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Accoppiata perfetta: Harmony Destiny
Accoppiata perfetta: Harmony Destiny
Accoppiata perfetta: Harmony Destiny
Ebook154 pages2 hours

Accoppiata perfetta: Harmony Destiny

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About this ebook

Lei è una fotografa. Lui un tipo da calendario.
Cat McCade non ha alcun problema ad ammettere che le piacciono gli uomini mezzo nudi, dato che la sua campagna fotografica di pubblicità per biancheria intima maschile ha già ottenuto numerosi riconoscimenti. Le piace guardarli senza mai lasciarli avvicinare troppo. Finché è costretta a farsi proteggere da una guardia del corpo... che conosce già.
Jesse Dane è contento di potersi finalmente dedicare a un nuovo incarico, così da togliersi dalla testa la donna con cui ha passato un'infuocata notte di sesso. Peccato che il suo incarico riguardi proprio questa sconosciuta dal fascino conturbante.
LanguageItaliano
Release dateNov 10, 2020
ISBN9788830520974
Accoppiata perfetta: Harmony Destiny

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    Accoppiata perfetta - Sandra Chastain

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Look, But Don’t Touch

    Harlequin Temptation

    © 2003 Sandra Chastain

    Traduzione di Silvia Zucca

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2004 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3052-097-4

    1

    Cat McCade fermò la scintillante Harley Davidson nello spazio antistante al ristorante, quindi spense il motore e lasciò la motocicletta al di fuori delle linee disegnate del parcheggio. Togliendosi il casco nero e lucido, una cascata di capelli biondi le inondò le spalle. Scesa dalla moto, si tolse la giacca di pelle e si incamminò verso l’ingresso. Indossava pantaloni attillati di pelle nera.

    Era venerdì sera e Cat sapeva che tutti gli occhi degli uomini presenti nel locale sarebbero stati puntati su di lei, non appena vi avesse messo piede.

    Li ignorò guardandosi intorno alla ricerca di Bettina che, come promesso, l’avrebbe aspettata a un tavolo insieme a un paio di margaritas. Poteva sempre contare su Bets.

    Dal momento in cui Bettina l’aveva ingaggiata come fotografa per il suo progetto, Lo scapolo in scatola, erano diventate grandi amiche.

    Cat doveva proprio ammetterlo: l’amica era diventata un’esperta nel trovare fantomatici fidanzati per signore che non avevano delle relazioni fisse.

    L’idea era stata geniale. Si trattava di raccogliere fotografie di ragazzi carini che poi venivano scelte attraverso un catalogo dalle clienti. Iniziava così una relazione fittizia che era la stessa Bettina a portare avanti tramite lettere e piccoli regali. Le lettere sostituivano le telefonate, facendo in modo che tutto sembrasse reale.

    Il solo problema era che Bettina si era lasciata prendere la mano e ora cercava di trovare fidanzati a tutti.

    Compresa lei.

    «Cat! Sono qua.»

    Sia i camerieri sia gli avventori fecero un passo indietro, permettendole di arrivare fino al tavolo dell’amica.

    Cat raggiunse il tavolo e sorseggiò il proprio drink prima di sedersi. «Niente male, Bets.»

    «Qui fanno i migliori margaritas di Atlanta. E lo sai bene.»

    «Ah, Atlanta, la nostra graziosa cittadina... Nessun posto è come lei. Ma, sfortunatamente, per lunedì sarò a San Antonio, lungo il fiume Walk, ad assaporare le delizie del sud.»

    Bettina le rispose con uno sguardo divertito e incredulo. «Come? Sei appena tornata e già riparti? Non disfi mai le valigie?»

    «Mai. È il mio motto» replicò Cat a testa alta.

    «Sai, mi chiedo da cosa tu stia scappando.»

    «Non da cosa» la corresse Cat. «Ma verso cosa. C’è un mondo intero là fuori che sta solo aspettando che io lo scopra.»

    «Ah, sì?»

    Cat si fermò per un momento. «È il mio lavoro» le spiegò. «Sono una fotografa. Mi piace vedere tutto, scoprire la natura, osservarla da tutte le angolazioni possibili. Però mi piace anche vivere comodamente e non sempre lo potevo fare quando ero un’assistente. Voglio lavarmi con acqua calda, mangiare del buon cibo e dormire comoda nel mio letto... da sola.»

    «Così è per questo che fotografi gli uomini? Per dormire da sola? Devo ammettere che sei veramente una sfida per i miei propositi di agente matrimoniale. Troverò una soluzione, puoi giurarci. D’altra parte, sono stata in grado di trovare una moglie per mio fratello Mitchell. Non è stato semplice, sai?»

    «Te lo ripeto una volta per tutte. Non sono interessata, grazie.»

    «Ah, ma io sì. Donne come te, che lavorano con gli uomini per tutto il giorno, ne dovranno pur trovare uno che vada bene per loro.»

    Una cosa si doveva dire riguardo a Bettina Dane: non si dava mai per vinta. Per lei era impossibile pensare che Cat potesse essere felice fino a che non avesse trovato un compagno, o meglio, un marito che stesse al suo fianco per sempre.

    «Me ne vanno bene molti, ma solo attraverso le lenti del mio obiettivo. Mi piace la mia vita così com’è. Ed è così che intendo viverla. Ho visto fin troppe donne disperate, disposte a rinunciare a qualsiasi cosa pur di tenersi un uomo» mormorò Cat.

    «Ma, Cat, guarda le tue sorelle. Mi sembrano felici, no?»

    «Ho scoperto di non essere come le mie sorelle già da molto tempo. A loro non piaceva spostarsi continuamente per i diversi campi militari, a me sì. Quando si sono sposate, si sono fermate in un posto e hanno messo radici così profonde che a malapena riescono a concedersi una vacanza. Dicono di essere felici...» Cat sospirò scuotendo le spalle. «Ma, d’altra parte, anche mia madre dice di esserlo.»

    «Perché pensi che non lo sia?»

    «Perché non ha una vita sua. Per i militari, la moglie è solo un’estensione del marito e, ora che mio padre è andato in pensione, lei non ha niente di meglio da fare che badare ai nipoti. Non ha mai avuto una propria identità.»

    «Capisco, ma tutta questa paura di somigliarle fa sì che ti riservi una vita molto solitaria» disse Bettina. «Chi stai aspettando, esattamente?»

    «Lo saprò quando lo vedrò, ma per il momento me la cavo piuttosto bene anche da sola. E, d’altra parte, dove sarebbe la tua dolce metà, bella mia?»

    Bettina sorrise e si strinse nelle spalle, ammettendo: «Hai ragione. O una si sposa a diciotto anni per poi divorziare a venti o, improvvisamente, si rende conto di aver oltrepassato i trenta e di non essere più circondata da uomini interessanti e disponibili. Ma la differenza fra te e me è che io non mi do mai per vinta. Mi piacciono gli uomini. È solo che sono selettiva».

    «A ognuno il suo» disse Cat alzando il proprio bicchiere per un brindisi. «Tu hai solo relazioni selettive e io, invece, impersonali.»

    «Ovviamente è il tuo parere. Conosco più di un ragazzo che direbbe che gli hai spezzato il cuore!»

    Cat rise. In un certo senso, Bettina aveva ragione: lei sapeva come prendere gli uomini. «E allora? Ogni buon fotografo sviluppa le proprie tecniche e flirtare un po’ con i miei modelli mi permette di ottenere quello che voglio nelle mie fotografie. Loro si sentono importanti e nessuno ne soffre. E, alle volte... be’, che c’è di male nel divertirsi anche un po’ sul lavoro prima di doversene andare ancora? Era una parte della vita militare che mi piaceva.»

    «Infatti non mi sembra che ti sia dispiaciuto crescere in una base militare.»

    «Già. Odiavo le regole, ma era meraviglioso quando ci spostavamo per il paese.»

    Bettina annuì gettando lo sguardo fuori della finestra, alla moto di Cat, parcheggiata in divieto di sosta. «Lo vedo. Una moto? Non so perché mi sorprendo ancora. Hai intenzione di andare fino in Texas in motocicletta?»

    Cat scoppiò a ridere. «Ah, mi piacerebbe. No, guiderò El Camino.»

    Bettina alzò gli occhi al cielo. L’amica era veramente incorreggibile. «Il furgone? Stento quasi a crederci. Hai l’aspetto di una dea del sesso, e infatti tutti gli uomini che incontri cascano ai tuoi piedi, e guidi un furgone!»

    «El Camino non è semplicemente un furgone. È un veicolo classico, un pezzo da collezione. Forse non sarà nel tuo stile, ma io lo adoro. Dimmi, che macchina hai in questo momento?»

    «Una Honda Civic bianca e l’unico modo per cui gli altri la possano notare è che la parcheggi in divieto di sosta.» Bettina la guardò, sospirando. «Dimmi, qual è il tuo nuovo incarico?»

    «Vado in Texas per il catalogo di Sterling Szachon. Ne hai mai sentito parlare? Pare che sia la risposta texana a Donald Trump, una specie di playboy miliardario che vuole lanciare sul mercato una nuova linea di biancheria intima da uomo. Vuoi venire con me? Mi farai da assistente e mi aiuterai a trovare gli uomini giusti da fotografare.»

    «Mmh, sembra interessante, ma non posso proprio. Però so chi potrebbe aiutarti. Mio fratello Jesse. Vive proprio a San Antonio.»

    «Jesse? Be’, proverò a proporgli il lavoro.»

    «Jesse assistente fotografo?» Bettina scoppiò a ridere. «No, non ci pensare neanche. È un Texas ranger, adesso. Hai presente? Tutto regole e distintivo.»

    «Immagino che questo voglia dire che non vorrà posare per il mio catalogo.»

    «Esatto. Non so cosa mi sia passato per la mente, dicendotelo. Scordati di lui. Non andreste per niente d’accordo. Per lui le regole sono fondamentali mentre tu le rifuggi. E, d’altronde, i Texas ranger operano solo in Texas, giusto?»

    La conversazione si spostò su argomenti diversi. Le due amiche ordinarono un piatto di tacos e patatine, finirono di bere i loro drink e poi si separarono, prendendo direzioni diverse.

    Bettina raggiunse la sua Honda Civic e Cat la sua Harley Davidson. All’ultimo momento, Bettina si voltò verso l’amica. «Sai una cosa, Cat? Forse mi sbagliavo riguardo a te e a Jesse. Siete molto diversi, ma avete anche un sacco di cose in comune. Anche lui ha una motocicletta. E anche lui mi sembra un estimatore delle relazioni mordi e fuggi, proprio come te.»

    «Scordatelo. Innanzitutto non sono interessata ad avere una relazione con un uomo di cui conosco la sorella. È troppo personale.» Cat contò le proprie ragioni sulla punta delle dita. «Secondo, Jesse ha già un lavoro e io ne ho avuto abbastanza di regole e divieti vivendo con mio padre. E, terzo, hai detto tu stessa che non poserebbe mai per un catalogo di biancheria intima. Quindi, perché cercare di mettersi in contatto con lui?» Scosse la testa. «No, dovrò trovare qualcun altro che posi per me.»

    «Eh, sì, è uno sporco lavoro.» Bettina rise. «A ogni modo, come fai a sapere che i tuoi candidati staranno bene in mutande?»

    «Semplice, faccio fare loro uno spogliarello.»

    Jesse Dane era molto stanco. Si era fatto più tardi di quanto avesse preventivato. Le nuvole si addensavano nel cielo come ombre spesse e nere, nascondendo la luna di quella serata di ottobre. La brezza era diventata più insistente. Sentiva che si stava avvicinando un temporale.

    Mentre Jesse accelerava fendendo il vento, pensò al perché amasse così tanto le moto: potere e controllo. C’era una tacita complicità tra lui e il suo veicolo. Ma viaggiare attraverso il Texas in motocicletta mentre si stava avvicinando un uragano, be’, questo cambiava le regole. Gli elementi lottavano per non sottomettersi al controllo. E, senza l’ordine, era il caos. Doveva fare molta attenzione.

    La superstrada tra Houston e San Antonio era tutto un alternarsi di fast food pieni di persone e lunghi tratti disabitati, dove solo uno sterminato paesaggio si estendeva davanti ai suoi occhi. Doveva andare avanti. Aveva un appuntamento con il suo capo il mattino seguente e Jesse James Dane non era mai in ritardo. Un po’ di caffeina lo avrebbe aiutato. Si sarebbe fermato all’area di servizio successiva.

    Nell’oscurità di fronte a sé, Jesse distinse le luci di coda di un grosso camion a diciotto ruote che correva a fianco a fianco di un furgoncino.

    Quando fu più vicino, il grosso veicolo prese a oscillare, obbligando il furgoncino a rallentare e a riprendere velocità più volte.

    Le cose peggiorarono quando una leggera pioggia iniziò a bagnare la strada. Mentre Jesse si avvicinava, il camion aumentò improvvisamente la velocità, superando il furgoncino e mettendosi davanti.

    Il conducente del furgoncino frenò e, per evitare di sbattere addosso

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