Dimmi che mi ami, Gesù
By Luigi Mistò
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In queste intense e vibranti pagine trasudano esperienze personali e comunitarie, amicizie e rapporti, scelte e riflessioni, preghiere e contemplazioni, opere e giorni: semplicemente la storia di una vita. Il lettore può rispecchiarsi dietro le parole di questo testo, prendere spunto e condividere, verificare e immaginare, approfondire e rimotivare così la sua personale vicenda spirituale.
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Dimmi che mi ami, Gesù - Luigi Mistò
Luigi Mistò
Dimmi che mi ami, Gesù
© 2020, Marcianum Press, Venezia
Marcianum Press
Edizioni Studium S.r.l.
Dorsoduro 1 – 30123 Venezia
Tel. 041 27.43.914 – Fax 041 27.43.971
marcianumpress@edizionistudium.it
www.marcianumpress.it
In copertina: dipinto del Maestro Mario Bogani
Impaginazione e grafica: Massimiliano Vio
ISBN 978-88-6512-772-8
ISBN: 9788865127728
Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write
http://write.streetlib.com
Indice dei contenuti
Premessa
Parte prima
Riconosco la mia storia
La mia vocazione
Gesù, tu sei tutto per me!
La mia gioia sei Tu!
L’amicizia, la punta più alta dell’amore
Relativizzazione e comunione
Parte seconda
100 preghiere a Gesù
IL CALAMO – CATECHESI
A tutte le persone,
i cui nomi custodisco nel mio cuore,
che mi hanno insegnato a pregare,
e a Te,
perché senza di Te
pensarmi io non posso
Premessa
Questo libro è una confidenza del cuore. L’ho scritto con un po’ di timore e tremore, e con molto pudore, ma nel segno della comunicazione dell’esperienza di fede.
Confido, infatti, che attraverso questa fraterna condivisione di sentimenti, pensieri, ispirazioni, suggestioni, emozioni, l’apertura della mia anima, pur nella sua povertà e piccolezza, possa giovare al bene spirituale di molti. Del resto vorrei rammentare anch’io, almeno a diversi fratelli e sorelle che mi leggeranno, le parole di Paolo ai cristiani di Corinto: Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non certo molti padri: sono io che vi ho generato in Cristo Gesù mediante il Vangelo
(1 Cor. 4, 15). Come pure vorrei fare mia la splendida dichiarazione d’amore dell’Apostolo ai prediletti Tessalonicesi: Siamo stati amorevoli in mezzo a voi, come una madre che ha cura dei propri figli. Così, affezionati a voi, avremmo desiderato trasmettervi non solo il Vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari... Vi abbiamo annunciato il Vangelo di Dio. Voi siete testimoni, e… sapete pure che, come fa un padre verso i propri figli, abbiamo esortato ciascuno di voi, vi abbiamo incoraggiato e scongiurato di comportarvi in maniera degna di Dio, che vi chiama al suo regno e alla sua gloria. Proprio per questo anche noi rendiamo continuamente grazie a Dio perché, ricevendo la parola di Dio che noi vi abbiamo fatto udire, l’avete accolta non come parola di uomini ma, qual è veramente, come parola di Dio, che opera in voi credenti… Infatti chi, se non proprio voi, è la nostra speranza, la nostra gioia e la corona di cui vantarci davanti al Signore nostro Gesù, nel momento della sua venuta? Siete voi la nostra gloria e la nostra gioia!
(1 Tess. 2, 7-13. 19-20).
Sì, fratello e sorella che mi leggi, dentro queste pagine, che vorrei davvero vive e persuasive, respira la mia vita, è raccolta la mia vicenda umana, cristiana e sacerdotale. Esse trasudano le mie esperienze personali e comunitarie, le mie amicizie e i miei rapporti, le mie scelte e le mie riflessioni, le mie preghiere e le mie contemplazioni, le mie opere e i miei giorni: semplicemente la mia storia. Tu puoi leggere dietro le righe, puoi sapere o intuire, spiegare o interpretare, prendere spunto o condividere, verificare o immaginare. Sarebbe per me la gioia più festosa, la bellezza più splendente e la lode più gratificante sapere che tu stesso hai potuto rispecchiarti in esse per approfondire così la tua vicenda spirituale e rimotivare la tua fede, la tua speranza e il tuo amore.
Parte prima
Riconosco la mia storia
Sento l’esigenza di abbracciare con un unico, intenso sguardo tutta la mia vita per stringerla nelle mie mani e offrirla con chiara coscienza e piena libertà al Signore, donandola al suo servizio. Con lucidità mi si profila davanti agli occhi la mia storia. La riconosco nella sua imprescindibile qualificazione, vi ritrovo la mia identità: non la voglio tradire! Riconosco che vale perché è del Signore, perché a Lui la consegno e la affido. Con riconoscenza rintraccio nel suo snodarsi i segni della sua azione amorosa, le tracce inconfondibili del suo progetto di amore di predilezione e di misericordia proprio su di me. È quest’orma della sua presenza la luce avvincente che mi guida.
Nel silenzio della preghiera e della contemplazione ripercorro la mia storia.
Un’esperienza di deserto, pur breve, è sempre preziosa per lo Spirito.
Una pausa nel cammino.
A volte la strada faticosa, a volte la corsa trafelata del fare rendono incerto il passo, annebbiato lo sguardo: è necessario fermarsi per far tesoro del tempo.
Torno a mettere davanti a te la mia vita, o Dio. Ripetimi, Signore, la tua parola di amore, di vocazione, di speranza.
Sulla mia storia la tua luce deve farsi ancor più sfolgorante e, gli occhi fissi nel tuo volto, rinfrancherò il mio passo sulla tua strada.
La nostra strada: la pista meravigliosa della fedeltà, di cui ogni giorno Tu mi fai gustare il fascino e la gioia profonda.
E su questo cammino, inebrianti ricorrono le tappe dell’intimità. Quest’ora, Signore!
Come Elia, sul tuo monte santo, cullato dalla brezza lieve del tuo Spirito.
Come Maria, nel segreto arcano di Nazareth, coperta dall’ombra feconda del tuo Amore.
Riconosco nella mia storia la nostra storia, la storia della fedeltà.
L’anelito di quest’ora è di raggiungere ogni momento passato, ripercorrerlo e valutarlo, per celebrarne la memoria e conservarne il senso autentico, racchiuso nell’arcano del cuore.
L’anelito di quest’ora è di scrutare ogni momento futuro, prepararlo e quasi prevenirlo, per ipotecarne la salvezza e garantirne il valore.
Ma passato e futuro si ritrovano nel presente e il presente, istante dopo istante, è il tempo della fedeltà.
Questa è oggi la dimensione del mio esistere, ed io mi percepisco inserito in questo magnifico dinamismo e non posso fare altro che cantarti il mio grazie ed innalzarti la preghiera affinché tu continui a farmi gravitare in questa orbita di salvezza.
Signore, tu mi trattieni a forza sulla pista della fedeltà!
Io sono tuo. Sperimento realmente, Signore, che da me non mi sorreggo. Solo in te trova fondamento il mio essere e può sbocciare la mia personalità, nella sua singolare e irripetibile qualifica.
Tu sei la mia consistenza. Allora io guardo questa mia totale povertà e senza vergogna ti metto davanti tutte le mie debolezze, le incapacità, le incoerenze, le superficialità, i peccati. Nel mare purissimo ed inesauribile della tua onnipotenza, tu tutto purifichi e tutto riplasmi nuovo. Signore, al fuoco incandescente del tuo amore ogni opaca incrostazione si scioglie e torna a risplendere, cristallina, la verità di ogni volto.
In questa luce ripenso con te al cammino percorso e te lo offro, per ringraziarti dell’infinita benevolenza con cui mi hai privilegiato, per cantare la tua provvidenza e la tua misericordia, per chiedere ancora il perdono e la forza nuova.
Il tempo della fedeltà continua. E io continuo il mio cammino con te.
Vorrei continuarlo, secondo la parola di Paolo, ben radicato e fondato in te, saldo nella fede come mi è stato insegnato, abbondando nell’azione di grazia (cfr. Col. 2, 6-7).
È vero, porto sempre dentro di me la mia debolezza, il mio limite, il mio peccato.
Il tuo Amore è sempre restato l’alveo sicuro del mio cammino e il senso pieno, bello e realizzato della mia vita, ma a volte il mio cuore è rimasto imprigionato dalla superficialità, dalla stanchezza, da un po’ di grigiore o di comodo; a volte è sembrato coltivare istintivi moti di sentimento distraenti dall’amore assoluto per te.
A volte la testimonianza del mio essere prete non ha brillato con quell’entusiasmo e quella generosità che soli possono attrarre irresistibilmente a te.
Ma tu mi conosci e lo sai che ti amo. Tu mi conosci e lo sai che mai e poi mai potrei staccarmi dall’abbraccio che a te mi stringe con la passione più travolgente e con la forza irresistibile di un amore più forte di ogni cosa!
Ma io ti conosco e so che la tua grazia misericordiosa mi ha trattenuto a forza sulla pista della fedeltà, come un bambino a forza trattiene il suo aquilone, inconsciamente proteso, nell’ebbrezza del volo, ad una libertà che è morte.
Perciò non posso dirti che grazie.
" Canterò senza fine le grazie del Signore,
con la mia bocca annuncerò la tua fedeltà nei secoli" (Salmo 88,2).
Come sempre: grazie. Dal primo giorno fino all’ultimo, sempre e solo: grazie!
E lasciarmi fare.
Spesso ritorno,