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Se no... che italiano sarei...!!!
Se no... che italiano sarei...!!!
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E-book186 pagine1 ora

Se no... che italiano sarei...!!!

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Info su questo ebook

Autobiografia “erotico sentimentale” costellata di note umoristiche che riflettono una personalità primaria che non le manda a dire temperata di divertente ironia.Bellissime esperienze con fanciulle di ogni nazionalita',dove l'italianita' da' il meglio di se'.

Narra le vicissitudini intime dell' autore dall'asilo alle elementari fatte all' estero, fino al rientro in Italia con suntuosa crociera e soste in esotiche citta' Rio,Bahia, Tenerife ed altre europee non meno interessanti come Lisbona, Barcellona,Marsiglia dove ha vissuto caldissime esperienze erotico sentimentali di viaggio.

Dopo lunghi anni fuori dal Belpaese le emozioni del rientro nel piu' bel Paese del mondo con meta finale la frequenza d'ingegneria al Politecnico di Milano,dove vige l'assioma "se al Poli avanti vuoi andare,la gnocca te la devi dimenticare" quindi la necessita' di ricondizionarsi da discepolo di Casanova a frate trapista di austera stretta osservanza.

Il vero fulcro dell’opera è sicuramente la conquista, quella amorosa, dell’Italianita' che rispecchia la reputazione “passionale caliente” in ogni parte del mondo,sempre come mira la seduzione di bellissime fanciulle di qualsivoglia nazionalita'.

Si susseguono aneddoti sulle prime avventure sensuali, poi erotiche, fino all’amore con Tertulia, un amore completamente diverso dalla semplice caldissima attrazione con le varie colleghe, amiche, conoscenti, gemelline e compagne di viaggio.

Il testo è semplice ma vivido di dettagli, l’equilibrio tra sensualità ed erotismo è ben definito e costante.

Del resto, che italiano sarebbe, senza la passione che ci contraddistingue?
LinguaItaliano
Data di uscita2 nov 2020
ISBN9788831693950
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    Anteprima del libro

    Se no... che italiano sarei...!!! - Giuseppe Santini

    CAP. I SE NO...CHE ITALIANO SAREI...???

    Benche' italiano ho frequentato asilo,elementari e liceo a 11.000 km dall'Italia.Iniziato a studiare italiano alla Dante Alighieri di Buenos Aires che era gia' la mia quarta lingua.

    I

    Mio padre si era trasferito nella Capitale delle pampas, avendo parenti marchigiani che si erano gia' affermati,avviando un' aziendina di calzature.Mia madre, me e fratellino lo raggiungemmo un anno dopo.

    Ho due genitori bellissimi e fotogenici,conservo una foto di famiglia,lei mediterranea e fine con bellezza eternamente giovanile.Papa' aveva invece presenza da elegante lord inglese, con doppiopetto stile Armani.Lei sempre alla moda dell'epoca, indossa nella foto un abito scuro con fiore sul petto, avrebbe fatto inorgoglire anche affermati stilisti. Foto con io,a sei anni,in giacca e cravatta a sinistra,mamma,papa' e mio fratellino di tre anni sulla destra.

    Quelli erano tempi di fortissimo benessere a Buenos Aires,non c'erano problemi a godersi la vita,con un semplice lavoro.

    Mio padre era assistente edile in una grossa fondazione di costruzioni.In Italia aveva anche gestito un mulino,azienda per la produzione molitoria di farina.

    Mia madre era una raffinata sarta e creatrice di moda messa in proprio.Aveva ,come clientela selezionata,anche signore di origine ebraica che apprezzavano sue doti di discrezione, stile e savoir faire.

    Frequentai l'asilo per primo, poi le elementari ed infine il Liceo,con profitto.Avevo buoni voti,concetto sobresaliente (eccellente) tanto che piu' volte ero stato designato come abanderado portabandiera di classe,cioe' primo per profitto scolastico.

    Ottenevo bei voti,seppur giudicato, a volte,troppo ardito nei commenti cioe'privo d'inibizioni,come quando avevo definito la moglie del Presidente della Repubblica come regina delle patatine fritte.

    Causai uno scandalo generale con intervento sia della Preside che le maestre e convocarono in tutta urgenza mia madre.

    Si lamentarono,accusandola di essere carente nella disciplina familiare,perche' mi riconducesse a piu' miti consigli il carattere e se necessario schiaffeggiasse ogni volta che esternavo oltre i limiti,seppur primo della classe.

    Mia mamma convinse loro che non ero cattivo ma onesto nei giudizi.Un sospiro di sollievo da parte mia,per questa volta sia passato senza alcun seguito disciplinare.Essendo in Argentina, evitato di essere anche segnalato alle autorita' come un elemento sovversivo e forse candidato ad essere futuro desaparecido.

    Gli insegnamenti di mia madre erano sempre stati improntati all' etica del lavoro, bisogna darsi da fare e guadagnarsi da vivere.

    Con questo credo educativo, frequentai bachillerato (Liceo) di mattino all'istituto San Pedro gestito dai religiosi,assistendo alle lezioni dalle 8.30 fino alle 12.30 poi dalle 14 fino alle 20.00 lavorando presso una fabrichetta per la produzione di borsette da donna che era retta da famiglia israeli' rifugiata in Argentina e scampati allo sterminio.

    Mi piaceva la loro figlia,carina e mia coetanea ma essendo tutta la famiglia di fede ebraica radicale, era davvero difficile comunicare. Stavano sempre sulle loro,solo rapporti di lavoro.

    Mia madre,attanagliata dalla nostalgia,rientro' per un mese in Italia durante le Olimpiadi romane.

    Resto' folgorata dal crescente benessere nel Belpaese,cosi' positivamente cambiato dopo dieci anni,da noi trascorsi all'estero.

    Ritorno' dal viaggio con un l'unico pensiero...rientrare tutti in Italia. Non era concessa alcuna esitazione,visto che l'Argentina stava invece decadendo.

    Finito il Liceo,media voti 8,20, sempre tra i primi della classe malgrado aggiungessi alle frequenze scolastiche matutine, pressanti impegni di lavoro al pomeriggio.Ero infatti dagli ebrei a confezionare manualmente raffinate borsette da donna,

    Concluso il Liceo,era mia forte intenzione di proseguire gli studi e frequentare ingegneria.

    Ho voluto poi arricchire gli studi con una qualificata esperienza di lavoro e risposi ad un'inserzione per la ricerca di personale fatta da multinazionale tedesca.

    Cercavano per gli uffici di Buenos Aires un giovane addetto per mansioni di aiuto disegnatore tecnico e collegameno nel portare i capitolati tecnici ai diversi uffici dislocati in piu' sedi,oltreche' lo stabilimento produttivo nel settore delle telecomunicazioni.

    Con mia grande gioia notai nel presentarmi al primo colloquio di lavoro che quella multinazionale era nientemeno che la Siemens, con 1000 addetti e l'80% del personale d'origine tedesca.

    Scoprii di seguito,nello svolgere il lavoro,che tanta gente si era trasferita nella filiale argentina, a titolo di profughi nel dopoguerra.

    Di fatto l'Argentina si e' sempre dimostrata indulgente.Alcun problema nel concedere la residenza garantendo preziosi lasciapassare governativi.Era tutta gente che arricchiva il Paese col loro lavoro malgrado nazisti durante la guerra.

    Mi feci assumere dall'Ufficio Personale da un responsabile tedesco che faceva le selezioni. Ho mostrando

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