La Fortezza dei Lupi: I Farkasok, #1
By iperbole10 Rita and Elena Guimard
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About this ebook
Un uomo in attesa. Un uomo in ascolto. Un incidente e per lei tutto inizia.
Un mondo sconosciuto si rivela portando tanti doni tra cui il più grande di tutti: l'amore.
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Book preview
La Fortezza dei Lupi - iperbole10 Rita
Indice generale
––––––––
Avviso ai lettori.......................................6
Lessico...............................................7
Personaggi:...........................................9
Personaggi principali:.................................9
Prologo Lei
.......................................12
01 Morgan..........................................14
02 Scoperta.........................................26
03 L’incidente.......................................33
04 Manon...........................................43
05 Incubi............................................54
06 Falsa partenza....................................57
07 Tormento........................................61
08 Novità...........................................63
09: Consapevolezza..................................70
10 L’amnesia continua...............................77
11 Rivelazioni.......................................80
12 Morg............................................89
13 Sogno o realtà....................................95
14 Rimpatriata.....................................104
15 Luna nuova.....................................114
16 Intrusione.......................................118
17 Ritorno alla Fortezza.............................128
18 Prima luna......................................131
19 Trasmutazione...................................141
20 Sogno lucido....................................151
21 Partenza........................................157
22 Fuga............................................163
23 Pericolo.........................................174
24 Metamorfosi mancata............................186
25 Ritorno all’ovile.................................195
26 Ritorno alla Fortezza.............................198
27 Prima luna, terza notte...........................212
28 Destino.........................................218
Avviso ai lettori
Questa opera è scritta per la maggior parte al presente indicativo. Questo mi ha permesso di mettere alcuni incisi in eufonia.
La maggior parte dei lettori non avvezzi a questo stile e lo confondono con un errore, ma non è assolutamente così.
Vi auguro una buona lettura in compagnia dei miei lupi e, se il libro vi piace, sappiate che mi farebbe molto piacere un commento sulle mie pagine sui social network.
Per contattarmi: elena@elena3g.com
Con affetto,
Elena.
Lessico
Alpha: dominante principale della muta. il più elevato nella scala sociale. Si prende cura del del branco e lo guida.
Beta: psicologicamente simile all’Alpha ma senza le stesse possibilità sociali. Circonda l’Alfa pronto a prendere il suo posto se la posizione lo permette. Deve sottomettersi all’Alpha. Forza viva della muta.
Gamma: contrasta col maschio Beta. Può diventare Beta o Alpha se necessario, altrimenti resta ai margini della muta. Non protegge l’Alpha ed è indipendente. Psicologicamente dominante. Artista, filosofo o adolescente ribelle.
Delta: non ambisce a migliorare la sua posizione, preferisce esistere e null’altro, è totalmente disinteressato al successo. Psicologicamente o socialmente inetto per elevarsi al livello superiore. Gli basta poter servire la comunità.
Omega:manca di ambizione e fiducia. È famoso per essere incapace a operare sotto pressione. Tradizionalmente è il capro espiatorio della comunità.
Dono: è donare il sangue licantropo a un essere umano, per salvarlo o per onorarlo, questo crea una connessione a senso unico tra il licantropo e l’umano che ne guadagna una miglior salute e maggior longevità... oltre alla protezione del lupo mannaro.
L’alleanza: scambio di sangue tra il lupo mannaro e l’umano, che crea un forte legame, quindi una coppia che vive insieme e nella quale l’umano beneficia della stessa longevità del lupo mannaro.
L’alleanza suprema: avviene tra due anime gemelle, è la fusione sangue sesso e anima. È il legame più forte che possa esistere tra due esseri.
Apostasia o mutazione finale: quando una delle due anime gemelle scompare, quella che rimane regredisce sino alla forma primordiale di lupus. La forma animale senza più alcuna scintilla di umanità.
Rhannu: scissione di una parte del branco.
Drageon: l’umano che ha ricevuto il dono dell’alleanza.
Edgir: veglia sul territorio affinché nessuno si avventuri in quelle terre, è il capo della sicurezza, non a caso, lo si vede solo quando fa rapporto all’Alpha.
Arvak: vice capo, praticamente il custode della muta. Si occupa del territorio insieme all’Alpha.
Generi di lupi mannari:
Umano: alla nascita tutti i licantropi lo sono. Subiscono la prima metamorfosi a dieci anni circa ma è con la seconda, che diventano mezzi lupi e mezzi umani e questo avviene solo intorno ai venticinque anni.
(I piccoli concepiti durante un accoppiamento sotto forma di lupo, acquistano per sempre solo le fattezze animali senza un briciolo di umanità).
Lycan o mezzo lupo: forma posseduta solo dai più potenti, si sviluppa su ossatura umana, è peloso a metà ma con il torso glabro e di intelletto perfettamente umano.
Lupo primario: ha coscienza umana ma con tratti più ferini.
Primordiale: Lupo senza coscienza umana.
Personaggi:
Personaggi principali:
Adam Dubrowski: Gamma, legato a Lucille Farkasok.
Bartolomeo: il nuovo beta arrivato con Adam.
Camille Grant: beta.
Cynthia Farkasok:beta professoressa della muta, sorella dei gemelli Ross e Katal Romaric.
Gabriel Farkasok: gamma in attesa di divenire Alpha.
Garm: Edgir.
Hugo Farkasok: Alpha.
Lucille: beta anima gemella di Adam.
Manon/Marion Berthon: Lei
.
Marie:Alpha responsabile delle cucine.
Morgan Farkasok: Alpha.
Noemie, sposa di Camille Grant: beta.
Jordan Farkasok: Alpha.
Jordan Grant: Arvak
Joseph Farkasok: Alpha. della muta della Fortezza dei lupi.
Julia: sposa Alpha di Joseph e genitori di Morgan, Hugo e Gabriel.
Julien: ex marito di Manon.
Ross/Roselyne Farkasok: gamma.
Soraya: ex di Morgan.
Theo Farkasok: Alpha. della muta di Vignes Blanches.
Timeo: il nuovo beta arrivato con Adam.
––––––––
Personaggi secondari:
––––––––
Alastair: fratello di Joseph e Alpha. della vallata di Clapeyrets, nel Lozère.
Arnaud: beta, gendarme
Anaëlle: beta, cacciatore di Val perdu.
Clothilde Grant: beta, psicologa.
Farand: Alpha. del branco di Val perdu e zio di Joseph.
Jamie: beta e futuro cacciatore della Fortezza.
Jade: amica di Jeremy.
Jeremy: omega, suonatore dell’arpa ebrea.
Jeremy: beta, lupo di Vignes Blanches.
Katal e Romaric: gemelli e beta.
Linda: beta sposa di Katal.
Magali Grant: beta, avvocato.
Nolan: delta responsabile del villaggio della piccola stazione sciistica dei lupi.
Pascaline: moglie di Jo, i proprietari del bar locale.
Regis: omega.
Jamie: beta futuro cacciatore di Vignes.
Maykel:beta e ultimo figlio di Viktor e Galie.
Viktor e Galie: beta della fattoria di sotto.
Prologo Lei
Lei: primo giorno.
Sono in macchina da quasi due ore e, dando per buono quello che dicono alla radio, avrei dovuto rimanere in albergo. La pioggia si va intensificando. Al meteo hanno dichiarato la zona in allarme rosso da tre giorni per forti precipitazioni e piogge alluvionali.
D’altronde, non posso fare altrimenti.
Lui ha accettato di vedermi all’ultimo minuto con questo appuntamento in mezzo al nulla, proprio mentre hanno annunciato queste news. Non mi stupisce più nulla di lui, agisce solo per provocarmi. Stavolta me ne infischio, ho vinto! Non aveva altra scelta. E pensare che si era detto capace di lasciare la Francia pur di sfuggire alla mia richiesta.
Resta il fatto che questa strada mi dà i brividi per i fulmini si susseguono e mi accecano. Sarebbe saggio fermarmi e aspettare un miglioramento, ma rischierei di arrivare tardi. È stato ben preciso sull’orario, e io ho solo dieci minuti per raggiungere questo suo schifoso buco di paese.
Cosa diavolo ci fa qui? So che conosceva la regione, abbiamo anche passato qualche giorno di vacanza in un paesino di questo angolo di Alpi tre anni fa ma il perché sia venuto a viverci, lo ignoro.
Un nuovo bagliore trafigge il cielo, il tuono ha un suono strano. All’improvviso un albero piomba sulla strada, davanti a me. Giro il volante a sinistra nel tentativo di evitarlo, freno con tutte le mie forze, le ruote iniziano a pattinare, non riesco a stabilizzare la vettura. Sono pietrificata.
La macchina sbanda verso il ciglio della strada poi, lentamente, sul pendio. L’acqua ha reso l’erba e il terreno scivolosi come una pista di pattinaggio. Il tempo sembra allungarsi. Devo uscire da qui. Afferro la maniglia della portiera ma non riesco ad aprirla.
Non posso...
In preda alla disperazione, le mie dita ritrovano la loro mobilità, proprio quando la macchina si inclina in modo inquietante.
La cintura...
Lentamente cerco di liberarmi ma si è incastrata con la scarpa, quasi volesse trattenermi fino all’ultimo secondo. Con il piede riesco a darmi la spinta per liberarmi e gettarmi fuori.
Non so come ho fatto a saltare ma, sono salva!
La forte ripidità del pendio però, guida la mia traiettoria verso gli alberi in basso.
Urlo... Poi l’impatto.
Per un attimo apro gli occhi. Un volto si sporge verso di me, non è umano, uno sguardo dai riflessi bronzei, percepisco un ringhio... poi sono di nuovo nel buio.
01 Morgan
Morgan: primo giorno.
Adoro gironzolare sotto la bufera. Mia madre finge il contrario, ma secondo me possediamo buoni geni di Labrador in famiglia. Sorrido all’idea. Mi sono cambiato poco prima scendere all’ovile dove gli agnelli sono abbastanza tranquilli, nonostante i fulmini e saette che illuminano questo tardo pomeriggio, come fosse mezzogiorno.
Corro a perdifiato. Balzo da una roccia all’altra, salto ruscelli carichi di fango. Tutto contribuisce a eccitarmi, a ubriacarmi di libertà! Tre giorni di diluvio, bellissimi, ma ormai è tempo che smetta.
In lontananza, dei fari attirano la mia attenzione.
Chi è così pazzo o incosciente da imboccare la via del crinale ignorando oltretutto il divieto messo sulla biforcazione? Eppure al bivio è tutto ben segnalato. L’email inviataci dal comune era chiara: strada insicura e a causa dell’allerta diramato da Météo France, il percorso sarebbe rimasto interdetto fino a nuovo ordine. Praticamente siamo tagliati fuori dalla civiltà ma a noi importa poco, viviamo in autarchia da decenni.
I nostri genitori e il nostro fratellino torneranno quando sarà riaperta o faranno come me, taglieranno attraverso i boschi. Non è certo un problema, anche se la mamma preferisce correre quando non piove.
Un tuono sconquassa il cielo e un fulmine mi abbaglia al punto da imprimersi sulla retina, ma un altro suono più sordo mi colpisce.
Intravedo i fari del veicolo diretti verso il burrone.
Odo un urlo e il mio cuore viene trafitto da una freccia.
Agisco senza esitare mi precipito sul posto da dove arriva il grido. Per andare più veloce regredisco fino alla forma primaria.
L’onda d’urto della deflagrazione mi raggiunge vicino al fiume scaraventandomi su un fianco. Resto immobilizzato. Poi arriva il boato di quell’infernale risucchio.
La pioggia raddoppia di violenza.
La collina inizia a franare scivolando inesorabilmente verso il fondovalle sommergendo la macchina. Una paura viscerale mi attanaglia ma nella paralisi mi giunge un impulso.
È come un secondo cuore che batte nel mio petto e io sono il filo che li collega.
Risalgo il pendio usando un percorso, noto solo a noi, che arriva vicino al luogo in cui ho notato i fari.
In lontananza il rumore di una moto che parte.
Quando sono in questa forma tutti i suoni si amplificano e le mie reazioni differiscono da quelle che ho da umano, qui tutto è in funzione della sopravvivenza e del bisogno.
Mi concentro perché la furente pioggia mi nasconde il suono che cerco. Finalmente scorgo un punto luminoso, a terra, ai piedi dei pochi alberi presenti sul ciglio del precipizio. La frana è a qualche metro e continua ad allargarsi sotto l’azione delle cateratte spalancate del cielo.
Non c’è tempo da perdere se voglio agire.
Con un balzo mi ritrovo accanto alla persona che è stata catapultata fuori della macchina.
Spero che non ci siano altri passeggeri, per loro sarebbe troppo tardi.
È una donna, i capelli le coprono il volto.
Il suo corpo è accartocciato contro l’albero che ha fermato un volo di più di cinquanta metri in questo punto e che per lei sarebbe stato fatale. Il cuore è debole, non oso spostarla, tuttavia il flusso di sangue che scorre dall’orecchio mi indica la gravità del suo stato.
La luce di due fulmini illumina un volto che mi si incide dentro, non rifletto più.
Passo alla mia forma di mezzo lupo e mi avvicino. Pianto le zanne sul mio polso. So a cosa vado incontro ma non voglio vederla morire. In ogni caso è solo il primo sangue, le sarei legato al minimo. Le apro le labbra e massaggio la gola per farla deglutire.
Presto! Il terreno continua a franare verso di noi. Pochi minuti, è tutto quello che ho.
Angoscia.
Devo lasciarla al suo destino o rischiare di spostarla prima che il mio sangue agisca? In un fremito deglutisce. Potrei prenderla tra le braccia per spostarla in pochi minuti.
Il tempo sembra allungarsi.
Sposto i capelli dal suo viso sembra carina, giovane, il piede sinistro non ha la scarpa. La vedo un poco più lontano che oscilla su burrone. Ho un tuffo al cuore. Avrebbe potuto succedere a lei se io non avessi amato correre nella tempesta. I battiti del suo cuore diventano più regolari. Se il suo trauma cranico non è grave, riuscirà a sopravvivere.
Forse.
Sento il suolo disgregarsi sotto i miei piedi quindi azzardo e la prendo in braccio per spostarla. Il forte dolore la risveglia, geme apre gli occhi, poi sviene di nuovo. È leggera come una piuma. È pur vero che ho un’energia sovrannaturale tipica della nostra razza.
Noi siamo quelli che si conoscono come lupi mannari. I più forti di noi beneficiano di tre forme: primaria cioè quella del lupo, la seconda, il lycan, quella di mezzo lupo che ho adesso e la terza, umana dalla nascita.
Mi allontano dalla frana facendo attenzione a mantenere un’andatura morbida e senza scossoni. Non è molto indicato muoverla ma l’instabilità della collina rappresenta un pericolo per noi. Un nuovo scivolamento del terreno e finiamo dritti in fondo al baratro accanto al fiume. Io posso sopravvivere a questa caduta ma lei sicuramente non ce la farebbe.
Rifletto sulle opzioni che ho.
Come veterinario curo gli animali e gli umani quando i nostri sono in questa forma, anche se questo è più il dominio di mio fratello. Hugo è medico, chirurgo ortopedico per l’esattezza. Adora il suo lavoro e solo durante i tre giorni di luna piena o nuova non opera anche se il richiamo del sangue non sembra un problema per lui da ben quarant’anni.
Innanzitutto, devo immobilizzarle per bene il collo. Torno alla mia umanità, con le dita è decisamente più facile annodare gli stracci ottenuti dalla mia t-shirt. Per fortuna ho l’abitudine di portare sempre uno zaino con me quando voglio scorrazzare e non per questo dover tornare nudo, in senso letterale, a casa.
Faccio delle strisce sottili con la maglietta e prendo alcuni rami, in modo da creare una specie di casco per proteggere il collo e la testa dagli urti. È completamente fradicia e la sua pelle è gelida. Rischia l’ipotermia e forse è meglio. È entrata in un coma naturale. Si vedrà in seguito se curarla anche per la bronchite. Normalmente, col mio sangue in circolo dentro di lei, il rischio è limitato.
Ispeziono ogni angolo del suo corpo e pulisco la ferita sulla sua gamba destra. Qualcosa le ha causato una bella lacerazione che continua a sanguinare. Non posso fare a meno di leccare quella ferita.
Mmmm! Un sapore delizioso. Il suo corpo odora di agrumi con una punta di mandorle amare. Mai sentito un odore così squisito.
L’omero del braccio sinistro è spezzato. Frattura scomposta. Prendo le due estremità e tiro con un colpo secco.
Perfetto! Frattura ridotta.
È un’operazione che faccio spesso sugli animali. Ormai dev’essere in coma profondo visto che non ha avuto alcuna reazione durante la manovra. Devo sbrigarmi o mi morirà tra le mani. Ha bisogno di calore adesso. Termino rapidamente l’ispezione: una bella contusione sul ginocchio, quindi applico quattro bastoncini di nocciola e le fasce per tenere ferma la stecca improvvisata. La stringo delicatamente a me mentre chiamo Hugo.
L’installazione dell’antenna di telefonia mobile sulle nostre terre è stata un’ottima idea.
L’appuntamento è un po’ più giù, a circa un chilometro, su una delle strade che costeggiano il fiume, viene con l’Espace che usiamo per fare la spesa e portare i bambini a scuola. Gli ho detto di abbassare i sedili e mettere il riscaldamento al massimo. Pazienza se lui muore di caldo. Lei ne ha bisogno.
La discesa è pericolosa, l’erba bagnata è scivolosa e troppe volte il mio piede vacilla.
Non ho altra scelta. Ritorno alla mia seconda forma. Ho molta più stabilità con gli artigli da piantare nel terreno. Speriamo che non si risvegli nel frattempo. Mi ha solo intravisto, ma poco male, le sembrerebbe un’allucinazione dovuta allo shock.
I nostri corpi sono vicinissimi, cerco di comunicarle tutto il mio calore fisico visto che sono a torso nudo. La sua fragranza mi penetra le narici. Non posso impedirmi di fare le fusa come un gatto, di cullarla e avvolgerla con la mia aura.
I fari dell’Espace rischiarano una notte scesa in anticipo a causa della tempesta che si sta allontanando dopo aver fatto i suoi danni.
Hugo balza fuori dall’auto e si precipita ad aprire il retro e poi di nuovo verso la parte anteriore per prendere una coperta da usare come barella. Chiude la portiera e si rimette al volante. Restiamo in silenzio. Chiudo la portiera anche io e lui parte evitando le buche formate dai ripetuti passaggi delle macchine agricole. A volte le ruote slittano nel fango ma ormai è riuscito a raggiungere la strada asfaltata, quella che ci porta alle nostre proprietà.
«Che è successo? Chi è?»
«Non ne ho idea. Ho intravisto una macchina sul crinale e quando un lampo ha rischiarato il cielo ho visto i fari in direzione del fiume. Non capisco come potesse essere là visto che la strada è interrotta ottocento metri prima. Non l’ho mai vista, bisognerà chiederle se era sola... E poi, cosa diavolo ci faceva là!», concludo, improvvisamente arrabbiato con lei mentre le accarezzo i capelli.
Colgo nello specchietto retrovisore lo sguardo di Hugo.
«Le hai