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Le Cronache di Hissfon
Le Cronache di Hissfon
Le Cronache di Hissfon
Ebook109 pages1 hour

Le Cronache di Hissfon

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About this ebook

Il Negromante Thaar, a capo del suo esercito oscuro, ha iniziato la sua offensiva attraverso le Terre Mandrare. Delle città sono cadute, e ogni speranza sembra vana. Mentre Galnor, la grande città d’armi, fa suonare il corno per un’ultima volta, i tre guerrieri cercano di difendere il Patto di Auttum e la reliquia di Faln-Lannar da Krinhom, il potente Cavaliere Nero. Pur potendo contare sui loro amici, Doltha e Gerioh, i tre Eroi di Auttum possono ricorrere solo alla magia per fermare il flagello Nevrigio. Basterà a distruggere l’impero del Negromante?

LanguageItaliano
PublisherRemy Lecornec
Release dateNov 14, 2020
ISBN9781071540831
Le Cronache di Hissfon

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    Le Cronache di Hissfon - Remy Lecornec

    PROLOGO

    Le Terre Mandrare erano sul punto di finire nel caos: le cinque corone non esistevano più, e le menti di Harnam, giovane sovrano reggente del Regno del Deserto Piriano, e di Kalranh, signore del Monte Mefrone, erano state corrotte dalla magia nera del Negromante Thaar.

    Il conte Nerrum aveva fatto uso della propria influenza per dare vita a una creatura tra le più terribili: Krinhom, il Cavaliere Nero, custode del potente martello di Aldharyth, forgiato da temibili artigiani al soldo del Negromante. Il nuovo nemico, portatore di distruzione, era alla guida dell’esercito oscuro. Quest’ultimo, partito da Shaltara, si era diviso in due parti: una aveva l’incarico di annientare Galnor, la città d’armi; l’altra di asservire il popolo del Monte Mefrone.

    A nord, due dei Guerrieri di Auttum, Kenthae e  Carhaa, accompagnati nella loro missione da Doltha, erano riusciti a stringere un’alleanza con Oretalha, regina dei ghiacciai Calomnum. Fu deciso di guidare l’immensa flotta, composta di migliaia di navi, verso il Quarto Regno, sede della fortezza nera. Bisognava distruggere quella fortezza.

    Dopo essersi ripreso da un lungo coma, Artemione si era messo in viaggio, guidato dal giovane cavaliere Gerioh e da Locklhan, l’antico paladino. Ai tre si era unita Hamaya, una donna che aveva disertato dall’esercito della sua terra natale, cioè il già citato Regno del Monte Mefrone. Il piccolo gruppo aveva cercato di raggiungere il Regno della Riva Settentrionale, ma era stato catturato dagli sgherri del Negromante. Era impossibile sfuggire alle grinfie dei tremendi stregoni della città nera.

    Aggrappandosi a un ultimo filo di speranza, re Berum aveva convocato due sovrani: re Hara, del Regno di Shol-Garaa, e re Thereis, del Regno di Merhidios. Berum aveva intenzione di unire le risorse per fermare la minaccia proveniente da ovest. I tre sovrani pensarono che la cosa più importante fosse proteggere il Patto di Auttum. Esso infatti permetteva ai maghi di conservare i loro poteri. E così, Berum, Hara e Thereis crearono un enorme esercito, composto di paladini e altri guerrieri, per difendere il piccolo villaggio in cui il Patto era custodito.

    Un sentimento di profonda disperazione dominava ormai gli animi, e solo la magia avrebbe potuto cambiare le cose. Dalla città di Shaltara, la guerra stava per abbattersi sulle Terre Mandrare, che avevano già subito la devastazione. Galnor si preparava ad ascoltare per l’ultima volta il corno reale, quel suo suono unico, noto a tutti.

    Capitolo Primo

    Un ultimo sospiro

    A ovest si vedevano villaggi distrutti e il suolo coperto di cadaveri, tra le macerie: l’esercito oscuro aveva portato la devastazione in molti punti delle Terre Mandrare.  A sud, migliaia di guerrieri e altri stregoni si erano uniti alle truppe di re Berum, già disposte in presìdi presso Galnor. Bisognava difendere il villaggio di Auttum. I sovrani non risparmiarono il minimo sforzo per proteggere il Patto, già indebolito dopo la cattura di tre dei Grandi Maghi.

    Galnor : la grande città d’armi

    L’inverno alla fine giunse. Le verdi praterie e le colline fiorite lasciarono il posto a uno spesso manto bianco, in cui la neve, sparsa in giro da raffiche di vento, paralizzava ogni albero e ogni pianta, rendendoli come insensibili al freddo invernale. Nei pressi di Galnor si tentava di proteggere i bastioni per mezzo di macchinari impressionanti. Dei tronchi di legno, intagliati a forma di picche, spiccavano in quel paesaggio. Tutto questo alla vigilia di una battaglia epica, temuta dal potente sovrano del Regno di Fahl.

    Lo stregone Shaari, giunto da Varnum, camminava lungo i bastioni. All’improvviso notò, in basso, i tre sovrani, cioè Berum, Hara e Thereis, che parlavano. Si avvicinò e disse:

    «Tutte le truppe richieste sono partite per Auttum. Dovrebbero raggiungere il villaggio tra un giorno, se non incontreranno ostacoli.»

    «Bene» rispose re Hara. «Ci sono notizie da Varnum?»

    «Un uccello di Dartohn ci ha confermato la partenza degli stregoni Shaari e dei migliori uomini dello squadrone notturno.»

    «Perfetto!» rispose il re del nordest. «Dobbiamo...»

    Il re di Varnum non fece in tempo a finire la sua frase che un alone bluastro si accese e proiettò la sua luce verso i quattro uomini. Questi si coprirono gli occhi con le mani. Dopo alcuni lampi scintillanti, comparve l’Oracolo Tenchlar.

    «Miei sovrani, manca poco tempo! Dobbiamo sbrigarci!»

    «Cosa succede, Oracolo?» chiese re Berum.

    «Ho dovuto usare un potente sortilegio che mi ha molto indebolita. Si tratta di una magia che uso molto di rado. Ma era importante che io fossi fisicamente con voi: delle truppe provenienti da est sono in marcia verso Auttum.»

    «Per gli spiriti!» esclamò re Hara. «Questo significa che anche Harnam ha deciso di passare dal lato delle tenebre!»

    «È così, mio sovrano. Ma non è questo il motivo principale per cui sono venuta da voi. La mia dimora è minacciata dal guardiano delle sabbie, ma una visione mi ha annunciato qualcosa di peggio... Artemione e i suoi compagni sono stati catturati da uno degli sgherri del conte Nerrum. Ho riconosciuto il suo marchio.»

    «Da quando è stato fatto prigioniero nella città nera, quel giovane guerriero è passato attraverso esperienze terribili» disse il sovrano del Regno di Fahl. «E io l’ho mandato di nuovo verso la morte!»

    «Era accompagnato anche da una donna...»

    «C’era anche Carhaa con lui?» chiese il re.

    «No, non era lei. Si tratta della figlia di Kalranh, signore del Monte Mefrone.»

    «Una traditrice!» disse re Thereis, con la sua ben nota arroganza.

    «Non è una traditrice, amico mio» rispose re Berum. «A quanto mi è sembrato di capire, quella donna non ha mai accettato le idee di suo padre. E neanch’io l’ho mai fatto, devo dire. L’oscurità è entrata in quel regno, e il sovrano non è più in grado di vedere le cose con chiarezza...»

    «Proprio così» disse l’Oracolo. «Quella donna, in un modo o nell’altro, deve essere venuta ad aiutare Artemione. Non può essere altrimenti. Adesso avrei bisogno di recuperare le forze, quindi devo salutarvi.»

    «I nostri omaggi» risposero i tre sovrani.

    L’indovina andò subito a riposarsi. La sua uscita di scena richiedeva l’uso di un incantesimo così potente che pochi maghi erano capaci di eseguirlo con successo. I tre sovrani ripresero la loro conversazione:

    «Siamo in un vicolo cieco» disse re Hara. «Le truppe di Harnam puntano su Auttum, e Artemione è stato fatto prigioniero, e per di più è nelle mani del Negromante Thaar e della sua orrida creatura...»

    «Inviamo quel che resta del nostro esercito a ovest!» disse il re del Regno di Merhidios. «Cosa aspettiamo?»

    «Se facessimo così, renderemmo Galnor vulnerabile. Questa città rappresenta un importante punto strategico. Alcune delle nostre

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