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Personalità Interiori: Tante voci dentro di te. Chi sei davvero tu?
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Personalità Interiori: Tante voci dentro di te. Chi sei davvero tu?

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About this ebook

Ciascuno è un team potenzialmente perfetto. L'armonia dell'insieme è consapevolezza. È amore. L'integrazione si ottiene sempre e solo attraverso l'Amore, a qualsiasi livello.


Voci e spinte diverse si alternano in ciascun essere umano. Molte volte, improvvisamente, ci troviamo a fare e dire cose diverse da ciò che avremmo voluto. Questo libro insegna a riconoscere le molteplicità che ciascuno contiene, le diverse pulsioni e i bisogni che portano approcci differenti nel vivere quotidiano, per iniziare a considerarli come risorse preziose e non più come ostacoli. Comprendere le complesse relazioni interiori aiuta a vivere meglio con se stessi e con gli altri, poiché la sfera relazionale, che sia affettiva o di lavoro, ripercorre modalità simili a quelle che accadono dentro di sé.


Curiosità, gioco, divertimento sono piacevoli approcci a questa ricerca e aiutano a comprendere se stessi e cosa accade nelle diverse parti di noi, apprezzando la ricchezza dei talenti a disposizione. Il libro ti invita a seguire passo dopo passo un percorso di conoscenza di te, con semplici esercizi da applicare nella tua vita quotidiana. Teoria e pratica proposti diventano strumenti utili e verificabili a livello personale

LanguageItaliano
Release dateApr 27, 2021
ISBN9788870121087
Personalità Interiori: Tante voci dentro di te. Chi sei davvero tu?

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    Personalità Interiori - Elefantina Genziana (Alma Ada Foà)

    copertina_publishdrive.jpg

    PERSONALITÀ INTERIORI

    Elefantina Genziana (Alma Ada Foà)

    ISBN: 978-88-7012-108-7

    I edizione DHORA srl, Impresa Sociale

    Vidracco (TO), Italia

    COPYRIGHT 2020©Stichting Damanhur Foundation

    Illustrazioni: Bruco Tartufo (Luca Folloni)

    Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di quest’opera può essere riprodotta in alcuna forma senza l’autorizzazione scritta dell’editore, a eccezione di brevi citazioni destinate alle recensioni.

    Stampato in Italia nel mese di dicembre 2020.

    PERSONALITÀ INTERIORI

    Tante voci dentro di te. Chi sei davvero tu?

    INTRODUZIONE

    Il disturbo dissociativo dell’identità, nel quale un soggetto afferma di avere diverse personalità dissociate, ha un preciso riscontro nel funzionamento del cervello. Oggi, sempre più scienziati e filosofi suggeriscono che queste personalità potrebbero essere, non una malattia, bensì la manifestazione di una coscienza universale che darebbe origine a più centri di cognizione, ciascuno con una personalità e un senso di identità distinti.

    Personalmente, sin da ragazzo mi sono dedicato all’osservazione attenta delle relazioni umane e al comportamento degli individui. La cosa che mi ha più incuriosito – questo lo sentivo in me e lo vedevo negli altri – era la differente maturità che le persone mostravano agendo in altrettanti contesti: chi mostrava maturità a scuola, ad esempio, risultava spesso infantile nel gioco, peggio ancora totalmente immaturo nelle prime relazioni tra adolescenti o nello stesso rapporto con i genitori. Più osservavo i loro comportamenti e maggiormente si delineavano nella mia mente personaggi diversi, come fossero attori sul palcoscenico.

    A qualcuno di loro cambiavo persino il nome, proprio per ricordarmi che l’affidabilità mostrata in un contesto poteva non corrispondere a quella presentata in altri. Io stesso mi sentivo maturo in famiglia, capace di dialogare con gli insegnanti e alquanto incauto nei dialoghi con l’altro sesso e nel gioco.

    Essendo giovane da tanto tempo, ho avuto modo di dare corso ad altrettante esperienze di vita, facendo seguire a quelle prime intuizioni studi, ricerche e sperimentazioni sulle relazioni umane, sulle logiche e sui linguaggi. Oggi, mi sento di confermare che le personalità multiple non sono solo una patologia, come spesso si sente ancora ribadire nella cultura anglosassone, ma potrebbero essere una logica avveniristica per comprendere la struttura dell’essere umano.

    Nel 2015, in Germania, alcuni medici hanno riferito del caso straordinario di una donna che soffriva di quello che è tradizionalmente chiamato appunto disturbo di personalità multipla, oggi più noto come disturbo dissociativo dell’identità (DID). La donna esibiva una varietà di personalità dissociate (gli altri), alcune delle quali sostenevano di essere cieche. Usando tracciati elettroencefalografici, gli psichiatri hanno accertato che l’attività cerebrale normalmente associata alla vista non era presente quando un altro cieco controllava il corpo della donna, anche se i suoi occhi erano aperti. Sorprendentemente, quando un altro vedente assumeva il controllo, ritornava la solita attività cerebrale. Questa è stata una dimostrazione curiosa e convincente del potere letteralmente accecante delle forme estreme di dissociazione, una condizione in cui la psiche dà luogo a centri di coscienza multipli, operativamente separati, ciascuno con la propria vita interiore privata.

    Le moderne tecniche di neuroimaging hanno mostrato che il DID è reale: in uno studio del 2014, alcuni scienziati hanno eseguito scansioni cerebrali funzionali sia su pazienti con DID sia su attori che simulavano il DID.

    Le scansioni dei veri pazienti hanno evidenziato alcune differenze rispetto a quelle degli attori, ma a tratti si sono sovrapposte, documentando che la dissociazione aveva un’impronta identificabile nell’attività neurale anche solo suggestiva. In altre parole, c’è qualcosa di piuttosto particolare che i processi dissociativi mostrano nel cervello.

    Adesso tentiamo un volo pindarico nel quale vi prego di seguirmi con attenzione. Entità fisiche come le particelle subatomiche possiedono proprietà relazionali astratte, come massa, spin, quantità di moto e carica. Però non c’è nulla in queste proprietà, o nel modo in cui le particelle sono disposte in un cervello, da cui si possa dedurre come percepiscono il calore del fuoco, il colore di una mela o l’amarezza di una delusione: è il cosiddetto problema difficile della coscienza. Per aggirarlo, alcuni filosofi hanno proposto un’alternativa: quell’esperienza è inerente a ogni entità fisica fondamentale in natura. Secondo questa prospettiva, la materia risulterebbe già dotata di coscienza fin dall’inizio e non solo quando si organizza in forma di cervello. Persino le particelle subatomiche hanno una forma semplice di coscienza che entra nei sassi così come negli esseri umani.

    La nostra stessa coscienza umana è quindi – presumibilmente – costituita da una combinazione delle vite interiori soggettive (e magari persino distinte nel tempo) delle innumerevoli particelle fisiche che costituiscono il nostro sistema nervoso.

    Continuiamo a volare verso il sole, affrontando il problema cruciale: è probabile che non esista un modo coerente e non magico in cui punti di vista soggettivi di livello inferiore – come quelli che avrebbero le particelle subatomiche o i neuroni del cervello – possano combinarsi per formare punti di vista soggettivi di livello superiore, come il mio o il vostro. Questo lo chiamano il problema della combinazione e appare insolubile quanto quello già difficile della coscienza.

    Il modo più ovvio per aggirare tutte queste difficoltà è sostenere che, se la coscienza ha effettivamente una natura fondamentale, non è frammentata come la materia. L’idea è di estendere la coscienza all’intero tessuto dello spazio-tempo, anziché limitarla entro i confini delle singole particelle subatomiche. In questa visione, anche se la nostra formulazione preferita la riduce a quello che è stato chiamato classicamente spiritualità, esiste un’unica coscienza universale. L’universo fisico, nel suo insieme, è l’aspetto estrinseco della vita interiore universale, proprio come un cervello e un corpo viventi sono l’aspetto estrinseco della vita interiore di una persona.

    A questo punto non è più necessario essere filosofi o scienziati per individuare l’ovvia conseguenza di questa idea: le persone hanno campi di esperienza privati e separati tra loro. Normalmente io non leggo i pensieri altrui e, presumibilmente, neanche voi potete leggere quelli di chi ha scritto questo libro. Inoltre, almeno ordinariamente, io non sono consapevole di ciò che sta accadendo in tutto l’universo e sicuramente non lo siete neanche voi. Quindi, perché la visione spirituale sia sostenibile, bisogna spiegare, almeno in linea teorica, in che modo una coscienza universale dà origine a più centri di cognizione, individuali e simultaneamente consapevoli, ciascuno con una personalità e un senso di identità distinti.

    Ora, completato il volo con le ali integre, siete pronti a leggere il libro di Elefantina Genziana, che stimo in quanto ricercatrice saggia e intuitiva, con la quale ho condiviso gran parte di questo percorso filosofico ed esperienziale, e comprendere come siamo fatti, o almeno aggiungere una visione. Se accoglierete le logiche proposte, potrete scoprire alcuni affascinanti retroscena e i perché di certi comportamenti eterogenei e a volte bizzarri. Seguendo il viaggio di Genziana, potrete favorire quel passaggio di consapevolezza che alcuni ricercatori ritengono indispensabile per vivere il Terzo millennio e definiscono: dall’io al Noi.

    Credo che alla base di quello che alcuni sociologi avvertono come una crisi esistenziale dell’umanità, ci sia proprio la visione unicista, il concetto stesso di verità singola; idea che porta all’egoico conflitto capace di separare il mondo in buoni e cattivi, in torto e ragione, fino a riproporre una visione manichea del mondo. È l’egoismo che impedisce di raggiungere la piena donazione di sé agli altri e di comprendere quanto l’essere umano sia un mammifero gregario fuori e dentro.

    Buona lettura di un testo che contiene diverse sorprese, con l’auspicio che, nella pratica degli esercizi, sappiate stupirvi.

    Orango Riso

    PREMESSA

    Cogliamo auspici per il risveglio, nostro e loro,

    del dio sognante, di ogni cosa in noi.

    Falco Tarassaco

    Chi guarda dall’esterno, sogna.

    Chi guarda dall’interno, apre gli occhi.

    Carl Gustav Jung

    Falco Tarassaco (Oberto Airaudi) ha presentato la sua originale e innovativa Teoria delle Personalità Interiori nei primi mesi del 1996, tema successivamente ripreso e ampliato in numerose serate e corsi da lui dedicati proprio a questo argomento.

    Fin da subito mi sono appassionata a tale disciplina: l’ho studiata, applicata e, nel tempo, perfezionata, maturando una mia esperienza più che ventennale di applicazione sperimentale diretta su me stessa e su diverse centinaia di persone che mi hanno chiesto di accompagnarle nel processo di comprensione di sé.

    Questo testo, dunque, rappresenta l’esposizione dell’insegnamento di Falco in forma organica e fruibile, completata con quanto ho elaborato attraverso la mia personale ricerca ed esperienza.

    Nello sviluppare questa disciplina, mi sono avvalsa delle mie conoscenze nel campo dell’Ipnosi damanhuriana(1) e del confronto con la comunicazione come sistema relazionale proposto da varie scuole di pensiero, rilevando sempre molti punti comuni.

    Ho riscontrato, peraltro, che la particolarità della teoria qui proposta è la sua capacità di rispondere a quesiti sia psicologici sia più propriamente spirituali. Questo la rende assolutamente originale e completa. In questo senso, costituisce un serbatoio di risposte a domande che si originano nei due ambiti di ricerca che privilegio e tra i quali, nella mia visione, esiste una stretta interconnessione: il campo delle relazioni sociali, che comprende le teorie sui gruppi umani, la problematica dei numeri critici, le dinamiche relazionali e quello della relazione interiore, che si occupa dello sviluppo emozionale, evolutivo e spirituale dell’individuo attraverso la comprensione olistica di sé.

    Entrambi sono sistemi di comunicazione basati su meccanismi simili, riproducibili e verificabili, conoscendo i quali è possibile intervenire. Del resto, riconoscere cosa accade dentro di sé consente di vivere meglio la propria vita e, al contempo, di comprendere le complesse forme di relazioni che si sviluppano con gli altri, all’interno di gruppi di diversa natura: famiglia, amicizie, lavoro, sport, comunità, regioni, popoli.

    Sperimentare su di sé è sempre entusiasmante: se ci si muove con curiosità e divertimento, con il coraggio necessario, si impara ad apprezzare la ricchezza contenuta in sé e negli altri, superando le proprie paure.

    Ti invito, quindi, a seguire passo passo questo libro e a sperimentare gli esercizi che mano a mano propongo, in modo che la teoria sia pratica, utile e verificabile a livello personale.

    Elefantina Genziana

    SIAMO UN GRUPPO!

    Se i genitori appaiono superstiziosi

    per alcune cose che non sanno né vivere né spiegare,

    allora i figli rifiuteranno i modelli

    che i genitori propongono e contraddicono.

    Falco Tarassaco

    Mi contraddico?

    Certo che mi contraddico!

    Sono grande, contengo moltitudini.

    Walt Whiteman

    Io o noi?

    Il greco Socrate – e allo stesso modo altri filosofi prima e dopo di lui – asseriva che il punto di partenza di qualsiasi ricerca che valga la pena di essere intrapresa è: Conosci te stesso.

    La complessità della vita si manifesta con una nuova consapevolezza quando ci accorgiamo, meglio ancora se con un pizzico di umorismo, che non siamo quell’unico, ferreo e distinto personaggio che abbiamo sempre creduto di essere, ma che dentro di noi, così come dentro gli altri, vive una molteplicità di persone, che si esprimono con voci, emozioni e logiche diverse.

    Queste si confrontano, valutano, agiscono, reagiscono, si sovrappongono, si contrappongono. Sarà capitato a tutti e quindi anche a te, di sentire dentro parti discordanti: pensieri che si alternano, osservano e commentano, talvolta boicottando i tuoi stessi progetti.

    Quante volte ti accorgi di cambiare umore, senza un motivo apparente: l’allegria sparisce di colpo, l’energia cresce o diminuisce, cambia la concentrazione, l’efficacia, la presenza… Perfino le persone più amate talvolta in certi momenti le percepisci fastidiose, magari per quegli stessi modi di fare che, in altri momenti, suscitano in te tenerezza.

    Tutti siamo alternativamente nervosi, tristi, allegri o socievoli; a volte cerchiamo

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