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Alla mercé del brasiliano: Harmony Collezione
Alla mercé del brasiliano: Harmony Collezione
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Alla mercé del brasiliano: Harmony Collezione

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Sfida brasiliana 3/4
Il matrimonio della sua migliore amica prometteva di essere l'occasione perfetta per dimenticare, almeno per qualche ora, il suo lavoro e le sue preoccupazioni. Ma quando Emma Fane scorge nella lista degli invitati il nome di Lucas Marcelos sa di essere nei guai. Famoso giocatore di Polo e playboy seriale, Lucas è anche il padre del bambino che Emma porta in grembo...

Deciso a combattere per poter riconoscere suo figlio, Luc convince Emma a seguirlo in Brasile. Ma persuaderla a tornare fra le sue braccia si rivela molto più complicato. È bastata una sola notte per cambiare le loro vite per sempre, adesso hanno nove mesi a disposizione per decidere il loro futuro.
LanguageItaliano
Release dateDec 21, 2020
ISBN9788830522817
Alla mercé del brasiliano: Harmony Collezione
Author

Susan Stephens

Autrice di origine inglese, è un ex cantante professionista oltre che un'esperta pianista.

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    Alla mercé del brasiliano - Susan Stephens

    successivo.

    1

    Quella sera non sarebbe stata una cameriera, bensì un'ospite al matrimonio di una delle sue migliori amiche che aveva scelto di organizzare il ricevimento proprio presso l'albergo situato in una remota zona della Scozia dove lei lavorava. Il che avrebbe dovuto essere motivo di gioia, ragionò Emma, ma il battito impazzito del suo cuore era sintomo di un'emozione ben diversa, poiché con ogni probabilità alla cerimonia avrebbe partecipato anche Lucas Marcelos, il che comportava l'impossibilità di continuare a sottrarsi alla verità.

    Luc...

    Avrebbe mai imparato?

    No, concluse, osservando la sua immagine riflessa nello specchio del bagno delle signore, l'espressione del viso quella di un animaletto nella notte paralizzato dal fascio di luce dei fanali di un'auto. Un crampo di angoscia le serrò lo stomaco al pensiero di ritrovarsi faccia a faccia con l'uomo che era il padre del suo bambino non ancora nato. Perché era incinta, ormai ne era certa, aveva fatto il test per ben tre volte. Erano trascorse solo due settimane da quando aveva lasciato Londra e il letto di Lucas Marcelos, proprietario dell'hotel e ragazzo cattivo del polo, troppo presto dunque affinché il suo fisico mostrasse i segni della gravidanza, ma non per altri sintomi come seno dolente e nausea che, non aveva dubbi, l'avrebbe aggredita con furia vendicativa nel momento in cui avesse rivisto Luc.

    Da playboy seriale qual era, di sicuro Luc non avrebbe fatto i salti di gioia scoprendo che stava per diventare padre. Avrebbe smesso di comportarsi in modo suadente e affascinante com'era stato solito fare a Londra. Un uomo tanto ricco avrebbe nutrito dubbi sull'onestà della donna che lo informava di essere rimasta incinta durante il loro primo e unico incontro di sesso, ancor più se avesse saputo quanto lei era stata felice nello scoprire di aspettare un figlio.

    Ma la sua principale preoccupazione non era per se stessa bensì per il bambino. Non poteva sapere se Luc si sarebbe dimostrato un buon padre. Si conoscevano a malapena, ma quello che sapeva di lui non deponeva di certo a favore delle sue capacità genitoriali.

    Un passo alla volta, consigliò a se stessa mentre controllava il vestito che le era apparso perfetto fino a pochi minuti prima, ma che ora sembrava troppo aderente e provocante. Luc era un buon amico dello sposo, dunque con ogni probabilità era stato invitato alle nozze. Lo sposo, Tiago Santos, aveva appena portato all'altare Danny Cameron, una delle sue migliori amiche. Quando poteva sottrarre tempo alla gestione della sua catena di alberghi di lusso Luc giocava a polo nella squadra di Tiago al vertice delle classifiche mondiali, i cui componenti erano tutti presenti al ricevimento, lei li aveva riconosciuti dalle foto pubblicate sui giornali.

    Qualche mese prima aveva vinto una borsa di studio per tirocinanti presso l'hotel londinese di Lucas, ed era rimasta come folgorata dal fascino di quest'ultimo durante la cerimonia di consegna di premi speciali, uno dei quali era stato riservato a lei.

    «Tu mi interessi» aveva dichiarato lui al termine della manifestazione.

    Al tempo, non aveva potuto supporre quanto.

    Nello stesso istante in cui i magnetici occhi scuri di Marcelos si erano puntati su di lei, si era persa. Da sempre una romantica, aveva visto in lui l'incarnazione di un dio greco. Con i capelli folti e scuri, il fisico massiccio e la corta barba che gli ombreggiava le mascelle Lucas era una vera forza della natura, e vederlo spesso l'aveva spinta a formulare irrealistiche fantasie sul suo conto. Aveva fatto del suo meglio per comportarsi in modo professionale, ma con il passare dei giorni era nata in lei la speranza di poter almeno instaurare con lui un rapporto di amicizia. Gli aveva confessato i suoi sogni, la sua aspirazione di costruirsi una carriera nell'ambito del management alberghiero. Era stata lusingata dalle attenzioni che le aveva riservato, troppo ingenua per capire che Luc era un dongiovanni seriale che adattava i suoi comportamenti alle situazioni.

    Poi una notte era stata informata della morte dei suoi genitori, avvenuta durante un inseguimento della polizia. Le era mancato il coraggio per confidarsi con chiunque, soprattutto con Luc, in quanto poi avrebbe dovuto rivelare il passato criminale di suo padre e di sua madre, e spiegare quel dolore profondo che provava per la loro fine, un dolore che non riusciva a spiegare nemmeno a se stessa.

    I suoi genitori l'avevano sempre rifiutata, definendola come un incidente di percorso. Questo però non le aveva impedito di amarli o di fare del suo meglio per meritarsi il loro affetto. Aveva trovato tante scuse per il loro atteggiamento, sua madre una donna bellissima che non accettava il passare degli anni, suo padre, un membro dell'aristocratica famiglia scozzese Fane, incapace di reggere alle pressioni del suo status sociale.

    La notte della loro morte aveva versato lacrime sincere, afflitta non solo per quelle vite sprecate, ma anche per aver perso per sempre la possibilità di migliorare i loro rapporti.

    Fingere amore era meglio del nulla, e Luc era un maestro della seduzione. Quella notte era stato in grado di risvegliare in lei una passione talmente travolgente da farle dimenticare ogni affanno. E così le sue fantasie avevano fatto un passo in avanti. Lucas Marcelos era diventato il suo compagno fedele, e lei era stata il suo tesoro più prezioso. Si era spinta fino a chiedergli come vedeva il loro futuro, e a quel punto lui aveva scrollato le spalle.

    «Potremmo continuare ad andare a letto insieme, se ti fa piacere» aveva affermato Luc, poi era scoppiato in una fragorosa risata.

    I sogni infranti e il cuore a pezzi, aveva aspettato che si addormentasse per sgattaiolare fuori dalla sua camera e partire subito dopo per la Scozia. Tornando a casa si era augurata di ritrovare qualche ricordo felice della sua vita in famiglia, ma anche quella era stata una speranza vana. Non c'era stato niente da recuperare. Così si era rimboccata le maniche, aveva superato il colloquio presso un albergo locale e cominciato a rimettere in piedi la sua esistenza. Nemmeno per un istante aveva preso in considerazione la possibilità di rivedere Lucas, eppure adesso lui era lì, dunque doveva dirgli del bambino.

    Però aveva ripreso i contatti con la realtà, ragionò mentre si appoggiava una mano sul ventre ancora piatto. Lucas era un uomo ricco, famoso e bellissimo, lei era una cameriera in prova. Non c'era niente che li unisse, e restando a rimuginare nel bagno delle signore non avrebbe trovato la soluzione ai suoi problemi, decise. Doveva affrontarlo, non poteva indugiare oltre. Gli avrebbe spiegato quant'era felice di diventare madre, e che soprattutto non aveva bisogno del suo aiuto.

    Con ogni probabilità lui non l'avrebbe nemmeno riconosciuta, ipotizzò, aprendo il suo piccolo beauty case con l'intenzione di migliorare il suo aspetto, per quanto fosse possibile ovviamente.

    Un tocco di rossetto e un po' di fard servirono allo scopo, e mentre stava per riporre le sue cose un gruppo di signore entrò nella stanza.

    «Bella festa, vero?» commentò una di loro. «Ma lo avete visto?»

    «Chi, Lucas Marcelos?» replicò una seconda. «Magari una di noi riuscirà a farsi notare da lui.»

    «È davvero qui?» domandò timidamente Emma.

    «Sì, ed è da solo» confermò la prima donna. «Incredibile! È anche troppo bello per essere vero...»

    Emma si allontanò in tutta fretta, il suo primo impulso quello di fuggire. Aspettava un figlio da un uomo affascinante e ricchissimo, un uomo che conosceva a malapena e che aveva la fama di essere un playboy senza scrupoli. Non solo, non aveva un centesimo in tasca e il suo era un impiego a tempo determinato. Però avrebbe trovato un lavoro stabile e meno faticoso, si disse con determinazione, e la maternità non arrivava completa di un manuale di istruzioni. Come migliaia di altre donne nella sua posizione, avrebbe fatto del suo meglio per assicurare il futuro al suo bambino. Non sarebbe scappata, niente affatto, decise. Non lo aveva mai fatto in tutta la sua vita, tranne quella notte a Londra, quando aveva preferito lasciare l'uomo più bello che avesse mai incontrato per non correre il rischio di finire con il cuore a pezzi. Ora però doveva pensare alle esigenze di un bambino, del suo bambino, un dono magnifico e non certo un incidente di percorso.

    Risollevata, richiuse il beauty case. Danny le aveva prestato un bellissimo vestito, e adesso la stava aspettando insieme a Lizzie, la damigella, un'altra delle sue amiche d'infanzia. Sistemò ancora una volta le pieghe della gonna e lanciò un'ultima occhiata allo specchio. Doveva solo superare quella serata, affrontare Lucas e concentrarsi sui fatti, tenendo a bada le emozioni.

    Poteva farcela. Uscì con passo deciso dal bagno delle signore, e per un assurdo disegno del destino in pratica travolse Lucas.

    D'istinto lui la sostenne, afferrandola per le spalle.

    «Stai bene?»

    Quella calda e sensuale voce le accarezzò i sensi, proprio com'era successo quella notte, mentre le impartiva istruzioni su come dare e ricevere piacere. «Sì, grazie» replicò Emma, raddrizzando la schiena. Spinta dalla necessità di mettere un certo spazio fra loro, arretrò di un passo. La teoria era ben diversa dalla realtà, si rese conto, perché ritrovarsi così vicina a lui l'aveva gettata nella più totale confusione. «Scusami per averti travolto» aggiunse, ricorrendo alle buone maniere per tirarsi fuori da una situazione imbarazzante.

    «Noi due ci conosciamo, mi sbaglio?»

    La stava prendendo in giro. Certo che si conoscevano. Lui conosceva ogni centimetro del suo corpo. «Sì, probabilmente ci siamo già incontrati» commentò Emma. Alto, scuro e imponente, gli occhi neri come la notte, Lucas era esattamente come se lo ricordava, rifletté. Tranne che per i vestiti. Era nudo quando lo aveva visto l'ultima volta. La giacca da sera gli si addiceva. Camicia bianca, cravatta di seta color argento, gemelli di diamanti ai polsini, il tutto condito da un sorriso assassino, Lucas Marcelos era l'emblema di un milionario di successo, mentre lei era una squattrinata cameriera strizzata in un vestito preso in prestito. Sulla scorta di quelle considerazioni, si accinse ad allontanarsi. «Ti auguro una piacevole serata» concluse.

    Lui avanzò per sbarrarle il cammino. «Perché sei partita da Londra con tanta fretta, Emma?»

    E perché non la lasciava andare? «Era ora di tornare a casa» replicò lei, mantenendosi sul vago. Aveva bisogno di tempo per riordinare le idee, e quello non era il momento giusto, e nemmeno il posto, per metterlo al corrente del bambino. Voleva essere pronta e lucida quando lo avrebbe fatto.

    Luc non accennò a spostarsi. «Eppure credevo che ti piacesse il tuo lavoro. Tutti i miei dirigenti erano soddisfatti di te.»

    «Immagino che lo fossero.»

    «Tu no, però, altrimenti non saresti andata via» ragionò lui.

    Stava aspettando una spiegazione, capì Emma, ma il cuore le batteva così velocemente che parlare le era impossibile.

    «Hai trovato un impiego più remunerativo?»

    «Non proprio» ammise lei con sincerità, notando che Luc si stava guardando intorno con aria scettica. Il messaggio le arrivò forte e chiaro. L'albergo era carino per essere situato in una piccola città di una regione montuosa della Scozia, ma di sicuro non poteva competere con i favolosi hotel a cinque stelle di sua proprietà. Forse adesso stava pensando che aveva accettato di andare a letto con lui nella speranza di essere favorita nella carriera, e quando l'espediente non aveva funzionato, era tornata al suo paese. Nulla di più lontano dalla realtà. La verità era l'esatto contrario, poiché aveva temuto che quella notte avrebbe compromesso il suo futuro professionale. Ora però sapeva che per l'onnipotente signor Marcelos il sesso era solo quello, sesso, e non aveva alcuna influenza sulla sua vita, lavorativa o personale che fosse. Per lei il sesso invece era una

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