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Tra le braccia del bandito
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Tra le braccia del bandito
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Tra le braccia del bandito

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About this ebook

Inghilterra, 1807
Charity Weston è in viaggio sulla diligenza postale, quando la carrozza viene fermata da un famigerato bandito, noto come il Cavaliere Oscuro, che le ruba una spilla di scarso valore e... un bacio. Nei giorni seguenti, ripensando all'accaduto e alle sensazioni sconvolgenti che ha provato, la giovane si ritrova a fantasticare sull'identità del ladro e si rende conto che le rammenta un gentiluomo conosciuto di recente, Ross Durden... Possibile che l'irreprensibile Ross e l'audace bandito siano la stessa persona? Intrigata dal mistero, Charity decide di indagare, ma prima che possa prendere una qualunque iniziativa, il Cavaliere la rapisce...
LanguageItaliano
Release dateFeb 10, 2021
ISBN9788830525559
Tra le braccia del bandito
Author

Sarah Mallory

Sarah Mallory grew up in the West Country, England, telling stories. She moved to Yorkshire with her young family but after nearly 30 years living in a farmhouse on the Pennines, she has now moved to live by the sea in Scotland. Sarah is an award-winning novelist with more than twenty books published by Harlequin Historical . She loves to hear from readers and you can reach her via her website at: www.sarahmallory.com

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    Book preview

    Tra le braccia del bandito - Sarah Mallory

    Immagine di copertina:

    Graziella Reggio Sarno

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    At the Highwayman’s Pleasure

    Harlequin Mills & Boon Historical Romance

    © 2014 Sarah Mallory

    Traduzione di Gabriella Parisi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3052-555-9

    Prologo

    Giugno 1794

    Charity chiuse gli occhi e rivolse il viso al sole che brillava nel cielo turchino, privo di nuvole, mentre una brezza leggera le smuoveva i capelli, che le ricadevano sciolti e umidi sulle spalle, e un’allodola cantava gioiosa.

    Sono in Paradiso, pensò, ma quando aprì gli occhi vide solo i campi a lei familiari e, in lontananza, oltre il fiume ma prima delle aspre colline orientali, il villaggio di Saltby, poco più che un gruppetto di case, dominate dall’austera torre campanaria.

    Quanto avrebbe desiderato non dover tornare.

    Scrollò il capo in segno di sfida e sentì il peso dei capelli sulla schiena. Avrebbe dovuto legarli e nasconderli sotto la cuffietta prima di arrivare al villaggio, ma era così bello sentirli sciolti, liberi.

    Sentì una risatina.

    «Santo cielo, Charity, sono così folti che non si asciugheranno prima di arrivare a Saltby.» La sua amica Jenny sollevò alcune ciocche bionde e le lasciò ricadere.

    «Ne valeva la pena.» Prese l’amica sottobraccio. «Su, torniamo a casa.»

    Procedettero lungo uno stretto sentiero, chiacchierando e facendo ondeggiare le cuffiette con noncuranza. Solo quando svoltarono si accorsero dell’attività nella vallata davanti a loro.

    «Caspita, non sapevo che sarebbero stati qui oggi» borbottò Jenny, fermandosi.

    Sulla piana accanto al ruscello, venivano tosate le pecore. L’ovile di pietra era già stipato di animali, mentre i pastori guidavano altre bestie verso l’acqua per lavare via il grasso dai velli prima della tosatura.

    Una familiare figura vestita di nero era in piedi su una roccia, al centro dell’attività. Teneva un libro in una mano, le braccia alzate al cielo. Anche se era distante, Charity sapeva che si trattava della Bibbia. L’uomo recitava passi dal Vangelo, ma i tosatori gli prestavano scarsa attenzione, continuando a lavorare con la perseveranza di chi voleva vedere tosate tutte le pecore prima che facesse buio.

    «Accidenti, c’è tuo padre» sibilò Jenny.

    «Sì» replicò Charity con asprezza. «Phineas crede di dover portare la buona novella agli infedeli. Torniamo indietro prima che ci veda. Prenderemo la strada sulla collina.»

    «Troppo tardi.»

    La figura vestita di nero era saltata giù dal suo pulpito improvvisato e si avvicinava con lunghe falcate, gridando. Non c’era nulla da fare. Le ragazze si fermarono e attesero il suo arrivo.

    «Dove vorreste andare?»

    Fu Jenny a parlare. «Stiamo tornando a casa, Mr. Weston. Siamo state a far visita alla vecchia mamma Crawshaw, a portarle un po’ di cibo. Ora che suo figlio è partito per fare il soldato non c’è nessuno che provveda a lei e Mrs. Weston ha pensato...»

    Ma Phineas non stava ascoltando. Le guardava truce, il volto chiazzato dall’ira, mentre alzava il dito scuotendolo nella loro direzione. «Ve ne siete andate in giro per la campagna in quel modo, senza fazzoletti a coprirvi le spalle e con i capelli sciolti come, come...»

    «Faceva così caldo che ci siamo fermate a fare un bagno nella polla segreta, lungo la strada del ritorno» disse Charity, con sguardo di sfida. «Lo abbiamo già fatto altre volte.»

    «Sì, ma non siete più bambine. Avete quattordici anni e dovreste sapere che il Signore non vede di buon occhio le donne che si mettono in mostra in modo così sfacciato.»

    «Non intendevamo farci vedere da nessuno» replicò lei. «I nostri capelli saranno asciutti per quando avremo raggiunto Saltby e, in caso contrario, li nasconderemo sotto le cuffiette prima di arrivare.»

    Sebbene fosse ancora distante, Charity sentì su di sé lo sguardo furioso del padre e gli vide la saliva sulle labbra mentre lui pronunciava le parole digrignando i denti.

    «E saresti passata davanti a tutti questi uomini, proprio come una sgualdrina.»

    «No, avevamo intenzione di andare dall’altra parte...» Si interruppe quando lui percorse veloce lo spazio che li separava e l’afferrò per un polso. «Lasciatemi!»

    «Il Signore sa se ho cercato di insegnarti, senza successo, la via della rettitudine. Il bambino manifesta coi suoi atti la sua condotta e tu certamente la manifesti.»

    «Non abbiamo fatto niente di male.»

    «Vi insegno io a mostrarvi così.» Fece per afferrare Jenny, ma Charity si aggrappò alla sua manica e lo tirò via. «Scappa!» gridò all’amica. «Corri a casa. Non puoi fare nulla per me, mettiti in salvo!»

    «Sì, scappa via!» urlò Phineas, mentre la ragazza fuggiva. «Non puoi nasconderti dall’ira di Dio, Jennifer Howe. Ti denuncerò dal pulpito la prossima domenica!»

    «Oh, no, non lo farete» scattò Charity, cercando di liberarsi. «Andrete da Mr. Howe e lui vi darà tre ghinee per la parrocchia e sarà tutto finito.»

    «Osi censurarmi perché faccio l’opera del Signore?»

    Charity fece una smorfia. «Ho visto troppe volte come pochi pezzi d’argento plachino la vostra indignazione!»

    «Figlia snaturata!»

    «Noi stavamo compiendo l’opera del Signore, assistendo i poveri, che è molto più utile delle vostre prediche!»

    Phineas fece un cenno con la mano libera verso l’attività sul fiume. «La stavi usando come scusa per venire qui e gettarti su questi uomini. Conosco la tua malizia, ragazzina.» Le ficcò la mano tra i capelli e Charity urlò quando lui intensificò la stretta. «Sai di distrarre gli uomini con questa... abbondanza dorata, non è così? È vanità, ragazza, mi senti?, vanità. Dio detesta i perversi di cuore!»

    «Lasciatemi andare!»

    «Non finché non avrai visto cosa succede a coloro che si prendono gioco del Signore e dei suoi servitori.»

    Ignorando le urla della figlia, Phineas la trascinò con sé verso i tosatori, che lo guardarono circospetti, alcuni borbottarono sottovoce, ma nessuno osò protestare. Lui strattonò Charity sino al macigno su cui era stato pochi attimi prima e la costrinse a sedersi.

    «Jacob, vieni e tienila ferma.»

    «No, be’, pastore, io non...»

    Phineas si volse all’uomo con un ringhio. «Osi contraddire un servitore del Signore?»

    Jacob salì e le prese le braccia. «Mi dispiace, ragazza.»

    Lei udì a malapena il borbottio di scusa, perché stava singhiozzando. Il cuoio capelluto le bruciava dove Phineas le aveva quasi sradicato i capelli. Sentì la voce dura che tuonava: «Elias, portami le cesoie».

    «No!» Charity urlò, pianse, implorò, ma fu inutile. Sentì lo stridore delle cesoie che le tagliavano i capelli, ciocca a ciocca, mentre Phineas continuava a recitare la Bibbia.

    Fu tutto finito in pochi minuti, molti meno di quanti ne servivano a un uomo per tosare una pecora. Lei sentì la testa stranamente leggera e il calore del sole sullo scalpo, ma non si mosse. Rimase seduta ingobbita sulla roccia, gli occhi, ormai asciutti, fissavano il vuoto ai suoi piedi.

    Phineas si fece indietro. «E il Signore disse: Non risparmiare al bambino la correzione

    Le sue parole caddero nel silenzio. Gli uomini girellavano, incerti su cosa fare. L’allodola era andata via e anche le pecore avevano smesso di belare.

    Lentamente, Charity si alzò in piedi e si guardò intorno. Il cielo era ancora turchino e le colline sembravano uguali, ma era tutto diverso, come se il suo mondo si fosse inclinato e lei guardasse la scena da osservatore distaccato, indifferente. Alzò lo sguardo e lo puntò sul padre che teneva ancora le crudeli cesoie in mano. Il suo viso era rosso per la collera e il respiro affannato.

    «Ma io non sono una bambina» mormorò. «Non più. E questa è l’ultima volta che vi permetterò di mettermi un dito addosso.»

    Detto questo si voltò e andò via, lasciando i suoi capelli, le lunghe ciocche setose, ai piedi del padre, come un denso vello dorato.

    1

    Gennaio 1807

    Gli aspri venti pungenti soffiavano i fiocchi di neve di traverso sui finestrini della carrozza.

    Charity Weston provò un barlume di sollievo al pensiero che non c’erano passeggeri che viaggiavano in cima alla carrozza di posta Scarborough-York. Bassi nuvoloni neri avevano accorciato ancora di più la giornata invernale e presto il paesaggio familiare si sarebbe perso in un’oscurità più profonda di quella che regnava dentro l’abitacolo. Una bella differenza dalle luci della ribalta tra le quali trascorreva la maggior parte delle sue giornate, o meglio, delle notti.

    Si chiese cosa avrebbero pensato i suoi compagni di viaggio se avessero saputo che era un’attrice. Il contadino e la moglie forse non le avrebbero sorriso con tanta gentilezza, ma in fondo loro vedevano soltanto una signora vestita elegantemente accompagnata dalla sua cameriera.

    Era anche tornata a usare la voce morbida ed elegante, dopo aver abbandonato i toni piatti, quasi nasali, del sud che aveva assunto assieme all’altro nome, finché aveva lavorato a Londra. Nessuna sorpresa, dunque, se la credevano una signora importante. Comunque, se vivevano nella zona di Allingford, avrebbero potuto comprendere il loro errore nei mesi successivi, poiché aveva accettato l’offerta di un vecchio amico di unirsi alla sua compagnia.

    Nuova città, nuovi ruoli e nuovo pubblico. Un tempo l’idea l’avrebbe riempita di eccitazione, ma per qualche ragione non riusciva a essere entusiasta.

    Sto diventando vecchia?, si chiese. Ho ventisette anni e voglio soltanto un posto che sia mio; non gli alloggi provvisori che possiedo a Londra, ma qualcosa di più...

    Mentre la carrozza attraversava un villaggio, notò un piccolo cottage in posizione arretrata rispetto alla strada. Luci dorate splendevano dalla finestra del piano di sotto e la porta era aperta. Una donna era ritta sulla soglia, le braccia aperte ad accogliere i due bambini che le correvano incontro lungo il vialetto. Charity la vide prendere i bimbi tra le braccia e guardare l’uomo che li seguiva. Anche alla luce morente era possibile scorgere la felicità che le splendeva sul volto. Si sentì stringere forte il cuore.

    Ecco cosa voleva: una casa e una famiglia felice.

    Si rigirò nel suo posto, premendo la fronte sul vetro per guardare il cottage finché fu visibile. Era stata una scena felice, ma si trattava di un singolo attimo, e lei sapeva fin troppo bene quanto le apparenze potessero essere ingannevoli. Forse, una volta dentro, i bimbi si sarebbero nascosti dietro le gonne della madre, mentre l’uomo incombeva su di loro, con la Bibbia in una mano e il frustino nell’altra. Lui avrebbe preteso completa obbedienza e avrebbe ricompensato ogni atteggiamento di sfida con una bastonata.

    Rabbrividendo, Charity si ritrasse nel suo angolo e chiuse gli occhi, sforzandosi di reprimere i ricordi. Forse era stato un errore ritornare ad Allingford, così vicina alle sue origini.

    L’improvviso rallentamento della carrozza e le voci all’esterno fecero strillare la moglie del contadino. Charity sentì il borbottio di Betty, la sua cameriera, che le sedeva accanto.

    «Buon Dio, cosa c’è che non va?»

    «Potrebbe esserci una mucca sulla strada» replicò lei con tranquillità. Abbassò il finestrino e si sporse fuori. «No» disse, sempre con calma. «Non è una bestia. Be’, non una a quattro zampe. È un bandito.»

    Betty ansimò e la moglie del contadino iniziò a farfugliare istericamente, stringendo forte il medaglione d’argento che aveva sul petto, ma Charity provò soltanto una lieve eccitazione mentre guardava il cavaliere che, sul ciglio della strada, brandiva una pistola in direzione del conducente e della guardia.

    Nella luce tetra del crepuscolo, appariva come una figura minacciosa, col cappello ben calcato sulla fronte a mettere in ombra il volto. Era tutto nero, dal tricorno agli zoccoli del possente cavallo. Con voce rude ordinò alla guardia di mollare il fucile e di passargli il sacco postale.

    Charity sentì un colpetto sul braccio.

    «Signora, vi prego di ritornare nell’ombra» sussurrò il contadino con urgenza. «Forse, una volta che avrà la posta, non si curerà di noi.»

    Lei si ritrasse subito, ma non provò a tirare su il finestrino, per evitare che il rumore e il movimento attirassero l’attenzione dell’uomo. «La guardia non ha fatto il minimo tentativo di resistenza» mormorò.

    «Dev’essere una banda» bisbigliò Betty.

    «No, non credo.» Charity si avvicinò di nuovo al finestrino. «Vedo solo un uomo.»

    Il cavaliere smontò e raccolse il sacco della posta, gettandolo sulla sella.

    Charity si rivolse al contadino. «Di certo, voi e i due uomini a cassetta potreste aver ragione del bandito.»

    Il bifolco si ritrasse ancor di più nel suo angolo. «No, se è armato» dichiarò, con una nota di allarme.

    «Viene da questa parte» sibilò Betty. «Santo cielo!» Si aggrappò alla manica di Charity quando lo sportello fu spalancato e lo sconosciuto parlò in tono gioviale.

    «Be’, ora vediamo cos’abbiamo qui. Se non vi dispiace, scendete giù, signore e signori!»

    La moglie del contadino piagnucolò e arretrò, nascondendosi dietro al marito quando la lampada fece risplendere la pistola che veniva agitata davanti a loro. Con un piccolo verso di esasperazione, Charity scese esortando solennemente Betty a non indugiare. Gli altri due le seguirono e presto tutti e quattro furono sulla strada, nel vento invernale.

    Charity guardò a cassetta, dove il cocchiere e la guardia sedevano con le mani intrecciate sulle teste.

    «Ci sono tutti?»

    «A meno che non ci sia qualcuno nascosto dietro il sedile...» ribatté Charity, sfregandosi le mani fredde. «Se intendete rapinarci, vi prego di procedere, in modo che possiamo riprendere la nostra strada.»

    L’uomo la fissò. Ora che era più vicina a lui, poté vedere il nero di una maschera che gli copriva la parte superiore del viso. Non ci fu bisogno del lieve ansito di sgomento di Betty per comprendere che attrarre l’attenzione su di sé non era la cosa più saggia da fare.

    «E voi chi sareste, signora, per fare richieste?»

    «Non sono affari vostri.»

    «Ah, be’, signora, vi chiedo scusa, ma devo dissentire.» Fece ondeggiare la pistola. La sua voce era ancora giocosa, ma non si poteva ignorare la nota ferrea nel suo tono e il gesto minaccioso.

    Lei raddrizzò le spalle. «Sono Mrs. Weston.»

    «Ma che diavolo dite?» Lui si avvicinò e lei ebbe l’impressione di essere esaminata con attenzione. «State tornando a Beringham, allora?»

    «Non ho niente da fare a Beringham.»

    «No?»

    «No. Sto andando ad Allingford.» Esitò. «Al teatro. Sono un’attrice.» Gli tese la sua borsetta. «Ecco, se dovete rapinarci, prendetela!»

    Il suo sorriso candido lampeggiò nel buio della notte. «Non credo che lo farò. Sono d’umore caritatevole questa sera.»

    «Non ci deruberete, allora?» Il contadino strabuzzò gli occhi.

    «No. Ho deciso che non prenderò la vostra borsa, né il gingillo che è appeso al collo della vostra signora moglie. Ritornate nella carrozza... Ah, eccetto voi, signora.»

    Il cuore di Charity perse un battito quando capì che si rivolgeva a lei. Per nessun motivo avrebbe mostrato di aver paura, così disse con lodevole sicurezza: «Io non ho nulla per voi».

    «Oh, credo di sì.»

    Betty scattò in avanti gridando: «Non toccherete la mia signora!».

    Charity le prese un braccio. «Shh, Betty.»

    La pistola ondeggiò minacciosa. «Mandate la vostra cameriera in carrozza con gli altri, Mrs. Weston.»

    «Fa’ come dice, Betty.» Charity sostenne lo sguardo della cameriera e mise le mani sul capo, toccando con le dita la discreta capocchia di perla della forcina che tratteneva la sua cuffietta. «Me la sbrigo da sola.»

    Vide la comprensione negli occhi della donna che, con un grave cenno del capo, andò via, lasciandola sola col bandito.

    «Ho cambiato idea» disse lui. «Prenderò quella graziosa spilla che tenete appuntata sul cappotto.»

    Si trattava di un piccolo cammeo di scarso valore. Charity immaginò che volesse donarlo alla sua innamorata e trovò che l’idea non le piaceva, tuttavia, quando lui allungò la mano, si costrinse a restare ferma. Sentendo che armeggiava col fermaglio, sbuffò per l’esasperazione e lo allontanò. «Faccio io.» Staccò il cammeo e glielo porse. «Ecco. Ora posso andare?»

    «Non ancora, signora.»

    Si avvicinò, avviluppando Charity nella sua ombra, con la cappa del cappotto che rendeva le sue spalle incredibilmente larghe. Torreggiava su di lei, che pure era alta.

    Fu attraversata da un fremito, ma si disse che lui era solo un uomo e che nella sua professione si era trovata in molte situazioni simili. Con calma dichiarò: «Non vorrete attaccarmi qui, davanti a tutti?».

    Lui rise, facendo lampeggiare ancora il bianco dei denti. «Attaccarvi? Abbiate fede, mia cara.»

    «Io non...»

    Quelle parole vennero interrotte di colpo quando lui l’attirò a sé. Si ritrovò immobilizzata sul suo petto, con un braccio che le tratteneva le spalle come una barra di ferro. Alzò il capo per protestare e, in quel momento, lui chinò rapido la testa e la baciò.

    Appena le loro labbra si incontrarono, i sensi di Charity vacillarono. Non riusciva a muoversi mentre lui continuava a baciarla, saccheggiando la sua bocca e provocandole un’ondata di sensazioni impossibili da ignorare. La barba corta sul viso le graffiava la pelle, ma lei se ne accorse a malapena, mentre un turbinio di pensieri irrilevanti le avvolgeva la mente, come il fatto che l’uomo non odorasse di sporcizia o di cavalli.

    Notò invece una successione di aromi. Prima l’inconfondibile sentore del cuoio e della lana del cappotto; poi, quando lui l’attirò a sé, riconobbe l’odore di sapone e limone, spezie e biancheria pulita. Mentre la lingua le esplorava la bocca, Charity sentì le calde frecce di piacere che le attraversavano il corpo in profondità. Le sensazioni erano nuove e inquietanti.

    Il tempo si fermò. Lei combatteva il suo stesso desiderio di ricambiare il bacio piuttosto che liberarsi dall’abbraccio, e quando lui infine sollevò la testa si sentì stranamente delusa. Rimase tra le sue braccia, incapace di muoversi e di guardarlo in faccia. La sua vista si era abituata all’oscurità e lei riusciva a distinguere meglio i lineamenti all’ombra del cappello, la bocca sorridente e le linee decise della mascella, la fossetta sul mento, il naso aquilino e, soprattutto, quegli occhi scurissimi che baluginavano dalle fessure della maschera.

    «Mmh. Paradisiaco» mormorò il bandito.

    Charity aveva dimenticato dove si trovasse, il vento glaciale che continuava a spargere minuscoli fiocchi di neve su di loro, il fatto che lui fosse uno sconosciuto.

    Aveva scordato persino che fosse un bandito finché lui non alzò il capo e latrò un ordine al cocchiere e alla guardia. «Tenete le mani sulla testa, amici.»

    Quell’avvertimento la riportò alla realtà. Lo spinse via – in realtà lui non si mosse, fu lei a fare un passo indietro – nascondendo il tremore delle mani con vigorose scrollate alle gonne. Lanciò un’occhiata alle proprie spalle e vide che la carrozza era ancora sulla strada, i volti pallidi dei passeggeri visibili dai finestrini.

    Doveva essere passato appena un minuto, forse due, ma lei sentiva che era accaduto qualcosa di fondamentale. Si riscosse. Santo cielo, era solo un bacio, e non il primo, ma mai aveva provato una simile sensazione.

    È stata la forte emozione, si disse con durezza. La paura ti ha teso i nervi al limite e ti ha fatto vivere più intensamente l’esperienza.

    Il bandito le tendeva la mano. «Poiché mi avete pagato il pedaggio, signora, siete libera di andare.»

    Charity prese la sua mano in silenzio e si fece aiutare a rientrare in carrozza. Scorse un guizzo divertito nei suoi occhi mentre si toccava la falda del cappello con la canna della pistola per un saluto beffardo.

    Poi lui si fece indietro e guardò a cassetta. «Ora, signori miei, vi chiedo di restare seduti ancora un po’ dove siete.» Fischiò e il cavallo nero si avvicinò al trotto.

    Charity notò lo stile atletico con cui saltò in sella e galoppò via, lasciando tutti

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