Biodegradabile: Ruba da questa storia
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Una famiglia di contadini vive totalmente immersa nella natura immedesimandosi in essa, valorizzando le materie prime, senza danneggiare l’ecosistema. Maria, Piero e Lia sono veramente esistitii così come la loro vita, sicuramente difficile, ma sana e genuina.
Ognuno di noi può "rubare" qualcosa da questa storia, potremo rendere il nostro Pianeta migliore.
Giorgio Zordan, nato nel 2002 a Viterbo, vive i primi anni di vita nel casolare di famiglia nel piccolo borgo di Vitorchiano. Quando aveva sei anni la famiglia si trasferisce nel podere paterno nelle campagne pontine di Sabaudia. Oggi vive a Roma e frequenta l’ultimo anno del Liceo Scientifico.
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Book preview
Biodegradabile - Giorgio Zordan
Giorgio Zordan
BIODEGRADABILE
In copertina Andrea Aquilanti, _Stanza_ , 2017.
Andrea Aquilanti nasce a Roma (1960) dove vive e lavora. La sua vicenda artistica è caratterizzata dalla sperimentazione di differenti media e tecniche a cui associa la pratica del disegno, attraverso il quale coniuga riferimenti e fascinazioni dell’arte del passato con suggestioni e linguaggi contemporanei, sensibili alle interferenze e potenzialità offerte dalla tecnologia. Artista affermato partecipa a importanti collettive, quali la Biennale di Venezia (2015), la Quadriennale di Roma (2008) e di Napoli (2003) e Post Classici
Copyright © 2021 LibroSì Edizioni
ISBN: 979-1280392-03-9
Elzevira di Fabio Graziani
Loc.La Svolta, 49 - 05018 Orvieto
Tel. 389 5840794 - info@librosi.it
I suoi piedi duri e tesi calpestavano nudi la spiaggia limpida. Guardava il mare sporcato dalla schiuma bianca, a tratti gialla. Le onde lente sovrastavano l’orizzonte velocizzando il sole che dietro stava tramontando
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Una famiglia di contadini vive totalmente immersa nella natura immedesimandosi in essa, valorizzando a pieno le materie prime senza danneggiare l’ecosistema. Ognuno di noi dovrebbe prendere qualcosa da questo esempio di vita, sicuramente difficile ma sano e genuino.
Forse, così, potremmo rendere il nostro Pianeta migliore.
I ghiacci sputano rabbia
la Terra ingoia la sabbia
i deserti stanno avanzando
l’Amazzonia brucia, sta urlando
tutto sarà piatto, vuoto
con i grattacieli alti
circondati da alberi inquinati
le gru all’orizzonte
finiranno di distruggere
anche le pianure
dove, un tempo, correva libero il bisonte.
allora mi chiedo dove andremo a finire;
a galleggiare golosi sulle acque gelate
insaporite dal dannato sale.
Sommario
Abitudini
Tabarro
Quadrifoglio
Grigiore mattutino
Sogno di Mezzanotte
Mandolino
Bagno Schiuma
Cose piccole
Epilogo
L'Autore
Abitudini
I suoi piedi duri e tesi calpestavano nudi la spiaggia limpida. Guardava il mare sporcato dalla schiuma bianca, a tratti gialla. Le onde lente, sovrastavano l’orizzonte velocizzando il sole che dietro stava tramontando. A causa dei raggi solari, indeboliti dall’avvicinarsi della notte, l’acqua in fondo era di un rosso soffuso e, piana per la lontananza; ogni tanto qualche onda saltava qua a là e poi svaniva. La sabbia era piena di buche in cui il vento spostava vorticosamente granelli che nell’aria si vedevano appena volare lasciando una scia grigia. Alle spalle la duna crespa e mista, con i rami che si intersecavano fra loro creando un piccolo bosco. Le foglie erano appesantite dalla sabbia che si posava sopra delicatamente. L’insieme si mostrava piegato e curvo. Era la prima volta che Maria vedeva il mare.
Intanto Piero, lungo la riva, stava riempiendo con l’acqua alcuni barili. Faticosamente li portava vicino al fuoco e aspettava che il solvente bollisse per ricavarne il sale; e così fece per tre o quattro volte. Uno per uno li prendevano e li caricavano sul carro del trattore. Il sale sarebbe bastato per molti mesi. Pronti per tornare salirono sul mezzo agricolo e si diressero verso casa. Quel maledetto fumo nero del trattore riempiva il cielo netto. In realtà lo usavano relativamente poco: una volta al mese per prendere il cibo indispensabile e, se si trovava qualcosa di interessante da prendere in giro. Arrivati al podere scaricarono il sale e lo trasportarono nel magazzino. Con calma riempirono alcune gavette lasciate dai Tedeschi durante la Seconda guerra mondiale e alcune rimediate da Piero in Albania. Il resto lo lasciarono nei recipienti che coprirono con degli stracci per evitare che si rovinasse. Era ormai sera, salirono a casa. Il fuoco nel camino era vivo e colorato. Era appeso,