Cadaveri Misteriosi: Tra Le due Particelle Opposte di Dio, Padre Pio e Giordano Bruno
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About this ebook
Alessandro Cassandra, dentista criminologo, esperto in esoterismo e simbologia magica e
Anita Bricocco, ambiziosa e imprevedibile giornalista, disposta a tutto pur di capire il legame che c’è tra le salme marchiate con i segni arcani massonici e il segreto del Santo Grall.
Un thriller nel quale il dentista e la giornalista condurranno il lettore, tra fantasia e documenti storici, a scoprire anche le vite e le vicende di due figli di Santa Romana Chiesa, Padre Pio e Giordano Bruno, “le due Particelle opposte di Dio”:
- il primo; monaco malaticcio e malfermo fatto santo,
- il secondo; monaco filosofo e uomo di grande cultura arso vivo.
ALESSANDRO RAMPELLO
Nasce in provincia di Roma ove frequenta le scuole dell'obbligo, i boyscout e per dieci anni gioca a football nelle giovanili del Villalba di Guidonia. Finito il liceo si trasferisce a Roma, ove si laurea in Odontoiatria e in Medicina. Per circa 20 anni è interno in Chirurgia Maxillo Facciale all'Università, ove vince un Dottorato, un Master e deposita vari brevetti sui dispositivi gnatologici, pubblicando un testo atlante. Contemporaneamente si dedica a vari sport, alla bicicletta, ai viaggi per lavoro e piacere, alla pittura, all'arte, frequenta diversi corsi di lettura e scrittura, fino a scrivere questo primo romanzo.
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Cadaveri Misteriosi - Alessandro Rampello
Alessandro Rampello
CADAVERI MISTERIOSI
Tra Le due Particelle Opposte di Dio, Padre Pio e Giordano Bruno
UUID: d58d8516-ad53-4b57-8d44-e0cf500617eb
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INDICE
CAPITOLO I
CAPITOLO II
CAPITOLO III
CAPITOLO IV
CAPITOLO V
CAPITOLO VI
CAPITOLO VII
CAPITOLO VIII
CAPITOLO IX
CAPITOLO X
CAPITOLO XI
CAPITOLO XII
CAPITOLO XIII
CAPITOLO XIV
CAPITOLO XV
CAPITOLO XVI
NOTE DELL’AUTORE E RINGRAZIAMENTI
PROFILO DELL’AUTORE
Pubblicato con
Il Servizio Numero 1 in Italia
di Assistenza alla Pubblicazione
per gli Autori Indipendenti
Self Publishing Vincente
www.SelfPublishingVincente.it
CADAVERI MISTERIOSI
Tra
Le due Particelle Opposte di Dio,
Padre Pio e Giordano Bruno
Facebook:
Alessandro rampello
Linkedin:
Alessandro rampello
Email:
alessandro.rampello@fastwebnet.it
Sito Web:
Bruxismsolution.com
CADAVERI MISTERIOSI Tra
Le due Particelle Opposte di Dio,
Padre Pio e Giordano Bruno
Copyright © 2020 Alessandro Rampello
Tutti i diritti riservati.
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta
senza il preventivo assenso dell’Autore.
Prima edizione dicembre 2020
Cadaveri Misteriosi tra
le Due Particelle opposte di Dio,
Padre Pio e Giordano Bruno.
Un thriller poliziesco con cadaveri misteriosi
marchiati con simboli esoterici,
vissuto dai due protagonisti:
Alessandro Cassandra, dentista criminologo,
esperto in esoterismo e simbologia magica e
Anita Bricocco, ambiziosa e imprevedibile giornalista,
disposta a tutto pur di capire il legame che c’è
tra le salme marchiate con i segni arcani massonici
e il segreto del Santo Grall.
Un thriller nel quale il Dentista e la Giornalista,
condurranno il lettore, tra fantasia e documenti storici,
a scoprire anche le vite e le vicende
di due figli di Santa romana Chiesa,
Padre Pio e Giordano Bruno, le due Particelle opposte di Dio
:
- il primo; monaco malaticcio e malfermo fatto santo,
- il secondo; monaco filosofo e uomo di grande cultura arso vivo.
Quindi un ordito di fantasia con immancabili colpi di scena,
arricchito da puntuali richiami documentali,
per far conoscere anche aspetti poco divulgati del
Santo con le stimmate e del Martire del libero pensiero.
Romanzo di fantasia; ogni riferimento
a nomi e fatti è puramente casuale.
"Farò più rumore da
morto che da vivo."
Padre Pio
"Avete forse più timore
voi nel pronunciare
questa sentenza che
io nel riceverla."
Giordano Bruno
Ad Alessio e Valerio,
amori di papà.
CAPITOLO I
Lunedì 10 Gennaio
Sono circa le 7,30 di una fredda mattina invernale e una nebbia sfrangiata avvolge con gelidi tentacoli case, alberi e colline.
Un camion della nettezza urbana incede lento e traballante come una lumaca intrisa di bava, sulla strada che porta al santuario di Padre Pio a Piana Romana, mentre i tergicristalli disegnano archi e spicchi di cerchio e i fari espandono coni di luce scintillanti nella coltre nebulosa.
Il mezzo si accosta al bordo della strada, proprio davanti alla Casa del Pellegrino
, fatiscente hotel abbandonato da anni all’incuria del tempo.
Osvaldo smonta veloce e si avvicina a due grossi rotoli di plastica fasciati con del nastro adesivo per caricarli. Però qualcosa d’insolito lo fa trasalire e gli fa sgranare gli occhi come palle da biliardo. Qualcosa d’inatteso che subito gli suscita incredulità e gli fa ribollire il sangue nelle arterie. «Oh Madonna mia! Cosa diavolo hanno scaricato?» esclama atterrito.
Titubante allunga una gamba e smuove con il piede i due involti. Immediatamente il cuore inizia a battergli frenetico come un tam-tam impazzito. Poi quasi tremolante si piega a palpare le strane sagome intabarrate. Fa appena in tempo a sfiorarle che; «Dio mio Giova’!» urla balzando all’indietro peli rizzati e schiena arcuata come un gatto terrorizzato, «ma questi sono… sono… due morti! Scendi Vie’ a vede’! Sono due corpi umani.»
Giovanni salta giù dal lato guida del camion. Si avvicina e si piega anche lui a palpare i due sacchi. «Porca troia! sono proprio due cadaveri», grida altrettanto esterrefatto. Concitato afferra il telefonino e riferisce tutto al dirigente del deposito rifiuti.
«Ma sei sicuro Giova’? Avete visto bene? Controllate meglio!»
«Ti dico di sì! Li abbiamo toccati. Sono due cristiani infilati dentro dei sacchi della spazzatura, impacchettati come mummie. Fa’ presto, manda qualcuno!»
«Va bene, va bene! State calmi, non toccate niente e non vi allontanate.»
Osvaldo è ansioso, irrequieto. Ha paura da sempre della morte e vedere lì a pochi metri due esseri umani senza vita, lo sgomenta terribilmente. L’ansia diventa addirittura panico quando sente dei rumori improvvisi in lontananza.
Finalmente una decina di minuti più tardi, a sirene spiegate, sopraggiungono la pattuglia dei carabinieri di Pietrelcina e una volante della polizia di Benevento.
Il Maresciallo dei carabinieri si accosta deciso a uno dei due imballi, afferra un lembo di cellofan in corrispondenza del presumibile volto e lo strappa.
Dall’apertura sfilacciata fuoriesce buona parte del viso di un uomo: mento, labbra, naso e la peluria dei baffetti.
Subito alla vista dei baffi arruffati e del naso a tartufo il carabiniere esclama con voce piena d’incredulità: «Ma questo è il sindaco!»
«Sì, è proprio il sindaco, il dottor Iadanza» gli fanno eco con stupore gli altri agenti.
«Ma com’è possibile, il sindaco di Pietrelcina?»
Il Viceispettore Scocca, della polizia di Benevento, vuole subito valutare il contenuto dell’altro involucro. Si avvicina e con un temperino pratica una piccola apertura nel sacco, svelando un altro viso. Per un attimo rimane quasi paralizzato, poi grida. «Ma anche questo è un sindaco! Il sindaco di Benevento!»
Il drappello di uomini è come folgorato dalla sorpresa.
«Sì, sì, hai ragione, è proprio lui! L’onorevole Galluzzo Serafino!» esclamano tutti.
«Ma cosa diavolo sta succedendo? Questo è un complotto, è un colpo all’istituzione dello Stato!» enfatizza il poliziotto che poi corre veloce verso la propria autovettura.
«Pronto, pronto, centrale! Qui volante 23. Parla il Viceispettore Scocca. Confermiamo ritrovamento di due cadaveri. Ripeto, confermiamo ritrovamento di due cadaveri. Trattasi di persone importanti e conosciute, presumibilmente il sindaco di Benevento e il sindaco di Pietrelcina. Inviare rinforzi, passo e chiudo.»
Nel giro di pochi minuti tutta la zona è invasa da echi di sirene. A queste si aggiunge una folla di passanti occasionali e curiosi.
Giovanni, profondamente scosso, afferra il telefono.
«Pronto, Giovanni, stai al lavoro? Che succede, come mai chiami a quest’ora?» chiede la donna, visto l’orario insolito della telefonata.
«Abbiamo trovato due morti.»
«Che cosa? Oh Madonna Santa! Dove? Ma chi sono?»
Farfugliando, racconta tutto alla moglie, non omettendo le identità dei cadaveri.
Come accade sempre nei piccoli paesi, il passaparola corre alla velocità della luce. Per i vicoli e le vie non si parla d’altro. In breve, tutti apprendono che sono stati trovati due uomini esanimi infilati dentro dei sacchi, davanti alla Casa del Pellegrino
, sulla strada che porta alla chiesa nuova di Padre Pio.
È una mattina insolita, quasi irreale. Sul borgo aleggia un’impalpabile atmosfera di costernazione mista a curiosità, mentre la nebbia, come sipario teatrale, piano piano si apre al chiarore del mattino.
Nel frattempo familiari, parenti, amici, consiglieri comunali, sostenitori di partito e una marea sempre più numerosa di curiosi si portano con ogni mezzo sul luogo del ritrovamento.
La zona diventa in breve tempo un assembramento gigantesco di persone, di rumori, di voci e di suoni che duellano tra loro e avvolgono l’area in un’atmosfera da set cinematografico, dove però l’attrice protagonista è la morte.
Sul luogo del ritrovamento sono sopraggiunti magistrato, medico legale e corpi speciali della scientifica per svolgere rilevamenti e reperire tracce utili alle indagini.
«Perimetrate l’area» pianifica il Viceispettore Scocca.
Due agenti srotolano un nastro segnaletico a strisce bianche e rosse e lo sistemano tutt’intorno.
«Dite ai camionisti di non allontanarsi e soprattutto non fate avvicinare nessuno» ordina il magistrato. Gli agenti cercano di contenere i curiosi, ma l’affluenza è sempre più cospicua e non tardano ad arrivare i media.
Inviati di numerose emittenti televisive si sistemano lungo i bordi stradali e trasmettono interviste di parenti, amici e conoscenti delle due vittime.
Alle 10,30, a circa tre ore dal rinvenimento dei sacchi
, i due cadaveri non sono stati ancora rimossi. Crescono lo sgomento e la smania di sapere, mentre la gente bisbiglia, vocifera, fa ipotesi e illazioni. Sono stati visti, infatti, strani segni sulla fronte dei due corpi: alcuni raccontano di una croce marcata a fuoco, altri di un timbro nero.
Iniziano così a diffondersi mezze verità.
I giornalisti cercano con ogni mezzo di ottenere informazioni da inquirenti e agenti che non si sbottonano, poi, venuti a sapere che sono stati Osvaldo e Giovanni a trovare gli involucri con le vittime, li raggiungono e li intervistano: «Signor Giovanni, può spiegarci cosa hanno in viso i due sindaci?» chiedono accalcandosi attorno al camionista.
«Non saprei di preciso, ho notato delle figure strane sulla fronte ma non so dirvi cosa siano,» risponde il netturbino ai microfoni allungati a pochi centimetri dalla bocca.
«Che tipo di figure, ce le può descrivere?»
«Ho visto dei cerchi e altre forme bizzarre, ma non ho avuto il coraggio di guardare meglio, ero troppo scosso.»
«Erano marchi a fuoco, oppure tatuaggi?» insistono i cronisti.
«Mi dispiace ma non ho visto bene, non so dirvi con precisione» spiega Giovanni, ripreso accanto al suo camion fermo vicino ai cassonetti.
Vengono quindi mandate in onda notizie su queste anomalie, su Pietrelcina e ovviamente su Padre Pio.
I reporter parlano delle amministrazioni comunali dei due borgomastri, ricostruiscono le carriere politiche e le storie familiari dei due sindaci.
Riferiscono delle opere speciali per incrementare il turismo, dei finanziamenti per il Giubileo e delle cattedrali nel deserto. In particolare l’accento è posto sullo scandaloso degrado della Casa del Pellegrino, struttura super rifinita, costata miliardi di lire a suo tempo, abbandonata vergognosamente da decenni alle scorrerie dei vandali. È come se una grossa lente d’ingrandimento e un finissimo setaccio siano piombati all’improvviso su questo paesino, su questo lembo di Terrasanta che ha dato i natali a Padre Pio, e che ora è intrisa di sangue.
Oltre all’inquietudine per il macabro ritrovamento, cresce la curiosità attorno a queste ulteriori stranezze, ratificate in vario modo dai mezzi d’informazione. Tutto contribuisce a gonfiare il caso, mentre alcuni parlano già delle mummie marchiate di Pietrelcina
e si moltiplicano gli interrogativi: perché due sindaci? Perché i cadaveri sono stati ritrovati nelle campagne di Pietrelcina, proprio davanti alla Casa del Pellegrino
? Perché imballati
allo stesso modo? E soprattutto, chi è stato?
Terminati i rilevamenti, viene autorizzato il trasporto delle salme al vicino ospedale di Benevento per le autopsie. Un codazzo di macchine si lancia all’inseguimento delle due ambulanze.
All’esterno del nosocomio e fuori dell’edificio di medicina legale è già radunata una folla famelica di corrispondenti, cronisti, giornalisti che, come sciacalli, aspettano i feretri e gli inquirenti per carpire notizie fresche.
Le vittime, abbandonato per sempre il mondo esterno, sono sistemate in una malinconica stanzetta nei sotterranei dell’istituto della tristezza, distese su due fredde lettighe, ancora insaccate nella plastica nera. Sui corpi, ormai rigidi a causa del rigor mortis, un semplice lenzuolino bianco a celare, in parte, la raccapricciante impacchettatura
.
Il riconoscimento dei familiari è l’ultima tappa prima dell’esame autoptico.
L’equipe medica, capeggiata dal professor Bruno Cofanella, primario della divisione di medicina legale e direttore dell’istituto che deve eseguire la necroscopia, è già pronta. Sta aspettando soltanto che le autorità terminino le formalità del riconoscimento e che giunga da Roma un criminologo, esperto di simbologia magica ed esoterismo, chiamato per interpretare gli strani segni lasciati sui cadaveri.
Nel frattempo la pioggia ha preso a cadere fitta, incessante, e avvolge con il suo umido manto ogni cosa.
Una Mercedes blu corre veloce e fende le goccioline d’acqua, che si espandono in un effluvio vaporoso attorno agli pneumatici e solcano i vetri come lacrime impazzite.
Il conducente, il dottor Alessandro Cassandra, odontoiatra e medico chirurgo, si sta recando all’ospedale civile di Benevento. È stato chiamato per assistere all’autopsia dei due sindaci in qualità di dentista criminologo, esperto in esoterismo, simbologia magica e mitologia greca.
Cassandra del suo cognome, negli anni, ne ha fatto il motto
di un’intera vita: «Sono l’opposto della principessa troiana» soleva dire, «sono un uomo, quindi sarò sempre creduto.»
Poi, questo legame ai miti greci, abbinato alla simbologia e alla criminologia è diventato il suo mestiere e pane quotidiano. Il primo dentista criminologo al mondo profondo conoscitore dell’occulto. Una specializzazione tutta sua, inventata di sana pianta, incastrata tra, conoscenza scientifica, misure antropometriche e analisi minuziosa di segni arcani e simboli esoterici. Un mix unico tra scienza e mistero, perfezionato e arricchito negli anni da studi, pubblicazioni, corsi, conferenze e da una monografia piena di foto di corpi sfigurati, codici cifrati, immagini alchemiche e riferimenti mitologici. Nella criminologia, associata all’antropologia e all’interpretazione della simbologia, aveva trovato un mondo tutto da esplorare, come avevano forse fatto i primi grandi navigatori e pionieri, che erano partiti senza sapere bene dove sarebbero arrivati. Non lo aveva fatto per filantropia, tutt’altro; in modo intelligente aveva visto grandi spazi di sviluppo professionale e gradualmente erano arrivati molti riconoscimenti di merito e cosa altrettanto importante, erano arrivate anche vantaggiose gratificazioni economiche, con incarichi di lavori in varie parti del mondo. Mentre altri avevano lavorato ad estrarre pietre preziose lui aveva lavorato ad estrarre i misteri delle identità perdute, cancellate o sfregiate da tragedie o dalla violenza di altri umani senza umanità. Aveva esaminato e indagato le ombre della morte ma nel contempo ne aveva avuto un gran rispetto. Aveva osservato le questioni misteriose senza turbare con questo la propria mente, anzi, da tutti questi spettri pieni di realtà e piene di verità, ne aveva tratto un sereno e importante equilibrio, come se ne avesse colto un messaggio, un insegnamento che gli aveva creato uno stato interiore molto profondo e forte che a taluni sembra quasi sovrumano. Per questo lavoro, che ai più può sembrare assurdo, aveva gradualmente ridotto la professione di dentista, svolta con grande competenza e capacità; quindi tanto impegno, tanta passione, ma anche tante soddisfazioni. Nel suo campo era ormai una vera autorità, tantoché era invitato spesso in molte trasmissioni televisive.
Seduto al volante, non può fare a meno di ripensare alla stranissima e inusuale telefonata ricevuta poche ore prima.
«Buon giorno, il Dott. Cassandra?» gli era stato chiesto. «Sì! con chi parlo?»
«Sono il Professor Cofanella di Benevento.»
«Buon dì Professore. Come posso esserle utile?» aveva risposto con un sorrissetto pensando a quel buffo cognome che in dialetto significa: recipiente per la calce
.
«Ecco, il punto è proprio questo. Lei potrebbe esserci molto utile. La chiamo perché abbiamo bisogno di una sua consulenza. Come saprà dalla TV o dalla radio, sono stati trovati i cadaveri di due sindaci.»
«Sì! Ho sentito questa bizzarria.»
«Purtroppo non è l’unica.»
«Cioè! Cosa vuol dire?»
«Voglio dire, caro collega, che sulle vittime sono stati lasciati dettagli inquietanti. In particolare, in bocca sono stati collocati degli oggetti, e sulla fronte sono stati tracciati segni molto enigmatici,» aveva sintetizzato.
Adesso quel breve dialogo e quelle poche parole dette al telefono dal medico legale, gli risuonano nella testa. Soprattutto riecheggiano le ultime frasi: oggetti in bocca! Segni strani sulla fronte!
e continua a chiedersi: Che tipo d’oggetti saranno? Che tipo di segni? Sui corpi senza vita di due sindaci!
Sente dentro, una curiosità quasi morbosa, e non vede l’ora di arrivare per osservare di persona quelle stranezze così inusuali. Potrebbe essere altro materiale interessante per i miei studi, per le mie lezioni, per fare delle pubblicazioni
, rimugina nei circuiti cerebrali, mentre pigia il piede sull’acceleratore e aumenta la velocità.
Poi scartabella nel suo cervello altri pensieri e rivede i molti cadaveri esaminati negli anni: uomini carbonizzati, donne squartate, bambini sfigurati. Come dentista criminologo, viene chiamato, infatti, proprio quando il riconoscimento delle salme risulta difficile. In questi casi il contributo della odontoiatria diventa fondamentale.
La voce metallica del navigatore satellitare lo riporta alla realtà. «Tra 250 metri svoltare a sinistra, poi proseguire dritto.»
Come svegliato nel bel mezzo di un sogno, ancora con i pensieri sospesi a mezz’aria e tanti interrogativi che si aggrovigliano nelle sinapsi della sua mente, afferra il cellulare, scorre velocemente la rubrica e preme invio
.
«Pronto! Chi è?» si sente rispondere.
«Salve professor Cofanella, sono il dottor Cassandra. Volevo dirle che sto arrivando. Sono uscito adesso dalla superstrada Telesina. Tra dieci o quindici minuti dovrei essere da voi all’ospedale.»
«Benissimo! Entri nel parcheggio del policlinico, al cancello sanno già del suo arrivo. Mi raggiunga nel mio studio, al primo piano dell’Istituto di Medicina Legale. La stiamo aspettando, senza di lei non possiamo iniziare.»
«Ok! Va bene. A tra poco.»
Alessandro, superata la barriera dei giornalisti che