Il Conte e la Zitella
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IL CONTE E LA ZITELLA
I Romance della Reggenza della Rosa Blu: Le signorine Culpepper, Libro 1
Un conte odioso.
Una zitella disperata.
Una scommessa spericolata.
Per cinque anni, Brooke Culpepper ha concentrato tutte le sue energie su due cose: mantenere il caseificio in difficoltà, che è anche la sua casa, e impedire alla sorella minore e alle cugine di morire di fame. Poi un giorno, uno sconosciuto si presenta alla porta, dichiarando di essere il nuovo proprietario, con l’intenzione di vendere la fattoria. Sebbene si senta oltraggiata, Brooke non può negare che il conte di Ravensdale le faccia battere il cuore.
Heath è infuriato nello scoprire che sono cinque donne a possedere la terra e a vivere nella fattoria che lui ha vinto in una scommessa al tavolo da gioco. Il loro tutore non gli ha parlato dei bellissimi, poveri angeli che vivono lì, né gli ha rivelato di aver costretto Brooke a inviargli i proventi del caseificio, pena lo sfratto. Heath detesta la campagna e non ha alcun desiderio di gestire una fattoria puzzolente, anche se il capofamiglia è la donna più intelligente e affascinante che abbia mai incontrato.
Disperata, povera e senza un posto dove andare, Brooke propone avventatamente una scommessa. La posta in gioco di Heath? La Fattoria? No, la sua virtù. La terra non gli interessa, ma trova Brooke irresistibile e, ignorando la prudenza e il suo senso dell'onore, accetta altrettanto incautamente la sfida.
Ma se ci sarà un solo vincitore, arriveranno entrambi a rimpiangere la loro impulsività, specialmente se è l'amore la posta in gioco?
Collette Cameron
Bestselling,Collette Cameron award-winning, and multi-published historical author Collette Cameron was born and raised in a small town along the northern Oregon coast. To this day, the beach continues to remain one of her favorite retreats. A lifelong resident of small towns, she's also been known to venture to parts of Europe. Her favorite destinations? England, France and Scotland of course! There she can indulge her passion for exploring opulent manors and centuries old castles, in addition to scrutinizing anything even remotely related to the Georgian, Regency or Victorian eras! Plus, she does so enjoy those Highlanders’ kilts. Her Christian faith, husband, three adult children, and five miniature dachshunds complete her life quite nicely! When she's not teaching or writing, Collette enjoys amateur photography, bird watching, gardening, interior decorating, rock-hunting, or salmon fishing on the Columbia River.
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Il Conte e la Zitella - Collette Cameron
Sweet-to-Spicy Timeless Romance®
Ho pensato che preferireste diventare mia moglie, al posto della mia amante
DEDICA
A tutte le insegnanti sottopagate, sottovalutate, lavorattrici e altruiste, ovunque voi siate.
Una storia inizia con una sola lettera.
Grazie.
Anche quando è considerato il più prudente e quello con le più nobili intenzioni,
chi scommette con il caso spesso si ritrova a mani vuote.
~ Saggezza e consigli: la guida per la gentildonna alla vita pratica
CAPITOLO UNO
––––––––
Esherton Green
Vicino Acton, Cheshire, Inghilterra
Inizio Aprile 1822
Sono nata sotto una cattiva stella oppure sono stata maledetta dal primo respiro in questo mondo?
Brooke Culpepper soppresse il bisogno di agitare il pugno verso il cielo e imprecare contro il Padreterno. Il diavolo avrebbe potuto contare su una fortuna maggiore della sua.
Mio Dio, altre due mucche che stavano lottando per sopravvivere?
Fece scivolare su Richard Mabry, maggiordomo trasformato in sorvegliante di Esherton Green, uno sguardo preoccupato da sotto le ciglia mentre si mordeva il labbro inferiore e camminava avanti e indietro davanti al debole fuoco nel focolare dello studio. L'aroma rilassante del fumo della legna, combinato con olio di lino, cuoio vecchio e la debole traccia del tabacco da pipa di papà, inondava la stanza. I profumi le ricordavano tempi più felici, ma servivano a ben poco per calmare i suoi nervi ormai logori.
La leggera gonna di lana grigia le svolazzò intorno alle caviglie, mentre si voltava per tornare sui suoi passi, calpestando il tappeto di foggia Axminster, un tempo verde brillante e dorato, ora logoro, da cui il pavimento di quercia faceva capolin. Aveva riparato alla bene in meglio i suoi stivaletti consumati, ma ne aveva gioito evidentemente troppo in fretta, poiché quella mattina il pezzo di cuoio che aveva usato per coprire il buco della suola sinistra si era di nuovo staccato.
Dal suo posto, su una poltrona che aveva conosciuto tempi migliori, Freddy, il vecchio corgi gallese, osservava il suo andirivieni con gli occhi pieni di sentimento, il muso appoggiato sulle zampe tozze. Due vecchi gatti rossi tigrati giacevano così vicini sul divano di pelle screpolata che era difficile capire dove finisse uno e iniziasse l'altro.
Cosa doveva fare?
Brooke serrò le labbra ed ebbe un lieve sussulto.
Avrebbe dovuto recarsi nella stalla per dare un’occhiata alle mucche? A cosa sarebbe servito? Conosceva ben poco su come si curasse il bestiame e aveva deciso di lasciare il compito nelle abili mani del signor Mabry. La sua forza risiedeva nell'amministrazione finanziaria del caseificio e nella capacità di essere parsimoniosa e pignola nel risparmiare ogni scellino.
Lanciò un'occhiata al camino e, nonostante il fuoco, si strofinò le braccia contro il freddo che le strisciava lungo la schiena. Il vento sferzava i rami di lillà e faceva tremare i vetri schizzati di pioggia. La tempesta, minacciosa dall'alba, aveva scatenato tutta la sua furia, e il fischio del vento che si abbatteva sula casa faceva presagire qualcosa di sinistro.
Con l’aiuto di altre braccia, Mabry era riuscito a sistemare il bestiame prima che la tempesta arrivasse. La mandria di cinquanta - no, sessanta, contando i vitelli appena nati – resisteva al riparo, all'interno dei vecchi, ma robusti, fienili.
Mentre Brooke sbirciava attraverso il vetro appannato, un grosso pezzo della vecchia colombaia in pietra si staccò dall'edificio più lontano. Il vento aveva fatto roteare la stecca di legno per alcuni istanti, poi il legno aveva ceduto, schiantandosi a terra e incuneandosi sotto un allampanato arbusto. Altre due tegole caddero, questa volta da uno dei granai.
Brividi e pelle d’oca.
Brooke represse un profondo sospiro. Ogni parte della tenuta, compresa la casa, necessitava di riparazione: tetti, persiane, tapparelle, pavimenti, scale, porte, rivestimenti ... un sacco di cose dovevano essere aggiustate e lei non aveva i soldi necessari per farlo.
Un altro paio di mucche che lottano per sopravvivere, dice, signor Mabry?
I lineamenti segnati dalle intemperie e un’espressione preoccupata, Mabry si deterse le gocce di pioggia dal viso mentre l'acqua formava una piccola pozzanghera intorno alle sue scarpe ricoperte di fango. Sì, signorina Brooke. I quattro vitelli nati questa mattina se la cavano bene, ma due delle mucche, una delle prime giovenche, non stanno ancora in piedi. E ce n'è una debole per il parto di ieri.
Il suo sguardo turbato si spostò verso la finestra. Altre due sono in travaglio. È meglio che torni alla stalla. Sembravano a posto quando me ne sono andato, ma sarei dovuto rimanere nelle vicinanze.
Brooke annuì. Sì, non dobbiamo correre rischi.
La mandria era già stata ridotta al minimo dalle malattie e dalle vendite per sbarcare il lunario. Aveva bisogno di ogni scellino che guadagnava dalla vendita del latte delle mucche. Perderne un’altra, figuriamoci due o tre sarebbe stata una tragedia ...
No, non voglio pensarci.
Smise di camminare e si sforzò di sorridere. Tuttavia, dallo sguardo scettico che Mabry si preoccupò rapidamente di mascherare, seppe che i suoi pensieri erano gli stessi del bovaro- una delle ragioni per cui riponeva fiducia in quell’uomo. Onesto e intelligente, aveva lavorato al suo fianco per risollevare la mandria e la fattoria dopo la morte di papà. La loro esistenza, il loro sostentamento, tutto nel futuro di Esherton, dipendevano dalla prosperità della tenuta.
Sono passate solo poche ore.
Quasi nove, a dire il vero. Brooke si grattò una tempia. Forse le giovenche hanno bisogno di un po’ più di tempo per riprendersi.
Se si fossero riprese. I vitelli sono forti, no?
Per favore, Dio, devono esserlo. Trattenne il respiro, anticipando la risposta di Mabry.
Il volto dell’uomo si illuminò e un guizzo gli accese lo sguardo. Sì, i vitelli stanno bene. Si nutrono come se dovessero riempirsi fino agli zoccoli.
Brooke avvertì la morsa spietata della tensione, ma la speranza fece capolino da sotto il cumulo delle sue preoccupazioni.
Avrebbe donato i sei vitelli al suo vicino allevatore, Silas Huffington, in cambio del grano e delle medicine che lui le aveva procurato per far sopravvivere la mandria di Esherton Green, che lei era riuscita a vendere lo scorso inverno. Se i vitelli non fossero sopravvissuti, Brooke non avrebbe avuto i mezzi per saldare il debito, e il vecchio depravato le aveva fatto intendere che sarebbe stata costretta a pagare in natura, e in modo molto meno rispettabile, se fosse rimasta a corto di bestiame da barattare. Ogni penny che aveva risparmiato - chicco per miserabile chicco, negli ultimi quattro anni - giaceva nel cassetto nascosto della scrivania di papà e sarebbe servito per comprare un toro.
Se fosse stata saggia, ne avrebbe acquistato uno molto prima per sostituire l’ormai vecchio Budford, ma, a corto di fondi, aveva aspettato fino a quando non era stato troppo tardi. Aveva sperato che Budford riuscisse nella monta, che sarebbe stato capace di generare almeno due vitelli; Brooke aveva scommesso, per quell’anno e anche per il prossimo, tutto sulle nuove nascite, ma il suo cuore si era fermato quando il povero, vecchio toro era morto prima di completare il lavoro.
Le scoppiava la testa. Senza un toro, avrebbe perso tutto.
La casa, sua sorella e le cugine, un motivo per esistere.
Raddrizzò le spalle, avrebbe trovato una soluzione. Conservava ancora la parure di zaffiri dei Culpepper. Se tutto il resto fosse fallito, avrebbe impegnato i gioielli. Aveva pianificato di utilizzare i soldi della vendita delle gemme per fornire una dote alle ragazze. Tuttavia sarebbe stato un prezzo giusto da pagare per riuscire a mantenere la famiglia e Esherton Green, anche se ciò avrebbe significato precludere a sua sorella e alle sue tre cugine ogni possibilità di contrarre un matrimonio decente, che sarebbe evaporata come latte su un fornello caldo. Sapeva bene che la buona reputazione e l'educazione non avevano alcun valore se si poteva contare su una fortuna simile a quella di un mendicante del cimitero.
Come sta il grosso vitello nato domenica?
Brooke fece aleggiare la domanda nell’aria, mentre attizzava il fuoco.
Il più avido di tutti.
Mabry rise e si schiaffeggiò la coscia. Ha piu appetito del nostro amico Freddy.
Brooke ridacchiò e fece scorrere la mano sulla spina dorsale del suo corgi, che si dimenò per l'eccitazione sollevandosi sulle zampe posteriori, fissandola in adorazione. In passato era stato un eccellente pastore di bestiame. Ora era diventato grasso e artritico, il muso grigio fino alle sopracciglia. A volte, si precipitava ancora dietro la mandria,l’istinto del gregge nelle ossa.
Un altro brivido la scosse. Perché faceva così freddo oggi? Prese un ciocco piu grosso e lo poggiò sopra gli altri. La flebile fiamma sibilò prima di cominciare a inghiottirlo. Pregò il Signore affinché non si ammalasse. Non poteva permetterselo.
Un leggero cigolio della porta annunciò l'entrata di Duffen con il servizio da tè. Sono arrivato al punto in cui un uomo non riesce a trovare pace per poter chiudere occhio.
Entrando strisciando nella stanza, sbadigliò e rivelò quanti pochi denti gli erano rimasti in bocca. Un calzino gli si era arrotolano sulla caviglia, i capelli brizzolati sporgevano da tutte le parti e la coda della camicia gli pendeva di traverso. Tipico di Duffen.
Questo è il giorno del diavolo.
Si accigliò volgendo lo sguardo verso la finestra, la bocca tirata in una linea cupa. Ricordartevi le mie parole: guai in vista.
Non era proprio un maggiordomo, ma di sicuro poteva considerarsi più di un semplice servitore; l'uomo, ora curvo per l'età, era stato un una presenza fissa per tutta la vita di Brooke a Esherton Green. Amava quel posto tanto quanto lei, se non di più, e lei non poteva permettersi di assumere un altro domestico. Quando il padre era morto, la mancanza di soldi l’aveva costretta a licenziare tutti gli altri. La cuoca, la signora Jennings, Duffen e Flora, che si occupava un po’ di tutto, erano gli unici rimasti. Non ricevevano stipendio, solo vitto e alloggio.
Il reddito del caseificio permetteva a malapena di continuare a impiegare alcune lattaie e qualche altro paio di mani, eppure non aveva mai sentito una lamentela da nessuno.
Tutti, compresi sua sorella, Brette e le loro cugine - Blythe e le gemelle, Blaike e Blaire – avevano sempre fatto la loro parte per mandare avanti la fattoria. Un magro profitto, soprattutto perché negli ultimi cinque anni l'erede legale di Esherton Green, Sheridan Gainsborough, aveva ricevuto la metà dei proventi. In cambio, aveva permesso a Brooke e alle ragazze di continuare a vivere lì. Era stato anche nominato loro tutore. Ma, considerando che non si era mai fatto vivo da quelle parti, sembrava essere contento di lasciare a lei il compito di occuparsi della tenuta.
Legge ridicola. Solo il prossimo maschio in linea può ereditare,
mormorò tra sé.
Soprattutto quando si è dimostrato essere un noioso disinteressato. Anche papà lo aveva pensato, ma la scelta non era stata sua. Se solo avesse potuto trattenere i fondi che inviava a Sheridan ogni trimestre, avrebbe assicurato il futuro a sua sorella e alle cugine.
Se i desideri fossero pezzi d'oro, sarei ricca.
Starnutì e poi di nuovo starnutì. Un raffreddore?
La legna nel camino scoppiettò, Brooke ebbe un sussulto. Il calore del fuoco non era riuscito a rendere migliore l’idea che si era fatta di suo cugino di secondo grado. Non l'aveva mai incontrato e non aveva alcuna idea del suo carattere, ma papà aveva lasciato intendere che Sheridan fosse un burbero con abitudini sgradevoli.
E anche un avido.
L'unica volta che era stata in ritardo con l’invio della rendita trimestrale, perché era caduta e si era rotta un braccio, Sheridan aveva scritto una lettera dal tono parecchio sgradevole in cui pretendeva i suoi soldi.
I suoi soldi, davvero.
Aveva minacciato di vendere Esherton Green e di mandarla in strada insieme al quartetto se avesse ritardato di nuovo con il pagamento.
Un putiferio dietro la porta annunciò l'arrivo delle ragazze. Ridendo e chiacchierando, il quartetto biondo si riversò nella stanza. I loro abiti, diverse stagioni fuori moda, non sminuivano in alcun modo il loro fascino e l'orgoglio gonfiò il cuore di Brooke. Erano adorabili, sia nell'aspetto che nel carattere, e care per come lavoravano sodo .
Duffen dice che dobbiamo prendere il tè qui oggi.
Vestita con un abito verde Pomona troppo corto per la altezza, Blaike si lasciò cadere sul divano. La sua gemella, Blaire, che indossava un abito simile di un rosa scuro e di lunghezza altrettanto inadeguata, si accasciò accanto a lei.
Entrambe presero un gatto in braccio. I baffi ispidi degli animali si contrassero, sbatterono le palpebre un paio di volte sugli occhi assonnati color ambra per poi chiuderli di nuovo, mentre il basso brontolio delle fusa soddisfatte riempiva la stanza.
Sì, non pensavo che avessimo bisogno di accendere il fuoco in salotto ma questo sarà sufficiente.
Per come stavano le cose, rimaneva poco carbone e legna da ardere per poter durare comodamente fino all'estate.
Brette attraversò lo studio, con indosso un vestito a quadretti blu ardesia l'unico abbastanza lungo e alla moda. I ripetuti lavaggi avevano trasformato il colore in verdastro, simile a quello del rame ossidato. Fece passare il braccio sotto quello di Brooke.
Guarda, cara.
Brette indicò il vassoio. Ho fatto una pazzia e ho preparato mezzo chilo di biscotti di pasta frolla. È passato così tanto tempo da quando ce li siamo concessi, e oggi è il tuo compleanno. Per festeggiare, ho insistito anche per le foglie di tè.
Brooke avrebbe preferito ignorare la giornata.
Ventritrè anni. Passata la sua giovinezza. Zitella. Vecchia serva.
Aveva rinunciato ad amare. Per curare il padre malato e prendersi cura della giovane sorella e delle tre cugine orfane, aveva rifiutato la proposta di Humphrey Benbridge. Non avrebbe potuto anteporre la sua felicità alla loro e abbandonarle quando avevano bisogno di lei. Chi se ne sarebbe preso cura se lei non l'avesse fatto?
Nessuno.
Il signor Benbridge controllava le spese di Humphrey, il quale non si era offerto né sarebbe stato in grado di prendersi cura di tutte loro. Devastato, o almeno così aveva affermato di essere, era partito per il continente cinque anni prima.
Da allora non lo aveva più visto.
Tuttavia, sua sorella, Josephina, le era rimasta amica e di tanto in tanto la aggiornava sui viaggi di Humphrey all'estero. Brooke aveva seppellito i pezzi del suo cuore sotto il cumulo di duro lavoro che si era imposta, dedicandosi completamente alla famiglia; si era rimboccata le maniche e aveva fatto di tutto per onorare il ruolo di capofamiglia, affinché il sacrificio per aver rinunciato all’amore non fosse stato vano.
Sì, certo, la rattristava il fatto che non avrebbe conosciuto la passione di un uomo o non avrebbe avuto figli, ma crogiolarsi nella disperazione sarebbe stato solo uno spreco di energia. Si era concentrata sul costruire un futuro per sua sorella e le cugine, in modo che le ragazze avrebbero potuto avere un giorno ciò che lei non avrebbe mai avuto, poiché aveva lasciato che i suoi sogni svanissero nell'oscurità.
Buon compleanno.
Brette le strinse la mano.
Brooke rivolse un mezzo sorriso a sua sorella. Ah, speravo te ne fossi dimenticata.
Non essere sciocca. Non avremmo mai potuto dimenticare questo giorno speciale.
Blythe, vent’anni, in piedi con le mani nascoste dietro la schiena, fece spuntare un piccolo regalo incartato con dovizia, legato con un allegro nastro giallo.
Dolce cara. Aveva usato la rifinitura del suo abito per adornare il pacco.
Uhm. Servirebbe una torta e dello champagne per festeggiare degnamente un compleanno.
Il contenuto del vassoio tintinnò, mentre Duffen si faceva strada verso il tavolo tra il divano e le sedie. Dopo aver posato il servizio da tè, prese dal vassoio una lettera, macchiata di tè all’angolo. Vi è arrivata ieri, signorina Brooke. L’avevo dimenticata.
Se riesco a leggerla.
Sgrullò la lettera, indifferente alle goccioline che spruzzavano in ogni direzione.
Mabry inarcò un folto sopracciglio grigio, e le gemelle nascosero una risatina tra il folto pelo dei gatti.
Brette cominciò a versare il tè, le labbra contratte.
Freddy si sedette sulle zampe posteriori e abbaiò, gli occhi, due bottoni scuri, fissi sulla carta, come se fosse un gustoso boccone che avrebbe voluto assaggiare. Si leccò i baffi.
Grazie, Duffen.
Brooke sollevò la lettera da un angolo. Tenendola con cautela tra le dita, la rigirò. Non c’era nessun indirizzo a cui poter rispondere.
Non la leggi?
Blythe poggiò il regalo sul tavolo prima di sedersi sul divano e lisciarsi la gonna. Non ricevevano molto posta a Esherton. A dire il vero, quella era la prima lettera dopo mesi. Lo sguardo di Blythe vagò sulle altre ragazze e sull’espressione ansiosa sui loro volti. Siamo tutti sulle spine
, scherzò, agitando le mani e ammiccando.
Brooke sorrise e ruppe con l’unghia il sigillo di ceralacca. Le loro vite erano diventate così