Macbeth
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William Shakespeare
William Shakespeare was an English poet, playwright, and actor. He is widely regarded as the greatest dramatist in the English language. Shakespeare is often called England’s national poet and the “Bard of Avon.”
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Anteprima del libro
Macbeth - William Shakespeare
Macbeth
Giulio Carcano
Macbeth
The characters and use of language in the work do not express the views of the publisher.The work is published as a historical document that describes its contemporary human perception.
Copyright © 1603, 2020 William Shakespeare and SAGA Egmont
All rights reserved
ISBN: 9788726569216
1. e-book edition, 2020
Format: EPUB 3.0
All rights reserved. No part of this publication may be reproduced, stored in a retrievial system, or transmitted, in any form or by any means without the prior written permission of the publisher, nor, be otherwise circulated in any form of binding or cover other than in which it is published and without a similar condition being imposed on the subsequent purchaser.
SAGA Egmont www.saga-books.com – a part of Egmont, www.egmont.com
Personaggi.
DUNCANO, re di Scozia.
MALCOLMO, suoi figliuoli.
DONALBANO, suoi figliuoli.
MACBETTO, generali dell'esercito.
BANCO, generali dell'esercito.
MACDUFFO, signori scozzesi.
LENOX, signori scozzesi.
ROSSE, signori scozzesi.
MENTEZIO, signori scozzesi.
ANGO, signori scozzesi.
CATNESSO, signori scozzesi.
FLEANZIO, figlio di Banco.
SIVARDO, conte di Northumberland, generale dell' esercito inglese -
Il giovine SIVARDO, suo figlio.
SEYTON, ufflziale'del sèguito di Macbetto.
IL FIGLIO di Macduffo.
UN MEDICO inglese.
UN MEDICO scozzese.
UN SOLDATO.
UN CUSTODE.
UN VECCHIO.
LADY MACDUFFO.
DAME, seguaci di lady Macbetto.
ECATE.
TRE STREGHE.
Signori — Cavalieri — Soldati — Sicarii — Uffiziali
Fanti e Messaggeri.
Lo Spettro di Banco, e altre apparizioni.
La scena e nella Scozia, e specialmente nel castello di Macbetto; fuorché alla fine del quarto atto, nell' Inghilterra.
Atto primo.
Scena I.
Un luogo aperto.
— Tuoni e lampi. — Entrano le TRE STREGHE.
1a Strega. Fra la piova, fra i lampi, fra il tuon, Quando ancor ci uniremo noi tre?
2a Strega. Quando cessi dell' armi il frastuon, Quando appaia chi vinse o perdè.
3a Strega.Dunque, innanzi al tramonto.
1a Strega. In qual loco?
2a Strega.Su la landa.
3a Strega.E Macbetto verrà. Son con te, Grimalchìno. ¹
1a Strega.Paddòco
Ne domanda.’— Veniamo, siam qua. Orrendo è il bello, bello è l'orrori
Via, tra l'immonda nebbia e il vapor!
(Le Streghe spariscono.)
Scena II.
Un campo presso Forres.
— Suono guerriero nelle scene. —
Entrano RE DUNCANO, MALCOLMO, DONALBANO, LENOX con Sèguito, e s'incontrano con un SOLDATO ferito.
Duncano. Chi è quesf uom, brutto di sangue? A quanto Scorgiamo, ei ne può dar l'ultime nuove Della rivolta.
Malcolmo. Egli è quel fante istesso, Che coli' ardito suo valor m' ha salvo Da prigionia. — Salute, o buon amico I Quel che sai della pugna al Re fa noto, E come la lasciasti.
II Soldato. Incerta stava;
Simile a due già lassi lottatori, Che s'abbrancan l'un l'altro, e van' fiaccando Le forze estreme. Il crudel Magdovaldo, Che nacque degno traditor, cotante Nequizie in lui fe' rampollar Natura, Dall'isole che guardan l'occidente Gran rinforzo di Cherni e Galloglassi Chiamava; e in questa lotta maledetta, Già Fortuna parea farsi la druda Di quel ribelle. Eppur fu tutto in vano;, Poiché sdegnando la Fortuna, il prode Macbetto, figlio del Valor (chè dritto A questo nome egli ha), brandito il ferro Di sanguigna giustizia ancor fumante, Infino al traditor la via s'aperse;
Nè addio gli disse, nè la man gli strinse,, Prima che dal cucuzzo a le mascelle Fesso non l'ebbe, e sulle nostre mura Non ne confisse il teschio.
Duncano. O valoroso
Cugino, o degno cavalier !
II Soldato. Siccome
Dalla parte onde a noi sorger vediamo Il primo sol, rompe ancor la tempesta Di navi ingoiatrice, e’1 tuono orrendo; Così da quella fonte, onde il conforto Venir parea, sgorgati le angoscie. — Ascolta, Re della Scozia, ascolta. Non appena Giustizia, armata di valor, costrinse Quegli agili Chernesi a por lo scampo Nelle calcagna, de' Norvegi il sire, Il vantaggio cogliendo, e spalleggiato Da fresca gente con forbite lance, L'assalto ritentò.
Duncano. N'ebbero i nostri
Duci, Macbetto e Banco, alcun terrore?
Il Soldato, Com'aquila d'un passere, o lione
D'un coniglio. Simili, a dirti il vero, A due spingarde mi parean, tonanti Doppie infocate palle, sì tremendi Sull'inimico raddoppialo i colpi: Se apprestarsi volessero un fumante Bagno di sangue, od ergere un novello Calvario, dir non so. ² Ma debil troppo Io sono; e chieggon le mie piaghe aita.
Duncano. Ben ti stan le ferite, al par che i detti;
E da questi e da quelle onor respira. — Itene, e pel cerusico mandate.
(Il Soldato e co?idotto via.)
Entra ROSSE.
Duncano. Chi giunge? ^
Malcoltno. È il prode sir di Rosse.
Duncano. Quale Ansia spira dagli occhi I In questa guisa Vien chi di strane cose è portatore.
Rosse. Dio salvi il Re!
Duncano. Buon sire, on,de ne vieni?
Rosse. Da Fife, alto signor, dove spiegato Il norvegio vessillo insulta al cielo, E il popol nostro agghiaccia. ³ Il re medesmo,. Con terribili schiere, e con Y ajuto Del più sleale traditor che sia, Il sire di Caudòr, fatai conflitto Incominciava: ed ecco il fidanzato Della diva Bellona, a tutte prove D'armi coverto, in singoiar cimento Lo sfida: punta contro punta, e braccio Contro braccio ribelle, ⁴ il suo procace Spirto egli fiacca. Tale, alfin, per noi La vittoria rimase.
Duncano. O gran ventura!
Rosse. Sveno, il norvegio re, discende a patti: Ma noi non concedemmo alle sue genti La sepoltura, pria che diecimila
Scudi in Santa Colomba ei non versasse, A comun beneficio.
Duncano. Ora, più mai
Il sire di Caudòr di nostra fede Traditor non sarà. — Va, la sua morte Pronunzia senza indugio; e salutato Col titolo ch'egli ebbe or sia Macbetto.
Rosse. V'obbedisco.
Duncano. Così quant'esso perde
Il nobile Macbetto a sé conquista. (Partono.)
Scena III.
Una landa.
— Tuona —
Entrano le TRE STREGHE.
ia Strega. Olà 1 sirocchia, che avesti a fare?
2a Strega. A sgozzar porci. ⁵
Sa Strega. Sirocchia, e tu?
ia Strega. Io la mogliera d'un uom di mare Accoccolata trovai laggiù:
Castagne a josa nel grembo avea:
Se le rodeà, se le rodea.
Dammene: io dissi. — Strega, va vial
La naticuta scrofa gridò. —
Dietro al marito che vèr Soria,
Del Tigre a bordo, di qui salpò,
Entro uno staccio m'imbarcherò;
Topo scodato diventerò;
E farò tanto, tanto farò…
2a Strega. Sirocchia, un vento io ti darò.
ia Strega. Cortese troppo.
ja Strega. Un altro anch'io.
ia Strega. Sta bene: è il resto nel poter mio.
Conosco il nembo dove si scaglia;
De' quattro venti so la battaglia, Qual su la carta del marinar;
E li governo, come a me par. Colui, qual fieno