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Delos Science Fiction 223
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Delos Science Fiction 223

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Fantascienza - rivista (51 pagine) - È online il numero 223 di Delos Science Fiction, con uno speciale dedicato a chi ama e odia la fantascienza e servizi su Star Trek: Lower Decks, Wonder Woman 84 e la nuova collana Atlantis


Una classica situazione per un lettore di fantascienza è quella di essere scambiato per un appassionato di UFO, oppure di misteri cosmici o, ancora, di fenomeni paranormali. E chi legge da sempre Asimov, Dick, Heinlein e la Le Guin è lì che tenta di spiegare che la fantascienza è altro, non UFO o almeno non quello che s’intende comunemente con questa parola. Resta il fatto che è difficile far capire ad uno che non ha mai letto nulla di fantascienza che cosa sia realmente. Al massimo, ci si può limitare a proporre una lettura. Ebbene, proprio da queste considerazioni è nata l’antologia Rapporti dal domani. Racconti per imparare ad amare la fantascienza, curata da Gian Filippo Pizzo ed edita da Delos Digital, che raccoglie i racconti di alcuni dei migliori autori italiani di fantascienza che hanno scritto racconti pensati con l’obiettivo di far amare la fantascienza a chi non la conosce, o addirittura la odia.

A questa lodevole iniziativa editoriale abbiamo dedicato il nostro speciale, pubblicando l’introduzione al volume di Pizzo e un parere di quattro scrittori da sempre impegnati nella diffusione della fantascienza in Italia, oltre ad essere tra i più importanti autori italiani: Francesca Cavallero, Albero Costantini, Linda De Santi e Dario Tonani.

Questo numero di Delos Science Fitction propone anche un nutrito numero di servizi, tra cui uno sulla serie d’animazione Star Trek: Lower Decks e la recensione di Arturo Fabra del film Wonder Woman 84. Ancora, Franco Ricciardiello ci presenta la nuova collana Atlantis della Delos Digital, dedicata alla narrativa utopica, ottimista e solarpunk, mentre Andrea Tortoreto ha intervistato Claudia Graziani e Dario Tonani, co-autori del racconto lungo Target Island, uscito nella collana Chew-9, appartenente all’omonima saga creata da Franco Forte. Infine, Alessandro Cosentino ci introduce nella saga videoludica di Assassin's Creed.

Nella sezione rubriche ci sono una recensione di Donato Rotelli su Cecità di José Saramago, una classifica dei migliori romanzi di Ursula K Le Guin e un’analisi delle serie TV degli anni ‘60 e ‘70 dei coniugi Gerry e Sylvia Anderson.

Il racconto di questo numero di Delos Science Fiction è di Fabio Aloisio, uno dei più interessanti giovani autori italiani.


Rivista fondata da Silvio Sosio e diretta da Carmine Treanni.

LanguageItaliano
PublisherDelos Digital
Release dateMar 2, 2021
ISBN9788825415254
Delos Science Fiction 223

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    Delos Science Fiction 223 - Carmine Treanni

    Aloisio

    Thread

    Dalle sale di un tempo agli schermi di oggi: il cinema sarà tutto in streaming?

    Articolo di Carmine Treanni

    Ho avuto il privilegio, perché tale lo considero, di seguire negli anni trascorsi all’università il corso di Storia e critica del cinema tenuto dal professore Mino Argentieri, al secolo Domenico e scomparso il 22 marzo del 2017. Argentieri è stato critico e storico del cinema, per oltre vent’anni insegnante e come ci informa Wikipedia: Le sue analisi sul rapporto tra cinema, società, potere e censura sono diventate un punto di riferimento nell'ambito della critica cinematografica.

    Ricordo bene una delle sue ultime lezioni, a fine corso. Disse molto candidamente che si aspettava una rivoluzione nel modo di fruire il cinema. La sua idea era che la sala come luogo privilegiato della visione di un film sarebbe rimasta, ma la pellicola avrebbe avuto una sorta di punto di origine comune, cioè da qualche parte avrebbero trasmesso il film che sarebbe arrivato in contemporanea su varie sale cinematografiche e trasmesse ad una data ora. Una fusione, se volete, tra cinema e televisione, con una proiezione unica e fissata ad un orario per tutte le sale.

    La sua previsione non si è avverata, tuttavia il cinema ha subito negli ultimi anni un cambiamento che potrebbe essere epocale. Ci riferiamo alla decisione di uno dei colossi di Hollywood, la Warner Bros, di rendere disponibile i film del 2021, ben 17, che a causa della pandemia non sono andati in sala, direttamente visionabili su piattaforme di streaming.

    La notizia ha, come del resto era prevedibile, avuto una eco notevole, alimentata anche dal discorso pandemia che ha impedito agli appassionati di cinema di recarsi in sala come d’abitudine.

    La decisione della Warner è stata, molto probabilmente, presa anche a seguito del risultato dell’ultimo film di Christopher Nolan Tenet, approdato nelle sale di tutto il mondo, Italia compresa, la scorsa estate, quando la pandemia del coronavirus aveva in qualche modo rallentato la sua diffusione. Il risultato per la pellicola è stato molto al di sotto delle aspettative, contando il fatto che i film di Nolan sono quasi tutti andati molto bene al botteghino, con incassi molto alti, vicino al miliardo di dollari.

    Non si sono fatte attendere le repliche a queste decisione e la più piccata è stata proprio di Nolan. Il regista di Inception ha preso le distanze dalla casa di produzione di quasi tutti i suoi film, minacciando addirittura una sostanziale rottura con la Warner. Per Nolan il film deve essere visionato prima di tutto nella sala cinematografica, e poi può passare ad altre visioni, dallo schermo della TV a quello del computer, fino al cellulare.

    A schierarsi con Nolan c’è stato c’è stato, tra gli altri, anche Denis Villeneuve, il regista di Dune, uno dei film più attesi, candidati alla visione in streaming nel 2021 e prodotto proprio dalla Warner Bros.

    Le domande, a questo punto, sono: le sale spariranno? I film saranno trasmessi solo in streaming? O la fruizione del cinema riprenderà vigore con la visione in sala, una volta che la pandemia del coronavirus sarà stata contenuta grazie ai vaccini?

    Non ho risposte, immagino che prima o poi (speriamo più prima che poi, in ogni senso) ritorneremo a stiracchiare gli occhi quando il buio invaderà la sala cinematografica; attenderemo, con trepidazione, quei pochi secondi in cui i nostri occhi si abitueranno all’oscurità; ci annoieremo nel guardare quel flusso ininterrotto di spot pubblicitari, preludio alla visione della storia per cui abbiamo pagato il biglietto; torneremo a imprecare perché qualcuno, nelle nostre vicinanze anziché guardare il grande schermo, ha deciso di dare un’occhiata al piccolissimo schermo del suo cellulare.

    Non abbiamo nulla contro lo streaming e anzi è stata una bella e piacevole novità degli ultimi anni: poter vedere un film o una puntata di una serie televisiva in qualsiasi momento della giornata (o della notte) è una piacevole attività, senza dimenticare la possibilità del Binge watching, ossia di guardare per un lungo tempo le puntate di una serie televisiva oppure i film di una saga cinematografica. Ma, forse, Nolan e Villeneuve hanno ragione, il cinema ha ancora un suo perché nella sala, una sua magia che non può essere simulata da niente e da nessuno. Ma il prossimo futuro del cinema si gioca nei

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