Appunti di teoria musicale
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Appunti di teoria musicale - Stefano Cataldi
Indice
Dedica
Introduzione
Parte prima: Elementi Fondamentali
Suono e ritmo: le radici della musica
La notazione musicale: brevi cenni
Breve storia dei sistemi musicali: gli accidenti
Le scale
Gli intervalli
Il circolo delle quinte
Parte seconda: Armonia diatonica
Le triadi
Accordi a quattro voci
I rivolti
Scrittura a quattro parti
Principi generali di condotta delle parti
Funzioni armoniche e sostituzioni diatoniche
Il ritmo armonico
Le progressioni
Le cadenze
Note estranee all’accordo
Gli accordi di nona, undicesima e tredicesima
Parte terza: Dall'armonia cromatica a quella modale
Gli altri modi: cenni storici
Le dominanti secondarie
Il II grado correlato
Le dominanti estese
Gli accordi diminuiti
La sostituzione di tritono
L’interscambio modale
L’accordo di sesta napoletana
Le cadenze d’inganno
La modulazione
L’armonia modale
A Federico,
che con la sua diligenza e regolare applicazione mi ha confermato la bontà di questo metodo.
Introduzione
Ho imparato quanto scritto nelle pagine che seguono dai miei allievi e dalle loro domande, mosso dall’e-sigenza, che da sempre percepisco come un’urgenza, di ordinare e semplificare il materiale didattico per far comprendere in brevissimo tempo quello che mi sta co-stando anni di disagi e duro impegno.
Mi sono sempre trovato nella splendida posizione di maneggiare con disinvoltura diversi linguaggi musicali, anche grazie all’approccio etnomusicologico derivante dalla mia formazione universitaria. Nel tempo ho imparato a riferirmi con precisione alle epoche delle quali volevo che la mia musica raccontasse per poi approdare, al mio ritorno dagli USA, ad un mio particolare approccio che continua a definire con crescente precisione quello che sono in quanto artista.
Con questo piccolo manuale ho voluto trasmettere la mia chiave di lettura per aiutare a comprendere le principali procedure utilizzate a partire dalla tradizione musicale europea ed attualmente diffuse in tutto il mondo.
Ritengo queste pagine una sicura guida, rappresentano per me i riferimenti dai quali sono partito per il viaggio formativo che per altro è ancora in corso. Sono quelle basi imprescindibili senza le quali si va avanti con affanno, disordine e scarsa visione della materia e si sono svelate a me, in tutta la loro semplicità, dapprima quando ero studente e cercavo di ordinare le informazioni che acquisivo dai miei insegnanti e dall’enorme quantità di manuali che avidamente studiavo, in seguito grazie agli sguardi illuminati e grati dei tanti studenti cui ho insegnato e continuo ad insegnare seguendo questo impianto metodologico.
La storia della musica e della teoria che questa produce può essere divisa in cicli, ognuno dei quali investe più generazioni. Tali cicli o fasi storiche affrontano argomenti che dal semplice arrivano al complesso, per poi esaurirsi e cedere il posto ad altri argomenti. All’interno di queste fasi storiche, le generazioni si confrontano e si scontrano su questioni relative al gusto. Ogni studente, quando affronta il percorso formativo con serietà può arrivare a percepire il proprio insegnante come portatore di maniere
superate, ma non deve rigettarle a priori, perché è solo su quelle solide basi che potrà costruire il suo linguaggio e approccio alla materia. Accade a Monteverdi con l’Artusi, ed anche a Beethoven con Haydn solo per citare alcuni nostri illustri predecessori e quello che entrambi fecero egregiamente fu piegare quegli insegnamenti alle loro esigenze artistiche, senza mai confutarne i contenuti che, anzi, ne uscirono arricchiti.
L’homo faber fortunae suae ha ceduto alla tecnologia, oggi si utilizzano software che regalano l’illusione di saper fare musica… l’uomo che vuole sapere ed imparare è un uomo che si sporca le mani, è un uomo che cerca costantemente di mettere in relazione le realtà mondane con quelle spirituali, per fare questo, che è un potente sforzo concettuale, ha bisogno di un’emozione che è primordiale: la meraviglia. La meraviglia è la vera pulsione verso l’ordine che sarà poi espresso dalle sue creazioni artistiche. Quello che non deve mai mancare è quel sano stupore che ti muove e fa accettare anche grandi sacrifici.
Le pagine che seguono sono una catalogazione di quelle procedure che, usate con frequenza dai grandi musicisti del passato, si sono trasformate in regole.
Lontano dal volerle imporre, il proporle nasce dalla volontà di rendere l’allievo consapevole di quanto è accaduto e consegnare al suo intelletto la possibilità di costruire il proprio futuro a partire da queste.
…Non volere entrare subito in mare, ma arrivaci attraverso i ruscelli, perché è dalle cose più facili che bisogna giungere alle più difficili…
(estratto da Lettera a uno studente
attribuita a S.Tommaso d’Aquino)
Suono e ritmo: le radici della musica
Il fine della musica è dilettare o, in generale, muovere in noi diversi sentimenti. Il mezzo per raggiungere tale fine è il suono, che consiste in una vibrazione dell’aria (o altro mezzo elastico) prodotta da un corpo in movimento e percepibile attraverso l’udito .
Suono:
- Sensazione uditiva determinata da vibrazioni acustiche.
- Vibrazioni acustiche capaci di determinare una sensazione uditiva.
Questa definizione racchiude tanto il fenomeno meccanico della vibrazione acustica che agisce sui sensi quanto la reazione psicologica prodotta dallo stimolo stesso, motivo per cui si suole parlare anche di natura psicoacustica del fenomeno sonoro.
In sintesi, l’arte musicale si occupa di comprendere la componente fisica del fenomeno sonoro e i suoi rapporti con l’uomo, destinatario del messaggio acustico.
Vibrazione:
- Movimento delle particelle di un mezzo elastico da una e dall’altra parte della sua posizione di equilibrio.
Le vibrazioni sono misurabili secondo i parametri di