. Avremmo fatto parte della prima categoria. In effetti avevamo partecipato a tutti gli allenamenti, tutto l’inverno, nonostante ci fosse stata la neve e il ghiaccio sul campo.

    Matteo e Simone fanno una stagione in seconda categoria, ma le cose possono cambiare.

    Matteo si limitò ad annuire, mentre Simone gettò le scarpe in borsa. Luca sarebbe dovuto continuare in seconda categoria, ed era visibilmente deluso.

    Dopo essere arrivati a Ciseno ed avere salutato Luca, potemmo finalmente gioire. Evviva! Eravamo passati alla prima categoria!

    È fantastico, disse Nicola. Non vedo l’ora di dirlo a Kevin.

    Ti capisco.

    Kevin era il fratello maggiore di Nicola, ed era molto bravo a giocare a calcio. Tutti lo chiamavano Kevin, nonostante fosse il suo secondo nome. Aveva 19 anni e giocava da senior. Aveva fatto parte della prima categoria del FCV, il FC Valesino, fino all’anno scorso, quando aveva subito un infortunio al ginocchio, a causa di un contrasto ingiusto. Nicola aveva visto la partita, e ne aveva parlato molto. Kevin non giocava più a calcio ad alto livello. Avrebbe potuto fare parte della nazionale, ma purtroppo quel sogno fu distrutto a causa di un maledetto tackle.

    Speriamo che Federico non diventi troppo fastidioso, se si fa un errore e si manca un gol, dissi.

    Non pensarci. Federico crede di essere l’eroe della squadra, solo perché è il figlio dell’allenatore.

    Hai ragione. Pensa che Stefano non mi ha concesso nemmeno il calcio di rigore, l’ultima volta.

    Non pensarci. Come dice sempre Kevin, la cosa più importante è credere in noi stessi, disse Nicola suonando il campanello della bicicletta.

    Sull’ultimo tratto di strada verso casa, pedalai velocissimo. Nicola era sempre ottimista e di ottima compagnia. Mi sarebbe piaciuto essere un po’ più come lui. Cominciai di nuovo ad immaginarmi la mia grande carriera, e prima di entrare dal cancello di casa feci giusto in tempo a segnare una tripletta in una partita dei Mondiali.

    Entrando dalla porta di casa, sentii un buon profumo di pollo.

    Ciao, Marco! gridò mio papà dalla cucina.

    Fai la doccia e poi la cena è pronta. Ricordati di gettare i vestiti sporchi nel cesto.

    A cena gli avrei raccontato delle selezioni.

    Capitolo 3

    Nicola ed io andammo alla partita insieme. Ci dovevamo trovare un’ora prima dell’inizio della partita. Fummo i primi ad arrivare, essendo giunti in anticipo. Piovigginava, e il sentiero era un po’ scivoloso. Nonostante ciò, Nicola pedalava senza mani, e stava per ribaltarsi. Come me, era molto emozionato. Avevo paura di fare qualcosa di stupido e di fare errori... e forse costare la vittoria nella mia prima partita per la prima categoria.

    Luca e la seconda categoria avevano giocato il giorno prima, ed avevano vinto. Luca aveva detto che forse sarebbe venuto a vedere la nostra partita.

    Speriamo che non piova troppo quando è ora di giocare, dissi.

    Le previsioni dicono che ci sarà il sole, disse Nicola. Un po’ di acqua fa bene al campo.

    Annuii. Al Camp Nou a Barcellona il campo veniva sempre innaffiato prima di una partita. In quel modo il pallone scivolava più velocemente, creando un vantaggio per i giocatori con una buona tecnica. Speravo di giocare bene. Probabilmente sarebbe venuta a vederci tutta la mia famiglia, mio papà e mia mamma, e forse mia sorella maggiore. Aveva detto che se avesse fatto bel tempo avrebbe potuto sfoggiare i suoi occhiali da sole nuovi.

    Gli altri arrivarono alla spicciolata. Parlavano di una partita che avevano visto in televisione sabato sera. Il Barcellona aveva vinto alla grande contro una squadra di bassa classifica. Messi aveva segnato tre volte. Uffa. A casa mia non avevamo quel canale, per cui non avevo potuto vedere la partita. Mio papà non era particolarmente appassionato di sport. A volte andavo a casa di Luca, che aveva tutti i canali.

    Stefano arrivò esattamente un’ora prima dell’inizio della partita, e ci fece entrare nello spogliatoio.

    Siete pronti ragazzi? Avete dormito bene?

    Non abbastanza, rispose Andrea.

    "Ah, non sei una persona mattutina, Andrea. Allora non devi vedere l’ora di giocare da senior. Da senior si gioca

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