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Il riscatto del magnate: Harmony Collezione
Il riscatto del magnate: Harmony Collezione
Il riscatto del magnate: Harmony Collezione
Ebook156 pages2 hours

Il riscatto del magnate: Harmony Collezione

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About this ebook

Juliette è determinata a rifarsi una vita, dimenticando il suo matrimonio lampo con il magnate italiano Joe Allegranza. Iniziato con una passione che fino a quel momento aveva solo potuto sognare, si era poi concluso nel più doloroso dei modi, e ora per lei è finalmente arrivato il momento di guardare avanti. Se solo il suo cuore le ubbidisse...
Infatti, quando si rincontrano al matrimonio di un amico comune, Juliette non riesce a nascondere il desiderio che ancora prova per lui ed è stupita di constatare quanto poco conoscesse suo marito. Sconcertata dalla potente connessione che ancora li unisce, Juliette è consapevole che riaccendere la loro antica scintilla potrebbe portarli alla rovina. O, forse, renderli più forti di prima...
LanguageItaliano
Release dateFeb 19, 2021
ISBN9788830524781
Il riscatto del magnate: Harmony Collezione
Author

Melanie Milburne

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Il riscatto del magnate - Melanie Milburne

    successivo.

    1

    C'era una strana ironia nel fatto di arrivare lì per fare la damigella d'onore al matrimonio della sua migliore amica portando nel bagaglio a mano le carte del proprio divorzio, ma Juliette era determinata a non rovinare il giorno delle nozze di Lucy e Damon. Anzi, si trattava di un intero weekend a Corfù.

    Considerando che il testimone dello sposo era il marito da cui si era separata.

    Juliette cercò di non pensare all'ultima volta in cui si era trovata vicino all'altare insieme a Joe Allegranza. Si sforzò di non rievocare quella cerimonia lampo nella chiesa del paesino inglese, tenutasi di fronte a un gruppo di testimoni e con la sua gravidanza non troppo celata dall'abito da sposa di sua madre, che l'aveva graffiata e irritata per tutto il tempo. Tentò anche di non ricordare l'espressione di delusione sul volto dei suoi genitori, dovuta al fatto che la loro unica figlia stava praticamente sposando uno sconosciuto, dopo essere rimasta incinta a seguito dell'avventura di una notte.

    Ma soprattutto cercò di non pensare a sua figlia, a quella piccola creatura che non era riuscita a respirare una sola volta...

    Juliette scese dalla navetta e subito dopo si ritrovò nell'atrio della lussuosa villa privata a Barbati Beach. L'efficientissima wedding planner, Celeste Petrakis, aveva sistemato gli invitati nella villa stessa, in modo che le prove e le altre attività si svolgessero senza intoppi. Juliette in un primo tempo si era ripromessa di chiedere di alloggiare in un altro albergo nelle vicinanze, non avendo voglia di incrociare Joe più dello stretto necessario, ma turbare la meticolosa organizzazione di quel sergente di ferro era pericoloso. Aveva persino pensato di declinare l'invito a fare da damigella a Lucy, ma questo avrebbe spinto tutti a ritenere che non avesse ancora dimenticato Joe.

    Invece aveva davvero chiuso, e le carte del divorzio lo provavano.

    «Benvenuta.» L'addetta alla reception la salutò con un sorriso smagliante. «Può dirmi il suo nome?»

    «Bancroft... ehm, Allegranza.» Juliette rimpianse di non aver ancora ripreso il suo nome da ragazza. Per quale ragione non lo aveva fatto? Non capiva neanche perché a quel tempo avesse preso quello di Joe. Il loro matrimonio non aveva seguito un iter normale: niente appuntamenti o corteggiamento, nessuna dichiarazione d'amore o proposta romantica. Solo una notte di sesso travolgente. Non si erano neanche scambiati il numero di telefono. Quando lei aveva trovato il coraggio di rintracciarlo per comunicargli di essere incinta, lui aveva insistito per sposarla subito, e avevano vissuto insieme da marito e moglie per tre mesi. Dopo i quali il matrimonio era finito, com'era avvenuto peraltro alla sua gravidanza.

    Ma una volta che Joe avesse firmato le carte e il divorzio fosse stato finalizzato, si sarebbe liberata del suo nome, avrebbe potuto riprendersi la sua vita e uscire da quel limbo.

    L'addetta alla reception digitò sulla tastiera del computer. «Trovata. J. Allegranza. La J sta per...?»

    «Juliette.» Si domandò se poteva azzardarsi a chiedere di essere chiamata con il cognome da ragazza durante il suo soggiorno, poi decise di non dire niente. Ma perché Lucy non aveva spiegato alla wedding planner che lei e Joe erano separati? Oppure Lucy e Damon speravano ancora in una sorta di miracolo che li avrebbe riportati insieme?

    Improbabile. Non avrebbero dovuto mettersi insieme fin dall'inizio.

    Se il suo amore d'infanzia, Harvey, non avesse deciso di mollarla, invece di sposarla come lei si aspettava, non sarebbe successo niente di tutto questo. Per ripicca Juliette aveva fatto sesso con un attraente sconosciuto. Chi se lo sarebbe immaginato? Non era il tipo di ragazza che conversava con uomini affascinanti in eleganti bar londinesi, ma quella sera si era trasformata in una donna diversa. Il tocco di Joe l'aveva cambiata.

    Promemoria: non pensare al tocco di Joe.

    Non ci sarebbe stato un finale rosa per quella loro breve relazione. Era praticamente impossibile, dato che l'unica ragione per cui si erano sposati era svanita.

    Morta. Seppellita. Addormentata per sempre in una minuscola bara bianca in un cimitero in Inghilterra.

    «La sua suite è pronta» le comunicò la receptionist. «Spiros le prenderà il bagaglio dalla navetta.»

    «Grazie.»

    La ragazza le consegnò una chiave magnetica e le indicò gli ascensori in fondo all'atrio. «La sua suite è al terzo piano. Celeste, la wedding planner, la accoglierà questa sera alle sei in punto all'aperitivo nuziale previsto in terrazza, dove potrete verificare insieme il programma delle prove e della cerimonia.»

    «Tutto chiaro.» Juliette le rivolse l'accenno di un sorriso, prese la chiave, si sistemò la borsa sulla spalla e si avviò all'ascensore. Le carte del divorzio le spuntavano dalla borsa, un monito della doppia missione che la attendeva.

    Nel giro di una settimana quel capitolo della sua vita sarebbe stato definitivamente archiviato.

    E lei non avrebbe più dovuto pensare a Joe Allegranza.

    Joe Allegranza odiava solo una cosa più dei matrimoni: i funerali. Oh, e i compleanni, soprattutto il suo. Ma non poteva rifiutarsi di fare da testimone al suo migliore amico, anche se significava trovarsi di fronte alla sua futura ex moglie, Juliette.

    Sua moglie...

    Incredibile come quelle due parole avessero ancora il potere di scavargli un buco nel petto, un buco enorme che non riusciva a colmare. Non riusciva a pensare a lei senza avere la sensazione di aver fallito su tutta la linea. Com'era riuscito a perdere il controllo della sua vita? Eppure avrebbe dovuto essere un esperto in materia di controllo...

    In genere riusciva a escluderla dai suoi pensieri: si immergeva nel lavoro così come altri affogavano i loro dispiaceri nell'alcol o nel cibo. Aveva fondato tutta la sua carriera di ingegnere sulla sua abilità di correggere difetti strutturali: analizzava ponti e edifici crollati, ma non era riuscito a far funzionare il suo matrimonio. Quindici mesi di separazione e ancora non aveva voltato pagina. Era come se un muro invisibile si fosse alzato intorno a lui, isolandolo, bloccandolo, tenendolo prigioniero.

    Lanciò un'occhiata alla fede che portava al dito: avrebbe potuto sfilarla e sistemarla in cassaforte insieme agli anelli che Juliette aveva lasciato.

    Ma non l'aveva fatto.

    Non sapeva bene il perché. Il divorzio era un pensiero che evitava e basta, ma anche la riconciliazione era altrettanto scoraggiante. Era proprio bloccato nella terra di nessuno.

    Joe varcò la soglia della lussuosa villa in cui si sarebbero svolti i festeggiamenti e fu accolto da una sorridente receptionist. «Benvenuto. Mi può dire il suo nome?»

    «Joe Allegranza.» Si tolse gli occhiali da sole, infilandoli nel taschino. «La wedding planner ha prenotato per me.»

    L'addetta guardò lo schermo, esaminando la lista. «Ah sì, ora la vedo. L'avevo saltata, perché pensavo che la prenotazione fosse per una persona. Sua moglie è già arrivata un'ora fa.»

    Sua moglie. Un peso gli scese sul petto. La wedding planner non era stata avvertita della separazione?

    Quel pensiero gli si insinuò nella mente, minacciando di destabilizzare la sua decisione di tenersi a debita distanza.

    Un weekend nella stessa suite con sua moglie.

    Per un paio di secondi pensò di far notare l'errore, ma poi rifletté: era l'occasione di rivederla in privato. Di persona. Avrebbe potuto parlarle direttamente, invece di permetterle di rifiutare le sue chiamate e di cancellare i suoi messaggi: non gli aveva mai risposto. L'ultima volta che l'aveva chiamata per dirle della raccolta fondi che aveva organizzato a loro nome per una fondazione che si occupava di mortalità prenatale, il provider lo aveva informato che il numero non era più collegato. Forse era Juliette a non essere più collegata con lui.

    La sua coscienza si risvegliò, stuzzicandolo.

    Che diamine stai pensando? Non hai già fatto abbastanza danni in passato?

    Era già folle trovarsi a quel matrimonio, figurarsi poi passare del tempo con Juliette, da soli. Le aveva già rovinato la vita, così come era accaduto con sua madre. Era forse oggetto di una maledizione in materia di relazioni? Una maledizione che a quanto sembrava gli era stata scagliata fin dalla nascita: quel giorno, infatti, sua madre era morta, trasformando così tutti i suoi successivi compleanni in una tragedia.

    Se non era una maledizione, allora che diavolo era?

    Joe si schiarì la voce. «Ci dev'essere un errore. Io e mia... moglie non stiamo più insieme. Siamo... separati.» Odiava pronunciare quella parola, ammettere il fallimento, così come odiava sapere che era colpa sua se Juliette aveva rinunciato al loro matrimonio.

    «Oh no! Voglio dire, mi dispiace per la separazione. E anche per la prenotazione, perché non abbiamo altre camere libere, ma...»

    «Va bene, cercherò un albergo.» Estrasse il telefono e cominciò a navigare in rete. Se necessario avrebbe dormito su una panchina o sulla spiaggia. Era troppo pericoloso dividere una stanza con lei.

    «Non credo che troverà molte alternative» gli fece notare la receptionist. «Ci sono diversi matrimoni in questa parte di Corfù in questo periodo, inoltre Celeste voleva che tutti alloggiassero qui per creare un'atmosfera rilassata e familiare. Sarà distrutta nello scoprire di aver commesso un simile errore: ha lavorato sodo per rendere speciale il matrimonio di suo cugino.»

    Joe si ricordò di quello che Damon gli aveva raccontato sulla giovane cugina, Celeste, di come quel matrimonio fosse per lei il primo impegno lavorativo dopo una lunga battaglia contro una leucemia di qualche tipo.

    Non riusciva a ricordare quale, ma non voleva essere proprio lui a rovinare quel primo incarico della ragazza.

    «Bene, allora non lo dica a Celeste finché non verifico la possibilità di un'altra sistemazione. Faccio qualche telefonata.»

    Lui sistemava problemi, giusto? Risolvere questioni spinose era da sempre la sua specialità.

    Joe uscì e passò quasi un'ora a frustrarsi senza trovare una stanza, mentre gocce di sudore gli scendevano dalla nuca e tra le scapole. Aveva persino pensato di comprare una casa pur di non condividere la camera con sua moglie. Aveva abbastanza denaro da acquistare qualunque cosa.

    Tranne la felicità.

    O la serenità mentale.

    O la vita di sua figlia...

    Il telefono era quasi scarico quando alla fine si arrese. In quella parte dell'isola non c'erano altre camere disponibili: per quella volta il destino aveva deciso che loro due sarebbero stati di nuovo insieme.

    E forse era giunto il momento di tentare di salvare il loro matrimonio. Mantenere le distanze non aveva risolto niente: forse quella era l'occasione per verificare se c'era ancora qualcosa che poteva dire o fare per risolvere quella situazione. O per chiuderla una volta per tutte.

    Joe tornò alla reception. «Niente da fare?» gli chiese l'addetta.

    «No.»

    «Ecco la sua chiave. Spero che il soggiorno sia di suo gradimento.»

    «Grazie.» Prese la chiave e si avviò all'ascensore. Gradimento? Era preoccupato di rivedere Juliette, sapendo di essere responsabile del suo dolore, della sua devastazione, ma almeno in quel modo, nella privacy della loro suite, sarebbe riuscito a parlarle senza la presenza di un pubblico. Le avrebbe detto tutto ciò che doveva, avrebbero trovato un modo per guardare al futuro, se era possibile; in caso contrario avrebbero continuato entrambi con le loro vite.

    2

    Juliette si concesse una doccia rigenerante, indossò un elegante accappatoio, poi si avvolse i capelli in un asciugamano. L'accappatoio su misura, a quanto pareva un omaggio per gli invitati, aveva due iniziali ricamate sul seno sinistro: JA. Un vero peccato, perché l'indumento era meraviglioso e le dispiaceva l'idea di darlo in beneficenza. Ma forse una volta tornata a casa avrebbe potuto scucirle e sostituirle con JB.

    La wedding planner si era davvero impegnata al massimo: sul comodino c'era della cioccolata artigianale con i nomi degli sposi e bottiglie d'acqua con la foto della coppia felice. Era difficile osservare

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