Papi, mi inventi una storia?
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Anteprima del libro
Papi, mi inventi una storia? - Filippo Mallevian
piccola!".
Un giorno le pecore diventarono bianche
C’è stato un tempo molto remoto in cui, sulla terra, vivevano e pascolavano pecore tutte ricoperte solo ed esclusivamente di lana nera. Godevano a brucare, placide, l’erba degli alpeggi – verde e sempre freschissima – e non si dannavano oltre il dovuto. Il loro latte era di fondamentale importanza per gli esseri umani: ne producevano quotidianamente tanti litri, sufficienti a sfamare i grandi ed i piccini, golosissimi di quella bevanda calda e candida.
In quella stessa epoca, in cielo, il sole e le nuvole avevano stretto una solida amicizia; non litigavano mai né si davano fastidio. Il sole brillava e splendeva in tutta la sua luce ed il suo calore, ogni volta che gli aggradava. A loro volta, anche le nuvole si rendevano utili, garantendo agli esseri viventi – in ogni momento della giornata – il giusto sollievo, grazie all’ombra che creavano e al di sotto della quale chiunque lo desiderasse poteva godere di una piacevole frescura.
Tutto sembrava così perfetto, armonioso e inamovibile. Nessuno riusciva neppure ad immaginare che potesse, di lì a breve, accadere un evento che avrebbe rotto quei salubri equilibri.
Avvenne infatti che – un determinato giorno – in cielo fece la sua comparsa il vento. Nessuno lo aveva conosciuto prima di allora, ma tutti avrebbero di lì a poco compreso con chi si sarebbero dovuti confrontare. Questo nuovo venuto, infatti, non tardò molto a farsi conoscere da tutti come un fastidiosissimo intruso, animato da un carattere così malefico da bearsi e compiacersi delle sofferte reazioni delle vittime dei suoi dispetti, che inventava con ricchezza di fantasia mista a cattiveria. Non passò molto tempo che il vento decise di prendere di mira il sole e le nuvole; da invidioso come si era rivelato, infatti, ardeva dalla voglia di rovinare la loro ormai consolidata amicizia. Divenne questo il suo obiettivo prioritario, la sua principale ossessione.
Iniziò così a imperversare in cielo, con le sue violente folate, cercando di spingere le nuvole contro il sole. Nelle sue intenzioni, avrebbe voluto ottenere il triplice effetto di togliere la luce agli esseri umani, raffreddare la terra e far litigare i due amici. Col passare dei giorni, il vento aumentò la forza del suo soffio così tanto da piegare la resistenza delle nuvole ed obbligarle a spostarsi in direzione dell’amico sole, assumendo delle forme che diventavano sempre più casuali e ispessite da oscurare il sole ed impedire che i suoi raggi arrivassero, copiosi, sulla terra. Inoltre, con questa azione perfida del vento, il sole perse la fiducia nelle nuvole: non riusciva infatti a comprendere perché le sue amiche non fossero in grado di difendere la loro amicizia, opponendosi alla prepotenza del