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Nati su di un'isola
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Nati su di un'isola
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Nati su di un'isola

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About this ebook

In un'isola italiana ben nota a tutti per le sue acque cristalline, i

suoi tramonti suggestivi, le sue spettacolari rocce a strapiombo sul

mare, si mescolano vite e destini di uomini, bambini ed animali. Tra

questi, c'è chi lascia l'isola dopo aver trascorso una splendida

vacanza, chi emigra per cercare lavoro e amici pelosi che vengono

adottati da coraggiose famiglie pronte ad amare.

Ed ecco qui la

storia di due cani che dopo aver annusato il profumo della libertà,

seppure illusoria, tra le rive delle spiagge più famose di Lampedusa,

scoprono altri modi per sentirsi liberi e felici. Lucky infonderà

fiducia e rispetto nelle persone che lo accudiranno e con lui, la sua

padroncina Giorgia farà tesoro degli insegnamenti ricevuti al corso di

addestramento cani.

Kira, un cane meticcio femmina, spinta dal suo

forte senso materno sarà sempre pronta a salvare e proteggere la vita di

chi sa amarla e capirla.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateFeb 26, 2021
ISBN9791220323840
Nati su di un'isola

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    Book preview

    Nati su di un'isola - Lisa Cappellazzo

    vivere!

    O' SCIÀ!

    Un aereo giunge sull'isola carico di turisti, plana in direzione dell'aeroporto e sparisce dietro le collinette che incorniciano la famosa spiaggia dei Conigli.

    Appena i passeggeri scendono vengono avvolti dall'aria calda estiva, ricca dei profumi rilasciati dalle piante selvatiche tipiche dell'isola.

    Tutti si guardano attorno, coprendosi il capo con cappelli o giornali. In pieno agosto si percepiscono bene i quaranta gradi delle due del pomeriggio, sebbene l'aria priva di umidità dia la sensazione di non sudare e di pelle asciutta.

    I turisti boccheggiano già dopo cinque minuti e raggiungono più in fretta possibile l'interno dell'aeroporto. A destra il rullo del ritiro bagagli scorre ancora vuoto, mentre a sinistra si ammassano tutti i turisti accaldati. In pochi minuti l'interno dell'aeroporto, assai contenuto nei suoi spazi, è già sovraccarico di gente e l'ossigeno scarseggia.

    Nel frattempo atterra anche un altro aereo e così si crea il vero caos. La gente si ammassa attendendo la propria valigia, le porte scorrevoli rimangono aperte, per cui quel po' di aria condizionata che fino a poco prima garantiva un piccolo sollievo, svanisce. C'è chi si agita il ventaglio sul viso, chi asciuga le gocce di sudore direttamente sulla manica della propria t-shirt, chi mastica bestemmie per non farle uscire intere e chi, ormai stremato dal caldo, si accascia per terra insensibile ai continui spintoni che riceve dalla calca esausta.

    Finalmente si intravede la prima valigia, che però esce leggermente di corsia e si ferma bloccando il passaggio alle altre. Un tizio prontamente si avvicina al rullo, libera i bagagli incastrati e riceve gli applausi di coloro che assistono alla scena. Il livello acustico del vociare della gente aumenta gradualmente ed un uomo dall'aspetto nordico, forse svedese a giudicare dai capelli di un biondo tendente al bianco, si guarda attorno, ascoltando i diversi dialetti italiani che fuoriescono dalle tante, innumerevoli bocche.

    C'è anche un giapponese che scatta una foto all'aereo su cui ha viaggiato e tiene in mano una pagina di rivista strappata, dove si vede l'immagine che ha reso effettivamente famosa l'isola di Lampedusa: in essa vi è una barca fotografata dall'alto e sembra essere sospesa nel vuoto. Ciò mette in evidenza tutto lo splendore dell'acqua limpida e pulita che bagna questo piccolo pezzo di terra siciliano. Il giapponese sorride alla sua ragazza dopo aver scoperto che quella foto è presente anche all'interno dell'aeroporto, affissa ad una parete come poster-simbolo di Lampedusa.

    Dopo aver recuperato con una lunga attesa la propria valigia, i turisti cercano la guida che li accompagnerà nei luoghi di pernottamento e per questo si vedono sventolare cartelli con i nomi dei vari posti prenotati.

    In dieci minuti l'aeroporto si svuota e il personale può tirare un sospiro di sollievo fino all'arrivo del prossimo aereo. Per fortuna in questo aeroporto i voli non sono molti durante la settimana. I turisti in genere arrivano o partono di sabato o di lunedì, per trascorrere almeno una settimana di puro relax.

    La Fiat Uno grigia ammaccata su cui viaggia una coppia di turisti tedeschi si dirige verso Cala Pulcino, ovvero verso ovest.

    Il conducente non tiene la cintura allacciata, a differenza dei due stranieri che forse speravano di salire su un'auto di lusso (non strisciata e dotata di aria condizionata funzionante) ma sono costretti, invece, a sopportare l'aria calda che entra dai finestrini e le brusche manovre del siculo che se la ride sotto i baffi.

    Li aveva accolti esclamando:

    Benvenuti in paradiso, O'scià! Wilcommen!

    O'scià è un'espressione affettuosa, tipica siciliana che corrisponde all'italiano fiato mio e viene utilizzata nel momento in cui si vuol dimostrare affetto o grande accoglienza. Dal finestrino dell'auto si scorgono già le bellezze della flora isolana: dal pino d'Aleppo al cedro e al gelso.

    La Fiat grigia incrocia una Panda rossa tutta ammaccata e i due conducenti suonano a vicenda il clacson per un saluto veloce: qui nell'isola gli abitanti si conoscono tutti. La Panda rossa si dirige verso la punta est di Lampedusa, dove si trova il faro, o meglio verso Capo Grecale. I passeggeri sono altri due turisti stranieri, forse di origine francese. I due ospiti chiedono di raggiungere il faro per osservare il paesaggio e restano di stucco quando scoprono la presenza di un terreno desertico, detto anche gariga, dove il colore della terra è giallo con chiazze di color marrone bruciato: tutt' intorno vi sono arbusti secchi.

    Gli aromi che fuoriescono dalle piante selvatiche vengono trasportati qua e là dall'aria calda e rendono l'ambiente ancora più affascinante.

    Ma, dopo un lungo trasferimento dalle città di appartenenza agli alloggi estivi, i turisti assai stanchi mettono alla prova i materassi dei loro letti e si concedono un tranquillo riposo fino all'ora del tramonto.

    Nel momento in cui la fame si fa sentire, si preparano per andare a scoprire il centro del comune di Lampedusa e per assaggiare i piatti tipici dell'isola.

    La via principale dello struscio è presto scoperta: Via Roma si apre con un portafiori del tutto originale. Al centro della via compare una cassetta di legno rovesciata e sopra poggiano due vasi di gerani color fucsia. Ogni venti metri si presenta un portafiori identico a quello, che funge anche da spartitraffico.

    Alle sette della sera quasi tutti sono rientrati ormai dalle varie spiagge e i bar si riempiono di gente. I camerieri si fanno in quattro per preparare sfiziosi assaggini di pesce, accompagnati dal buon vino bianco siculo. Un cameriere mostra una fresca bottiglia di Donnafugata e la stappa con energia sotto gli occhi incuriositi dei suoi clienti.

    Lungo le strade del centro vi sono anche cani randagi di media o grande taglia che camminano tranquilli tra la gente. Fanno parte anche loro degli abitanti di Lampedusa e girovagano tranquilli, senza essere timorosi o aggressivi.

    La gente del posto è abituata ormai da sempre a convivere con quei cani e li rispetta, senza scacciarli, né disturbarli. Sono proprio i turisti che si dispiacciono per queste povere bestiole abbandonate a loro stesse, mentre le osservano con occhi pieni di tristezza. Questi cani non sembrano malandati o malati, ma sicuramente saranno pieni di pulci e zecche. E chi pensa a loro? Ci sarà un canile in quest'isola? Questi sono i pensieri di un turista che passeggia lungo via Roma, mentre, proprio in quel momento, due cani di taglia grande si ringhiano reciprocamente e tentano di azzannarsi. La gente si scansa subito, impaurita, ma dopo un secondo tutto torna come prima, mentre il vino scorre a fiumi nei bicchieri dei vacanzieri rilassati.

    È già sera, ma l'aria è ancora calda e si boccheggia, fino a quando non si trova sollievo nei ristoranti con l'aria condizionata.

    Tra le vetrine e i mercatini di cianfrusaglie una famigliola di italiani si ferma davanti ad un gazebo: per terra ci sono delle gabbie contenenti cani di ogni taglia e perfino due cuccioli.

    Sopra ad un tavolo c'è un barattolo per la raccolta delle offerte a favore dei cani randagi e due ragazzi spiegano alla gente che si tratta di un'associazione no profit di volontari che recupera i cani dalla strada con la speranza di poterli dare in adozione. Sono soprattutto i bambini che guardano con meraviglia e dolcezza i due cuccioli addormentati nella cesta, chiedendo insistentemente alle loro rispettive mamme di adottarli.

    I due volontari cercano di convincere la gente a donare qualche soldo o a pensare di portarsi un cucciolo a casa perché, nell'isola di Lampedusa, non esiste un canile e sono solo loro che si prendono cura di questi animali. Ogni giorno questi ragazzi mettono a disposizione ciotole di acqua e cibo sia per le strade che nelle spiagge, spruzzano gli antiparassitari ai cani che riescono ad avvicinare e cercano di salvare più animali possibili dai pericoli della strada. Una volta presi, li portano nei loro giardini recintati, li fanno sterilizzare e li curano, con la speranza di trovare qualcuno che li adotti. Tutto questo però ha dei costi e il comune sostiene di non aver abbastanza fondi per poter offrire loro le cure necessarie. Anche la gente si rende conto della gravità della situazione, ma dopo aver ascoltato questi ragazzi volenterosi, ringrazia per le informazioni ricevute, saluta e i due cuccioli restano ancora lì nella loro cesta a dormire.

    LA SPIAGGIA PIÙ BELLA

    Alle otto della mattina la famosa spiaggia dei Conigli viene aperta ai turisti. Sono 400 metri di discesa che, dal punto di vista panoramico, lascia tutti a bocca aperta. È considerata da molti la spiaggia più bella al mondo e la gente vi si accalca per poter prendere il posto migliore.

    C'è chi, prima di scendere alla spiaggia, si ferma a leggere le regole da rispettare all'interno di quella riserva naturale, chi invece va all'apposito gazebo per noleggiare un ombrellone. Una mamma spiega al proprio figlio che quasi ogni anno la tartaruga Caretta Caretta raggiunge quella spiaggia per deporre le uova e che quindi occorre avere massimo rispetto per quel luogo protetto. Scendendo lungo il percorso ben tracciato, una signora indica al marito una zona tra i cespugli, dove forse ha appena avvistato un coniglietto. Più in là, un turista scatta alcune foto al cardo pallottola e ad altri piccoli fiori di colore violetto, che ben contrasta con le tonalità della costa.

    Dopo aver oltrepassato la villa di Modugno, la prima coppia mette i piedi sulla sabbia fresca della spiaggia. Alle otto e trenta il calore si fa già sentire, ma l'aria è ancora frizzantina. Il mare è piatto come una tavola da surf e ha mille sfumature che vanno dal color acqua cristallina, al verde, al blu oltremare. Questi effetti cromatici vengono risaltati ancora di più dal colore giallo della costa alta dell'isola, di origine calcarea. I gabbiani che

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