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Hatha e Raja Yoga: Sviluppo del corpo e dei poteri occulti dell'uomo
Hatha e Raja Yoga: Sviluppo del corpo e dei poteri occulti dell'uomo
Hatha e Raja Yoga: Sviluppo del corpo e dei poteri occulti dell'uomo
Ebook574 pages7 hours

Hatha e Raja Yoga: Sviluppo del corpo e dei poteri occulti dell'uomo

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Lo Hatha Yoga

La concezione che solitamente gli occidentali hanno di uno yogi è quella di un uomo magro, mal nutrito, fiacco estenuato, che pensa pochissimo al cibo, che si sforza di restare il più a lungo possibile digiuno, che considera l'alimentazione una questione troppo materiale e troppo lontana dalla spiritualità alla quale tende. E' una concezione questa, tanto comune quanto sbagliata. Un vero yogi considera la nutrizione come il primo dovere verso il proprio corpo, ha cura di mantenerlo sempre debitamente nutrito e badando che la provvista di cibo nuovo e fresco sia almeno uguale alla materia eliminata e distrutta. In pratica la filosofia yoga, e lo Yoga in particolare, ci insegna che l'uomo non deve vivere per mangiare, ma mangiare per vivere. Nella scelta dell'alimentazione gli orientali non seguono una regola precisa, ma evitano di mangiare soprattutto carne di maiale e di vitello, cibi troppo cotti e troppo grassi o cucinati troppo elaboratamente. Anche la dietetica moderna tiene conto degli insegnamenti orientali e consiglia di attenersi ad un regime pressoché vegetariano, proprio per dare un'impronta più razionale al tipo di alimentazione occidentale che è caotica e piena di incoerenze L'importanza che l'acqua riveste nella filosofia Yoga è argomento di un libro già uscito in questa collana, “la cura dell'acqua” e ad essa rimandiamo il lettore. Qui vogliamo solo ricordare che nel pensiero indiano l'uso dell'acqua è considerato una dei principali fattori della salute.

Il Raja Yoga
Tutte le correnti dello Yoga hanno come fine ultimo la realizzazione dell'uomo. Yoga vuol dire unione e questa unione si realizza purificando corpo e mente per farne potenti strumenti dell'anima.
Alla nascita l'uomo è un mammifero con tutti gli istinti propri di un animale: molto spesso queste tendenze invece di venire dissolte durante la vita, sono esaltate da una mente e da un ego che si immedesimano nel contingente.
Lo Yoga afferma che ogni sofferenza è creata dalla mente. Partendo da questo presupposto, lo Yoga (e in particolare il Raja Yoga) lavora sul mentale per conoscerlo, modificarlo, purificarlo.
Quindi il Raja Yoga è quella filosofia che si occupa di modificare la vita di ciascuno, conoscendo il prodotto della mente, le vritti (parola che si può tradurre approssimativamente con "fluttuazioni", "modificazioni", "pensieri") che condizionano la nostra vita.
Gli antichi rishi affermavano che "La potenza del pensiero muta la propria vita. L'uomo semina un pensiero e raccoglie un'azione; semina un'azione e raccoglie un'abitudine; semina un'abitudine e raccoglie un carattere; semina un carattere e raccoglie un destino".
Il sistema del Raja Yoga è stato codificato dal saggio Patanjali, che negli Yogasutra, ha indicato il percorso da seguire per liberarsi dalla sofferenza e dalla schiavitù della mente, suddividendolo in otto tappe.
In questo testo, unico nel suo genere, per completezza e praticità, l'Autore, di fama mondiale, fornisce al lettore regole ed esercizi per sviluppare grandemente i propri poteri mentali ed avere risultati assolutamente inaspettati.
LanguageItaliano
PublisherStargatebook
Release dateDec 18, 2020
ISBN9791220239554
Hatha e Raja Yoga: Sviluppo del corpo e dei poteri occulti dell'uomo
Author

Yogi Ramacharaka

Yogi Ramacharaka is a pseudonym of William Walker Atkinson (1862 – 1932), who was a noted occultist and pioneer of the New Thought Movement. He wrote extensively throughout his lifetime, often using various pseudonyms. He is widely credited with writing The Kybalion and was the founder of the Yogi Publication Society.

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    Hatha e Raja Yoga - Yogi Ramacharaka

    (AFFERMAZIONE)

    yogi ramacharaka

    Hatha e Raja yoga

    Sviluppo del corpo e dei poteri occulti dell’uomo

    Tutti i diritti di Traduzione sono riservati – David De Angelis 2020

    hatha yoga

    L’arte di star bene – volume primo

    prefazione

    La meta di ogni disciplina yoga è essenziali mente quella di porre delle condizioni per cui si possa giungere all'Unità col Supremo, unità con l'essere supremo, con la coscienza del Supremo e con la beatitudine del Supremo, e ciò non è realizzabile se non ci si eleva ad un livello e a una intensità di coscienza più alti di quelli che appartengono alla nostra mentalità comune.

    Il principio dello Hatha Yoga si fonda sull'intima relazione esistente fra corpo e anima. Il corpo non è visto come l'involucro che contiene l'anima, non è considerato solamente una volgare massa di materia che vive, ma è il ponte mistico fra l'essere spirituale e l'essere fisico; contiene il doppio segreto della schiavitù e della liberazione, della debolezza animale e del potere divino, dell'oscurità mentale e dell'anima e della loro illuminazione, della soggezione al dolore e ai limiti e della padronanza di sè, della morte e dell'immortalità.

    Bisogna però tener presente che lo Hatha Yoga, pur parlando sempre del corpo fisico e pur facendone la base delle sue pratiche, non lo vede con l'occhio del clinico, del patologo e dell'anatomista, ma ne parla con un linguaggio che è sempre riferito a ciò che si trova dietro il sistema fisico. Per essere più chiari, lo Hatha Yoga può essere così definito: un sistema potente, che attraverso determinati procedimenti scientifici, dà all'anima del corpo Fisico il potere, la luce, la purezza, la libertà e tutta la gamma delle esperienze spirituali superiori che le sarebbero naturalmente accessibili se vivesse, qui sulla terra, in un corpo sottile e in un veicolo causale sviluppato, come dice Sri Aurobindo nella sua Sintesi dello Yoga.

    Né deve meravigliare che si sia parlato di procedimenti scientifici per ottenere gli stati di coscienza superiore, l'occidente ha sempre considerato scienza unicamente e solo lo studio di quegli aspetti analizzabili e catalogabili con mezzi matematici o sensoriali. Ciò comporta la misconoscenza o il rifiuto di osservare e studiare quei fenomeni che apparentemente non ci colpiscono sul piano puramente fisico. Per gli orientali, al contrario, è scienza ed è scientifico lo studio e la ricerca di tutto ciò che l'uomo non sa spiegare, sia esso un fatto visibile o no, sensoriale o no.

    Ma non è questo l'argomento che ci interessa, anche se potrebbe essere oggetto di uno studio quanto mai interessante. Il libro che presentiamo offre al lettore occidentale una visione totalmente nuova del corpo umano e delle sue funzioni. Il corpo non viene inteso come un• ostacolo al ricongiungimento con Dio, teoria propria del cattolicesimo, ma come un mezzo che, se opportunamente sviluppato e controllato, può aiutarci ad anticipare questo ricongiungimento.

    In occidente si è sempre avuta una visione del corpo umano rispondente al bisogno del contesto storico del momento; per i romani era una organizzazione di organi e di muscoli da educare alle fatiche ginniche e alla guerra, per i monaci medievali era una massa di materia organica da umiliare; durante il Rinascimento era concettualmente il mezzo per ottenere il massimo del godimento terreno, nei secoli del furore religioso e dell'Inquisizione era l'involucro che conteneva l'alito demoniaco dei piaceri carnali e il soffio divino dell'estasi mistica; nel secolo dei lumi fu considerato l'oggetto di valutazioni puramente estetiche, nel secolo che ci precede vi fu l'enorme sviluppo della medicina, che portò a considerare il corpo come una serie di reazioni fisiche e chimiche; ai giorni nostri, il campo di studio, grazie alla psicoanalisi, è stato spostato sull'anima e il corpo è diventato quasi secondario. L'ideale odierno di bellezza è un corpo asessuato, esile, androgino. Ciò è comprensibile se si pensa che l'interesse dell'uomo moderno è più rivolto all'anima, alle sue motivazioni, ai suoi segreti che non al corpo e ai suoi bisogni.

    In oriente questa altalena di valutazioni, questa serie di azioni e di reazioni, questo spostamento ciclico e ricorrente di valori non si è verificato in quanto gli orientali hanno sempre considerato il corpo umano come l'involucro che ostacola e cerca di impedire il ricongiugimento dell'anima con l'essere Supremo. Da questa presa di coscienza, da questa visione di una realtà deriva il bisogno e la volontà di usare quanto più sia possibile questo ostacolo per il raggiungimento di uno stato di coscienza superiore che possa anticipare la simbiosi col Supremo. Da ciò deriva anche l'espressione procedimento scientifico applicato ad una gamma di pratiche che per l'occidentale è difficoltoso accettare come scientifiche.

    Secondo la concezione hathayogica un corpo sarà più o meno efficiente in maniera direttamente proporzionale alla forza pranica che avrà assorbito.

    Questa energia trascendente, presente in tutte le espressioni dell'universo e della natura, può essere immagazzinata dal corpo con vari metodi; attraverso una oculata nutrizione con degli esercizi specifici, con una respirazione corretta. Ma è essenziale che alla base di ogni attività fisica vi sia una stretta correlazione spirituale e un'attitudine mentale che permetta di captare e recepire questa energia vitale.

    Il detto latino mens sana in corpore sano era alla base dell'igiene mentale ed è ancora valido allo stesso modo. Gli orientali dicono che in un corpo sano alberga un'anima che è più facilmente elevabile ai piani superiori di esistenza e di coscienza; ed anche questo è ancora valido. Da tale principio parte l'autore del volume per illustrarci le varie funzioni dell'organismo e la maniera corretta per attuarle con il minimo sforzo e traendone il maggior vantaggio. Al lettore superficiale potrà dare l'impressione di essere un manuale di fisiologia o di anatomia, ma dovrà ricredersi se analizzerà un pò più profondamente quanto viene esposto.

    In effetti quando viene trattata la funzione della masticazione per facilitare la digestione e l'assimilazione dei cibi, tutto viene sempre riferito in base al prana che si ricava da questa funzione. Masticare il più a lungo possibile, il cibo, sminuzzarlo e triturarlo a lungo significa liberare quanto più possibile la forza pranica contenuta negli alimenti e ottenere così un doppio effetto: quello di assorbire attraverso le terminazioni nervose della bocca l'energia pranica e di ottenere un cibo bene insalivato e sminuzzato che sarà molto più facilmente digeribile e assimilabile dallo stomaco.

    L'importanza che la nutrizione e l'alimentazione riveste nella pratica hathayogica è basata anche sul dato di fatto che il sangue e la linfa che circolano nel nostro corpo sono il prodotto stesso della nostra alimentazione. Se soddisferemo i nostri appetiti senza curarci di come e di cosa mangiamo, otterremo un sangue scarso e povero; ma se faremo una selezione accurata dei cibi che ci devono nutrire otterremo un sangue forte e ricco.

    La concezione che solitamente gli occidentali hanno di uno yogi è quella di un uomo magro, mal nutrito, fiacco estenuato, che pensa pochissimo al cibo, che si sforza di restare il più a lungo possibile digiuno, che considera l'alimentazione una questione troppo materiale e troppo lontana dalla spiritualità alla quale tende. E' una concezione questa, tanto comune quanto sbagliata. Un vero yogi considera la nutrizione come il primo dovere verso il proprio corpo, ha cura di mantenerlo sempre debitamente nutrito e badando che la provvista di cibo nuovo e fresco sia almeno uguale alla materia eliminata e distrutta. In pratica la filosofia yoga, e lo Yoga in particolare, ci insegna che l'uomo non deve vivere per mangiare, ma mangiare per vivere.

    Nella scelta dell'alimentazione gli orientali non seguono una regola precisa, ma evitano di mangiare soprattutto carne di maiale e di vitello, cibi troppo cotti e troppo grassi o cucinati troppo elaboratamente. Anche la dietetica moderna tiene conto degli insegnamenti orientali e consiglia di attenersi ad un regime pressocché vegetariano, proprio per dare un'impronta più razionale al tipo di alimentazione occidentale che è caotica e piena di incoerenze.

    L'importanza che l'acqua riveste nella filosofia Yoga è argomento di un libro già uscito in questa collana, la cura dell'acqua e ad essa rimandiamo il lettore. Qui vogliamo solo ricordare che nel pensiero indiano l'uso dell'acqua è considerato una dei principali fattori della salute. Ciò è dovuto anche al fatto che, essendo l'India un paese tropicale, è chiaro che per norma igienica fosse consigliabile un'abbondante uso delle abluzioni e del bagno in acqua corrente, allo stesso modo delle motivazioni di base, ugualmente di tipo igienico, che vietano ai maomettani di cibarsi d carni suine.

    IL VERO SIGNIFICATO DELLO HATHA YOGA

    Le principali e maggiormente note scuole di dottrina voga, ognuna delle quali si occupa di un particolare aspetto dell'attività umana, sono:

    1) Hathayoga; 2) Rijayoga; 3) karmayoga; 4) Jnanayoga.

    Il presente volume si occupa esclusivamente dello Hathayoga. Per le altre dottrine yoga, Si possono consultare i seguenti testi, sempre dello stesso autore: Quattordici Lezioni di Filosofia Yoga; Corso Superiore di filosofia Yoga; Rajayoga; Jnanayoga: Suprema Sapienza: Cristianesimo mistico: Filosofie e Religioni dell'India, l'Arte di Guarire con mezzi psichici; Respirazione e salute; La Cura dell'acqua: La vita dopo la morte: Bhagavad Gita.

    La scuola yoga che si occupa dell'organismo umano della sua salute fisica, energia, benessere, di come provvedere e curarlo e di quali metodi seguire, che prevengano il manifestarsi di tante malattie, é la scuola della dottrina Hathayoga.

    Hathayoga insegna a vivere secondo natura. Anche in occidente molti sostengono la necessità di un ritorno alla natura. Ma lo yogi indiano è sempre vissuto nella natura, parte della stessa, guidato dalle sue leggi. Mai le esteriori artificiosità

    della cosiddetta vita civile Io hanno attratto, allontanandolo dal vero sentiero. Quindi, per lo yogi, non si può parlare di un ritorno alla natura; mentre i popoli civili della nostra epoca sono arrivati al limite estremo di dimenticare persino il nome e l'esistenza della natura.

    Lo yogi rimane intimamente inattaccabile dalle usanze civili e dagli impulsi di ambizione sociale. Anzi, sorride di questo, riguardandolo come un gioco infantile, perché è sempre vissuto nella natura senza dimenticare mai di farne parte, esserne una parte, e da lei traendo il proprio cibo, ogni calore e protezione.

    Hathayoga significa prima di tutto natura; in secondo luogo natura; in ultimo luogo natura.

    Se dobbiamo scegliere avendo di fronte tutta una serie di metodi, di ipotesi e di teorie, non facciamo che domandarci quale è la via della natura e solo verso tale via ci dirigiamo, scegliendo per lo meno quello, di tali metodi, chi più si accosti alle esigenze naturali.

    Il mondo occidentale è sommerso da un infinito numero di metodi, teorie, studi, indagini e dottrine intorno alla salute. I nostri giovani lettori si troveranno bene solo se, di fronte a tanto materiale, sapranno riconoscere e seguire le teorie aderenti alla natura stessa.

    Un esempio: se vi consigliano di evitare ogni contatto con la terra, per non perdere il vostro magnetismo, usando scarpe con suole e tacchi di gomma e letti isolati da piedi di vetro, domandatevi cosa ne pensa di tutto ciò la natura, se è possibile che la nostra madre terra assorba quel magnetismo che proprio la medesima terra ci ha donato.

    La risposta della natura verrà immediata, basta che osserviate le sue leggi e regole, per scoprire se nei suoi disegni rientra la costruzione e l'uso delle suole di gomma e di letti con piedi di vetro. Basta che vi poniate accanto a persone cariche di notevole potenza magnetica, persone molto vitali, per scoprire come in realtà si comportano. E come vivono i popoli più robusti del nostro pianeta? Sdraiatevi sull'erba, notando se ve ne rialzerete indeboliti, o se invece, per vostro impulso naturale, siete attirato verso quanto è terra, verso il grembo della vostra madre, sdraiandovi su mucchi di fieno. Ogni bambino prova il desiderio spontaneo di correre scalzo, togliendosi con sollievo le scarpe e giocare così, correndo sul terreno, buon conduttore di magnetismo.

    La terra è carica di magnetismo, quanto una batteria gigantesca; e desidera ansiosamente di trasmetterlo a ogni uomo. E non possiede né la capacità né tantomeno il bisogno di sottrarne ai suoi figli. La più elementare esperienza di ordine naturale ci dimostra questo fatto, come pure che tanta parte del nostro magnetismo ci viene dalla terra. Arriveranno, i nostri moderni profeti, a sentenziare che l'aria sottrae prana agli uomini: il prana, questo elemento di energia vitale e nervosa di cui l'aria è densa, pronta a trasmetterlo a noi, che possiamo assorbirlo respirando in modo corretto. L'autore ha trattato a fondo tale argomento nella sua Respirazione e Salute.

    In breve, seguite tale metodo di indagine, ogni qualvolta vi troverete di fronte a teorie sulla salute, comprese naturalmente le nostre; e se non aderiscono alle vie della natura, rifiutatele: in tal modo non potrete sbagliare mai. La natura ci è amica, non avversa, e nella sua grande saggezza conosce quanto vi porta beneficio.

    Tutte le rimanenti scuole della filosofia yoga sono state esaminate e i volumi in cui tali argomenti vengono affrontati sono numerosi e profondi. Invece, per quanto riguarda lo Hathayoga, molti autori ne hanno sorvolato la dottrina, accennandovi brevemente.

    Pensiamo dipenda soprattutto dal fatto che in India vive una setta di rozzi mendicanti, fachiri della specie più abietta, che si spacciano per hathayogi, anche se non conoscono neppure superficialmente le teorie basilari di tale ramo della dottrina yoga. Tali fachiri, riescono, con un allenamento che chiunque può fare, a dominare alcuni dei muscoli involontari del proprio corpo; ma basta spendere tempo e pazienza, sacrificandosi quel tanto necessario, e ognuno di noi ha la possibilità di raggiungere gli stessi risultati. Raggiunto tale controllo, si esibiscono in esercizi particolari di abilità, di fronte ai turisti occidentali, attenti e disgustati al tempo stesso. In fondo l'atteggiamento di questi fachiri è simile a quello dei saltimbanchi in occidente, che si esibiscono a pagamento nei padiglioni dei circhi. Anche i fachiri, come i giocolieri, meritano di essere pagati: da un punto di vista di pura curiosità, alcune loro prove sono straordinarie.

    I fachiri, secondo quanto ci hanno raccontato, sono orgogliosi di tutto quanto hanno imparato esercitandosi assiduamente. Una delle loro esibizioni consiste nel dimostrare che sanno invertire completamente la normale funzione peristaltica degli intestini e il movimento di deglutizione della gola, in modo che, dominando i 'muscoli involontari, quanto è ormai arrivato al colon risale sino alla gola e a questo punto viene vomitato. Fatto interessante, se guardato con occhi di scienziato o medico, ma di per sé è disgustoso e indegno di ogni essere dotato di ragione. D'altra parte, tutte le esibizioni di tali falsi hathayogi sono molto simili a quella che, con ripugnanza, vi abbiamo descritto. Non si preoccupano mai di impegnarsi 'in esercizi interessanti e anche solo minimamente utili per quanti desiderano seriamente di essere sani, normali e di vivere secondo natura. Sono quindi o rozzi pagliacci o fanatici settari. Quando si esibiscono per danaro, assomigliano a quei mendicanti che in America e in genere in Europa mostrano ai passanti, nelle grandi città, infermità fittizie o lesioni che si sono procurate appositamente per suscitare pietà e strappare loro una elemosina. Il passante deve cercare di dare la sua moneta guardando altrove per non provare disgusto.

    In India, molti fanatici settari che si vogliono chiamare arbitrariamente yogi non si lavano mai, adducendo motivi religiosi; siedono a braccia levate sino a che tali loro organi non si atrofizzano completamente; rimangono ininterrottamente con i pugni chiusi, sinché le unghie, crescendo, perforano le loro mani; siedono immobili, lasciando gli uccelli nidificare nei loro capelli compiono infinite altre originalità simili, perché le folle ignoranti superstiziose li considerino dei santoni. Ma i veri yogi, che considerano lo Hathayoga una scuola importante della dottrina voga, stimandone l'insegnamento, in quanto tende a fai- raggiungere la salute del corpo sino a che diventi uno strumento perfetto di azione e il tempio sacro in cui lo spirito poi, dimorare, non possono che sentire pietà e compassione per i fachiri.

    Scopo della nostra presente opera è l'esposizione, in modo semplice e chiaro, dei principi basilari dello Hatha yoga, e del metodo yogi di vita fisiologica. Abbiamo cercato di spiegare dettagliatamente ogni esempio citato. Abbiamo preso le mosse dalla fisiologia occidentale, insegnando, con termini occidentali, quali sono le varie funzioni degli organi del corpo umano. Abbiamo in seguito indicato le leggi e i metodi naturali, che ognuno deve tentare, per quanto gli è possibile, di seguire. Tuttavia il nostro non è un manuale di medicina; non consiglia ricette di medicine specifiche; non spiega come curare le malattie. Qui troverete esclusivamente dei buoni consigli per ritornare a una vita secondo natura. Perché nostro ideale è una umanità sana; è di aiutare tutti a ritrovare i metodi naturali, troppo spesso oggi misconosciuti. Siamo convinti che un uomo sano agisce sempre in modo positivo per la propria salute. Di conseguenza, se un malato segue lo stesso metodo naturale secondo cui vive l'uomo sano, guarirà spontaneamente. La dottrina dello Hathayoga non fa che insegnare come vivere in modo sano, normale, secondo natura. Tutti non potranno se non trarre giovamento da tale dottrina, seguendone i dettami, che tendono tutti a riscoprire la natura, riconducendo verso le sue leggi quanti vivono in modo anormale e artificioso.

    E' il nostro, un libro estremamente semplice. Ne rimarranno delusi solo quelli che immaginavano di trovarvi descritte le esibizioni funamboliche dei fachiri e tutte le istruzioni necessarie per apprenderne l'arte.

    Non leggeteci, se avete queste idee, perché non vi insegneremo mai in quale modo imparare posizioni o asana differenti; non vi insegneremo a pulire i vostri intestini con dei panni che vi passino dentro come fanno i fachiri, ponendosi contro ogni principio naturale; non imparerete, leggendoci, a fermare i battiti del vostro cuore, e nessun altro modo di giocare con i vostri organi interni. Vi insegneremo a controllare tutti i vostri organi, a comandare a quelli ribelli di tornare a funzionare, a controllare tutti i vostri muscoli involontari, esclusivamente per rendervi capaci di vivere in modo sano, non certo per fare di voi dei saltimbanchi o ciarlatani.

    Piuttosto che soffermarci a descrivere le varie malattie, preferiamo, ritenendolo molto più utile, osservare il comportamento dell'uomo sano, in modo che voi possiate scoprire come agisce e perché è sano. Osservatelo voi stessi con attenzione, perché, se desiderate condividere la sua buona salute, dovete vivere esattamente come vivono loro. Consigliarvi in questo senso è tutto o quasi tutto quanto è possibile fare in vostro favore: per il resto, dovete essere voi ad agire.

    Nei capitoli seguenti vi spiegheremo per quali motivi gli yogi hanno tanta cura del proprio corpo. Vi porteremo a conoscere la base dottrinale su cui si fonda lo Hathayoga: la fede nell'intelligenza infinita, che si manifesta in ogni forma vitale; la fede che la grande energia vitale ci guida e anima; la fiducia che, affidandoci a questo infinito principio, lasciandolo agire liberamente in noi, il nostro corpo avrà tutti i benefici, rifiorendo. Se ci leggerete con impegno e attenzione, accoglierete in voi il messaggio che abbiamo il compito di trasmettervi.

    Infine, per rispondere alla domanda del titolo di questo nostro capitolo: Il vero significato dello Hatha Yoga, vi diciamo di leggere tutto il presente volume, sino alla fine. Capirete così la dottrina Hatha yoga. E per comprenderla pienamente, non dovete che seguire le regole che vi diamo: potrete così incominciare in modo positivo e percorrere quella via lungo la quale troverete quanto domandate di sapere.

    IL CORPO NON E' IL VERO IO

    La filosofia yoga sembrerebbe in sé contraddittoria, almeno agli occhi di un lettore frettoloso e superficiale, perché da un lato sostiene che l'organismo umano è materiale e non ha valore, se rapportato all'essenza intima, più evoluta, dell'uomo; ma dall'altro lato, contemporaneamente, educando i giovani, dà grande importanza al fisico, fornisce loro istruzioni particolareggiate perché curino assiduamente il proprio corpo, lo nutrano, eseguano esercizi e controlli, in modo da svilupparlo in modo perfetto.

    Alcuni turisti occidentali hanno notato con quanta cura gli yogi indiani seguono ogni funzione fisiologica del proprio organismo, con quanta attenzione e quanto tempo vi dedicano, e ne hanno dedotto che la dottrina dello yoga non è che una forma orientale di ginnastica, a volte più complessa, tuttavia sempre un metodo pratico, che non nasconde in sé nulla che sia spirituale. Così capita sempre quando ci si ferma alle apparenze, senza approfondire le manifestazioni che abbiamo di fronte.

    Riteniamo che non sia necessario spiegare ai nostri giovani perché gli yogi curano tanto il proprio corpo e non sentiamo nessun bisogno impellente di raccontare il perché di questo nostro scritto, che si propone di insegnare agli studiosi dello yoga come curare e sviluppare scientificamente il loro corpo fisico.

    Vi abbiamo già detto che l'uomo non coincide, nella sua vera realtà, con il proprio corpo, secondo gli yogi. L'io immortale, di cui ogni uomo è più o meno consapevole, non è il corpo, che l'io adopera come abitazione, anzi, meglio ancora, come un comodo vestito che di volta in volta viene lasciato dalli; spirito, nelle sue differenti vite, per poi esserne di nuovo animato. Gli yogi non si lasciano ingannare, sanno cosa è realmente il corpo e non lo confondono con il reale essere umano. Ma non dimenticano mai che il corpo è il mezzo usato dallo spirito per manifestarsi, sanno che il corpo è lo strumento per cui lo spirito può agire. E' necessario che in questo stadio peculiare di evoluzione, l'essenza reale dell'uomo si incarni, per manifestarsi e devolversi pienamente. Il corpo è il tempio dello spirito: ne consegue che il curare e perfezionare il corpo è degno, anzi necessario, quanto la cura di una delle attività più elevate dello spirito umano. Se l'organismo è debole, ammalato o sviluppato male neppure la mente riesce a svolgere appieno la propria funzione: e tale strumento imperfetto non può essere utilizzato a fondo dallo spirito a cui il corpo appartiene.

    Ma la dottrina yoga non si accontenta di questo traguardo, anzi ripete insistentemente che il corpo deve assoggettarsi in tutto e per tutto alla mente; che lo strumento deve affinarsi sempre di più, tanto da poter aderire alla mano del padrone, seguendone docile ogni comando.

    Ma solo se curiamo assiduamente il nostro corpo, solo se lo nutriamo convenientemente e lo educhiamo sviluppandone gli organi, possiamo portarlo a un livello realmente elevato. A tale livello, il corpo deve essere, prima di tutto, forte e sano. Sapendo tutto ciò, gli yogi curano con impegno il loro fisico. E' per questo che quanto potrebbe sembrare solo il sistema orientale di cultura fisica, è in realtà parte della dottrina yoga detta Hathayoga.

    In occidente chi ha passione della ginnastica e degli sports li pratica, sviluppando il proprio corpo per amore del corpo stesso e in genere è convinto che tale suo organismo fisico sia il suo vero io. Lo yogi, invece, segue e intensifica lo sviluppo del proprio corpo con la consapevolezza che è solo frumento della sua più intima essenza reale ed esclusivamente allo scopo di renderlo strumento perfetto, in modo che l'anima possa servirsene nel suo tentativo di elevazione.

    E mentre l'atleta rimane soddisfatto dagli esercizi meccanici che tendono a sviluppare i suoi muscoli, il discepolo yogi impegna anche la propria mente in ogni esercizio, in modo da sviluppare e perfezionare non solo i muscoli e le membra, ma ogni organo, ogni cellula, ogni atomo. E non basta; perché riesce man mano a raggiungere il controllo di tutto il proprio organismo, riesce a comandare non solo al proprio sistema volontario, ma persino a quello involontario, ignorato totalmente da quasi tutti gli atleti occidentali.

    Noi ci siamo proposti di presentare al lettore occidentale il metodo seguito dalle scuole yogi per sviluppare e curare il corpo fisico. Siamo certi che quanti seguiranno le nostre istruzioni assiduamente e con impegno, verranno ricompensati ampiamente per il tempo impiegato e per la fatica, dai risultati che otterranno in breve. Comprenderanno cosa significa dominare in pieno un corpo sviluppato splendidamente. Si sentiranno felici e orgogliosi di tale corpo, come un genio del violino si sente orgoglioso del suo Stradivario, che risponde al tocco del suo arco quasi con intelligenza umana; come l'inventore di una macchina perfetta se ne sente orgoglioso, consapevole che potrà, usandola, rendersi utile agli uomini di tutto il mondo.

    IL CAPOLAVORO DELLA DIVINA INTELLIGENZA

    Per la filosofia voga, ogni singolo individuo riceve da dio il proprio corpo, o meccanismo organico, a seconda delle proprie necessità; dio lo mette anche in condizione di mantenere sano questo corpo o guarirlo, se è stato tanto trascurato da ammalarsi. Il corpo quindi, per ogni volti, è l'opera d'arte di una infinita mente intelligente. E lo ritiene simile a una macchina perfetta, in piena efficienza, la cui perfezione testimonia la infinita saggezza del costruttore. Quindi, il corpo ci viene dato da una grande intelligenza: ma questa stessa mente divina lo usa anche quale suo strumento, agendo per mezzo dei suoi organi. Per questo, ogni uomo riuscirà a mantenersi pieno di salute e di energia, quanto più si abbandona a questa legge divina e ne asseconda l'azione. Viene invece colpito sia nel corpo che nel proprio interiore equilibrio, ogniqualvolta si oppone alla mente divina e alla sua legge. Secondo la dottrina voga, è assurdo ritenere che la medesima suprema intelligenza che ha donato la vita a ogni uomo, lo lasci indifeso e solo nel mondo ad affrontare il suo destino: in realtà, l'intelligenza divina guida e sorregge tutte le funzioni del corpo, sia nel loro complesso che prese singolarmente. Non dobbiamo, quindi, temerla o diffidarne: la nostra fiducia in lei deve essere illimitata.

    L'infinita intelligenza si manifesta a noi come natura o essenza vitale e, come una madre premurosa, si tiene di continuo pronta a prevenire o curare ferite, ossa rotte, eliminare le scorie accumulate nell'organismo, provvedere insomma in mille altri modi che il meccanismo sia sempre efficiente e in ordine. Se delle sostanze nocive entrano nell'organismo rimanendovi per incuria nostra, è la natura che si incarica di espellerle, ricorrendo molto spesso a reazioni che noi chiamiamo e riteniamo siano malattie, ma in realtà sono benefiche per noi.

    Ora vediamo cosa è in realtà il nostro corpo: immaginiamo uno spirito che per riuscire a manifestare una fase della propria esistenza abbia bisogno di uno strumento, una macchina in cui entrare e manovrare, e ne vada in cerca. Per gli occultisti è ovvio il fatto che l'anima ha bisogno di incarnarsi per esprimere i suoi modi di essere, per evolverli. Ricerchiamo ora di quale corpo o strumento abbia bisogno l'anima e vediamo se la natura le procura quanto le è necessario.

    Prima di tutto lo spirito ha la necessità di uno strumento organico per pensare: questi deve essere simile a un centro radiofonico saggiamente organizzato da cui si possano dirigere una per una le azioni dei vari organi vitali. In effetti la natura dona allo spirito uno strumento perfetto di pensiero: il cervello umano, di cui conosciamo solo in modo imperfetto e limitato tutte le possibilità. Solo una minima sezione dell'intero cervello viene usata dall'uomo in questa nostra attuale tappa dell'evolverci. E quanto non sappiamo ancora adoperare, è in attesa dell'ulteriore evoluzione della specie.

    Ma l'anima ha pure bisogno di organi capaci di raccogliere, registrandole, tutte le infinite sensazioni che provengono dal mondo esterno. Per questo la natura ha dato all'anima occhi, orecchie, naso, pupille gustative e i nervi che trasmettono le sensazioni e ci fanno sentire, in modo consapevole. Ma abbiamo la possibilità di altri organi sensori, che la natura ha in serbo per noi e ce li donerà non appena la nostra specie si sarà abbastanza evoluta da sentirne la necessità.

    La centrale del pensiero o cervello, deve essere collegata a ogni altro organo del corpo: per questo la natura ci ha fornito del sistema dei nervi, quasi fili conduttori per cui mezzo il cervello può trasmettere istruzioni a ogni parte dell'organismo, inviando comandi sia agli organi che a ogni singola cellula, facendo pressione perché tali comandi vengano seguiti immediatamente. Reciprocamente, ogni parte del corpo invia messaggi a velocità telegrafica al cervello, per chiedergli aiuto in caso di pericolo, lamentarsi ecc. ecc.

    Procedendo nella nostra indagine, troviamo che il corpo deve muoversi, dato che ha superate le ereditarietà ricevute dalle forme vegetali di vita; e per muoversi ha bisogno di mezzi adatti. Non solo, ma ha la necessità di prendere cose e tenerle, per usarle a proprio vantaggio. La natura interviene a provvedere il corpo di membra, muscoli e tendini. E siccome sa che ha bisogno di proteggersi dagli urti, avere forza e stabilità fisica, equilibrio e appoggio, gli dona lo scheletro o struttura ossea, meraviglioso aggregato meccanico degno di indagine e studio.

    Per mettersi in comunicazione con le altre anime incarnate, l'anima ottiene dalla natura gli organi vocali e l'udito, mezzi appunto di comunicazione.

    Ogni organismo vivente ha bisogno di continue riparazioni, magari minime, di materiale per ricostituirsi e costruirsi, per rendere più robusto ogni suo organo. Non solo, ma i materiali di scarto e inutili debbono essere eliminati per non intossicare il corpo, debbono essere bruciati ed espulsi. Il sangue pieno di vita, energia, fluisce per mezzo di vene e arterie, per tutte le membra rianimandole; mentre i polmoni ossidano e bruciano le materie di scarto.

    Ma non bastano i materiali interni: per riparare e costruire sono necessari materiali presi dal mondo esterno. La natura dà per questo al corpo la possibilità e capacità di mangiare alimenti vari di digerirli estraendone elementi nutritivi, di trasformarli in energia e sostanza che l'organismo assorbe, mentre espelle le scorie.

    Infine, la natura dona al corpo gli organi della riproduzione, in modo che possa permettere ad altre anime di incarnarsi.

    Esaminiamo ora il meraviglioso organismo umano nelle sue varie azioni: ne trarremo giovamento, perché da tale indagine deriva la consapevolezza sempre più profonda dell'esistere di una infinita intelligenza insita nella natura o infinito principio vitale in pieno agire. Questa intelligenza non è cieco destino o casualità, anzi è la manifestazione di una intelligenza potente.

    Da tale nostra consapevolezza deriverà pure la fiducia in questa infinita intelligenza: crederemo che il principio che ci ha donato l'esistere ci sosterrà sempre durante tutto il corso della nostra vita; l'essere infinito che ci ha guidati in passato, continua la sua opera oggi e la proseguirà costantemente in futuro.

    Grandi benefici verranno a noi se ci abbandoneremo fiduciosi al gran principio vitale, che influisce su di noi. Mentre non raccoglieremo se non sofferenza, se lo temiamo o ne diffidiamo, se ci rifiutiamo a lui.

    L'ENERGIA VITALE

    E' comune errore considerare le malattie quasi fossero una entità individua, qualcosa di reale, un accanito avversario della nostra salute. In realtà, lo stato naturale dell'uomo è la salute: la malattia non è che assenza di tale salute. Se noi seguissimo sempre le leggi naturali, non cadremmo mai ammalati. Invece le violiamo continuamente, per cui ci troviamo in condizioni anormali, manifestandosi ben presto dei sintomi, a cui diamo il nome di malattia. Il risultato di tutti i tentativi compiuti dalla natura per eliminare e distruggere tale condizione anormale e ristabilire la salute perduta, non è altro che quanto noi denominiamo malattia, considerandola e parlandone di continuo come di una entità ben precisa. In effetti, basta esaminare il nostro modo di esprimerci in caso di malattia, per provare quanto affermato: ripetiamo che la malattia ci assale, che si localizza in uno dei nostri organi, che segue il suo corso, che è particolarmente maligna, che è benigna, che resiste persistendo a tutte le cure, che si arrende con facilità ecc. Insomma, ne parliamo proprio come fosse una entità con un suo preciso carattere, suoi peculiari atteggiamenti e qualità vitali. E' per noi un essere che prende possesso del nostro corpo e lo distrugge, usando i suoi numerosi poteri. Ne parliamo quasi fosse un lupo entrato a forza in un ovile, una donnola insinuatasi in un pollaio, un topo che è riuscito ad arrivare al granaio, in breve, ci appare come un animale nocivo che noi dobbiamo uccidere a tutti i costi, o per lo meno terrorizzarlo, tanto da farlo fuggire per sempre.

    Il nostro corpo vive secondo regole e leggi stabilite chiaramente; esegue il suo sviluppo lentamente, evolvendosi sino al massimo delle proprie possibilità; a questo punto ha inizio il suo lento declinare, sino a che non arriva il momento in cui deve essere gettato via come un abito usato tanto da essere logoro, mentre lo spirito prosegue, successivamente in altri corpi, il suo ulteriore evolversi. E tutto ciò accade perché la natura non è incostante; di lei possiamo fidarci: mai pretende che si abbandoni il corpo, se non si è ancora raggiunta la piena maturità e vecchiaia. Chi segue la dottrina yoga, sa bene che se fin dalla prima età venissero osservate le leggi naturali, la morte per malattia di un ragazzo o di un uomo di media età, sarebbe eccezionale, quanto la morte per un incidente.

    Ma anche se noi perseveriamo nel vivere in modo contrario a ogni retta legge di natura, pure abbiamo in noi, nel nostro organismo, una grande potenza, l'energia vitale, che si adopera per noi di continuo e nel modo migliore possibile. Se esaminiamo in profondità quanto riteniamo malanno, ci accorgiamo che molte manifestazioni che rientrano sotto tale categoria non sono in realtà che estreme difese della nostra energia vitale, sono tentativi estremi di cura. Scopriamo perciò che il proponimento che anima quelle manifestazioni, non è di arrecarci danno o distruggerci, anzi è di darci forza: è tutto il nostro organismo vitale che tenta di ricostituirsi. Le nostre condizioni sono anomale, per questo la reazione deve essere forzatamente anomala; l'energia vitale tende con tutta la forza di cui è capace, a ristabilire delle condizioni organiche normali.

    Esiste un principio o norma che si manifesta ovunque vivono esseri animati: è il principio basilare, primo, dell'energia vitale, cioè il principio della conservazione. Per lui i sessi opposti vengono attirati l'uno verso l'altro; per lui l'embrione e il nascituro possono nutrirsi; per lui le madri sopportano i dolori del parto e insieme i genitori curano e proteggono i loro bambini, superando ogni difficoltà. E tutto questo affaticarsi e lottare non è che l'opera dell'istinto di conservazione, insito nella specie.

    Uno scrittore afferma che l'uomo darebbe ogni suo bene per la propria vita; perché anche l'istinto di conservazione individuale è fortissimo. Certo, l'uomo evoluto ha degli ideali per cui dà la propria vita; tuttavia la frase citata ci aiuta a comprendere abbastanza il principio di conservazione. Questo istinto basilare per ogni forma di vita, non appartiene all'intelletto, anzi molto spesso lo sovrasta e tenta di sopraffarlo. E' tale istinto che vuole far correre le gambe di chi ha deciso in modo fermo di rimanere immobile in un luogo pericoloso. L'istinto di conservazione ha una grande potenza e la va affermando in occasioni e situazioni diverse. E' questo medesimo istinto che si adopera di continuo ad aggiungere vita a vita, salute a salute, e se ci fa ammalare è per renderci più sani, per liberarci tramite un malessere, di qualche elemento nocivo, che noi per ignoranza e incuria abbiamo introdotto nel nostro organismo.

    Come la forza magnetica attira verso il nord l'ago calamitato, allo stesso modo, con la stessa sicurezza, il principio di conservazione, animato dall'energia vitale, ci orienta di continuo verso la salute. Anche se non vogliamo ascoltarlo, anche se viviamo contro natura, il principio rimane sempre in noi e ci incita.

    Il seme che germoglia aprendosi una via attraverso ostacoli a volte molto più pesanti e consistenti del germe stesso, teso nello sforzo di risalire e ritrovarsi alla luce del sole, questo piccolo seme è guidato dal medesimo istinto che ci guida. Un medesimo impulso ci anima, aiuta il germoglio a uscire dalla terra e fa che le radici si diramino nel terreno. Le manifestazioni sono varie e hanno loro caratteristiche inconfondibili, ma tutte sono animate dal medesimo principio e seguono il retto sentiero. Se siamo feriti, subito l'energia vitale ci cura, con grande esperienza, abilità e rapidità. Se ci rompiamo una delle nostre ossa, è ancora l'energia vitale che salda nuovamente insieme le parti fratturate: il medico deve preoccuparsi esclusivamente di farle combaciare perfettamente, e ingessarle in modo che non si spostino mai.

    Se i nostri muscoli o tendini si lacerano o hanno degli strappi, immediatamente l'energia- vitale corre a riparare il danno, traendo dall'organismo e dalle sue riserve il materiale necessario: noi dobbiamo semplicemente stare in riposo, riguardarci.

    Qualsiasi scuola di medicina insegna ai propri allievi che se un uomo è veramente sano e robusto, potrà superare qualsiasi malattia anche grave, con il solo intervento della propria energia vitale: a meno che non siano lesi proprio gli organi vitali.

    Invece, se il nostro organismo è debole, anche l'energia vitale diminuisce, perde potenza e se per caso la chiamiamo in aiuto perché cadiamo ammalati, dovendo lavorare in cattive condizioni, riesce con molta difficoltà a ricondurci verso uno stato di salute.

    Ma in qualsiasi grave situazione possiate trovarvi, l'energia vitale tenterà tutte le strade per raggiungere il risultato migliore. Mai si arrenderà, incontrando ostacoli anche grandi; cercherà sempre di adattarsi alle circostanze per fare del suo meglio, anche se la situazione non le permettesse di fare per voi tutto quanto necessita.

    Manterrà la vostra salute in perfetta efficienza, se le permetterete di agire liberamente. Cercherà di purificarvi e liberarvi dai malesseri, se ve li procurerete vivendo in modo irragionevole e contro natura, creando ostacoli alla vostra stessa energia vitale. Malgrado la vostra ignoranza e ingratitudine, non si stancherà mai di lottare in vostro favore, sinché le rimarranno forze

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